Hi-Tech Ambiente n.10 - Novembre 2020

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AMBIENTE

MENSILE - TECNOLOGIE AMBIENTALI PER L’INDUSTRIA E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE -

ANNO XXXI NOVEMBRE 2020

N 10



SOMMARIO 4

PANORAMA

TECNOLOGIE

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Il recupero di risorse dai reflui Una strategia da sviluppare durante il trattamento delle acque di scarico e che grazie alle nuove tecnologie è ora una concreta opportunità

APPROFONDIMENTI

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Reflui depurato: cosa dice l’UE Le nuove prescrizioni europee prevedono 4 “classi di qualità”, definite dalle tecnologie di depurazione e da precise caratteristiche microbiologiche

Cellvation: cellulosa da acque di scarico

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Un interessante processo per il recupero dai liquami di materia prima seconda rivendibile e chiamata Recell

COVER STORY

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Più efficienza nella disidratazione dei fanghi

MACCHINE & STRUMENTAZIONE

L’ottimizzazione del processo grazie alle macchine Vogelsang dei sistemi mobili di trattamento dei fanghi da depurazione

La discarica controllata con G.Re.T.A.

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Per ridurre il rischio di contaminazione è necessario un monitoraggio costante in tutte le fasi della vita del sito

DEPURAZIONE Il riuso di reflui a scopo agricolo

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RETI IDRICHE Hera sperimenta un nuovo sistema all’avanguardia basato sulla rilevazione della presenza d’acqua nel terreno attraverso i neutroni liberi

Il depuratore sostenibile e digitalizzato

12 Cercare le perdite con i cani

Un progetto innovativo che coniuga risanamento ambientale ed efficienza operativa, recupero e riuso delle risorse e contenimento dei costi di gestione

ENTERPRISE EUROPE NETWORK

RIFIUTI Il documento riguarda solo i flussi di rifiuti solidi urbani, rifiuti da costruzione e demolizione e rifiuti sanitari

Un suporto tecnico personalizzato per massimizzare le performances, minimizzare i fermi produttivi e avere costi pianificabili

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INSERZIONISTI

Le migliori pratiche nella gestione dei rifiuti 18

Tomra Care: tecnologia e servizio

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Spesso il fiuto vale più di sofisticate apparecchiature, tanto che l’olfatto di animali addestrati può individuare fuoriuscite idriche e contaminazioni

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GREEN FASHION

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La ricerca delle perdite è spaziale

L’impiego strutturale di una risorsa altrimenti indisponibile, per contrastare i cambiamenti climatici e salvaguardare la risorsa idrica

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AMG IMPIANTI Srl ANDION ITALY AqSePTeNce GROUP Srl GRAMAGLIA Srl IDROcLeAN-ITeLYUM Srl

PPe-PLASTIc PROJecT eUR. Srl qUeNTIc Gmbh RAGAZZINI Srl TPI-TecNO PROJecT IND. Srl VOGeLSANG ITALIA Srl

GLI INDIRIZZI DELLE AZIENDE CITATE SONO A PAG. 31 Hi-Tech Ambiente

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panorama l’italiana Cdp aderisCe

rifiUti indUstriali

La Clean Ocean Initiative cresce

A2A Ambiente e Suez insieme

Cassa depositi e prestiti aderisce alla Clean oceans initiative, l’iniziativa lanciata da Bei, KfW e agence française de développement (afd) per proteggere gli oceani

il trattamento di 300.000 tonnellate di rifiuti all’anno e la definizione di una nuova società compartecipata dalle due realtà industriali: è quanto prevede l’accordo tra siglato tra il Gruppo a2a, tramite la controllata a2a ambiente, e il gruppo francese suez nel suo segmento ambientale. l’obiettivo è invece quello di diventare player d’eccellenza per la gestione dei rifiuti del sistema produttivo e industriale italiano.

dall'inquinamento da materiale plastico. l’ingresso di Cdp, contestuale a quello dell'omologa spagnola instituto de Crédito oficial (iCo), permetterà di rafforzare l'impegno dell’ente a difesa dei mari, confermando la forte propensione nella promozione di progetti ad elevato impatto ambientale. la sostenibilità è infatti al centro del modello di business di Cdp, un impegno per realizzare soluzioni innovative in linea con gli obiettivi di sviluppo dell'agenda 2030 delle nazioni Unite. Con l'obiettivo di finanziare entro il 2023 progetti per 2 miliardi di euro, la Clean oceans initiative supporta la realizzazione di progetti relativi alla gestione dei rifiuti solidi, delle acque reflue e piovane, volti a ridurre lo scarico in mare di materie plastiche e di altri materiali inquinanti. il target geografico dell’intera iniziativa è principalmente costituito dai paesi in via di sviluppo e mercati emergenti in asia, africa, e america latina.

la partnership porterà, infatti, a unire asset, risorse e capacità strategiche lungo tutta la catena del valore nel settore ambientale, integrando know-how e piattaforme per il trattamento di rifiuti industriali già operative in provincia di milano e di torino, così da garantire i più elevati standard di compliance, sicurezza e affidabilità e offrire alle imprese italiane le migliori soluzioni per la gestione dei rifiuti prodotti.

polo del nord-est

Una stima dell'ispra

AGSM Verona e AIM Vicenza si uniscono

I rifiuti in tempo di Covid

e’ stata di recente approvata la fusione per incorporazione di aim Vicenza in aGsm Verona. nasce così un nuovo soggetto, a capitale interamente pubblico, che sarà operativo a partire dal 2021 e che avrà l’ambizione di giocarsi un ruolo da protagonista nel settore

delle multiutility in qualità di polo aggregante nel nord-est. Grazie a questa integrazione, la neonata società potrà realizzare investimenti tre volte superiori a quelli attuali, con benefici diretti per i territori serviti e la qualità del servizio offerto.

durante il precedente periodo di emergenza si è osservata una decisa contrazione nella produzione dei rifiuti speciali di origine industriale e dei rifiuti urbani. in particolare, nel bimestre marzo-aprile 2020 i rsu sono calati di circa il 10% (-500.000 ton). in fase di lockdown il sistema di gestione dei rifiuti nel nostro paese ha tenuto. la capacità impiantistica si è dimostrata adeguata, anche per il trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo, di cui si è registrato un aumento. secondo una stima dell'ispra, in 8 mesi, e precisamente dal maggio scorso al prossimo dicembre, la

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quantità di rifiuti, tra guanti e mascherine, prodotta in italia si attesterà intorno alle 300.000 tonnellate.



approfondimenti

Reflui depurati: cosa dice l’UE Riutilizzo acque di scarico

le nuove prescrizioni europee prevedono 4 “classi di qualità”, definite dalle tecnologie di depurazione e da precise caratteristiche microbiologiche il 25/6/2020 è entrato in vigore il regolamento (Ue) n.741 (pubblicato in G.U.C.e. l n.177/2020) che disciplina il riutilizzo dei reflui urbani per fini irrigui in agricoltura (in conformità all'art.12, par.1, della direttiva 271/91/Ce), definendo le prescrizioni minime applicabili alla qualità dell'acqua e al relativo monitoraggio, oltre a disposizioni sulla gestione dei rischi e sull'utilizzo sicuro delle acque affinate nel quadro di una gestione integrata delle risorse idriche. Gli obiettivi del nuovo regolamento sono proteggere l'ambiente e la salute umana e animale, promuovere l'economia circolare, favorire l'adattamento ai cambiamenti climatici, e contribuire ad affrontare in tutta l'Ue il problema della scarsità delle risorse idriche (in base agli obiettivi della direttiva 60/2000/Ce).

Bacino di irrigazione

ne e degli utilizzi agricoli consentiti: la classe a è quella con le caratteristiche migliori e può essere usata con tutte le tecniche di irrigazio-

ne e con tutte le colture alimentari; la classe B può essere usata anch’essa con tutte le tecnologie di irrigazione, ma la parte commesti-

OBBLIGHI DEL GESTORE

le nuove disposizioni riguardano in primis gli obblighi del gestore degli impianti di affinamento e gli obblighi in materia di qualità delle acque affinate, nonchè i piani di gestione dei rischi connessi al riutilizzo dell'acqua. in particolare, l'art. 4 prescrive che il gestore dell'impianto debba provvedere affinchè le acque siano conformi alle prescrizioni minime di qualità dell'acqua di cui all'all. i, sez. ii,. Questo allegato definisce 4 “classi di qualità”, indicate con le lettere a, B, C e d, in funzione delle tecniche di irrigazio-

bile delle piante destinate all’alimentazione umana deve essere sopra il livello del terreno e non deve venire a diretto contatto con le acque affinate usate per irrigazione; la classe C ha gli stessi usi della classe B, ma deve essere usata con sistemi di irrigazione a goccia o che evitino il contatto diretto con la parte commestibile; la classe d non può essere usata per l’alimentazione umana, ma solo per culture industriali, da energia o da sementi. le diverse classi sono inoltre definite dalle tecnologie di depurazione e dalle prescrizioni di qualità: le acque di classe a devono provenire da impianti che comprendano almeno trattamento secondario, filtrazione e disinfezione. devono avere inoltre precise caratteristiche di qualità (e. coli < 10/ml, Bod5 < 10 mg/l, tss < 10 mg/l, torbidità (ntU) < 5); le acque delle classi B, C e d devono provenire da impianti che comprendano almeno trattamento secondario e disinfezione (e. coli rispettivamente < 100, 1.000 e 10.000, Bod5 e tss secondo dir. 91/271/Cee (all. i, tab.i). per tutte le classi di qualità (a,B,C,d) è prescritta una concentrazione di legionella spp < 1.000 ufc/l (se vi è rischio di diffusione per via aerea) e nematodi intestinali < 1 uovo/l quando sono usate per irrigazione di pascoli o colture da foraggio. l'autorità competente a rilasciare il permesso di esercizio dell’impianto Continua a pag. 8

