Quaderno 5, valorizzazione del fiume noce basilicata

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ISBN 978-88-903073-3-1

Quaderni

www.adb.basilicata.it

Quaderni AutoritĂ di Bacino della Basilicata Seconda Serie Editoriale

Programma integrato di interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce

AutoritĂ di Bacino della Basilicata

Recupero e valorizzazione di un territorio

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n. 5

Programma integrato di interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce ad alta valenza ambientale e turistica

gennaio 2009


Quaderni Autorità di Bacino della Basilicata

numero 5 gennaio 2009

Comitato di redazione MICHELE VITA MARINELLA GERARDI CARMELO PARADISO

Responsabile editoriale MARINELLA GERARDI

Redazione: Autorità di Bacino della Basilicata Corso Umberto I, 28 - Potenza tel. 0971/668077 - fax 0971/669986 email: magerard@regione.basilicata.it www.adb.basilicata.it



Programma integrato di interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce Recupero e valorizzazione di un territorio ad alta valenza ambientale e turistica

a cura di: Giuseppe Di Fazio, Gruppo di Azione Locale Allba Marinella Gerardi, Ufficio Studi e Documentazione dell’AdB Antonio Biscione, Segreteria Generale dell’AdB Francesco Bruno, Ufficio Programmazione e Uso delle risorse idriche dell’AdB


Il Programma integrato di interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce

è stato redatto dal Gruppo di Azione Locale Allba Progetto e coordinamento dell’Arch. Giuseppe Di Fazio

in partenariato con Autorità di Bacino della Basilicata Comunità Montana del Lagonegrese


5 INDICE 1 1.1 1.2 1.3

Obiettivi e finalità del Programma integrato per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce . . . . . . . . pag. Il contesto territoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Le criticità del territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Condivisione delle scelte e nuovo sistema di governance . . . . . . “

7 10 17 21

2 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5

Il Quadro conoscitivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ L’Analisi S.W.O.T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Matrice S.W.O.T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Gli Alberi dei Problemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Gli Alberi degli Obiettivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ La rinnovata competitività del territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . “

27 28 30 35 40 45

3 3.1

Il Quadro Logico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Matrice del Quadro Logico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “

47 52

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Le attività previste dal Programma integrato . . . . . . . . . . . . . . . “ I Progetti bandiera Reversibilità ambientale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Manuale di uso e manutenzione della Valle . . . . . . . . . . . . . . . . “ Ecofrequenza. Sentieri di perlustrazione e conoscenza . . . . . . . . “ Tavola rotonda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Eco-eventi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Valle armonica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Formazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Laboratorio di ricerca socio-ambientale e Laboratorio di educazione ambientale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Valle telematica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Mitigazione degli impatti generati da elementi puntuali di degrado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Ricostruzione della diversità ambientale . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Rinaturalizzazione del fiume Noce e dei corsi d’acqua minori . . . . “ Valorizzazione del fiume a fini ricreativi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Valorizzazione dell’area costiera: istituzione dell’area protetta “Foce del fiume Noce” . . . . . . . . . . “ Monitoraggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “

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Considerazioni finali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “

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Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “

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7 1 OBIETTIVI E FINALITÀ DEL PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTI PER LA VALORIZZAZIONE DEL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME NOCE

Il Gruppo di Azione Locale A.L.L.BA. nell’anno 2006 ha avviato, in partenariato con l’Autorità di Bacino della Basilicata e con la Comunità Montana del Lagonegrese, un complesso di attività conoscitive e progettuali finalizzate alla tutela e valorizzazione dell’intero bacino idrografico del fiume Noce e dei bacini idrografici minori dei valloni presenti sui versanti tirrenici di Maratea, che nell’insieme costituiscono un unico contesto orogeografico. Nel luglio 2008 l’iniziativa, che è stata condotta e sviluppata nel corso di due anni circa, ha portato alla elaborazione di uno specifico Programma integrato di interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce, che presenta le seguenti caratteristiche: - propone un percorso finalizzato alla tutela ed alla valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche architettoniche e socio-economiche, - promuove attività organiche di sviluppo turistico compatibile con il Capitale territoriale locale, - invita al recupero dell’identità storica e della coesione socioculturale delle popolazioni insediate, - sostiene l’opportunità di una Visione condivisa del futuro della Valle nel suo insieme, - pone le basi per la futura istituzione di un parco naturalistico. L’elaborazione del Programma si è articolata in due fasi fondamentali: la prima, conclusa nel dicembre 2007, ha compreso la costruzione del


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quadro conoscitivo e la redazione di un documento preliminare nel quale sono stati individuati obiettivi e finalità generali; la seconda si è conclusa nel mese di luglio 2008 con la elaborazione del Programma integrato. Sono attualmente in corso le attività di approfondimento sugli interventi e sulle risorse finanziarie necessarie per la relativa attuazione, risorse da ricercare nel settore pubblico (a livello comunitario, nazionale, locale) e in quello privato. Il Programma è formulato attraverso il ricorso alla metodologia della Swot Analysis (Matrice dei punti forti e debolezze, rischi e opportunità) e del Logical Framework Approach (Valutazione della coerenza e programmazione partecipata). Sono stati individuati gli elementi di criticità del territorio, ma anche i suoi punti di forza, le opportunità da cogliere, gli obiettivi generali e specifici, le strategie, gli interventi, le azioni e le sinergie: - per tutelare, da una parte, gli aspetti naturali e ambientali dell’ambito fluviale, ricostruire l’identità storica del territorio, risolvere e contenere le situazioni di criticità causate dai fattori fisici e antropici (dissesti idrogeologici, usi del suolo non appropriati, inquinamento, sprawl); - per favorire, dall’altra, lo sviluppo locale, valorizzando le caratteristiche ambientali, storiche e culturali delle comunità presenti, sia a fini turistici che ricreativi, e proponendo rinnovate opportunità di reddito da concretizzare con attività a basso impatto e ben integrate con il territorio. Strumento fondamentale per la costruzione del Programma integrato è stata una intensa e articolata attività di ascolto e di partecipazione degli Attori del territorio: soggetti pubblici (amministrazioni locali), e privati (imprenditori nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, della ristorazione, della ospitalità; ed anche associazioni culturali, sportive, ricreative). L’ascolto e la partecipazione sono stati perseguiti attraverso varie modalità: incontri, tavole rotonde, dibattiti, gruppi di discussione, con lo scopo di: - costruire una Visione del territorio comune e condivisa dai vari soggetti che vi si riconoscono, vivono, operano, lavorano, Visione basata sul riconoscimento dell’importanza della tutela delle risorse ambientali come base dello sviluppo locale; - elaborare un programma condiviso di interventi integrati e intersettoriali, idonei a mitigare/risolvere le criticità, valorizzare il capitale territoriale e migliorare le condizioni economiche e sociali delle popolazioni.


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

L’attività di condivisione, così come è stata concepita dal Gal, ha l’ambizione di costruire l’”abitudine” all’ascolto ed alla partecipazione; non dovrà, cioè, esaurirsi con l’approvazione definitiva del Programma integrato ma dovrà essere, nel futuro, costantemente implementata.

La partecipazione e la condivisione sono proposte, in sostanza, come prassi prevalenti attraverso le quali tutti i soggetti operanti nell’area dovranno elaborare le proprie scelte, auspicando un processo di governo del territorio realisticamente unitario e orientato all’utilizzo più efficace dei caratteri del patrimonio locale, caratteri da trasformare in risorse “congeniali ” all’ambito. Il modello di riferimento è il metodo G.O.P.P. (Goal Oriented Project Planning), sperimentato e utilizzato a vari livelli della programmazione comunitaria, e che è di aiuto all’identificazione di progetti che siano condivisi dagli Attori-chiave. Gli interventi, le azioni e le misure previsti dal Programma sono stati articolati e raggruppati secondo quindici progetti tematici, simbolicamente definiti Progetti Bandiera. Fra questi particolare interesse riveste il Progetto Ecofrequenza, dedicato alla costruzione della rete delle greenways, cioè di un sistema di percorsi di mobilità dolce che attraversano il territorio. Il Progetto Ecofrequenza è coerente con la legge regionale della Basilicata n.51/2000 sulla rete sentieristica regionale, nonchè con la Misura 1.4 del Complemento di Programmazione della stessa Regione, in quanto coglie l’attualità delle recenti attenzioni “colte” per l’ambiente, per la sua esplorazione e per il particolare radicamento delle popolazioni locali al territorio. Riscopre nel contempo sapienze originali, sperimentate e tradizionali, che hanno realizzato nel tempo le strutture organizzative, di presidio e di viabilità locali. Le greenways insistono, ove possibile, su percorsi esistenti, collegano e rendono fruibili aree di interesse naturalistico e paesaggistico (boschi, corsi d’acqua, aree protette, punti panoramici), di interesse storico-architettonico (chiese, monasteri, centri storici), di pratica sportiva (equitazione, ciclismo di montagna, trekking, orienteering,..), e sono caratterizzate dalla presenza di punti di sosta e di ristoro (gastronomia, prodotti tipici) che rendono i percorsi interessanti e piacevoli, e che possono rappresentare limitate ma importanti occasioni di economia diffusa per le popolazioni locali. Il Progetto della rete dei percorsi verdi è riferita all’intero bacino del Noce e alle valli limitrofe, attraverso i valichi storici delle transumanze.

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Riveste un interesse particolare sia in quanto ispirato ad un tema di grande attualità nella disciplina della pianificazione territoriale, quello delle greenways, sia perché esprime in maniera significativa la filosofia del Programma:

lo sviluppo locale deve puntare sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio territoriale. A fronte di un ambiente ricco di risorse il Programma integrato si offre, pertanto, come strumento per la ricostruzione delle condizioni culturali, di rispetto del territorio e di ospitalità che sono necessarie affinché l’ambito stesso possa essere percepito come una realtà territoriale unica, dotata di una identità riconoscibile, e che potrebbero essere in futuro rafforzate mediante la istituzione di un’unica area protetta (Parco Naturalistico), per la quale sperimentare forme di gestione partecipata, in recepimento delle indicazioni dell’IUCN, Organismo Internazionale per la Conservazione della Natura. La presente pubblicazione, che costituisce la quattordicesima della serie editoriale dell’Autorità di Bacino, ed in particolare la quinta della collana Quaderni, illustra i principali contenuti del Programma integrato: gli obiettivi e le finalità, la metodologia, le scelte effettuate, le azioni e gli interventi, il ruolo attribuito agli attori locali, le prospettive future. Attraverso il Quaderno, che sarà diffuso, come le precedenti pubblicazioni dell’AdB, presso tecnici, amministratori, esperti, nonché presso cittadini interessati agli argomenti trattati, si intende avviare una nuova fase di partecipazione, che si aggiunge a quelle già svolte con gli attori locali, nella speranza di sollecitare nuovi utili contributi. Una partecipazione che sia, insomma, comunicazione, intesa cioè nei due sensi: di invio e di ritorno (feedback) dell’informazione. A questo fine alla presente iniziativa editoriale seguiranno altre iniziative: convegni, seminari, pubblicazioni, forum, blog, per raccogliere opinioni e discutere sulle alternative, sugli obiettivi da perseguire, sui risultati attesi, sugli scenari futuri del territorio.

1.1 - Il contesto territoriale L’area oggetto del Programma ha una estensione complessiva di circa 420 kmq, di cui 380 kmq appartenenti al bacino idrografico del fiume Noce e 40 kmq ai bacini idrografici minori dei valloni e degli impluvi presenti sui versanti tirrenici di Maratea, questi ultimi definiti bacino idrografico Noce a mare.


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Interessa il territorio di sei comuni lucani (Lagonegro, Rivello, Nemoli, Trecchina, Lauria, Maratea) e di due comuni calabresi (Aieta e Tortora), rivestendo, pertanto, una valenza interregionale1.

Figura 1 - Inquadramento territoriale

L’area presenta caratteri naturalistici di particolare rilievo ed è inserita in un contesto territoriale nel quale sono state istituite, negli ultimi decenni, numerose Aree protette, Parchi e Riserve naturali. Il Progetto APE (Appennino Parco d’Europa) ha individuato nell’intero corso del Fiume Noce un importante corridoio ecologico che assolve alla funzione di collegamento, sia lungo il suo asse che verso gli ambiti territoriali che vi si affacciano. Anche nel progetto PLANECO (Planning in Ecological Network), ricerca realizzata da alcune Università italiane negli anni 1998-2000 sul tema ____________________ 1

Per brevità nel presente lavoro con la denominazione “bacino idrografico del Noce” si intendono compresi entrambi i bacini: quello del Noce e quello del Noce a mare.

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della pianificazione delle reti ecologiche, è stato evidenziato che il corridoio del fiume Noce riveste una funzione importante nella struttura della continuità ambientale nazionale. Una continuità che, attraverso il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, e il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, consente di ipotizzare un’unica “area verde” che va dal mare Ionio al mare Tirreno. Il bacino del Noce comprende inoltre, parzialmente o interamente, numerose aree protette della Rete Natura 2000: una Zona a Protezione Speciale ZPS (Montagna del Sirino) e sei Siti di Importanza Comunitaria SIC (Marina di Castrocucco, Valle del Noce, Bosco Mangarrone, Monte La Spina e Zaccana, Isola di Santoianni, Acquafredda di Maratea).

Foto 1 - L’area SIC denominata Valle del Noce (Trecchina)

Per iniziativa della Regione Basilicata una Riserva marina è stata proposta lungo i fondali di Maratea e un’altra è stata appena istituita dalla Regione Calabria comprendente i fondali dell’Isola di Dino (maggio 2008). Oggi tutto questo patrimonio di risorse ambientali contribuisce solo in parte al mantenimento e allo sviluppo delle comunità locali, e subisce processi di degrado a causa della mancanza di efficaci e idonee azioni di tutela e gestione. Eppure queste risorse possono diventare per l’intera Valle occasione di un rinnovato sviluppo socioeconomico, compatibile e duraturo nel tempo, da attuare in maniera unitaria e organica, esercitando il controllo sugli usi antropici e sugli impatti da essi generati sull’ambiente.


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Fra le principali problematiche ambientali delle quali è corresponsabile l’attività dell’uomo, è certamente da annoverare quella dell’arretramento costiero, che negli ultimi decenni ha particolarmente colpito il tratto di litorale prospiciente la foce del fiume.

Figura 2 - I Parchi Nazionali

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Figura 3 - Il sistema delle aree protette


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ELEMENTI CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO

Foto 2 - Il laghetto di Rotale (Rivello)

Foto 3 - Il paesaggio dei rilievi dell’interno

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Foto 4 - La costa di Maratea

Foto 5 - La spiaggia di Castrocucco


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1.2 - Le criticità del territorio La Valle del Noce è un aggregato con la vocazione di Sistema Territoriale Locale. Risponde a criteri di congruità, offre sufficienti garanzie all’ipotesi di comportamento come unico soggetto collettivo, sembra interpretare una certa “autoconsapevolezza”, rappresenta una opportuna ipotesi iniziale per l’aggregazione territoriale, ed inoltre nel corso dei millenni ha vissuto più volte particolari condizioni di coesione socio-culturale, esperienza che appare consolidata nella memoria collettiva. Va evidenziato, però, che l’ambiente naturale non è percepito come patrimonio collettivo, non è sentito come risorsa, ma al contrario è vissuto come vincolo. Alla scarsa attribuzione di valore all’ambiente e al patrimonio collettivo in genere fa riscontro, fino ad ora, la mancanza di politiche organiche di tutela e di valorizzazione turistica basate sulla consapevolezza delle risorse che l’ambiente può attivare. Non costituendo oggetto di investimento collettivo consapevole, il territorio è diffusamente e prevalentemente utilizzato a fini edilizi, anche attraverso la sostituzione dell’originario presìdio agricolo con funzioni residenziali (sprawl). A causa dell’abbandono dell’attività agricola le produzioni alimentari tipiche e le produzioni artigianali che vi sono collegate tendono a scomparire, e l’aumento delle superfici incolte contribuisce a generare diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico sui versanti. Il fenomeno interessa non soltanto i margini dei centri urbani, ma l’intero bacino. Alla diffusione e frammentazione del sistema insediativo consegue un sistema viario complesso, difficile da gestire e con alti costi di manutenzione. Negli effetti aumenta molto il costo sociale dell’infrastrutturazione, dovendosi raggiungere continuamente nuovi nuclei abitativi sparsi e “separati”. Il sistema relazionale genera un’alta domanda di spostamenti interni pubblici, complicata nell’organizzazione, dispersiva e non redditizia. Il sistema naturalistico ambientale presenta numerose situazioni di criticità e di degrado generate dall’indifferenza, e subisce un’aggressione che in sostanza è quasi scontata, in quanto riferita ad “un bene di nessuno”. Alle infrastrutture, poiché non se ne percepisce il livello di degrado al quale possono concorrere, si tende a concedere anche un impatto forte ed evidente.

