ENTI E PRIVATI APPALTI PUBBLICI: CE NE PARLA L’AVVOCATO GIUSEPPE RUSCONI PARTNER AZIENDALI AIUTARE LE IMPRESE IN CRISI È LA MISSION DI MARCO BALZARINI DI M&C PARTNERS TRIBUTI E IMPRESE COME FARE? CON PROFESSIONISTI A FIANCO DELLE AZIENDE LEGAMBIENTE DISTRUTTO IL 60% DEGLI ECOSISTEMI. ITALIA FANALINO DI CODA DELL’EUROPA
OLTRE FRONTIERA
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PER GUARDARE ALL’ESTERO SERVONO BASI SOLIDE. ECCO I CONSIGLI DELLO STUDIO ORAZI
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Sommario
P. 41
P. 23 politica 4 Due volte Presidente
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Oltre frontiera 10 Nasce la rete degli sportelli per l’internazionalizzazione economia 16 La serpe in Sen dell’Europa: la moneta unica, “È stata un’idea orribile”
made in italy 33 Prodotti italiani all’estero
partner aziendali 23 Le risorse umane sono un valore aggiunto
enti e privati 41 La proprietà. Gli appalti. Le novità exit strategy 53 Banche e imprese. Insieme è meglio ecologia 71 Negli ultimi 50 anni, distrutto il 60% degli ecosistemi fisco e dintorni 77 Tributi e imprese. Come venirne a capo? studio orazi Per guardare oltre frontiera servono basi solide
servizio di copertina
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diritto e diritti 91 Famiglia e condominio: nuove norme in arrivo servizi alle imprese 102 Per crescere, ogni azienda ha bisogno di distinguersi stress 118 Scacco matto alla pigrizia in 8 mosse viaggi 125 Portogallo tra storia e modernità
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Una tipica villa veneta del XVIII secolo, rifugio ideale per chi è alla ricerca di un soggiorno esclusivo in un ambiente accogliente e di pregio. Villa Contarini Nenzi, premiata come “Villa Veneta dell’anno 2009” dalla Regione Veneto, dispone di 43 camere finemente arredate con mobili d’epoca ma, allo stesso tempo, dotate dei più moderni comfort. Fiore all’occhiello, il centro benessere SPA & Wellness Center dove l’ospite potrà rigenerarsi e rilassarsi tra saune, bagno turco, piscine con acqua calda, di cui una salata, vasche idromassaggio, idroterapia, trattamenti speciali e bagni personalizzati.
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Politica
Due volte Presidente
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Giorgio Napolitano è una delle figure politiche che entreranno nella storia per rimanerci per sempre e, non solo per l’eccezionalità del doppio mandato, ma, anche come con umanità e garbo ha saputo gestire anche situazioni difficili
dell’Assemblea”. Queste sono le prime parole del “nuovo” capo dello Stato. Che subito si raccomanda: “Tutti sappiano onorare i loro doveri concorrendo al rafforzamento delle istituzioni repubblicane. Dobbiamo guardare tutti alla situazione difficile, ai problemi dell’Italia e degli italiani, al ruolo internazionale del nostro Paese” e continua Giorgio Napolitano “Potete immaginare come io abbia accolto con animo grato la fiducia espressa liberamente sul mio nome dalla grande maggioranza dei componenti l’Assemblea dei parlamentari e dei delegati regionali e come abbia egualmente accolto la fiducia con cui tanti cittadini hanno ansiosamente atteso una positiva conclusione della prova cruciale e difficile dell’elezione del presidente della Repubblica”. Napolitano A CURA DI MATTEO GRIMALDI ha commentato così la sua rielezione al Quirinale, ricevendo i presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso, per l’accettazione iorgio Napolitano è ancora dell’incarico. “Desidero ringraziare il presidente il Presidente della Repubblica. È il primo della storia d’Italia a ricevere della Camera e del Senato per aver presieduto la seduta comune, che già di per sé è altamente l’incarico per due volte. “Potete immaginare come abbia accolto con animo grato la fiducia espressa impegnativa, ed è risultata particolarmente tormentosa”. liberamente sul mio nome dalla maggioranza