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Continua da pag. 6

Refrlui depurati: cosa dice l’UE di affinazione può stabilire altri requisiti qualitativi e/o di impiego, qualora lo ritenga necessario per eliminare rischi inaccettabili. il gestore dell'impianto deve inoltre provvedere al monitoraggio della qualità dell'acqua, al fine di garantirne la conformità ai parametri e condizioni sopra indicati. GESTIONE DEI RISCHI

in base all'art.5, l'autorità competente provvede a che venga stabilito un piano di gestione dei rischi connessi al riutilizzo dell'acqua. scopo del piano è individuare le responsabilità del gestore dell'impianto di affinamento e delle altre parti responsabili, provvedendo in particolare a: stabilire le prescrizioni necessarie per il gestore dell'impianto oltre a quelle specificate nell'all. i, in conformità all'all. ii, punto B), per attenuare ulteriormente i rischi prima del punto di conformità; individuare i pericoli, i rischi e le adeguate misure preventive e/o eventuali misure correttive in conformità all'all. ii, punto C). in particolare, le misure preventive possono comprendere: il controllo dell'accesso; misure supplementari di disinfezione o di eliminazione degli inquinanti; tecnologie specifiche di irrigazione, che attenuano il rischio di formazione di aerosol (ad es. irrigazione a goccia); prescrizioni specifiche per l'irrigazione a pioggia (ad es. velocità massima del vento, distanza tra l'impianto di irrigazione e le aree sensibili); prescrizioni specifiche per i campi agricoli (ad es. inclinazione del terreno, saturazione idrica del suolo e zone carsiche); il sostegno alla soppressione degli agenti patogeni prima della raccolta; la definizione di distanze minime di sicurezza (ad es. rispetto alle acque superficiali, comprese le sorgenti destinate alla zootecnia, o ad attività quali acquacoltura, piscicoltura, ecc.); pannelli segnaletici presso i siti di irrigazione indicanti l'utilizzo di acqua affinata e non potabile. misure specifiche di prevenzione potenzialmente attuabili sono: per le acque affinate di classe di qualità a, evitare l'impiego di foraggi irrigati con le acque affinate per gli allevamenti suinicoli; per le acque di classe di qualità B, divieto di rac-

colta di prodotti umidi o irrigati caduti a terra, esclusione delle vacche da latte in lattazione dal pascolo finchè quest'ultimo non è asciutto, essiccamento o insilamento del foraggio prima dell'imballaggio, evitare l'impiego di foraggi irrigati con acque affinate per gli allevamenti suinicoli, a meno che non vi siano dati sufficienti che indichino la possibilità di gestire i rischi legati a un caso specifico; per le acque di classe di qualità C, divieto di raccolta di prodotti umidi o irrigati caduti a terra, esclusione degli animali da pascolo per 5 giorni dopo l'irrigazione, essiccamento o insilamento del foraggio prima dell'imballaggio, evitare l'impiego di foraggi irrigati con acque affinate per gli allevamenti suinicoli, a meno che non vi siano dati sufficienti che indichino la possibilità di gestire i rischi legati a un caso specifico; per le acque di classe di qualità d, divieto di raccolta di prodotti irrigati umidi o caduti a terra. il punto C) dell'all. ii

prevede inoltre: la predisposizione di sistemi e procedure adeguate per il controllo della qualità certificati iso 9001 o equivalente (compreso il monitoraggio delle acque affinate in base a parametri pertinenti), programmi adeguati di manutenzione delle apparecchiature, sistemi di monitoraggio ambientale e sistemi adeguati di gestione dei rischi e delle emergenze; individuare ulteriori barriere nel sistema di riutilizzo dell'acqua, e stabilire ulteriori prescrizioni, necessarie dopo il punto di conformità per garantire che il sistema di riutilizzo dell'acqua sia sicuro, comprese le condizioni relative a distribuzione, stoccaggio e utilizzo, individuando le parti responsabili del rispetto di tali prescrizioni. IL RUOLO DELL'AUTORITA’ COMPETENTE

permesso e relativi obblighi per la produzione e erogazione di

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acque affinate destinate a scopi irrigui in agricoltura è necessario ottenere un permesso, rilasciato dall'autorità competente, che stabilisce gli obblighi del gestore in base al piano di gestione dei rischi e specifica, tra l'altro: classe o classi di qualità delle acque affinate in uscita dall’impianto, nonchè destinazione d'uso delle colture, luogo di utilizzo, impianto o impianti di affinamento e volume annuo stimato delle acque affinate da produrre; condizioni relative a prescrizioni minime per qualità e monitoraggio; condizioni relative a prescrizioni supplementari, stabilite nel piano di gestione dei rischi; ogni altra condizione necessaria per eliminare eventuali rischi inaccettabili, così da portarli a livelli accettabili; periodo di validità del permesso; punto di conformità (cioè punto in cui il gestore consegna l'acqua agli utilizzatori). l'autorità competente decide sulla richiesta di permesso entro 12 mesi (o più nel caso di di domande complesse). essa esegue inoltre riesami periodici dei permessi, e aggiornamenti in caso di modifica sostanziale della capacità, modifiche tecnologiche e cambiamenti delle condizioni climatiche o di altro tipo che incidono in modo significativo sullo stato ecologico dei corpi idrici superficiali. Verifica della conformità l'autorità competente verifica la conformità rispetto alle condizioni indicate nel permesso, eseguendo controlli in loco, esaminando i dati di monitoraggio; inoltre, verifica periodicamente il rispetto di misure e compiti previsti dal piano di gestione dei rischi. Qualora venga riscontrata la mancata conformità alle condizioni stabilite nel permesso, l'autorità competente impone al gestore di adottare tutte le misure necessarie per ripristinare la conformità senza indugio, informando immediatamente gli utilizzatori finali interessati; se poi la mancata conformità comporta un rischio significativo per uomo o ambiente, il gestore deve sospendere immediatamente l'erogazione delle acque affinate, fino a quando l'autorità dichiari il ripristino della conformità. in caso di incidente che pregiudichi la conformità alle condizioni stabilite nel permesso, la figura responsabile informa subito l'autorità competente e le altre parti potenzialmente essee interessate, comunicando le informazioni necessarie per valutare le conseguenze dell’incidente.


COOPERAZIONE, SENSIBILIZZAZIONE E INFORMAZIONE

Qualora il riutilizzo delle acque abbia rilevanza transfrontaliera, gli stati membri Ue designano un punto di contatto ai fini della cooperazione con le autorità competenti dei vari stati (o ricorrono a strutture esistenti istituite in virtù di accordi internazionali). Gli stati Ue in cui vengono impiegate le acque affinate devono inoltre svolgere campagne di sensibilizzazione sull'importanza del risparmio idrico e i relativi benefici ambientali, oltre a campagne di informazione destinate agli utilizzatori finali volte a garantire l'uso ottimale e sicuro delle acque affinate. Gli stati membri mettono a disposizione del pubblico informazioni adeguate (aggiornate ogni 2 anni) in materia di riutilizzo dell'acqua, riguardanti: quantità e qualità delle acque affinate erogate; percentuale di acque affinate nello stato membro; permessi concessi o modificati; risultati dei controlli di conformità; punti di contatto designati; eventuale inopportunità di riutilizzo di acque af-

Irrigazione a goccia

dicamente un quadro generale a livello dell'Unione europea. ATTIVITA’ DELLA COMMISSIONE

entro il 26/6/2022 la Commissione, in consultazione con gli stati membri, stabilisce gli orientamenti a sostegno dell'applicazione del regolamento ed effettua entro il 26/6/2028 una valutazione generale del regolamento stesso, che comprenda: la fattibilità dell'estensione dell'applicazione del regolamento alle acque trattate destinate a ulteriori usi specifici, compreso il riutilizzo a fini industriali, nonchè all'uso indiretto di reflui trattati (ricarica di falda e bacini acquiferi) SANZIONI

finate in uno o più distretti. infine gli stati Ue, con l'assistenza dell'agenzia europea ambiente, provvedono a: elaborare e pubblicare entro il 26/6/2026 i dati contenenti le informazioni sui risultati di verifica della conformità, che verranno successiva-

mente aggiornati ogni 6 anni; elaborare e pubblicare dati e informazioni sui casi di mancata conformità alle condizioni stabilite nel permesso, da aggiornare in seguito ogni anno. sulla base di questi dati, l’aea redige, pubblica e aggiorna perio-

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Gli stati membri adottano tutte le misure necessarie per l'applicazione del regolamento, stabilendo anche le sanzioni da applicare in caso di violazione delle prescrizioni (che devono essere "effettive, proporzionate e dissuasive"), notificando le misure e le sanzioni alla Commissione entro il 26/6/2024.


cover story

Più efficienza nella disidratazione dei fanghi Vogelsang

l’ottimizzazione del processo grazie alle macchine Vogelsang dei sistemi mobili di trattamento dei fanghi da depurazione Ghelfi spurghi è un’azienda emiliana operante nel settore ambientale (spurghi, bonifiche ambientali, smaltimento rifiuti, disidratazione fanghi, etc). l’azienda nasce negli anni ’70, quando fabrizio Ghelfi si ingegnò per aiutare il padre muratore nel disintasamento delle reti fognarie. in quel periodo le condutture intasate venivano sostituite con lavori edili e i servizi di spurghi venivano effettuati da botti agricole trainate da trattori. fabrizio provò quindi a disotturare dei tratti fognari demoliti con una pompa agricola collegata ad una cisterna e posizionata su un vecchio furgone, dal successo di queste prove nacque la “Ghelfi ivano”, che divenne poi “Ghelfi spurghi”. attualmente l’azienda ha ampliato gli ambiti di intervento, divenendo un punto di riferimento anche in altri settori, come quello dei veicoli mobili per la disidratazione dei fanghi.

ca), poca precisione nella regolazione di portata e pressione, problematiche per gli interventi di manutenzione dovuta alla difficile accessibilità (conseguenti alti costi di manodopera), nessuna separazione e triturazione dei corpi solidi (minor efficienza del processo e maggior rischio di guasti), impossibilità di funzionamento a secco, spazi di installazione molto ingombranti. pertanto, questa tecnologia non risultava funzionale per le necessità lavorative, oltre a creare diverse problematiche operative ed economiche. LA SOLUZIONE

IL PROCESSO

i sistemi mobili per la disidratazione dei fanghi consentono di separare qualsiasi tipo di fango in loco, facilitando lo smaltimento grazie ad un minor volume di materiale solido. È così possibile riutilizzare o riciclare subito il liquido ottenuto dalla separazione, con innegabili vantaggi di carattere economico. si tratta di una soluzione chiavi in mano, facile da trasportare e da installare in cantieri di lavoro o aree remote. il cuore di questi sistemi sono le macchine Vogelsang, in particolare la pompa a lobi serie VX e il trituratore in fase liquida rotaCut, che convogliano il fango all’interno dei sistemi di disidratazione (centri-

