Patrizio Gravano
APPUNTI MATEMATICI
William Shockley, Walter Brattain e John Bardeen I tre fisici americani premiati con il Nobel per i loro studi sull’effetto transistor, una scoperta rivoluzionaria anche dal punto di vista pratico
I CIRCUITI DIGITALI numero 22 - ottobre 2016
INTRODUZIONE
Ho articolato l’elaborato in tre distinte sezioni. La
prima
contiene
una
sintesi
dei
principali
elementi
cirucitali e completa un precedente ANGOLO DEL FISICO con qualche elemento ulteriore….. In essa fanno la loro comparsa, oltre a approfondimenti vari, anche gli elementi non lineari, a partire dal diodo fino ai transistori e all’amplificatore operazionale.
La
seconda
sezione
e’
una
semplice
carrellata
delle
principali regole per lo studio dei circuiti a partire dai due criteri di Kirchhoff e ai principali teoremi, elaborati con lo scopo di rendere piu’ celere e semplice lo studio dei ciruiti.
La terza parte introduce i circuiti lineari piu’ elementari. In effetti l’elettronica e’ una disciplina troppo ampia e richiederebbe numeri monografici, quali uno dedicato risposta in frequenza, uno agli amplificatori, etc..
Si
e’,
ovviamente,
resa
necessaria
una
selezione
del
materiale a disposizione con riserva di sviluppi a cascata.
Patrizio Gravano patrizio.gravano@libero.it
I CIRCUITI ELETTRONICI
1. GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEI CIRCUITI ELETTRONICI
1.1 Tensioni e correnti. Le leggi di Ohm Esiste una legge fisica fondamentale, detta prima legge di Ohm per la quale risulta V = RI, ovvero risulta che la differenza di potenziale ai morsetti (caduta di tensione) di un resistore al passaggio di una corrente nota I e’ data dalla relazione indicata. Solitamente si ammette sia R costante nel tempo. Gli elementi circuitali per i quali vale la legge di Ohm sono
detti
resistori,
o,
nel
linguaggio
comune,
resistenze. La
relazione
V
=
RI
e’
detta
legge
costitutiva
resistore. R e’ una costante specifica di un dato resistore.
del
Esiste una classificazione dei resistori proprio riferita ai valori della resistenza R. La corrente elettrica, o piu’ correttamente l’intensita’ di corrente elettrica, viene misurata in ampere (A). Se la differenza di potenziale elettrico viene misurata in volt (V), allora le resistenze si misurano in ohm. In sostanza un resistore ha una resistenza di un ohm quando una corrente circolante di un ampere determina una caduta di potenziale di 1 volt ai suoi capi (morsetti). Studi avanzati hanno evidenziato, coeteris paribus, una dipendenza della resistenza dalla temperatura. E’ stata introdotta una seconda legge di Ohm per la quale la
resistenza
R
e’
proporzionale
alla
lunghezza
del
conduttore ed inversamente proporzionale alla sezione di esso. Si scrive R =Ď
đ?‘™ đ?‘
La sezione s viene misurata in đ?‘šđ?‘š2 . La grandezza Ď , dipendente dalla natura fisica (metallica) del conduttore e’ detta resistivita’. Le due leggi di Ohm possono essere combinate insieme avendosi che
đ?‘‰ đ??ź
= Ď
đ?‘™ đ?‘
Applicando ai capi di un resistore una d.d.p. V, per esempio con una pila, sara’ immediatamente determinabile la corrente I circolante.
1.2 Correnti e tensioni continue e alternate. Una corrente I si dice continua se I = I(t). Essa
e’
anche
unidirezionale,
ovvero
il
flusso
delle
parcelle cariche avviene costantemente in un certo verso. Analogamente una d.d.p. si dice continua se V e’ costante nel tempo, ovvero se V = V(t). Il
trasporto
delle
correnti
per
distanze
notevoli
(elettrodotti) ha imposto l’utilizzo di tensioni e di correnti alternate. Questa fu una grande intuizione di Nikola Tesla. Quando una corrente elettrica non e’ unidirezionale e varia nel tempo viene indicata con il seguente formalismo i = i(t) Matematicamente risulta che i(t) =
đ?‘‘ đ?‘‘đ?‘Ą
q(t)
Le correnti che solitamente si considerano sono costituite da elettroni, ovvero da particelle cariche negativamente (per convenzione) e portatrici di una carica elettrica fondamentale, indicata, solitamente, con la lettera e. L’unita’ di misura della carica elettrica e’ il coulomb. Sperimentalmente risulta e = - 1,6*10−19 coulomb. Va ricordata la fondamentale distinzione tra verso reale della corrente e verso convenzionale di essa. Essi, poiche’ si muovono cariche negative, sono opposti. In ogni caso va ricordato che nei circuiti elettrici le intensita’ i spesso vengono considerate come quantita’ algebriche. Equivalentemente una corrente circuitale negativa esprime una coincidenza tra senso convenzionale e senso reale della corrente. Anche le tensioni elettriche possono variare nel corso del tempo, quindi deve essere nota la regola che le descrive nel dominio del tempo, ovvero v = v(t) Nel novero delle correnti e delle tensioni che variano nel tempo vi sono sicuramente quelle periodiche.
La definizione riprende quella delle funzioni periodiche. Una corrente o una tensione possono dirsi periodiche se risulta i(t)= i(t +kτ) ove k e’ un intero e
Ď„
un parametro
dimensionato a ⌋TâŚŒ detto periodo minimo, o semplicemente periodo, ovvero v(t)= v(t +kĎ„) Alcune correnti e tensioni periodiche sono pure alternate nel
senso
che
il
valore
medio
di
esse
misurato
nell’intervallo τ risulta pari a 0. E’ il caso delle correnti sinusoidali, particolarmente usate nella pratica quotidiana, facilmente trasportabili nello spazio, tramite elettrodotti.
1.3 Correnti e tensioni sinusoidali Le correnti e le tensioni sinusoidali sono periodiche ed alternate. La loro rappresentazione e’ molto semplice. i(t) = đ??źđ?‘šđ?‘Žđ?‘Ľ sin(đ?œ”đ?‘Ą + đ?œ‘) e
v(t) = đ?‘‰đ?‘šđ?‘Žđ?‘Ľ sin(đ?œ”đ?‘Ą + đ?œ‘) đ??źđ?‘šđ?‘Žđ?‘Ľ e đ?‘‰đ?‘šđ?‘Žđ?‘Ľ sono due valori massimi istantanei. đ??żđ?‘Ž grandezza ω = 2Ď€f e’ detta pulsazione. La grandezza φ e’ detta fase e il suo valore concreto si ottiene ponendo nelle equazioni t = 0. Essa e’ misurata in radianti. Rispetto alle tensioni e alle correnti sinusoidali viene definito il valore medio (riferito ad un periodo) e il valore efficace. Se
ci
si
riferisce
alle
tensioni
sinusoidali
dette
grandezze sono cosi’ espresse ���� =
1
đ?‘Łđ?‘’đ?‘“đ?‘“ =
√
�
�0 +�
âˆŤđ?‘Ą
0
1 �
đ?‘Ł(đ?‘Ą)đ?‘‘đ?‘Ą
�0 +�
âˆŤđ?‘Ą
0
= 0
đ?‘Ł(đ?‘Ą)2 đ?‘‘đ?‘Ą =
đ?‘‰đ?‘šđ?‘Žđ?‘Ľ √2
Data la frequenza, misurata in hetz, ovvero in đ?‘ đ?‘’đ?‘? −1, il periodo e’ dato dalla relazione T =
1 đ?‘“
1.4 I dipoli Il
dipolo
elettrico
elettrico collegata
e’ alla
ogni
componente
restante
parte
di
circuito
del
circuito
tramite due morsetti. I dipoli vengono distinti in attivi e passivi. Sono attivi i generatori di forza elettromotrice, pile chimiche, batterie, alternatori, etc. e i generatori di corrente. Nello studio dei circuiti si ragiona secondo la seguente convenzione. Per i dipoli attivi, generatori, il verso convenzionale della corrente e il verso che definisce una variazione positiva
della
tensione
ai
morsetti
del
generatore
coincidono. Per i dipoli passivi, quali i resistori, gli induttori e i condensatori, il verso convenzionale della corrente e il verso della variazione positiva della tensione sono opposti. Prendendo in considerazione i vari bipoli tutto apparira’ chiaro.
1.5 I generatori di forza elettromotrice Si parte da un bipolo detto generatore ideale di tensione. Il simbolo grafico di esso evidenzia anche la convenzione che lo riguarda, al pari di ogni altro generatore.
Il generatore di tensione mantiene costante la d.d.p. tra i punti A e B al valore E. In estrema sintesi risulta che đ?‘Łđ??ľ = đ?‘Łđ??´ + E. Convenzionalmente la corrente scorre da A verso B. L’equazione
caratteristica
del
esemplificata dal seguente grafico
generatore
di
tensione
e’
ben
Nella realta’ il generatore ideale di tensione non esiste e si ammette che detto dispositivo abbia una resistenza interna. Pertanto la sua rappresentazione simbolica e’ quella di un generatore ideale e di una resistenza in serie con esso. Si ha la situazione seguente.
In questa rappresentazione si anticipa la convenzione relativa agli elementi passivi. Infatti in essa oltre al simbolo del generatore di f.e.m. si
tiene
conto
anche
della
resistenza
interna
del
generatore, rappresentata da un resistore. Un
generatore
reale
potenziale E - đ?‘˘đ?‘&#x; .
garantisce
una
differenza
di
1.6 I generatori di corrente Un generatore di corrente e’ un dispositivo a due morsetti in grado di garantire una corrente data đ??ź0 a prescindere dal valore di tensione ai morsetti.
Anche per il generatore di corrente, supposto ideale, quindi privo di resistenza interna, viene data una rappresentazione grafica. Essa e’ la seguente
In realta’ il modello del generatore ideale di corrente e’ una pura astrazione e nella pratica si deve tenere conto
della resistenza interna che viene rappresentata nella teoria dei circuiti da una resistenza interna collocata in parallelo rispetto al generatore ideale. Questo circuito piu’ sotto rappresentato e’ istruttivo.
Esso e’ il seguente.
Questa eâ&#x20AC;&#x2122; una figura gradita che come scritto âŚ&#x2039;Fredon, Callea, MagloireâŚ&#x152; eâ&#x20AC;&#x2122; espressione del modello di Norton. Vorrei osservare che ho aggiunto la lettera K che individua un nodo nel circuito (peraltro apertoâ&#x20AC;Ś..) Vorrei poi far notare che la corrente i disegnata in blu si ha in senso fisico solo chiudendo il circuito con un carico. Nel modello di Norton del generatore reale di corrente viene erogata una corrente i < đ??ź0 dovendo risultare i = đ??ź0 - đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x; .
Viene quindi ad aversi un generatore di corrente di valore i, ovvero la situazione seguente
Se a detto generatore che eroga al circuito una corrente i viene collegato un resistore di resistenza r eâ&#x20AC;&#x2122; possibile determinare la d.d.p. ai capi di esso, usando la legge di Ohm, ovvero v = ri Quindi in questo modellino deve essere v =v(r ) essendo i assegnata e non modificabile. In definitiva ai capi del generatore si ha una d.d.p. che dipende dal valore della resistenza del carico.
1.7 Generatori controllati Esistono generatori di corrente e di tensione controllati. Si intende che la corrente impressa da essi o la tensione ai morsetti dipendono funzionalmente da una grandezza esogena ad essi.
Un generatore di tensione V puoâ&#x20AC;&#x2122; essere comandato da una tensione detta di comando đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;? . In questo caso risulta che V = kđ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;? . Immediatamente
si
osserva
che
k
eâ&#x20AC;&#x2122;
un
valore
adimnesionato, privo cioeâ&#x20AC;&#x2122; di dimensioni fisiche. Ma un generatore di tensione puoâ&#x20AC;&#x2122; essere controllato, o comandato, come si dice, in corrente nel senso che la tensione ai suoi morsetti dipende, quindi atrattamente varia nel tempo, in relazione al valore di una corrente di controllo, indicata con il formalismo V = hđ??źđ?&#x2018;? La costante di proporzionalitaâ&#x20AC;&#x2122; h ha le dimensioni fisiche di una resistenza. Quando si fanno questi ragionamenti ci si riferisce a generatori ideali di tensione. Eâ&#x20AC;&#x2122; bene chiarire che la corrente di comando non percorre il generatore e che la tensione non dipende dalla corrente circolante.
Anche i generatori di corrente possono essere comandati in corrente e in tensione, rispettivamente.
Il generatore di corrente
comandato in tensione eroga una
corrente I dipendente da una tensione di comando assegnata đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;? in generale non coincidente con la tensione misurabile ai morsetti di esso.
Per il caso di un generatore di tensione controllato in corrente la corrente che egli imprime eâ&#x20AC;&#x2122; proporzionale, secondo una costante adimensionale, ad una corrente di comando đ??źđ?&#x2018;? .
1.8 I resistori I resistori sono elementi circuitali bipolari la cui legge costitutiva coincide con la prima legge di Ohm. V = RI In genere R eâ&#x20AC;&#x2122; una costante e quando si considerano grandezze che variano nel dominio del tempo la legge si scrive come segue v(t)= R i(t)
Lâ&#x20AC;&#x2122;unitaâ&#x20AC;&#x2122; di misura della resistenza (proprietaâ&#x20AC;&#x2122; dei resistori) eâ&#x20AC;&#x2122; lâ&#x20AC;&#x2122;ohm e la grandezza inversa, detta conduttanza, ha come unitaâ&#x20AC;&#x2122; di misura il siemens.
Due resistori percorsi dalla medesima corrente sono detti in serie.
Eâ&#x20AC;&#x2122; ben evidente la rappresentazione della convenzione dellâ&#x20AC;&#x2122;utilizzatore. Eâ&#x20AC;&#x2122; bene ricordare, cosa molto utile, che đ?&#x2018;Łđ??´đ??ś = đ?&#x2018;Łđ??´đ??ľ + đ?&#x2018;Łđ??ľđ??ś infatti đ?&#x2018;Łđ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;Łđ??ś = (đ?&#x2018;Łđ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;Łđ??ľ ) + (đ?&#x2018;Łđ??ľ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;Łđ??ś )= đ?&#x2018;Łđ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;Łđ??ľ + đ?&#x2018;Łđ??ľ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;Łđ??ś = đ?&#x2018;Łđ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;Łđ??ś
In pratica tra i morsetti A e C la presenza delle due resistenze equivale alla presenza di un resistore đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019;đ?&#x2018;&#x17E;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;Ł. = đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 .
Caratteristica tipica delle resistenze e’ la dissipazione di potenza sotto forma di calore (effetto termico della corrente, o effetto Jaule).