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Tutti gli scarti dell’insediamento, dai reflui civili a quelli produttivi, trovano semplice e naturale recapito nel fiume e ai suoi margini. L’aumentata quantità dei rifiuti negli ultimi decenni determina sporcizia ed inquinamento delle acque, oltre che degrado delle sponde e scadimento della qualità dell’ambito fluviale. La qualità delle acque si ripercuote anche sul sistema costiero, causando degrado ambientale, diminuzione del benessere dei residenti e del valore complessivo dell’offerta turistica locale.

Foto 6 - Sversamento di reflui nel fiume

Fra le problematiche ambientali che caratterizzano il bacino del Noce vi è, inoltre, quella dell’arretramento costiero. La costa tirrenica lucano-calabrese presenta un equilibrio complessivo altamente instabile, e le cause sono diverse. Nel tratto di costa prospiciente la sua foce il fiume Noce ha storicamente rivestito una funzione regolatrice. I sedimenti trasportati a mare dal fiume hanno conferito nel tempo una maggiore stabilità del litorale ed hanno prodotto, fino ad un recente passato, un accrescimento della spiaggia e la formazione della piana di Castrocucco, oggi sede di abitati costieri. Negli ultimi decenni, per cause antropiche, l’assetto dell’area è profondamente mutato: il Noce non assolve più al suo compito di regolatore principale degli equilibri a causa della riduzione del proprio apporto solido, i retrospiaggia sabbiosi sono stati occupati dalle urbanizzazioni, la duna è scomparsa.


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Figura 4 - Il tratto terminale del Fiume Noce (fonte: Ministero dell’Ambiente)

L’andamento della costa era caratterizzato da un protendimento di foce formato dall’accumulo degli apporti del fiume, ed ha invece subìto un arretramento, e la linea di spiaggia ha raggiunto il lungomare e l’abitato della Marina di Tortora e perfino gli insediamenti turistici sul retrospiaggia di Castrocucco di Maratea. La foto 7 mostra il residuo della fascia edificata nel comune di Tortora, originariamente in linea con gli edifici in secondo piano, demolita a seguito dell’azione delle mareggiate che si sono susseguite soprattutto negli anni dal 1985 al 2001. Durante tale periodo il mare ha invaso il piano terra degli edifici, ha più volte raggiunto anche i piani superiori, ha praticamente cancellato l’ultimo tratto della strada litoranea di Tortora strappandone gli impianti che vi erano collocati e minacciando sempre di più gli insediamenti presenti.

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Trattandosi di seconde case utilizzate soltanto in estate non vi sono state, fortunatamente, perdite di vite umane e lesioni a persone. È in condizioni di rischio anche una ulteriore fascia edificata, per la quale il Piano Strutturale di Tortora prevede la demolizione senza ricostruzione, destinando l’area, liberata dalle costruzioni, a verde di protezione. Tra le cause della riduzione dell’apporto solido del fiume vanno considerate le opere di sistemazione idraulica, longitudinali e trasversali, realizzate negli ultimi decenni: briglie, pennelli e arginature. Come si evince da studi e ricerche sull’argomento, l’effetto di queste opere ha influito sulla evoluzione morfologica del tratto terminale deter-

Foto 7 - Danni all’edilizia residenziale in prossimità della foce

minando condizioni di maggiore alluvionamento dell’alveo ed incrementando il livello del pericolo di esondazione dei territori limitrofi. Anche la realizzazione della S.S. 585 va menzionata tra le opere antropiche che hanno influenzato l’attuale configurazione del fiume. Si sviluppa in rilevato per circa 13 km in prossimità delle sponde (prevalentemente quella destra) ed occupa in alcuni tratti perfino parte dell’alveo, riducendo l’originaria sezione di deflusso della corrente. Nel corso dell’anno 2001 è stato redatto2, dai comuni di Tortora e di Maratea, un complesso programma di interventi, alcuni dei quali compresi in accordi sottoscritti con l’Autorità di Bacino della Basilicata, al fine di fronteggiare il problema dell’erosione del litorale e proteggere le infrastrutture costiere minacciate. ___________________ 2

Barzilai P., Cantisani G. - Interventi di protezione e salvaguardia del litorale di Tortora con ripristino e stabilizzazione del tratto terminale del fiume Noce, 2002


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

Il programma comprende: - interventi di abbassamento del livello delle briglie sul Noce e sul torrente Fiumarella, allo scopo di liberare i sedimenti trattenuti e ripristinare l’equilibrio tra il regime fisico del fiume e quello del litorale, - interventi di ripascimento artificiale della spiaggia, da effettuare periodicamente, in attesa che l’abbassamento delle briglie riattivi almeno in parte il naturale apporto solido del fiume. Tra il 2001 e il 2006 l’attuazione di alcuni degli interventi previsti ha comportato l’avvio di un graduale e lento avanzamento della foce e del recupero della capacità del fiume di alimentare la spiaggia con i sedimenti trasportati. Altri interventi saranno attuati nel corso del 2009 da parte del Comune di Tortora.

1.3 - Condivisione delle scelte e nuovo sistema di governance Il Programma propone la Valorizzazione del Capitale territoriale dell’area, ed è strutturato secondo 15 progetti. Sono definiti simbolicamente Progetti Bandiera, ciascuno dedicato ad uno specifico tematismo o ad un gruppo di tematismi affrontati secondo una logica integrata e intersettoriale. Hanno il compito di orientare le strategie di intervento alle finalità complessive e “partecipate” del programma. Soprattutto, il Programma propone che il controllo delle attività antropiche nella valle: - superi la dimensione comunale, - tenga presente gli impatti ambientali che derivano dalle varie attività e ne preveda la mitigazione, - reinserisca il fiume nel proprio contesto territoriale, ripristinandone, dovunque possibile, le caratteristiche naturali, - ne rigeneri la capacità di autodepurazione oltre che di modellazione del litorale. Tutto questo richiede la capacità di pensare al territorio nel suo insieme. Richiede, nel contempo, la costruzione di una rinnovata abitudine a comportamenti virtuosi che assegnino una dimensione collettiva al governo stesso dell’ambito fluviale. Il riferimento, ormai necessario ed evidenziato nella letteratura recen-

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te, è ad un insieme di soggetti diversi, soggetti che devono essere in grado di superare la solita contrapposizione pubblico-privato. La finalità è quella di concertare soluzioni di reciproca utilità sulla base della coesistenza degli interessi dei quali pubblico e privato sono rispettivamente i portatori. Tutto questo prefigura una Visione comune e condivisa dello sviluppo possibile, costruita nella realtà sociale ed economica del territorio anche attraverso la collaborazione di soggetti che non sono istituzionali, e che vanno coinvolti nell’ambito dei rispettivi e diversi ruoli. È necessario però che questi “nuovi” soggetti si possano riconoscere nella Visione del futuro, e che possano sentirsi protagonisti. È fondamentale, innanzitutto, che si realizzi una “conoscenza condivisa” del territorio, delle capacità di progetto in esso presenti, delle opportunità, dei rischi. Va costruita una nuova capacità di comprendere il contesto in tutti i suoi aspetti: da quello naturalistico-ambientale e paesaggistico a quello culturale, sociale ed economico. In sintesi va costruita la consapevolezza del Capitale territoriale che si ha a disposizione, inteso come l’insieme di ambiente naturale e di patrimonio storico, di insediamenti e infrastrutture, di cultura economica e sociale, di capacità istituzionali. Insieme che è sedimentato nel territorio e che ne fa un prodotto originale, vissuto anche dalle popolazioni presenti come identità locale, capace di innescare il motore del nuovo sviluppo inteso, quest’ultimo, come progresso sociale ed economico. Questa rinnovata consapevolezza può rappresentare il “carburante” necessario per il governo del territorio e per la sostenibilità del processo che si intende avviare. La stessa politica del territorio deve innovarsi e trasformarsi, operando: - sulla valorizzazione delle risorse locali, - sull’utilizzazione combinata delle infrastrutture, - sull’integrazione organica di infrastrutture materiali ed immateriali, - sulla collaborazione sinergica degli Attori locali. Il territorio è stato pertanto “sollecitato” ad organizzarsi perché gli Attori locali, (Privati ed Istituzioni) acquisiscano almeno alcune fondamentali capacità: - di valorizzare l’ambiente, - di intervenire insieme,


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

- di creare punti di contatto e di collaborazione tra settori diversi, - di controllare l’effetto combinato delle azioni lungo tutto il corso del fiume, dalle sorgenti alla foce. Una sfida, insomma, alla trasformazione ed al rinnovamento, al recupero di un ruolo di protagonista nel “mercato dei territori”, un invito a riappropriarsi del proprio futuro. E in realtà lavorare insieme non solo può aiutare a “stanare” esigenze e vocazioni reali, ma può anche rendere più facile che in seguito ognuno degli Attori si attivi per realizzare la Visione comune dello sviluppo, in quanto convinto di realizzare un “proprio” progetto strategico, in sinergia reciproca con tutti gli altri. Il Programma integrato di interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce affronta un aspetto fondamentale per il conseguimento dello sviluppo sostenibile ed auto-sostenibile dell’area: l’attivazione continua di percorsi partecipati che siano in grado di favorire la più ampia responsabilizzazione di Amministratori e di Privati in merito al governo del territorio. L’esperienza maturata nell’ambito dei progetti Leader, dal primo al Leader II e al Leader Plus, e la consistenza stessa della sua base sociale, consentono al Gal di proporsi come riferimento per le attività di costruzione partecipata del “disegno strategico” del territorio, e per realizzarne la vocazione nel rispetto della Programmazione sovraordinata e della congruità con i programmi dei territori contermini. Per quanto descritto, appare chiaro che la riqualificazione del fiume ed il controllo dei suoi effetti sulla costa non sono stati inquadrati soltanto come un problema tecnico. Richiedono infatti un Progetto di cooperazione sociale tra le Comunità locali. A questo scopo agli strumenti di partecipazione e di condivisione è stato affidato il compito di attivare un processo di doppia natura:

politico, che attivi nuove forme di Governance, nuovi Istituti di Pianificazione e di Accordo Locale (ad esempio Contratti di Fiume3) in grado di consentire una vasta partecipazione locale alle decisioni, con il concorso di molte energie alla realizzazione dell’obiettivo. Il Programma prevede che i Comuni interessati dal bacino del Noce realizzino un ________________ 3

World Water Vision, From Vision to Action, 2000. Rapporto del World Water Council presentato al 2° Forum Mondiale dell’Acqua all’Aia, Anno 2000: “…. adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, di rendimento economico, di valore sociale, di sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”.

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“Ufficio associato”, tavoli di concertazione politico-amministrativi, incontri e dibattiti a breve e medio periodo. Un processo/percorso che vede nella comunicazione un elemento di fondamentale importanza, sia per facilitare la partecipazione della cittadinanza alla definizione delle strategie di sviluppo del territorio, sia per far conoscere all’esterno le azioni intraprese;

culturale, di coinvolgimento di tutti nella costruzione di un orizzonte futuro in cui la qualità dell’ambiente sia considerata un elemento primario per il benessere e per la qualità della vita. Le istituzioni locali, associazioni culturali, ambientali, sportive e ricreative, le scuole, la società civile nel suo insieme, dovranno sperimentare occasioni di incontro che coinvolgano tutti come abitanti e protagonisti di un unico sistema territoriale, di un’unica Comunità. In questa duplice direzione si è ipotizzata una Festa annuale del Noce, svoltasi in forma sperimentale già nel mese di agosto 2008, e proposta come prima occasione di incontro di tutta la comunità del territorio. Ai rappresentanti delle Istituzioni locali, regionali e nazionali è stato chiesto inoltre di sottoscrivere un Manifesto per il Fiume. Patto di impegno politico, con questo strumento il territorio stesso si obbliga a: - promuovere progetti per il recupero e la salvaguardia del Sistema Noce, con l’obiettivo di renderlo visibile ed accessibile alla fruizione della gente, - promuovere studi e ricerche di settore, finalizzate a conseguire la conoscenza sempre più approfondita delle caratteristiche dell’ambito fluviale nel suo complesso, anche in riferimento al tema dell’arretramento costiero e della interazione tra il bacino e la costa, - mettere a punto azioni sempre più mirate alla soluzione delle problematiche presenti e alla rimozione delle situazioni di criticità, ma anche alla costruzione della governabilità degli effetti combinati, - promuovere studi e ricerche integrate che evidenzino le tracce di storia, di naturalità e di utilizzo sociale che nel tempo hanno caratterizzato la vita del fiume, e favorire la diffusione dei risultati, - coordinare tutti i progetti di infrastrutturazione e di aree attrezzate, sia lungo il corso del fiume che nell’intero ambito amministrativo di riferimento, - promuovere la realizzazione di percorsi culturali, didattici, turistici, sportivi, gastronomici e di punti di ristoro in tutto il bacino, compatibili con i caratteri naturalistici-ambientali del territorio, - garantire la frequentazione del fiume in sicurezza, compatibilmente


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

con le condizioni di rischio idraulico, e realizzare opportune vie di accesso per la Protezione Civile, - mettere a disposizione dei visitatori aree per la sosta dotate di servizi, e dar vita a itinerari escursionistici del fiume (in mountain bike, a cavallo, a piedi, in canoa, etc.), - promuovere iniziative educative, estese a tutte le scuole, sul tema del fiume, della risorsa idrica e dell’ambiente in generale, - recuperare, delocalizzare o riconvertire manufatti, con vincolo assoluto, per la nuova edificazione, di congenialità alle finalità di valorizzazione e di compatibilità con le condizioni di rischio, - inserire forme specifiche di governo e pianificazione integrata del sistema fluviale (nel Piano Regionale di Sviluppo, nei Piani Strutturali Provinciali, nei Piani di settore, nei Patti Territoriali, nei Piani Strutturali comunali), - controllare sull’attuazione della disciplina di tutela della qualità delle acque e dei limiti qualitativi degli scarichi nel fiume, - garantire la realizzazione integrata di progetti per la mitigazione del rischio idraulico e dell’inquinamento, di progetti di riqualificazione ambientale e territoriale del sistema fluviale, - promuovere l’insediamento di attività produttive in forme e modalità compatibili con il rispetto e la valorizzazione degli ambienti fluviali, - ricostruire l’identità della Valle del Noce e nel contempo l’orgoglio delle diversità connaturate nei singoli insediamenti.

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Il Programma si propone come riferimento per gli strumenti urbanistici locali, che i Comuni devono verificare e armonizzare con gli obiettivi generali e con la natura “a rete” del territorio. Risponde all’esigenza di confrontarsi con Programmi e Piani di area vasta e recepirne le previsioni (Documenti starategici ai vari livelli, Programma Regionale di Sviluppo, Piani Strutturali Provinciali, Piani di settore), e di allinearsi con le strategie di tutela e di sviluppo dei tre Parchi Nazionali, nei quali rientrano anche aree del bacino idrografico del Noce. Tutto questo è particolarmente importante in quanto quest’ultimo interessa più ambiti provinciali e regionali e partecipa alla Proposta Golfinsieme4, Accordo di Programma per la valorizzazione congiunta dei territori delle tre Regioni (Campania, Basilicata e Calabria) che si affacciano sul Golfo di Policastro.

