Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata
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Repubblica.it
19/11/2014
MINORI, VADEMECUM PER LA SICUREZZA SUL WEB
3
Corriere della Sera
02/11/2014
LA DIETA SEMPREVERDE FA BENE SE E' EQUILIBRATA (E.Meli)
13
Corriere.it
19/11/2014
CYBERBULLISMO SEMPRE PIU' DIFFUSO, SUBITO DAL 31 PER CENTO 17 DEI 13ENNI
Corriere della Sera - Ed. Milano
03/11/2014
BASTA TV I RAGAZZI MILANESI SONO SOLO CONNESSI (M.Tucci)
20
Lastampa.it
20/11/2014
INTERNET PER I RAGAZZI? DIECI CONSIGLI
22
Lastampa.it
19/11/2014
CHE MALINCONIA, GLI ADOLESCENTI
24
Lastampa.it
19/11/2014
MINORI SUL WEB, VADEMECUM PER NAVIGARE SICURI
26
Lastampa.it
19/11/2014
OBIETTIVO "BAMBINI SICURI: DALLA STRADA ALLA RETE"
28
Il Messaggero
01/11/2014
MALATI DI MULTITASKING (A.Galdo)
30
Ilmessaggero.it
19/11/2014
CYBERBULLISMO, QUADRUPLICATE LE DENUNCE: UN MINORE SU 3 E' VITTIMA DI VIOLENZE VIRTUALI
33
37
Il Messaggero - Ed. Latina
23/11/2014
DALLA STRADA ALLA "RETE", REGOLE PER LA SICUREZZA
35
31
Libero Quotidiano
23/11/2014
SERVE LO SCREENING METABOLICO NEONATALE (G.tag.)
36
LiberoQuotidiano.it
19/11/2014
QUINTUPLICATE IN UN ANNO LE DENUNCE DI CYBERBULLISMO CONTRO I MINORI. VITTIMA UN TREDICENNE SU TRE
37
LiberoQuotidiano.it
18/11/2014
SCREENING METABOLICO NEONATALE FONDAMENTALE PER LA PREVENZIONE
39
Avvenire
20/11/2014
CYBERBULLISMO, COLPITO 1 MINORE SU 3 (V.dal.)
42
Avvenire.it
19/11/2014
CYBERBULLISMO: VITTIMA QUASI UN 13ENNE SU TRE
43
10
Avvenire
27/11/2014
I PEDIATRI. "AUTISMO CAUSATO DA VACCINO?
45
3
Avvenire - Ed. Milano/Lombardia
23/11/2014
CYBERBULLISMO UN TREDICENNE SU 3 NE RESTA VITTIMA
46
16
Il Mattino
01/11/2014
MALATI DI MULTITASKING (A.Galdo)
48
Ilmattino.it
19/11/2014
CYBERBULLISMO, QUADRUPLICATE LE DENUNCE: UN MINORE SU 3 E' VITTIMA DI VIOLENZE VIRTUALI
50
Il Mattino - Ed. Salerno
01/11/2014
MALATI DI MULTITASKING
52
Ilmattino.it
19/11/2014
SESSO ONLINE SENZA CONOSCERSI, L'ULTIMA PERICIOLOSA MODA DEI TREDICENNI
55
Unita.it
19/11/2014
CYBERBULLISMO, VITTIMA 31% DEI 13ENNI: MAGGIORANZA NON NE PARLA
57
Iltempo.it
21/11/2014
SICUREZZA ONLINE: UN VADEMECUM PER NAVIGARE SICURI
58
29
L'Unione Sarda
15/11/2014
"BAMBINI SICURI", A LEZIONE CON LA POLIZIA
60
12
Giornale di Sicilia
22/11/2014
Int. a G.Corsello: CORSELLO: "SE ALLATTA DAL SENO E' PIU' PROTETTO" (A.Filippi)
61
13
Giornale di Sicilia
20/11/2014
SUBISCONO E NON NE PARLANO MAI: SONO LE VITTIME DEL CYBERBULLISMO
62
34
La Nuova Sardegna
25/11/2014
IL BULLISMO IN SCENA "OFF-LIFE" AL CIVICO
63
49
La Sicilia
23/11/2014
UN NEONATO SU 3MILA NASCE CON MALATTE METABOLICHE
64
43
La Sicilia
22/11/2014
N ICOLOSI. GIORNATA DEDICATA AI BIMBI E ALLA LORO SICUREZZA
65
18
Il Giornale di Vicenza
16/11/2014
TUTELATE I BAMBINI GLI "STATI GENERALI" TRA EVENTI E INCONTRI 66
4
Liberta'
20/11/2014
UN TREDICENNE SU TRE E' VITTIMA DEL CYBERBULLISMO MA TACE
67
12
Il Centro
22/11/2014
PEDIATRI PREOCCUPATI PERI RISCHI DEL WEB E DELLA STRADA
68
25
Il Giornale dell'Umbria
20/11/2014
CYBERBULLISMO, IN UN ANNO DENUNCE QUINTUPLICATE
69
12
Corriere del Mezzogiorno - Campania (Corriere della Sera)
24/11/2014
SPECIALE - COME GARANTIRE LA SICUREZZA AI BAMBINI
70
13
E Polis Bari
22/11/2014
STATI GENERALI PER L'INFANZIA
71
14
E Polis Bari
21/11/2014
STATI GENERALI DELLA PEDIATRIA
72
Rubrica 44/45
10
19
12
16
Societa' italiana di pediatria
Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata Rubrica
Data
Titolo
Pag.
