Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata Rubrica .
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Societa' italiana di pediatria: siti web Repubblica.it
24/09/2014
TEENAGER, 8 SU 10 ONLINE TUTTI I GIORNI
2
Corriere.it
09/09/2014
L'ITALIA (MOLTO) DISUNITA DEGLI SCREENING NEONATALI
3
Lastampa.it
25/09/2014
IN CRESCITA I MINI GIOCATORI DAZZARDO
4
Lastampa.it
25/09/2014
IN CRESCITA I MINI GIOCATORI D'AZZARDO
5
Lastampa.it
24/09/2014
ADOLESCENTI ONLINE: 8 SU 10 NAVIGANO TUTTI I GIORNI DAL CELLULARE
6
Lastampa.it
24/09/2014
ADOLESCENTI: IL PRIMO PENSIERO AL MATTINO? INTERNET
8
Ilgiornale.it
24/09/2014
PEDIATRI IN STAZIONE CENTRALE PER VISITARE I BIMBI PROFUGHI
11
LiberoQuotidiano.it
06/09/2014
ALLERGIE ALIMENTARI E RESPIRATORIE ARRIVA UNA 'CONSENSUS' DEI PEDIATRI
13
LiberoQuotidiano.it
31/08/2014
INIZIA L'ANNO SCOLASTICO: QUALE SPORT SCEGLIERE PER I TUOI FIGLI?
15
Avvenire.it
30/09/2014
ALCOL, UNA GENERAZIONE IN BILICO
18
Avvenire.it
25/09/2014
I NOSTRI RAGAZZI SEMPRE CONNESSI: CHE ALTERNATIVA DIAMO LORO?
20
Avvenire.it
24/09/2014
SOCIAL E SMARTPHONE, BOOM (E ABUSO) TRA I GIOVANI
21
Ilfattoquotidiano.it
27/09/2014
"TREDICENNI, PIU' GIOCO D'AZZARDO ONLINE. E SONO 'NOTTAMBULI' CONNESSI SU WHATSAPP"
22
Ilgazzettino.it
25/09/2014
FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONO WHATSAPP
24
Ilmattino.it
26/09/2014
FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONO WHATSAPP
26
Ilmattino.it
24/09/2014
L'ALLARME: IL 13% DEI TEENAGER GIOCA D'AZZARDO ONLINE
29
Ilmattino.it
24/09/2014
STILI DI VITA PERICOLOSI PER I RAGAZZI CHE USANO PIU' DI TRE SOCIAL NETWORK
31
Giornaledellumbria.it
29/09/2014
SOCIAL NETWORK, BOOM INCONTROLLATO E ALLARME MINORI
33
Leggo.it
25/09/2014
FACEBOOK SUPERATO, I TEENAGER ITALIANI PREFERISCONO WHATSAPP
35
Leggo.it
23/09/2014
MILANO, BIMBI SUI CARTONI IN CENTRALE:
37
Ansa.it
24/09/2014
13% TEENAGER GIOCA D'AZZARDO ONLINE
39
Ansa.it
05/09/2014
ADDIO VECCHI PERCENTILI,NUOVA MISURAZIONE PER CRESCITA BIMBI
40
Ansa.it
02/09/2014
CYBER-BULLISMO E' EMERGENZA SOCIALE, COLPISCE 1 RAGAZZO SU 5
42
Asca.it
23/09/2014
12:16 MILANO: BAMBINI PROFUGHI IN STAZIONE SI MUOVONO I PEDIATRI DELLA SIP
43
Ilvelino.it
29/09/2014
PEDIATRI: CRESCE PERCENTUALE GIOVANISSIMI CHE GIOCA ONLINE
44
Ilvelino.it
24/09/2014
GIOCO D'AZZARDO, CODACONS: TEENAGER "VITTIME" PUBBLICITA' INCONTROLLATA
46
Adnkronos.com/IGN
24/09/2014
GIOCHI: AZZARDO ONLINE PER 13% ADOLESCENTI, ALLARME PEDIATRI
47
Adnkronos.com/IGN
24/09/2014
TEENAGER SEMPRE PIU' 'SOCIAL' MA FRAGILI, INSICURI E A RISCHIO 48 DI ABUSI
Redattoresociale.it
24/09/2014
ADOLESCENTI: 1 SU 7 GIOCA ON LINE. CALA LA FIDUCIA VERSO GENITORI E AMICI
50
Redattoresociale.it
24/09/2014
GIOVANI, BOOM DI WEB E SMARTPHONE: 8 SU DIECI "CHATTANO" SU WHATSAPP
52
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Teenager, 8 su 10 online tutti i giorni Secondo un'indagine della Società Italiana di Pediatria il 75% degli adolescenti ha un profilo Facebook e il 12,5% si collega appena sveglio I PIÙ I PIÙ LETTI CONDIVISI
Il social meno gettonato è Twitter (23%). Inoltre, emerge dall'indagine, i tredici e quattordicenni vanno su internet dalla mattina alla sera e spesso fino a notte tarda: il 56,6% continua a navigare e chattare anche dopo cena, mentre nel 40% fino a prima di addormentarsi. Con conseguenti problemi per la salute, come spiega Giovanni Corsello, presidente Sip: "Alcuni problemi clinici e comportamentali descritti con frequenza maggiore negli adolescenti in questi ultimi anni come cefalea, insonnia, scarso rendimento scolastico, possono trovare motivazione dalla riduzione delle ore di sonno o dal condizionamento indotto da un abuso di internet". E internet è anche il "primo pensiero" della giornata: la percentuale dei ragazzi che si collegano già appena svegli è passata dal 2,6 al 12,5% dal 2013 al 2014.
adolescenti teenager connessione web facebook social network Twitter whatsapp instagram
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Primi raid Usa e alleati arabi in Siria. Obama: "Non è una battaglia solo americana"
Lavoro, scontro frontale Renzi-Cgil. Camusso: "Hai in mente la Thatcher". Il premier: "Avete difeso ideologie, non persone"
Lavoro, il governo punta sul contratto a tutele crescenti per tutti i neoassunti
Incidenti lavoro: quattro operai muoiono intossicati da sostanze chimiche
Lavoro, è scontro nel Pd. Bersani a governo: "Intenzioni surreali". Poletti: no modifiche
Referendum Scozia, è duello all'ultimo voto. "Determinanti i giovani"
Lavoro, minoranza Pd: "Articolo 18 per i neoassunti dopo tre anni". Serracchiani: "Renzi non accetterà veti"
Branson cancella l'orario di lavoro: "Contano i risultati, non il tempo in ufficio"
Come cambia la scrivania: 34 anni in 50 secondi
Ma quale balzo felino, il gatto è un ninja
Festa della scuola, il viaggio tra i dialetti di Enrico Brignano
Parole Note, la poesia è pop: Wislawa Szymborska, "Amore a prima vista"
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Il 93% di loro si collegano attraverso il telefonino: secondo i dati di un'indagine nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP), sono otto su dieci i teenager che si collegano a internet tutti i giorni. A farla da padrone, come previsto, sono i social network. Ma, insieme ai "like", secondo gli esperti, cresce l'insicurezza e aumentano i comportamenti a rischio. Secondo la ricerca, il 75% ha un profilo su Facebook, ma in testa ai social più utilizzati c'è (lapresse) WhatsApp: lo utilizza per chattare l'81% dei giovanissimi. Il 42% usa Instagram, vetrina di foto ad alto tasso di esibizionismo. Segue, in ascesa Ask, che consente di comunicare in anonimato, utilizzato dal 30% dei maschi e il 37% delle femmine.
