C 'è molto da dire a favore del giornalismo moderno. Dandoci le opinioni degli incolti, ci tiene in contatto con l'ignoranza della comunità. OTTOBRE 2009
Quadrilatero e Corte dei Conti:
L’editoriale
Da Renzo a Sarkozy
rischi, riserve e dubbi
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Variante sud
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enzo Dragoni va inpensione. Dopo quarant'anni di lavoro. . C 'è stato un piccolo rinfresco di saluto nella tipografia del comune qualche mattina fa, a cui hanno partecipato a frotte gran parte dei dipendenti comunali; tutti convenuti per salutarlo, mentre emozionato si lasciava omaggiare ripetendo: l'ho fatto con grande amore...l'ho fatto con grande amore... E ' accaduto poco distante da qui, a due passi dalla piazza del Grano nella sede della tipografia, in Via Benaducci n°5, a fianco di Piazza Don Minzoni. Fine di una stagione. Pare che smantelleranno anche la tipografia; ormai ogni ufficio può riprodurre documenti ed impaginare testi a iosa. A scanso di retoriche e di nostalgie fuori luogo, quello che impone una vicenda umana e professionale come quella di Renzo, è il ruolo che egli a svolto per il Comune, quindi per la comunità, ma soprattutto il modo come ha inteso il lavoro e come questo sia stato fatto intendere alla collettività. Ovvero la cultura della funzione di dipendente pubblico, consapevole ed orgoglioso di assolvere un compito utile per l'interesse generale. Quel che ci si domanda, dopo intricate ed interminabili vicende di municipalizzate, partecipate, privatizzazioni, esternalizzazioni, ecc.. è quanto sia davvero di vantaggio per la comunità promuovere una cultura del lavoro, che non abbia come unico parametro quello economico, ma si rifaccia a valori etici, insomma alla considerazione sociale della funzione e del ruolo svolto. Persino il presidente francese Sarkozy, sta cercando di riformare il calcolo del Prodotto interno lordo (Pil), con indicatori che vadano oltre l'aspetto monetario, per registrare il benessere e la soddisfazione del vivere della popolazione.
Oscar Wilde
Il Comitato illustra le sue ragioni pag. 2
L'articolo 3
della Costituzione pag. 3
Acqua del Rio Fergia
difesa a oltranza
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Scuola al centro
SS. 77 Foligno Val di Chienti
La parola a Cassandra
Cosa accadrebbe da queste parti se i trafori che si stanno per eseguire dentro l'Altopiano di Colfiorito, drenassero l'acqua sorgiva che alimenta le sorgenti dal Topino al Clitunno? Non si tratterebbe di nulla di nuovo, è già accaduto al Gran Sasso e nel Muggello. Le gallerie distruggono gli acquiferi e modificano i percorsi sotterranei dell'acqua. Durante i lavori di perforazione del gigante abruzese, si intercettò un fiume che dovette essere imbrigliato e deviato; le sorgenti di quei luoghi si spensero o calarono inesorabilmente di portata e di quota. Realizzando perforazioni e sbancamenti nel tratto di Appennino tra Firenze e Bologna, per il tracciato dell'Alta velocità ferroviaria, pressoché tutte le acque
sorgive intercettate sono scomparse lasciando a secco gli acquedotti dei comuni serviti. Recentemente sono state erogate le pene ai numerosi colpevoli, ma non sono servite a restituire nemmeno una goccia a quei luoghi disseccati. Non si tratta di supposizione malevola per la SS77: i pericoli per la sorte delle sorgenti e degli acquedotti sono preannunciati nero su bianco dagli stessi estensori della Valutazione di Impatto Ambientale (Via). Essi dichiarano che i fondi non sono stati sufficienti per studiare dettagliatamente le con-
seguenze sulla sorte delle acque. Malgrado ciò considerano realistico che i tracciati delle gallerie e degli sbancamenti, possano interferire con i percorsi sotterranei della ricarica delle sorgenti, che dipendono dal grande bacino di raccolta di Colfiorrito, con la conseguenza riduzione o scomparsa delle emergenze acquifere. Per noi abitanti della Valle Umbra Sud che attin-
giamo tramite l'acquedotto di Ra-siglia ed altri di minor portata, così come per i fiumi Topino, Menotre, Clitunno e Chienti sul versante marchigiano, potrebbe voler dire crisi irreversibile e modificazione orografica irrimediabile. E se il drenaggio di Colfiorito avvenisse di colpo come al Gran Sasso, cosa potrebbe accadere? Una valanga d'acqua stile segue a pag, 2
Riforma. Sicurezza. Mediazione
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Lavoro
Umbria in cassa integrazione Aiuti economici alle famiglie pag. 6
Sciopero nazionale i metalmeccanici manifestano a Roma per il contratto il 9 ottobre 2009
Orsa di ferro
Treni in partenza
Parlare oggi di servizi ferroviari, è quanto meno pleonastico. Il mondo ferroviario è totalmente cambiato e quando sentite o sentirete qualcuno parlare di "Foligno città ferroviaria" state sicuri che mente sapendo di mentire. Perché nonostante tutto la gomma la fa da padrona anche in Umbria. Alla fine degli anni ottanta, quando l'appellativo di"Foligno città ferroviaria" aveva ancora un senso, il comparto del trasporto su ferro dava lavoro a circa 3000 addetti, di questi solo le Grandi Officine se ne prendevano poco meno della metà. Gli altri suddivisi tra macchinisti, capitreno, servizi lavori degli Impianti Elettrici, Squadra rialzo, Cantiere Iniezione Legnami, Manovra, Verifica ecc. 3000 lavoratrici e lavoratori che avevano alle spalle altrettante famiglie che sono cresciute, che si sono sviluppate consentendo ai propri figli di studiare e di avere un percorso diverso e forse una
vita migliore. Famiglie che vivevano a Foligno e che qui spendevano i propri soldi dando linfa vitale al commercio di questa città che ora, anch'essa, è investita da questa congiuntura che ormai tutti chiamano crisi. Le maestranze impegnate sul fronte ferroviario si sono ridotte a meno di un terzo; l'incertezza regna sovrana; l'attacco sferrato negli anni alle ferrovie da Amministratori Delegati, Presidenti e Direttori vari che si sono susseguiti alla testa di questa azienda hanno contribuito a spolpare tutto, anche quello che di buono andava mantenuto. Il sindacato tutto, a volte poco at-
tento agli eventi, a volte poco lungimirante (questo mea-culpa non sarà condiviso ma a me piace essere onesto), ha condiviso percorsi, più o meno disinteressati, tendenti ad accettare processi di ristrutturazioni aziendali senza futuro per i lavoratori e le lavoratrici di questo comparto e sempre più favorevoli verso una dirigenza che in virtù di questi processi, dividevano premi molto spesso esagerati. Invertire ora la rotta, è cosa quasi impossibile.Bisognerebbe prendere coscienza che, come dice la Costituzione, il diritto alla mobilità è effettivamente segue a pag. 7
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OTTOBRE 2009
Gli occhiali di Gramsci
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olo l'uomo è il padrone dell'uomo, e la sua eredità è il pensiero: la parola lo concreta, lo trasmette e ci unisce e ci fa umani. Senza di lei e senza i nostri simili non saremo mai altroche lupi e cuccioli di lupi. Ecco perché dobbiamo anoi stessi di imparare arricchire e trasmettere ciò che ci rende compiutamente umani. ilpensiero umano e il suo prodotto, la cultura, ci unisce e ci fa crescere e guida il nostro agire in cerca di giustizia Nessuno morirà mai del tutto, se non sarà dimenticato. Il suo pensiero continuerà a costruire futuro oltre qualsiasi muro di prigione. Clementina Ciccarelli
continua dalla prima...
Cassandra Vajont si riverserebbe nelle valli sottostanti con effetti spaventosi per persone, animali e cose; una catastrofe che a nessuno sarebbe lecito nominare come: naturale. Gli estensori del Via, pur dichiarando le innegabili lacune dello studio, ritengono l'evento del sacrificio delle sorgenti, tanto probabile da esortare i sindaci e le autorità preposte ad individuare per tempo fonti alternative di approvvigionamento idrico per le popolazioni coinvolte. Di fatto è come se sussurrassero alle orecchie dei comuni di Foligno, Spello, Bevagna, Noce-ra, Valtopina, Montefalco, Trevi, Giano dell'Umbria, Castelritaldi, Campello sul Clitunno. Da queste lande l'unica acqua buona è quella sorgiva di fonte appenninica. Quelle profonde di pianura sono tutte compromesse da residui chimici, in prevalenza di provenienza agricola. Quando vengono attinte per integrare la distribuzione, come fa Perugia con i pozzi di Petrignano e Cannara, oppure come accade a Foligno con i prelievi a Santo Pietro, diventano potabili perché abbondantemente mescolate con le chiare e fresche e dolci acque, nonché caste, dei nostri monti. Dopo quest'ultima tornata elettorale, c'è qualche sindaco, o consiglio comunale, disposto a considerare Cassandra attendibile o si preferisce, come al solito, lasciarla alla sua (e nostra!), sorte toccando ferro? P-f
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l progetto infrastnitturale viario Quadrilatero consiste nel completamento di due arterie principali, l'Asse Foligno-Civitanova Marche (S.S. 77) e l'Asse Perugia-Ancona (S.S. 76 e S.S. 318), e nella realizzazione di opere viarie e infrastnitturali complementari. Tra gli aspetti che comportano una non trascurabile inquietudine nella realizzazione del progetto vi è il Piano di Area Vasta intimamente connesso con la realizzazione della opera (definita tale dal legislatore anche se in molti fanno notare che si tratta in realtà di un complesso di 11 opere diverse ) perché nata per cofinanziare il progetto stesso. Il precedente Governo Berlusconi definì il Pav l'aspetto più innovativo e se a questo aggettivo si toglie l'accezione positiva che siamo soliti conferirgli, non si può negare che vi sia uno stravolgimento dei principi con risvolti concreti.