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Politica con i leader dei partiti che poi lo hanno votato, LE INTENZIONI arriva il via libera alla ricandidatura. “Sono “Auspico che tutti sapranno nelle prossime disponibile, non posso sottrarmi. Ora però serve settimane onorare i loro doveri concorrendo un’assunzione collettiva di responsabilità”, al rafforzamento delle istituzioni repubblicane. fa sapere nel primo pomeriggio il presidente Dobbiamo guardare ai problemi dell’Italia, della Repubblica in una nota. L’Assemblea degli italiani, e all’immagine e al ruolo dei gruppi parlamentari del Pd accoglie istituzionale del nostro Paese”. Queste con un’ovazione la disponibilità del capo le dichiarazioni che prima che riprendessero dello Stato a ricandidarsi. Anche se alla fine le consultazioni per arrivare alla formazione restano comunque alcune voci contro. Come del governo Letta. Pippo Civati che a titolo personale vota scheda In quella che ormai è diventata una serata bianca, per dire no al governissimo. Oppure storica per l’Italia arriva anche il plauso del Presidente degli Stati Uniti Obama: “Ammiro Fabrizio Barca, l’attuale ministro per la Coesione territoriale, da poco entrato nel Pd e autore la decisione di Napolitano di servire di nuovo del documento-manifesto “Un partito nuovo il popolo italiano come presidente” ha detto per il buon governo”. Scrive infatti su Twitter: Barack Obama. La sua rielezione al Quirinale “Incomprensibile che il Pd non appoggi Stefano è la garanzia che Italia e Stati Uniti “andranno Rodotà o non proponga Emma Bonino”. avanti insieme nell’affrontare le sfide dei nostri tempi”. E il segretario di Stato John Kerry, LE REAZIONI nel sottolineare “l’ammirevole senso del dovere” Dopo l’elezione, Pier Luigi Bersani piange del presidente italiano, guarda con impazienza in aula. E commenta: “È un risultato eccellente, agli scenari che si aprono: “Sono fiducioso che, grazie Napolitano”. Riconoscente anche Silvio sotto la guida di Napolitano, l’Italia si muoverà Berlusconi “Ringrazio il presidente Giorgio verso la formazione di un governo stabile”. Napolitano per lo spirito di servizio e per la generosità personale e politica LA SCELTA con cui ha accettato di proseguire Napolitano, 87 anni, aveva più volte ribadito il suo impegno e la sua opera in un contesto di non voler affrontare un altro settennato tanto difficile e incerto” Mario Monti: “Dobbiamo ma il precipitare degli eventi - il fallimento certamente ringraziare Giorgio Napolitano delle due diverse opzioni (e strategie politiche) e corrispondere al suo sforzo con un del Pd, che hanno portato prima a bruciare comportamento sereno nei tempi più brevi il nome di Franco Marini, poi di Romano Prodi secondo il disegno che il presidente delineerà”. spingono il capo dello Stato a cambiare idea. A dire la sua Interviene anche Josè Manuel E così, dopo una mattinata di fitti colloqui
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Barroso: “Sotto la nuova presidenza l’Italia, continuerà a dare il suo decisivo contributo al nostro comune ideale europeo”, dice il presidente della Commissione Ue. Anche dal Vaticano arrivano messaggi di sostegno. In serata, Papa Francesco loda “la grande disponibilità e lo spirito di sacrificio” con cui Napolitano “ha accettato nuovamente la suprema magistratura dello Stato italiano quale presidente della Repubblica”. LE CRISI AI TEMPI DELLA CRISI Dal 21 febbraio 2007 Giorgio Napolitano si trova a dover gestire la prima crisi di Governo da quando è salito al Colle, causata dalle dimissioni del premier Romano Prodi, in seguito al voto contrario del Senato alla relazione sulla politica estera del suo Governo; dopo tre giorni rinvia il Governo alle Camere per la fiducia. Il 24 gennaio 2008 riceve nuovamente le dimissioni di Prodi, in seguito al voto di sfiducia al governo maturato in Senato in seguito all’abbandono della maggioranza governativa da parte dell’UDEUR di Clemente Mastella. Avvia le consultazioni con le forze politiche per la ricomposizione di una difficile crisi di governo e, propenso a scongiurare le elezioni anticipate (pure richieste dalla maggioranza delle forze parlamentari), ma consapevole della difficoltà di creare un nuovo esecutivo con maggioranza stabile, il 30 gennaio conferisce al Presidente del Senato Franco Marini un mandato esplorativo finalizzato a trovare un consenso tra le forze politiche