Referendum Scozia, il Regno resta unito. Elisabetta II: "Ancora insieme nel rispetto reciproco"
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In crescita i mini giocatori d’azzardo
Giovanna Favro
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Cari genitori
Luna Guaschino
25/09/2014
+ FUTURMAMA
In crescita i mini giocatori d’azzardo Della serie bisogna che si cominci da piccoli, il mercato ha sfornato le slot machine per piccolissimi per giocare anche su tablet. Non bastano le slot per bambini che si trovano nei megastore di giocattoli, e che, fossi un gestore, mi vergognerei di vendere (provare per credere: tirando la leva scendono monetine di plastica). Ora ci sono anche app, colorate e solo apparentemente innocenti per trasformare i bambini piccoli in mini giocatori d’azzardo virtuali: scaricabili su tablet e
REUTERS
smartphone hanno grafiche accattivanti e leve simili a quelle delle slot machine. I premi consistono ovviamente non in soldi ma nell’accedere a livelli superiori. È un fenomeno in tutta espansione, quello delle app d’azzardo per i minori, con tanto di tag «gioco d’azzardo» (che sarebbe vietato agli stessi minori) che consentono di trovarle facilmente. «Il mercato è aggressivo e capace, fiuta il business dove c’è - ha detto all’Ansa Simone Feder, del Movimento No Slot». Che guadagno c’è nel crescere futuri dipendenti di giochi d’azzardo, nell’allevare ragazzi che culturalmente non concepiscono il gioco d’azzardo come un gioco vietato in cui si perdono la testa e le finanze? La Società Italiana di Pediatria ha fornito pochi giorni fa alcuni dati che riguardano i ragazzi più grandi: ben allevati fin da piccolissimi, ecco che il 13% degli adolescenti (il 17% se si considerano solo i maschi) dichiara di aver frequentato i siti per adulti di giochi d’azzardo on line e di aver giocato soldi (una o più volte), da solo o insieme ad amici. Il 45% sostiene di aver vinto, solo il 13% ammette di aver perso, mentre il 36% non ricorda l’esito economico della/delle esperienza. Il 32% è orientato a ripetere l’esperienza, il 45% a non ripeterla e il 18% non lo sa. Tutti gli articoli
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Il pediatra risponde
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Pediatri in stazione Centrale per visitare i bimbi profughi
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Raccolta la sfida per assicurare l'assistenza medica ai piccoli che arrivano a Milano dopo gli sbarchi al Sud
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Marta Bravi - Mer, 24/09/2014 - 07:00 login
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Non si sono fatti attendere. E nel giro di soli tre giorni hanno risposto all'appello lanciato dal Comune. Sono i pediatri lombardi che non sono rimasti indifferenti alla chiamata delle istituzioni in nome del senso civico. Con il tipico atteggiamento meneghino hanno deciso di rimboccarsi le maniche senza aspettare che la politica e lo scaricabarile tra istituzioni facesse il suo corso. Stiamo parlando dell'emergenza profughi in stazione Centrale, immortalata dalle foto shock del consigliere di Forza Itala Silvia Sardone che ritraevano bambini addormentati su cartoni stesi per terra. Si tratta, come è noto, di bimbi siriani ed eritrei, che sostano in Centrale con le loro famiglie in attesa di ripartire per il Nord Europa. I numeri dell'emergenza sono impressionanti: 39mila profughi sono transitati dalla nostra città dal 18 ottobre a oggi, di cui un terzo bambini. Sabato l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e il collega alla Sicurezza Marco Granelli avevano lanciato un appello «a tutti i pediatri e medici disponibili a darci volontariamente una mano, per intensificare la presenza in stazione, specialmente a tutela dei bambini. Lo facciamo consapevoli del carico di lavoro straordinario che spessissimo sta già sulle loro spalle. È veramente dunque un appello, il nostro, rivolto nel nome del senso civico». Una richiesta a dare una mano, ma anche una frecciata indiretta al Pirellone che due anni fa ha chiuso l'ambulatorio medico della stazione: «la Regione continua, sul tema del presidio sanitario permanente, a non scegliere. Quindi siamo costretti a chiedere una mano ai volontari e all'associazionismo che opera in campo medico». Detto fatto. «I pediatri della società italiana di pediatria ﴾Sip﴿ offriranno assistenza sanitaria ai piccoli profughi siriani che si trovano da giorni presso la Stazione di Milano. Il nostro impegno verso i piccoli profughi è doveroso - afferma il presidente della Sip Lombardia, Gian Vincenzo Zuccotti -. Concorderemo con le istituzioni le modalità più adatte per garantire il servizio, con l'intento di renderlo operativo nel più breve tempo possibile».
Complotto per far cadere Renzi di Alessandro Sallusti Pezzi di sinistra si alleano alla Cgil per impedire la riforma del lavoro e aprire la crisi Il premier li sfida, il Quirinale li attacca. Forza Italia: se il governo va avanti noi ci stiamo
Cucù Il sesso e la Chiesa tra realismo e tradizione di Marcello Veneziani Il sesso è ancora la bestia nera della Chiesa
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I 1500 medici dell'infanzia si sono fatti avanti, ora attendono di essere convocati da Palazzo Marino per organizzare il presidio medico. Un'unica richiesta: avere un spazio chiuso e coperto per potere visitare i bambini. «Noi ci siamo - spiega Zuccotti - ora anche le istituzioni facciano la loro parte, ovvero ci diano uno spazio chiuso per potere svolgere dignitosamente il nostro lavoro». Tradotto: «basta un camper, ma non visiteremo i bimbi sui gradini della stazione». Non sarebbe stato opportuno aspettare che la Asl si pronunciasse? «Ci è sembrato urgente rispondere - risponde il presidente -. Plausibilmente il flusso migratorio non si interromperà presto, ci è sembrato quindi giusto
Editoriali
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24-09-2014
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iniziare a organizzare un presidio medico permanente dove poter fornire le prime cure. Questa è una situazione borderline , i migranti non vanno nei pronto soccorsi per molti motivi, nè in farmacia». I farmaci? «Non penso che sarà un problema - spiega Zuccotti la nostra speranza è che tutto vada a regime e che qualcuno si faccia carico anche di questo, ma aspettiamo di essere chiamati dal Comune». Obiettivo: fornire un presidio sanitario per tutto l'arco della giornata, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Arché di padre Bettoni.
