Meningococco: prevenzione e sorveglianza

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Meningococco:

Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 – I.R.

prevenzione e sorveglianza

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Cangurini di

Magazine della Società Italiana di Pediatria

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Meningococco: prevenzione e sorveglianza

Vaccinare per sconfiggere il meningococco

L

La scienza medica ha compiuto straordinari e prodigiosi progressi negli ultimi 30-40 anni. Molte malattie ritenute incurabili o inguaribili sono state sconfitte. L’esempio certamente più gratificante è rappresentato dalle malattie onco-ematologiche in molte delle quali è oggi possibile la guarigione. L’assistenza rianimatoria consente ai nostri giorni di sostenere le attività vitali anche nelle condizioni più disperate ed estreme. Le terapie antibiotiche e antifungine consentono di combattere e sconfiggere infezioni molto gravi. Nonostante questi e tanti altri innegabili progressi e successi, chi nel 2017 viene colpito da una infezione batterica grave meningococcica nel 7-10% dei casi muore, nel 30% circa dei casi rischia di presentare esiti gravi che mineranno a lungo e talvolta per sempre la qualità di vita. La malattia meningococcica, per il suo esordio imprevedibile e per il suo decorso fulminante, rappresenta una guerra ancora in corso segnata, purtroppo, da moltissime battaglie perse. È ben noto che l’esordio della malattia è sempre molto subdolo e caratterizzato da sintomi tanto comuni, quanto lievi nelle prime 4-8 ore: irritabilità, inappetenza, febbre e nausea. In questa fase è improbabile, quasi impossibile, riuscire a fare diagnosi. Tra la 12a e la 15a ora compaiono i primi sintomi in grado di orientare la diagnosi: rash emorragico, meningismo, fotofobia e quasi sempre rappresentano motivo di allarme e quindi di richiesta di attenzione medica. Quindi il soggetto inizia a presentare, dopo 15-24 ore, i sintomi della fase definita, non casualmente, terminale: confusione/delirio, convulsioni, perdita di coscienza, shock settico fino al possibile decesso. Considerando che il tempo medio di arrivo in Ospedale dei pazienti avviene a circa 19 ore Supplemento a “Pediatria” realizzato con il contributo non condizionante di Pfizer Pediatria anno 7 | numero 5 luglio-agosto 2017

Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60, 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it

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Alberto Villani Presidente SIP

dall’esordio dei sintomi è facilmente comprensibile perché si sia adottata la definizione di meningite fulminante, ma anche la triste povertà della prognosi (Thomp­son MJ et al. Lancet 2006; 367: 397-403). Anche quando la diagnosi viene formulata tempestivamente e immediatamente iniziata la giusta terapia, è impossibile fare previsioni sull’evoluzione della malattia meningococcica nei primi giorni di ricovero. Situazioni che appaiono non disperate all’inizio e sembrano rispondere adeguatamente al trattamento possono lo stesso avere un esito infausto. Le ore che seguono l’esordio della malattia rappresentano per il medico, ancora oggi, una sfida professionale e umana di particolare intensità assistenziale ed emotiva: la sensazione di non riuscire a fare mai abbastanza e l’incertezza sugli sviluppi della situazione sono predominanti. Tutto è reso più frustrante dalla coscienza che queste drammatiche situazioni sono il triste risultato di una imperdonabile omissione: la mancata vaccinazione. Tanta sofferenza sarebbe evitabile in presenza di adeguate coperture vaccinali in grado di garantire la più completa protezione disponibile.

