Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD - mensile - € 2,00
n°7 lug/ago '15
MADE IN ITALY
Dal 1939 costruttori di forni a legna
Modello Amalfi
Modello Mec 80
Completamente coibentato e rivestito in acciaio inox e rame. Costruito in 5 misure diverse.
Forno o grezzo da inserire in stru struttura personalizzare muraria e da personalizzare. diverse Costruito in 6 misure diverse.
Modello Napoli in Rame
Di grande impatto estetico ed elegante. La cupola è in rame interamente realizzata a mano.
Modello Universal
Già coibentato e rivestito in acciaio inox, con possibilità di frontale in rame. Adatto anche per fiere, feste, etc. Costruito in 5 misure diverse.
Modello Jolly
Piccolo forno professionale Disponibile anche nella versione grezza da murare e personalizzare.
Tutti i nostri forni possono essere alimentati a gas. Ambrogi snc •via B. Buozzi, 3 - 20090 Fizzonasco di Pieve Emanuele (Milano) Italy Tel +39 02 90720722 •Fax +39 02 90722794 •www.ambrogi.it •info@ambrogi.it
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pizza e pasta italiana
AZIENDE Ambrogi Forni
p. 23
Avanzini Bruciatori
p. 49
Bacco & Affini
p. 51
CAD
p. 39
Caseificio Sabelli
p. 3
Castelli Forni
p. 67
Familia
p. 64
Feder For Expo
p. 71
Ferrara Food
p. 41
Fiera di Milano - Host
p. 38
Fiera di Rimini – Sigep
p. 69
Pizzaidea
pag. 42
Labi Beer
pag. 100
Lilly Codroipo
p. 77
Liner
p. 57
Love it
p. 49
MAM Forni
p. 59
Molino Agugiaro e Figna Molino Dalla Giovanna Molino Pasini
p. 73, 89 p. 61 p. 7, 8, 9
Molino Pivetti
p. 43
Molino Polselli
p. 99
Molino Spigadoro
p. 30, 31
Moretti Forni
p. 55
Novaltec
p. 65
Outlet Scooter
p. 81
Pavesi Luciano
p. 48
Prontofresco Greci
p. 85
Refrattari Pavesi Modena
p. 63
Refrattari Reggello – Valoriani
p. 41
Rispò
p. 35
Sanfelici Franco S.r.l
p. 25
Sitta
p. 53
Smoky Elettromeccanica
p. 45
Techfood Vitella
SOMMARIO
p. 11, 13 p. 17
18
IL RISTORANTE DEL MESE
6 EDITORIALE
di Giampiero Rorato
10 PRIMA PAGINA a cura di Patrizio Carrer
12 PIZZA NEWS
— Incontro con Luca Veritti, chef stellato a Venezia. di Giampiero Rorato
14
22
SPECIALE EXPO 2015
IL PERSONAGGIO DEL MESE
— I cereali: fonte alimentare indispensabile per l’umanità.
— Salvatore Santucci un maestro della Verace Pizza Napoletana.
di Giampiero Rorato
di Caterina Orlandi
p. 5
36 OSSERVATORIO HOST
66 NOVITÀ DALLE AZIENDE — Castelli Forni — Ventidue — Ds Food — Grandi Molini Italiani
72 CAMPIONATO
26 CAMPIONATO DEL MONDO DELLA PIZZA
— Angelo Cossu il Campione del Mondo 2015 di Pizza Classica di Manuela Pelosin
28 CAMPIONATO DEL MONDO DELLA PIZZA
MONDIALE DELLA PIZZA
— La ristorazione su ruote a cura di Patrizio Carrer
40 IL VINO — Seconda edizione di Piceno Open Anteprima di Virgilio Pronzati
46 IMPARIAMO A CONOSCERE LA BIRRA — Molino Agugiaro Il gusto va educato per godere appieno i sapori di questa nobile bevanda di Laura Nascimben
di Manuela Pelosin
—Come cambiano i gusti e le mode
56 QUESTIONE DI GUSTO
— Morettina al cioccolato di Giovanna Allegra
MONDIALE DELLA PIZZA
90 Le guide per i professionisti di Pizza e Pasta Italiana
50 IL BAR
di Gianluca Rorato
IL DOLCE
82 CAMPIONATO
— Tutti i partecipanti
— Emanuele Castelnovo svetta tra tutti i cuochi di pizzeria.
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I nostri sponsor — Molino Agugiaro — Prontofresco Greci — Marana Forni — Consorzio dell’aceto balsamico di Modena
— Le troppe scuole di sommelier di Nives Piva
60 LA SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE — Impariamo a conservare (undicesima parte) Dott.ssa Marisa Cammarano biologa Nutrizionista
92 –98 SCUOLA ITALIANA PIZZAIOLI — Tutti i corsi per neo pizzaioli in Italia e all’estero
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pizza e pasta italiana PIZZA E PASTA ITALIANA Mensile di Pizza, Pasta, Enogastronomia e Cultura
EDITORIALE
A
bbiamo ancora negli occhi la bellissima edizione dell’ultimo Campionato Mondiale della Pizza, svoltosi a Parma a fine maggio, è stato un evento straordinario, del quale desidero sottolineare alcuni aspetti significativi. Non so se il mondo della pizza possa dare indicazioni sul futuro che ci aspetta, ma il clima di grande ottimismo, l’assenza di polemiche, la festosità che ha caratterizzato le tre giornate del Campionato, l’internazionalità delle presenze e gli applausi corali per tutti i nuovi Campioni fanno ben sperare. È infatti arrivato il momento di porre fine alle esagerate rancorosità che hanno attraversato la società italiana negli ultimi anni; porre un freno alle critiche spesso ingiustificate e alle esagerate polemiche fomentate anche da dei media gridaioli, più vogliosi di farsi notare che di aiutare lettori e ascoltatori a capire i problemi e a risolverli. È arrivato il momento di riprendere con decisione il cammino, ignorare i polemisti di professione, anche se si tratta di politici e di giornalisti e non certo per nascondere i problemi, perché li conosciamo tutti e bene, ma perché gridare invettive non aiuta a crescere né a superare le difficoltà che incontriamo ogni giorno. Il Campionato Mondiale della Pizza ci ha lasciato questa eredità. Si guardi al mondo dell’Arte Bianca, agli artigiani del pane, agli artisti della pizza, operatori che preferiscono lavorare con serietà e onestà piuttosto che perdersi in chiacchiere senza costrutto. Come abbiamo visto a Parma si impari da questi bravi professionisti a dismettere le critiche immotivate – ma non le proposte, i suggerimenti, le critiche costruttive sempre preziose - per dare concretamente una mano al nostro Paese a riprendere con coraggio e determinazione la strada del progresso, per aumentare i posti di lavoro, per risolvere i problemi di tante famiglie, per assicurare un dignitoso futuro alle giovani generazioni. Da Parma sono tornato con questi pensieri e queste convinzioni e mi è parso giusto farli conoscere ai nostri lettori, invitandoli a contribuire col proprio esempio e col proprio impegno a rasserenare il clima della società italiana, per poter tutti assieme vivere meglio questi nostri giorni, aiutando l’Italia a riconquistare il suo ruolo da protagonista sulla scena internazionale.
COMITATO TECNICO E REDAZIONALE Giovanna Allegra, Marisa Cammarano, Patrizio Carrer, Elsa Emanuela Cugola, Giuseppe Dell’Aquila, Tony Gemignani (U.S.A.), David Mandolin, Gianandrea Rorato, Gianluca Rorato, Federica Zanata, Caterina Vianello, Laura Nascimben, Fabio Iacozzilli
edito da PIZZA NEW S.p.A. Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 1019 del 02/04/1990 Anno XXVI - n.7 Luglio/Agosto 2015 Repertorio ROC n. 5768 DIRETTORE EDITORIALE Massimo Puggina DIRETTORE RESPONSABILE Giampiero Rorato SEGRETARIA DI REDAZIONE Caterina Orlandi PUBBLICITÀ Patrizio Carrer, Caterina Orlandi RESPONSABILE PROGETTO David Mandolin REDAZIONE 30021 CAORLE (Venezia) via Sansonessa, 49 Tel. 0421/ 212348 - Fax 0421/81007 E-mail: redazione@pizzaepastaitaliana.it www.pizzaepastaitaliana.it
AFFILIAZIONI INTERNAZIONALI Jim Winship (Pizza & Pasta Association, Inghilterra) Pete La Chapelle (N.A.P.O. - Pizza Today, U.S.A.), P.M.Q. Steve Green (U.S.A.)Abbie Jarman (Pizza, U.S.A.) Hidenao Takahashi (Pan World Inc., Giappone) Kazuko Nagamoto (ICT, Giappone) Takeshi Tanaka (Quattro Stagioni, Giappone) Drew McCarthy (Canadian Pizza Magazine, Canada) Roberto Bresciani (Pizza y Restauration, Spagna), Valeria Vairo (Buongiorno Italia). ASSOCIATO ALL’UNIONE ITALIANA STAMPA PERIODICA
PROGETTO GRAFICO Manuel Rigo e Paola Dus PER LA PUBBLICITÀ SULLE RIVISTE ITALIA Pizza e Pasta Italiana SPAGNA RRR Revista de Restauración Rapida, Pizza y Restauración U.S.A. Pizza Today, Pizza, P.M.Q. Steve Green INGHILTERRA Pizza, Pasta & Italian Food GERMANIA Buongiorno Italia
— Mediagraf lab DIGITAL PUBLISHING Maura Trolese — Mediagraf lab IN COPERTINA illustrazione di Antonella Manenti STAMPA MEDIAGRAF S.p.A.
TEL 0421.83148 - FAX 0421.81007
Noventa Padovana (Pd)
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dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 12 dalle ore 15 alle ore 17
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Nessuna come lei
Sai, la gente forse è troppo insoddisfatta. Si perde in congetture, in paure. Crede non esistano più farine che sappiano davvero di farine. Ma poi accade: si accorge di Lei. Sente quel profumo e sente quella materia. Sente che è Lei e che è diversa dalle altre. “Non cambierai e sempre sarai sincera”, i più grandi maestri pizzaioli ne sono certi.
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pizza e pasta italiana
PRIMA PAGINA di Patrizio Carrer
Pane, cala Fipe: aumentano i prezzi al consumo nei pubblici esercizi, le pizzerie rimangono le più economiche
A
maggio i prezzi al consumo nei pubblici esercizi, dai bar ai ristoranti e pizzerie, crescono dello 0,1% sia rispetto al mese precedente, sia rispetto a maggio 2014. Lo rileva il centro studi Fipe, Federazione italiana Pubblici esercizi, Nei bar, secondo la Fipe, la variazione dei prezzi è dell'1,2%. La maggior parte dei prodotti registra incrementi intorno all'1%, fanno eccezione i gelati per gli effetti stagionali del prodotto. Mentre nei ristoranti tradizionali l'aumento dei listini è dello 0,9%, più modesto quello delle pizzerie (+0,8%). Qualche decimo di punto in più si registra nei prezzi della ristorazione veloce (+1,3%). A maggio i prezzi delle mense, per quanto riguarda la quota a carico delle famiglie, registrano una variazione nulla, come media del +0,3% per le mense scolastiche e del -1,0% delle mense aziendali. Con la stagione estiva la dinamica dei prezzi nel Turismo, secondo i dati del centro studi Fipe, registrano una variazione positiva dello 0,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L'incremento dei prezzi è dovuto in particolare ai servizi ricreativi e culturali ed agli alloggi con aumenti, rispettivamente, del 2,1% e del +1,4%.
in consumo di quello artigianale
I
l consumo di pane cala e con esso rischiano di sparire centinaia di specialità regionali nostrane. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti, che ad Expo fa il punto della situazione sul protagonista della tavola degli italiani. L’omologazione dei consumi è il rischio più imminente secondo l’associazione di categoria, oltre al fatto che nel 2014 i consumi di pane si sono attestati ai 90 grammi a persona. Un dato preoccupante che dal 2000 è dimezzato e ch,e se paragonato ai consumi degli altri paesi è decisamente più basso. Ad essere preferito - conclude la Coldiretti - è il pane artigianale che rappresenta l'88% del mercato. Cresce la domanda dei prodotti sostitutivi del pane come crackers, grissini e pani speciali. "Tra le novità più richieste del mercato c'è l'acquisto del pane realizzato con varietà di grano locali spesso di varietà salvate dall'estinzione direttamente dai produttori agricoli e venduto nelle aziende o nei mercati di campagna amica", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. "E' una scelta che consente di conciliare qualità, fragranza ed impegno per lo sviluppo locale resa possibile dalla legge di orientamento".
Dalla Turchia il vincitore del Pasta World Championship
È
Daniel Evangelista, brianzolo di origine ma chef di un ristorante di Ankara, il re mondiale della pasta. A sancirlo la quarta edizione del Pasta World Championship, il campionato del mondo della pasta organizzato dal gruppo Barilla. Evangelista è risultato il vincitore di una gara che in due giorni ha visto confrontarsi 21 grandi cuochi internazionali che si sono sfidati nel nome e del gusto della pasta, ingrediente cardine della cucina italiana e, al contempo, simbolo e "strumento" di forte connessione e confronto fra culture e Paesi, sempre con proposte di piatti dal costo non superiore a dieci euro. Daniel Evangelista ha trionfato nella giornata finale battendo Vittorio Beltramelli dalla Francia, Matjaz Cotic dalla Slovenia e Oscar Ivan Sanchez da Dubai. Il piatto vincitore è stato 'tortiglioni alla Monzese con fiocchi di ricotta e borragine' che ha prevalso sul più classico 'spaghetti con le sarde' del collega francese, poi 'trofie con odore di Carsico e sapore di mare" proposta dallo chef sloveno e infine 'trofie liguri a cottura lenta, con piselli, zucchine e fiori" realizzata dall'antagonista di Dubai.
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pizza e pasta italiana
pizza
NEWS
da napoli arriva la pizza preparata con acqua di mare L’idea è venuta al pizzaiolo Guglielmo Vuolo, che, dopo mesi di sperimentazioni con ben cinquemila pizze con l'acqua di mare già sfornate e fatte assaggiare ai propri clienti, da oggi nella propria pizzeria, propone, a pranzo o a cena, solo pizze realizzate con l'impasto fatto con acqua di mare al posto del sale. L'acqua del mare, naturalmente, non è quella che si può raccogliere lungo la costa, ma un prodotto preparato ad hoc, per uso alimentare. Un’iniziativa, quella di Vuolo, che mira non solo alla bontà del prodotto, ma anche a ridurre drasticamente l’uso del sale e quindi a ridurre uno dei principali responsabili dell’ipertensione e di altre malattie cardiocircolatorie.
A Frosinone, la prima edizione del premio Polselli tra pizza, musica e arte Dal 13 al 15 giugno si è tenuta a Frosinone la prima edizione del Festival Polselli tra Pizza, Musica e Arte, interessante iniziativa del Molino di Arce per celebrare attraverso l’arte dei suoni, il piatto italiano più celebre al mondo. Nella prestigiosa cornice della Villa Comunale Frusinate, per tre giorni sono state allestite delle isole per la Pizza Napoletana, Romana, Fritta, in Teglia, alla Pala, Ripiena, Alternativa. A fare da colonna sonora il jazz e lo swing proposto dagli artisti che si sono esibiti sul palco della villa e che hanno accompagnato i numerosi visitatori nel percorso gastronomico a base di pizza, proposto da Molino Polselli. In chiusura, nella giornata di lunedì i migliori pizzaioli che si sono distinti per la creatività, la fantasia, l’innovazione, sono stati premiati dall’azienda di Arce: Francesco Vitiello premio emergente, Gennaro Luciano premio antica tradizione, Giuseppe Marcuccilli premio innovazione, Maurizio Barbato premio Made in Italy all’estero.
expo: la pizza dal record a patrimonio unesco Ad Expo è stata preparata la pizza da record: lunga 1600 metri, realizzata da 60 pizzaioli, con 2000 kg di farina, 1000 kg di pomodori, 1500 kg di mozzarella e 35mila tranci di pizza serviti. Lo scorso 20 giugno, durante il 126esimo compleanno della pizza margherita, l’esposizione universale ha celebrato il piatto italiano più conosciuto al mondo con un’iniziativa piaciuta sicuramente ai numerosi visitatori di Expo, ma che ha sollevato qualche critica da parte di chi considera la cornice della kermesse milanese non adatta a questo tipo di iniziative. Al di à delle polemiche, la pizza è entrata definitivamente nell’immaginario collettivo, tant’è che Coldiretti, proprio in occasione di Expo ha lanciato la raccolta firme pro patrimonio Unesco. La raccolta sarà estesa ai cittadini italiani e stranieri e andrà a supporto di un negoziato che coinvolge rappresentanti di 163 Stati del mondo, chiamati ad assumere la decisione finale, dopo il via libera nazionale del 26 marzo scorso.
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VERSO L’EXPO
DI MILANO
I CEREALI:
FONTE ALIMENTARE INDISPENSABILE PER L’UMANITÀ di Giampiero Rorato
speciale expo 2015
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Riso, mais, frumento, orzo, sorgo, miglio, avena e poi grano saraceno, fonio, quinoa e altri ancora
Le tante varietà di cereali
I semi della civiltà
F
in dalla preistoria gli uomini, quando ancora si spostavano nomadi nelle immense praterie con le loro greggi, raccoglievano lungo il percorso i semi dei cerali che avevano conosciuto essere ottimi alimenti. Più tardi, a partire dall’8° millennio a.C., quando nella “Mezzaluna fertile” – Egitto, Palestina, Siria, Turchia, Armenia e zone sub caucasiche, Mesopotamia e fino al Golfo Persico cominciarono a fermarsi e a costruire villaggi stabili e città con abitazioni anche in pietra, ebbe inizio l’agricoltura, inizialmente con la coltivazione di cereali e ortaggi. Dopo aver imparato a coltivare i cereali, i nostri antichi progenitori iniziarono anche a esportarli e a venderli, favorendo in tal modo l’incontro di civiltà e l’alimentazione di molti altri gruppi umani che vivevano in zone dove non c’era la possibilità di coltivarli. I cereali sono da sempre alla base della dieta della maggioranza della popolazione mondiale grazie alle loro proprietà nutrizionali, al loro costo contenuto e alla loro capacità di soddisfare immediatamente la fame.