L'INVENZIONE DEL QUADRILATERO Partendo dall' assunto che: "il potenziamento e la realizzazione di infrastrutture viarie, oltre che a migliorare la qualità della vita del territorio, creano le condizioni per un incremento dello sviluppoeconomico" il Pav prevede che il territorio beneficiante dell'opera contribuisca e colmi la differenza tra i 1700 milioni stanziati dallo Stato e i 2157 milioni di costo previsto dell'opera Come? A partire dalla realizzazione delle aree leader ovvero di un numero di aree, (previste fino a 15) urbanizzate per fini produttivi, commerciali o di servizi di cui dicono di catturarne il valore. Come? I canoni di concessione, PICI e parte degli oneri di ur-
banizzazione saranno sottratti agli Enti Locali ai quali normalmente spetterebbero questi introiti Questo è un primo sconvolgimento, il prelievo fiscale attuato dai Comuni dovrebbe servire all'intera comunità è quindi un contributo sia alla urbanizzazione del territorio o meglio alla gestione dello stesso che è una peculiare proprietà degli Enti Localisia all'offerta di strutture e servizi sociali. Come dire che spetta ai Comuni armonizzare la loro specifica comunità con i cambiamenti in atto e che si estrae una parte del possesso privato per renderlo bene comune. Proprio per questo se un Ente pubblico realizza una infrastruttura si parla soli-
tamente di un investimento che dovrebbe produrre un ritorno sia economico sia sociale. Il principio che regola il Piano di area vasta è invece opposto, l'opera non è a servizio della realtà sociale ma assume la centralità del progetto tanto che da essa non si generano entrate nei soggetti pubblici ma piuttosto le cattura proprio al fine di realizzarsi. Questo schema si ripete con i privati visto che il Pav reperirà anche il contributo delle Camere di Commercio avvalendosi della legge 580 del '93, poiché si diceche la realizzazione della "Quadrilatero" generi un aumento della produzione e un miglioramento delle condizioni socioeconomiche del terri-
torio queste potranno aumentare per gli esercizi di riferimento la misura del diritto annuale fino ad un massimo del 20%. Una ultima considerazione, nelle 8 aree leader fino ad ora approvate, più che la realizzazione di siti produttivi, insomma più che stimolare il manifatturiero locale, fanno la parte da leone le aree destinate a servizi e aree commerciali, come nel caso della piastra logistica di Foligno. Ci sembra dover sottolineare che anche queste non saranno uno strumento per settori a dir poco debilitati ma ricadono in quel circuito economico che la ricchezza non crea, vi sarà, forse, qualche posto di lavoro ma non sarà nulla di strutturale e incisivo nella nostra comunità. Ci sembra infne di poter mettere in dubbio il presupposto che ogni infrastruttura sia necessariamente un bene. Nico Malossi
I dubbi della Corte dei conti Il magistrato dott. Fabio Gaetano Galeffi, nella relazione presentata nell'anno in corso, ali 'esame della Corte, sullo stato dei lavori del Progetto Quadrilatero, sintetizza nel modo che segue i rilievi effettuati sul complesso dell'operazione
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1 costo complessivo del "Progetto Quadrilatero" è pari a circa 2.156 Meuro, in parte a carico del bilancio pubblico ed in parte da finanziarsi attraverso il Piano di area vasta (Pav), che costituisce la vera innovazione del progetto. Le opere sono suddivise in due maxilotti, rispettivamente per l'area della Val di Chienti (S.S. 77) e per l'area della Val d'Esino (S.S. 76 e S.S. 318). La relazione mette in luce alcuni caratteri e criticità del progetto, ed in particolare: La circostanza che un progetto strategico di rilevanza nazionale riguardi, sia pure in parte, strade nel frattempo divenute non statali; La impossibilità di esprimere una valutazione sul modello 'cattura di valore " e "Piano di Area Vasta ";
Un certo srado di lentezza nella realizzazione fisica del programma; Una tempistica di programmazione non più coerente con i tempi di realizzazione dell 'intervento; Quadrilatero al riguardo ha anticipato nel corso dell'adunanza di voler procedere all'aggiornamento del cronoprogram-ma; L'utilizzo della figura del "soggetto atuatore unico", intesa come Società pubblica di progetto ai sensi dell 'art. 173 del d.lgs. 163/2006, che non ha mostrato sinora un significativo incremento della funzionalità in termini di tempo; Una scarsa capacità di spesa, evidenziata dallo stato di avanzamento dei lavori al 31 ottobre 2008, pari complessivamente all'1,37% degli importi aggiudicati (22,25 Meuro rispetto a 1.620,97 Meuro).
Variante sud
L'autostrada dei campi
Una striscia di catrame da Sterpete a Cave, propaggine del Progetto quadrilatero, che amplie-rebbe ancora di più l'edificato urbano mangiandosi il poco che resta di quella che fu la fertile piana folignate. Però c'è un comitato...
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l comitato “Variante sud" composto in prevalenza da residenti e produttori delle zone interessate, insieme a cittadini ed ambientalisti militanti, è attento e vigila sulle vicende relative alla eventuale realizzazione di un'opera a più riprese definita "Ecomostro". Il comitato non è contrario alla realizzazione di una strada che colleghi i quartieri a sud di Foligno, ma chiede di sedersi intorno ad un tavolo, per confrontarsi e ragio-
nare insieme sul da farsi. Auspica incontri, aperti ai cittadini, con la nuova amministrazione comunale, che ha impostato la campagna elettorale sulla trasparenza e sulla partecipazione; occasioni precedentemente reclamate ma non ottenute. Il comitato si è fino a qui opposto perché il Comune intende realizzare la Variante sud apportando modifiche rilevanti a quanto previsto dal Piano regolatore generale (Pgr). Una variazione che com-
porterebbe un diverso percorso ed una differente tipologia della strada; ampliatala carreggiata prevista da sette metri, agli undici; pesantemente impattante per il paesaggio e l'ambiente agricolo di pregio; inutile sotto il profilo viario, perché è sufficiente la Flaminia per il traffico tra nord e sud; dannosa per il territorio perché devasta abitazioni ed aziende agricole. Una variante dunque, che perderebbe la sua funzio-
ne di strada di collegamento tra i quartieri e di limite invalicabile dell'espansione dell'edificato urbano verso la pianura; così comedefinita dagli stessi esten sori del Pgr. Poi modificata da alcuni tecnici comunali cambiando il corredo documentale con manovre a nostro avviso di dubbia trasparenza e correttezza, sia dal punto di vista tecnico sia da quello politico. Prova inconfutabile la relazione contraria all'opera in variante al Pgr, dell'al-lora dirigente del-
l'area urbanistica architetto Luciano Piermarini, parere che doveva essere incluso nella pratica preliminare da inviare a tutti gli enti governativi, così come richiesto dalla "legge obiettivo". Invece la pratica non si avvale di quel documento, mentre l'architetto non è più dirigente dell'urbanistica comunale. Un altro aspetto inquietante della mala gestione di questa rocambolesca vicenda emerse quando FU maggio 2008 l'amministrazione presentò un progetto preliminare denominato "studio di fattibilità tecnica" che saltò fuori successivamente ai due progetti presentati come definitivi, di cui il primo addirittura andato in gara d'appalto internazionale ed elaborato con la sola approvazione del sindaco, senza alcun parere
OTTOBRE 2009 Costituzione di carta
fondata sul lavoro, dovevano valere i principi dello stato liberale, resi però esigibili da una attenzione alle condizioni reali in cui si venivano a trovare i cittadini, affinché non ci si limitasse ai proclami, ovvero alla dichiarazione astratta e formale priva di pregnanza materiale, che avrebbe sancito il perpetuarsi del dominio dei privilegiati. Si tratta di una delle mediazioni concettuali meglio riuscite prodotte dalle tre culture che si confrontarono (scon-
trarono!), all'interno del dibattito costituzionale: la liberale, la socialcomunista e la cattolica, che si diedero battaglia aspra, nella convinzione comune di dover comunque arrivare ad un punto di incontro che permettesse al Paese di restare unito e di trovare rinvigorito slancio nelle pratiche della democrazia sostanziale. A proposito di partecipazione, più volte si è fatto notare che, stando alla chiusa dell'articolo in questione, sarebbero solo "i lavoratori" deputati a partecipare "...all'organizzazione politica, economica e sociale delPaese."; come se coloro che non rientrassero in tale categoria sociale, mettiamo a caso pensionati e studenti, non avessero di-
ritto di occuparsi liberamente della vita della polis. Tale lettura non corrisponde affatto allo spirito della Carta; perché in questa accezione il sostantivo "lavoratori" va inteso in senso estensivo riferito a chiunque svolga una qualche attività materiale o immateriale; in quanto si considera lavoro qualsiasi occupazione, anche al di fuori dei canonici rapporti di lavoro. Tanto è vero che: "...il pieno sviluppo della persona umana", che la Repubblica ha il compito di perseguire, è direttamente correlato, quale necessaria premessa, proprio al ruolo di lavoratore, cioè di cittadino socialmente consapevole ed attivo. Piero Fabbri
lazione scientifica giurata, da parte dei professori Sappa e Tulipano, docenti dell'Università La Sapienza di Roma, i pozzi perforati costituiscono un pericolo di varia natura per la sicurezza e per l'inquinamento; ma in modo ancora più preoccupante per i bypass creati fra le diverse falde ed il conseguente
enorme danno ambientale che perdura ormai da oltre sei anni. Il comitato vorrebbe che qualcuno spiegasse il perché, stando a quanto pubblicato dall'Arpa regionale, le sorgenti umbre hanno tutte ottenuto ultimamente un incremento di portata, tranne quelle della dorsale dell'Appennino gualdese di