Societa' italiana di pediatria
20
E Polis Bari
20/11/2014
IL SILENZIO DELLE CYBERVITTIME
73
43
La Voce di Rovigo
20/11/2014
CYBERBULLISMO, LA NUOVA MINACCIA
74
2
Sport Quotidiano
21/11/2014
I NOSTRI RAGAZZI SEMPRE PIU' A RISCHIO, NELLE SCUOLE IMPERVERSA IL CYBER BULLISMO
75
7
Secolo d'Italia
20/11/2014
CONSIGLI A GENITORI E RAGAZZI PER UNA NAVIGAZIONE SICURA SUL WEB
76
24
Giornale di Sicilia
30/11/2014
"COSI' BIMBI ESPOSTI A MALATTIE"
77
42
Gazzetta del Sud
29/11/2014
UN VIAGGIO NELLA MENTE PER CONOSCERE L'AUTISMO
78
II
La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Basilicata
30/11/2014
SICUREZZA DEI BAMBINI "CORRETTO USO DI FARMACI"
80
9
La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Basilicata
28/11/2014
BAMBINI E ADOLESCENTI MENO RISCHI, PIU' SICUREZZA
81
2
La Nuova del Sud
30/11/2014
OGNI 30 SECONDI MUORE UN BIMBO
82
15
La Nuova del Sud
27/11/2014
AL VIA GLI STATI GENERALI DELLA PEDIATRIA VENTI TAVOLE ROTONDE: C'E' ANCHE POTENZA
84
46
Lombardia Oggi (La Prealpina)
09/11/2014
BIMBI E FARMACI NIENTE SU ERFICIALITA'
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«Ho detto no al cemento sul Bisagno, io spostata all'ufficio
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Borse positive, Piazza Affari su Il debutto (in rialzo) di
Senato Usa boccia la riforma dell'Nsa
Audi Q3: arriva il restyling
PEDIATRIA
Cyberbullismo sempre più diffuso, subito dal 31 per cento dei 13enni Insulti, persecuzioni e minacce su social network, in chat o tramite sms, ma pochi adolescenti ne parlano con un adulto. I progetti nelle scuole con pediatri e Polizia di Maurizio Tucci
Il Cyberbullismo è un fenomeno sempre più
diffuso tra i giovanissimi, ma che resta in gran parte sommerso. A svelarlo è l’indagine “Abitudini e stili di vita degli adolescenti” 2014 (realizzata dalla Società Italiana di Pediatria su un campione di nazionale di 2.107 studenti delle terze medie inferiori), il cui approfondimento sul cyberbullismo è stato presentato a Roma in occasione degli Stati Generali della Pediatria, organizzati dalla SIP e dalla Polizia di Stato.
L’indagine sugli adolescenti e i social network Secondo l’indagine il 31% dei tredicenni (35% delle femmine) dichiara di aver subito (una o più volte) atti di cyberbullismo, percentuale che schizza oltre il
Nei primi 1000 giorni di vita del bebè i quattro «miracoli» della crescita
dall’invio o pubblicazione di foto o filmati offensivi (15%) e dalla creazione di
Societa' italiana di pediatria
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criticità che possono derivare dalla rete. Insulti, persecuzioni e minacce su social network (39,4%), in chat (38,9%) o tramite sms (29,8%) sono le modalità prevalenti con cui si compiono gli atti di bullismo online, seguite
PEDIATRIA
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45% tra gli adolescenti che abitualmente frequentano più di tre social network, ad ulteriore conferma che è sempre l’eccesso ad amplificare le
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profili falsi sui social (12,1%). Eppure la maggioranza delle vittime non ne
PEDIATRIA
parla con gli adulti e circa l’85% dei casi di cyber bullismo non arriva a conoscenza di genitori e insegnanti. Il comportamento di gran lunga prevalente tra chi è stato vittima di cyber bullismo è risultato infatti essere il
Quando il bambino ha l'influenza Guarda la videointervista
“difendersi da solo” (60% dei maschi e 49% delle femmine), il 14% ne ha parlato con un amico/a, l’11,7% ha subito senza fare niente e solo il 16,8% ha informato un adulto (genitore, insegnante…). Residuale, inoltre, (3,2%) la percentuale di chi, insieme ai genitori, ha sporto denuncia alla Polizia Postale.
Corriere è pieno di buone notizie!
La difficoltà nel coinvolgere figure adulte A questo proposito dall’indagine emerge un atteggiamento nettamente incoerente tra “teoria e pratica”. Oltre il 40% degli adolescenti che non sono mai stati vittime di cyberbullismo dichiara, infatti, che qualora lo fosse informerebbe certamente un adulto e solo il 28% opterebbe per l’autodifesa. Uno scostamento tra intento teorico e comportamento effettivo significativamente maggiore di quello emerso in passato quando l’indagine SIP aveva affrontato il tema del bullismo “tradizionale”. Fulvio Scaparro, psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza, così spiega il fenomeno: «Che l’atteggiamento di chi subisce qualcosa sia difforme dall’atteggiamento che la stessa persona dichiarerebbe di avere qualora immaginasse di subire la medesima cosa è generalmente riscontrato non solo tra gli adolescenti. Siamo tutti più “illuminati” in teoria e molto meno in pratica. Nel caso specifico si
PEDIATRIA
La Fondazione Città della Speranza compie vent'anni anni
PEDIATRIA
Celiachia, svezzamento assolto (E l'allattamento non è fondamentale)
aggiunge la circostanza che fare emergere una persecuzione attraverso Internet costringe la vittima ad aprire ai genitori (o ad un altro adulto) tutta la propria vita sui social, mettendo inevitabilmente in luce uno “storico” di atteggiamenti e comportamenti complessivi che raramente un adolescente ha facilità a rendere noti ai propri genitori, nella maggior parte dei casi estranei al
I nuovi pantaloni: volumi over e lunghezze midi
funzionamento e al linguaggio della rete».
