VOLUME 03 | XXIII Conferenza Nazionale SIU

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Il rilancio delle aree interne attraverso la rivitalizzazione dei borghi e dei centri minori Natalina Carrà Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Dipartimento Patrimonio, Architettura, Urbanistica Email: ncarra@unirc.it

Abstract Le aree interne concorrono ai futuri assetti del territorio attraverso il rafforzamento e alla costruzione dell’immagine e della forma dei luoghi, valorizzando gli aspetti consolidati nel tempo. Le risorse culturali, materiali e immateriali con forti specificità locali, seguono approcci, processi e orientamenti finalizzati prevalentemente al rilancio di nuove economie e sviluppo. Ma, il rilancio delle aree interne che passa per la rivitalizzazione di borghi e centri storici minori si scontra con un problema di fondo, ovvero la capacità di elaborare politiche pubbliche capaci di coniugare le aspettative di sviluppo del territorio, sfruttandone i vantaggi competitivi naturali, con la salvaguardia delle identità storico-culturale. Inoltre, la capacità di attirare investimenti, di trattenere e attirare residenti in queste aree è intimamente legata alla loro capacità di offrire livelli adeguati di qualità della vita, attraverso nuove forme di rigenerazione che possano innescare processi di sviluppo, prendendo atto di quanto questi contesti siano, portatori di valori insediativi, comunitari, paesaggistici e identitari, e possano costituire una preziosa risorsa per ricucire i rapporti con la dimensione rurale e per proporre nuove creatività: luoghi identitari nelle forme e innovativi nelle funzioni. Parole chiave: local plan, identity, urban area

Premesse. La dimensione locale ai tempi del Covid-19 Le aree interne italiane rappresentano una condizione rilevante sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo: è coinvolto il 23% della popolazione, il 60% del territorio nazionale e circa la metà dei suoi circa 8.000 comuni. Mentre i processi in atto: marginalizzazione socioeconomica ed invecchiamento della popolazione, accentuati dalla mancanza in questi luoghi dei vantaggi derivanti dalla mancanza di densità e dalla scarsa accessibilità, rendono difficoltoso lo sviluppo economico, evidenziando la scarsa qualità o inesistenza dei servizi essenziali che il mancato raggiungimento di soglie dimensionali idonee rende dispendiosa. Durante la recente crisi pandemica le grandi città e le aree metropolitane densamente popolate sono state etichettate come i luoghi della concentrazione dei contagi e della diffusione del virus, evidenziando “nuove” criticità di questi contesti. Le celebrazioni degli anni passati alla metropoli “aperta, inclusiva e creativa” si sono trasformate in critiche, per le difficoltà sorte nelle misure messe in campo di fronte alla crisi legata all’epidemia. Il dibattito scaturito, alimentato anche da noti personaggi legati alla cultura architettonica ed urbanistica, ha ridato un ruolo a contesti urbani, borghi e territori periferici che erano stati finora dimenticati e sottovalutati, e, presi adesso in considerazione come eventuale rifugio, alla ricerca di una migliore qualità di vita. Ma, i fenomeni e le ragioni che sono alla base dello sviluppo delle aree metropolitane, di natura strutturale ed economica, legati ai processi di concentrazione, non possono trovare in questa crisi una battuta d’arresto, che per quanto grave, non sarà, definitiva. La crisi dovuta alla pandemia che, colpisce l’essenza stessa della città, ovvero i suoi contatti ravvicinati, non può certo provocare fenomeni e dinamiche tali, da mettere in crisi l’organismo città a favore di aree meno densificate. Ciò non di meno è giusto osservare che la pandemia ha insinuato e/o rafforzato il proposito di cambiare luogo di residenza, spostandosi dove la possibilità di contagio è ridotta, grazie ad un distanziamento naturale, dovuto alla natura degli spazi e alle ridotte relazioni sociali. Le città, quindi, che sono sempre state, il centro e il motore del cambiamento sociale ed economico della maggior parte delle civiltà umane, verosimilmente, sapranno sopravvivere anche a questa prova. Non passa da qui, dunque, la soluzione per riconsegnare ai borghi e ai territori interni in stallo, nuove possibilità di rinascita o di rivitalizzazione. Nel dibattito scientifico e nelle strategie politiche il rinnovato interesse per le aree interne è contraddistinto da una nuova percezione di questi luoghi, ai quali si riconoscono valenze simboliche e valori d’uso nuovi o

Atti della XXIII Conferenza Nazionale SIU DOWNSCALING, RIGHTSIZING. Contrazione demografica e riorganizzazione spaziale, Torino, 17-18 giugno 2021 | Vol. 03

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