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Avvenire Home Page > Cronaca > Alcol, una generazione in bilico
Cronaca Il fenomeno
Alcol, una generazione in bilico Viviana Daloiso
Si torna a discutere di omicidio stradale
30 settembre 2014
dopo quanto accaduto a Salerno, in quel bar dove quattro ragazzi erano andati per
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parlare delle cose della vita, trovando nel modo più insensato la morte. Ma se nello
stesso momento, dall’altra parte dello Stivale, un esercito di 200 studenti ubriachi
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può prendere in ostaggio il cuore Firenze, trasformando Santa Maria Novella nel
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palcoscenico di un rave party per ore (con tanto di pattume e urine sparsi ovunque) il dubbio è che il nemico da combattere non si possa chiudere in cella, e che l’entità dei reati sia un capitolo importante ma non fondamentale della questione. Il nemico si chiama alcol e anche se i numeri del suo impatto sulle nuove
(Reuters)
generazioni sono arcinoti vale senz’altro la pena di ricordarli: secondo
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l’ultima relazione stilata dal ministero della Salute sul problema e relativa
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al 2013, gli under 30 rappresentano il 9% dell’utenza a carico presso i servizi per l’alcoldipendenza. Significa uno su dieci. E la prima sbronza arriva sempre più presto: già tra gli 11 e i 12 anni, secondo gli esperti mentre per l’Istat più di due ragazzi su cento (nella fascia 11-24 anni) si sono ubriacati almeno una volta. A spopolare è il «binge drinking», l’abbuffata sporadica di alcol ma devastante: ne è coinvolta il 6,9% della popolazione di 11 anni e più, ma tra i giovani maschi di 18-24 anni il fenomeno interessa ben il 20,1%. L’età del pirata di Salerno e dei ragazzi dell’Erasmus (e non) “in gita” a Firenze. L’età in cui – e questo dal ministero della Salute veniva considerato un elemento positivo fino a ieri – i nostri giovani dimostrano anche (rispetto ai coetanei europei tra i 15 e i 24 anni) un’ottima consapevolezza del rischio legato all’uso occasionale di alcol: il 41% lo considera un pericolo medio-alto, mentre la media continentale si ferma al 26. Dunque si conoscono i rischi, se ne parla, il fenomeno è persino
leggermente in calo rispetto agli anni passati ma poi si cede alla tentazione. Forze pensando che in fondo «non capiterà niente di male, non a me». E invece di alcol si muore, non solo a Salerno, non solo fuori dalle discoteche, dove il 118 raccoglie ormai da Nord a Sud frotte di ragazzi in coma etilico o peggio con bollettini locali da brivido, dall’Emilia Romagna fino alla Sardegna. Anche qui, una tragedia quantificabile in numeri: In Italia nel 2010 complessivamente 16.829 persone – di cui 11.670 uomini e 5.159 donne di età superiore ai 15 anni – sono morte per cause totalmente o parzialmente attribuibile al consumo di alcol. Guidavano come furie sulle strade senza sapere dove andare, attraversavano ignari la strada, aspettavano l’autobus per la scuola: carnefici e vittime, nel conto finisce tutto senza distinzioni. L’unica certezza, per il ministero, è la “frazione alcol-attribuibile” dei decessi per incidenti stradali: 37 % per i maschi e del 18% per le donne. In pratica, un decesso su 3 per i maschi e uno su 5 per le donne potrebbe essere evitato non ponendosi alla guida dopo aver bevuto. La strada della (ri)educazione è lunga e difficile. Pene più severe ne fanno parte, ma non esauriscono il ventaglio di soluzioni da mettere in campo subito, a cominciare dalle famiglie e dalla scuola. Solo qualche giorno fa il Corriere della Sera anticipava i risultati di un’indagine promossa dall’Osservatorio permanente giovani e alcol sui ragazzi delle medie di Milano: dai risultati è emerso che solo l’11,9 per cento dei giovanissimi ha «genitori che sono stati in grado di affrontare l’argomento». Ed è anche emerso che se gli amici si ubriacano, otto su dieci si lasciano condizionare. Magari finendo con l’amplificare la bravata sui social network, di cui i ragazzi – come documentato appena qualche giorno fa dalls Società italiana di pediatria – sono nuovamente i principali fruitori, e anche le vittime. © riproduzione riservata
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Avvenire Home Page > Commenti > I nostri ragazzi sempre connessi: che alternativa diamo loro?
Commenti Educazione
I nostri ragazzi sempre connessi: che alternativa diamo loro? Gigio Rancilio
Un tempo, neanche tanto lontano, chi camminava a testa bassa lo faceva
25 settembre 2014
perché si vergognava di qualcosa. Le ragioni che l’avevano portato a farlo potevano essere molto diverse, ma il risultato era quello. Teneva testa e
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sguardo basso per non incrociare gli altri. Per essere in qualche modo invisibile.
Oggi soprattutto i ragazzi (ma non solo loro) tengono sempre più spesso google +
lo sguardo basso (paradossalmente) per rendersi più visibili. Per incrociare gli 'sguardi digitali' dei coetanei. Basta salire su qualunque
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mezzo pubblico per vederlo. La Società Italiana di Pediatria, però, ha fatto un passo in più. E il risultato è una ricerca che conferma, come usa dire, un fenomeno in atto da tempo e in aumento esponenziale: sempre più adolescenti vivono connessi alla Rete. Più precisamente, otto teenager su dieci si collegano a internet tutti i giorni e, nel 93% dei casi, lo fanno attraverso il telefonino. Sempre. Alla mattina appena alzati come la sera tardi, sotto le coperte. Nel 2008 si comportava così il 42% degli adolescenti, ora lo fa l’81%. A fare effetto in questa ricerca dei pediatri sono soprattutto tre dati. Il fatto che il 13% dei ragazzi di terza media intervistati dichiari di avere giocato d’azzardo online nonostante il divieto ai minori. Lo scoprire che, secondo i
medici, «alcuni problemi clinici e comportamentali descritti con frequenza maggiore negli adolescenti in questi ultimi anni come cefalea, insonnia e scarso rendimento scolastico, possono trovare motivazione dalla riduzione delle ore di sonno o dal condizionamento indotto da un abuso di internet». Il terzo dato, per la verità, nella ricerca non appare. Ma c’è, eccome se c’è. È la paura, mista a un senso di impotenza, che attanaglia tanti genitori alle prese con questi fenomeni. Sarebbe anormale non averla. Ma anche in questo caso avere paura serve a poco.
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Serve agire. Imparare e insegnare che il mondo digitale non è un mostro ma un insieme di elettrodomestici che - come accadde quando, decenni fa, per la prima volta la televisione invase le vite degli adolescenti - pone
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una domanda potente al mondo degli adulti. Cosa siamo capaci di mostrare ai nostri ragazzi (e a noi stessi) di altrettanto potente e «prodigioso» perché alzino (e alziamo) lo sguardo dagli schermi dei loro (e dei nostri) telefonini? © riproduzione riservata
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24 settembre 2014 Beata Vergine Maria della Mercede
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Avvenire Home Page > Cronaca > Social e smartphone, boom (e abuso) tra i giovani
Cronaca L'indagine
Social e smartphone, boom (e abuso) tra i giovani Otto teenager su dieci si collegano ad 24 settembre 2014
internet tutti i giorni e, nel 93% dei casi, lo fanno attraverso i telefonino, quindi in modo
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sempre più incontrollato persino nelle ore notturne. A farla da padrone, come previsto, sono i social network. Ma, insieme ai 'likè, secondo gli esperti, cresce l'insicurezza e aumentano i comportamenti a rischio. Sono i dati che emergono dall'indagine nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP).