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Promosso dal Gruppo di Azione locale, ha prodotto intese ed accordi di territorio (Intesa di Programma delle Province di Salerno, Potenza, Cosenza, dell’ENEA e dei Gal Allba, Galatica e Bussento)


27 2 IL QUADRO CONOSCITIVO

L’analisi del contesto5 è stata condotta con riferimento: - al sistema naturalistico-ambientale, - al sistema insediativo, - al sistema relazionale, - al sistema socioeconomico. Si è fatto uso, per l’analisi e per la sua rappresentazione, di procedure e tecnologie informatiche che sono proprie dei Sistemi Informativi Territoriali (software di catalogazione e di analisi). I dati e le informazioni utilizzate sono state reperite presso enti e istituti vari (ISTAT, Regione, Istituti specializzati) e presso gli Uffici tecnici dei Comuni. A questi ultimi sono state distribuite specifiche schede di indagine al fine di acquisire dati sui caratteri del territorio, ma anche per conoscere la sensibilità dei comuni ai problemi dell’ambiente e del fiume e la loro consapevolezza nei confronti del patrimonio territoriale. Sono state svolte, inoltre, consultazioni e colloqui con i Sindaci, incontri e interviste ai protagonisti della programmazione locale (esponenti politici, responsabili degli uffici comunali, progettisti incaricati della redazione degli strumenti urbanistici comunali, specialisti, privati). _________________ 5

La documentazione cartografica e descrittiva del contesto territoriale elaborata dal Gal è consultabile sui siti web dei partners del Progetto: www.allba.it, www.adb.basilicata.it, www.lagonegrese.it, www.anticalucania.it


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I dati acquisiti sono stati poi classificati e ordinati ricorrendo a tecniche di aiuto, come la Matrice S.W.O.T., (punti di forza, di debolezza, opportunità e rischi), tipiche del PCM (Gestione del Ciclo di Progettazione). Le risultanze sono state organizzate in un Quadro Logico (Logical Framework) al fine di determinarne le reciproche dipendenze e le occasioni di sinergie in atto o anche potenziali. La corretta individuazione dei problemi e una loro giusta gerarchizzazione in termini di causa-effetto costituisce un elemento fondamentale dell’attività di progettazione. Si è perciò realizzato un “Albero dei Problemi”, prima per singoli ambiti di analisi e poi sintetizzati per “grappoli” (clusters), evidenziando gli aspetti che apparivano in grado di determinare effetti negativi, difficoltà, disagi. Da questo si è fatto conseguire un “Albero degli obiettivi”, nel quale gli ostacoli sono trasformati in caratteristiche positive, problemi risolti. Questa metodologia è usuale anche nella redazione di programmi che fanno riferimento a risorse comunitarie, in quanto aiuta ad organizzare i dati in maniera coerente e a pensare il territorio come un sistema sinergico, integrato, nel quale emergono sia le relazioni virtuose da conseguire, sia le possibili influenze negative da evitare. Dalla lettura del quadro conoscitivo sono risultate evidenti per il buon fine del Programma integrato e degli strumenti operativi che seguiranno: - la opportunità di un quadro di progettazione condivisa, che coinvolga in maniera quanto più possibile attività sociali e produttive; - la necessità di politiche che vadano verso lo sviluppo sostenibile (ed auto-sostenibile), in sintonia con le recenti consapevolezze ambientaliste e con gli orientamenti delle più recenti politiche Comunitarie, ma anche al fine di attribuire al valore patrimoniale del territorio la funzione di “motore economico e sociale”.

2.1 - L’analisi S.W.O.T. I dati e le informazioni sul contesto territoriale sono stati ordinati attraverso la matrice S.W.O.T. che, come di consueto, è stata strutturata secondo i seguenti elementi: punti di forza (Strengths), elementi che giocano a favore dello “sviluppo” dell’area, da valorizzare, sui quali si può pensare di intervenire direttamente attraverso interventi e decisioni locali; debolezze (Weaknesses), ostacoli da superare, elementi di cui il siste-


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ma locale difetta e che creano una condizione di svantaggio. Anche questi, come i punti di forza, possono essere modificati attraverso decisioni locali; opportunità (Opportunities), possibili vantaggi futuri che occorre essere pronti a sfruttare a proprio favore, e che prescindono dal contesto territoriale; non sono modificabili localmente ma, nel caso si verifichino, vanno utilizzati al meglio mediante capacità locali; rischi (Threats) o minacce, fattori ambientali esterni, eventi o mutamenti futuri che potrebbero avere un grosso impatto negativo sui risultati della strategia, pur non avendo un riferimento diretto col contesto. Va verificato se vi sarà la possibilità di farvi fronte, nel caso si verifichino, oppure se causeranno danni alle finalità del Progetto. In questo ultimo caso deve essere possibile limitarne gli effetti e, nei casi peggiori, si può arrivare a decidere se annullare il Progetto stesso. Lo schema S.W.O.T. si è dimostrato un valido ausilio per sintetizzare problemi complessi, censire ed evidenziare le potenzialità intrinseche del territorio, esplicitare le criticità legate a fattori esterni al contesto, classificando ogni elemento in maniera ordinata. Al fine di evitare il rischio di genericità e scarsa oggettività, la costruzione della matrice swot è stata basata su dati misurabili e verificabili, ma anche sulla conoscenza diretta del territorio che hanno gli Attori locali, con i quali sono stati organizzati vari incontri e ai quali, in alcuni casi, è stata chiesta la compilazione di una scheda-questionario per l’acquisizione di elementi specifici. La partecipazione degli Attori locali nella fase conoscitiva è stata fondamentale per far emergere le necessità reali del territorio, le domande e le aspirazioni locali, alle quali il Programma di Interventi dovrà necessariamente riferirsi. Il coinvolgimento degli Attori locali, oltre a dare concretezza alle analisi e alle decisioni può comportare un ulteriore vantaggio. Infatti solo se gli Attori hanno modo di sentirsi partecipi delle decisioni, sentiranno il Programma come proprio, e si attiveranno per darne piena attuazione. Inoltre secondo il principio della sussidiarietà lo sviluppo locale si basa sulla responsabilità e sull’iniziativa di istituzioni, imprenditori, forze sociali presenti sul territorio. Ad essi, pertanto, vanno ricondotte tutte le decisioni e le scelte per il progresso dell’intera Valle. Si riporta, di seguito, la matrice SWOT elaborata e la sintesi redatta raggruppando e ordinando i fattori emersi al fine di consentirne una lettura immediata.

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2.2 - Matrice S.W.O.T. Punti di Forza - Sono presenti nell’area caratteristiche paesaggistiche di qualità diffuse e sufficientemente conservate; - l’area appartiene ad un ambito naturalistico d’eccezione, in quanto Dorsale Appenninica della Rete Ambientale Europea (Progetto A.P.E. Appennino Parco d’Europa, PLANECO - Corridoio Ecologico nella Struttura della Continuità Ambientale Nazionale); - vi è una sostanziale continuità con il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri Lagonegrese e il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano; - sono presenti molteplici aree protette (SIC, ZPS, Riserve regionali); - l’area costiera lucana è candidata a divenire Parco Naturalistico Marino, e lungo la costa calabrese è stata di recente istituita una Riserva naturale marina comprendente i fondali dell’Isola di Dino; - l’area è ricca di Beni culturali appartenenti a differenti epoche storiche, che comprendono tipologie facilmente fruibili, in ambienti ancora tutto sommato poco trasformati ed in un contesto socio-culturale ricco di tradizioni, di riti e di folclore; - grazie alla diffusa integrità ambientale e alla qualità di molte sue risorse naturali, l’area può costituire nei prossimi anni un vero e proprio Laboratorio nel campo dello sviluppo “autosostenibile” e della tutela del paesaggio; - le caratteristiche fisiche appaiono favorevoli allo sviluppo turistico integrato: prossimità di ambito costiero e montano, clima Mediterraneo, - la morfologia è complessa, vi è presenza di Geositi e di ambiti di paesaggio eccellente; - siti, edifici monumentali, beni culturali, configurano un patrimonio storico culturale suscettibile di valorizzazione; - l’area risulta indenne da inquinamento atmosferico (Analisi integrata del sistema delle emissioni in atmosfera della Regione Basilicata, Dipartimento Sicurezza Sociale e Politiche Ambientali, 1999, Agenda 21); - le capacità produttive locali sono vivaci e possono attingere a tradizioni imprenditoriali radicate; - la popolazione ha mediamente un buon livello culturale; - vi è una buona disponibilità di risorse idriche;


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- negli ultimi anni risulta diminuito il rischio di incendi (Basilicata, Legge Regionale n.13 del 22 febbraio 2005 “Norme per la protezione dei boschi dagli incendi, Catasto delle aree boscate a rischio”); - la posizione dell’area è strategica sia nella struttura nazionale delle comunicazioni che nei Programmi di sviluppo dei collegamenti con le realtà dell’ambito mediterraneo.

Punti di debolezza - Le politiche per il patrimonio naturale non sono adeguate ai fabbisogni di conservazione e di valorizzazione; - i Beni culturali non sono conosciuti a livello nazionale ed internazionale, e la maggior parte della popolazione non ha la consapevolezza di tale patrimonio; - rischia di scomparire un buon numero di produzioni agroalimentari tipiche, nonché alcune produzioni artigianali di buona qualità e suggestive; - cresce la superficie incolta e abbandonata a causa della cessazione della attività agricola e della sua sostituizione con residenze; - pesanti sono gli impatti esercitati dalle infrastrutture viarie e idroelettriche e dalle strutture produttive; - è modesta o quasi nulla la politica di valorizzazione del paesaggio; - è radicata la gestione “separata” degli interventi sull’ambiente di Valle; - gli operatori locali non hanno le competenze e la disponibilità ad attuare investimenti in sinergia; - vi è eccessiva concorrenza, mancato coordinamento e sovrapposizione di Enti e Soggetti che prendono decisioni in merito agli interventi sul Capitale territoriale; - è scarsa o nulla la consapevolezza collettiva del patrimonio ambientale; - vi è eccessiva disponibilità nei confronti delle esigenze “produttive”, a causa della inadeguata attribuzione di valore alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche; - si registra da decenni la tendenza allo sprawl, che determina occupazione incontrollata di territorio e sostituzione delle funzioni originarie.

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Opportunità - Possibili iniziative di rete e di integrazione con alcune linee di intervento avviate dal PIT locale (natura, progressiva strutturazione di un distretto agroalimentare); - crescente interesse turistico per aree ambientalmente non compromesse, domanda di turismo rurale e di località turistiche minori; - crescente domanda di prodotti turistici di nicchia caratterizzati da risorse di natura e di cultura e di produzioni naturali; - sviluppo di servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico (Leader, politiche regionali); - nuovi collegamenti strategici (Autostrada Lauria-Foggia, MarateaTaranto); - ricostruzione del tratto locale dell’Autostrada SA-RC; - politica di miglioramento degli accessi urbani, attribuzione di funzioni urbane ai “vuoti”urbanistici; - politiche nazionali e comunitarie di sostegno all’organizzazione di settore ed all’integrazione pubblico-privato; - politiche di sostegno agli scambi culturali ed alla cooperazione tra territori; - avvio di politiche di difesa delle identità locali (Legge sui piccoli Comuni, ecc..) e sostegno alla creazione di Reti e all’approcio integrato; - creazione di Sistemi Locali di Offerta Turistica (SLOT della Comunità Montana del Lagonegrese) con il fine di controllare il prodotto turistico complessivo ed ottenere benefici diffusi a livello occupazionale, nella distribuzione del reddito e nel superamento di visioni localistiche.

Minacce - Potenziale interesse di grandi investitori esterni per iniziative imprenditoriali non sempre compatibili con gli aspetti ambientali e con le vocazioni del territorio; - degrado estetico del paesaggio e aumento del rischio idrogeologico per diffusione/concentrazione del presidio umano; - peggioramento dei valori ambientali a seguito di scelte effettuate al di fuori del territorio; - consumo delle risorse territoriali con innesco di nuove forme di degrado ambientale;


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- indifferenza diffusa rispetto alla “cosa” pubblica; - rassegnazione, abitudine alla delusione delle aspettative e sostanziale sfiducia negli investimenti collettivi. Per contro, coltivata la “furbizia”; - limitata esperienza locale in merito alla cooperazione tra Attori pubblici e tra questi e i privati; - abitudine alla interlocuzione diretta e separata con i livelli decisionali superiori e conseguente creazione di separati canali di consenso, con aumento del rischio di interferenze.

Figura 5 - Tabella di sintesi della matrice SWOT

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Considerazioni sulle risultanze e riordino dei dati Appare chiaro che l’ambiente nel suo complesso, pur essendo di qualità, non è sentito come risorsa e non produce ricchezza. Vissuto come vincolo, spesso presenta situazioni a rischio che vengono ignorate, o gestite in modo “separato” ed episodico. Alla scarsa attribuzione di valore all’ambiente e al patrimonio collettivo in genere, fa riscontro la mancanza di politiche organiche di tutela del territorio e di valorizzazione turistica. Il patrimonio va però trasformato in risorsa economica perché sia fonte di benefici reali e diretti e perché si realizzi la consapevolezza che è “un insieme di risorse”. In questa direzione vanno segnalate le azioni e le iniziative che andrebbero intraprese, oltre che per conseguire beneficio immediato e concreto, come premesse per la costruzione di una nuova offerta di territorio: - la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio locale, - la sua messa in rete con i Parchi Nazionali del Pollino, dell’Appennino Lucano-Val d’Agri Lagonegrese, del Cilento e Vallo di Diano, - la realizzazione di complementarità tra l’offerta turistica del territorio interno e quella del territorio costiero, - i monitoraggi sull’ambiente e sugli effetti degli interventi antropici, - la implementazione di un sistema per la partecipazione consapevole degli attori locali, - la realizzazione di un sistema di promozione/valorizzazione/gestione locale dell’ambito fluviale del Noce. Questi elementi vanno inquadrati in un contesto generale più ampio che presenta alcune circostanze favorevoli e che ne rende a maggior ragione opportuna la realizzazione: - la recente promozione dell’ambiente attraverso i media può rappresentare una circostanza favorevole a far emergere un sistema territoriale locale quale episodio di eccellenza, - la condivisione e la sinergia su scala intercomunale può collocare l’area di riferimento nel Mercato dei territori sollecitando l’arrivo di energie dall’esterno, disponibili a investire in attività turistiche di qualità, - la situazione sociale è caratterizzata dall’assenza di problemi di ordine pubblico rilevanti. Per contro, però, la lentezza con la quale si realizzano accordi di condivisione, una inveterata tendenza alla contrapposizione e al persegui-


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mento di obiettivi separati, possono far sì che l’area sia sottoposta nel frattempo ad ulteriori compromissioni.

2.3 - Gli Alberi dei Problemi Le debolezze e le criticità riscontrate sono state identificate come Problemi, cioè come situazioni negative attuali e oggettive, alle quali si vuole rimediare. Nessuno dei Problemi appare isolato, ma al contrario ognuno appare come parte di un insieme caotico e non immediatamente comprensibile. Si è, perciò, ipotizzata una suddivisione dei problemi secondo tre ambiti principali: patrimonio naturale a rischio di degrado, mancata consapevolezza del valore collettivo, compromissione delle caratteristiche ambientali del fiume. Al fine di ordinare i problemi e le relazioni reciproche che li caratterizzano, per ognuno dei problemi sono state individuate alcune dipendenze gerarchiche, rispondendo alle domande:

da cosa è generato? in quali contesti più ampi si colloca? quali problemi genera a sua volta? Le relazioni di causa-effetto sono state evidenziate graficamente, tracciando linee di connessione che hanno generato, a cascata, più livelli gerarchici di problemi. Il complesso dei problemi e delle relazioni reciproche, così schematizzate, ha dato luogo alla rappresentazione di tre grafici ad albero definiti Alberi dei Problemi (Problems trees), uno per ciascun ambito. Il problema collocato al centro di ognuno dei tre grafici rappresenta lo “starter”, ovvero il punto di partenza, per il quale le analisi conoscitive condotte e gli Attori locali hanno evidenziato il ruolo di causa principale di altri problemi. Al problema centrale sono stati collegati tutti gli altri problemi: - verso il basso, quelli che possono considerarsi a loro volta causa del problema starter stesso, - verso l’alto, quelli che invece sono individuabili come effetti. Si riportano, di seguito, la descrizione sintetica dei problemi aventi il ruolo di causa principale, e i tre Alberi dei Problemi.