Una distinta modalita’ circuitale dei resistori e’ il parallelo. Due resistori sono in parallelo se ai capi di essi si misura la stessa d.d.p.. Il seguente e’ un esempio di circuito elementare con resistori in parallelo.
Nel punto B si ha una tensione E. Detta tensione e’ la medesima che si misura ai capi delle due resistenze. Dette resistenze sono in parallelo o, come a volte si dice, in derivazione.
Il problema eâ&#x20AC;&#x2122; trovare la resistenza equivalente, ovvero avere la seguente equivalenza circuitale
Per risolvere questo problema basta ricordare, come si faraâ&#x20AC;&#x2122;
ampiamente
e
formalmente
nel
proseguo,
che
la
corrente i si ripartisce nei resistori in parallelo in modo tale che i = đ?&#x2018;&#x2013;1 + đ?&#x2018;&#x2013;2 . Ma eâ&#x20AC;&#x2122; possibile scrivere la i = đ?&#x2018;&#x2013;1 + đ?&#x2018;&#x2013;2 come segue đ??¸ đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019;đ?&#x2018;&#x17E;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;Ł.
=
Nella
đ??¸ đ?&#x2018;&#x2026;1
đ??¸
+đ?&#x2018;&#x2026; â&#x2021;&#x201D; 2
realtaâ&#x20AC;&#x2122;
1 đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019;đ?&#x2018;&#x17E;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;Ł.
i
=
1 đ?&#x2018;&#x2026;1
1
+ đ?&#x2018;&#x2026; â&#x2021;&#x201D; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019;đ?&#x2018;&#x17E;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;Ł. = 2
circuiti
1 1 1 + đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;2
=
elettronici
1 đ?&#x2018;&#x2026;2 +đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;2
=
hanno
đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
molte
resistenze e quindi quanto detto andraâ&#x20AC;&#x2122; di volta in volta integrato con gli aspetti particolari che si presentano. In ogni caso diverraâ&#x20AC;&#x2122; importante considerare il caso della resistenza equivalente, come si avraâ&#x20AC;&#x2122; modo di vedere.
In generale per n resistori in serie o in parallelo si utilizzano le seguenti formule
1 đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;?
= â&#x2C6;&#x2018;
1 đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2013;
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018; = â&#x2C6;&#x2018; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2013;
La rappresentazione caratteristica dei resistori, quando si ammetta R costante nel tempo (tempoinvarianti) eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente
Come detto uno dei concetti piuâ&#x20AC;&#x2122; utili eâ&#x20AC;&#x2122; quello di resistenza equivalente di un gruppo di resistenze, viste da due punti.
A titolo di esempio vorrei citare un semplice esercizio che ho rinvenuto tra quelli dellâ&#x20AC;&#x2122;esame di ammissione al I anno della S.N.S. (anno accademico 2009-2009). Si chiede, in sostanza di dire quanto vale la resistenza equivalente
della
seguente
porzione
elettrico, riferita ai morsetti A e B.
di
un
circuito
I tratti rettilinei indicano dei collegamenti del circuito nei quali non si ha apprezzabile resistenza elettrica. Essi sono detti bipoli cortocircuiti ideali. A questo punto ho ammesso di collegare detta porzione ad un generatore di f.e.m.. Ammetto che sia un generatore ideale di f.e.m.. Risulta,
credo
non
casualmente,
che
ognuno
di
detti
resistori ha una resistenza di 1 ohm. Si consideri il seguente inserimento di generatore di f.e.m..
In queste condizioni la corrente entra nelle resistenze 2 e 3. La resistenza 1 non viene percorsa da corrente.
Il circuito puoâ&#x20AC;&#x2122; essere visto anche come segue
Sostituendo V con un generatore di fem opposto (invertendo la d.d.p.) si ha un andamento convenzionale opposto per la corrente. Le resistenze sono eguali, quando si studia il circuito con
riferimento
al
secondo
caso
proposto
lâ&#x20AC;&#x2122;unica
resistenza davvero cortorircuitata, quindi non sede di una corrispondente caduta di tensione eâ&#x20AC;&#x2122; quella denotata dal numero 5.
Con riferimento al primo caso di V considerato il valore costruttivo di đ?&#x2018;&#x2026;1 eâ&#x20AC;&#x2122; irrilevante. Si ponesse đ?&#x2018;&#x2026;1 = 0, caso del cirtocircuto ideale, le cose si complicherebbero, quanto a descriere lâ&#x20AC;&#x2122;andamento delle correnti nei vari rami. La sostanza delle cose non dovrebbe mutare per distinti e diversi tra loro valori delle resistenze considerate, in quanto la corrente entrante in A e quella uscente da B sono eguali. Ho ragionato da un punto di vista sperimentale osservando per il dato circuito (nella sua versione equivalente) risulta che la ddp tra i punti A e B, ovvero đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ľ = đ?&#x2018;&#x2030;0 essendo questa ultima la tensione del generatore ideale di f.e.m.. Per esempio sostituendo una resistenza di 1 ohm alla parte del circuito si ha comunque che la corrente ha, in ampere, lo steso valore della tensione, in Volt.
Ho poi deciso di modificare la rete resistiva assegnata nel modo seguente, ove ogni resistore e’ contraddistinto da un numero d’ordine, con due soli bipoli cortocircuito.
La prima ipotesi e’ quella di collegare un generatore di f.e.m. al circuito nel modo seguente indicando l’andamento delle correnti. La situazione sarebbe la seguente.
Ho individuato nel seguente il circuito equivalente.
A questo punto peroâ&#x20AC;&#x2122; la corrente i eâ&#x20AC;&#x2122; ancora incognita e il circuito fondamentale cui applicare il II principio di Kirchhoff eâ&#x20AC;&#x2122; invero il seguente
In questo caso la resistenza equivalente risulta đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; = đ?&#x2018;&#x2026;1 + (đ?&#x2018;&#x2026;4 ⧾⧾ đ?&#x2018;&#x2026;5 ) Se poi si decidesse di impostare il secondo caso, collegando alla porzione data di resistori e corticircuiti ideali una pila di
tensione
costante
E,
secondo
la
modalitaâ&#x20AC;&#x2122;
descritta. Essa conduce a esisti alquanto differenti. Il circuito sarebbe il segunete
piuâ&#x20AC;&#x2122;
sotto
In questo caso la resistenza 1 non eâ&#x20AC;&#x2122; attraversata da correnti. La corrente đ?&#x2018;&#x2013;3 si bipartisce tra le resistenze 4 e 5 che possono essere considerate in derivazione, ovvero ai morsetti di esse eâ&#x20AC;&#x2122; possibile misurare la stessa d.d.p.. Le resistenze 2 e 3 sono percorse dalla medesima corrente, quindi sono in serie. Ritornando al circuito di base dellâ&#x20AC;&#x2122;esercizio dei primo anno della Scuola Normale Superione quando il polo posivito della batteria eâ&#x20AC;&#x2122; tale che il punto A sia a potenziale E allora il circuito equivalente diviene
Equivalentemente si ha
Le due resistenze sono in derivazione in quanto ai capi di essa si misura la medesima differenza di potenziale. Pertanto eâ&#x20AC;&#x2122; come avere il seguente circuito
Quando
si
inverte
la
polaritaâ&#x20AC;&#x2122;
di
E
saraâ&#x20AC;&#x2122;
la
sola
resistenza 5 a non essere attraversata da corrente e con considerazioni analoghe si deve trovare una đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019;1 = đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019;.
1.9 I condensatori I
condensatori
sono
bipoli
passivi
costituiti
da
due
armature, su cui si accumulano cariche elettriche separate da un materiale isolante (dielettrico) o dal vuoto. Per essi sono date diverse rappresentazioni simboliche la piuâ&#x20AC;&#x2122; nota delle quali eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente
Essi sono facilmente individuabili. La scrittura â&#x2020;?
đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ľ
La
legge
deve intendersi nel senso che đ?&#x2018;Łđ??´ > đ?&#x2018;Łđ??ľ
costitutiva
del
condensatore,
detto
anche
capacitore, eâ&#x20AC;&#x2122; q(t) = Cđ?&#x2018;Łđ?&#x2018;? (t)
Viene data una rappresentazione caratteristica del condensatore ben evidenziabile dal grafico seguente
La
costante
C,
tipica
di
ogni
condensatore
eâ&#x20AC;&#x2122;
detta
capacitaâ&#x20AC;&#x2122;, e la sua unitaâ&#x20AC;&#x2122; di misura eâ&#x20AC;&#x2122; detta farad, in onore del fisico inglese M. Faraday. Si usano ampiamente i sottomultipli del farad, quali il nf o il Î&#x153;f. I
consensatori
immagazzinano
energia
elettrica
e
la
quantitaâ&#x20AC;&#x2122; di essa eâ&#x20AC;&#x2122; lâ&#x20AC;&#x2122;integrale dalla potenza p(t) = v(t)i(t). đ?&#x2018;Ą
đ??¸đ?&#x2018;&#x2019; (t) = â&#x2C6;Ť0 đ?&#x2018;?(đ?&#x153;?)đ?&#x2018;&#x2018;đ?&#x153;? =
1 âŚ&#x2039;đ?&#x2018;&#x17E;(đ?&#x2018;Ą)âŚ&#x152;2 2
đ??ś
In questo â&#x20AC;&#x153;breviarioâ&#x20AC;? vanno ricordate le due formule dei condensatori in serie e dei condensatori in derivazione, in termini di capacitaâ&#x20AC;&#x2122; equivalente. 1 đ??śđ?&#x2018;
1
= â&#x2C6;&#x2018;đ??ś
đ?&#x2018;&#x2013;
đ??śđ?&#x2018;? = â&#x2C6;&#x2018; đ??śđ?&#x2018;&#x2013;
1.10 Gli induttori Gli induttori o bobine sono elementi passivi la cui legge costitutiva eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;Łđ??ż (t) = L
In
onore
đ?&#x2018;&#x2018; đ?&#x2018;&#x2013; (t) đ?&#x2018;&#x2018;đ?&#x2018;Ą đ??ż
del
fisico
americano
dellâ&#x20AC;&#x2122;induttanza eâ&#x20AC;&#x2122; detta henry =
Henry đ?&#x2018;Łđ?&#x2018;&#x153;đ?&#x2018;&#x2122;đ?&#x2018;Ą đ?&#x2018; đ?&#x2018;&#x2019;đ?&#x2018;? đ?&#x2018;&#x17D;đ?&#x2018;&#x161;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;&#x2019;đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2019;
lâ&#x20AC;&#x2122;unitaâ&#x20AC;&#x2122;
di
misura
, solitamente indicato
con la lettera H.
đ??´lcuni induttori hanno un nucleo di ferro per rafforzare il campo magnetico. I simboli circuitali utilizzati sono i seguenti
Occorre ricordare che le induttanze in serie e in parallelo sono definibili in termini di induttanza risultante, come segue 1 đ??żđ?&#x2018;?
1
= â&#x2C6;&#x2018;đ??ż
đ?&#x2018;&#x2013;
đ??żđ?&#x2018; = â&#x2C6;&#x2018; đ??żđ?&#x2018;&#x2013;
Dalla legge costitutiva dellâ&#x20AC;&#x2122;induttore đ?&#x2018;&#x2030;đ??ż
= L
đ?&#x2018;&#x2018; đ?&#x2018;&#x2018;đ?&#x2018;Ą
i(t)
si comprende immediatamente che đ?&#x2018;&#x2030;đ??ż = 0 quando i(t) eâ&#x20AC;&#x2122; una costante, ovvero quando
si ha una corrente continua.
Infatti, la derivata di una costante eâ&#x20AC;&#x2122; zero.
1.11 Trasformatore ideale Il trasformatiore eâ&#x20AC;&#x2122; un elemento circuitale essenziale costituito da due induttori affiancati, spesso contenenti nel suo interno un materiale ferromagnetico. Si rimanda alla teoria della mutua induttanza. La rappresentazione del trasformatore con traferro eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente
La relazione che lo descrive eâ&#x20AC;&#x2122; immediata. Essa, ricavata dal principio della costanza della potenza, p
=iv,
nel
primario
e
nel
secondario
(ipotesi
del
trasformatiore ideale), eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente đ?&#x2019;&#x160;đ?&#x2019;&#x2018; đ?&#x2019;&#x160;đ?&#x2019;&#x201D;
đ?&#x2019;&#x2014;
đ?&#x2019;?
= đ?&#x2019;&#x2014;đ?&#x2019;&#x201D; = đ?&#x2019;?đ?&#x2019;&#x201D; = đ?&#x2019;&#x2018;
Ove
đ?&#x2019;&#x2018;
i
đ?&#x;? đ?&#x2019;?
pedici
allâ&#x20AC;&#x2122;induttanza
p a
e
s
indicano
sinistra
i
(detta
valori
relativi
primario)e
quelli
dellâ&#x20AC;&#x2122;induttanza a destra, il cosiddetto secondario. Il numero n eâ&#x20AC;&#x2122; detto rapporto di trasformazione.
1.12 Impedenza (generalizzazione della legge di Ohm) Le relazioni che definiscono lâ&#x20AC;&#x2122;impedenza, e che, come noto,
costituiscono
generalizzata, grandezze, sinusoidale.
la
valgono
quindi
cosiddetta solo
tensioni
quando e
legge si
correnti,
di
Ohm
considerano di
tipo
Detta legge viene scritta nella forma đ?&#x2018;&#x2030;Ě&#x2026; = Zđ??ź Ě&#x2026; e si interpreta come segue. Se si applica una tensione sinusoidale di pulsazione Ď&#x2030; si misura una corrente di ingresso nel bipolo avente medesima pulsazione Ď&#x2030;, tra le due grandezze, espresse da numeri complessi, vale la suidincata relazione. Il numero complesso Z, che non definisce una grandezza periodica, viene detto impedenza del dipolo. Dallâ&#x20AC;&#x2122;elettrotecnica generale sono note le formule di Z per i tre dipoli passivi utilizzati. Nel caso del resistore risulta Z = R e la legge di Ohm generalizzata si scrive semplicemente đ?&#x2018;&#x2030;Ě&#x2026; = Rđ??ź Ě&#x2026; In
questo
caso
la
tensione
e
la
corrente
sono
in
concordanza di fase. La sfasatura tra le due grandezze sorge nel caso del condensatore e dellâ&#x20AC;&#x2122;induttore. Nel caso del condensatore risulta che đ?&#x2018;?đ??ś = -
đ?&#x2018;&#x2014; đ?&#x153;&#x201D;đ??ś
ove j eâ&#x20AC;&#x2122; lâ&#x20AC;&#x2122;unitaâ&#x20AC;&#x2122; immaginaria. Per lâ&#x20AC;&#x2122;induttore si ha đ?&#x2018;?đ??ż = jĎ&#x2030;L Se si ammette che j sia un operatore di rotazione antioraria di đ?&#x153;&#x2039; 2
rad.
si comprende agevolmente
lo sfasamento tra le due
grandezze, con mere sostituzioni in formula. Infatti â&#x20AC;&#x201C; j definisce una rotazione oraria di
đ?&#x153;&#x2039; . 2
Per le impedenze legate a segnali sinusoidali valgono le seguenti relazioni relative alla impedenza risultante da una serie (ovvero da impedenze in serie, e quindi percorse dalla
medesima
corrente)
oppure
per
la
risultante
di
impedenze in parallelo, sottoposte alla medesima tensione sinusoidale, si ha 1 đ?&#x2018;?đ?&#x2018;?
