Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 | 2015

Page 1

71, ma molto ben portati... Dal 1890 a oggi una lunga storia di Congressi SIP: ecco le foto e il racconto del Congresso Italiano di Pediatria di Roma. pagina 8

Una voce unitaria per la Pediatria Nasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED).

pagina12

www.sip.it

Magazine della Società Italiana di Pediatria

volume 5 | numero 5-6 | maggio-giugno 2015

Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25

Ora basta! L’Europa intervenga a difesa della vita e della salute dei bambini residenti nelle aree di guerra. Basta con la strage degli innocenti. È questo l’accorato appello lanciato dai pediatri italiani, riuni­ tisi in assemblea nel corso del 71° Congresso Italia­ no di Pediatria, che si è tenuto dal Roma dal 4 al 6 giugno 2015. In una lettera inviata alle principali autorità italiane e internazio­ nali la SIP lancia un grido d’allarme per i 230 milioni di bambini e adolescenti coinvolti nei vari conflitti che stanno destabilizzando il mondo e chiede che la co­ munità internazionale ponga in essere ogni sforzo possibile

per impedire le violenze, le sopraffazioni, le segre­ gazioni e le molestie alle quali questi bambini sono sottoposti. È questo il messaggio che giunge a chiu­ sura di un Congresso ricco di temi e fortemente par­ tecipato, al quale abbiamo dedicato quasi intera­ mente questo numero di “Pediatria”.

La Piramide alimentare transculturale

Dai vaccini un “tesoretto” per il SSN

L’integrazione tra i popoli attraverso il cibo. Una locandina staccabile da appendere in studio.

Benefici economici delle vaccinazioni e costi della falsa informazione.

pagina15

pagina22


Una voce unitaria per la Pediatria

71, ma molto ben portati... Dal 1890 a oggi una lunga storia di Congressi SIP: ecco le foto e il racconto del Congresso Italiano di Pediatria di Roma.

Nasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED).

pagina 8

pagina12

www.sip.it

volume 5 | numero 5-6 | maggio-giugno 2015

Magazine della Società Italiana di Pediatria

Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25

Ora basta! L’Europa intervenga a difesa della vita e della salute dei bambini residenti nelle aree di guerra. Basta con la strage degli innocenti. È questo l’acl’ac corato appello lanciato dai pediatri italiani, italiani riunitisi in assemblea nel corso del 71° Congresso ItaliaItalia no di Pediatria, che si è tenuto dal Roma dal 4 al 6 giugno 2015. In una lettera inviata alle principali autorità italiane e internaziointernazio nali la SIP lancia un grido d’allarme per i 230 milioni di bambini e adolescenti coinvolti nei vari conflitti che stanno destabilizzando il mondo e chiede che la coco munità internazionale ponga in essere ogni sforzo possibile

per impedire le violenze, le sopraffazioni, le segregazioni e le molestie alle quali questi bambini sono sottoposti. È questo il messaggio che giunge a chiusura di un Congresso ricco di temi e fortemente partecipato, al quale abbiamo dedicato quasi interamente questo numero di “Pediatria”.

Editoriali

La Piramide alimentare transculturale

Dai vaccini un “tesoretto” per il SSN

L’integrazione tra i popoli attraverso il cibo. Una locandina staccabile da appendere in studio.

Benefici economici delle vaccinazioni e costi della falsa informazione.

pagina15

pagina22

Pediatria

volume 5 | numero 5-6 maggio-giugno 2015

3

Fresche di stampa A curA di liViANA dA dAlt

19

4

Malattie genetiche: assistenza a macchia di leopardo

20

Non solo vite salvate: dai vaccini un “tesoretto” per il SSN

22

Cala la mortalità infantile per effetti collaterali da terapie oncologiche

6

Allarme tatuaggi e piercing

6

DIrettore ScIentIfIco GIovannI corSello

Radiazioni in Pediatria

DIrettore Cinthia Caruso

A curA di dAVid FrAti

BoarD eDItorIale Rino Agostiniani Liviana Da Dalt Domenico Minasi Andrea Pession Davide Vecchio

7

PuBBlIcItà e PromozIone Livia Costa l.costa@pensiero.it 06 86282342 Tiziana Tucci t.tucci@pensiero.it 06 86282323 Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002 aBBonamentI 2015

7

PiEmOntE E VaLLE D’aOsta

Latte umano donato, una convenzione innovativa eNrico bertiNo

Primo piano 71, ma molto ben portati... Un talk show con le famiglie molto partecipato

9

PreSIDente GIovannI corSello

Sereni e Zacchello, due nuovi Maestri della Pediatria

10

A Ezio Greggio il premio “Amico dei bambini”

10

ISSN 2240-3183

25

Regioni

8

ProGetto GrafIco e ImPaGInazIone Typo srl, Roma ImmaGInI © 2015 Thinkstock.com StamPa Arti Grafiche Tris, Via delle Case Rosse, Roma giugno 2015

Vaccinazione antipneumococcica, la posizione del Board del Calendario per la Vita 24

M.GiuSeppiNA GreGorio, luiGi cAtAldi

GioVANNi corSello

Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero DIrettore reSPonSaBIle Giovanni Luca De Fiore

Pianeta SIP

La mortalità infantile nella pittura italiana

Individuale E 40,00 Istituti, enti, biblioteche E 80,00 Estero E 120,00

conSIGlIo DIrettIvo alBerto vIllanI (vIcePreSIDente), luIGI Greco (vIcePreSIDente), rIno aGoStInIanI (teSorIere), faBIo carDInale, antonIo correra, lIvIana Da Dalt, DomenIco mInaSI, anDrea PeSSIon, maSSImo BarBaGallo, elvIra verDucI (conSIGlIerI ), GIuSePPe maSnata (DeleGato SezIonI reGIonalI SIP), luIGI memo (DeleGato conSulta nazIonale), roSalIa Da rIol (DeleGato conferenza GruPPI DI StuDIo )

Malattia di Kawasaki, verso nuove linee guida

Alberto VillANi, AleSSANdrA MArcheSi

News

Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it

reDazIone David Frati

2

In questo numero

Appello dei pediatri italiani per la difesa dei bambini vittime delle guerre nel mondo 11 Una voce unitaria per l’Area Pediatrica

12

Bimbi con malattie genetiche, una app aiuta i medici

14

La Piramide alimentare transculturale

11 Pediatri inFormazione Sessione “Multimediale” ONSP

15

26

A curA di

liViANA dA dAlt, dAVide Vecchio

27

La clinica Screening dell’ipercolesterolemia familiare, quale il ruolo del pediatra? iNterViStA Ad ANdreA bArtuli

8

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

28

Libri I segnali che precedono la tempesta Alberto G. uGAzio

30


I

vantaggi biologici del latte materno e la necessità di proteggere e di promuo­ vere l’allattamento al seno sono ormai condivisi e consolidati in tutto il mondo. Anche dal punto di vista etico, garantire il latte materno a tutti i bambini che possono averlo è un imperativo categorico. È un impegno deontologico di tutti i pediatri che devono poter contare sull’intervento coeren­ te di tutti gli stakeholder: istituzioni e media in primo luogo. Bisogna diffonde­ re l’informazione in tutti gli ambiti, nelle famiglie e tra le coppie in età fertile per garantire livelli di consapevolezza sui benefici dell’allattamento sia per il bam­ bino sia per la donna che allatta. Sono recenti le evidenze che anche la risposta ai vaccini e il divezzamento si avvantaggiano dell’allattamento materno. Bisogna anche che la struttura sociale si adegui, favorendo le politiche di sostegno alla famiglia, sul piano economico ed organizzativo. Incentivi eco­ nomici, aree dedicate all’allattamento nei luoghi di lavoro, incremento degli asili nido con spazi dedi­ cati sono esempi già collaudati con successo in altri Paesi europei quali Francia e Regno Unito, Giovanni Corsello con il risultato tangibile di incrementi significativi Presidente SIP dei tassi di natalità e di allattamento al seno esclu­ sivo e prolungato. È necessario inoltre aumentare il numero dei corsi di accompagnamento alla na­ scita e il numero delle coppie che li frequentano, prevedendo sempre la presenza del pediatra e il suo coinvolgimento attivo. Anche nei Centri na­ scita bisogna adottare misure di protezione dell’al­ lattamento, per scoraggiare l’uso immotivato di

S

criveva Primo Levi nel libro Se questo è un uomo (1947): “Si rinchiudano tra i fili spi­ nati migliaia di individui diversi per età, condizione, lingua, cultura e costumi, e siano quivi sottoposti a un regime di vita costante, controllabile, identico per tutti e inferiore a tutti i bisogni: è quanto di più rigoroso uno sperimenta­ tore avrebbe potuto istituire per stabilire che cosa sia essenziale e che cosa acquisito nel comporta­ mento dell’animale­uomo di fronte alla lotta per la vita”. Se ad un uomo che ha perso tutto può ac­ cadere di perdere anche se stesso, di perdere la propria umanità e snaturarsi nella lotta per la so­ pravvivenza, immaginiamoci cosa possa succede­ re a un bambino costretto a vivere in condizioni analoghe. Si prendano dei bambini, magari soli al mondo, magari orfani di guerra, senza ancora un’identità, senza istruzione, senza capacità di di­ scernere il bene e il male. Si addestrino all’odio, si indottrinino con la guerra santa, con il sangue che lava il sangue e il martirio purificatore. Non sa­ ranno più bambini, ma combattenti addestrati

tettarelle artificiali, soluzioni glucosate e latti arti­ ficiali, riservando queste misure solo a quelle si­ tuazioni clinicamente giustificate di supporto ed integrazione nutrizionale. La promozione dell’allattamento materno deve in­ serirsi in una politica più generale di indirizzo ver­ so un equilibrio nutrizionale a più vasto raggio, che comincia nella vita intrauterina con una alimenta­ zione della gestante senza eccessi e senza carenze di macro e di micronutrienti, e prosegue con l’allatta­ mento al seno esclusivo per il primo semestre di vita e prolungato per il primo anno di vita, con un divezzamento e un’alimentazione del bambino nei primi anni controllata nei fabbisogni e attenta ad evitare eccessi di calorie, grassi saturi e proteine. Il rischio di obesità e sovrappeso in età evolutiva e di malattie croniche non trasmissibili nelle età succes­ sive (diabete, ipertensione, malattie cardiovascola­ ri) e il rischio di carenza di minerali quali ferro e zinco, responsabili di anemia sideropenica ed infe­ zioni ricorrenti sono eventi oggi messi in relazione di causa ed effetto con errori nutrizionali precoci. La prospettiva della qualità dell’alimentazione non può essere disgiunta da quella della sicurezza. Nel­ l’anno in cui l’esposizione universale di Milano dibatte il tema “Nutrire il pianeta: energia per la vita”, insistere su sostenibilità, lotta agli sprechi e sicurezza degli alimenti diviene in ambito pedia­ trico una sfida decisiva. I bambini hanno diritto ad essere protetti da inquinanti in grado di inter­ ferire con i loro processi di crescita e di sviluppo e con i loro meccanismi epigenetici di attività cellu­ lare. Ecco perché i pediatri devono svolgere con energia ed attenzione il loro ruolo di “avvocati” dei bambini, con una sorveglianza attiva in famiglia, nelle scuole e nei vari contesti sociali in cui si gio­ cano le sorti dell’alimentazione e dello stato nutri­  zionale dei bambini e degli adolescenti.

Editoriali

Il diritto al latte materno: una prospettiva anche etica

Quel che resta di un bimbo

Cinthia Caruso Direttore di “Pediatria”

non solo sparare e uccidere, ma a tramandare l’odio di generazione in generazione in una catena che non si spezza. Le cronache degli ultimi mesi ci hanno consegna­ to immagini terribili: bambini che si fanno esplo­ dere al mercato, che imbracciano kalashnikov, che spaccano mattoni con la testa perché questo è ciò che insegna la loro scuola, quella dell’ISIS. Cosa resta di un bambino? Cosa resta dello stupore per la vita e dell’ingenua saggezza di cui solo i bambi­ ni sono capaci? Resta quel che vogliamo che resti. Resta la nostra capacità di vedere, dietro all’im­ magine di un bambino imbottito di tritolo, una vittima e non un assassino. Una vittima da salva­ re, per spezzare quella catena d’odio che loro non  possono spezzare.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

3


news

Per poter crescere i bambini hanno bisogno di essere guardati e ascoltati, hanno bisogno di risposte

Asha Phillips

Fresche di stampa Un semplice screening per l’atresia biliare

Ruolo dell’ormone epcidina nell’anemia

Gu YH, Matsui A. Stool color card screening for early detection of biliary atresia and long-term native liver survival: a 19-year cohort study in Japan. J Pediatr 2015;166(4):897-902.