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i cereali ne esistono oltre diecimila varietà, ma solo poche continuano a essere coltivate da oltre duemila anni. I dati completi più recenti (2010) ci dicono che la produzione mondiale di cereali, in milioni di tonnellate, è la seguente: Mais (844), Riso (672), Frumento (651), Orzo (123), Sorgo (56), Miglio (29), Avena (20), Triticale (13), Segale (12). Naturalmente ciascuno dei cereali appena ricordati si presenta in numerosi biotipi, basta pensare al frumento (farro, grano duro, grano tenero, ciascuno con numerosi sottotipi), frutto di selezioni e incroci compiuti nel tempo, di modificazioni genetiche naturali dovute alle caratteristiche del territorio, al clima, al tipo di coltivazione, ecc. Poi ci sono dei prodotti raggruppati ai cereali, senza tuttavia esserlo, come il Grano saraceno (1,5), il Fonio (0,53) che nasce nelle savane africane, la Quinoa (0,07) che nasce nelle Ande. Tutte queste colture, anche le meno conosciute, comprese quelle pressoché dimenticate e qui neppure citate, sono in grado di contribuire in modo efficace ad affrontare importanti sfide globali, incrementando in modo sostenibile la fertilità di terreni marginali non adatti alla coltivazione dei cereali principali (mais, riso e grano) e rispondendo all’aumento della domanda di cibo nei prossimi decenni. A loro volta Radici e Tuberi sono la seconda fonte di carboidrati dopo i cereali, fornendo molti minerali e vitamine e sono l’alimento base per oltre un milione di persone nei Paesi in via di sviluppo (cioè nei Paesi dove si soffre la fame e le produzioni agroalimentari sono del tutto insufficienti).
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pizza e pasta italiana
SPECIALE EXPO 2015
La Quinoa delle Ande
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n questi ultimi decenni stiamo assistendo a una veloce crescita della popolazione mondiale e se anche la terra è potenzialmente in grado di produrre quanto serve all’alimentazione di tutti i viventi, tuttavia, anche per l’egoismo dei Paesi cosiddetti ricchi, per le politiche di sfruttamento di certe multinazionali, per gli effetti dei cambiamenti climatici e per le difficoltà di approvvigionamento alimentare, attualmente il mondo è di fronte a una grande sfida. Come vediamo all’Expo di Milano, e come da anni ha fatto conoscere per prima agli italiani una nota studiosa di questi problemi, la dott.ssa Simona Lauri, fra le fonti capaci di contribuire a far diminuire progressivamente la fame, c’è una coltura tradizionale della Bolivia: la quinoa. Gli Inca la chiamavano “chisaya mama”, madre di tutti i cereali e all’Expo di Milano sono raccontate le sue straordinarie proprietà nutritive, riconosciute dalla FAO. Data la sua varietà genetica e il fatto che sia coltivata con metodi biologici in piccole comunità a beneficio di migliaia di famiglie, la quinoa può rispondere in modo molto positivo ai problemi della fame nel mondo e della sicurezza alimentare, dono degli indigeni proveniente dal passato, per il presente e per il nostro futuro. Il valore nutritivo della quinoa è eccellente, essendo l’unica coltura ad avere tutti gli aminoacidi essenziali e a possedere anche virtù medicinali, qualità recentemente riconosciuta. La missione è recuperare le più antiche conoscenze e la cultura di cui il cibo è parte essenziale, icona di saggezza e di armonia con la natura. In questo contesto, come ha illustrato anche su queste pagine e in diverse occasioni la dott. ssa Lauri, come il Perù anche la Bolivia – entrambi Paesi andini - abbraccia e promuove l’idea della Madre Terra, un sistema vivente dinamico fatto di invisibili legami tra gli esseri viventi che condividono lo stesso destino, e a questo concetto si ispirano le attività gastronomiche, culturali e scientifiche che la Bolivia presenta all’interno del suo Padiglione.
in alto
una spiga di miglio a destra
Pianta di avena
Ci piace soffermarci sulla proposta che la Bolivia, straordinario e affascinante Paese di circa 10 milioni di abitanti e di 1.098.581 km², fa nel Padiglione dei cereali, anche perché all’interno del proprio spazio espositivo di 125 m² i visitatori possono assaggiare la quinoa e altri prodotti tipici boliviani. Se ci fermiamo a pensare al contributo che questo Paese sudamericano può dare alla lotta alla fame nel mondo vediamo quanto più possono dare i grandi Paesi con agricoltura avanzatissima in terre vocate. Ecco cosa ci aspettiamo dal grande evento milanese, che procede ammirato da visitatori provenienti da tutto il mondo. L’Expo è il simbolo visibile e concreto della volontà di combattere con decisione e senza più tentennamenti la nobile battaglia per debellare finalmente la fame, nel pieno rispetto della natura, con l’obbligo di conservarla al meglio per coloro che abiteranno la terra dopo di noi.
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pizza e pasta italiana
IL RISTORANTE DEL MESE
STELLE DI LAGUNA — incontro con
Luca Veritti CHEF STELLATO A VENEZIA di Caterina Vianello
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a posizione, in Riva degli Schiavoni, a pochi passi da Piazza San Marco e di fronte all’eleganza dell’isola di San Giorgio dall’altra parte del Canale della Giudecca, induce già a pensare all’eccellenza. La storia dell’edificio in cui ci troviamo, risalente al 1500 e testimone di ospiti illustri come Sigmund Freud, Marcel Proust e Thomas Mann, potrebbe incutere un lieve timore reverenziale, anche se leggermente mitigato dagli arredi che riportano alla seducente mollezza orientale e ai fasti della Serenissima profumati di spezie. Siamo all’Hotel Metropole di Venezia e lo chef che incontriamo non sembra per nulla intimorito dal passato dell’albergo. Luca Veritti, classe 1979, friulano di Tolmezzo, è al Met dal 2012, dopo un percorso professionale anomalo e poco tradizionale. Un diploma di ragioniere in tasca e un lavoro poco soddisfacente,
combinate alla gestione, da parte dei genitori, di un bar con tavola calda, riescono a far emergere una passione da sempre latente, quella per la cucina, che diventa a un certo punto scelta di vita. La svolta definitiva arriva con l’iscrizione ad Alma, preceduta da 3 anni di pratica nel settore. Il diploma alla scuola fondata da Gualtiero Marchesi apre a Luca Veritti le porte dell’alta ristorazione: dopo un’esperienza ad Erbusco, infatti, lo chef friulano si trasferisce a Bergamo, al “Da Vittorio”. Segue un breve soggiorno bolognese e quindi l’approdo a Venezia, nel 2012, ricevendo un’eredità piuttosto impegnativa: quella della seconda stella Michelin, ottenuta sotto la gestione dello chef uscente, Corrado Fasolato. Veritti, sopra confermando la proverbiale laboriosità Lo Chef carnica, si rimbocca le maniche, studia Luca Veritti
il ristorante del mese
qui accanto
Macaròns di còce tradizionale
e affronta i fornelli, regalando alla cucina del Met un’identità e un nome ben precisi. L’identità è quella della cucina italiana, sottolineando la volontà di fare del ristorante dell’Hotel Metropole un luogo in cui gli ingredienti e le ricette della tradizione possano essere conosciuti e apprezzati. Due le motivazioni alla base della scelta: da un lato la clientela, per la maggior parte straniera (parte della quale vede in Venezia l’essenza del carattere italiano, dell’eleganza e della raffinatezza del Belpaese), dall’altro la consapevolezza dell’offerta gastronomica della città lagunare che, nella fascia medio-alta, è in grado di presentare prodotti e piatti della tradizione veneziana forti di esperienze decennali dei ristoratori, tradizione con la quale quindi il nostro chef non si sarebbe potuto confrontare ad armi pari. Ecco allora la direzione scelta: quella di raccontare la cucina italiana attraverso le ricette
in questa foto
Baccalà sfogliato contemporaneo
della tradizione: “noi facciamo la cucina delle mamme e delle nonne”, afferma Veritti. Con un tratto non certo domestico e familiare, però: se infatti i piatti richiamano la ricchezza e la diversità regionale, lo stile è quello della contemporaneità; ed ecco quindi il nome della cucina di Veritti: “tracontemporanea”, definizione coniata ad hoc e che descrive il doppio binario lungo il quale corre la mano dello chef, che si traduce in un doppio menù. In esso accanto al piatto nella sua versione tradizionale, compare lo stesso, nella sua versione innovativa. Un esempio, che conferma tra l’altro il forte legame con la “sua” regione, sono i cjarsons, che, accanto alla ricetta classica, compaiono nel piatto in una rielaborazione inedita di ingredienti e consistenze. Tratti comuni ai due percorsi sono la scelta della materia prima e la stagionalità: così mentre in inverno la carta si muove tra le regioni del centro nord, in estate ci si sposta a
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pizza e pasta italiana
IL RISTORANTE DEL MESE
qui accanto
Chef Luca Veritti Stella Michelin
sud, mentre il livello qualitativo si mantiene sempre costantemente alto attraverso una personale selezione degli ingredienti, sia rivolgendosi al mercato di Rialto e a quello di Sant’Erasmo, sia facendo arrivare a Venezia il meglio dell’offerta gastronomica italiana. L’impegno di Luca Veritti nel proporre un menù che consenta di attraversare la penisola valorizzandone tradizioni e prodotti è stato premiato: la “sua” stella Michelin è infatti arrivata nel 2013, cominciando così la riconquista del prestigioso riconoscimento mancante dal 2012. Quando gli chiediamo il significato del premio, lo chef friulano afferma che è contemporaneamente uno sprone e un peso, che fa rimanere in un equilibrio precario tra la ricerca e la tensione costante verso il miglioramento e il timore di non riuscire a mantenere lo standard che la clientela si aspetta (“gli ospiti stranieri” – ci svela – “scelgono i risto-
ranti in base alle stelle”). Alla fine, tuttavia, abbiamo l’impressione che l’equilibrio non sia poi così precario e che la bilancia penda verso l’obiettivo di raggiungere la seconda stella: Luca Veritti continua infatti a lavorare, a ideare piatti e accostamenti, affidandosi alla memoria, ai sapori familiari, ai ricordi e ai viaggi, per comporre e rielaborare. “Bisogna investire per arrivare ai riconoscimenti”, spiega “non si tratta però di un mero investimento economico o di marketing: si tratta piuttosto di un continuo impegno per creare qualcosa di buono”. Pur ammettendo l’importanza dei numeri (“ho lavorato in contesti in cui la brigata di cucina era composta da una quindicina di persone, mentre qui siamo in 6”, afferma) e della fama di certi luoghi, ormai garanzia di successo, Veritti insomma non sembra lasciarsi scoraggiare: la seconda stella, a guardarla dalla laguna, non sembra poi così lontana.
in foto
Baccalà sfogliato contemporaneo
in questa foto
Orzotto al radicchio di Treviso e triglie contemporaneo
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La fiamma del gas dolce come la legna
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Il nuovo Drago Six a sei fiamme variabili si inserisce al top di gamma fra la più ampia offerta di bruciatori a gas atmosferici specifici per il riscaldamento dei forni, che fin dal 1960 si distinguono per le innovative qualità tecnico costruttive della Avanzini Bruciatori srl di Parma. Il Drago Six con la sua pratica manopola è la naturale evoluzione del Drago a due fiamme conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo perché è l’unico che sostituisce in modo superlativo il tradizionale riscaldamento a legna. Riassumendo le caratteristiche del Drago restano B AS SE E invariate in quanto è luminoso è invisibile è silenzioM O I IC G so è indistruttibile e garantisce il rendimento più elevato oggi in commercio come da prove di consumo effettuate presso la ns. clientela. Il Drago Six permette di impostare la temperatura di lavoro desiderata sulla centralina Drago Control ma oltre alla prima fiamma indipendente e regolabile che mantiene stabilmente il forno in temperatura, dà la possibilità al pizzaiolo di impostare la DE
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forza variabile delle sei fiamme per fare fronte alle
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mutevoli richieste di calore nell’arco della giornata lavorativa, semplicemente ruotando una manopola. Perché lo sappiamo che l’esperienza e l’occhio del pizzaiolo esperto riconosce la forza della fiamma necessaria al suo forno, in quel momento, per esaltare al massimo la cottura del proprio impasto, per offrire la pizza migliore alla propria clientela, ed il nuovo DRAGO
DRAGO CONTROL AUTOMATICO
SIX in questo non ha rivali.
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pizza e pasta italiana
Salvatore Santucci: Un Maestro della Verace Pizza Napoletana nel mondo. Durante la recente manifestazione fieristica Hotelex di Shanghai abbiamo incontrato il maestro pizzaiolo di tradizione napoletana Salvatore Santucci, gustando assieme un’ottima pizza Stg. Salvatore da bambino è rimasto affascinato dal mondo della pizza e ne ha fatto il suo lavoro, la sua passione, la sua vita. Da più di trent’anni fa pizze ed è istruttore dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, si dedica all’insegnamento e alla diffusione della pizza napoletana. Si considera un integralista riguardo al modo di preparare e di cuocere la pizza napoletana che la differenzia da tutte le altre.
“Ero piccolino – ci dice raccontandoci gli inizi della sua vita di pizzaiolo - e mia madre mi mandava a comprare le pizze alla pizzeria vicino casa. Mi guardava da lontano, io andavo in pizzeria e rimanevo ore e ore a guardare il pizzaiolo per vedere come faceva le pizze. Rimanevo incantato da questo mestiere che poi ha riempito la mia vita. Avevo 8 o 9 anni e un giorno il pizzaiolo mi vide che lo osservavo, mi chiamò e mi chiese se avevo una maglietta bianca e se volevo stare un po’ con lui a fare le pizze. Da allora non ho smesso più. All’età di 12 anni sono salito su un banco di pizzaiolo, ero piccolo di statura e mi mettevano le cassette di pomodoro sotto i piedi. Mi faceva fare, si dice in gergo, “a vetrin’” sarebbe la vetrina a fronte strada con dentro le classiche pizze margherite piegate a libretto o a portafoglio, a Napoli è una consuetudine mangiarle mentre si passeggia, da lì è nata tutta questa passione. A 14 anni mi sono iscritto alla scuola alberghiera, terminavo le lezioni e entravo subito in pizzeria, uscivo alle tre del pomeriggio da scuola e alle quattro ero già in pizzeria. All’età di 18 anni, anzi 17 anni e mezzo, ho iniziato. Rilevai una pizzeria in gestione e ho avuto la fortuna di incontrare una persona che mi dette una mano per la partita IVA perché non avevo ancora compiuto 18 anni e non avrei potuto aprirla.
di Caterina Orlandi
a fianco
Salvatore Santucci immortalato da Oliviero Toscani per AVPN
continua
Stendimi! per pizzaioli di talento Dal cuore del pomodoro fresco, la polpa migliore per una pizza speciale. Densa quanto basta, vivacemente rossa dal sapore vero e intenso di pomodoro fresco, la polpa di pomodoro per pizza è pronta per essere stesa con facilità perché finemente macinata e semplicemente uniforme. Per ogni pizza la sua polpa, naturale, senza additivi e conservanti: POLPA FINE, POLPA FINISSIMA, PASSATA RUSTICA e PIZZA SAUCE. S.p.A.
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pizza e pasta italiana
foto di Sciosia
“ Qual è la ricetta della tua pizza? Ci tengo a precisare che sono un pizzaiolo istruttore della ” Verace Pizza Napoletana ”. Vado orgoglioso di questo titolo e mi considero un po’ integralista. Come dice il nostro presidente Antonio Pace c’è gente che fa la pizza e ci sono i pizzaioli. Sono 32 anni che faccio pizze e le faccio come si deve, come si dice a Napoli. Diciamo che mi attengo al nostro disciplinare: la pizza si fa con acqua, sale, farina, lievito e un ingrediente che non citiamo mai che è la passione, componente fondamentale della pizza napoletana, ovviamente anche delle altre pizze. Io do particolare importanza alle materie prime come la farina doppio zero, il lievito di birra, diciamo che possiamo utilizzare anche il lievito madre ma siccome, a mio parare, è instabile e non mi consente di mantenere una costanza verso il cliente, andrebbe messo più per l’odore e per il colore, essendo una moltitudine di ceppi, mentre quello di birra è uno solo. La pizza napoletana la facciamo con il lievito di birra che è stabile, lo puoi trovare sempre pronto e ha un retrogusto un po’ acidulo che è la sua caratteristica. Il pomodoro deve essere obbligatoriamente San Marzano intero, spezzato a mano.
L’INTERVISTA Un forno che arriva alle temperature richieste per la Verace Pizza Napoletana deve essere un forno a legna o ci sono altre possibilità? Per il disciplinare napoletano parliamo di un forno a legna. Oggi ci sono delle alternative come il forno a gas ma vanno su due binari differenti, può andare bene ma non per il disciplinare per la Pizza Verace. Molto dipende dalla maestria del fornaio, che è una componente importante della cottura, e al tempo stesso un’arte, e poi non va bene per la Classica Verace, ma solo per la Pizza Napoletana ! E adesso quali sono i tuoi progetti? Di recente ho collaborato con lo sviluppo di una catena di pizzerie che offrono pizza secondo la tradizione napoletana, Peperino Pizza & Grill, presenti a Pordenone, Trieste, Verona, Milano, Udine. Nel futuro prossimo collaborerò sempre con lo stesso gruppo per l’apertura di un nuovo punto di ristoro con il nome Ammaccàmm, impastiamo in dialetto napoletano.
Prodotti alimentari di Alta qualità distribuiti da più di trent’anni alle migliori aziende del settore sono la garanzia della competenza e dell’assoluta serietà dell’azienda Sanfelici. Rispettando i più elevati standard qualitativi l’azienda affida la produzione dei suoi prodotti a realtà specializzate in grado di selezionare e controllare personalmente le materie prime, di altissima qualità, che verranno trasformate in ottimi prodotti gastronomici distribuiti da Sanfelici direttamente a ristoranti, bar, trattorie, pizzerie, osterie. Più di tremila contatti in continua crescita sottolineano la professionalità e la puntualità di una ditta che con un ottimo rapporto qualità/prezzo cerca di promuovere giornalmente la cultura del food & beverage nel mondo. Accurata selezione e continua ricerca sono le parole chiave per il successo di Sanfelici.