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Figura 6 - Elementi sintetici che caratterizzano i problemi aventi il ruolo di causa principale


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Figura 7 - Albero dei Problemi n.1 - Diminuzione del capitale territoriale

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Figura 8 - Albero dei Problemi n.2 - Visione dello sviluppo disarticolata


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Figura 9 - Albero dei Problemi n. 3 - Degrado dell’ambito naturale

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2.4 - Gli Alberi degli Obiettivi Il sistema delle connessioni logiche formulate e rappresentate negli Alberi dei Problemi si è prestato ad una operazione consistente nel semplice ribaltamento di ogni elemento nel suo opposto, ossia nella trasposizione in positivo di ognuna delle situazioni negative individuate. La trasposizione ha generato tre ulteriori schemi ad albero, uno per ciascun ambito, configurando questa volta i cosiddetti Alberi degli Obiettivi (Objectives trees), che rappresentano la descrizione teorica di quanto è conseguibile nel caso in cui tutti i problemi vengano risolti. Alla sommità di ognuno degli schemi ad albero è stato posto, correlato agli alberi dei problemi, il macro obiettivo di riferimento: - la problematica della diminuizione del capitale territoriale si è trasformata nell’obiettivo della valorizzazione del capitale territoriale, - la visione dello sviluppo disarticolata si è trasformata in riarticolazione delle relazioni di valle, - il degrado per insufficiente attenzione alla struttura e alla funzione del fiume si è trasformato in recupero e valorizzazione dell’ambito fluviale. All’interno degli schemi sono state verificate le relazioni di causalità tra gli obiettivi, e sono state tracciate, ove è risultato necessario, nuove linee di connessione. La trasposizione in positivo dei problemi non ha, naturalmente, costituito in maniera automatica l’individuazione degli obiettivi del Programma integrato di interventi. Quest’ultimo, infatti, in quanto proposta integrata e complessa di intervento sul territorio, deve superare la semplicità del meccanismo di generazione che è propria dell’albero degli obiettivi. Deve cogliere le specificità dell’area di intervento e in primo luogo le istanze degli Attori locali. Attraverso una operazione di clustering, gli obiettivi sono stati successivamente raggruppati per famiglie, e sono stati selezionati i raggruppamenti ai quali gli Attori attribuiscono maggiore importanza e priorità e sui quali il Programma intende concentrarsi. Allo stesso modo sono stati esclusi quelli identificati come di secondaria importanza o che appaiono non controllabili e perseguibili attraverso il Programma. Il risultato del processo è uno schema di sintesi che è stato evidenziato anch’esso con il ricorso ad una struttura ad albero e che fa riferimento ad un unico macro-obiettivo generale.


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Macro-obiettivo che rappresenta l’idea-forza alla base del Programma integrato: la rinnovata competitività territoriale della valle del Noce. Si riportano di seguito i tre Alberi degli Obiettivi e lo schema dei raggruppamenti elaborato (clustering).

Figura 10 - Albero degli obiettivi n.1 - Valorizzazione del Capitale territoriale del bacino

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Figura 11 - Albero degli obiettivi n. 2 - Riarticolazione delle relazioni di valle


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Figura 12 - Albero degli obiettivi n.3 - Recupero e valorizzazione dell’ambito fluviale

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Figura 13 - Visualizzazione grafica del raggruppamento degli obiettivi (clustering)


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2.5 - La rinnovata competitività del territorio Conseguentemente ai risultati dell’analisi, il Programma assume lo sviluppo integrato e sostenibile come nuovo percorso di crescita locale orientato: - alla realizzazione di una nuova offerta di territorio che è funzionale alla creazione di nuove occasioni di occupazione e di economia, - al rispetto delle qualità ambientali, - alla valorizzazione economica, con ricadute quanto più possibile locali, - alla integrazione di quanto attivato dalla Programmazione ai vari livelli. Si assume dunque come obiettivo generale quello della attribuzione di nuova competitività del territorio. Attraverso la sua valorizzazione, il capitale territoriale dovrà essere messo in grado di affrontare la concorrenza nel “mercato dei territori”, garantendo nel contempo la sostenibilità ambientale, economica e sociale dello sviluppo. La competitività del territorio è stata intesa nel suo insieme di: - competitività sociale: il territorio è oggetto di un intervento unitario, efficace, sulla base di una visione comune ed una concertazione tra i diversi livelli Istituzionali; - competitività ambientale: l’ambiente diventa elemento distintivo e qualificante del territorio, garantendo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio. Si afferma la logica di “progetto diffuso” sull’intero territorio comunale, per cui ogni parte di territorio assume insomma dignità sufficiente per essere oggetto di Pianificazione; - competitività economica: la produzione di beni e servizi avviene il più possibile all’interno del territorio stesso, con la massima qualità possibile attraverso la sinergia e lo scambio tra gli operatori locali, valorizzando le esperienze e le competenze locali; - competitività rispetto al contesto globale: il territorio si “colloca” in maniera competitiva rispetto all’esterno, valorizzando la propria specificità ed evidenziandone le caratteristiche che sono più appetibili dal mercato globale. La direzione è quella di una ricostruita identità del territorio, attraverso la consapevolezza, da parte delle popolazioni locali, che il proprio patrimonio ambientale, culturale e produttivo di qualità può divenire risorsa di prestigio e dispensatore di nuova economia.

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Figura 14 - Albero di sintesi conseguente al raggruppamento degli obiettivi, realizzato recependo il contributo degli Attori locali


47 3 IL QUADRO LOGICO

La Matrice del Programma integrato è stata formulata attraverso il ricorso alla metodologia del Logical Framework Approach (LFA, Sistema del Quadro Logico). In ambito Comunitario negli ultimi anni tale metodo è stato ampiamente applicato all’interno del sistema integrato del Project Cycle Management (PCM, Gestione ciclica del Progetto), per la redazione di documenti di programmazione/pianificazione ed in relazione ad interventi che interessano la collettività. Il sistema del Quadro logico prevede che le azioni/interventi e le risorse economiche per attuarli siano organizzati sulla base di una Matrice con un formato standard. Il riferimento omogeneo consente di evidenziare con chiarezza il trattamento dei problemi chiave durante tutta la vita del Progetto, aiuta a stabilire le priorità e determinare i risultasti attesi, ed è predisposta al monitoraggio e alla valutazione. La Matrice del PCM (Logframe)6 riassume i diversi elementi del Progetto, organizzandoli perché siano visualizzati in modo efficace e semplice da comprendere. È articolata in quattro livelli legati tra loro da un rapporto causa-effetto in senso verticale, dal basso verso l’alto: - le attività portano ai risultati, ________________ 6

GOPP, Goal Oriented Project Program - Federico Bussi per ISFOL, anno 2000


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- i risultati conducono al raggiungimento degli scopi (obiettivi specifici), - gli scopi contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo generale. Sostanzialmente il Logframe, oltre ad organizzare logicamente il Progetto e a renderlo comunicabile attraverso la chiarezza della sua articolazione, obbliga anche a rispondere a quesiti fondamentali che riportano alla concretezza dei problemi e che impongono una approfondita riflessione rispetto a: - interesse strategico, - pertinenza, cioè rispondenza al contesto e alla capacità organizzativa, - urgenza, - risorse umane disponibili (competenze tecnico-politiche), - risorse finanziarie, - fattibilità.

Figura 15 - Articolazione della matrice del quadro logico utilizzata per la elaborazione del Programma

Gli elementi all’interno della matrice elaborata per il Programma integrato di Interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce sono stati così intesi:

- obiettivo generale: è il beneficio sociale ed economico di lungo termine che il territorio conseguirà dall’attuazione del Programma. Questo livello non viene raggiunto mai attraverso il singolo intervento, ma con il contributo di più interventi o Progetti, che perseguono


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finalità interrelate. È un obiettivo che attiene a diversi aspetti di carattere sociale ed economico e indica una aspirazione (Visione) per la cui realizzazione il territorio si organizza;

- obiettivo specifico: scopo immediato del Programma, indica i benefici diretti che il territorio nel suo insieme otterrà mettendo a frutto i “servizi” che riceverà nell’ambito del Progetto stesso. In particolare, lo scopo definisce l’aspetto/condizione di vita che registrerà un miglioramento a seguito dell’utilizzo dei servizi forniti; - risultati: sono i servizi che il territorio otterrà a seguito delle attività/interventi realizzati. Non sono le infrastrutture eventualmente realizzate, ma i servizi da esse offerti; - attività: sono le azioni/interventi che saranno realizzati per fornire i servizi necessari al territorio e ai soggetti che vi fanno riferimento; - indicatori: sono stati intesi nella loro natura di indici certi e misurabili sia in termini qualitativi che quantitativi. Gli indicatori sono: - fattibili, in termini di finanze, esperienze e tempi; - pertinenti, cioè esprimono in modo preciso quello che si deve misurare; - sensibili, in quanto capaci di raccogliere i cambiamenti che si ipotizzano, e in modo tempestivo.

Rapporti con il quadro normativo di riferimento Il Programma integrato durante tutto il suo ciclo di vita dovrà tener costantemente conto di piani e programmi prodotti in altri ambiti, nonché dell’evoluzione del quadro normativo nei vari settori di intervento. Il riferimento al Quadro esterno aiuta a tener conto di limiti, rischi ed opportunità, innalza il livello del Programma e ne favorisce la fattibilità. Perciò durante tutte le fasi, dalla elaborazione all’attuazione, sarà necessario attingervi per consentire il miglioramento e l’aggiornamento continuo del Programma stesso. Bisognerà realizzare insomma una specie di “Laboratorio aperto” il cui obiettivo è quello di acquisire sistematicamente nuovi dati e informazioni, e di rivedere continuamente i contenuti del Programma. Revisione che dovrà farsi sia in riferimento al cambiamento del quadro esterno, sia in riferimento al raggiungimento dei primi effetti del programma stesso, effetti che potrebbero comportare variazioni dello stato di fatto che non sono state previste.

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Precondizioni Si è già detto di logiche esterne o comportamenti politico-sociali che potrebbero influenzare lo svolgimento e il conseguimento dei risultati del Programma. In effetti alcuni degli Obiettivi e delle Azioni, individuati nella fase di elaborazione degli alberi, hanno mantenuto un livello di riferimento generale in quanto rappresentano elementi al di fuori della possibilità di controllo diretto del Programma stesso. Sono cioè Precondizioni. Sono da tenere presente per l’effetto che potrebbero avere qualora si verificassero/risolvessero, ma la loro presenza all’interno del Programma è stata valutata non necessaria e, anzi, non opportuna. Alcune (vedi “Ipotesi di recupero della ex ferrovia Calabro Lucana”) potrebbero infatti rappresentare addirittura causa di insuccesso nel caso in cui non trovassero la necessaria copertura finanziaria o il fattivo interesse delle Amministrazioni competenti, ritardando o addirittura impedendo l’attuazione del Programma. In quest’ultimo caso la precondizione diventerebbe allora un presupposto “killer”.

Autosostenibilità È la continuazione nel tempo dei benefici previsti per il territorio destinatario del Programma. Perché vi sia autosostenibilità, il Programma dovrà realizzare le condizioni affinché i benefici possano essere prolungati nel tempo con modalità e mezzi autonomi ed autogestiti. È necessario altresì che si prolunghi nel tempo la volontà stessa di continuare, e che permanga la pertinenza e la coerenza degli obbiettivi, anche quando gli effetti diretti dell’attuazione del Programma si saranno estinti. Il programma si basa sul concetto di sviluppo locale inteso come crescita complessiva della società locale, che deve diventare consapevole del proprio ruolo di protagonista del proprio futuro. È uno sviluppo che punta sulla convergenza delle diverse culture locali, dei soggetti economici e delle tecniche, in grado di attivare sinergicamente self-reliance, basic needs, ecosviluppo.

“…L’avvio del processo di riconversione ecologica e sociale necessita di una riprogettazione del territorio tramite la costruzione di “rappresentazioni interpretative di contesti locali nel loro rapporto con le dina-


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miche globali (...) attraverso (...) una rete di rapporti sovralocali, tendenzialmente globale. Progettare il territorio significa quindi innanzitutto rappresentare delle diversità, in termini di possibili risposte locali ai mutamenti globali e significa forzare i limiti dei linguaggi universali in modo da renderli capaci di accogliere (comprendere) e veicolare “ragioni” e valori locali…” (Dematteis G., 2001). L’autosostenibilità del programma dovrà essere pertanto verificata ai vari livelli di interesse e in ognuna delle fasi che lo caratterizzano, comprese, quindi, quelle successive alla fase di progettazione: l’autosostenibilità dovrà essere trasformata ogni volta in fattibilità anche economica e finanziaria.

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3.1 - Matrice del Quadro Logico

Figura 16 - Matrice del Quadro Logico del Programma integrato


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55 4 LE ATTIVITÀ PREVISTE DAL PROGRAMMA INTEGRATO

Nel presente capitolo vengono sinteticamente illustrati gli interventi e le azioni previsti dal Programma (riportati nella Matrice del quadro logico alla voce “Attività”), ritenuti in grado di aggredire le criticità evidenziate dalle analisi conoscitive condotte mediante le tecniche partecipate. Gli interventi e le azioni sono stati organizzati secondo una logica integrata e intersettoriale in gruppi funzionali simbolicamente denominati Progetti Bandiera. Ricorrendo ad una immagine semplificativa i Progetti Bandiera sono riconducibili alle categorie interdipendenti dell’hardware e del software. Alla prima categoria (hardware) sono ascrivibili i Progetti che comprendono prevalentemente interventi materiali, concreti, all’altra (software) sono ascrivibili i Progetti ai quali è affidata la ricostruzione delle relazioni tra le varie parti sociali, secondo logiche solo apparentemente immateriali, nonché la costruzione di nuove capacità di governo del territorio. Nella pratica comune della Programmazione spesso questi ambiti vengono organizzati in maniera separata, per esigenze di semplicità, anche se nella realtà hanno sostanza di categorie complementari. La loro combinazione virtuosa può innescare gli interessi, le capacità e gli strumenti di corredo per la costituzione di una opportuna “cassetta degli attrezzi”.


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Figura 17 - Articolazione dei Progetti bandiera

I Progetti bandiera 1 - Reversibilità ambientale Il Progetto ha finalità di approfondire la conoscenza del patrimonio ambientale della Valle, del suo potenziale e dei possibili rischi derivanti da usi impropri, da cui far discendere le azioni e gli interventi per la ricostruzione della continuità ambientale, il recupero delle situazioni di degrado, la deframmentazione e la riduzione dell’isolamento. Saranno redatti studi specifici e ricerche, saranno costituite banche dati aggiornate sui caratteri naturalistici, biologici, faunistici, vegetazionali, paesistici, del fiume e dell’intera Valle, nonché sulle pressioni antropiche, sulle fonti di inquinamento, sugli elementi di degrado ambientale. Gli studi dovranno conseguire livelli di conoscenza adeguati a progettare e attuare le misure e gli interventi previsti dai Progetti Bandiera, e dovranno, in futuro, essere costantemente aggiornati e implementati, fornendo una utile base conoscitiva su cui fondare i futuri programmi, piani e interventi aventi ricadute sul sistema naturalistico-ambientale.