1
= â&#x2C6;&#x2018; đ?&#x2018;? â&#x2021;&#x201D; đ?&#x2018;?đ?&#x2018;? = đ?&#x2018;&#x2013;
1 â&#x2C6;&#x2018;
1 đ?&#x2018;?đ?&#x2018;&#x2013;
đ?&#x2018;?đ?&#x2018; = â&#x2C6;&#x2018; đ?&#x2018;?đ?&#x2018;&#x2013;
In questo caso si avraâ&#x20AC;&#x2122; a che fare con numeri complessi.
2. I PRINCIPALI METODI PER LO STUDIO DEI CIRCUITI
2.1 Principio delle correnti Nota la caratterizzazione dei circuiti in rami, maglie e nodi vi eâ&#x20AC;&#x2122; un primo principio, detto di Kirchhoff delle correnti, per il quale in ogni circuito e in ogni nodo di esso la somma algebrica delle correnti in esso in ogni istante vale 0. Detto
altrimenti
in
ogni
dt
la
quantitaâ&#x20AC;&#x2122;
di
cariche
entranti in esso eâ&#x20AC;&#x2122; eguale alla quantitaâ&#x20AC;&#x2122; di cariche uscenti. Se A eâ&#x20AC;&#x2122; un nodo allora risulta â&#x2C6;&#x2018;đ?&#x2018;&#x2014;,đ??´ đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2014;,đ??´ = 0 Cioâ&#x20AC;&#x2122; eâ&#x20AC;&#x2122; costantemente vero nel tempo e per ogni nodo del circuito. Solitamente
si
rappresenta
disegnino seguente
questo
principio
con
il
In esso si evidenzia un nodo e sei rami su cui scorrono sei
distinte
correnti,
con
frecce
che
evidenziano
se
trattasi di correnti entranti o di correnti uscenti dal nodo. Esiste
una
regola
convenzionale
che
ammette
che
le
correnti entranti siano positive e quelle uscenti siano negative. Questo principio puoâ&#x20AC;&#x2122; anche essere enunciato dicendo che la somma delle correnti entranti in un nodo eâ&#x20AC;&#x2122; eguale alla somma delle correnti uscenti da esso. Con riferimento al caso evidenziato risulta đ??ź1 + đ??ź2 + đ??ź3 + đ??ź4 = đ??ź5 + đ??ź6 . Gli enunciati sono coerenti in quanto đ??ź1 + đ??ź2 + đ??ź3 + đ??ź4 = đ??ź5 + đ??ź6 â&#x2021;&#x201D; đ??ź1 + đ??ź2 + đ??ź3 + đ??ź4 â&#x2C6;&#x2019; đ??ź5 â&#x2C6;&#x2019; đ??ź6 = 0.
2.2 Principio delle tensioni Il secondo principio, detto delle maglie, evidenzia che in un percorso chiuso, preso un punto di esso ad esempio A, risulta che la somma dette tensioni misurate vale 0.
Ovvero đ?&#x2018;Łđ??´đ??´ = 0. Essa viene enunciata solitamente nel modo seguente â&#x20AC;&#x153;lungo una maglia la somma algebrica delle tensioni eâ&#x20AC;&#x2122; eguale a zeroâ&#x20AC;?. Si puoâ&#x20AC;&#x2122; ragionare come segue. Si ammette data la tensione in un punto A, eguale a đ?&#x2018;Łđ??´ , quindi si percorre la maglia in uno dei due sensi possibili e si considerano gli elementi attivi e le cadute di tensione degli elementi passivi, quali i resistori. Risulta che per ogni maglia eâ&#x20AC;&#x2122; â&#x2C6;&#x2018;đ?&#x2018;Ł = 0 Il secondo principio di Kirchhoff
eâ&#x20AC;&#x2122; enunciabile anche in
questo modo: â&#x20AC;&#x153;in ogni maglia la somma delle differenze di potenziale ai capi di ogni elemento della maglia eâ&#x20AC;&#x2122; zeroâ&#x20AC;? âŚ&#x2039;Maloberti, MartiniâŚ&#x152;.
I due principi enunciati in astratto permettono di risolvere tutti i circuiti noti. In realtaâ&#x20AC;&#x2122; i circuiti reali hanno piuâ&#x20AC;&#x2122; maglie. In pratica, dato un circuito costituito da n nodi e da r rami, eâ&#x20AC;&#x2122; possibile impostare un sistema algebrico costituito da n-1
equazioni indipendenti ai nodi e da r â&#x20AC;&#x201C; n + 1 equazioni indipendenti alle maglie. Questo consente di calcolare ognuna della r correnti ai rami. Poicheâ&#x20AC;&#x2122; questo metodo puoâ&#x20AC;&#x2122; risultare alquanto laborioso vengono utilizzati alcuni teoremi con intenti semplificanti.
2.3 I Teoremi di Thevenin e di Norton Per studiare piuâ&#x20AC;&#x2122; celermente i circuiti elettronici si utilizza un teorema detto di Thevenin particolarmente utile a determinare la corrente circolante in un ramo. Esso afferma che una porzione di circuito lineare riferita ai morsetti di un carico, in genere una resistenza, eâ&#x20AC;&#x2122; equivalente ad un circuito detto di Thevenin costituito da un generatore e da un resistore in serie con esso. Detto generatore eâ&#x20AC;&#x2122; detto generatore di Thevenin e la resistenza in serie eâ&#x20AC;&#x2122; detta resistenza di Thevenin. Essi sono indicati coi simboli formali đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026; đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; . Il teorema eâ&#x20AC;&#x2122; applicabile solo ai circuiti lineari. Si procede per step ben definiti. Si â&#x20AC;&#x153;toglieâ&#x20AC;? dal circuito il bipolo collocato sul ramo rispetto al quale si intende calcolare la corrente.
Si considera la parte rimanente di circuito. Esso deve contenere solo elementi lineari. Si rende quindi passivo il circuito, ovvero si sostituisce il generatore di corrente con un circuito aperto e il generatore di tensione con un corto circuito. Rispetto ai morsetti aperti (quindi rispetto ai punti del ramo
ove
eâ&#x20AC;&#x2122;
resistenza
stato
tolto
equivalente
il
della
bipolo)
si
rimanente
determina
la
porzione
di
circuito. Si
puoâ&#x20AC;&#x2122;
ragionare
immaginando
che
a
detti
punti
sia
collegato un generatore di fem. Cosiâ&#x20AC;&#x2122; facendo si determina la resistenza equivalente che si indica con đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; . La tensione ai morsetti aperti eâ&#x20AC;&#x2122; la tensione equivalente di Thevenin. Se si ha il seguente circuito non câ&#x20AC;&#x2122;eâ&#x20AC;&#x2122; nulla da scoprire.
Nella logica del teorema di Thevenin calcolare la corrente che passa in đ?&#x2018;&#x2026;2 imporrebbe staccare detto bipolo e rendere passivo il circuito. Sarebbe
Si avrebbe đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ?&#x2018;&#x2026;1 . Ma
sarebbe
circuito
anche đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ??¸ .
aperto
non
vi
Questo eâ&#x20AC;&#x2122;
eâ&#x20AC;&#x2122;
vero
caduta
di
in
quanto
tensione
a
nel
resistoreâ&#x20AC;Ś. Non si avrebbe nulla da dimostrareâ&#x20AC;Ś.. Ho
abbozzato
il
seguente
circuito
esplicativa (forse neppure esisteâ&#x20AC;Ś.).
per
sola
finalitaâ&#x20AC;&#x2122;
Lâ&#x20AC;&#x2122;obbiettivo potrebbe essere calcolare la corrente che circola nel resistore đ?&#x2018;&#x2026;3 . I primi due step sono staccare il resistore đ?&#x2018;&#x2026;3 e rendere passiva
la
rete,
ovvero
sostituire
E
con
un
bipolo
cortocircuito.
Occorre calcolare la resistenza equivalente del seguente circuito.
Le resistenze đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;2 sono in derivazione. Basta immaginare un generatore in AB e vedere la corrente bipartirsi in esse per poi scorrere in đ?&#x2018;&#x2026;1 . Pertanto la resistenza equivalente eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; =
đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2026;3 đ?&#x2018;&#x2026;2 +đ?&#x2018;&#x2026;3
+ đ?&#x2018;&#x2026;1
đ?&#x2018;&#x201A;đ?&#x2018;Łđ?&#x2018;&#x2019; si consideri il circuito a morsetti aperti tra A e B con il generatore si ha đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľ = 0 Occorre osservare che đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ = E, in quanto non vi eâ&#x20AC;&#x2122; passaggio di
corrente
e
quindi
neppure
cadute
di
tensione
nei
resistori. đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ľ = đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ â&#x20AC;&#x201C; 0 = E
Il circuito equivalente diviene
Eâ&#x20AC;&#x2122; ora possibile calcolare la corrente che circola nel resistore đ?&#x2018;&#x2026;4 applicando il principio delle maglie, avendo quindi đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; â&#x20AC;&#x201C; i( đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; +đ?&#x2018;&#x2026;4 ) = 0 â&#x2021;&#x201D; i =
đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; +đ?&#x2018;&#x2026;4
Esiste una fondamentale equivalenza circuitale che consente di introdurre un teorema ulteriore detto di Norton.
Si ha che la resistenza equivalente di Thevenin e di Norton sono eguali, ovvero đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018; La corrente impressa equivalente si ricava dalla prima legge di Ohm. đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; I da cui I =
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D;
La corrente I eâ&#x20AC;&#x2122; detta corrente impressa.
Il teorema di Norton viene solitamente enunciato dicendo che â&#x20AC;&#x153;una rete lineare vista da due nodi puoâ&#x20AC;&#x2122; essere sostituita da un generatore di corrente in parallelo alla resistenza equivalente vista dai due nodiâ&#x20AC;?.
Viene fatto osservare âŚ&#x2039;Cuniberti, De LucchiâŚ&#x152; che detta crrente â&#x20AC;&#x153;rappresenta la corrente fra i due nodi posti in cortocircuito.â&#x20AC;? Specificando
queste
interessanti
osservazioni
si
puoâ&#x20AC;&#x2122;
sintetizzare con la seguente figura.
In detto circuito ai capi di R eâ&#x20AC;&#x2122; misurabile una tensione che vale đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; . La situazione cambia alquanto collegando i morsetti A e B con un conduttore, cortocircuito ideale. In
questo
caso
nel
resistore
R
non
circola
apprezzabilmente corrente, che scorre nel cortocircuito. La situazione eâ&#x20AC;&#x2122; divenuta la seguente
Il cortocircuito ideale eâ&#x20AC;&#x2122; indicato in verde, il rosso indica il passaggio della corrente.
2.4 Circuiti binodali Esistono particolari circuiti detti binodali costituiti da maglie organizzate in modo che i rispettivi nodi, due o quattro, assumano solo due distinti valori di tensione. Questa figura ne illustra un caso costituito da tre maglie.
In casi del genere si ammette sia đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľ = 0 pertanto il problema consiste nel calcolare đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ . Vi sono molti approcci possibili, primo fra tutti la sovrapposizione paragrafo.
degli
effetti,
descritta
nel
prossimo
Sperimentalmente
si
potrebbe
giungere
al
risultato
inserendo nel punto indicato dalla freccia un amperometro A e misurando la corrente ivi circolante. Sia i detta corrente di ramo, misurata. Risulta che đ?&#x2018;&#x2030;2 â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;1(=0) = iđ?&#x2018;&#x2026;1 = đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ľ , essendo đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľ = 0.
Per la trattazione rigorosa dei circuiti binodali si utilizza un teorema detto di Millmann che si ottiene dalla applicazione di
due
teoremi
della
teoria
dei
circuiti,
Norton
e
la
sovrapposizione degli effetti.
2.5 Sovrapposizione degli effetti Un ulteriore fondamentale teorema circuitale eâ&#x20AC;&#x2122; detto principio di sovrapposizione degli effetti. Esso si applica ai soli circuiti lineari. In buona sostanza, esso ci dice che una tensione ai morsetti o una corrente in un ramo di un circuito quando nel circuito siano presenti piuâ&#x20AC;&#x2122; elementi attivi eâ&#x20AC;&#x2122; la somma
(algebrica)
generatori.
delle
correnti
dovute
ai
singoli
Per mere motivazioni di spiegazione del principio ho deciso di ampliare il circuito utilizzato per spiegare il teorema di Thevenin
introducendo
una
ulteriore
maglia
contenente
un
generatore autonomo di corrente, quindi non pilotato, chiamato đ??ź1 . Il circuito eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
La corrente che circola nel resistore 4 eâ&#x20AC;&#x2122; la somma di due componenti, la prima delle quali eâ&#x20AC;&#x2122; quella dovuta alla presenza del generatore di fem E, quando si ammetta spento il generatore di tensione. Essa eâ&#x20AC;&#x2122; in definitiva quella riconducibile al seguente circuito.
Si ricade nel circuito precedente e quindi il contributo del solo generatore di tensione sulla corrente circolante risulta essere
đ?&#x2018;&#x2013;4,đ??¸ =
đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; +đ?&#x2018;&#x2026;4
Va ora considerato il caso del contributo ascrivibile al solo generatore di corrente I, ponendo E = 0, ovvero sostituendolo con un corto circuito ideale.
Per fare cioâ&#x20AC;&#x2122; occorre, ed eâ&#x20AC;&#x2122; sufficiente, riferirsi al seguente circuito.