CLIO NAPOLITANO Giorgio Napolitano è sposato con Clio Maria Bittoni. I coniugi Napolitano si conobbero a Napoli dove lei frequentava l’Università di Napoli presso la quale si è laureata in giurisprudenza e si sono sposati con rito civile in Campidoglio nel 1959; hanno avuto due figli, Giovanni (nel 1961) e Giulio (nel 1969). Clio Maria Bittoni, nata a Chiaravalle il 10 novembre 1934 mentre i suoi genitori erano al confino, è un avvocato, specializzata in diritto del lavoro e nell’applicazione della legge sull’equo canone in agricoltura; ha lavorato per molti anni nell’ufficio legislativo della Lega delle Cooperative, incarico dal quale si è dimessa nel 1992 quando il marito è stato eletto Presidente della Camera dei deputati.
Desidero ringraziare il presidente della Camera e del Senato per aver presieduto la seduta comune, che già di per sé è altamente impegnativa, ed è risultata particolarmente tormentosa Giorgio Napolitano
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Politica Potete immaginare come abbia accolto con animo grato la fiducia espressa liberamente sul mio nome dalla maggioranza dell’Assemblea. Tutti sappiano onorare i loro doveri concorrendo al rafforzamento delle istituzioni repubblicane. Dobbiamo guardare tutti alla situazione difficile, ai problemi dell’Italia e degli italiani, al ruolo internazionale del nostro Paese. Giorgio Napolitano
su una riforma della legge elettorale e su un al Presidente Napolitano il soprannome di “Re governo che assuma le decisioni più urgenti. Giorgio”, con un chiaro riferimento a Re Giorgio Ma il tentativo fallisce e, il 4 febbraio, Marini VI del Regno Unito, per la sua “maestosa” difesa rimette il mandato ricevuto. Il 6 febbraio il Capo delle istituzioni democratiche italiane anche dello Stato firma il decreto di scioglimento delle al di là delle strette prerogative presidenziali Camere, chiudendo così, dopo appena 22 mesi e per il ruolo da lui svolto nel passaggio dal suo insediamento, la XV Legislatura, dal governo di Silvio Berlusconi a quello di Mario la seconda più breve della storia della Monti. Nella fine di dicembre il settimanale Repubblica (dopo l’XI Legislatura). L’Espresso ha nominato il 2011 “l’anno L’8 novembre 2011, giorno in cui il governo di Napolitano” e, di conseguenza, egli stesso Berlusconi IV verifica di non avere più “uomo dell’anno”. Nella fase di formazione una maggioranza parlamentare alla Camera del nuovo governo, seguente le elezioni politiche e si verificano intensi attacchi speculativi ai titoli italiane del 2013, il 22 marzo ha affidato di Stato, Napolitano si accorda con Berlusconi a Pier Luigi Bersani un incarico per “verificare perché si addivenga alle dimissioni del suo l’esistenza di un sostegno parlamentare certo” governo non appena sia concluso l’iter per formare un esecutivo nel minor tempo di approvazione delle leggi di bilancio. possibile. Seguendo le richieste del Presidente, Il giorno successivo, Napolitano nomina Mario l’on. Bersani inizia un lungo giro di consultazioni Monti senatore a vita, mossa interpretata comprendenti sia le parti sociali che politiche dai commentatori e dai mercati finanziari come al termine delle quali, il 28 marzo, riferisce una indicazione di un probabile successivo al Quirinale l’esito infruttuoso delle stesse. incarico al ruolo di Presidente del Consiglio. Per tale motivo, a partire dal giorno successivo, Infatti il 12 novembre, dopo l’approvazione Napolitano inizia ulteriori consultazioni e la promulgazione della Legge di stabilità, con le maggiori forze in Parlamento Napolitano accoglie le dimissioni di Berlusconi per accertare personalmente gli sviluppi e affida proprio a Monti l’incarico per la formazione possibili del quadro politico-istituzionale. di un nuovo governo. Proprio nella fase Dato l’empasse politico-istituzionale molti di formazione di questo nuovo esecutivo, il ruolo giornali accreditano come possibili le eventuali del Capo dello Stato è stato da ogni parte dimissioni dalla Presidenza per permettere rilevato come di primario impulso alla riuscita l’elezione di un Presidente con pieni poteri; dell’incarico Monti tanto che, in un editoriale tale ipotesi viene smentita categoricamente del 2 dicembre 2011, il New York Times attribuisce dallo stesso Napolitano.