Vac-cara e Boschetto. E' in corso un'altra raccolta di fondi per sostenere le nuove iniziative legali e le prossime manifestazioni Non mancherà nemmeno la presenza ai consigli comunali, quando verranno affrontate tali questioni per far venire allo scoperto chi è veramente dalla parte dei cittadini che difendono l'acqua. Intanto il comitato si allarga e si consolida: dopo l'adesione di Massimo Nichelini, in rappresentanza di un gruppo di sostenitori di Fabriano, ne è entrato a far parte anche Giuseppe Tordoni, già sostenitore ed animatore dei simpatizzanti di Foligno, da sempre vicini alle istanze degli amici del Rio Fergia, anche per arginare le preoccupazioni riguardo il fiume Topino. Si è così costituito un asse "Fabriano - Gualdo Nocera - Foligno" di "protezione e vigilanza" della dorsale appenninica. Comitato Rio Fergia
E' compito della Repubblica L'articolo terzo della Costituzione italiana sancisce dignità sociale ed uguaglianza di fronte alla legge per consentire a tutti l'effettiva partecipazione alla vita democratica. Se si cercasse una sintesi estrema per redigere una carta costituzionale, l'articolo tre della Costituzione della Repubblica italiana, sarebbe senz'altro adatto all'occorrenza. Il primo comma sancisce la pari dignità sociale e l'uguaglianza di tutti (tutti!) i cittadini di fronte alla legge. Mentre il secondo impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che renderebbero inefficaci tali assunti. Il pregio della lettera dell'articolo tre sta nella
forza e nella chiarezza con la quale si dettaglia lo status dei cittadini:"...senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.": così come con altrettanta nettezza viene imposto alla Repubblica il "compito" di rendere effettiva l'uguaglianza, la libertà e la partecipazione alla vita democratica del paese. Illustri commentatori si sono soffermati a lungo sulla natura program-
matica di questo articolo. L'Italia del dopo guerra, strapazzata dalla ventennale dittatura fascista, intendeva rifondare lo stato su basi autenticamente democratiche, in modo che gli enunciati fossero poi sostanziati da politiche conseguenti e perseguenti il benessere di tutta la popolazione. Era necessario cancellare l'obbrobrio delle leggi razziali e vaccinarsi da qualsiasi altro intento escludente di carattere politico o sociale. Per la nuova Repubblica
Acqua Rocchetta
SUONA LA.. .POMPA
Il Comitato Rio Fergia, dopo l'assemblea popolare tenutasi lo scorso 21 agosto a Boschetto di Nocera Umbra, conclusasi a voto unanime, intende proseguire l'iter per: la chiusura con cementificazione dei pozzi di ricerca "Rocchetta " in località Corda e Rigali; ripristinare lo stato originario dei luoghi alterati dalle escavazioni.
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ualora le richieste non venissero soddisfatte da chi di dovere, entro i tempi prefissati, verrà attivata la procedura per ottenere la nomina di un Commissario ad acta, insieme alla presentazione di ulteriori denuncie penali e civili con la richiesta di risarcimento dei danni. Il comitato si vede costretto ad affrontare con decisione la situazione, soprattutto per la strana aria di indifferenza che sta aleggiando in questa fase che, dovrebbe essere, definitiva per l'archiviazione delle illegittime concessioni ad ulteriori attingimenti decisi dalla Regione dell'Umbria. Le
perplessità si sono accentuate anche a seguito della lettera che il sindaco di Gualdo Tadino, ha inviato alla Regione e ad altri enti competenti. Si accenna in modo nebuloso di:"contraddittorio", quasi a significare il proseguo di un ulteriore braccio di ferro con la popolazione contraria ai prelievi. E'cambiato il suonatore (sindaco) ma la musica è sempre la stessa? Perché dichiara alla stampa: "no ad ulteriori concessioni" e poi non pone veti definitivi per la chiusura di questa grottesca vicenda? L'unica certezza è che, come riportato nella re-
della giunta o del consiglio comunale o degli altri organi a garanzia della democrazia. Il comitato difende fermamente quelle aree agricole peculiari, quei paesaggi rurali caratteristici della nostra pianura, tutelati sia dagli atti comunali, sia dalle leggi regionali, dove ancora si producono prodotti tipici, che in tempi di crisi, quali gli attuali, costituiscono una risorsa sostenibile e salutare per la comunità. Vogliamo denunciare che se si realizzasse una strada tanto sovradimensionata, andrebbero perduti decine di ettari di cereali, di foraggio, insieme alle stalle dove fortunatamente ancora si allevano bovini in maniera artigianale, la tipica coltivazione del "fagiolo di cave", lo sradicamento della coopera-'tiva sociale "Ariel" nelle
campagne a sud di Sterpete, che ospita e dà lavoro a persone diversa'mente abili nel settore floro-vivaistico e agrobiologico. Non diciamo no a tutto perché comprendiamo la necessita di un collegamento fra le frazioni a sud della città, ma la zona agricola di pregio deve essere rispettata. L'amministrazione comunale ha tentato di scaricare responsabilità e colpe sulla Quadrilatero spa e sugli altri soggetti artefici del Progetto quadrilatero, a cui fa capo anche questa opera. Così facendo il comune ha dimostrato malafede e scarsa considerazione del rispetto che si deve ai cittadini ed ai loro reali interessi generali. Sappiamo per certo che persino i tecnici della Quadrilatero spa sono scettici sulla adeguatezza del
progetto "Variante sud" per la nostra città. Ci opponiamo sia alla modifica del tracciato, sia all'ampliamento della carreggiata, perché l'opera mastodontica isolerebbe le frazioni, disseminerebbe cemento armato nelle campagne, imporrebbe imponenti terrapieni per le sopraelevazioni. Mettendo in conto inoltre le inevitabili nuove urbanizzazioni che seguirebbero, se la strada non fosse realizzata come argine del già costruito. Il comitato valuterà le eventuali azioni da intraprendere qualora l'amministrazione continui a testa bassa l'iter per la realizzazione di una infrastruttura dissennata e catastrofica, che anziché collegare divide ed isola le frazioni e gli animi delle persone. Luigi Casini
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OTTOBRE 2009
La scuola tagliata
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la chiamano riforma quella di una scuola che licenzia e taglia i fondi per fare cassa. I dati ci dicono 15.000 docenti fatti fuori in tre anni, quasi 6.000 solo in questo anno. Una logica aziendalista che con la scusa del risparmio spreca energie e professionalità e attacca il "diritto allo studio dei cittadini. E ' adesso che la scuola ha bisogno di risorse, progetti di ricerca e di valorizzare studenti e insegnanti. Invece è da una politica di tagli e mancati investimenti che la scuola pubblica è stata impoverita, resa traballante, costretta a vivere alla giornata anche nei comparti finora riconosciuti più validi. Anni di lotte sono occorsi per affermare una scuola di base che non escludesse, non mettesse il segno blu e rosso su quello che il ragazzo "non sa fare" ma fosse, al contrario, in grado di esaltare le capacità di ciascuno. Una "scuola dell 'obbligo " in grado di accogliere tutti come ebbe a raccomandarci Lorenzo Milani nella sua "lettera a una professoressa". Le scuole a "tempo pieno " sono oggi ridotte a isole disperse nel territorio. Il "modulo"(tre insegnanti su due classi), viene stroncato da una politica di tagli e spezzettamenti che avvilisce la pedagogia finendo per umiliare la professionalità dell 'intera categoria docente. Negli anni passati si era fortemente voluto il superamento del "voto" considerato inadeguato per esprimere una valutazione e si è lottato per il superamento del "maestro unico" che faceva il "tuttologo" in una scuola che già da molto tempo ha smesso di essere l'esclusiva agenzia pedagogica della società. Adesso invece indietro tutta. Si è cominciato con l'aumento di alunni per classe (anche più di 25) e il depotenziamento del "lavoro di gruppo" degli insegnanti messi ko dalla burocrazia delle "scartoffie" e travolti quotidianamente da un carosello di supplenze e sostituzioni. Il resto viene da sé: dirigenti scolastici sempre più ragionieri nel gestire quel poco di soldi disponibile, e quindi sempre più distratti dal compito pedagogico. Insegnanti ridotti ad una precarietà esistenziale faticosa. Studenti sempre meno motivati. In altre parole una scuola pubblica povera, ridotta a tradire il proprio compito e misera perché incapace di sostenere un progetto di futuro credibile. Ma questo è un problema non solo della scuola. Giorgio Filippi
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’anno scolastico appena iniziato, già lo sappiamo : sarà indimenticabile. La "riforma Gelmini", anche nella realtà dell'Istituto Comprensivo "Giuseppe Parini" di Castel Ritaldi, si è abbattuta pesantemente sull'organizzazione, quindi sulla didattica dei tre ordini di scuola che lo costituiscono. Nella scuola dell'infanzia l'aumento del numero di alunni per sezione fino a 29, l'anticipo della iscrizione per i bambini che compiono tre anni entro il 30 aprile e, non più entro il 31 gennaio, ha determinato il costituirsi di quattro sezioni così eterogenee per età ed esigenze fisiche ed intellettive, che diventa sempre più complesso, per non dire quasi impossibile, costruire un percorso formativo coniugato sapientemente alla necessità di cura. Nella scuola primaria a seguito della riduzione drastica della compresenza, si è verificata la perdita di due insegnanti su quindici, con conseguente riorganizzazione delle classi. Attualmente le classi prime e le quinte hanno mantenuto il modulo classico: nelle prime si è scelto per dare maggiori
La riforma a scuola
Modello accetta e bacchetta
Al centro come in periferia si è alle prese con i cambiamenti della riforma. Le difficoltà già presenti si acuiscono. I tagli complicano l'organizzazione e impoveriscono l'offerta formativa. Anche se il peggio è prevedibile per i prossimi anni. Abbiamo cercato di metterne a fuoco gli effetti analizzando la realtà scolastica di un piccolo comune.