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Secondo l'indagine, il 75% ha un profilo su print
Facebook, ma in testa ai social più utilizzati c'è WhatsApp: lo utilizza per chattare l'81% dei giovanissimi. Il 42% usa Instagram, vetrina di foto ad alto tasso di esibizionismo. Segue, in ascesa ASK, che consente di comunicare in anonimato, utilizzato dal 30% dei maschi e il 37% delle
femmine. Il social meno gettonato Twitter (23%). Inoltre, emerge dall'indagine, i tredici e quattordicenni vanno su internet dalla mattina alla sera e spesso fino a notte tarda: il 56,6% continua a navigare e chattare anche dopo cena, mentre nel 40% fino a prima di addormentarsi. Con conseguenti problemi per la salute, come spiega Giovanni Corsello, presidente Sip. "Alcuni problemi clinici e comportamentali descritti con frequenza maggiore negli adolescenti in questi ultimi anni come cefalea, insonnia, scarso rendimento scolastico, possono trovare motivazione dalla riduzione delle ore di sonno o dal condizionamento indotto da un abuso di internet". E internet è anche il 'primo pensiero' della giornata: la percentuale dei ragazzi che si collegano già appena svegli è passata dal 2,6 al 12,5% dal 103236
2013 al 2014.
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“Tredicenni, più gioco d’azzardo online. E sono ‘nottambuli’ connessi su WhatsApp” La Società italiana di Pediatria ha svolto un'indagine su oltre duemila studenti della terza classe nella scuola secondaria. In crescita il gambling in rete, anche se vietato ai minori. Usano molto anche Facebook, Ask e Instagram. "Hanno però un tremendo bisogno di comunicare con qualche adulto - spiega Maurizio Tucci, curatore del report - ma non hanno referenti" di Alex Corlazzoli | 2 7 settembre 2014
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Giocano sempre più d’azzardo online, passano la notte a chattare e sono perennemente in gara per un “like”. Ecco l’identikit dei tredicenni italiani. A tracciare la fotografia della nuova generazione digitale è la Società italiana di Pediatria che ha presentato i dati di un’indagine svolta su un
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campione rappresentativo di 2.107 studenti della terza classe della scuola secondaria. Numeri che confrontati con il passato rivelano un vero boom dei nuovi social network e dell’utilizzo della rete: nel 2008 solo il 42% del campione utilizzava Internet tutti i giorni contro l’attuale 81%. Ma che fanno i nostri ragazzi davanti allo schermo? Uno dei fenomeni più pericolosi è il cosiddetto “Gambling” ovvero il gioco d’azzardo online,
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fenomeno in crescita tra i giovani. Il 13% degli intervistati l’ha praticato, anche se vietato ai minori. La sempre maggior offerta di siti, ormai legali, in cui si gioca utilizzando soldi “veri” è una tentazione molto forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi. Un mondo, quello dei teenager, che a rigor di legge non potrebbe accedere a questi siti fino al compimento della maggiore età. Almeno sulla carta, perché nella realtà il 45% del campione che ha giocato sostiene di aver vinto, mentre il 36% non ricorda l’esito economico dell’esperienza. E sempre tra i “giocatori” il 32% è orientato a rimettersi davanti al pc, il 45% dichiara di non voler rifare l’esperienza e il 18% è incerto. Pubblicità
“Siamo di fronte ad un nuovo fenomeno – spiega Maurizio Tucci, curatore dell’indagine –. E’ il primo anno che monitoriamo questo dato perché ci siamo accorti che molti ragazzi passavano il loro tempo a giocare d’azzardo in Rete. In quest’ultimo biennio vi è stato un vero e proprio aumento dei giocatori tredicenni. I meccanismi di accesso al gioco online, vanno dall’offrire gratuitamente fiches di ‘benvenuto’ a sistemi di pagamento tali per cui non è difficile anche per un minorenne accedere, magari grazie ad un amico maggiorenne che ha la possibilità di mettere a disposizione i propri
documenti per registrarsi”. Dati che vanno di pari passo con il resto dell’Europa: “Non abbiamo a disposizione numeri per fare dei confronti – spiega Tucci, precisando che su questa fascia d’età sono pochi a puntare gli occhi – ma posso dire con certezza che l’Italia non ha la maglia nera”. Internet per un tredicenne significa social network. E su questo tema vi è un’importante novità: non è ancora tempo di dire addio a Facebook ma sempre più ragazzi usano WhatsApp (81,1), Ask (33,2%) e Instagram (42%). Pochi ancora quelli che cinguettano su Twitter (23%). A usare il social inventato da Mark Zuckerberg resta comunque il 75% dei giovanissimi del campione. “Facebook resta una vetrina rassicurante per i genitori. Su Ask i ragazzi si esprimono
Affari loro
con un linguaggio scurrile dietro l’anonimato che garantisce questo social mentre su Facebook postano le foto del loro compleanno e del loro cagnolino. Ciò che mi stupisce è che questi adolescenti hanno un tremendo bisogno di comunicare con qualche adulto ma non hanno referenti: con l’associazione, ci siamo iscritti ufficialmente ad Ask e riceviamo centinaia di richieste di
Dario Galli, leghista e banchiere a Parigi. “Nessun problema”, ma la notizia sparisce
informazioni sulla sessualità, sul ciclo mestruale”. Ragazzi che possiamo definire, secondo la ricerca presentata, baby nottambuli. Rispetto alla precedente indagine cresce l’abitudine a navigare nelle ore serali e notturne. Il 56,6% chatta la sera dopo cena e circa il 40% continua a farlo fino a tardi, prima di addormentarsi in una fascia oraria che interferisce con il sonno, con conseguenze non trascurabili sulla salute. Se nel 2012 era il 2,6% a pensare ad Internet appena sveglio ora è il 12,5%. La connessione sul telefonino è complice di questo incremento. E la Società Italiana di Pediatria mette in guardia genitori e insegnanti: chi frequenta più di tre social ha una vita più a rischio. “I più assidui frequentatori di Facebook o WhatsApp o Ask, risultano più fragili e insicuri”.
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A suo modo, però. Sono otto su dieci i ragazzi che usano WhatsApp e il 93% naviga dallo smartphone. Anche su siti vietati ai minori: il 13% ha provato il gioco d'azzardo on line, il 32% vuole rifarlo. A tracciare il profilo degli adolescenti è l'annuale indagine nazionale della Società Italiana di Pediatria, condotta su un campione nazionale di 2107 studenti. Negli ultimi sei anni, si è registrato un incremento esponenziale dell'uso di internet, anche grazie a costi di accesso bassi per connessioni h24. Gli indirizzi più frequentati sono quelli social. Il 75% dei ragazzi ha Facebook, l'81% è su WhatsApp, il 42% su Instagram e il 30% dei ragazzi e il 37% delle ragazze su ASK, dove si può comunicare mantenendo l'anonimato. Meno gettonato twitter, con il 23%.