La solitudine delle vittime, un progetto con la Polizia Uno scenario, quindi, di preoccupante solitudine nel quale si vengono a trovare le giovanissime vittime di cyberbullismo che - come commenta Giovanni Corsello, Presidente della SIP - ci deve impegnare a rafforzare gli strumenti a loro sostegno. «Dobbiamo favorire il dialogo, l’apertura e la fiducia verso gli adulti - spiega il Presidente dei Pediatri italiani - anche con interventi di prevenzione nelle scuole che coinvolgano non solo vittime e carnefici, ma anche i cosiddetti spettatori passivi che contribuiscono, sia pure involontariamente, a rendere ancora più problematica l’emersione del fenomeno». Fenomeno indicato addirittura come ‘problema di salute pubblica internazionale’ dagli autori di una recentissima review della
PEDIATRIA
Ecco il kit che controlla in tempo reale la glicemia dei bambini
PEDIATRIA
Morbillo, l'allarme degli esperti «In Italia la più alta incidenza Ue»
letteratura scientifica (NixonCL. Current perspectives: the impact of cyberbullying on adolescent health. Review Adolescent Health,Medicine and
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Troppe diagnosi di iperattività In Lombardia sovrastimati 15 volte
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Il Natale va in scena
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Therapeutics 2014:5 143–158), che evidenzia come il cyberbullismo abbia conseguenze negative sulla salute delle vittime, tra le quali sindromi depressive, ansia, sintomi somatici, ed una maggiore propensione all’uso di droghe e comportamenti devianti. «Anche in considerazione di queste nuove evidenze scientifiche - sottolinea Corsello - i pediatri devono essere sempre più una figura di riferimento per il bambino e l’adolescente e devono imparare ad intercettare e riconoscere quei segnali di disagio che un adolescente vittima di cyberbullismo potrebbe manifestare. Ma per far questo è necessario rafforzare conoscenze e competenze in questo ambito ed un passo importantissimo lo abbiamo compiuto proprio oggi siglando un accordo operativo con la Polizia di Stato che prevede, tra l’altro, la realizzazione di specifiche azioni di formazione rivolte sia ai pediatri che agli operatori della Polizia di Stato». «Polizia di Stato - come spiega Roberto
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Sgalla, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, ferroviaria, delle
3/3 PEDIATRIA
Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato – che opera da
Sotto la pelle siamo tutti uguali
anni per far sì che i rischi della rete, soprattutto nei confronti dei minori (le nostre esperienze ci mostrano come i bambini, già dalle scuole materne e primarie, iniziano ad avere i primi contatti con i mezzi informatici e Internet), non debbano costituire un limite allo sviluppo della comunicazione sul web,
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ma al contrario un valore aggiunto per la propria crescita culturale».
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19 novembre 2014 | 11:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Adolescenti, dal medico coi genitori Ma la loro presenza imbarazza
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Quei bambini sempre «raffreddati» Ecco perché si ammalano così spesso
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Quando il troppo stretching può avere anche effetti negativi
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L’odore del pesce marcio è il segreto per smettere di fumare
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Alberto Zangrillo: «Mio figlio bocciato a quei test iniqui di medicina» - Corriere della Sera
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Blog MAMMAMIA + Internet per i ragazzi? Dieci consigli
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+ Che malinconia, gli adolescenti
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Internet per i ragazzi? Dieci consigli RUBRICHE Internet per i ragazzi? Dieci consigli
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0 20/11/2014
Società Italiana di Pediatria, Polizia di Stato e Facebook hanno pubblicato un Il vademecum per promuovere l’uso positivo del web. Che parte da un presupposto: troppo web per gli adolescenti fa male sia alla loro salute sia alle loro relazioni sociali (c’è una nuova psicopatologia specifica, chiamata internet addiction, che testimonia le conseguenze dell’abuso). Tuttavia,un
IL PEDIATRA RISPONDE
materie complesse, non comprimibili in quattro parole. Però ha il pregio della chiarezza e della rapidità, e può essere l’inizio di una riflessione. Sarà diffuso negli studi e negli ambulatori pediatrici dei 10mila associati alla Sip. CONSIGLI PER I GENITORI
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Occorre dunque promuovere un uso responsabile del Web, «consapevoli dei Guarda e ascolta i consigli di rischi che un utilizzo incontrollato può comportare ma anche degli puericultura e pediatria irrinunciabili vantaggi di cui può farsi veicolo, come acceleratore di I dubbi dei genitori e le risposte del pediatra Giuseppe Ferrari sulle principali tappe di sviluppo dei bambini, gli conoscenze e via di socializzazione». E dunque ecco il vademecum per inconvenienti e le malattie. genitori e figli: ha il grave limite di semplificare troppo e di ridurre in pillole
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atteggiamento esclusivamente “proibizionista” non va bene, perché emargina i ragazzi dall’ambiente culturale condiviso dai coetanei.
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PARLA con i tuoi figli di sicurezza e tecnologia quanto prima e più spesso che puoi, nello stesso modo in cui parli della sicurezza a scuola, in auto, sui mezzi di trasporto pubblici o in ambito sportivo. E’ importante fargli capire che Internet non è un mondo virtuale ma è parte della vita reale. CHIEDI ai tuoi figli quali sono secondo loro le informazioni che è appropriato condividere online e quali è meglio evitare. Parla con loro di come percepiscono la privacy e di quali strumenti o accortezze utilizzano per tutelarla. ACCOMPAGNA i tuoi figli, soprattutto i più piccoli, il più possibile e da subito
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Gravidanza Tutte le fasi della tua avventura spiegate dai nostri medici Segui la crescita del tuo bimbo Da un mese a 36 mesi, calcola i percentili.
attraverso l’esperienza di navigazione online, condividendo insegnamenti e impressioni sui contenuti. IMPARA dai tuoi figli. A meno che tu non sia un utente di Internet particolarmente attivo, è probabile che i tuoi figli ne sappiano più di te. Dai loro atto di questa competenza: chiedigli di aiutarti ad utilizzare un determinato servizio online o a configurare la tua presenza su un social network. E’ un ottimo modo per capire come si comportano su Internet e per renderli consapevoli di eventuali pericoli. RISPETTA i loro interessi. I ragazzi di oggi sono cresciuti con Internet, cellulari e SMS. Le nuove tecnologie hanno sempre fatto parte della loro vita e rappresentano una importante opportunità per il loro presente e per il loro futuro. Attento a non definirle come una “perdita di tempo” perché significa criticare gran parte delle loro interazioni sociali e delle attività che svolgono ogni giorno. CONSIGLI PER I RAGAZZI STABILISCI alcune regole di base. Prima di postare qualcosa, pensaci bene! Tutto ciò che metti online e che riguarda te stesso o un’altra persona potrebbe essere interpretato male, copiato e distribuito in modi che non ritieni opportuni. ATTENTO a non dare confidenza agli sconosciuti, proprio come nel mondo offline, e non rendere disponibili a chiunque informazioni private, fotografie ecc. CONTROLLA le impostazioni sulla privacy dei servizi online che utilizzi e stai sempre attento a cosa condividi con chi, utilizzando gli strumenti di controllo messi a disposizione dai vari servizi online che utilizzi SEGNALA i contenuti inappropriati: ricorda che la maggior parte dei servizi online ti permettono di segnalare e richiedere la rimozione dei contenuti inappropriati. Puoi sempre rivolgerti alla Polizia Postale per segnalare contenuti o attività illegali su Internet (www.commisssariatodips.it). APRITI se hai un problema, parlane con qualcuno: un amico, i tuoi fratelli, i tuoi insegnanti, i tuoi genitori, una associazione o le forze dell’ordine. Qualcuno potrà sicuramente aiutarti.
