MICHELA NOCENTE
BELLEZZE GIORDANE VIAGGI Note e fotografie del recente viaggio in Giordania (25 aprile – 2 maggio 2015) maggio 2015
INTRODUZIONE Ho deciso di raccogliere in questa pubblicazione alcune mie foto sul recente viaggio in Giordania (25 aprile – 2 maggio 2015). Questa esperienza è stata molto concentrata oltre che ricca di spunti e di riflessioni su migliaia di anni di storia di una regione sempre al centro di traffici commerciali e di scambi economici e culturali. Una regione che conserva un fascino intatto nonostante le tensioni e le vicende, spesso atroci, che caratterizzano, purtroppo ancora ai nostri giorni, ambiti territoriali limitrofi (pensiamo alla Siria e a quanto sta avvenendo in un sito particolarmente importante quale è Palmira!). Le foto che ho potuto scattare in questo periodo di vacanza e di studio mi hanno consentito di rivivere dal vivo quelle pur sommarie nozioni che mi ero procurata per affrontare, con cognizione di causa, un viaggio così stimolante. Va dato atto alle autorità giordane di aver saputo garantire e valorizzare queste belle testimonianze di epoche diverse, romanica, bizantina, araba, moderna. La tutela dei paesaggi, ancora per larga parte intatti, ancora caratterizzati dalle usanze beduine, costituiscono un utile corollario di tradizione e di equilibrata innovazione, che evita certi eccessi di modernismo che pure caratterizzano l’esperienza di altri paesi arabi.
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Forse anche il petrolio colà non trovato ha favorito uno status quo idoneo a permetterci di poter ammirare, con la dovuta commozione, tali realtà, ancora intatte e non deturpate da un dissennato sviluppo produttivo. Un tuffo nel passato delle popolazioni che conobbero i romani, che subirono i mutamenti delle linee carovaniere, causa anche di declino e di nuovi sorgere di distinte realtà di agglomerazione. Un fervido constatare delle asperità dei luoghi che furono sofferente e fervido scenario degli scambi commerciali delle carovane che attraversano il deserto giordano in un senso e nell’altro lucrando sui differenziali di prezzo delle merci, secondo uno schema di profitto tipico dell’esperienza del capitalismo mercantile europeo ed italiano.
Luoghi che videro l’affermazione del pensiero di Maometto, la dominazione degli ottomani con il temuto Saladino, dei tentativi turchi di sviluppare la regione, anche con la costruzione di una ferrovia, di tecnologia tedesca, tuttora visibile. Luoghi che videro le gesta di Lawrence d’Arabia e la successiva dominazione britannica. Quindi, ma ora mai è storia a tutti nota, l’indipendenza e la equilibrata politica di Re Hussein prima e dell’attuale sovrano hascemita tutta volta a garantire le condizioni di stabilità e di prestigio in una regione turbolenta, prima caratterizzata dalle tensioni arabo–israeliane e quindi nel mondo post bipolare dall’integralismo e dal terrorismo fondamentalista.
Entro questo contesto difficile e tragico la Giordania è una terra felix, non priva di contraddizioni, certamente, ma anche enclave entro la quale 6
convivono etnie (autoctoni nomadi, quali i beduini, e i palestinesi, oggi ampiamente integrati) e gruppi religiosi diversi, con una realtà islamica non pervasa da quella visione dell’Islam, di matrice saudita, che tanti danni ha fatto per esempio in Egitto. Il vecchio e il nuovo convivono. Le tradizioni beduine, quali la transumanza, sono ancora praticate, ma il Paese è proiettato in un futuro più moderno. Questi scatti, raccolti in ordine sostanzialmente cronologico, evidenziano che la Giordania non è solo e soltanto Petra, che pure è in ordine diacronico il sito più antico quanto a civiltà organizzata. Questo sito merita una visita accurata – che in effetti, se ben organizzata, dura un’intera giornata – e ben fa comprendere, pensando al suo declino, quanto gli scambi e le ricchezze commerciali siano utili all’arte e all’architettura, portando la decadenza economica con se anche quella culturale e sociale. Giustamente l’Unesco, agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ha incluso questo bel sito archeologico tra quelli che costituisco il “patrimonio culturale dell’Umanità”. I siti visitati (e sono stati molti) sono altrettanti momenti indefettibili della storia antica e moderna di queste lande, brulle ma ricche di fascino e di serena pacatezza delle sue genti.
