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LE PRIME COTTURE DEL CIBO

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UN LIBRO AL MESE

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Dalle scoperte archeologiche e osservando la vita delle tribù che vivono nelle foreste dell’Amazzonia e in quelle del Borneo e delle parti più nascoste delle Filippine, sappiamo come gli uomini primitivi usavano il fuoco per cuocere gli alimenti, oltre che per scaldarsi nelle giornate fredde ed asciugare le vesti bagnate dalla pioggia. Avevano infatti scoperto che la carne degli animali uccisi nella caccia e i pesci catturati nei corsi d’acqua e nel mare era più buoni e più digeribili se venivano cotti e così già nella lontana preistoria gli uomini si ingegnarono trovando diversi modi per cuocere il cibo. Innanzi tutto, nelle zone tropicali ed equatoriali, scoprirono che

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no del fuoco sopra delle pietre:

questo avveniva soprattutto nelle zone temperate e, come le pietre si scaldavano bene, le ripulivano della cenere che s’era formata, depositando poi sopra le pietre roventi la carne e il pesce che si cuocevano.

Oppure facevano dei buchi nel terreno,

dentro vi accendevano dei pezzi di legno, aspettavano che si formassero le braci, le coprivano con un leggero strato di terra, quindi vi deponevano la carne o il pesce avvolti in grandi foglie e aspettavano che il calore delle braci li cuocessero.

Le tribù nomadi appresero un altro modo per la cottura delle carni. Essendo sempre in movimento si rifornivano di carne attraverso la caccia e, quando si fermavano, tagliano in pezzi la carne degli animali uccisi e la infilzavano sulla punta delle loro lance –bastoni con in punta una freccia anticamente di pietra poi di metallo – e la tenevano sopra il fuoco acceso finché si cucinava.

strumento antichissimo ancor oggi molto in voga in tante parti del mondo.

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