Semplificando il parallelo di resistenze si ottiene
Osservo che la medesima corrente che circola nel parallelo di resistenze circola pure in đ?&#x2018;&#x2026;1 , pertanto le resistenze đ?&#x2018;&#x2026;2 ⧾⧾ đ?&#x2018;&#x2026;3 e đ?&#x2018;&#x2026;1 sono in serie. Si
ha
quindi
la
seguente
rappresentazione
equivalente
del
circuito ove si ha đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; = (đ?&#x2018;&#x2026;2 ⧾⧾ đ?&#x2018;&#x2026;3 ) + đ?&#x2018;&#x2026;1
La corrente I si ripartisce nelle due resistenze in ragione inversa di detti valori con il vincolo del primo principio il valore di đ??ź4 si ricava immediatamente da đ?&#x2018;&#x2026;4 đ??ź4 = đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ??źđ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; â&#x2021;&#x201D; đ??ź4 = =
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; (I đ?&#x2018;&#x2026;4
ovvero
-đ??ź4 ) â&#x2021;&#x201D;
đ??ź4 =
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026; 1+ đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4
đ?&#x2018;&#x2026;
đ??ź4 + đ??ź4 đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; = 4
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; I đ?&#x2018;&#x2026;4
đ?&#x2018;&#x2026;
â&#x2021;&#x201D; đ??ź4 ( 1 + đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; ) = 4
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; I đ?&#x2018;&#x2026;4
â&#x2020;&#x2019; đ??ź4 =
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ??źđ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ??ź đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; 1+ đ?&#x2018;&#x2026;4
đ??ź
Essa identifica il contributo del solo generatore di corrente, quindi formalizzabile come đ?&#x2018;&#x2013;4,
đ??ź
=
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026; 1+ đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4
đ??ź
La corrente effettivamente circolante nel resistore 4 eâ&#x20AC;&#x2122; la somma (in questo caso particolare aritmetica) dei due distinti contributi, ovvero
đ?&#x2018;&#x2013;4,đ?&#x2018;Ąđ?&#x2018;&#x153;đ?&#x2018;Ą =đ?&#x2018;&#x2013;4,đ??¸ + đ?&#x2018;&#x2013;4,đ??źđ??¸
=
đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; +đ?&#x2018;&#x2026;4
+
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026; 1+ đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4
đ??ź
Ove, a paritaâ&#x20AC;&#x2122; di ogni altra condizione si invertisse la polaritaâ&#x20AC;&#x2122; del generatore di corrente allora risulterebbe
đ?&#x2018;&#x2013;4,đ?&#x2018;Ąđ?&#x2018;&#x153;đ?&#x2018;Ą =đ?&#x2018;&#x2013;4,đ??¸ + (- đ?&#x2018;&#x2013;4,đ??źđ??¸ )
2.6
=
đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; +đ?&#x2018;&#x2026;4
+ (â&#x2C6;&#x2019;
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026; 1+ đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4
đ??¸đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; +đ?&#x2018;&#x2026;4
đ??ź) = đ?&#x2018;&#x2026;
â&#x2C6;&#x2019;
đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026; 1+ đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;4
đ??ź
Un circuito fantasioso (?!)
Ripensando ai circuiti dellâ&#x20AC;&#x2122;elettrotecnica ho disegnato un circuito di fantasia. Qualcuno piuâ&#x20AC;&#x2122; avezzo di me nelle tecniche dei circuiti, direbbe â&#x20AC;&#x153;didatticoâ&#x20AC;?, per me solo motivo non dico di uno scherzo, ma di una idea â&#x20AC;Ś. magari neppure tanto avveduta, chissaâ&#x20AC;&#x2122;â&#x20AC;Ś.. Il circuito eâ&#x20AC;&#x2122; un piccolo â&#x20AC;&#x153;groviglioâ&#x20AC;? di resistori (ben sette) e due generatori, uno di fem ed uno di corrente, come segue.
Per certi aspetti si puoâ&#x20AC;&#x2122; immaginare questo circuito come se vi vircolasse una corrente dovuta ai due elementi attivi. Il tutto condito con due vincoli. Il primo di essi eâ&#x20AC;&#x2122; che tra i punti A e B si ha una d.d.p. che vale đ??¸1 ovvero risulta đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??´ = đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ = đ??¸1 . Il secondo vincolo eâ&#x20AC;&#x2122; che nel punto D deve scorrere una corrente đ??ź0 dovuta al generatore di corrente. Per garantire tra i punti A e B una ddp positiva pari a đ??¸1 eâ&#x20AC;&#x2122; necessario utilizzare un generatore reale di tensione, dotato di una resistenza interna đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;Ą đ??¸ . Essa deve ritenersi nota. Nella resistenza interna deve circolare una corrente i tale che đ??¸1 = đ??¸2 â&#x2C6;&#x2019; iđ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;Ą đ??¸ ovvero đ??¸2 = đ??¸1 + iđ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;Ą đ??¸ Detta corrente dipende anche dal contributo del generatore di corrente. Ma
la
medesima
corrente.
osservazione
vale
per
il
generatore
di
Se desidero avere una corrente impressa assegnata devo tenere conto che ho a che fare con generatori reali, quindi anche in questo caso bisogna considerare un bipolo reale, secondo lo schema di Norton che nel caso di specie risulta
Si eâ&#x20AC;&#x2122; disegnata solo la corrente dovuta al generatore di corrente. Bisogna tenere conto che in detto punto circola anche una corrente dovuta al generatore reale di f.e.m.. In buona sostanza occorre calcolare la corrente che circola nella resistenza interna del generatore di f.e.m.. La corrente i eâ&#x20AC;&#x2122; ricavabile coordinando il teorema di Thevenin con il teorema di sovrapposzione degli effetti. Ma i = đ?&#x2018;&#x2013;đ??¸2 + đ?&#x2018;&#x2013;đ??ź0 đ?&#x2018;&#x2013;đ??¸2 si ottiene imponendo la condizione di circuito aperto per il generatore reale di corrente.
Per il generatore di fem la situazione diviene la seguente
Quando devo considerare lâ&#x20AC;&#x2122;effetto del solo generatore di corrente devo ammettere sia đ??¸2 eguale a zero volt. Quindi la corrente dovuta dal generatore di corrente si calcola applicando Thevenin ai morsetti di đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;Ą đ??¸ utilizzando il seguente circuito equivalente
Ma in realtaâ&#x20AC;&#x2122; si puoâ&#x20AC;&#x2122; ragionare in termini differenziali determinando la corrente che passa nel resistore interno del generatore di f.e.m. nei due sensi ragionando sulla maglia contenente i resistori.
Vi eâ&#x20AC;&#x2122;una condizione immediata per la quale lâ&#x20AC;&#x2122;apporto della corrente đ??ź0 , impressa dal generatore reale, non determini un effetto di caduta di tensione ai morsetti della resistenza interna idealizzata del generatore reale di f.e.m.. Occorre ed eâ&#x20AC;&#x2122; sufficiente che detta corrente đ??ź0 si ripartisca tra i due paralleli, quindi che la resistenza equivalente di essi sia eguale. In questo caso alla resistenza interna arrivano due correnti 1
Âą 2 đ??ź0 che elidono i lori effetti quanto a caduta di tensione. Fuori da questa condizione occorre tenere conto dellâ&#x20AC;&#x2122;effetto del generatore ai fini del calcolo della tensione ai morsetti di essa.
3. ELEMENTI NON LINEARI. DIODI E TRANSISTORI
3.1 Il diodo ideale In termini di oggettivitaâ&#x20AC;&#x2122; fisica il diodo eâ&#x20AC;&#x2122; una giunzione p-n, ovvero una componente passiva costituita da un materiale semiconduttore, silicio, germanio, arseniuro di gallio, che in particolari condizioni conduce una corrente đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2018;
e in altre
non conduce apprezzabilmente.
Le
motivazioni
apprezzabile
fisiche
conduzione
della saranno
conduzione
e
oggetto
una
di
della
non
nota
che
svilupperoâ&#x20AC;&#x2122; in primavera allâ&#x20AC;&#x2122;uopo attingendo dal Cap. 1 del libro di Millmann sui Fondamenti dellâ&#x20AC;&#x2122;elettronica.
Per ora eâ&#x20AC;&#x2122; bene considerare questi due casi sperimentali. Il primo eâ&#x20AC;&#x2122; quello della polarizzazione diretta. Questa condizione eâ&#x20AC;&#x2122; definita dal seguente circuito.
La polarizzazione diretta si ha quando il polo positivo della pila eâ&#x20AC;&#x2122; collegato alla parte drogata positivamente, con un pentavalente, quindi, della giunzione drogata. La polarizzazione inversa eâ&#x20AC;&#x2122; ricondotta a questo secondo schema circuitale
In questo caso circola solo una debolissima corrente che si considera trascurabile. Essa eâ&#x20AC;&#x2122; detta corrente inversa si saturazione e il verso di essa eâ&#x20AC;&#x2122; dal catodo allâ&#x20AC;&#x2122;anodo. Ovvero si ammette đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2018; = 0. Anche per la giunzione pn che di fatto costituisce il diodo eâ&#x20AC;&#x2122; stato istituito un particolare simbolo circuitale. Esso eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
I punti A e K sono detti rispettivamente anodo e catodo. Il diodo ideale eâ&#x20AC;&#x2122; una astrazione. Esso ammette una conduzione apprezzavile quando đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2018; â&#x2030;Ľ 0. In
realtaâ&#x20AC;&#x2122;
le
cose
non
stanno
in
questi
termini
e
la
conduzione avviene oltre un valore positivo, detto tensione di soglia, solitamente indicata con đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; . Essa eâ&#x20AC;&#x2122; anche detta tensione di offset.
3.2 Il diodo reale La
curva
caratteristica
del
diodo
reale
eâ&#x20AC;&#x2122;
abbastanza
complessa e rappresentabile come segue. Le tensioni sono misurare in Volt mentre le correnti sono misurare in mA, ovvero sono dellâ&#x20AC;&#x2122;ordine dei 10â&#x2C6;&#x2019;3 ampere.
La
corrente
đ??źđ?&#x2018;&#x153;
eâ&#x20AC;&#x2122;
una
corrente
inversa
debolissima,
dellâ&#x20AC;&#x2122;ordine dei 10â&#x2C6;&#x2019;6 ampere, dovuta alle cariche minoritarie. Oltre la tensione di soglia la corrente cresce con legge esponenziale. Risulta che đ?&#x2018;&#x2030;
I = đ??źđ?&#x2018;&#x153; (đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x153;&#x2021;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021; -1) Risulta
che
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021; , detto
temperatura, vale đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021; =
equivalente đ?&#x2018;&#x2021;
11600
in
tensione
della
ove T eâ&#x20AC;&#x2122; la temperatura misurata
in gradi Kelvin. Nello studio dei circuiti viene introdrodotto un modello semplificato per il diodo reale che poggia sulla seguente equivalenza. Esiste un modello elementare per il diodo per il quale un diodo
eâ&#x20AC;&#x2122;
equivalente
ad
un
circuito
aperto
quando
eâ&#x20AC;&#x2122;
polarizzato negativamente e ad un generatore con resistenza secondo lo schema seguente quando polarizzato positivamente
Il generatore di fem indicato
eâ&#x20AC;&#x2122; tale che la d.d.p. vale -
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž mentre la resistenza eâ&#x20AC;&#x2122; la resistenza interna del diodo. Essa puoâ&#x20AC;&#x2122; valere anche qualche decina di ohm. Il piuâ&#x20AC;&#x2122; banale circuito con diodi eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
Il diodo eâ&#x20AC;&#x2122; conduttore, ovvero polarizzato positivamente, quando đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; > đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž . Applicando alla maglia il secondo principio di Kirchhoff si avraâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; â&#x20AC;&#x201C; V -iR = 0
ovvero
đ?&#x2018;Ł = đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; -iR đ?&#x2018;&#x2026; resta costante. Se non circola corrente la tensione ai capi di R eâ&#x20AC;&#x2122; eguale a đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; (percheâ&#x20AC;&#x2122; non câ&#x20AC;&#x2122;eâ&#x20AC;&#x2122; caduta di tensione ex Ohm).
Quando si pone V = 0 (condizione di diodo ideale condizione equivalente allâ&#x20AC;&#x2122;averlo sostituito con un bipolo cortocircuito ideale)allora risulta i =
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; đ?&#x2018;&#x2026;
Il punto di lavoro, che individua la corrente e la tensione ai capi del diodo, si ha allâ&#x20AC;&#x2122;intersezione tra la retta di lavoro e la curva caratteristica del diodo che eâ&#x20AC;&#x2122; legata alle modalitaâ&#x20AC;&#x2122; del drogaggio della giunzione.
In polarizzazione diretta si ha una conduzione del diodo nel quale circola una corrente đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2018; e ai cui capi si misura una tensione đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2018; che per la tensione costante di ingresso e data R sono gli unici valori che soddisfano la condizione del II principio di Kirckhoff riferito alla maglia.
Graficamente si ha
Eâ&#x20AC;&#x2122;
bene
considerare
il
passaggio
circuito
equivalente
(diodo
â&#x2020;&#x2019;
successivo
generatore
di
ovvero
nel
f.c.e.m.
e
resistore interno) determinare, per i parametri noti, la tensione đ?&#x2018;&#x2030;0
ai capi di R per assegnati valori di đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; .
Si ha la cosiddetta transcaratteristica o caratteristica di trasferimento dei circuito.
Il cirucito eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
Occorre calcolare la corrente i in accordo con il II principio di Kirchhoff. Esso ha senso fisico solo per đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; > đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž.
Per đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; â&#x2030;¤ đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž. Il diodo non conduce e il circuito equivalente eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
Con riferimento al primo circuito applicando il II principio si ha đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;? = 0 â&#x2021;&#x201D; đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; = đ?&#x2018;&#x2030;0
Nella teoria elementare viene, con riferimento al modello equivalente del diodo, introdotto il concetto di resistenza differenziale del diodo. La conduzione avviene, come eâ&#x20AC;&#x2122; noto, solo in polarizzaizone diretta. In
questo
caso
tra
i
morsetti
A
e
K
del
diodo,
detti
rispettivamente anodo e catodo, si determina una differenza di potenziale e una conseguente corrente diretta nel diodo.