Direttore Scientifico Alberto Villani

Redazione Manuela Baroncini

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Molto spesso sono pazienti che richiedono un’assistenza intensiva per giorni e il cui ricovero può essere lungo settimane. In tutti coloro che sopravvivono, anche in quelli che appaiono aver avuto un eccellente recupero, è doveroso programmare ed effettuare un lungo follow-up con attenzione a possibili ritardi cognitivi e neuro-comportamentali. I costi sanitari di queste malattie sono elevatissimi: a quelli della fase acuta vanno sommati quelli dell’assistenza, più o meno significativa, negli anni successivi. In alcuni casi la malattia ha effetti devastanti e causa disabilità importanti: oltre agli enormi costi economici devono essere considerati gli incalcolabili prezzi in termini umani e di sofferenza per chi è stato vittima della Neisseria Meningitidis e per la famiglia. Essendo situazioni fortunatamente non frequenti e di esclusivo interesse ospedaliero, molti medici non si sono mai confrontati con questi drammi e questo è un limite significativo alla piena comprensione di questa terribile malattia. Per questo motivo è fondamentale mantenere alta l’attenzione e la conoscenza su malattie che sono purtroppo ancora presenti in Italia e che rappresentano un problema assistenziale complesso e di difficile gestione. Per anni non sono stati disponibili vaccini che fossero protettivi, ma al momento è possibile vaccinarsi in maniera sicura ed efficace contro i sierogruppi più rilevanti: A, B, C, W135, Y. Chiunque, medico o paziente, ma anche i familiari, che hanno visto e sperimentato la crudele rapidità e la devastazione che il meningococco è in grado di causare sono i più qualificati, credibili e forti sostenitori di una vaccinazione ampia e completa. Questo sintetico elaborato di Rocco Russo, chiaro e documentato, è uno strumento agile in grado di contribuire alla diffusione di una maggiore conoscenza in tema di malattie infettive. Le malattie infettive negli ultimi anni sono state superficialmente ed erroneamente ritenute da alcuni un problema sanitario superato in Italia e questo ha contribuito anche al calo delle coperture vaccinali. La Società Italiana di Pediatria si sta impegnando per stimolare l’attenzione e rinvigorire la conoscenza delle malattie infettive e per ridare solida consistenza alla cultura vaccinale, non solo tra i pediatri e i medici in generale, ma anche nella società civile e nel mondo politico. 

Allegato a cura di Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero Direttore responsabile Giovanni Luca De Fiore

Progetto grafico Typo srl, Roma Stampa TiPrinting srl, Roma settembre 2017 I contenuti presentati in questo allegato riflettono le opinioni degli autori e non impegnano necessariamente la Società Italiana di Pediatria Le informazioni riportate nella pubblicazione non sostituiscono le indicazioni contenute nel Riassunto delle Caratteristiche di Prodotto dei farmaci menzionati, a cui il lettore deve fare riferimento. Pubblicazione fuori commercio riservata alla Classe Medica.

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Cangurini di

La malattia meningococcica e le strategie vaccinali nazionali Ottenere la massima copertura contro il meningococco ACWY (estratto relazione al 73° Congresso SIP) Patogeni che causano patologie invasive

Rocco Russo Pediatra Unità Operativa Materno Infantile - ASL Benevento

PATOGENI CHE CAUSANO PATOLOGIE INVASIVE

Haemophilus H. tipo b

Streptococcus Pneumoniae

Neisserie Meningitidis

ROSSO: significativo impatto della malattia, livello di carriage del patogeno.

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I patogeni responsabili della malattia meningococcica

Le malattie batteriche invasive (MIB) sono causate da diversi patogeni, quali Haemophilus Influenzae tipo b, Streptococcus pneumoniae e Neisseria meningitidis. Haemophilus Influenzae tipo b è respon^^ sabile maggiormente di forme invasive di malattia prevalentemente nei bambini più piccoli, i quali possono contrarre l’infezione da altri bambini o da adulti portatori. Streptococcus pneumoniae può provocare ^^ patologie invasive prevalentemente nella prima infanzia, mentre il suo coinvolgimento si riduce all’aumentare dell’età, per poi ripresentare un picco nell’età avanzata. Neisseria meningitidis è un patogeno ^^ strettamente correlato con un solo habitat: l’uomo; presenta un livello di carriage prevalentemente nella fascia dell’adolescenza, con la possibilità di trasmissione ai bambini più piccoli e agli adulti. Neisseria meningitidis, o meningococco, è un diplococco Gram-negativo di cui sono stati identificati 13 sierogruppi in base alla natura chimica dei polisaccaridi capsulari; tra questi i sierogruppi A, B, C, Y e W-135 sono implicati più comunemente nella malattia invasiva a livello mondiale. Il periodo di incubazione della Neisseria meningitidis varia tra 1 e 10 giorni, ma di solito è inferiore a 4 giorni, con una incidenza variabile in funzione dell’area geografica e della fascia di età; in particolare, la malattia ha un’incidenza maggiore nei primi anni di vita, mentre un secondo picco si registra in età adolescenziale e più precisamente nella fascia di età compresa tra 15 e 21 anni; anche se generalmente i casi secondari sono rari, il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici nelle scuole e in altre comunità. Alcune categorie di pazienti (es.: deficit di complemento o con asplenia anatomica o funzionale), essendo maggiormente a rischio di sviluppare un’infezione meningococcica invasiva, necessitano di particolare attenzione finalizzata ad una specifica protezione vaccinale; in ogni caso esistono anche alcuni altri fattori di rischio, non legati alla condizione patologica predisponente, quali età (es. inferiore ai 5 anni), stagionalità (es: inverno), vita di comunità, fumo ed esposizione al fumo passivo. Nella popolazione generale, esiste una consistente percentuale di soggetti che sono colonizzati dal batterio nel rinofaringe (“portatori sani”) la cui prevalenza è particolarmente variabile, in quanto risente di una serie di fattori, quali area geografica, condizione socio-economica e di densità di popolazione, età dei soggetti; tale prevalenza può

