V pocket_febbraio2017

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ARTE E CONTROPARTE

Balletboyz VISIONI

MADAGASCAR INCONTAMINATO SU STRADA

RED CARPET MONDO

Arredo green e Orti urbani

GIULIA

ARENA






Direttore Responsabile

Matteo Tornielli

m.tornielli@10e20.it Direttore Editoriale

Pierpaolo Magagna p.magagna@10e20.it Direttore Operativo

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Alessandro Sordina a.sordina@10e20.it Art director

Marta DonĂ grafica@10e20.it Redazione

Stefania Amodeo Paolo Braghetto Stefano Cannas Annalisa Fortin Monica Jacopetti Giusy Locati Alessandra Sartori redazione@10e20.it Fotografie

Alberto Bacchin Riccardo Callegari Riccardo Piazza Andrea Ravanetti Editore

10&20 PubblicitĂ Srl Via Lisbona, 7 35127 Padova T. +39 049 7991320 redazione@10e20.it www.10e20.it

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V pocket

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#patinataabitudinemensile


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EDITORIA L E 5

Parole, parole, parole… “soltanto” parole.

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a cura di Pierpaolo Magagna

crivendo alcuni dei pezzi che ritroviamo in queste pagine mi sono soffermato a pensare di come, seppur il linguaggio di chi scrive sia costituito dalle parole, in realtà con le parole combattiamo tutti, fin da bambini, fin da quando cioè impariamo a metterle in fila e non perdono il loro ruolo fondamentale nemmeno quando diventiamo adulti. Sono il nostro modo di conoscere e di farci conoscere. Fanno nascere il dialogo, formano le storie, fanno incontrare le persone, le fanno innamorare, le fanno odiare. Le parole fanno scoppiare le guerre e sempre le parole fanno tornare la pace; sono la nostra merce di scambio con gli altri, sono la nostra moneta. Le parole a volte ci fanno ridere, a volte ci fanno piangere come stupidi, a volte ci lusingano, altre volte ci fanno male. Parole gentili come un fiore o pesanti come un pugno in faccia. Bisogna stare molto attenti alle parole, sono potenti, tanto potenti. Bisogna usarle con cura, sceglierle una per una. E quando le parole non ci sono, o non ci possono essere, ci sono i gesti, i sorrisi, le mani. Le parole sono un ponte, un vecchio ponte pericolante, in mezzo alla giungla umana; il ponte è lì da tanto tempo, tu sei da una parte e il tuo interlocutore dall'altra e camminate uno verso l'altro tramite le parole, un po' armati, un po' indifesi. Usiamole con cura le parole, lesiniamole. In un’era in cui si parla e si scrive molto (a volte troppo) impariamo anche ad ascoltarle, a dedicarle e soprattutto a saperle scegliere. 


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6 S O M M AR IO

Sommario 16 visioni madagascar incontaminato di Paolo Braghetto

24 arte eStacontropArte arrivando la carica adrenalinica dei balletboyz! di Annalisa Fortin

32 sigari e distillati PartagĂĄs maduro No. 1 di Matteo Tornielli

rubriche 4 editoriale di Pierpaolo Magagna

8 a nodi sciolti

di Stefania Amodeo

10 carta vetrata di Stefano Cannas

12 sotto i riflettori

di Paolo Braghetto

CeCCato automobili pagina pubb.pdf

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25/10/16

p. 9

11:32

14 esteticamente parlando di Alessandra Sartori

66 in arte Mediolanum

La Nuova dimensione dell’abitare.

a cura della Redazione

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86 focus

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a cura della Redazione Concept store valentini-interiors.it

Strada del Santo, 40 _Cadoneghe (PD)

ValeNtiNi iNteRioRS

p. 27

oRaFi VeNeti aSSoCiati

p. 55

98 eVenti

di Monica Jacopetti

36 su strada Red Carpet: 50 sfumature di rosse di Pierpaolo Magagna

44 copertina Giulia arena a cura della Redazione

52 a tu per tu il duo musica Nuda di Annalisa Fortin

60 mondo arredo green e orti urbani di Annalisa Fortin

70 lancette Selfwinding di Pierpaolo Magagna

78 gourmet Cogito, ergo sum... chef! di Giusy Locati



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8 A N O D I S CI O LTI

La rubrica degli spiriti bollenti, dei viandanti intellettuali e dei liberi pensatori. Stefania Amodeo Autrice del libro "I sette nodi del destino"

A Nodi Sciolti

Chi vive a nodi sciolti... ascolta.

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de e sente. Due termini che siamo abituati ad utilizzare nella lingua comune, ma non sempre a mettere in pratica. Ascoltare con l'anima implica ascoltare nel profondo un'altra anima, significa non soltanto essere empatici ma essere connessi ad una realtà spirituale intima. Vedere l'altra persona al di là dei costrutti, nella sua bellezza, ed ascoltare il messaggio che c'è sotto il blaterare, lo sparlare, il lamentarsi, il semplice dire. Ancor più della comunicazione non verbale, cercare nell'altro il fulcro del messaggio vero che va al di là della sua stessa consapevolezza. Ascoltare un'altra persona comporta accoglierla totalmente, nei suoi difetti e nei suoi pregi. Porsi di fronte a lei con serenità, qualsiasi sia il tono usato da lei. E poi c'è il sentire, che rinvia non solo a percepire con i sensi ma a vivere un'emozione. Sentire per vivere appieno. I suoni della natura, i suoi messaggi e i suoi segnali. La musica che sottende a tutto, che è linguaggio universale. I sentimenti per trasformarli in opere buone. Si può vedere con tanti occhi, quelli fisici, quelli della mente, quelli del cuore, persino quelli della pancia. Divenire consapevoli di questa dote permetterebbe di prendere ciò che accade o ciò che si sente nella maniera giusta. Con quali occhi sto guardando? Ma anche con quali orecchie sto sentendo? Imparare o udito ad ascoltare e vedere oltre è una grande lezione a el nostr o, d i h c c o portata di tutti. Serve solo la volontà di superare i Gli uon cono il s nti e propri limiti.  percepis time

e i sen ma anch 'animo, nonché d Gli stati delle sfere. a ic la mus a Anima Pelle

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10 C A R TA V E T R ATA

A cura di Stefano Cannas, giornalista, scrittore... ottimista sognatore.

Carta Vetrata Pungente attualità.

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Molto Vigile... poco Urbano!

arlo Alberto Salustri, alias "Trilussa", sosteneva che anche un portiere di condominio se dotato di un cappello a visiera militare, da quel momento assumerà toni supponenti ed autoritari, che non avrebbe se non lo indossasse. Chi per varie motivazioni frequenta spesso le stesse strade, entra di solito in confidenza con altre persone, proprio perché le incrocia sistematicamente. Conoscenze che scaturiscono talvolta da un “grazie” e da un “prego”, e poi proseguono secondo mediterranea consuetudine del salutarsi con un sorriso tutte le volte che capita di vedersi. Antiche regole mai scritte, riferibili a noi italiani tutti, tranne che ad una specifica categoria: il vigile urbano. Costoro li osservi furoreggiare “on the road” con baldanzoso piglio, senza lasciar mai trasparire il benché minimo cenno di cordialità. Mai domi, rimangono in perenne agguato lungo le nostre strette ed antiche strade, con lo sguardo pietrificato da Mezzogiorno di Fuoco (per i più giovani: noto western anni ‘60). Riconoscere i “peggiori” tra costoro è fortunatamente semplice, sono identificabili dal tipo di visiera cucita sul cappello che indossano. Sto parlando della famigerata visiera alla “bulgara”, quella che di solito si notava sulla crapa dei carognoni nazisti. Dopo i tedeschi l’hanno adottata in tempi più recenti anche i muscolosi marines U.S.A. ed oggi, nel trionfo del proprio furore estetico, è di moda

anche per taluni Vigili d’INurbana specie. Va riconosciuto che effettivamente le amministrazioni comunali forniscono cappelli d’ordinanza abbastanza fantozziani, che non riescono a conferire quel dovuto aspetto marziale ai professionisti della multa. Per questo motivo, nonostante il succitato nazi-cappello abbia pure un elevato costo, molti agenti se lo acquistano a proprie spese. Il fascino che procura il bulgaro visierone da duro è dunque uno sfizio caro dal punto di vista economico ma ancor più caro lo è in termini di salute psicofisica. Ciò deriva dall’estrema scomodità per il proprietario della testa che lo indossa, dato che costringe il portatore ad inarcare il capo all’indietro per mantenersi “vigile” o comunque se vuole continuare a vedere qualcosa che non siano i propri piedi. Quella visiera a tettoia spiovente, infatti, scende talmente in basso sugli occhi che, oltre a risvegliare le cervicali, determina il quasi totale oscuramento dell’intera crapa. La mancanza d’irradiamento solare causa quindi quel profondo buio che probabilmente favorisce la proliferazione di neuroni ostili (fonte studi: NewYork Human Science Police Academy). Neuroni anomali che elaborano quasi soltanto sinapsi incazzate verso la popolazione automobilistica. Così questi particolari Vigili ormai semi androidi, smarriscono mese dopo mese il loro lato Urbano ed infatti non è un caso che sulle auto di servizio sia sparita ormai la dicitura di vigili “urbani” sostituita da quella più ammerecana di Polizia “Locale” (Polizia “autoctona” avrebbe fatto troppo aborigeno).


Nell’incacchiato ruolo di Vigili INurbani, tali solerti pretoriani del Sindaco di turno, si prodigano spasmodicamente come infallibili macchine da guerra nella produzione d’impietosi verbali elevati a ritmi industriali, con gran diletto del loro Primo Cittadino (mandante poco occulto) che le utilizza spesso come ossigeno per le sofferenti casse comunali, nonostante la disperazione dei vessati (tutti noi). Vere e proprie “Vendemmie” di multe, nel nome del loro unico Santo Protettore: San Zione. Molte altre sono comunque le sfumature che definiscono l’INurbano: : Se ci riferiamo a lui con il sorriso, l’Inurbano non farà mai altrettanto con noi. : Se in preda ad irrefrenabile educato gesto, dovessimo concludere la conversazione con cenno di ringraziamento, abdichiamo sin da subito all’idea che l’Inurbano possa risponderci “prego”! : Se mediamente 600 volte all’anno (circa due volte al giorno escluse le domeniche ed i festivi) lo incrociamo lungo la stessa strada, l’Inurbano non ci saluterà MAI. I più masochisti con diretta discendenza kamikaze, che sfidando la sorte tentassero d’imbastire ugualmente un saluto, riceveranno come distaccata replica quel glaciale sguardo che li diffida da ulteriori imponderate iniziative. La risposta al saluto instaurerebbe poi la pericolosa questione morale all’atto di multarvi domani, se mai doveste assurgere nel frattempo, al ruolo di “conoscenti”. : Nell’infausto evento di multa appena consegnata alle gommose spazzole del vostro tergicristallo, non tentate mai d’intercettare l’Inurbano Agente responsabile assumendo magari toni da avv.to Taormina al processo di Cogne. Egli, dopo essere ingrassato di due chili dal godimento per il vostro colorito blu puffo, vi guarderà sprezzante ed austero, pronunciando con divina investitura l’inappellabile sentenza: “ormai ho scritto!”... Vi volterà le spalle (sapendo che il codice etico dei pistoleros metropolitani vi vieta di sparargli alla schiena) e scomparirà rapido all’orizzonte della prateria cittadina, lasciandovi lì, con in mano quel foglietto di poche righe che testimonia con ruvida sintesi cosa accade quando si ha la sfiga d’incontrare un vigile INurbano con la visiera alla bulgara e forse, pure la mamma di origini ancor più lontane. 

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12 S O T T O I RI F L ETTORI

Sotto i riflettori

Ogni mese pillole di curiosità dal mondo del cinema.

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Sequel mania

e un film funziona perché non bissarne il successo? Tra continuazioni, seconde parti e reboot, le case di produzione stanno creando ormai da anni delle autentiche saghe cinematografiche con i personaggi a cui il pubblico dimostra di essersi affezionato. Anche in Italia se ne sono accorti come nel caso di “Smetto quando voglio 2 – Masterclass” di Sidney Sibilia in sala dal 2 febbraio. La banda dei ricercatori è tornata: nel primo capitolo per sopravvivere Pietro Zinni e i suoi colleghi avevano lavorato alla creazione di una straordinaria droga legale diventando in seguito dei criminali. Stavolta è la legge ad aver bisogno di loro dato che sarà l'ispettore Coletti a chiedere al detenuto Zinni, interpretato dalla star di “Perfetti Sconosciuti” e “Che vuoi che sia” Edoardo Leo, di ricreare la banda per fermare il dilagare delle smart drugs. Il neurobiologo, il chimico, l'economista, l'archeologo, l’antropologo e i latinisti Paolo Calabresi, Pietro Sermonti, Giampaolo Morelli, Stefano Fresi, Libero De Rienzo, Marco Bonini, Luigi Lo Cascio e la bellissima Valeria Solarino si ritroveranno così insieme, ma avranno bisogno di nuove reclute trovate tra i “cervelli in fuga” scappati all'estero. Il patto è di agire nell'ombra per ottenere la fedina penale pulita e la banda criminale dovrà affrontare molteplici imprevisti e nemici cattivi tra “stupefacenti” incidenti, inseguimenti, assalti ed esplosioni. Il sesso al cinema tira sempre: come non sfruttare il filone tratto dai bestseller di E. L. James con “Cinquanta sfumature di nero”? Jamie Dornan e Dakota Johnson tornano nei panni di Christian Grey e Anastasia Steele di “Cinquanta sfumature di grigio” in questa seconda tranche

della loro conturbante relazione diretta da James Foley che uscirà il 9 febbraio. Molto addolorato, lui cerca di persuadere lei a tornare nella sua vita; lei esige un nuovo accordo e in cambio gli dà un'altra possibilità. I due ricostruiscono un rapporto basato sulla fiducia e trovano un equilibrio, ma alcune figure misteriose del passato di Grey mettono a rischio la coppia decise ad annientare la speranza in un futuro comune. Nel cast ci sono anche Kim Basinger, Bella Heathcote, Eric Johnson, Luke Grimes. Anche nei videogiochi abbondano da sempre i sequel e il legame tra games e movies è talmente ben saldo che gli uni hanno ispirato gli altri e viceversa. Siamo quindi giunti a “Resident Evil: The final chapter” di Paul Anderson sullo schermo dal 16 febbraio, il gran finale che segue gli eventi accaduti in “Resident Evil Retribution” dove l'umanità è ridotta ai minimi termini dopo che Alice, impersonata dalla “spettacolare” Milla Jovovich, è stata tradita da Wesker. Come unica sopravvissuta del gruppo che avrebbe dovuto combattere le orde di zombie, l'eroina dalle curve e movenze mozzafiato dovrà fare ritorno nel luogo in cui l'incubo ha avuto inizio: Raccoon City. La Umbrella Corporation sta infatti radunando le forze per sferrare un colpo fatale contro gli ultimi superstiti all'Apocalisse. Lottando contro il tempo e la perdita delle sue capacità sovrumane, la sexy guerriera si unirà agli amici di una volta e si scontrerà con orde di non morti e nuovi mostri mutanti per salvare il genere umano. Nell'adattamento cinematografico del capolavoro videoludico di casa Capcom figurano anche Ali Larten, Iain Glen, William Levy, Shawn Roberts, Fraser Jamas. 


A cura di Paolo Braghetto in foto con l'attore Edoardo Leo

Smetto quando voglio 2 Masterclass

dal 2 febbraio

Cinquanta sfumature di nero

dal 9 febbraio

Resident Evil: The final chapter

dal 16 febbraio


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14 E S T E T I C AM E NTE PARLANDO

L'appuntamento informativo sui trattamenti e le tecnologie disponibili nel campo della medicina estetica, con la consulenza di chirurghi plastici e di medici specializzati in medicina estetica.

Esteticamente parlando Bio rivitalizzazione e laser per un collo sempre giovane

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e viso e mani di una donna non possono mentire sulla sua età figuriamoci il collo, una zona particolarmente delicata che risente in maniera significativa del passare del tempo prima di ogni altra zona del corpo; questo è dovuto all'anatomia di quest’area che presenta meno tessuto adiposo e meno ghiandole sebacee che la rendono più asciutta e meno idratata, con un incremento dell’invecchiamento e conseguente perdita di tonicità. Il collo ha una muscolatura più libera, ci spiega il dott. Emilio Pignatelli, medico chirurgo specialista in medicina estetica, meno agganciata a strutture ossee che la terrebbero più ancorata e, rispetto al viso, ha una circolazione sanguigna più scarsa, perciò più lenta; c'è inoltre da dire che la maggior parte delle donne focalizza l’attenzione esclusivamente sul viso trascurando il collo e si accorge del problema quando la pelle ha ormai perso tonicità, a volte anche in maniera significativa, mentre prodotti con una forte azione idratante dovrebbero trovare applicazione sul collo ancor più precocemente che sul viso. Anche un buon peeling rigenerante effettuato ogni 7-10 giorni aiuta il turn-over cellulare che a causa della bassa irrorazione è piuttosto rallentato, senza dimenticare che anche sul collo dovremmo sempre applicare gli stessi prodotti con filtri solari che utilizziamo sul viso.

Come possiamo intervenire sulla perdita di tonicità e sulle rughe del collo? Una prima soluzione, prosegue il dott. Pignatelli, è rappresentata da iniezioni di acido ialuronico non cross linkato, quindi libero e a facile scorrimento, che una volta iniettato si diffonde lungo tutta la ruga in maniera omogenea non lasciando cordoli. Questa metodica non è particolarmente dolorosa, ma su pazienti molto sensibili si applica una crema anestetica 15-20 minuti prima del trattamento che, ripetuto per 2-3 mesi a cadenza mensile, consente degli ottimi risultati; colli più giovani si potranno invece trattare iniettando, con tecnica a microponfi a raggiera, piccoli concentrati di acido ialuronico, amminoacidi e complessi vitaminici, sempre per dare maggiore tonicità a tutta la zona. Per far comprendere meglio a chi ci legge, l'acido ialuronico cross linkato è lavorato a livello molecolare per resistere all'azione della ialuronidasi che lo andrebbe a degradare, dunque è particolarmente indicato per riempire le rughe, ma visto che sul collo non ci serve un'azione di riempimento che potrebbe peraltro dare un effetto fastidioso sia visivo che tattile, con la formazione di piccoli cordoli, ma abbiamo la necessità di aumentare la tonicità lavorando sui fibroblasti, sulle fibre di collagene e sull’elastina, serve un rivitalizzante anche se piuttosto denso.