Camaschella C. Iron-Deficiency Anemia. N Engl J Med 2015;372:1832-43.

Questo studio di coorte condotto in Giappone su 313.230 nuovi nati nel corso di 19 anni ha permesso di stimare sensibilità, specificità, valore pre­ dittivo positivo e negativo dello screening per l’atresia biliare. Un semplice cartoncino illustrato in cui segnare, da parte delle madri, il colore delle feci del primo mese di vita del loro bambino si è dimostrato efficace nell’an­ ticipare la diagnosi di atresia biliare e l’intervento chirurgico di Kasai, e di conseguenza nel migliorare la sopravvivenza del fegato dei soggetti affetti, evitando o posticipando il trapianto epatico.

Ancora parlando di ferro merita menzione questo splendi­ do “review article” pubblicato questo mese nella prestigiosa rivista “New England Journal of Medicine” a firma tutta italiana, di Clara Camaschella dell’Istituto San Raffaele di Milano. Si tratta di una revisione che considera il tema del­ la carenza di ferro e l’anemia conseguente alla luce delle nuove conoscenze relative all’omeostasi sistemica del ferro (cruciale il ruolo dell’ormone epcidina) e che esamina le cause, le caratteristiche fisiopatologiche e le opzioni tera­ peutiche di tale molto diffusa condizione.

anemia sideropenica: no allo screening nei primi anni Mc Donagh MS, Blazina I, Dana I, Cantor A, Bougatsos C. Screening and Routine Supplementation for Iron Deficiency Anemia: a Systematic Review. Pediatrics 2015;135;723-33.

In questa revisione sistematica gli autori, analizzando i la­ vori di quasi un ventennio (1996­2014) di letteratura relati­ vi a rischi e benefici della terapia con ferro, arrivano a con­ cludere che se da un lato vi sono lavori che evidenziano un beneficio della terapia marziale sui valori ematologici, non vi sono invece evidenze – nei bambini tra 6 e 2 mesi – di benefici su parametri importanti quali la crescita e lo svi­ luppo neurocomportamentale. Uno screening per siderope­ nia in bambini asintomatici in questa fascia di età non tro­ va pertanto giustificazione.

a cura di Liviana Da Dalt

supplementazione di ferro nei lbW ...quando?

4

Jin HX, Wang RS, Chen SJ, Wang AP, Liu XY Early and late Iron supplementation for low birth weight infants: a meta-analysis. Italian journal of Pediatrics 2015;41:16.

Gli autori di questa meta­analisi cercano di definire il timing ottimale del­ la supplementazione orale di ferro nei neonati LBW, confrontando assun­ zione precoce (2­3 settimane di vita) e tardiva (>4 settimane di vita). Dall’insieme di dati ricavati dai 4 studi presi in esame, per un totale di 246 neonati inclusi, sembra emergere una maggior efficacia della supplementa­ zione precoce nel prevenire il calo dei valori sierici di ferritina ed emoglo­ bina e nel ridurre il tasso di trasfusioni.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015


news

Tutti pazzi per i nutrizionisti

il portale Dottori.it ha registrato un aumento delle ricerche di nutrizionisti pari al 23% rispetto a novembre 2014. a livello nazionale il nutrizionista è la quarta figura medica più cercata online.

trattamento chirurgico nell’epilessia farmacoresistente Jobst BC, Cascino GD. Resective epilepsy surgery for drugresistant focal epilepsy: a review. JAMA 2015; 313(3):285-293.

Il trattamento chirurgico nella epilessia farmacoresistente è ad oggi ancora poco utilizzato. Questa review evidenzia come tale approccio terapeutico si associ in modo signifi­ cativo al miglioramento di crisi rispetto alla terapia medica protratta con due o più farmaci. Tale efficacia è maggiore nei pazienti affetti da epilessia temporale rispetto ai pazien­ ti con coinvolgimento extratemporale. Il tasso di morbilità e di mortalità di tale approccio è paragonabile ad altri co­ muni interventi, tuttavia non sono ancora ben definiti gli outcome cognitivi, psicosociali, psichiatrici e relativi alla qualità di vita a lungo termine.

bMi, massa grassa totale

e addominale e rischio cardiovascolare

Vaccinazione antimalaria: reale possibilità?

Gishti O, Gaillard R, Jaddoe VWV. BMI, total and abdominale fat distribution, and ardiovascular risk factors in school-age children. Pediatric Research 2015;77:710-18.

Greenwood BM, RTS,S Clinical Trials Partnership Efficacy and safety of RTS,S/AS01 malaria vaccine with or without a booster dose in infants and children in Africa: final results of a phase 3, individually randomised, controlled trial. The Lancet 2015; dx.doi. org/10.1016/ S0140-6736(15)60721-8.

È questo uno studio di coorte svolto in Olanda che ha in­ cluso 6523 bambini in età scolare (valutati all’età di 6 anni). L’analisi dimostra che una percentuale di massa grassa to­ tale e addominale elevata si associa a fattori di rischio car­ diovascolare (più alti valori pressori, livelli di low­density lipoprotein, colesterolo, insulina, peptide C), indipenden­ temente dal valore di BMI. Tali misurazioni potrebbero essere utili sin dalla prima infanzia per identificare gruppi a rischio per lo sviluppo di patologie metaboliche e cardio­ vascolari.

insulina orale e risposta immunologica

RTS, S/AS01 è un vaccino ricombinante che ha come target

una proteina espressa da P. falciparum in fase pre­eritroci­ taria. È stato condotto un trial clinico randomizzato con­ trollato in doppio cieco in Africa sub­Sahariana coinvol­ gendo 8922 bambini tra i 5­17 mesi e 6537 neonati tra le 6 e 12 settimane, le cui conclusioni sono che il vaccino pre­ viene un sostanziale numero di casi di malaria clinica nei successivi 3­4 anni dalla sua somministrazione e che l’ef­ ficacia è più consistente nei bambini di entrambi i gruppi di età sottoposti anche ad una dose di richiamo. Tale vac­ cino ha pertanto la potenzialità di contribuire al controllo di questa malattia, tra le prime cause di mortalità infantile nei Paesi a risorse limitate.

Bonifacio E, Achenbach P for the Pre-POINT Study Group. Effects of High-Dose Oral Insulin on Immune Responses in Children at High Risk for Type 1 Diabetes The Pre-POINT Randomized Clinical Trial. JAMA 2015;313(15):1541-1549.

La somministrazione orale di insulina può indurre una ri­ sposta immunologica in pazienti a rischio di sviluppare DM1? Una iniziale risposta a questo quesito si ha in questo studio pilota randomizzato di fase 1/2 su 25 pazienti in cui si documenta un rialzo statisticamente significativo di IgG/ CD4*T­Cell responder all’insulina, IgA­insulina salivari nei pazienti trattati con 67,5 mg di insulina orale rispetto ai controlli che assumevano placebo, senza riscontro di ipo­ glicemie. Sono necessari studi di fase 3 per determinare se veramente l’insulina orale prevenga l’autoimmunità con­ troinsulare e quindi il DM1.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

5


news

Per 2 chirurghi su 3 circa metà della giornata è dedicata alla compilazione di moduli

È quanto emerge da una ricerca Acoi - associazione dei Chirurghi Ospedalieri italiani, su un campione di oltre 700 chirurghi. il 40% dei chirurghi occupa più della metà della propria attività lavorativa in pratiche burocratiche, mentre per un altro 30% il tempo usato è poco meno di quello impiegato per la propria attività medica.

Cala la mortalità infantile per effetti collaterali da terapie oncologiche

6

Il meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) rappresenta l’appuntamento più importante e affolla­ to per la comunità mondiale degli onco­ logi medici. L’edizione 2015 del l’ASCO non ha tradito le attese: a Chicago sono stati presentati e discussi dati molto im­ portanti in tutti gli ambiti dell’assistenza dei pazienti oncologici. Tra questi i dati di un ampio studio retrospettivo, finan­ ziato dal Governo Federale americano, condotto su 34.000 pazienti oncologici pediatrici negli ultimi trent’anni. Lo stu­ dio ha coinvolto dal 1970 al 1999 ben 31 ospedali che hanno preso in considera­ zione pazienti con età alla diagnosi infe­ riore ai 21 anni. I tumori più rappresen­ tati sono risultati leucemia, linfomi, tu­ mori cerebrali, neuroblastoma, tumore di Wilms e sarcomi delle ossa e dei tessuti molli. Tra i pazienti ancora vivi dopo 5 anni, la mortalità da ogni causa a 15 anni dalla diagnosi si è ridotta dal 12,4% al 6%. Un miglioramento da ascrivere in buona parte ai cambiamenti nelle terapie che hanno ridotto il rischio relativo agli effet­ ti tardivi dei trattamenti oncologici pe­ diatrici, come l’insorgenza di tumori ma­ ligni successivi e malattie cardiache e polmonari. Gregory T. Armstrong del St. Jude Chil­ dren’s Research Hospital di Memphis, che ha presentato lo studio, ha richiama­ to l’attenzione sul fatto che “cinquant’an­ ni fa sopravviveva solo 1 bambino su 5, mentre oggi l’80% è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Naturalmente, questi sog­ getti crescono con un rischio maggiore di morire a causa degli effetti collaterali tar­ divi, come problematiche cardiache o tu­ mori secondari. Ma adesso non siamo solo in grado di aiutare più bambini a so­ pravvivere al loro tumore primario, pos­ siamo anche prolungare la loro aspettati­ va di vita riducendo la tossicità totale

delle cure”. Precedenti indagini avevano mostrato che dei pazienti ancora vivi do­ po 5 anni fino al 18% moriva entro 30 an­ ni dalla diagnosi. I decessi erano dovuti a tre cause principali: la progressione o la recidiva del tumore primario, cause ester­

allarme tatuaggi e piercing

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

ne (incidenti, suicidio) e altri motivi di salute, soprattutto la mortalità conse­ guente agli effetti collaterali della terapia oncologica. Mentre le morti dovute a pro­ gressione o recidiva raggiungono col tem­ po un plateau, la mortalità per altre cause cresce ad ogni anno di sopravvivenza dal­ la diagnosi. In sostanza, mettere in atto strategie volte a ridurre l’intensità delle terapie – preser­ vandone naturalmente l’efficacia – si tra­ duce in un beneficio alla distanza per la minore insorgenza di effetti collaterali.  ^^ ^ ASCO 2015 LBA2 – Reduction in late mor­ tality among 5­year survivors of childhood cancer: A report from the Childhood Cancer Survivor Study (CCSS).

Una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata su 2500 studenti liceali me­ diante un questionario anonimo ha rile­ vato come il 24% di essi abbia avuto com­ plicanze infettive da piercing e tatuaggi; solo il 17% ha firmato un consenso infor­ mato; solo il 54% si dice sicuro della ste­ rilità degli strumenti che sono stati utiliz­ zati. È sempre più urgente quindi infor­ mare gli adolescenti che l’esecuzione di ornamenti estetici in locali non certificati senza rispetto delle norme igieniche, oppure con pratiche “fai da te” con strumenti artigianali inadeguati, può rappresentare un vei­ colo di trasmissione di malattie infettive per via ematica (tra le altre HBV, HCV, HIV): inoltre è stato rilevato come l’inoculazione nella cute di sostanze chimiche non controllate costituisca un rischio di reazioni indesiderate di tipo tossicologico o di sensibilizzazione allergica. “Se l’80% dei ragazzi ha affermato di essere a conoscenza dei rischi d’infe­ zione, solo il 5% è informato correttamente sulle malattie che possono


in occasione del Vi Forum “Pianeta nutrizione ed integrazione” svoltosi a milano nell’ambito di eXpo, sono stati presentati i risultati di un sondaggio a cura del sito www.curarelasalute.com su 2400 italiani. il 45% dichiara di mangiare dolci in eccesso, percentuale che si alza fino al 48% nelle donne di tutte le età.

Radiazioni in Pediatria Secondo i dati Istat la popolazione pedia­ trica italiana (tra 0 e 14 anni) è di circa 8,5 milioni, corrispondente al 14% dell’intera popolazione, mentre gli esami radiologici eseguiti annualmente nel nostro Paese so­ no quasi 40 milioni, di cui circa un decimo riguardano gli esami pediatrici. Negli ul­ timi anni si è registrato un notevole incre­

mento di esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, talora con una dubbia appro­ priatezza. Per tutelare i pazienti in età pe­ diatrica la SIP, in collaborazione con AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica) e SIRM (Società Italiana di Radiologia Medi­ ca), ha avviato il progetto “Radiazioni in Pediatria”, iniziativa interdisciplinare fi­ nalizzata alla conoscenza da parte dei pe­ diatri e del l’opinione pubblica di quali siano i reali rischi delle radiazioni nei bambini sottoposti a esami radiologici ed alla diffusione delle pratiche più attente di esposizione alle radiazioni io­ nizzanti per questa particola­ re categoria di pazienti.

news

Troppi dolci!