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Meningococco: prevenzione e sorveglianza Per quanto riguarda i diversi sierogruppi, il meningococco B è quello maggiormente rappresentato nei casi confermati di malattia invasiva a livello europeo, seguito dal sierogruppo C e dal W. Questo andamento si ritrova nelle fasce di età 1-4 anni e 15-24 anni (tabella 1).

Neisseria meningitidis, transmissione e patogenesi

Portatore asintomatico (più frequente)

Colonizzazione Nasofaringea

Inalazione Aerosol

Paziente con infezione meningococcia (0,5% casi)

oscillare entro limiti ampi, che vanno dall’1-2% fino al 15-20% della popolazione sana, salvo raggiungere livelli assai elevati (60-70%) in comunità chiuse. La trasmissione della Neisseria meningitidis avviene nella maggior parte dei casi attraverso un portatore asintomatico e in una minima percentuale di casi (0,5%) attraverso soggetti con infezione meningococcica. Una volta inalato, Neisseria meningitidis si localizza a livello del rinofaringe, dove può permanere a lungo senza provocare disturbi, determinando nell’ospite un’ulteriore condizione di portatore sano; tutt’oggi non sono ancora noti i meccanismi che consentono al batterio di passare dallo stato di “commensale” a quello di “patogeno” con la possibilità di entrare in circolo e di provocare le manifestazioni cliniche tipiche della malattia meningococcica invasiva, che sono particolarmente gravi e che possono rivelarsi fatali. Negli ultimi anni sono stati condotti vari studi finalizzati ad identificare i potenziali fattori di virulenza responsabili dell’azione patogena del Neisseria meningitidis, che risulterà, di conseguenza, attenuata nei ceppi che presentano mutazioni di alcuni geni responsabili dell’espressione di tali determinanti di patogenicità. Tali geni, pertanto, non saranno presenti o saranno differenzialmente espressi nei ceppi “non patogeni”. Il grado di “aggressività” di un determinato ceppo batterico potrebbe essere quindi il risultato dell’espressione differenziale di determinati geni.

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Malattia pneumococcica: “invasiva” e “non invasiva”

I dati epidemiologici La situazione europea Dai dati più recenti, resi disponibili dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) nel Surveillance Atlas of Infectious Diseases, emerge che i casi totali confermati di malattia invasiva meningococcica nel 2015 in Europa sono stati 3.121. Le percentuali più alte si registrano nei bambini al di sotto dell’anno di vita (16,45%), in quelli di età compresa tra 1-4 anni (19,23%) e nella fascia di età 15-24 anni (17,71%). I dati relativi alla distribuzione percentuale dei casi per fascia di età sono riportati nella figura 1.