A cura di Alessandra Sartori

Consulente aziendale nei settori della comunicazione commerciale e delle produzioni televisive, dal 2007 si occupa principalmente di relazioni commerciali, formazione su linee di prodotto, gestione rapporti con i media, realizzazione e conduzione di eventi promozionali in campo medico-estetico.

redazione@10e20.it

L'acido ialuronico non cross linkato (quindi non trattato) meno concentrato e di conseguenza più fluido, abbinato agli amminoacidi andrà a svolgere un'efficace azione bíostimolante. Personalmente, continua il dott. Pignatelli, preferisco differenziare le due metodiche in base all'età della paziente o alle condizioni di aging; in presenza di un collo molto compromesso con evidente lassità cutanea opterò per una rivitalizzazione con acido ialuronico concentrato, al contrario, in caso di situazioni meno evidenti, come azione preventiva o su pazienti che “investono” allo stesso modo su viso e collo, si potrà intervenire con dei protocolli che prevedono acido ialuronico e complessi vitaminici o amminoacidi ramificati. Possiamo dunque affermare che si possono risolvere con successo anche casi di importante perdita di tonicità? Dobbiamo applicare gli stessi ragionamenti che usiamo nella valutazione di un viso, spiega il dott. Pignatelli, dove in presenza di un inizio di perdita di tonicità interverremo con una fiala di acido ialuronico, mentre su volti più compromessi, con rughe più profonde e maggior rilassamento, si dovrà programmare un piano di interventi protratto nel tempo. Per un collo non particolarmente problematico si inizierà quindi con 2 sedute a distanza di un mese per poi rivedere la paziente dopo 5-6 mesi, mentre in situazioni più gravi si programmeranno già 3-4 sedute per ottenere un risultato che si mantenga nel tempo. E per chi proprio non sopporta le iniezioni? Qui entra in gioco il laser frazionale non ablativo (TFL), ci conforta il dott. Pignatelli, che produce calore e rigenera la pelle in profondità producendo nuove fibre di collagene più consistenti e compatte, che svilupperanno un tessuto più elastico e tonico; si dovranno effettuare 3-4 sedute, sempre a cadenza mensile, evitando il perido estivo. E per finire arriviamo ai costi: per la bío rivitalizzazione del collo, data l'ampiezza della zona e la conseguente necessità di fiale con quantitativi maggiori di prodotto, la spesa si aggira sui 150 euro a seduta, precisa il dott. Pignatelli, stesso dicasi per il laser frazionale non ablativo, che normalmente però si

Dott. Emilio Pignatelli

Albignasego (PD) - Largo degli Obizzi, 12/2 - T. 049 8625277 Treviso - Strada Comunale Delle Corti, 54 - T. 345 3947776 www.studiomedicopignatelli.com

effettua contemporaneamente su viso e collo, con un costo di 200-250 euro a seduta. Le due tecniche si possono abbinare con successo ma non contemporaneamente; è consigliabile effettuare prima due sedute bío-rivitalizzanti per una prima attenuazione del “collare di Venere” per poi proseguire con il laser, lavorando a medio e lungo termine su tutta la tonicità del collo, ricordando che l'acido ialuronico si può iniettare in determinati distretti mentre l'azione di copertura del laser è totale. 


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16 V I S I O N I

Paesaggi unici, lussureggianti foreste Pluviali, sPiagge sterminate, Parchi naturali con esemPlari unici in tutto il mondo: tutto questo è il

madagascar

non a caso definito l'ottavo continente. Di Paolo Braghetto


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VISIO N I 17


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Parc National de Ranomafana

Tsingy di Bemaraha

18 V I S I O N I

L'isola prende il nome da una fantasiosa intuizione di Marco Polo che, basandosi sulle notizie raccolte dai marinai indiani, racconta nel suo Milione di due grandi stati dell'Africa orientale: Madagosho o Madagascar e Zanzibar, situato più a Sud, finirono nel globo terrestre disegnato da Martino Behaim a Norimberga nel 1491. Situata al largo della costa orientale dell'Africa di fronte al Mozambico, la repubblica nata nel 1958 nell'ambito della Communauté française e lunga oltre 1500 km è la quarta formazione insulare più vasta del mondo. L'Arca di Noè alla deriva nell'Oceano Indiano, altra sua colorita definizione, ospita il 5% delle specie animali e vegetali del pianeta, di cui il 97% sono endemiche e quindi uniche. Fra gli esempi più noti di queste biodiversità ci sono 30 specie di lemuri, oltre 250 tipi di rane, metà delle varietà di camaleonti conosciuti, 300 specie di farfalle, 28 tipi di pipistrelli, 260 di rettili e 201 di uccelli.

Quest'angolo remoto della Terra offre al visitatore uno spettacolo che va oltre l'immaginazione sia per la fauna che per la flora dato che ci sono piante che nascono nelle forme e nei luoghi più impensabili, compreso il sottofondo marino. Una minaccia però sta mettendo in pericolo tutto l'ecosistema malgascio ed è la deforestazione che ha portato già all'estinzione di quindici specie di mammiferi nel secolo scorso. Il governo si sta mobilitando per cercare di fermare il processo investendo i fondi che arrivano anche dal turismo, una delle principali risorse del Paese.



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20 V I S I O N I

Lo Stato è diviso in cinque parti in base ai gruppi etnici molto diversi che vi abitano e alle differenti condizioni climatiche che regnano su ciascuna delle aree geografiche. Le Highlands o gli Altipiani centrali costituiscono il nucleo principale dell'isola dove sorge anche la capitale Antananarivo adagiata sul fianco di un’altura e ricca di edifici storici. Con le case colorate aggrappate ai lati delle colline, i panni stesi ad asciugare lungo le rive dei fiumi, la città affascina il turista per i suoi contrasti, i colori, il traffico veicolare che non esiste nel resto del Paese. Da vedere sono il palazzo che fu residenza della regina Ranavalona II e le zone di Araben ny Fahaleovantena, chiamata anche Avenue de l’Indépendance o "città bassa" con i caratteristici negozi di souvenir di artigianato attorno alla stazione. Royal Beach Hotel, Nosy Be

Kianja ny Fahaleovantena, chiamata anche Place de l’Indépendance o "città alta" è invece la parte più ricca di divertimenti e di locali. Meritano una visita anche: il parco botanico di Tsimbazaza con lo zoo in cui vivono tutte le specie animali del Madagascar; il Musée d’Académie Malgache che possiede i resti di uno scheletro e le uova conservate degli uccellielefante, l’ippopotamo bianco dalla coda corta ed il dugongo; il lago di Anosy, circondato da alberi di jacaranda, in mezzo al quale sorge un monumento ai caduti della prima guerra mondiale.



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22 V I S I O N I

Per un confortevole soggiorno c'è Le Louvre Hôtel & Spa, costruito nel 1930 dagli ingegneri della Torre Eiffel: nel cuore del quartiere degli affari, il complesso con 6 suite prestigiose offre una magnifica vista panoramica. Risaie a terrazza attestano l'origine asiatica della popolazione Merina e grazie all'altitudine le temperature sono gradevoli durante l'estate australe mentre scendono notevolmente nei mesi invernali. La Route Nationale 7 da Antananarivo a Fianarantsoa offre tantissimi suggestivi scorci da ammirare. La zona a nord è scarsamente popolata, ma pur essendo meno accessibile del resto del Paese, possiede meraviglie di straordinaria bellezza come i pinnacoli carsici del parco nazionale Ankarana o la foresta pluviale incontaminata e poco esplorata del parco nazionale Majorejy.

Isalo National Park

Isalo National Park

Le pianure orientali sono la patria di uno dei principali popoli dell'isola, gli ospitali Betsimisaraka, che conservano tradizioni e costumi di origine molto antica. Le spiagge da cartolina di Sainte Marie sono le maggiori attrazioni turistiche della zona, anche se la varietà impressionante di flora e fauna delle foreste in gran parte inesplorate della penisola di Masoala sono un vero must per gli amanti della natura. L'arido Sud è uno dei territori più affascinanti del Madagascar: il deserto secco fornisce un riparo agli Antandroy, il “popolo delle spine” che si chiama così per via delle particolari piante spinose che crescono proprio lì. L'area che va dal fiume Onilahy a nord fino al fiume Menarandra a sud è invece occupata dal gruppo etnico Mahafaly, noto per la sua arte funeraria. Nelle spiagge di dune di sabbia immacolata della costa sud occidentale si possono vedere invece all'opera i pescatori nomadi Vezo. L'Occidente è una vasta regione dominata dai celebri maestosi fusti di baobab e dalle spettacolari formazioni rocciose calcaree a forma di guglia, gli Tsingy di Bemaraha, dichiarati patrimonio dell'Unesco; il litorale è frastagliato con innumerevoli porti utilizzati dai pirati come rifugio. La regione è abitata dal popolo Sakalava che mantiene le antiche credenze in possesso di spiriti e conserva il culto delle reliquie che esprime in feste grandiose.


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VISIO N I 23

La cucina locale propone riso accompagnato da carne di zebù, pollo, maiale, pesce e crostacei. I piatti tipici sono il ravitoto, uno stufato con germogli di manioca e pezzi di zebù o maiale e il mosakiky, spiedini di carne con mango condito e tagliato a sottili filamenti oppure patate. Anche la frutta è molto gustosa: sono da provare ananas, lytchees, mango e banane. Tra i drink tipici c'è la betsabetsa, una bevanda alcolica prodotta con la canna da zucchero. Chi ama i safari al Parc National de Ranomafana può avere un incontro ravvicinato con la natura sia di giorno che di notte. Per gli amanti del mare, infine, la meta ideale è Nosy Be, una bella isoletta di fronte al Madagascar con tante spiagge e fondali incontaminati divenuta il più noto centro turistico del Paese. Lusso e relax si combinano al Royal Beach Hotel dall'architettura in bilico tra la tradizione creola e malgascia dei tetti in legno e decorazioni etniche, e i dettagli moderni delle camere, comode e luminose. Il resort, che sorge di fronte alle acque cristalline della baia, propone molti servizi dedicati allo svago e allo sport come la piscina, il centro benessere, i campi da beach-volley, da tennis e la palestra, ma non mancherà di soddisfare gli appassionati di immersioni e dello stile di vita "mora mora" ossia "piano piano", per assaporare lentamente la permanenza in questo spicchio di paradiso. l


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24 A R T E E C ON TROPARTE

Sta arrivando la carica adrenalinica dei

BalletBoyz!

è una grande eScluSiva per i teatri del veneto rientrare tra le pochiSSime tappe italiane dei BalletBoyz, favoloSa compagnia di danza nata dall'incontro di michael nunn e Billy trevitt, due rappreSentanti Storici del royal Ballet.

M

ichael Nunn e Billy Trevitt non hanno solo il merito di aver fondato questo originale corpo di ballo ma anche di averlo portato a collezionare numerosi riconoscimenti sia per le coreografie sia per la bravura degli interpreti scelti (Olivier Award, British National Dance Award, la Rose d’Or, l’International Emmy e il Golden Prague Grand Prix, solo per citare alcuni premi). I Balletboyz sono una delle compagnie di danza contemporanea più promettenti e acclamate sulla scena internazionale, costituita da danzatori rigorosamente maschili, di età tra i 18 e i 25 anni circa, con background diversissimi. Ne scaturisce un gruppo di grande coesione, forza ed energia virile, manifesto di un concetto di danza fuori dagli schemi convenzionali, dai quali però trae tutta la tecnica necessaria.


A cura di Annalisa Fortin Insegnante di danza e coreografa, ogni mese vi aiuta a capire a quali spettacoli concedere il lusso della vostra presenza.

I

n Italia verrà portata la produzione "Life" che affronta in chiave potente e a volte umoristica il tema della vita e della morte, con una elegante coreografia commissionata a due nomi di fama internazionale: Ponto Lidberg e Javier De Frutos. Per questa nuova creazione i due coreografi si sono divisi i ruoli, curando rispettivamente Lidberg la prima parte intitolata "Rabbit" e De Frutos la seconda dal nome "Fiction". La musica, anch'essa ricercata ed originale, è di Henryk Gorecki e Ben Foskett.


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26 A R T E E C ON TROPARTE

-- BalletBoyz --

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n Rabbit la genialità dello scandinavo Lidberg diventa complementare al suo amore per gli animali per produrre un lavoro intrigante sull’esclusione e il desiderio di appartenenza alla comunità. Il balletto inizia con due uomini in scena, uno di loro indossa una testa di coniglio. Entrano altri danzatori tutti vestiti in modo simile ma tutto è caratterizzato da una dinamica sempre varia. Lidberg ha infuso agli interpreti un movimento estremamente morbido, quasi senza peso, in cui uomini adulti appaiono leggeri come piume e in cui la danza mantiene la sua notevole armonia e fluidità, mentre la musica di Henryk Gorecki crea un efficace contrappunto al movimento. Il coreografo lascia volutamente libero lo spettatore di elaborare un proprio significato perchè, spiega, "è come quando si guarda un quadro, il guardarlo ci può arrivare a dire molte più cose su noi stessi che non sul quadro stesso". La maschera diventa elemento fondamentale di un balletto che ha come soggetto le “persone”, termine che in latino significa proprio “maschere”. Si intuisce quindi come l’ideatore dell’opera voglia sottolineare la singolarità di ogni individuo, in contrapposizione al concetto generale di “natura umana”.


La Nuova dimensione dell’abitare.

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Strada del Santo, 40 _Cadoneghe (PD)


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28 A R T E E C ON TROPARTE

-- BalletBoyz --

L’

inizio di Fiction è quasi drammatico: una voce fuoricampo annuncia la morte del coreografo Javier De Frutos, avvenuta per la caduta in palcoscenico di alcuni frammenti di plastica durante l’intervallo. Ovviamente Javier De Frutos è vivo, solamente volendo creare un lavoro sulla morte, gli sembrava scortese farlo su quella di qualcun altro. I danzatori in scena, davanti ad una grande sbarra, cominciano a muoversi e i loro corpi parlano, iniziando un’intensa comunicazione con il pubblico. Il tutto progredisce in qualcosa di molto speciale, con un uso virtuosistico di quella che solitamente è una consueta compagna di allenamento. La sbarra ora infatti diventa un confine da valicare, da oltrepassare, ma anche un punto di unione, una linea di demarcazione e un sostegno comune, un limite che non frena un flusso incessante di creatività ed immaginazione. I ballerini si fondono in un corpo solo, quello del loro insieme con movimenti a canone, mentre al tempo stesso l’alterità di ciascuno inaspettatamente a volte sopravvale.


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30 A R T E E C ON TROPARTE

-- BalletBoyz --

L

e emozioni in Fiction sono palpitanti, escono dalle immagini stesse che inebriano il pubblico; un individuo sembra essere escluso dal gruppo, un altro viene prevaricato. La creazione abile e audace di De Frutos dimostra come non solo il coreografo conosce bene il movimento del corpo maschile ma anche che cosa motiva chi lo possiede. Il balletto è emblematico della dualità contenuta nella danza secondo il pensiero di Javer De Frutos: "Danza significa vivere con una benedizione e una maledizione contemporaneamente. La benedizione si ha quando il cervello corrisponde e dirige perfettamente il tuo corpo e la maledizione si verifica nel momento stesso in cui capisci che lo lascerai."


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ARTE E CONTROPAR T E 31

-- BalletBoyz --

I

n questo disegno così intimo e intelligente dei due ideatori e nell'energia dei salti e delle piroette dei Balletboyz, non ci si può che abbandonare al godimento di uno spettacolo da non perdere. Le date e i luoghi da ricordare sono:

21 Marzo al Teatro Toniolo di Mestre, 23 Marzo presso il Teatro Comunale di Vicenza e 24 Marzo al Teatro Ristori di Verona. Rimarrete colpiti dall'intensità di un evento avvincente e poetico al tempo stesso. 


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32 S I G A R I E D I S TILLATI


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SIGARI E DISTILLAT I 33

Partagás Maduro

No. 1

Un Habano cHe raccHiUde in sè tUtta la forza e il sapore tipici di partagás, ma con la particolarità di Una selezione accUrata delle foglie più alte e scUre cHe grazie ad Una fermentazione sUpplementare risUltano di Un colore più intenso. Di Matteo Tornielli


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34 S I G A R I E D I S TILLATI

Se c'è una fabbrica di sigari particolarmente famosa a L’Avana è quella di Partagás. La si può trovare al n. 520 di Calle de la Industria, proprio dietro il Campidoglio, nel cuore della città. La fabbrica è stata aperta nel 1845 da Don Jaime Partagás e da allora produce i sigari che portano il suo nome. Un Partagás è immediatamente riconoscibile per il suo gusto profondo, di terra. Il carattere della sua mescola nasce da una selezione di tabacchi da ripieno e da sottofascia coltivati nella zona Vuelta Abajo e scelti per la loro inconfondibile ricchezza di sapore e aroma. I Partagàs sono disponibili in una vasta gamma di forme e dimensioni, in particolare il Lusitania e il 8-9-8, un sigaro che prende il suo nome dal modo in cui viene disposto nella scatola. Per quanto riguarda la Serie di Partagàs, creata negli anni 30, il Serie D No. 4, è sicuramente il più conosciuto di questa marca. Nel 2005 una Piramide, il Serie P No. 2, è stato aggiunto alla gamma ed è fin da subito divenuto uno dei sigari più apprezzati tra gli amanti del sigaro Habano dal sapore forte. Nel 2011, la nuova Serie E per Habanos di cepo 54 con la vitola Serie E No. 2, e la Serie D .