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Sempre più diffuso sui siti internet, il gioco d'azzardo DIVENTA FAN DEL MATTINO online seduce anche i teenagers. Il 13% dei dei ragazzi di terza media, dichiara di averlo praticato, Il Mattino pur se, teoricamente, se vietato ai minori. È questo, Mi piace 502.601 secondo i dati raccolti dall Società italiana di Pediatria (SIP) uno degli «effetti collaterali» della massiccia permanenza in rete degli adolescenti. Segui @mattinodinapoli
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Social network, boom incontrollato e allarme minori La ricerca condotta anche in Umbria dalla Società italiana di pediatria: ecco i comportamenti a rischio ARTICOLO | LUN, 29/09/2014 - 06:58 | DI SIM. PALM.
Nove ragazzini su dieci si collegano ad internet dal
San Michele Arcangelo torna a dominare la facciata del duomo
proprio telefono, il 13% ha provato il gioco d’azzardo online e il 75% ha un profilo su Facebook. È quanto emerge dallo studio realizzato dalla Società italiana di
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pediatria sulla “generazione I like”, condotta su un campione di 2107 di studenti, anche umbri, frequentati la terza media. «I risultati dello studio spiega Maurizio Tucci,
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curatore della ricerca - per quanto riguarda l’Umbria sono omogenei al resto d’Italia. I dati nazionali quindi rispecchiano esattamente quelli della regione». Lo studio L’indagine ha coperto uno spazio temporale di sei anni, durante il quale è stato messo in evidenza un incremento esponenziale dell’uso di internet tra gli adolescenti. Basti pensare, come spiega la ricerca, che nel 2008 solo il 42% del campione lo utilizzava tutti i giorni contro l’attuale 81%. La conseguenza più evidente è che la quasi totalità degli adolescenti ha internet a portata di mano in ogni momento della giornata e che l’utilizzo maggiore che ne viene fatto è quello per l’accesso ai social network. I comportamenti a rischio Secondo quanto emerge dallo studio, il 15% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di avere postato un proprio “selfie” provocante e il 48% dello stesso campione ha inoltre rivelato di avere amici e compagni che postano selfie provocanti. «Tra gli altri comportamenti a rischio rivolti a sconosciuti (dove sconosciuto non equivale
L’indagine ha sottolineato «i rischi dell’abuso, mettendo a confronto le abitudini di coloro che frequentano più di tre social con quelle di coloro che non li frequentano o al massimo ne frequentano uno (normalmente Facebook o WhatsApp). E i risultati mostrano che i primi sono più inclini ad avere comportamenti a rischio, non solo sul solo web (per esempio postare una foto provocante), ma anche nella vita reale. «Chi frequenta più di tre social vorrebbe apparire più grande, fuma e beve di più (il 21% si è ubriacato). Ma i più assidui utilizzatori dei social - evidenzia ancora lo studio della Società italiana pediatria - risultano anche più fragili e insicuri. In un contesto
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lui, il 5,2% ha accettato proposte di sesso online. E se all’87,6% piace internet perché si può stare in contatto con gli amici, per il 60,2% internet è addirittura irrinunciabile».
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necessariamente a pedofilo, questo va precisato) - spiega la ricerca - il 19% ha dato il telefono, il 16,8% ha inviato una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l’11,6% si è incontrata con
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in cui ciò che più importa è essere “popolari” (cioè totalizzare più “I like” possibile sulla propria bacheca) non stupisce la larga insoddisfazione riscontrata per il proprio aspetto fisico: 6 su 10
Borsa: Milano chiude in calo (1,29%)
vorrebbero essere più magre/i (il 35% ha già fatto una dieta dimagrante), avere più seno, quasi 8 su 10 vorrebbero avere gambe più belle ed in generale essere più bella/o. Preoccupazioni presenti in maniera largamente inferiore tra coloro che frequentano un solo social network o nessuno».
Tariffe:da ottobre gas +5,4%, luce +1,7%
7 ore 17 min fa
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Lo psichiatra Ben venga un cauto utilizzo dei social. Ma non dobbiamo dimenticare - spiega lo psichiatra Fulvio Scaparro all’interno della stessa ricerca - che i ragazzi, a 13 anni, sono solo all’inizio della loro vita e benché grandi esperti di tecnologia sono ancora degli sprovveduti quanto a esperienza reale. Dietro
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la vetrina dei social possono far credere di essere ciò che non sono, possono compensare le fragilità con l’aggressività, atteggiarsi, distinguersi: il rapporto con se stessi può essere falsato perché sono proiettati non sulla vita reale ma su un palcoscenico virtuale costituito da migliaia di sconosciuti. Ma soprattutto quello che manca è il confronto con il fallimento. La vita si impara vivendo, esponendosi al fallimento, ecco perché dobbiamo spingere i nostri ragazzi a uscire, a fare sport, a confrontarsi».
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di Valeria Arnaldi
ROMA - Facebook? Roba vecchia, meglio WhatsApp. E da “vecchi” è navigare in rete usando il pc, oggi si fa con gli smartphone. La generazione “I Like”, come sono stati ribattezzati i tredicenni, adora chattare.
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A suo modo, però. Sono otto su dieci i ragazzi che usano WhatsApp e il 93% naviga dallo smartphone. Anche su siti vietati ai minori: il 13% ha provato il gioco d'azzardo on line, il 32% vuole rifarlo. A tracciare il profilo degli adolescenti è l'annuale indagine nazionale della Società Italiana di Pediatria, condotta su un campione nazionale di 2107 studenti. Negli ultimi sei anni, si è registrato un incremento esponenziale dell'uso di internet, anche grazie a costi di accesso bassi per connessioni h24. Gli indirizzi più frequentati sono quelli social. Il 75% dei ragazzi ha Facebook, l'81% è su WhatsApp, il 42% su Instagram e il 30% dei ragazzi e il 37% delle ragazze su ASK, dove si
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può comunicare mantenendo l'anonimato. Meno gettonato twitter, con il 23%. Avere la rete sempre a portata di mano, o meglio di touch, aumenta rischi e insicurezze. Pure per la crescita. La gara per gli “I like” a foto o post contribuisce a generare insicurezza. Il 15% ha postato un selfie provocante. Il 48% ha amici che lo fanno. Tra i comportamenti a rischio, la scarsa tutela della privacy, che arriva fino al sesso on line accettato dal 5,2% degli utenti. La rete è “irrinunciabile” per il 60,2%. Complice, forse, la sfiducia nel futuro - uno su due sente il peso della crisi - e degli adulti. Cambiate le abitudini, cambiano pure gli stereotipi. Gli zaini pesanti o la postura in classe non determinano il mal di schiena. Ad affermarlo, contro il luogo comune, sono i medici dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. L'uso abituale dello zaino - circa 20/30 minuti al giorno - non crea problemi: più libri a portata di mano, dunque, e magari meno smartphone.