I dati italiani L’Italia fa parte del gruppo di Paesi con bassa incidenza della malattia meningococcica: nel periodo 1999-2010 l’incidenza registrata per questa patologia è stata di 0,25-0,55/100.000. Nel periodo 2014-2017, in particolare, l’incidenza della malattia invasiva da Neisseria meningitidis, registrata attraverso il sistema MIB, Malattie Invasive Batteriche, dell’Istituto Superiore di Sanità (aggiornamento del 03 Aprile 2017), è passata da 0,27/100.000 nel 2014 a 0,31/100.000 nel 2015 a 0,38/100.000 nel 2016, con un numero più elevato di casi che sono stati registrati nel 2016 in Campania con 33 casi in confronto agli 11 del 2015. Dai dati europei del Surveillance Atlas of Infectious Diseases dell’ECDC è possibile estrapolare quelli italiani, i quali indicano per il 2015 un numero totale di casi confermati di malattia invasiva pari a 187. Nel caso dell’Italia, le fasce di età più coinvolte sono quella adolescenziale (15-24 anni; 21,93%) e quella degli adulti tra 25 e 49 anni (20,86%). La distribuzione percentuale nelle diverse fasce di età è riportata nella figura 2. A differenza di quanto osservato a livello Europeo, in Italia il sierogruppo prevalente è il meningococco C, sia in generale sia nella fascia dell’adolescenza, mentre nei bambini tra 1 e 4 anni il sierotipo maggiormente presente nei casi confermati è il B. I sierogruppi B, C e Y sono quelli percentualmente più rappresentati sia in generale sia

Figura 1. Percentuale di casi confermati di malattia invasiva meningococcica in Europa nell’anno 2015. I casi totali sono 3.121 (Fonte: ECDC, Surveillance Atlas of Infectious Diseases).

>64 anni 15,3%

<1 anno 16,45%

50-64 anni 10,2%

25-49 anni 10,69%

15-24 anni 17,71%

1-4 anni 19,23%

5-14 anni 10,33%

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nelle due fasce di età considerate, 1-4 anni e 15-24 anni (tabella 2). Se si considera in particolare la fascia di età compresa tra 15 e 24 anni, i dati ECDC per l’Italia indicano che le manifestazioni cliniche nei casi confermati di malattia nel 2015 sono riconducibili alle forme prevalenti, cioè la meningite (41,46%), la sepsi (19,51%) e le forme miste meningite/sepsi (39,02%).

Strategie vaccinali per contrastare la malattia meningococcica

Come emerge dai dati epidemiologici italiani, le fasce di età dei bambini fino a 4 anni e degli adolescenti sono quelle sulle quali risulta particolarmente importante attuare interventi di prevenzione della malattia meningococcica attraverso la vaccinazione. Nel precedente Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale (PNPV) 2012-2014 era prevista una prima somministrazione di vaccino anti-meningococco C monovalente tra il 13° e il 15° mese di vita; successivamente, a 11-18 anni, era prevista la somministrazione di una dose singola di questo stesso vaccino nei soggetti non vaccinati nell’infanzia; quindi nella fase adolescenziale la vaccinazione antimeningococcica monovalente di tipo C non era considerata quale dose di “richiamo”, bensì di “recupero”. Nel vigente PNPV 2017-2019, la strategia vaccinale contro la meningite viene modificata: prima dose di vaccino monovalente anti-meningococco C a 13-15 mesi, ma in alternativa in questa fascia di età il PNPV 2017-2019 offre l’opportunità di “utilizzare il vaccino tetravalente ACYW135 allo scopo di offrire ai bambini una protezione più ampia per quei ceppi di meningococco che, pur ancora sporadici nel nostro Paese, mostrano una tendenza all’espansione, principalmente in conseguenza dei cambiamenti climatici, dei viaggi e dei movimenti migratori”. Alcune Regioni italiane – Emilia-Romagna, Veneto, Campania e Lazio – in virtù della suddetta raccomandazione hanno deliberato la somministrazione del vaccino tetravalente ACWY a 13-15 mesi per tutti i bambini residenti, mentre per Puglia, Sicilia e Molise tale decisione è ancora in fase di elaborazione. Per quanto riguarda l’altra fascia di età sensibile, quella dell’adolescenza, il PNPV 20172019 prevede la somministrazione di una dose del vaccino tetravalente ACWY a 12-18 anni sia per i soggetti già vaccinati nell’infanzia con vaccino monovalente o tetravalente sia per quelli non ancora vaccinati (dose di richiamo), in quanto la persistenza