Il progetto si svilupperà in due fasi: ^^attività di formazione rivolta ai pedia­ tri con l’obiettivo di migliorare e/o au­ mentare il livello di conoscenza delle pro­ blematiche legate all’appropriatezza degli esami radiologici e al rischio connesso alla loro esecuzione. Questa fase vedrà la realizzazione di corsi itineranti, accredi­ tati ECM, presso diverse realtà locali della durata di mezza giornata o un giorno. I corsi saranno tenuti da specialisti delle società scientifiche coinvolte e tratteran­ no di volta in volta argomenti che rispon­ dano alle specifiche esigenze formative dei pediatri; ^^campagna di comunicazione e sensi­ bilizzazione destinata alle famiglie sul corretto utilizzo delle radiazioni ioniz­ zanti impiegate a scopo diagnostico nei bambini. Spiega Massimo Barbagallo, Consigliere Junior della Società Italiana di Pedia­ tria e referente SIP per il progetto: “Per individuare i temi oggetto dei corsi è stato elaborato un que­ stionario da somministrare ai so­ ci SIP. La raccolta dei risultati permetterà di procedere alla definizione degli incontri di formazione. Al termine dei cor­ si sarà elaborato un documento comune contenente linee guida nel quale siano chiarite e stan­ dardizzate le procedure, le dosi e la loro ottimizzazione, i quesiti clinici e  l’appropriatezza degli esami”.

essere trasmesse”, spiega Carla Di Stefano, autrice dell’indagine e ricer­ catrice all’Università di Tor Vergata. “Eppure il 27% del campione ha dichiarato di avere almeno un piercing, il 20% sfoggia un tatuaggio e sono ancora di più gli ‘aspiranti’: il 20% degli intervistati ha dichiarato l’intenzione di farsi un piercing e il 32% di ornare la pelle con un ta­ tuaggio”. Proprio in questi giorni, molti studiosi hanno puntato i riflettori su uno studio pubblicato dalla rivista “Hepatology” che dimostra come duran­ te il piercing e il tatuaggio l’infezione da HCV principalmente si tra­ smetta attraverso: ^^il riutilizzo di aghi monouso; ^^la non sterilizzazione di materiali; ^^il riutilizzo d’inchiostro contaminato con sangue infetto. “Il dato scientificamente più interessante”, conclude la Di Stefano, “sta nei tempi di sopravvivenza del virus rilevati negli aghi e nell’inchiostro, variabile da pochi giorni nell’ambiente a quasi un mese nell’anestetico: dato ancor più preoccupante se incrociato con la scelta degli adolescen­  ti di locali spesso economici e non a norma di legge”.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

7


Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

S

ettantuno è il numero raggiunto dai Congressi Italiani di Pediatria celebrati dal 1890 ad oggi. Il 1° Congresso italiano di Pediatria si è svolto a Roma come il 71° e in totale sono 8 i congressi nazionali svoltisi nella capitale del nostro Paese; gli altri furono: il 5° nel 1905, il 27° nel 1960, il 50° nel 1994, il 59° nel 2003, il 66° nel 2010 e il 68° nel 2012. Se riflettiamo su come è cambiata la società, se guardiamo come si è evoluta la salute dei nostri neonati, bambini e adolescenti in questi 125 anni, possiamo comprendere appieno come è cambiata la nostra disciplina, da una Medicina clinica di bambini con gravi malattie infettive o carenziali a scienza dello sviluppo, intrisa di prevenzione e di miglioramento della qualità della salute oltre che della vita di tutti i bambini, in particolare di quelli più fragili per malattie rare e complesse. Al 71° Congresso di Roma svoltosi dal 4 al 6 giugno del 2015 (congiunto tra SIP, Società italiana di

Dal 1890 a oggi una lunga storia di Congressi SIP

8

In questa pagina in alto: bambini al Congresso SIP, in basso: i volontari dell’associazione Rari ma Speciali, il vicepresidente SIP Alberto Villani consegna il premio per le comunicazioni orali “Largo ai giovani”, due momenti del Congresso. Nella pagina accanto: in alto il Direttore responsabile dell’Ansa Luigi Contu, un momento della cerimonia inaugurale, il sovraintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma Umberto Broccoli, Walter Veltroni e il Presidente SIN Costantino Romagnoli. Sulla destra: Bianca Berlinguer, Giovanni Corsello e Mariaemilia Bonaccorso durante il talk show.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

71, ma molto

ben portati... Giovanni Corsello Presidente SIP

Malattie Genetiche Pediatriche e Gruppi di studio di ecografia pediatrica e ipertensione della SIP) tanti temi sono stati affrontati, in una logica di network (era questo il titolo del Congresso). Network tra pediatri e famiglie, tra operatori sanitari, media e istituzioni, network tra assistenza, ricerca, formazione e prevenzione. Numerosi sono oggi i problemi che assillano i pediatri e se ne è discusso


Un talk show con le famiglie molto partecipato

Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

al Congresso: il calo delle coperture vaccinali, la disomogeneità territoriale delle cure pediatriche in rete e delle offerte di prevenzione, la rete inadeguata dell’emergenza-urgenza pediatrica e neonatale, la necessità che venga riconosciuta la specificità delle cure pediatriche nel territorio e in ospedale, la tutela delle specialità pediatriche. In questa ottica è stata battezzata in sede congressuale la nuova Federazione delle società scientifiche e associazioni dell’area pediatrica, la FIARPED. I numeri del Congresso sono stati molto lusinghieri per la Società: oltre 1100 le presenze di pediatri iscritti, circa 260 i contributi presentati come poster e come comunicazioni orali, 8 le tavole rotonde interattive tra pediatri e altri stakeholder del mondo del bambino su temi clinici (malattia di Kawasaki, vaccinazioni, nutrizione, ipertensione) e su temi sociali (bambino migrante, organizzazione delle cure pediatriche). A conclusione del Congresso un talk show di confronto tra pediatri, famiglie e associazioni di genitori condotto da Bianca Berlinguer con la partecipazione anche di Walter Veltroni. Arrivederci al 72° Congresso che terremo nel 2016  a Firenze!

Vaccini, bambini con disabilità, alimentazione e stili di vita sono stati i temi che hanno animato il talk show “La Pediatria incontra le famiglie” che si è tenuto il 6 giugno a conclusione del Congresso. A moderare i lavori Bianca Berlinguer e Giovanni Corsello in una sala gremita di pediatri, genitori, rappresentanti di associazioni di volontariato. Dopo gli interventi delle associazioni (Fondazione ABIO, Comitato Nazionale Contro la Meniningite, Rari ma Speciali) è intervenuta Maria Emilia Bonaccorso, capo servizio salute ANSA, che ha raccontato l’esperienza del portale ANSA “Salute Benessere Bambini” nato da una partnership ANSA-SIP. Walter Veltroni si è soffermato sulla sua esperienza diretta con i bambini intervistati per il docufilm “I bambini sanno”. Il dibattito con il pubblico si è incentrato soprattutto sui vaccini e sul ruolo della corretta informazione, anche alla luce del caso Fluad. Tutti d’accordo nel chiedere un maggiore coordinamento tra i diversi attori coinvolti nella comunicazione verso il pubblico: Ministero della Salute, AIFA, Società scientifiche e media.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

9


Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

Sereni e Zacchello, due nuovi Maestri della Pediatria

F

abio Sereni e Franco Zacchello sono i due nuovi “Maestri della Pediatria”. La prestigiosa onorificenza è stata assegnata, come di consueto, in occasione del Congresso nazionale SIP. Fabio Sereni, Professore Emerito di Pediatria presso l’Università degli Studi di Milano, tra i pionieri in Italia della Nefrologia pediatrica, “ha sempre profuso un grande impegno per diffondere tra i pediatri italiani tematiche innovative e originali”, si legge nella motivazione del premio. “Sempre attento agli aspetti sociali della Pediatria, si è battuto con passione ed energia per garantire livelli di salute migliori per i Bambini che vivono nel nostro Paese”. L’ambito riconoscimento a Franco Zacchelli, Professore Emerito di Pediatria dell’Università di Padova, è così motivato: “La sua visione del futuro, la sua dedizione al bambino e alla Pediatria, le sue forti capacità realizzative lo hanno

portato ad aprire nuovi campi della ricerca e ad anticipare soluzioni organizzative e gestionali per l’assistenza al bambino e per la formazione del pediatra, che sono diventate di esempio per tutta la  Pediatria italiana”.

A Ezio Greggio il premio “Amico dei bambini”

10

La Società Italiana di Pediatria, a conclusione dei lavori del 71° Congresso Italiano di Pediatria, ha consegnato a Ezio Greggio il premio “Amico dei Bambini”, intitolato al “Maestro della Pediatria” Giuseppe Roberto Burgio. Ezio Greggio ha fondato un’associazione che da oltre 20 anni raccoglie fondi che vengono devoluti all’acquisto di materiale e macchinari per aiutare i reparti di Neonatologia. “Mi è bastata l’occasione di trascorrere qualche giorno, molti anni fa, in un piccolo reparto di Terapia intensiva, per scoprire una serie di dati impressionanti. Ogni anno nascono in Italia circa 500.000 bimbi. Di questi il 10%, cioè 50.000, nascono prematuri ed hanno quindi necessità di cure particolari. In 20 anni abbiamo salvato 11.000 bambini, che per me sono come 11.000 nipotini”, ha detto il popolare attore-conduttore.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015


Appello dei pediatri italiani per la difesa dei bambini vittime delle guerre nel mondo

I

pediatri italiani, riunitisi in Assemblea nel corso del 71° Congresso Italiano di Pediatria tenutosi a Roma dal 4 al 6 giugno 2015, hanno discusso della situazione drammatica in cui versano, secondo i dati forniti da ONU e UNICEF, almeno 230 milioni di bambini e adolescenti, coinvolti nel diversi conflitti che stanno destabilizzando il mondo, offrendo il triste scenario che Papa Francesco ha definito come quello di una vera e propria guerra mondiale. Focolai di guerra sono presenti in numerosi paesi: Afghanistan, Mali, Repubblica del Congo, Nigeria, Somalia, Sudan, Yemen, Repubblica Centroafricana, Sud Sudan, Ucraina, Siria, Palestina. In essi i conflitti appaiono inestricabili, essendo legati all’affermazione delle identità dei popoli, ma più spesso a questioni religiose, politiche, di frontiera, economiche. Negli ultimi tre decenni tali conflitti hanno fatto sì che la metà della vittime siano stati bambini o adolescenti, mentre sono da 5 a 6 milioni i disabili gravi e oltre 2 milioni gli orfani o separati dai genitori. Ogni guerra porta con sé inevitabili i rischi di coinvolgimento di vittime innocenti, di civili indifesi e pacifici, ma l’esame dei rapporti delle autorità internazionali e delle notizia di cronaca mettono in risalto un triste salto di qualità nell’efferatezza dei metodi utilizzati dai belligeranti: il coinvolgimento dei civili non è più un danno collaterale, ma una strategia pianificata in una logica militare volta a colpire il nemico nel suo punto più vulnerabile e cruciale, i figli. Forse eliminando bambini e adolescenti qualche sciagurato vuole interrompere il filo che lega tra di loro le generazioni, per eliminare quella popolazioni di futuri adulti, già considerati nemici? Come vanno interpretati, se non in questa logica perversa, i reclutamenti forzosi degli adolescenti per la guerra (si parla di almeno 300 mila soggetti sotto i 18 anni), i sequestri di fanciulle per stu-

23 giugno 2015 { Al Presidente della Repubblica italiana On. Sergio Mattarella { Al Presidente del Senato Sen. Aldo Grasso { Al Presidente della Camera On. Laura Boldrini { Al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi { Al Ministro degli Affari Esteri On. Paolo Gentiloni { Al Ministro degli Interni On. Angelino Alfano { Al Ministro della Difesa On. Roberta Pinotti Roma { Al Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker { All’Alto rappresentante U.E. politica estera e sicurezza comune Federica Mogherini Bruxelles { Al Segretario Generale ONU