Installazione della pompa VX e del RotaCut di Vogelsang presso Ghelfi Spurghi

fughe fanghi, etc). in particolare la pompa a lobi, con le sue capacità autoadescanti, preleva il fango e si occupa di pomparlo, con precisi valori di portata e pressione, al sistema di disidratazione. il trituratore, invece, posto prima della pompa a lobi, svolge una funzione di sminuzzamento e dei corpi solidi presenti all’interno del fango (sfilacci, fibre lunghe, etc) e di separazione degli inerti (sassi, plastiche, etc), rendendo il fango stesso meno “usurante” per i sistemi a valle e maggiormente separabile, in modo da

aumentare così l’efficienza dell’intero processo. PROBLEMATICHE INIZIALI

i primi sistemi mobili venivano alimentati da una pompa monovite (a vite eccentrica), la quale era responsabile di tutto il processo di pompaggio e alimentazione del sistema di disidratazione, ma questa tecnologia presentava diverse controindicazioni: usura elevata dello statore e del rotore (con elevati costi di ricambisti-

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la soluzione adottata prevede l’utilizzo di un sistema skid composto da un trituratore rC 3000 e una pompa VX 136-105Q. tutto il sistema viene controllato dal quadro di controllo intuitivo, all’interno del quale si impostano facilmente i parametri di funzionamento ottimali per ogni lavoro. Vantaggi e benefici possono essere così riassunti: minore usura dei materiali a contatto con il prodotto trattato, precisione nella regolazione del pompaggio (pressione e portata), interventi di manutenzione facili e veloci (grazie al principio Quickservice), efficienza di lavoro ottimale (triturazione e separazione corpi estranei), spazi di installazione ridotti e di facile accesso. tali vantaggi hanno reso più efficiente l’intero processo, secondo il cliente, che ha dichiarato: <<riesco ad avere un controllo maggiore sul sistema, il quale risulta di più facile gestione, con miglioramenti sull’efficienza e sulla manutenzione dello stesso>>.


DEPURAZIONE A C Q U A

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A R I A

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S U O L O

Il riuso di reflui a scopo agricolo Rinnovamento degli impianti di depurazione

l’impiego strutturale di una risorsa altrimenti indisponibile, per contrastare i cambiamenti climatici e salvaguardare la risorsa idrica È stato inaugurato a inizio anno il sistema di riuso di acqua a scopo agricolo ed il rinnovamento dell'impianto di depurazione "Guardamare" nel Comune di san Vincenzo (li). si tratta di un progetto pilota sperimentale finanziato dalla regione toscana per utilizzare le acque reflue a scopo agricolo, al fine di ottimizzare il servizio e promuovere la tutela ambientale. allo scopo sono state necessarie modiche idrauliche e impiantistiche del depuratore esistente per realizzare l’impianto terziario, che consente così di disporre di reflui, specificamente trattati, da destinare a fini irrigui. inoltre, per raggiungere maggiore efficienza ed efficacia, a.s.a. azienda servizi ambientali, l’ente gestore locale del servizio idrico, ha sostituito i componenti principali, come le pompe e i diffusori che garantiscono migliori prestazioni nei trattamenti dei reflui, ed è stato ammodernato sia il software che gestisce le varie fasi dell’infrastruttura che gli impianti elettrici. l’opera, in buona sostanza, esalta il concetto di consumo sostenibile dell’acqua, in un'ottica di economia circolare, in un territorio molto idroesigente per turismo, industria e agricoltura.

IL TRATTAMENTO TERZIARIO

il sistema di trattamento terziario è posizionato in uscita dall’impianto di depurazione, così da garantire una adeguata copertura di disinfezione sulle acque depurate prima dell’invio agli invasi. tale sistema consiste in uno speciale filtro a dischi (con capacità di trattamento da 60 a 10 ppmsstportata 150-180 mc/h), in un sistema di dosaggio di acido paracetico e una disinfezione in continuo attraverso raggi ultravioletti. tutto questo è stato possibile grazie agli esiti positivi dei test funzionali e qualitativi eseguiti durante la fase di sperimentazione svoltasi negli ultimi mesi del 2019. le acque in uscita dal trattamento terziario, però, non vengono inviate direttamente al riuti-

lizzo irriguo, ma sono collettate e miscelate all’interno del lago del molino a Venturina terme (li). l'acqua, quindi, viene riutilizzata miscelata e poi immessa nel sistema di distribuzione irriguo denominato della fossa Calda gestito dal Consorzio di Bonifica 5 toscana Costa nel comune di Campiglia marittima (li). da qui viene avviata la distribuzione verso le esigenze agricole. EFFETTI DELLA SPERIMENTAZIONE

sul tema la Comunità europea ha emesso lo scorso dicembre una risoluzione in merito all'approvazione di un regolamento per il riutilizzo delle acque reflue che preveda, come già avviene in altri paesi della comunità, limiti speci-

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fici per le diverse tipologie di destinazione irrigua. tali indicazioni dovranno essere recepite dall'attuale normativa italiana in vigore (dm 185/2003). per questo la sperimentazione livornese può essere considerata un’occasione di stimolo per un aggiornamento legislativo, alla luce del principio comunitario che chiede di “modulare” la qualità dell’acqua in funzione dell’uso specifico che se ne fa, permettendo di favorire le buone pratiche e contenere costi e impatti ambientali del cambiamento climatico. l’opera, in caso di completa realizzazione, garantirà il raddoppio della capacità produttiva idrica per il comparto, che attualmente produce circa 480.000 mc di acqua per l’agricoltura. l’azione, se accompagnata da un intervento di razionalizzazione dei prelievi da falda nello stesso comparto, potrà determinare effetti di riduzione dell’intrusione del cuneo salino. l’intervento si configura come un’opera all’avanguardia dal punto di vista dell’economia circolare, con una configurazione di esercizio che potrebbe permettere di verificare in una scala di importanti dimensioni molti aspetti della sostenibilità ambientale del riuso per scopo agricolo.


Il depuratore sostenibile e digitalizzato Veolia Water Technologies e Schneider Electric

Un progetto innovativo che coniuga risanamento ambientale ed efficienza operativa, recupero e riuso delle risorse e contenimento dei costi di gestione

Veolia Water technologies ha realizzato l’impianto di trattamento delle acque reflue di punta Gradelle, sulla costiera sorrentina, che serve un’area densamente abitata e di elevato pregio turistico e ambientale. l’impianto odierno arriva al termine di un percorso molto lungo, più che quarantennale, iniziato con un progetto esecutivo elaborato nel 1978 dalla Cassa per il mezzogiorno. Già allora era stato individuato come luogo per realizzare l’impianto di trattamento delle acque reflue una galleria posta in tale località, per dare salvaguardia ambientale alla cosa e ai cittadini di una zona in cui solo la metà della popolazione scaricava verso un depuratore che non poteva raggiungere i richiesti limiti di legge. nel 1999, il Commissario di Go-

verno incaricato di risolvere la situazione inserì nel Capitolato speciale di progetto un dettaglio preciso: l’infrastruttura avrebbe dovuto svolgere il rilevante compito sociale di tutela dell'ambiente e di sicurezza sanitaria della popolazione utente, avendo al tempo stesso impatto sul territorio del tutto trascurabile. fin da allora, inoltre, era stata posta l’attenzione sul recupero e riuso delle risorse, in un’ottica che oggi definiremmo di economia circolare. in particolare si stabilì il recupero dell’acqua depurata a scopi industriali e irrigui, verso i tre vicini porti turistici e verso la rete irrigua esistente nella penisola sorrentina, che era oggetto a sua volta di un importante progetto di ampliamento. si anticipavano di fatto le richieste introdotte anni dopo dal decreto

ministeriale 185/03 che regola il riuso delle acque reflue depurate definendone le loro caratteristiche qualitative, molto più restrittive di quelle richieste per lo scarico a mare. CONTENIMENTO DEI COSTI E SOLUZIONI DI NUOVA GENERAZIONE

date le caratteristiche così complesse e sfidanti del capitolato richiesto, Veolia ha dovuto sviluppare soluzioni di particolare interesse tecnologico avendo la necessità di concentrarsi anche su un altro aspetto essenziale: il contenimento dei costi di gestione generali e in particolare dei costi energetici, obiettivo raggiungibile mediante l’adozione di moderne soluzioni di regolazione delle apparecchiature e-

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lettromeccaniche, adeguandone i consumi alle reali esigenze operative. inoltre, la necessità di efficienza e affidabilità di funzionamento di un sistema complesso come quello in oggetto richiedeva un sistema molto raffinato di supervisione, tale da consentire di gestire in sicurezza non solo tutte le singole sezioni di impianto, ma anche tutte le singole unità operative. tra le soluzioni disponibili dall'evoluzione delle tecnologie di controllo industriale, ne è stata quindi ricercata una particolarmente evoluta, che non solo permettesse di avere il controllo totale e affidabile del funzionamento di questa infrastruttura, ma consentisse anche una semplificazione delle operazioni di conduzione e manutenzione e potesse produrre evidenze energetiche


sui reali consumi delle singole unità, per identificare facilmente i possibili miglioramenti e risparmi. Questa soluzione è stata individuata nella piattaforma ecostruxure di schneider electric sia per la parte elettrica sia per l’automazione di impianto. DISTRIBUZIONE E GESTIONE DELL’ENERGIA

l’impianto elettrico di punta Gradelle è costituito da quattro cabine di trasformazione media-bassa tensione, ognuna delle quali gestisce le utenze delle aree corrispondenti. in particolare, le cabine elettriche sono relative alla zona pretrattamenti, alla zona ossidazione, alla zona trattamento fanghi e alla zona distribuzione elettrica e generazione di emergenza. ogni cabina è dotata di apposito quadro di “media tensione” più i corrispettivi quadri di “bassa tensione”, attraverso i quali è possibile la gestione delle utenze e include anche il relativo quadro di automazione, completo di sistema di controllo (plC) e di interfaccia utente Hmi. la tipologia di quadri installati si

basa su una soluzione ipmCC che rappresenta la chiave di volta dell'efficienza energetica, garantendo l'alimentazione, il controllo e la protezione dei motori elettrici e dei carichi. Questa tipologia di quadri elettrici si integra nell'infrastruttura del sito attraverso architetture intelligenti e comunicanti aperte a tutte le principali reti industriali con una predisposizione verso le tecnologie iiot. i benefici di una soluzione di questo tipo sono l’ottimizzazione del-

l'efficienza energetica, l’elevata affidabilità, la sicurezza del personale nelle attività di manutenzione, la riduzione dei costi durante tutto il ciclo di vita, l’integrazione semplificata all'infrastruttura del sito. per quanto riguarda l’automazione, in questo progetto è stata utilizzata la soluzione ecostruxure Hybrid dCs, che per le sue peculiarità fornisce un unico database e interfaccia di comando e controllo del sistema nonché, dato il modello architetturale dell’impianto, ha facili-