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Tutto il patrimonio conoscitivo acquisito costituirà, inoltre, il fondamento per la costruzione del sistema di monitoraggio previsto dal Progetto Bandiera n. 15. L’attuazione del Progetto reversibilità ambientale è prioritaria rispetto agli altri Progetti Bandiera. I soggetti attuatori sono: Università, Enti e Istituti di Ricerca, Associazioni di protezione ambientale.

2 - Manuale di “uso e manutenzione della Valle” Il Progetto propone la redazione di un Manuale di regole, norme, procedure e indicazioni tecniche da osservare per la progettazione e la realizzazione di tutti gli interventi che vengono attuati sul territorio. I contenuti del Manuale dovranno discendere sia dagli studi specialistici del Progetto 1 - Reversibilità ambientale, sia da buone prassi mutuate da altre esperienze in contesti similari, e dovranno essere finalizzati a preservare gli aspetti caratteristici del Capitale territoriale. Saranno condivisi da tutti gli Attori locali, in particolare dalle Amministrazioni comunali, che utilizzeranno costantemente il Manuale e ne trasferiranno i contenuti in tutti gli strumenti di governo e gestione del territorio, a cominciare dai piani urbanistici e dai regolamenti edilizi. Il Manuale svilupperà in maniera particolarmente approfondita indicazioni e regole riguardanti le attività che hanno impatti diretti sull’ecosistema del fiume e dei corsi d’acqua minori. I soggetti coinvolti sono: Università, Autorità di Bacino, Regioni, Province, Gal Allba.

3 - Ecofrequenza. Sentieri di perlustrazione e conoscenza Il Progetto propone la ricostruzione del sistema dei percorsi a mobilità “dolce” che hanno caratterizzato, fino ad epoche relativamente recenti, il territorio della valle: la rete delle greenways. L’organizzazione di itinerari con funzione turistico-ricreativa può trovare ampio spazio all’interno dell’area, che è ricca di beni naturalistici, storici, paesaggistici. Tutto il territorio della Valle può essere considerato, nel suo complesso, una specie di museo diffuso, dove anche i centri urbani e rurali, prodotti di una sedimentazione millenaria, rappresentano una importante ricchezza.

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La realizzazione della rete delle greenways7 è finalizzata all’innesco di un processo integrato di fruizione dei beni culturali, delle aree archeologiche, dei palazzi di città, dei casali, dei conventi, dei luoghi di natura, dei paesaggi ambientali e antropici di rilievo, degli eventi e dei luoghi della memoria, delle produzioni tipiche di qualità e della ristorazione ospitale. Il sistema è inteso come un circuito virtuoso che mette insieme la perlustrazione e l’ospitalità, riproponendo antiche vie e posti di ristoro. I percorsi principali individuati nel bacino del Noce riprendono in sostanza le antiche direttrici di attraversamento del territorio, direttrici alle quali attribuire una mobilità compatibile con l’uso pedonale il ciclismo di montagna, con il trekking, con l’equitazione: - il corridoio lungo il fiume Noce, dalle sorgenti alla foce, - il percorso della dismessa linea ferroviaria calabro lucana, - il percorso dalla foce ai valichi in direzione della valle del fiume Sinni (per Lauria), - il percorso dal fiume verso Trecchina e Coccovello, fino al mare, - dalle sorgenti verso l’interno, in direzione della Val d’Agri (per Moliterno), - da Rivello e Lagonegro verso il Cilento. Lungo i principali possono innestarsi percorsi a valenza secondaria, strettamente connessi alla valorizzazione delle risorse su scala comunale. La realizzazione complessiva della rete delle greenways, individuata in linea preliminare, dovrà essere oggetto di approfondimenti specifici sia per quanto riguarda gli aspetti progettuali, sia per quanto attiene alle risorse finanziarie necessarie. _________________ 7

Greenway, Green axes, Green corridors, Slowway sono sinonimi di un termine che indica strade di trasporto dedicate al traffico leggero non motorizzato. Greenway è usato per definire assi di collegamento progettati a scopo ricreativo e/o per gli spostamenti quotidiani (work, place of study, shopping etc..). Le Greenways nascono anche come assi viari di affiancamento a linee di trasporto in esercizio. Hanno pendenze contenute, limitate intersezioni stradali, totale separazione con queste ultime, alto grado di sicurezza, sono facili da percorrere con mezzi “dolci”, offrono variabilità di paesaggio, valorizzazione dell’identità originaria, riutilizzo lungo il tracciato di caselli, stazioni, manufatti in disuso. Le Greenways rappresentano una risorsa per il turismo consentendo la promozione del territorio e delle sue peculiarità ambientali e naturalistiche. (The European Greenways, Good Practice Guide - Commissione Europea, DG Environment. Association Européenne des Voies Vertes)


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DovrĂ , inoltre, essere coordinata con la rete sentieristica regionale in corso di progettazione da parte del CAI e della Regione Basilicata, in attuazione della legge regionale n. 51/2000. A carattere esemplare e dimostrativo il Progetto Ecofrequenza propone la realizzazione di due sentieri compresi nella rete complessiva, che assumono la valenza di “percorsi prototipiâ€?.

Figura 18 - La rete delle greenways

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I percorsi previsti dal Progetto I sentieri previsti dal Progetto sono: - il Sentiero Lagonegro-Maratea, nel settore nord del bacino (sentiero A), - il Sentiero Aieta-Maratea, nel settore sud (sentiero B). Percorrono alcuni tratti delle antiche vie e ne suggeriscono nuove connessioni, proponendosi con carattere di originalità dimostrativa ed evocativa di suggestioni ma offrendo anche occasioni di economia locale. Sono strategici in quanto attraversano ambiti estesi del territorio, hanno valenza interregionale, si innestano su percorsi antichi e in larga parte esistenti, collegano e rendono fruibili numerose risorse del Capitale territoriale, definite dal progetto “nodi”. Nodi che sono classificabili secondo livelli di riferimento alla Rete Ecologica Nazionale, proposta dal Ministero dell’Ambiente, e che trovano coerenza con quanto recepito nel Progetto di REL, Rete Ecologica Lucana, della Regione Basilicata8:

- nodi di primo livello: evidenze di importanza nazionale (Parchi nazionali, aree SIC e ZPS), - nodi di secondo livello: centri storici, beni architettonici e archeologici isolati, - nodi di terzo livello: spazi rurali e punti panoramici, - nodi locali: centri abitati con servizi locali, - poli di smistamento verso altri sentieri tematici: punti informativi, servizi. Al fine di favorire la frequentazione e la fruizione del territorio da parte di tutte le categorie di utenti, per l’attuazione del Progetto Ecofrequenza saranno prese a riferimento le Linee Guida elaborate nell’ambito del Progetto “Parchi per tutti: fruibilità per un’utenza ampliata” promosso dal Ministero dell’Ambiente e dall’Associazione ACLI Anni Verdi. Gli interventi di sistemazione e realizzazione dei sentieri, compresa la cartellonistica, saranno conformi alle indicazioni del Club Alpino Italiano

__________________ 8

Il progetto REL, che prevede l’articolazione di un sistema interconnesso di habitat, di Parchi e Riserve, di ambiti paesistici, di scenario ecosistemico polivalente, fa espresso riferimento alla necessità, per i territori antropizzati, di un approccio che consenta di garantire la vitalità del territorio e dei suoi abitanti, difendendone il paesaggio caratteristico, la cultura, ma anche le potenzialità di sviluppo.


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Figura 19 - Schema illustrativo delle caratteristiche dei nodi della rete

Figura 20 - Schema illustrativo delle caratteristiche dei percorsi

applicate per la realizzazione della rete sentieristica nazionale. Per essi di farà riferimento ai contenuti della legge regionale della Basilicata n. 51/2000 e si applicheranno le tecniche dell’ingegneria naturalistica. Soggetti attuatori del Progetto: Comunità Montana, Comuni, Gal.

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Il Sentiero A

Figura 21 - Il sentiero Lagonegro-Maratea

Figura 22 - Particolari fotografici delle risorse


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Il sentiero A - Lagonegro-Maratea si sviluppa nel settore nord, ha origine nel centro urbano di Lagonegro, ubicato nella parte montana del bacino, e raggiunge il mare in località Acquafredda di Maratea. Il percorso interessa numerosi elementi di rilievo fra i quali: - il Castello di Lagonegro, nella parte alta del centro storico, origine del sentiero, - l’area dismessa della stazione ferroviaria, alla quale fa capo anche il tracciato della ex ferrovia Calabro-Lucana, - il Monastero di Santa Maria degli Angeli, nel territorio di Lagonegro, - il Monastero di Sant’Antonio e il centro storico di Rivello. Da qui il sentiero si allontana dal fiume e raggiunge il centro rurale di contrada Medichetta, nel comune di Trecchina, per affacciarsi verso la costa. Proseguendo lungo i versanti di Monte la Spina, si dirige verso il borgo di Acquafredda, e infine punta alla costa tirrenica e al mare, nel territorio di Maratea. Verso l’interno molteplici sono i punti panoramici e gli scorci paesaggistici che si aprono sui rilievi della catena appenninica che caratterizzano la parte montana del bacino, ambiti ove prevale la naturalità dei luoghi. In direzione del mare il sentiero attraversa aree rurali caratterizzate ancora da un paesaggio agrario tradizionale e incrocia importanti itinerari di natura interregionale che, attraversando il Parco Nazionale del Cilento, si dirigono verso i centri urbani cilentani, fiancheggiando la costa. Lungo tutto il percorso sono numerose le opportunità di sosta, di ospitalità e di ristoro.

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Il Sentiero B

Figura 23 – Il sentiero Aieta-Maratea

Foto 8 - Aieta, Palazzo Spinelli, punto di partenza del Sentiero B


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Il sentiero B - Aieta-Maratea si sviluppa nel settore sud, e parte dal Palazzo Spinelli, nel centro urbano di Aieta. Il Palazzo, risalente al XII secolo e ristrutturato di recente, è disponibile per eventi teatrali, mostre, servizi culturali. Dal lato est delle mura del centro antico si scende per le scalinate extra moenia fino all’antico mulino. Da qui si prende il sentiero medievale, ancora interamente percorribile, e si giunge in località Massadita, sulle tracce di un’antica fattoria che sovrasta la Valle della Fiumarella e che ricorda gli insediamenti dei monaci greci orientali intorno all’anno Mille. Si dirige poi verso il centro storico di Tortora, attraverso il ponte medievale. Il sentiero prosegue lungo la base del costone sul quale è insediato il paese e lungo la Fiumarella scende fino alla Marina, in territorio di Tortora, raggiungendo l’area protetta prevista sulla Foce (Progetto 14 Valorizzazione dell’area costiera: istituzione dell’area protetta Foce del fiume Noce). Riparte dall’area attrezzata sulla spiaggia di Tortora e prosegue lungo il Noce risalendo fino alla confluenza in questo del torrente Pizinno. Attraversa il Noce con un ponte in legno che dovrà unire le due sponde, e risale fino alla valle di Brefaro, contrada di Maratea, dalla quale si susseguono numerosi punti panoramici verso la costa. Da Brefaro si può proseguire in alto fino al Santuario della Madonna di Trecchina, e da qui ridiscendere al Passo della Colla. Quest’ultimo tratto riunisce il Sentiero A con il Sentiero B e insieme, attraverso la valle del Noce, possono connettersi alla dorsale ex Calabro Lucana. Soggetti attuatori: Province, Comuni, Comunità Montane, Operatori privati, Gal, Associazioni.

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Ipotesi di recupero della ex ferrovia Calabro-Lucana Anche se non compresa dal progetto Ecofrequenza fra i percorsi da realizzare nel breve periodo, particolare interesse potrebbe rivestire il recupero della sede dell’ex Ferrovia Calabro Lucana, recentemente compresa dalla legge finanziaria per il 2008 nell’elenco delle piste ciclabili di interesse nazionale. La ferrovia fu ideata a metà dell’ottocento come continuazione del collegamento Napoli-Reggio, fu realizzata negli anni tra il 1902 e il 1929 ed è stata in esercizio fino al 1978. Il suo tracciato era il risultato di un compromesso tra la logica Ministeriale che voleva una ferrovia nazionale soltanto costiera e quella dei centri del Vallo di Diano e del Lagonegrese, che ne sollecitavano l’attraversamento degli Appennini, fino allo Ionio. Dismessa in definitiva solo da qualche decennio, interessa più abitati rurali compresi all’interno del bacino, e si rivolge alle aree limitrofe verso il Parco del Cilento e Vallo di Diano da una parte e il Parco del Pollino dall’altra, attraversando territori compresi nel Parco dell’Appennino Lucano Val D’Agri-Lagonegrese di recente istituzione. Tutto il suo percorso si sviluppa secondo un’altimetria variabile, in conseguenza della necessità di collegare centri montani posti a quote spesso molto diverse, ed è praticamente costellato di esempi di ingegneria ferroviaria di livello assai complesso e che a volte sono vere e proprie opere d’arte. A seguito della dismissione, tuttavia, il materiale rotabile è stato venduto o indebitamente sottratto, le aree di servizio e le Stazioni sono state oggetto di cessione e in alcuni casi di appropriazione abusiva, i rilevati sono in qualche tratto scomparsi per lasciare il posto ad edificazioni ed infrastrutture realizzate da soggetti pubblici e privati. Nel corso degli ultimi anni si è più volte discusso del possibile riuso della linea ferroviaria, ma le elevate risorse finanziarie necessarie a riattivarla, gestirla e mantenerla nel tempo rendono improbabile il ripristino della originaria funzione. Il suo tracciato, con i caselli e le stazioni ancora esistenti, potrebbe costituire uno degli elementi cardine all’interno del sistema delle greenways, sia perché costituisce un percorso privilegiato di fruizione di scorci paesistici d’eccezione, sia perché è caratterizzato da ponti in muratura ed in ferro che rivestono notevole interesse nella storia delle tecniche costruttive. La ferrovia dimessa è in effetti un vero campionario di “opere d’arte” di notevole importanza ingegneristica. Valga per tutti l’esempio del clotoide, realizzato nel tratto compreso fra


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i centri urbani di Castelluccio Superiore e Castelluccio Inferiore, che supera un notevole dislivello interamente in galleria e che rappresenta un “unicum” non soltanto per le ferrovie meridionali. Notevoli sono anche tutti i ponti in ferro, esempi di archeologia industriale e oggi reperti a rischio di smantellamento. La quota alta dell’impianto, le pendenze ridotte e agevolmente percorribili da chiunque, i paesaggi e le vedute della Valle, l’ubicazione delle soste in prossimità dei centri urbani, il tracciato inusuale rispetto alla viabilità attuale, la connessione con gli itinerari tradizionali delle colline, l’inoltro nelle aree ambientali d’eccezione dei Parchi Nazionali, indicano la vocazione naturale del sentiero che è ascrivibile, per qualità e struttura, alla rete europea delle “percorrenze verdi”. Nel sistema della rete locale delle greenways potrebbe costituire la dorsale e l’itinerario di accesso ai livelli turistici più appetibili, con una dimensione dell’offerta di territorio che comprende l’intera valle. Che ci sia a livello nazionale un interesse reale per il recupero del tracciato lo dimostra la stessa legge finanziaria per il 2008 (art.81-quinquies, Valorizzazione e recupero delle ferrovie dismesse) che ha inserito le tratte Lagonegro-Sicignano e Lagonegro-Castrovillari nell’elenco delle piste ciclabili da realizzare lungo i tracciati ferroviari non più utilizzati, sottolineando in particolare la necessità “..dell’uso pubblico e sociale del sedime dismesso”. Un successivo emendamento approvato su proposta del Partito dei Verdi ha addirittura evidenziato l’opportunità di avviarne nell’immediatezza l’uso ciclabile, in quanto può essere la premessa per il possibile successivo ripristino a servizio ferroviario.