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e desideri. Tra i fenomeni più preoccupanti quello dell’uso di superalcolici sempre più diffuso tra le ragazze italiane: il 37,9% ha dichiarato di assumerli contro il 17,9% dei ragazzi. Trend simile per le ubriacature. Il 52,9% delle ragazze e il 44,8% dei ragazzi ha dichiarato di essersi sbronzato almeno una volta nell’ultimo mese.
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Guarda e ascolta i consigli di puericultura e pediatria I dubbi dei genitori e le risposte del pediatra Giuseppe Ferrari sulle principali tappe di sviluppo dei bambini, gli inconvenienti e le malattie.
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network e tra selfie e diete hanno l’ossessione della propria immagine. Questa la fotografia dei giovani italiani secondo la ricerca «Osservatorio Adolescenti» elaborata da enti seri, e utilizzando un campione non piccolo di ragazzini: SOS Il Telefono Azzurro Onlus e l’istituto di ricerca Doxa Kids e che ha coinvolto oltre 1500 giovani dagli 11 ai 19 anni su tutto il territorio italiano, con 100 domande su vari temi: tra cui salute e alimentazione, tempo libero e sport, nuove tecnologie e vita online, percezione del proprio corpo
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Bevono superalcolici, sono sempre connessi a internet, vivono sui social
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Se a qualcuno fosse venuta tristezza a leggere i dati sull’alcol, ecco, a peggiorare il quadro quelli sui selfie. Il bisogno degli adolescenti di autoaffermazione e di «essere visti» è d i v e n t a t o o r m a i «un’urgenza pervasiva», «un obbligo autoimposto amplificato e condizionato nella sua espressione dai social network». Ciò contribuisce a spiegare l’incessante bisogno di farsi dei selfie: uno/a su 4 se ne fa almeno uno al giorno, l’85% li condivide sui social e il «ricorso ai programmi di fotoritocco prima di
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postare le proprie foto: 1 ragazzo/a su 2». Nell’indagine si evidenzia come ragazzi e ragazze si mostrano molto preoccupati per il proprio aspetto fisico: le ragazze si vorrebbero più magre (42%) e belle (35%), tanto da ricorrere alla dieta nel 53% dei casi, mentre i ragazzi sarebbero più felici se fossero più muscolosi (42%). Non si piace il 44% delle ragazze, e se fin qui tutto sommato non c’è niente di nuovo sotto il sole, la novità è che una su 5 dichiara di aver pensato a un intervento di chirurgia estetica per diventare più bella. Evvai. E se continua a crescere in modo costante ed esponenziale l’uso delle tecnologie, si diffondono anche sempre di più insulti e minacce su social network o sulle chat, ovvero gli atti cyberbullismo: ben il 31% dei tredicenni ne è stato vittima almeno una volta, mentre il 56% dichiara di avere amici che lo hanno subìto. E nell’85% dei casi questi episodi non arrivano a conoscenza degli adulti. I dati in questo caso vengono da un’altra ricerca, anche in questo caso di fonte autorevole: è lo studio «Abitudini e stili di vita degli adolescenti» condotta dalla Società Italiana di Pediatria (Sip) su un campione di 2.107 studenti delle scuole secondarie di primo grado. I dati sono stati presentati stamane agli Stati Generali della Pediatria organizzati presso dalla Sip e dalla Polizia di Stato in occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente, che si celebra domani. Le persecuzioni online viaggiano nel 39,4% sui social network, nel 38,9% sulle chat, ma anche via sms (29,8%). Nel 15% si arriva alla pubblicazione di foto o filmati e nel 12,1% dalla creazione di profili falsi su Facebook. Un fenomeno sempre più diffuso ma sempre più sommerso. Solo il 16,8% delle vittime ha informato un adulto, il 14,2% ne ha parlato con un amico, l’11,7%
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subisce senza fare niente. Una minima parte, il 3,2% arriva a denunciarlo alla polizia postale. Il cyberbullismo è «un problema di salute pubblica internazionale», ricorda il presidente della Sip Giovanni Corsello. Tra le conseguenze «sindromi depressive, ansia, una maggiore propensione all’uso di droghe e comportamenti devianti». Bingo. E con questo un abbraccio solidale ai genitori dei nostri ragazzi , così sbruffoni a vederli, e invece così fragili.
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non dare confidenza a sconosciuti e non condividere con chiunque le proprie
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informazioni private; di controllare le impostazioni sulla privacy dei servizi online che si utilizzano; di segnalare i contenuti inappropriati e di parlare con un adulto nel caso in cui ci siano dei problemi. Ai genitori, si consiglia di parlare con i propri figli di sicurezza e tecnologia, facendo loro comprendere che non si tratta di una realtà virtuale ma integrata nella vita reale; di chiedere ai ragazzi quali sono secondo loro le informazioni che è giusto condividere online e quali no e di cercare di capire quanto sanno a proposito del concetto di privacy; di accompagnare i figli nell’esperienza della navigazione online; di imparare dai ragazzi come si naviga, una condivisione che aiuta i genitori a scoprire che tipi di approccio hanno i figli alla rete; di rispettare gli interessi dei ragazzi.