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MILANO - I pediatri della Società Italiana di Pediatria (Sip) offriranno assistenza sanitaria ai piccoli profughi siriani che si trovano da giorni presso la Stazione ferroviaria di Milano. Lo annuncia la Sip, accogliendo l'appello lanciato dagli assessori alle Politiche Sociali del Comune di Milano, Piefrancesco Majorino e alla Sicurezza e Coesione Sociale Marco Granelli.
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«Il nostro impegno verso i piccoli profughi è doveroso - afferma il presidente della Sip Lombardia, Gian Vincenzo Zuccotti -. Concorderemo con le istituzioni le modalità più adatte per garantire il servizio, con l'intento di renderlo operativo nel più breve tempo possibile». La Sip, si legge in una nota, «particolarmente attenta alla salute dei minori migranti, ha di recente elaborato le nuove indicazioni sanitarie per la loro tutela». Tali indicazioni, precisa il presidente Sip Giovanni Corsello, «hanno l'obiettivo di arricchire le competenze scientifiche, cliniche e culturali dei professionisti che operano nei centri di accoglienza, nell'ambito un progetto formativo che partirà l'11 novembre a Catania e vedrà altre due tappe, entro la fine dell'anno, in Puglia e in Calabria».
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Sempre più diffuso su Internet, il gioco d'azzardo online seduce anche i teenager. Il 13% dei dei ragazzi di terza media, dichiara di averlo praticato, pur se, teoricamente, vietato ai minori. E' questo, secondo i dati raccolti dalla Società italiana di Pediatria (SIP) uno degli "effetti collaterali" della massiccia permanenza in rete degli adolescenti. La sempre maggior offerta di siti internet dove provare il Gambling, in cui si gioca sul web utilizzando soldi 'veri', è una tentazione molto forte tanto quanto a rischio dipendenza, specie tra i maschi: il 17% di loro lo ha fatto, una o più volte, da solo o insieme ad amici. E, ancora più grave, il 32% è orientato a ripetere l'esperienza.
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"Da un lato", commenta il curatore dell'indagine Maurizio Tucci, "dobbiamo constatare la pressoché nulla deterrenza rappresentata dai 'divieti ai minori' di cui il web è pieno. Il 'divieto' passa dall'essere totalmente ignorato ad essere 'una traccia' da seguire". Dall'altro, aggiunge, i meccanismi di accesso al gioco on-line, che pure dovrebbero prevedere uno stretto controllo sull'identità, "sono tali per cui non è difficile, anche per un minorenne, magari grazie ad un maggiorenne compiacente, avere esperienze di gioco".
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(ASCA) - Roma, 23 set 2014 - La societa' italiana di pediatria, accogliendo l'appello lanciato dagli
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Il gioco d'azzardo online si sta diffondendo tra i giovanissimi passando dal 38% al 71% del campione. Lo ha rilevato un’indagine condotta, come ogni anno dal 1997, sulle abitudini e gli stili di vita degli adolescenti realizzato dalla Società Italiana di Pediatria su un campione nazionale rappresentativo di 2 mila studenti di terza media. Dall’indagine, riportata dal Corriere della Sera, risulta come i giovanissimi abbiano trasferito in massa la loro navigazione dal pc allo smartphone ﴾lo utilizza ormai il 90% di loro﴿. Comportamento quest’ultimo che permette di eludere ogni controllo e di essere connessi H24 e senza grosse spese grazie alle free-zone. Sono soprattutto i social classici ad interessare: Facebook ﴾utilizzato dal 76% degli adolescenti﴿; Instagram ﴾42%﴿; in rapidissima ascesa Ask ﴾lo utilizza il 30% dei maschi e Il 37% delle femmine﴿, una sorta di far west virtuale, dove la possibilità di comunicare sotto anonimato ha spianato la strada a numerosi casi di cyberbullismo; chiude Twitter ﴾23%﴿.
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tema del gambling: il gioco d'azzardo online attrae il 13% degli adolescenti intervistati ﴾ma si sfiora il 17% se si considerano solo i maschi﴿. Interessanti le risposte di chi ha giocato online eludendo i divieti: il 45% sostiene di aver vinto, solo il 13% ammette di aver perso, mentre il 36% non ricorda l'esito economico delle esperienze.
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Gioco d’azzardo, Codacons: Teenager “vittime” pubblicità incontrollata “Renzi ha paralizzato Piano di azione nazionale contro il gioco”
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PA, De Girolamo ﴾Ncd﴿: Commissione Finanze licenzi testo compensazione debiticrediti 14:55 - POL
di emt - 24 settembre 2014 13:36 fonte ilVelino/AGV NEWS Tweet
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Rai, Orfeo ﴾Tg1﴿: legge sulla par condicio è ormai superata Ultim’ora
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Dl sicurezza stadi: inammissibili tutti gli emendamenti sui giochi Inchiesta sul mondo dei giochi e la pubblicità 24 settembre 2014 12:54
Giochi, Baretta: Risorse da pubblicità a lotta ludopatia? Ne parleremo Inchiesta sul mondo dei giochi e la pubblicità 24 settembre 2014 10:35
Giochi, Binetti-Dellai: Soldi pubblicità “obbligata” a lotta ludopatia Inchiesta sul mondo dei giochi e la pubblicità 23 settembre 2014 17:59
Giochi, Fucci ﴾FI﴿: Risorse pubblicità vadano a lotta ludopatia Gaming online: Poste Italiane restituisce ai Monopoli la concessione G i o c h i e s c o m m e s s e 23 settembre 2014 17:03
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Mondiali femminili Volley: Italia prova a sfruttare fattore casalingo
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“Alla base della crescita del gioco d’azzardo tra i teenager che, secondo uno studio della Società italiana di Pediatria, vede coinvolti il 13% dei ragazzi di terza media, vi è la pubblicità incontrollata dei giochi”. E’ il Codacons che denuncia la correlazione tra la diffusione del gioco tra i minori e la pubblicità. “Nonostante i pericoli insiti nel settore del gioco, la pubblicità è totalmente incontrollata e arriva in qualsiasi ora del giorno e della notte indistintamente a tutti, attraverso tv, internet e giornali – prosegue la nota dell’associazione – Ciò determina non solo un incremento generalizzato della ludopatia, ma anche un danno per i soggetti più deboli come i minori, attratti da spot che paventano la possibilità di facili vincite”. Il Codacons tira in ballo lo IAP ﴾Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria﴿, definendolo “inerme”, come “ancor di più lo sono le istituzioni, al punto che il premier Matteo Renzi ha paralizzato il Piano di azione nazionale contro il gioco”.