Precisamente,
lo
scorrerre
della
corrente
induce
una
corrispondente caduta di tensione. Risulta che la corrente in senso convenzionale ha andamento A â&#x2020;&#x2019; K. Pertanto đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž > 0 â&#x2021;&#x201D; đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž < 0 (ex convenzione dellâ&#x20AC;&#x2122;utilizzatore). Formalmente si ha đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž =đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2DC; Ma ragionando sul circuito equivalente si puoâ&#x20AC;&#x2122; scrivere che đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018; = đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2DC; da cui alegebricamente đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž = đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2DC;
= đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž + đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018;
đ?&#x2018;&#x201E;đ?&#x2018;˘esta eâ&#x20AC;&#x2122; una relazione cruciale percheâ&#x20AC;&#x2122; dal variare di i varia đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž Le grandezze đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž đ?&#x2018;&#x2019; đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018; devono considerarsi costanti costruttive del diodo a giunzione. Eâ&#x20AC;&#x2122; possibile considerare lâ&#x20AC;&#x2122;equazione đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž = đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2DC;
= đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž + đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018;
Essa eâ&#x20AC;&#x2122; differenziabile avendo dđ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž = d(đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž + đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018; ) â&#x2021;&#x201D; dđ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž = d(đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž ) + đ?&#x2018;&#x2018;( đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018; ) â&#x2021;&#x201D; â&#x2021;&#x201D; dđ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž = đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018; đ?&#x2018;&#x2018;(đ?&#x2018;&#x2013;)
dđ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž = 0 + đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018; đ?&#x2018;&#x2018;(đ?&#x2018;&#x2013;)
In realtaâ&#x20AC;&#x2122; questa relazione eâ&#x20AC;&#x2122; messa in altra forma âŚ&#x2039;Sacchi, BiondoâŚ&#x152; ovvero in forma discreta avendosi che đ?&#x203A;Ľđ?&#x2018;&#x2013;đ??´ đ?&#x203A;Ľđ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž
đ?&#x2018;&#x;đ?&#x2018;&#x2018;
=đ?&#x2018;&#x;
1 đ?&#x2018;&#x2018;
definisce la resistenza differenziale dei diodo e non
corrisponde alla resistenza data dal rapporto tra la tensione misurabile ai capi di esso e la corrente in esso circolante. Questa ultima eâ&#x20AC;&#x2122; detta resistenza statica del diodo e viene indicata con đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; .
3.2 I diodi Zener Una
particolare
tipologia
di
diodi,
detti
Zener,
viene
utilizzata nei circuiti con funzione di stabilizzatore o di limitatore di tensione. I diodi Zener vengono utilizzati in polarizzazione
inversa
con una tensione costante minore (in segno) della tensione che solitamente determina la rottura della giunzione pn. Essi hanno un simbolo circuitale che li differenzia da quello dei diodi ordinari.
Il circuito di polarizzazione eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
In polrizzazione inversa quando la tensione eâ&#x20AC;&#x2122; in modulo maggiore di quella di rottura della giunzione lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della maglia eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž + V â&#x20AC;&#x201C; R(-i) = 0 đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž + V + Ri = 0 VAK = Per
- V
- Ri
convenzione
si
ammette
di
considerare
positiva
la
tensione - đ?&#x2018;&#x2030;đ??´đ??ž indicata solitamente come đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;? .
Su tale base si introduce una corrente đ??źđ?&#x2018;?
cui corrisponde la
seguente condizione circuitale per lo Zener
Sulla
base
di
questa
convenzione
eâ&#x20AC;&#x2122;
immediatamente
costruibile lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della maglia come segue V â&#x20AC;&#x201C; iR + đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;? = 0 Anche
per
il
diodo
Zener
esiste
un
modello
equivalente
costituito da un generatore di f.e.m. e da un resistore interno.
Praticamente đ?&#x2018;&#x2030;đ??žđ?&#x2018;? eâ&#x20AC;&#x2122;
il
modulo
della
tensione
di
rottura
(negativa)della giunzione. Queste
considerazioni
saranno
particolarmente
utili
nei
circuiti stabilizzatori.
In realtaâ&#x20AC;&#x2122;, esistono altri tipi di diodi, quali i diodi Schottky, i diodi ad effetto tunnel e i varicor .
3.3 I transistori I
transistori
sono
un
elemento
circuitale
che
utilizza
materiale semiconduttore, germanio e silicio in particolare.
I
primi
transistori
realizzati
sono
quelli
bipolari
a
giunzione, detti anche BJT, bipolar junction transistor, la cui costruzione fu avviata alla fine degli Anni Quaranta dello scorso secolo nei Bell Labortories negli Stati Uniti.
Successivamente furono impostati nuovi tipi di transistore, quali i transistori ad effetto di campo, comunemente detti FET nei quali â&#x20AC;&#x153;il flusso della corrente viene controllato dal campo elettrico prodotto da una tensione di ingressoâ&#x20AC;?. I transistori FET vengono poi distinti in transistori a giunzione e in transistori MOSFET, essendo semiconduttori a ossido metallico.
3.3.1. I transistori a giunzione I transistori a giunzione sono costituiti da regioni drogate alternativamente n,p,n e p,n,p.
Si caratterizzano per avere una corrente di ingresso molto bassa e per una corrente controllata in uscita molto piu’ elevata. In essi, la conduzione e’ dovuta sia al movimento di elettroni che di lacune. Essi vengono utilizzati sia come amplificatori di corrente che come interuttori. Conviene
cominciare
con
il
transistor
npn
cosi’
rappresentabile
Le tre regioni B C ed E sono dette rispettivamente base, collettore ed emettitore. Solitamente collettore.
l’emettitore
e’
piu’
drogato
rispetto
al
Il caso del transistor pnp eâ&#x20AC;&#x2122; cosiâ&#x20AC;&#x2122; schematizzato.
Va
osservato
che
dal
punto
di
vista
delle
correnti
il
transistore puoâ&#x20AC;&#x2122; essere assimilato ad un nodo in quanto risulta che đ??źđ??ľ + đ??źđ?&#x2018;? = đ??źđ?&#x2018;&#x2019; quando si trascura lâ&#x20AC;&#x2122;effetto di corrente di deriva. Le modalitaâ&#x20AC;&#x2122; del drogaggio consentono di avere una corrente di collettore molto maggiore della corrente di base, secondo questa relazione đ??źđ?&#x2018;? = â&#x201E;&#x17D;đ??šđ??¸ đ??źđ??ľ â&#x201E;&#x17D;đ??šđ??¸ indica il guadagno di corrente in continua. In questo consiste il cosiddetto effetto transistor. Il valore della tensione đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ = 0.7 đ?&#x2018;&#x2030; eâ&#x20AC;&#x2122; un dato costrutitvo corrispondente alla tensione di soglia di una giunzione pn o np (a seconda del tipo di transistore utilizzato) polarizzata direttamente.
Sulla
base
di
questa
osservazione
viene
realizzata
la
cosiddetta caratteristica di ingresso. Quando la si rappresenta si ammette costante đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ . La rappresentazione della caratteristica di ingresso eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente
Per detti transistori una tensione đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ = -7 V (polarizzazione inversa,
quindiâ&#x20AC;Ś)
puoâ&#x20AC;&#x2122;
determinare
la
rottura
della
giunzione. Viene
poi
definita
la
caratteristica
dâ&#x20AC;&#x2122;uscita
del
transistore. Si
colloca
la
tensione đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ sullâ&#x20AC;&#x2122;asse
delle
ascisse
e
la
corrente di collettore đ??źđ?&#x2018;? . Dalla relazione đ??źđ?&#x2018;? = â&#x201E;&#x17D;đ??šđ??¸ đ??źđ??ľ ci si dovrebbe attendere che per dati valori della corrente di base le curve in detto piano per
distinti
valori
della
perfettamente orizzontali.
corrente
di
base
siano
In realta’ questa e’ una approssimazione ed enfatizzando l’effetto le curve hanno un andamento del genere seguente.
Le figure sono riferite a due distinti valori della corrente di base, il cui ordine di grandezza e’ delle decine di microampere. La spiegazione di questo andamento e’ da ricercarsi in un effetto detto di Early. Questo effetto sara’ esaminato nel numero di approfondimento.
Le zone di funzionamento del transistore sono tre. Esse
sono,
rispettivamente,
dette
zona
attiva,
saturazione, e, da ultimo, zona di interdizione.
zona
di
La
zona
attiva
di
funzionamento
del
transistore
eâ&#x20AC;&#x2122;
ben
evidenziabile con questa rappresentazione
Si considera solitamente la maglia di collettore e si applica il secondo principio di Kirchkkoff avendosi che đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;? â&#x2C6;&#x2019; đ??źđ?&#x2018;? đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;? â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ = 0 da cui đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;? = đ??źđ?&#x2018;? đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;? + đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ Questo eâ&#x20AC;&#x2122; un modo per indicare la retta di carico passante per il punto (0, đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ ) e per il punto (đ??źđ??ś , 0). Il punto di lavoro del transistor eâ&#x20AC;&#x2122; dato dallâ&#x20AC;&#x2122;intersezione tra detta retta e le curve che in detto piano sottendono le varie correnti di base đ??źđ??ľ , al variare, dunque, della corrente di base.
Vale, ovviamente, anche una legge di Kirchkkoff per la maglia di base, che risulta del tipo đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ??ľ đ??źđ??ľ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ = 0 In
questo
caso
deve
considerarsi
đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸
una
costante
costruttiva. Vanno
quindi
considerate
le
due
ulteriori
modalitaâ&#x20AC;&#x2122;
di
funzionamento del transistore. Va considerato il funzionamento in zona di saturazione. Occorre quindi considerare il funzionamento del transistore in saturazione. A variazioni positive della corrente di base corrisponde un punto di funzionamento del transistore sempre piuâ&#x20AC;&#x2122; in alto con una conseguenza imoprtante, rappresentata dal fatto che đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ si avvicina ad un valore detto tensione di saturazione, in
ragione
della
quale
non
vale
piuâ&#x20AC;&#x2122;
lâ&#x20AC;&#x2122;equazione
che
caratterizza il funzionamento in zona attiva. In pratica si misurebbe una corrente đ??źđ?&#x2018;? Per
portare
il
transistore
nella
< â&#x201E;&#x17D;đ??šđ??¸ đ??źđ??ľ . cosiddetta
zona
di
interdizione di procede riducendo la corrente di base. Per definizione di dice che un transistore eâ&#x20AC;&#x2122; interdetto quando risulta đ??źđ??¸ = 0.
In pratica cioâ&#x20AC;&#x2122; si realizza quando đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ < đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž Mi sono rappresentato la situazione come approssimata (ovvero i tre casi di â&#x20AC;&#x153;funzionamntoâ&#x20AC;?) dal grafico seguente.
Il tratto inclinato positivamente eâ&#x20AC;&#x2122; la regione attiva di funzinamento e lâ&#x20AC;&#x2122;inclinazione del tratto eâ&#x20AC;&#x2122; â&#x201E;&#x17D;đ??šđ??¸ . Quando
il
transistore
viene
portato
in
interdizione
non
circola corrente questo eâ&#x20AC;&#x2122; vero quando esso eâ&#x20AC;&#x2122; sostituibile formalmente con un circuito aperto. Il disegno sottostante evidenzia la non conduzione.
Ci si riferisce al caso del transistore npn.
In questo caso ho considerato una tensione negativa tra base ed emettitore e non si ha conduzione in quanto la iunzione pn eâ&#x20AC;&#x2122; polarizzata negativamente. Risulta partendo da E che per il II principio di Kirchhoff si ha â&#x17D;¸đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ â&#x17D;¸â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž - đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;Ľ = 0 . Alternativamente si puoâ&#x20AC;&#x2122; considerare un generatore equivalemente come da figura seguente
Anche in condizione di polarizzazione diretta con 0 < đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ < < đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž non si ha conduzione e a questo proposito si avrebbe la seguente situazione
In questa figura la conduzione si ha per đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;Ľ > 0. Nel
caso
particolare đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž = â&#x17D;¸ đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ â&#x17D;¸ detto
caso
diviene
cosiâ&#x20AC;&#x2122;
rappresentabile.
3.3.2 Transistori ad effetto di campo Essi sono comunemente chiamati FET, acronimo di field effect transistor.
Hanno tre terminali detti rispettivamente sorgente (source), pozzo (drain) e porta (gate). Il gate e’ isolato elettricamente. Il transistore si caratterizza per la presenza di una regione, tra drain e source detta canale.
Esso puo’ essere drogato n oppure p.
Anche
per
detti
elementi
attivi
si
ha
una
particolare
simbologia che e’ la seguente
In
questo
caso
il
canale
e’
drogato
n
(quindi
con
un
pentavalente). Una modalita’ di rappresentazione del FET a canale p e’ tipicamente la seguente.
Il gate eâ&#x20AC;&#x2122; drogato sempre di segno opposto. Se il canale eâ&#x20AC;&#x2122; p allora il gate eâ&#x20AC;&#x2122; drogato n e viceversa.
3.3.2.1 Struttura e funzionamento dei transistori ad effetto di campo a giunzione Detti transisotri, come giaâ&#x20AC;&#x2122; evidenziato, possono essere a canale n oppure a canale p. Il canale eâ&#x20AC;&#x2122; anche chiamato barretta. Se si considerano i transistori a canale n eâ&#x20AC;&#x2122; possibile dire che a detta regione (barretta) corrispondono due regioni drogate p e indicate con il formalismo đ?&#x2018;?+ per denotare che esse sono fortemente drogate con atomi pentavalenti. La figura seguente illustra il caso e le parti marcate in nero evidenziano le metalizzazioni che definiscono i tre terminali del transistore.
In
verde
sono
indicate
le
regioni
di
svuotamento
e
propriamente la regione n non svuotata costituisce il canale di flusso degli elettroni.
Il
JFET
a
canale
n
polarizzato
inversamente
e’
cosi
schematizzabile.
Situazione riconducibile alla seguente
In
questa
configurazione
non
solo
non
si
registra
un
apprezzabile passaggio di corrente, ma si deve evidenziare un allargamento della regione di svuotamento. In effetti e’ stato sperimentalmente evidenziato che esiste una tensione di polarizzazione inversa, detta tensione di pinch-off
per la quale il canale coincide con la regione di
svuotamento e ogni possibile flusso elettronico e’ inibito (resistenza infinita). Vista l’evenienza della polarizzazione inversa si potrebbe esaminare il caso della polarizzazione diretta che ha un
effetto asimettrico in relazione allâ&#x20AC;&#x2122;espandersi della regione di svuotamento. La situazione ben potrebbe rappresentarsi come segue.
Il caso della conduzione si ha per đ?&#x2018;&#x2030;đ??ˇđ?&#x2018;&#x2020; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018; â&#x2030;¤ đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x192;.đ?&#x2018;&#x153;đ?&#x2018;&#x201C;đ?&#x2018;&#x201C; Nel caso valga lâ&#x20AC;&#x2122;eguaglianza si ha la chiusura del canale e una corrente di drain costante. Essa esprime la condizione di saturazione del JFET. Porzioni di regione n sono a differente potenziale. Queste
osservazioni
danno
contto
delle
cosidette
caratteristiche del JFET. Si parte dalla caratteristica di uscita o di drain, che mette in
relazione
la
tensione đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020;
â&#x2030;¤ 0
con
la
corrispondente
corrente di drain, misurata in 10â&#x2C6;&#x2019;3 A. Si ammette noto il valore della tensione di chiusura del canale, come dato costruttivo.