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La proposta sostiene che l’utilizzo per le specifiche attività sociali e di rinnovata offerta di territorio consentirebbe una più efficace conservazione del tracciato, difendendolo da situazioni di degrado e di abbandono, da abusi e da indebite occupazioni, rendendone più agevole l’eventuale recupero. La finanziaria introduce negli effetti il concetto di Rete Nazionale di percorsi ferroviari da destinare alla mobilità dolce, come già avvenuto in altri paesi europei. Rete per la quale sarà probabilmente istituito un apposito organismo per coordinare gli interventi, sull’esempio della spagnola Fundacion de los Ferrocarriles Espanoles che in pochi anni ha realizzato ben 62 Vias Verdes. Organismo che dovrà tener conto dei contesti locali e delle reti già realizzate, e questo costituisce un importante elemento di stimolo per l’avvio immediato della realizzazione della rete delle greenways previste dal Progetto Ecofrequenza.

4 - Tavola rotonda Le analisi conoscitive e il confronto tra gli Attori locali hanno consentito di identificare, in maniera condivisa: - obiettivi da conseguire, - attività da realizzare, - mezzi e risultati attesi. Le attività di partecipazione e condivisione dovranno essere, nel futuro, costantemente implementati. Dovranno rappresentare le prassi prevalenti attraverso le quali tutti i soggetti operanti sul territorio elaboreranno le proprie scelte, auspicando un processo di governo realisticamente unitario e integrato, orientato all’utilizzo più efficace delle risorse territoriali. Il Progetto si propone, pertanto, le seguenti finalità: - dare ai soggetti pubblici e privati coinvolti a vario titolo nel processo di programmazione e gestione (Istituzioni locali, Associazioni culturali, ambientali, sportive e ricreative, scuole, ecc..) le risorse necessarie ad attivare occasioni di condivisione: seminari, attività di ascolto, iniziative di partecipazione, comunicazione, diffusione dell’informazione; - dare agli Amministratori locali la opportunità di sperimentazione nuove forme di governance e di accordi per la gestione di servizi di


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interesse collettivo, lavorando nella prospettiva di costituire un soggetto unico di gestione con riferimento all’intero bacino. Tra le iniziative da attivare: - la realizzazione di un “Ufficio associato”, anche virtuale, che organizzi servizi comuni di relazione e di lavoro tra gli enti della Valle. Tra le attività in grado di innescare collaborazioni reali, vi sarà la realizzazione di un sistema informativo territoriale (SIT), basato su sistema webgis. Quest’ultimo può consentire collaborazione online e gestione integrata sia delle informazioni cartografiche sia del grado di avanzamento degli interventi pubblici sul territorio dei vari comuni; - tavoli di concertazione politico-amministrativi, con appuntamenti programmati nel breve e medio periodo, e finalizzati alla creazione di una consuetudine alla collaborazione e alla costruzione dell’organismo unitario in grado di governare le trasformazioni a dimensione di Valle.

Il Portale unico e il sistema GIS-online È il complemento telematico della Tavola rotonda, lo strumento di informazione e di collegamento reale con la gente della Valle, che dovrà consentire all’attività istituzionale di incontro/condivisione di avvicinare tutte le componenti attive del territorio. Per garantire l’accesso all’informazione, la trasparenza e la partecipazione, è necessario che vi sia una relazione stretta e un coordinamento costante delle attività degli URP (Uffici Relazioni con il Pubblico) dei Comuni e della Comunità Montana, assunti a nodi strategici dei flussi

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di informazione dalle istituzioni ai cittadini, e viceversa. La Comunità Montana potrà mettere definitivamente a disposizione la strumentazione di cui al Multiprogetto CST Enti Locali in Rete ed il Portale Antica Lucania, di recente allestimento, e rendere operativo il Piano per il Sistema Turistico Locale9. Uno degli aspetti interessanti del Portale unico sarà costituito dal sistema Gis on-line (webgis), che: - da un lato metterà in condivisione fra le Amministrazioni i dati e le informazioni necessarie allo svolgimento delle attività di programmazione e pianificazione del territorio, - dall’altro metterà a disposizione dei residenti informazioni quanto più complete e aggiornate, su tutto quello che riguarda il territorio, comprese le iniziative di promozione turistica, culturale e ricreativa. Il Portale unico può rappresentare inoltre un importante tassello nella direzione della promozione del territorio. A tal proposito si evidenzia che recenti statistiche di Pagine Gialle hanno evidenziato che il 65% dei turisti italiani acquisisce proprio mediante la rete internet le informazioni di proprio interesse, e consulta i Siti istituzionali in misura maggiore rispetto ai Siti degli operatori turistici. Il webgis è stato già avviato dal Gal attraverso il tutoraggio di una tesi per il Master “Sistemi informativi geografici e telerilevamento” dell’Università degli Studi della Basilicata, discussa nell’anno 2007. Soggetti attuatori: Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Università, Autorità di Bacino, Gal, Associazioni, Operatori privati.

________________ 9

L. 135 del 29 marzo 2001, Riforma della legislazione nazionale del turismo, articolo 5: “… contesto turistico omogeneo o integrato, comprendente ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzato dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate…”


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Figura 24 - Il webgis del Master dell’Università degli Studi della Basilicata

5 - Eco-eventi Il Progetto intende promuovere iniziative di animazione ed eventi che riguardino l’intero bacino del Noce, iniziative alle quali partecipino le istituzioni locali, le associazioni culturali, ambientali, sportive, ricreative, e la popolazione stessa dei Comuni della Valle. La finalità è sia quella di attrarre turisti e visitatori, sia quella di creare occasioni di incontro per amministratori, operatori locali, residenti, affinché tutti si sentano partecipi e appartenenti ad un unico sistema territoriale, componenti di un’unica Comunità, e infine consapevoli dei valori del proprio territorio. L’organizzazione ordinata degli Eventi di Valle, attraverso il coordinamento delle iniziative e la realizzazione di calendari annuali, potrà evitare sovrapposizioni e vuoti nella programmazione delle occasioni collettive. Si otterrà così la valorizzazione delle energie e nello stesso tempo si produrrà una offerta unitaria per la frequentazione della Valle.

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In questa direzione il Gal Allba ha ipotizzato una Festa annuale del Noce, organizzata in forma sperimentale nel mese di agosto 2008 insieme alle Associazioni Auser della Valle e alla Pro loco di Rivello, con il patrocinio dei partners del Programma integrato e, per la prima volta, di tutti i Comuni del bacino. La festa è stata caratterizzata da molteplici iniziative di varia natura: culturali, di animazione, sportive, ricreative, ed ha visto un’ampia partecipazione, evidenziando che il senso di appartenenza della Comunità locale al proprio territorio è forte, e che gli otto comuni coinvolti, sei lucani e due calabresi, individuano un’area che ha la vocazione a rappresentare un Sistema Locale Territoriale. Il compito di coordinare le attività può essere assunto in via amministrativa dalla Comunità Montana del Lagonegrese ed in via attuativa dal Gal Allba, rientrando questi impegni nelle rispettive competenze. Soggetti attuatori: Comuni, Comunità Montana, Gal.


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6 - Valle armonica Armonizzazione degli strumenti di pianificazione urbanistica Il Progetto prevede l’attuazione, nel breve periodo, delle seguenti azioni: - armonizzazione di programmi e piani comunali, - verifica della congruenza della programmazione locale con le finalità e gli interventi previsti dal Programma integrato e, naturalmente, con i livelli amministrativi superiori, - recepimento all’interno degli strumenti locali di governo e gestione del territorio (primi fra tutti i piani urbanistici e i regolamenti edilizi), dei contenuti del “Manuale d’uso e manutenzione della valle”, previsto dall’omonimo Progetto. È, inoltre, necessario portare a pieno compimento il recepimento delle previsioni programmatiche e pianificatorie di area vasta (Programmi Regionali di Sviluppo, Piani Strutturali Provinciali, Piani Stralcio di Bacino, Piani di Settore), e delle strategie di presidio e di sviluppo dei tre Parchi Nazionali nei quali ricadono alcune parti del bacino. Una delle sfide del Programma integrato è del resto proprio quella di dimostrare che la dimensione dell’ambito territoriale considerato può rappresentare la dimensione ottimale per gestire e valorizzare il Capitale territoriale, in una logica di approccio integrato e intersettoriale, in coerenza con la programmazione e pianificazione sovraordinate. La collaborazione continua e costante fra gli Enti Locali, la condivisione e l’armonizzazione delle scelte, favoriscono la sinergia reciproca tra le trasformazioni, gli investimenti e gli interventi previsti all’interno dei piani e dei programmi dei singoli comuni, esaltandone gli effetti positivi.

Gli accordi territoriali compensativi La condivisione, inoltre, può diventare il fondamento di un nuovo approccio di tipo “compensativo” tra le politiche di sviluppo e quelle di presidio/conservazione. Approccio che riconosce una convenienza collettiva: chi presidia e tutela il territorio lo fa nell’interesse di tutti e pertanto ha diritto a forme di compensazione che rendano le condizioni di vita nelle aree interessate sufficientemente comparabili con le condizioni di vita nelle aree ove prevalgono politiche di sviluppo. Negli ultimi anni questo approccio è stato oggetto di dibattito e discussione all’interno della disciplina della pianificazione urbanistica, ed è

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stato richiamato da un disegno di legge, il DdL Lupi-Mantini10, disegno che, tuttavia, non ha mai completato l’iter di approvazione. Il documento normativo fa riferimento alla necessità di forme di raggruppamento territoriale, nonché di forme di compensazione sovracomunale: “La Regione, con propria Legge, in considerazione della specificità di determinati ambiti sovracomunali ed omogenei ed in attuazione dei principi costituzionali di sussidiarietà e di adeguatezza, può disciplinare e incentivare la pianificazione urbanistica intercomunale.…” E ancora: “…Le Regioni stabiliscono idonee misure per la Compensazione tra Comuni limitrofi dei costi generati dalla realizzazione di infrastrutture pubbliche che potrebbero causare squilibri economici o ambientali sul territorio… Le Regioni possono assicurare agli Enti di pianificazione le adeguate risorse economico-finanziarie per ovviare ad eventuali previsioni limitative delle potenzialità di sviluppo del territorio derivanti da atti di pianificazione sovracomunale… Le Leggi regionali disciplinano forme di perequazione intercomunale, quali modalità di compensazione e riequilibrio delle differenti opportunità riconosciute alle diverse realtà locali e degli oneri ambientali su queste gravanti…”. In questa direzione il Progetto prevede la sperimentazione di Accordi territoriali aventi ad oggetto forme e misure di compensazione che garantiscano una sostanziale condizione di equità in tutto il territorio del bacino. Sono soggetti attuatori del Progetto: Comunità Montana, Comuni.

7 - Formazione I Programmi e i Piani urbanistici comunali vigenti fondano le loro scelte su criteri che non corrispondono, in generale, a quelli che sono alla base della pianificazione delle aree protette e della tutela delle risorse naturali. Le azioni previste dal Progetto Valle armonica di cui al paragrafo precedente, relative all’adeguamento e armonizzazione degli strumenti di pianificazione e programmazione, devono trovare compimento nell’ambito di una nuova cultura di governo del territorio, la cui affermazione deve essere supportata da un’efficace Azione di formazione a tutti i livelli,

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Disegno di Legge Nazionale approvato dalla Camera il 28 giugno 2005 (Lupi-Mantini)


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sia amministrativo (funzionari, politici, tecnici comunali) che professionale (ingegneri, architetti, geologi, ecologi vegetali, zoologi, ecc.). La attività di formazione dovranno avere la finalità di sviluppare nuove competenze e nuove sensibilità nelle classi professionali, tese a: - assicurare una omogeneità d’intervento oggi assente; - applicare criteri e metodologie innovative, - utilizzare tecniche innovative per la partecipazione e l’ascolto, - migliorare l’efficienza della P.A., - individuare scelte strategiche di area vasta e su scala locale ispirate alla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, - gestire le dinamiche di parte e di potere, - utilizzare metodologie e tecniche di supporto alle decisioni da proporre ai soggetti politici, - misurare l’efficacia progettuale rispetto agli obiettivi attesi. Soggetti attuatori del Progetto: Università, Regione, Province.

8 - Laboratorio di ricerca socio-ambientale e Laboratorio di educazione ambientale IL Progetto prefigura un sistema di info-formazione attraverso la istituzione di un Centro studi al quale fanno riferimento: il Laboratorio di ricerca socio-ambientale; il Laboratorio di educazione ambientale. Il Laboratorio di ricerca socio-ambientale è il nucleo delle attività di studio: - sui caratteri storici, culturali e sociali degli insediamenti e del paesaggio, - sui caratteri naturalistici della Valle. Per quanto attiene a questi ultimi il Laboratorio dovrà comprendere la istituzione di un Giardino botanico che funzioni anche da riferimento per la didattica e per lo studio delle piante, comprese quelle officinali11. _________________ 11

I Monaci Greco-Orientali che intorno all’Anno Mille colonizzarono quest’area, riconobbero nel nome del Massiccio del Pollino (il Mons Apollineus dei Romani) la dedica ad Apollo, Dio della medicina, proprio per la grande quantità e varietà di erbe medicamentose che vi si riproducevano naturalmente e che ispirarono i loro principi di medicina.

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La istituzione del Giardino botanico potrà raccordarsi con le previsioni avanzate a suo tempo dal Progetto COM.E.T.A.12, previsto all’interno del Piano di Azione Locale della Comunità Montana del Lagonegrese, redatto per l’Agenda 21 Locale. Il Laboratorio potrà essere connesso anche alla esigenza di controllo della qualità delle produzioni locali di nicchia e di supporto al circuito destinato all’offerta della nuova ospitalità del territorio. Dovrà inoltre svolgere attività di ricerca e di promozione di forme innovative di produzioni di qualità, valorizzando le vocazioni locali. Il Laboratorio di educazione ambientale ha la finalità di promuovere la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e naturalistico del bacino. Organizzerà iniziative di frequentazione ludico-didattica nelle aree di valore ambientale, storico e archeologico. Si occuperà anche di promuovere escursioni sulla rete delle greenways o comunque su percorsi tematici o integrati tra natura, storia, cultura, produzioni tradizionali, sport, ospitalità. Le attività del Laboratorio si svolgeranno soprattutto in raccordo con le scuole, al fine di accrescere nelle giovani generazioni la sensibilità ai valori ambientali, storici e culturali del territorio, e di costruire una nuova cultura che considera “l’ambiente come valore da difendere”. Sarà quindi di riferimento per le Associazioni culturali, sportive e di volontariato, nonché per gli operatori turistici, ai fini dell’organizzazione di escursioni guidate a servizio dei visitatori e dei turisti. Il Laboratorio sarà, inoltre, luogo di una attività di raccolta, catalogazione e consultazione di documenti (librari, informatici e multimediali) sul territorio, diventando il riferimento per lo svolgimento di ricerche e di studi sull’area. Sia il Laboratorio di ricerca che quello di educazione ambientale potranno, infine, essere le sedi privilegiate per lo svolgimento delle attività di formazione previste dal Progetto 7, Formazione. Soggetti attuatori: Regioni, Province, Comuni, Università, Istituti di Ricerca, Gal, Associazioni ambientaliste.

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Progetto COM.E.T.A. - COMunità, Educazione, Territorio e Ambiente, giugno 2003 Centro didattico per la conoscenza e conservazione del territorio, Giardino Botanico del Lagonegrese.


