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Francesca Santolini

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Lorenzo Simeoni

Lorenzo Simeoni

I GIOVANI SOFFRONO DI

di Francesca Santolini

All’inizio del suo impegno Greta Thunberg, la giovane icona svedese depressione. In un’intervista al New York Times, ha dichiarato quanto le immagini dello scioglimento dei ghiacciai e degli orsi polari, fossero rimaste impresse nella sua mente, provocandole una profonda tristezza. Greta non è la sola a sentirsi triste per lo sfacelo ambientale, perché a essere preoccupati, ansiosi e frustrati dal progressivo declino del mondo, così come lo conosciamo, sono molti dei giovani della cosiddetta Generazione Z. Secon The Lancet, oltre il 50% dei giovani tra i 16 e i 25 anni si sentirebbe triste, ansioso, arrabbiato e indifeso di fronte al fenomeno del riscaldamento globale.

L’innalzamento della temperatura, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inqui degli oceani non stanno degradando soltanto il pianeta ma anche la nostra salute mentale. Negli ultimi anni, sono molti gli studi che hanno messo a fuoco l’impatto del cambiamento climatico sulla psiche umana, a livello individuale e collettivo. Uno dei lavori più completi è stato pubblicato nel 2011 sulla rivista American Psychologist e divide diretti, indiretti e psicosociali. Tra gli can Psychological Association (Apa) cronica della rovina ambientale” che larga scala”. Ma non è tutto. Mentre per le nuove generazioni l’ansia e la depressione derivano dall’incapacità di proiettarsi in un orizzonte che vada oltre il 2030, a causa degli sconvolgimenti climatici, la generazione dei Boomers, quella che ha vissuto gli ultimi cinquant’anni di intenso sviluppo, è certo la più esposta alla solastalgia. Il neologismo, coniato nel 2003 dal combina la parola latina solacium (conforto) con la radice greca - algia (dolore), e indica il sentimento di nostalgia che si prova per un luogo nonostante vi si continui a vivere. Una turali come siccità, incendi, inonda vecchi quartieri di una città. Là dove c’era l’erba ora c’è una città e quella casa in mezzo al verde, ormai, dove sarà?… cantava Adriano Celentano nel 1966, con un pizzico di solastalgia - e con grande sagacia anticipatrice - per l’urbanizzazione selvaggia della sua città. La perdita di tradizioni, pratiche culturali e identitarie può provocare in ne simile a quello di chi è costretto a migrare da casa propria”. Se la nostalgia è per il paese che lasciamo, la solastalgia è per il paese che ci lascia. Al disagio psicologico, che deriva dalla paura per il futuro dell’umanità e della distruzione del pianeta, sono associati diversi sintomi che includono attacchi di panico, insonnia e pensieri ossessivi. Gli studi hanno evidenziato ciati al cambiamento climatico, con la sperimentazione di reazioni emotive avverse come irritabilità, debolezza, tristezza, depressione, intorpidimento, impotenza, disperazione, senso di colpa, frustrazione o rabbia, e il sentirsi spaventati o incerti. L’eco-ansia diventa così l’angoscia vani, strettamente legata al nostro tempo: l’Antropocene, un’era pro dall’opera dell’uomo, più che dalla forza della natura. C’è da chiedersi se un eccesso di in quietante, non sia controproducente per la causa climatica; se non comporti il rischio di paralizzare le persone - oppresse da un fardello troppo pesante da tollerare - piuttosto che spingerle alle tante azioni (individuali e collettive) possibili per salvare il Pianeta e garantire un futuro agli esseri viventi che lo popolano.

PARLIAMONE...

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