don Franco Tassone, "MADE IN PAVIA ITALY"

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UN LESSICO PER LA CITTÀ COMUNE (a cura della Commissione diocesana per la

pastorale sociale e del lavoro)

MADE IN PAVIA ITALY Si legge da qualche parte sui presunti primi frutti del decreto Poletti. A tale riguardo i dubbi non mancano, come quello relativo agli effetti diretti sulla precarizzazione del lavoro. Stando ai numeri, la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana del dicembre 2014 dell’ISTAT, relativamente al mercato del lavoro, restituisce una situazione di difficoltà, con livelli di occupazione stagnanti e tasso di disoccupazione in crescita. Più in dettaglio, prendendo il novembre 2014 come periodo di riferimento per occupati e disoccupati, risulta una diminuzione dello 0,2% del numero degli occupati ed un tasso di occupazione in diminuzione, essendo pari al 55,5%. Il numero dei disoccupati risulta in aumento dello 0,9% nei dodici mesi, con un tasso del 13,4%, mentre il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) risulta di quasi il 44%, in aumento del 2,4% nei dodici mesi. A fronte di questa situazione non ci stupiamo che prendano corpo iniziative come quelle di cui si parla in questo numero della rubrica, iniziative di contrasto ai frutti, questi sì negativi, della globalizzazione. In effetti, il progetto ha fatto notizia e si è guadagnato una pagina nazionale (Il vescovo bocconiano che aiuta gli imprenditori a mettersi insieme, Dario de Vico, Corriere della Sera, 15 dicembre 2014). Un’alleanza tra imprese per creare sinergie ed aggregazioni ed uno sforzo per cucire economia e territorio, mobilitando le forze della società civile. I sindacati locali non sono stati a guardare ma l’agente catalizzatore del progetto è senz’altro inedito: la diocesi di Pavia, attraverso la sua Pastorale sociale e del lavoro. Se ne parliamo nella nostra rubrica non è per proporre un’improbabile imitazione, anche perché siamo convinti che ognuno deve svolgere le proprie funzioni e fare il proprio mestiere, sulla base della salutare distinzione dei ruoli. Ne parliamo invece in termini esemplificativi, per sottolineare l’importanza della cura, dell’attenzione e della proposta che quella parte di chiesa che se ne deve occupare deve avere riguardo al territorio, nella concretezza delle situazioni, come quella dell’emergenza lavoro. Abbiamo chiesto al responsabile della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Pavia un contributo che illustrasse le caratteristiche e le prospettive del progetto. Don Franco Tassone ci ha inviato la nota sintetica che riportiamo di seguito. Giancarlo Uncini La vera trama della nostra economia è fatta di micro-imprese (giocoforza dall’orizzonte geografico limitato), e il loro peso – due terzi del totale – sbilancia pure i successi delle esportazioni. Una prima verità: le esportazioni comunque non ci possono salvare. Perché hanno in sé caratteristiche comunque non utili per il sistema-Paese. Le reti di vendita all’estero creano lavoro lì, non qui; spesso si conquistano i mercati stranieri producendo localmente (vedi gli stabilimenti Pirelli in Russia e Brasile, o le stesse fabbriche Fiat sparse per il mondo); molte imposte vengono pagate in altri Paesi e non qui; per certi lavori (vedi le grandi opere pubbliche) si utilizzano maestranze locali, e via andare. Una cosa certamente si può e si deve fare, e lo stanno facendo a pieno ritmo gli Stati Uniti per rilanciare alla grande la loro economia e quindi l’occupazione: riportare in Italia le tantissime fabbriche italiane ora sparse per il mondo. Stiamo parlando di decine di migliaia di stabilimenti –