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

9 - Valle telematica Il Progetto è finalizzato a diffondere l’uso delle reti telematiche sia da parte degli abitanti residenti nel bacino, sia da parte dei visitatori e dei turisti. L’infrastrutturazione telematica della Valle si è svolta, fino ad ora, in assenza di una strategia unitaria. Il suo completamento va, pertanto, perseguito secondo una idea di “metropolizzazione” che tenda ad un funzionamento urbano a scala territoriale, comprendendo le identità dei singoli comuni in un insieme organico. Complemento necessario è la costruzione della info-società (information society) della valle del Noce. Si ipotizza la realizzazione di Telecentri, dotati di servizi di connettività avanzata (ADSL fissa e in Wireless, e tra breve in Wimax), ove si svolgeranno attività di alfabetizzazione telematica dei cittadini. Nei Telecentri sarà possibile consultare il Portale unico di Valle (realizzato mediante il Progetto Tavola rotonda), accedere a banche di dati e di informazioni, utilizzare teleservizi a valore aggiunto (formazione, informazione, consultazione, white board13, supporto e consulenza, controllo, certificazione elettronica), partecipare ad attività di teleincontro ed erogazione multimediale (e-learning, e-governement). Dal punto di vista urbanistico e sociale i Telecentri costituiranno nuove polarità urbane e rurali, recuperando il valore semantico della Piazza, proponendosi con la funzione di “nuove Agorà”. Per i residenti saranno i nuovi “luoghi” della Comunità, accessi privilegiato ai servizi del Comune e della Pubblica Amministrazione Locale, servizi di bacheca elettronica per l’informazione e per l’incontro tra domanda e offerta, servizi di informazione sulle attività culturali, sul calendario degli incontri, sulle feste e sugli eventi. Per quanto riguarda l’accesso alle informazioni di interesse turistico e ricreativo, saranno istallati Totem informativi: - nei nodi che caratterizzano la rete delle greenways, - nei principali centri di erogazione dei servizi, - nei luoghi di raggruppamento e frequentazione collettiva (piazze, ospedali, edifici per lo sport, mercati, centri commerciali, …). Il Progetto esplorerà anche la possibilità di attivare un sistema di crediti/bonus telematici, finalizzato alla erogazione di servizi nell’ambito dell’intera Valle. _________________ 13

Redazione congiunta “in remoto” di documenti

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La formulazione e l’erogazione delle informazioni di interesse dei turisti, offerta in maniera rigorosa, organica e unitaria, avverrà mediante il Portale unico della Valle, e pertanto utilizzerà le più recenti tecnologie Webgis. Soggetti attuatori: Comunità montane, Comuni, Gal.

10 - Mitigazione degli impatti generati da elementi puntuali di degrado Il Progetto individua la necessità di attuare interventi per la mitigazione degli impatti generati dalla presenza di fonti di inquinamento e di elementi puntuali di degrado ambientale, localizzati lungo il corso del fiume Noce e in alcune aree di confluenza della rete idrografica minore. Gli interventi dovranno essere individuati attraverso specifica progettazione di dettaglio e applicare le tecniche dell’ingegneria naturalistica.

Interventi di mitigazione degli impatti determinati dalla strada statale n. 585 Il Progetto propone alcuni interventi volti a mitigare gli impatti determinati dalla Fondovalle del Noce che si sviluppa lungo il corso del fiume, a ridisegnare gli spazi di sosta e le strutture di servizio, ad attenuare gli impatti delle attività produttive che sono presenti lungo il suo tracciato. I servizi ubicati lungo la strada dovranno essere oggetto di un piano unitario di riorganizzazione, che ne dovrà diversificare le funzioni: rifornimento carburanti, ospitalità, ristorazione, punti di informazione, punti di incontro e smistamento, parcheggi. Il Piano di riorganizzazione dovrà comprendere anche specifiche misure per il recupero dei numerosi punti, attualmente non controllati, attraverso i quali dalla strada è possibile raggiungere direttamente il fiume. Questi, che spesso costituiscono facili accessi per usi impropri e illegittimi (smaltimenti illegali, discariche abusive, pesca non controllata), potrebbero svolgere, ove possibile, la funzione di “porte di ingresso” alla rete dei percorsi di perlustrazione. Per tutte le costruzioni presenti lungo la fondovalle, comprese quelle destinate alle attività produttive, dovranno prevedersi interventi atti a mitigare l’impatto paesaggistico-percettivo, quali la creazione di quinte vegetali, che assolveranno anche alla funzione di contenere l’inquinamento acustico e atmosferico che si determina soprattutto nel periodo di maggior traffico (giugno-settembre).


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

Lungo la fondovalle, dovranno, inoltre, essere realizzati sovrappassi o sottopassi ad uso esclusivo per la fauna (ecodotti), al fine di ripristinare la interrotta continuità della percorrenza delle specie animali

Interventi di sistemazione e recupero di situazioni di degrado localizzate in aree di confluenza dei corsi d’acqua minori nel fiume Noce Il Progetto prevede la sistemazione e il recupero ambientale di alcune aree di confluenza della rete idrografica minore nel Noce, ove sono presenti attività produttive che costituiscono, allo stato attuale, rischio di inquinamento e degrado ambientale. Fra queste attività vanno comprese: - la centrale idroelettrica privata ubicata in prossimità dello svincolo per Lauria, - la centrale idroelettrica Enel ubicata in prossimità della confluenza del torrente Pizzinno nel fiume Noce, - gli impianti di depurazione privati e di stoccaggio di materiali in territorio di Tortora, - gli impianti di estrazione di inerti ubicati lungo le rive, sia nel territorio di Rivello che in quello di Tortora, - le aree di stoccaggio di rifiuti e gli sversamenti presenti in vari comuni, - le aree per insediamenti produttivi. Tutti gli interventi riguardanti le situazioni sopra richiamate dovranno essere progettati e attuati sulla base di specifici studi di dettaglio ed anche per essi dovranno essere applicate le tecniche dell’ingegneria naturalistica.

Foto 9 La centrale idroelettrica Enel

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11 - Ricostruzione della diversità ambientale Il Progetto prevede la progettazione e l’attuazione di azioni e interventi per la ricostruzione della continuità ambientale, per il recupero dei caratteri naturali degradati, per l’eliminazione o la mitigazione degli impatti esercitati dalle attività antropiche. Le azioni e gli interventi dovranno discendere dagli studi specialistici sui caratteri naturalistici, biologici, faunistici, vegetazionali, paesistici, del fiume e della valle, sulle pressioni antropiche, sulle fonti di inquinamento e sugli elementi di degrado ambientale, previsti dal Progetto 1 - Reversibilità ambientale, ed essere compresi all’interno di un programma unitario. Le azioni e gli interventi sono finalizzati: - al ripristino dei collegamenti interrotti tra aree naturali (corridoi ecologici); - alla tutela della funzionalità dei sistemi ecologici e della connettività diffusa a livello terrestre, fluviale e marino; - alla individuazione di aree naturali di particolare valenza ambientale, da sottoporre a specifiche azioni di tutela; - alla riqualificazione di habitat naturali sia terrestri che acquatici compromessi; - alla riduzione delle interferenze prodotte dalle attività antropiche sulle aree a particolare valenza ambientale; - alla istituzione di nuove aree protette per la conservazione di specie animali e vegetali vulnerabili o che risultano minacciate; - alla bonifica dei siti degradati presenti lungo i corsi d’acqua; - alla ricostruzione dei caratteri naturali dell’alveo e delle sponde del fiume Noce e dei corsi d’acqua minori, mediante le tecniche dell’ingegneria naturalistica; - alla realizzazione di eco-dotti e di interventi per la continuità vegetale lungo la viabilità primaria e secondaria; - all’attivazione di specifici programmi di manutenzione del territorio e di monitoraggio. L’attuazione del Progetto è subordinata a quella del Progetto 1 Reversibilità ambientale. Soggetti attuatori: Regioni, Province, Comuni, Università, Istituti di Ricerca, Autorità di Bacino, Gal.


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

ESEMPI DI PRESSIONI ANTROPICHE SULL’AMBITO FLUVIALE

Foto 10 - Insediamento artigianale (Trecchina)

Foto 11 - Attività estrattiva (Rivello)

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12 - Rinaturalizzazione del fiume Noce e dei corsi d’acqua minori Il Progetto è rivolto specificamente alla riqualificazione del fiume e della rete idrografica minore, attraverso interventi e misure atte a riportare i corsi d’acqua verso condizioni vicine il più possibile a quelle naturali. La riqualificazione ha molteplici obiettivi: ripristinare la naturalità, la funzione ecologica, paesaggistica e ricreativa del fiume e dei corsi minori, minimizzare il rischio idraulico, ripristinare condizioni di equilibrio geomorfologico, migliorare la qualità delle acque, o mantenerne la buona qualità, ove presente, promuovere usi razionali delle risorse idriche. Come per il Progetto 11 - Ricostruzione della diversità ambientale gli interventi saranno attuati attraverso l’osservanza degli studi specialistici di cui al Progetto 1 - Reversibilità ambientale ed essere compresi all’interno di un programma unitario. Essi dovranno riguardare: - il miglioramento della morfologia fluviale, favorendone la variabilità, la ricostituzione delle aree di divagazione e di espansione laterale, dei meandri e dei rami morti; - la restituzione di spazio alle fasce fluviali per consentire cambi di percorso e straripamenti, - la diminuzione delle caratteristiche artificiali, mediante la progressiva sostituzione degli elementi artificiali con opere di difesa e sistemazione idraulica basate sull’uso di materiali vivi e l’applicazione delle tecniche dell’ingegneria naturalistica, - la realizzazione di zone umide in alveo per aumentare la capacità di autodepurazione del fiume, - la realizzazione, ove necessario, di interventi per la fauna, quali ad esempio rampe per i pesci, - la ricostruzione di superfici boscate e di vegetazione naturale lungo le sponde e sui versanti con la funzione di filtro e di abbattimento dell’inquinamento da fonte diffusa, e di regolazione del generale regime idrogeologico del bacino, - la realizzazione di impianti di fitodepurazione e sistemi filtro forestale per abbattere l’inquinamento da fonte puntuale, - la mitigazione degli impatti generati dalle infrastrutture viarie sulla rete idrografica e in particolare sulle aree di confluenza. Il complessivo recupero degli aspetti naturalistici e paesaggistici del fiume Noce rappresenta la condizione necessaria ai fini della valorizzazione a fini ricreativi e turistici dell’intero bacino, e tanto più sarà con-


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

Foto 12 - Situazione di criticità riguardante il ponte sul fiume Noce della S.S. 18: sono evidenti l’erosione delle pile del ponte e la venuta a giorno della platea14

seguito con efficacia quanto più gli interventi saranno estesi ed attuati lungo l’intero corso del fiume e della rete idrografica minore. Tuttavia, qualora la disponibilità delle risorse finanziarie si rivelerà insufficiente, il Programma potrà individuare le aree e le situazioni nelle quali intervenire prioritariamente per conseguire il massimo beneficio per l’intero corso del fiume. Con priorità gli interventi potranno essere realizzati su tratti fluviali che per la loro particolarità paesaggistica e ambientale risultano idonei ad attuare progetti pilota di recupero e valorizzazione complessiva, anche in dipendenza della necessità di bonifica di discariche dismesse. L’attuazione del Progetto è comunque subordinata a quella del Progetto 1 - Reversibilità ambientale. Soggetti attuatori: Regioni, Province, Comuni, Università, Istituti di Ricerca, Autorità di Bacino, Gal. _________________ 14

Autorità di Bacino della Basilicata, Attività di Polizia Idraulica e controllo del territorio, V ciclo, anno 2008

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13 - Valorizzazione del fiume a fini ricreativi Compatibilmente con i valori ambientali e con le condizioni di rischio idraulico presenti (esondazioni), lungo il corso del fiume si prevede lo svolgimento di attività legate al tempo libero e allo sport, come ad esempio: -

trekking, equitazione canoa pesca sportiva controllata ciclismo di montagna bird-watching15.

Le attività potranno essere svolte attraverso la collaborazione delle associazioni ambientaliste, sportive, culturali. In prossimità degli accessi e dei nodi della rete dei sentieri (Progetto 3 - Ecofrequenza) il Progetto prevede la realizzazione di attrezzature e arredi per il gioco e l’intrattenimento, spazi per feste e aree pic-nic. La organizzazione di spazi per attività collettive completa il sistema della nuova offerta di territorio, ne garantisce la frequentazione da parte di più fasce sociali e rende accessibile a tutti, sia residenti che visitatori, la conoscenza dei luoghi, della natura, del paesaggio. Al fine di garantire la fruizione del territorio anche da parte delle categorie svantaggiate, come per il Progetto 3 - Ecofrequenza saranno prese a riferimento le Linee Guida per la fruibilità per un’utenza allargata elaborate dal Ministero dell’Ambiente e dall’Associazione ACLI Anni Verdi. Zone comprese nell’ambito fluviale che risultano importanti per la conservazione di particolari specie e habitat saranno sottoposte a misure di stretta protezione e di ricostituzione degli equilibri ecologici, e pertanto escluse dalla frequentazione e dall’uso ricreativo. Al fine di liberare aree di pertinenza fluviale dalla presenza di attività antropiche impattanti potranno prevedersi misure incentivanti alla delocalizzazione in aree attrezzate idonee al loro svolgimento. ___________________ 15

Il birdwatching (in italiano, osservazione degli uccelli) è un hobby inerente l’osservazione e lo studio degli uccelli. È sinonimo del termine birding, molto usato negli Stati Uniti d’America, che comprende, oltre all’osservazione, anche l’ascolto del canto (Wikipedia)


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

Tutti gli interventi dovranno essere compresi all’interno di un Programma unitario; ne dovrà essere verificata la compatibilità con i caratteri ambientali dei luoghi e con le condizioni di rischio idrogeologico, e si applicheranno le tecniche dell’ingegneria naturalistica. Gli interventi inerenti le aree di accesso e i nodi della rete dei sentieri, compresa l’apposizione della cartellonistica, saranno conformi alle indicazioni del Club Alpino Italiano applicate per la realizzazione della rete nazionale, e ai contenuti delle leggi regionali della Basilicata e della Calabria in materia. Particolare riguardo dovrà essere posto alla riqualificazione e valorizzazione dell’area di foce del fiume, alla quale è riferito il Progetto descritto al paragrafo seguente. Soggetti attuatori: Regioni, Comunità Montane, Province, Comuni, Gal, Associazioni ambientaliste e di volontariato, Operatori privati.

Foto 13 - Il porto turistico di Maratea

14 - Valorizzazione dell’area costiera: istituzione dell’area protetta “Foce del fiume Noce” Per l’ambito comprendente la foce del fiume e il tratto di costa prospiciente è necessario prevedere azioni unitarie, atte a garantire la tutela delle componenti ambientali e lo svolgimento di attività ricreative e di fruizione compatibili. Al fine di preservare il delicato equilibrio degli spazi naturali e seminaturali, minacciato da usi antropici ad elevato impatto (attività produttive, infrastrutture ad elevato traffico: ferrovia e fondovalle del Noce, stoccaggio carburanti, cave di inerti, attività turistica di massa), il Progetto propone in tale ambito la istituzione di un’area protetta di terra e di mare che potrà essere ricondotta alla categoria IV secondo

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la classificazione internazionale elaborata dall’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), denominata “Aree per la gestione di habitat e specie” 16. Il Progetto propone che l’area, il cui perimetro dovrà essere oggetto di specifici approfondimenti, sia sperimentazione di una delle categorie internazionali e rappresenti un esempio di riferimento per le future azioni di armonizzazione e coordinamento delle politiche di protezione della natura verso per le quali tutti i paesi, a livello internazionale ed europeo, devono tendere. La sperimentazione riguarderà anche l’aspetto gestionale in quanto dovrà individuarsi un sistema di governance partecipativo, composto da vari soggetti (Regioni, Enti locali, Organizzazioni non a fini di lucro, Università, Associazioni ambientaliste). Fra le molteplici ragioni che inducono alla proposta di istituzione di un’area protetta vi sono le seguenti: - la foce costituisce zona umida importante sia ai fini della biodiversità locale che come area di passaggio per numerose specie di uccelli migratori, - è riferimento naturale per la fauna costiera, per la vegetazione di acqua e di riva, ed ha un livello di interesse che supera le dimensioni locali in quanto compresa in un ambito naturalistico di ecosistema sia fluviale che marino, - nonostante la pressione antropica da qualche anno si è evidenziata la rinnovata presenza di molteplici specie faunistiche, quali aironi bianchi, cinerini e rossi, cormorani, martin pescatori, marzaiole, insetti e invertebrati acquatici, - circa 100 ettari dell’area di foce sono interessati da una fascia arborea spontanea di grande interesse, - i fondali antistanti hanno una funzione importante per l’intero Golfo di Policastro, riconosciuta anche dalla istituzione da parte della Regione Calabria del Parco naturalistico marino Regionale dell’Isola ___________________ 16

Nel 2008 l’IUCN ha elaborato la classificazione delle aree protette secondo 6 categorie, al fine di favorire l’armonizzazione e il coordinamento delle politiche a livello internazionale. La categoria che si propone per la foce del Noce è la IV della classificazione IUCN, denominata “AREE PER LA GESTIONE DI HABITAT E SPECIE”. Tale categoria comprende aree protette di terra e/o mare soggette ad interventi di gestione finalizzati a garantire il mantenimento degli habitat e/o tutelare specifiche specie di animali. Si tratta di aree il cui significato è simile a quello delle riserve naturali integrali. La differenza risiede nel fatto che in esse sono tollerate iniziative di manutenzione dell’ambiente naturale e possono inoltre essere autorizzate alcune attività a basso impatto ambientale.


