Commissione diocesana Nuovi Stili di Vita di Padova, "Ottalogo per nuovi stili di vita"

Page 1

UN LESSICO PER LA CITTÀ COMUNE (a cura della Commissione diocesana per la

pastorale sociale e del lavoro)

UN OTTALOGO PER EDUCARCI ALLA CUSTODIA, ALLA CURA E ALLA RESPONSABILITÀ La più volte annunciata enciclica del papa Bergoglio intorno ai temi dell’ecologia, intesa nella sua portata ambientale ma anche come stile dei rapporti tra le persone e nella società, unitamente alla controversa Conferenza ONU sui cambiamenti climatici di Lima del dicembre scorso, consentono di ritornare a riflettere sugli stili di vita virtuosi, frutto di un rinnovato rapporto con le cose, con le persone, con l’ambiente e con le culture diverse. Il presupposto locale ed ecclesiale è l’adesione, si auspica sempre più convinta, alla «Rete interdiocesana per i nuovi stili di vita», avvenuta il 5 ottobre scorso in occasione della celebrazione della Giornata diocesana per la custodia del creato. Il presupposto generale viene volentieri ravvisato nei fondamentali lavori del Wuppertal Institut il cui ultimo lavoro è stato adattato per l'Italia nel 2011 da M. Morosini con il titolo Futuro sostenibile ed è stato finanziato, tra l'altro, da Banca Etica, Caritas, ACLI, ecc. Tre emergenze. L'analisi della situazione globale restituisce tre complesse emergenze planetarie. La prima è quella ambientale, caratterizzata dal riscaldamento del pianeta da emissioni di CO2, dalla riduzione della disponibilità di petrolio e dalla perdita della biodiversità, soprattutto naturale. La seconda è l’insostenibilità ambientale del modello occidentale di prosperità e benessere qualora si pretenda di estenderlo a tutta la popolazione mondiale. Se non si vuole, per giustizia, che il benessere economico resti appannaggio di una minoranza occorre affermare comportamenti molto diversi, «stili di vita leggeri, capaci di offrire sufficiente benessere a tutta la popolazione del pianeta» (Morosini, 2011). La terza riguarda l’incapacità di una economia basata solo sulla crescita permanente di garantire il benessere al maggior numero di cittadini, a causa della progressiva riduzione delle risorse. Cinque proposte di riforma. Se il criterio della sostenibilità ecologica diventa la guida per la transizione delle società industriali verso l’obiettivo dell’equità su scala globale, le proposte avanzate dal lavoro di cui si parla si articolano in una complessa agenda di riforme. 1) Anzitutto il lavoro, che viene recuperato al suo significato più completo, fatto non solo di lavoro monetizzato ma di lavoro di cura, di impegno civile e di lavoro per sé: «il benessere di un’economia dematerializzata dovrà fondarsi meno sulle cose e più sulle persone» (Morosini, 2011). 2) Poi la crescita economica che, guidata e regolata dalle politiche economiche, sviluppa le sue dinamiche nell’alveo del doppio «guard-rail» della compatibilità ambientale e della sicurezza sociale, i cui limiti critici non vanno superati. 3) La terza proposta riguarda l’uso delle tecnologie per le nuove fonti di approvvigionamento energetico, puntando sull’efficienza delle risorse al fine del loro risparmio e sulle fonti rinnovabili. Lo slogan usato è quello di una «società a 2.000 watt», con la riduzione fino a questo livello dell’uso dell’energia primaria pro- capite in Italia e in Europa. 4) La quarta attiene al rispetto dei parametri normativi del rispetto dell’ambiente e dei diritti umani nei rapporti di scambio Nord-Sud. A tale riguardo, però, non ci facciamo illusioni, perché i segnali non sono incoraggianti. Solo un paio di esempi. Il negoziato in corso per la firma dell'accordo commerciale USA – Europa, che creerà la più grande area di libero scambio del mondo (il cosiddetto T-TIP), è accompagnato da pesantissime critiche per i costi ambientali e sociali che determinerebbe.


L’Accordo per il Commercio dei servizi (il cosiddetto TiSA) è ancora più problematico, perché la privatizzazione di tutti i servizi pubblici determinerebbe, oltre che l’obbligo di neutralità dei poteri pubblici, l’appropriazione commerciale dei bisogni fondamentali della popolazione ai quali i servizi pubblici dovrebbero rispondere. 5) Infine le concrete scelte quotidiane delle persone, nella duplice consapevolezza che un patto sociale tra cittadini ed istituzioni virtuose è possibile (si pensi per l'Italia alla rete dei Comuni Virtuosi e agli Enti territoriali a spreco zero) e che altri stili di vita sono possibili. È infatti dalla società civile che partono i segnali e si sviluppano le azioni più numerose, che si configurano spazi di partecipazione civile che estendono le maglie della vita dei territori oltre le consuete forme della rappresentanza democratica. Una parte della nostra società civile è capace di raccontare un paese più positivo e virtuoso di quanto frettolosamente siamo portati a rappresentare. Giancarlo Uncini Otto punti per la sobrietà nell'avere e l'abbondanza nell'essere. Dalla proposta del coordinamento della Rete interdiocesana, un pratico “ottalogo” per i nuovi stili di vita, in forma di personali suggerimenti ed esortazioni. 1) Rispetta, ama e custodisci il creato. Genera relazioni di cura verso tutte le creature, a partire dal tuo territorio. 2) Realizza una conversione ecologica per riscoprire la bellezza della Terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie. Tratta la Terra non come merce o oggetto da sfruttare, ma come parte del creato. 3) Scegli l’economia che dà lavoro senza violare la Terra. Consuma prodotti da agricolture rispettose della natura. Favorisci i piccoli produttori locali a chilometri zero. Partecipa ad un Gruppo di Acquisto Solidale, tutte realtà che non inquinano l’ambiente e creano posti di lavoro. 4) Denuncia con forza chi viola l’armonia del creato. Diventa una sentinella del tuo territorio, facendo conoscere alla comunità problemi e minacce. Impegnati per l’obiettivo “rifiuti zero”. 5) Difendi il territorio dallo sfruttamento eccessivo. Fai attenzione alle opere che cementificano il territorio. Sostieni interventi che riqualificano il patrimonio edilizio esistente, creando maggiori opportunità di lavoro con un’impronta ecologica inferiore. 6) Fai rete di speranza. Collabora con tutte le realtà che si impegnano a custodire l’ambiente. Promuovi, nei gruppi di cui fai parte, iniziative a favore della salvaguardia del territorio. 7) Usa uno stile di vita sobrio. Rallenta, liberati dal superfluo, non dedicare molto tempo alla ricerca della ricchezza economica e all’acquisto di cose; coltiva invece le relazioni umane e quelle con il creato. 8) Rafforza la relazione con il Dio della vita. Sappi vedere in ogni creatura un frammento del grande progetto del creatore; attingi a lui per prenderti cura della fragilità dei popoli e del mondo in cui viviamo.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.