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Giochi: azzardo online per 13% adolescenti, allarme pediatri Tweet Articolo pubblicato il: 24/09/2014 Teoricamente vietato ai minori, ma nella pratica di facile accesso per teenager e giovani adulti che navigano sul web. Si tratta del 'gambling', il gioco d'azzardo online che, secondo gli esperti, sta diventando una pericolosa tentazione alla quale riesce sempre più difficile resistere anche tra le fasce di età più basse. E che potrebbe costare cara. Secondo l'ultima indagine nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) - condotta su un campione rappresentativo di 2.107 studenti
Tre artisti sono stati chiamati ad inaugurare la nuova Galleria di Giacomo Guidi a Roma
della classe media inferiore - il 13% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di aver giocato, e puntato denaro, su siti d'azzardo online. Il tutto nonostante una legge che vieta ai minori il gioco d'azzardo. E la percentuale di adolescenti intervistati che ammette di aver frequentato questi siti e di aver giocato "a soldi", una o più volte, sfiora il 17% se si considerano solo i maschi. Tra i 'baby-giocatori', il 45% ha sostenuto di aver vinto, solo il 13% ha ammesso la sconfitta con conseguente perdita in denaro, mentre il 36% non ha ricordato l'esito economico delle esperienze. Ma, che si sia vinto o perso, il 32% del campione si è comunque dichiarato orientato a ripetere l'esperienza.
Oltre 17 milioni di euro falsi in banconote da 50, maxi sequestro a Caserta
"La riflessione da fare di fronte a questi numeri, che a rigor di legge dovrebbero essere 0%, è duplice. Da un lato - afferma Maurizio Tucci, curatore dell'indagine - dobbiamo constatare la pressoché nulla deterrenza rappresentata dai 'divieti ai minori' di cui il web è pieno. Dall'altro dobbiamo considerare che al di là della violazione del divieto, questi giocatori in erba hanno anche modo di gestire somme di denaro e utilizzarle in ambiti in cui dovrebbe comunque avvenire un controllo sull'identità". Continua Tucci: "I meccanismi di accesso al gioco online, la consuetudine di molti di questi siti ad offrire gratuitamente fiche di 'benvenuto', e i sistemi di pagamento ammessi, sono però tali per
Presentato il nuovo Frecciarossa, da Roma a Milano in 2 ore e 20 minuti/Video
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cui non è difficile anche per un minorenne, magari grazie a un maggiorenne compiacente, avere esperienze di gioco".
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Teenager sempre più 'social' ma fragili, insicuri e a rischio di abusi Tweet Articolo pubblicato il: 24/09/2014 (Adnkronos Salute) - Teenager perennemente connessi e sempre più 'social', ma anche più fragili, insicuri e in ansia per un 'like' in più. E' uno dei
Oltre 17 milioni di euro falsi, maxi sequestro a Caserta
dati che emergono dall'indagine della Società italiana di pediatria (Sip), arrivata alla 16esima edizione e condotta su un campione nazionale rappresentativo di 2.107 studenti della terza media inferiore. Complice il crollo dei costi d'accesso, che ha reso la connessione alla portata di tutti h24, l'81% degli adolescenti sembra passare buona parte del suo tempo sul web, collegandosi già di prima mattina. Un incremento esponenziale dell'uso di Internet tra i
Ecco il mago del mash-up: crea canzoni originali mischiando video di Youtube
giovanissimi, se si pensa che nel 2008 solo il 42% del campione navigava quotidianamente in Rete. Gli esperti giudicano inoltre conclusa la 'migrazione' dal computer allo smartphone: la percentuale di adolescenti che si connette a Internet dal telefonino è passata dal 65% del 2012 al 93% del 2014. La quasi totalità degli adolescenti, dunque, ha Internet sempre a portata di mano, in qualunque momento della giornata. E Internet vuol dire social network. Proprio per i social network si può parlare di vero e proprio boom anche fra tantissimi pre-adolescenti alla soglia delle scuole medie, che vi esercitano le loro 'sperimentazioni sociali' talvolta intrecciate, talvolta no, con la vita
La Navicella cargo Dragon 'agganciata' dalla Iss
reale. Con tutti i rischi che questo comporta. 103236
Ma quali sono i 'luoghi' della Rete più frequentati dai ragazzi? Facebook rimane al primo posto,
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con il 75% del campione titolare di un profilo sulla piattaforma inventata da Mark Zuckerberg, in passato meta agognata di molti adolescenti e oggi vetrina rassicurante per quei genitori che credono di tenere sotto i controllo i figli. Che nel frattempo sono sbarcati su WhatsApp, non solo strumento di messaggistica, ma utilizzato a tutti gli effetti come un social dall'81% degli adolescenti intervistati. A conquistare il 42% è anche Instagram, vetrina di foto ad alto tasso di
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esibizionismo, mentre il 30% dei maschi e il 37% delle femmine (percentuali in velocissima ascesa, affermano i pediatri) sono presenti anche su Ask, dove la possibilità di comunicare sotto anonimato ha dato vita a numerosi casi di cyberbullismo, a volte con esiti drammatici. Il 23%
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2/2 L'auto finisce nel laghetto ghiacciato? Un insolito modo per ripescarla
infine usa Twitter, il social meno gettonato tra i ragazzini. La condivisione dei contenuti a volte può portare a comportamenti a rischio, avvertono i pediatri: il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver postato un proprio 'selfie' provocante, percentuale certamente sottostimata se si considera che il 48% afferma contemporaneamente di avere amici e compagni che postano selfie provocanti. Tra gli altri comportamenti a rischio, ma fuori dalla cerchia degli amici e rivolti a sconosciuti, il 19% ha ammesso di aver dato il numero di telefono a un estraneo, il 16,8% gli ha inviato una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l'11,6% ci si è incontrato, il 5,2% ha accettato proposte di sesso online.
Felix Starck, 365 giorni sulla bici intorno al mondo
E se all'87,6% piace Internet perché si può stare in contatto con gli amici, per il 60,2% è addirittura irrinunciabile. A tal punto da essere il primo pensiero la mattina appena svegli (12,5%) e l'ultimo prima di andare a dormire: il 56,6% chatta la sera dopo cena e circa il 40% continua a farlo fino a tardi, prima di addormentarsi, in una fascia oraria che interferisce con il sonno con conseguenze non trascurabili sulla salute. E più social network si frequentano, più le conseguenze aumentano. La ricerca Sip ha indagato anche i rischi dell'abuso, mettendo a confronto le abitudini di chi frequenta più di 3 social con quelle di chi non li frequenta o al massimo ne frequenta uno. I risultati mostrano che i primi sono più inclini ad avere comportamenti a rischio, non solo sul solo web ma anche nella vita reale. Chi frequenta più di 3 social vorrebbe infatti apparire più grande, fuma e beve di più (con il 21% che
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dichiara di essersi ubriacato). Ma i più assidui utilizzatori dei social risultano anche più fragili e insicuri. In un contesto in cui ciò che più importa è essere 'popolari', non stupisce la larga insoddisfazione riscontrata per il proprio aspetto fisico: 6 su 10 vorrebbero essere più magre/i (il 35% ha già fatto una dieta dimagrante), o avere più seno; quasi 8 su 10 vorrebbero avere gambe più belle e in generale essere più bella/o. Preoccupazioni presenti in maniera largamente inferiore tra coloro che frequentano un solo social network o nessuno. Per il presidente della Sip, Giovanni Corsello, "i social network non vanno demonizzati perché
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hanno anche aspetti di grande utilità e socializzazione. Il problema, come sempre, è l'abuso. La migrazione degli adolescenti dal computer al telefonino rende difficilissimo per i genitori rendersi conto del tempo effettivamente speso dai loro figli sui social. E' inoltre difficile dettare regole di comportamento - osserva - dal momento che la stragrande maggioranza degli adulti non ha idea di come si sviluppa la socialità sui nuovi social network, di come si strutturano le relazioni, e non conosce il linguaggio utilizzato. In questo contesto parlare di controllo non ha più molto senso. Le nostre risorse per prevenire comportamenti a rischio - conclude - sono il dialogo, l'ascolto, l'etica comportamentale che noi adulti di riferimento abbiamo insegnato ai figli. I quali prima di essere adolescenti sono stati bambini".