centinaia di migliaia di posti di lavoro – dislocati in Romania, Slovacchia, Albania, Tunisia, Cina, ma anche nelle vicine Austria, Slovenia, Spagna. Gli Usa ci riescono perché hanno abbattuto il costo dell’energia; altri (Spagna) hanno rimodulato quello del lavoro; altri ancora (Irlanda, ora pure la Francia) il carico fiscale. “Made in Pavia Italy” è un progetto di promozione territoriale in cui le imprese, con lo scopo di valorizzare le lavorazioni, i prodotti e promuovere lo sviluppo delle rispettive aziende, la competitività e innovatività, nonché di attivare azioni promozionali delle produzioni e/o anche dei servizi di altre imprese del territorio Pavese, hanno costituito tra loro una unione di imprese attraverso un apposito contratto di rete, identificata dal marchio collettivo denominato “Made in Pavia Italy”. L’incontro con la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Pavia ha permesso al funzionario di confindustria Fabrizio Raina di accompagnare il responsabile don Franco Tassone in una visita guidata all’interno delle realtà produttive del territorio. Il Vescovo Mons. Giudici, già vicario del Card. Martini, e Bocconiano di formazione, nell’ambito della sua visita Pastorale ha benedetto l’unione delle imprese promotrici, introducendole nella sua Chiesa e facendole ospitare in un ampio salone del Sacro Cuore, per sollecitare una economia di comunione e di sussidiarietà che superi le chiusure di un sistema economico che non dialoga tra operatori e istituzioni. Proprio in considerazione della comune appartenenza a Pavia, le imprese in questione hanno potuto approfondire la conoscenza reciproca, ritrovandosi coese nel comune obiettivo di mantenere elevati standard di qualità produttiva quale strumento essenziale per fronteggiare le incalzanti sfide del mercato, pur in un momento di generale difficoltà industriale. Inoltre grazie anche alla Pastorale del Lavoro i rapporti con i sindacati hanno permesso un accordo sulla ricerca attiva del lavoro, con l’apertura dello sportello Amico Lavoro, in cui in pochi mesi si sono riferiti alla disponibilità della Curia e della Filca Cisl, circa 1000 persone in cerca di lavoro. La stessa Confindustria con i Sindacati uniti, hanno siglato un accordo in cui si permette la supremazia di una contrattazione aziendale su quella nazionale per incontrare e aiutare le realtà del territorio in un momento particolarmente difficile. Le imprese della rete possono altresì condividere un patrimonio culturale, tecnologico e produttivo fondamentale che è alla base del “fare impresa” e si riconoscono nella pastorale sociale del lavoro soprattutto nel contesto di una necessaria sussidiarietà. Lo scambio di informazioni ad esempio sulla tipologia di materie prime, sui fornitori, sulle tecnologie applicate in aziende, sulle innovazioni apportate al ciclo produttivo, per quanto da riferire ad aziende diverse, contribuisce a creare un data base di informazioni di partenza che sono presupposto essenziale per realizzare poi, a monte, gli obiettivi commerciali, di marketing ecc. Le Aziende indicate convengono di stipulare un contratto di Rete di Imprese, al fine del mantenimento e se possibile, dell’innalzamento della capacità competitiva dei partecipanti. Precisamente, l’obiettivo strategico delle Aziende è quello di operare in comunanza di intenti al fine di valorizzare e promuovere nel territorio della Provincia di Pavia e del Pavese in particolare i prodotti di ciascuna azienda, sfruttando le opportunità commerciali e di marketing che potrebbero venirsi a determinare anche in ambito extra-territoriale, nazionale o estero. I promotori della Rete di Impresa sono così diventati testimonial di una nuova realtà produttiva. La presenza del Vescovo e della sua pastorale sul lavoro ha permesso anche di lanciare il progetto “Compralavoro” una grande gara di solidarietà con cui ogni Pavese potesse con 10 euro comprare un’ora di lavoro per donarla a chi è in difficoltà lavorativa e familiare. La onlus che ha permesso questa operazione si chiama Laboratorio di Nazareth e ha un sito dove può riconoscere il credito di imposta ai donatori del progetto. A pensarci bene in 5 anni ci sono state 5 riforme di lavoro con 5 governi diversi, ci voleva una chiesa in ascolto di chi non ha dignità se non lavora per incentivare esperienza di condivisione e progetti creativi. d. Franco Tassone (Pastorale sociale e del lavoro – Diocesi di Pavia)


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