Pediatria magazine vol 3 | num 6 | 2013

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Un algoritmo per i ritardi motori

Sedentari, e web-addicted

Succede spesso che i pediatri durante la pratica clinica quotidiana si trovino a visitare bambini con ritardi motori di varia entità. Sviluppato un algoritmo che ne facilita lo screening e la sorveglianza. pagina9

L’abuso di Internet e la scarsa attività fisica impattano a 360° sulla vita degli adolescenti italiani. L’allarme arriva dall’indagine su “Le abitudini e gli stili di vita degli adolescenti” della SIP. pagina16

www.sip.it

Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25

Magazine della Società Italiana di Pediatria

volume 3 | numero 6 | giugno 2013

Un messaggio da Bologna “La salute si costruisce lì dove la gente mangia, vive, lavora, studia, gioca, fa shopping, viaggia”: citando le parole della campagna “Health 2020” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Presidente della Società Italiana di Pediatria Giovanni Corsello ha voluto sottolineare, nella sua apprezzata relazione di apertura al 69° Congresso Nazionale, che la promozione della salute “avviene in un contesto sociale”, che i pediatri da professionisti della Sanità devono diventare professionisti della salute, dediti non solo alla cura delle malattie e del bambino malato, ma alla care: alla difesa della persona-bambino e della sua famiglia. Soprattutto oggi che neonati, bambini e adolescenti scontano l’impatto della crisi economica sulle famiglie italiane. È questo il messaggio di fondo lanciato al 69° Congresso Nazionale che si è tenuto a Bologna dall’8 al 10 maggio ed al quale è dedicato questo numero di “Pediatria”.

La crisi colpisce i bambini

Specialità pediatriche, cambiamento a rischio

Per la prima volta i tagli delle famiglie italiane impattano sul settore baby product, finora considerato al riparo dai cicli economici.

La notizia non è ufficiale, ma circola con insistenza al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Si prospetta una ulteriore riduzione del numero dei posti in tutte le specializzazioni universitarie. pagina23

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Un algoritmo per i ritardi motori

Sedentari e web-addicted

Succede spesso che i pediatri durante la pratica clinica quotidiana si trovino a visitare bambini con ritardi motori di varia entità. Sviluppato un algoritmo che ne facilita lo screening e la sorveglianza. pagina9

L’abuso di Internet e la scarsa attività fisica impattano a 360° sulla vita degli adolescenti italiani. L’allarme arriva dall’indagine su “Le abitudini e gli stili di vita degli adolescenti” della SIP. pagina16

www.sip.it

Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25

Magazine della Società Italiana di Pediatria

volume 3 | numero 6 | giugno 2013

Un messaggio da Bologna “La salute si costruisce lì dove la gente mangia, vive, lavora, studia, gioca, fa shopping, viaggia”: citando le parole della campagna “Health 2020” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Presidente della Società Italiana di Pediatria Giovanni Corsello ha voluto sottolineare, nella sua apprezzata relazione di apertura al 69° Congresso Nazionale, che la promozione della salute “avviene in un contesto sociale”, che i pediatri da professionisti della Sanità devono diventare professionisti della salute, dediti non solo alla cura delle malattie e del bambino malato, ma alla care: alla difesa della persona-bambino e della sua famiglia. Soprattutto oggi che neonati, bambini e adolescenti scontano l’impatto della crisi economica sulle famiglie italiane. È questo il messaggio di fondo lanciato al 69° Congresso Nazionale che si è tenuto a Bologna dall’8 al 10 maggio ed al quale è dedicato questo numero di “Pediatria”.

News

La crisi colpisce i bambini

Specialità pediatriche, cambiamento a rischio

Per la prima volta i tagli delle famiglie italiane impattano sul settore baby product, finora considerato al riparo dai cicli economici.

La notizia non è ufficiale, ma circola con insistenza al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Si prospetta una ulteriore riduzione del numero dei posti in tutte le specializzazioni universitarie. pagina23

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In questo numero

Pediatria

anno 3 | numero 6 giugno 2013

Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it redazione@sip.it Direttore Scientifico Giovanni Corsello Direttore Cinthia Caruso Board Editoriale Rino Agostiniani Liviana Da Dalt Domenico Minasi Andrea Pession Alberto Tozzi Davide Vecchio Redazione David Frati Sabrina Buonomo Marina Macchiaiolo Manuela Moncada Pubblicità e promozione Tiziana Tucci Tel. 06 862 82 323 t.tucci@pensiero.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002 Abbonamenti 2013

Fresche di stampa A cura di Alberto E. Tozzi

4

Vaccino anti-pertosse: più efficace quello a cellule intere

6

Un “call for papers” su nuovi media, tecnologia e salute pediatrica

6

Bronchiettasia nei bambini con fibrosi cistica

7

Consiglio Direttivo Alberto G. Ugazio (Past President), Alberto Villani (Vicepresidente), Luigi Greco (Vicepresidente), Rino Agostiniani (Tesoriere), Fabio Cardinale, Antonio Correra, Liviana Da Dalt, Domenico Minasi, Andrea Pession, Massimo Barbagallo, Elvira Verduci (Consiglieri), Valerio Flacco (Delegato Sezioni Regionali SIP), Costantino Romagnoli (Delegato Società Affiliate SIP), Gian Paolo Salvioli (Delegato Conferenza Gruppi di studio) Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero Direttore responsabile Giovanni Luca De Fiore Progetto grafico e impaginazione Typo srl, Roma Immagini © 2013 Photos.com Stampa Arti Grafiche Tris, Via delle Case Rosse, Roma giugno 2013

La prevenzione inizia in gravidanza

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Tagli a latte e pannolini, la crisi colpisce i bambini

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Intervista a Angelo Selicorni

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Specialità pediatriche, cambiamento a rischio

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TC e rischio-cancro nei bambini 8 Trapianti di cornea con laser a femtosecondi

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8

Un algoritmo per i ritardi motori 9 L-carnitina e difetti cardiaci congeniti A cura di David Frati

Attualità 9

14

Più appropriatezza e meno sprechi per una Sanità pubblica sostenibile Intervista a Nino Cartabellotta

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28 Speciale 69° Congresso L’appello di Corsello per una società e una Sanità a misura di bambino “Bambino è un termine grande, grandioso, comprensivo e santo” Giuseppe Roberto Burgio

A volte ritornano

Intervista a Barbara Suligoi

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Fitoterapia Basilico e finocchio: innocenti alla sbarra A cura di Vitalia Murgia

Consumo di cannabis: in aumento tra i più giovani Intervista a Giovanni Serpelloni

15

Sedentari, e web-addicted

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27

Pianeta SIP / La nostra storia Aldo Spallicci il pediatra poeta Giancarlo Cerasoli

28

In giro per l’Italia

16

ISSN 2240-3183

2

17

Eureka!

Individuale E 40,00 Istituti, enti, biblioteche E 80,00 Estero E 120,00 Presidente Giovanni Corsello

Internet non fa paura solo ai genitori

Pediatria numero 6 - giugno 2013

In giro per l’Italia... a misura di bambino A cura di Davide Vecchio

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Alimentazione Nutrire il futuro

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S Giovanni Corsello Presidente Società Italiana di Pediatria

ono ormai sempre più frequenti i fatti di cronaca che coinvolgono adolescenti come vittime o come autori di atti di violenza. Alcuni casi emergono per la loro brutalità ed efferatezza, ma sono solo la punta di un iceberg in gran parte sommerso e poco conosciuto. Sia quando è vittima, sia quando è autore di un atto di violenza, l’adolescente può a buon diritto essere considerato l’anello debole del sistema. La sua vulnerabilità psichica è maggiore rispetto a quella delle generazioni precedenti, che avevano circuiti relazionali più ristretti e generalmente limitati al contesto familiare, scolastico o di gruppo. L’adolescente oggi è proiettato in un mondo virtuale di fatto illimitato, in cui spesso si perdono i confini del reale e si confondono le relazioni umane, parificando quelle vere a quelle mediate esclusivamente dal web. È questo l’humus su cui proliferano le dipendenze via internet e le relazioni a rischio, le spinte agli abusi e alle violenze, perpetrate da adolescenti su adolescenti o da adulti su adolescenti. Dai cyberbullismi agli abusi a contenuto sessuale, il panorama delle violenze è ormai particolarmente vasto e

Editoriali

Adolescenti tra fatti e misfatti variegato, anche sul piano delle conseguenze cliniche a breve, medio e lungo termine. La violenza si innesta spesso su stili di vita devianti in cui il consumo di sostanze, i disturbi del comportamento alimentare, le tendenze depressive o di aggressività, le infezioni sessualmente trasmesse si intersecano spesso tra loro, fornendo alle famiglie e ai pediatri la possibilità di identificare segnali di allarme precoci, utili sul piano della prevenzione. Tutto ciò presuppone un ruolo attivo del pediatra nell’intercettare i bisogni di salute dell’adolescente anche quando egli non ne è consapevole e quindi non elabora una vera e propria domanda di salute. Il medico dell’adolescente deve essere il pediatra: attraverso un percorso fatto di conoscenza pregressa e di fiducia reciproca possiamo mettere insieme in una sorta di network l’adolescente, la sua famiglia e le istituzioni. Alle istituzioni sanitarie si deve chiedere in modo pressante di corrispondere alla loro funzione di erogatori di servizi di salute dedicati e pensati per gli adolescenti. Oggi e non domani, perché l’emergenza adolescenti richiede rispo ste immediate.

La deriva delle politiche sociali

C

’erano due cose che mi colpivano alle riunioni della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni alle quali non molto tempo fa partecipavo per conto della Regione per la quale allora lavoravo. La prima cosa era la scarsa presenza di molti assessori regionali alle riunioni: poche facce e sempre le stesse. La seconda era la loro coesione, quell’unione bipartisan che andava al di là dello schieramento politico. Sulla difesa delle politiche sociali le Regioni facevano fronte comune, a differenza di quanto accadeva in altre Commissioni dove non di rado si spaccavano, qualche volta più per appartenenza politica che per il merito dei provvedimenti. Oggi mi sembra di leggere in queste due peculiarità la sintesi estrema di ciò che le politiche sociali hanno rappresentato nel nostro Paese, perlomeno negli ultimi anni. Da un lato lo scarso valore da queste rivestito, testimoniato dalla limitata presenza dei rappresentanti regionali nei luoghi istituzionali del confronto. Dall’altro lato il progressivo smantellamento delle politiche di welfare ad opera dei governi nazionali, contro il quale, le Regioni, poche ma unite, azzeravano le divisioni di colore politico. Inutilmente però. Lo smantellamento oggi sembra giunto a compimento, o quasi, come testimonia lo studio realiz-

Cinthia Caruso

Direttore di “Pediatria”

zato da “Quotidiano Sanità” che ricostruisce i percorsi e gli stanziamenti di tutti i fondi che riguardano le politiche di welfare. Pochi dati danno il senso delle cose: il Fondo Nazionale per le politiche sociali, la fonte di finanziamento specifico degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, si è contratto del 77,8% passando da uno stanziamento di 1,884 mld nel 2004 ai 344,17 mln del 2013; quello per le politiche giovanili istituito nel 2007 è stato completamente azzerato nel 2013 così come il Fondo per le Pari opportunità e il Fondo per le politiche della famiglia. A salvarsi per quest’anno è solo il Fondo per le non autosufficienze che dopo il blocco del 2012 avrà in dote 275 mln per il 2013. Se lo Stato sociale non è morto, non se la passa molto bene. Colpa solo della crisi economica? Forse anche di una visione assistenzialista, caritatevole e un po’ sprecona delle politiche sociali, che in buona compagnia della cultura hanno rappresentato la voce più ‘sacrificabile’ quando occorreva sforbiciare. Dentro alle politiche sociali però c’è una parte consistente del Paese, la più indifesa: l’infanzia, la famiglia, gli anziani, i disabili, le persone a rischio di inclusione, gli immigrati. Ai quali oggi lo Stato sta dicendo: “Non ci sono più soldi, arrangiatevi”. Fino a quando un Paese civile potrà tollerarlo? 

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News

Quando scrivete le vostre note biografiche, non dite che avete pubblicato oltre 200 lavori su riviste scientifiche. Dite che avete pubblicato 3 lavori che hanno fatto la differenza.

Richard Horton, direttore di “The Lancet”

Fresche di stampa Linee-guida EBM o Medicina personalizzata? Goldberger JJ, Buxton AE. Personalized Medicine vs Guideline-Based Medicine. JAMA 2013; DOI:10.1001/jama.2013.6629

Un’ottima riflessione per ragionare sui limiti che l’approccio odierno delle linee-guida attraverso l’EBM impone ai trattamenti. Una provocazione sulla necessità di proporre disegni di studio più complessi per la valutazione dell’efficacia e della sicurezza dei trattamenti, di far emergere l’opportunità di valutarli in sottogruppi di pazienti con profili complessi e su come ridisegnare i clinical trial.

