UN LESSICO PER LA CITTÀ COMUNE (a cura della Commissione diocesana per la Pastorale sociale e del lavoro)
Laudato si’ e Nuovi stili di vita per la cura della casa comune (2ª Parte) La logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo può essere spezzata da semplici gesti quotidiani; per questo è necessario non perdere l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso, di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e amicizia. La terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che verranno: non possiamo più pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Molte persone sperimentano un profondo squilibrio che le spinge a fare le cose a tutta velocità per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto ciò che hanno intorno a sé. Questo incide sul modo in cui si tratta l’ambiente. Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza «non deve essere costruita, ma scoperta e svelata». Stiamo parlando di un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciò che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza. Gesù sapeva stare pienamente presente davanti ad ogni essere umano e davanti ad ogni creatura, e così ci ha mostrato una via per superare l’ansietà malata che ci rende superficiali, aggressivi e consumisti sfrenati. Al n. 227 il Papa propone ai credenti di riprendere la preghiera di ringraziamento prima e dopo i pasti. Questa abitudine preziosa da vivere con profondità, anche se breve, ci ricorda il nostro dipendere da Dio per la vita, fortifica il nostro senso di gratitudine per i doni della creazione, ci fa riconoscenti verso le persone che con il loro lavoro forniscono questi beni, rafforza la solidarietà con i più bisognosi. Gesù ci ha ricordato che abbiamo Dio come nostro Padre comune e che questo ci rende fratelli. L’amore fraterno può solo essere gratuito, non può mai essere un compenso per ciò che un altro realizza, né un anticipo per quanto speriamo che faccia. Per questo è possibile amare i nemici. Per questo è possibile amare e accettare il vento, il sole o le nubi, benché non si sottomettano al nostro controllo. Il francescano San Bonaventura afferma che ogni creatura «testimonia che Dio è trino» e ci invita a provare a leggere la realtà in chiave trinitaria. Il mondo, creato secondo il modello divino, è una trama di relazioni. Questo ci fa scoprire una chiave della nostra propria realizzazione: la persona umana tanto più cresce, matura e si santifica quanto più entra in relazione, quando esce da sé stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature. La domenica, così come il sabato ebraico, si offre quale giorno del risanamento delle relazioni dell’essere umano con Dio, con sé stessi, con gli altri e con il mondo. La legge del riposo settimanale imponeva di astenersi dal lavoro nel settimo giorno, «perché possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero» (Es 23,12). Il riposo non è inattività sterile e inutile, ma contemplazione che restituisce significato, ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri. Il giorno di riposo diffonde la sua luce sull’intera settimana e ci incoraggia a fare nostra la cura della natura e dei poveri. Alla presentazione ufficiale in Vaticano dell’enciclica Laudato si’, è stato invitato anche P.Adriano Sella, come riconoscimento alla pastorale dei Nuovi Stili di Vita, a livello diocesano e come Rete Interdiocesana, che porta avanti da anni.
Secondo la prospettiva costruttiva delle Beatitudini, che sono otto, egli ha proposto l’Ottalogo dei nuovi stili di vita, un impegno a lavorare sul positivo, a tenere unite riflessione e azione, con comportamenti personali, sociali e scelte politiche, che facciano vivere alcuni aspetti della vita quotidiana in modo nuovo ma alla portata di tutti su consumo critico e responsabile, etica dei consumi; recupero delle relazioni umane, ecologia, custodia e responsabilità per l’ambiente e sviluppo, giustizia e pace tra i popoli. L’enciclica si conclude con due preghiere (Preghiera per la nostra terra e Preghiera cristiana con il creato) precedute da un incoraggiamento: «La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati» (n. 243). Nell’attesa… «Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza» (n. 244). (Fine) Maria Anderlucci OTTALOGO per coloro che vogliono impegnarsi nel quotidiano alla cura del Creato 1. Rispetta, ama e custodisci il Creato: genera relazioni di cura verso tutte le creature, a partire dal tuo territorio (relazioni sociali, rapporto con la natura e rispetto degli ambienti pubblici). 2. Realizza una “conversione ecologica” per riscoprire la bellezza della Terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie: tratta la Terra non come merce o oggetto da sfruttare, ma come parte del Creato che è un grande dono di Dio. 3. Scegli l’economia che dà lavoro senza violare la Terra: consuma prodotti da agricolture rispettose della natura, favorisci i piccoli produttori locali a Km0, partecipa ad un “Gruppo d’acquisto solidale”, tutte realtà che non inquinano l’ambiente, creando e garantendo posti di lavoro. 4. Denuncia con forza chi vìola l’armonia del Creato: diventa una sentinella del tuo territorio, facendo conoscere a tutta la comunità eventuali problemi e nuove minacce (ad es. abbandono di rifiuti); impegnati per l’obiettivo “rifiuti zero” (riduzione di rifiuti e raccolta differenziata “spinta”). 5. Difendi il territorio dallo sfruttamento eccessivo: cerca di informarti con uno sguardo critico nei confronti delle “grandi opere” che cementificano il territorio per il profitto di pochi; scegli interventi che riqualificano il patrimonio edilizio esistente, creando maggiori opportunità di lavoro con un’impronta ecologica decisamente inferiore. 6. Fai rete di speranza: collabora con tutte le realtà che s’impegnano a custodire l’ambiente (associazioni della società civile, istituzioni, realtà ecclesiali e Chiese ecumeniche); promuovi, nei gruppi di cui fai parte, iniziative a favore della salvaguardia del territorio. 7. Sposa uno stile di vita sobrio come risposta all’inquinamento e alla distruzione del Creato: rallenta, liberati dal superfluo, non dedicare molto tempo alla ricerca della ricchezza economica e all’acquisto di “cose”, per poter coltivare invece ciò che davvero crea felicità e gioia di vivere: le relazioni umane e quelle in armonia con il Creato. 8. Rafforza la relazione col Dio della Vita, autore dell’infinita bellezza del Creato: sappi vedere in ogni creatura, come S. Francesco d’Assisi, un frammento del grande progetto d’amore del Creatore; attingi dall’amore di Dio per prenderti cura della fragilità dei popoli e del mondo in cui viviamo.