Comitato S-Nodi, "Azioni di sistema, per cambiare approccio nella lotta alle povertà"

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UN LESSICO PER LA CITTÀ COMUNE (a cura della Commissione diocesana per la Pastorale sociale e del lavoro) Come già annunciato su Voce della Vallesina del 29 novembre scorso, nell’ambito delle nostre proposte di approfondimento del tema del contrasto alle povertà, pubblichiamo il contributo che il Comitato S-Nodi di Torino ci ha inviato.

Azioni di sistema, per cambiare approccio nella lotta alle povertà Contesto Caritas Italiana promuove dal 2013 il progetto “Azioni di sistema anticrisi”. È un nuovo modo di agire contro la povertà: non solo iniziative a favore dei singoli ma interventi complessi, che permettono alle comunità territoriali di crescere e di migliorare gli interventi. Il 17 Ottobre scorso è stato presentato da Caritas italiana il Rapporto 2015 Povertà Plurali, dove il fenomeno della povertà in Italia è fotografato dai 1.197 Centri di Ascolto delle Caritas diocesane, i cui volontari confermano le tendenze già denunciate e relative ai drammatici effetti della crisi: solo nelle mense Caritas, nel 2014, sono stati distribuiti 6 milioni di pasti. La povertà in Italia però non si può combattere solo con le mense. «Non si può pensare che l’unica misura universalistica che il nostro Paese sa garantire alle famiglie povere è un pacco viveri o una mensa, usando una capillare rete di aiuti sul territorio nazionale», dichiara don F. Soddu, direttore di Caritas italiana; c’è bisogno, infatti, di politiche organiche e risorse messe a disposizione in modo programmatico. Con un altro rapporto, Dopo la crisi costruire il Welfare (v. Voce Vallesina 29 nov 2015 – NdR), Caritas italiana offre un approfondito contributo alla valutazione delle politiche pubbliche di contrasto alla povertà. Infine, il 12 ottobre scorso è stato conferito il Nobel per l’economia allo scozzese Angus Deaton, per i suoi studi su consumo, povertà e welfare. Secondo Deaton, per sconfiggere la povertà più che fornire aiuti materiali è necessario creare le condizioni per lo sviluppo delle persone e dei loro contesti. Accanto all’aiuto sollecito occorre avviare interventi strutturali, introdurre nuovi criteri e nuove priorità di investimento e utilizzare le risorse per quegli obiettivi strategici che possano incidere in modo durevole sulla vita delle persone. Nuove vie È comune la consapevolezza che, per produrre risposte efficaci, i processi debbano coinvolgere non solo singole persone in difficoltà, ma interi sistemi territoriali. Accanto ad azioni puntuali rivolte a persone e famiglie, è necessario attivare sinergie che cerchino soluzioni a problemi di interesse collettivo. In questo modo è possibile andare oltre la prospettiva dell’assistenza, riattivando pratiche di reciprocità e producendo al contempo valore sociale ed economico. Per facilitare questi processi, il progetto sperimentale di Caritas Italiana “Azioni di sistema anticrisi” ha dato vita a Torino al Comitato S-Nodi, che si pone l’obiettivo di co-progettare e sviluppare iniziative locali che diventino policies per nuove forme di welfare. Storie di progetti e di persone Fa bene. È un progetto pilota avviato da una rete di associazioni, architetti, cooperative, commercianti e cittadini che condividono un’idea semplice: chi compra al mercato di Piazza Foroni a Torino, può acquistare alimenti in più, oltre alla propria spesa, destinati a chi non può permettersi cibo fresco e di qualità. I commercianti del mercato, inoltre, mettono a disposizione il loro invenduto a fine giornata. Quanto raccolto viene poi suddiviso e consegnato in bicicletta alle famiglie segnalate dai servizi sociali; chi riceve, a sua volta, ricambia impegnandosi per la comunità in feste di quartiere, lavori di manutenzione, attività di cura alla persona. Nel giro di pochi mesi al


progetto hanno aderito 60 commercianti, riconoscendone i vantaggi economici e sociali. Ad un anno dal suo avvio, il progetto è stato esteso ad altre due circoscrizioni torinesi e sono stati siglati accordi con le istituzioni locali. Le esperienze degli operatori coinvolti, ultracinquantenni reinseriti nel mondo del lavoro, sono esempi di inclusione e coesione sociale, in un contesto che ha saputo modificarsi per accogliere. Giovani investimenti. Questo progetto è dedicato a sostenere le famiglie che vogliono garantire un’adeguata formazione ai propri figli. Il quartiere Barriera di Milano è caratterizzato dal più alto tasso cittadino di abbandono scolastico, da una rilevante presenza di famiglie a basso reddito, da un tasso di immigrazione doppio rispetto alla percentuale cittadina e da una significativa mancanza di protagonismo giovanile. La sperimentazione ha coinvolto 50 ragazzi del biennio della scuola superiore, cui insegnanti volontari e qualificati hanno dedicato 1500 ore di ripetizioni in poco più di 6 mesi. Come nel caso precedente, attraverso un “patto di reciprocità”, i giovani coinvolti sono stati chiamati a ricambiare quanto ricevuto, partecipando ad un progetto di comunicazione sociale che, attraverso la fotografia, la musica, la danza, restituisse una nuova immagine del proprio quartiere. Costruire bellezza. Via Ghedini 6, sempre nel quartiere Barriera di Milano, è l’indirizzo di una delle sei case di ospitalità notturna del Comune di Torino. Il progetto interviene sull’empowerment delle persone senza dimora e vi sono coinvolti studenti universitari di design, di antropologia e di scienze dell’educazione, operatori sociali del Servizio Adulti in Difficoltà del Comune, educatori delle cooperative sociali e utenti dei servizi. Attraverso la progettazione partecipata di workshop e laboratori, si sperimentano le condizioni di benessere e di relazione necessarie per mettere in valore capacità e competenze di ciascuno. Riattivare la fiducia in se stessi, riallacciare relazioni significative, recuperare abilità e riconoscersi capaci di progettare sono gli elementi alla base di questo percorso di inclusione sociale e abitativa. Innovazione sociale I progetti curati da S-Nodi permettono di riallacciare relazioni “dense”, di immaginare possibilità nuove, di fare esperienza della cura e della responsabilità diretta che ciascuno può assumersi verso l’altro. L’innovazione sociale si manifesta nel contributo che le persone danno alla creazione e all’evoluzione dei propri ambienti di vita: persone diverse per età, genere, ceto sociale, competenze, ruolo sociale e professionale che condividono lo stesso contesto e lo stesso bisogno di stare bene, declinando in modo nuovo il concetto di welfare. Non c’è differenza tra operatore e volontario, tra utente e professionista: ciascuno è chiamato a dare a ricevere, per un impegno di co-progettazione e co-produzione in vista della realizzazione di obiettivi comuni. Le “Azioni di sistema anticrisi” di Caritas Italiana hanno tra gli obiettivi la costruzione di nuove forme di networking, sia per alimentare possibilità e opportunità per le persone, sia per accrescere collettivamente la sfera dell’interesse comune. Queste pratiche potrebbero anche inaugurare una nuova stagione per la governance pubblica e per la politica in generale, articolando in modo inedito obiettivi, performances e riosrse. Dai territori stanno nascendo soluzioni da riconoscere, monitorare e sostenere, affinché le più efficaci durino e si replichino in altri contesti, divenendo infine politiche che, attraverso regole nuove, portino sviluppo per tutti. Tiziana Ciampolini e Cristina Viano

(S-NODI - Azioni di Sistema Anticrisi Osservatorio Povertà e Risorse - Caritas Torino)


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