Questi (a volte maestosi) resti di un passato glorioso e sublime sono la testimonianza della presenza greca, di quella romana, di quella ottomana, 7
delle vicende relative a epoche storiche passate, delle sofferte vicende della vita carovaniera, che aveva nei caravanserragli, vitali punti strategici nel deserto roccioso, tipico di questi luoghi, uno snodo essenziale e vitale. Essi ci testimoniano, ancora oggi, un tentativo ardito e fattivo di temperare la dura asperità dei luoghi davvero evidente, lasciandoci solo, con occhi più avanzati e tecnologici, immaginare una vita dura, di sofferenza, ma anche di pacatezza, mai scemata in una forma di rassegnato immobilismo. Una vita dura, ma forse felice, forse “normale”, oggi sicuramente impensabile ma che per molti secoli caratterizzò, essendone l’essenza, il substrato materiale e personale, di una attività economica legata alla moderazione del giusto prezzo, aliena, forse, ad ogni visione di puro affarismo e di arricchimento smodato. Vite tranquille messe a repentaglio solo dai temibili predoni. Va dato atto alle autorità giordane di aver saputo valorizzare queste loro “bellezze”, promuovendone il restauro e la valorizzazione. Michela Nocente
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SCATTI GIORDANI Il deserto e i campi dei beduini
Questa prima fato da un’idea emblematica del tipo di territorio che caratterizza una parte ampia della Giordania. Il deserto giordano non è costituito da sabbia e dune bensì è roccioso e ancor oggi è possibile notare accampamenti beduini. Si tratta di persone semplici, legate alla tradizione nomade, che praticano ancora la transumanza, dedite alla pastorizia, ma anche aiutate dai turisti, cui vendono i loro prodotti artigianali, anche in argento. 9
In inverno vivono in pianura. Solitamente nei mesi estivi raggiungono zone altimetriche più elevate. Esiste un rudimentale ma efficace sistema di comunicazione, mediante pietre, che permette ai beduini di segnalare agli altri la loro futura posizione per i prossimi mesi. Questo ad evitare che quando si raggiunge una certa zona nascano contenziosi sui nuovi posizionamenti. Dopo queste premesse eccoci ora alla monumentalità delle costruzioni della civiltà che edificò i primi siti archeologici ubicati nell’attuale Giordania. Petra, che vediamo nella sua monumentalità e anche in interessanti particolari nelle prossime foto, è un esempio di questi insediamenti che si affermarono come centri strategici di scambio e di attività commerciali.
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Trattasi di una costruzione scavata nella roccia. Molte costruzioni sono in realtĂ tombe. Ecco ora alcuni particolari scultorei. Il primo molto nitido.
Mentre il secondo risulta evidente, comunque meno nitido, con ogni probabilità per ragione dei minerali nei quali fu scolpito. Petra è certamente anche un sito bello dal punto vista meramente paesistico, davvero suggestivo, come ben si evince da questi pregevoli scatti.
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Ed ancora questo‌ dalla quale si evidenzia il giungere in una stretta gola.
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Senza dimenticare questo pregevole ed elaborato manufatto scultoreo.
La magnificenza di Petra è ben nota, ma questi particolari lo sono molto meno‌ Ed eccoci alle bellezze meno note, le costruzioni nel deserto, usate dai commercianti di tempi ormai superati e che traevano da esse motivo di riposo nel corso dei loro estenuanti spostamenti in cammello.
Mi riferisco ai caravanserragli, solitamente gratuiti nei quali ci si riposava e si ammassavano provvisoriamente le merci e le provviste. 13
Ecco una di queste costruzioni, abilmente costruita con muri molto spessi e fessure strette ad evitare che la luce rendesse la temperatura interna insopportabile. Si osservi poi la forma delle costruzioni a destrafotografate.
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Di essa si possono vedere anche alcuni interessanti particolari.
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Ed ancora‌
Non mancano nel variegato contesto dei resti rinvenibili in Giordania momenti piĂš moderni, oggetto, per esempio, del pellegrinaggio di San Giovanni Paolo II, e recentemente di Papa Francesco. 16
E qui siamo nelle immediate vicinanze del confine giordano – israeliano. In questi luoghi, secondo tradizione, visse Mosè.
In questo luogo mistico si sommano e convivono tracce di più distinte civiltà, fino alla realizzazione di un Santuario cattolico. Un luogo ben frequentato dai giordani, ma visitato anche da molti musulmani e cattolici. 17
Ritengo utile riportare questo scorcio di paesaggio, con una ulteriore costruzione tipica.
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Ecco per concludere il simbolo di questo sito, ripristinato anche grazie alla collaborazione internazionale, compresa quella d’Esercito italiano. Questa stele vuole simboleggiare la comune origine delle religioni monoteiste e trasmettere quel senso di comune sentire che dovrebbe opporsi al fondamentalismo.
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Non casualmente questo sito è meta della visita di molte scolaresche, seppur ancora abbastanza rigidamente divise tra maschi e femmine. Come già detto questo sito è stato meta del pellegrinaggio di San Giovanni Paolo II e più recentemente vi si è recato in visita Papa Francesco.
Tra quanti hanno contribuito alla raccolta fondi per il rilancio di questo sito ho trovato anche il Comune di Cervara di Roma, come si vede da questo “ricordo”.
Non posso “lasciare” questo sito senza ricordare alcuni particolari, fervida testimonianza di epoche molto diverse tra loro. 20
Ed ancora questo non unico esempio degli splendidi mosaici bizantini.