SCIT vs SLIT 1 a 1 Kim JM, Lin SY, Suarez-Cuervo C et al. Allergen-Specific Immunotherapy for Pediatric Asthma and Rhinoconjunctivitis: A Systematic Review. Pediatrics 2013;131(6):1155 -1167 DOI: 10.1542/peds.2013-0343

Della interminabile discussione sui vantaggi e gli svantaggi della terapia desensibilizzante per via sottocutanea o per via sublinguale sappiamo già. Questa revisione sistematica fa giustizia e sancisce un pareggio tra i due approcci nel trattamento dell’asma e della rinocongiuntivite allergica. In realtà un lieve vantaggio a favore di SCIT forse esiste, anche se è più frequentemente accompagnata da effetti collaterali.

Ma quanto ne sanno i pediatri di obesità? Mazur A, Matusik P, Revert K, Nyankovskyy S, Socha P, Binkowska-Bury M, Grzegorczyk J, Caroli M, Hassink S, Telega G, Malecka-Tendera E. Childhood Obesity: Knowledge, Attitudes, and Practices of European Pediatric Care Providers. Pediatrics 2013; DOI: 10.1542/ peds.2012-3239d

4

Ci siamo anche noi italiani in questo studio che documenta una generale buona percezione dei problemi che riguardano l’approccio all’obesità infantile, ma una sostanziale incertezza nelle azioni da intraprendere. Un po’ frustrante l’osservazione che perfino la raccomandazione di registrare le misure antropometriche ad ogni visita è spesso disattesa. Come sempre, fatta la linea-guida, è necessario il supporto alle azioni raccomandate.

Pediatria numero 6 - giugno 2013

Parlare la lingua dei pazienti Zuger A. Talking to Patients in the 21st Century. JAMA 2013;309(22):2384-2385 doi:10.1001/jama.2013.7159

JAMA dedica un editoriale al rapporto tra medico, paziente e familiari. Se volete potete approfondire attraverso gli articoli pubblicati nello stesso numero della rivista, ma il messaggio è chiaro: è cambiata la prospettiva e i pazienti giocano un ruolo, finalmente, molto più importante. Come adeguarsi a questa esigenza tante volte teorizzata è proprio il tema dell’editoriale.

Le mamme obese partoriscono prima Cnattingius S, Villamor E, Johansson S, Edstedt Bonamy AK, Persson M, Wikström AK, Granath F. Maternal obesity and risk of preterm delivery. JAMA 2013;309(22):2362-70 DOI: 10.1001/ jama.2013.6295

Un po’ l’avevamo già sospettato, ma in questo studio svedese l’associazione tra obesità materna e parto pretermine sembra evidente. Lo studio – che si basa sulle informazioni su circa 1.600.000 parti – ci informa che il rischio di questo evento è compreso tra 1 volta e mezza e 2 volte quello delle mamme normopeso. Un’occasione ulteriore per ricordare l’importanza di raggiungere un peso normale prima del concepimento.


Ginecologi italiani del servizio pubblico obiettori di coscienza, che quindi non praticano interruzioni volontarie di gravidanza.

4,8 milioni

Decessi annuali per diabete nel mondo. Quasi la metà dei pazienti deceduti (2,3 milioni) ha meno di 60 anni.

News

69,3%

Le prescrizioni dietetiche e sull’esercizio fisico funzionano poco (almeno negli USA)... Showell NN, Fawole O, Segal J, Wilson RF, Cheskin LJ, Bleich SN, Wu Y, Lau B, Wang Y. A Systematic Review of Home-Based Childhood Obesity Prevention Studies. Pediatrics 2013; DOI: 10.1542/peds.2013-0786

Una revisione sistematica sugli interventi per il trattamento dell’obesità infantile prescritti a domicilio del paziente. Nessuno studio tra quelli analizzati dimostra un effetto chiaro sul peso, anche se si registrano alcuni miglioramenti sul consumo di frutta e sull’attività fisica. Gli autori suggeriscono la necessità di esplorare l’efficacia di strategie combinate che coinvolgano direttamente i genitori e tengano conto dell’ambiente in cui si trova il paziente.

...ma gli interventi condotti in comunità sono più efficaci Bleich SN, Segal J, Wu Y, Wilson R, Wang Y. Systematic Review of Community-Based Childhood Obesity Prevention Studies. Pediatrics 2013; DOI: 10.1542/peds.2013-0886

Questa revisione sistematica fa il paio con la precedente e ci dice che gli interventi che comprendono la dieta e l’esercizio fisico che vengono condotti in comunità e che hanno una componente scolastica hanno una efficacia misurabile sul’IMC e su comportamenti come l’assunzione di verdura e l’attitudine all’esercizio fisico. Sarà interessante confrontare i diversi interventi effettuati in comunità.

Una ragione in più per non trattare l’ernia ombelicale Rosen JM, Adams PN, Saps M. Umbilical Hernia Repair Increases the Rate of Functional Gastrointestinal Disorders in Children. J Pediatr 2013; DOI: 10.1016/j. jpeds.2013.04.042

Mai avuto timore che un’ernia ombelicale si strozzasse. Alcuni bimbi vanno comunque incontro a trattamento chirurgico, magari quando sono grandicelli. Questo studio suggerisce che i bambini che vengono trattati hanno una probabilità superiore (circa 4 volte) di avere successivamente disordini funzionali gastrointestinali.

Come prevenire le deformità posizionali del cranio Wilbrand JF, Seidl M, Wilbrand M, Streckbein P, Böttger S, Pons-Kuehnemann J, Hahn A, Howaldt HP. A Prospective Randomized Trial on Preventative Methods for Positional Head Deformity: Physiotherapy versus a Positioning Pillow. J Pediatr 2013;162(6):1216-1221.e1 DOI: 10.1016/j. jpeds.2012.11.076

Un clinical trial per valutare l’effetto della fisioterapia contro il semplice cuscino per il mantenimento della posizione durante il sonno. Lo studio comprendeva bambini con plagiocefalia e brachicefalia. Entrambi i trattamenti hanno prodotto un miglioramento delle deformità craniche, con un leggero vantaggio per la terapia posizionale nei bambini che avevano sia plagiocefalia che brachicefalia.

Mio figlio non dorme. Gli do la melatonina? Cummings C, Canadian Paediatric Society, Community Paediatrics Committee. Melatonin for the management of sleep disorders in children and adolescents. Paediatr Child Health 2012;17(6):331-6.

Una mini review narrativa sull’approccio ai disturbi del sonno nel bambino. Una discussione di buon senso ed un richiamo agli elementi essenziali per una buona igiene del sonno. La melatonina ne esce con un giudizio lievemente incerto, sia per la scarsità di studi clinici sperimentali disponibili, sia per la mancanza di studi che ne osservano l’effetto a lungo termine, anche se gli autori suggeriscono che può essere utile.

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News

400 milioni Il costo in euro dei 128.000 ricoveri ospedalieri dovuti all’ipoglicemia nel periodo 2003-2010 in Italia.

48%

Pazienti italiani under 35 affetti da sclerosi multipla non più in grado di lavorare o studiare. Il 42% ha difficoltà nel compiere queste attività: solo il restante 10% dichiara che la malattia non impatta su lavoro e studio.

Vaccino anti-pertosse: più efficace quello a cellule intere Tra gli adolescenti che nei primi 2 anni di vita hanno ricevuto il vaccino anti-pertosse acellulare con tossoidi difterico e tetanico (DTaP) il rischio di contrarre la pertosse è 6 volte più elevato che in quelli che hanno ricevuto il vaccino anti-pertosse a cellule intere con tossoidi difterico e tetanico (DTwP). Lo dimostra uno studio caso-controllo pubblicato su Pediatrics. I ricercatori del Northern California Kaiser Permanente Vaccine Study Center di Oakland coordinati da Nicola P. Klein hanno preso in esame 1037 adolescenti (nati tra 1994 e 1999 e vaccinati contro la pertosse nei primi 2 anni di vita) durante l’epidemia di pertosse che ha impazzato in California tra 2010 e 2011. Tra questi, 138 sono risultati positivi alla reazione a catena della polimerasi (PCR), 899 negativi: 54.339 adolescenti sono stati poi utilizzati come gruppo di controllo. Dei 1037 casi sottoposti a test PCR, 234 (22,6%) avevano ricevuto un vaccino DTwP, 197 (19,0%) un mix di vaccini DTwP e DTaP e 606 (58,4%) un vaccino DTaP. Tra coloro i quali avevano ricevuto un mix dei due tipi di vaccino, 157

(79,7%) avevano ricevuto 3 dosi di DTwP e 1 di DTaP, 12 (6,1%) avevano ricevuto 2 dosi di DTwP e 2 di DTaP, 17 (8,6%) avevano ricevuto 1 dose di DTwP e 3 di DTaP, e infine 11 (5,6%) avevano ricevuto altre combinazioni di vaccini. È emerso che al crescere da 0 a 4 delle dosi di vaccini DTaP ricevute, la percentuale di casi PCR-positivi aumentava significativamente (P < 0,001). Tra coloro che avevano ricevuto 4 dosi di

Un “call for papers” su nuovi media, tecnologia e salute pediatrica Nel 2006 gli Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine (ora JAMA Pediatrics) pubblicarono un numero speciale su bambini e media che ebbe un’ampia risonanza. A distanza di solo 7 anni, molte cose sono cambiate: nel 2006 non c’erano i tablet e gli smartphone, non esisteva Twitter e Facebook era ancora un fenomeno di nicchia. L’esplosione delle tecnologie della comunicazione ha impattato pesantemente su molti aspetti della vita di bambini e adolescenti, compresa la salute. Nasce quindi l’esigenza di realizzare un nuovo numero speciale della rivista dedicato agli effetti (negativi ma anche positivi) dei mezzi di comunicazione sulla salute di bambini e adolescenti, però soprattutto dedicato ai nuovi media e ai social network. La redazione della rivista cerca paper realizzati da ricercatori di tutto il mondo: per  inviare materiale consultare http://manuscripts.jamapeds.com

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^^   Christakis D, Rivara FP. Call for Papers for 2014 Theme Issue of JAMA Pediatrics.

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DTaP e 4 di DTwP, l’odds ratio (OR) di un test PCR positivo è risultato 5,63 (95% CI,

da 2,55 a 12,46). Confrontando i pazienti che hanno ricevuto sia vaccini DTwP che DTaP con quelli che hanno ricevuto vaccini DTwP, l’OR è risultato di 3,77 (95% CI, da 1,57 a 9,07). In media quindi il rischio di ricevere una diagnosi di pertosse aumenta del 40% per ogni dose di vaccino anti-pertosse acellulare con tossoidi difterico e tetanico (DTaP) ricevuta nei primi 24 mesi di vita. Commenta Tina Q. Tan dell’Ann & Robert H. Lurie Children’s Hospital of Chicago, professoressa di Pediatria alla Northwestern University Feinberg School of Medicine: “I vaccini acellulari sono efficaci nel prevenire la pertosse: solo, oggi scopriamo che la durata dell’immunizzazione è minore rispetto a quella garantita dai vaccini anti-pertosse a cellule intere. Nello studio non c’è una descrizione dei pazienti PCR-positivi, così non sappiamo se alcuni di loro fossero asintomatici. Il fatto che nel territorio preso in esame fosse in corso un’epidemia di pertosse ha spinto i ricercatori a effettuare un test PCR e a individuare una serie di pazienti positivi, ma è difficile interpretare l’impatto clinico di questi dati senza altre informazioni”.  ^^   Klein NP, Bartlett J, Fireman B, Rowhani-Rahbar A, Baxter R. Comparative Effectiveness of Acellular Versus Whole-Cell Pertussis Vaccines in Teenagers. Pediatrics 2013; doi: 10.1542/peds.2012-3836


Aumento del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson associato all’esposizione ad idrocarburi solventi (benzina, vernici) o a organoclorurati e organofosfati (pesticidi).

Bronchiettasia nei bambini con fibrosi cistica L’attività dell’elastasi neutrofila (ELA2) nel fluido ottenuto con lavaggio bronco-alveolare (BAL) nelle prime settimane di vita è associata a un’insorgenza precoce di bronchiettasia nei bambini con fibrosi cistica. Lo dimostra uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. I ricercatori del Queensland Children’s Medical Research Institute di Brisbane coordinati da Peter Sly, allo scopo di valutare i fattori di rischio per la bronchiettasia, hanno analizzato i dati dell’Australian Respiratory Early Surveillance Team for Cystic Fibrosis (AREST CF) riguardanti 127 neonati con diagnosi di fibrosi cistica. TC al torace e BAL sono stati effettuati a 3 mesi, 1, 2 e 3 anni di età. La prevalenza punti-

forme di bronchiettasia è risultata in evidente crescita, dal 29,3% dei 3 mesi al 61,5% dei 3 anni d’età. L’analisi multivariata dei dati clinici ha mostrato che i fattori di rischio per la bronchiettasia sono: presentazione di ileo da meconio ^^ (odds ratio 3,17; 95% CI, da 1,51 a 6,66; P=0,002);

Poco più di 7000 Pazienti obesi italiani che ogni anno si sottopongono a interventi di chirurgia bariatrica contro i 6 milioni (il 10% della popolazione) francamente obesi.