Ban Ki-moon New York

pri di massa e messa in schiavitù, gli assalti alle scuole, le intimidazioni o uccisioni degli insegnanti? Il fenomeno delle violenza su bambini e adolescenti ha perciò assunto connotazioni di una vera e propria “strage degli innocenti”, che interpella la responsabilità di chi può e deve operare perché tutto ciò finisca e la coscienza di tutti. I pediatri della Società Italiana di Pediatria invocano un intervento delle SS.VV. in tutte le sedi a difesa della vita e della salute dei bambini residenti nelle aree di guerra. Chiedono un intervento degli Stati europei e della Commissione della Comunità Europea affinché si rafforzi ogni sforzo diplomatico e ogni aiuto cooperativo volto a prevenire o alleviare violenze, sopraffazioni, segregazioni e molestie. Chiedono che la comunità internazionale isoli e condanni quelle nazioni o quelli fazioni che, in disprezzo ad ogni diritto umano, sfruttano o seviziano bambini e adolescenti, assumendo ogni iniziativa affinché sia impedito loro di continuare a violare le leggi internazionali e quelle della coscienza. I Pediatri riuniti in Assemblea approvano l’appello  alle Autorità e Istituzioni preposte.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

Società Italiana di Pediatria

11


Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

12

Una voce unitaria per l’Area Pediatrica

D

are una voce unitaria a tutti i soggetti che si muovono attorno al mondo del bambino e alla sua salute per potenziare l’interazione con le istituzioni e la rilevanza sociale e mediatica. Con questo obiettivo nasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED), costituita su iniziativa della Società Italiana di Pediatria (SIP), della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), della Associazione Culturale Pediatri (ACP), della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Alla Federazione, tenuta a battesimo al 71° Congresso Italiano di Pediatria, hanno aderito oltre 30 tra Società scientifiche, associazioni e organizzazioni dell’area pediatrica.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

“Crediamo che si debba operare insieme per garantire al bambino una assistenza e una legislazione che tengano conto dei suoi bisogni e dei suoi diritti”, ha affermato il Presidente SIP Giovanni Corsello, che guiderà la FIARPED. “D’altra parte se assistenza, formazione, promozione della salute e ricerca sono ormai sempre più interconnesse, un vero percorso di cambiamento non può realizzarsi senza una visione unitaria della Pediatria e di un soggetto unitario che la rappresenti”. I principali obiettivi della Federazione sono: tutelare il diritto del bambino alle cure specialistiche del pediatra sia in ospedale che nel territorio; promuovere l’assistenza integrata e multidisciplinare per tutti i soggetti in età evolutiva, in particolar modo quelli con malattie complesse, croniche e rare e affetti da malattie genetiche e a rischio psicosociale; favorire la prevenzione primaria delle malattie, a partire dall’epoca preconcezionale e prenatale e per tutta l’età evolutiva; promuovere e contribuire alla elaborazione di linee guida diagnostiche e assistenziali per malattie che interessano l’età evolutiva, e a progetti di formazione per pediatri e professionisti socio-sanitari. “Vogliamo lavorare per una sanità e una società a misura di bambino, che considerino la specificità delle cure pediatriche nel territorio e in ospedale, che includano le aree specialistiche affini, quali la neuropsichiatria infantile”, ha spiegato Corsello. “La salute mentale, il disagio psichico, le patologie del neurosviluppo sono realtà nuove a cui il sistema sanitario deve poter rispondere con una strategia di diagnosi precoce e tempestiva e di presa in carico globale”. Una sfida che accomuna tutte le organizzazioni che hanno come fulcro del loro interesse il bambino, dal concepimento al raggiungimento dell’età adulta, comprese le società scien-


tifiche delle varie specialità pediatriche e della Pediatria di famiglia. “Dobbiamo tutelare la Pediatria di famiglia e le specialità pediatriche, come aree formative e come aree assistenziali, perché molto di quell’avanzamento del livello di salute dei nostri bambini, che rappresenta oggi uno dei vanti maggiori della sanità del nostro Paese, è dovuto alla loro diffusione nel territorio e in ospedale”, prosegue il Presidente SIP. Oggi più che mai la Pediatria ha bisogno di fare network, di programmare, condividere e coordinare gli interventi necessari per la prevenzione, ma anche per l’assistenza e per i programmi formativi e di ricerca. Il network deve coinvolgere pediatri e operatori sanitari, famiglie, istituzioni e media, ciascuno con le proprie competenze e i propri ruoli. I bambini con malattie croniche e rare, in relazione alla complessità assistenziale e alla loro fragilità sono quelli che più di ogni altro hanno necessità di una gestione in rete di tutti gli interventi assistenziali. I temi delle vaccinazioni e dell’educazione alimentare sono esempi concreti e attuali della necessità di pianificare interventi multidisciplinari e multiprofessionali e includono anche una nuova modalità di comunicazione per modificare abitudini, false credenze e stili di vita. “Per farlo dobbiamo valorizzare ulteriormente il ruolo delle famiglie”, conclude Corsello. “Non si può fare prevenzione, non si può puntare su una effettiva integrazione tra ospedale e territorio senza un pieno coinvolgimento delle famiglie. Non si possono ottenere i risultati auspicati senza una valutazione dell’impatto dell’ambiente sulla salute del bambino e dell’adulto, a partire dall’inquinamento e dalle sostanze di abuso per finire con gli aspetti del cyberbullismo e dei disordini  correlati al web”. Leggi lo Statuto FIARPED sul sito SIP http://goo.gl/6ZTslz

Nella foto accanto, da sinistra: Giampiero Chiamenti, Presidente FIMP; Paolo Siani, Presidente ACP; Raffaele Falsaperla, Presidente SINP; Luigi Memo, Presidente SIMGePed; Marina Picca, Presidente SICUPP, Renato Cutrera, Presidente SIMrI; Antonella Costantino, Presidente SINPIA; Costantino Romagnoli, Presidente SIN; Giovanni Corsello, Presidente SIP; Giovanni Montini, Presidente SINePe; Carlo Catassi, Presidente SIGeNP.

Ecco chi ha aderito alla FIARPED Società italiana di Pediatria (SiP) PreSIdeNte

Giovanni Corsello

Società aFFiliate Società Italiana di Ematologie e Oncologia Pediatrica (AIeOP)

PreSIdeNte

Andrea Biondi

Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICUPP)

PreSIdeNte

Marina Picca

Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIedP)

PreSIdeNte

Mohamad Maghnie

Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGeNP)

PreSIdeNte

Carlo Catassi

Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA)

PreSIdeNte

Piernicola Garofalo

Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica (SIMeUP)

PreSIdeNte

Antonio Francesco Urbino

Società Italiana di Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità (SIMGePed)

PreSIdeNte

Luigi Memo

Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP)

PreSIdeNte

Irene Cetin

Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMrI)

PreSIdeNte

Renato Cutrera

Società Italiana di Neonatologia (SIN)

PreSIdeNte

Costantino Romagnoli

Società Italiana di Nefrologia Pediatrica (SINePe) PreSIdeNte

Giovanni Montini

Società Italiana di Neurologia Pediatrica (SINP)

Raffaele Falsaperla

PreSIdeNte

Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPe) PreSIdeNte

Enrica Riva

Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO)

PreSIdeNte

Giorgio Bracaglia

Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)

PreSIdeNte

Giuseppe Di Mauro

Società Italiana di Scienze infermieristiche Pediatriche (SISIP)

PreSIdeNte

Filippo Festini

Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SItIP) PreSIdeNte

Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

Nasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED)

Luisa Galli

aSSociaZioni e Società dell’area Pediatrica Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP)

PreSIdeNte

Giampietro Chiamenti

Associazione Culturale Pediatri (ACP)

PreSIdeNte

Paolo Siani

Società Italiana di Cardiologia Pediatrica (SICP)

PreSIdeNte

Marco Bonvicini

Società Italiana di Neuropsochiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA)

PreSIdeNte

Antonella Costantino

Confederazione Italiana Pediatri Italiani (CIPe)

PreSIdeNte

Francesco Azzaro

Società Italiana di Chirurgia Pediatrica (SICP)

PreSIdeNte

Alessandro Calisti

Osservatorio Nazionale Specializzandi in Pediatria (ONSP)

PreSIdeNte

Davide Vecchio

Associazione Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI)

PreSIdeNte

Paolo Petralia

PreSIdeNte Società Italiana Per lo Studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale (SIMMeSN)

Carlo Dionisi Vici

Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica (SItOP)

PreSIdeNte

Vincenzo Guzzanti

Società Italiana Ricerca Pediatria ONLUS (SIrP)

PreSIdeNte

Francesco Chiarelli

Società Italiana di Otorinolaringologia Pediatrica (SIOP)

PreSIdeNte

Giovanni Carlo De Vincentiis

Associazione Pediatri Ospedalieri Italiani (ASPOI)

PreSIdeNte

Domenico Minasi

Sindacato Medici Pediatrici di Famiglia (S.I.M.Pe.F)

SeGretArIO NAzIONALe

Rinaldo Missaglia

Associazione Nazionale per l’Assistenza del Bambino in Ospedale (A.N.A.B.O.)

PreSIdeNte

Giuseppe Claps

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

13


Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

14

Bimbi con malattie genetiche, una app aiuta i medici

I

bambini con malattie genetiche complesse vanno al Pronto Soccorso dieci volte più degli altri, fanno molto più frequentemente esami e vengono ricoverati più spesso, ma può succedere che i loro sintomi non vengano riconosciuti. “In aiuto di medici e pediatri arriva una app gratuita che, con un semplice tocco, permette di capire e valutare se la sintomatologia di presentazione potrebbe essere l’espressione di una di complicanza della malattia o, al contrario, sia da riferire ad un comune problema pediatrico”, spiega il Presidente della Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità Congenite (SIMGePeD), Luigi Memo. La app, “Urgenze GenMet” (per iPhone/iPad e Android) è stata messa a punto dalla SIMGePeD in collaborazione con la Società Italiana Malattie Metaboliche Ereditarie e Screening Neonatale (SIMMESN) ed è stata sostenuta da Orphan Europe Recordati Group. È rivolta al personale del Pronto Soccorso (medici e infermieri) ma anche ai pediatri di famiglia e ai medici di Medicina generale. In maniera rapida e semplice è possibile accedere alle informazioni basilari su un numero consistente di sindromi malformative complesse (certamente le meno rare) e su tutti i principali gruppi di malattie metaboliche ereditarie. L’unica premessa indispensabile per il suo utilizzo è la conoscenza di una diagnosi precedentemente definita e corretta.

Presentata al Congresso, la app è una “bussola” per ridurre il rischio di cure errate al Pronto Soccorso Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

“Supponiamo che un bambino di un anno con la sindrome di Williams arrivi in un pronto soccorso ed agli esami ematici risulti un valore degli enzimi muscolari francamente alterato”, spiega Angelo Selicorni, past president della SIMGePeD. “In un bambino di un anno un medico non penserebbe mai a un possibile infarto, mentre sapendo che il piccolo ha questa condizione e consultando la app può essere aiutato a considerare anche queste remota ipotesi e ad eseguire gli accertamenti necessari per escluderla o confermarla”. Anche se numericamente i bimbi con questo tipo di malattie sono pochi, l’alto numero di accessi al pronto soccorso fa sì che il problema sia rilevante. Per questo la app ha già avuto un feedback positivo in poche settimane di permanenza sullo store soprattutto dalle strutture pediatriche non specializzate, che possono quindi avere più necessità. “Gli esempi di sintomi che si possono interpretare male sono moltissimi”, spiega ancora Selicorni. “Nella malattia di Steinert, ad esempio, una complicanza severa è l’aritmia cardiaca; può accadere che un bambino arrivi al pronto soccorso perché ha perso conoscenza e il medico, ignorando questa informazione, lo rimandi a casa senza approfondire questo aspetto. La malattia di Crouzon invece ha tra le sue caratteristiche una prominenza degli occhi, che li rende molto più a rischio di ulcere corneali e cheratiti gravissime. Può succedere che un bambino arrivi in un pronto soccorso con gli occhi arrossati e il medico non pensi proprio alla possibilità di un’ulcera, mentre la app può dargli il suggerimento giusto una volta conosciuta la diagnosi della malattia. In sostanza questo supporto è molto utile perché un medico non specializzato in malattie genetiche può giustamente trovarsi in difficoltà, non per negligenza ma perché, oggettivamente, non può sapere tutti i dettagli di queste patologie complesse; dettagli che però in svariate situazioni possono fare la differenza”. La app “Urgenze GenMet” contiene una parte cospicua dedicata alle malattie metaboliche ereditarie. “Anche per queste patologie, di origine genetica come la maggior parte delle sindromi malformative, vale l’avvertenza che la app non è una guida alla diagnosi, ma uno strumento utile per informare il medico non specialista nel pronto soccorso su come interpretare, in situazioni di emergenza, i segni e sintomi di un paziente che ha già una diagnosi molto precisa di una malattia metabolica ereditaria”, conclude Generoso Andria, Ordinario di Pediatria  presso l’Università Federico II di Napoli.