Maduro No. 1

Il Partagàs Maduro No. 1 è il sigaro che inaugura la nuova linea Maduro di questa storica marca. Un Habano che racchiude in sè tutta la forza e il sapore tipici di Partagás, ma con la particolarità che le foglie di capa sono state accuratamente selezionate dalla parte più alta della pianta (le foglie più scure) e hanno subito una fermentazione supplementare fino ad ottenere un colore più scuro e intenso. Innovativo anche il packaging con gli esclusivi bofetòn e papeleta dedicati che adornano il classico box Semi Boite Nature. Tutti gli Habanos di questa marca sono prodotti totalmente a mano e a Tripa Larga, con foglie provenienti da Vuelta Abajo (D.O.P), Cuba, confezionati da esperti torcedor attenti a soddisfare le aspettative dei fumatori più esigenti. l



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36 S U S T R A D A


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SU STRAD A 37

red carpet 50 sfumature di rosse Di Pierpaolo Magagna


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38 S U S T R A D A

Da una forza interiore

i nuovi modelli 911 GTS PORSCHE

Esterni Il rivestimento frontale con le sue forme nette, e soprattutto funzionali, conferisce un aspetto potente alla parte frontale. Le prese d’aria laterali migliorano l’afflusso d’aria e sottolineano il carattere sportivo dei modelli GTS. Il design delle luci fissa nuovi standard. I fari principali Bi-Xenon con Porsche Dynamic Light System (PDLS) colpiscono con le pronunciate luci diurne a 4 LED. I cerchi incarnano lo spirito del Motorsport. I cerchi da 20" 911 Turbo S verniciati in colore nero (satinatolucido) con serraggio centrale convincono grazie alle loro ampie dimensioni che assicurano aderenza al terreno e performance in pista straordinarie. La parte posteriore è ancora più vigorosa. Più ampia di 44 mm rispetto alla 911 Carrera S, assicura un vantaggio in termini di dinamica di guida percepibile

Concetto 911 GTS. Quella voce nella mente che ci sprona. L’ambizione di dare il massimo. Il desiderio insaziabile di andare oltre. È la stessa forza interiore che si ritrova nei nuovi modelli 911 GTS. GTS: 3 lettere che nel 1963 suscitarono per la prima volta grande entusiasmo con la 904 GTS e che da allora coniugano performance da gara e grande sportività nell’uso quotidiano. E che nei nuovi modelli 911 GTS assicurano maggiore sportività con un incremento di potenza di22 kW(30 CV) e 50 Nm rispetto ai modelli 911 Carrera S.

in ogni curva. Di grande impatto visivo i listelli decorativi fra le luci posteriori scure. Sono realizzati in colore nero, proprio come i doppi terminali di scarico centrali dell’impianto di scarico sportivo di serie. Riservata ai modelli con trazione integrale: la fascia di raccordo luminosa in tecnica a LED. Interni A cosa serve la forza interiore senza un obiettivo chiaro? Perciò è fondamentale che gli interni consentano di concentrarsi su ciò che è essenziale, rendendo disponibili in modo rapido tutte le informazioni necessarie alla guida. Una manifestazione concreta e sportiva di questo principio è l’interruttore Mode sul volante sportivo GT, per scegliere tra 4 modalità di guida. Proprio come la disposizione razionale dei 5 strumenti circolari e il comando intuitivo tramite multitouch o sistema di comandi vocali del Porsche Communication Management (PCM) con modulo di navigazione online. I materiali assicurano pregio e sportività. Primo dettaglio: la scritta del modello in colore nero sul listello sottoporta. Secondo dettaglio: l’impiego di Alcantara®, materiale idoneo alle competizioni sportive. Offre una presa particolarmente sicura e viene utilizzato sul volante e sulla leva del cambio e su quella selettrice. Ma anche sulle maniglie delle porte, sui poggiabraccia nei pannelli porta e sul coperchio del vano portaoggetti nel tunnel centrale e, nei modelli Coupé, sul cielo. Anche le fasce centrali dei sedili sono in Alcantara®. Inoltre, sui poggiatesta dei sedili è ricamata la scritta «GTS». E i sedili posteriori? Nei modelli Coupé potete anche eliminarli. Velocità massima Manuale 312 km/h - PDK 310 km/h Accelerazione 0-100 km/h Manuale 4,1 s - PDK 3,7 s Accelerazione 0-160 km/h Manuale 8,4 s - PDK 7,9 s

Lunghezza 4,528 m Passo 2,45 m Altezza 1,284 m Manuale da € 128.910,01 IVA inclusa PDK da € 133.155,61 IVA inclusa


assolutamente x tutti!


Giulia Quadrifoglio

ALFA ROMEO

un portafortuna simbolo di performance Panoramica Giulia Quadrifoglio non è solo l'Alfa Romeo stradale più potente di sempre. Rappresenta il più alto punto d'incontro fra ingegneria ed emozioni, qualcosa che solo un brand leggendario come Alfa Romeo poteva creare. È il degno tributo ai 106 anni di un marchio sportivo che ancora oggi sa distinguersi per la sua unicità: una passione per l'auto che non conosce confronti. Viscerale. Energica. Tecnologica. Creata a regola d'arte.

Tecnologia La tecnologia sotto la scocca è creata per esaltare le prestazioni e regalare sensazioni di guida senza precedenti. Il rapporto uomo/macchina è al nucleo di tutta l'innovazione, così spinta da poter creare un'auto capace di diventare l'estensione del corpo, della mente e del cuore di chi la guida. Potenza L'emozione più importante che si prova al volante di quest'auto è passione allo stato puro. Ogni componente è progettata per trasmettere un piacere di guida senza compromessi.

Esterni Il design è puro, libero da eccessi. Ha una personalità forte, caratterizzata da alcuni elementi essenziali: il "trilobo" anteriore, il cofano dal design aggressivo e i fianchi arricchiti da venature prominenti. L'uso estensivo della fibra di carbonio per realizzare il cofano, il tetto, il nolder posteriore e le minigonne, le conferisce uno straordinario carattere sportivo: questo contribuisce a creare una bellezza necessaria. La trazione posteriore e il perfetto bilanciamento 50/50 hanno imposto il design di un abitacolo appoggiato al retrotreno, un lungo cofano anteriore e un frontale molto largo. Nulla è superfluo, tutto è inconfondibilmente Alfa Romeo. Interni I più famosi ed iconici esempi di design al mondo hanno sempre cercato il giusto equilibrio tra le necessità strutturali, il rapporto con l’uomo e con la natura. Giulia Quadrifoglio deriva da questa filosofia e da una continua ricerca. Chi guida è sempre al centro, in un abitacolo disegnato seguendo lo stesso approccio degli esterni: minimalismo, materiali ricercati come carbonio e pelle, tecnologia dedicata al rapporto armonico uomo/ macchina.

Quadrifoglio All’inizio era un semplice simbolo portafortuna, diventato in seguito qualcosa di ancora più magico: record in pista e vittorie in gara, guadagnate sul campo da Alfa Romeo e dai suoi piloti. Quando Ugo Sivocci vinse la Targa Florio nel 1923, il suo quadrifoglio attraversò il traguardo prima di lui. Da allora, il Quadrifoglio ha accompagnato Alfa Romeo nelle sue vittorie più leggendarie: dalla P2 nel Campionato del Mondo del 1925 alle “Alfetta” 158 e 159 nel Campionato del Mondo di Formula 1, rispettivamente nel 1950 e nel 1951. Il Potenza massima 510 CV Quadrifoglio è il simbolo Velocità massima 307 km/h di quella fortuna che si Accelerazione 0-100 km/h 3,9 s può costruire quando si Lunghezza 4,639 m mettono al primo posto Passo 2,82 m prestazioni e tecnologia, Larghezza 1,873 / 2,024 m come da sempre fa Alfa Altezza 1,426 m Romeo. Da € 79.000


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18-19 FEBBRAIO 2017

19 MARZO 2017

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02 APRILE 2017


BMW

Velocità massima 250 km/h autolim. (estendibile a 305 km/h) Accelerazione 0-100 km/h 4,2 s Potenza kW/CV 412/560 a 6000-7000 giri Da € 135.500

M6 Coupé

cattura lo sguardo e toglie il respiro Come si può esprimere la passione? Si può provare con i numeri, ma 560 CV e 4,2 secondi da 0 a 100 km/h danno solo una pallida idea del fascino che emana la BMW M6 Coupé. È impossibile non lasciarsi coinvolgere dall'entusiasmo dei tecnici che progettano le auto sportive M, che si manifesta nella stupenda carrozzeria ottimizzata dal punto di vista aerodinamico. La sua imponenza rivela immediatamente il DNA sportivo di questa vettura, caratterizzata da un estremo dinamismo. Lo rispecchia anche il cruscotto, disponibile su richiesta in materiali particolarmente raffinati e che irradia sportività fin nei minimi dettagli. Così la BMW M6 Coupé si trova in pole position per l’innovazione ingegneristica e per lo scattante motore benzina a 8 cilindri M TwinPower Turbo. Grazie a tecnologie come il Differenziale Attivo M e l’Assetto M estremamente preciso, questo motore è stato messo a punto raggiungendo livelli di perfezione mai visti. Grazie al Pacchetto Competizione (optional) è ormai pronta ad affrontare il circuito. Ora come non mai la potenza aumentata a 575 CV e la dinamica di guida ottimizzata in molti particolari spingono a superare anche i limiti della fisica. Esterni Sulla strada si muove come un felino pronto all’attacco. Appena si tocca il pedale dell’acceleratore il motore aspira l’aria attraverso le imponenti prese d’aria nel frontale aerodinamico. Il logo M risplende tra le asticelle della calandra a doppio rene. Gli pneumatici hanno già affondato gli artigli nell’asfalto e la BMW scatta in avanti sospinta dall’eccezionale potenza. Lo sguardo si sposta sui fianchi, dove, con le sue superfici opache, la vernice BMW Individual Frozen Red metallizzato (optional) enfatizza alla perfezione le linee allungate. I retrovisori esterni M e il tetto in carbonio dal profilo caratteristico si integrano con armonia in questo quadro.

Un incontro molto intenso che si conclude nella caratteristica parte posteriore, che è in grado di aumentare la deportanza grazie allo spoilerino e al diffusore perfettamente integrati e lascia un’impressione indelebile. Interni Qui si trova un ambiente fatto apposta per guidare spingendosi ai limiti fisici, ma senza rinunciare all’eleganza che riflettono i materiali pregiati offerti nella collezione BMW Individual. Chi guida ha a disposizione innovazioni come il BMW Head-Up Display a colori con display specifico M. Il cruscotto è rivolto verso il conducente, mentre il volante con paddle integrati intensifica la sensazione di sentirsi tutt’uno con l’auto. Basta premere un pulsante per richiamare le proprie impostazioni. I sedili multifunzione M (optional), ad esempio con rivestimenti interni in pelle Exclusive Merino BMW Individual, offrono un ottimo sostegno laterale anche nelle curve veloci. Il rivestimento interno del padiglione in Alcantara nero completa alla perfezione questo design sportivo.


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SU STRAD A 43

GranTurismo MC Stradale Centennial Edition

più che una macchina, un'opera d'arte MASERATI

Ogni componente della Maserati GranTurismo è un capolavoro dell'ingegno italiano. Ogni esperienza di guida è inimitabile. Una carrozzeria potente ed elegante, plasmata in modo magistrale sulla meccanica. La Maserati GranTurismo coniuga, come nessun’altra vettura a quattro posti, una classe ed un’eleganza che non conosce rivali a una vocazione sportiva senza compromessi. Un'icona sportiva Pininfarina ha creato l’abito più elegante e sensuale attorno all’idea che sta alla base del progetto GranTurismo: sportività coniugata allo spazio, per tutti. Ispirandosi alle forme della Maserati Birdcage 75th, l’esterno appare muscoloso e con una naturale e decisa fluidità di volumi che, partendo dalla calandra, creano un disegno perfetto su tutta la fiancata, sino ai fanali posteriori, e sui parafanghi, fino alle ruote. Il lungo cofano motore, solcato dal classico rilievo a “V”, presenta sulla fiancata tre prese d’aria, in puro stile Maserati, che alleggeriscono il parafango anteriore e donano un’immagine complessiva dinamica e grintosa. La sportività e l’animo tecnologico sono accentuati dall’ampio diffusore aerodinamico che si apre nella parte bassa del paraurti e dai moderni fari posteriori di forma triangolare, composti da 96 luci a led.

Abitabilità e comfort straordinari Gli interni uniscono design accattivante e materiali pregiati al lusso che soltanto lo spazio, la luce e la luminosità sanno offrire. Un ambiente studiato per rendere la GranTurismo non solo un’auto sportiva ad alte prestazioni, ma anche una macchina capace di generare sensazioni forti per pilota e passeggeri. Dettagli curati e realizzati artigianalmente, piacevoli alla vista e al tatto. L’abitacolo è ricco di artigianalità e presenta una grande cura dei particolari, che contribuiscono a creare un’immagine d’insieme difficile da dimenticare. Sicurezza La sicurezza raggiunge livelli mai visti prima. La stabilità della vettura è costantemente monitorata dal sistema elettronico Maserati Stability Program (MSP): un evoluto sistema elettronico che, in caso di sbandata, riduce la coppia e agisce sui freni stabilizzando la vettura in pochi millisecondi. Velocità massima 303 km/h Accelerazione 0-100 km/h 4,5 s Lunghezza 4,933 m Passo 2,942 m Larghezza 2,044 m Altezza 1,343 m Da € 169.792


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44 C O P E R T IN A

PhotoŠ Filippo Avandero

giulia.arena


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COPERTIN A 45

Giulia arena, modella e conduttrice televisiva, vincitrice della 74ª edizione del concorso miss italia, siciliana di messina, nata a Pisa nel 1994 e tornata Poi in sicilia, studente alla facoltà di GiurisPrudenza dell'università cattolica del sacro cuore di milano, ci reGala una curiosa intervista svelandoci la sua indole "PePerina".

Raccontaci qualcosa della tua infanzia e dei tuoi affetti... La mia infanzia in effetti è stata ben distante dai passi di danza e dai sogni rosa nel cassetto. Ho moltissimi ricordi spericolati, di una bimba “peperina” che a sei anni sognava di diventare un’astronauta (vai a capire poi come sono diventata Miss Italia e studentessa di legge). A tredici anni ripudiavo così tanto il mio visino da angioletto, che tutti guardavano con aria di tenerezza, che in gran segreto decisi di andare a tagliare i capelli cortissimi, tanto che volli la macchinetta elettrica da uomo. E fu così che la ragazzina dagli occhi verdi ed i lunghi capelli biondi cedette il posto ad un taglio cortissimo e rosso che mi accompagnò per quel periodo ribelle che fu la mia adolescenza. Adesso certamente sono tornata ai lunghi capelli biondi ed alla faccia d’angelo che tanto avevo disconosciuto, eppure quello spirito peperino ed il rosso acceso del taglio maschile continuo a portarli dentro.


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Photo© Filippo Avandero

giulia arena Il tuo ultimo progetto lavorativo? Parliamo della conduzione delle due puntate della Pre-finale di Miss Italia 2016 e della Finalissima. Certo, strano a dirsi sia l’ultimo progetto lavorativo, considerando che proprio da quel palco è partito tutto. La scrittura delle puntate, così come le registrazioni, sono state una corsa contro il tempo. Nuovi autori, vecchia scuola. Ma abbracciare il concorso, seppur in veste differente, mi ha messa profondamente a mio agio. Una splendida opportunità ma, soprattutto, una grande soddisfazione. Non avrei potuto immaginare modo migliore di “chiudere il cerchio”, se non quello di tornare da conduttrice nella culla che mi ha battezzata. Quale delle esperienze lavorative ti ha dato di più? Certamente la conduzione del programma “Mode e Modi”. Ho ricevuto la proposta di conduzione da parte di La7 durante l’anno in carica di Miss Italia, ciò significava accettare una sfida senza avere alcun genere di esperienza, di preparazione alla base, e senza neppure avere il tempo per farlo (chi segue il concorso durante l’anno sa che la Miss ha un calendario fittissimo che la porta ad avere impegni in qualsiasi città d’italia). In un primo momento conciliare la mia vita da trottola e la stanchezza che portavo dietro con la grinta necessaria al programma non è stato affatto scontato, ma condurre è stata la parola chiave del mio provino a Miss Italia e di ogni altro programma che di lì in avanti avevo desiderato. A “Mode e Modi” sono seguite le conduzioni di altri programmi ma è a questo che devo la mia grinta, la mia passione e l’esperienza acquisita.



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Photo© Guido Stazzoni

48 C O P E R T IN A

Quale aspetto ti piace maggiormente del mondo della moda? Di certo non si può dire che io sia una Fashion Addicted! Parola chiave: semplicità. E credo che in questo la moda italiana abbia fatto la differenza. Per quel che mi riguarda cerco sempre di mantenere una linea di sobrietà senza mai strafare. Un sogno professionale? Con quei piacevoli assaggi di conduzione ho avuto la conferma che in quell’enorme ventaglio di possibilità che lo Spettacolo dà, questo è ciò che vorrei fare. Ma è chiaro, l’avvocato, è l’avvocato. C'è un episodio che ti ha cambiato la vita? Probabilmente i mesi trascorsi all’estero, negli Stati Uniti. Ho avuto l’enorme opportunità di partire da sola, neppure maggiorenne, per l’altro capo del mondo. Questo significa ampliare i propri orizzonti proprio quando si sta imparando a guardare lontano. Significa abbattere i propri muri prima di alzarli. È stata un’esperienza varia, estremamente intensa, appagante, che nella quotidianità mi ha insegnato moltissimo con quella sincera curiosità che si poggiava ovunque. Sono partita per Boston facendo poi tappa in diverse città del nord-est del paese. Sono partita con la convinzione di trasferirmi lì, di studiare lì, di abbracciare il “sogno americano”. In realtà mi scoprivo: più viaggiavo, più mi rendevo conto di quanto ci fosse in me dell’Italia che credevo di poter lasciare senza neppure voltarmi indietro. Gli Stati Uniti mi hanno in qualche modo aperto gli occhi e così, in America, ho scoperto quanto fossi Italiana. A questa esperienza ho voluto dedicare il mio secondo tatuaggio, cui serbo proprio questo significato: “un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi (M. Proust)”.



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Quando hai capito di aver trovato quello che cercavi? Perché, ho già trovato quel che cercavo? Come reagisci alle critiche? Tutto sta nel vedere da chi partano le critiche. In linea di massima vivo ed analizzo i commenti che mi vengono fatti con il giusto distacco, ma non sono mai riuscita a trattenermi dal somatizzare le riflessioni che ricevo dalle persone a cui sono più legata! Un pregio che ti riconosci? Probabilmente il pragmatismo, in particolar modo in ambito lavorativo, è stato innumerevoli volte quell’asso nella manica che da una giovanissima ragazza con poca esperienza non si può pretendere, e che proprio per questo si è rivelato essere la giusta marcia in più. Una debolezza da confessare? Per quanto mi costi dirlo, sono una persona fortemente permalosa. Tengo a sottolineare di aver sempre ignorato questo aspetto, ma a detta del mio fidanzato sembra proprio sia indifendibile. Permalosa sino al midollo. Che rapporto hai con il tuo corpo? Un rapporto civile di separati in casa, che alle volte fanno colazione insieme. Non mi sono mai lamentata del mio corpo, riconosco di avere avuto una grandissima fortuna che certamente nulla ha a che fare con il mio impegno, eppure (così come il paradigma della scontentezza di ogni donna afferma) l’idea di bellezza che ho è differente dal mio corpo. Lo confesso: qualche chilo in più non mi dispiacerebbe! Sei attiva nei social e hai hobby particolari? Sono attiva nei social, mi piace raccontare e raccontarmi. Non disdegno l’idea di lasciar scoprire ad altri quella quotidianità ben distante dagli impegni ufficiali.