News

60%

^^sintomi respiratori durante TC e BAL (odds ratio 2,27; 95% CI, da 1,24 a 4,14; P=0,008); ^^attività libera dell’elastasi neutrofila nel fluido da BAL (odds ratio 3,02; 95% CI, da 1,70 a 5,35; P<0,001); ^^air trapping durante la TC in fase espiratoria (odds ratio 2,05; 95% CI, da 1,17 a 3,59; P=0,01). In particolare l’attività libera dell’elastasi neutrofila nel fluido da BAL a 3 mesi di età è risultata associata a bronchiettasia persistente, con un rischio sette volte più elevato a 12 mesi e 4 volte più elevato a 3  anni di età. ^^   Sly PD, Gangell CL, Chen L, Ware RS,

Ranganathan S, Mott LS, Murray CP, Stick SM, AREST CF Investigators. Risk factors for bronchiectasis in children with cystic fibrosis. N Engl J Med 2013; 368(21):1963-70.

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News

Chirurgia? Meglio di lunedì, svela uno studio britannico +44% di mortalità negli interventi chirurgici effettuati di venerdì rispetto a lunedì. +82% di mortalità negli interventi chirurgici effettuati nel weekend rispetto a lunedì.

TC e rischio-cancro nei bambini Essere sottoposti a una tomografia computerizzata (TC) durante l’infanzia aumenta del 24% il rischio di sviluppare un tumore nei 10 anni successivi. Lo rivela uno studio di popolazione pubblicato sul British Medical Journal. I ricercatori della School of Population and Global Health dell’University of Melbourne coordinati da John Mathews hanno preso in esame il database dell’Australian Medicare, contenente più di 11 milioni di file, selezionando tutti i soggetti di età compresa tra 0 e 19 anni che fossero stati sottoposti ad accertamenti con TC tra il 1985 e il 2005 (n = 680.211). Il follow-up mediano dopo lo svolgimento della TC è stato di 9,5 anni. La quantità media di radiazioni è risultata di 4,5 mSv per TC. Nel periodo oggetto di studio si è evidenziata tra i pazienti pediatrici sottoposti a TC un’incidenza di neoplasie superiore del 24% rispetto al gruppo di controllo, dato che veniva confermato anche a seguito di aggiustamenti statistici per età e sesso. Il rischio aumenta all’aumentare del numero di TC effettuate e

risulta più elevato nei soggetti sottoposti a tomografia in età molto giovane. La maggiore incidenza riguarda sia tumori solidi sia leucemie e neoplasie linfoidi. Va comunque sottolineato che se il dato relativo è assai preoccupante, il dato assoluto parla di un aumento di 9,38 casi ogni 100.000 anni persona di follow-up. “I risultati emersi dallo studio sottolineano un legame tra esposizione a radiazioni da

Trapianti di cornea con laser a femtosecondi

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L’utilizzo del laser a femtosecondi nei trapianti di cornea pediatrici ha quasi dimezzato le percentuali di rigetto rispetto alla tecnica tradizionale. L’entità dell’astigmatismo post-operatorio è sceso di circa il 50%, favorendo il recupero visivo dei piccoli pazienti. Sono i risultati ottenuti dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con l’ausilio di questa nuova tecnologia che sta rivoluzionando la chirurgia oculistica e che la struttura romana è la prima al mondo ad usare nei pazienti pediatrici. Negli ultimi tre anni sono stati effettuati al Bambino Gesù 52 trapianti di cornea pediatrici (un numero importante considerando che non si tratta di una chirurgia molto frequente nei bambini). Ad un anno di follow-up dal trapianto, le percentuali di rigetto nei casi di cheratoplastica perforante tradizionale (senza laser) sono state del 40%, in linea con i dati riscontrati in letteratura. Nei casi di cheratoplastica perforante assistita da laser a femtosecondi la percentuale di rigetto è scesa al 25%, per arrivare al 10% nei casi di cheratoplastica lamellare anteriore assistita da laser. Risultanti importanti anche sul piano del recupero visivo. Astigmatismo postoperatorio e valore sferoequivalente (cioè il valore complessivo necessario per correggere il difetto di vista residuo) si riducono, rispetto agli interventi effettuati con la tecnica tradizionale, rispettivamente -2,6 diottrie invece che -5,8 diottrie e -1,3 diottrie invece che -4,9 diottrie. Con un miglioramento  del visus corretto di 8/10 contro i 6/10 della procedura classica.

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TC in età infantile-adolescenziale e più alto rischio d’insorgenza di tumori”, affermano gli autori. “Anche se gli attuali macchinari possono essere considerati più sicuri rispetto a quelli utilizzati in passato riteniamo che nei pazienti pediatrici la TC dovrebbe essere eseguita solo in presenza di un’importante giustificazione clinica, solo dopo aver escluso la possibilità di ricorrere a metodiche differenti e comunque utilizzando macchinari in grado di minimizzare l’esposizione a radiazioni”. Aaron Sodickson dell’Harvard Medical School, direttore del Brigham and Women’s Hospital CT Radiology Network, commenta: “Teniamo sempre ben presente che l’incidenza del cancro in bambini e ragazzi è estremamente bassa, e quindi anche un aumento del 24% rende il rischio solo leggermente più elevato. Occorre comunque applicare nuovi modelli di rischio per prendere decisioni più informate e sicure sulle procedure di imaging radioattivo da prescrivere ed effet tuare nei pazienti pediatrici”.

^^   Mathews JD, Forsythe AV, Brady Z, Butler MW, Goergen SK, Byrnes GB, Giles GG, Wallace AB, Anderson PR, Guiver TA, McGale P, Cain TM, Dowty JG, Bickerstaffe AC, Darby SC. Cancer risk in 680 000 people exposed to computed tomography scans in childhood or adolescence: data linkage study of 11 million Australians. BMJ 2013;346:f2360 DOI: 10.1136/bmj.f2360


Mortalità fetale e natimortalità: 2,4 per 1000. Mortalità neonatale: 2,5 per 1000. Mortalità infantile: 3,4 per 1000.

Negli ultimi 10 anni, +10% tra la 24esima e 25esima settimana, +16% tra 26esima e 27esima.

News

Dati EUROPERISTAT Italia

Sopravvivenza nati altamente pretermine

Un algoritmo per i ritardi motori Sviluppato un algoritmo che facilita lo screening e la sorveglianza dei bambini con ritardi motori, annuncia uno studio pubblicato da Pediatrics. Succede spesso che i pediatri durante la pratica clinica quotidiana si trovino a visitare bambini con ritardi motori di varia entità. L’identificazione precoce dei ritardi motori consente di intervenire tempestivamente con valutazioni diagnostiche più accurate e trattamenti adeguati. Il panel multidisciplinare di esperti coordinati da Garey H. Noritz del Nationwide Children’s Hospital di Columbus che ha messo a punto l’algoritmo suggerisce di effettuare uno screening sullo sviluppo comportamentale e motorio durante le visite pediatriche a 9, 18, 30 e 48 mesi. Viene anche illustrato l’utilizzo di tecniche di imaging come la risonanza magnetica cerebrale nel caso di bambini con tono muscolare elevato e la misura della creatinchinasi nel siero per quelli con tono muscolare deficitario. Spiega Noritz: “Utilizzando l’algoritmo che abbiamo sviluppato il pediatra di famiglia può avviare il processo diagnostico e valutare l’invio allo specialista del paziente. Sia durante che dopo la diagnosi, la co-

municazione tra pediatra di base e specialista però è importante, e il primo deve rimanere coinvolto appieno nella gestione del paziente, soprattutto in previsione della gestione della eventuale cronicità”. 

^^   Noritz GH, Murphy NA; NEUROMOTOR SCREENING EXPERT PANEL. Motor Delays: Early Identification and Evaluation. Pediatrics 2013; DOI:10.1542/ peds.2013-1056

L-carnitina e difetti cardiaci congeniti Una semplice supplementazione di carnitina nelle prime 4 settimane di vita può migliorare significativamente i tassi di sopravvivenza dei neonati con gravi difetti cardiaci congeniti? Lo suggerisce uno studio su animali di laboratorio pubblicato su Pediatric Research. Un team di ricercatori coordinato da Stephen M. Black del Vascular Biology Center del Medical College of Georgia (nella foto) ha sottoposto a graft aortico toracico alcuni feti di pecora, dirottando un eccessivo flusso sanguigno ai polmoni, come accade in numerosi difetti cardiaci congeniti nell’uomo che vengono usualmente corretti chirurgicamente ma presentano gravissime complicanze a livello

di disfunzione endoteliale nei vasi sanguigni. Alla nascita, i cuccioli di pecora alimentati con latte supplementato con dosi elevate di carnitina – pur in assenza di intervento chirurgico – hanno mostrato una netta diminuzione dei livelli di acil-carnitina e una riduzione del rapporto acil-carnitina/carnitina libera. Questi dati clinici sono correlati al ripristino della funzione endoteliale nei vasi sanguigni polmonari, al miglioramento del funzionamento dei mitocondri e al riavvio della produzione di ossido nitrico. “La mia speranza è che questa scoperta possa avere un impatto enorme sui tassi di sopravvivenza dei neonati con difetti cardiaci con geniti”, spiega Black.

^^   Sharma S, Aramburo A, Rafikov R, Sun

X, Kumar S, Oishi PE, Datar SA, Raff G, Xoinis K, Kalkan G, Fratz S, Fineman JR, Black SM. L-carnitine preserves endothelial function in a lamb model of increased pulmonary blood flow. Pediatr Res 2013; DOI: 10.1038/pr.2013.71

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Primo piano / 69° Congresso Nazionale SIP

L’appello di Corsello per una società e una Sanità a misura di bambino “

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isogna evitare che ulteriori tagli delle spese sociali e sanitarie mettano in discussione i livelli di salute acquisiti dai bambini in Italia, anche grazie ad una Pediatria forte e diffusa nel territorio, negli ospedali e nelle università”. È l’accorato appello lanciato dal Presidente Giovanni Corsello al 69° Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria. Neonati, bambini e adolescenti stanno scontando la crisi economica che investe le famiglie italiane. Per la prima volta dal dopoguerra nel 2012 si è registrata una flessione (del 4,3% rispetto al 2011) nei consumi di prodotti di prima necessità per l’infanzia. Una crisi che si inserisce in un contesto sociale già fragile, basti pensare che la percentuale della spesa sanitaria dedicata ai bambini e agli adolescenti sino a 14 anni rappresenta solo il 2% circa della spesa sanitaria globale e quella per i benefici sociali alle famiglie e ai bambini poco più dell’1%, a fronte del 2,2% della media europea. “Tutelare la salute dei bambini e promuovere il loro benessere è l’investimento più importante per il futuro e per gli adulti di domani”, ha detto Corsello ricordando che fare

L’intervento del Presidente SIP in apertura del 69° Congresso Nazionale prevenzione sui bambini oggi vuol dire avere ragazzi e adulti più sani domani. “Per questo i bambini italiani e le loro famiglie devono continuare ad avere nel pediatra il riferimento principale per i loro bisogni di salute, senza arretramenti né cedimenti”. Il numero dei pediatri è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni. “Ma di questo dato”, ha spiegato Corsello, “dobbiamo approfittare per riorganizzare il nostro lavoro e le nostre attività, mantenendo saldi gli obiettivi che fondano la nostra disciplina anche sul piano etico e deontologico: tutelare e promuovere la salute e il benessere del bambino, di tutti i bambini, in tutte le fasce d’età e le

Maestri della Pediatria

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Lorenzo Pavone e Alberto Vierucci sono i due nuovi Maestri della Pediatria a cui il Direttivo della SIP ha conferito la prestigiosa onorificenza in occasione del 69° Congresso Nazionale. Alberto Vierucci, collaboratore del Premio Nobel Baruch S. Blumberg, è stato premiato, come recita la motivazione, per aver “saputo trasferire nel nostro Paese non soltanto i risultati delle ricerche che portarono alla scoperta del Virus Epatite B e del relativo vaccino, ma anche e soprattutto la cultura e la metodologia che avevano reso possibili queste importanti scoperte”. È stato così in Italia tra i fondatori dell’Allergologia e della Immunologia pediatrica, dedicando alla ricerca, alla comunicazione dei suoi risultati e alla loro divulgazione la propria vita accademica e professionale. Lorenzo Pavone è stato tra i fondatori in Italia della Neurologia pediatrica, disciplina che anche grazie al suo lavoro e al suo impegno è rimasta nell’alveo dell’area pediatrica. “Fondatore di una scuola di pediatri dediti allo studio e all’assistenza di bambini con malattie neurologiche e genetiche, ha offerto con la sua esperienza di vita e di lavoro un modello di dedizione alla attività clinica e scientifica che è un esempio anche per le nuove generazioni di pediatri e di ricercatori”.

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a sinistra: Alberto G. Ugazio conferisce l’onorificenza Maestro della Pediatria a Alberto Vierucci in basso: Giovanni Corsello conferisce l’onorificenza Maestro della Pediatria a Lorenzo Pavone


ga storia e una tradizione di cui possiamo essere fieri”, può svolgere un ruolo importante, ha detto Corsello ricordando i maestri recentemente scomparsi: Giorgio Bartolozzi, Antonio Cao, Sergio Nordio, Franco Panizon e Luciano Tatò. Ma occorre guardare al futuro, e il futuro sono i giovani pediatri. A loro questo Congresso ha riservato alcune novità: dall’iscrizione gratuita per tutti gli specializzandi dell’Emilia ai premi per i migliori laureati e specializzandi, sino alla sessione interattiva informatizzata per la votazione dei migliori poster. “Intendiamo procedere su questa strada mettendo a disposizione anche i mezzi editoriali della SIP e attraverso iniziative di promozione della ricerca, ambito in cui si giocano le prospettive di crescita e di sviluppo della  Pediatria italiana”, ha concluso Corsello.