opportunità agli alunni, nelle quinte per garantire la continuità, criterio che orienta in mod prioritario tutte le scelte nella scuola. Le classi seconde, terze e quarte hanno docenti che svolgono attività prevalenti, ed altre che completano con un impegno orario inferiore le trenta ore settimanali che fanno gli alunni. La diminuzione di due docenti ha prodotto anche un orario diverso dallo scorso anno; a fronte di due rientri pomeridiani se ne può fare soltanto uno, inoltre l'orario antimeridiano si è allungato di mezza ora passando dalle otto alle tredici e trenta per cinque giorni. Ricordiamo che su un totale di 172 alunni tutti hanno richiesto le trenta ore . Nella scuola secondaria di primo livello (ex media) la diminuzione oraria da
trentatré a trenta ore settimanali, ha avuto come conseguenza l'eliminazione dei laboratori, spazio vitale per i ragazzi dove le diverse le modalità cognitive avevano modo di esprimersi e, dove, il saper fare si coniugava con il sapere e viceversa. La scomparsa delle ore a disposizione per la cattedra di lettere si è trasformata in impossibilità di una progettazione di supporto e sostegno ai ragazzi in difficoltà. Da questo quadro connotato da riduzioni nei vari ordini di scuola, ne discende che non ci saranno più docenti a disposizione per eventuali supplenze brevi e le sezioni e/o le classi scoperte verranno divise in piccoli gruppi (6, 7, 8. alunni ) e smistati nelle altre classi in cui la presenza del docente è effettiva. Che ne sarà del piano
Foligno: direttore dixit Piergiorgio Lupparelli
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a scuola media Carducci da quest'anno è istituto comprensivo. Accoglie le cinque classi di scuola elementare e le due sezioni di scuola materna di Sterpete. Arrivo alle nove di mattina, la scuola è in piena attività e quello che mi colpisce è proprio il silenzio e un grande ordine. Comunico questa mia gradevole sensazione al dirigente Piergiorgio Lupparelli che quasi si schermisce "Qui abbiamo gli spazi necessari per una buona organizzazione". 580 sono gli alunni, 49 gli insegnanti. "Il numero di alunni per classe è la questione principale da affrontare, già il parametro di ventotto alunni è alto, abbiamo però una migrazione continua che ogni volta fa saltare le previsioni programmate. Fino a ottobre e novembre ci troviamo nell'impossibilità di pianificare gli ingressi. Si pone un problema di equa distribuzione tra le classi. Alla fine una soluzione si trova sempre. Per fortuna che qui il Comune ha fatto degli ottimi investimenti in sicurezza e noi siamo a posto. Come sai bene quando si superano i 29 alunni per classe scattano nuove procedure e nuovi parametri di sicurezza. E va ricordata la questione principale: un eccessivo numero di alunni per classe pesa sulla didattica. Diviene una grande fatica sia per gli alunni che per i docenti". gf
Walter Fusi
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l terzo circolo didattico di Montecer-vino conta 835 alunni tra scuola elementare e materna e una settantina di insegnanti. Prevalentemente interessa le zone della città tra viale Firenze e Prato smeraldo. Su questo inizio di anno scolastico abbiamo chiesto il parere del dirigente scolastico Walter Fusi, che ci dice essere due i fattori prevalenti di criticità. Il primo è quello dei finanziamenti, che si presenta ogni volta più grave senza venir mai risolto compiutamente. Le difficoltà che si incontrano riguardano la gestione ordinaria. "Mancano spesso i materiali di facile consumo", compresi i beni per l'igiene. Altro elemento critico è la realizzazione dei progetti. Spesso occorre rivolgersi ai "privati" che magari ti sostengono una volta e basta e salta la continuità. "Nella gestione del personale docente siamo costretti a seguire degli schemi predeterminati che irrigidiscono la tipologia del rapporto di lavoro. Tutte questioni che non consentono di dare contenuto e valore alla autonomia scolastica la quale così rischia di diventare una formula. Già adesso, in questa fase di inizio, è complicata la gestione dei supplenti per le difficoltà burocratiche, gestionali e regolamentari". gf
di lavoro di tutti i soggetti coinvolti? Come si farà fronte ad una scuola sempre più connotata da bisogni formativi diversificati dovuti al disagio sociale e alla scelta di integrazione? Ultimo problema, l'Istituto Comprensivo non raggiunge le cinquecento unità necessarie per mantenere l'autonomia dirigenziale ed amministrativa; si prevede un accorpamento con altri istituti, forse per ordine di scuola; assisteremmo così allo smembramento di un percorso formativo che attualmente è garantito in continuità dalla scuola dell'infanzia fino alla secondaria di primo li-
vello. Inoltre, visto che l'Istituto è l'unico presidio scolastico del Comune di Castel Ritaldi esso rappresenta punto di riferimento e partecipazione per l'intera comunità di questo piccola realtà locale. Lo scorso anno, proprio in occasione della proposta Gelmini, questa piccola comunità si è mobilitata con manifestazioni di dissenso nel territorio, richiedendo ed ottenendo dal Sindaco un Consiglio comunale aperto per discutere del futuro della scuola. E... non finisce qui, questo è lo scenario relativo al primo anno di applicazione della "riforma Gelmini", per i prossimi anni i tagli continueranno, già sappiamo che tra il personale Ata (addetti alla segreteria) e tra gli ausiliari ci sarà la perdita di una unita per ogni settore, tra i docenti vedremo a quanti e a chi toccherà. Non c'è nulla da aggiungere, se non buona fortuna. Nella Propersi
Mediazione linguistica
MAMMA, A SCUOLA Com'è difficile il primo giorno di scuola in una scuola d'infanzia! I bambini non volgiono lasciare la mamma, piangono e si disperano...
