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Lo “starter” narrativo
Lo chef Julian Slowik, specializzato in gastronomia molecolare, cucina a vista, su una specie di palcoscenico in cui ogni portata è preparata e narrata prima di essere servita. Slowik conosce personalmente i profili di ciascun ospite, come converrebbe ai migliori ristoranti di lusso del mondo e ha costruito la serata nella quale ci troviamo catapultati con l’obiettivo di rendere a ciascuno un servizio unico e indimenticabile, quello “definitivo”. A disturbare il raggiungimento di questo scopo è tuttavia la presenza di una persona sopraggiunta nel gruppo all’ultimo momento. Il giovane e ricco Tyler è stato infatti appena lasciato dalla sua fidanzata con cui avrebbe dovuto condividere la tanto agognata serata ma poiché lo chef non accetta tavoli da uno (eccezion fatta per quello in cui è seduta la vecchia madre, altro elemento imprescindibile nello storytelling della ristorazione) si vede costretto a rimpiazzarla - e senza preavviso - con una giovane donna (si scoprirà poi essere una escort) che si pone esattamente ai suoi antipodi, Margot, interpretata da Anya Taylor-Joy (tra i suoi lavori il film Emma e la serie tv La regina degli scacchi).
Cenni di trama
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(Alert: spoiler)
Nel corso della serata-evento, Julian avvia però il proprio “massacro”: attribuendo all’alta borghesia le colpe della sua vita trasformata in lavoro, decide che la sua serata d’addio sarà degna degli onori di ogni cronaca e porterà con sé i simboli di una carriera di successo per la quale ha rinunciato a vivere. Così, il suo souschef viene presentato davanti a tutti come un giovane volenteroso ma totalmente privo di talento e pertanto invitato a uccidersi. Al marito della coppia di pensionati che intende andarsene, viene esplicitamente detto che non si può lasciare lo spettacolo prima della fine e gli viene mozzato un dito. Lo stesso Tyler, che per lungo tempo ci viene proposto come principale co-narratore, viene invitato a cucinare qualcosa e il risultato è disastroso, al punto che lo chef lo umilia davanti ai commensali e lo spinge a togliersi la vita.
Ogni portata servita da Slowik è una performance. In ogni portata, c’è un pezzo di storia dello chef e, per estensione, anche dei suoi avventori. Solo Margot non mangerà nulla e, quando lo chef la chiamerà in cucina per sapere perché non sta gradendo la cena, le chiederà da quale parte intende stare (in cucina o in sala) ma le dirà anche che qualsiasi scelta lei possa compiere non le servirà per salvarsi la vita. Margot sceglierà dunque di restare tra gli invitati. Dopo la morte di Tyler, sarà nuovamente invitata in cucina dallo chef, il quale le chiede di andare a prendere un ingrediente per la ricetta finale. Entrando nella casa di Slowik, Margot si accorgerà che lo chef ha un terribile segreto da nascondere, un segreto di cui i critici così attenti alla sua cucina preferiscono non parlare: prima di diventare il grande cuoco pluripremiato, Slowik era il “re del cheeseburger”.
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