La lettura inaugurale Segrè: l’ecoPediatria ci salverà Occorre mettere un prefisso alla parola Pediatria, tre lettere soltanto: eco. Il suggerimento-provocazione arriva da Andrea Segré, direttore del Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna, nella sua lettura inaugurale. L’ecopediatra è la figura chiave per tornare a stili di vita corretti e per assicurarsi un futuro sostenibile in un contesto in cui la

crisi economica, con la deriva verso il cibo ‘spazzatura’, ha accentuato abitudini alimentari dannose per la salute. “La tendenza derivante dai bilanci famigliari sempre più in rosso”, ha spiegato il docente, “è di consumare sempre meno frutta e verdura, optando per il cosiddetto cibo spazzatura perché è più economico. Senza un cambiamento anche dal punto di vista culturale questa ‘sneak generation’ non ha vie d’uscita”. A pagare il prezzo di una dieta non corretta sono proprio le nuove generazioni. “Il 25% dei bambini tra i 9 e gli 11 anni”, ha sottolineato Segré, “presenta un eccesso ponderale ed il 13% è in sovrappeso”. E “visto che la politica e l’economia non riescono a cambiare le cose, l’unica speranza è rappresentata proprio dai pediatri perché parlano agli adolescenti e soprattutto alle loro famiglie”. L’ecopediatra conosce il rapporto “tra ecologia ed economia” ed è “consapevole del valore che ha la sostenibilità”. Per Segré, insomma, la “base della nostra ripartenza” consiste nelle famiglie e il pediatra entrando nelle singole case assume un fondamentale ruolo di prevenzione per evitare o correggere le cattive abitudini. “Dobbiamo creare”, ha concluso Segré, “una società fondata sull’ecologia economica che è la chiave per un futuro sostenibile e rinnovabile”.

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Primo piano / 69° Congresso Nazionale SIP

Regioni del Paese”. Un impegno questo che non può essere solo dei pediatri, ma della società intera. Il Presidente della SIP ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una sinergia d’intenti con gli stakeholder e le istituzioni che ruotano intorno al mondo dei bambini e delle loro famiglie per una società più a misura di bambino, che abbia tra i principali punti: la lotta contro tutti gli inquinamenti; città con spazi sicuri e dedicati ai bambini; un’alimentazione sana dalla promozione dell’allattamento al seno all’equilibrio nutrizionale nelle età successive; stili di vita salutari fatti di educazione alimentare, di attività motoria e sportiva; tutela dei minori da ogni forma di abuso e dipendenza, dal bullismo al rischio di abbandono e povertà. Ma occorre lavorare anche per una Sanità a misura di bambino. La Pediatria deve restare universalistica, occorre inoltre garantire la continuità assistenziale in ospedale e nel territorio, rafforzare e razionalizzare la gestione delle cure in Emergenza e urgenza e l’assistenza ai bambini con malattie croniche, complesse e rare. A ciò si aggiungono il potenziamento dei Centri nascita e delle Terapie intensive neonatali secondo standard validati su tutto il territorio nazionale, ospedali sempre più a misura di bambino, uso dei farmaci in regime di appropriatezza e sicurezza, una maggiore tutela della salute in età evolutiva. “Per fare tutto questo”, ha detto Corsello, “dobbiamo mettere in rete tra loro formazione, ricerca, assistenza, bioetica e qualità. Le aree, le azioni, i contesti, gli attori di questi processi devono mettere insieme protezione della salute, promozione della salute e interventi di prevenzione e dare indirizzi verso il cambiamento”. Ecco che il pediatra sempre più deve occuparsi non solo della salute tout-court, ma della care del bambino. In questo contesto la SIP, “una società con una lun-

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“Bambino è un termine grande, grandioso, comprensivo e santo” Il toccante messaggio di Giuseppe Roberto Burgio Autorità, Colleghe, Colleghi, il mio primo ringraziamento va ai colleghi che hanno pensato di darmi la gioia e l’emozione di potermi trovare qui con tutti voi: gioia per me molto importante stante – anche – la posizione anagrafica in cui oggi mi trovo e che credo sia uno dei principali motivi dell’onore fattomi nell’invitarmi qui. Non vorrei che gioia ed emozione attenuino in alcun modo un terzo sentimento che subito esprimo e che si riassume nel plauso e nella gratitudine – penso un po’ da tutti condivisi – per la intitolazione “A misura di bambino” dedicata a questo 69° Congresso pediatrico, venata tristemente dalla scomparsa recente di nu-

700 volte... e-Poster!

merosi e preclari colleghi che, pure certamente, questa tematica congressuale avrebbero apprezzato e condiviso. Bambino è un termine grande, grandioso, comprensivo e santo che impersona per molti anni ogni nuova vita che nasce al mondo. Siamo ai concetti non profanabili che ispirano a vivere con spirito di abnegazione e di personale equilibrata dignità professionale la missione che abbiamo scelto e che abbiamo quindi il dovere di onorare e coltivare sentendo come primario il dovere di saper correttamente essere al passo con l’Educazione Continua in Medicina e in Pediatria per saper gestire con oculata competenza e umana solidarietà la professione di Esculapio prima, Ippocrate e Galeno poi. Professione che oggi sarebbe monca di vitali risorse se non si permeasse di Genetica ed Epigenetica, di Etica, di Bioetica e di sana educazione (possibilmente anche scolastica) alla salute in difesa di noi stessi: di bambini e adolescenti di oggi che sarebbero (fra 20 anni) gli adulti di domani e che – come noi oggi, dovremmo avere – avranno la responsabilità di proteggere il Creato. Però sarebbe monca la nostra professione anche se non condividessimo quanto ci hanno trasmesso Rabindranath Tagore e Novalis e che attiene al nostro tema “a misura di bambino”. Novalis, pseudonimo di Friedrich Leopold von Hardenberg (17721801), scrittore, poeta e filosofo tedesco ci ricorda: “Dove ci sono bambini c’è l’età dell’oro”. Il poeta indiano Rabindranath Tagore (1861-1941) ci incoraggia sostenendo: “Ogni bambino che nasce porta con sé la notizia che Dio non si è ancora stancato degli uomini”. Giuseppe Roberto Burgio Maestro di Pediatria della Società Italiana di Pediatria

Oltre 700 gli accessi registrati ai circa 400 poster “virtuali” di altrettanti abstract accettati al 69° Congresso della Società Italiana di Pediatria. Ecco, in breve, i numeri di uno dei maggiori successi che hanno contraddistinto i lavori del Congresso Nazionale SIP di Bologna. Nell’area congressuale è stato allestito un vero e proprio open space con 15 postazioni dotate di monitor e PC e con un gestionale che ha permesso di visualizzare i poster in formato elettronico. Grazie anche alla creazione di un apposito software, i congressisti hanno potuto consultare i lavori di proprio interesse, inviare domande o commenti agli autori Gian Paolo Salvioli conferisce ex aequo a Elena Baggi e Cosimo Giannini ed infine votarne il preferito. il premio “Pioneri della Pediatria”, istituito dalla SIP per premiare i giovani Al termine della sessione plenaria del 10 medici che si dedicano alla ricerca in campo pediatrico. Il riconoscimento Maggio, il Presidente SIP Giovanni Corsello è destinato alla miglior tesi sperimentale. ha premiato con l’iscrizione gratuita al 70° Congresso Nazionale gli autori dei tre contributi che hanno raccolto il maggior numero di preferenze e che saranno pubblicati sul prossimo numero di “Pediatria”. Si tratta di Silvia Martini per l’e-Poster “Posizionamento non-invasivo di un drenaggio ventricolare esterno in una neonata Extremely Low Birth Weight con idrocefalo post-emorragico progressivo”, di Silvia Bressan per l’e-Poster “Valutazione di un dispositivo portatile a raggi infrarossi Infrascanner per l’identificazione di emorragie intracraniche secondarie a trauma cranico minore in età pediatrica” e di Umberto Corpora per l’e-Poster “Associazione tra FMF e patologie a patogenesi autoimmune”.

Pionieri della Pediatria

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Primo piano / 69° Congresso Nazionale SIP

Intervista a Barbara Suligoi

A volte ritornano

In aumento malattie sessualmente trasmissibili che si ritenevano scomparse, come la sifilide: in Italia il 20% delle MTS colpisce i giovani tra 15 e 24 anni

U

no dei temi di grande attualità affrontati al 69° Congresso SIP sono state le Malattie Sessualmente Trasmissibili (MTS). Nel mondo ogni anno si registrano 448 milioni di nuovi casi di MTS, e di questi 111 milioni interessano gli adolescenti e in generale i minori di 25 anni. In Italia a monitorare l’andamento di questo fenomeno ci pensa il COA, Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha rilevato un aumento esponenziale di MTS che si ritenevano scomparse: dal 1991 al 2011 il Sistema di Sorveglianza basato su centri sentinella italiani ha segnalato più di 85.000 nuovi casi, dei quali circa il 20% riguarda i giovani tra 15 e 24 anni. Barbara Suligoi, Direttore del COA, spiega: “Strano paradosso quello dei giovanissimi: il sesso non è più tabù, ne discutono tra loro e lo praticano precocemente, ma scarseggia l’informazione corretta sulla sicurezza e la salute sessuale. Di eventuali problemi non parlano né col medico né con i genitori.”

Prevalenza di HIV per tipo di infezione:

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Sifilide I e II

7.8%

Herpes genitale

5.9%

Condilomi

4.7%

Clamidia

1.3%

Il 32% dei sieropositivi scopre di esserlo proprio al momento della diagnosi di una malattia sessualmente trasmessa.

Più nel dettaglio, qual è la situazione italiana tra i giovani? Alcune malattie sono aumentate drasticamente. La sifilide I e II è in aumento tra i giovani maschi, in particolare omosessuali (7585 casi, il 9,6% del totale delle infezioni) con un incremento che dal 1996 al 2008 ha raggiunto l’800%. Anche i condilomi, che attualmente rappresentano il 35,9% del totale delle MTS, sono in aumento. Spesso le lesioni vengono ignorate ma

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l’infezione può evolvere in senso tumorale. L’introduzione del vaccino anti HPV dovrebbe progressivamente eradicare il problema, ma saranno necessari ancora alcuni anni per poter osservare gli effetti in termini di una diminuzione dei casi di condilomatosi. Quali sono le MTS più diffuse? Tra le MST batteriche più comuni vi sono Clamidia, Trichomonas e Gonorrea. La prevalenza di Clamidia tra i soggetti di età compresa tra 15-24 anni risulta più elevata tra chi ha avuto più di un partner sessuale rispetto a chi ha riferito di averne avuto uno o nessuno (14,2% vs 2,3%), e si registra una prevalenza maggiore tra le ragazze sotto i 25 anni di età (7%). La gonorrea invece è una infezione tipicamente maschile che colpisce il 2,2% dei maschi vs lo 0,1% delle ragazze, con una prevalenza più alta tra chi ha avuto

partner multipli negli ultimi 6 mesi. Dati che confermano come la promiscuità, il numero di partner e soprattutto la mancanza di protezione siano i principali problemi che facilitano la diffusione delle infezioni attraverso i rapporti sessuali. Parliamo di infezioni sessuali spesso scarsamente sintomatiche, e perlopiù perfettamente curabili in buona parte con una terapia antibiotica da somministrare a entrambi i partner, ma che, se trascurate, possono determinare sterilità, tumori, problemi in gravidanza e parto prematuro. Ci sono aspetti trascurati nella presa in carico di queste patologie? Un problema ancora poco noto è la comorbilità, ossia la presenza di una infezione non curata che porta all’instaurarsi di altri patogeni: il 2,8% dei giovani ai quali è stata diagnosticata una MTS è positivo al test HIV, contro una prevalenza nella popolazione generale intorno allo 0,1%. Eppure circa il 30% dei soggetti con MTS non viene testato per l’HIV nonostante la raccomandazione dell’OMS. Cosa deve fare il pediatra? Tra le raccomandazioni che deve dare il pediatra vi è quella di usare il preservativo non solo come metodo per evitare gravidanze indesiderate nei giovanissimi, ma anche come metodo per evitare queste infezioni. È necessaria anche una maggiore educazione al controllo ginecologico, la prima volta con un genitore e poi da soli, ma in maniera costante. 


Consumo di cannabis: in aumento

tra i più giovani Mentre tra la popolazione nazionale adulta il fenomeno è in calo, preoccupano gli adolescenti

I

dati preliminari del “Rapporto 2013 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia”, diffusi in occasione del 69° Congresso Nazionale SIP, ci forniscono il trend del consumo di sostanze illecite negli adulti e nei giovani per il periodo 2012, e permettono di fare il confronto con il consumo degli anni precedenti. Per quanto riguarda i più giovani, cioè la fascia di individui di 15-19 anni, il dato principale che emerge dallo studio è il lieve aumento del consumo di cannabis, in controtendenza rispetto all’uso delle altre sostanze. Giovanni Serpelloni, medico e capo del Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha realizzato l’indagine, dichiara: “Gli adolescenti hanno diminuito la percezione del rischio di pericolosità di questa sostanza e di conseguenza ne aumenta l’uso. Invece attualmente è molto più nociva rispetto al passato, perché le piante geneticamente modificate hanno raggiunto una concentrazione di principio attivo THC pari al 41%”.