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E che dire di questi ulteriori esempi, peraltro rinvenuti in un altro sito nel deserto.
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Il deserto giordano nella sua piatta monotonia è a volte, come detto, reso ancor piÚ suggestivo dagli ammassi rocciosi e dai resti di civiltà che vi si possono ancora rinvenire. 23
Questo ne è uno svettante esempio.
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Ed eccoci ad alcuni scatti non troppo “turistici” del Mar Morto, al quale per note vicende, oggi, arriva meno acqua rispetto al passato e che, giocoforza, è destinato alla sparizione. L’estrazione dei sali è una tipica attività locale. Sono molto rinomati pure i fanghi, ritenuti utili per varie patologie, quali quelle osteoarticolari.
Si dice che per la presenza di sali dell’acido bromidrico (bromuri) esso sia particolarmente utile per quanti soffrono di irrequietezza nervosa. 25
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Questa, più modestamente, è la discesa al Mar Morto dall’Hotel Marriott.
La quantità di sali disciolti (circa tre etti per ogni litro d’acqua) facilita il galleggiamento.
Non mancano in diversi siti i resti di antichi teatri di origine romana. Questo rappresentato è quello di Amman. 27
Esso è visto dall’alto, e in particolare da un museo archeologico che domina dall’alto la città di Amman. Quello a destra è un particolare più ravvicinato.
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La costruzione di essi presupponeva conoscenze di acustica non comuni, come si può sperimentare posizionandosi in particolari punti di esso!
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Questo è un particolare del parco archeologico che sovrasta Amman. Merita anche esso di essere visitato, unitamente al Museo archeologico, ivi costruito. Diteci voi se non vale la pena di trascorrerci un pomeriggio!
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(in lontananza si vedono alcuni scorci di quartieri di Amman)
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I due successivi scatti ben rappresentano anche dal punto di vista delle fattezze architettoniche l’importanza storica di questo sito.
L’attuale Giordania (concetto politico moderno) fu sede di scambi commerciali intensi, come già ben detto, ma anche di dominazioni da parte di popoli giunti da altri territori. Pregnanti e fondamentali sono state la dominazione romana (che determinò la fine commerciale di Petra) e la dominazione Ottomana.
Ecco perché è bene concludere questo breve reportage fotografico con qualche testimonianza di quelle esperienze. 32
Partiamo dalle testimonianze della dominazione romana. Esse sono maestose. Ne sono una evidente testimonianza questi scatti, riportati in sequenza.
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(non poteva certo mancare, anche in questa occasione, un teatro!) Capitello “appoggiato� (sopra) e solitarie colonne (sotto), resti imperituri di un tempio romano.
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Ed ora l’addio al sito di età romana, con questo bel tramonto.
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Non possono mancare gli scatti della Fortezza di Saladino. Si tratta di un imperituro ricordo del Sultano tristemente noto ai cristiani, espressione di un momento di plurisecolare dominazione ottomana.
La fortezza è ancora in ottimo stato e fu fino a qualche decennio or sono sede di uffici amministrativi. 38
Questa è solo una parziale visione d’insieme di questa costruzione, collocata per ovvie ragioni su una altura.
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Fotografia che riprende un esterno visto dall’interno. Si noti anche in questo caso quanto era stretta la fessura. Ed ecco ora alcuni particolari interni della fortezza. 40
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Tra i resti visitati vi è stato anche quello nel quale dimorò per un certo periodo Lawrence d’Arabia.
Questo sito è più scarno rispetto alla fortezza di Saladino. Va notata la “porta in pietra” che costituiva l’accesso all’insediamento. 42
Ecco alcuni particolari della “residenza� del noto amico degli arabi di quella regione, inviso agli Ottomani.
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Questa è una testimonianza che risale al primo decennio del secolo scorso quando gli Ottomani avevano deciso di costruire una ferrovia. Essi si affidano ai tedeschi. Questa locomotiva ne è una testimonianza. Essa è in ottimo stato di conservazione, unitamente ad alcune carrozze ferroviarie. Pure i binari ferroviari sono visibili. 44
Queste sono solo alcune delle splendide fotografie realizzate in questa magnifica circostanza. Ora ci attende Istanbul (Costantinopoli).
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I reportage di Michela
Bellezze giordane Ho deciso di raccogliere in questa pubblicazione alcune mie foto sul recente viaggio in Giordania (25 aprile – 2 maggio 2015). Questa esperienza è stata molto concentrata oltre che ricca di spunti e di riflessioni su migliaia di anni di storia di una regione sempre al centro di traffici commerciali e di scambi economici e culturali.
Michela Nocente Diplomata del liceo Giulio Cesare di Roma, è laureata in Giurisprudenza nell’Università La Sapienza di Roma con una tesi di diritto del lavoro sui contratti di formazione e lavoro. È appassionata fotografa, particolarmente attenta alla ricerca dei particolari e delle specificità dei luoghi e delle particolarità socioculturali. Roma, maggio 2015
pubblicazione a cura di Pascal McLee
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