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Scuola: i bambini scoprono l’informatica
A proposito della condivisione della navigazione e dell’attenzione agli interessi dei ragazzi, la Società italiana di pediatria ha ricordato i risultati di una recente ricerca secondo la quale è bene che i genitori non vietino completamente l’uso del web ai propri figli, perché il divieto li espone al rischio di un totale isolamento, tanto quanto il lasciarli soli davanti a un uso eccessivo della rete. I grandi utilizzatori del web e coloro che non lo usano affatto, dunque, sono le categorie a maggior rischio di depressione, obesità, cefalea, disturbi del sonno, uso di sostanze.
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In occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente dedicata al tema “Bambini sicuri dalla strada alla rete”, oggi 19 novembre avranno luogo gli Stati Generali della Pediatria, organizzati dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) e dalla Polizia di Stato, in collaborazione con Facebook (Roma, Teatro Brancaccio, a partire dalle ore 9,30).
«I social network non vanno demonizzati, perché hanno anche aspetti di grande utilità e socializzazione – osserva il Presidente della SIP Giovanni Corsello –. Il problema come sempre è l’abuso. La migrazione degli adolescenti dal computer al telefonino rende difficilissimo per i genitori rendersi conto del tempo effettivamente speso dai loro figli sui social. È inoltre difficile
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totalità degli adolescenti ha internet sempre a portata di mano, in qualunque momento della giornata. E se all’87,6% piace internet perché si può stare in contatto con gli amici, per il 60,2% è assolutamente irrinunciabile.
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Alla manifestazione prenderanno parte studenti delle scuole elementari, medie e superiori, rappresentanti del mondo dei genitori, della scuola, delle istituzioni per dar vita ad un confronto a tutto campo sul tema della sicurezza dei bambini, in particolare quella sul Web, dove gli adolescenti, ma sempre di più tantissimi preadolescenti alle soglie delle scuole medie, trascorrono buona parte del proprio tempo. Come ha rilevato l’Indagine nazionale della Società Italiana di Pediatria “Abitudini e stili di vita degli adolescenti 2014”, la quasi
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dettare regole di comportamento dal momento che la stragrande maggioranza degli adulti non ha idea di come si sviluppa la socialità sui nuovi social network, di come si strutturano le relazioni, non conosce il linguaggio utilizzato. In questo contesto parlare di controllo non ha più molto senso. Le nostre risorse per prevenire comportamenti a rischio sono il dialogo, l’ascolto, l’etica comportamentale che noi adulti di riferimento abbiamo insegnato ai figli. I quali prima di essere adolescenti sono stati bambini». Se è vero che l’abuso di internet da parte degli adolescenti può avere effetti negativi tanto sulla salute quanto sulle relazioni sociali sino a poter sfociare in vere e proprie psicopatologie di nuova entità (ad esempio l’internet addiction), tuttavia, un atteggiamento esclusivamente “proibizionista” da parte dei genitori per limitare i rischi della rete è ugualmente controproducente, in quanto un utilizzo troppo moderato o addirittura il non utilizzo possono avere conseguenze negative sull’inserimento sociale degli adolescenti. La Società Italiana di Pediatria e la Polizia di Stato illustreranno inoltre il protocollo d’intesa che prevede azioni congiunte per sostenere l’uso corretto del Web e i consigli per la navigazione sicura a cura di Società Italiana di Pediatria, Polizia di Stato e Facebook. In tale contesto sarà presentato un vademecum di informazioni e consigli utili rivolti ai genitori e tutta la famiglia per promuovere l’uso positivo del WEB, a partire dalla prevenzione e dal contrasto al cyberbullismo (a questo tema sarà dedicata la rappresentazione teatrale dell’attore Luca Pagliari dal titolo “Like, storie di vita online” ispirata a un caso di cronaca). Il vademecum verrà diffuso negli studi e negli ambulatori pediatrici dei 10mila associati alla SIP. Gli Stati Generali della Pediatria si celebrano in diverse regioni italiane con manifestazioni locali che prevedono il coinvolgimento di pediatri, genitori, insegnanti, studenti, istituzioni, media e di tutte le componenti della società che si occupano della salute del bambino e dell’adolescente. La sicurezza è il tema comune a tutte le manifestazioni.
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funzionamento e al linguaggio della rete. Mercoledì 19 Novembre 2014, 13:01 - Ultimo aggiornamento: 13:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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(SIMMESN, SIN, SIMGePed), rappresentanti dei pazienti (UNIAMO), con il contributo incondizionato di Recordati Orphan Europe. “Siamo partiti proprio da un’analisi dei bisogni dei pediatri per capire le loro necessità informative su questo tema – afferma il professor Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP) – Nella recentissima ricerca che abbiamo effettuato emerge che i pediatri in Italia hanno un livello elevato di consapevolezza del problema e della grandi opportunità di prevenzione che lo screening neonatale offre. Hanno l’esigenza di maggiori informazioni su come mettere in rete le nuove tecniche diagnostiche, di cura e di prevenzione, e in particolare metaboliche ereditarie”. Vademecum per il pediatra. Un passo avanti per soddisfare tali necessità dando un concreto contributo allo sviluppo della conoscenza sull’argomento viene dal volume ‘Screening Neonatale Metabolico Allargato: Vademecum per il pediatra’, a cura del professor Alberto B u r l i n a, Direttore U.O.C. Malattie Metaboliche Ereditarie, Centro Regionale Screening Neonatale Allargato dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova, realizzato con il contributo incondizionato di Recordati Orphan Europe. “Lo scopo di questa pubblicazione è di facilitare in modo pratico le conoscenze sullo screening neonatale allargato delle malattie metaboliche ereditarie – afferma il professor Alberto Burlina – La prima parte è dedicata ai principi dello screening neonatale allargato con particolare attenzione alle malattie suscettibili di screening. Al momento non vi è una legge nazionale ma solo delibere regionali, e pertanto ho contemplato un elenco di malattie metaboliche ereditarie che possono essere identificate in modo da fornire una guida più completa possibile”. Il volume presenta le malattie elencate non per fisiopatologia ma per aumento o riduzione del metabolita ‘screenato’. Vengono inoltre forniti in sintesi brevi cenni di fisiopatologia e il primo intervento sia clinico che diagnostico. E’ stato inoltre introdotto, nei limiti delle conoscenze attuali, l'outcome della patologia nel paziente diagnosticato precocemente. Il Vademecum sarà fornito da Orphan Europe su richiesta. “E’ importante sottolineare che lo screening è solo una tappa di un processo, che necessita poi di conferma diagnostica immediata e di un successivo intervento – precisa il prof. Burlina – Questo strumento è un alleato prezioso per il pediatra, poiché può consentire un intervento preventivo ed efficace prima ancora dell’espressione clinica di patologie spesso subdole e letali; ci auguriamo che questo Vademecum, pur nella sua essenzialità, possa fornire una chiave di lettura immediata del risultato dello screening, per aiutare il pediatra ad avviare un corretto processo diagnostico e di presa in carico del bambino”. Lo screening metabolico allargato. “E’ una opportunità di prevenzione per le malattie metaboliche ereditarie che va assicurato a
