Troppo poco ferro nella dieta di 8 piccoli italiani su 10
Meningococco B, ecco il vaccino: ora è una realtà
Lo rivela lo studio “Nutrintake” condotto da Gianvincenzo Zuccotti e realizzato su un campione di oltre 400 bambini italiani pagina7 dai 6 ai 36 mesi.
“Ma il Sistema sanitario italiano deve esprimersi sulla opportunità di inserire questo vaccino tra quelli offerti gratuitamente”, spiega Alberto G. Ugazio. pagina14
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Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25
Magazine della Società Italiana di Pediatria
volume 3 | numero 12 | dicembre 2013
Lo screening è uguale per tutti Nascere a Firenze o a Napoli non farà più la differenza. Tutti i bambini italiani, indipendentemente dalla Regione in cui verranno al mondo, avranno le stesse possibilità di salvarsi o quantomeno di evitare i danni irreversibili di una malattia metabolica ereditaria. Lo prevede un emendamento alla Legge di Stabilità approvato nello scorso dicembre, che avvia in tutte le Regioni lo screening neonatale allargato, grazie al quale possono essere identificate una serie di patologie genetiche che, se curate precocemente con dieta e farmaci, possono non manifestarsi. Sino ad oggi solo 1 neonato su 4 ha avuto questa opportunità: solo quelli nati nelle poche Regioni che da tempo hanno adottato lo screening allargato. Sebbene i fondi stanziati sembrino insufficienti a realizzare questo programma nazionale di screening, si tratta comunque di una buona iniziativa, che cancella inaccettabili disparità sul territorio nazionale. Oltre alle pari opportunità nella prevenzione però occorre anche garantire omogeneità nell’accesso alle cure: il Piano nazionale sulle Malattie Rare e l’aggiornamento dei LEA non possono più attendere. servizi alle pagine 10-13
Wi-Fi e tumori pediatrici, serve un atteggiamento prudente
Banche del latte umano, approvate le linee di indirizzo nazionale
Preoccupa la particolare vulnerabilità dei bambini in caso di esposizione a radiofrequenze.
Dopo la Francia l’Italia è l’unico Paese europeo ad avere una regolamentazione ministeriale.
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