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Tabella 1. Casi confermati di malattia invasiva meningococcica in Europa nel 2015: casi totali e distribuzione percentuale per sierogruppo (Fonte: ECDC, Surveillance Atlas of Infectious Diseases). Sierogruppo

Fascia di età in EUROPA (anno 2015) Tutti

1-4 anni

15-24 anni

N. Casi Totali

3.121

595

548

Men A

0,22%

0,55%

0,21%

Men B

60,48%

77,64%

53,21%

Men C

14,49%

9,82%

18,22%

Men W

11,4%

6,73%

12,63%

Men X

0,07%

0%

0,41%

Men Y

10,43%

2%

12,63%

/

2,73%

1,86%

1,91%

/

0,62%

Altri Non tipizzabili

Figura 2. Percentuale di casi confermati di malattia invasiva meningococcica in Italia nell’anno 2015. I casi totali sono 187 (Fonte: ECDC, Surveillance Atlas of Infectious Diseases). <1 anno 10,7%

>64 anni 13,9%

1-4 anni 9,63% 50-64 anni 13,09%

5-14 anni 9,09%

25-49 anni 20,86%

15-24 anni 21,93%

Tabella 2. Casi confermati di malattia invasiva meningococcica in Italia nel 2015: casi totali e distribuzione percentuale per sierogruppo (Fonte: ECDC, Surveillance Atlas of Infectious Diseases). Sierogruppo

Fascia di età in ITALIA (anno 2015) Tutti

1-4 anni

15-24 anni

N. Casi Totali

187

18

41

Men A

0%

0%

/

Men B

34,31%

58,33%

25,81%

Men C

41,46%

16,67%

51,61%

Men W

5,11%

0%

6,45%

Men X

0,73%

0%

3,23%

Men Y

16,06%

8,33%

12,9%

/

8,33%

/

1,46%

/

/

Altri Non tipizzabili

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della protezione è legata a un elevato titolo anticorpale battericida, che tende a diminuire nel tempo (figura 3). Non va dimenticata la necessità di valutare il rischio infettivo nei viaggi all’estero e l’opportunità di raccomandare la vaccinazione antimeningococcica tetravalente per tutti i viaggiatori che si recano in Paesi della cintura subsahariana (soprattutto per coloro che permangono per tempi lunghi a stretto contatto con la popolazione locale, o in aree con epidemie in atto), cosi come l’obbligatorietà della stessa vaccinazione per tutti i viaggiatori che si recano in pellegrinaggio a La Mecca (come richiesto dall’Arabia Saudita). Il PNPV 2017-2019 stabilisce anche gli obiettivi di copertura vaccinale nella fascia di età adolescenziale per il vaccino anti-meningococco tetravalente ACWY: superiore a 60% per il 2017, superiore al 75% per 2018 e superiore al 95% nel 2019. Questa impostazione riflette una particolare attenzione da parte della sanità pubblica a questa importante età di transizione, che comporta notevoli cambiamenti da diversi punti di vista, anche da quello dell’assistenza sanitaria, con il passaggio dal pediatra al medico di medicina generale.

Il vaccino anti-meningococco tetravalente ACWY Un aspetto particolarmente importante da considerare riguardo i vaccini anti-meningococcici è la differenza tra vaccino di tipo “coniugato” e “polisaccaridico”. Tra i due è importante utilizzare sempre il vaccino coniugato T-dipendente, che presenta numerosi vantaggi rispetto a quello polisaccaridico, quali: buon effetto priming e un buono switch IgM-IgG, adeguata produzione di tutti gli isotipi di IgG ed infine un buon effetto booster; a ciò si aggiunge che numerosi studi hanno dimostrato che i vaccini polisaccaridici hanno un impatto limitato o assente sulla trasmissione dell’agente patogeno a livello del cavo nasofaringeo e di conseguenza non sembrano contribuire allo sviluppo di una immunità di gregge (herd immunity). Per quanto riguarda in particolare il vaccino tetravalente contro il meningococco ACWY, uno studio molto recente di Quiambao et al. ha messo a confronto il vaccino tetravalente coniugato (MenACWY-TT) con il polisaccaridico (Men-PS) in termini di persistenza anticorpale entro 5 anni dalla vaccinazione; ebbene, i risultati indicano che con l’utilizzo