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finalizzati alla identificazione in epoca neonatale della malattia metabolica, ma anche quelli correlati con le fasi diagnostiche, terapeutiche e abilitative che si aprono dopo ogni conferma diagnostica lungo tutta l’età evolutiva e oltre. Da questo percorso, fatto di piani assistenziali individualizzati, integrati tra centri di riferimento ospedalieri, pediatri di famiglia e servizi territoriali derivano le garanzie di salute per bambini con patologie croniche, complesse e
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rare come le malattie oggetto dello screening metabolico allargato”. “Recordati Orphan Europe, nell’ambito dell’impegno per il miglioramento della cura e dell’assistenza dei malati rari, ha sostenuto la pubblicazione di questo volume per dare un contributo concreto alla diffusione e alla crescita di una cultura dello screening neonatale valorizzando il ruolo del pediatra in fase di diagnosi – conclude Paolo S a l a, Country Manager di Orphan Europe – Siamo orgogliosi di poter
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Avvenire Home Page > Cronaca > Cyberbullismo: vittima quasi un 13enne su tre
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Cyberbullismo: vittima quasi un 13enne su tre Il cyberbullismo è un fenomeno sempre più 19 novembre 2014
diffuso tra i giovanissimi, ma resta in gran parte sommerso. A svelarlo è l’indagine
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“Abitudini e stili di vita degli adolescenti 2014” condotta dalla Società Italiana di
Pediatria su 2.107 studenti delle scuole secondarie di primo grado. Il 31% dei
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tredicenni (dato che sale al 35% se si considerano solo le femmine) dichiara di
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aver subito molestie via web. Gli adolescenti più a rischio sono, com’è naturale, i frequentatori più assidui dei social network: tra chi ne usa più di tre, la percentuale di chi ha subìto atti di bullismo online sale dal 31 al 45%. Insulti, persecuzioni e minacce su social network (39,4%), in chat (38,9%) o tramite sms (29,8%) sono le modalità più frequenti, seguite dall’invio o pubblicazione di foto o filmati (15%) e dalla creazione di profili falsi su Facebook (12,1%). Il comportamento di gran lunga prevalente tra le vittime è il "difendersi da soli" (60% dei maschi e 49% delle femmine). Sommando il “difendersi da solo” con il "subire senza far niente") si arriva a un 70% di "non emersione" del fenomeno. E se si considera anche chi si limita a confessare la cosa ad un amico/a, la percentuale di casi che non arriva a conoscenza di genitori o insegnanti sfiora l'85%.
Emerge inoltre un atteggiamento incoerente tra teoria e pratica. Infatti quasi la metà degli adolescenti che non sono mai stati vittime di bullismo
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dichiara che, qualora lo fosse, informerebbe un adulto. Questo
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scostamento tra intenzione dichiarata e comportamento effettivo è stato sempre osservato anche nel bullismo tradizionale, ma è molto più significativo nel cyberbullismo. La spiegazione è che fare emergere una "persecuzione" attraverso Internet costringe la vittima ad “aprire” ai genitori tutta la propria vita sui “social”, disponibilità assai più rara di quella a denunciare episodi circoscritti di violenza fisica. Questi dati sono stati presentati per la prima volta oggi agli Stati Generali della Pediatria, organizzati dalla Società Italiana di Pediatria e dalla Polizia di Stato, in collaborazione con Facebook in occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente dedicata al tema “Bambini sicuri dalla strada alla rete”. “Di fronte al quadro di solitudine in cui si trovano le vittime di cyberbullismo – afferma il Presidente della Società Italiana di Pediatria Giovanni Corsello - occorre rafforzare gli strumenti a loro sostegno, favorire il dialogo, l’apertura e la fiducia verso gli adulti, anche con interventi di prevenzione nelle scuole che coinvolgano non solo vittime e carnefici, ma gli spettatori passivi. Il cyberbullismo ha conseguenze negative sulla salute delle vittime, tra le quali sindromi depressive, ansia, sintomi somatici, ed una maggiore propensione all’uso di droghe e comportamenti devianti. “La Polizia di Stato - ha spiegato Roberto Sgalla, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato - opera da anni per far sì che i rischi della rete, soprattutto nei confronti dei minori, non debbano costituire un limite allo sviluppo della comunicazione sul web, ma al contrario un valore aggiunto per la propria crescita culturale. Anche Facebook per bocca di Laura Bononcini, responsabile delle “Public policy” dichiara il proprio impegno “per promuovere un ambiente sempre più sicuro e protetto, tutelando le persone – in particolar modo i minori - da abusi e utilizzi inappropriati delle proprie informazioni e contenuti. In particolare i più giovani, infatti, devono poter cogliere in completa sicurezza le grandi opportunità offerte dal mondo digitale. Per questo è fondamentale che tanto i ragazzi quanto gli adulti siano consapevoli non solo dei potenziali rischi legati al web, ma anche e soprattutto degli strumenti e delle accortezze che possono aiutare a prevenirli e ad affrontarli al meglio. È in quest’ottica che Facebook ha scelto di collaborare con enti esperti e autorevoli quali Polizia Postale e la Società Italiana di Pediatria, con l’obiettivo comune d’informare in modo semplice sui temi della sicurezza online offrendo ai ragazzi e ai genitori consigli concreti su come salvaguardarla”. Ci si augura che la scelta di collaborare raggiunga degli esiti tangibili anche da parte di genitori e insegnanti. © riproduzione riservata
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Cyberbullismo, quadruplicate le denunce: un minore su 3 è vittima di violenze virtuali
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PER APPROFONDIRE: cyberbullismo, polizia postale
Adolescenti a rischio. I dati sono stati presentati oggi agli Stati generali della Pediatria "Bambini sicuri dalla strada alla rete" organizzati a Roma dalla Sip e dalla Polizia di Stato, in collaborazione con Facebook, in occasione della Giornata mondiale del bambino e dell'adolescente che si celebra domani. Gli adolescenti più a rischio sono gli assidui frequentatori dei social network: infatti tra quelli che ne frequentato più di tre la percentuale di chi ha subito atti di bullismo online sale dal 31 al 45% (quasi uno su due). Violenza in rete. Sul web il cyberbullismo si
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«Non sono io il bruto, la ragazza sbaglia: fatemi il test del Dna» Quando lo ha visto in quella cella di sicurezza, lì nel chiuso di...