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pizza e pasta italiana
Angelo Il Campione Cossu... di Manuela Pelosin Angelo Cossu presenta la sua pizza alla giuria
Situato nel ponente della riviera ligure, alle porte di Genova c’è un antico borgo di pescatori, navigatori e marinai che, secondo la tradizione locale, sostenuta anche da alcuni storici, diede i natali a Cristoforo Colombo. Stiamo parlando di Cogoleto, centro turistico a vocazione balneare che ospita davanti ai suoi scogli la pizzeria “El Templo”, dove lavora Angelo Cossu, il trentatreenne vincitore del Campionato del Mondo della Pizza, categoria Pizza Classica. La vita professionale di Angelo inizia a 20 anni, stava allora svolgendo, come tanti altri giovani italiani, il servizio civile e, nelle ore libere, per arrotondare un po’ le sue entrate, s’impegna in un lavoretto serale dietro al bancone d’una pizzeria.
Il lavoro lo ha appassionato e, concluso il servizio civile, decide di continuare sulla strada presa cercando di migliorare i suoi saperi e le sue tecniche operative. La svolta arriva nel 2014 quando arriva alla pizzeria El Templo a Cogoleto, comune che l’ha viso nascere, e conosce Gil, che diventa suo maestro e mentore e ci dice:
“Quando incontri una persona innamorata del suo lavoro, anche quando è pesante, anche quando i muscoli del corpo ti fanno soffrire e ogni giorno è un giorno per migliorarti professionalmente, allora trovi una fonte d’ispirazione”.
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del Mondo 2105 di Pizza Classica
La Pizzeria “El Templo” a Cogoleto, è nata nel 2004 dalla collaborazione di Gilberto Albiero e Sabrina Brahane, un vicentino e un’originaria eritrea, nata e cresciuta ad Arenzano, compagni nel lavoro e nella vita. Il nome è un tributo d’amore all’isola di Ibiza, che hanno amato non da turisti ma vivendola da lavoratori, anche qui sfornando pizze. L’esperienza ibizenca è solo una delle tante tappe di 25 anni di professione del maestro Gil. E questi venticinque anni di cultura e di esperienza vengono sapientemente trasmessi ad Angelo che decide di partecipare al Campionato Mondiale della Pizza per la prima volta per confrontarsi con colleghi di ogni età e con tanta storia alle spalle. Nel nostro colloquio, più che parlare di sé, più che raccon-
tare le sue esperienze, Angelo Cossu preferisce parlare del suo titolare-amico: “Certo non ha un carattere facile, in me forse ha visto umiltà e buona volontà , che hanno conquistato quest’uomo , che aveva tanto da insegnare, ma non aveva ancora trovato l’allievo giusto. Ci siamo conquistati a vicenda e il risultato è stato sorprendente per ambedue: una collaborazione che mi è valsa il titolo mondiale! Questa collaborazione mi ha portato a vincere il Campionato Mondiale della Pizza a 33 anni. La pizza che ho realizzato e che ha vinto la gara l’avevo fatta entrare in anticipo nella lista de “El Templo” per vedere se ai clienti piaceva. Il riscontro è stato ottimo così ho deciso di portarla al mondiale. Ho riflettuto molto e mi
pareva che avesse bisogno di essere completata in modo elegante e così ho pensato di aggiungere i gamberetti di S. Margherita. Questa mia pizza viene infornata con solo stracchino, dopo la cottura ho aggiunto i crostacei, bufala, pomodorini e pesto. L’impasto è fatto dal 50% di farina di tipo 1 e il 50% di farina integrale. Da Gil ho imparato che l’impasto nella pizza è tutto, sensibilissimo, a volte basta aumentare o diminuire una quantità infinitesimale di olio o sale per essere testimoni di una vera rivoluzione. Oggi, con una diversa cultura e conoscenza delle problematiche alimentari, si possono affrontare certe sfide; infatti, per fare un esempio frutto della mia esperienza, un grano non raffinato si comporta in un modo completamente
diverso con i grassi, rispetto a un grano “nudo”. Si sperimenta, si va a tentativi, giorno dopo giorno, cercando di migliorare costantemente la qualità; questo è quello che facciamo a “El Templo”. Poi, una volta trovata l’alchimia dell’impasto si tratta di vestire una donna già bella con abiti firmati, gli ingredienti di primissima qualità, prodotti con cura o cresciuti con cura.” La passione traspare dalla voce di Angelo, che è giovane e ha ancora tutta una vita davanti. Gli auguriamo che il podio più alto conquistato così in fretta al Campionato Mondiale della Pizza sia il trampolino di lancio per una florida carriera che assomigli a quella del suo grande maestro e possibilmente la superi, regalandogli sempre nuove soddisfazioni professionali.
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pizza e pasta italiana
PREMIO HEINZ BECK
EMANUELE CASTELNOVO svetta tra tutti i cuochi di pizzeria di Manuela Pelosin Cremia, piccolo comune lombardo sulla sponda occidentale del lago di Como ospita un ristorante che per due volte ha visto un suo chef svettare tra i cuochi che operano in pizzeria, molti dei quali si sono sfidati nell’ormai affermato e ambito Trofeo Heinz Beck che si svolge durante il Campionato Mondiale della Pizza. L’ultima conquista davanti allo chef stellato è stata quella di Emanuele Castelnovo, giovanissimo cuoco del ristorante La Baia che si affaccia sul celebre lago di manzoniana memoria, “tutto a seni e golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume”. Conviene proprio rileggere il romanzo più importante della lingua italiana, quei “Promessi Sposi”, che descrivono così bene i luoghi dove vive anche il giovane campione del 2015. Cinque anni fa era stato invece Ilario, suo padre, a stringere tra le mani l’ambito Trofeo. Proprio papà Ilario ha spinto il diciassettenne a presentare in concorso il piatto che l’ha poi portato sul gradino più alto del podio.
Parlando con Emanuele dopo la sua vittoria si sente la passione per la cucina, difficile da trovare in ragazzi così giovani. “Sin da quando ero piccolo ho sempre passato molto tempo nella cucina del ristorantepizzeria di famiglia e vedere i cuochi cucinare e realizzare dei piatti mi ha sempre affascinato. Quando ho finalmente iniziato la scuola alberghiera ho potuto sfogare la mia creatività confrontandomi anche con i miei compagni. Ora frequento il secondo anno dell’Istituto Alberghiero Gianni Brera di Como che appartiene al Centro Studi Casnati, una scuola pubblica paritaria che, pur giovane di storia, sta godendo di buonissima fama. La mia ambizione è quella, una volta raggiunta la maturità, di girare il mondo per conoscere le nuove tendenze della cucina e imparare le nuove tecniche insegnate dai grandi maestri. Poi, come spesso succede in noi giovani, ho l’aspirazione di poter un giorno aprire un ristorante tutto mio. Da quando ho 16 anni lavoro nel ristorante di famiglia tutti i weekend, quest’estate lavorerò al ristorante Nicolin di Lecco e il prossimo anno farò lo stage al Castello di Fighine,
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ed ecco la ricetta che ha presentato al concorso
PIZZOCCHERI VALTELLINESI Ingredienti per 4 persone: Per l’impasto dei pizzocheri: 500 gr farina 00 500 gr farina di grano saraceno 450 gr acqua gassata 50 gr albume d’uovo
il ristorante dello chef Heinz Beck in Toscana. Colgo l’occasione per ringraziare lo chef, uno tra i miei più grandi miti, per la grande opportunità che mi sta dando e mi impegnerò al massimo per essere all’altezza delle sue aspettative” ci dice tutto d’un fiato il giovanissimo cuoco, ancora emozionato al pensiero del titolo appena conquistato. Emanuele ha presentato alla giuria il suo piatto, denominato “ Pizzoccheri Valtellinesi”, realizzandolo con maestria e, a giudizio della giuria, innalzandosi al di sopra del livello di tutti i suoi sfidanti con molta umiltà: crediamo che, in futuro, avremo ancora modo di sentir parlare di Emanuele Castelnovo. Ogni anno le scuole alberghiere offrono nuove leve al futuro della nostra cucina; spesso tuttavia gli allievi, anche i diplomati, ragazzi e ragazze, non sono ancora pronti a spiccare il volo, ma quando succede, e ormai ciò avviene con più frequenza di quanto si pensi, si può essere fieri di avere un Paese che forma dei seri e capaci professionisti che, negli anni a venire, porteranno alto il nome dell’Italia e faranno sempre più apprezzare nel mondo la nostra grande cucina.
Per il condimento: 400 gr patate 400 gr verze 400 gr formaggio Bitto giovane 150 gr formaggio grana grattugiato 4 spicchi d’aglio 1 noce di burro sale e pepe q.b.
Procedimento: Pelare le patate, tagliarle a cubetti e metterle a cuocere in acqua bollente salata. Sfogliare, pulire e tagliare la verza, quindi mettere anche quest’ultima a cuocere con le patate. Nel frattempo iniziare a mischiare gli ingredienti dell’impasto dei pizzocheri in una bastardella, poi rovesciare il tutto sul piano di lavoro e continuare a impastare con le mani fino a ottenere un composto omogeneo, quindi lasciarlo riposare per un paio di minuti.
Ora stendere l’impasto e tagliarlo nella forma caratteristica del pizzochero. Una volta che le patate e le verze sono quasi pronte aggiungere i pizzocheri. Far rosolare l’aglio nel burro. Quando i pizzocheri sono pronti scolare il tutto, metterli in una pentola antiaderente bassa, aggiungere i formaggi e l’aglio col burro fuso. Lasciar mantecare il tutto, aggiungere un poco di sale e pepe e infine impiattare. Spolverare di pepe il piatto pronto appena prima di servire.
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pizza e pasta italiana
titolo della rubrica
PIZZA
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Ingredienti:
alla Romana al carbone vegetale
• 1 kg Farina Pizza Special Romana Molini Spigadoro • 750 ml Acqua • 50 ml Olio (Extra Vergine di Oliva) • 25 g Sale • 15 g Carbone Vegetale • 3 g Lievito di birra fresco
Procedimento: Fate ossigenare la farina con il carbone vegetale per circa 4’, aggiungete parte dell’acqua (circa il 55%) e fate girare lentamente in prima marcia per 5’, lasciate riposare per 30’. Aggiungete il lievito e l’acqua rimasta, gradualmente. Quando l’impasto acquista consistenza inserite il sale e di seguito l’olio. Il risultato sarà un impasto molto morbido e malleabile. Lasciatelo riposare per almeno 20’, sistematelo poi in una cassetta da pizza e ponete in frigo a 4°c. Il giorno dopo togliete dal frigo e a impasto freddo preparate le palline della pezzatura scelta.
Topping: — Mozzarella Fiordilatte — Pecorino Romano grattugiato — Pere — Noci — Miele
www.molinispigadoro.com
special: PIZZA ROMANA
È una miscela selezionata insieme ai nostri maestri pizzaioli, ideale per pizza e focaccia romana. Abbiamo selezionato gli ingredienti migliori per garantire una pizza altamente digeribile, molto idratata, croccante fuori e morbida all’interno. Chef in Black, il CARBONE VEGETALE, prodotto esclusivo Molini Spigadoro. È una miscela selezionata insieme ai nostri maestri pizzaioli, ideale per pizza e focaccia romana.
Abbiamo selezionato gli ingredienti migliori per garantire una pizza altamente digeribile, molto idratata, croccante fuori e morbida all’interno. Chef in Black, il CARBONE VEGETALE, prodotto esclusivo Molini Spigadoro. La caratteristica lavorazione extra fine permette di ottenere una polvere finissima inodore e insapore, che trasferisce ai prodotti da forno un caratteristico colore "nero assoluto". La cromaticità unita al gusto: il colore nero dei prodotti, se associato ad una farcitura dai colori vivaci, stimola il colpo d'occhio ed aiuta il focus visivo, creando un'attenzione particolare che si realizza spesso in un impulso di acquisto importante..
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pizza e pasta italiana
Morettina al cioccolato UN DOLCE PER TUTTE LE STAGIONI di Giovanna Allegra
il dolce
A
nche in questo mese, per chi ama i dolci ben caratterizzati, presentiamo una proposta che è nel contempo molto interessante, gustosa e bella da vedersi. L’idea nasce nella Scuola Alberghiera IAL di Aviano (Pordenone), una storica realtà formativa fondata da Felice Cavallini, un manager innamorato del suo lavoro, di grande competenza e solida professionalità, originario di Carpi e che ha trovato in Friuli-Venezia Giulia il suo campo di lavoro. Quella Scuola – è un Centro di Formazione Professionale – è stata poi diretta per anni dalla collaboratrice di questa Rivista, Nives Piva, che l’ha ottimamente consolidata, realizzando in contemporanea dei Corsi di Alta Cucina con i massimi chef italiani, da Gualtiero Marchesi a Nadia Santini, da Igles Corelli a Philippe Leveillé e molti altri ancora. Diversi allievi della Scuola hanno poi intrapreso la carriera ottenen-
do lusinghieri riconoscimenti ed uno è addirittura arrivato alla conquista di due stelle Michelin. Attualmente la Scuola è diretta da Luciano Moro che ha ereditato una realtà formativa di grande prestigio, i cui studenti, una volta diplomati, sono molto richiesti anche nell’alta ristorazione. La storia di questa Scuola dunque continua, caratterizzata da una valida classe docente arricchita da preziose collaborazioni esterne. Non va dimenticato che la provincia di Pordenone, in particolare l’area all’imbocco della Valcellina, fornisce da oltre un secolo i migliori cuochi operanti a Venezia e in altri celebri alberghi e ristoranti italiani ed esteri. Diversi di questi, giunti alla pensione, sono l’anima dell’Associazione Cuochi Pordenonesi, con sede e Museo storico a Polcenigo (PN) e collaborano generosamente con la Scuola Alberghiera IAL di Aviano con la loro esperienza e la loro alta professionalità.
Il dolce In questa importante e rinomata realtà formativa esistono tre settori: la cucina, la pasticceria e la sala e l’indirizzo didattico esige che ci sia dapprima la conoscenza della tradizione – soprattutto per quanto riguarda piatti e dolci - cui s’aggiungono via via altre conoscenze, come le tradizioni e le culture di altri popoli, in particolare i numerosi immigrati di religione islamica, dando poi sufficiente spazio alla creatività, sulla linea dei grandi chef e pasticceri italiani. Il dolce che qui presentiamo, preparato dagli allievi pasticceri guidati dal docente Luca Selva, è di una grande semplicità e può essere realizzato in qualsiasi ambiente, in casa, in pizzeria, in ristorante e farà sempre il suo bell’effetto e soddisferà chi se lo troverà davanti. Come insegna uno dei massimi chef internazionali, Heinz Beck, il valore di un piatto deve risultare dall’impiego di pochissimi ingredienti, così si capisce
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pizza e pasta italiana
IL DOLCE quello che si sta gustando, altrimenti un piatto può anche essere buono o molto buono ma risultare incomprensibile. Nel nostro dolce gli ingredienti principali e caratterizzanti sono la farina di mandorle e il cioccolato fondente, uniti dalle uova e dal burro cui s’aggiunge lo zucchero. Quello che si sente gustandolo sono le mandorle e il cioccolato e in una tranquilla sera d’estate, col sole che tarda a tramontare, trovarsi in un ristorante all’aperto e gustare un dolce simile è davvero molto appagante. Se poi il dolce va accompagnato da uno dei grandi vinsanti italiani – la Toscana ne ha di ottimi - o anche da un Torchiato di Fregona, da un Raboso passito o da un marsala dolce, si può essere sicuri che ci si inoltra felicemente nella notte godendo lo splendore d’un cielo stellato che è invito alla serenità e all’amicizia, valori che aiutano a cogliere appieno le tante dolcezze della vita.
Ingredienti per 16 persone: 800 g di burro 400 g di zucchero 12 uova 600 g di cioccolato fondente 700 g di farina di mandorle
La ricetta 1
– Ammorbidisci il burro e sbattilo con lo zucchero, unisci le uova e sbatti per amalgamare il tutto.
2 3
– Aggiungi un po’ alla volta la farina di mandorle e amalgama bene.
– Unisci il cioccolato fuso e mescola fino ad ottenere un composto omogeneo.
4
– Versa in una tortiera imburrata o, meglio, negli stampini per muffin e fa cuocere per 40-50 minuti a 140°C.
5
– Disponi il dolce nei piatti, completalo con frutti di bosco freschissimi e mandalo in tavola.
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pizza e pasta italiana
OSSERVATORIO HOST 2015
La ristorazione su ruote I
l fenomeno dei ristoranti mobili, dei food truck che ogni giorno affollano sagre, concerti, eventi sportivi e in generale le più importanti vie di comunicazione di tutta la penisola, non è una novità degli ultimi mesi, ma ha una sua storicità e antica tradizione. I moderni venditori ambulanti hanno spesso e volentieri mezzi dotati di tutti i comfort, delle vere e proprie cucine e ristoranti mobili in grado di rispondere alle esigenze di tutti i clienti. Ad Host 2015, trova spazio questa ampia categoria trasversale di negozi, che spaziano dal gelato, alla pizza, ai soft drink e molto altro ancora. Un fenomeno ampio e diversificato quindi, ma che in Italia a causa di burocrazia e logistica fa ancora un po’ fatica ad affermarsi, ciononostante il trend è in netta crescita tant’è che anche le personalità più inaspettate guardano con favore a questo tipo
Carretto "Ciao Chips"
osservatorio host
di offerta. Primo fra tutti, Mauro Uliassi, patron dell’omonimo ristornate stellato di Senigallia, recentemente avvistato al fuori salone di Milano con il suo “camion del cibo”, per offrire l’alta cucina anche in mezzo ad una strada. Sgargianti e immediatamente riconoscibili, i food truck sono entrati ormai nel vivere quotidiano e molto spesso rappresentano una valida alternativa al classico punto - vendita stanziale. Ad Host sarà presente l’azienda Techfood di Reggio Emilia, che produce attrezzature sia per la ristorazione che per il bar e che propone diverse soluzioni per i negozi mobili, corner e punti vendita “ chiavi in mano” che in poco spazio e con facilità di movimento permettono di fornire cibi freddi e caldi, primi piatti, dolci, oltre agli immancabili kebab ( anche nella versione choco kebab, come alternativa alla classica crepe).