N
on è passato un mese, e la vita scolastica è in pieno fermento: bambini e bambine hanno imparato a conoscersi, e trascorrono serenamente il tempo di scuola imparando a convivere e condividere. E com'è il primo giorno in una scuola frequentata da bambini e bambine di tante provenienze geografiche? che si trovano in un ambiente che non capiscono, circondati da persone che parlano lingue sconosciute? Le maestre fanno fronte anche a queste situazioni, e i risultati di sicuro arrivano, ma a prezzo di disagi e sofferenze aggiuntive che non hanno niente di naturale e che devono essere evitate in una comunità attenta alle esigenze di tutti, a partire dai più deboli. Dobbiamo dare atto al Comune di Foligno di avere risposto ai bisogni emergenti nella scuola in questo tempo di grandi trasformazioni, avviando in tutta la scuola dell'obbligo un'attività di mediazione culturale in collaborazione con la coop. sociale "La Locomotiva"; e di aver arricchito tale attività di un intervento ulteriore, sostenendo i progetti delle associazioni "Casa dei Popoli" e "Un Ponte di Mamme". Le associazioni sanno bene che una serena convivenza civica si realizza a partire dalle esperienze relazionali dei più piccoli, perciò hanno elaborato un progetto che prevede l'intervento a scuola di esperte mediatrici di origine straniera, padrone della lingua italiana e della lingua d'origine, per infondere sicurezza ai bambini e alle bambine di diversa provenienza, per dar loro la possibilità di esprimer-
si, ascoltare e dialogare. Com'è salutare sentire la lingua conosciuta, come diventa facile, sostenuti dalla voce amica, entrare nei giochi, metter mano ai lavori, ai libri, alla scrittura! Una sottolineatura è d'obbligo, per contrastare le proposte di separazione che spesso risuonano nella strade e nei palazzi: l'iniziativa non modifica il regolare svolgimento dell'attività didattica perché
OTTOBRE 2009 SCUOLA SICURA
Imparo tranquillo? In base ai dati in possesso del Codacons, gli edifici scolastici in Umbria che dispongono dei certificati di agibilità statica sono il 70 per cento, di agibilità igienico-sanitaria il 67 per cento, di prevenzione incendi il 50 per cento, gli impianti elettrici a norma il 75 per cento, le porte antipanico l'84 per cento e le scale di sicurezza l'80 per cento Lo ha reso noto lo stesso Codacons, alla fine del 2008, in un comunicato stampa diffuso a livello nazionale dopo il crollo della scuola in Piemonte. Il rimpallo di competenze con le amministrazioni ( comune, provincia, ecc. ) tenute per effetto di norme e convenzioni ad assicurare la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati alle istituzioni scolastiche ha notevolmente rallentato gli interventi necessari alla rimozione dei rischi. Penso che sia il momento di voltare pagina,
bisogna realizzare una vera e propria trasformazione culturale di tutti i soggetti che a vario titolo e con diverse competenze sono chiamati a concorrere a garantire la sicurezza in ambito scolastico: dal datore di lavoro fino all'ultimo degli operatori tecnici. Ma è necessario soprattutto che i docenti svolgano quella indispensabile azione di stimolo e di sensibilizzazione nei confronti degli alunni, trovando anche opportune forme per coinvolgerli in quella che dovrebbe diventare una vera e propria Operazione Prevenzione. La scuola è il luogo in cui potremo misurare la portata reale del cambiamento di mentalità in materia di approccio alla sicurezza : dovranno cambiare le risorse messe a disposizione per questi scopi ai capi di istituto ma si dovrebbero modificare i programmi ministeriali, dovrebbero essere in-
centivate le disponibilità dei docenti che realizzano progetti tesi ad eliminare le barriere anche culturali che attualmente impediscono la auto-formazione dei soggetti che dovrebbero contribuire alla realizzazione del piano di sicurezza complessivo dell'istituzione scolastica. Lo strumento di tutto ciò è il Pof (Piano dell'Offerta Formativa) che rappresenta il documento d'identità di un istituto scolastico. E' lo strumento per il miglioramento dell'of-
gli alunni restano nelle loro classi e, grazie a queste presenze di sostegno, superano i disagi e imparano velocemente la nuova lingua; si instaura un clima di reciproca confidenza che agevola l'apprendimento,
e offre pari opportunità di successo scolastico a tutti i bambini e tutte le bambine, provenienti da ogni parte del mondo. Francesca Gianformaggio
Premi letterari
Le fiabe di Castel Ritaldi Nel Paese delle fiabe si è conclusa la decima edizione del premio "Mario Tabarrini". Tre giornate di iniziative: 18, 19, 20 settembre, hanno fatto da contorno alla premiazione dei vincitori delle diverse categorie di "ideatori" di favole. Il filo conduttore è stato l'anello; incantevole ed incantata presenza di tante storie fantastiche. Il tema ispiratore per il concorso dell'anno prossimo sarà invece affidato alle "ali": accessori indispensabili per fantastiche avventure. L'intraprendente Comune di Castel Ritaldi, organizzatore della affermata manifestazione che accoglie partecipanti da tutta Italia, ha profuso ogni sforzo affinché soprattutto i bambini, fossero i protagonisti della scena; in modo da stimolarne la creatività, inducendoli alla dimestichezza con libri e letture. Oltre alle consuete categorie, ripartite per età dei partecipanti (dai bambini agli adulti), che hanno ricevuto premi in denaro ed in libri, da questa edizione è stato assegnato un particolare riconoscimento per l'originalità, dedicato al compianto Roberto Abbondanza, insigne umanista perugino, professore e poeta, impegnatosi con dedizione ed assiduità per l'affermazione del Paese delle fiabe. Per info e regolamento del concorso: www.paeseclellefiabe.it
sfogliando
MI CAPISCONO ...e piano piano le maestre, con la loro professionalità, li introducono alla dimensione della vita associata, anche parlando altre lingue
ferta formativa nel quale la "sicurezza" dovrebbe risultare come una delle opzioni fondamentali, tanto nell'elaborazione globale quanto nella redazione delle pianificazioni particolareggiate, nell'ambito del carattere unitario, organico e condiviso che deve caratterizzare l'attività elaborativa e progettuale dell'istituzione scolastica. L'educazione alla sicurezza e al miglioramento delle condizioni ambientali deve costituire compito fondamentale dell'istituzione scolastica e deve essere basato sulla formazione e sull'informazione di tutte le componenti scolastiche, sul coinvolgimento di una pluralità di soggetti. piero dosi
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Colomba e il suo Luigi Questa è una storia d'amore al tempo del nsorgimento. Lei Colomba Antonietti figlia di fornai, era nata a Bastia Umbra il 19 ottobre 1826. Ancora giovanissima si trasferisce con la famiglia a Foligno dove il padre apre un forno proprio dietro il palazzo del Comune (oggi via Colomba Antonietti). Lui, cadetto dell'esercito pontificio è il conte Luigi Porzi di Imola. La casa di Antonietta è vicinissima alla caserma dei cadetti. Ecco che scocca la scintilla. Da subito è amore contrastato. Colomba è segregata in camera. Porzi è trasferito a Senigallia. Ma Luigi e Colomba riescono a fuggire insieme a Bologna dove si sposano: è il 13 dicembre 1846. Per es-
sersi sposato senza autorizzazione Porzi viene arrestato e rinchiuso a Castel Sant'Angelo a Roma. Gli sposi vivono per un po' a Trastevere. Quando scoppia il "quarantotto" la decisione è presa, Colomba si taglia i capelli, si veste da uomo e si arruola con Luigi a fianco dei patrioti. Con Garibaldi difendono la Repubblica Romana. Il 13 giugno 1949...alle ore 18... Colomba è colpita da una palla di cannone a Porta San Pancrazio. Muore tra le braccia del suo Luigi. g-f. Le immagini sono dì Marco Vergonì tratte dalla pubblicazione "Colomba Antonietti" edizioni Era Nuova.
Libri all'astra Adesso che l'ex cinema Astra è diventato la sede della libreria Carnevali, il ricordo può essere l'occasione per festeggiare l'avvenimento. Ad Ersilia Negroni, cassiera storica dell'Astra, chiedo quando è cominciata la sua avventura lavorativa. "Era il gennaio del 1970, ero una ragazza giovanissima: lì poi ci sono rimasta ventot-to anni, fino al 1997 quando è arrivato il terremoto" Chissà quanti episodi curiosi avrai da raccontare. "Potrei scriverci un libro. Sono tanti che fatico a metterli in ordine. Era una domenica della fine degli anni settanta e quel giorno si presentò un signore veramente strano: indossava un pigiama. Cominciò a fare strane domande Alla fine scoprimmo che quello strano personaggio era semplicemente fuggito da una casa di cura di Civitavecchia.". "L'Astra come ben sai era il regno dei soldati quando a Foligno la caserma fun-
zionava a pieno regime. Era anche il luogo per tante coppiette clandestine che al cinema si davano appuntamento. Di solito prima arrivava lei, più tardi ecco lui. Ricordo quella volta che un ragazzo uscì coprendo la bocca tutta sporca di sangue -non è niente, non è niente- e scappò. Dopo un po' dalla galleria arrivò di corsa un altro uomo che lo stava inseguendo -se lo acchiappo lo massacro- gridava. Ricordo che un bel soldatino di Matera si era invaghito di me, da ragazza ero carina sai!". Ed Ersilia lancia uno dei suoi sorrisi. "Mi telefonava spesso, poi ripartì. Un giorno arrivò una lettera con disegnato un cruciverba. Era lui che la spediva. Quando mi sono divertita a riempire le caselle mi sono accorta che venivano fuori frasi come: Mi sono innamorato di te... Non posso dimenticare. g.f.
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OTTOBRE 2009
Crisi e lavoro Nell'ultimo anno la cassa integrazione ordinaria è aumentata del 625%. Nonostante gli inviti che ci vengono rivolti da parte governativa ad essere ottimisti ed a mantenere la calma, i dati sullo stato di salute del mondo del lavoro umbro sono drammatici.
sintegrati su scala regionale pari a 419. Qui, nel perugino, spicca la Margaritelli con i suoi 210 dipendenti in cassa integrazione ordinaria, mentre nel ternano la Eb.m si trova nella stessa situazione con i suoi 58 lavoratori. Il terzo settore colpito è quello della chimica-cerami-catessile che con le sue 36
Nel settore della cartotecnica, fra le 10 aziende prese in esame la Europoligrafico ha 130 dipendenti in cassa integrazione ordinaria, mentre la Telecom ne ha almeno 70 addetti in mobilità. Nel settore agroalimentare l'Euroservice perugina ha 100 dipendenti in cassa in tegrazione straordinaria in
ratori non percepiscono il sussidio da nove mesi e le famiglie non sanno più come vivere! Ciò è principalmente la conseguenza del tipo di tessuto produttivo regionale che è fatto di piccole e medie aziende dominate a tutt'og-gi dalla logica della ditta familiare. Un' economia così strutturata ha dapprima cercato di fronteggiare la crisi mediante l'incremento delle scorte e la gestione del magazzino, poi è naufragata sotto l'urto della cassa integrazione guadagni che nei primi due mesi del 2009 è giunta ad un + 1000% sul primo bimestre del 2008. Inoltre, la parcellizzazione delle imprese, con un numero consistente delle quali che non superano i 15 addetti, ha comportato che in una situazione di profonda crisi di domanda come quella attuale, queste non hanno potuto accedere agli ammortizzatori sociali e quando hanno cominciato ad "imbarcare acqua" hanno cominciato a licenziare le maestranze. La crisi economica sta interessando tutti i settori produttivi, con la meccanica che fa da locomotiva, fi-
aziende in crisi presenta 874 cassaintegrati, con i licenziamenti che sono arrivati a quota 280 ma stanno costantemente aumentando. Il quarto settore in crisi è quello dei trasporti che conta 20 aziende in difficoltà e 227 cassaintegrati. La C.l.o di Perugia ha chiuso lasciando a casa 45 dipendenti, tutte le altre 19 aziende studiate hanno i lavoratori in cassa integrazione ordinaria. Poi abbiamo il settore del commercio e dei servizi nel quale comparto sono 16 le aziende in crisi e 220 lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria in deroga.