Svelaci qualche dettaglio della tua vita sentimentale... Il mio è un rapporto vissuto lontano dai social ed ancor più lontano dalle luci dei riflettori. Questa forse è stata una delle fortune che hanno rafforzato ancor più la nostra storia che, a dispetto di ogni (mia) previsione, ha segnato da poco i due anni. In un periodo in cui la concentrazione sui miei impegni lavorativi (che spesso mi portavano a viaggiare) mi imponeva di non avere legami, ho conosciuto Antongiuseppe proprio tra i chiostri della mia università. Nulla di plateale e certamente nulla di scontato. Siciliano come me, ma estremamente distante dal mio carattere, dalle mie esperienze. Eppure, come si suol dire, c’è stata chimica! Nonostante io abbia in ogni modo remato contro quella storia che stava per nascere, ad oggi mi trovo a non poter immaginare progetti che non includano lui. Certamente non si può dire che sia un uomo che non ottiene quel che vuole!

Lasciamoci con una tua massima... Vi svelo un piccolo segreto: qualche istante prima di salire sul palco su cui sono stata incoronata Miss Italia, uno degli autori del programma mi si avvicinò facendomi l’in bocca al lupo. Al mio sonoro “crepi”, mi richiamò dicendomi: “è bene che il lupo viva, anzitutto per la lupa che tiene in bocca i propri cuccioli, per far sì che siano protetti. Poi è bene che viva perché in fondo noi non abbiamo mica paura del lupo, non è così?”. Lì per lì mi piacque questa insolita versione e gli ripetei più e più volte nel corso delle pause della Diretta il mio “Viva il Lupo”. Certo, quella sera il Lupo visse, eccome se visse! Da quella notte, ad ogni augurio la mia risposta rimane sempre e soltanto quella, quel “è bene che il lupo viva” che quella sera mi portò un pizzico di fortuna! l


Photo© Alessio Albi

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A TU PER T U 53

voce

raccontano coMe è nato il loro duo che riSPonde al noMe di MuSica nuda e che ha raccolto conSenSi e SucceSSi in tutto il Mondo. il 27 gennaio è uScito il loro nuovo albuM “leggera” e il MeSe ProSSiMo Partirà dall’italia un tour internazionale che toccherà anche Francia e Stati uniti. da non diMenticare la data del 4 Marzo: il duo Si eSibirà al teatro villa dei leoni di Mira (ve). Di Annalisa Fortin

Photo© Massimo Zannoni

contrabbasso

Petra Magoni e Ferruccio SPinetti


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Photo© Pasquale Modica

54 A T U P E R T U

“è una storia originale la nostra e come le storie più interessanti non è nata a tavolino. Il caso ci ha fatto trovare in una jam session ed è stata quella la scintilla del nostro sodalizio artistico. Nessun credeva, forse neanche noi, che un duo solo contrabbasso e voce avrebbe fatto più di 1000 concerti in 14 anni, toccando tanti paesi del mondo.”

Così Ferruccio e Petra spiegano come è nato il duo Musica Nuda, ovvero grazie ad un incontro fortuito, voluto da un destino che ha avuto grande intuito e senso artistico. Lei cantante solista con all’attivo già quattro album, nel gennaio 2003 aveva in programma un mini-tour in alcuni piccoli club della sua amata Toscana con un amico chitarrista. Proprio il giorno del loro primo concerto quest’ultimo si ammala. Petra, invece di annullare la data, chiede a Ferruccio, contrabbassista degli Avion Travel, di sostituirlo all’ultimo minuto. Il concerto ottiene un tale successo che i due protagonisti di questo “voice’n’bass” combo, nel giro di qualche settimana mettono insieme un intero repertorio composto dalle canzoni che più amano e di slancio registrano il loro primo album “Musica Nuda”, titolo che darà poi il nome anche al loro duo. Questo è solo l’inizio di un successo che ha oltrepassato il confine italiano, ottenendo lodi e apprezzamento in tutto il mondo (Italia, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, USA, Canada, Russia). Recentemente il duo è stato ospite fisso del programma “Beati Voi” e da poco è uscito l’ultimo disco “Leggera”, composto da brani inediti e cantato per la prima volta tutto in italiano, un disco che parla di leggerezza, nel senso più calviniano del termine: “Bisogna prendere la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” (Italo Calvino). È questo un sentimento che si riverbera in tutti i brani dell’album, dotati di una grazia lieve e di un’eleganza che ricordano la canzone italiana d’autore degli anni Sessanta. Quella stessa grazia che rende unico il duo Musica Nuda, con la speciale alchimia tra Ferruccio e Petra, quasi fosse una "condizione imprescindibile", come titola un brano del disco. Due spiriti affini che con la propria musica riescono ancora oggi, come 14 anni fa, ad emozionare.



Chi ha creduto in voi per primo e come è nato il nome del duo? Ferruccio: La risposta è semplice, quelli che hanno creduto con tutte le forze in Musica Nuda siamo stati proprio Petra ed io. Soprattutto all’inizio, non avevamo un’agenzia di concerti e un manager, quindi facevamo tutto da soli, spinti dalla passione. Sin dal primo momento è stato il pubblico, indipendentemente dal numero di spettatori, a farci capire le potenzialità del duo. Il famoso passa parola è stato fondamentale. Musica Nuda è un nome che ha trovato Petra. All’inizio a me non piaceva. Invece racchiude perfettamente la nostra idea di musica: spogliarla per andare all’osso, all’essenza della musica stessa. Nelle vostre famiglie avevate già riferimenti con il mondo della musica? Petra: Mio padre da ragazzino cantava molto bene ed era sempre il solista delle operette che mettevano in scena nel suo paese, in Valtellina. Era così bravo che una famiglia di Milano si era offerta di pagargli gli studi al Conservatorio ma mio nonno disse che quello del cantante era un mestiere poco serio! Anche mia madre cantava, precisamente nel coro dell’ISEF a Roma.

Ho sempre sentito cantare tutti nella mia famiglia, compresi cori di montagna alla fine delle cene. Ferruccio: Io invece non vengo da una famiglia di musicisti, anche se mia madre da piccola aveva studiato pianoforte, ma forse per le mie origini del sud, essendo casertano, ho avuto la fortuna di vivere sempre in mezzo alla musica. Sono cresciuto ascoltando i classici napoletani cantati in casa dai miei parenti o per la strada dal fruttivendolo o dal meccanico. Ricordo perfettamente poi un vecchio giradischi di mio nonno che funzionava ancora a 78 giri ed aveva molti dischi che pesavano tanto, molto di più degli mp3 moderni. Petra quando ha cantato per la prima volta e Ferruccio quando ha suonato? Petra: Mia mamma mi racconta di quando avevo un anno ed ero riuscita a raggiungere un mandolino che i miei tenevano in casa. Lo strimpellavo cantando “mandolino, mandolino”. Ferruccio: Io a 5 anni avevo già le idee chiare. Non mi interessava fare il medico o il pompiere, volevo fare il musicista. Avevo la fortuna poi di avere un pianoforte verticale in casa, era di mia madre e ce l’ho tuttora, quindi ogni tanto toccavo questi tasti bianchi e neri. Poi mi regalarono una tastiera Bontempi e iniziai a giocarci.


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Immagino siate anche amici, lavorare insieme agevola un rapporto di amicizia? Ferruccio: Essere amici aiuta a lavorare e creare bella musica. Se io e Petra non fossimo stati compatibili caratterialmente il progetto sarebbe finito già da molti anni. è stata una grande fortuna anche questa. Petra: Siamo compatibili è vero e forse il momento in cui comunichiamo maggiormente è proprio mentre suoniamo. C'è un concerto o un'esibizione che ricordate particolarmente? Petra: Tante tantissime emozioni... anche il mese scorso a Bruxelles nel locale Jazz Station che era tutto esaurito da tempo e si è creata una bellissima empatia col pubblico. Ferruccio: Beh, per me il concerto al Teatro San Carlo di Napoli del 2008, proprio per via delle mie origini di cui parlavo prima, probabilmente il palco più prestigioso dove ho suonato. Sono stato il primo a portare un wah-wah al San Carlo! Ovviamente ricordo anche con piacere la prima volta a Parigi all’Auditorium di Radio France, quando nel gennaio del 2005 aprimmo a Radio FIP il concerto di Stefano di Battista in diretta nazionale. Dopo una settimana avevamo venduto 5mila copie. Da lì è partita la nostra avventura anche in Francia, dove suoniamo regolarmente da anni.

Photo© Simone Cecchetti

A TU PER T U 57

Vi definite degli artigiani della musica, secondo voi questo progredire così veloce della tecnologia, tanto che oggi i cd non sono più nemmeno inseribili nei computer o in auto, aiuta o meno la musica e chi di musica vive? Ferruccio: Non bisogna essere nostalgici. Non possiamo certo noi cambiare il corso della tecnologia. Noi abbiamo sempre vissuto principalmente di musica live, quindi concerti, Km, hotel, macchine che raggiungono in poco tempo distanze di migliaia di chilometri. Ci interessa fino ad un certo punto il cambiamento del supporto audio. Mi piace però sottolineare come si stia tornando al vinile. Anche noi abbiamo pubblicato da poco con la FONE il vinile di “Little Wonder” (cd uscito con Warner nel 2015) e a breve usciranno anche il vinile di “Leggera” e del nostro primo cd Musica Nuda del 2004.


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58 A T U P E R T U

Siete stati ospiti della rassegna “I suoni delle dolomiti”, come è stato cantare e suonare a tanti metri di altezza e immersi in un teatro così inusuale? Petra: Io in particolare sono grande appassionata di montagna per cui è stato unire il dilettevole al dilettevole!!! Che passioni avete, oltre la musica ovviamente, passioni in cui ritrovate anche ispirazione per esempio? Ferruccio: Io sono super tifoso della Juvecaserta, squadra di basket che milita in serie A1, unica ad avere vinto uno scudetto al Sud nel 1991 e ogni domenica, anche a distanza, seguo come posso la squadra. A volte anche durante i soundcheck. Faccio anche l’abbonamento da anni, anche se poi vivendo in Toscana, non riesco ad andarci. Nel 2012 ho addirittura scritto una canzone per la squadra cantata ovviamente da Petra. Ci sono tante affinità tra il gioco di squadra del basket ed il gioco di squadra in una band, sia essa un duo o un sestetto. Ognuno deve avere un ruolo e si vincono le partite se si gioca insieme e si mettono da parte le individualità. Un esempio: lo scudetto vinto dalla provinciale Caserta contro la corazzata Milano del 1991 e le centomila copie vendute in questi anni del primo disco “Musica Nuda”, registrato in un pomeriggio da due persone che hanno coltivato un sogno con tanti “allenamenti musicali” e sacrifici. Petra: Io amo viaggiare e quindi questo mestiere mi si addice, e poi amo gli animali pensa che ho 8 cani, 16 gatti, cavallo, pappagalli e... figli! Sono anche abbastanza sportiva e faccio corse di trotto negli ippodromi e spesso vinco. Ferruccio scommette sempre quei 2 euro su di me. Il Bataclan è stato un teatro in cui vi siete esibiti prima del terribile attentato. Cosa avete provato appresa la notizia? Petra: La Francia è la nostra seconda patria, Parigi è la capitale che conosco meglio, ho una casa e tanti amici. È stato terribile. C'è qualcuno a cui dovete un grazie particolare per essere riusciti a fondare il duo o comunque per essere arrivati dove siete? Ferruccio: Petra e Ferruccio in primis e poi Antonella Bubba che è la nostra agente da tanti anni. In Francia, Pierre Darmon e Francois Peyratout che hanno creduto in noi nel lontano 2005. Che musica ascoltate di nascosto, se c’è, nel senso che da professionisti magari ascoltate ed apprezzate qualcosa di cui un po’ vi vergognate? Ferruccio: Io non mi vergogno della musica che ascolto. Con la maturità ho imparato a non essere snob. Se un artista ha successo c’è sempre una verità, un perché. Certo ascoltare la radio in macchina è una corsa ad ostacoli, visto quello che propongono, ma se sento una bella canzone non mi chiedo chi la stia cantando o suonando. Petra: Idem. Ascolto di tutto. C’è un momento per ogni cosa. La vostra prossima sfida artistica? Ferruccio: Come duo abbiamo tante idee, anche se i progetti al di fuori di Musica Nuda non mancano. Per noi il duo non è una gabbia e amiamo collaborare con altri artisti. Io, ad esempio, dopo 20 anni dal cd Nada Trio, composto da me, Nada Malanima e Fausto Mesolella, chitarrista Avion Travel, sono tornato in studio con loro in questi giorni per registrare un nuovo album che uscirà in primavera. La sfida non è semplice quando vieni da un cd che nel 1995 è stato un successo clamoroso di pubblico e stampa, ma siamo fiduciosi. Sto progettando inoltre un altro album con la band InventaRio, gruppo col quale abbiamo realizzato due cd, l’ultimo dedicato alla musica di Ivan Lins (Emi/Blue Note) uscito anche in Brasile con la Biscoitofino. Lins ha suonato e cantato con noi i suoi brani nel cd. Il disco è stato candidato ai “15th Annual Latin Grammy Awards” nel 2014 nella categoria MPB (musica popolare brasiliana). Petra: La parte Regina della Notte nel Flauto Magico di Mozart, una partecipazione nella compagnia Pippo Delbono, film, etc. Sono tantissimi i progetti da solista! Il vostro rituale prima di un concerto, se c’è? MN: Beh... ci diciamo un sacco di parolacce e di cose sconce... si può dire? Poi saliamo sul palco e cominciamo il concerto come se fossimo dei poeti della musica. l


PhotoŠ Massimo Zannoni

A TU PER T U 59

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Arredo green e orti urbAni Bosco Verticale di Stefano Boeri, Milano

La primavera ancora è Lontana ma Le piante possono essere vicine a noi più di quanto si pensi, rappresentando ormai dei veri e propri compLementi d’arredo, in grado di ornare spazi senza costi esorbitanti. Di Annalisa Fortin

La sapiente distribuzione del verde può conferire alla casa un aspetto fresco ed elegante, arrivando a sostituire quadri e soprammobili vari e, cosa da non sottovalutare, purifica l’aria, donando una sensazione di benessere. Solitamente nella cucina viene dedicato un posto alle erbe aromatiche, ma per l’angolo cottura sono molto indicate anche l’azalea, la begonia, il ficus beniamino, tutte in grado di contrastare i gas sprigionati nell’ambiente. In camere con scarsa luminosità si possono scegliere piante da appartamento della famiglia delle agavaceae, in particolare il genere Sansevieria. Un’orchidea invece può essere un bouquet di lunga durata per arredare il bagno di casa. Le orchidee amano un ambiente umido e posizioni illuminate: collocare la pianta nei pressi della finestra, ancora meglio se vicino ad uno specchio, è una soluzione ideale. Una casa ecologica, che assicuri un luogo più salubre in cui vivere, si può realizzare anche grazie agli alberi. Cosa ne pensate di un alberello dalle grandi foglie coriacee che trasforma un angolo vuoto in una piccola isola verde? Quella di piantare alberi in casa risulta essere ormai una tendenza e per il caso si prestano molto bene i bonsai: fanno defluire l’aria in casa e assicurano un ambiente fresco in estate. Ultimamente sono di gran moda i giardini d’appartamento, ovviamente in case moderne che abbiano a disposizione diversi metri quadrati da destinare alle decorazioni, ispirandosi magari alla tradizione zen e fondendola con tratti puramente occidentali. Di grande effetto sono le piante stabilizzate che durano a lungo rimanendo verdi e rigogliose nel tempo grazie a specifici trattamenti che le rendono immuni all'invecchiamento. Il loro utilizzo nell'interior design è molteplice: pareti stabilizzate, ovvero muri interni completamente rivestiti; arazzi vegetali, applicazioni ad hoc su parete che creano una vera e propria opera d'arte unica e personalizzata; oggetti d'arredo di svariate forme e dimensioni, quadri vegetali e molti altri elementi decorativi grazie all'utilizzo del lichene, la pianta stabilizzata più versatile.


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MOND O 61

“L’idea nasce da un esperimento realizzato sul tetto del nostro studio”, spiega Carmagnani “Era il 2010, iniziava la crisi dell’edilizia e ci siamo dedicate a questo progetto. Inserito in un contesto fatto di alloggi abitati per lo più da famiglie giovani, in cui già c’erano elementi in comune come la lavanderia, l’orto è diventato una sorta di completamento di questo modello abitativo”. Ma come è possibile trasformare un tetto in un orto? “Stendiamo innanzitutto una lastra di pvc che serve ad evitare che le radici penetrino nel cemento creando infiltrazioni, quindi c’è uno strato di feltro, dei pannelli per il drenaggio e infine uno strato di terriccio alleggerito, che consente la coltivazione senza pesare troppo sulla soletta. Oltre a permettere di avere un orto anche a chi vive in città, il sistema consente anche di isolare i locali sottostanti e di abbassare il picco di calore, specie in estate, tant’è che la temperatura della soletta scende di 4 o 5 gradi, così non serve più l’aria condizionata. E in inverno si riducono i costi di riscaldamento. Il prezzo per costruire l’orto oscilla tra gli 80 ed i 90 euro al metro quadrato.”