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Oltre frontiera
Nasce la rete degli sportelli per l’internazionalizzazione Accordo Mise-Unioncamere: 10 milioni per promozione Pmi. Oltre 70 mila, secondo Unioncamere, le imprese italiane i cui prodotti e strategie di business sarebbero pronti a varcare i confini A CURA DI ida cascio
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l 21 febbraio 2013 sono stati costituiti presso tutte le Camere di Commercio, i 105 sportelli che rappresentano l’attuazione dell’input, giunto dalla cabina di regia costituita dal Governo e dai provvedimenti normativi, per attuare una strategia comune di tutti i soggetti coinvolti nelle politiche di supporto all’internazionalizzazione delle imprese. Alle Camere di commercio, spetta il compito, in sinergia con le altre istituzioni, di realizzare il punto di contatto primario sul territorio, mettendo a disposizione servizi per l’insediamento
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e la crescita delle Pmi all’estero. Presso gli sportelli, le imprese potranno contare sul supporto di oltre 300 unità di personale formato nelle Camere italiane, e su un pool di oltre 30 esperti che risponderà in tempo reale alle domande delle imprese, dai quali ottenere: Servizi certificativi per l’estero: informazioni su normative e disposizioni sui documenti necessari per esportare, convenzioni internazionali, certificati, visti e tutti gli atti per l’estero, nonché il rilascio dei certificati/documenti necessari all’impresa;
Per guardare oltre frontiera servono basi solide Per essere considerate sinonimo di qualità del made in Italy nel mondo le aziende hanno bisogno di una consulenza specifica. Come quella offerta dallo Studio Orazi di Brescia
Un affiancamento finalizzato allo studio e al rinnovamento di processi d’impresa con la realizzazione di prodotti più competitivi e una grossa spinta all’internazionalizzazione. È così che oggi si crea una case history aziendale. “Ma anche curando particolari specifici, come il packaging di un prodotto, e valutando i dazi di importazione e i relativi costi di trasporto, pensati e progettati per nuovi mercati sia in ambito domestico sia internazionale” spiega Marco Orazi, fondatore dell’omonimo Studio di dottori commercialisti e contabili a Brescia. Come operate in questo senso? La valorizzazione del sistema che mettiamo a disposizione, comprendente il coinvolgimento di enti sia finanziari che istituzionali, consente ai nostri clienti di recuperare quelle energie, quegli spunti necessa-
ri per uscire dalla crisi causata da questo periodo di recessione. Siamo e vogliamo essere considerati il punto di riferimento per tutte quelle aziende che oggi non trovano risposte ai loro problemi dal sistema economico che li circonda e che, colti dalla sfiducia, non sono anche psicologicamente in grado di poter trovare da soli delle soluzioni ai propri problemi. Ci capita spesso di trovarci di fronte a delle realtà di alto profilo che per problematiche legate al quotidiano, non sono in grado di guardare al di là dei problemi contingenti. Con il nostro supporto alcuni imprenditori hanno apportato miglioramenti al loro prodotto tali da renderlo appetibile ai nuovi mercati. Reperite anche i finanziamenti? Abbiamo sottoscritto con primarie banche nazionali e rela-
tive filiali estere accordi volti alla promozione del made in Italy nel mondo. La nostra realtà è in grado di fornire una concreta risposta ai bisogni aziendali attraverso molteplici attività che vanno dallo studio della prefattibilità all’analisi del mercato, all’aggiornamento dei prodotti alla creazione di società miste, joint venture o accordi commerciali, franchising e subfornitura compresa la stesura di importanti business plan che stanno al centro di ogni iniziativa volta all’internazionalizzazione dell’impresa.