In occasione del 71° Congresso Italiano di Pediatria la SIP ha presentato la “Piramide alimentare transculturale”, una iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere l’integrazione tra i popoli attraverso il cibo. L’intento è far incontrare i dettami e principi di salute della dieta mediterranea con i sapori delle altre popolazioni che vivono nel nostro Paese. Per questo motivo nella piramide alimentare mediterranea sono stati introdotti cibi provenienti da altre tradizioni culturali: cereali come il quinoa e il miglio, frutta e verdura come papaya, foglie di cassava, germogli di bamboo. Un gesto doveroso verso quei bambini che affrontano il dramma e i rischi delle traversate, a volte senza i loro familiari accanto e che hanno il diritto di ritrovare i loro gusti e i loro sapori nell’alimentazione in un contesto di equilibrio nutrizionale. L’Italia è ormai multiculturale. Nel nostro Paese vivono circa un milione di minori stranieri regolari, pari al 10% della popolazione minorile. I Paesi d’origine sono l’Europa centrorientale, l’Africa del nord, l’Asia (in particolare la Cina) e l’America Meridionale. Ciascun popolo porta con sé modelli nutrizionali e modalità di alimentazione differenti. Il pediatra deve conoscere queste tradizioni e tenerne conto affinché possa garantire il soddisfacimento dei bisogni nutrizionali del bambino, nel rispetto delle esigenze culturali e religiose dei popoli di appartenenza, evitando i rischi di squilibri nutrizionali.

A fronte di cambiamenti così radicali della nostra società il pediatra deve ricostruire il proprio bagaglio di conoscenze su un’alimentazione globalizzata e saper suggerire una strategia nutrizionale facilmente attuabile in ogni parte del mondo. Le indicazioni della Piramide alimentare transculturale rappresentano un importante tassello di questa nuova strategia nutrizionale e saranno diffuse non solo negli studi pediatrici, ma anche nelle scuole e nelle comunità che accolgono la popolazione pediatrica multiculturale della nostra società. Nelle due pagine successive abbiamo riprodotto l’immagine della Piramide da appendere negli studi e negli ambulatori pediatrici.

La Piramide alimentare transculturale (da staccare ed esporre)

u

Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

La Piramide aLimentare transcuLturaLe




t

La Piramide alimentare transculturale (da staccare ed esporre)


I

l 5 giugno 2015, a Roma, nel corso del 71° Congresso della Società Italiana di Pediatria ha avuto luogo una partecipata e interessante Tavola rotonda sulla Malattia di Kawasaki. La Società Italiana di Pediatria ha prodotto le prime linee guida Italiane sulla Malattia di Kawasaki pubblicate nel 2008 e ne ha promosso l’elaborazione della revisione entro il 2015. Alla Tavola rotonda hanno partecipato alcuni degli estensori della nuova versione delle linee guida alla presenza degli esperti italiani dei centri a cui afferiscono gran parte dei pazienti, nonché dell’Associazione dei pazienti affetti dalla Malattia di Kawasaki “Rari, ma speciali”. Nel corso della tavola Rotonda sono stati approfonditi alcuni dei temi che negli ultimi anni hanno maggiormente coinvolto la comunità scientifica internazionale, ma che sono anche molto sentiti da tutti i clinici che si occupano di questa malattia. È sicuramente aumentata la sensibilità e l’attenzione dei pediatri italiani verso la diagnosi della forma classica della malattia di Kawasaki in tutta l’età evolutiva, anche nei bambini di età inferiore a un anno e in quelli di età superiore a 8 anni, avvalendosi dei tradizionali criteri clinici (febbre per 5 giorni con almeno 4 manifestazioni tra: Alberto Villani congiuntivite non secretiva, adenomegalia laterocervicale monolaterale, mucosite, eruzione cutanea, interessamento delle estremità). Tuttavia vi sono ancora grandi difficoltà nel poter disporre di esami ecocardiografici specificamente rivolti allo studio delle coronarie in soggetti in età evolutiva, particolarmente nei pazienti molto Alessandra Marchesi piccoli (sotto i 2 anni), soprattutto nei centri meUOC Pediatria Generale e Malattie no specializzati. È stato affrontato e dibattuto il Infettive - Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” IrCCS, Roma tema delle forme incomplete (dove, oltre la febbre,

È sicuramente aumentata la sensibilità e l’attenzione dei pediatri italiani verso la malattia di Kawasaki, ma c’è ancora molto da fare Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

Malattia di Kawasaki, verso nuove linee guida

è possibile avvalersi per la diagnosi di meno di 4 manifestazioni tipiche) e delle forme atipiche (caratterizzate dalla presenza di segni e/o sintomi propri di altre patologie), ma ciò che più coinvolge la letteratura internazionale e i clinici di tutto il mondo è il tema dei soggetti che non rispondono alla terapia tradizionale (immunoglobuline endovena). Nel corso degli ultimi anni – è riportato anche in letteratura – si è assistito, in tutti i centri italiani, al progressivo aumento dei soggetti che, pur correttamente diagnosticati, non hanno poi risposto alla terapia tradizionale, richiedendo un impegno assistenziale e terapeutico significativo. La possibilità di poter identificare i soggetti che non risponderanno alla terapia, nonché la strutturazione del “miglior” approccio terapeutico da destinare a questi soggetti è uno degli aspetti che caratterizzeranno le nuove linee guida. Molto importante è anche il follow-up di questi pazienti, che deve essere sempre praticato con attenzione e qualificazione. Nel corso della tavola rotonda, nonché all’interno del gruppo di lavoro che sta elaborando la revisione delle linee guida, è emersa la prorompente necessità di disporre di un Registro Nazionale dei pazienti con Malattia di Kawasaki e a questo progetto la Società Italiana di Pediatria sta già  lavorando.

19


Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

20

U

n bambino su 200 in Italia nasce con una malattia genetica grave che richiede cure complesse per tutta la vita. Un percorso assistenziale che spesso diventa un calvario, tra diritti negati e disorganizzazione. Dei problemi di questi 50.000 bambini e adolescenti con esigenze speciali si è parlato nel corso di una Tavola Rotonda dedicata alla disabilità in occasione del 71° Congresso Italiano di Pediatria, da cui è emersa anche la proposta per una “Carta dei diritti del bambino con disabilità in ospedale”. “Sono migliaia le malattie genetiche rare, ognuna caratterizzata da sintomi e peculiarità diverse, con, però, delle caratteristiche in comune”, ha spiegato Luigi Memo, Presidente della Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità Congenite (SIMGePeD). “Tali caratteristiche sono, oltre alla rarità, un difficile percorso diagnostico, la cronicità, la comorbilità, l’assenza spesso di un trattamento efficace e la necessità di assistenza specialistica e multidisciplinare. La Sanità pubblica, come risposta istituzionale alle problematiche correlate a queste condizioni cliniche, ha emanato una serie di decreti allo scopo di ottimizzare il funzionamento delle reti regionali e salvaguardare il principio di equità dell’assistenza a tutti i cittadini. “La realizzazione concreta di questo disegno, in una realtà fortemente colpita dalla crisi economica, ha generato disuguaglianze e sperpero di risorse”, ha spiegato ancora Memo. “Ogni Regione ha applicato autonomamente il Decreto Ministeriale sulle malattie rare, senza alcun coordinamento, né integrazione interregionale. Ogni Regione ha provveduto a stilare i propri Piani Diagnostico-Terapeutici per le varie malattie, con il risultato che lo stesso paziente viene curato in modo differente a seconda della Regione di residenza e ha diritto di ricevere gratuitamente lo stesso farmaco che nella Regione confinante viene erogato a carico del paziente”. La SIMG ePeD e la Società Italiana di Pediatria, insieme alla Società Italiana di Neonatologia ed alla Società Italiana per lo Studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale (SIMMESN), hanno elaborato un documento congiunto in cui si propone tra l’altro la costituzione di una Commissione Nazionale Malattie Rare con il compito di coordinare la produzione dei Piani Diagnostico-Terapeutici e garantire identici LEA per ogni cittadino italiano, razionalizzare il numero dei Centri di Riferimento in funzione delle

Malattie genetiche:

assistenza a macchia di leopardo reali competenze scientifico-assistenziali, della distribuzione territoriale e della numerosità delle persone affette. Due aspetti fondamentali da sostenere, ha proseguito Memo, sono formazione e ricerca. “Dobbiamo far sì che i pediatri siano sempre più in grado di riconoscere precocemente queste patologie e che venga promossa la ricerca multidisciplinare, con aggregazioni nazionali e sovranazionali. In questo contesto, consideriamo un risultato importante che il nuovo decreto sulle Scuole di Specializzazione mantenga la

Forti differenze tra Regioni, al via il progetto per la “Carta dei diritti del bambino con disabilità in ospedale” Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015


1 su 200

Bambini italiani nati con una malattia genetica grave

Fino a 5 anni Attesa per la presa in carico territoriale

senza disabilità. Gestire in un reparto un bambino con autismo può risultare molto difficile, se non si è preparati, così come l’attesa in Pronto Soccorso può causare grave disagio per lui, per i familiari e per gli altri utenti. Proprio per questo motivo nell’ospedale di Pordenone è stato inaugurato al pronto soccorso un percorso per bambini e adulti con autismo”. Per tutelare i bambini disabili in ospedale l’associazione, che ha già redatto la carta della persona con disabilità in ospedale, ne propone una versione per i bambini in dieci articoli. “Vogliamo condividere questo lavoro con la Società Italiana di Pediatria, con le associazioni e con quanti possono dare contributi per condivisione”, ha spiegato Panocchia. “Nel progetto della carta un ruolo fondamentale viene riservato ai genitori, non solo perché anche loro vanno sostenuti e assistiti, ma perché sono dei veri esperti delle malattie dei propri figli, da coinvolgere in tutti gli aspetti  dell’assistenza”.

Organizzazione cure primarie, il ruolo di infermieri e segretari Nel corso del 71° Congresso SIP si è parlato di organizzazione delle cure primarie pediatriche e di come rendere più efficace la collaborazione con il personale infermieristico e di segreteria. Si è parlato di formazione continua, di quali mansioni è possibile delegare a infermiera e Luigi Greco segretaria e di come farlo. Si sono, inoltre, fornite indicazioni pratiche su come affrontare il Vicepresidente SIP turnover del personale senza penalizzare la qualità dell’assistenza. Sono stati illustrati gli aspetti del corso di laurea in Infermieristica pediatrica più utili nell’attività assistenziale delle cure primarie e sono stai forniti gli elementi essenziali di gestione manageriale necessari per la selezione, la motivazione e la corretta utilizzazione del personale. Alla vigilia di importanti novità nell’ambito delle cure primarie pediatriche e per far fronte alla sempre maggiore domanda di salute della popolazione nonostante una sensibile riduzione degli specialisti in Pediatria, è stata opinione condivisa dei presenti che ogni riorganizzazione dovrà partire dalla integrazione di equipe medico-infermieristiche (cioè pediatra di famiglia + infermiera pediatrica), sostenute da personale amministrativo. La riorganizzazione delle cure primarie, quindi, dovrà voler dire integrazione (tra pediatri di famiglia e altre figure professionali dell’area pediatrica, tra cure primarie e ospedaliere, tra ricerca e assistenza) e condivisione (di obiettivi, di strutture, di protocolli e procedure). Per consentire di affrontare al meglio le sfide organizzative future, i contenuti delle relazioni, opportunamente integrati, saranno a disposizione dei pediatri Italiani attraverso un corso FAd che sarà fruibile, al più tardi, da gennaio 2016.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

durata della Scuola di Specializzazione in Pediatria a cinque anni e che preveda, fra gli indirizzi del biennio finale, quello in Genetica Clinica”. “Accanto ai problemi legati all’assistenza”, ha affermato Giampiero Griffo, rappresentante italiano nel Board dell’ European Disability Forum, “ci sono quelli culturali che investono il bambino disabile. Le criticità maggiori sono l’accesso a una diagnosi precoce, che non sempre si riesce a fare, l’attesa fino ai 5 anni per la presa in carico territoriale, perché spesso le famiglie cercano la cura con ‘pellegrinaggi della speranza’ lontano da casa, e le carenze del servizio sanitario. Quello però che mi sembra più problematico è l’educazione e l’informazione alle famiglie: il pediatra può giocare un ruolo positivo perché il bambino con disabilità mantenga le relazioni coi suoi pari, sviluppi competenze sociali e relazionali, partecipi alla vita della comunità”. Bambini e adolescenti con disabilità, ha sottolineato Nicola Panocchia della cooperativa sociale Spes contra Spem, non hanno diritti speciali, hanno gli stessi diritti degli altri bambini ma hanno bisogno di strumenti speciali per poterne usufruire. “Si pensi alle disabilità sensoriali e intellettive: un bambino ipovedente o un bambino con autismo hanno esigenze differenti da un loro coetaneo