La rappresentazione grafica della caratteristica di drain eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente.
La
parte
orizzontale
delle
curve
verdi
evidenzia
la
condizione di corrente di drain costante per effetto della chiusura del canale. Si parla di regione di saturazione del JFET. Esiste una curva verde minimale, solitamente corrispondente a
una
tensione đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020; =-0.3
V
al
di
sotto
della
quale
il
transistore eâ&#x20AC;&#x2122; intedetto, non si ha corrente di gate. Per detti transistori poi si considera una caratteristica detta di ingresso o di gate, riconducibile a quella del diodo reale, ovvero la seguente.
Da ultimo occorre studiare la cosiddetta caratteristica di trasferimento che mette in corrispondenza la corrente di drain con la tensione tra G ed S per un dato valore della tensione đ?&#x2018;&#x2030;đ??ˇđ?&#x2018;&#x2020; .
La condizione di interdizione si ha per đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020; < đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?.đ?&#x2018;&#x153;đ?&#x2018;&#x201C;đ?&#x2018;&#x201C; In questo caso đ?&#x2018;&#x2013;đ??ˇ â&#x2030;&#x2C6; 0 V. La letteratura riporta ampiamente âŚ&#x2039;Biondo, Sacchi, pag. 194âŚ&#x152; le formule che consentono di ottenere le correnti di drain nel caso il transistore operi nella condizione di saturazione oppure nella regione lineare.
3.4. Piccoli segnali Ci si riferisca ad un transistore a giunzione npn e al seguente circuito tipico per studiare il transistore nella sua funzione di amplificatore di piccoli segnali.
Il cirucito eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente.
Per lo studio del circuito eâ&#x20AC;&#x2122; applicabile il principio della sovrapposizione degli effetti. Il funzionamento statico viene definito considerando spento il generatore di segnale, sinusidale. I condensatori non sono attraversati da corrente, quindi possono essere considerati dei circuiti aperti.
La situazione grafica eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente.
Questa giustifica la ben nota rappresentazione.
Quando, invece, si considera solamente il segnale occorre considerare i condensatori come dei corticircuiti avendosi quindi questa situazione.
Le resistenze đ?&#x2018;&#x2026;đ??ś ed đ?&#x2018;&#x2026;đ??ż sono in derivazione. La situazione viene descritta nei termini seguenti.
Nella pratica si utilizza il ben noto modello a parametri â&#x201E;&#x17D;đ?&#x2018;&#x2019; di Giacoletto, immediatamente gestibile con i principi di Kirchhoff.
Una ben nota semplificazione e’ la seguente.
Esistono molte pregevoli spiegazioni del circuito cui si rimanda ⦋Cuniberti, De Lucchi⦌.
3.5 Amplificatore operazionale Solitamente si considerano amplificatori operazionali con due ingressi ed una sola uscita. La rappresentazione e’ la seguente
I
due
ingressi,
negativo
e
positivo,
alimentati
da
due
generatori in continua sono tali che le tensioni in essi sono eguali e tra essi sussiste un cortocircuito ideale.
Vi eâ&#x20AC;&#x2122; un primo esempio che chiarisce la situazione, ovvero il caso
dellâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore
operazionale
in
configurazione
invertente, come da figura seguente.
La corrente i entra nel resistore 1 quindi nel 2 e la tensione di uscita deve garantire le condizioni del II principio. Il circuito equivalente sarebbe il seguente
Per detto anello si ha đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; â&#x2C6;&#x2019; (đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 )đ?&#x2018;&#x2013; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;0 = 0 đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; â&#x2C6;&#x2019; (đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 )đ?&#x2018;&#x2013; = đ?&#x2018;&#x2030;0 đ??żđ?&#x2018;&#x17D; corrente i eâ&#x20AC;&#x2122; immediatamente calcolabile applicando la legge di Ohm al resistore 1 osservando che nel nodo A della
prima figura la tensione vale 0 V (in quanto il morsetto non invertente eâ&#x20AC;&#x2122; a massa). i =
đ?&#x203A;Ľđ?&#x2018;&#x2030; đ?&#x2018;&#x2026;1
=
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; â&#x2C6;&#x2019;0 đ?&#x2018;&#x2026;1
Quindi eâ&#x20AC;&#x2122; possibile sostituire in formula, avendo đ?&#x2018;&#x2030;
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; â&#x2C6;&#x2019; (đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 ) đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018; = đ?&#x2018;&#x2030;0 1
Dividendo tutto per đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; â&#x2030; 0 si ha đ?&#x2018;&#x2030;0 đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;
= 1 â&#x2C6;&#x2019;
đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2026;1
= 1 â&#x2C6;&#x2019;1 â&#x2C6;&#x2019;
đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2026;1
=â&#x2C6;&#x2019;
đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2026;1
Tenendo conto del segno negativo della tensione di uscita il circuito
equivalente
puoâ&#x20AC;&#x2122;
essere
piuâ&#x20AC;&#x2122;
opportunamente
rappresentato come segue.
Va segnalata la non intercambiabilitaâ&#x20AC;&#x2122; dei due resistori. Il rapporto trovato eâ&#x20AC;&#x2122; detto guadagno di tensione. In questo caso esso eâ&#x20AC;&#x2122; negativo. Esso dipende esclusivamente â&#x20AC;&#x153;dalle resistenze del circuito esterno di reazioneâ&#x20AC;? âŚ&#x2039;Sacchi, BiondoâŚ&#x152;.
Tutti i circuiti contenenti amplificatori operazionali ideali sono risolubili sulla base di questa osservazione.
Si ammette sia đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ = đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľ
non necessariamente pari a 0 V.
Quella dellâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore ideale eâ&#x20AC;&#x2122; una semplificazione della realtaâ&#x20AC;&#x2122;, comunque ampiamente accettata. Studiando il caso dellâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore operazionale invertente ideale quando il morsetto non invertente B eâ&#x20AC;&#x2122; a massa risulta evidentemente đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ = đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľ = 0 V. Nel descrivere la situazione ho approcciato sulla falsariga di quanto fanno alcuni autori âŚ&#x2039;Sacchi, BiondoâŚ&#x152; seppure in modo autonomo quanto a sequenza di passaggi. Va
peroâ&#x20AC;&#x2122;
rilevato
che
altri
autori
âŚ&#x2039;Maloberti,
MartiniâŚ&#x152;
approcciano differentemente la questione concnentrandosi sui valori di tensione in particolari punti del circuito. La sostanza delle cose in ogni caso non cambia.
Viene definita la resistenza di ingresso intesa come la ratio tra la tensione di ingresso e la corrente di ingresso e avendosi che đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2013; = đ?&#x2018;&#x2026;1
Vi eâ&#x20AC;&#x2122; poi il caso dellâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore ideale in configurazione non invertente descritto dalla seguente situazione grafica.
Per il giaâ&#x20AC;&#x2122; introdotto principio della massa virtuale risulta che đ?&#x2018;&#x2030;đ??´ = đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; . Vi sono diverse modalitaâ&#x20AC;&#x2122; di studio dellâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore in configurazione non invertente. Non vi eâ&#x20AC;&#x2122; unicitaâ&#x20AC;&#x2122; di rappresentazione delle correnti. Ho comunque deciso di partire da una di esse âŚ&#x2039;Sacchi, BiondoâŚ&#x152; per poi usare un artificio comunque fisicamente accettabile nel senso di dover introdurre un vincolo per il potenziale in un punto del circuito ovvero in relazione al punto A.
Esso rileva in relazione al valore che la corrente assume nel circuito. Se il circuito fosse banale la II legge di Kirchkkoff sarebbe tale che đ?&#x2018;&#x2030;0 â&#x20AC;&#x201C; i(đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 ) = 0. In realtaâ&#x20AC;&#x2122; la corrente circolante dipende dal valore di đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; e risulta essere i =
đ?&#x2018;&#x2030;0 â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; đ?&#x2018;&#x2026;2
=
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; đ?&#x2018;&#x2026;1
Le due resistenze non sono intercambiabili. Non eâ&#x20AC;&#x2122; ammissibile considerare una situazione del genere come equivalente alla seguente.
In buona sostanza per questo circuito, entro i limiti del controllo lineare, la corrente nellâ&#x20AC;&#x2122;anello eâ&#x20AC;&#x2122; determinata dalla legge della maglia (II principio) con il vincolo dato (valore del potenziale nel punto A). Il vantaggio đ??´đ?&#x2018;&#x2030; eâ&#x20AC;&#x2122; positivo e dato dal rapporto
đ??´đ?&#x2018;&#x2030; =
đ?&#x2018;&#x2030;0 đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;
=
đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;1
đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;
đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;
= đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;2 = 1 + 1
1
đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2026;1
> 1
đ??ľđ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018; đ?&#x2018;&#x153;đ?&#x2018;&#x201D;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;&#x17D; ricordare che per evitare la condizione di saturazione opera un ulteriore vincolo, ovvero deve risultare â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś < đ?&#x2018;&#x2030;0 < đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś La
tensione
di
uscita
deve
risultare
compresa
entro
i
parametri di alimentazione. Vi
eâ&#x20AC;&#x2122;
un
ulteriore
circuito
basico
detto
buffer
ad
amplificazione unitaria.
Va fatta, infine, una utile precisazione sulla modalitaâ&#x20AC;&#x2122; di funzionamento
dellâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore
operazionale
che
eâ&#x20AC;&#x2122;
una
parte circuitale alimentata da due generatori in continua Âąđ??¸đ??śđ??ś La
relazione
che
collega
ingresso
ed
uscita,
detta
comunemente transcaratteristica, ha per la configurazione invertente la seguente rappresentazione grafica.
In
verde
eâ&#x20AC;&#x2122;
indicato
un
esampio
di
transcaratteristica
riferita alla configurazione non invertente. In effetti, nellâ&#x20AC;&#x2122;aplificazione reale si considerano tensioni di uscita in modulo minori di â&#x17D;¸đ??¸đ??śđ??ś â&#x17D;¸.
4. I PRINCIPALI CIRCUITI 4.1 Circuiti contenenti diodi Il diodo e’ il piu’ semplice elemento circuitale non lineare. Si
prescinde
dai
circuiti
raddrizzatori,
gia’
presi
in
considerazione in un ANGOLO DEL FISICO di un precedente numero di Appunti matematici. Un
semplice
esempio
di
circuito
contenente
diodi
e’
costituito dal limitatore, detto anche clipper. I circuiti limitatori sono svariati. Ne ho rinvenuto uno in particolare ⦋Cuniberti, De Lucchi⦌ che ho deciso di discutere. Si ammette, solitamente, che il segnale di ingresso sia sinusoidale.
Per discutere il problema occorre calcolare la tensione ai morsetti A e B. Applicando il teorema di Thevenin ai punti A e B si ha questa situazione equivalente.
Tale situazione eâ&#x20AC;&#x2122; vera percheâ&#x20AC;&#x2122; nel resistore non circola corrente e quindi non câ&#x20AC;&#x2122;eâ&#x20AC;&#x2122; caduta di tensione. Affincheâ&#x20AC;&#x2122;
il
diodo
conduca
deve
essere
polarizzato
direttamente deve essere đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026; â&#x2030;Ľ đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; In questo caso si assimila il diodo a un cortocircuito ideale avendosi la seguente situazione equivalente.
Quando il diodo eâ&#x20AC;&#x2122; polarizzato inversamente esso non conduce corrente. Cioâ&#x20AC;&#x2122; eâ&#x20AC;&#x2122; vero quando đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; > đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026; In questo caso la situazione equivalente sarebbe la seguente.
Cioâ&#x20AC;&#x2122; eâ&#x20AC;&#x2122; vero sotto la particolare condizione data per la tensione di ingresso.
In questo caso il diodo non conduce apprezzabilmente e lo si ammette sostituito da un circuito aperto ideale.
Questo eâ&#x20AC;&#x2122; sicuramente un modello
semplificato di una realtaâ&#x20AC;&#x2122;
alquanto complessa. In particolare andrebbe rilevato che la resistenza R del circuito attraversata da una corrente induce una corrispondente variazione di tensione ai capi di essa.
Un modello oggetto di discussione, sicuramente piu’ realistico, potrebbe essere il seguente.
Questo in riferimento al caso di polarizzazione diretta. Esiste una ampia casistica di circuiti limitatori con diodi ⦋Cuniberti, De Lucchi⦌ In particolare esiste la possiiblita’ di ottenere una forma d’onda limitata a partire da una sinusidale, come nel seguente esempio, ove e’ immediato comprendere che i due diodi sono collocati in modo da essere a comportamento opposto quanto a conduzione per un dato valore del segnale di ingresso.
4.1.1 Porte logiche con diodi Sono ben note le rappresentazioni cicuitali delle porte logiche AND e OR contenenti diodi. Il circuito OR eâ&#x20AC;&#x2122;
Gli ingressi potrebbero essere tipicamente onde quadre o onde rettangolari, o, al limite, un segnale rettangolare ed uno quadrato. In senso fisico la conduzione avviene quando almeno uno dei segnali assume valore đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; â&#x2030;Ľ đ?&#x2018;&#x2030;Îł . I due segnali possono essere descritti nel dominio del tempo avendosi per essi una situazione possibile del tipo seguente.
La conduzione del diodo (di almeno uno di essi) determina una caduta di tensione e nel modello equivalente, quando uno dei segnali
polarizza
inversamente
lâ&#x20AC;&#x2122;altro
diodo,
si
ha
la
seguente condizione equivalente.
Questa figura suggerisce di studiare il circuito equivalente sotto la condizione đ?&#x2018;&#x2030;1 > â&#x17D;¸đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž â&#x17D;¸. Il circuito equivalente eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
Eâ&#x20AC;&#x2122;
possibile
usare
il
II
principio
di
Kirchhoff
determinare la corrente circolante. Risulta đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž â&#x2C6;&#x2019;iđ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026; = 0 â&#x2021;&#x201D; đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž =i(đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; +đ?&#x2018;&#x2026;) â&#x2021;&#x2019; i = đ?&#x2018;&#x2030;0 = đ?&#x2018;&#x2030;đ??ť = iR =
đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; +đ?&#x2018;&#x2026;
R
đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; +đ?&#x2018;&#x2026;
per
đ??żđ?&#x2018;&#x17D; condizione ottimale
đ?&#x2018;&#x2030;0 = đ?&#x2018;&#x2030;1 si avrebbe per đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; = 0 e per đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x203A;ž
= 0. Il caso đ?&#x2018;&#x2030;1 = đ?&#x2018;&#x2030;2 = 0 conduce banalmente a đ?&#x2018;&#x2030;0 = 0. Nessuno dei diodi conduce quindi ai capi di R si misura 0 V. Da cui il risultato đ?&#x2018;&#x2030;0 = 0. Il segnale di uscita eâ&#x20AC;&#x2122; H anche quando sono in conduzione i due In
diodi. questo
caso
la
situazione
equivalente
da
considerare
sarebbe ovviamente la seguente
La polarizzazione inversa si potrebbe vedere meglio con un segnale alternato, per esempio unâ&#x20AC;&#x2122;onda quadra Âą 1. Se i segnali valgono entrambi â&#x20AC;&#x201C; 1 i diodi sono polarizzati inversamente e ai capi di R non si determina una apprezzabile d.d.p..