21,43% Adolescenti tra i 15 e i 19 anni che fanno uso di cannabis

21,4%

Adolescenti maschi che fanno utilizzo di cannabis 20 o più volte al mese

Quanti adolescenti fanno uso di cannabis? Dall’indagine campione (45.000 studenti) risulta che il 21,43% della fascia 15-19 anni ha fatto uso almeno una volta di cannabis negli ultimi 12 mesi, con una crescita di due punti percentuali (erano il 19,14%) rispetto all’anno precedente. Al contrario, tra la popolazione nazionale (15-64 anni) il fenomeno è in calo (sulla linea di altre droghe come cocaina ed eroina) come dimostrano meglio i dati sulla concentrazione di sostanza nelle acque reflue rilevata presso 18 centri urbani. La variabile più importante che condiziona i comportamenti degli adolescenti è il grado di disapprovazione sociale trasmesso da famiglie, scuole,

Stato e coetanei: se questo diminuisce aumenta il consumo. Con che frequenza assumono questa sostanza? In entrambi i generi prevale il consumo occasionale di cannabis, circoscritto a 1-2 volte nel corso dell’ultimo mese (57,2% per le femmine e 45,9% per i maschi). Il 21,4% dei maschi, contro l’11,5% delle femmine, riferisce di aver utilizzato cannabis più assiduamente, 20 o più volte nei 30 giorni antecedenti l’indagine campionaria, senza variazioni rispetto al 2011. Quali sono i rischi dell’uso di cannabis? L’uso di cannabis negli adolescenti può compromettere la normale maturazione cerebrale. E i rischi sono molteplici: sindromi demotivazionali, slatentizzazione di psicosi, effetti sul coordinamento psicomotorio con probabilità maggiore di incidenti stradali. Il problema principale da risolvere per i minori nell’uso di sostanze stupefacenti è “il periodo di latenza” tra la prima assunzione e la richiesta di aiuto ai servizi, calcolato tra i 5 e gli 8 anni.

Come si può intervenire? Per evitare una deriva verso forme evolutive di dipendenza ha un’importanza fondamentale la diagnosi precoce, che si concentra anche sull’individuazione precoce dei minori cosiddetti vulnerabili, ad esempio con disturbi comportamentali, iperattivi o con deficit di attenzione. La prevenzione diventa la strada maestra da seguire, a partire dalle future mamme: se le donne durante la gravidanza fumano cannabis, il neonato avrà un rischio 8 volte maggiore di sviluppare una forma di dipendenza in età adolescenziale. 

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Intervista a Giovanni Serpelloni

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Sedentari, e web-addicted

L

’indagine su “Le abitudini e gli stili di vita degli adolescenti” della Società Italiana di Pediatra è ormai dal lontano 1997 un appuntamento annuale fisso per il pubblico, i media e gli addetti ai lavori. Un osservatorio permanente sull’adolescenza italiana (il campione nazionale preso in esame è costituito da ragazzi di 12-14 anni che frequentano la terza media) e un punto di riferimento – anche fuori del mondo pediatrico – per coloro che, a vario titolo, si interessano alle problematiche legate a questo complesso e sfaccettato periodo della vita. Alcuni tra i dati più significativi dell’edizione 2012 dell’indagine sono stati discussi al 69° Congresso Nazionale SIP. Riguardano due ambiti molto importanti nella vita di ogni adolescente: l’utilizzo del web e  l’attività fisica.

Internet

21,3%

Adolescenti che “navigano” più di 3 ore al giorno • hanno abitudini alimentari peggiori • sono più inclini al rischio • fumano e bevono di più • leggono di meno • hanno un rendimento scolastico inferiore • hanno comportamenti sessuali più “adultizzati” • praticano meno sport • trascorrono troppo tempo anche davanti alla TV

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L’abuso di Internet e la scarsa attività fisica impattano a 360° sulla vita degli adolescenti italiani

Sport

60%

Adolescenti che praticano attività sportive oltre alle 2 ore settimanali previste dal calendario scolastico • hanno un’alimentazione più variata • non saltano la prima colazione • seguono meno diete fai-da-te • meno spesso sono fumatori • meno spesso hanno esperienze con fumo di droghe • hanno un rendimento scolastico migliore • leggono di più


Il 44% degli adolescenti italiani pensa che sul web ci siano cose che possono turbare

L

a ricerca EU Kids On Line (http://goo.gl/ pjPw), finanziata dal Safer Internet Programme della Commissione Europea, ha dato voce direttamente ai ragazzi. Su 25.142 intervistati di età compresa tra i 9 e i 16 anni appartenenti a 25 Paesi europei 9.904 hanno risposto alla domanda aperta: “Quali cose su internet potrebbero infastidire i ragazzi della tua età?”. I dati riferiti al campione italiano (1021 intervistati) sono stati presentati in occasione del Congresso Nazionale SIP di Bologna. Il 44% degli intervistati (media europea 55%) pensa che ci sono cose su internet che possono turbare i loro coetanei: il 27% mette al primo posto i con-

tenuti violenti (18% media europea), il 21% quelli pornografici (22% media europea), il 10% altri contenuti. I ragazzi associano le piattaforme di video-sharing a contenuti violenti o pornografici, insieme a una varietà di altri rischi di contenuto. Fra i ragazzi italiani che hanno fatto esplicitamente riferimento a piattaforme e servizi online, il 48% ha citato siti come YouTube (media europea 32%) il 31% altri siti (media europea 29%), il 9% social network (media europea 13%). I ragazzi che citano le piattaforme di video-sharing raccontano di essere scioccati o turbati da immagini violente (76%) o pornografiche (47%), ma il 60% fa riferimento anche ad altri rischi di contenuto. Chi cita i social network, in particolare Facebook, li associa invece a rischi di comportamento (come bullismo e sexting) o di contatto (adescamento). La paura è il sentimento prevalente fra i bambini di 9-10 anni, mentre i ragazzi di 11-12 anni mostrano più spesso disgusto e fastidio, e gli adolescenti di 15-16 anni  esprimono soprattutto fastidio.

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Internet non fa paura solo ai genitori

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La prevenzione inizia in

gravidanza

Alimentazione della gestante e nutrizione fetale sono fattori epigenetici che possono avere un impatto profondo sulla salute futura del bambino

U

Gianpaolo Donzelli, Presidente della SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale), professore ordinario di Pediatria all’Università di Firenze

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na dieta equilibrata, ‘cucita’ su misura con un’attenzione particolare al bisogno energetico della mamma e del feto e del neonato, singolarmente ed “evolutivamente” considerato, è di fondamentale importanza per la salute non solo delle prime epoche della vita ma anche dell’età adulta. Un apporto nutrizionale inadeguato, infatti, nella fase prenatale e immediatamente postnatale potrebbe influire negativamente sullo sviluppo futuro del neonato predisponendolo (una volta raggiunta l’età adulta) a patologie come l’obesità, l’ipertensione o il diabete. Per Gianpaolo Donzelli, Presidente della SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale), professore ordinario di Pediatria all’Università di Firenze, direttore del Dipartimento Feto-Neonatale e dell’UO di Neonatologia e Pediatria Preventiva dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer, sarà sempre più importante studiare il rapporto tra geni ed ambiente già a partire dalla vita intrauterina del feto: una delle sfide nella ricerca delle scienze pediatriche è rappresentata proprio dall’epigenetica. Questo il messaggio lanciato al 69° Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria. L’epigenetica è una branca della Biologia molecolare che ha a che fare con la Genetica, ma si differenzia da essa per il fatto che l’epigenetica si focalizza sulle modifiche che il materiale genetico può subire durante la vita, senza alterazione delle sequenze basiche del DNA. Un’alterazione delle strutture che riducono, o aumentano, l’accessibilità alla trascrizione e traduzione dei geni, si configura come un evento epigene-

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tico che va ad alterare l’equilibrio cellulare. Lo stesso fatto che una cellula embrionale, totipotente, si indirizzi verso una funzione specifica, e come ciò possa avvenire, è oggetto di studio dell’epigenetica. “Variazioni dell’ambiente fetale e neonatale” – spiega Donzelli – “possono determinare modifiche della traiettoria fenotipica, senza determinare variazioni nella sequenza del Dna, comportando la predisposizione in età adulta alla cosiddetta sindrome metabolica”. Tra i fattori principali legati all’ambiente intrauterino è compresa l’alimentazione della gestante. “Se il feto viene sottoposto ad un apporto nutrizionale inadeguato, in termini sia qualitativi sia quantitativi, si predispone il nascituro a patologie che avranno ripercussioni anche nell’età adulta”. Una Medicina “sartoriale” ovvero personalizzata perché ritagliata su misura, è la strada, anche per quanto riguarda gli aspetti nutrizionali durante l’epoca immediatamente prenatale. “L’apporto nutrizionale – sottolinea Donzelli – deve ovviamente seguire le raccomandazioni proprie della gravidanza ma, allo stesso tempo, è necessaria un’attenzione specifica per i bisogni di ogni singola madre”. Tra gli studi citati dal Presidente della SIMP quello sui cosiddetti “figli dell’inverno di fame”, nell’Olanda occupata dai nazisti dove, per l’embargo del regime, l’apporto calorico della popolazione fu ridotto a 6 volte meno della media. Questo gruppo di persone, raggiunta l’età adulta, vide aumentare l’incidenza di vari disturbi, soprattutto diabete ed ipertensione. Successivamente, il ricercatore David Barker dimostrò una relazione diretta tra basso peso alla nascita ed aumento del rischio di morte


^^   Danielsen I, Granström C, Haldorsson T, Rytter D, Hammer Bech B, Henriksen TB, Vaag AA, Olsen SF. Dietary Glycemic Index during Pregnancy Is Associated with Biomarkers of the Metabolic Syndrome in Offspring at Age 20 Years. PLoS One 2013;8(5):e64887 DOI: 10.1371/journal.pone.0064887 ^^   Luyckx VA, Bertram JF, Brenner BM, Fall C, Hoy WE, Ozanne SE, Vikse BE. Effect of fetal and child health on kidney development and long-term risk of hypertension and kidney disease. Lancet 2013; DOI:10.1016/S0140-6736(13)60311-6 ^^   Chen H, Nembhard WN, Stockwell HG. Sex-Specific Effects of Fetal Exposure to the 1959-1961 Chinese Famine on Risk of Adult Hypertension. Matern Child Health J 2013; DOI: 10.1007/s10995-013-1268-z

corrisponde a quanto la letteratura scientifica più recente afferma. È proprio il contrario: un aumento di peso neonatale in breve tempo non è un buon segno prognostico”. In sintesi, il rapporto tra geni ed ambiente, in tutte le fasi dello sviluppo a partire da quella perinatale, sembra essere una delle linee fondamentali di indirizzo per la prevenzione e la cura delle malattie nell’età adulta. “Alcune malattie sociali, prime fra tutte quelle correlabili a una inappropriata alimentazione devono essere sentite sulle spalle anche dei pediatri”, proprio perché trovano la loro genesi già in epoca perinatale, coinvolgendo poi l’intera dimensione evolutiva, fino all’età adulta. Gli ambiti di ricerca dell’epigenetica sono in continua espansione. “In un mio studio in corso di revisione – conclude Donzelli – ho dimostrato che un neonato con pregressa restrizione fetale sviluppa maggiormente ad un’età di 55-60 anni la sclerosi sistemica, una malattia di genere e a prognosi molto severa”. Lo studio avanza l’ipotesi che fattori epigenetici possano essere alla base di quadri clinici, ad eziopatogenesi tuttora non ben definita, ma che verosimilmente vedono già nella vita intrauterina l’alterazione di alcune competenze immunitarie, quali quelle timiche. 