21


Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

22

Non solo vite salvate: dai vaccini un “tesoretto” per il SSN

O

ltre ad essere un vero e proprio tesoro in grado di evitare gravi malattie, handicap e morti sia in bambini che in adulti, i vaccini rappresentano anche un “tesoretto” da centinaia di milioni, se non miliardi, di euro in termini di costi risparmiati ogni anno dal SSN e dalla società in generale. I benefici economici delle vaccinazioni e – altra faccia della medaglia – i costi spesso ingenti delle epidemie di malattie prevenibili sono stati al centro di una delle sessioni del 71° Congresso Italiano di Pediatria a Roma. “Quando si parla dei presunti rischi delle vaccinazioni, oggi smentiti da tutti gli studi e dalle ricerche scientifiche svolte in varie aree del mondo, si dimentica che le vaccinazioni sono l’unico strumento per impedire la diffusione di malattie infettive gravi e a volte mortali che spesso non possiamo combattere con altri strumenti efficaci. Malattie che hanno un alto costo sia sociale che economico”, ha dichiarato Giovanni Corsello, Presidente SIP. Il primo a introdurre l’argomento è stato Louis Bell, capo della divisione di Pediatria del Children’s Hospital di Philadelphia, istituzione ospite del Congresso. “I benefici dei vaccini negli Usa tra il 1994 e il 2013 sono stati calcolati in 322 milioni di casi prevenuti, 21 milioni di ricoveri evitati e 732mila morti risparmiate”, ha affermato. “In termini economici i vaccini hanno permesso di risparmiare 295 miliardi di dollari di costi diretti e 1,38 trilioni di dollari di costi indiretti”. Altrettanto precisi sono i calcoli dei costi del non vaccinare negli Usa, calcolati in uno studio che

Al 71° Congresso Italiano di Pediatria esperti italiani e stranieri hanno fatto il punto sui benefici economici delle vaccinazioni e sui costi della falsa informazione Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

ha come prima firma Charlotte Moser, sempre del Children’s Hospital. I 107 casi di morbillo del 2011 ad esempio hanno avuto costi indiretti stimati tra i 2,8 e i 5,5 milioni di dollari. Un’epidemia di meningococco oltreoceano può invece costare invece tra 320 e 620mila dollari a seconda delle dimensioni. Per quanto riguarda l’Italia, pur mancando cifre totali sui vantaggi dei vaccini, ci sono diverse ricerche significative. Secondo i calcoli di Alberto Villani, vicepresidente SIP, ad esempio, i circa 150 casi di meningite da meningococco prevenibili in Italia (di cui il 10% mortale) costano al SSN tra i 17 e i 21 milioni di euro, mentre per quel 10-20% di casi gravi la cifra sale e arriva tra i 18 e i 47 milioni di euro. Trasponendo i dati ottenuti in altre nazioni (Spagna, Canada, Australia) è possibile calcolare, come mostrato da Alberto Villani in alcune sue relazioni a Congressi, i costi derivanti dai ricoveri in urgenza nei casi di meningite da meningococco B che solo nella fase acuta, in Italia, possono arrivare a una cifra compresa tra 15 e i 20 milioni di euro circa l’anno. “I vantaggi economici dei vaccini sono fuori discussione”, ha sottolineato Paolo Bonanni, Ordinario di Igiene all’Università degli Studi di Firenze. “Noi ad esempio abbiamo calcolato che solo per il vaccino monovalente per la varicella ogni euro investito ne fa risparmiare più di tre in termini di costi per la società, che comprendono sia i costi diretti sanitari, sia i cosiddetti costi indiretti (giornate di lavoro perse dai genitori per assistere i figli, per esempio)”. In Italia, ha sottoline-


Determina disomogeneità territoriali e iniquità: è allarme Come altri settori della Sanità, anche quello dei vaccini sconta delle differenze regionali inaccettabili. “Molti aspetti ci preoccupano”, ha affermato Alberto G. Ugazio, Direttore del Dipartimento Medicina Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Il calo delle coperture vaccinali è la diretta conseguenza del crescente scetticismo verso la scienza e la ragione, del dilagare di teorie complottistiche. Questo però è un problema universale e difficile da risolvere in ambito nazionale. In Italia abbiamo anche un altro problema, quello del federalismo vaccinale, che determina disomogeneità territoriali e iniquità. Ad esempio gli ultimi dati relativi alla vaccinazione dell’MPr (morbillo, parotite, rosolia) mostrano che in quasi tutte le Regioni del Sud (con l’eccezione della Puglia e della Basilicata) i tassi di copertura vaccinale sono ben al di sotto del 90%, mentre al Nord sono mediamente al di sopra (con l’eccezione di Trentino e Val d’Aosta). Per non parlare di vaccini che in alcune regioni sono offerti gratuitamente e in altre Regioni sono a carico dei cittadini”. “Queste disparità, che colpiscono il diritto dei bambini a essere protetti da malattie infettive, sono contrarie del dettato costituzionale. Noi riteniamo che il federalismo vaccinale debba finire e si debba arrivare a un calendario vaccinale unico e a un’offerta vaccinale omogenea su tutto il territorio nazionale”, ha concluso il Presidente SIP Giovanni Corsello.

ato l’esperto, solo poco più della metà delle Regioni offre il vaccino per la varicella gratuitamente. “Non ha senso lasciare una parte della popolazione pediatrica coperta e l’altra no”, ha aggiunto Bonanni, “anche perché questo genera dei problemi come lo spostamento dei contagi verso l’adolescenza. Un altro degli argomenti in discussione è se usare il vaccino combinato quadrivalente, morbillo, rosolia, parotite, varicella, o il trivalente MPR somministrato simultaneamente – ma in un altro arto – al vaccino monovalente per la varicella. Il mio parere è che sia migliore la prima ipotesi, perché è dimostrato che con le due somministrazioni separate la copertura diminuisce, inoltre gli effetti collaterali sul lungo termine sono gli stessi”. Anche per l’influenza, che quest’anno ha ‘scontato’ anche per i bambini l’effetto negativo del ritiro di alcuni lotti di vaccini destinati agli anziani, ormai ci sono diverse evidenze su quanto si risparmierebbe con una immunizzazione più estesa. “L’effetto Fluad è stato pesantissimo, nonostante il vaccino sia utilizzato soltanto negli anziani e non sia tra quelli che possono essere somministrati nei bambini e negli adolescenti”, ha spiegato Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione Ca’ Granda di Milano. “Il calo della vaccinazione tra i bambini con malattie croniche, per i quali in Italia e in tutto il resto del mondo la vaccinazione è raccomandata, è stato paragonabile a quello avuto negli anziani, circa il 30%. Questo ovviamente si è riflettuto sul numero di casi gravi e ricoveri per complicanze legate all’influenza negli ospedali”. Tutto il mondo, ha sottolineato la Esposito, sta andando verso la copertura vaccinale per l’influenza anche nei bambini sani: “Negli Usa già da otto anni a partire dai sei mesi di vita vaccinano tutti, in Finlandia immunizzano dai sei mesi ai tre anni e in Gran Bretagna dalla scorsa stagione si vaccinano tutti i bambini, anche quelli sani, dai 4 ai 10 anni di età. Quest’ultimo è un ragionamento che vedrei bene anche da noi: un bambino di sei mesi se non va al nido trae minori vantaggi dal vaccino, idem uno di tre anni, ma se frequenta l’asilo allora la vaccinazione permette di ridurre le complicanze mediche e i costi sociali legati  all’influenza”.

Primo piano / 71° Congresso Italiano di Pediatria

I pediatri: stop al federalismo vaccinale

{^ ^ Standaert B, Van de Mieroop E, Nelen V. Exploring the potential impact of rotavirus vaccination on work absenteeism among female administrative personnel of the City of Antwerp through a retrospective database analysis. BMJ Open 2015;5(6):e007453 doi: 10.1136/ bmjopen-2014-007453 {^ ^ Damm O, Ultsch B, Horn J, Mikolajczyk RT, Greiner W, Wichmann O. Systematic review of models assessing the economic value of routine varicella and herpes zoster vaccination in high-income countries. BMC Public Health. 2015;15:533 doi: 10.1186/s12889-015-1861-8.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

23


Pianeta SIP / 71° Congresso Italiano di Pediatria

Vaccinazione antipneumococcica, la posizione del Board del Calendario per la Vita

I

l Board del Calendario della Vita ha preso in esame negli ultimi mesi la letteratura scientifica e i dati presentati in due “web conference” dalle aziende produttrici dei vaccini pneumococcici coniugati per l’infanzia a 10 valenze (PCV10) e a 13 valenze (PCV13). Successivamente, alle aziende sono stati posti quesiti che sono stati oggetto di specifici approfondimenti. L’ampio ed articolato dibattito che si è in seguito sviluppato ha portato alle seguenti considerazioni in merito alle strategie vaccinali contro lo pneumococco per l’infanzia, che sono unanimemente condivise dalle Società rappresentate nel Calendario per la Vita (Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, SItI; Società Italiana di Pediatria, SIP; Federazione Italiana Medici Pediatri, FIMP; Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, FIMMG): 1. Le malattie pneumococciche rappresentano con ogni probabilità le patologie più multiformi e complesse tra quelle prevenibili mediante vaccinazione. Per tale motivazione, il formarsi di certezze riguardo alle potenzialità preventive dei diversi vaccini che si sono resi via via disponibili è processo lungo e difficoltoso, reso possibile solo con il progressivo accumulo di informazioni e studi. 2. La scelta di indicare il PCV13 quale unica possibilità per le strategie di immunizzazione infantile è stata storicamente motivata sia dall’iniziale mancanza della schedula 2+1 tra le indicazioni in scheda tecnica per il PCV10, sia dall’opportunità di garantire la massima protezione possibile alla popolazione pediatrica. 3. Vi sono numerose esperienze riguardo all’efficacia sul campo di PCV13, che è stato generalmente

SItI, SIP, FIMP e FIMMG

ribadiscono le raccomandazioni 2014

24

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

applicato in Paesi nei quali era stato precedentemente utilizzato il vaccino 7-valente (PCV7). Il vaccino PCV13 si è dimostrato in grado di ridurre rapidamente il carico di malattia da sierotipi emergenti, incluso il tipo 19A, divenuto tra i più rilevanti anche nella nostra situazione epidemiologica. 4. I dati progressivamente accumulati a seguito dell’utilizzo di PCV10 in diversi Paesi del mondo costituiscono un importante progresso delle conoscenze scientifiche e delle informazioni sull’impatto di sanità pubblica di tale vaccino. Indubbiamente, là dove utilizzato su larga scala, PCV10 ha dimostrato di essere in grado di ridurre in modo significativo le forme di malattia invasiva, di polmonite e di otite legate ai sierotipi contenuti nel vaccino. 5. I dati di protezione crociata disponibili per PCV10 nei confronti dei sierotipi 19A e 6A sono interessanti e la loro conferma in diversi contesti e su esperienze numericamente più ampie deve essere attentamente monitorata. Tuttavia, i dati di sorveglianza epidemiologica nelle nazioni che utilizzano PCV10, PCV13 o i due vaccini in diverse regioni del paese non appaiono univoci, lasciando attualmente margini di incertezza sulle implicazioni del fenomeno della cross-protezione in termini di impatto di sanità pubblica, né sono disponibili informazioni consolidate sulla durata di tale effetto. Peraltro, l’effetto di cross-protezione verso altri sierotipi non è presente nella scheda tecnica di PCV10. 6. Mentre sono note situazioni in cui Paesi che utilizzavano precedentemente PCV10 sono passati a PCV13, non risulta che alcun Paese ad oggi sia passato da PCV13 a PCV10, rendendo perciò non valutabili le conseguenze di sanità pubblica di tale decisione. Peraltro, non vanno trascurate le possibili problematiche di carattere medico legale che potrebbero conseguire al verificarsi di casi da sierotipi presenti nel PCV13 e non presenti nel PCV10 nell’eventualità di passaggio da utilizzo di PCV13 a utilizzo di PCV10 nei programmi di vaccinazione dell’infanzia. Per le motivazioni sopra esposte, il Board ritiene che le proprie raccomandazioni riguardo alla vaccinazione anti-pneumococcica dell’infanzia indicate nel Calendario per la Vita 2014 rimangano tuttora valide. Ribadisce anche la propria costante primaria attenzione a tutte le novità scientifiche e ai dati di sorveglianza sulla malattie prevenibili con vaccinazione. Il Calendario per la Vita verrà aggiornato sulla base di eventuali nuove evidenze scientifiche.  Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) Società Italiana di Pediatria (SIP) Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG)


Luigi Cataldi Gruppo di Studio SIP Storia della Pediatria

A sinistra: “Povera madre” di Gerolamo Induno. Sotto: “Il morticino” di Pellizza da Volpedo.

