L’analisi spaziale di rete: uno strumento per definire la marginalità dei territori campani Antonia Arena Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Architettura (DiArc) Email: antonia.arena@unina.it
Abstract La condizione di marginalità di territori e città è esito di processi socioeconomici e demografici che possono avere come principale effetto visibile lo spopolamento e l’abbandono. Dal punto di vista territoriale, la centralità, intesa come localizzazione più o meno favorevole rispetto alla possibilità di accesso a funzioni, beni e servizi, è uno dei fattori per leggere e interpretare le condizioni dei territori e programmarne lo sviluppo. Negli ultimi anni, le politiche europee e nazionali sono orientate alla riduzione degli squilibri territoriali e a garantire parità di accesso alle risorse a tutte le popolazioni. Nel settore dell’urbanistica, ricerche scientifiche e studi approfonditi hanno dimostrato come la centralità sia un elemento cardine della struttura urbana, del successo e della valorizzazione dei luoghi. Le analisi spaziali, in particolare quelle di rete, riconoscono la centralità come funzione della distribuzione e del grado di rilevanza dei nodi, caratteristica distintiva dei sistemi reticolari, fattore determinante dell’evoluzione dei sistemi urbani complessi. Il contributo presenta i risultati delle attività di ricerca, in corso presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, condotte per la consulenza scientifica alla redazione del Piano Paesaggistico Regionale della Campania. L’analisi di accessibilità alla rete infrastrutturale campana, che definisce la centralità dei nuclei urbanizzati, è uno degli studi condotti al fine di restituire una lettura interpretativa di caratteristiche attuali, dinamiche in corso e potenzialità di consolidamento, sviluppo e valorizzazione del paesaggio campano. Parole chiave: spatial planning, networks, tools and techniques
1 | La centralità e le analisi spaziali di reti Gli studi urbani della seconda metà del secolo scorso in Italia e le ricerche in contesto internazionale hanno dimostrato come l’assetto territoriale è l’esito di interazioni fisiche, sociali ed economiche e la conformazione delle città dipende dall’interazione tra pieni e vuoti, edifici e strade1. Lo studio dei rapporti tra gli elementi fondativi della città è da sempre una chiave di lettura interpretativa dei fenomeni e delle dinamiche territoriali in corso. La teoria delle località centrali (Christaller, 1933/1980), il modello di von Thunen (1826) sulla localizzazione delle attività agricole, quello di Weber (1909) su produzione e commercio e gli studi inerenti la mobilità hanno aperto la strada a filoni di ricerca che hanno messo in relazione la struttura della città e la sua evoluzione, con la distribuzione degli usi del suolo, la localizzazione delle attività, il valore della rendita fondiaria, la disponibilità e il costo dei mezzi di trasporto, le relazioni di scambio di beni materiali e immateriali (Camagni, 1993; Isard, 1956; Pitts, 1965; 1979). Approfondimenti e studi in questo filone hanno portato alla definizione di centralità ed accessibilità come parametri di interpretazione di fenomeni e dinamiche urbane. La centralità costituisce un criterio che ha guidato le scelte localizzative di fondazione delle città, inciso sulla struttura e la forma urbana, così come sulla definizione di politiche e azioni di sviluppo e valorizzazione. Essa è determinata, da un lato, dal rango di beni, servizi e opportunità presenti sul territorio, dall’altro dal livello di connessione di questi elementi all’interno della rete cui appartengono, ossia dalla possibilità di essere raggiungibili e accessibili intercettando la più vasta domanda possibile. Da essa dipendono caratteristiche fondamentali dei luoghi quali la visibilità, la frequentazione, la possibilità di diventare attrattore di funzioni e socialità e l’accessibilità. L’accessibilità, infatti, è una proprietà relazionale con connotazione valutativa, che esplicita i rapporti di prossimità e analizza le potenzialità degli
Tra la vasta letteratura in merito, si segnalano i riferimenti fondativi di differenti approcci inerenti all’argomento trattato: Cullen, 1961; Rossi, 1966; Krier, 1979; Lynch, 1960. 1
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Le politiche regionali, la coesione, le aree interne e marginali. A cura di Corrado F., Marchigiani E., Marson A., Servillo L. Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-30-1 | DOI: 10.53143/PLM.C.321