Carrello Techfood
Oltre Streety è il carretto per lo street food che offre uno spazio per la ristorazione facile da trasportare, da settembre sono disponibili le Ape personalizzati, pork Kebab, Choco Kebab, So Sweet (crepes, waffle e churro) e il nuovo Frullo gelato. A Modena invece troviamo un’altra solida realtà che produce attrezzature per la ristorazione e per i bar, l’emiliana Eurochef, che da qualche anno ha lanciato la propria versione di Food Truck: Ape Ciao Chips, il veicolo mobile per offrire delle ottime chips, tagliate, preparate e fritte al momento. Ciao Chips è disponibile su Ape o su carrello mobile, ed è completa di Tagliapatate e Friggitrice, inoltre su richiesta del cliente è disponibile con lavandino, ombrelloni con sistema d’illuminazione, quadro elettrico e minuteria varia. Anche Eurochef è presente all’edizione 2015 di Host e si pone anche per questa edizione come tra le realtà più interessanti e innovative per il settore street food.
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pizza e pasta italiana
IL VINO
2a Edizione di Piceno Open Anteprima i vini marchigiani
Le Marche rappresentano una sintesi del bello e del buono del nostro Paese. Ospitalità, suggestività del paesaggio, felice connubio tra mare e monti, pregiati vini e un grande patrimonio gastronomico che spazia dai golosi piatti di terra e di mare ai pregiati formaggi, salumi, tartufi, carni, olio extravergine e quant’altro. Un eden gastronomico ma soprattutto vino. Sebbene le Marche nel 2013 siano posizionate al 13° posto per produzione vinicola con 1.039.000 ettolitri, vanta 15 Doc e ben 4 Docg di cui l’ultima nata è l’Offida inserita nella provincia Picena. Una Docg che contiene varie tipologie di vini ideali sia per l’esperto che l’enoappassionato: Pecorino, Passerina di cui Spumante, Passito e Vin Santo, e Offida Rosso.
di Virgilio Pronzati
Fornigli Valoriani originali
VALORIANI
VALORIANI
• VESUVIO SERIE IGLOO/OT
• VESUVIO SERIE GR
misure espresse in cm
MOD.
Misure interne volta
Misure esterne
Bocca
Peso kg
100 ø
100x100
140x150
54x28
1000
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120 ø
120x120
160X170
55x28
1250
140 ø
140x140
180X190
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160X210
140X160
140x160
140X180 180 ø
misure espresse in cm
Canna Capacità Fumaria pizze
MOD.
Misure interne volta
Misure esterne
Bocca
Peso kg
Canna Capacità Fumaria pizze
4/5
100 ø
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116x130x h58
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120 ø
120x120
136x150x h58
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600
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5/6
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8/9
140 ø
140x140
156x170x h60
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750
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55x28
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120X160
120x160
136x190x h58
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750
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8/9
180X210
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11/12
140X160
140x160
156x190x h60
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850
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11/12
140x180
180X230
55x28
1800
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14/15
140X180
140x180
156x210x h60
55x28
1000
20-25
14/15
180x180
225X245
55x28
2100
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17/19
180 ø
180x180
196x210x h66
55x28
1200
20-25
17/19
• CARNE • PESCE • VERDURA
• VALORIANI VERACE
• FORNOGRILL
misure espresse in cm
Misure MOD. int. volta
Misure esterne
Bocca
Peso kg
120 ø 120x120
160x170x h190 con base
45x22 a richiesta 54x22
1250
140 ø 140x140
180x190x h190 con base
45x22 a richiesta 54x22
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FORNOGRILL® VALORIANI scalda contemporaneamente sia da sotto la griglia sia da sopra, grazie alla particolare curvatura della volta, diminuendo notevolmente i tempi di cottura. per maggiori informazioni: www.valoriani.it
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I primi forni a legna e a gas PROFESSIONALI con il piano in COTTO REFRATTARIO rappresentano la miglior soluzione per pizze cotte al punto giusto.
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pizza e pasta italiana
IL VINO
i grandi vini del piceno Si tratta di un consistente compendio vitivinicolo in grado di valorizzare il territorio e distribuire risorse economiche in tutto il Piceno; da qui l’esigenza di far nascere una manifestazione come Piceno Open Anteprima, dedicata alla stampa specializzata. Iniziativa creata e promossa dalla Vinea nell’ambito del progetto di filiera Vinea Qualità Picena, svoltasi a Offida lo scorso anno. Un totale successo dell’iniziativa che ha convinto gli organizzatori di ripetere quest’anno l’evento. Piceno Open Anteprima svoltasi nello scorso mese di aprile, oltre a richiamare una trentina di giornalisti italiani e stranieri, ha visto la presenza di un migliaio di soddisfatti visitatori. Nei primi tre giorni, la presentazione alla stampa delle nuove annate dell’Offida Docg, Passerina, Pecorino e Offida Rosso e del Rosso Piceno Superiore, mentre sabato 18 e domenica 19 aprile (dalle 15.30 alle 21.00) la rassegna era aperta al pubblico.
Due i tasting: il 15 con tredici Rosso Piceno Doc Superiore di cinque annate (dal 2013 al 2007), e il 16 con una retrospettiva di ben 26 Offida Docg Pecorino di due annate, di cui 15 del 2010 e 11 del 2009. Sede della degustazione, la prestigiosa Enoteca Regionale delle Marche. Interessanti i giudizi raccolti. Rosso Piceno Doc Superiore: ancora giovani ma piacevoli i 2013; fruttati, freschi e sapidi, discretamente equilibrati i 2012; di buon livello e armonia i 2011; validi e quasi pronti i 2010; maturo l’unico 2007. Sorprendenti gli Offida Docg Pecorino. Profumati, freschi e sapidi, di buona struttura i 2010; complessi, pieni e persistenti, armonici i 2009. Un vino bianco di carattere ottenuto da un vitigno “intelligente”, che oggi gode della meritata notorietà.
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TRICOLORE
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IL VINO
una realtà di assoluto rilievo
Oltre a momenti di testing e alle degustazioni, abbiamo potuto visitare le cantine e alcuni vigneti delle aziende che hanno partecipato a Piceno Open Anteprima; un’opportunità in più per toccare con mano la realtà produttiva del territorio. Soddisfatto anche il pubblico. Nelle due giornate un migliaio di visitatori, oltre ai numerosi vini, hanno degustato tutte le eccellenze inserite nel progetto di filiera Vinea Qualità Picena, in particolare le Olive Ascolane del Piceno Dop. Soddisfazione dei presidenti degli enti promotori: «Iniziative come Piceno Open Anteprima qualificano l’offerta enologica del nostro territorio e mostrano tutta la rilevanza del Piceno nel panorama dei vitigni autoctoni italiani. Una rilevanza che non ha nulla da invidiare a quella di altri territori blasonati», hanno commentato Ido Perozzi, presidente di Vinea, e Angela Velenosi, Presidente del Consorzio Tutela Vini Piceni. «Un risultato - sottolineano - raggiunto anche grazie alla collaborazione fra i produttori, veri protagonisti di questa iniziativa».
La realtà vitivinicola picena conta su un totale di circa nove mila ettari di superficie vitata di cui circa 5000 iscritti alla DOCG e DOC, una produzione complessiva orientativamente pari a 600 mila ettolitri (oltre la metà di quella della Regione Marche) di cui circa 250.000 a DOCG e DOC. Due parole su La Vinea. La VINEA vanta circa 600 Soci, circa 50 dei quali aziende vitivinicole con l’intera filiera produttiva; le restanti si caratterizzano come aziende viticole, producendo uve consegnate e trasformate da Cantine Cooperative e privati. Sul totale della superficie viticola provinciale circa 5500 ettari sono condotti da associati a VINEA, 1500 gli ettari vitati con produzioni DOCG, DOC e IGP di cui 350 ettari A Pecorino (DOCG), 350 a Passerina (DOCG) e circa 800 ettari a varietà rosse (Offida DOCG Rosso, Rosso Piceno e Rosso Piceno Superiore DOC) , il resto dei vigneti producono vini IGP e ordinari. Un gruppo consistente di Soci produce uve per la trasformazione in succo d’uva bio, nel territorio è insediata una delle più grandi realtà produttive a livello nazionale. Olio extravergine di oliva (anche BIO), Oliva Tenera Ascolana del Piceno (DOP), cereali bio completano il paniere produttivo delle aziende. Circa 40 delle cantine associate a VINEA hanno una produzione media di 2.500 hl di vino, circa 10 sono i produttori con una media produttiva sopra i 15.000 hl.
Alla manifestazione hanno partecipato le seguenti aziende produttrici: Societa Agricola Ciu’ Ciu’, Az. Agrobio. San Giovanni, Az. Agr. Villa Imperium, Az. Agr. San Filippo, Cantine D’Ercoli, Tenuta Spinelli, Az. Velenosi, Cantina Cardocchia, Cantina Offida, La Cantina dei Colli Ripani, La Valle del Sole, De Angelis & C., Collevite, Terre Cortesi Moncaro, Poderi Capecci San Savino.
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IMPARIAMO
A CONOSCERE LA BIRRA
Il gusto va educato per godere appieno i sapori di questa nobile bevanda
di Laura Nascinben
la birra
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B
ere una birra perché si ha sete o perché è estate e fa molto caldo o per accompagnare una pizza ci fa correre il rischio di perdere gran parte delle sensazioni gustative che questa antica bevanda sa regalare. Evidentemente ci vuole, in via pregiudiziale, la conoscenza della birra che si sta per bere, e, nel sorseggiarla, ci vuole attenzione, ma, prima ancora, una corretta conoscenza dei nostri organi dei sensi. La sensazione gustativa è il risultato di un mix di stimoli e percezioni che non riguardano solo la bocca, ma, come abbiamo visto il mese scorso, anche gli occhi. La schiuma, la trasparenza e il colore possono farci avvicinare o allontanare da un calice o da un boccale di birra e se le sensazioni visive sono piacevoli siamo già disposti a considerare buona quella birra.
I sapori fondamentali
C
ome sorseggiamo la birra essa entra in bocca scivolando sulla lingua sopra circa 10.000 gemme gustative e se ne trovano anche sulle labbra, sul palato, nel naso, nell’esofago e sono così ordinate che ciascun gruppo analizza principalmente una componente particolare di ciò che beviamo o mangiamo. Poi, ciò che ogni gruppo di gemme gustative sente e analizza va unito alle sensazioni analizzate dagli altri gruppi di gemme, sfociando alla fine in una valutazione globale elaborata dal cervello. Le sensazioni gustative sono fra loro diverse e gli studiosi le hanno attentamente analizzate, individuando le principali, cui hanno dato un nome ben preciso che qui ricordiamo. Dolce. Questa sensazione positiva è come un’assicurazione sulla bontà di ciò – cibo o bevanda o altro – che è entrato
Poi come le papille gustative sono attivate dal primo sorso di birra non solo stimolano il cervello a esprimere una prima valutazione, ma fanno sorgere pensieri, il ricordo di incontri e di momenti felici o tristi, contribuendo in tal modo a influenzare psicologicamente una valutazione della birra che stiamo bevendo. Ecco perché la birra va sorseggiata e non ingoiata, perché non ci si deve distrarre, altrimenti si beve senza capire cosa c’è nel calice e potrebbe essere anche acqua di fonte e le sensazioni non cambierebbero.
nella nostra bocca. Nella birra è un sapore normale, anche se quasi mai primario ed è dovuto a un residuo zuccherino, la cui funzione è soprattutto quella di equilibrare gli altri sapori, ma può essere messa in ombra dal luppolo, da malti tostati e da possibile eccessiva acidità. Acido. Una sensazione che conosciamo nell’aceto. La birra, tuttavia, è una bevanda moderatamente acida, per cui l’acidità è una componente di supporto. Nelle birre alla frutta si ha una maggior sensazione di acidità e ciò è quasi sempre dovuto alle caratteristiche organolettiche della frutta stessa. Salato. Questo sapore è dovuto alla presenza di ioni di sodio e di potassio. Nella birra questo sapore è trascurabile, ma può essere presente, nel qual caso può dipendere dalle caratteristiche dell’acqua ricca di minerali come pure da un’aggiunta volontaria per arricchire le qualità organolettiche del prodotto. Amaro. In natura sono amari i vegetali che l’uomo in origine rifiutava di mangiare, dal momento che l’amaro accompagna le sostanze tossiche, poi,
scoprendone le caratteristiche benefiche, se ne è appropriato. L’amaro è ormai un gusto ben acquisito e si è visto che nei brewpub i clienti iniziano con una lager, fresca e leggera o una amber ale, dal colore ambrato, per spostarsi poi verso le pale ale ad alta fermentazione di colore chiaro. Fra i consumatori sono numerosi quelli che ricercano le birre amare, le quali rappresentano oggi una nicchia importante nella produzione birraria. Umami (glutammato). Parola giapponese che significa “saporito” e questa particolare sensazione è avvertibile nelle birre ben invecchiate. Questa sensazione è importante qualora si voglia effettuare degli abbinamenti cibo-birra. Grasso. I recettori del grasso sono stati individuati pochi anni fa e ci vuole tempo per abituarsi a capire che un alimento – cibo o bevanda – è ricco di calorie (1 g di grasso produce 9 calorie). E poiché la birra non contiene grassi questa sensazione nel nostro caso può essere trascurata.
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pizza elug pasta PIZZA —italiana ago E PASTA
ITALIANA pizza e pasta italiana STORIA Il senso DELdel PANE gusto VIAGGIO p. 38
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R
estando a delle considerazioni generali, poichĂŠ giĂ sappiamo che le birre sono tutte diverse fra di loro ed oggi ancor piĂš di ieri dato l’ingresso nel settore di un alto numero di birrifici artigianali, arrivare re al visitatore di assaporare i suoi piatti a scegliere la birra che può come il ciaffagnone ed il e ciascuno prodotti tipici, considerare non è per nulla facile, e quandoideale mancava si suppliva con chicchi diil buglione frumento pecorino toscano di Manciano, essendo il risultato did’agnello una lunga e selelo sfratto di Pitigliano, Fagioabbrustoliti e intinti nell’aceto e l’ebreo, seppuril di umili zione fra le tante birre acannellino disposizione. lo di Sorano, tutti piatti da condizioni, se aveva un servo e possedeva del pane,acaveE non è certo detto che le birre artigiacompagnare con i vini tipici locali. va diritto al massimo rispetto. nali siano migliori di L’alta quelleMaremma, industriali,con i suoi tanti tesori stoanche perchĂŠ questee ultime dispongono Ăˆ interessante curioso allo stesso tempo notare che fra rici, urbanistici, architettonici e gastronodi ampie ricerche di mercato, di esperti mici è da visitare senzachiedere fretta, godendo gli Ebrei era abitudine molto diffusa pane in analisti, di attrezzature molto anche raffinate appieno panorami mozzafi chesullamercato donna sposata aveva diritto al ato. panePercoperprestito, cui mettono dei prodotti la sosta ci sono molti ottimi agriturismi e niugale e solodistinguendoli innetempo diper estrema miseria essa si impedi sicura qualitĂ , stili, segnaliamo uno che sappiamo interescaratteristiche, gusti e sapori. gnava a vivere con il pane proprio, sapeva cheFattoera suo sante per piĂš motivi:ma l’Agriturismo In questo mese abbiamo visto quali sono dovere sorvegliare casa e “non mangiare il pane della ria ladell’Orsa Maggiore (www.ursamaior. le tipologie del gusto e ora possiamo a Manciano, dove nel loro Ristoro “Il l’obFipigriziaâ€? e che ilit)castigo divino si manifestava con fermarci ad analizzare con calma la birra schiottoâ€? sono disponibili i vini aziendali perinlemano, donne, vendere il pane cotto da loro. chebligo, abbiamo per di capire in quale da accompagnare con un’ampia selezione parte della lingua sentiamo i singoli gusti Non si può concludere questo sguardo fugace alla storia e quali prevalgono nella birra che stiamo del pane in Palestina senza menzionare quello che può sorseggiando. considerato fatto diligenti centrale della storia umana, la Se essere facciamo attenzione eilsiamo in questa personale, c’è dub-come aveva profetizzato nascitaricerca di GesĂš Cristo.non Ebbene, bio che ameremo di piĂš questa storica bevanda, la gusteremo con gioia, senza mai abusarne.
degli ottimi formaggi e salumi locali e carni alla brace. A Pitigliano c’è l’eccellente Michea (5,1) e come confermano cucina di Alessandro e Chiara nel loro ri-i Vangeli di Matteo storante (2,6) eIldiCeccottino Giovanni(www.ceccottino. (7,42), GesÚ, il figlio di Maria e com), e terminare l’itinerario Giuseppe, discendente di reall’Ottava Davide, nacque in una citRima a Sorano (www.cantinaottavarima. tadina che si trova a circa dieci chilometri a sud di Geit) dove Nicola con la sua selezione di rusalemme e che si gli chiama Betlemme. Il fatto sorprenprodotti tipici accoglie ospiti nella suo caratteristico nel tufo, dente è cheambiente il nomericavato Betlemme, in lingua ebraica Beth magari servendo un bicchiere assenzio. Lehem, significa casa deldipane, legando questo fondaInsomma buona esplorazione a tutti! L’Almentale alimento umano a un evento straordinario e ta Maremma è uno scrigno di tesori che misterioso, nascita del figlio di Dio. Vi è dunque nel merita scoprirelae godere!
nome del luogo natale di GesÚ quasi un preannuncio del suo messaggio: Io sono il pane della vita; chi viene Fabio Iacozzilli da me non avrà piÚdifame... e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Ma vedremo meglio, nel prossimo mese, il valore, reale e simbolico, del pane per il popolo ebraico, un valore che appartiene tutt’oggi a questo popolo.
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IL BAR
C
Come cambiano i gusti
e le mode!