Va poi considerato il circuito di base della porta AND con due diodi a giunzione.
Affinche’ l’output sia L, basso, sostanzialmente 0 V e’ necessario che almeno un diodo sia in conduzione, ovvero sia polarizzato direttamente. In questo caso circola una corrente i nel resistore R e quindi si ha una corrispondente caduta di tensione che consente di dire che il valore di uscita e’ L, ovvero basso. Per capire quando i diodi sono in conduzione e’ necessario considerarne uno di essi e la parte di circuito afferente ad esso. Per
semplicita’
rettangolare.
ho
ammesso
un
segnale
di
ingresso
Si ammette L â&#x2030;&#x2C6; 0. La polarizzazione diretta si evidenzia quando si disegna la giunzione pn.
A detta situazione fisica corrisponde in termini operativi la seguente condizione.
Nel caso poi entrambi i segnali fossero L allora sarebbe
La tensione di uscita eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2030;0 â&#x2030;&#x2C6; 0 ovvero livello basso, L quando almeno un diodo eâ&#x20AC;&#x2122; in conduzione, come nellâ&#x20AC;&#x2122;esempio appena fatto, ove per semplicitaâ&#x20AC;&#x2122; si eâ&#x20AC;&#x2122; ammessa lâ&#x20AC;&#x2122;ipotesi del diodo ideale, assimilato a un bipolo cortocircuito nel caso della conduzione, come dalla figura seguente.
Per i dt per i quali entrambi i segnali sono H allora risulta che đ?&#x2018;&#x2030;0 =
H
in
quanto
i
diodi
sono
polarizzati
entrambi
negativamente e non conducono, questo eâ&#x20AC;&#x2122; vero quando đ?&#x2018;&#x2030;1 = đ?&#x2018;&#x2030;2 > đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;? .
In questo caso il circuito equivalente diviene il seguente
4.2 Circuiti contenenti transistori 4.2.1 Circuiti contenenti transistori a giunzione 4.2.1.1 Configurazione a emettitore comune La rappresentazione del circuito eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente
In
questo
circuito
vi
sono
due
elementi
attivo
uno
alternata ed uno in continua. Si distingue quindi un circuito statico ed un dinamico.
in
Il circuito statico eâ&#x20AC;&#x2122; ottenuto ponendo đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018; = 0 e considerando i condensatori come dei circuiti aperti. Il circuito che si ottiene eâ&#x20AC;&#x2122; detto rete di polarizzazione automatica a partitore. Essa eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente ed eâ&#x20AC;&#x2122; contenuta su tutti i testi di elettronica âŚ&#x2039;v. per esempio, Cuniberti De LucchiâŚ&#x152;
Si puoâ&#x20AC;&#x2122; studiare la maglia
Se ci considera questo circuito si dovrebbe dire che le resistenze sono in serie. Cioâ&#x20AC;&#x2122; eâ&#x20AC;&#x2122; vero solo in apparenza ma non nella logica complessiva del circuito. Il circuito eâ&#x20AC;&#x2122; binodale e in detta astrazione di circuito circola una corrente i data dalla relazione i =
đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
con una
conseguente caduta di tensione ai capi di đ?&#x2018;&#x2026;1 che vale Î&#x201D;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026;1 = iđ?&#x2018;&#x2026;1 . Non eâ&#x20AC;&#x2122; possibile procedere in questi termini percheâ&#x20AC;&#x2122; le due resistenze non sono in effetti in serie in quanto una parte della
corrente
costituisce
la
corrente
di
base
del
transistore. In questo caso si usa Thevenin tra i punti A e B rendendo passiva la rete, avendosi quindi
Ipotizzando di inserire un generatore di fem tra A e B si comprende che le due resistenze sono in derivazione in quanto i punti X ed Y sono al medesimo potenziale (0 V.) e đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľ comune.
in
Quindi la đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;đ??ť =
đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
In termini di correnti lâ&#x20AC;&#x2122;alimimentazione in continua fa si che nella resistenza 1 entri una corrente convenzionale i e che
nel
punto
Z
si
potenziale, essendo đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?
abbia
una
corrispondente
caduta
di
= đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś - iđ?&#x2018;&#x2026;1 .
Deve ritenersi ragionevole pensare che si intenda fissare una corrente đ?&#x2018;&#x2013;đ??ľ convenzionalmente entrante nel transistore npn. Ma cioâ&#x20AC;&#x2122; avviene sotto il vincolo che sia đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x152; =0. Detta quantitaâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;&#x152; impone un vincolo per đ?&#x2018;&#x2026;2 in quando in essa circola una corrente i - đ?&#x2018;&#x2013;đ??ľ per cui dovrebbe risultare đ?&#x2018;&#x2026;2 (i â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2013;đ??ľ ) = đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś - iđ?&#x2018;&#x2026;1 đ??¸videntemente la corrente di base in regione lineare eâ&#x20AC;&#x2122; legata alla
corrente
di
collettore
dalla
relazione
di
proprorzionalitaâ&#x20AC;&#x2122;. Per la maglia di emettitore deve risultare đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś - đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;? đ?&#x2018;&#x2026;đ??ś â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ â&#x20AC;&#x201C; (đ?&#x2018;&#x2013;đ??ľ +đ?&#x2018;&#x2013;đ??¸ )đ?&#x2018;&#x2026;đ??¸ = 0 đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ eâ&#x20AC;&#x2122; un dato tipicamente costruttivo del transistore. In effetti si potrebbe astrarre e considerare la caduta di tensione tra B ed E in termini di un resistore ideale, ma cioâ&#x20AC;&#x2122; non mi ha soddisfatto.
Ho preferito astrarre e ragionare sulla tensione tra B ed E nella regione attiva, dato costruttivo. Essa eâ&#x20AC;&#x2122; anche interpretabile come una
tensione a morsetti
aperti e quindi in temrini di tensione equivalente di Thevenin La rete di polarizzazione automatica a partitore diverrebbe in termini equivalenti la seguente
Questa
potrebbe
essere
considerata
una
rappresentazione
semplificata del circuito equivalente quando il transistore si trova nella zona attiva. La trattazione del modello eâ&#x20AC;&#x2122; ben nota anche in sede di elaborazione di progetto.
Giaâ&#x20AC;&#x2122; la figura eâ&#x20AC;&#x2122; una mia modesta rappresentazione della realtâ&#x20AC;&#x2122;, che vorrei sviluppare in termini di sovrapposizione degli effetti. Va considerato il contributo dato dal solo generatore di alimentazione.
Il cortocircuito BE consente di dire che le resistenze C e 1 sono in derivazione ma lo stesso puoâ&#x20AC;&#x2122; dirsi per la 2 e per la E. Quindi il cirucito considerato diviene il seguente.
Per effetto di questo contributo la corrente che arriva allâ&#x20AC;&#x2122;emettitore eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2030; đ??śđ??ś . Il secondo apporto eâ&#x20AC;&#x2122; dato dal generatore equivalente della barriera di potenziale đ?&#x2018;&#x2030;đ??ľđ??¸ . In questo caso si ha la seguente situazione equivalente.
I resistori E e C non sono percorsi da corrente. Quindi
la
giuzione
non
contribuisce
alla
corrente
emettitore. Il circuito equivalente sarebbe comunque il seguente.
di
Resta da considerare il caso del contributo di đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ escludendo gli altri, quindi cortocircuitandoli. La situazione equivalente diviene la seguente.
Le resistenze 2 e E sono in derivazione per la presenza del cortocircuito. Pertanto la situazione equivalente diviene la seguente.
Il contributo di questo generatore riconduce ad una corrente đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;? che scorre nel solo resistore C. Il circuito corrispondente sarebbe il seguente.
Avendosi quindi che đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;&#x2030;
đ??śđ??¸
=
đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??¸ đ?&#x2018;&#x2026;đ??ś
4.2.1.2 Configurazione Darlington Detta configurazione collega due transistori, per esempio due npn, nel modo seguente.
Tale
situazione
eâ&#x20AC;&#x2122;
rappresentabile
con
un
transistore
astratto con le seguenti caratteristiche.
La tensione di soglia del transistore equivalente eâ&#x20AC;&#x2122; la somma delle tensioni di soglia delle due giunzioni.
Nello studio dei circuiti di amplificazione si hanno circuiti abbastanza complessi, contenenti anche condensatori, ovvero capacitaâ&#x20AC;&#x2122;. In essi, generalmente, si ha una alimentazione in continua e un generatore di tensione variabile nel tempo. Per lo studio di essi si usa il principio di sovrapposizione degli effetti.
Quando si considera il contributo del solo generatore in continua i condensatori devono intendersi alla stregua di circuiti aperti. Quando
invece
continua,
si
annulla
sostituendolo
lâ&#x20AC;&#x2122;effetto
con
un
del
generatore
cortocircuito
in
ideale,
i
condensatori vanno considerati come dei cortocircuiti ideali.
4.2.2 Circuito di polarizzazione automatica del JFET a canale n Esso eâ&#x20AC;&#x2122; anche detto self bias. Esso non richiede una alimentazione specifica per il gate. Si ha il seguente circuito.
Eâ&#x20AC;&#x2122;
ben
evidente
che
eâ&#x20AC;&#x2122;
applicabile
il
II
principio
di
Kirchhoff alle due maglie. Per la maglia di ingresso si avrebbe il seguente circuito equivalente.
Si ha peranto che - đ?&#x2018;&#x2013;đ??ş đ?&#x2018;&#x2026;đ??ş â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2020; = - đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2020; đ?&#x2018;&#x2013;đ??ˇ = 0 in quanto la corrente di gate deve considerarsi nulla per la modalitaâ&#x20AC;&#x2122; di polarizzazione inversa. Quindi si ottiene elementarmente lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della maglia di ingresso che eâ&#x20AC;&#x2122; una retta di polarizzazione.
â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2020; eâ&#x20AC;&#x2122; una costante. Tale risultato consente di comprendere il punto di lavoro dato dalla intersezione tra detta retta e la caratteristica di trasferimento del transistore. Si considera il caso del JFET a canale n. Il circuito non viene in pratica usato per mancanza di stabilitaâ&#x20AC;&#x2122; del punto di funzionamento.
Esistono due curve di trasferimento estreme e la situazione viene rappresentata graficamente nei termini che seguono.
Il punto di equilibrio risulta sostanzialmente instabile. Eâ&#x20AC;&#x2122; poi possibile considerare la maglia di uscita nella forma del seguente circuito equivalente.
Muovendo dal punto K in senso antiorario lâ&#x20AC;&#x2122;equazione di maglia si scrive nel modo seguente. Si ammette che nelle due resistenze circoli la medesima corrente đ?&#x2018;&#x2013;đ??ˇ in quanto si ammette nulla la corrente di gate.
Credo suplerfluo discutere il circuito con la sovrapposizione degli effetti, ipotesi peraltro imemdiata. Lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della maglia di uscita eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ??ˇ đ??źđ??ˇ â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ??ˇđ?&#x2018;&#x2020; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2020; đ??źđ??ˇ = 0 La stabilizzazione accurata del punto di funzionamento del JFET avviene con un circuito piuâ&#x20AC;&#x2122; sofisticato detto circuito di polarizzazione automatica a partitore di gate. Il circuito eâ&#x20AC;&#x2122; identico a quello visto per il transistor a giunzione npn. La situazione di base eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente.
Eâ&#x20AC;&#x2122; possibile applicare il teorema di Thevenin alla seguente maglia, ovvero calcolare la tensione di Thevenin tra i punti G e la massa.
Il calcolo della resistenza di Thevenin eâ&#x20AC;&#x2122; immediato se si rende passiva la rete, ovvero si cortocircuita il generatore di tensione. In questo caso si ha
Si
vede
immediatamente
che
le
due
resistenze
sono
un
parallelo, quindi la resistenza equivalente đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ?&#x2018;&#x2026;1 ⧾⧾ đ?&#x2018;&#x2026;2 . Per
la
tensione
ai
punti
considerati
conviene
usare
lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della maglia avendo, đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;? â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;1 â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2026;2 = 0 Da essa si determina
i =
đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
La tensione ai morsetti di đ?&#x2018;&#x2026;2 coincide con la tensione di Thevenin ai punti dati. đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś
Si ha đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ?&#x2018;&#x2030;đ??ş â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2DC; = đ?&#x2018;&#x2026;
1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
đ?&#x2018;&#x2026;2
Tra la massa e il punto G vi eâ&#x20AC;&#x2122; un circuito equivalente di Thevenin e il circuito di studio diviene il seguente.
Eâ&#x20AC;&#x2122; possibile scrivere lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della maglia di ingresso che risulta đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2013;đ??ş đ?&#x2018;&#x2026;đ??ş â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020; â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2013;đ??ˇ đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018; = 0 In essa si trascura la caduta di tensione ai capi della resistenza di gate. Si ottiene lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della retta di polarizzazione. Essa eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; = đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018; đ??źđ?&#x2018;&#x2018; Eâ&#x20AC;&#x2122; altrettanto immediato scrivere lâ&#x20AC;&#x2122;equazione della maglia di uscita, detta anche di drain del transistore. Essa eâ&#x20AC;&#x2122; la seguente đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;? â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018;&#x2018; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2018; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2018;đ?&#x2018; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;đ?&#x2018; đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2018; = 0 Il modello come ridefinito con il metodo di Thevenin consente di rappresentare la situazione nei termini che seguono.
Nel modello approsimato eâ&#x20AC;&#x2122; possibile, anche in questo caso, considerare il principio di sovrapposizione degli effetti. Si puoâ&#x20AC;&#x2122; partire dal contributo del generatore đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś considerando spenti
gli
altri
generatori,
sostiutiti,
quindi,
da
senso
convenzionale
di
passaggi
successivi
corticircuiti ideali. Il circuito diviene il seguente.