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tato le fasi di modellazione e massa in opera del software. l’architettura prevede più unità distinte di controllo, connesse da una rete efficiente e ad alta velocità per lo scambio di informazioni; presente, inoltre, una rete per lo scambio dati tra unità di controllo e supervisore, a confluire in un sistema di supervisione centrale in grado di gestire e presentare una quantità importante di informazioni al personale operatore in modalità semplici e capaci di aumentare l’efficienza. Così come per i quadri elettrici, anche per la progettazione del sistema di controllo l’impianto è stato suddiviso in quattro macro-sezioni legate ai diversi specifici processi. l’impianto di punta Gradelle ha una sala di controllo in cui un sistema evoluto fornisce agli operatori, ai manutentori e agli ingegneri di sistema i servizi di monitoraggio, archiviazione e analisi dei dati ad alto livello, per un’efficiente gestione dell’impianto dal punto di vista del processo depurativo, della distribuzione normale e produzione di energia elettrica in emergenza, della manutenzione preventiva e correttiva.


Gramaglia: intervenire per risparmiare Individuare i punti di costo e spreco

e per rientrare nei benefici finanziari e utilizzare il sistema “industria 4.0” è necessario soddisfare alcune indicazioni Con semplici accorgimenti si possono attuare interessanti risparmi energetici. e’ sufficiente individuare alcuni punti di costo e/o spreco che fanno aumentare i costi di gestione: energia elettrica, energia termica, acque primarie (potabili o di processo) e reflue, per altro recuperabili con processi di ultrafiltrazione. Gramaglia può intervenire su alcuni fattori: - energia elettrica e termica, che è possibile produrre entrambe in loco con sistemi tecnologicamente avanzati, come la coogenerazione; - uso di acque potabili o industriali, che necessitano di essere trattate eliminando quanto non utile al processo produttivo; - ottenimento della qualità dell’acqua con sistemi di ultrafiltrazione, andando a recuperare anche i reflui con un risparmio sui volumi d’acqua e di concerto anche economici in ragione del 50%; - disinfezione dell’acqua recuperata in funzione del riuso con sistemi avanzati. ebbene tutto quanto sopra espresso si può ottenere con tecnologia 4.0 e conseguenti sgravi fiscali e/o super ammortamenti. Come a tutti noto, adottando la tecnologia 4.0 per macchine e impianti si possono ottenere: ottimizzazione dei processi, risparmi energetici, rispetto delle risorse idriche, recupero dello scarico di acque reflue nei processi industriali, che divengono azioni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “industria 4.0”.

ovviamente macchine e apparecchiature devono essere beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o di gestione tramite le opportune tecnologie qualificanti, anche da remoto. tutte le macchine devono infatti essere dotate delle seguenti caratteristiche: controllo per mezzo di plC; interconnessione ai sistemi informatici dell’azienda con caricamento da remoto di istruzioni e/o parti di programma; integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo. inoltre, tutte le macchine/attrezzature sopra citate devono essere dotate di almeno due tra le seguenti caratteristiche per renderle assimilabili o integrabili a sistemi cyber-fisici: sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o tele-

controllo in remoto; monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e ad attività alle derive di processo; sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità; sistemi di monitoraggio nei processi di lavoro per assicurare e tracciare la qualità del prodotto o del processo produttivo e che consentano di qualificare la produzione in maniera documentabile e connessa al sistema informativo di fabbrica; componenti, sistemi e soluzioni intelligenti per la gestione, l’utilizzo efficiente e il monitoraggio dei consumi energetici e idrici; filtri, trattamento e recupero di acqua, con sistemi di segnalazione dell’efficienza filtrante e della presenza di anomalie o sostanze aliene al processo o pericolose. inoltre è necessario interagire con

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il sistema di fabbrica, anche da remoto, che deve essere in grado di allertare gli operatori e/o di fermare le attività di macchine e impianti; e, quindi, rivolti anche alla sicurezza degli operatori, dell’ambiente e di tutte le risorse umane, ambientali ed economiche. ecco allora necessario dotarsi di dispositivi per l’integrazione uomo-macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza sul posto di lavoro in logica “4.0”: - sistemi, piattaforme e applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscano meccanismi di efficienza energetica e di decentralizzazione in cui la produzione e/o lo stoccaggio possono essere anche demandate (almeno parzialmente); - sistemi, piattaforme e applicazioni di virtual industrialization che, simulando virtualmente il nuovo ambiente e caricando le informazioni sui sistemi cyber-fisici al termine di tutte le verifiche, consentano di evitare ore di test e di fermi macchina lungo le linee produttive reali. ma che anche consentano il rispetto dell’ambiente evitando l’eccessivo consumo di acqua di rete ed elettricità con lo scarico di reflui con costi energetici considerevoli; - sistemi, piattaforme e applicazioni per il recupero dei reflui trattati e resa riutilizzabile per il ciclo produttivo o per acque ad uso industriale, con risparmio consistente nell’impiego di acqua di rete, recuperando fino al 5060% dei costi.



GREEN FASHION L A

P R O D U Z I O N E

" M O D A "

T U T E L A

L’ A M B I E N T E

La pelle “coltivata” Progetto BacLeather

sviluppata una soluzione ecocompatibile per eliminare gli impatti ambientali associati alla produzione e allo smaltimento di cuoio sia animale sia sintetico l’industria conciaria che rende le pelli animali adatte per la produzione di calzature, borse e accessori ha un elevato impatto ambientale. Una alternativa all’uso della vera pella è l’impiego di cuoio sintetico prodotto dall’industria chimica, ma anch’esso genera impatti ambientali legati alla contaminazione da plastica, all’impronta di carbonio e al rilascio di sostanze chimiche tossiche nell’ambiente. il cuoio sintetico è infatti generalmente realizzato incollando un rivestimento di plastica a un tessuto di fondo e l’impatto ambientale del materiale varia a seconda del tipo di plastica utilizzata. attualmente, sono diversi i materiali che vengono utilizzati per produrre cuoio sintetico e quelli impiegati più frequentemente sono il cloruro di polivinile (CpV) e il poliuretano (pU). la cosiddetta ecopelle, non rappresenta quindi un’alternativa sostenibile ed ecocompatibile alla vera pelle, proprio a causa delle sostanze tossiche che vengono rilasciate nel corso del suo trattamento e smaltimento (CpV e pU). il progetto europeo BacleatHer ha però sviluppato un materiale ecocompatibile simile alla pelle che richiede meno tempo, acqua ed energia per essere prodotto e non impiega alcuna

sostanza chimica nociva. allo scopo è stato messo a punto un processo biotecnologico basato su microrganismi su scala di laboratorio volto alla produzione di fogli di cellulosa nanobatterica (nBC, nano-bacterial cellulose). Grazie all’impiego di un semplice processo di tintura e impermeabilizzazione, i fogli producono un biomateriale dotato di caratteristiche molto simili a quelle del cuoio animale, battezzato con Hi-Tech Ambiente

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il nome Bacleather. Questo materiale si basa su una miscela di cellule batteriche e del lievito che operano come colture simbiotiche per produrre biofilm e formare una matrice cellulosica di nBC. «Bacleather si ottiene dalla fermentazione di queste colture, che producono un biopolimero resistente a spessore controllabile afferma Concepción García, responsabile del progetto - che può essere sottoposto a tintura ed essiccazione per poi essere incollato e cucito. in seguito al trattamento, le sue proprietà sono analoghe a quelle del cuoio animale». a causa delle caratteristiche idrofile della cellulosa batterica, è necessario svolgere una fase specifica per rendere il materiale impermeabile. «abbiamo utilizzato un materiale biodegradabile al 100% - osserva García - che è anche compostabile e può essere legato al biopolimero. esso, inoltre, fornisce a Bacleather un aspetto simile a quello del cuoio verniciato. la nostra bio-pelle coltivata non impiega alcuna sostanza chimica nel corso della sua produzione ed è realizzato con risorse rinnovabili, consentendo così al settore di andare verso un’economia di tipo circolare senza esercitare impatti ambientali».



RIFIUTI T R A T T A M E N T O

E

S M A L T I M E N T O

Le migliori pratiche nella gestione dei rifiuti Decisione 2020/519/UE

Il documento riguarda solo i flussi di rifiuti solidi urbani, rifiuti da costruzione e demolizione e rifiuti sanitari Nella G.U.C.E. L n.115/2020 è stata pubblicata la Decisione 2020/519/UE relativa al documento di riferimento settoriale sulle migliori pratiche di gestione dei rifiuti ambientale, a norma del Regolamento 1221/2009/CE sull'adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas). Questa decisione ha una struttura analoga ai documenti sulle B.A.T. ma, a differenza di queste, il sistema EMAS ha carattere volontario; essa è diretta soprattutto alle organizzazioni già registrate EMAS, e intende aiutarle a concentrarsi sugli aspetti ambientali pertinenti (diretti e indiretti) e a reperire informazioni sulle migliori pratiche di gestione ambientale ("BEMP"), nonchè adeguati indicatori di prestazione ambientali specifici per il settore (allo scopo di misurare le rispettive prestazioni ambientali) ed esempi di eccellenza: tutto ciò al fine di migliorare l'efficienza della gestione dei rifiuti, ad esempio promuovendo la prevenzione dei rifiuti e raggiungendo livelli più elevati di riutilizzo e riciclaggio.