del vaccino polisaccaridico il titolo anticorpale si riduce significativamente nel tempo, soprattutto per quanto riguarda i sierogruppi W e Y (figura 4). In un altro lavoro recente di Beresford et al. sono state valutate l’immunogenicità, la stabilità e la qualità di diversi tipi di vaccini tetravalenti (MenACWY) e monovalenti (MenC), i quali, sottoposti a diversi stress di natura fisica, attraverso variazioni di temperatura e successivamente inoculati in animali da esperimento (topi Balb-c), hanno dimostrato tutti un’adeguata risposta anticorpale. Un altro studio condotto da Cohn et al. ha valutato l’effectiveness e la durata di protezione di una dose di vaccino anti-meningococco tetravalente coniugato negli adolescenti. I risultati ottenuti indicano una effectiveness (efficacia sul campo) del 69% circa per i sierogruppi C Y e W, con un valore intorno al 77% per il sierogruppo C e al 51% per il sierogruppo Y; è stata valutata anche l’effectiveness in funzione dell’intervallo di tempo dalla vaccinazione che nei soggetti vaccinati prima di 1 anno dalla rilevazione è risultata del 79% circa, mentre per i soggetti vaccinati tra 1 e 3 anni prima è del 69% e per quelli vaccinati tra 3 e 8 anni prima risulta del 61% (figura 5).

Figura 3. La versione più recente del Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale. Vaccino

0 gg 30 gg

DTPa

3° mese

4° mese

5° mese

6° mese

7° mese

11° mese

13° mese

15° mese

6° anno

DTPa

DTPa

DTPa

DTPa

IPV

IPV

IPV

IPV

EpB

EpB

EpB

Hib

Hib

Hib

Hib

Pneumococco

PCV

PCV

PCV

IPV Epatite B

EpB

MPRV

MPRV

Varicella

oppure MPR+V

oppure MPR+V

Meningococco C

Men C*

Meningococco B

Men B

Men B

Men B

50-64 anni

>64 anni

1 dose dTpa ogni 10 anni

Men ACWY coniugato

Men B HPV: 2-3 dosi (in funzione di età e vaccino)

HPV

1 dose all’anno

Influenza Herpes zoster Rotavirus

dTpa-IPV

19-49 anni

PCV+ PPSV MPRV

MPR

12°-18° anno

1 dose Rotavirus (2 o 3 dosi a seconda del tipo di vaccino)

Epatite A * La vaccinazione contro il meningococco C è raccomandata tra 13° e 15° mese di vita. In alternativa al vaccino anti-meningococco C, potrebbe essere utilizzato il vaccino tetravalente ACYW135. Cosomministrare nella stessa seduta

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Somministrare in seduta separata

Vaccini per categorie a rischio

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Cangurini di

Conclusioni

Bibliografia di riferimento

Per vincere la guerra contro le infezioni meningococciche è necessario l’impegno di tutte le figure coinvolte nella prevenzione vaccinale al fine di assicurare che venga offerta la massima copertura nei confronti degli specifici sierogruppi, ed è auspicabile l’implementazione di un sempre più valido sistema di sorveglianza epidemiologica associato alla condivisione di un efficiente sistema di monitoraggio degli eventi avversi vaccinali.

Vetter V, Baxter R, Denizer G, et al.

Routinely vaccinating adolescents against meningococcus: targeting transmission & disease. Expert Rev Vaccines 2016;15(5):641-58.

European Centre for Disease Prevention

and Control (ECDC). Surveillance Atlas of Infectious Diseases. Disponibile online all’indirizzo: http://ecdc.europa.eu/en/ data-tools/atlas/Pages/atlas.aspx (visitato il 16-06-2017).

Jafri RZ, Ali A, Messonnier NE, et al. Global

epidemiology of invasive meningococcal disease. Popul Health Metr 2013;11(1):17.