deroga, mentre 42 addetti della Mignini-Petrini sono in mobilità. Fin qui, nella maggior par te dei casi, si è evitato il ricorso alla mobilità, che è l'anticamera del licenziamento vero è proprio, grazie al ricorso massiccio alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Ma in uno scenario così pesante, in cui secondo fonti della stessa Confindustria umbra la produzione industriale tornerà ai livelli del 2007 solo fra parecchi anni, il terreno potrebbe diventare ancora più scivoloso. Fra il prossimo autunno e l'inizio del 2010 molte aziende non potran-
no più accedere al tipo di ammortizzatori sociali di cui fin qui hanno usufruito e se questo dovesse disgraziatamente accadere per molti lavoratori dei vari settori produttivi ciò segnerebbe il passaggio dalla cassa integrazione alla mobilità. Al fine di scongiurare questo esito drammatico, i sindacati stanno cercando di ottenere il raddoppio della cassa integrazione da 52 settimane a 104, garantendo il sussidio ai lavoratori coinvolti anche nel prossimo anno. Purtroppo, in uno scenario così fosco, almeno nei prossimi mesi non ci sono illusioni da farsi. Da parti ben informate si afferma che se le pessimistiche previsoni sul PIL nazionale dovessero avverarsi sarebbero 15.000 i posti di lavoro a rischio nella regione e il numero delle persone in cerca di lavoro rischierebbe di salire oltre le 3.000 unità. Credo che in tutta questa vicenda a pagare siano solo gli ultimi che la crisi se la sono vista piombare addosso nonostante non abbiano avuto nessuna responsabilità nel causarla. La parte datoriale della regione dovrebbe cominciare a tenere conto di ciò, magari cominciando ad investire danari freschi al fine di accrescere le dimensioni del tessuto produttivo regionale rendendolo più competitivo in condizioni standard e magari più attrezzato ad affrontare fasi di acuta caduta della domanda nazionale e/o internazionale Giuseppe Tulli
to delle famiglie: -Sospensione del pagamento (per l'anno 2009 e sino ad un importo massimo di 5.000 euro) di tasse, tariffe e canoni relativi ad asili nido, mense scolastiche, servizi idrici e di igiene ambientale, gas per usi domestici e per riscaldamento. Gli oneri finanziari conseguenti alla sospensione per un anno dei pagamenti saranno posti a carico del bilancio regionale.-Sospensione per un massimo di due anni del pagamento delle rate del mutuo immobiliare stipulato per l'acquisto, costruzione o ristrutturazione della "prima casa" (per un ammontare massimo di venti mila euro). Il pagamento delle rate
oggetto di sospensione verrà postergato alla scadenza naturale del contratto di mutuo. Gli interessi del "periodo di slittamento" saranno ripartiti sul totale delle rate del mutuo restanti (comprese le rate postergate). Gepafin SpA, la Società finanziaria per le piccole e medie imprese, creata dalla Regione dell'Umbria unitamente alla Commissione dell'Unione Europea con il concorso di 10 Istituti di Credito di rilevanza nazionale e regionale, fornirà garanzie sul pagamento delle rate sospese. Un'ulteriore misura varata dalla Regione Umbria per dare ossigeno ai propri cittadini è quella dei "prestiti ad interessi zero per famiglie in difficoltà", iniziativa che prevede l'abbattimento totale degli interessi sui prestiti sociali d'onore erogati dalle Banche convenzionate con Ge.Pa.Fin. (somma massima erogata: euro 5.000, da restituirsi in rate periodiche entro un periodo massimo di sessanta mesi). Le persone interessate possono rivolgersi, per ulteriori informazioni di dettaglio su tutte le misure citate nell'articolo o per aiuti nella compilazione delle domande, presso: gli "Sportelli del Cittadino", i vari CAF di CGIL, CISL, UIL, UGL, gli "Uffici della Cittadinanza" e le Circoscrizioni di riferimento in base alla zona di residenza.
Umbria in cassa
Nella nostra regione, da maggio 2008 a maggio 2009 la cassa integrazione ordinaria è cresciuta in maniera così forte che si è superata di molto la media nazionale , media che si aggira attorno al 500%! Attualmente i cassintegrati totali della provincia di Perugia sono 10.000 e il dato non sembra suscettibile ad inversioni di rotta. Va inoltre detto che una parte importante di essi ( 1000 addetti) da mesi è senza sussidio mensile, perché le procedure per l'approvazione e la liquidazione delle domande per la cassa integrazione straordinaria in deroga vanno molto a rilento. Fin qui, questo ammortizzatore sociale ha garantito un minimo sostegno al reddito a oltre 8.000 lavoratori umbri sprovvisti di qualsiasi altra forma di protezione sociale. Purtroppo c'è tutto un mondo di lavoratori precari ( lavoratori a chiamata, co.co.pro., contrattisti apprendisti ecc..) che pur perdendo il lavoro non hanno accesso a questo ammortizzatore e quindi rimangono del tutto privi di una qualsiasi forma di reddito. Ci sono casi in cui i lavo-
Tra le più importanti ricordiamo: - il D.L. 185/2008 convertito in Legge n.2/2009, prevede un'agevolazione per le persone fisiche intestatarie di mutui ipotecari sottoscritti o accollati entro il 31/10/2008 (finalizzati all'acquisto, costruzione, ristrutturazione della "prima casa" ad eccezione degli immobili classificati nelle categorie Ai-abitazioni signorili-, A8-ville-, castelli o palazzi storici): il calcolo delle rate da corrispondere nell'anno 2009 per i mutui "prima casa" a tasso variabile si calcolerà applicando il tasso maggiore tra il 4% e quello stabilito dal contratto alla data di sottoscrizione (criterio di calcolo non applicato nei casi in cui le condizioni contrattuali determinino una rata di importo inferiore). Lo Stato interverrà accollandosi la parte extra. Adesione dell'A.B.I. al progetto del "Prestito della Speranza" lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana con l'istituzione di un fondo nazionale di garanzia da trenta milioni di euro a favore dei nuclei familiari con un solo reddito che abbiano perso l'unica fonte di sostentamento a seguito della crisi. -Possibilità di anticipo della Cassa Integrazione. In Umbria, La Regione ha introdotto una serie di provvedimenti finalizzati a sostenere l'economia del proprio territorio. E' stato disposto, ad esem-
nendo per languire la stessa industria alimentare, che per quanto di meno, ha comunque veduto comprimersi i suoi volumi operativi. Questo il quadro dettagliato della situazione alla metà di settembre 2009. Nel solo settore metalmeccanico a livello regionale ci sono 94 aziende in crisi e quasi 4.000 cassintegrati, di cui 3.000 nel perugino e 1.000 nel ternano. Per lo più trattasi di lavoratori in cassa integrazione ordinaria ( 2.579). In questo comparto spicca la crisi della Antonio Merloni di Colle di Nocera, che hai suoi 1.050 dipendenti tutti in cassa integrazione straordinaria. L'azienda del bianco è in amministrazione straordinaria dallo scorso 15 ottobre 2008 e la sua grave situazione è resa ancora più pesante dal fatto che i tre commissari governativi che di fatto l'amministrano non hanno ancora elaborato a tutt'oggi un vero piano industriale che cerchi di dare un futuro ai siti produttivi e ai lavoratori. Il secondo settore sofferente è quello delle costruzioni con 48 aziende in crisi e un numero di cas-
Sostegno economico
Per evitare la canna del gas A livello nazionale e locale, sono state varate molte iniziative per dare ossigeno alle famiglie colpite dalla grave crisi finanziaria che ha ormai danneggiato tutti i settori dell 'economia. Vi offriamo una sintesi dei provvedimenti. pio, che entro il prossimo 30 settembre i Comuni debbano emettere i bandi per i contributi a sostegno dei canoni di locazione delle famiglie relativamente all'anno 2009. Una volta presentati i bandi, le famiglie aventi i requisiti avranno la possibilità di richiedere, nei trenta giorni successivi, il contributo integrativo. I pa-
tronati saranno disponibili per la compilazione delle domande e provvederanno ad inviarle telematicamente alla Regione. In data 17 aprile 2009, è stato stipulato un Protocollo d'Intesa tra l'Assessore regionale al bilancio, Vincenzo Riommi, ed il Presidente dell'A.Bbi Umbria, Alfredo Pallini, per la sospensione del pagamento
delle rate dei mutui a beneficio delle famiglie umbre in difficoltà per effetto della perdita del lavoro o dell'accesso agli ammortizzatori sociali di uno o più dei propri com-ponenti.il protocollo ha preso spunto dalla Legge Regionale n.4 del 5/3/2009, la quale nell'art.6 prevede due tipi di intervento a sostegno del reddi-
OTTOBRE 2009 Polizia provinciale
Guasti e guasticchi dell'insicurezza La Provincia di Perugia investe sulla propria polizia sottraendo fondi a destinazioni sociali, che potrebbero contribuire ad attutire gli effetti della crisi economica sui più deboli. Sulla questione sicurezza continua la sfida tra centro destra e centrosinistra. Anche la Provincia di Perugia entra nel gioco, forse perché è questo argomento che porta voti, forse perché il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, non ha propriamente un passato di sinistra. In un paese, l'Italia, che è anche il paese della mafia, della evasione fiscale ecc., il paradosso è che si sta trasponendo il tema da un livello centrale in cui comunque vi dovrebbe essere una visione di insieme, con a monte una attività investigativa, ad un livello prettamente locale, ovviamente scollegato dal resto del mondo, come se dovessero aumentare gli arresti in flagran-