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Hai letto gli ultimi articoli di Pediatrics di giugno? A Tale of Two Hospitals: The Evolution of Phototherapy Treatment for Neonatal Jaundice Pediatric Organ Donation and Transplantation Pregnancy Dose Tdap and Postpartum Cocooning to Prevent Infant Pertussis: A Decision Analysis Accuracy of Point-of-Care Ultrasound for Diagnosis of Skull Fractures in Children Usefulness of Routine Head Ultrasound Scans Before Surgery for Congenital Heart Disease Safety and Utilization of Influenza Immunization in Children With Inflammatory Bowel Disease

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in età adulta per ischemia cardiaca. “Negli ultimi anni – commenta Donzelli - la relazione tra basso peso e patologia a distanza si è estesa a tutti i più importanti quadri clinici ad elevato impatto sociale nell’uomo: non solo quelli propri della sindrome metabolica ma anche osteoporosi e schizofrenia. Ed una delle cause centrali della restrizione fetale, insieme allo stress, è proprio la cattiva nutrizione materna”. L’aspetto nutrizionale, dunque, assume particolare rilevanza per i neonati prematuri. Questo il messaggio lanciato dal professore: “Seguire strategie nutrizionali di recupero generalizzate, ritenendo che crescere tanto in tempi brevi sia segno di salute non

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Tagli a latte e pannolini, la crisi colpisce i bambini Per la prima volta le strategie anticrisi messe in campo dalle famiglie italiane impattano sul settore baby product, finora considerato al riparo dai cicli economici

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ifferire il più possibile ogni acquisto superfluo o rinviabile, come la sostituzione del succhietto o del biberon; utilizzare la minor quantità possibile di prodotto (bagnoschiuma, salviette detergenti, creme e oli), ridurre i cambi di pannolini, dare la caccia alle promozioni oppure optare per marche meno note, anche scegliendo prodotti destinati al consumatore adulto, meno costosi rispetto a quelli specifici per l’infanzia, dai succhi di frutta alla pastina, dallo spazzolino ai biscotti. Le strategie anticrisi messe in campo dalle mamme italiane, bilancio familiare alla mano, coinvolgono anche gli acquisti per bambini, persino quelli di prima necessità come il cibo e i prodotti per l’igiene. Per la prima volta dal dopoguerra la crisi investe il mercato dei baby product, finora considerato al riparo dai cicli economici. La flessione è stata del 4,3% nel 2012, pari a 89,3 milioni di euro, come rileva il “Primo Rapporto sui comportamenti d’acquisto

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nella maternità” realizzato da Marketing Management. Con quali conseguenze per la sicurezza del bambino? A preoccupare i pediatri, che al 69° Congresso Nazionale SIP hanno dedicato al tema della sicurezza alimentare un intero workshop, è la sostituzione dei prodotti specifici per l’infanzia con prodotti “adult”, una strategia che ha consentito alle famiglie italiane di risparmiare 6,5 milioni. Il prodotto che ha subito il maggior calo negli acquisti è il latte artificiale (23,7 milioni di euro in meno nel 2012 rispetto all’anno precedente). In questo caso – rivela il Rapporto – il ruolo dell’adult viene svolto dal latte UHT o a lunga conservazione. Mette in guardia Claudio Maffeis, docente di Pediatria all’Università di Verona: “È noto che i contaminanti tossici presenti nel cibo agiscono a tutte le età ma sono ben più pericolosi nelle prime età della vita. Un recentissimo studio condotto in California (Rainbow Vogt et al. Cancer and non-cancer health effects from foodcontaminant exposures for children and adults in California: a risk assessment. Environmental Health 2012;11:83) su bambini dai 2 ai 7 anni di età ha stimato l’esposizione a 11 composti tossici in base alla frequenza di assunzione di cibo riportata, rilevando come i livelli di benchmark sono stati superati da  tutti i bambini”.


Prodotti sui quali le famiglie hanno risparmiato di più

Valore del settore baby product

Latte formulato (-23,7 milioni) Omogeneizzati (-20 milioni) Biscotti interi o granulati (-11,5 milioni) Biberon (-11,5 milioni) Formaggini, formaggio fresco (-8,5 milioni) Salviettine umidificate (-7,6 milioni) Crema anti-irritazione (-4,3 milioni) Succhietti e gommotti (-3,5 milioni) Crema per il corpo (-2,6 milioni) Olio per il corpo (-2,4 milioni) Yogurt (-1,2 milioni)

4,3% Flessione del settore baby product nel 2012 rispetto al 2011

89,3 milioni di € Tagli della spesa delle famiglie per i prodotti per l’infanzia (comparti alimentare, pulizia e prodotti per la nutrizione) nel 2012

Aumenta l’uso dei prodotti Adult food Succhi di frutta (+4,9%) Pasta, pastine (+2,9%) Biscotti (+2%) Yogurt (+1,8%) Formaggini, formaggio fresco (+1,7%)

Strategie di risparmio delle famiglie italiane Riduzione dei consumi: 26,3 milioni di € Incremento del ricorso agli acquisti promozionali (solo baby): 23,6 milioni di € Incremento del ricorso a piccole marche (solo baby): 8 milioni di € Incremento del ricorso a prodotti adult: 6,5 milioni di € Incremento del ricorso al Private label: 1,3 milioni di € Altro (per es. sostituzione canale d’acquisto, come Grande distribuzione invece che farmacia): 23,6 milioni di €

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2 miliardi di €

Aumenta l’uso dei prodotti Adult no food Spazzolino da denti (+9,4%) Saponi e bagnoschiuma (+3,9%) Dentifricio (+3,3%) Salviette detergenti (+1,7%) Shampoo (+1,4%)

Fonte: Primo Rapporto annuale sui comportamenti d’acquisto nella maternità, Marketing Management

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Eureka!

Intervista a Angelo Selicorni

complicanze potenziali della condizione rara di base; il quadro funzionale pediatrico che descrive le capacità/ problematicità del bambino rispetto alle funzioni vitali di base (alimentazione, respirazione, diuresi, alvo), il quadro funzionale neuromotorio, la terapia assunta dal bambino e i recapiti dei suoi referenti clinico-assistenziali.

E

ureka: così si chiama il progetto che la SIP ha ideato per migliorare l’assistenza ai piccoli pazienti con malattie rare attraverso il supporto ai medici generalisti, specialisti e del Pronto Soccorso. Si tratta di un piccolo anticipo della cartella clinica digitale: una chiavetta USB che contiene tutte le informazioni mediche sulle salute del bambino. Angelo Selicorni, responsabile del servizio di Genetica Clinica Pediatrica al San Gerardo Di Monza e presidente della SIMGePeD (Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità congenite), Società scientifica affiliata alla SIP, spiega: “La grande sfida nella Pediatria è rappresentata dalle malattie croniche e complesse che interessano, ormai, 1 bambino su 200. Il pediatra del futuro deve stare al passo con le nuove tecnologie e con le nuove possibilità terapeutiche. Si tratta di una sfida culturale”.

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Annunciata al 69° Congresso Nazionale SIP una nuova iniziativa sperimentale per l’assistenza ai bambini con malattie rare

Da cosa nasce questo intervento? Il bambino con patologia complessa può incontrare notevoli difficoltà nel recarsi presso il Pronto Soccorso di un presidio ospedaliero in cui non è conosciuto, o da uno specialista nuovo, perché non esiste uno strumento in grado di fornire una visione sintetica ma dettagliata dei suoi differenti problemi medici, dei suoi parametri di base e

del suo livello di compromissione funzionale. Già l’American Academy of Pediatrics aveva cercato di superare questo problema che riguarda gli “special health care needs children” costruendo una “Emergency information form” posta su chiavetta USB e su materiale cartaceo water resistant che i genitori devono fornire al personale sanitario in caso di accesso a strutture di emergenza.

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Come funziona in pratica il progetto? I medici referenti del bambino (centro di riferimento, pediatra di famiglia) compilano una scheda elettronica che viene di volta in volta modificata e aggiornata, e che viene consegnata in una chiavetta USB ai genitori. La famiglia del piccolo paziente si impegna a consegnarla ai medici in caso di visite con specialisti diversi dagli abituali e durante eventuali accessi in PS. La scheda contenuta nella chiavetta comprende i parametri clinici (parametri auxologici e vitali di base del bambino, sua necessità di ossigeno, suoi accessi venosi e, in casi estremi e ultraselezionati, attesa o meno di rianimazione intensiva), il quadro clinico che descrive le malformazioni eventualmente presenti nel bambino, le complicanze mediche note e le

Quando è partito il progetto? È cominciato a giugno in 5 ASL: Monza, Milano1, Como, Bologna e Belluno, con il coinvolgimento di 200 famiglie. Una volta raccolti i risultati di questa prima fase sperimentale faremo una valutazione, e se questo sistema funziona e migliora la qualità dell’assistenza verrà esteso ad altre ASL e proposto a livello nazionale. Per la SIP la sensibilizzazione dei pediatri sulle malattie rare e sulle patologie complesse in generale è un obiettivo importante, che la Società tra l’altro intende portare avanti anche attraverso corsi di formazione. 

^^   Bell LM, Grundmeier R, Localio R et al. Electronic Health Record–Based Decision Support to Improve Asthma Care: A Cluster-Randomized Trial. Pediatrics 2010; 125:e770-e777


cambiamento a rischio

Il Ministero vuole tagliare i posti di specializzazione. Saggese: “Non è la strada giusta. Occorre invece rivedere l’intero percorso formativo”

L

a notizia non è ufficiale, ma circola con insistenza al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Si prospetta una ulteriore riduzione del numero dei posti in tutte le specializzazioni universitarie, un “giro di vite” da cui non sembra esclusa la Pediatria, nonostante la riduzione del numero di pediatri in attività prevista nei prossimi anni. Un fenomeno, quest’ultimo, sul quale la SIP da tempo ha lanciato l’allarme e che inevitabilmente si aggraverà se il numero degli specializzandi verrà ridotto per legge. Già quest’anno i posti sono diminuiti passando da 315 a 292. “Eppure”, scuote la testa Giuseppe Saggese, Presidente della Conferenza Permanente dei Direttori delle Scuole di Specializzazione di Pediatria, “dovrebbe essere chiara a tutti l’importanza strategica delle specialità pediatriche, che hanno rappresentato sul piano dello studio e della ricerca la parte più qualificante dello sviluppo scientifico e culturale della Pediatria degli ultimi 20-30 anni. Tale sviluppo ha avuto e avrà sempre di più ricadute significative sulla qualità delle cure, in particolare per i bambini e adolescenti con malattie croniche, ad alta complessità e rare, oggi in continuo aumento”. Il punto è proprio questo: tutelare e promuovere le specialità pediatriche, con l’obiettivo di dare risposte adeguate ai nuovi bisogni di salute, fronteggiando anche il problema della carenza di pediatri. “L’attuale quadro normativo è inadeguato, è necessario rivedere l’intero percorso formativo degli specializzandi, rendendolo più simile a quello europeo. La proposta di modifica della Conferenza, che prossimamente andrà alla valutazione del Ministro, prevede il mantenimento del’unitarietà della formazione pediatrica con un primo triennio di base e, successivamente, un biennio di formazione specifica, specialistica e professionalizzante, al quale può aggiungersi un ulteriore percorso di alta formazione (Dottorato di ricerca, Master professionalizzante) da effettuare subito dopo

la fine della Scuola di Specializzazione. Il biennio di formazione specifica dovrà orientare la formazione verso le varie figure professionali che erogano le cure pediatriche, ossia il pediatra delle cure primarie, il pediatra delle cure secondarie ospedaliere e il pediatra specialista”. Ma non basta. È necessaria una ricognizione della “workforce” pediatrica: “Dobbiamo determinare il fabbisogno di pediatri generalisti e specialisti sulla base di criteri demografici ed epidemiologici, così come avviene negli Stati Uniti. È un passaggio necessario per poter fare una programmazione delle figure professionali pediatriche necessarie”. E poi c’è il tema della “transizione”. Spesso, soprattutto nel settore delle malattie croniche e rare, manca lo specialista dell’adulto di riferimento che sia in grado di prendere in carico i pazienti ormai divenuti giovani adulti. È necessario individuare specifici percorsi formativi per assicurare a questi pazienti un’assistenza adeguata. Temi cruciali ai quali anche la SIP sta cercando di dare un contributo, attraverso la Commissione della Consulta Nazionale delle Specialità Pediatriche, di recente costituzione, che dovrà elaborare un documento di proposte. Ma per ora occorre fare i conti con i tagli dei posti di  specializzazione ai quali lavora il Ministero.

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Specialità pediatriche,

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Attualità

Intervista a Nino Cartabellotta

Più appropriatezza e meno sprechi per una

Sanità pubblica

sostenibile

S

postare il dibattito dal contenimento dei costi alla riduzione degli sprechi: questa l’unica strada da percorrere per poter continuare a garantire ai cittadini il diritto alla salute con un SSN che nel periodo 2012-2015 dovrà rinunciare a oltre 25 miliardi di euro. A indicarla è Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, autorevole esperto di politiche sanitarie e autore del blog “La Sanità che vorrei” (www.ninocartabellotta.it). “Il diritto alla salute, garantito dall’articolo 32 della Costituzione, non deve essere interpretato come accesso indiscriminato a servizi e prestazioni sanitarie. Il SSN, nonostante i tagli, rimane sostenibile: tuttavia serve un cambio di paradigma che richiede sia una rivalutazione della responsabilità professionale sull’utilizzo appropriato delle risorse, sia una maggiore consapevolezza dei cittadini sull’efficacia-appropriatezza degli interventi sanitari”.

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Identificare gli sprechi in Sanità: una “mission impossibile”? Come ha riportato il Presidente Giovanni Corsello riprendendo un post del mio blog (“Pediatria” marzo 2013, pag. 3), in letteratura

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esiste una vera e propria “tassonomia” degli sprechi: il sovrautilizzo di interventi sanitari inefficaci e inappropriati (overuse), il sottoutilizzo di interventi sanitari efficaci e appropriati (underuse), l’inadeguato

coordinamento dell’assistenza, le tecnologie sanitarie acquistate a costi eccessivi, le complessità amministrative e, infine, le frodi e gli abusi. Stime condotte su altri sistemi sanitari hanno dimostrato che questi sprechi erodono oltre il 20% della spesa sanitaria, il che in Italia equivale a più di 20 miliardi di euro/anno. “Overuse” e “underuse”: termini affascinanti… Quali sono le relazioni con l’appropriatezza? Un intervento sanitario (preventivo, diagnostico, terapeutico, riabilitativo) è appropriato quando viene prescritto “al paziente giusto, nel momento giusto, per la


giusta durata e nel posto giusto”, ovviamente sempre in relazione alle migliori evidenze scientifiche. Evidenze che, tuttavia, non vengono trasferite in maniera lineare alla pratica professionale, per cui accanto alla mancata prescrizione di interventi sanitari efficaci e appropriati (underuse), si assiste al continuo utilizzo di interventi inefficaci, inappropriati e, talvolta, dannosi per i pazienti (overuse). Tutti i comportamenti professionali inappropriati riducono l’efficacia dell’assistenza sanitaria, aumentano il rischio clinico per i pazienti e determinano un ingente spreco di denaro pubblico.