Orti e giardini... urbani, domestici e condivisi. Orti e giardini urbani cominciano a diventare sempre più numerosi, anche nelle grandi città, sulla scia dell'esempio di Parigi dove, in seguito all'iniziativa delle associazioni di residenti, oggi se ne contano un centinaio ma soprattutto esiste una legge per incentivarli. Precisamente si tratta di "giardini condivisi" dando la possibilità alla comunità di occupare temporaneamente alcuni suoli della città per la messa a coltura, con l'utile obiettivo di rendere l’ambiente urbano più umano. A New York, Chicago e Tokyo la coltivazione degli orti urbani è diventata una vera e propria moda e ora sta prendendo piede anche in Italia, a partire da centri come Milano, Torino, Bologna. All’Expo era stato lanciato, insieme a Padiglione Italia, il concorso We-Progetti delle donne volto a premiare le migliori iniziative femminili. Tra tutti i progetti pervenuti, hanno incontrato il favore della giuria quelli che, oltre al fattore originalità, hanno dimostrato un forte legame con territorio, sostenibilità e società. è l’esempio di Orti Alti, startup lanciata a Torino dagli architetti Elena Carmagnani, 46 anni, e dalla 34enne Emanuela Saporito, con lo scopo di trasformare i tetti in orti, rendendoli un luogo di socialità oltre che di produzione di verdura e erbe aromatiche, utile per garantire una maggiore efficienza energetica agli edifici che li ospitano. Orti Alti, startup degli architetti Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito


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62 M O N D O

Chicago

Centro commerciale ad Osaka

A Milano l’Orto cinetico è un meraviglioso orto sul tetto che campeggia nel cuore di Brera. Realizzato in occasione del Fuorisalone 2016 da Piuarc, che ha in tal modo reso omaggio all’artista venezuelano Carlos Cruz-Diez tramite un'installazione optical realizzata utilizzando essenze botaniche, l’orto cinetico regala allo spettatore la visuale di giochi cromatici che rendono dinamico e suggestivo il cortile di Via Palermo 1. Oltre all’arte in senso stretto, la peculiare struttura di aiuole e pallet creata da Piuarc sul tetto è interessante per l’ideazione del sistema modulare, ovvero un sistema che utilizza i pallet per costruire strutture facilmente assemblabili che coniughino estetica e funzionalità, a costi ragionevoli. Un sistema dunque pensato per essere ripetibile su ampia scala e per riqualificare superfici non utilizzate. I pallet sono usati sia come piano di calpestio sia come contenitori per il terreno da rovesciati. In questo modo con l’impiego di un unico elemento modulare si costruisce il layout dell’orto. Questi orti domestici stanno prendendo piede in molte altre zone d’Italia e possono essere definiti come una sorta di orti tradizionali ma più piccoli in quanto realizzati in spazi molto contenuti (balconi, terrazze o piccoli giardini).

L’Orto cinetico di Milano

L’idea di realizzare queste coltivazioni nasce primariamente dalla necessità di avere, in un piccolo spazio verde cittadino, dei prodotti sani, naturali e biologici, creando un rapporto tra natura e costruito, risorse disponibili e consumo, rispetto e integrazione tra i diversi sistemi. Per intraprendere questa pratica si suggerisce il libro "La virtù dell’orto" di Pia Pera, sostenitrice dell’idea che la strada per la felicità passi per la cura di un orto. Due passi in giardino, delle cesoie alla cintola, un rametto da potare qui, un pomodoro da legare là, sugo di more di gelso mature, velluto di pesche e albicocche, possono essere tutti elementi che rivitalizzano l'umore. Uscire dalle pareti di casa e immergersi in un corpo a corpo con la natura non può che aiutarci ad uscire da quel crampo mentale notturno che ci aveva lasciati intorpiditi, fiacchi, svogliati, magari anche depressi. Fuori un mondo intero che ha bisogno delle nostre cure e dei nostri gesti ci attende: un terreno incolto in cui lanciare manciate di semi, un davanzale dove allineare bei vasi di coccio, una siepe dove ospitare uccelli o un orto da cui farsi nutrire.


quarta edizione torneo nazionale

Best of Golf

FORMULA DI GARA 4PLM LA MIGLIORE Categoria unica

PREMI

1°/ 2°/ 3° COPPIA NETTO 1° COPPIA LORDO 1° COPPIA SENIOR 1° COPPIA LADY 1° COPPIA MISTA

PREMI SPECIALI

“Driving Contest” • “nearest to the Pin” • “hoLe in one” •

FINALE NAZIONALE

www.bestofgolf.org

12 tappe domenica 12 marzo

domenica 11 giugno

domenica 20 agosto

lunedì 17 aprile

domenica 18 giugno

domenica 10 settembre

domenica 23 aprile

domenica 2 luglio

domenica 17 settembre

domenica 7 maggio

domenica 2 luglio

domenica 24 settembre

Golf Club della MonteCChia Selvazzano [Pd] Golf Club Prà delle torri Caorle [Ve] Golf Club Villa CondulMer Mogliano Veneto [tV] Golf Club ViCenza Vicenza

F inale nazionale Powered by

VENEZIA - PADOVA - VICENZA

media Partner

Golf Club dei laGhi Varese

Golf Club albarella albarella [ro] Golf Club Verona Verona

Golf Club liGnano lignano Sabbiadoro [ud]

Golf Club folGaria folgaria [tn]

Golf Club fraSSanelle Padova Golf Club jeSolo jesolo [Ve]

Golf Club CaStelfranCo Castelfranco Veneto [tV]

sabato 14 ottobre Golf Club Ca’ della nave Martellago [ve]


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64 M O N D O

Bosco verticale The Park Royal on Pickering, Singapore

"Lavorando in giardino", dice l'autrice Pia Pera, "si rafforza in modo molto rasserenante la connessione tra azione e risultato. L’esatto contrario della depressione, quel misero stato in cui si ha l’impressione che nessuna nostra iniziativa approderà mai a qualcosa di bello". Chi presume di avere un pollice verde verso, ma è comunque stuzzicato dall'idea di uscire sul proprio terrazzo per cogliere un pomodoro maturo da consumare immediatamente a tavola, può farlo coltivando un vaso, che è molto più semplice, a patto di osservare alcune semplici regole (come trapiantare le piantine acquistate a fine marzo e in contenitori di opportune dimensioni). Addirittura si possono avere dei piccoli orti senza terra, ovvero che si basano sulla cosiddetta tecnica di coltivazione idroponica (nome di origine greca che combina le parole "hidro"=acqua e "ponos"=lavoro). Insomma le idee e le alternative sono varie e le fonti per scoprirle inesauribili, ciò che bisognerà sicuramente tenere a mente sarà il fatidico proverbio “se dall’orto vuoi verdura non smetter mai la cura”! l

Sfera in lichene NaturaDesign by Nicola Sarti LAB, Padova



uno spazio dove si incontrano arte, cultura, fascino. uno spazio che ogni mese saprĂ trasmetterci nuove emozioni. una galleria d'arte? no, una banca... in arte "mediolanum".


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IN ARTE MEDIOLANU M 67

Mediolanum: un grande progetto

PhŠ Alberto Bacchin

dal volto umano


Banca Mediolanum nasce nel 1997 come risultato di un’appassionante percorso di crescita imprenditoriale, che si sviluppa a partire da una brillante intuizione di Ennio Doris, il quale decide di rivoluzionare la tradizionale concezione di banca, valorizzando al massimo la centralità del cliente, a cui viene affiancato un professionista dedicato: il consulente globale, ossia una figura capace di assistere e consigliare adeguatamente il risparmiatore, per qualsiasi esigenza attinente al mondo dell’investimento finanziario, della protezione assicurativa e dei servizi bancari in genere. In questa avventura Doris viene affiancato dal gruppo Fininvest, che fornisce un prezioso supporto in termini di capacità economica e imprenditoriale. Banca Mediolanum SpA si pone sin da subito in modo innovativo sul mercato, da una parte servendosi della tecnologia più evoluta e facile da usare, dall’altra garantendo un servizio personalizzato, con la presenza del consulente dove e quando il cliente lo richieda. Nel 2002 Banca Mediolanum cresce anche a livello europeo, con l'acquisizione della tedesca Bankhaus August Lenz & Co AG. Nel 2015, a seguito della fusione per incorporazione con Mediolanum S.p.A., diventa la società capogruppo del Gruppo Mediolanum, sostituendo quindi l'incorporata nelle quotazioni nell'indice FTSE MIB della Borsa Italiana. Le modalità di interazione con il cliente si sviluppano privilegiando canali alternativi, quali telefono, mediavideo e internet, senza per questo trascurare il tradizionale servizio di sportello, garantito nella maniera più capillare, grazie alla convenzione stipulata con Poste Italiane e Banca Intesa per l’utilizzo della loro estesa rete di filiali.

Nel tempo, la figura del family banker, ossia di un consulente personalizzato per ciascun cliente, diviene sempre più punto di riferimento per il risparmiatore, rappresentando quel “volto umano” che costituisce uno dei primari punti di forza della gamma di servizi della banca online. Negli anni cresce inoltre l’attenzione della Banca nei confronti della clientela che, per livello e complessità patrimoniale, richiede prodotti e strumenti di particolare sofisticazione. Con la consueta prontezza, Banca Mediolanum crea e struttura in maniera esemplare un eccellente servizio di wealth management, ponendo al servizio dell’investitore professionisti particolarmente connotati sotto il profilo della competenza tecnica: i private banker. Proprio a Padova nasce la prima struttura all’insegna dell’avanguardia, chiamata Casa Mediolanum, che vuol essere non solo banca, ma occasione di condivisione con il cliente di esperienze e valori che vadano oltre il perimetro economico, aprendosi in special modo alla cultura contemporanea, nella forma dell’arte figurativa.


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IN ARTE MEDIOLANU M 69

Ed ecco che in Casa Mediolanum viene creata un’importante collezione di arte contemporanea, il cui fil rouge è quello della pop art americana ed europea, movimento diffusosi negli anni ’60 del ‘900, generato dalla reazione degli artisti alla nuova realtà economica e sociale di quel periodo. Un’arte fondata su principi ben individuati, legati alla produzione in serie, alla replicazione automatica, alla negazione di senso al gesto creativo, per giungere alla decontestualizzazione dell’oggetto quotidiano. Se è noto che questa profonda rivoluzione ha ispirato le realizzazioni di artisti come Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Keith Haring, Jacques Villeglé, Armand Pierre Fernandez, presenti peraltro con numerose opere in questa collezione, è altrettanto innegabile che la pop art e più in generale l’esperienza artistica che classifichiamo come arte contemporanea, è un’esperienza non conclusa, ma che continua ad esprimersi attraverso la ricerca creativa di molti giovani talenti. «La forza dell’Italia e di Padova è l’arte, e per questo come banchiere ho deciso di legarla alla nostra attività». Così si è espresso il Presidente Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum, lo scorso 9 settembre 2016, quando ha presentato il nuovo progetto di riqualificazione urbana che porta la firma di Banca Mediolanum e riguarda l’area che va da piazzetta Bussolin, sede di Casa Mediolanum, sino al centro storico cittadino e precisamente alla Chiesetta di Sant’Agnese in via Dante. Il progetto, che porta il significativo titolo di “Padova Urban Gallery”, prevede la realizzazione di un “boulevard degli artisti”, che costeggerà il Piovego e Ponte Molino, con installazioni e atelier in cui noti maestri potranno cimentarsi nella realizzazione di alcune opere “en plein air”, come avveniva in passato per molti campioni delle avanguardie parigine. è prevista anche l’indizione di un concorso pubblico a cui parteciperanno artisti di assoluto livello.

«Noi siamo nati qui come realtà e vogliamo fare di Padova la nostra personale capitale» ha proseguito il patron di Mediolanum «perché avremmo potuto realizzare la nostra sede in una via del lusso e invece noi vogliamo portare la bellezza dove non c’è. Poi vogliamo aiutare gli artisti, i nuovi artisti, perché quello che oggi sembra di nicchia domani non lo è». Oltre alle opere d’arte, a segnare il percorso, nei progetti curati dal responsabile della sede padovana di Mediolanum Stefano Pirrone, ci saranno un bistrot dell’arte, una libreria con sala lettura, una foresteria e una galleria espositiva. «L’idea è quella di riqualificare tutta la città attraverso l’arte e la bellezza» ha spiegato Pirrone «e Mediolanum ha pensato anche ad una Fondazione per l’arte contemporanea per migliorare il benessere delle persone. Progetto che non è più rinviabile e che avvieremo a breve». l

la figura del family banker, ossia di un consulente personalizzato per ciascun cliente, diviene punto di riferimento per il risparmiatore, rappresentando quel “volto umano” che costituisce uno dei primari punti di forza della gamma di servizi di banca mediolanum.


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70 L A N C ET T E

Una massa fissata sU Un braccio rotante sale e scende per caricare la molla. ecco cosa si nasconde dietro ai bellissimi seGnatempo "selfWindinG", oVVero aGli attUali oroloGi A CARICA AUTOMATICA cHe Hanno la capacità di ricaricarsi sfrUttando il moVimento di Un rotore, proVocato a sUa Volta dal moVimento della sUperficie sUlla qUale è appoGGiato e qUindi del nostro polso. il rotore Gira attorno ad Un perno e, mUoVendosi Grazie all'oscillazione del braccio in moVimento, aGisce sUlla molla cHe ricarica il meccanismo (calibro). altissima precisione, ottima predisposizione alla tenUta contro polVere e Umidità, massima espressione di Un desiGn sempre più fUnzionale. Di Pierpaolo Magagna


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LANCET T E 71

self winding


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72 L A N C ET T E

Breitling

Av e n g e r H u r r i c A n e L’Avenger Hurricane, il Breitling di tutti i superlativi, colpisce per lo straordinario diametro di 50 mm, la cassa ultrarobusta e ultraleggera fatta di Breitlight® (una «prima mondiale») e un look tecnico totalmente nero, illuminato da tocchi di giallo e da cifre «chablon» tipiche dell’aeronautica. Il Calibro manifattura B12 a carica automatica indica l’ora militare su 24 ore, la riserva di marcia è di 70 ore e l'impermeabilità fino a 100 metri. Il cinturino esclusivo è di caucciù e di fibra tessile Military ad alta resistenza. Perfetta sintesi di audacia, innovazione e prestazioni in un modello progettato per condividere tutte le sfide. Prezzo su richiesta.

Jaeger-LeCoultre

Deep SeA cHronogrApH v i n tA g e c e r m e t I collezionisti di orologi storici da immersione rimarranno sicuramente incantati difronte a questo gioiello in acciaio di Casa Jaeger-LeCoultre ispirato all'orologio Memovox Deep Sea del 1959. Questo modello a carica automatica con funzione cronografo presenta un quadrante nero opaco molto sportivo impreziosito da numeri e indici luminescenti e un bracciale scuro in materiale high-tech. Impermeabilità fino a 100 metri. € 16.500

Girard Perregaux

competizione circuito

Sportivo tecnico ed innovativo, il modello Circuito è realizzato in carbonio e titanio composito, materiale 8 volte più leggero dell'acciaio e volte più leggero del titanio, ma duro e resistente come l'acciaio temperato. Il quadrante presenta una griglia texture molto sportiva che lascia intravedere i meccanismi retrostanti e lo stile è reso ancor più energico da alcuni dettagli rossi. La cinghia si presenta in vitello nero con fibbia pieghevole acciaio. Movimento meccanico a carica automatica. Prezzo su richiesta.

4 a

i n



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74 L A N C ET T E

Cartier

calIbre de cartIer dIVer carbOne L'orologio Calibre de Cartier Diver è un vero e proprio orologio da immersione. Impermeabile fino a 300 metri, cinturino di caucciù, precisione massima della lunetta girevole unidirezionale e visualizzazione del controllo del tempo in SuperLumiNova® per un orologio potente e preciso. Dotato del movimento meccanico di Manifattura a carica automatica, calibro 1904-PS MC, associa esigenze tecniche ad uno stile forte e deciso. Cassa e lunetta in acciaio rivestite di ADLC con anello in oro rosa 18 carati, corona poligonale in oro rosa 18 carati ornata di uno spinello sintetico sfaccettato. Quadrante nero in parte azzurrato, lancette a forma di gladio d'acciaio dorato, vetro zaffiro. € 11.100

Rolex

O y s t e r P e r P e t u a l ya c h t- M a s t e r 4 0 Il Rolex Yacht-Master è apprezzato per il suo design al contempo casual e deciso. Gli indici di grandi dimensioni e le ampie lancette, presenti esclusivamente sui modelli Professionali, garantiscono un’ottima leggibilità in ogni circostanza. Lo Yacht-Master è adatto alle avventure in alto mare così come agli ambienti eleganti degli yacht club sulla terraferma. Il quadrante è il volto di un orologio Rolex, dotato di indici in oro 18 ct. per prevenire l'annerimento, progettati e prodotti internamente, per lo più a mano, per garantirne l'assoluta perfezione. La lunetta girevole bidirezionale graduata 60 minuti è realizzata in materiali preziosi. I numeri e la graduazione in rilievo, entrambi con finitura lucida, si stagliano sullo sfondo opaco con finitura sabbiata. Questa lunetta funzionale, che permette a chi indossa l'orologio di leggere una durata, ad esempio il tempo di percorrenza tra due boe, è anche una componente chiave dell'identità unica dello Yacht-Master. Il nuovo bracciale Oysterflex, sviluppato e brevettato da Rolex, rappresenta un’alternativa sportiva ai bracciali in metallo. La cassa e il fermaglio di sicurezza Oysterlock sono uniti a entrambe le parti del bracciale da una lama metallica realizzata in una lega di titanio e nichel che garantisce una grande flessibilità. Lo Yacht-Master 40 mm è dotato del calibro 3135, un movimento meccanico a carica automatica interamente sviluppato e prodotto da Rolex. € 23.250

Bulgari

OctO VelOcIssIMO Cronografo meccanico di manifattura ad alta frequenza (5Hz) con scappamento in silicio, carica automatica, riserva di carica 50 ore, datario, calibro BVL 328. Questo splendido segnatempo si presenta con decorazioni perlage, côtes de Genève e anglage. La cassa da 41 mm è in acciaio con trattamento DLC (Diamond Like Carbon) nero, lunetta in oro rosa 18 carati, corona con ceramica e fondello a vista. Il quadrante lo si può ammirare in tutta la sua bellezza con finitura laccata lucida e indici applicati a mano. Il cinturino integrato in caucciù con fibbia ad ardiglione in acciaio con trattamento DLC nero ne esalta lo stile incisivo e forte. Impermeabile fino a 100 metri. € 12.600



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76 L A N C ET T E

Baume&Mercier Capeland - 10281

Nell'aprire agli uomini che lo scelgono le porte di una vera e propria leggenda, questo orologio celebra lo spirito dello sport automobilistico e soprattutto la stoffa del campione nascosto in ognuno di noi. Ecco le caratteristiche che lo rendono un modello davvero unico: tachimetro, cronografo, datario, movimento automatico con riserva di carica di 48 ore, cassa in acciaio ADLC con finitura lucida/satinata antigraffio, fondello in vetro zaffiro, quadrante nero con numeri arabi e lancette triangolari placcate rodio con trattamento Superluminova®, cinturino in caucciù nero, impermeabilità fino a 50 metri. Prezzo su richiesta.

Tutti possiamo risvegliare l'eroe che è in noi: la collezione in edizione limitata Capeland Shelby® Cobra 1963 "Spirit of Competition" ci ricorda chi siamo ad ogni istante, invitandoci ad andare oltre i nostri limiti. La competizione, la passione, il successo, la forza, lo spirito di squadra... tutte emozioni che palpitano nel cuore di questo formidabile orologio ispirato alla mitica auto da corsa Cobra. Nella sua nuova variante, questo cronografo dalle linee ricercate trasmetterà a chi lo indossa i valori che lo hanno reso leggendario. La determinazione, l'audacia e il coraggio hanno condotto i piloti della Cobra alla vittoria, questa collezione porta quindi con sé l'eco di questi grandi momenti della storia dell'automobilismo.