Studio Orazi Borgo Whurer, 67 Brescia t 030 3366040 info@studioorazi.com www.studioorazi.com
Qual è il ruolo del commercialista in questi nuovi scenari? Chi meglio di uno Studio commercialista, che è perfettamente a conoscenza delle caratteristiche aziendali del proprio cliente assistito, può fornire dati sui quali costruire l’internazionalizzazione.
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Oltre frontiera
Primo orientamento: su Paesi e mercati, settori economici, normative internazionali, analisi sulla propensione all’export, trend di mercato. Informazione a assistenza: su formalità per aprire un’impresa di import-export, fasi di un’operazione commerciale internazionale, informazione sui principi di marketing internazionale, analisi sull’esportabilità dei prodotti; Assistenza specializzata: su certificazione, procedure doganali, fiscali e assicurative; normative internazionali; diffusione dei programmi e dei calendari; costituzione di società all’estero, contrattualistica internazionale; finanziamenti internazionali e comunitari, informazioni sulle opportunità offerte da Simest e Sace. Le Camere di commercio vantano una strutturata esperienza di assistenza alle imprese all’estero. In tutte le sedi provinciali, infatti, sono già presenti Uffici estero operativi nella gestione delle procedure per l’export. La differenza,
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e il valore aggiunto, delle nuove strutture è rappresentata dal nuovo modello di assistenza specializzata, costruita sulle esperienze d’eccellenza, che realizzerà il collegamento tra le imprese che vogliano operare oltre confine e tutte le strutture che si occupano di promozione dell’internazionalizzazione: Regioni, rete diplomatica consolare, Camere di commercio italiane all’estero, Camere miste, uffici dell’Agenzia ICE, sistema associativo. La rete degli Sportelli si avvarrà di una serie di strumenti informativi messi a disposizione sul sito www.worldpass. camcom.it, di fonte camerale, Agenzia ICE e ministero degli Affari esteri. A breve vi confluiranno anche servizi specializzati di Sace e Simest. Il prossimo passo sarà la realizzazione di un’unica piattaforma informatica che consenta la piena interazione dei diversi Sportelli della rete e l’interazione con le altre istituzioni centrali e regionali.
Internazionalizzarsi oggi è necessario non più solo per crescere ma per sopravvivere. Secondo la European Attractiveness Survey, il Regno Unito resta la migliore destinazione europea per gli investimenti diretti stranieri. Per questo può costituire un reale beneficio per le nostre imprese. Ecco come
Investire in UK, per gli Italiani significa trovare un mercato ancora attento e ricettivo e dunque cogliere opportunità reali che porteranno un evidente vantaggio competitivo per il loro business. “Con costi di gestione e fiscalità molto più economica: basta pensare che dal primo aprile 2013 l’imposta sulle società del Regno Unito è del 23% e che scenderà fino al 20 entro il 2015. Per cui il Regno Unito avrà la più bassa aliquota d’imposta sulle società nel G8 e la più bassa nel G20” spiega Paola Zambon, dottore commercialista di TaxLawPlanet
S.r.l., società con sede a Torino che offre servizi di fiscalità internazionale e dà assistenza a società di primaria importanza nel territorio inglese e in quello italiano. Come siete stati tentati da Londra? Abbiamo analizzato diversi mercati su richiesta di nostri clienti del settore ICT. Nel Regno Unito sono stati i primi ad adottare le novità tecnologiche e ciò ci ha particolarmente attirato. Abbiamo poi scoperto anche che Londra, sempre in continua espansione, offre di-
verse opportunità interessanti anche in altri settori e costituisce un ponte storicamente strutturato per accedere al mercato mondiale.
