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Le prospettive per l’Italia

I dati nudi e crudi presentati da Nomisma denunciano una pericolosa disaffezione degli agricoltori italiani nei riguardi della coltivazione di olivi e, quindi, della produzione di olio e i motivi sono diversi.

Basta entrare in un supermercato e si vedrà che la maggioranza delle bottiglie di olio esposte non sono DOP o IGP, neppure di “produzione italiana”, ma genericamente “olio prodotto nell’UE”, cioè in uno o più fra i 27 Paesi dell’Unione Europea o, più verosimilmente, provenienti da qualcuno dei Paesi prima citati, i cui costi di produzione sono nettamente inferiori a quelli italiani, come anche molto spesso la qualità. E si vedrà soprattutto che il maggior numero delle bottiglie esposte costa meno di 10 euro.

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Cosa significa questo? Che la maggioranza dei consumatori spesso non conosce i grandi pregi dell’olio evo ma ancor più spesso vuole spendere poco e non gli interessa la qualità del prodotto, la sua provenienza e… se esso è davvero prodotto con le olive!

L’educazione alimentare

A questo punto, una riflessione si impone e riguarda tutti, a cominciare da ristoratori, cuochi, pizzaioli, panettieri e pasticceri. Perché diversi professionisti della ristorazione e molte casalinghe e casalinghi si rivolgono in grandissimo numero agli oli di basso costo di cui in verità non si sa nulla?

Io credo che, a parte chi fa fatica ad arrivare a fine mese - e in Italia sono ancora troppi - per tutti gli altri esiste il problema di una scarsa o nulla educazione alimentare, insegnata attualmente solo da qualche noiosa (anche se seria) trasmissione televisiva ma poco o niente nelle scuole.

L’olio extravergine d’oliva, specie se ottenuto da olive prodotte in Italia, meglio se DOP o IGP, è un prodotto prezioso per il nostro corpo e ci aiuta, con le sue nobili sostanze, a star bene in salute e va naturalmente preferito agli oli di incerta o misteriosa produzione che, se non fanno male al nostro organismo, di certo non fanno bene.

E poiché si produce olio extravergine d’oliva in tutte le regioni - anche in quelle all’ombra delle Alpi - invitiamo i nostri lettori ad acquistare sempre olio extravergine d’oliva ottenuto da olive italiane, meglio se DOP o IGP, indispensabile per una seria cucina della salute. E i professionisti della ristorazione dovrebbero andare a visitare (periodicamente) qualche frantoio e quindi sceglierne uno o più da cui rifornirsi, mettendo quelle bottiglie orgogliosamente in mostra e raccontando ai tanti clienti curiosi la filiera del proprio olio, mostrando gli uliveti, evidenziando le cultivar, chi e dove imbottiglia quell’olio e quale tipologia va meglio con le varie vivande preparate dalla cucina o dal pizzaiolo. Ce la faremo a portare l’olio evo - quello vero - su tutte le tavole degli Italiani?

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