vità delle organizzazioni che producono rifiuti, bensì è rivolto alle imprese (pubbliche e private) che li gestiscono e alle autorità competenti in materia di rifiuti (ossia le pubbliche amministrazioni responsabili della gestione dei rifiuti). Il documento tratta tre flussi di rifiuti: rifiuti solidi urbani (rsu), rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) e rifiuti sanitari (i rifiuti industriali e commerciali non sono oggetto del documento). Il documento si compone di quattro sezioni: - BEMP trasversali, ossia le migliori pratiche di gestione ambientale che si applicano a tutti i flussi di rsu, C&D e sanitari. Esse affrontano aspetti quali misure di prevenzione dei rifiuti, raccolta, cernita, preparazione per il riutilizzo e trattamento dei rifiuti, operazioni di trasporto, recupero di energia dai rifiuti e loro smaltimento - BEMP per RSU, sezione illustra come i soggetti interessati possono ottimizzare la gestione dei rsu principalmente affrontando gli stessi aspetti ambientali indicati alla sezione precedente - BEMP per rifiuti da C&D, e principalmente tratta i piani di gestione dei rifiuti da C&D, la prevenzione della contaminazione da PCB, la gestione dei rifiuti di amianto rimossi e il trattamento dei rifiuti di

AMBITO DI APPLICAZIONE E STRUTTURA DEL DOCUMENTO

Il documento non riguarda le attiHi-Tech Ambiente

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cartongesso e dei rifiuti da C&D al fine del loro riciclaggio. Questa sezione affronta soprattutto gli aspetti della prevenzione dei rifiuti e loro raccolta, cernita e trattamento, operazioni di trasporto e smaltimento - BEMP per rifiuti sanitari: quest'ultima sezione tratta l'ottimizzazione della segregazione dei rifiuti sanitari e l'adozione di trattamenti alternativi per questi rifiuti, focalizzandosi sulle attività di raccolta, trattamento e smaltimento BEMP TRASVERSALI

Le BEMP trattate in questa sezione consistono nell'elaborazione e attuazione di una strategia integrata di gestione di tutti i flussi di rifiuti considerati, e sono quindi rivolte principalmente alle autorità locali, che hanno il controllo, diretto o indiretto, sulla strategia di rifiuti a livello locale/regionale. Quale "esempio di eccellenza" il documento riporta l'attuazione di una strategia integrata di gestione dei rifiuti che prevede obiettivi generali a lungo termine (10-20 anni) e a breve termine (1-5 anni) per il miglioramento delle prestazioni del sistema di gestione dei rifiuti, che viene regolarmente riesaminata almeno ogni tre anni. Tale strategia di gestione dei rifiuti è definita e attuata sulla base dell'applicazione sistematica del concetto di "ciclo di vita" (con l'eventuale supporto di studi ad hoc di valutazione).

nell'applicare agli utenti del sistema di gestione dei rifiuti tariffe basate sulla quantità di rifiuti prodotti. A tale scopo, sono individuati quattro elementi chiave: individuazione dei singoli utenti; misurazione dei flussi di rifiuti a livello di singolo utente (ad es. dalla raccolta porta a porta, dai contenitori stradali o presso le discariche per i rifiuti domestici); definizione di un prezzo unitario tale da determinare un effettivo cambiamento comportamentale; collaborazione dei residenti per garantire una corretta comprensione delle caratteristiche del regime, la loro partecipazione e il loro impegno (ciò al fine di evitare lo scarico illegale o il trasferimento di rifiuti in altri territori privi di un regime di tariffe puntuali). L'"esempio di eccellenza" indicato per questo settore è la predisposizione di un regime di tariffe puntuali in base al quale almeno il 40% del costo è a carico degli utenti, sulla base della quantità (in kg o in mc) dei rifiuti indifferen-

ziati raccolti; nel regime delle "tariffe puntuali" rientrano anche i rifiuti conferiti alle discariche per i rifiuti domestici. Altre due importanti BEMP riguardano la prevenzione dei rifiuti (ossia l'attuazione di misure di prevenzione rivolte alle famiglie e alle organizzazioni pubbliche e private) e la raccolta dei rifiuti (il cui obiettivo principale è raccogliere, in modo tempestivo ed economico, la maggior quantità possibile di rifiuti correttamente separati alla fonte, al fine di facilitarne la cernita/il trattamento conseguente, con l'intento di massimizzare il riciclaggio). Quale "esempio di eccellenza" si raccomanda l'attuazione di una frequente raccolta differenziata porta a porta di almeno quattro frazioni di rifiuti. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti di imballaggi misti (in plastica, compositi, alluminio e acciaio, e anche carta e cartone), quando essi vengono raccolti insieme (cioè mescolati), la BEMP consiste nell'attuare una

cernita avanzata di tali rifiuti presso gli impianti di recupero dei materiali (quale "esempio di eccellenza" si riporta un tasso di cernita almeno pari all'88%). Infine, per misurare la percentuale della produzione stimata delle specifiche frazioni di rifiuti da raccolta differenziata (ad es. plastica, metallo, carta e cartone, vetro e imballaggi misti), viene stabilito un indicatore diretto a monitorare l'efficacia di un sistema di raccolta differenziata nell'intercettare le frazioni riciclabili. Questo indicatore coincide col tasso di cattura (in percentuale) di uno specifico flusso di rifiuti. Tra gli "esempi di eccellenza": un tasso di cattura per i rifiuti di vetro raccolti separatamente come frazione singola superiore al 90%, un tasso di cattura per i rifiuti di carta e cartone raccolti separatamente come frazione singola superiore all'85%, un tasso di cattura per i rifiuti di metalli raccolti separatamente come frazione singola superiore al 75%, un tasso di cattura per i rifiuti di imballaggio misti superiore al 65%. BEMP PER RIFIUTI DA C&D

La BEMP per questa categoria di rifiuti consiste nello sviluppo e attuazione, da parte delle autorità locali, di piani integrati che coinvolgano tutti i soggetti interessati (imprese del settore, residenti e operatori pubblici) e che, tra l'altro, diano priorità alla prevenzione dei rifiuti e includano misure volte a evitare lo scarico illegale, oltre a fornire chiari orientamenti sulle corrette pratiche di gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione.

BEMP PER RSU

La principale BEMP per i rifiuti solidi urbani è rappresentata dalle "tariffe puntuali", il cui obiettivo è di attuare in modo equo il principio "chi inquina paga", e che si traduce

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Tomra Care: tecnologia e servizio Un’offerta imbattibile

Un suporto tecnico personalizzato per massimizzare le performances, minimizzare i fermi produttivi e avere costi pianificabili

Assistenza Tomra Care

L’impianto di Oppimitti Energy a Bedonia (PR)

Il settore del riciclo, in continua espansione, è sempre più esigente. Tomra Sorting Recycling lo sa e segue da sempre l’aumento della domanda, rispondendo con tecnologie all'avanguardia. Tuttavia, la sola vendita di attrezzature, pur con le più sofisticate tecnologie, non è sufficiente per fornire davvero ai clienti il migliore servizio possibile. È necessario offrire una soluzione integrata e a 360° che copra tutte le fasi del business: dalla prevendita all’installazione fino al postvendita. Ogni anno Tomra sottopone un sondaggio di gradimento ai propri clienti. Secondo i risultati del sondaggio 2019, l’80% di questi ritiene importante o molto importante la qualità del servizio di assistenza locale. Questo criterio è il sesto in ordine di importanza dopo performance, affidabilità, facilità d’uso, flessibilità e garanzia. La risposta è il contratto di manutenzione e assistenza Tomra Care.

Davide Bertolin, service manager Tomra Sorting Recycling per l’Italia, afferma: “L’esperienza ci insegna che il cliente si aspetta dalle macchine Tomra tre cose: massimizzazione delle performances, minimizzazione dei fermi produttivi e costi pianificabili. Tomra Care è la risposta a queste esigenze e si basa su formazione tecnica dei clienti per la manutenzione e la risoluzione dei problemi più frequenti, visite periodiche dei nostri specialisti in impianto, pacchetti ricambi per minimizzare i tempi in caso di fermo produttivo ed estensione della garanzia sull’intera macchina o sui suoi componenti più importanti”. Di solito, il contratto Tomra Care viene sottoscritto a scadenza della garanzia o quando le macchine cominciano ad avere “una certa età”, ma negli ultimi tempi Tomra ha notato un’evoluzione: il cliente particolarmente attento alle performance, e in generale al rendimento

Davide Bertolin, service manager Tomra Sorting Recycling per l’Italia

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del proprio impianto, sempre più spesso aderisce al programma subito dopo il collaudo. Un cambio nelle abitudini che la dice lunga sull’importanza attribuita al servizio di assistenza locale. I contratti di assistenza sono in genere annuali o biennali e il trend delle sottoscrizioni è in costante crescita. Al momento, più del 50% delle macchine installate in Italia è sotto contratto Tomra Care. “Tutti i clienti più importanti e strutturati in Italia - racconta Bertolin - hanno un contratto Tomra Care. Si tratta di fatto di un contratto commerciale, ma per noi è l’attestato di un legame di fiducia con la nostra clientela. Questo consente una collaborazione più intensa e un reciproco scambio di informazioni che porta come risultato a una crescita dal punto di vista formativo e tecnologico per entrambe le parti. Continua a pag. 22



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Le migliori pratiche nella gestione dei rifiuti Quale "esempio di eccellenza", è descritto un piano integrato di gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione, avente come obiettivo un tasso di riciclaggio per il 2020 pari almeno all'80%. BEMP PER RIFIUTI SANITARI

Le BEMP di questa categoria hanno come obiettivo principale la riduzione dell'impatto ambientale di questi rifiuti, in particolare migliorando la prevenzione, la segregazione e il trattamento dei rifiuti sanitari non pericolosi presso le imprese che ne effettuano la gestione. Ciò in quanto una migliore segregazione di questi rifiuti ne consente un maggior riciclo, perchè evita che i rifiuti non pericolosi, compresi quelli riciclabili (ad es. carta stampata, bottiglie in plastica), siano erroneamente inseriti nei rifiuti pericolosi. La BEMP per queste imprese consiste in: organizzare un audit sui rifiuti presso le strutture sanitarie, al fine di migliorare la conoscenza delle varie frazioni di rifiuti e delle attuali pratiche di gestione dei rifiuti; aiutare le strutture sanitarie a definire il loro sistema di gestione dei rifiuti, fornendo chiari orientamenti per le categorie di rifiuti da selezionare organizzare sessioni di formazione per il personale sanitario, aventi ad

oggetto le norme che regolano la segregazione dei rifiuti, e fornire materiale informativo (manifesti, cartellonistica, etichette sui contenitori) contenente le istruzioni da seguire; monitorare i risultati e gli impatti dell'azione, definendo un insieme di indicatori chiave di prestazione (comprese la gestione del rischio e la riduzione dei costi) e, di conseguenza, elaborare soluzioni innovative che riducano l'impatto ambientale della gestione dei rifiuti (ad es. il riutilizzo di contenitori per la raccolta di rifiuti sanitari). Un capitolo a parte è dedicato alle BEMP per il trattamento dei rifiuti sanitari. Il metodo di trattamento più comune è l'incenerimento ad alta temperatura; questo sistema presenta però impatti ambientali significativi, quali l'elevato consumo energetico, l'impiego di risorse na-