Dai Caffè Storici e dalle Osterie di paese, ai moderni Bar, Enoteche e Gelaterie l’evoluzione di questi locali non si è certo conclusa
di Gianandrea Rorato
I
n questo mese desidero compiere una riflessione a voce alta con i nostri lettori, specie con quelli che hanno il ricordo di com’era il bar un paio di decenni fa, sul finire del secolo scorso. Molte cose sono cambiate da allora, anche il nome stesso usato per indicare il locale. Nelle grandi città della penisola, da Torino a Roma, da Venezia a Napoli, da Milano a Palermo al vertice prestigioso di questi locali c’era il “Caffè”, luogo di ritrovo, di incontro, di sosta, dove chi entrava trovava disponibili diversi quotidiani e riviste, tavoli e sedie per soste anche lunghe. A Trieste, al Caffè San Marco – con il Caffè Tommaseo e gli Specchi in Piazza Unità è rimasto quasi l’ultimo esempio dei vecchi Caffè della Belle Époque – c’è un tavolo riservato al celebre intellettuale e scrittore triestino Claudio Magris che lì si ferma a
lungo per leggere e scrivere pagine che poi appaiono sul Corriere della Sera o nei suoi libri. Esempi simili ce ne sono ancora in Italia, raggruppati nell’Associazione dei Caffè Storici che, anni addietro, questa rivista ha presentato con ricchezza di particolari. Si tratta comunque di locali spesso di straordinaria bellezza ed eleganza, risalenti all’Ottocento e ai primissimi anni del Novecento, attualmente conservati con geloso amore dalle proprietà sia private che pubbliche, a testimonianza d’un lungo e affascinante momento storico. Sono locali con grandi spazi, condotti in genere da seri e solidi professionisti, che negli ultimi decenni nessuno realizzerebbe, anche perché esistono delle tasse non solo sui ricavi reali ma sullo spazio stesso del locale.
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IL BAR
N
ei decenni successivi alla seconda guerra mondiale c’erano ancora le “Osterie”, tipiche soprattutto del Nord Italia, dove il vino correva a fiumi. Locali in genere vecchiotti, risalenti alla stessa epoca dei Caffè prima ricordati, con tavoli e sedie per il gioco delle carte, con l’oste bardato di grembiule, padrone del banco di mescita, il quale conosceva tutti i suoi clienti. Allora le bevande più richieste erano naturalmente il vino, cui seguivano la grappa, il mistrà, la prugnetta e altri liquori prodotti dalla miriade di liquorifici sparsi per la penisola, amari compresi, quasi gli unici ad essere ancor oggi rimasti fra le diverse decine di liquori esistenti fino alla seconda metà del secolo scorso. Queste osterie sono rimaste quasi intatte in pochi luoghi, in primis a Venezia, dove, leggermente ammodernate, sono ancor oggi molto affollate, quasi come lo erano state negli ultimi sei-sette secoli della Serenissima. Un gran numero di osterie già negli anni 70-80 del secolo scorso ha provveduto a rinnovarsi e a cambiare aspetto e tipo di servizio. Il vino, tolto da bottiglioni tenuti sotto il banco, ha cominciato a essere servito in bottiglie etichettate, tenute a corretta temperatura ed è proprio in quegli anni che inizia ad acquistare fama un vino leggero, di bassa gradazione alcolica, quasi più una bibita che un vino, il Prosecco, prodotto allora nelle colline trevigiane. Da una decina d’anni il Prosecco è prodotto non solo nella sua terra d’origine, le colline trevigiane tra Conegliano e Valdobbiadene, ma in gran parte del Veneto e in tutto il Friuli-Venezia Giulia, perdendo le sue originali caratteristiche e venendo conosciuto e richiesto dai più, anche all’estero, solo perché è un vino di bassa gradazione alcolica – mai più di 11% di alcol – e perché ha le bollicine.
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pizza e pasta italiana
IL BAR
ACCANTO L'entrata del Caffè San Marco a Trieste, la stessa dalla data di fondazione nel 1914
I
l Prosecco è il vino italiano più richiesto nel mondo, ma col nome di Prosecco, ottenuto dal vitigno Glera, sembra viaggino molti altri vini resi simili al Prosecco. Locali dove si serve questo vino e molti altri vini sia italiani che stranieri sono abbastanza nuovi, figli delle vecchie osterie ma molto moderni, sono le Enoteche, nelle quali, accanto a uno o più calici di buon vino, si possono avere anche panini, insalate, prosciutto, formaggi e altro ancora per sostituire piacevolmente il pranzo di mezzogiorno quando si è fuori casa e dove si compiono assieme agli amici interessanti degustazioni di grandi vini. E i moderni Caffè? A differenza di quelli storici prima ricordati i nuovi Caffè sono collocati in ambienti spesso di piccole dimensioni, dove non ci sono sedie, dove si entra, si ordina un caffè o un calice di vino o un liquore e poi si esce, per cui la sosta si limita a pochissimi minuti. È la frenesia d’oggi, il correre d’oggi che porta a questo. Non c’è più tempo per fermarsi, il lavoro preme, gli appuntamenti
non permettono di arrivare in ritardo e così i Caffè moderni sono luoghi di sosta velocissima, quasi privi di una propria identità, dove la spesso distratta cortesia del personale sostituisce il calore dell’accoglienza che c’era in passato. Anche in numerosi caffè moderni è entrata la moda di preparare a mezzogiorno piatti veloci, quasi sempre freddi, per chi è lontano da casa: ecco anche qui stuzzichini, insalatone, tramezzini e altre cose simili per sostituire in qualche modo il pranzo di mezzogiorno. C’è un ultimo tipo di locali che sta ancor oggi espandendosi: le gelaterie. Fino a non molti anni fa nei bar , come anche nelle pizzerie e nelle trattorie di campagna c’era, accanto al banco, una specie di cassone frigo contenente gelati di vario tipo già confezionati, prodotti da grandi aziende del settore. Oggi troviamo locali appositi dove si vendono solo gelati (anche se rivendite di gelati si trovano presso altre tipologie di locali, come panifici, ecc.). Queste nuove gelaterie ormai diffusissi-
me sono di due tipi: la maggior parte vendono gelati industriali o semi industriali, poche vendono gelati artigianali prodotti sul posto da abili e seri artigiani che non usano preparati industriali ma seria materia prima. Distinguere gli uni dagli altri non è sempre facile, ma assaggiandoli è ancora possibile capire la tipologia della materia prima impiegata. In questa nostra riflessione a voce alta abbiamo voluto rivedere pur in modo telegrafico la storia del passaggio dai vecchi caffè ai moderni bar che hanno assunto varie specializzazioni secondo il target dei clienti cui intendono rivolgersi. C’è dunque più specializzazione e molti moderni bar sono stati realizzati o restaurati con intelligenza da seri professionisti del settore e dove chi è dietro il banco opera con professionalità, anche se non sempre il personale è preparato, efficiente, dotato di quella gentilezza che, accompagnata alla conoscenza delle lingue, caratterizza i moderni operatori del settore. Ma su questi temi molto interessanti avremo l’occasione di ritornare.
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pizza e pasta italiana
r e i l e m m o S le
i
d e l o u c s troppe
Per il bene del vino e della ristorazione italiana è necessario che le troppe associazioni di sommelier attive in Italia si uniscano in un’unica grande realtà che avrebbe enorme peso specifico nella ristorazione italiana o, almeno, uniformino i livelli formativi, al servizio di una ristorazione di qualità.
O
rmai si fa fatica a capire nei ristoranti se chi fa servizio vino e porta il taste-vin o l’analogo distintivo è un vero sommelier o un cameriere ben bardato (capita, purtroppo, anche questo). Fra le tante sigle in circolazione – la prima a nascere e a far scuola in Italia è stata l’AIS, sorta il 7 luglio 1965 – è sempre più difficile raccapezzarsi, ma questo non è poi un grave problema. Se ci sono in Italia tante associazioni di sommelier le motivazioni vanno individuate spesso nell’ambizione di qualche dirigente che
si è fatto la sua associazione o in contrasti dottrinali sulle tecniche di servizio, anche se la molteplicità e la crescita delle varie associazioni è frutto di una reale richiesta del mercato. Lasciamo perdere le debolezze umane, magari accompagnate dalla voglia di primeggiare e guadagnare, perché su questo argomento non vogliamo assolutamente entrare anche perché non è facile leggere nel cuore e nella mente degli uomini e si può facilmente sbagliare ed emettere giudizi infondati.
di Nives Piva
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QUESTIONE DI GUSTO
Le tecniche di servizio
A
ssai più grave e meno accettabile è la motivazione riguardante le tecniche di servizio, per cui oggi, a diversità di sigla c’è diversità (anche se non grande) di tecnica di servizio. (Se non fosse così si ritornerebbe alle ambizioni personali, la qual cosa sarebbe assai poco nobile.) Credo assieme a molti altri frequentatori di ristoranti che non esista alcun motivo per diversificare il servizio di somellier, dal momento che qualsiasi sia la sigla di appartenenza il sommelier deve servire con stile e professionalità il vino nei ristoranti, avendo una adeguata cultura sui vitigni e sui vini italiani e internazionali, sulle caratteristiche dei vini, sul modo di conservarli al meglio in cantina e in enoteca, sulla loro storia e sul loro corretto accostamento ai piatti. Il sommelier, mi dicono, cosa che condivido, non è un “cameriere da vino”, ma un professionista che sa le cose qui sopra indicate, come ripetono di continuo i sommelier stessi. Non c’è dubbio che fra i motivi di successo della cucina italiana di qualità è la presenza dei sommelier nei ristoranti o comunque di personale di sala che ha la cultura dei sommelier e, per la profonda conoscenza del mondo ristorativo e delle scuole alberghiere, ritengo che la figura del sommelier non solo vada difesa ma ulteriormente promossa e valorizzata a servizio della cucina italiana che, per la sua qualità e le sue caratteristiche, è ritenuta ai vertici internazionali. Il sommelier, infatti, non solo aiuta il commensale a bere bene, perché dà anche prestigio al locale dove opera e ciò è molto importante.
La preparazione dei sommelier
U
n altro motivo per cui sembra superata e superabile la suddivisione dei sommelier in tante associazioni è data dal fatto che per preparare dei veri sommelier servono delle scuole e, soprattutto dei docenti qualificati. Ma ci sono? O la formazione dei sommelier è lasciata alla libera iniziativa delle tante associazioni che pullulano nel territorio italiano? Esistono certamente dei laureati in agraria con specializzazione in vitivinicoltura, che conoscono tutto delle viti e dei vini, magari anche con docenza nelle scuole di settore e pratica lavorativa in aziende vitivinicole e in cantina. Esistono poi degli enologi, anche questi conoscitori di vitigni e di vini e del modo di conservare il vino. Esistono dei maître esperti di ristorazione che sanno come il sommelier deve comportarsi in servizio. Attingere a questi esperti, con alle spalle adeguata documentazione scolastica, scientifica e professionale è sempre possibile, perché ce ne sono ovunque in Italia. Docenti capaci di trasmettere una conoscenza teorica sui vitigni e sui vini dunque ce ne sono. Quelli che invece sono abbastanza rari sono i docenti, necessariamente ricchi di cultura ed esperienza professionale, che sanno insegnare come si devono accostare correttamente i vini sia italiani che esteri ai piatti preparati dai cuochi dei ristoranti. So, per aver lavorato a lungo nel settore, che ogni cuoco tende a dare ai piatti che prepara un proprio tocco personale, per cui nessun piatto è uguale agli altri. Per fare un esempio: la ricetta di un risotto ai frutti di mare, se realizzata da più cuochi, dà origine a piatti fra loro diversi, per cui non è per nulla facile sapere in anticipo
qual è il miglior matrimonio col vino.Ci sono, negli alberghi storici, dei direttori di sala di lunga esperienza che sanno valutare anche solo con un’occhiata il piatto preparato dal cuoco e sanno quale vino può valorizzarlo al meglio con soddisfazione del commensale. Ma quanti sono? E allora capita che, assieme a pochissimi docenti seri, ce ne siano in servizio tanti del tutto improvvisati, incapaci di trasmettere a coloro che frequentano le scuole per sommelier le regole da seguire per analizzare ogni singolo piatto e, quindi, individuare il vino più adatto. Per evitare che tanti corsi per sommelier siano culturalmente approssimativi se non discutibili e negativi per mancanza di docenti preparati e competenti, credo sia molto utile e addirittura necessario che siano unite le non molte forze, cioè siano unificate le troppe associazioni di sommelier, al fine non secondario di avere un unico albo docenti serio e stimato, cosa che attualmente, a quanto mi dicono, non è proprio così, dal momento che ogni associazione è gelosa dei propri docenti, spesso obbligandoli, mi si dice, a seguire pedissequamente una didattica decisa a tavolino in qualche sede centrale, con l’assoluto divieto di insegnare nelle altre associazioni. E se non fosse possibile, come è comprensibile, unire le associazioni, dando vita ad una grande ed autorevole associazione di sommelier, almeno le stesse cerchino di attingere alle migliori docenze sul mercato, magari accordandosi fra loro per avere un unico albo docenti che garantisca serietà e validità di insegnamento, qualificando ancor più la categoria dei sommelier, persone indispensabili per avere una ristorazione di qualità.
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pizza e pasta italiana
U NDICES IM A PA R T E
IMPARIAMO A CONSERVARE
Marmellate, Confetture, Composte e Gelatine
L
a differenza fra marmellate e confetture non è correlata alla presenza di pezzi di frutta nella conserva; si definisce marmellata una conserva a base di agrumi, si parla di confettura, invece, in tutti gli altri casi. Dopo aver selezionato e lavato la frutta, tagliarla a pezzi aggiungendo lo zucchero e gli altri ingredienti previsti dalla ricetta, quindi portare ad ebollizione mescolando di continuo ed eliminando l’eventuale schiuma formatasi. Quando il composto inizia ad addensarsi sarà necessario abbassare la fiamma per evitare che lo zucchero “caramellizzi” conferendo alla conserva un colore bruno. Terminata la cottura, togliere dal fuoco ed invasare riempiendo i contenitori a caldo fino a 1-2 centimetri dal bordo (per evitare che i contenitori si rompano, mantenerli a
caldo fino al momento dell’uso), mettere un disco di carta oleata sopra la marmellata/confettura, quindi chiudere i barattoli, capovolgerli ponendoli su una superficie fredda lasciandoli raffreddare. Nelle marmellate/confetture, la frutta si addensa grazie al contenuto di pectina che durante la cottura si trasforma in gelatina. La pectina è una sostanza naturale che si trova in particolare nella buccia, nei semi e nel torsolo. Non tutti i frutti ne contengono lo stesso quantitativo, ne sono particolarmente ricchi mele ed arance, mentre kiwi, meloni e cocomeri ne sono quasi privi. Per la preparazione di marmellate/confetture è possibile utilizzare la pectina estratta dalla frutta oppure quella disponibile in commercio.
I fattori più importanti che influiscono sulla conservazione di una marmellata/confettura sono l’acidità e il contenuto di zucchero. L’acidità della frutta, oltre a svolgere la Dott.ssa Marisa sua azione come conCammarano servante, evita che lo biologa nutrizionista zucchero cristallizzi durante la cottura. Se si utilizzano frutti poco acidi è consigliabile aggiungere anche succo di limone. Per quanto concerne lo zucchero è importante non eccedere nella quantità utilizzata per evitare che durante la cottura cristallizzi. È però altrettanto importante non difettare, pena la conservabilità del prodotto. Si dovrebbero preferire le ricette in cui è previ-
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Valori di pH di frutta e verdure
pizza e pasta italiana
LA SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE sto uno stesso quantitativo di zucchero e di frutta, in ogni caso non si dovrebbe mai scendere sotto i 700 g di zucchero per kg di frutta. Altro fattore importante è la cottura. Una cottura eccessiva potrebbe provocare la cristallizzazione dello zucchero, ma una cottura non sufficiente renderà il prodotto troppo liquido e facilmente attaccabile da muffe e da microrganismi. Per capire quando si è raggiunto il giusto grado di cottura è possibile effettuare due prove empiriche: • se versando una goccia di marmellata/ confettura su un piatto questa scivola lentamente aderendo alla superficie, la cottura è giusta; • se immergendo e risollevando un cucchiaio nella marmellata/confettura il prodotto appare di consistenza collosa e lamentosa, la cottura è giusta. Le composte di frutta, sono conserve in cui il contenuto di zucchero è minore di quello delle marmellate e delle confetture. La loro sicurezza rispetto al rischio botulismo è garantita dal basso pH (<4). Si possono ottenere anche delle varianti senza aggiungere zucchero, utilizzando frutta molto matura che viene cotta per una ventina di minuti insieme al succo di limone quindi frullata e conservata. Si può conservare in frigorifero fino a 7 giorni, oppure più a lungo previa pastorizzazione come le altre conserve vegetali.
prodotto
ph
Albicocca
3,3 – 4,0
Ananas
3,3 – 5,2
Anguria
5,2 – 5,8
Arancia
3,1 – 4,1
Asparago
4,0 – 6,0
Banana
4,5 – 5,2
Barbabietola
4,9 – 5,6
Carciofo
5,6
Carota
4,9 – 5,2
Carota - succo
6,4
Cavolfiore
5,6
Cavolino di Bruxelles
6,0 – 6,3
Cavolo
5,2 – 6,0
Cavolo bianco
6,2
Cavolo verde
5,4 – 6,9
Cetriolo
5,1 – 5,7
Ciliegie
3,2 – 4,1
Cipolla bianca
5,4 – 5,8
Cipolla rossa
5,3 – 5,8
Cotogno
4,0
Fagiolo
5,7 – 6,2
Fragola
3,0 – 3,5
Fungo - cotto
6,2
Lampone
3,2 – 3,7
Lattuga
5,8 – 6,0
Olio Aromatizzato
Aceto Aromatizzato La preparazione di questo prodotto generalmente avviene lasciando macerare le erbe aromatiche in un buon aceto per un periodo di tempo variabile in base al gusto desiderato, quindi si filtra e si imbottiglia. L’aceto aromatizzato è un prodotto sicuro dal punto di vista microbiologico, come già ampiamente descritto, perché l’aceto ha un effetto conservante in quanto impedisce la proliferazione di microrganismi patogeni. Per una conservazione ottimale si consiglia di riporre le bottiglie in luogo fresco, areato e buio.