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

di Dino, avvenuta nel maggio 2008, e dalla proposta di istituzione da parte della Regione Basilicata della Riserva marina di Maratea, - lungo la costa tirrenica lucana sono state istituite tre aree SIC della Rete Natura 2000 Europea che comprendono aree naturali e seminaturali alle quali viene riconosciuto un elevato valore biologico e naturalistico (Acquafredda di Maratea, Isola di Santo Janni e costa prospiciente, Marina di Castrocucco), - la particolare combinazione di fattori naturali, di condizioni climatiche e di uso storico dei suoli hanno reso questo ambito della costa tirrenica un unicum organico e complesso, non ancora completamente esplorato.

All’esterno dell’area protetta sarà possibile lo svolgimento di attività ricreative e sportive, per le quali si utilizzeranno attrezzature e strutture già esistenti e si realizzeranno eventualmente limitate nuove strutture “dolci” a basso impatto, ben integrate con l’ambiente e il paesaggio, destinate unicamente ad attività educative e di stretto contatto con la natura, quale il bird-watching, e si realizzeranno altresì nuove piste con relative aree di sosta (a piedi, in bici, a cavallo). Il Progetto propone di destinare strutture già esistenti alle seguenti funzioni: - un Centro faunistico disponibile per il ricovero e la cura di animali feriti o impediti, di riferimento per un lungo tratto di costa, attualmente sprovvisto, ed inoltre attrezzato per la didattica e l’informazione naturalistica, - un Centro Visite con funzione di accoglienza per l’utenza, anche di quella diretta alle aree interne attraverso la rete delle greenways, lungo la Valle e fino ai grandi Parchi Nazionali, ed anche di riferimento per i servizi generali. Sono inoltre presenti nell’area alcuni siti di interesse archeologico (Palestro, Parapuorto, Pergolo) che unitamente al patrimonio ambientale consentono un’offerta integrata dell’area.

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Sempre all’esterno dell’area protetta potrà,inoltre, essere realizzato un parco giochi a tema dedicato al fiume e al mare che potrà avere anche la funzione di terminale e porta di mare per il sistema dei sentieri, per le piste di trekking, e per gli itinerari di perlustrazione in genere. L’attività di rimessaggio barche, che attualmente comporta ingombro di suolo, potrebbe collegarsi all’interesse recente per gli sport d’acqua, quali canoa, rafting e vela, da esercitare, oltre che in estate, anche in periodo autunnale e primaverile, mediante la organizzazione di scuole, corsi di vario livello e gare. Per quanto riguarda le attività produttive presenti, nonché le zone non ancora trasformate, destinate dagli strumenti urbanistici ad usi non compatibili con i caratteri naturalistici e paesaggistici dell’ambito, potranno essere previste misure e azioni incentivanti alla delocalizzazione in altre aree più idonee. Tutti gli interventi dovranno essere oggetto di verifica di compatibilità con le previsioni del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico redatto dall’Autorità di Bacino. Soggetti attuatori del Progetto: Regioni, Province, Comunità Montane, Comuni, Associazioni ambientaliste e di volontariato.

15 - Monitoraggio Il Progetto si propone di acquisire e implementare costantemente la conoscenza del sistema ambientale del bacino, dei suoi aspetti specifici e delle sue relazioni con l’area vasta, delle condizioni presenti e tendenziali, attivando, in collaborazione diretta con gli Enti preposti, un adeguato sistema di monitoraggio. Il patrimonio di dati e informazioni acquisito mediante il Progetto 1 Reversibilità ambientale, costituirà una importante base per l’avvio del sistema, unitamente agli studi realizzati dall’Autorità di Bacino nell’ambito del Progetto MEDDMAN finanziato dal Programma Comunitario INTERREG IIIB MEDOCC, per il quale il bacino del Noce è stato individuato quale area pilota per la definizione delle caratteristiche idrologiche dei bacini fluviali lucani e per l’implementazione della rete di monitoraggio dei parametri meteoclimatici ed idrometrici. Inoltre su proposta dell’Autorità di Bacino l’ambito fluviale è stato inserito in un progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente che prevede, per l’anno 2009, l’acquisizione di rilievi specifici eseguiti con tecniche laser-scan, che consentiranno di approfondire la conoscenza degli aspetti morfologici del territorio interessato.


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

Per la costruzione del sistema di monitoraggio saranno presi a riferimento set di indicatori in grado di misurare nel tempo, secondo il Modello DPSIR17 (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatto, Risposte), le evoluzioni nei seguenti settori: demografia, turismo, rifiuti, qualità dell’aria e dell’acqua, idrologia, dinamiche del suolo, inquinamento acustico ed elettromagnetico, conservazione della natura, tasse e spese ambientali. Alcuni indicatori saranno riferiti alla pressione turistica sulla costa e nelle aree interne, alle attività e attrezzature ricettive, al fine di promuovere l’incremento della qualità ecologica dell’offerta ospitale. Le attività di conoscenza potranno, inoltre, proseguire il lavoro realizzato nell’anno 2003 attraverso la pubblicazione del Primo Rapporto sullo Stato dell’Ambiente di cui al Progetto Cometa dell’Agenda 21 locale, integrandolo opportunamente ed avviandone la revisione/implementazione periodica. La conoscenza e il monitoraggio del sistema ambientale costituiranno il supporto a tutti i soggetti che vivono e operano sul territorio (Amministrazioni pubbliche, residenti, Associazioni no-profit, servizi, commercio, aziende produttive) per orientare le proprie scelte al fine di tutelare prioritariamente gli aspetti ambientali, di limitare e mitigare gli impatti conseguenti alle attività che si svolgono sul territorio stesso, nonché costituiranno un utile riferimento per enti e istituti di ricerca per lo svolgimento delle proprie attività. A tal fine saranno presi a riferimento i nuovi Regolamenti EMAS per l’attuazione dei Sistemi di Gestione ambientale e l’ECOLABEL, quest’ultimo Marchio Europeo di qualità ecologica. Il Progetto costituirà inoltre occasione per l’avvio della redazione dei Bilanci ambientali della Pubblica Amministrazione. Nella costruzione del sistema informativo che supporterà le attività di monitoraggio saranno tenuti in considerazione alcuni criteri di base: - raccolta dati: rilevazioni diffuse e ripetute nel tempo in grado di consentire comparazioni spazio-temporali, - interazione: scambio continuo fra reti di monitoraggio gestite da soggetti diversi, - funzionalità ed efficienza: sarà garantita la rispondenza del sistema alle esigenze dei vari soggetti operanti sul territorio, - ambiente operativo: il sistema potrà essere del tipo general purpose (con finalità, cioè, generali) ma dovrà, attraverso opportune persona________________ 17

Agenzia Europea per l’Ambiente

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lizzazioni, rispondere anche ad alcune esigenze specialistiche, utilizzando le tecnologie più recenti relative alla interoperabilità dei sistemi, - sistemi territoriali e tecnici esistenti: si dovrà preservare la modalità consolidata delle interfacce attuali e delle consuetudini tecniche, per evitare brusche e dannose reazioni che potrebbero portare al rifiuto delle necessarie nuove tecnologie, pur attraverso la promozione della naturale evoluzione degli standard, - definizione degli standard: si dovrà consentire la necessaria autonomia a livello periferico del sistema, garantendo nello stesso tempo una robusta base di compatibilità e integrabilità tra le diverse scelte hardware e software, - architettura generale del sistema: soluzione distribuita, sia come capacità di elaborazione che come archiviazione delle informazioni attraverso collegamenti a rete. Soggetti attuatori: Regioni, Arpab, Autorità di Bacino.


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Considerazioni finali Il Programma integrato di interventi per la valorizzazione del bacino idrografico del fiume Noce è in sintonia con i principali documenti di Programmazione Comunitaria, Nazionale e Regionale in tema di sviluppo sostenibile e tutela delle risorse ambientali, e interessa questioni di grande attualità: - la importanza di tutelare e rinaturalizzare gli ambiti fluviali, elementi essenziali per la conservazione della biodiversità, - la necessità di istituire aree protette secondo le indicazioni e gli standards forniti a livello internazionale per la protezione e conservazione dei valori naturalistici di eccellenza, - la opportunità di sperimentare nuove forme di valorizzazione e fruizione del territorio, quale la realizzazione di una rete di greenways basata sul recupero dei sentieri storici, - la necessità della partecipazione delle popolazioni locali alle scelte riguardanti il futuro del proprio territorio, - la necessità di individuare obiettivi condivisi da parte di soggetti pubblici e privati operanti sullo stesso territorio e di perseguirli attraverso una collaborazione stretta e costante. Gli interventi, le azioni, le misure proposte dal Programma sono finalizzate a conciliare le esigenze di sviluppo economico e di miglioramento di qualità della vita delle popolazioni con quelle di tutela e valorizzazione dell’ambiente, recuperando le capacità storiche locali di istaurare un rapporto equilibrato fra insediamenti antropici e natura. Il percorso seguito per la elaborazione del Programma non improvvisa ideologiche prefigurazioni di un astratto “buon governo” sulla base del quale richiamare alla condivisione gli Attori locali, sia pubblici che privati, ma fa riferimento a pratiche ed orientamenti che da qualche anno possono e devono trovare attuazione concreta sull’intero territorio della Unione Europea. Fra le pratiche sono da annoverare i “Contratti di Fiume”, introdotti dal Documento del 2° Forum Mondiale dell’Acqua, sottoscritto nel marzo 2000, che li definisce strumenti che consentono l’adozione di: “… un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, di rendimento economico, di valore sociale, di sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”. Sono strumenti di programmazione negoziata per la promozione della concertazione e integrazione delle politiche a livello locale, e presuppongono la partecipazione dei soggetti pubblici e privati, insieme, per

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la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi, e per la protezione dai rischi ambientali. Essi comprendono la individuazione di azioni che, agendo sulle “cause strutturali” del degrado dei fiumi, possono migliorare le caratteristiche qualitative delle acque, la prevenzione e il controllo delle piene, la sistemazione delle sponde, la valorizzazione e la fruizione collettiva e attiva degli ambienti fluviali e complessivamente degli interi bacini idrografici. I Contratti richiedono un forte impegno degli Enti locali, delle popolazioni, e di tutti i soggetti che vivono e operano sul territorio. Gli elevati e diffusi caratteri di naturalità del territorio, tuttavia, inducono ad individuare, come possibile, un’altra strada per la tutela e la gestione del territorio, e cioè quella della istituzione di una unica grande area protetta (Parco naturale), comprendente l’intero ambito. La istituzione e gestione potrebbero realizzarsi con riferimento agli indirizzi più recenti elaborati dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN)18, proponendosi come area nella quale attivare forme di governance innovative, in cui siano coinvolte direttamente le popolazioni locali. Il Parco naturale, avente finalità prioritaria di protezione ma anche di fruizione e ricreazione, può consentire la sperimentazione di forme di gestione che rendano compatibili la tutela della natura con le esigenze di sviluppo delle popolazioni locali, dimostrando come proprio gli elevati valori ambientali di un territorio possano costituire un realistico fattore di sviluppo. Sviluppo il cui conseguimento non è più prorogabile, anche in considerazione del processo di phasing out che interessa la regione Basilicata per il periodo 2007-2013 della Programmazione comunitaria, al termine del quale la Basilicata sarà in competizione con le regioni del Nord, con una riduzione sostanziale delle risorse da investire sul territorio, e si dovrà essere in grado di contare sul proprio Capitale territoriale.

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Organismo Internazionale che da anni è impegnato nell’ “..influenzare, incoraggiare e assistere le società del mondo al fine di conservare l’integrità e la diversità della natura e di assicurare che qualsiasi utilizzo delle risorse naturali sia equo ed ecologicamente sostenibile”.


Programma integrato di interventi per il bacino del fiume Noce

Bibliografia

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Documento Preliminare del Piano Strutturale della Provincia di Potenza, redatto con la consulenza dei docenti e ricercatori del DAPIT dell’Università degli Studi della Basilicata, con il coordinamento del Prof. G. Las Casas Gerundo R., I progranmi urbani complessi,Tecniche di analisi, progettazione e valutazione, 2000, Materiali INU Campania, Edizioni Graffiti Pontrandolfi P., Pianificazione complessa e negoziata nella programmazione regionale – Esperienze innovative in Basilicata, 2000, Ermes INEA, Turismo sostenibile nelle aree Protette, Tipografia Colombo Agenda 21 locale, Ministero dell’Ambiente - 1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Comunità lagonegrese Romano B., Corridore G., Tamburini G., La reversibilità ambientale del territorio, Università degli Studi dell’Aquila, in Atti della XXIV Conferenza italiana di Scienze Regionali AA.VV., 2003, PLANECO, Planning in Ecological Network, Gangemi Murgante B., 2008, L’informazione geografica a supporto della pianificazione territoriale, Franco Angeli Materiali didattici del Master in “Nuovi strumenti di Governo e Gestione del Territorio”, Università degli Studi di Basilicata, Anno Accademico 2005-2006

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95 Pubblicazioni dell’Autorità di Bacino della Basilicata Serie editoriale SUOLO E ACQUA Collana “Studi e Ricerche”: Codice della Difesa del Suolo e delle Risorse Idriche, n. 1, maggio 2002, aggiornamento 2006 Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico, n. 2, dicembre 2002, aggiornamento 2006 Le Risorse Idriche Sotterranee dell’Alta Val d’Agri, n. 3, dicembre 2003 Il processo di interrimento degli invasi: genesi, effetti ed interventi per la tutela dell’ambiente, n. 4, giugno 2004 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d’acqua lucani - Attività di Polizia Idraulica, dossier ciclo 2003, n. 5, dicembre 2004 Piano di Bacino - Stralcio del bilancio idrico e del deflusso minimo vitale, n. 6, marzo 2006 Collana “Quaderni”: Il Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico, La Normativa di Attuazione, l’iter di approvazione, il quadro sinottico degli obblighi e delle competenze n. 1, gennaio 2005, aggiornamento 2006 Governo dell’acqua e politiche dello sviluppo sostenibile in Basilicata 1999-2004, n. 2, marzo 2005 Progetto di Piano Strategico ed Industriale della Società Acqua S.p.A., n. 3, novembre 2005 Nuovi strumenti di governo e gestione del territorio, n. 4, luglio 2006

Seconda serie editoriale Collana “Studi e Ricerche”: Accordo di Programma tra le Regioni Basilicata, Puglia e lo Stato per l’uso condiviso della risorsa idrica - Assetti istituzionali, attività, programmi, n. 7, settembre 2007 Sistemi Informativi Territoriali e pianificazione del territorio - La pianificazione di bacino e il sistema informativo dell’AdB della Basilicata, n. 8, febbraio 2008 Coste – Prevenire, Programmare, Pianificare, Atti del Convegno di Maratea 15-17 maggio 2008, n. 9, maggio 2008


Finito di stampare nel mese di gennaio 2009 da L’Aquilone - La Bottega della Stampa - Potenza


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