Officine Panerai

RadIomIR 1940 • 3 days GmT auTomaTIc Il design della cassa si ispira fedelmente agli esemplari storici creati da Panerai per gli incursori della Marina Militare Italiana intorno al 1940. È realizzata in acciaio inossidabile AISI 316L con finitura lucida ed è impermeabile fino a 100 metri. Il quadrante nero con decorazione "Clou de Paris" in rilievo, con i classici indici a bastone e i numeri di grandi dimensioni rivestiti di Superluminova® ecru, è abbinato ad un cinturino in pelle nera. Il calibro P.4001 è uno sviluppo del movimento automatico P.4000, di cui condivide le principali caratteristiche tecniche: il micro-rotore decentrato che ruota in entrambe le direzioni, la riserva di carica di tre giorni, il dispositivo che arresta il bilanciere, consentendo di impostare l'ora con assoluta precisione e il ponte del bilanciere a doppio appoggio per una maggiore stabilità. Il calibro presenta inoltre alcune utilissime funzioni supplementari: la data, la funzione GMT con una lancetta centrale che indica l'ora di un secondo fuso orario, indicazione am/pm (per l'ora di riferimento) sul quadrante dei piccoli secondi e, infine, l'indicazione della riserva carica residua su un ponte del movimento. € 11.400

Breguet

Type XX - XXI - XXII • 3817 Cassa in acciaio con telaio finemente scanalato, fondocassa in vetro zaffiro, lunetta girevole nelle due direzioni, attacchi arrotondati, corona avvitata, quadrante di color ardesia con firma Breguet, giro delle ore con numeri arabi luminescenti e indicatore giorno/notte a ore 3, contatore di 12 ore e datario in una finestrella a ore 6, piccoli secondi a ore 9, contatore dei minuti al centro, lancette e indici luminescenti per questo prezioso gioiello della Maison. Movimento cronografo a carica automatica con funzione di ritorno in volo. Riserva di marcia di 48 ore. Cinturino in vitello. Impermeabile fino a 100 metri. Prezzo su richiesta.


Audemars Piguet

R o ya l o a k o f f s h o R e D i v e R

Questa preziosa variante della Collezione Royal Oak con movimento a carica automatica unisce in modo eccezionale funzionalità e precisione di cronometraggio con i più alti standard estetici. Il quadrante nero con motivo "Mega Tapisserie" ospita indici e lancette in oro bianco con rivestimento luminescente. Cassa in acciaio, fondello in vetro zaffiro antiriflesso e lunetta girevole interna nera con scala di immersioni. Corone a vite con rivestimento in gomma nera. Cinturino in caucciù nero con fibbia ad ardiglione in acciaio inox. Impermeabilità fino a 300 metri. Riserva di carica 60 ore. Prezzo su richiesta.

Patek Philippe

GRanDi CompliCazioni Davvero elegante questo modello della Collezione Grandi Complicazioni dal quadrante laccato nero con placca in oro 18 carati e 10 indici in diamanti baguette e 3 diamanti taglio princesse. Lunetta e anse incastonate con 103 diamanti baguette. Indicazione di giorno, data, mese, anno bisestile a lancette, fasi lunari e ore antimeridiane/pomeridiane, calendario perpetuo e suoneria su due timbri azionata da cursore integrato nella carrure. Movimento meccanico a carica automatica con riserva di carica min. 38 - max. 48 ore. Cinturino in alligatore a squama quadrata, cucito a mano, nero lucido. Non impermeabile. Prezzo su richiesta.

IWC

aQUaTimeR ChRonoGRaph eDiTion «shaRks» Grazie alla collaborazione di IWC Schaffhausen con la famosa casa editrice artistica TASCHEN e con il grande fotografo americano Michael Muller, l’Aquatimer Chronograph Edition «Sharks», realizzato in soli cinquecento esemplari, viene fornito insieme ad un’edizione limitata e autografata dell’omonimo volume fotografico in formato XXL dedicato agli incontri di Muller con gli squali. Il celebre fotografo, noto soprattutto per i suoi scatti alle stelle del cinema, negli ultimi anni ha immortalato questi affascinanti animali ad una distanza e con una precisione finora impensabili. E proprio le icone grafiche di questi re del mare sono incise nel lato posteriore della cassa in acciaio. Il quadrante di colore grigio aggiunge un tocco di eleganza alla sportività del gioiello e presenta datario

a ore 3, piccoli secondi con dispositivo di arresto, lancette e ghiera girevole interna con parti luminescenti. Tra le altre caratteristiche distintive notiamo: la funzione cronografica per minuti e secondi, la funzione flyback e la ghiera girevole meccanica esternainterna con sistema SafeDive. Il cinturino è in caucciù nero e prevede il sistema di sostituzione rapida IWC. Movimento cronografico meccanico con autonomia di marcia di 68 ore. Impermeabile fino a 300 metri. Prezzo su richiesta.


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u o l l birtil

a el e sv inat ate i v f n se af ag i mee e r mp ant gna i e n s co s ogsto ac resl'insbo. e te al ci u t g et in Ă n a t ric d iosi buo r el u d c

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Prima la tradizione, Poi l’innovazione, Poi il ritorno al Passato. ma in chiave innovativa. ad un certo Punto i critici sono andati in tilt e hanno iniziato a osannare Per Partito Preso il diverso, Perché è originale e non dà fastidio a nessuno. Poi l’originale è diventato stravagante e oggi l’eccesso è sPesso irriso. certo 1500 fiori eduli a cena ci sembrano troPPi ma, cosa c’è davvero dietro alle scelte dei grandi chef? determinazione e… cogitazione! Di Giusy Locati

Cogito, ergo sum...

Chef


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“Against all odds” cantava un malinconico Phil Collins nel lontanissimo 1984. Una canzone che vinse un Grammy Award nella categoria "migliore interpretazione pop maschile", e fu anche nominata agli Academy Award come migliore canzone. Fu anche colonna sonora del film "Due vite in gioco". Phil l’aveva scritta per la ex moglie e il titolo in italiano è "Contro ogni probabilità". Chiarissimo. E a BluMirtillo (http://blog.cookaround.com/blumirtillo/), spensierato e allegro blog di cucina, questa canzone è venuta in mente dopo aver visto la sfiziosissima Chef’s Table. Si tratta della mini serie tv di Netflix che segue alcuni chef famosi nella loro vita dentro e fuori la cucina. Non sono Chef presi a caso: i ristoranti di otto chef di questa serie figurano nell'elenco dei 50 migliori ristoranti del mondo. Si parte con Massimo Bottura dell'Osteria Francescana, si prosegue poi con Dan Barber, Francis Mallmann, Niki Nakayama, Ben Shewry e Magnus Nilsson, ecc. Anticipiamo che per questioni di spazio non parleremo di tutti pur avendo di ciascuno di loro la medesima stima. Ma sceglieremo quelli meno noti al pubblico italiano. Qual è il minimo denominatore comune? La canzone di Collins. Ossia che a un certo punto della fase iniziale della loro carriera nessuno avrebbe scommesso su questi chef. Troppo #unconventional, troppo #different, troppo #troppo. Anche troppo “fissati” direbbero gli psicanalisti (fissazione: ostinata ed esclusiva applicazione della mente su un pensiero; mania, idea fissa, ossessiva; ossessione). Contro ogni probabilità insomma. Eppure loro per primi ci hanno creduto continuando la loro personalissima sfida contro il resto del mondo e hanno vinto. A modo loro, grazie anche (ed è un passaggio chiarissimo in tutte le puntate) all’affetto e al sostegno di un compagno, di una compagna, di un padre e di una madre, di un insegnante, di un figlio. Non condividiamo il pensiero di chi li definisce “stravaganti” e “creativi”. Per noi sono molto di più. A ben vedere dietro ad ognuno di loro ci sono (e questo è il secondo minimo comune denominatore) anni di studio, di sperimentazione, di tentativi che, piacciano o meno al pubblico, li rendono ai nostri occhi unici.

u l l bmirti lo Che eccentriche queste

FETTUCCINE INTEGRALI CON PORRI, RAPE ROSSE E SEMI DI ZUCCA TOSTATI

(Ingredienti per 4 persone) 400 gr di fettuccine integrali, 2 rape rosse già cotte, 2 porri, una manciata di semi di zucca tostati, sale, pepe, olio extravergine di oliva. Pulite i porri e tagliateli a fettine sottili. Fateli appassire in pentola con un filo d’olio, sale e pepe. Aggiungete a fine cottura i semi di zucca tostati. Tagliate le rape a cubetti e saltatele in un’altra padella con un filo d’olio, sale e pepe per 5 minuti. Una volta cotte le fettuccine, saltatele in padella con 1 mestolo di acqua di cottura, i porri e i semi di zucca. Proseguite finché non si asciuga il liquido di cottura. Aggiungete infine le rape rosse e mescolate delicatamente.



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Poco conta che ci sia stato anche il momento della fortuna, quello in cui un critico decide di passare proprio per quel locale e ne rimane estasiato. Perché in cucina la fortuna non basta. Moltissime le “stravaganze” di questi chef. All’inizio sorridi, poi ascolti incantato la storia di ogni piatto e capisci che anche se a te magari non piace, sicuramente è qualcosa di nuovo che va oltre il tradizionale concetto di creatività. Certo sconcerta sentire lo chef che per il menù serale ordina 1kg e mezzo di pollo e 1500 fiori eduli. Di sicuro chi è abituato alla cottura tradizionale rimane piuttosto stupito dalle patate bruciate sotto terra. Magari ci si aspetta qualche etto di cibo nel piatto e non proprio due briciole o il “profumo di”. Forse mangiare con le mani un'unica portata spalmata sul tavolo non è quello che ci aspettavamo e con tutta probabilità di Kaiseki non sappiamo proprio nulla. Ma nel complesso questi chef ci incantano e ci ricordano che possiamo tranquillamente parafrasare un vecchio detto e ribadire che non è buono ciò che è buono ma è buono ciò che piace. E certo non si tratta di realtà furbescamente commerciali. I posti sono pochi, i coperti costosissimi. Ma le esperienze offerte davvero uniche.

Che antipasto sfizioso questa

RANA PESCATRICE CON GELATINA DI MANDARINO, è

bmirltilulo

buona e... ci piace! (Ingredienti per 4 persone) 1 rana pescatrice (coda di rospo) grande, 250 gr di succo di mandarino + 100 gr di succo di mandarino, fogli di gelatina, 1 bicchiere di vino bianco, sale, pepe, olio extravergine di oliva. Prima di preparare la rana pescatrice occupiamoci della gelatina. Ammollate i fogli in acqua fredda. Intanto scaldate i 250 gr di succo di mandarino. Aggiungete un pizzico di sale. Unite i fogli di gelatina ammollati e mescolate bene fino ad ottenere un composto denso. Spegnete il fuoco e versate la gelatina così ottenuta in uno stampo. Una volta intiepidita mettetela in frigorifero per farla solidificare per bene. Rosolate la rana pescatrice in una pentola bassa e larga con un filo d’olio su entrambi i lati. Irroratela di vino bianco e cucinatela a fuoco lento finché non è ben cotta anche internamente. 10 minuti scarsi dovrebbero bastare. Poco prima di terminare la cottura aggiustate di sale e pepe e irrorate di succo di mandarino e alzate il fuoco per qualche minuto. Toglietela dal fuoco e fatela intiepidire. Nel frattempo tagliate a listarelle la gelatina e impiattate alternando fettine di rana pescatrice tiepida alla gelatina. Servite subito, prima che la gelatina inizi a sciogliersi!



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Ci è piaciuto in particolare l’approccio innovativo del farm to table di Chef Dan Barber, americano. Non è giudice di talent show e non essendo italiano la maggior parte dei lettori probabilmente non ne avrà mai sentito parlare. La sua azienda agricola, annessa al ristorante Blue Hill at Stone Barns, sceglie pratiche di colture miste e tecniche di coltivazione biologica che rispettano la terra e valorizzano i suoi frutti. I piatti proposti da Barber nei ristoranti di cui è co-proprietario, il Blue Hill di Manhattan e il Blue Hill at Stone Bars, utilizzano in buona parte i prodotti coltivati e le carni di animali allevati in questa fattoria, fulcro dello Stone Barns Center for Food and Agriculture, il centro multifunzionale ideato dallo Chef che si occupa anche di educazione alimentare. Barber ha anche scritto un libro molto interessante "La cucina della buona terra" (Bollati Boringhieri Editore, 2015) – titolo originale "Third Plate", che introduce appunto il concetto di "terzo piatto". Il primo piatto è la tipica cena americana della metà del secolo scorso: una bella bistecca di manzo ingozzato di mais e un modesto contorno di carotine al vapore. Nel secondo piatto, la versione odierna del farm to table, restano sia il manzo che le carote, il primo però è nutrito ad erba, le seconde sono state coltivate secondo tecniche biologiche. Curiosi di conoscere il terzo piatto? Eccovi serviti: al centro una bistecca di carota, come contorno una salsa di brasato di manzo realizzata con tagli di carne di seconda scelta. Perché questa è la naturale evoluzione della natura se non è soggetta al controllo illogico. Perché la natura va incoraggiata a crescere esercitando sempre meno supervisione. Dello Chef ci sono piaciuti i piatti che, diversamente a tanti altri colleghi innovativi, sono quasi abbondanti. Chissà se allo Chef piace il nostro

RISOTTO CURCUMA E GAMBERI

(Ingredienti per 2 persone) 160 gr di riso Carnaroli, 1 radice di curcuma di 2 cm, 8 gamberi, 1 scalogno, sale, pepe, olio, 1 cucchiaio di burro, 1 bicchiere di vino bianco, brodo di pesce. Munitevi di guanti a meno che non vogliate tingervi di arancione! Grattugiate finemente la radice di curcuma dopo averne grattato via la parte esterna. Fate appassire lo scalogno tagliato a fettine sottili in un filo d'olio, aggiungete la radice di curcuma e il riso e tostatelo per 40 secondi circa. Aggiungete, durante la tostatura, sale e pepe senza esagerare perché il brodo di pesce darà molto sapore a questo piatto. Poi sfumate con vino bianco, secco, preferibilmente un prodotto non aromatico. Tenete d’occhio il riso in cottura: mettete il brodo vegetale fino a coprire il riso e aggiungetene ogni volta che si asciuga. Non mescolate in continuazione. Nel frattempo pulite bene i gamberi e ricordatevi di togliere l’intestino (basterà fare una piccola incisione lungo il dorso ed estrarre, aiutandovi con uno stuzzicadenti, il filetto scuro che vedete). Una volta cotto il risotto aggiungete i gamberi e lasciate riposare per trenta secondi fuori dal fuoco. Poi mantecate con il burro. Nel frattempo i gamberi si saranno cotti. Potete servire aggiungendo prezzemolo e ancora un po’ di curcuma fresca!


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GOURM E T 85

Lo chef che ci ha emotivamente coinvolto di più? Magnus Nilsson del ristorante Fäviken Magasinet in Svezia. Attenzione che mica lavora a Stoccolma! Ma no. Lui fa lo chef a Järpen. Andate a cercarla su Wikipedia... due righe: piccolo centro della Svezia centro-settentrionale, capoluogo della municipalità di Åre, nella contea di Jämtland; che conta circa 1.500 abitanti. Così, tanto per dire, dista 588 km dalla capitale. Eppure... abbiamo provato a prenotare un tavolo (ci sono pochissimi coperti) e picche. Strapieno. Magnus Nilsson è giovanissimo, ha 33 anni, e al posto di lamentarsi come tanti suoi coetanei avrebbero fatto, di vivere nel nulla, a 30° sotto zero, ha fatto del suo territorio la sua forza rispolverando antiche tecniche di conservazione e di cottura. Caccia e pesca sono la base di un menù che si compone di moltissime portate accattivanti. Che sono il frutto di anni di studio, un duro tirocinio e tantissima voglia di imparare. E vogliamo parlare degli Attica's Experimental Tuesdays ideati dallo Chef Ben Shewry? Lo Chef neozelandese condivide. Condivide con il suo staff (se non piace anche a loro non se ne fa niente) e con il pubblico, proponendo nel suo celebre ristorante Attica a Melbourne i martedì sperimentali. Il cliente assaggia ad un prezzo ridotto le novità ideate dallo staff sotto la guida dello chef e partecipa a questo processo di condivisione. Un’apertura che sembra “commerciale” ma che nasce, in realtà, dal desiderio di capire che cosa ne pensano gli altri. Di comprendere come la gente gusta e che direzione sta prendendo la cucina. Ci conquista il suo modo di fare squadra e l’entusiasmo con cui coinvolge il team e i clienti.

Tradizione e innovazione? Proviamo la

LASAGNA DI PESCE MISTO!

(Ingredienti per 6 persone) 250 gr di fogli di lasagna sottili, 40 gr di burro, 40 gr di farina, 5 dl di latte, noce moscata, 500 gr di pesce morbido e non spinato a vostra scelta (ci siamo fatti fare dal pescivendolo di fiducia un misto di cozze senza guscio, gamberetti, salmone, tonno, merluzzo e vongole sgusciate), 2 cucchiai di salsa di pomodoro, sale, pepe, olio extravergine di oliva, pane grattugiato. Preparate la besciamella. Blumirtillo la prepara così: fondere 40 gr di burro in un tegame a fiamma bassa, aggiungere 40 gr di farina e continuare a mescolare con una frusta. Unire 5 dl di latte freddo sempre mescolando, aggiungere noce moscata e sale. Cucinare per circa 15/18 minuti. Cuocete il pesce in un filo d’olio lentamente lasciandolo piuttosto brodoso, aggiungete i due cucchiai di salsa di pomodoro. Unite il pesce alla besciamella. Stendete un primo strato di fogli di lasagna sottili uno di fianco all’altro in una teglia imburrata. Se si sovrappongono un po’ nessun problema. Ricoprite con parte del composto di besciamella, mettete altri fogli di lasagna sottili e proseguite fino ad esaurimento ingredienti terminando con un ultimo strato di composto di besciamella e pesce e cospargete di un sottile strato di pane grattugiato. Un filo d’olio e infornate a 190° per 20 minuti.