La preparazione di questo prodotto generalmente avviene aggiungendo all‘olio erbe aromatiche o peperoncino. Al contrario dell’aceto, l’olio non svolge un’azione battericida. Per questo motivo l’olio aromatizzato non è sicuro come l’aceto dal punto di vista microbiologico, pertanto le erbe aromatiche (o il peperoncino) utilizzate devono subire un trattamento in aceto. Un’alternativa può essere rappresentata dalla disidratazione degli ingredienti in un essiccatore elettrico o in alternativa in forno a 60 °C. Qualora il prodotto non risultasse adeguatamente disidratato, le parti contenenti umidità potrebbero, sott’olio, permettere lo sviluppo delle spore di botulino. Purtroppo il grado di disidratazione delle erbe non è facilmente misurabile, si consiglia pertanto il trattamento in aceto.
Stand # T36 T40 - Hall 7P
5000036
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Valori di pH di frutta e verdure
pizza e pasta italiana
LA SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE
Sughi e Salse
Frutta Sciroppata
Sughi e salse sono preparazioni domestiche che se non opportunamente conservate possono costituire un rischio per il botulismo. Infatti, come ampiamente detto, sono pericolose tutte le preparazioni non acide compresi i sughi. La carne o il pesce aggiunti al pomodoro per la preparazione dei sughi pronti esercitano un effetto tampone aumentando il pH del sugo stesso e rendendolo un “terreno” idoneo alla proliferazione delle spore del botulino. È pertanto non consigliabile preparare sughi o salse conservate in barattoli dopo “sterilizzazione”. Ricordiamo, infatti, che a livello domestico la sterilizzazione propriamente detta non può essere praticata e per rendere sicure queste preparazioni la bollitura in acqua non è sufficiente; tali prodotti si conservano in maniera sicura soltanto con il congelamento.
Lo sciroppo per la preparazione della frutta sciroppata è una soluzione concentrata di zucchero in acqua. Considerando che la frutta è generalmente acida e che il contenuto di zucchero nello sciroppo non deve essere inferiore al 30%, queste preparazioni si possono considerare sicure dal punto di vista microbiologico, e necessitano di un tempo di pastorizzazione che serve, tra l’altro, anche per la cottura della frutta stessa. In alternativa, per utilizzare quantità minori di zucchero è necessario preparare una soluzione a pH 4 contenente 180 g di zucchero ogni litro di acqua e succo di limone. Questo valore di pH così basso, raggiunto aggiungendo all’acqua il succo di limone, compenserà il minore quantitativo di zucchero.
Frutta Sotto Spirito La frutta sotto spirito non costituisce un rischio per il botulismo a patto che si utilizzi alcol a 90 gradi o, in alternativa, liquori secchi ad alta gradazione alcolica come grappa e brandy. La frutta non deve essere eccessivamente matura e deve avere preferibilmente piccole dimensioni per permettere all’alcol di penetrarvi all’interno più facilmente. Questo tipo di preparazione non necessita di trattamenti di pastorizzazione.
Succhi Di Frutta Per la preparazione di succhi e sciroppi, se la frutta non è sufficientemente acida, è necessario aggiungere il succo di limone fino ad arrivare ad un pH minore di 4. Il pH della frutta varia in funzione del grado di maturazione, del cultivar e della stagionalità, pertanto deve essere misurato attentamente ad ogni preparazione. Anche queste preparazioni necessitano di un trattamento di pastorizzazione.
SI RI CA ONA R CE SSI CE ON
prodotto
ph
Limone
2,0 – 2,4
Mango
3,9 – 4,6
Mela Delicius
3,9
Mela Golden
3,6
Mela Jonathan
3,3
Melanzana
4,5 – 5,3
Melone
5,5 – 6,7
Mirtillo
3,7
Mora
3,2 – 4,5
Nettarine
3,9
Patata
6,1
Peperoncino
4,6 – 4,9
Peperone
5,1
Pesca
3,4 – 3,6
Piselli
5,8 – 7,0
Pomodoro
3,9 – 4,6
Pompelmo
3,0 – 3,3
Porro
5,5 – 6,0
Prugna
2,8 – 4,6
Sedano
5,7 – 6,0
Uva
3,4 – 4,5
Uva spina
2,8 – 3,1
Zucca
4,8 – 5,2
Zucchina - cotta
5,8 – 6,1
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pizza e pasta italiana
Castelli Forni srl Via Fortebraccio, 33 00176 - Roma (RM) Tel: +39. 0621700173 - info@castelliforni.it
NOVITÀ DALLE AZIENDE
Castelliforni e i professionisti della pizza ambasciatori della qualità italiana nel mondo Quest’anno vede Castelliforni impegnata in un fitto calendario di iniziative finalizzate ad ampliare la presenza del proprio marchio, sia in ambito europeo come pure in alcune aree internazionali, che mostrano un crescente interesse per la ristorazione Made in Italy e per i suoi “simboli” più prestigiosi. A poche settimana di distanza si sono già concretizzati gli effetti positivi della presenza di Castelliforni a due importanti appuntamenti: l’evento scozzese dedicato alla ristorazione svoltosi a Edimburgo e la fiera internazionale Gulfood tenutasi a Dubai negli Emirati Arabi, che hanno offerto all’azienda l’opportunità per mostrare ai professionisti del settore le caratteristiche tecniche innovative e le prestazioni superiori dei propri forni. Le dimostrazioni hanno assunto una valenza rilevante anche grazie alla attiva sinergia intrapresa con l’API, nella persona dal presidente Angelo Iezzi, e con il Molino Iaquone, che in collaborazione hanno proposto il progetto PIQuDi - Pizza Italiana alta Qualità e Digeribilità. Nella pizzeria ampiamente attrezzata, organizzata all’interno dell’area espositiva riservata a Castelliforni, i visitatori hanno potuto degustare - in tutte le sue varianti - una eccellente pizza di autentica tradizione italiana, ottenuta con un perfetto equilibrio tra la specificità degli ingredienti, le preziose e sapienti tecniche di preparazione e le attrezzature appropriate ad un ottimale processo di cottura. In questo severo test “sul campo” i forni Castelli hanno dato prova tangibile di efficienza ed affidabilità assolute, con soluzioni tecnologiche di qualità elevata, contenimento dei consumi energetici e design inconfondibile, dimostrando incomparabili doti tecniche traducibili in vantaggi operativi: diffusione uniforme del calore; raggiungimento rapido, elevata tenuta e costanza della temperatura impostata;
gestione del flusso di calore prodotto; bilanciamento preciso e gestione differenziata dei tre metodi di erogazione del calore, (convezione, irraggiamento, conduzione); robustezza e solidità. E’ proprio evidenziando l’importanza dei suddetti vantaggi la Castelli ha potuto dimostrare la versatilità e l’efficienza dei propri modelli di ultima generazione, riscontrando l’apprezzamento del pubblico ma soprattutto l’interesse dei numerosi addetti ai lavori intervenuti in queste prestigiose vetrine. Ha inoltre potuto concludere preziosi accordi commerciali per la distribuzione negli emirati arabi e di collaborazione con la prestigiosa Accademia Culinaria del Medio Oriente, con sede a Dubai, dove fra l’altro saranno svolti corsi API professionali per pizzaioli. Questo primo riscontro alimenta la convinzione con cui Castelliforni ha in programma di incrementare il proprio campo d’azione nel mercato estero, cogliendo le esigenze espresse da numerosi operatori che guardano alla tradizione culinaria italiana come eccellente punto di riferimento per le notevoli opportunità professionali e commerciali che può offrire. Un impegno nel quale l’azienda pone le basi per lo sviluppo di futuri progetti e lo studio di nuove soluzioni capaci di dare continuità ad una storia fatta di impegno, di passione e di importanti successi.
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pizza e pasta italiana
Ventidue S.r.l. Via Mons. Giulio Babolin, 19 Bovolenta, PD 35024 tel. +39 049 585 5295
NOVITÀ DALLE AZIENDE
Basta davvero poco per dare a un locale un nuovo volto conferendogli un'atmosfera accogliente e in linea con le stagioni. E senza alleggerire il portafoglio. Tutti questi plus a portata di mano li fornisce Ventidue, azienda di Bovolenta (Pd) specializzata nella produzione di tovaglie e tovaglioli monouso per la ristorazione che ha studiato una gamma versatile e completa di prodotti per venire incontro a gusti ed esigenze del professionista della ristorazione. Molto articolati sono l'assortimento di colori, le fantasie e gli abbinamenti su cui si può giocare in base alle esigenze. C'è la stampa per il ristorante più ricercato, quella a tinte decise per il locale di carattere, quella dall'appeal rétrò per chi ama la tradizione. FACILI DA SMALTIRE Ma il vero punto di forza di Ventidue è la realizzazione di tutte le sue collezioni in "tessuto non tessuto", un particolare manufatto tessile analogo al tessuto dotato di particolare morbidezza, resistenza e capacità di assorbimento. Un materiale resistente ottenuto attraverso tecnologie che portano direttamente la fibra al
prodotto finito, evitando così di passare attraverso le fasi di filatura e tessitura. Non è tutto. Ventidue propone agli operatori horeca anche un prodotto che unisce tutti i plus del classico tovagliato monouso con una forte connotazione ecologica, che si traduce anche e sopratutto in una versatilità di uso e di smaltimento notevoli (nell'indifferenziato o nel secco). Un prodotto innovativo ed efficace che si compone anche di una linea interamente biodegradabile e compostabile che si decompone senza lasciare tracce per un impatto ambientale pari a zero. Da segnalare che i colori sono a base d'acqua. Un prodotto decisamente all'avanguardia, ecologico, elegante e raffinato, plus che del resto rappresentano tutta la gamma realizzata da Ventidue.
Dr. Schär AG / SPA Winkelau 9, 39014 (BZ) - Italia www.schaer.com
DR. SCHÄR FOODSERVICE: PIZZA SENZA GLUTINE IN TOTALE SICUREZZA La pizza è una delle regine della tavola italiana, Dr. Schär Foodservice ha quindi studiato quattro prodotti specifici per la ristorazione professionale per permettere al ristoratore di offrire alla sua clientela intollerante al glutine una gustosa pizza gluten free. Risultato della ricerca e competenza di Dr. Schär è l’innovativo Impasto Pizza monoporzione, senza glutine e senza lattosio: accorcia i tempi di preparazione, diminuisce il consumo di farina da spolvero, è versatile e si adatta a preparazioni sia salate che dolci. In abbinamento Dr. Schär Foodservice propone la Farina Stendipizza, una farina di riso, senza glutine e senza lattosio, indispensabile per stendere e lavorare le pizze La Base Pizza, surgelata e precotta e fornita con teglia anticontaminazione, è invece l’ideale per chi predilige velocità e praticità: la pasta della pizza è già stesa ed è perfetta per chi ha
problemi di spazio in cucina. Food Service Mix, una farina universale ottima anche per le torte, il pane e mille altri preparazioni senza glutine, completa l’offerta per la ristorazione professionale. Tutti i prodotti Dr. Schär Foodservice firmati Schär sono privi di glutine e frumento, studiati per azzerare il rischio di contaminazione e pensati per le esigenze della gastronomia professionale. Per maggiori informazioni: www.drschaer-foodservice.com
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pizza e pasta italiana
Grandi Molini Italiani SPA Via Aldo Moro, 45100 Rovigo (RO) - Italia Tel. 0425 209111
IL MOLINO AAA DELLA GRANDI MOLINI ITALIANI APRE AI VISITATORI — Alimentazione, Acqua e Ambiente. Sono queste le 3 A dello stabilimento di Venezia della Grandi Molini Italiani (GMI), uno dei più importanti e moderni hub del food e della logistica agro industriale italiano oltre che il più grande molino d’Europa. All’inaugurazione di sabato 16 maggio erano presenti oltre 500 tra clienti, fornitori e dipendenti oltre che molte autorità tra cui il Governatore del Veneto Luca Zaia. “In coincidenza con il completamento dei Antonio Costato, lavori di revamping e in occasione dell’Expo presidente Grandi – ha spiegato il presidente di GMI Antonio CoMolini Italiani SPA stato – abbiamo deciso di aprire i cancelli dello stabilimento per raccontare la storia che dal 1926 ne caratterizza vocazione e struttura. Grandi Molini Italiani negli ultimi tre anni ha investito a Venezia oltre 40 milioni di euro per confermare il proprio ruolo di azienda alimentare leader, capace di sfruttare le vie d’acqua e di produrre nel rispetto dell’ambiente. Oggi qui nel nostro molino dove produciamo le nostre farine per pizza quasi il 50% delle materie prime transita via acqua o treno e più del 70% dell’energia utilizzata è prodotta internamente da fonti rinnovabili”. Il percorso proposto da GMI ai visitatori prevede un percorso guidato (“La Strada del Grano”) all’interno dello stabilimento che comprende la visita ad alcuni reparti e l’illustrazione dei processi e delle lavorazioni che vengono svolte a Venezia. Inoltre nella stessa giornata è possibile partecipare ad un modulo di approfondimento: “L’arte bianca” a cura di un maestro mugnaio, “La Magia dell’impasto” con dimostrazioni di un tecnologo GMI, “Nutrirsi per vivere bene” con l’intervento di una bionutrizionista. Possono richiedere di partecipare all’iniziativa Clienti, Fornitori, Istituzioni e Associazioni, Università e Scuole. PORTE APERTE A VENEZIA PER I PIZZAIOLI — Il prossimo 27 ottobre lo stabilimento GMI di Venezia aprirà le proprie porte a tutti i pizzaioli che vorranno visitare il più grande molino d’Europa e comprendere il processo che porta alla produzione della farina. I partecipanti potranno inoltre migliorare le proprie competenze, capacità e conoscenze sull’arte della pizza grazie ai consigli del tecnologo GMI Luigi Ricchezza, il cui intervento prevede l’alternarsi di parti teoriche ed esercitazioni pratiche. Inoltre sarà presente Akaogi Kazuya, 5 volte campione del mondo, che terrà una lezione di Pizza FreeStyle a tutti i partecipanti, con rilascio di Attestato di Specializzazione.
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pizza e pasta italiana
23ª edizione del Campionato Mondiale della Pizza
24 anni Molino e Figna, col il del campionato Il 7 Aprile per treDa giorni si sono aperteAgugiaro le danze della 23° edizione mondiale della pizza. AncheLequest’anno, la scorsadell’orgaedizione l’evento più atteso marchio 5 Stagionicome è al fianco da tutti gli amantinizzazione della pizza,del si èCampionato svolto presso Mondiale l’indovinatadella sede del Palacassa di Parma. Pizza come main sponsor della manifestaFin dai suoi esordi l’evento è divenuto un’occasione imperdibile per tutti gli zione. In questo quasi quarto di secolo ha appassionati di questo mondo, ma soprattutto un momento d’incontro per i visto l’evolversi di un evento divenuto punprofessionisti che con passione e impegno si preparano durante tutto l’anno a to dialle riferimento perche pizzaioli partecipare con grinta numerose gare l’eventoprovenienti prevede. da tutto il mondo. Riccardo provenienti Agugiaro, da amQuest’anno sono stati ben oltre 600 i partecipanti tutti i continenti, per delegato di Molino Agugiaro prendere parte alleministratore 11 diverse discipline previste dalla competizione. e Figna ha commentato la partecipazione: Il Campionato Mondiale della Pizza rappresenta per tutti costoro un momento di confronto, stimolante per la propria crescita professionale, un Da annima consoprattutto Le 5 Stagioni importante opportunità per ritrovarsi con le sponsorizziamo il Campiograndi aziende che li sostengono e che con nato Mondiale della Pizza. entusiasmo rendono possibile l’evento. Anche quest’anno, a pochi giorni dalla conclusione Primo fra tutti il main sponsor Le 5 Stagioni, della 24° edizione, posso dire ormai partner ufficiale della kermesse. Il brand di essere orgoglioso di avere del Molino Agugiaro & Figna, leader tra le farine per pizza, da anni presenzia all’evento creduto così tanto in una con particolare affetto e compartecipazione. manifestazione che si presenta ogni edizione come un “ E’ per noi uno dei più grandi impegni per cui lavoriamo durante tutto l’anno. Il successo sempre crescente. Campionato del mondiale delle Pizza è un evento di grandissimo respiro Il numero costantemente internazionale, il più amato dai professionisti del settore. Per questo la nostra maggiore dicipartecipanti partecipazione è divenuta imprescindibile. Perché da sempre ciò che distingue e provenienti tutto volere stare accanto a chi con orgoglio porta il nome delle 5 Stagioni da in giro perililmone lacoloro grande mondo. Durante questi tre giorni il nostro stand è apertodo, a tutti checompetenza vogliono incontrarci, farci domande o semplicemente salutarci. Un modo per stare e dimostrata dai insieme concorrenritrovarci. “ così Riccardo Agugiaro, Export Manager brand, ti, èdel indice chehail tenuto livelloadi professionalità è aumentato notevolmente e che i professionisti partecipano al Campionato della Pizza consapevoli di prendere parte ad un grande evento immancabile, che continua a perfezionarsi ogni anno, e che regala non solo visibilità, ma soprattutto preziosi stimoli professionali.
∫
Heinz Beck
Da parte nostra, siamo sicuri che fornire il meglio delle materie prime sia la nostra missione per continuare a crescere insieme ai professionisti di questo settore. Non a caso, da anni siamo anche partner della S.I.P. Ritengo infatti che solo una reale padronanza della materia, unita ad una concreta conoscenza delle farine utilizzate, possa essere il perfetto binomio per far si che questo settore continui a crescere all’insegna della professionalità e gli venga riconosciuta la giusta importanza degna del prodotto pizza che ci ha reso famosi in tutto il mondo.
Riccardo Agugiaro intervistato durante la manifestazione con Serena Autieri
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La kermesse ogni anni rinnova l’impegno del miglioramento costante, come pure i professionisti che portano alto il nome della cucina italiana nel mondo, la nostra mission è quella di innalzare ancora e ancora la qualità dei nostri piatti insieme alla sponsorizzazione di prodotti di qualità.