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Persecuzioni, insulti, minacce, l'invio di foto o filmati su chat e social network per vessare il compagno di classe o prendere in giro l'amico. È il cyberbullismo: il 31% dei tredicenni (35% delle ragazze) ne è stato vittima. L '85% dei casi non arriva a conoscenza degli adulti. A svelarlo è l'indagine condotta dalla Società italiana di pediatria (Sip) su un campione di 2.107 studenti delle scuole secondarie di primo grado.
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Foglio manifesta con insulti, persecuzioni e minacce sui social network (39,4%) o tramite sms (29,8%), invio di foto o filmati (15%) e dalla creazione di profili falsi su Facebook (12,1%). Il comportamento di gran lunga prevalente tra le vittime di cyberbullismo è 'difendersi da solì (60% dei maschi e 49% delle femmine). Adulti all'oscuro. Solo il 16,8% afferma di aver informato un adulto, il 14,2% ne ha parlato con un amico, l'11,7% ha subito senza fare niente e il 3,2% ha denunciato alla Polizia Postale. Denunce quintiplicate. «È quintuplicato in un anno, tra il 2013 e il 2014, il numero di denunce per atti di cyberbullismo giunte alla Polizia Postale». È la stima che rende nota Marco Valerio Cervellini, responsabile per i progetti di prevenzione e legalità della Polizia Postale, a margine degli Stati Generali della Pediatria in corso a Roma. Si tratta di «un aumento esponenziale, considerando che precedentemente non avevamo dati di riferimenti e che la maggior parte di questi episodi restano taciuti», aggiunge. Nascosti dietro lo schermo. Rispetto al bullismo tradizionale, quello online, sottolinea l'esperto «è più pervasivo», «chi vuole colpire può nascondersi nell'anonimato del web per farlo, non c'è un rapporto faccia a faccia con la vittima». Sono, inoltre, situazioni più difficili da far emergere, considerando che costringono ad «aprire» ai genitori (o ad un altro adulto) tutta la propria vita sui «social».
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Timore dei genitori. Si mette così inevitabilmente in luce uno «storico» di atteggiamenti e comportamenti complessivi che raramente un adolescente ha facilità a rendere noti ai propri genitori, nella maggior parte dei casi estranei al funzionamento e al linguaggio della rete. mercoledì 19 novembre 2014 - 13:09 Ultimo agg.: 13:11
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Sesso online senza conoscersi, l'ultima periciolosa moda dei tredicenni
PER APPROFONDIRE: sesso; online; tredicenni
di Valeria Arnaldi
In un crescendo di proposte, l’ultimo “divertimento” degli adolescenti è il sesso on line fatto senza conoscersi. Di più, senza sapere chi sia il partner dall’altra parte dello schermo. Dunque, anche, se sia un coetaneo o un adulto che coetaneo si finge. A fornire i dati del fenomeno e, dunque, in una certa misura del rischio, è l’indagine nazionale “Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti Italiani” della Società Italiana Pediatria, che ha puntato l’attenzione anche sull’erotismo virtuale per indagarne modalità e, appunto, numeri. Circa il 12% dei tredicenni riceve proposte di sesso on line da sconosciuti. Il 5,4% delle ragazze le accetta. Anche il 5% dei ragazzi. Modalità e percentuali si ripetono pressoché uguali in tutta Italia. Prima si scambiano alcune frasi in chat, poi scatta la sfida di mostrarsi, con foto e video. A volte, invece, sono le foto a fare da “esca”. Il 15% degli intervistati ha ammesso di aver pubblicato un selfie provocante. Nel 2012, a farlo era l’11,2%. Perlopiù a
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Foto provocanti, che rapidamente – e facilmente – scivolano nell’hard. Poi, le webcam accese per farsi guardare. Infine, la domanda chiara e diretta: vuoi fare sesso?
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Pagina Foglio pubblicare sono ragazze: il 16% a fronte del 14,1% di ragazzi. Attenzione però, al sommerso dettato dalla timidezza.
Diffamò Carlo Giuliani: rimessa la querela a Sallusti. Con il risarcimento un poliambulatorio a Ponticelli
La percentuale, infatti, sale sensibilmente se lo “sguardo” è esterno. È il 48% a dichiarare di avere amici e compagni che postano selfie provocanti. E non è questo l’unico comportamento a rischio. Gli sconosciuti chiedono e gli adolescenti, spesso, rispondono. Il 16,7% dei ragazzi e il 12,8% delle ragazze ha accettato di farsi vedere in webcam. Il 20,7 dei primi e il 17,6% delle seconde ha dato il numero di telefono. A indicare senza timore la scuola che si frequenta sono il 26% degli studenti e il 23,3% delle studentesse. Dal virtuale al reale il passo è breve. L’ultima proposta riguarda proprio la possibilità di incontrarsi. Lui ha meno paure di lei, rispettivamente il 14,6% e l’8,5% del campione hanno accettato la proposta. Non è un allarme pedofilia, specificano i ricercatori, lo sconosciuto può essere realmente un adolescente. Nella possibilità, però, c’è tutto il rischio del fenomeno.