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Stefano Oppimitti, direttore tecnico di Oppimitti Energy

turali e le emissioni. Esistono trattamenti alternativi che sono in grado di garantire i medesimi livelli di sicurezza con migliori prestazioni ambientali, aumentando al contempo il tasso di riciclaggio dei rifiuti. Questi trattamenti alternativi per i rifiuti sanitari sono: - sterilizzazione in autoclave, che deve soddisfare vari criteri a cominciare dalla segregazione ottimale alla fonte, granulometria omogenea all'ingresso, sterilizzazione a vapore con frantumazione simultanea o successiva, fase di essiccazione dopo il trattamento, separazione del prodotto in uscita in base al flusso di materiali (quando possibile) e destinazione al riciclaggio, incenerimento con recupero energetico dei prodotti in uscita non riciclabili - trattamento a microonde, che prevede la segregazione ottimale alla

Tomra Care: tecnologia e servizio Non solo, grazie all’assistenza da remoto è possibile risolvere alcune problematiche a tempo di record o perlomeno arrivare all’intervento sul posto con una diagnosi già chiara. E’ uno strumento che può fare la differenza e che sempre più clienti apprezzano. E tra gli ultimi che hanno scelto di darci fiducia ci sono Masotina e Caris VRD, solo per citarne alcuni”. UN CLIENTE STORICO SODDISFATTO

Con un contratto di assistenza attivo, l’impianto di Oppimitti Energy di Bedonia, sull’Appennino parHi-Tech Ambiente

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fonte, l’aggiunta di acqua all'ingresso, una fase di essiccazione post-trattamento e successive fasi come per la sterilizzazione - trattamento chimico, che comprende la segregazione ottimale alla fonte, l’ottenimento di un prodotto in uscita da considerare rifiuto pericoloso o comunque trattato per un recupero ottimale, agente sterilizzante riciclabile nel processo, prodotto in uscita separato per flusso di materiali (quando possibile) e destinato al riciclaggio, incenerimento con recupero energetico dei prodotti in uscita non riciclabili. I principali fattori che incidono sull'applicabilità di trattamenti alternativi sono la segregazione alla fonte, la dimostrazione della sicurezza dei trattamenti alternativi nel trattamento di alcune frazioni di rifiuti segregati, la capacità operativa ottimale per l'incenerimento e il quadro giuridico nazionale per il trattamento dei rifiuti sanitari.

mense, seleziona e separa la plastica derivante da raccolta differenziata. L’impianto, che conta una superficie totale di 6.500 mq, di cui 4.000 di stoccaggi e 2.500 d’area impiantistica, è uno dei più avanzati dei 36 operanti in Italia. Per essere all’avanguardia, il centro di riciclo ha voluto da subito le macchine a sensori ottici. Anche dal punto di vista dell’assistenza e del servizio, Tomra ha soddisfatto appieno le esigenze del cliente, come spiega Stefano Oppimitti, direttore tecnico del centro: “Siamo molto contenti dei servizi di assistenza, formazione e aggiornamento di Tomra Care perché ci siamo resi conto che ci permettono di avere gli strumenti per sfruttare al meglio la potenzialità delle macchine in qualsiasi situazione produttiva”.


Market

ZOOM

Market

Andion e Biokraft annunciano la costruzione del più grande impianto ad energie rinnovabili Andion Global Inc., una società specializzata nella progettazione, costruzione e manutenzione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e la società norvegese Biokdraft AS annunciano oggi la firma di un contratto che vede Andion come principale appaltatore per la costruzione dell’impianto denominato Skogn II. Scopo di questo nuovo impianto è aumentare la produzione di biogas liquido a Skogn in Trøndelag, ad oggi il più grande impianto per la produzione di biogas liquido al mondo. La comprovata esperienza di Andion nella progettazione di impianti di digestione anaerobica customizzati sulle necessità del cliente sarà utilizzata per aumentare la produzione di biogas liquido (LBG) da rifiuti organici presso lo stabilimento di Skogn di Biokraft. I rifiuti organici sono costituiti da sottoprodotti agricoli, tra cui letame di mucca, scarti di pesce e sottoprodotti dell'industria norvegese dell'allevamento ittico e acqua di processo dell'industria della pasta di cellulosa e della carta. <<Siamo molto lieti di collaborare con Andion per la costruzione del nostro nuovo stabilimento per la produzione di biogas liquido (LBG) di Skogn II dichiara Håvard Wollan, CEO di Biokraft AS – e in qualità di maggiore produttore mondiale di biogas liquido (LBG), stiamo già producendo 10.000 tonnellate di carburante verde all'anno a Skogn e siamo entusiasti di

poter espandere la nostra capacità produttiva di questo sito. Siamo impressionati dalla comprovata esperienza e dalle tecnologie di Andion per la trasformazione dei rifiuti organici in biogas>>. <<Secondo le principali analisi di mercato relative al settore energetico - aggiunge Wollan entro il 2030 la domanda di biogas liquido crescerà fino al punto in cui dovremo costruire molti altri impianti come Skogn. Il potenziale dell'industria è enorme, siamo quindi ansiosi di

creare le giuste partnership come quella che abbiamo stipulato ora con Andion>>. La vasta esperienza ingegneristica di Andion nella progettazione di complessi sistemi di digestione anaerobica con l’uso di differenti materie prime consentirà a Biokraft di ottimizzare le operazioni e di espandere la capacità di produzione a Skogn attraverso la messa in opera dello stabilimento Skogn II, l’inizio della cui costruzione è previsto per la fine del 2020. <<Essere stati selezionati da un

Andion Global Tel +39.344.0553620 – E-mail m.pihlgren@andiontech.com www.andionglobal.com Biokraft AS H. Wollan, CEO: Tel +47.92883383 - E-mail hw@biokraft.no

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leader di mercato come Biokraft per espandere la più grande fabbrica al mondo di produzione di biogas liquido è per Andion molto emozionante – afferma Phillip Abrary, CEO di Andion Global Inc. - e non vediamo l'ora poter sfruttare la nostra vasta esperienza nel campo della progettazione di soluzioni sostenibili per la realizzazione di questo progetto altamente prestigioso>>. L'espansione è strutturata in due fasi: 3.500 tonnellate di biocarburante a Skogn II e altre 6.500 tonnellate a Skogn III, con un investimento totale stimato di 30 milioni di euro. Al completamento, il progetto rappresenta un investimento di 70 milioni di euro a Skogn, dove si trovano gli impianti di produzione LBG di Biokraft. Le due nuove parti dell’impianto saranno costruiti alla fine di Fiborgtangen a Skogn, dove la conformazione terrestre offre un posizionamento ideale per i due nuovi impianti. Dato che il mercato delle fonti di energia rinnovabile, come il carburante privo di fossili come il biogas liquido, in Scandinavia è in crescita, il progetto di Andion per raddoppiare la produzione renderà Biokraft in grado di soddisfare efficacemente e prontamente le nuove domande che si presenteranno sul mercato. Il biocarburante prodotto a Skogn viene attualmente utilizzato per il trasporto pesante e per navi da trasporto marittimo lungo la costa norvegese.


tecnologie

Il recupero di risorse dai reflui Progetto Smart-Plant

Una strategia da sviluppare durante il trattamento delle acque di scarico e che grazie alle nuove tecnologie è ora una concreta opportunità Gli impianti di trattamento delle acque reflue sono uno dei settori più costosi in termini di fabbisogni energetici: si consumano grandi quantità di energia durante il processo di depurazione dei reflui per il riutilizzo o lo smaltimento nell’ambiente. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), l’industria idrica rappresenta più del 4% del consumo totale di energia elettrica in tutto il mondo ed è previsto un aumento di oltre il 60% entro il 2040. In ragione di ciò è importare considerare gli impianti di trattamento per le acque reflue non semplicemente come dei depuratori, ma piuttosto come vere e proprie strutture di recupero delle risorse. Ciò significa che essi possiedono il potenziale per produrre acqua pulita, recuperare sostanze nutritive e materiali, nonché ridurre la dipendenza dai combustibili fossili attraverso processi efficienti dal punto di vista energetico e produzione di energia rinnovabile. Gli innovatori paneuropei del trattamento delle acque reflue si sono riuniti attraverso il progetto SmartPlant per esplorare in che modo sia possibile installare le tecnologie che recuperano materiali preziosi dalle acque reflue, per produrre prodotti commerciabili, negli impianti di trattamento esistenti. Inoltre, il progetto ha sviluppato nuovi sistemi per il monitoraggio dell’uso energetico e dell’impronta di carbonio del trattamento dei reflui. <<Smart-Plant ha sviluppato soluzioni innovative ed ecocompatibili

- osserva Francesco Fatone, coordinatore del progetto - che forniscono le prove di come i servizi pubblici possano convertire i siti di trattamento delle acque reflue in strutture di recupero delle risorse, ridurre l’impronta energetica e di carbonio e digitalizzare le operazioni>>. Il progetto ha sperimentato diverse tecnologie (SmarTechs) in 7 impianti pilota. Nei Paesi Bassi, i partner locali di progetto hanno sviluppato un processo per separare la cellulosa dall’acqua fognaria in entrata e trasformarla in fibre di cellulosa pulite. In Israele, i partner hanno dimostrato un biofiltro anaerobico brevettato che trasforma le acque reflue in energia rinnovabile (biogas). I partner spagnoli hanno dimostrato un processo chiamato Scepphar per trattare i reflui mentre si recuperano nel contempo prodotti (fino al 50%

di fosforo e fango arricchito con PHA, i biopolimeri più promettenti come sostituiti per le plastiche a base di olio). Un progetto pilota nel Regno Unito ha dimostrato un processo di scambio ionico per recuperare l’ammoniaca e il fosforo da acque reflue secondarie, per il possibile riutilizzo nelle industrie chimiche e dei fertilizzanti. In Italia, le attività parallele Scena e Scepphar trattano i fanghi, estremamente caricati di sostanze nutritive (azoto e fosforo), per rimuovere fino all’85 % dell’azoto, recuperare il fosforo come struvite e produrre un fango arricchito con PHA, diminuendo nel contempo i costi energetici fino a un massimo del 20%. In Grecia, l’idrolisi termica abbinata al processo Scena è sviluppata per trattare le acque di scarico fangose con un elevato contenuto di ammoniaca.