Quindi il ruolo dei professionisti, medici in particolare, è cruciale per migliorare l’appropriatezza e ridurre alcune categorie di sprechi? È proprio così! I professionisti sanitari hanno un ruolo fondamentale, perché se l’etica del razionamento appartiene alla politica, l’etica della riduzione degli sprechi è indissolubilmente legata alla professionalità di tutti i medici con le loro prescrizioni diagnosticoterapeutiche che dovrebbero, idealmente, riguardare solo interventi sanitari efficaci e appropriati. Invece, numerosi test diagnostici vengono prescritti sulla preoccupante scia della Medicina difensiva e molti trattamenti senza alcuna specifica indicazione, determinando l’emergenza di nuovi fenomeni (overdiagnosis, overtreatment) i cui risvolti sanitari, sociali, economici e medico-legali sono enormi e in larga parte ancora sconosciuti. Tra gli sprechi citava l’inadeguato coordinamento dell’assistenza: ciò significa che gli attuali modelli di organizzazione

ed erogazione dei Servizi Sanitari possano diventare più efficienti? I margini di miglioramento sono notevoli, ma bisogna superare enormi resistenze al cambiamento: delle aziende sanitarie pubbliche e private, dei professionisti e dei cittadini. A mio avviso, oggi la storica dicotomia ospedale-territorio dovrebbe essere sostituita da una variabile articolazione di setting assistenziali integrati per intensità di cura, secondo le necessità dei pazienti. Occorre passare dal tradizionale concetto di offerta/domanda di servizi a quello di percorsi sociosanitari integrati di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Inoltre, considerato che non tutti possono fare tutto è indispensabile puntare su modelli rete sovra-aziendali in grado di condividere percorsi, tecnologie e competenze professionali. Cittadini e pazienti possono contribuire a migliorare l’appropriatezza? La progressiva involuzione del cittadino da titolare del diritto costituzionale alla salute a consumatore di servizi e prestazioni sanitarie oggi fa il gioco della politica, perché la “customer

La Fondazione GIMBE ha recentemente lanciato il progetto “Salviamo il nostro SSN”: di che si tratta? In questa fase di grande incertezza politica ed economica, il progetto (www.salviamo-SSN.it) nasce dalla consapevolezza che, nonostante i tagli, un SSN equo e universalistico è ancora sostenibile perché una quota consistente della spesa sanitaria viene sprecata in maniera intollerabile. Tutti gli attori della Sanità saranno coinvolti attivamente per identificare le criticità e suggerire le possibili soluzioni per mantenere sostenibile il SSN. Ho la ragionevole certezza che continuare a lamentare un finanziamento inadeguato senza essere propositivi fornisce solo un alibi per smantellare la Sanità pubblica, spianando la strada all’intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati, con inevitabile aumento delle diseguaglianze sociali. 

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Attualità

È indispensabile riallineare gli interessi dei vari attori sul vero obiettivo del SSN: preservare, migliorare e mantenere la salute delle persone

satisfation” è un potente strumento di consenso elettorale. Questa spirale consumistica ha contribuito all’ascesa dei contenziosi medico-legali e ai conseguenti atteggiamenti di Medicina difensiva. Bisogna rimboccarsi le maniche: servono iniziative di informazione istituzionale e marketing sociale in grado di ricondurre le attese dei cittadini alla realtà delle evidenze scientifiche, a promuovere l’autonomia decisionale e a ridurre il consumismo. Infine, bisogna rendere consapevoli tutti i cittadini che la domanda inappropriata di servizi e prestazioni sanitarie concorre agli sprechi del SSN con pesanti ricadute sotto forma di imposte locali e di mancate detrazioni, in particolare per i residenti nelle Regioni in Piano di Rientro.

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Informazione pubblicitaria

Proteggere la pelle dei bambini Gli estratti di liquirizia ottenuti dalle numerose specie del genere Glycyrrhiza sono utilizzati in Occidente prevalentemente nell’industria alimentare e dolciaria, ma in Oriente sin dall’antichità sono note le proprietà medicinali della radice di questo arbusto. I principi attivi sono stati individuati in alcuni composti fenolici e glicosidi terpenici. In particolare, il Licochalcone A (LicA) presente nella specie Glycyrrhiza inflata è noto da tempo per le sue proprietà antibatteriche e antiparassitarie. Il team di Ricerca e Sviluppo del­l’azienda Eucerin ha recentemente dimostrato una significativa attività antiossidante e antinfiammatoria topica da parte di questo calcone sull’epidermide umana, sia in vitro che in vivo. La produzione di ROS (specie reattive dell’ossigeno) indotta dalle radiazioni UV e dallo stress ambientale causa un danno ossidativo dell’epidermide che è la principale causa dell’invecchiamento cutaneo precoce. Ludger Kolbe e il suo team hanno dimostrato che, in vitro, LicA riduce notevolmente le reazioni ossidative dei neutrofili stimolati con fMLP e la formazione di ROS da esposizione a H2O2 nei fibroblasti. Successivamente il test in vivo su 20 volontari trattati con una formulazione a base di LicA per 2 settimane ha confermato l’efficacia antiossidante di Licochalcone A. Gitta Neufang e il suo team invece hanno dimostrato che in vitro LicA inibisce in maniera dose-dipendente la produzione di citochine pro-infiammatorie IL-6 e TNF-α, riduce la produzione di leucotriene LTB4 nei granulociti neutrofili e di prostaglandine PGE2 ed è in grado di ridurre significativamente l’attività del fattore di trascrizione pro-infiammatorio

>50%

Esposizione ai raggi solari concentrata nei primi 19 anni di vita

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x2

Il Licochalcone A, estratto dalla liquirizia, è l’arma in più di una nuova generazione di filtri solari NF-kB. Per verificare l’efficacia in vivo di LicA sono stati ideati due differenti modelli di stress: irritazione dell’epidermide indotta da rasatura “a secco” e scottatura da esposizione ai raggi UV (dosaggio 1,4 MED) rispettivamente in 45 e 12 volontari. In entrambi i casi l’applicazione di una lozione a base di LicA, contenuta nei prodotti solari Eucerin, ha drasticamente ridotto l’irritazione cutanea. Il Licochalcone A è quindi un’arma molto potente per la difesa dai danni indotti dalle radiazioni solari e dallo stress ambientale sulla pelle degli adulti e soprattutto dei bambini: non dimentichiamo infatti che lo spessore dell’epidermide di un bambino è circa 1/5 di quella di un adulto, che la funzione barriera della pelle nei bambini non è ancora completamente sviluppata, come pure i meccanismi di autoprotezione come la sintesi di melanina. ^^ Neufang G, Immeyer J, Batzer J, Stäb F, Wenck H, Kolbe L. Antiinflammatory properties of Licochalcone A from Glycyrrhiza inflata on human skin. Beiesdorf AG, Research Skin Care. ^^ Kolbe L, Kühnl J, Gonda L, Peters N, Stäb F, Neufang G. Anti-oxidative properties of Licochalcone A from Glycyrrhiza inflata on human skin in vitro and in vivo. Beiesdorf AG, Research Skin Care.

Gli studi dimostrano che le scottature solari durante l’infanzia possono raddoppiare il rischio di tumore cutaneo

-78%

Diminuzione del rischio di NMSC (NonMelanoma Skin Cancer) con uso regolare di filtri solari durante i primi 18 anni di vita


Italiani over 50 che non si sono mai sottoposti a una visita urologica. 1 maschio su 2 inoltre non manifesta segni di preoccupazione di fronte a episodi di incontinenza notturna.

74%

Turisti italiani che si dichiarano infastiditi dal fumo nei locali in Paesi che permettono questa pratica. Il dato emerge da un sondaggio condotto da TripAdvisor®.

Fitoterapia

33%

Basilico e finocchio: innocenti alla sbarra In tisane o estratti di buona qualità ci sono quantità estremamente contenute di estragolo, e all’interno di una matrice naturale complessa Due lavori pubblicati su Food and Nutrition Sciences e su Food and Chemical Toxicology nel 2011 hanno suscitato una larga eco sul web e sulla stampa. Gli autori di entrambi gli articoli riflettevano sui possibili rischi per la salute legati alla presenza di sostanze potenzialmente cancerogene e genotossiche all’interno di prodotti commerciali quali integratori alimentari e tisane. L’attenzione era riferita agli alchilbenzeni, un gruppo di sostanze naturalmente contenute in alcune piante di uso comune, in alimenti e integratori alimentari. L’estragolo è il componente più noto e studiato di questa classe di sostanze ed è presente tra l’altro in basilico, finocchio, anice e dragoncello. La sua presunta pericolosità è sostenuta solo da speculazioni teoriche che si basano su risultati di studi, molto datati, condotti sugli animali. Come ad esempio uno studio del 1980 in cui l’estragolo puro veniva somministrato a dei topi – a dosi elevatissime e per via intraperitoneale o per gavage – nelle prime 4-5 settimane di vita o tutti i giorni con la dieta per 12 mesi consecutivi. Condizioni

Come preparare un infuso Nel caso di neonati e bambini nei primi anni di vita utilizzare solo semi di finocchio triturati già confezionati in bustina filtro monodose. In una tazza da infuso contenente la bustina filtro versare 100-150 ml di acqua a temperatura di ebollizione, mettere un coperchio per evitare che si disperdano le sostanze volatili e lasciare in infusione per almeno 5-7 minuti.

di uso e dosi simili è del tutto inverosimile che si verifichino nell’uso umano. Anche ipotizzando che oltre alle quantità di basilico e finocchio normalmente assunte con la dieta si assumessero integratori alimentari con estratti di piante contenenti estragolo o altri alchilbenzeni di origine naturale e per tempi prolungati non si verificherebbero mai gli eventi metabolici negativi che hanno causato i tumori nel topo. Occorre considerare inoltre che non solo il fitocomplesso di finocchio dolce presente in una tisana o in un estratto di buona qualità contiene quantità estremamente contenute di estragolo, ma anche che questa sostanza non è isolata ma sta all’interno di una matrice naturale complessa. In questa matrice sono presenti numerosi altri composti che, in più di un esperimento, hanno dimostrato di essere capaci di limitare o antagonizzare eventuali effetti negativi di altri componenti. A conferma di questo un recente lavoro ha identificato nel basilico la nevadensina, una sostanza capace di inibire la formazione di eventuali addotti del DNA causati dall’estragolo. L’ennesima conferma che la Natura lascia poco al caso e che, per un gioco di sinergie, potenziamenti e controlli reciproci tra le varie classi di sostanze presenti, il fitocomplesso nel suo insieme ha effetti che sono molto più sicuri del singolo componente isolato. Anche un documento del 2009 dell’OMS e della FAO fa rimarcare che l’estragolo viene assunto dall’uomo a minime dosi e all’interno di una matrice naturale complessa ed è perciò molto probabile che il suo metabolismo sia significativamente diverso nel­

Vitalia Murgia

Pediatra, docente al Master di II livello in Fitoterapia “Sapienza” Università di Roma

l’organismo umano da quello che è stato osservato ad alti dosaggi e come sostanza isolata nel topo. È possibile pertanto rassicurare il pubblico sull’assenza di rischi quando si consumino quantitativi di infusi, tisane o estratti di finocchio dolce alle quantità e modalità indicate dalla tradizione e ripresi e confermati dalle più autorevoli fonti scientifiche in campo fitoterapico (ESCOP e OMS). Le tisane sono soluzioni estrattive più diluite in principi attivi e il bambino grande e l’adulto possono assumerne quantitativi abbondanti. Nel caso del bambino molto piccolo (primi 6 mesi di vita) la raccomandazione più ragionevole che possa fare un pediatra, allo stato attuale delle conoscenze, rimane quella di somministrare piccoli quantitativi (20-30 ml) di un infuso al finocchio non zuccherato, in caso di coliche gassose, più volte nella giornata. Quantità maggiori di infuso potrebbero infatti interferire con l’allatta mento al seno.

^^   van den Berg SJPL et al. Levels of Genotoxic and Carcinogenic Compounds in Plant Food Supplements and Associated Risk Assessment. Food and Nutrition Sciences 2011;2:989-1010. ^^   Raffo A et al. Quantification of estragole in fennel herbal teas: Implications on the assessment of dietary exposure to estragole. Food Chem Toxicol 2011;49(2):370–375. ^^   Alhusainy W et al. Identification of nevadensin as an important herb-based constituent inhibiting estragole bioactivation and physiology-based biokinetic modeling of its possible in vivo effect. Toxicol Appl Pharmacol 2010;245(2):179-90. ^^   Expert Committee on food Additives (JECFA). Safety evaluation of certain foods. Joint FAO-WHC Sixty-ninth meeting. International Programme on Chemical safety, 2009.