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pizza e pasta italiana
Leader in Italia per i prodotti di farcitura la ditta Prontofresco Greci è stata sponsor tecnico della 24° edizione del Campionato Mondiale della Pizza supportando l'evento con il proprio marchio, con le intramontabili farcie che si sono fatte conoscere nel corso degli anni e con un nuovo progetto che farà presto parlare di se. La dott.ssa Marina Candellari, direttore marketing dell’azienda emiliana:
∫
Vivere intensamente le tre giornate del Campionato Mondiale della Pizza è sempre un’esperienza costruttiva su tutti i fronti: Professionalità e Passione hanno sicuramente dominato la scena, in un contesto dove esiste ancora la competizione autentica, quella sana, fatta di rispetto delle regole e dei concorrenti e di collaborazione reciproca. Sono proprio queste le caratteristiche che hanno permesso a noi Italiani di portare la Pizza e la cucina italiana ai vertici della gastronomia mondiale e che forse, soprattutto negli ultimi anni, abbiamo dimenticato.
La spontaneità e autenticità del mondo della pizzeria che riscopriamo ogni anno al Campionato, deve spingere tutti a rinnovare questi valori come base di partenza per quella evoluzione necessaria, anche in pizzeria, per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, sempre più esigenti ed attenti alla salute. Anche Greci, con il progetto NON SOLO BUONO, è andata in questa direzione: prodotti buoni, lavorati dal fresco, da materie prime italiane, senza glutine e lattosio, ma questo non ci basta più. Stiamo sviluppando un importante progetto di Cucina e Nutrizione per aggiungere alla nostra gamma una componente in più: l’attenzione al benessere.
Il dott. Ghia, a.d. di Greci, intervistato durante la manifestazione con Serena Autieri
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E l’attenzione al benessere e alla base della cucina di qualità, quella qualità che viene evidenziata e premiata anno dopo anno al Campionato Mondiale della Pizza attraverso seri professionisti che si sfidano a colpi di impasti e farciture per contendersi la vetta più alta del podio.
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campionato mondiale della pizza
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Partner tecnico della manifestazione, Marana Forni da anni fornisce i forni a legna per la competizione. Ogni anno al Campionato Mondiale della Pizza si possono ammirare (e provare) gli ultimi gioielli dell’azienda veronese. Ferdinando Marana, titolare della prestigiosa azienda, ha espresso la propria soddisfazione per la kermesse mondiale:
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“Il Campionato è un appuntamento importante per tutti i professionisti della pizza nonché un’occasione unica di scambio reciproco. Ecco perché quest’anno ho deciso di presentare qui a Parma in anteprima assoluta la nuova linea di Cupole Napoli Colors. Si tratta di bellissime ed inedite colorazioni che conferiscono un carattere deciso ed uno stile inconfondibile.
Durante tutto il Campionato i nostri forni Cupola Napoli Colors sono stati usati dai concorrenti dando un tocco di colore unico a tutta l’area gare. E’ stato un grande successo! La nostra partecipazione è stata molto positiva anche quest’anno: per la prossima edizione auspichiamo una maggiore partecipazione dei Media ed un respiro ancor più internazionale.”
Fausto Buglio, commerciale Italia assieme ad Heinz Beck
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La pizza è il gioiello della cucina italiana e come tale deve essere trattata: dalla preparazione del piatto, alla cottura e alla presentazione. La cottura deve essere perfetta, se poi alla perfezione si aggiunge anche il colore diventa tutto ancora più appetibile. L’organizzazione ha apprezzato la nuova linea proposta da Marana Forni e spera che questa positività continui anche negli anni a venire.
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pizza e pasta italiana
Da sinistra il presidente del Consorzio dott. Federico Desimoni, Heinz Beck e Simone Rompianesi, segreteria Tecnica
L’Aceto Balsamico di Modena IGP(ABM) lo troviamo su quasi tutte le tavole che frequentiamo, ogni volta che ci accingiamo a mangiare è lì vicino a noi, presente, disponibile e tacito, con il suo sapore inconfondibile e il suo profumo intenso. Ricco di storia e di tradizione l’Aceto Balsamico di Modena IGP è uno dei prodotti a denominazione di più lunga tradizione della penisola, le testimonianza del suo utilizzo ci portano fino a Virgilio che nel 30 a.c. cita questa preparazione a base di mosto nelle Georgiche. È noto che i Romani durante il periodo di conquista del continente utilizzassero questo preparato come tonificante portandolo nella saccoccia, forse è grazie ai nostri avi conquistatori che lo esportarono in tempi remoti che ancora oggi questo condimento tipico della zona modenese è tanto apprezzato all’estero da essere il primo in percentuale per esportazione sul totale prodotto (il 93% fonte CTABM).
Il successo dell’Aceto definito da molti come l’ oro nero del modenese, per la colorazione e per la forte identificazione geografica, ha portato i consumi a raggiungere volumi così importarti da far nascere il bisogno di tutelarlo e garantirne la qualità a discapito delle numerose contraffazioni che ancora oggi vengono prodotte. È nel 2009 che viene riconosciuta la denominazione IGP con la quale il disciplinare certifica, garantisce e tutela la qualità e la produzione del prodotto.
Ormai l’ABM è utilizzato dalla prima colazione al dessert in preparazioni o in abbinamento a prodotti che ne valorizzano e accrescono il sapore. La partecipazione da parte del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP come sponsor al Concorso Pizza a Due all’interno del Campionato Mondiale della Pizza è un’attività rivolta al consumatore ma soprattutto ai pizzaioli con l’esplicita volontà di avvicinare l’Aceto Balsamico di Modena IGP ad un utilizzo sempre più vario e singolare, se i Romani hanno conquistato il mondo antico tonificandosi con l’aceto tenuto nella propria saccoccia ben vengano le pizze con l’aggiunta dell’oro nero.
L’Aceto Balsamico di Modena rimase sempre in uso, attualmente ci sono acetaie attive che risalgono al 1605, ma è grazie a Gallesio, autore nel 1839 dell’importante trattato di arboricoltura “La Pomora Italiana”, che abbiamo uno dei più importanti documenti storici in cui si descrive la tecnica di produzione dell’Aceto di Modena. Una testimonianza storica che fu ritrovata a Washington nel 1995 in cui viene descritto l’attuale IGP come “mosto fermentato e vin fatto” e giudicato come “eccellente”. Conosciuto come ABM fin dalla fine dell’800 ebbe grande diffusione grazie alla semplicità ed economicità di produzione e quotidianità d’uso, arrivando a comparire nelle più importanti manifestazioni espositive dell’epoca.
Oggi l’Aceto Balsamico di Modena IGP si presta grazie alla sua diffusione e al suo facile utilizzo a consolidare il posizionamento sulle tavole italiane e su quelle estere cercando di valorizzare la propria versatilità per esser accostato e usato su un numero sempre maggiore di pietanze. Il classico utilizzo di condimento su contorni è ormai soltanto uno degli usi del prodotto che inizia a essere abbinato a sempre più piatti anche al di fuori del territorio di produzione dove da sempre viene accompagnato a molteplici varianti.
Sopra i vincitori della gara di Pizza a due Tancredi Parentignoti e Alfio Russo con la loro pizza
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pizza e pasta italiana
Partecipanti alla gara di
Pizza Classica
concorrente valut.
...tutti i
Abbiati Paolo
665
Borgosano Gaetano
746
Chiappin Mattia
Abdelhakim Eldesouky Bedeir
710
Abdushi Elvis
682
Bortolato Federico
556
Chiavaroli Alessandro
753
625
Boschi Marco
508
Cialoni Alessandro
405
Accardo Giuseppe
648
Bosio Paolo
539
Ciaravola Giorgio
629
Aksoy Turgud
714
Bozaghian Amir
536
Cimmino Alessio
719
Albante Paolo
653
Brescia Christian
648
Cirillo Davide
558
Alberti Mario
590
Bressan Giuliano
668
Civiello Roberto
655
Albiero Gilberto
636
Bucci Giuliano
663
Altavilla Jerry
671
Bucolo Domenico
Amgad Nakhla
570
Amodio Mario
Cocchiaro Pierpaolo
679
711
Colella Francesco
683
Burel Andrea
701
Collini Pierpaolo
563
567
Cadot Arlette
605
Collovigh Lorenzo
595
Anderson Peter
516
Caiazzo Antonio Vito
633
Concu Gianluca
594
Angelone Andrea
675
Calvi Fabio
539
Conenna Vito
688
Annarumma Massimo
639
Camonita Barbaro Salvatore
719
Coppi Cristina
505
Annunziata Aniello
694
Campanella Antonio Pio
595
Cordioli Marica
485
Apa Iuliana Maria
600
Caniglia Massimo
680
Corsi Elio
795
Araldi Giovanni
546
Cannata Tony
655
Cosmino Laurito
681
Arato Carlo
588
Cannizzaro Carmela
Cossu Angelo
836
Astorino Vittorio
634
Carbone Manuel
555
Costabile Sergio
669
Attanucci Marco
653
Carciotto Luciano
645
Cotard Philippe
540
Badyla Barbara
706
Cardone Alessandro
627
Cotelli Francesco
722
Balestrieri Sebastiano
595
Cardone Vincenzo
694
Cuomo Antonio
742
Bandelli Sergio
564
Cardonia Pierino
702
Cusano Andrea
654
Barletta Carmine
475
Carletti Lorenzo
584
D'acunto Giovanni
701
Battistiol Andrea
635
Carnelos Leonardo
648
D'agostino Francesco
637
Behar Mataj
732
Cascio Placido
714
Da Campo Antonio
556
Bellina Paolo
608
Casella Andrea
645
Dalla Benetta Mauro
647
Belloro Donato
583
Caselli Valerio
610
Dayer Yann
648
Bellotto Ismaele
751
Cassiano Andrea
748
De Bernardo Giovanni
633
Belmonte Massimo
626
Catanzaro Melchiorre Francois
770
De Filippis Daniele
650
Beraldo Michele
730
Cattaneo Erik
740
De Silvestri Federico
700
Beraldo Pietro
699
Cau Valentino
698
Del Papa Mauro
718
Bianchi Davide
658
Cavaleri Cristian
566
Deledda Marino
601
Bicchierai Ludovic
761
Cavaliere Pasquale
553
Di Bartolomeo Toni Sandro
670
Bologna Francesco
615
Celia Daniele
745
Di Blasi Giuseppe
696
Boniolo Mirko
688
Centinaro Boris
642
Di Fabio Robert
597
Bonnici Jean Philippe
640
Cerrato Antonio
600
Di Grazia Salvatore
669
Bordes Frederic
584
Chahrour Ali'
659
Di Lella Gianni
689
Borghese Ignazio
551
Chen Jian
588
Di Marzo Ignazio
737
711
campionato mondiale della pizza
p. 79
partecipanti Di Pietro Marco
695
Gil Pablo
609
Lombardi Giulio
649
Di Santo Giovanni
657
Giordano Francesco
732
Luongo Roberto
689
Di Stefano Cono
759
Giordano Leonardo
486
Maccarone Michele
755
Donnini Marco
599
Giordano Luigi
564
Macheda Alessandro
639
Douimry Mehdi
725
Giordano Marco
711
Maglione Paolo
650
Druhora Eugen
671
Giuffrida Piero
653
Maglione Sergio
698
Dutto Enrico
686
Gjurasek Bruno
536
Maione Alessio
696
El Feshawy Emad
531
Gorgoglione Giovanni
595
Malja Denis
594
Elia Gabriele
594
Gourreau Thierry
773
Mallon Chris
523
Fabbrocino Raffaele
581
Gourreau Valerie
692
Manca Germana
718
Facciolo Albert
650
Graci Gianluca
684
Mangialardi Fabio
466
Falco Alessio
677
Granzotto Andrea Flavio
648
Mangione Giovanni
622
Falzone Davide
699
Guida Michele
616
Manzi Gianluca
555
Faustino Dos Santos Belkadi Tahar 691
Gulino Carlo
653
Marasco Cristian
693
Favero Daniel
697
Hysenji Silvana
575
Maratea Luigi
696
Fedato Fabio
639
Iavarone Alessandro
614
Marchini Claudio
426
Fenu Gianmario
570
Ibrahim Wahid
616
Martin Laurent
733
Ferrara Gaetano
751
Ido Takahito
641
Martos Del Arbol Antonio
573
Ferrarini Sergio
624
Innocenti Tommaso
614
Masitto Attilio Nicolo'
729
Ferrazzo Danilo
683
Intonaco Cristina
737
Masoom Muhammed
721
Fiorenzano Diego
654
Iovieno Alfonso
705
Massafra Lucio
635
Flaminio Sergio
623
Izzo Tiziano
530
Matarazzo Mario
586
Fortunati Andrea
601
Johnson Bradley King
527
Matrone Fabio
633
Fortunati Angelo
644
Karkanjozi Romeo
763
Mazzocato Cristian
661
Fotia Marcello
741
Kobayasi Sara
619
Medici Mauro
629
Franchini Dario
727
Kovacevic Alexandar
658
Meyer Laura
690
Fraschini Maria Grazia
664
Kreso Koren
685
Michel Alain
656
Frassi Daniele
585
La Marca Michael
643
Michelan Gianfranco
668
Fuso Marco
629
La Porta Valentina
700
Micheli Clara
641
Gabriele Antonio
579
Lanzi Fabrice
634
Mignini Fabrizio
707
Gaccione Luca
754
Lapolla Giuseppe
767
Millarte Marco
673
Gagliardi Luca
621
Lauro Federico
548
Minelli Roberto
704
Gallo Oriano
605
Ledda Andrea
596
Mines Jane
566
Garramone Vincenzo
738
Leo Michele
642
Mines Rick
551
Gatti Alessandro
606
Leonardi Fabrizio
693
Miozzo Stefano
597
Ghanem Gamal
666
Leone Massimo
686
Mochizuki Yu
590
Giaccone Flavio
634
Licata Michele
580
Monaco Paolo
650
Giannotti Emanuela
651
Lioniello Salvatore
635
Moresco Marco
721
Gigliarelli Andrea
625
Lo Tartaro Flavio
654
Morotti Omar
712
p. 80
lug / ago. 2015
pizza e pasta italiana
Partecipanti alla gara di
Pizza Classica Nakajima Wataru
606
Rallo Francesco
628
Spatola Donato
548
Narcisi Roberta
681
Raubenheimer Tertius
597
Specchio Matteo
653
Nardin Dario
630
Renard Christophe
561
Sposato Domenico
667
Nassi Dario
666
Rizzo Ivan
600
Sposetti Luca
653
Nazir Lewez Botros George
689
Romeo Giovanni
475
Stella Cosimo
721
Negliad Roman
636
Rosella Rossano
804
Stevens Michael
512
Nesca Antonio
618
Rossi Alessio
544
Stigliano Francesco
607
Nese Vincenzo
534
Rossi Roberto
739
Sturaro Mattia
738
Noschese Stefano
656
Rossini Paolo
664
Surkov Anatolii
493
Orsini Daniele
729
Rosso Massimo
771
Tachikawa Takumi
638
Ouaret Mana
653
Roux Laffont Anthony
757
Tambosco Luca
695
Pacchiani Stefano
630
Rullo Fabio
513
Toda Takashi
653
Padovano Lorenzo
640
Rumolo Angelo
691
Todaro Rosario
698
Paduano Giuseppe
594
Ruocco Fausto
782
Torazza Luca
619
Pagano Nicola
623
Sabella Luigi
700
Torre Valerio Luca
731
Palmieri Ernesto
591
Sadi Mikael
728
Trebeschi Giuseppe
704
Palumbo Giovanni
582
Sadirov Danyyil
613
Trinel Cyril
624
Pannella Cuono
679
Sanson Remo
664
Uberti Virgilio
655
Paoletti Innocenzo
618
Saruta Akihito
671
Vassallo Domenico
649
Parentignoti Sebastiano
750
Sasaki Riko
635
Vesco Cristian
596
Paterno Mark
734
Scali Luca
693
Vichi Diego
695
Pavanello Alessandro
531
Scialpi Giulio
701
Villani Carlo
682
Pedroncelli Giovanni
634
Sciatta Alessio
747
Villani Giuseppe
674
Petteno' Mario
603
Scognamiglio Francesco
695
Villani Giuseppe
662
Pettinato Luigi
739
Scurto Leah
513
Viola Fabrizio
667
Pia Alex
571
Scurto Luca
645
Virapin Davy Jean Christophe
615
Piazza Damiano
754
Segato Diego
580
Virginie Lanzi
659
Pignieri Giovanni
593
Segato Elia
651
Vitiello Luigi
698
Pino Rocco
703
Seghari Farid
628
Voisin Audrey
647
Pintaudi Giuseppe
635
Serpe Antonio
658
Wada Hotaka
640
Pinto Mario
650
Serricchio Andrea
655
Wakayama Manabu
651
Pizzetti Mauro
556
Sgarbossa Enrico
760
Yaqi Liu
589
Polignone Renato
707
Siddi Simone
736
Yildiz Baykal
646
Polo Salvatore
589
Sini Samuel
792
Yu Sim
596
Previato Renzo
588
Siotto Umberto
521
Zaja Maurizio
653
Prudenzano Giovanni
583
Smith David
627
Zakhmoun Ilham
588
Pulbere Vasile
685
Smokevitch Jeff
785
Puopolo Antonio
531
Sommers Dave
499
Raimondo Laurent
763
Spagnolo Leonardo
623
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pizza e pasta italiana
Partecipanti alla gara di
Pizza in Pala
concorrente valut. 737
Morra Valentina
Batzella Nicole
760
Paduano Giuseppe
657
Bertolucci Alessio
666
Palma Valter
503
Bressan Giuliano
620
Petrone Angelo
504
Cambareri Giovanni
637
Pintaudi Giuseppe
723
Capo Alessandro
656
Russo Alfio
756
Coppola Leone
778
Segato Diego
602
Costabile Davide
564
Sini Samuel
832
De Silvestri Federico
680
Sortino Giorgio
698
Di Antonio Antonio
582
Sturaro Mattia
752
Di Blasi Giuseppe
748
Tamburro Pasquale
705
Di Leginio Fabrizio
725
Torre Valerio Luca
820
Di Marzo Ignazio
652
Travaglino Giacomo
488
Di Pietro Marco
766
Vinci Paolo
680
El Feshawy Emad
570
Aucelli Olivier
Febbi Innocenzo
610
Fini Abramo
769
Fiore Francesco
621
Fotia Marcello
676
Gatti Alessandro
709
Gemignani Tony
640
Giannotti Emanuela
710
Giuffrida Piero
700
Grimaldi Carlo
556
Gusai Francesco
682
Hajmeli Antoneta
576
Innocenti Tommaso
487
Karkanjozi Romeo
600
Lacorte Nicola
748
Lapolla Giuseppe
771
Leone Massimo
660
Lioniello Salvatore
623
Luongo Roberto
698
Manzo William
667
Massafra Lucio
712
Mignini Fabrizio
593
Mines Jane
496
Mines Rick
508
Moresco Marco
792
724
campionato mondiale della pizza
Partecipanti alla gara di
Pizza in Teglia
concorrente valut. Alberti Mario
699
Pantoni Simone
Anderson Peter
665
Paoletti Innocenzo
677
Barletta Carmine
724
Pintaudi Giuseppe
658
Bicchierai Ludovic
659
Polce Luca
659
Boniolo Mirko
772
Polidori Ferdinando
658
Brachino Corrado
541
Raimondo Laurent
655
Calvo Natale
685
Riccioni Nadia
653
Cannizzaro Carmela
658
Roux Laffont Anthony
658
Carella Ettore
643
Serricchio Pietro
645
Ceccarelli Massimiliano
746
Shaw William E.