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Le risorse estratte da SmarTechs (cellulosa, nutrienti e PHA) sono successivamente trasformate in prodotti da due SmarTechs a valle. La prima tecnologia utilizza materiali cellulosici e PHA per realizzare una plastica biocomposita che può essere impiegata nel settore edile o per i beni di consumo. La seconda consiste nel compostaggio dinamico per produrre fertilizzante o biocarburante commerciale a partire da fanghi ricchi di cellulosa e fosforo. Il settore idrico può quindi svolgere un ruolo importante nell’economia circolare emergente, che contribuisce a mantenere in uso le risorse più a lungo possibile. <<Smart-Plant ritiene che i servizi idrici potrebbero diventare il motore dell’economia circolare se gli operatori sostituissero esitazione e scetticismo con un’attitudine generale positiva nei confronti di soluzioni ecoinnovative per il recupero delle risorse - spiega Fatone – e a tal fine, i partner di progetto hanno coinvolto il personale dei servizi idrici locali nelle installazioni pilota su larga scala, fornendo sessioni formative e manuali. Ciò ha aiutato gli operatori a percepire come i sistemi di recupero delle risorse possano gradualmente cambiare il paradigma di gestione delle acque reflue senza rivoluzionare le risorse e il carico di lavoro esistenti>>. L’ampio ventaglio delle tecnologie di Smart-Plant rivela che le acque reflue non dovrebbero essere trattate come rifiuti, ma piuttosto come una risorsa.


Cellvation: cellulosa da acque di scarico Giotto Water

Un interessante processo per il recupero dai liquami di materia prima seconda rivendibile e chiamata Recell L’olandese CirTec e l’italiana Giotto Water hanno firmato un accordo per la distribuzione sul mercato italiano del processo Cellvation, della CirTec stessa. La tecnologia proposta consiste in un sistema per il recupero della cellulosa dall’influente all’impianto di depurazione. La realizzazione di un'installazione Cellvation fa parte del progetto d’innovazione di Horizon 2020 "SMART-Plant", con l'obiettivo di ottimizzare il recupero delle materie prime dai liquami, aumentare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra. Grazie a questa tecnologia circa il 75% della cellulosa presente nei liquami viene recuperata come risorsa (materia prima seconda). Con tale miglioramento del profilo ambientale, l’impronta climatica dell’impianto di depurazione acque reflue è ridotta del 15%. Da una sezione di filtrazione standard è possibile ottenere un fango cellulosico, che contiene un’alta percentuale di cellulosa, ma anche di semi, grassi, capelli e altri scarti. Il fango cellulosico non viene perciò normalmente considerato un prodotto riutilizzabile, ma bensì un rifiuto. Con il processo Cellvation è invece possibile rimuovere la maggior parte dei contaminanti e produrre una cellulosa rivendibile, chiamata Recell. La tecnologia Cellvation consiste in un'integrazione innovativa di diverse fasi tecnologiche, come fase primaria del trattamento del-

le acque reflue, in grado di valorizzare la depurazione e produrre cellulosa commerciabile, con una post-elaborazione in situ del prodotto recuperato. In particolare, partendo da acque di scarico grezze, sono previste sezioni per la rimozione della sabbia, lavaggio della cellulosa e comparti tec-

nologici comprensivi di vaglio a nastro rotante e una pressa a vite. A valle del processo Cellvation la cellulosa viene recuperata come fibra e, a seconda dell’impiego di Recell, vengono applicate ulteriori lavorazioni, come disidratazione spinta e igienizzazione. Il materiale in fibra strutturale co-

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sì ottenuto può essere impiegato nella produzione di vari biocompositi. Recell può essere usato per la produzione di additivi per la composizione di asfalto, formazione di bioplastiche e materiale isolante. Inoltre, lo scarto prodotto dal lavaggio della cellulosa può essere digerito per la produzione di biogas. In impianti sperimentali, su scala dimostrativa, questo residuo è già stato convertito in acidi grassi, bio-carburante e bio-carbone attivo. Sono in fase di studio dei processi per trattare ulteriormente i residui di questa produzione per rendere la tecnologia completamente circolare e ridurre ulteriormente l’impronta climatica degli impianti di depurazione delle acque reflue. Allo stato dell’arte attuale dalla produzione di 1 tonnellata di Recell si ha una riduzione delle emissioni di CO 2 di oltre 2 tonnellate. Tramite la setacciatura dei liquami, con la tecnologia Cellvation, oltre a recuperare la cellulosa, vengono rimossi parte dei solidi presenti nel liquame insieme ad una parte del materiale organico misurato come COD. Di conseguenza, la richiesta d’ossigeno dell’acqua e relativa energia di aerazione vengono ridotte. Inoltre, è ridotta anche la crescita dei fanghi, poiché meno COD viene convertito in biomassa. Con la rimozione di fibre e capelli, che rimarrebbero altrimenti presenti nel liquame come materiale inerte, Cellvation aumenta l'attività della biomassa senza intaccare SVI e disidratazione. Oltre a ciò, con la rimozione di questi elementi, la contaminazione delle apparecchiature di aerazione e quindi la loro manutenzione diminuiscono notevolmente. I principali vantaggi operativi di questa tecnologia, oltre a quelli già esposti sopra e al recupero della cellulosa, sono pertanto la ridotta produzione di fanghi, il ridotto consumo di polimeri e la conseguente riduzione nell’impiego di energia per la disidratazione dei fanghi.


macchine & strumentazione

La discarica controllata con G.Re.T.A. LSI Lastem

Per ridurre il rischio di contaminazione è necessario un monitoraggio costante in tutte le fasi della vita del sito Una discarica controllata è una potenziale fonte di contaminazione ambientale di acqua, suolo e aria. Una delle principali problematiche concernenti l’inquinamento dell’ambiente è la dispersione di percolato, che contiene svariate sostanze chimiche e che potenzialmente può migrare, a causa dell’inefficienza dei sistemi di contenimento, nel suolo e nelle acque sotterranee. Per questa ragione è necessario un monitoraggio costante in tutte le fasi della vita della discarica, a partire dal progetto alla successiva alla dismissione, al fine di ridurre il rischio di contaminazione. In questo contesto, le indagini geofisiche, e in particolar modo le indagini geoelettriche, si rivelano uno strumento adatto per il monitoraggio delle discariche. I metodi geoelettrici a corrente continua sono sicuramente tra i più utilizzati in questo settore, in quanto la risposta geoelettrica del percolato, che presenta normalmente resistività molto più basse del terreno circostante, è facilmente identificabile. In passato diverse tecniche geoelettriche sono state proposte e utilizzate per localizzare zone di filtrazione nelle geomembrane di rivestimento delle discariche, tra questi il metodo a Dipolo che è standardizzato (ASTM D7007, 2004) e ampiamente utilizzato, con l’iniezione di una corrente continua tra due elettrodi, uno posto all’interno e uno all’esterno del perimetro della discarica. Questa metodologia dà buoni risultati, in quanto una filtrazione nel rivestimento causa un’anoma-

lia di tensione, ma solo nel caso in cui il materiale deposto sia omogeneo e con uno spessore massimo di 1-2 m, in altri casi l’anomalia di potenziale misurato risulta forviante o troppo debole per essere riconosciuta. Il sistema G.Re.T.A. (Geoelectrical Resistivimeter for Time Lapse Analysis), il geo-resistivimetro autonomo per installazioni fisse di LSI Lastem, che si avvale della tecnologia di Tomografia di Resistività Elettrica (ERT), è una soluzione innovativa che risolve questa problematica. La tomografia di resistività elettrica, grazie alla tecnologia non invasiva, viene ampiamente utilizzata nell’ambito delle discariche sia per mapparne la struttura, sia per identificare possibili filtrazioni di percolato oltre i confini teoricamente impermeabili e per tracciarne la migrazione nella sotto superficie. Fino ad ora questa tecnologia è stata applicata realizzando misure una tantum o a distanza di tempo (time-lapse), G.Re.T.A. permette invece un monitoraggio in continuo della discarica per valutare se sono presenti percorsi di filtrazione di percolato al di fuori dell’area confinata. Lo strumento può essere inoltre utilizzato per verificare la buona riuscita di una sistemazione e per gestire la discarica dopo la sua chiusura. La gestione dei dati da remoto, tramite piattaforma cloud con allarmi configurabili, permette anche di utilizzare il sistema come early-warning per riconoscere le filtrazioni di percolato prima che il danno diventi irreparabile. Hi-Tech Ambiente

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reti idriche

La ricerca delle perdite è spaziale Dopo i satelliti arrivano i raggi cosmici

Hera sperimenta un nuovo sistema all’avanguardia basato sulla rilevazione della presenza d’acqua nel terreno attraverso i neutroni liberi Dopo la sperimentazione con l’utilizzo del satellite, per dare la caccia alle perdite idriche in rete Hera si affida a una tecnologia sempre più ‘spaziale’ e ancor più avveniristica, basata, appunto, sull’uso dei raggi cosmici: le particelle energetiche, non dannose, che provengono dallo spazio e alle quali è continuamente esposto anche il nostro Pianeta. Il nuovo sistema, in fase di sviluppo e sperimentazione da parte della multiutility nel bolognese, permette di controllare una quantità di rete considerevolmente maggiore rispetto ai sistemi ‘tradizionali’, proprio perché può viaggiare con il mezzo mobile su cui viene montato. La possibilità di estendere il controllo su una porzione di rete più ampia (si ricorda che Hera svolge in continuo l’attività di verifica sulle reti acquedottistiche gestite: complessivamente oltre 35.000 km) è importantissima. L’individuazione delle perdite con questa tecnologia permetterà all’azienda di intervenire per ripararle con maggiore tempestività e, di conseguenza, di recuperare quantitativi importanti di “oro blu”, altrimenti dispersi.