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Adolescenti: 1 su 7 gioca on line. Cala la fiducia verso genitori e amici Indagine della Società italiana di pediatria. Il 13% degli intervistati ha praticato il gioco d'azzardo on line. Un adolescente su due avverte la crisi economica. Al di là della scuola, il 40% non pratica altro sport o lo pratica per meno di due ore settimanali 24 settembre 2014
ROMA - L'indagine effettuata dalla Società italiana di pediatria (Sip) ha preso in esame diversi aspetti della vita dei minori. Vediamoli. Gioco d'azzardo on line: il 13% degli intervistati lo ha praticato, anche se
Gioco d’azzardo, aumentano le persone assistite dai Sert in Emilia Romagna
vietato. Un altro 'effetto collaterale' della massiccia permanenza in rete degli adolescenti è certamente il cosiddetto 'Gambling', ovvero il gioco d'azzardo on-line, che sta diventando un pericoloso fenomeno specie tra i giovani adulti. "La sempre maggior offerta di siti - ormai legali - in cui si gioca
Un logo indica comuni e negozi slot free. “Dove l’azzardo non c’è si vive meglio”
utilizzando soldi 'veri' è una tentazione molto forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi afferma il rapporto -: i quali, a rigore di logica
Azzardo, Trevi reagisce: niente patrocinio a locali o manifestazioni che ospitano slot
età". Ciononostante, circa il 13% degli adolescenti intervistati (percentuale che sfiora
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Forum famiglie: “Conferenza nazionale in ritardo, governo stabilisca la data”
(o quanto meno di legge) non potrebbero accedere fino al compimento della maggiore
il 17% se si considerano solo i maschi) dichiara di aver frequentato questi siti e di aver giocato 'a soldi' (una o più volte), da solo o insieme ad amici. Il 45% sostiene di aver vinto, solo il 13% ammette di aver perso,
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mentre il 36% non ricorda l'esito economico della/delle esperienza. Il 32% è orientato a ripetere l'esperienza, il 45% a non ripeterla e il 18% non lo sa. Afferma il curatore dell'indagine, Maurizio Tucci: "La riflessione da fare di fronte a questi
è pieno. Il 'divieto' passa dall'essere totalmente ignorato ad essere (come proprio un tredicenne ha detto in uno dei focus group che realizziamo a corollario dell'indagine quantitativa) 'una traccia da seguire'. Dall'altro dobbiamo considerare che al di là della violazione del divieto, questi giocatori in erba hanno anche modo di gestire somme di denaro e utilizzarle in ambiti in cui dovrebbe comunque avvenire un controllo sull'identità. I meccanismi di accesso al gioco on-line, la consuetudine di molti di questi siti ad offrire
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gratuitamente fiches di 'benvenuto', ed i sistemi di pagamento ammessi, sono però tali per cui non è difficile, anche per un minorenne, magari grazie ad un maggiorenne compiacente, avere esperienze di gioco". Un adolescente su due avverte la crisi economica. Anche l'adolescenza risente della non facile contingenza economica e sociale che stiamo vivendo. Per il 48,8% la "crisi economica" ha avuto effetti sulla sua famiglia, il 27,4% risponde di non saperlo, solo il 22% ha la percezione che la crisi non abbia influito sul tenore di vita della sua famiglia. Comunque, se avessero 1000 euro da spendere le femmine indirizzerebbero gli acquisti verso abbigliamento-scarpe (66,3%), smartphone (37%) e viaggi (35,3%); mentre i maschi verso playstation/videogiochi (45,5%), abbigliamento-scarpe (41,9%) e smartphone (37,6%). Cresce la sfiducia sulla possibilità di trovare un lavoro. E negli adulti. E' sfiduciato sulle prospettive di trovare facilmente lavoro dopo gli studi il 61% dei maschi e il 68% delle femmine. Nel 2012 lo era il 57% e nel 2009 la percentuale di chi non aveva fiducia di trovare lavoro era più bassa di oltre il 10%. Complessivamente quasi uno su due (43,4%) ha la convinzione che la vita di un adolescente di trent'anni fa fosse migliore di quella di un adolescente di oggi. La maggioranza relativa dei maschi vorrebbe diventare uno sportivo, per le femmine primo posto per 'professioni' (28,9%) seguite da 'settore della moda' (19,1%). L'indagine registra un calo generalizzato di fiducia nei confronti di gran parte delle categorie, compresi e questa è una novità genitori ed amici, mentre sale la fiducia nelle forze dell'ordine e nei soldati. A sorpresa, dopo anni di calo costante, e pur rimanendo di gran lunga la categoria con più basso tasso di fiducia, invertono la tendenza i 'politici'.
Calendario In primo piano: 27/09/2014 La salute mentale: un'emergenza! La psichiatria in tempi di crisi
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Sport sempre insoddisfacente. Al di là delle due ore scarse settimanali previste dal calendario scolastico, circa il 40% non pratica altro sport o lo pratica per un tempo inferiore alle due ore settimanali. La percentuale supera il 45% per le femmine. Un dato sul quale riflettere è la percentuale di adolescenti che dichiara di non poter praticare attività sportiva extrascolastica per motivi economici. Era il 12% del 2012, mentre oggi la percentuale ha superato il 17%. Addiction, fumo di sigaretta in leggera diminuzione. A dichiarare di farne uso è il 28,3% contro il 32,2 nel 2012. Per l'uso di cannabis la percentuale di chi afferma di averne fatto uso, almeno una volta, resta costante intorno al 7% (occorre però rilevare che in tali casi la sincerità di risposta può essere condizionata dal fatto che si tratta di una sostanza illegale). Riguardo la 'contiguità' con l'addiction il 56% dichiara di avere amici che fanno uso di cannabis, il 13% di cocaina e il 16,3% di altri tipi di droghe. Rispetto al 2012 questi ultimi dati sono in sensibile aumento. Relativamente al consumo di alcol, consuma vino il 45,4%; birra il 50% e liquori il 23%, con una prevalenza dei maschi nei confronti delle femmine. Interessante osservare che mentre il consumo di vino è più alto nei piccoli comuni rispetto alle aree metropolitane, la situazione si inverte per quanto concerne la birra e i superalcolici. (DIRE)
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