Figura 4. Differente durata nel tempo dello specifico titolo anticorpale successivo a vaccinazione quadrivalente coniugata ACWY-TT rispetto allo stesso vaccino polisaccaridica MenPS. ANTIBODY PERSISTENCE UP TO FIVE YEARS AFTER VACCINATION WITH A QUADRIVALENT MENINGOCOCCAL ACWY-TETANUS TOXOID CONJUGATE VACCINE IN ADOLESCENTS

sorveglianza delle malattie batteriche invasive aggiornati al 3 aprile 2017 . Disponibile online all’indirizzo: http:// www.iss.it/binary/mabi/cont/Report_ MBI_20170403_finale.pdf (visitato il 16-062017).

Quiambao BP, Bavdekar A, Dubey AP, Jain H, Kolhe D, Bianco V, Miller JM, Van der Wielen M. Hum Vaccin Immunother. 2017 Mar; 13(3): 636–644.

Ministero della Salute. Piano Nazionale

Pre

Year 2

Month 1

MenACWY-TT

Year 3

Year 4

Year 5

% with rSBA ≥ 1:8

Quiambao BP, Bavdekar A, Dubey

Pre

Month 1

Year 2

Year 3

MenACWY-TT

Year 4

Year 5

Men-PS

Year 2

Month 1

MenACWY-TT

Year 3

Year 4

Year 5

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

AP, et al. Antibody persistence up to 5 y after vaccination with a quadrivalent meningococcal ACWY-tetanus toxoid conjugate vaccine in adolescents. Hum Vaccin Immunother 2017;13(3):636-44.

Beresford NJ, Martino A, Feavers IM, et

Serogroup Y

% with rSBA ≥ 1:8 Pre

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

Men-PS

Serogroup W 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

Prevenzione Vaccinale 2017-2019 . Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 41 del 182-2017. Disponibile online all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_ pubblicazioni_2571_allegato.pdf (visitato il 16-06-2017).

Serogroup C

% with rSBA ≥ 1:8

% with rSBA ≥ 1:8

Serogroup A 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

Istituto Superiore di Sanità. Dati di

al. Quality, immunogenicity and stability of meningococcal serogroup ACWY-CRM197, DT and TT glycoconjugate vaccines. Vaccine 2017;35(28):3598-606.

Stoof SP, van Ravenhorst MB, van Rooijen

Pre

Month 1

Year 2

Year 3

MenACWY-TT

Men-PS

Year 4

Year 5

Men-PS

DM, et al. Kinetics of meningococcal serogroup C-specific functional antibody levels up to 15 years after a single immunization with a meningococcal serogroup C conjugate vaccine during adolescence. Clin Vaccine Immunol 2017;24(2).

Cohn AC, MacNeil JR, Harrison LH, et al.

Figura 5. Efficacia sul campo e durata della protezione dopo una dose di vaccino antimeningococcico tetravalente negli adolescenti.

Effectiveness and duration of protection of one dose of a meningococcal conjugate vaccine. Pediatrics 2017;139(2).

EFFECTIVENESS AND DURATION OF PROTECTION OF ONE DOSE OF A MENINGOCOCCAL CONJUGATE VACCINE Amanda C. Cohn, Jessica R. MacNeil, Lee H. Harrison, Ruth Lynfield, Arthur Reingold, William Schaffner, Elizabeth R. Zell, M Stat, Brian Plikaytis, Xin Wang, Nancy E. Messonnier, a for the Active Bacterial Core Surveillance (ABCs) Team and MeningNet Surveillance Partners PEDIATRICS Volume 139, Number 2, February 2017: e2 0162193

Bosis S, Mayer A, Esposito S.

Meningococcal disease in childhood: epidemiology, clinical features and prevention. J Prev Med Hyg 2015;56(3):E121-4.

VE, by Time Interval Since Vaccination, Using the GEE and Controlling for Underlying Medical Conditions and Smoking, ABCs and MeningNet Sites, 2006 to 2013

Vaccinated <1 y

Serogroup C cases

Serogroup Y cases

Vaccinated 1 to <3 y

Serogroup C cases

Serogroup Y cases

Vaccinated 3 to <8 y

Serogroup C cases

2 7

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10

20

(49% to 91%)

69%

8

(44% to 83%)

61%

Serogroup Y cases

4

0

79%

3

11

30

40

50

(25% to 79%)

60

70

80

90

100

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