relazione alla concentrazione dei neutroni liberi, da un apposito strumento che, come si è detto, può essere montato su qualsiasi mezzo mobile. Queste particelle, infatti, vengono rallentate o assorbite

dall’idrogeno: poiché una molecola d’acqua contiene due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, in una perdita idrica sono presenti molte molecole di idrogeno, che assorbono i neutroni e determinano un loro calo

COME FUNZIONA IL NUOVO SISTEMA

Il nuovo sistema che la multiutility, prima in Italia, sta testando su vari segmenti di rete idrica a servizio del territorio bolognese, per un totale di 1.250 km, prelocalizza le perdite tramite tecnologia cosmic rays , basata sul conteggio dei neutroni. L’umidità del terreno è rilevata, in Hi-Tech Ambiente

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a livello del manto stradale. Calo che lo strumento è in grado di rilevare. L’innovativo progetto di prelocalizzazione delle perdite idriche in rete è stato realizzato da Hera grazie alla partnership con la startup Cosmic, che ha messo a punto il sistema basato sulla rilevazione dei neutroni sviluppato dal team di Neptune. Non è un caso, infatti, che Hera, secondo operatore a livello nazionale per volumi di acqua erogata (circa 300 milioni di mc/anno), abbia voluto sperimentare prima fra tutti questo sistema. La multiutility, al fine di garantire costantemente servizi di qualità al territorio in cui opera, rivolge da sempre la propria attenzione alle più moderne tecnologie, all’utilizzo delle quali dedica consistenti investimenti e l’impegno di qualificati gruppi di lavoro. <<Hera pone sempre al primo posto l’innovazione - dice Franco Fogacci, direttore Acqua del Gruppo Hera - elemento importantissimo anche nella gestione del ciclo idrico, servizio caratterizzato da un’alta presenza di infrastrutture e più di altri soggetto alle conseguenze dei mutamenti climatici. È indicativo il fatto che il nostro Piano Industriale al 2023 preveda circa 830 milioni di euro di investimenti solo in questo settore. Investimenti utilizzati per renderlo sempre più efficiente e resiliente nel suo funzionamento quotidiano, puntando anche su tecnologie decisamente d’avanguardia, come quella che stiamo sperimentando>>.


Cercare le perdite con i cani Un’alternativa “100% bio”

Spesso il fiuto vale più di sofisticate apparecchiature, tanto che l’olfatto di animali addestrati può individuare fuoriuscite idriche e contaminazioni Secondo gli ultimi dati diffusi da Istat, le reti idriche italiane disperdono in media il 41,4% dell’acqua immessa in rete. La maggior parte di tale dispersione dipende da perdite evidenti, da perdite occulte (cioè non evidenti ma rilevabili con metodi acustici) e da perdite di sottofondo (non evidenti e non rilevabili); una minima parte (3,1%) dipende da perdite apparenti, ossia consumi erogati agli utenti ma non contabilizzati (consumi non autorizzati, consumi autorizzati ma non contabilizzati, errori sui contatori d’utenza). Per la ricerca sistematica delle perdite occorre seguire una procedura piuttosto complessa, che comprende le seguenti attività: verifica e taratura dei misuratori esistenti; creazione del modello idraulico della rete, sul quale effettuare l’identificazione e validazione dei distretti reali e virtuali; chiusura fisica dei distretti e loro validazione (dimensioni ottimali da 3 a 10 km di sviluppo rete); installazione di misuratori di portata e pressione nel PC e nei punti di ingresso dei DMA con relativo telecontrollo; misura e calcolo degli indici di rete (volume giorno, QN, ILI, ecc.); misura dei transitori di pressione, dei colpi d’ariete e gestione degli eccessi di pressione (anche con regolazione D/N o regolazione in base al punto critico) per eliminare o ridurre elementi di stress della rete dovuti a grandi prelievi, funzionamento pompe, aria nelle

condotte, ecc.; identificazione e verifica funzionalità valvole di Step Test e di eventuali punti di misura; identificazione anche con Step Test notturni dei distretti oggetto di perdite; spostamento, se necessario, di un settore di rete da un distretto a un altro (con particolare attenzione alle variazioni di pressione); ricerca delle perdite effettive tramite l’utilizzo a cascata di Noise Logger, correlatore, gas tracciante e geofono (oltre all’eventuale verifica della tenuta nei tratti di rete o allacci). L’OLFATTO DEI CANI

Una “scorciatoia” rapida e poco costosa può essere rappresentata dall’olfatto dei cani. L’animale che si è diplomato “miglior amico dell’uomo” ormai 30.000 anni fa, sta sempre più spesso diventando per noi un prezioso collaboratore anche in numerose attività lavorative: con un olfatto 40 volte più sensibile di quello umano, i cani sono stati addestrati non solo per la ricerca di droghe, armi ed esplosivi, ma anche per la ricerca di cellule cancerogene negli umani. Inoltre, questi animali sono stati addestrati per la riabilitazione dei pazienti reduci da lunghe degenze ospedaliere, per l’assistenza di persone non vedenti e non udenti, per la terapia di bambini affetti da autismo, e anche per assistere pazienti affetti da diabete di tipo 1: i cani, debitamente addestrati, sono infatti in grado di rilevare un parHi-Tech Ambiente

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ticolare odore corporeo associato a livelli di zuccheri troppo bassi nel sangue del paziente. Un altro utilizzo dei cani per il miglioramento delle attività umane, di recente sperimentazione, è il loro “arruolamento” per partecipare alle attività di ricerca e individuazione delle perdite e di contaminazioni delle reti idriche nel Regno Unito e in Australia. Uno dei primi impieghi di cani per tali scopi risale al 2014, quando la società idrica britannica Southern Water ha iniziato a impiegare i cani per la ricerca di contaminazioni da sostanze grasse e oleose. Successivamente, anche la società idrica britannica United Utilities, che fornisce i propri servizi di fornitura e assistenza a 3,2 milioni di utenze domestiche e 200.000 imprese nel Regno Unito, ha iniziato l’addestramento di tre cani (di nome Snipe, Denzel e Tico), che sono stati selezionati per lavorare nella regio-

ne del Nord Ovest dell’Inghilterra, una zona notoriamente umida, afflitta da frequenti e intensi temporali, in cui distinguere le perdite della rete idrica dalle pozzanghere che si formano in seguito ai temporali può essere difficile. L’addestramento dei cani consiste nel far bere loro acqua addizionata con cloro, per abituarli all’odore e al sapore dell’acqua che passa nelle tubature; nel corso successivo dell’addestramento, l’acqua con cloro viene gradualmente diluita, fino a ritornare alla composizione originaria. In questo modo si ritiene che il cane sarà in grado di individuare acqua contenente cloro a basse concentrazioni, consentendo di individuare perdite dalle reti idriche anche nei terreni bagnati dai temporali. Finora, il cane Snipe è riuscito ad individuare perdite fino a 2 metri di profondità. La United Utilities sta inoltre analizzando i dati delle immagini satellitari, per meglio

indirizzare il fiuto di Snipe verso le perdite della rete; a tale scopo sono state impiegate varie tecnologie (satelliti e anche droni), i cui costi sono però piuttosto eleva- ti. Inoltre, trovare il punto esatto su cui intervenire è difficile, ragion per cui il contributo di Snipe si è rivelato indispensabile. L’australiana Water sta a sua volta impiegando un cane (un femmina di Springer Spaniel chiamata Kep) per fiutare perdite lungo circa 40 km di reti idriche. L’azienda gestisce oltre 34.000 km di tubature, distribuite in 2,6 milioni di mq nell’Australia occidentale; nel 2017 essa ha fissato l’obiettivo di individuare 20 perdite ogni 100 km di tubature (attualmente ne ha individuate 17,9 raggiungendo sostanzialmente l’obiettivo prefissato). La società ha stimato che l’impiego dei cani per individuare le perdite di acqua è due volte più eco-

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nomico dei metodi tradizionali. Volendo effettuare una valutazione realistica e obiettiva, potremmo affermare che la strategia ottimale è l’impiego combinato del fiuto dei cani con le moderne tecnologie di ricognizione: i cani rappresentano cioè uno strumento economico e semplice che si va ad aggiungere alle tecniche tradizionali, per aumentarne l’efficacia e diminuire i costi (un po’ come certi semplici metodi “empirici” usati dai tecnici, come battere con le nocche su una tubatura e ascoltare il rumore per capire se essa è vuota o piena d’acqua). In altre parole, l’indagine “personale” (sia canina che umana) è una tecnica indubbiamente valida, soprattutto per la sua semplicità; ma occorre comunque integrarla con l’impiego di tecnologie esplorative, per circoscrivere l’area di ricerca il più possibile ed evitare il dispendio di tempo e risorse.


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LE AZIENDE CITATE A2A Ambiente Tel 02.33203001 E-mail recycling@a2a.eu

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SMART-PLANT project Tel 071.2204530 E-mail smart-plant@univpm.it

AcegasApsAmga Spa Tel 040.7793111 E-mail comunicazione@acegasapsamga.it

Gramaglia Srl Tel 071.7108700 E-mail info@gramaglia.it

Tomra Sorting Srl Tel 0521.681082 E-mail tss-service.it@tomra.com

Andion Italy Spa Tel 392.2671706 E-mail m.ferlenghi@andiontech.com

Gruppo Hera Tel 051.287595 E-mail cecilia.bondioli@gruppohera.it

Veolia Water Technologies Italia Spa Tel 02.91795001 E-mail info@veoliawaterst.it

A.S.A. - Azienda Servizi Ambientali Spa Tel 0586.242111 E-mail commerciale@asaspa.it

LSI Lastem Srl Tel 02.954141 E-mail info@lsi-lastem.it

Vogelsang Srl Tel 0373.970699 E-mail info@vogelsang-srl.it

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Metropolitana Milanese Spa Tel 02.77471 E-mail info@mmspa.eu

Vomm Impianti e Processi Spa Tel 02.57510808 E-mail info@vomm.it

Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa Tel 0565.857632 E-mail giancarlo.guazzi@cbtoscanacosta.it

Oppimitti Energy Srl Tel 0525.70112 E-mail info@oppimitti.it

Ecoross Srl Tel 0983.565045 E-mail walterpulignano@ecoross.it

Schneider Electric Italia Spa Tel 02.262971 E-mail comunicazione.it@schneider-electric.com

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