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Roma, 19 nov. (askanews) - Il cyberbullismo è un fenomeno sempre più diffuso tra i Il compleanno de l'Unità - Articoli forebase servizio Speciale primarie sindaco di Roma newsletter_redazione Trovaci su Facebook giovanissimi, ma resta in gran parte sommerso. A svelarlo è l'indagine "Abitudini e stili di vita degli adolescenti 2014", condotta dalla Società Italiana di Pediatria su un campione di nazionale newsletter_online ArticoloUno_disabilitato sondaggi Placido Rizzotto Lanci copiahp prove admin Privacy l'Unità di 2.107 studenti delle terze medie inferiori. Secondo il sondaggio il 31% dei tredicenni (35% Mi piace delle femmine) dichiara di aver subito (una o più volte) atti di cyberbullismo e il 56% di avere adv Toscana Emilia Romagna Ultim'ora La striscia rossa Feed Pubblicita Staino Contattaci Note legali amici che lo hanno subito. Insulti, persecuzioni e minacce su social network (39,4%), in chat (38,9%) o tramite sms (29,8%) sono le modalità prevalenti con cui si compiono atti di bullismo Notizie Flash Kiddy English Speciali Diretta cestino Pagina non trovata Blog l'Unità piace a 264.637 persone. Rubriche Commenti Mobile online, seguite dall'invio o pubblicazione di foto o filmati (15%) e dalla creazione di profili falsi su Facebook (12,1%). Eppure la maggioranza delle vittime non ne parla con gli adulti e l'85% dei Satira AbbonatiTemp AbbonatiVecchio Attivabbonamento Abbonamentitest Abbonamentisostienici casi di cyberbullismo non arriva a conoscenza di genitori e insegnanti. Abbonamentinonvabene Cucinaregionale
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Sicurezza online: un vademecum per navigare sicuri Consigli per genitori e figli, c'è molto da imparare
Promuove l’uso positivo del web il vademecum presentato agli Stati Generali della Pediatria, che sarà diffuso negli studi e negli ambulatori pediatrici dei 10mila associati alla SIP. Stilato a sei mani dalla Società Italiana di Italiana di Pediatria, la Polizia di Stato e Facebook, previene patologie di nuova entità come l’internet addiction e mette in guardia i genitori contro un atteggiamento “proibizionista”, controproducente. Quanto emerge da un lavoro condotto su 3.906 adolescenti pubblicato su Pediatrics non lascia interpretazioni: gli adolescenti che non possono utilizzare internet Altri articoli che parlano di... o il cui accesso è fortemente limitato risultano Categorie (1) infatti emarginati dall’ambiente culturale condiviso dai loro coetanei. Al contrario coloro che utilizzano Hitech troppo il Web, finiscono automaticamente con l’escludersi dalle interazioni sociali. La soluzione è nel mezzo: per evitare nei minori il rischio di depressione, cefalea, disturbi del sonno, sovrappeso e obesità la risposta è un uso consapevole della rete, che passa per il decalogo. PER I GENITORI
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PARLA con i tuoi figli di sicurezza e tecnologia quanto prima e più spesso che puoi, nello stesso modo
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in cui parli della sicurezza a scuola, in auto, sui mezzi di trasporto pubblici o in ambito sportivo. E’ importante fargli capire che Internet non è un mondo virtuale ma è parte della vita reale. CHIEDI quali ai tuoi figli quali sono secondo loro le informazioni che è appropriato condividere online e quali è meglio evitare. Parla con loro di come percepiscono la privacy e di quali strumenti o accortezze utilizzano per tutelarla. ACCOMPAGNA i tuoi figli, soprattutto i più piccoli, il più possibile e da subito attraverso l’esperienza di navigazione online, condividendo insegnamenti e impressioni sui contenuti. IMPARA dai tuoi figli. A meno che tu non sia un utente di Internet particolarmente attivo, è probabile che i tuoi figli ne sappiano più di te. Dai loro atto di questa competenza: chiedigli di aiutarti ad utilizzare un determinato servizio online o a configurare la tua presenza su un social network. E’ un ottimo modo per capire come si comportano su Internet e per renderli consapevoli di eventuali pericoli. RISPETTA i loro interessi. I ragazzi di oggi sono cresciuti con Internet, cellulari e SMS. Le nuove tecnologie hanno sempre fatto parte della loro vita e rappresentano una importante opportunità per il loro presente e per il loro futuro. Attento a non definirle come una "perdita di tempo" perché significa criticare gran parte delle loro interazioni sociali e delle attività che svolgono ogni giorno. CONSIGLI PER I RAGAZZI STABILISCI alcune regole di base. Prima di postare qualcosa, pensaci bene! Tutto ciò che metti online e che riguarda te stesso o un’altra persona potrebbe essere interpretato male, copiato e distribuito in modi che non ritieni opportuni. ATTENTO a non dare confidenza agli sconosciuti, proprio come nel mondo offline, e non rendere disponibili a chiunque informazioni private, fotografie ecc. CONTROLLA le impostazioni sulla privacy dei servizi online che utilizzi e stai sempre attento a cosa condividi con chi, utilizzando gli strumenti di controllo messi a disposizione dai vari servizi online che utilizzi Il Tempo Quotidiano
SEGNALA i contenuti inappropriati: ricorda che la maggior parte dei servizi online ti permettono di segnalare e richiedere la rimozione dei contenuti inappropriati. Puoi sempre rivolgerti alla Polizia Postale per segnalare contenuti o attività illegali su Internet (www.commisssariatodips.it). APRITI se hai un problema, parlane con qualcuno: un amico, i tuoi fratelli, i tuoi insegnanti, i tuoi genitori, una associazione o le forze dell’ordine. Qualcuno potrà sicuramente aiutarti. Roberta Maresci
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