za di reato. Mentre i sindacati di polizia, anche quelli più vicini al governo di centro destra, protestano per i 3,5 miliardi di taglio nel triennio, che costringono a razionare la benzina, il governo mandava l'esercito, senza che questo concretizzasse un arresto. E gli enti locali? Sembra, con alcune varianti, che quasi tutti si siano predisposti ad assumere la competenza e le incombenze del ruolo di nuovi sceriffi, così mentre il sindaco di Verona, Tosi, incarna l'ideale leghista, il presidente della nostra Provincia, prende le distanze dal ddl sicurezza in particolare sulle ronde (si ricordi che sui gruppi che le costituiscono è in corso un indagine
L'Orsa di ferro
segue da pag. 1
un diritto inalienabile per tutti e che non può essere assoggettato ad un mero discorso economico. Bisognerebbe capire che il trasporto merci su ferro ha veramente dei vantaggi sia ambientali, sia logistici, sia economici, a patto che questo si voglia davvero far funzionare. Bisognerebbe entrare nell'ordine di idee che due o tre treni merci che trasportano frutta e verdura dalla Sicilia a Milano, sono sicuramente meglio di cento tir che percorrono le nostre autostrade con i rischi e l'inquinamento che ne consegue. Già, bisognerebbe, ma poi si sbatte il muso con lobbie, interessi privati ed aziendali, interessi politici e quant'altro ha portato questa nostra nazione allo stato attuale. Un vecchio proverbio cita: ''ogni popolo ha il governo che si merita" e quindi la nostra colpa deve essere talmente grave da giustificare tutto questo. Idem in Umbria Nella nostra regione, ovviamente, le cose non possono che prendere la medesima strada. Come sindacato di categoria, ci troviamo a rapportarci molto spesso con un'inadeguata controparte che in più di un'occasione è molto forte con i deboli e molto debole con i forti. Ne è sicuramente un esempio quello che sta accadendo nel comparto manutentivo. Da giugno non riusciamo più ad avere un contatto con la dirigenza delle Grandi Officine; dopo una burrascosa riunione che ha visto quest'ultima in forte imbarazzo di fronte alle incalzanti domande che il sindacato poneva sul futuro dello stabilimento. Continuavano a dirci che "Foligno"
era al centro degli interessi manu-tentivi di Trenitalia, omettendo però di informarci che il contratto di 180 nuovi locomotori prevede un'azione manutentiva per dieci anni a carico dell'azienda fornitrice. Omettevano anche di comunicarci che ci saranno anche serie ripercussioni sull'approvvigionamento di pezzi di ricambio che saranno centellinati nella distribuzione ed in qualche caso nemmeno consegnati, così che il bravo operaio dovrà smontarli da un'altra macchina in sosta per procedere alla riparazione di una più urgente. Di fronte a questo scenario è facile ipotizzare il breve percorso che rimane ancora da fare. Ad onor del vero bisogna registrare un deciso quanto opportuno interessamento a questi problemi da parte della passata e dell'attuale dirigenza cittadina. Umbria noTAV La vecchia giunta comunale ha iniziato un percorso con le organizzazioni sindacali che
della procura di Milano), ma nonostante ciò decide di investire sulla sua polizia provinciale, aumentando l'organico e le risorse economiche e materiali a disposizione a partire dalle divise da rifare, anche se, tocco di moderazione, si punterà più a prevenire che a reprimere. Non è facile comprendere cosa si intenda dire con questa ultima affermazione; perché, o si intende una azione tesa a bonificare il terreno dove attecchiscono i fenomeni criminali, puntando su politiche sociali e quindi si dovrebbero destinare fondi ad altri capitoli di bilancio; oppure si previene attaccando le organizzazioni criminali ma con un'azione che necessita di strumenti è poi proseguito con l'attuale giunta, organizzando attraverso il presidente della seconda circoscrizione una serie di incontri, ai quali molto spesso è intervenuto anche l'assessore regionale ai trasporti, tendenti ad ottenere risposte sul delicato problema ferroviario. La complessità delle problematiche e l'immancabile muro di gomma che arriva dai tavoli nazionali non ha prodotto novità. Noi crediamo che nei progetti di Trenitalia, l'Umbria non sia una priorità. La svantaggiosa posizione logistica in un contesto che privilegia l'alta velocità ed i nuovi soggetti ferroviari (Montezemolo e Della Valle), relega la nostra regione in un contesto che prevede solamente il così detto trasporto universale, ovverosia quel trasporto regionale ed interregionale che essendo di scarso interesse per l'azienda è più facilmente appaltabile ad altre realtà ferroviarie e soprattutto è offerto alle regioni che ne sono titolari, a catalogo. Cosa significa a catalogo? "A catalogo" non è altro che un eufemismo usato dall'Amministratore delegato che in pratica significa: tu Regione mi dici quanti treni vuoi, a che ora li vuoi far passare, che tipo di materia-
non in possesso di una amministrazione locale. Di fatto, il moltiplicarsi ed il potenziarsi delle polizie locali ad oggi non ha contribuito a migliorare la qualità della vita dei cittadini, che anzi si sono trovati sempre più tartassati da multe, autovelox, T-red, ecc.; mentre una crisi violenta e devastante toglie altre sicurezze agli umbri, questa volta legate al proprio reddito e alla relativa capacità di acquisto. Aspettiamo di capire nel proseguo della legislatura quale sarà il contributo della Provincia per arginare gli effetti della crisi sugli umbri, nel frattempo registriamo la dichiarazione del segretario del Siulp (sindacato unitario di polizia), che lo scorso 21 agosto ha affermato: "oggi le forze di polizia avvertono come un fardello alla propria azione sia le trovate del governo in tema di sicurezza (ronde, esercito, schedario dei barboni, medicispia e stalking), sia il ruolo dei sindaci-sceriffo." le ti occorre ed io ti fornisco quanto da te richiesto a fronte di un compenso previsto appunto dal catalogo. Spetta dunque alla Regione creare una sinergia nel trasporto dell'Umbria che metta insieme le varie realtà, ovverosia Trenitalia, la Ferrovia Centrale Umbra ed il trasporto su gomma. . .Merci su ferro Nel settore cargo, ovvero le merci che transitano sui nostri binari, la situazione sfiora il comico se non fosse davvero così drammatica. La Cargo nazionale è un'azienda che ha delle perdite davvero importanti, dovute alla carenza di commesse e ad un sistema che non riesce a trovare soluzioni per un effettivo rilancio. Eppure in altre nazioni i Governi hanno trovato soluzioni che incentivano per legge il trasporto ferroviario delle merci sul proprio territorio, limitando così, di fatto, la circolazione di tir sulle strade, salvaguardando ambiente e cittadini. Da noi no! Basta percorrere qualsiasi tratto autostradale per rendersi conto di quanto le lobbie della gomma la fanno ancora da padrone. E' storia di qualche settimana fa che a Terni, ad esempio, si è deciso di chiudere senza possibilità di appello Officina Manutenzione Veicoli (Omv). Praticamente uno stabilimento, ristrutturato completamente circa cinque anni fa, dove venivano riparati i carri merci. Uno stabilimento completamente all'avanguardia, dotato di tutte le attrezzature atte alla riparazione e conseguentemente alla messa in sicurezza dei carri merci che, alla luce anche del drammatico incidente di Viareggio, pone diverse domande. Sia le istituzioni regionali, sia persino il Presidente della Tissen Acciai Speciali Terni, hanno con forza chiesto un ripensamento sulla chiusura dello stabilimento. Ora pare che potrebbe con-