© Alessandro Marchi
Vuoi vincere la crisi? Vola a Londra
Come opera la vostra società? TaxLawPlanet, grazie all’esperienza maturata in azienda e approfondita in studio seguendo società di primaria importanza, è ora un gruppo che eroga servizi alle imprese che intendono esternalizzare la tenuta della contabilità, degli adempimenti amministrativi e tributari e delle paghe. Per consulenza societaria e tributaria si avvale di professionisti iscritti ai relativi albi professionali: “Chartered Accountant” in Inghilterra e Galles e Dottori Commercialisti in Italia. La sua controllata TLP worldwide Ltd opera nella sede di Londra ed è nata proprio allo scopo di offrire servizi analoghi per rendere internazionali i propri clienti e le aziende in generale.
TaxLawPlanet S.r.l. Corso Stati uniti, 35 Torino t 011 5069135 www.taxlawplanet.com TLP worldwide Ltd 40 Tooting High Street SW17 ORG London www.taxlawplanet.it
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Oltre frontiera La piattaforma metterà a fattor comune i patrimoni informativi della rete nazionale ed estera delle Camere, degli uffici dell’Agenzia ICE, delle ambasciate e degli uffici consolari, consentendo anche l’aggiornamento in tempo reale dei report sui Paesi e le risposte all’utenza sulle diverse aree geografiche di interesse. “L’export e la proiezione internazionale delle nostre imprese – dichiarò il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera – rappresentano un’opportunità fondamentale per la ripresa e la crescita del sistema produttivo italiano. Abbiamo completamente riformato il sistema di supporto all’internazionalizzazione, avviando la nuova Ice, varando il Piano Nazionale Export, riorganizzando il sistema di attrazione degli investimenti esteri con il Desk Italia e ponendo le basi per la creazione della nuova ExportBanca attraverso l’integrazione di Sace e Simest in Cassa Depositi e Prestiti”. “World Pass – sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - sarà la porta d’accesso alle autostrade dell’internazionalizzazione. E lo farà utilizzando una dovizia di strumenti nuovi e messi in comune con l’Agenzia Ice, con la quale già da tempo il sistema camerale collabora promuovendo iniziative congiunte”.
All’estero per crescere Russia, Brasile, nord Africa. Sono alcune delle frontiere di espansione delle imprese italiane soffocate dalla crisi. Lo sa bene l’avv. Domenico Chindamo, fondatore dell’omonimo studio legale attivo a Milano e Roma che si occupa di diritto societario e internazionalizzazione
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Chi sono i vostri clienti? Aziende italiane, medie e grandi, che vogliono espandersi all’estero. Ma anche aziende estere che vogliono ancora investire in Italia. Operiamo in tutti gli ambiti di questo settore: sviluppo, vendite, rapporti internazionali, trading e tanto altro.
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Qual è il vostro valore aggiunto? La struttura flessibile dello Studio. Ho 16 collaboratori che coprono l’area legale e anche quella fiscale e sono in grado di affrontare ogni situazione. Ma sono io in prima persona che seguo i clienti, uno per uno. La professionalità è quella del grande Studio
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ma, rispetto ai grandi colossi, che tra l’altro di recente hanno perso mercato, noi offriamo un rapporto diretto e tariffe competitive. La nostra vasta esperienza a livello internazionale ci permette di avere una solida rete di collaborazione con studi esteri e quindi di supportare il cliente ovunque in maniera diretta, per uno sviluppo concreto sul territorio. Sia che si tratti di partnership aziendali, di incremento del canale commerciale, di sostegno per la parte contrattuale e fiscale. Dove investono al momento le aziende che seguite e perché? Gli Stati più “interessanti” dal
punto di vista commerciale oggi sono quelli del sud America, il Brasile, la Russia, l’est europeo, gli Usa, il nord Africa e in genere le economie in grande sviluppo alle quali serve know how e tecnologia. Proprio quello che le nostre imprese sono in grado di offrire. In cambio hanno grandi agevolazioni fiscali che permettono di fare il salto anche a chi, provato dalla crisi, non ha ingenti capitali da investire. Di cos’altro vi occupate? Penale commerciale, recuperi del credito, diritto bancario e tutto ciò che serve a coprire le esigenze di un’impresa.