Nel corso di questa seguitissima serie abbiamo visto un po’ di tutto. Piccolissimi piatti dal gusto (dicono) eccezionale, rivisitazioni bizzarre di piatti tradizionali, tecniche innovative di cottura, prodotti coltivati secondo nuove logiche e proposti in tavola insieme alla loro storia (esattamente: con tanto di spiegazione da parte dello chef) e tante, tantissime proposte che non sembrano nemmeno cibo vero (tipo il centro tavola che brucia e poi scopri che la tua cena è lì dentro). Eccentricità, stramberie, stravaganze? Macché. Cogitazione. Lunghi, faticosi, percorsi alla ricerca di novità non banali, di proposte non scontate, senza alcun compromesso. E qui scattano invidia e rispetto. / Invidia perché una vita senza accettare compromessi ce l’hanno davvero in mirtillo om/blu .c d n u o pochi. Rispetto perché inventarsi qualcosa di nuovo e farlo o k ar blog.co piacere non è facile... alla fine avevano ragione loro. : http:// lo il t ir BluM Tutto il resto non conta. l


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Focus

Diamo spazio all'imprenditoria: sinergie, sviluppo, innovazioni, soluzioni, territorio, intraprendenza, filosofie, progetti.

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Il nuovo concept della bontà

Dove un piatto diventa l’opera d’arte

RESoRT Capo boi***** In Italia il primo Falkensteiner Premium Family Resort

miLaNo Denti perfetti anche con l’apparecchio invisibile

Luxury Beauty Experience

La Boutique della carne di Omar e Gabriele

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Box Pizza,

il nuovo concept della bontà Il loCale realIzzato da Marco Benetazzo in Prato della Valle ConIuGa un Grande Prodotto Con Il PIaCevole deSIGn ConteMPoraneo deGlI aMBIentI

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a terza declinazione di Box Caffè è dedicata al mondo pizza. Si è tradotto in un concetto nuovo di pizzeria, che punta alla qualità a 360 gradi. Il Box Pizza è stato aperto nel maggio scorso in Prato della Valle, accanto al Box Caffè, “con lo spirito” come ha sottolineato Marco Benetazzo “di dare a Padova e al suo amato Prato della Valle un locale all’altezza del valore del luogo. Nuovo in tutto, dal design alla qualità del prodotto. Un’operazione in cui abbiamo messo tutta la nostra esperienza e l’amore per questa città”. Box Pizza sorge a due passi da Box Caffè, il primo dei tre locali della catena (l’altro è il Box Galleria, che sorge in Galleria Borromeo), quello che per primo si è guadagnato anche l’attenzione delle guide di settore e di una clientela attenta allo stile contemporaneo.

Box Pizza è un locale nato dopo un lungo e accurato lavoro di restauro, studiato nei minimi dettagli (e in accordo con gli esperti della Soprintendenza) per restituire alla città uno spazio affacciato sotto i portici dove in precedenza c’era un negozio di abbigliamento monomarca. un po’ quello che era avvenuto per il Box Caffè, che ha ridato vita (ecco il motivo del nome Box) ad una storica autorimessa cittadina, quella della alfa romeo gestita già negli anni ‘20 dalla famiglia Casarotti. Il lavoro di recupero architettonico è stato seguito dagli architetti rudy dacomo e Stefania leonardi, famosi per aver curato per tanti anni l’immagine dei negozi di due note griffe di abbigliamento giovane in tutto il mondo.


BOX PIZZA PADOVA Prato della Valle 19 Tel. 049 8209035

BOX cAffè PRAtO dellA vAlle Nel lavoro di ristrutturazione hanno avuto una parte fondamentale alcuni valenti artigiani cittadini. Da quello della Riviera del Brenta che ha realizzato il “giropanca” in pelle di cavallo trattata, a quello del marmo che ha realizzato il banco per l’impasto della pizza con un marmo bianco di Chiampo. Altro elemento importante nel concept architettonico del locale è l’utilizzo della maiolica e la riproduzione di una scritta (Molino & Co.) appartenuta ad un vecchio molino di Arsego negli anni ’20. “Qui” aggiunge Marco Benetazzo “ha un grande valore anche la vista. Il dehors si affaccia sul Prato della Valle, luogo che si gode anche dalla vetrata della saletta”. Ma passiamo al prodotto, il “focus” del progetto, nato all’insegna del motto “una pizza buona in un posto bello”. Il pizzaiolo (è ormai riduttivo chiamare così quei professionisti di cucina che hanno rivoluzionato negli ultimi anni il prodotto – pizza) è Riccardo Maffini, un passato con Rita Chimetto nella pasticceria Alajmo, un’esperienza importante a Lugano e un’altra da Berton a Milano. Nella sua filosofia assume rilevanza decisiva la farina: utilizza un prodotto macinato a pietra del Molino Dalla Giovanna (i grani vengono addirittura puliti prima della macinatura) che impasta poi con lieviti selezionati, prestando molta attenzione anche all’acqua utilizzata.

PADOVA Prato della Valle 12 Tel. 049 5916852

BOX cAffè gAlleRIA

PADOVA Galleria Borromeo Corner Piscopia 19 Tel. 049 8758595 www.boxcaffe.it Box Caffè

La lievitazione è lunga per conferire alla pizza caratteristiche di leggerezza, digeribilità e gusto. Stesso obiettivo perseguito attraverso la cottura a vapore. Tre le tipologie di pizze proposte: le classiche (una ventina), le focacce e le gourmet. “Per capire quanto sono buone e diverse dalle altre basta provarle” dice Marco Benetazzo. “Anche per le farciture utilizziamo solo prodotti di alta qualità, senza compromessi. Ecco, il Box Pizza è un progetto sviluppato senza compromessi, cercando solo la qualità. A 360 gradi, anche nelle birre proposte e nei piatti veloci che accompagnano le pizze nel menù”. l


In Italia il primo

Falkensteiner Premium Family Resort

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a prima struttura Family Premium del gruppo alberghiero offre 146 camere, camere familiari e suite con accesso diretto alla spiaggia di sabbia sulla costa meridionale della Sardegna. Oltre al Falkensteiner Hotel & Spa di Jesolo e agli appartamenti sul Lago di Garda, è la terza sede italiana inaugurata nel 2015/16. Il resort per famiglie si trova direttamente in un’insenatura, ad un’ora di distanza dal capoluogo Cagliari. Le varie piscine, l’area Acquapura SPA, i food outlet, un club lounge, l’accesso diretto alla spiaggia e la possibilità di visitare il vicino Golf & Country Club con 18 buche, rendono il Falkensteiner Resort Capo Boi una meta di vacanza ricca di scelta. In quanto prima struttura Family Premium, particolare attenzione viene prestata alle famiglie e alle loro esigenze. Oltre alle zone giorno adatte ai bambini con camere per i piccoli e terrazze, anche l’area esterna e il servizio del Resort sono stati pensati per soddisfare tali esigenze. La vacanza inizia con un omaggio di benvenuto Falky rivolto ai bambini al momento del check-in. Il soggiorno è reso piacevole dalla struttura Falky con area interna ed esterna, da personale internazionale addetto all’animazione di bambini e adolescenti, speciali aree per bambini e tavoli per adolescenti nel ristorante. Per i piccolissimi ospiti, su richiesta, è disponibile anche una dotazione speciale. Il corso di nuoto per ospiti baby, bambini e adulti, il pranzo per bambini e adolescenti in compagnia degli animatori e dei babysitter sono disponibili a pagamento. Le varie piscine della struttura progettata secondo lo standard a cinque stelle offrono a grandi e piccini la possibilità di refrigerarsi vicino al mare. Per esempio, nella piscina Infinity Relax su due piani si può godere di una vista mozzafiato sull’insenatura, nella piscina Acquapura SPA si ha la possibilità di rilassarsi sia all’interno che all’esterno e nella piscina Activity, con il piccolo scivolo ad acqua, l’area gioco e le attività di intrattenimento, il divertimento è assicurato. Anche dal punto di vista culinario la scelta ampia è di altissimo livello. Nel ristorante del resort al mattino, a pranzo e a cena vengono preparati davanti agli ospiti piatti freschi secondo la tradizione sarda. Sono disponibili un angolo per bambini e tavoli per adolescenti. Al bar con terrazza è possibile trattenersi a qualsiasi ora del giorno ordinando piccoli snack oppure è possibile gustare pizze, bruschette e insalate al bar della piscina. A pranzo, nell’area ristorante direttamente sulla spiaggia, si possono gustare specialità grigliate, pasta e pizza, a cena è possibile ordinare un menu di pesce e frutti di mare locali al ristorante à la carte. L’area bar propone drink e gelati, nel club lounge dalle 18 alle 24 è possibile ordinare frappè, succhi di frutta fresca, cocktails accompagnati dalla musica d’atmosfera internazionale scelta da special guest DJ.

FalkensteineR ResoRt Capo Boi ***** Strada Provinciale 17 09049 Villasimius (CA) Numero verde: 800 832 815 www.falkensteiner.com/it/hotel/capo-boi-sardegna

“Capo Boi è un fiore all’occhiello della nostra gamma. Con gli altri Hotel della Premium Collection la struttura rappresenta il mondo esclusivo a cui Falkensteiner si ispira: non tanto il lusso di per sè, ma il lusso del tempo e dello spazio a disposizione, del dettaglio unico e dell’emozione unita all’esperienza sensoriale e spirituale” dice la direttrice marketing Italia Stefania Amodeo e prosegue: “Il paesaggio gioca un ruolo importantissimo così come la location. Capo Boi sorge direttamente sulla spiaggia incontaminata, un litorale che nulla ha da invidiare per amenità alle mete tropicali. Allo stesso modo il Falkensteiner di Jesolo con vista sulla vastità del mare direttamente dall’area benessere, il Velden che si affaccia sullo splendido lago Worthersee, lo Stegersbach sul verde dei campi da golf e vigneti della Stiria, lo Jadera su isole incantate e l’azzurro della riviera croata. Un mondo di opportunità insomma, quattro destinazioni top, per una pausa eccezionale e memorabile.” l


ph© Erica Angeli

Bistrot12 PAdoVA Via Sant’Andrea 12 T. 049 2050160 - C. 339 8858017 www.bistrot12 .it

Bistrot12,

dove un piatto diventa l’opera d’arte.

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a cucina e l’arte culinaria sono ormai così importanti per la nostra vita, intesa in senso ampio ed emozionale del termine, che la scoperta di un piatto nuovo è per il genere umano importante quanto la scoperta di una nuova stella. Se c’è un posto nel cuore di Padova che ha dato luce a molte stelle è il Bistrot12, già amato anche da molti vip, ma soprattutto da chi ha voglia di abbandonarsi al piacere di un pranzo o di una cena che sia davvero un piccolo viaggio emozionale. Questo ristorante gourmet vanta ormai di un’ottima squadra collaudata, dove ogni componente del gruppo ha il proprio ruolo e dove accoglienza impeccabile, scelte ricercate, vini non scontati, ingredienti di qualità e piatti prelibati diventano i colori di un quadro meraviglioso, da cui farsi conquistare, una sorta di dipinto armonico, invitante e mai uguale a se stesso. Il menù, che cambia mensilmente, è una vera creazione a quattro mani: chef e sommelier collaborano in simbiosi per la scelta delle pietanze e dei vini, come fossero colori da amalgamare insieme per le varie sfumature da creare nel palato.

Nonostante questa lodevole varietà, si può avere anche il piacere di qualche fuori programma, con piatti nuovi che lo chef Daniel Bertapelle, supportato da Antonio Berti, crea di tanto in tanto per dar sfogo alla sua irrefrenabile fantasia. Una creazione così ricercata non può che avere una cornice adeguata. Mattia Gradini, maìtre di notevole esperienza, sceglie sempre vini che portino novità e piacevoli sorprese ai tavoli del suo amato ristorante. Viviana Gallocchio, sua compagna di vita e di tanta dedizione lavorativa, sta già organizzando l’accoglienza per le prossime serate, soprattutto per le più speciali, una tra tutte quella di San Valentino, dove ad allietare gli ospiti ci sarà anche un accompagnamento musicale dal vivo. Il Bistrot12 però non è un locale riservato alle sole cene romantiche, anzi. Si presta molto bene a pranzi e cene di lavoro, anche esclusivi grazie ad una saletta privè, a banchetti per eventi o occasioni speciali, a gustosi break per allietare una passeggiata in centro con un pasto che delizierà i palati più esigenti. C’è solo una regola che caratterizza il poter accedere a questo ristorante: essere buongustai. l Annalisa Fortin


Denti perfetti anche con l’apparecchio invisibile.

La prima visita ortodontica andrebbe fatta da bambini entro i sei anni di età. chi è ormai aduLto oggi può raddrizzare i denti anche con soLuzioni estetiche trasparenti o addirittura nascoste.

Dott.ssa Paola Mura odontoiatra specialista in ortognatodonzia; master alla boston university; perfezionamento alla c.tweed foundation di tucson arizona; certificato di eccellenza in ortodonzia sia italiano che europeo; certificata per la tecnica invisaLign; Responsabile del Servizio di Ortodonzia presso Poliodontomedica Milano di Padova

L’ortodonzia è quella branca specialistica dell’odontoiatria che consente, attraverso l’applicazione di appositi apparecchi, di allineare i denti e di curare le disarmonie scheletriche tra mascellari in modo da ottenere una masticazione funzionalmente corretta. inoltre, poiché lo spostamento dei denti e dei mascellari influenza la posizione dei tessuti molli come labbra, mento etc., è uno strumento non invasivo e quindi ideale per migliorare l’armonia del volto e del profilo. molteplici studi psicologici hanno evidenziato che un bel sorriso ed un viso piacevole aumentano il senso di autostima di ciascuno di noi, consentendoci di relazionarci con maggior successo nei confronti del prossimo e, quindi, di migliorare la qualità della nostra vita quotidiana. proprio per questo, a differenza di quanto avveniva in passato, il punto di riferimento per impostare una corretta diagnosi ed impostare il piano di trattamento ideale per qualsiasi individuo non è più semplicemente l’osservazione dei denti e delle radiografie, ma la valutazione del viso, del profilo e di come fare per

Dott. GIuSEPPE MolINarI medico chirurgo, specialista in odontostomatologia e protesi dentaria, implantologo. docente corsi, direttore sanitario di poLiodontomedica miLano e impLantoLogia padova.

conseguire certamente una masticazione perfetta ma anche per migliorare l’estetica complessiva di ogni paziente. chiunque può comprendere a questo punto che un trattamento ortodontico, dal più semplice al più complesso, non può essere affidato ad un qualsiasi operatore ma debba essere competenza di chi ha approfondito al massimo le conoscenze in materia, dedicandosi esclusivamente all’ortodonzia e/o, meglio ancora, di chi ha conseguito la Specializzazione in Ortognatodonzia, affrontando l’apposito corso triennale post-laurea. A che età si consiglia la prima visita ortodontica? sarebbe opportuno portare il bambino per un primo controllo intorno ai 5-6 anni, età in cui è già possibile valutare se sono presenti problematiche e se è necessario intervenire precocemente per correggerle. esistono, infatti, alcune “malocclusioni” come ad esempio la mandibola troppo in avanti, gli incisivi superiori troppo sporgenti, il palato molto stretto e alcune forme di “abitudini viziate” (succhiamento protratto del dito o del ciuccio...) che devono essere trattate quando i pazienti sono ancora in età evolutiva, poiché solo in questa età è possibile, con apparecchiature semplici e affatto dolorose, agire ortopedicamente sui mascellari orientando la crescita in direzione corretta. portare i vostri figli per un semplice controllo non costa nulla e può essere molto importante: talvolta, questa opportunità elimina il rischio di dover ricorrere alla chirurgia maxillo-facciale, qualora si pensi di accantonare il problema pensando di risolverlo in età adulta, quando oramai non è assolutamente più possibile correggere le gravi disarmonie solo con gli apparecchi. ad ogni modo, è assolutamente fondamentale eseguire la prima visita “prima che i bambini abbiano completato la permuta dentaria”: solo così ci darete la possibilità di trattarli nel modo migliore per ciascuno di loro, evitando qualsiasi compromesso tipo la necessità di estrazioni dentali per risolvere un eventuale affollamento. Gli adulti possono affrontare un trattamento ortodontico? certamente sì. nell’adulto lo spostamento dentale avviene con le stesse modalità con cui si verifica nell’adolescente: le differenze sono eventualmente correlate alle diverse condizioni cliniche di salute complessiva dei tessuti di sostegno che impongono particolari accortezze da adottare nel corso del trattamento. gli adulti ricorrono all’ortodonzia sempre con maggior frequenza, desiderosi più che mai di risolvere ed eliminare il disagio estetico derivante dall’avere denti disallineati, profilo sgradevole, masticazione scorretta, aspetto generale “trascurato”. nella maggior parte dei casi, ricollocare i denti in maniera ottimale rende il sorriso più ampio e contribuisce in maniera decisiva a conferire nel complesso un aspetto più giovane.


Prima

Dopo

Quali sono i principali benefici per l’adulto? Le principali indicazioni all’ortodonzia dell’adulto sono: migliorare l’estetica del sorriso e del volto; migliorare lo stato di salute dei tessuti di sostegno (osso e gengiva), aumentando la stabilità dentale e riducendo la presenza di recessioni; ridistribuire correttamente gli spazi edentuli e riallineare correttamente i denti dentro l’osso in previsione di sostituzione dei denti mancanti con impianti e/o protesi tradizionali. Questo è un passaggio fondamentale quando vogliamo che le protesi siano ben eseguite e durature nel tempo; eliminare e/o attenuare problematiche delle articolazioni temporo-mandibolari, cui spesso si associano elementi quali dolore, contrazione muscolare, mal di testa etc.; correggere le gravi disarmonie dento-scheletriche, che comportano di solito notevoli problemi estetici e di masticazione, affrontando in questo caso un trattamento combinato ortodonticochirurgico; ridurre il rischio di carie e gengiviti frequenti in presenza di denti accavallati.

La vaLida aLternativa aLL’apparecchio tradizionaLe per aLLineare i denti è una mascherina removibiLe e trasparente Fig. 1 - Attacchi estetici in ceramica, trasparenti.

Fig. 2 - Attacchi linguali, nascosti.

Fig. 3 - Mascherina trasparente INVISALIGN, rimovibile.