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Pianeta SIP / La nostra storia

Aldo Spallicci il pediatra poeta E’ dutor e i babìn

«Binilda u j è e’ dutor!» / e e’ passared l’è dvintê mot’ d fatì / coma propi s’l’avess vest cumparì / l’ombra de’ cazador...»

Il dottore e i bambini

«Benilde, c’è il dottore!» / e il passeretto è divenuto d’un tratto muto /proprio come se avesse visto comparire / l’ombra del cacciatore...»

Q

uesta straordinaria poesia in dialetto romagnolo, di cui riproponiamo solo l’incipit per ragioni di spazio, venne pubblicata nel 1930 da Aldo Spallicci, uomo dalla personalità poliedrica: pediatra, politico, folklorista, storico. I versi sono pennellate veloci che descrivono le sensazioni provate durante la visita dai piccoli ammalati. I bimbi sono paragonati ad uccellini implumi, ancora nel loro letto-nido, spaventati dall’incursione del medico che piomba sopra di loro come un cacciatore o un falchetto predatore. La paura è aumentata dalle manovre che su di loro vengono compiute: la svestizione, fatta per poterli osservare e visitare, la palpazione, la percussione e l’auscultazione diretta del torace. Il medico sembra loro proprio il malvagio brigante barbuto che hanno sentito descrivere nelle favole, e si lasciano andare al pianto. Quando la scrisse, Spallicci era ormai un pediatra e un poeta affermato e la sua grande sensibilità lo portò a considerare la scena da un doppio punto di vista: quello del medico e quello dei piccoli pazienti. Ancora oggi questi versi ci insegnano “a metterci nei panni degli altri”. L’autore nacque a Santa Maria Nuova, in provincia di Forlì, nel 1886. Seguendo l’esempio del padre, medico condotto, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia e frequentò l’Istituto di Clinica medica di Bologna diretto da Augusto Murri, con il quale discusse nel 1912 la tesi di laurea. Seguendo Carlo Comba, che dalla clinica pediatrica di Bologna si era Giancarlo Cerasoli trasferito in quella di Firenze nel 1911, frequentò dal Commissione Storia 1912 al 1914 la clinica pediatrica di Firenze dove racdella Pediatria colse la documentazione che gli consentì di ottenere nel 1915 il diploma di perfezionamento in Pediatria. Nel 1914, fedele agli ideali interventisti, partì volontario per Nizza nella “Compagnia Mazzini” e dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale prestò servizio al fronte con il grado di capitano medico fino al settembre 1919. Nei difficili anni del primo dopo-

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guerra rimase fedele con intransigenza agli ideali democratici e per questo motivo i fascisti lo costrinsero nel 1926 a trasferirsi a Milano, dove dovette faticosamente riprendere l’esercizio professionale. Nel 1931 venne privato della libera docenza, ottenuta nel 1925, e nel 1941 venne confinato a Mercogliano, in provincia di Avellino. Tornò a Milano dopo quasi un semestre e nel 1943 venne imprigionato nelle carceri di San Vittore. Alla caduta del regime rientrò in Romagna e, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, riprese la professione. Eletto deputato per il Partito Repubblicano nel 1946, prese parte al gruppo medico parlamentare pronunciando fra l’altro all’Assemblea Costituente alcuni discorsi di argomento sanitario, relativi alla difesa e alla tutela della maternità, all’educazione sanitaria preventiva e alla genetica positiva. Eletto Senatore per lo stesso partito nel 1948, venne nominato poco dopo Alto Commissario Aggiunto per l’Igiene e la Sanità pubblica, incarico riconfermato nel 1951. Tra i discorsi pronunciati al Senato sono di rilievo soprattutto quelli riguardanti la creazione del Ministero della Sanità, da lui ripetutamente e con forza auspicata, la bonifica delle zone malariche e la tutela dei lavoratori emigrati all’estero. Del 1952 è il volume “Armonie e dissonanze sessuali”, nato come raccolta di riflessioni scritte durante la discussione del progetto di legge Merlin. In esso sono dibattuti con spirito laico ed intento didattico temi quali l’educazione sessuale, il celibato, la castità prematrimoniale, le malattie veneree e la prostituzione. Spallicci pubblicò anche due libri di puericultura e numerosi contributi sulla storia della salute, con particolare riferimento alla Medicina nei classici greci e latini. Morì a Premilcuore nel 1973 e dopo la sua morte sono stati ripubblicati molti suoi scritti, ma  non quelli di argomento pediatrico.


Lazio, Lombardia e Piemonte

Humanitas ha messo a punto un’applicazione per iPad e iPhone per mantenere sani gli occhi di adulti e bambini, scaricabile gratuitamente su App Store di Apple.

Regioni italiane in cui si registra la più elevata incidenza di patologie della tiroide.

In giro per l’Italia... a misura di bambino Il giornalista e scrittore svedese Stig Dagerman in una sua opera affermava: “Nel mondo dei bambini tutti i quadri sono appesi sempre troppo in alto”. Ed è vero. Raramente infatti capita di imbattersi in eventi culturali realizzati esclusivamente per bambini ed adolescenti o pensati per la fruizione da parte dell’intero nucleo familiare. Peraltro molti, pur conoscendo la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, non ricordano che

In giro per l’Italia

iVista

l’Art. 31 recita “Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e ne incoraggiano l’organizzazione di attività ricreative”. Animata da questo intento, la redazione di “Pediatria” ha scelto di dare voce e promuovere alcuni eventi pensati anche a misura di bambino al fine di incoraggiarne la diffusione e la partecipazione dei nostri piccoli amici e  delle loro famiglie.

Un’estate per Musei NAPOLI FIRENZE

a cura di Davide Vecchio

Museo del giocattolo di Napoli. Mostra permanente. Un intero piano dell’Università Suor Orsola Benincasa accoglie il Museo del Giocattolo di Napoli. Vere e proprie stanze delle meraviglie destinate a far sognare grandi e piccini con più di 850 “balocchi”, da quelli vintage a quelli più moderni. La mostra ripercorrere la storia del costume e della manifattura, prima artigianale e poi industriale, di una delle cosiddette arti minori. Un’occasione per parlare con i propri bambini del significato del gioco “analogico” in un’epoca, la nostra, ormai dominata dall’elettronica e dalla digitalizzazione. Ulteriori informazioni sul sito: www.museodelgiocattolodinapoli.it

La primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460. Palazzo Strozzi, 23 marzo-18 agosto 2013. La mostra si propone di illustrare, in sezioni tematiche, la genesi di quello che ancora oggi si definisce il “miracolo” del Rinascimento a Firenze, soprattutto attraverso i capolavori della scultura, l’arte che per prima se ne è fatta interprete. Per i visitatori dai 3 anni in su è disponibile la “valigia della famiglia”, un contenitore di testi e giochi, attività pratiche e creative ideato per consentire a ciascun nucleo familiare di vivere un’esperienza “su misura” all’interno dell’esposizione. Sarà quindi possibile esplorare la mostra in maniera ludica e non convenzionale, attraverso piccoli approfondimenti e giochi da realizzare davanti alle opere, differenziati per fasce d’età. Ulteriori informazioni sul sito www.palazzostrozzi.org

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Nutrire il futuro

S

’intitola “Nutrire il futuro” ed è un programma di aggiornamento a distanza per i pediatri italiani. Ha l’obiettivo di fornire una serie di materiali e spunti per attivare, nel bambino e nei genitori, un circolo virtuoso tra equilibrio alimentare e sostenibilità ambientale. Circolo virtuoso che può a sua volta rappresentare uno stimolo motivazionale a un corretto stile alimentare. Si tratta di sette unità di aggiornamento che, da maggio e fino alla fine dell’anno 2013, saranno disponibili con cadenza mensile sul sito del Nutrition & Health Journal Club, giornale di news scientifiche online in tema “nutrizione e salute”. “Tutti i pediatri sanno quanto sia indispensabile aggiornarsi sui più recenti progressi in materia di terapie farmacologiche per svolgere al meglio la propria attività”, sostiene Andrea Vania, Professore aggregato di Pediatria - “Sapienza” Università di Roma, Presidente dell’ECOG (European Childhood Obesity Group) e membro della SIP. “Ma non danno altrettanto per scontata la necessità di aggiornarsi anche sull’alimentazione e la nutrizione, campo nel quale si pensa, erroneamente, che tutto sia ormai noto e acquisito. Al contrario, molte convinzioni del passato sono oggi superate da nuove evidenze scientifiche, che pongono l’accento su diversi aspetti innovativi”. “L’orientamento e l’educazione del bambino a un corretto stile alimentare rappresentano veri e propri atti medici, che hanno obiettivi di salute a breve, medio e lungo periodo”, spiega Giovanni Corsello, Presidente SIP, Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Palermo. “Il pediatra ha un ruolo strategico nella prevenzione, perché

È online su www.nutritionhealth.it il nuovo programma di aggiornamento a distanza in sette tappe riservato ai pediatri, per l’educazione alimentare del bambino in sinergia con la famiglia può intervenire tempestivamente nella rettifica di comportamenti alimentari e stili di vita errati”. È esperienza comune che, quando si tenta di far leva sulle conseguenze che un comportamento scorretto potrebbe avere sulla salute e il benessere futuri per motivare un paziente a modificare tale comportamento, questa strategia fallisce il più delle volte. Il peso del cambiamento richiesto è giudicato troppo elevato, e la gratificazione immediata derivante dal comportamento meno sano è preferita ai futuri (e invisibili) benefici. Invece, la desiderabilità sociale associa-

Riferimenti bibliografici ^^   Una videointervista integrale al Prof. Vania sarà visibile dal 10 luglio, nella terza Sessione del Programma di aggiornamento “Nutrire il futuro”, su http://www.nutritionhealth.it. ^^   Una videointervista integrale al Prof. Corsello è visibile nella prima Sessione del Programma di aggiornamento “Nutrire il futuro”, su http://www. nutritionhealth.it. ^^   Angelini V, Spinelli S, Censi L et al. “Gruppo ZOOM8 INRAN”. Rapporti ISTISAN 12/42; 2012. ^^   BCFN. Obesità e malnutrizione: il paradosso alimentare per i nostri figli, novembre 2011.Galfo M, Censi L, Martone D, et al. “Gruppo ZOOM8 INRAN”. Rapporti ISTISAN 12/42; 2012.

Alimentazione

ta al rispetto dell’ambiente potrebbe avere successo dove le raccomandazioni “per il benessere futuro del paziente” falliscono. Diversi studi dimostrano come i bambini siano in grado di cogliere concetti anche complessi di sostenibilità ambientale e come la fascia di età della scuola primaria sia proprio quella appropriata per un’educazione ambientale orientata verso il cambiamento dei comportamenti personali e sociali. In questo ambito, come in altri, le evidenze confermano che i bambini superano in genere le aspettative degli adulti. Sulla base degli accertati, elevati livelli di consapevolezza ambientale nei bambini in età scolare, diversi autori hanno quindi sostenuto che i messaggi sulla sostenibilità ambientale possono aiutare a educare e motivare i bambini a compiere scelte di vita (e dunque anche scelte alimentari) “sane”. “Spiegare che gli alimenti più sani e utili alla nutrizione sono anche quelli meno nocivi per l’ambiente può aiutare a scoprire un motivo valido per modificare il proprio stile di vita e quello dei bambini e dei ragazzi che spesso vedono come un sacrificio l’adottare una dieta più sana, ricca di fibre, frutta e verdura, forse perché non gli è stata fornita una motivazione sufficiente (sia pure estetica o di gusto) a nutrirsi di quei cibi”, chiarisce Riccardo Valentini, Membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, Premio Nobel per la Pace 2007, BCFN Advisor. La sostenibilità ambientale può quindi costituire uno strumento in più a disposizione del pediatra in questa sfida motivazionale per bambini e genitori, un approccio originale per instaurare un nuovo tipo di contatto con la famiglia, incentrato anche sul consiglio nutrizionale. “A questo proposito”, precisa Claudio Maffeis, Professore Associato di Pediatria presso l’Università di Verona e membro della SIP, “un semplice modello grafico, quello della Doppia Piramide per chi cresce, può aiutare a schematizzare gli indirizzi nutrizionali in età pediatrica in modo facilmente comprensibile e applicabile nel quotidiano, tanto dai medici quanto dai genitori”.  ^^   Green LW, Kreuter MW. Health Promotion Planning: an Educational and Environmental Approach. Mayfield, Mountain View. 1991. ^^   Skouteris H, Cox R, Huang T et al. Health Promot Int.2013 Feb 7. [Epub ahead of print]. ^^   Skouteris, H, Do M, Rutherford L et al. Australian Journal of Environmental Education 2010;26:27–39. ^^   Una videointervista integrale al Prof. Valentini sarà visibile dal 9 ottobre, nella quinta Sessione del Programma di aggiornamento “Nutrire il futuro”, su http://www.nutritionhealth.it. ^^   Una videointervista integrale al Prof. Maffeis sarà visibile dal 10 luglio, nella terza Sessione del Programma di aggiornamento “Nutrire il futuro”, su http://www.nutritionhealth.it

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