C

ome noto, le condizioni di grande povertà, la scarsa e inadeguata assistenza ostetrica, le insufficienti alternative al latte umano troppo spesso fonte di rischi, le malattie infettive in era prevaccinale e preantibiotica, le condizioni igieniche scarse ed approssimative hanno fatto sì che nel 1863-1865 la mortalità infantile fosse ancora di circa il 23% e nel periodo 1896-1900, ben dopo l’Unità d’Italia, del 16,8%. Il problema era sentito. Lo dimostrano la consolidata abitudine del “battesimum quam primum” (Concilio di Trento), la tradizione popolare di rituali per far sopravvivere i bambini morti subito dopo la nascita (o durante il parto) dei Santuari a Repit, vicino ai corsi d’acqua, di cui sopravvivono ancora retaggi nel nord Italia, e rituali simili in Sardegna nominati diversamente, ma anche numerose testimonianze iconografiche. Anche le rappresentazioni artistiche “colte” danno testimonianza di tutto ciò. Abbiamo preso in considerazione: “Povera madre” di Gerolamo Induno (1827-1890), “Il morticino” di Pellizza da Volpedo (1867-1907), “Il morticino” di Giuseppe Mentessi (1857-31), oltre alle numerose immagini tratte da “La farfalla milanese” del 1897, con illustrazioni tra gli altri di Alessandro Milesi e Francesco Ghittoni. Da queste immagini appare evidente che la perdita di un figlio, di un neonato o di un bambino, era una condizione molto comune. È agghiacciante il dipinto di Induno, in cui la madre già col seno scoperto, pronta per allattare, solleva il lenzuolo, mettendo a nudo il corpo esanime del bimbo. Si vedono spesso rappresentati il pallore dei bimbi, evidenti segni di rachitismo e di emaciazione, la povertà degli interni e delle suppellettili, a volte la presenza persino dell’angelo della Morte accanto al letto sul quale spesso si butta la madre disperata. E le scene dei funerali, oltre quelle dei battesimi in chiesa (con molti bambini perché le famiglie erano più numerose) e molti animali spesso nelle camere da letto o nella stalla al piano terra.

La mortalità infantile

Pianeta SIP / 71° Congresso Italiano di Pediatria

M.Giuseppina Gregorio

Ne “Il medico di campagna” del Ghittoni, i neonati sono tenuti nella stanza in cui le madri lavorano, l’ambiente è fumoso o carico di vapore e non si capisce bene di quali altre sostanze. Sappiamo anche che i medici condotti non erano obbligati sino ai primi decenni del ’900 a fare pratica con i bambini, per cui non esisteva una cultura di Medicina pediatrica, e ai piccoli venivano somministrati purganti e vermifughi anche violenti o effettuate pratiche rituali come la circoncisione, la recisione del frenulo linguale, il buco alle orecchie, e così via, in un sincretismo religioso, magico e profano duro a morire. I bimbi e le donne erano negli strati poveri considerati bocche in più da sfamare per cui la dieta già carente, per loro lo era molto di più: gli uomini mangiavano per primi. La progressiva anche se lenta diminuzione della mortalità infantile fu dovuta al graduale miglioramento del tenore di vita nelle classi popolari (verificatosi verso la fine dell’800) e ai progressi della scienza e della tecnologia. Tra le più importanti, descritta dalla “Illustrazione Popolare” del 1886 la scoperta  dell’incubatrice per i nati pretermine.

nella pittura italiana

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

25


Regioni

Piemonte e Valle d’Aosta

Latte umano donato, una convenzione innovativa

P

Enrico Bertino Consigliere AIBLUD (Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato)

26

er molti neonati prematuri ricoverati in Terapia Intensiva il latte materno, prezioso per la loro salute a breve e lungo termine, può non essere disponibile, almeno nel primo periodo dopo il parto. In questi casi il latte umano donato, come anche da raccomandazioni dell’OMS e dell’American Academy of Pediatrics, rappresenta la migliore alternativa, tanto che si può definire un “farmaco salvavita” per questi bambini. In Piemonte, nonostante il latte generosamente fornito dalle numerose donatrici, la Banca del Latte Umano Donato della Città della Salute e della Scienza di Torino si è trovata frequentemente in difficoltà nella fornitura di quantità di latte sufficienti a far fronte a tutte le richieste, in primis a quelle per i piccoli prematuri delle Terapie Intensive Neonatali dell’Azienda, dove nasce la grande maggioranza dei gravi prematuri della Regione. Da qui l’idea del progetto nato per iniziativa dei medici della Neonatologia dell’Università di Torino diretta dal sottoscritto, di quella dell’Ospedale Beauregard di Aosta diretta da Cesare Arioni e di alcuni genitori. Considerata l’esiguità del numero di neonati molto immaturi presso l’Ospedale di Aosta, non era economicamente sostenibile la creazione di una Banca del Latte in sede: era invece realizzabile un’operatività solidale tra le due Aziende Sanitarie. Il progetto, primo in Italia, si è realizzato con la firma di una convenzione tra la Città della Salute e della Scienza di Torino e l’Azienda USL Valle d’Aosta. Il testo della Convenzione è disponibile sul sito della Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (http://aiblud.org). La Neonatologia dell’Ospedale di Aosta si occuperà della

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

Alleanza tra Piemonte e Valle d’Aosta per garantire il latte materno ai neonati prematuri delle due Regioni

raccolta del latte offerto dalle mamme donatrici, della sua conservazione temporanea e del successivo trasporto alla banca del latte donato di Torino, il tutto nel più rigoroso rispetto dei principi di sicurezza e di qualità definiti nelle recenti “Linee di Indirizzo Nazionale per l’organizzazione e la gestione delle Banche del Latte Umano Donato nell’ambito della protezione, promozione e sostegno dell’ allattamento al seno” del Ministero della Salute. La banca del latte di Torino si occuperà del trattamento del latte, come prescritto dalle Linee di Indirizzo. Quello necessario ritornerà ai bambini prematuri valdostani, mentre la quantità in eccesso rispetto alle richieste del reparto di Patologia Neonatale dell’Ospedale di Aosta resterà a disposizione dei prematuri delle TIN torinesi, in una generosa alleanza nella promozione, protezione e sostegno dell’allattamento materno che potrà essere un modello da attuare anche in altre Regioni italiane, nell’ottica di un’economia di scala e di  un uso ottimale delle risorse.


Le indicazioni dell’OMS specificano che gli adulti dovrebbero consumare non oltre 2000 mg di sodio, pari a 5 g di sale al giorno, e che entro il 2025 in Europa il sale quotidianamente consumato va ridotto del 30%. In Italia il consumo medio di sale è 10,8 g tra gli uomini e di 8,4 g tra le donne.

La semeiotica “digitale” in casi clinici interattivi ma non solo...

Sessione “Multimediale” ONSP

in via di sviluppo l’accesso ai servizi sanitari pediatrici di base e non, la seconda parte della sessione è stata ideata e dedicata a progetti di cooperazione internazionale attivi nelle Scuole di specializzazione in Pediatria. In particolare, è stato illustrato quanto si realizza quotidianamente ad Itigi (Tanzania), nel cui ospedale pediatrico operano volontari della Clinica Pediatrica dell’Università “Sapienza” e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. La Prof.ssa Marzia Duse ed il Prof. Renato Cutrera ne hanno introdotto le attività e la nuova convenzione mentre tutto l’uditorio, grazie all’esposizione

Comunicazioni orali premiate Specializzando

Scuola di specializzazione

Caso clinico

Domenico Martinelli

Bari

A possible rare case of genetic ryr1-related myophathies

Sabrina D’arpa

Palermo

Un raro caso familiare di immaturità neuronale intestinale

Francesco Corazza

Padova

Dall’encefalite erpetica all’encefalite da anticorpi anti-nmdar: evoluzione al video ed approccio terapeutico

del Dott. Andrea Pietravalle, ha potuto toccare con mano l’intensa opera di uno specializzando che ha potuto così comunicarne ai suoi colleghi le tensioni, le emozioni, le preoccupazioni ma anche le grandi soddisfazioni umane e professionali che possiede questa esperienza nella formazione di coloro che saranno i pediatri di domani! Ed è con questo spirito che l’ONSP ha voluto raccogliere nella guida “Pediatria e Paesi in via di sviluppo” tutti i progetti di cooperazione attivi nelle Scuole di specialità Italiane, unitamente ai risultati di una survey nazionale dedicata, che sono stati presentati nel corso dell’XI Convegno Nazionale ONSP e che durante la sessione sono stati nuovamente illustrati da Daniele Roncanti. In particolare la guida si propone quale valido strumento divulgativo per tutte le Scuole e gli specializzandi che vogliano approcciare ed intraprendere un’insostituibile momento formativo umano e professionale ed è liberamente scaricabile sul sito ONSP (www. onsp.it). Infine, dopo la premiazione delle 3 migliori comunicazioni orali, i cui contributi verranno pubblicati in questa rubrica nei prossimi mesi, è stato il momento dell’arrivederci alla prossima edizione ed agli OSNPdays2015 che si terranno a Padova dall’1 al 3 ottobre 2015 certi, come sempre, di ritrovarci numerosi anche a questo immancabile appun tamento!

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

a cura di Liviana Da Dalt, Davide Vecchio

Se si volesse riassumere l’appuntamento degli Specializzandi al 71° Congresso Italiano di Pediatria di Roma, potremmo sintetizzare l’ultima sessione nelle parole: formazione, assistenza, ricerca ed etica. Questi, infatti, costituiscono i cardini su cui ONSP e SIP collaborano ed investono per garantire una formazione specialistica sempre al passo coi tempi e conforme ai più elevati standard. E così, anche in questa edizione, gli specializzandi si sono messi all’opera per vivere ancora una volta – da protagonisti – un’esperienza di scambio di conoscenze e competenze, indipendentemente dalla sede di provenienza ed alla pari con i loro colleghi e con i tutor che ne hanno condotto i lavori. La sessione si è quindi incentrata nella prima parte sulla “semeiotica digitale” di numerosi casi clinici, la cui esposizione si è avvalsa del metodo del problem solving ma soprattutto dell’ausilio di numerosi supporti multimediali esplicativi del caso presentato. Il vivace dibattito che è scaturito da ogni contributo ha permesso, grazie alla moderazione dei proff. Fabio Mosca e Paola Giordano, di riassumere e tradurre le evidenze delle ultime ricerche scientifiche internazionali dedicate in elementi concreti di best practice per la pratica assistenziale quotidiana. Convinti – oggi più che mai – che formazione significhi anche portare l’entusiasmo, le energie e le competenze degli specializzandi in Pediatria nelle aree più isolate e marginali del mondo, al fine di garantire il più possibile anche nei Paesi

Pediatri inFormazione

Troppo sale!

27


La clinica

Intervista ad Andrea Bartuli

Screening dell’ipercolesterolemia familiare, quale il ruolo del pediatra?

L

’ipercolesterolemia familiare (IF) è una dislipidemia ereditaria caratterizzata da un aumento isolato e permanente dei livelli di lipoproteina a bassa densità (LDL). Si tratta di una patologia sottovalutata, che spesso non viene diagnosticata tanto tempestivamente quanto si dovrebbe. Cosa fare per migliorare questa situazione? In occasione del 71° Congresso Italiano di Pediatria svoltosi a Roma dal 4 al 6 giugno 2015 abbiamo posto questa domanda ad Andrea Bartuli, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Rare dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

28

Quando si parla di ipercolesterolemia familiare (IF) cosa si intende? Parliamo di una malattia genetica estremamente diffusa – perché colpisce circa 1 persona ogni 380 – che determina un aumento del colesterolo LDL nel sangue e il suo deposito nel corso del tempo all’interno delle arterie, con comparsa di malattia cardiovascolare già a partire dai trent’anni.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

Qual è l’impatto dell’IF oggi? Si tratta di una patologia sottovalutata? La IF ha un impatto estremamente importante nell’età adulta perché causa circa il 60% delle malattie cardiovascolari nell’adulto, con effetti gravissimi anche dal punto di vista sociale e dei costi. Cosa fare? Implementare programmi di screening che permettano di individuare i bambini affetti prima che si sviluppi il danno cardiovascolare. Riuscire a fare uno screening di questi pazienti vuol dire trattarli, riducendone il rischio cardiovascolare ai livelli dei soggetti non affetti da IF.

