L’autoresponsabilità della governance: forme volontarie di pianificazione e programmazione territoriale Giovanni Ottaviano Università degli Studi del Molise DiBT – Dipartimento di Bioscienze e Territorio Email: ottaviano.giovanni@yahoo.it
Luciano De Bonis Università degli Studi del Molise DiBT – Dipartimento di Bioscienze e Territorio Email: luciano.debonis@unimol.it
Abstract Il contributo pone l’attenzione sulle pratiche volontarie di pianificazione e programmazione territoriale incentrate su risorse condivise. La tesi sostenuta è che i soggetti in esse interagenti abbiano il potenziale per tessere una trama di relazioni, multilivello e interscalari, alternativa o complementare alle forme tradizionali di governo del territorio. Le suddette pratiche solitamente si basano sulla partecipazione di una pluralità di attori, riferibili non solo ad enti locali o altri enti pubblici e semi-pubblici ma anche a soggetti socioeconomici auto-organizzati e/o a rappresentatività settoriali o di cittadinanza attiva. Il contributo illustra in particolare due casi (un patto di paesaggio e un contratto di fiume in aree “fragili”) nei quali sembra dimostrata l’efficacia di forme di programmazione, pianificazione e gestione territoriale affidate ad un insieme di attori (auto-)selezionati sulla base della condivisione di risorse comuni, capaci anche, in virtù di tale condivisione, di superare una visione territoriale conchiusa all’interno di meri limiti amministrativi. La comparazione dei casi, rappresentativi di diverse forme di governance territoriale, è finalizzata all’estrapolazione di elementi comuni e di rilevante interesse per la riproducibilità delle esperienze, con particolare riferimento alle relazioni fra “volontarietà” delle forme programmatico-pianificatorie e “comunanza” delle risorse. Parole chiave: governance, democrazia, fragile territories
1 |Introduzione Come noto, e anche largamente dibattuto in particolare in urbanistica, la modifica del Titolo V della Costituzione (art. 118, co. 1) attribuisce ai Comuni tutte le funzioni amministrative «salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza». Altrettanto noto, ma forse meno considerato, è che con la stessa modifica (art. 118, co. 4) si stabilisce anche che «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». Ancor meno probabilmente tenuto in conto è il fatto che già prima della modifica costituzionale del 2001 il Testo Unico sugli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000, art. 3, co. 5) avesse stabilito che i Comuni e le Province, titolari di funzioni proprie e di quelle conferite loro con legge dello Stato e della regione, secondo il principio di sussidiarietà, «svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali». In altre parole le pratiche correnti di pianificazione e programmazione “volontaria” non solo sono considerabili come del tutto conformi con il testo vigente della Costituzione e con le (antecedenti) disposizioni del Testo Unico sugli Enti Locali, ma sono anche evidentemente inquadrabili in un più generale ragionamento sulla sussidiarietà sia verticale sia orizzontale. Ragionamento a cui non potrebbe e non dovrebbe sottrarsi più nemmeno la pianificazione “cogente” (De Bonis, 2013; 2019), soprattutto per ciò che concerne i suoi rapporti con la stessa pianificazione volontaria, che dovrebbero ormai essere improntati al riconoscimento esplicito ed operativo di quest’ultima come possibile parte integrante di estesi processi copianificatori, sia fra diversi livelli amministrativi (verticalmente o “parallelamente”) sia con autonome iniziative adeguatamente esercitate dai cittadini e dalle loro formazioni sociali (orizzontalmente).
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Le politiche regionali, la coesione, le aree interne e marginali. A cura di Corrado F., Marchigiani E., Marson A., Servillo L. Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-30-1 | DOI: 10.53143/PLM.C.321