Le
freccette
percorrenza immediati.
verdi della
indicano corrente.
il I
sono
La
corrente đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś si
resistenze S
ripartisce
in
ragione
inversa
delle
e G, che costiiscono un parallelo di resistori.
Va ora determinato il contributo del generatore đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; . Il circuito corrispondente eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente.
ovvero
La corrente đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2021;â&#x201E;&#x17D; si divide tra le resistenze D ed S. Se si vuole determinare il contributo di đ?&#x2018;&#x2030;đ??şđ?&#x2018;&#x2020; occorre riferirsi al seguente circuito.
ovvero
Per ottenere le correnti effettivamente circolanti si fa la somma
algebrica
imponendole
per
delle
correnti
ottenere
valori
circolanti,
o
corrispondenti
meglio per
i
resistori della rete.
4.3
Un
circuito
con
operazionale:
lâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore
delle
differenze Si
ammette
che
il
circuito
operi
nella
condizione
linearitaâ&#x20AC;&#x2122;, con il dato vincolo della tensione rispetto alla tensione di alimentazione. Si ammette la condizione di idealitaâ&#x20AC;&#x2122;.
di
di output
Lo schema eâ&#x20AC;&#x2122; il seguente
In
ciurcuiti
come
questo
diviene
essenziale
un
concetto
ben
noto
dellâ&#x20AC;&#x2122;elettrotecnica, quello di partitore di tensione. Si consideri il seguente circuito, avulso dal contesto di amplificatore operazionale.
Questo semplice circuito consente di definire il concetto di partitore di tensione. In effetti, eâ&#x20AC;&#x2122; immediato determinare la tensione ai capi della resistenza 2, usando il II principio di Kirchhoff avendo che E - đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026;1 â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026;2 = 0 dalla quale si ricava immediatamente che
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026;2 = E - đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026;1 đ??źđ?&#x2018;&#x203A; altra forma eâ&#x20AC;&#x2122; possibile calcolare la corrente circolante, che, come ben noto, risulta i =
đ??¸ đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
.
đ??ˇđ?&#x2018;&#x17D; cui si ricava đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2026;2 = đ?&#x2018;&#x2026;2 i = đ?&#x2018;&#x2026;2
đ??¸ đ?&#x2018;&#x2026;2 +đ?&#x2018;&#x2026;1
Nel caso di alcuni circuiti riferiti allâ&#x20AC;&#x2122;amplificatore operazionale ho invece dovuto imporre che la corrente sia tale che in dato punto di un circuto equivalente la tensione abbia un dato valore, dato dal principio della massa virtuale, valendo per la maglia considerata la legge delle tensioni, seppure con questo vincolo. Si tratta di situazioni alquanto differenti. Nel secondo caso la corrente circolante eâ&#x20AC;&#x2122; con vincolo.
Una modalitaâ&#x20AC;&#x2122; risolutiva potrebbe essere la seguente. Ammetto noti i valori dei resistori 3 e 4. La corrente in detta maglia vale i =
đ?&#x2018;&#x2030;1 đ?&#x2018;&#x2026;3 +đ?&#x2018;&#x2026;4
Questo consente di determinare la tensione al morsetto non invertente + dellâ&#x20AC;&#x2122;operazionale đ?&#x2018;&#x2030;+ che risulta essere đ?&#x2018;&#x2030;+ = đ?&#x2018;&#x2030;1 - iđ?&#x2018;&#x2026;4 = đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2C6;&#x2019;
đ?&#x2018;&#x2030;1 đ?&#x2018;&#x2026;3 +đ?&#x2018;&#x2026;4
đ?&#x2018;&#x2026;4 = đ?&#x2018;&#x2030;1(1 -
đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026;3 +đ?&#x2018;&#x2026;4
)
Per il principio della massa virtuale risulta che đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; = đ?&#x2018;&#x2030;1(1 -
đ?&#x2018;&#x2026;4 đ?&#x2018;&#x2026;3 +đ?&#x2018;&#x2026;4
)
Si ammettono noti i valori della tensione non invertente e dei resistori 3 e 4. Con riferimento alla maglia superiore occorre considerare il circuito
seguente,
condizionato
quanto
a
corrente
sulla
condizione che il punto đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; abbia la tensione come determinata.
Ammettiamo che nel resistore 1 circoli una corrente i nel senso convenzionale indicato dalla freccia. Per la convenzione formale dellâ&#x20AC;&#x2122;utilizzatore eâ&#x20AC;&#x2122; definita la tensione ai morsetti del resistore 1, come indicato in figura. Risulta che i =
đ?&#x2018;&#x2030;2 â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;1
Reiterando il ragionamento sul resistore 2, utilizzando la convenzione formale dellâ&#x20AC;&#x2122;utilizzatore risulta i =
đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x153; đ?&#x2018;&#x2026;2
Eâ&#x20AC;&#x2122; possibile eguagliare i due valori trovati per avere đ?&#x2018;&#x2030;2 â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;1
=
đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x153; đ?&#x2018;&#x2026;2
Potendo porsi đ?&#x2018;&#x2030;0 in funzione di đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; . Infatti si ha đ?&#x2018;&#x2026;2 (đ?&#x2018;&#x2030;2 â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019;)= đ?&#x2018;&#x2026;1 (đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;0) Si possono sviluppare i calcoli.
4.4. Un esempio di raddrizzatore di precisione Si
puoâ&#x20AC;&#x2122;
considerare
generatore
di
il
segnale,
seguente un
circuito
operazionale,
resistenze e due diodi. In ingresso si ha un segnale sinusoidale.
contenente le
due
un
solite
La configurazione e’ invertente. Si
ammette
la
condizione
di
amplificatiore
operazionale
ideale.
In figura sono state indicate le condizioni di conduzione per il diodo D1. E’come se la giunzione pn fosse collegata ad un generatore di fem secondo la seguente modalita’ equivalente, dalla quale si evince la polarizzazione diretta e quindi la circostanza che il diodo e’ in conduzione.
In
questo
caso
(conduzione
del
diodo
polarizzazione negativa del diodo D2.
D1)
si
evince
la
Infatti la condizione che definisce la conduzione del diodo D1 eâ&#x20AC;&#x2122; tale che lo status del diodo 2 eâ&#x20AC;&#x2122; riconducibile al seguente circuito equivalente.
In questo caso non vi eâ&#x20AC;&#x2122; passaggio di corrente e quindi il secondo diodo costituisce di fatto un circuito aperto. Pertanto la tensione di uscita eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2030;0 = 0 V. La situazione equivalente diviene la seguente.
Quando il segnale eâ&#x20AC;&#x2122; negativo la situazione si ribalta e il diodo
D1
risulta
interdetto,
in
quanto
polarizzato
negativamente. Risulta invece in conduzione il diodo D2. La situazione diviene in pratica la seguente.
Se il segnale đ?&#x2018;&#x2030;1 eâ&#x20AC;&#x2122; negativo il vincolo đ?&#x2018;&#x2030;â&#x2C6;&#x2019; = 0 impone, sulla base della convenzione dellâ&#x20AC;&#x2122;utilizzatore e della I legge di Ohm,
verso
convenzionale
e
valore
della
intensitaâ&#x20AC;&#x2122;
della
corrente circolante. i =
đ?&#x203A;Ľđ?&#x2018;&#x2030; đ?&#x2018;&#x2026;1
=
0 â&#x2C6;&#x2019;đ?&#x2018;&#x2030;1 đ?&#x2018;&#x2026;1
> 0 in quanto đ?&#x2018;&#x2030;1 < 0.
Si supponga il diodo 2 quale ideale. In
queste
condizioni
il
diodo
eâ&#x20AC;&#x2122;
equiparabile
ad
un
cortocircuito. Per đ?&#x2018;&#x2030;1 positivo ma non costante nel tempo ho introdotto il seguente circuito equivalente nel quale la linea inclinata sui generatori indica che le tensioni non sono costanti nel tempo.
In buona sostanza partendo dal punto X a potenziale O V in senso antiorario si ha una prima caduta di tensione dovuta a R1 quindi quella del generatore di fem (segnale, che, per le condizioni del problema deve essere non positivo) quindi un generatore incognito đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; , e una caduta di tensione dovuta a R2. Ai punti X e H la tensione eâ&#x20AC;&#x2122; eguale a O V. Cioâ&#x20AC;&#x2122; consente di evidenziare che il lato destro della maglia tagliata dalla linea verde, essendo costituita da due punti a medesimo potenziale debba obbedire al II principio di Kirchhoff risultanto đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; â&#x20AC;&#x201C; iđ?&#x2018;&#x2026;2 Mi
sono
= 0 infine
đ?&#x2018;&#x2030;
đ?&#x2018;&#x2026;
â&#x2021;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; = iđ?&#x2018;&#x2026;2 = â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;2 =â&#x2C6;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2026;2 đ?&#x2018;&#x2030;1 > 0 1
convinto,
senza
1
peraltro
apprfondire
la
questione, che la corrente i, come precedentemente ricavata, sia eguale alla differenza delle correnti di maglia del seguente circuito.
4.5. Trigger di Schmitt con operazionale Il circuito eâ&#x20AC;&#x2122; tipicamente il seguente.
La tensione nel punto H, eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2030;đ??ť = đ?&#x2018;&#x2030;+ = đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; (per il principio della massa virtuale). Come eâ&#x20AC;&#x2122; noto, le resistenze 1 e 2, che non sono intercambiabili, sono
percorse
dalla
medesima
corrente
(e,
quindi,
possono
considerarsi in serie) ma compatibilmente con un vincolo, quello dato dal suindicato principio della massa virtuale. Come eâ&#x20AC;&#x2122; evidente il segnale đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; varia nel dominio del tempo. Si puoâ&#x20AC;&#x2122; far riferimento alla corrente che circola nel resistore 1. Sia đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; > 0 allora si avrebbe
i =
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; â&#x2C6;&#x2019;0 đ?&#x2018;&#x2026;1
ottenuto che circola, sotto la data condizione per il segnale, supposto positivo, la corrente i allora la condizione del II principio di Kirchhoff degenera in una formulazione estensiva della prima legge di Ohm. Si ha đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; = đ?&#x2018;&#x2013;(đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 ) =
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; đ?&#x2018;&#x2026;1
(đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 )
ed anche (ex massa virtuale) che
đ?&#x2018;&#x2030;
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; = đ?&#x2018;&#x2026;+ (đ?&#x2018;&#x2026;1 + đ?&#x2018;&#x2026;2 ) 1
đ??´
ben
evedere
detta
formula
concordemente, nel senso che đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013;
collega
ingresso
e
uscita
> 0 â&#x2021;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; > 0 e viceversa đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; < 0
â&#x2021;&#x2019; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; < 0. Questo eâ&#x20AC;&#x2122; ben evidente solo osservando la formula, dalla quale immediatamente si ritrova quella ampiamente nota âŚ&#x2039;Sacchi,BiondoâŚ&#x152; ovvero che đ?&#x2018;&#x2030;+ = đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6;
đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
Ad essere rigorosi andrebbe considerato anche il caso đ?&#x2018;&#x2030;đ??ť = đ?&#x2018;&#x2030;1 < 0 cui eâ&#x20AC;&#x2122; riconducibile il seguente schema
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; â&#x2C6;&#x2019; 0
In questo caso particolare la corrente vale i =
đ?&#x2018;&#x2026;
< 0 in
quanto sotto la condizione đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013; < 0. Cioâ&#x20AC;&#x2122; eâ&#x20AC;&#x2122; corente con un elementare principio, ovvero se si ammette positiva una corrente che si muove da A a B deve intenersi negativa ogni corrente che si muove in senso opposto. La tensione đ?&#x2018;&#x2030;+ eâ&#x20AC;&#x2122; detta tensione di riferimento. Il dispositivo eâ&#x20AC;&#x2122; atto a comparare (comparatore) la tensione di ingresso, variabile nel tempo con đ?&#x2018;&#x2030;+ . Quando đ?&#x2018;&#x2030;1 < đ?&#x2018;&#x2030;+ si ha che la tensione di uscita eâ&#x20AC;&#x2122; đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6; = đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;?đ?&#x2018;? , questa ultima essendo la tensione di alimentazione. In questo caso viene definita una tensione di soglia superiore avendosi che đ?&#x2018;&#x2030;+ = đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2020;2 = đ?&#x2018;&#x2030;đ??śđ??ś đ?&#x2018;&#x2026;
đ?&#x2018;&#x2026;1
2 +đ?&#x2018;&#x2026;1
đ?&#x2018;&#x201E;đ?&#x2018;˘đ?&#x2018;&#x17D;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;&#x2018;đ?&#x2018;&#x153; đ?&#x2018;&#x2030;1 â&#x2030;Ľ đ?&#x2018;&#x2030;+ la prevalenza dellâ&#x20AC;&#x2122;ingresso invertente fa si che risulti
đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2C6;
=
-
đ?&#x2018;&#x2030;đ??¸đ??¸ ,
essendo
questo
ultimo
il
secondo
alimentatore. đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2013;đ?&#x2018;&#x2019;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;&#x2019; definita una tensione si soglia inferiore, come segue đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2020;1 = - đ?&#x2018;&#x2030;đ??¸đ??¸
đ?&#x2018;&#x2026;1 đ?&#x2018;&#x2026;1 +đ?&#x2018;&#x2026;2
= đ?&#x2018;&#x2030;+
đ?&#x2018;&#x201E;đ?&#x2018;˘đ?&#x2018;&#x17D;đ?&#x2018;&#x203A;đ?&#x2018;&#x2018;đ?&#x2018;&#x153; risulta đ?&#x2018;&#x2030;1 < đ?&#x2018;&#x2030;đ?&#x2018;&#x2020;1 lâ&#x20AC;&#x2122;uscita passa a livello alto.
Graficando la situazione âŚ&#x2039;Sacchi, BiondoâŚ&#x152; si ottiene la ben nota curva del ciclo di isteresi del trigger.
5.
BIBLIOGRAFIA
Cuniberti, De Lucchi, Elettronica, componenti analogici e programmabili, Vol. 2, Petrini, 2008
Maloberti,
Martini.
Esercizi
di
elettronica
applicata,
Edizioni Spiegel, 1988
Sacchi, Biondo, Elettronica analogica. Analisi e progetto di circuiti analogici, Hoepli, 2001
PROPRIETA’ LETTERARIA
Questo elaborato non ha finalita’ commerciali o lucrative. Ne e’autorizzata la divulgazione, anche totale, a condizione che essa non abbia finalita’ commerciali o lucrative purche’ essa avvenga con la citazione dell’autore e del soggetto diffusore dell’opera.
pubblicazione a cura di Pascal McLee
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