Cosa dovrebbe fare il pediatra di famiglia per effettuare un corretto screening per l’IF e confermare o escluderne la diagnosi? La malattia essendo genetica si può sospettare in tutte quelle famiglie in cui ci sono adulti che hanno subito infarti in età precoce, prima dei 60 anni per capirci. Già questo dovrebbe indurre il pediatra, fatta un’accurata anamnesi, a far fare al bambino un dosaggio ematico del colesterolo: questo però dopo i 2 anni di vita perché prima i valori non sarebbero attendibili. Contemporaneamente ci sono tanti bambini adottati o la cui anamnesi familiare è sconosciuta o sottaciuta dai genitori, quindi sarebbe comunque importante prescrivere un dosaggio del colesterolo tra i 2 e gli 8 anni

a tutti i bambini che fanno un prelievo. Dopo gli 8 anni di vita infatti il danno già comincia a manifestarsi a livello vascolare.

Una volta diagnosticata l’IF quali sono i passi successivi per il pediatra oltre alla decisione terapeutica per il bambino? Uno screening “a cascata” dei familiari è utile? Una volta diagnosticata l’IF nel bambino, trattandosi di una malattia genetica, è importante risalire a tutti quanti i parenti di primo e secondo grado per individuare tutti i soggetti affetti. Bisogna poi iniziare il trattamento, che si basa prima degli 8 anni su uno stile di vita adeguato. Il colesterolo LDL che noi produciamo è legato alla dieta solo per il 20%, il resto è di produzione endogena: quindi la sola dieta non basta, però già iniziare in questo modo nel bambino con IF di età precedente a quella in cui si può partire con il trattamento farmacologico è importante. Dopo gli 8 anni, nei bambini che con la sola terapia comportamentale non riescono a raggiungere un livello di colesterolo LDL inferiore a 130 occorre iniziare la terapia farmacologica, l’unica strategia terapeutica che garantisce ai pazienti un’aspettativa di vita e un rischio cardiovascolare sovrapponibili a quelli della popolazione sana. Si tratta di un problema di portata sociale enorme, tant’è che


Una patologia sottovalutata, che spesso non viene diagnosticata tempestivamente

C C C M M M Y Y Y CM CM CM MY MY

La clinica

21x59_Hyperchol-PED-Traccia.ai 1 27/05/2015 17.25.58

numerosi Paesi europei hanno avviato un programma di screening che parte, a seconda dei Paesi, dall’individuazione di un parente affetto o di un bambino con ipercolesterolemia o addirittura – come è avvenuto nei Paesi Bassi – dallo screening a tappeto di tutta la popolazione pediatrica. I dati emersi hanno fatto capire come la IF sia molto più frequente di quanto non si pensasse, perché anni fa si riteneva colpisse 1 persona ogni 500 e oggi si è scesi a 1 ogni 200, 250.

MY CY CY CY CMY CMY CMY K K K

Come sensibilizzare i pediatri sul tema della diagnosi tempestiva dell’IF? Il ruolo del pediatra come sempre è fondamentale nella salute del bambino, non solo di fronte a una patologia acuta ma nella prevenzione delle malattie. Questo di cui ci stiamo occupando è un tipico esempio di campo d’intervento del pediatra: uno stile di vita corretto combatte l’obesità, ma riuscire a individuare i bambini con IF fa di più, permette di garantir loro la salute in età adulta e in età avanzata. Quindi il messaggio per i pediatri è: un’anamnesi familiare accurata dei nostri pazienti è fondamentale, dopodiché è essenziale ricordarsi sempre di aggiungere un dosaggio del colesterolo – che costa 60 centesimi – ogni volta che un bambino deve fare un prelievo ematico. 

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

29


Libri

Oltre 14 milioni

Malati cronici in Italia, circa il 24% degli assistiti dal Sistema Sanitario Nazionale. Secondo i dati Istat 2014 solo 3 pazienti su 10 possono usufruire di programmi di supporto integrato e circa il 30% delle famiglie ha difficoltà di accesso ai farmaci, denuncia il XIII Rapporto sulle Cronicità di Cittadinanza Attiva.

I segnali che precedono la tempesta

30

“Ogni tempesta è sempre preceduta da segnali deboli, spesso impercettibili”. Questo l’incipit de “La tempesta perfetta”, un gran bel libro appena pubblicato da Walter Ricciardi con tre eccellenti coautori (Vincenzo Atella, Claudio Cricelli e Federico Serra). Il sottotitolo “Il possibile naufragio del servizio sanitario nazionale: come evitarlo?” chiarisce la metafora: la tempesta, naturalmente, è quella che rischia di travolgere il servizio sanitario universalistico del nostro Paese. Il pediatra, che ne coglie ogni giorno sul campo i segnali tutt’altro che impercettibili, non può fare a meno di leggere il libro tutto d’un fiato, dalla prima all’ultima pagina. È facile per molti di noi vi-vere come esperienza per-sonale la rivoluzione demografica che, in tutti i Paesi industrializzati, sta mettendo in crisi i sistemi sanitari e, più in generale, lo stesso modello di welfare: crollo della mortalità infantile, aumento progressivo della vita media con progressivo invecchiamento della popolazione e crescita esponenziale delle malattie croniche dell’anziano. Paradossalmente, molti di questi dati rappresentano altrettanti successi della Medicina contemporanea ed in particolare di quella del nostro Paese che figura sempre ai primi posti nelle classifiche internazionali sia per la bassa mortalità infantile che per la lunga aspettativa di vita. Come emerge con chiarezza dai dati di cui il volume è particolarmente ricco, gli ultrasessantacinquenni sono oggi in Italia più di un quinto della popolazione e la spesa sanitaria, di conseguenza, rischia di diventare insostenibile. Ad aggravare la si-

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

Come evitare il possibile naufragio del Servizio Sanitario Nazionale?

Alberto G. Ugazio Direttore Dipartimento di Medicina Pediatrica, Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma

La tempesta perfetta Walter Ricciardi, Vincenzo Atella, Claudio Cricelli, Federico Serra Vita e Pensiero, 2015

tuazione si è aggiunta la denatalità: sostesenza giovani, chi potrà mai soste nere il peso di una spesa sanitaria di queste proporzioni, per giunta crescente? addenMa la tempesta non si va adden rivolusando soltanto per via della rivolu zione demografica. Ricciardi e i suoi collaboratori analizzano con semplicità e chiarezza, con il supporto di una mole ragguardevole di dati (quasi sempre sotto forma leggibidi grafici e istogrammi molto ben leggibi inefli), le colpe di una politica “invasiva e inef ficiente”, troppo spesso priva di visione programmatoria, fonte di corruzione e responsabile in larga misura delle gravi inefficienze del nostro sistema sanitario. Un’inchiesta de “Il Sole 24 ore” condotta nel 2008 riuscì a scovare soltanto l’1,15% di “tecnici” (l’uno percento!) tra i Diretto-


Questo il titolo della mostra fotografica organizzata dal Collegio dei reumatologi ospedalieri e territoriali italiani (CROI) e dall’ANMaR (Associazione Nazionale dei Malati Reumatici) allo scopo di porre l’attenzione sul tema delle patologie reumatiche, caratterizzate da sofferenze non solo fisiche ma spesso anche emotive. L’esposizione fotografica al Senato della Repubblica consiste in 50 pannelli fotografici realizzati da Roberto Murgia, reumatologo e fotoblogger.

ri Generali di ASL e Aziende Ospedaliere: tutti gli altri risultavano attribuibili ad un partito politico “di riferimento”. Non abbiamo motivo per ritenere che la situazione sia mutata nel corso di questi ultimi anni. Ma c’è anche il contributo dei professionisti della Sanità, medici in primo luogo. L’Italia, ad esempio, è uno dei pochi Paesi avanzati che non prevede né il rinnovo periodico dell’abilitazione all’esercizio della professione medica né alcuna sanzione per il mancato aggiornamento professionale ECM. Rischio inaccettabile per una professione che deve far fronte a ritmi sempre più incalzanti di innovazione delle conoscenze e delle stesse competenze scientifico-professionali. Il “sistema Paese” nel suo complesso non aiuta certo ad allontanarci dalla tempesta. Aumentano i decessi per incidenti stradali attribuibili ad alcol, occupiamo

un poco invidiabile terzo posto nella classifica mondiale dei Paesi con le più alte percentuali di bambini sovrappeso o obesi, il 40% degli italiani continua a non praticare nessun tipo di sport o attività fisica... Alfabetizzazione sanitaria ed “empowerment” sono certamente indispensabili per promuovere stili di vita salutari e per prevenire e curare le malattie croniche complesse. Ma la scuola italiana non brilla certo per capacità formativa e gli studi internazionali più autorevoli continuano a fornire risultati imbarazzanti non soltanto sulle performance dei ragazzi in età scolare ma anche sullo stesso livello di competenza, molto basso, della maggior parte degli adulti. Tutti i capitoli del volume di Ricciardi, Atella, Cricelli e Serra sono attraversati da dati e riflessioni che gettano una luce assai poco lusinghiera sull’attuale orga-

nizzazione “federalistica” della Sanità, fonte di iniquità (per noi pediatri è sufficiente l’esempio del “federalismo vaccinale”), di sprechi, di ritardi, di migrazione dei pazienti per differenze interregionali sempre più gravi – e inaccettabili – nella qualità dei servizi. Rimanendo nella metafora de “La tempesta perfetta”, se vogliamo “veleggiare verso un porto sicuro” occorre anzitutto “evitare che “il sistema sanitario nazionale sia l’espressione, a volte schizofrenica, delle volontà di 21 Regioni e province autonome che... interpretano il dettato costituzionale come la possibilità di operare senza vincoli, salvo poi avere un salvatore di ultima istanza nello Stato”. Altrettanto importante è indirizzare finalmente politiche e risorse sanitarie dal versante della terapia a quello della prevenzione. Personalmente, ritengo che nessuna riforma strutturale, nessun provvedimento politico, nemmeno il più illuminato, sarà in grado di salvarci dalla “tempesta perfetta” se non sapremo partire da noi stessi come professionisti della salute, dalla necessità di farci protagonisti e leader dell’innovazione: da una Medicina curativa delle malattie acute semplici (l’unica che troppe Facoltà e Scuole di specializzazione sembrano ancor oggi in grado di insegnare) verso una Medicina della complessità. “La qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti – annotano in proposito gli autori – passano dalla competenza del medico curante che, nell’epoca della Sanità organizzata, non può fare a meno di apprendere, aggiornandosi continuamente, le migliori e più moderne soluzioni per gestire le complessità e le aspettative del cittadino/paziente”. Riusciremo ad evitare “La tempesta perfetta”? Non me la sento certo di azzardare previsioni. Ma la lettura di questo bellissimo libro è motivo di ottimismo: evidentemente, non mancano nel nostro Paese competenze di altissimo livello culturale in grado di analizzare con rigore e grande capacità di penetrazione i problemi del nostro sistema sanitario e di ideare soluzioni innovative con coraggio, talento e immaginazione. Dobbiamo augurarci che i protagonisti di questo volume – dai politici a noi medici – sapranno raccogliere la sfida dando finalmente l’avvio ad una profonda innovazione strutturale e professionale del  nostro sistema sanitario.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 2015

Libri

Malattie senza dignità

31


it

y.

ww

w.

n estle ba

b

Quando il latte materno manca o è insufficiente scegli NIDINA

®

NIDINA® l‘unico latte formulato con…

OPTIPRO ¨

Tecnologia brevettatadi brevettata frazionamento delle proteine per ottimizzarne la qualità

L.Reuteri

DSM 17938

Il probiotico studiato per il comfort gastrointestinale AVVISO IMPORTANTE: Il latte materno è l’alimento ideale per il lattante. Prima di scegliere un latte formulato è necessario interpellare il pediatra. Nestlé NIDINA® 1 con L.Reuteri è un latte per lattanti indicato fin dalla nascita, in assenza del latte materno. Nestlé NIDINA® 2 con L.Reuteri è un latte di proseguimento indicato a partire da 6 mesi di età e non deve essere utilizzato in sostituzione del latte materno nei primi 6 mesi di vita. Nestlé NIDINA® 1 e 2 con L.Reuteri contengono L.Reuteri DSM17938.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.