A chi Il nostro periodico è dedicato a chi scrive, legge, conversa e condivide idee e informazioni. Un giornale fatto di persone che ripartono dalla scrittura per donare e ritrovare il proprio tempo, per costruire relazioni umane più ricche, per ispirarsi nelle scelte della vita quotidiana. A queste persone si deve una parte importantissima dei contenuti del giornale; vi hanno contribuito con idee, consigli, spunti, notizie, critiche. Preziosi, insieme all'aiuto alla diffusione. Riportiamo il breve commento di Stefano, che insieme alla moglie Federica, gestisce la tabaccheria in piazza del grano. “Rivolgo alla redazione del giornale ì mìei complimen ti. Il primo numero è stato un successo; tante persone hanno gradito l'iniziativa ed apprezzato ì contenuti. Dalla piazza al mondo! Con questa breve nota voglio attestare il mìo consenso ed ì mìei complimen ti alla coraggiosa redazione che ha puntato ì riflettori sulla piazza che per tanto tempo è stata considerata poco più dì zero”. p.d. tinuare l'attività, ma solo con lavoro in appalto. Macchinista licenziato Fin qui, ho cercato di esporre il quadro di una situazione che prevede pochi spazi di manovra e di miglioramento se non avverrà in breve termine un'inversione di tendenza nel modo di concepire il trasporto ferroviario in Italia e di conseguenza nella nostra Regione. Ma prima di congedarmi da Voi, permettetemi di ricordare a tutti, ma a me per primo, la situazione di un nostro compagno di lavoro, Dante De Angelis, macchinista nel settore Alta velocità passeggeri del deposito di Roma San Lorenzo che, in qualità di Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ferroviaria (Rls) il giorno di ferragosto del 2008, è stato licenziato per aver osato denunciare a mezzo stampa il pericolo di rottura dei ganci di trazione che uniscono le vetture dei treni. Peccato che nelle settimane successive il danno sia accaduto più di una volta! La nostra organizzazione, che ovviamente ha preso a cuore la vicenda di Dante, se ne sta occupando in tutte le sedi e ad ottobre, mese che lo vedrà giudicato, dimostrerà certamente, attraverso i nostri legali, l'infondatezza del provvedimento di licenziamento adottato contro il lavoratore. Da ricordare, fatto non trascurabile, che Dante era stato già licenziato da Trenitalia perché si era rifiutato di usare un'apparecchiatura che noi come Orsa, ritenevamo dannosa e che dopo una lunga battaglia legale affrontata da soli, senza il supporto di nessun'altra organizzazione sindacale, ci ha visto vincitori in sede legale e Trenitalia ha dovuto fare un clamoroso dietro-front. Maurizio Marsili Segr. Regionale Or.S.A. Umbria
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OTTOBRE 2009
Orchestra multietnica aretina
Mix di suoni e colori In Italia, ormai da alcuni anni, stiamo assistendo alla nascita di importanti orchestre "alternative", contenitori culturali e umani, orchestre che fanno della cultura tradizionale e della microcultura d'appartenenza la loro stessa esistenza: le orchestre multietniche. Da Roma a Genova, da Bologna a Trento, da Palermo ad Arezzo, gruppi di persone dalla cultura, tradizione e credo religioso assai differente si incontrano per avviare un cammino di convivenza e pacifica tolleranza. Dato il presupposto, le "orchestre multietniche" rivestono una fondamentale rilevanza: le loro capacità espressive, il loro trasformarsi in laboratori aperti e liberi e la loro predisposizione all'accettare tutto ciò che giunge dall'esterno, diventano il veicolo principale di un esperimento capace di influenzare ed arricchire positivamente il piano umano e sociale. Un esempio straordinario di sperimentazione e integrazione è l'Orchestra Multietnica Aretina (Oma). Come Massimo Ferri, uno dei principali sostenitori, coordinatori e ideatori del progetto, sottolinea, l'Orna "è stato prima di tutto un percorso didattico/formativo, un workshop finalizzato alla conoscenza e all'approfondimento delle strutture di base delle musiche tradizionali dell'area del Mediterraneo, per incrociarle con la tradizione italiana ed europea". Il laboratorio, promosso da Officine della Cultura di Arezzo con il sostegno del Comune di Arezzo, ha dato vita al primo nucleo dell'Orchestra e al suo primo repertorio. Nel corso
di circa due anni, l'Orna, ha saputo rappresentare le esigenze culturali e musicali di tantissime persone, oltre che di grandi e virtuosi musicisti provenienti da tutto il mondo, Bangladesh, Messico, Palestina, Colombia, Albania, Libano e Italia, concependo
tale finalità come fondamento stesso dell'essere orchestra. Per questo motivo, Massimo Ferri e l'inseparabile Luca Baldini, "Officine della cultura", compiono un'ostinata ricerca di nuovi musicisti da inserire nel progetto, musicisti ai quali è richiesto un compito fondamentale, quello di arricchire umanamente il repertorio e la
multietnicità del progetto. Il clima che si respira all'interno dell'orchestra è a dir poco straordinario, un isola felice. Durante i concerti, i volti e le espressioni lo dimostrano con efficacia e lo spettatore non può che raccoglierli nella propria memoria
La direzione dell' Oma è affidata ad Enrico Fink, ottimo musicista fiorentino che da anni si occupa della ricerca e dell'interpretazione del repertorio ebraico, in parti-colar modo italiano. Esperto cantore e flautista, Enrico ha di-segnato il percorso della Oma in maniera indelebile. Le sue trascrizioni e adattamenti musicali rappre-
sentano il gusto estetico e l'energia che l'insieme "aretino" esprime. Le voci della Oma si intersecano costantemente producendo nuove sonorità alla base delle quali si pone l'incredibile gamma di suoni che ogni lingua o dialetto esprime. Lo scorso maggio, al teatro comunale di Monte San Savino in provincia di Arezzo, l'orchestra ha presentato il suo primo lavoro, il ed "Anima meticcia", edito da Max Research. Nel ed, ogni tradizione e ogni sentimento, proveniente da qualsiasi cultura presente in orchestra, si è prestato alla creazione di un suono unico e un'energia incredibilmente realistica. In Anima meticcia, il viaggio è assicurato, dalla Turchia alla Grecia, dai Balcani a l'est Europa, dal Libano al Marocco: "Proviamo ad ascoltare la musica che suona nei cuori della gente di quelle terre, proviamo a comprenderla, a farla nostra. Scopriremo che le radici non sono poi così lontane. La cultura, le tradizioni, hanno in comune tante cose: sapori, profumi, ritmi, suoni". Grazie a queste caratteristiche, l'Orna vive un egregio momento musicale. I concerti si susseguono in giro per l'Italia e sono iniziate le collaborazioni con famosi interpreti della musica italiana come nel caso dei concerti dello scorso agosto che
hanno visto l'Orna dividere il palcoscenico con il cantante Cisco, ex Modena City Ramblers. C'è molta sensibilità nei confronti di questi progetti culturali ed artistici da parte del pubblico, c'è un grande spazio dedicato ai sentimenti e alla capacità di cooperativismo senza il quale queste idee non avrebbero nessun futuro: uomini e donne senza pregiudizi prendono in mano gli strumenti e danno il via all'espressione più energica che possiate immaginare, un
rocambolesco ritmo e tante melodie che ascoltandole potranno solo farvi ballare: "Cultura, musica, significano pluralità, confronto, mescolanza", Anima Meticcia. ... Mentre sto scrivendo questo articolo ricevo una bellissima notizia e colgo l'occasione per fare gli auguri al nuovo arrivato nella famiglia Oma, il figlio di Salma Akter, voce femminile dell'orchestra e rappresentantedel Bangledesh. Benvenuto!....... Massimiliano Dragoni
di Montepiano, come la Stella del mattino. Il suo rapporto con la religione è un bagaglio costante di antica origine, fatto di fisicità e travestimenti, quasi uno Jacopone di strada che danza e apre sul suo corpo, con ludicità, tutti i sentieri della condizione umana, come per "Croce", un lavoro carico di tutti i significati della Croce, che passa assemblando milioni di
lattine consumate e con devastante ironia, di colpo attraversa le strade più povere del mondo. A volte il suo corpo disteso e immobile, sul muretto del Belvedere di Spello, si staglia contro un tramonto irrorato di rosso e graffia. Orlando Tisato è il Mago e ha il dono della sopportazione del sentire. Vania Buono
ARTE IMMAGINE Orlando Tisato I n c o n t r a r e O r l a n d o Ti sato davanti ad una piccola chiesa romanica o nelle curve assolate e improvvisamente buie di un vicolo, è come destarsi in un luogo privilegiato e assolutamente perfetto, dove la storia si sovrappone, a volte poverissima o carica e insopportabile, a quella miriade di colori, materia, scarti e trasparenze che si depongono, per mano dell'artista, nell'aria, fino a riempire quello spazio tracciato che chiama Giotto o Cimabue. Questa era la sensazione che avevo uscendo di casa la mattina, a pochi metri davanti la piccola chiesa di San Martino, O r l a n d o Ti s a t o m e t t e va e organizzava la Scena. Molti materiali, lattine da bibita, stoffe, ferri indistintamente di uso industriale, carta e plasti-
ca di vissuto quotidiano passavano nelle sue mani, dapprima
per essere contemplate nella loro essenza e poi trasfigurate in se-
gni violenti, così come solo la sua leggerezza sa fare. Le istallazioni poggiavano sulla nuda pietra medievale come moderni mendicanti, con le loro ferite aperte e miseria minacciosa, nei colori artificiali di improbabili plastiche slabbrate da supermarket o di una cinica lattina di coca cola schiacciata; le forme assumevano le sembianze delle sensazioni che provocavano, distinguerle nel caos creativo improvvisamente era facile e dava vertigine. Orlando parlava, cantava e si perdeva piacevolmente nelle chiacchiere con gli abitanti di quelle case che, stretti intorno alla sua arte e contaminati, ne ignoravano le ragioni della Storia dell'Arte, ma la loro comprensione aveva l'eccesso di una misteriosa e primordiale intuizione. - Le ferite profonde non invecchiano mai - la mia a volte m'ha corroso l'anima e cancellato l'orizzonte. Sorge sul profilo nero del Subasio dalla parte