VOLUME 03 | XXIII Conferenza Nazionale SIU

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La Basilicata alle prove con la pianificazione paesaggistica in uno scenario di crisi globale. Quale azione paesaggistica e quali scenari di senso Maria Valeria Mininni Università degli Studi della Basilicata (UniBas) DiCEM - Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo Email: mariavaleria.mininni@unibas.it

Angela Cicirelli Università degli Studi della Basilicata (UniBas) DiCEM - Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo

Miriam Romano Università degli Studi della Basilicata (UniBas) DiCEM - Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo

Maddalena Scalera Università degli Studi della Basilicata (UniBas) DiCEM - Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo

Abstract Il Mezzogiorno si trova ad affrontare una delle crisi demografiche più profonde e durature tra i paesi del mondo occidentale: nel corso dei prossimi 50 anni il Sud perderà 5 milioni di residenti, di cui 1,2 milioni di giovani gran parte delle sue forze generatrici e produttive. La Basilicata presenta in maniera drammatica il decremento demografico, poiché registra il livello più alto della perdita dei giovani laureati pari al 33,9%. La «nuova migrazione» è figlia dei profondi cambiamenti intervenuti nella società lucana, un’area ove si nasce poco, sta invecchiando e che non è in grado di trattenere la sua componente più giovane. L’obiettivo del lavoro è quello di sondare quanto la dimensione di paesaggio e l’azione paesaggista sono in grado di costruire le conoscenze utili a progettare l’azione territoriale, come attivatore di politiche a supporto dei piani paesaggistici, strumento in grado di interpretare dentro un quadro di regolamentazioni e prescrizioni di tutela, le condizioni di abitabilità a partire da nuovi processi di patrimonializzazione, dentro scenari aperti e plausibili. Parole chiave: governance, urban policies, fragile territories

1 | Opportunità di azione dentro la nozione paesaggistica Il Mezzogiorno si trova ad affrontare una delle crisi demografiche più profonde e durature tra i paesi del mondo occidentale: nel corso dei prossimi 50 anni il Sud perderà 5 milioni di residenti, di cui 1,2 milioni di giovani gran parte delle sue forze generatrici e produttive. Oltre al drastico ridimensionamento demografico e all’insostenibile invecchiamento della popolazione, il più alto in Italia e nell’UE, dall’inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti: la metà sono giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati; il 16% circa si sono trasferiti all’estero. Oltre 850 mila di loro non tornano più nel Mezzogiorno (Rapporto SVIMEZ, 2019). La Basilicata presenta in maniera drammatica il decremento demografico, poiché registra il livello più alto della perdita dei giovani laureati pari al 33,9%. La “nuova migrazione” è figlia dei profondi cambiamenti intervenuti nella società lucana, un’area ove si nasce poco, sta invecchiando e che non è in grado di trattenere la sua componente più giovane. Se mettiamo in conto la bassa densità abitativa dentro un’armatura urbana debolissima (80% di comuni montani), un deficit infrastrutturale storico e la fragilità del territorio (sismica, idrogeologica, etc.), l’avvio della istituzione del Piano paesaggistico territoriale della Basilicata (PPR) può diventare un esercizio esplorativo utile per sondare il limite di possibilità di politiche territoriali settoriali rilette dentro l’azione paesaggistica, e degli strumenti di lavoro disponibili. Il tema chiama in causa la tenuta delle politiche per i

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Le politiche regionali, la coesione, le aree interne e marginali. A cura di Corrado F., Marchigiani E., Marson A., Servillo L. Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-30-1 | DOI: 10.53143/PLM.C.321


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