626
Civiello Roberto
666
Smokevitch Jeff
619
Collini Pierpaolo
686
Sposato Domenico
612
D'alessandro Cav. Lucido
516
Stella Cosimo
516
Di Marzo Ignazio
663
Tofani Maria
606
Di Pietro Alberto
736
Torre Valerio Luca
725
Douimry Mehdi
624
Torto Nadia
790
El Feshawy Emad
625
Valdameri Alex
622
Fini Abramo
690
Virapin Davy Jean Christophe
735
Fiore Francesco
561
Visinoni Federico
815
Gagliardi Vincenzo
695
Wakayama Manabu
687
Galbero Mauro
664
Zakhmoun Ilham
703
Galletti Pierluigi
647
Garbarino Cristiano
777
Gatti Alessandro
653
Gialloreto Fabio
616
Gourreau Thierry
707
Gourreau Valerie
619
Grilli Paolo
736
Innocenti Tommaso
742
La Marca Michael
640
Lofaro Marina
677
Luongo Roberto
615
Maglione Sergio
675
Mancinelli Claudio Angelo
750
Manzo William
589
Massafra Lucio
552
Meduri Francesco
633
Mignini Fabrizio
760
Morra Valentina
656
796
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lug / ago. 2015
pizza e pasta italiana
Partecipanti alla gara di
Partecipanti alla gara di
concorrente valut.
concorrente valut.
Pizza Napoletana Stg Adinolfi Francesco
755
Matarazzo Mario*
Albachiara Attilio
788
Altavilla Jerry *
462
Amodio Mario*
Pizza senza Glutine 581
Albachiara Attilio
614
Matrone Salvatore*
651
Barbanera Cristian
665
Meyer Laura
490
Bucci Giuliano
601
572
Montefusco Ivan*
722
Bucolo Domenico
707
Annunziata Aniello*
671
Morris Kevin*
659
Carbone Carmelo
556
Aragione Fabio*
592
Moschino Antonio*
617
Chahrour Ali'
609
Bogdanov Alexandr*
627
Negliad Roman*
514
Cheabac Ovidiu
614
Bosio Paolo*
645
Noschese Stefano*
535
Condino Gabriele
503
Brescia Christian*
468
Padovano Lorenzo
673
Coppola Leone
763
Bucci Giuliano*
637
Pappacena Luigi*
689
Deriu Emanuele
626
Capacchione Carmine
670
Paterno Mark*
681
Diamante Giacomo
607
Cassiano Francesco
569
Pinto Mario *
622
Franco Eleonora
681
Cau Valentino*
607
Rossi Antonio Pio *
638
Giuffrida Piero
672
Cerrato Antonio*
589
Ruocco Fausto*
534
Izzo Tiziano
417
Civiello Roberto*
717
Scaglione Corrado*
589
Lacorte Nicola
664
Cusano Andrea
657
Segato Eros
582
Lapolla Giuseppe
766
De Rosa Christian*
728
Specchio Matteo*
707
Mansi Aniello
708
Della Marca Angelo
587
Temperino Luigi*
498
Marconi Anna Maria
739
Di Lella Gianni
634
Toda Takashi*
577
Matarazzo Mario
465
Di Pietro Enrico
616
Tolino Pellegrino*
667
Miozzo Stefano
617
Di Teo Berardino*
496
Trabucco Carmine
637
Oliva Vincenzo
564
Esposito Alfonso
682
Vassallo Emanuele*
470
Palmerini Davide
612
Finotti Davide*
550
Vidone Francesco*
509
Parisi Antonio
615
Fuso Marco*
704
Viola Diego*
630
Sabbatini Giorgio
606
Garofalo Roberto*
606
Segato Elia
744
Sini Samuel
657
Smith David
716
Smokevitch Jeff
673
* Lâ&#x20AC;&#x2122;asterisco accanto al numero di gara segnala anche minime discrepanze rispetto a quanto previsto dal disciplinare.
Ghanem Gamal*
660
Giordano Mario
534
Grimaldi Giovanni *
672
Guarniera Antonio*
580
Sorgente Stefano
715
Ido Takahito*
658
Sortino Giorgio
722
Leo Michele*
691
Torre Valerio Luca
691
Lioniello Salvatore *
610
Villani Antonio
706
Luongo Roberto
758
Vuolo Alfonso
679
Madeo Maurizio*
576
Zook Heather
646
Maggioni Luca*
566
Mansi Aniello
722
Mansi Vincenzo
567
Marrazzo Pasquale*
666
Masci Nicola*
579
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lug / ago. 2015
pizza e pasta italiana
Partecipanti alla gara di
Pizza a Due concorrente valut. Amaru' Giuseppe con Rizza Simone
951
Oguma Akio con Onoda Mayumi
1011
Baird Frank Arthur con L. C.
915
Palumbo Giovanni con Jean Lamblin
905
Baraldo Manuel con Sturaro Mattia
1180
Raimondo Laurent con Sadi Mikael
1059
Bartolo Gallo Giulio con De Rosa Raffaele
1019
Bianchi Alice con Bianchi Gabriele Bianco Mauro con Galante Leonardo
Rossini Paolo con Ricci Simone
1165
801
Russo Alfio con Parentignoti Tancredi
1196
1006
Scialpi Giulio con Dongiovanni Sergio
996
Bicchierai Ludovic con Morreale Fabien
973
Scurto Leah con Silva Tim
786
Bogdanov Alexandr con Surkov Anatolii
849
Segato Elia con Mazzocca Alessandro
918
Cadot Arlette con Leonardi Fabrizio
1033
Semcha Houssem con Emolo Biagio
922
Calaon Gianni con Battistin Gianluca
1080
Sgarbossa Enrico con Sposetti Luca
750
Caliolo Alessandro con Fasano Luca
1006
Simula Antonio con Pettinato Luigi
995
Campazzi Stefano con Izzo Tiziano
1062
Smokevitch Jeff con Meyer Laura
980
Casiddu Pietro con Chessa Bruno
1096
Sommers Dave con Stevens Michael
816
Cavallari Fabio con Falzone Davide
1047
Szikman Vicky con Szikman Tony
845
Cheabac Ovidiu con Desiante Vito
872
Torre Valerio Luca con Valbuzzi Roberto
992
1021
Trinel Cyril con Aucelli Olivier
Coppola Leone con Pisciotta Matteo
1054
Villani Gianluigi con Villani Carlo
Cunsolo Salvatore con Massimiliano Mandozzi
1049
Villani Giuseppe con Villani Antonio
1066
Viola Diego con Arfe' Antonio
1065
Coletta John con Mallon Chris
Dayer Yann con Gaucher Christophe Degli Schiavi Marco con Massimo Biale
904 1023
Di Antonio Antonio con Adriana Ferretti
921
Di Fabio Robert con Kovacevic Alexandar
1084
Di Lella Gianni con Nanni Luca
1088
Donnini Marco con Gabriele Condino
1082
Douimry Mehdi con Roux Laffont Anthony
1036
Ficicchia Massimo con Iurato Ivan
872
Fiorenzano Diego con Lioniello Salvatore
1105
Fraschini Maria Grazia con Bucca Paolino
1029
Giallongo Giuseppe con Luciano Coletta
1018
Giordano Mario con Esposito Alfonso Giraud-Carrier Romain con Captier Loic
871 874
Gourreau Thierry con Lampis Alessandro
1029
Granata Leonardo con Cuomo Antonio
1129
Jones Samantha con Johnson Bradley King
721
La Marca Michael con Giordano Leonardo
860
Lavista Marco con Sebastiani Fabio
1132
Mangione Giovanni con Gregory Edel Marinucci Stefano con Roberto Luongo
814 1062
Mines Rick con Mines Jane
844
Miozzo Stefano con Piva Davide
943
Moretto Diego con Ratib Reouane
852
Morotti Omar con Cardone Vincenzo
833
Nazir Lewez Botros George con Nazir Lewez Marco Emad 870
Zakhmoun Ilham con Jervolino Luciano
1073 990
933
p. 87
campionato mondiale della pizza
Partecipanti al Trofeo
Heinz Beck
Partecipanti alla gara di
La pizza Free Style pi첫 larga Partecipanti alla gara di
concorrente valut.
concorrente valut.
concorrente valut.
Andrusca Mircea Adi
2340
Camonita Vincenzo Marco 416
Amendola Giuseppe
Bandelli Sergio
2210
Chen Jian
330
Ben Romdhane Hamdi
95,10
Baraldo Manuel
2965
Culliton Jamie
430
Caniglia Massimo
83,70
Benvegnu' Moira
2285
Falco Jerome
368
Cerrato Antonio
60,65
Biale Massimo
2650
Gil Pablo
349
Di Marzo Ignazio
72,00
Caliolo Alessandro
2880
Ingrosso Simone
459
Di Santo Giovanni
90,45
Carletti Emanuele
1950
Johnson Bradley King
366
Ghanem Gamal
62,90
Castelnovo Emanuele
3345
Maggio Giuseppe
424
Johnson Bradley King
81,10
Cavallari Fabio
2510
Mansi Aniello
354
Kobayasi Sara
78,75
2110
Coletta John
85,75
Mansi Vincenzo
417
Martos Del Arbol Antonio
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Pizza e Pasta Italiana:
una lunga storia editoriale nei suoi primi 25 anni di vita
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izza e Pasta Italiana ha alle spalle una lunga e seria storia editoriale e nei suoi primi 25 anni di vita, come sanno coloro che ci seguono da tempo, è costantemente cresciuta nella forma e nei contenuti. L’aspetto grafico si è progressivamente rinnovato e affinato così come gli articoli pubblicati spaziano, anche su richiesta dei lettori, sui tanti campi dell’attualità, dell’agroalimentare, dell’alimentazione e dell’enologia, con lo scopo preciso di informare correttamente e puntualmente i lettori e, nello stesso tempo offrire quella “formazione continua” che è indispensabile a chi lavora nel vasto e complesso mondo della ristorazione. Ed è anche per aver sempre puntualmente assolto a questo compito che Pizza e Pasta Italiana gode della simpatia e della stima di tanti lettori in Italia e nel mondo e della collaborazione e del sostegno di tante aziende del settore. Superati dunque i primi 25 anni di vita, Pizza e Pasta Italiana vuole compiere quest’anno un ulteriore importante passo in avanti, non solo potenziando la linea editoriale fin qui positivamente seguita, ma offrendo ai propri lettori un nuovo importante strumento culturale che si concretizza in preziosi volumetti monotematici, uno ogni trimestre, per approfondire i principali argomenti professionali che devono essere patrimonio di ogni
operatore del settore. Questi volumetti sono stati attentamente studiati e finalizzati al lavoro di imprenditori, albergatori, cuochi e personale di cucina, pizzaioli, maître, personale di sala e sommelier, nonché per i giovani che frequentano le Scuole alberghiere e ristorative e desiderano avvicinarsi con serietà alla professione. Le nostre nuove proposte editoriali sono realizzate col contributo di illustri e riconosciuti esperti italiani dei singoli temi trattati, i quali, con un linguaggio chiaro e preciso, comprensibile a tutti, daranno ogni utile informazione sull’argomento affrontato. Si tratta di uno sforzo che l’Editore di questa Rivista ha voluto affrontare per contribuire ad elevare la professionalità oggi richiesta, tanto più che, grazie anche all’Expo di Milano, arriveranno in Italia milioni di stranieri e Pizza e Pasta Italiana desidera contribuire, anche con questa sua nuova iniziativa, a garantire ai tanti ospiti dell’Italia, che frequenteranno più numerosi che in passato alberghi, ristoranti e pizzerie del nostro Paese, una felice e soddisfacente presenza nel nostro Paese per tornare a casa loro con un ottimo ricordo dell’accoglienza, dell’ospitalità, della cucina, dei vini e dei servizi dei ristoranti e delle pizzerie italiane. E, ne siamo certi, anche questo nuovo impegno, troverà l’apprezzamento dei nostri lettori.
Le Guide, preziosi volumi monotematici della collana “I Professionisti della Pizza”, sono riservate solo agli abbonati alla rivista Pizza e Pasta Italiana. Le 4 Guide avranno una cadenza trimestrale a partire da marzo 2015. Le prime 4 Guide della collana trattano i seguenti argomenti:
di Giampiero Rorato
· Le farine – I loro usi più indicati per pizza, pane, biscotti, lievitati vari, ecc. · Pulizia ed igiene nella tua pizzeria – Leggi e regolamenti in vigore per garantire ai clienti cibi perfettamente sani, di qualità ed igienicamente perfetti · Il lievito madre in pizzeria – Le informazioni utili per produrre, conservare e impiegare il lievito madre in pizzeria · Il servizio in tavola – Le regole relative al bon ton con l’indicazione dei comportamenti da evitare Per informazioni sull’iniziativa e sulle offerte riservate ai nostri lettori contatti il nostro servizio abbonamenti al numero di telefono 0421 212348 (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17) o via e-mail all’indirizzo abbonamenti@ieoinf.it
Le prime 4 Guide della collana “I PROFESSIONISTI DELLA PIZZA”
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Il servizio in tavola
Il Lievito Madre in Pizzeria
Cosa sapere e cosa evitare. Le regole ampiamente collaudate che il personale di sala deve seguire per preparare correttamente i tavoli; come rivolgersi ai clienti nel prendere la comanda; come porgere i piatti e le bevande; come, quando e cosa togliere dai tavoli.
C’è una diffusa riscoperta del lievito madre che ha accompagnato l’arte bianca fin dai tempi degli antichi Egizi e il lievito madre valorizza anche la pizza, dando ad essa, sapori e fragranze nuove. In questo volume si danno alcune informazioni storiche, ma soprattutto si insegna a produrre, conservare e impiegare il lievito madre in pizzeria.
Pulizia ed igiene nella tua Pizzeria Contiene una semplice spiegazione sulle leggi e i regolamenti in vigore, per avere sempre in ordine il proprio locale, compresi i magazzini, per superare positivamente le ispezioni degli appositi incaricati, ma soprattutto per garantire ai clienti cibi perfettamente sani, di qualità ed igienicamente perfetti.
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Le Farine (caratteristiche e usi nell’arte bianca) Guida che illustra le varie tipologie di farine, i grani da cui derivano dalle varietà di grano tenero e di grano duro, farro, mais, segale, ecc. e, ancora, grani italiani e grani importati, quali additivi possono e non possono contenere e loro usi più indicati.
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I CORSI DELLA SCUOLA ITALIANA PIZZAIOLI SONO CERTIFICATI DA SGS – ACCREDIA La certificazione garantisce che lo svolgimento complessivo del corso è sottoposto a procedure di controllo da parte di un ente terzo, che verifica la corretta applicazione della tenuta dei corsi stessi, con l’obiettivo di rispondere alle aspettative del corsista. È quindi indice di qualità e serietà!
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Scuola Italiana Pizzaioli ha iniziato la sua attività di insegnamento nei primi anni 90, e sin dagli esordi, si è posta l’obiettivo di divulgare agli allievi la comprensione dell’importanza dell’applicazione di un corretto metodo di lavoro necessario per ottenere un prodotto finale di qualità e costante nel tempo. Le nostre lezioni metteranno gli allievi nelle condizioni, non solo di realizzare gli impasti sulla base di ricette divulgate durante i corsi, ma anche e soprattutto di raggiungere una consapevolezza dei diversi risultati che potrà ottenere a seconda di variazioni volute, quali ad esempio la scelta delle materie prime, od impreviste, quali ad esempio diverse situazioni climatiche, e con le quali si dovrà confrontare nel corso della sua futura esperienza di pizzaiolo.
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Sono riservati a coloro che intendono imparare il mestiere di pizzaiolo, professionisti del settore e/o titolari di attività di ristorazione, che intendono apprendere od approfondire concetti teorici ed esperienza pratica necessari per poter operare con successo nel settore della pizza.
Il corso si svolge nell’arco di 5 giorni, dal lunedì al venerdì, per 40 ore complessive, delle quali, 10 ore dedicate alla teoria e 30 ore alla attività pratica: un percorso che ci porterà a conoscere i diversi cereali, le farine, la scelta delle stesse a seconda dei prodotti che intendiamo produrre, i lieviti, la lievitazione, gli ingredienti, la preparazione degli impasti , la stesura, la farcitura e la cottura. Al termine del corso l’allievo terrà un test per comprendere il livello di apprendimento raggiunto e verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
Lo Staff della Scuola responsabile didattica e coordinamento attività
responsabile area tecnica
coordinamento e segreteria
David Mandolin
Graziano Bertuzzo
Patrizio Carrer Donatella Dorigo
Caterina Orlandi
info@scuolaitalianapizzaioli.it
info@scuolaitalianapizzaioli.it
tel. 0421.83.148
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Anche conosciuta come Spianata o Pizza alla Romana, in quanto tipica dei panifici a Roma. Si tratta di un impasto molto idratato, semplice in termini di ricettazione ma con una serie di possibili varianti nella fase realizzativa che ne condizionano la qualità, l’estetica e personalità del prodotto finale.
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Il segreto di una buona pizza in teglia sta nell’ottenere uno sviluppo in altezza mantenendo, però, la leggerezza della pizza. La perfetta combinazione di questi aspetti differenzia la qualità del prodotto finale.
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