è vero che oggi esistono anche apparecchi invisibili? In campo ortodontico sono stati fatti enormi passi in questa direzione per cui oggi anche gli adulti estremamente impegnati in contesti sociali importanti e in lavori che comportano continua interrelazione col pubblico possono affrontare senza disagio un trattamento ortodontico. Gli apparecchi estetici possono essere: 1. attacchi trasparenti. Costituiti di ceramica o zirconio, una volta applicati hanno lo stesso colore del dente e, pertanto, sono decisamente poco visibili (Fig. 1). 2. attacchi linguali. Si applicano sul versante interno dei denti e, quindi, non sono assolutamente visibili. Questa è la metodica più estetica che ci sia e deve essere “personalizzata” per ogni paziente. Necessita di particolare preparazione da parte dello specialista che deve aver affrontato l’apposito corso di perfezionamento in tecnica linguale (Fig. 2). 3. tecniche con mascherine trasparenti. Sono metodiche invisibili per allineare i denti attraverso l’impiego di sottili mascherine trasparenti rimovibili. Per l’esecuzione di queste mascherine ci si avvale di una complessa e precisa tecnologia informatica di grafica tridimensionale che progetta la costruzione di mascherine progressive personalizzate che consentiranno di ottenere gradualmente gli spostamenti dentali programmati dall’ortodontista. Il paziente deve indossare con costanza queste mascherine trasparenti, passando ogni tre settimane circa allo step successivo, fino ad ottenere l’allineamento programmato (Fig. 3). Ciascuna di queste metodiche ha precise indicazioni e controindicazioni e sarà l’operatore a valutare quale potrà essere la più idonea per ogni singola esigenza del paziente e problematica clinica.

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Il trattamento viene sviluppato dall’ortodonzista utilizzando un programma al computer che gli permette di effettuare una simulazione virtuale del movimento dei denti e quindi di pianificare il trattamento. Si ottiene la simulazione del movimento dei denti ancora prima di iniziare il trattamento per sapere esattamente quanto durerà e quale sarà il risultato estetico e funzionale. Gli innovativi trattamenti Invisalign sono in grado di risolvere un’ampia gamma di problemi di allineamento dei denti: da casi di affollamento, forte spaziatura, a casi di overbite e morsoincrociato. l

Dott.ssa CECILIA BONETTO Odontoiatra Specialista in Ortognatodonzia; Corso Tweed; Master Biennale “L’Eccellenza in Ortodonzia”; Certificata per la Tecnica INVISALIGN; Corso di Perfezionamento in Disordini Cranio-Mandibolari; Corso di Posturologia.

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Nail Lounge

Luxury Beauty Experience

A

lcuni studiosi affermano che tratti caratteristici della lunghezza delle dita della mano esprimono nettamente alcuni lati della personalità. Per esempio se nella donna l’anulare è più lungo dell’indice questa è portata al movimento ed è anche un’amante perfetta; negli uomini invece questa situazione significa che c’è grande fertilità. Se però la differenza tra anulare e indice è evidente, uomo o donna che sia, si tratterà di un soggetto molto estroso ed originale. Il dato che sicuramente è certo è che, soprattutto per una donna, le mani sono un elemento di femminilità molto importante, un biglietto da visita fondamentale. Indipendentemente dalle proporzioni quello che nota un interlocutore è la cura con cui sono tenute, così oggi la maggior parte di signore e ragazze riservano giustamente a questa parte del corpo un’attenzione che nel tempo è andata crescendo, raggiungendo quasi quella per i capelli. Questo ha fatto sì che non ci si accontenti di una manicure improvvisata, con scarsi risultati, constatando ormai sempre più che se fatta bene, concede anche molta più libertà. È importante quindi affidarsi a professionisti che non precludano comunque la salvaguardia della salute delle unghie. Oggi fortunatamente Agostino e Stefano hanno aperto a Padova il NAIL LOUNGE, ovvero il salone monomarca CND™, brand di fama internazionale che si è sempre distinto per i suoi prodotti e servizi professionali pluripremiati e all’avanguardia, che garantiscono bellezza vera per mani e piedi. È il caso per esempio del richiestissimo CND™ Shellac™, il primo smalto ipoallargenico semipermanente che non richiede mai la limatura dell’unghia, una vera rivoluzione introdotta nel mondo della bellezza di mani e piedi, che oggi tutti copiano ma che nessuno è riuscito ad eguagliare. Questo salone, nato dalla collaborazione di Ladybird house e CND™, è il riferimento per tutte le esigenze, anche per chi non vuole ricorrere a gel o smalti semipermanenti, grazie a prodotti altamente professionali come il VINILUX™, uno smalto che garantisce oltre sette giorni di perfezione senza base coat e che si rinforza ogni volta che entra in contatto con la luce naturale! Il NAIL LOUNGE di Galleria Borromeo sarà quindi il luogo ideale NAIL LOUNGE dove lasciarsi coccolare con una nail experience personalizzata, PADOvA in cui ogni cliente potrà scegliere il trattamento più adatto Corner Piscopia 12 e regalare alle sue mani e ai suoi piedi la perfezione, grazie Galleria Borromeo alla professionalità e competenza del personale qualificato, T. 347 0616861 scoprendo anche i trend nail più richiesti del momento. l Nail Lounge Padova Annalisa Fortin I titolari Agostino e Stefano con le addette ai servizi


Omar e Gabriele

Butcher Shop

A

manti della bistecca, adoratori della salsiccia alla griglia, appassionati di hot dog, buongustai del filetto... questa dritta è per voi! A Padova, precisamente in via Torre 53, c’è una macelleria che è una vera e propria boutique della carne, che si differenzia dalla maggior parte dei punti vendita e supermercati poiché tratta esclusivamente carne del Veneto. Omar e Gabriele sono i titolari del Butcher Shop più ricercato e ambito da veri intenditori di polli, suini e bovini. Specializzati nei preparati pronti da cuocere, propongono inoltre salumi e insaccati di alta qualità sempre provenienti dalla zona.

Effettuano all’occorrenza anche servizio a domicilio o su ordinazione, tant’è che anche molti ristoranti rinomati si rivolgono alla macelleria di Gabriele e Omar per rifornirsi. È proprio grazie a questo fiorente smercio che i due macellai non fanno alcun tipo di scorta surgelata, i soli pezzi che vanno in cella frigorifera sono esclusivamente quelli che necessitano di una adeguata frollatura per essere poi più teneri. Gabriele e Omar sono infatti esperti nella lavorazione delle carni, così da garantire tagli freschi adatti ad ogni esigenza di cucina, per piatti tradizionali o ricercati, per bolliti, arrosti, carni al forno, alla griglia, al sugo e... per tutte le fantasie culinarie di chi ama cucinare. Aperto dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30 il Butcher Shop sarà il punto di riferimento di chi non ama mangiare una carne qualsiasi ma pretende garanzia, qualità e freschezza. Si dice che la carne sia un alimento difficile da digerire, in realtà dipende molto da provenienza e dalla qualità del prodotto, senza dimenticare anche che uno dei principali motivi di una sua cattiva digestione è il mangiarla senza allegria. l Annalisa Fortin

GaBriele e Omar macellai

buTchEr ShOP

PADOVA Via Torre, 53 c. 342 1863659 - 347 3728795 www.macelleriapadova.com Gabriele e Omar butcher Shops



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e n t i a cura di Monica Jacopetti

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98 E V E N T I

I CAMPARR 2017 S E I A I D RED Roma • CAMPARI svela ufficialmente l’intero progetto Campari Red Diaries e le tante storie che lo compongono: una ri(e)voluzione in senso olistico del Calendario Campari inaugurato lo scorso 24 gennaio proprio nella città simbolo del cinema italiano. Con l’obiettivo di portare in scena il concetto che “ogni cocktail racconta una storia”, Campari Red Diaries celebra i cocktail stessi come forma d’arte e potente veicolo espressivo, raccontando le esperienze che ispirano i bartender a ideare e condividere le loro creazioni. “Killer in Red”, il cardine del progetto, è un intrigante cortometraggio diretto dal pluripremiato regista di fama internazionale Paolo Sorrentino e interpretato dall’attore hollywoodiano Clive Owen. Il viaggio di Campari Red Diaries punta a dare un volto all’estro e al talento dei bartender in modo autentico con 12 storie di cocktail create da alcuni tra i professionisti più bravi del mondo, fruibili attraverso video diretti dal giovane regista emergente italiano Ivan Olita.

La Redazione


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EVEN T I 99

PRESENTATA Land Rover LA nuova Discovery Saonara (PD) • Autoserenissima ha presentato la nuova Land Rover Discovery presso villa Kiubo a Saonara. Location allestita per trasmettere grandi filmati che evidenziassero la versatilità e la capacità verso territori inesplorati della nuova Land Rover. La nuova Discovery combina la flessibilità degli interni, dotati di sette sedili full-size realizzati con la massima cura artigianale e ricchi di caratteristiche di design ingegnose, con proporzioni sensazionali, linee moderne e pulite e una silhouette dinamica. Perciò, ovunque si voglia andare, chiunque e qualsiasi cosa si voglia portare, Nuova Discovery risulta perfetta in ogni situazione.

Monica Jacopetti


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100 E V E N T I

Ponzano Veneto (TV) • Il Relais Monaco Country Hotel & Spa di Ponzano Veneto ha aperto al pubblico una nuova e scintillante area wellness di 700 mq, che ha preso il nome di Country Spa. Uno spazio dedicato al relax e al benessere interamente pensato e realizzato da Sainte Claire, una delle aziende di maggior spicco nel panorama italiano. La Spa è a disposizione degli ospiti dell’hotel e del pubblico esterno con un’ampia offerta di contenuti di assoluta avanguardia in tema di wellness. E per chi cerca maggior privacy è stata creata la Spa Privé, un’esclusiva Spa suite di coppia con spogliatoi e servizi privati, sauna, hammam, doccia cromoterapica, vasca interamente rivestita in ardesia con lettini idromassaggio, caminetto a bioetanolo e angolo relax con tisaneria. Enrico Mazzocco, direttore del Relais Monaco Country Hotel & Spa, che ha fortemente voluto la nuova area wellness, ha dato la responsabilità della gestione della Spa a Silvia Favaron, figura chiave per consigliare i percorsi e trattamenti più adatti alle esigenze dell’ospite.

La Redazione

RY NUOVA COUNTA SPA PER IL REL IS MONACO


Padova • I cantanti Franco Battiato e Mario Biondi, l’oste più famoso e adorato Mauro Lorenzon, il campione rugbista Sergio Parisse, sono solo alcuni dei personaggi famosi che hanno scelto il Bistrot12 come ristorante in cui concedersi una cena favolosa. Mattia Gardini e Viviana Gallocchio, titolari del ristorante gourmet in via Sant’Andrea 12, li hanno accolti come fanno con tutti i clienti, ovvero con estrema gentilezza e cortesia senza mai prevaricare l’intimità degli ospiti, deliziati dai piatti egregiamente preparati dagli chef Daniel Bertapelle e Antonio Berti.

Annalisa Fortin

Bistrot12: salotto gourmet... per vip


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102 E V E N T I

AGENZIA GEN PRATO DELLAERALI VALLE Padova • Una squadra vincente non risparmia energie nella realizzazione di obiettivi comuni e celebra se stessa quando l’efficienza è accompagnata da spirito di umana condivisione, anche grazie alla cornice intima e complice di Antonio Ferrari.

Ph Riccardo Piazza


E BELLEZZal Q E T E N E V Padova • Affollata presentazione al Q di Padova per Bellezze Venete 2017, il calendario nato undici anni fa da un’idea di Paolo Braghetto. I fotografi Claudio Gervasutti, Gabriel Munari e Andrea Rigon hanno immortalato le ragazze scelte in tutto il Veneto. I set degli scatti sono alcuni tra i più noti locali veneti; make-up and hair by Marta Scoizzato, Gloria Buiatti, Sandra Rizzo e The Queen Parrucchieri; abiti e accessori di Horizonte, Extrò, Thiam Couture, La Forketta e Il Rullino. La nuova grafica è stata curata da Cosimo Cesareo inserendo più immagini delle modelle. Bellezze Venete 2017 sostiene Associazione Sordi Veneto; foto e video backstage su www.bellezzevenete.com

La Redazione


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104 E V E N T I

Cortina • Venerdì 23 dicembre, con il patrocinio del Comune e della prestigiosa Fondazione Dolomiti Unesco è arrivata a Cortina d’Ampezzo la strepitosa Maratona di Babbo Natale, un format organizzato da Stagnetti&Partners. Un fiume coloratissimo di simpatici runners tutti vestiti con il tradizionale costume rosso di Santa Claus! Ragazzi e ragazze, genitori con i bimbi, adulti giovani e “giovani dentro” tutti pronti allo start dal Campanile! Tutti assieme per una facilissima corsa di appena due chilometri che ha avuto due macchine apripista d’eccezione: un tributo al design del passato con una Porsche cabrio d’epoca rigorosamente guidata da un equipaggio di Babbo e Babba Natale e la celebrazione del design del futuro con lo straordinario prototipo supercar Frangivento, orgoglio dello stile e della produzione italiana. E poi il warm up con dj-set, l’arrivo allo Stadio Olimpico del Ghiaccio ed il ristoro con la cioccolata calda, le coppe per le prime tre Babbe ed i primi tre Babbi, il Diploma di partecipazione, le foto!

La Redazione

MARATONA DI BABBO NATALE 2016


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EVENT I 105

start-ap New Year New FACE

Padova • Giunto alla XXVI edizione e istituito dalla Unioncamere del Veneto, il Premio Regionale “Marco Polo” quest’anno ha premiato l’azienda Diemme di Padova. A ritirare il premio e presenziare alla cerimonia che si è tenuta presso la sede di Belluno della Camera di Commercio, il presidente Giannandrea Dubbini.

La Redazione

premio al CAFFè DIEMME

Padova • Riparte il consueto appuntamento del venerdì sera allo Start-ap Cafè con la serata F A C E e qualche piccola novità, a partire dall’ospite in consolle: Flavio Gioia, noto dj del panorama patavino. Lo staff dello Start-ap Cafè di Padova vi aspetta dalle ore 21.00 ogni venerdì sera accompagnati dal giusto cocktail, dalla selezione musicale del dj e per scoprire tutte le novità di questa stagione.

Monica Jacopetti


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106 E V E N T I

Padova • Hanno partecipato numerosi gli affezionati amici e clienti per festeggiare i 10 anni di Baessato. Occasione ideale per celebrare anche la partnership di Davide e Nicola Minozzi con V pocket, che dura appunto da 10 anni. Per brindare all’evento è stata aperta una Balthazar 12lt Berlucchi, il tutto accompagnato da sfiziosità gourmet e dalle selezioni musicali del dj Claudio Negro.

Monica Jacoprtti Ph Andrea Ravanetti

ATO S S E A B ears y ten & v pocket


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EVENT I 107


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108 E V E N T I

Vivilo come un Club

Q BAR

Padova Ph Riccardo Callegari


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EVENT I 109


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110 E V E N T I

Cece Rogers Guest

BLU CLUB Cortina Ph Nicole De Grandis



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112 E V E N T I

New Opening

HASHTAG 222 Noventa Padovana (PD) Ph Fabio De Tomasi


RADIO STEREOCITTÃ CONNECT & SP-events

FABRIC

Este (PD) Ph Fabio De Tomasi


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114 E V E N T I

Craziness Party Special guest Francesco Arca

JAMY Villorba (TV) Ph Marco Lessi


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EVENT I 115


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116 E V E N T I

ILLUMINA

MIOCLUB w/Il Muretto Dolo (VE)


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EVENT I 117

Happy Birthday STORY TRE anni DUE compleanni

STORY

Santa Giustina in Colle (PD) Ph Biagio Camiggio


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118 E V E N T I

PAZZA IDEA

HAVANA Treviso Ph Enrico Geromin


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EVENT I 119


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120 E V E N T I

Il VenerdĂŹ Italiano

NOLITA

Ponte di Piave (TV) Ph Delzo


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EVENT I 121


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122 E V E N T I

VIDA LOCA

EXTRA EXTRA Padova


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EVENT I 123

WINTER HOLIDAYS

VIP CLUB Cortina Ph Stefano Giorgini


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124 E V E N T I

due punto zero

MAX MAX

Caerano di San Marco (TV) Ph Marco Priarollo


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EVENT I 125

Outgirls & M5

MOLOCINQUE Marghera (VE)


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126 E V E N T I

Noi che gli anni 90

CASA DEI GELSI Rosà (VI)


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EVENT I 127

ILARIO ALICANTE MURETTO

SHOWROOM Noventa Padovana (PD)


pillole: Colorate e digeribili. Bizzarre e smart.

In Cile la piscina più grande del mondo

Vivono in una caverna per 54 anni

Ad Algarrobo, in Cile, è stata costruita la piscina più grande del mondo: lunga circa 1000 metri, estesa su 8 ettari, con una profondità di 115 metri e che contiene 66 milioni di litri d'acqua. La piscina raggiunge la profondità di 35 metri in diversi punti e può essere percorsa e navigata anche con piccole barche che è possibile noleggiare all'interno della struttura resort che la ospita. La gestione è ovviamente molto costosa, la sua realizzazione è avvenuta in 5 anni ed è costata quasi 1 miliardo di dollari.

Per Liang Zifu e Li Suying, una coppia cinese, andare ad abitare in una casa vera e propria dopo il matrimonio sarebbe stata una spesa eccessiva, così i due hanno deciso di andare a vivere dentro la caverna di una montagna vicino Nanchong dove hanno trascorso ben 54 anni. Dopo che la loro storia è diventata virale, molti sono stati i tentativi di offrirgli una casa in regalo, senza mai riuscirci: i due si dichiarano soddisfatti della loro condizione di vita. Nell'era dell'automazione e della robotizzazione ci si può aspettare di tutto... o forse no? Una delle ultime novità colpisce il settore alberghiero: in Giappone ha infatti aperto il primo hotel dove saranno i robot ad accogliervi, a portarvi le valigie e a essere il vostro punto di riferimento per qualsiasi esigenza, si chiama Henn-na Hotel ed è classificato come un 5 stelle. Si trova nella Prefettura di Nagasaki precisamente a Huis Ten Bosch Machi, Sasebo. Attualmente sono aperte 72 stanze, numero che a breve sarà raddoppiato. Il concetto è quello di un albergo totalmente personalizzato ed efficiente, con sistema di riconoscimento facciale, assistente virtuale in ogni stanza e molto altro ancora...

HandEnergy: il curioso dispositivo della forma all’incirca di una mela che permette di ricaricare il telefono in qualunque momento grazie all'energia del vostro corpo. Il principio che sfrutta è quello di un giroscopio a due assi: funziona in modo simile alle powerball di moda qualche tempo fa per il fitness, quindi va sostanzialmente fatto roteare in circolo, inoltre ha un sistema per immagazzinare l’energia generata in questo modo. Gli ideatori ne prevedono il lancio sul mercato a maggio 2017: vedremo se questo generatore di “energia pulita” avrà successo.

Il primo albergo gestito solo da robot!

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