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Economia
Il premio Nobel indiano per l’economia Amartya Sen non ha dubbi: “L’euro è stato un’idea orribile, che ha messo l’economia europea sulla strada sbagliata”. Accompagnato da un altro enorme sbaglio: l’austerità imposta ai Paesi più poveri e non ai più ricchi... A CURA DI MATTEO GRIMALDI
La serpe in Sen dell’Europa: la moneta unica, “È stata un’idea orribile” 16
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martya Sen apre una porta attraverso la quale probabilmente passeranno in molti. Dice che «l’euro è stato un’idea orribile». Non che la moneta unica ora vada disfatta. Ma è stata «un errore» che ha prodotto conseguenze negative per l’Europa e ha spinto ad altri errori: tra questi il peggiore è l’imposizione ai Paesi più deboli delle politiche di austerità. Sen è un economista di origine indiana, Premio Nobel, e filosofo. Insegna all’università americana di Harvard ma spesso anche a Oxford e Cambridge perché, dice, si sente europeo, «molto legato alla Gran Bretagna e all’Italia». In effetti, nel 1973 sposò in seconde nozze Eva Colorni, figlia di Eugenio Colorni, uno degli estensori del Manifesto europeista di Ventotene: con Altiero Spinelli (un altro dei tre autori del Manifesto) ebbe rapporti frequenti. Non parte insomma da pregiudizi anti-europei. In questa intervista - rilasciata ieri a Lucca, dove partecipava assieme a Salvatore Veca a una discussione su Educazione e Cittadinanza organizzata dalla Fondazione Campus - si dice però preoccupato della dinamica politica nella Ue. C’è in giro parecchio nazionalismo. Soprattutto in Asia. Non sono sicuro che in Asia ci siano manifestazioni di nazionalismo più forti che in passato. Mi preoccupa molto di più quello che succede in Europa, l’effetto della moneta unica. Era nata con lo scopo di unire il continente, ha finito per dividerlo. I greci contro i tedeschi imperialisti, i tedeschi contro i greci fannulloni. Io vedo molto nazionalismo in Europa, non in Asia. Sta dicendo che l’euro è stato una cattiva idea? L’euro è stato un’idea orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo l’economia europea sulla strada sbagliata. Una moneta unica non è un buon modo per iniziare a unire l’Europa. I punti deboli economici portano animosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Le tensioni che si sono create sono l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Europa. Chi scrisse il Manifesto di Ventotene combatteva per l’unità dell’Europa, con alla base un’equità sociale condivisa, non una moneta unica.
Cosa è successo secondo lei? Quando tra i diversi Paesi hai differenziali di crescita e di produttività, servono aggiustamenti dei tassi di cambio. Non potendo farli, si è dovuto seguire la via degli aggiustamenti nell’economia, cioè più disoccupazione, la rottura dei sindacati, il taglio dei servizi sociali. Costi molto pesanti che spingono verso un declino progressivo. Declino in che senso? È successo che a quell’errore è stata data la risposta più facile e più sbagliata, si sono fatte politiche di austerità. L’Europa ha impiegato anni a costruire lo Stato sociale. Ora rischia di distruggerlo, nell’Educazione, nella Sanità, nella rete di sicurezza sociale. L’Europa ha bisogno di riforme: pensioni, tempo di lavoro, eccetera. E quelle vanno fatte, soprattutto in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Ma non hanno niente a che fare con l’austerità, con tagli indiscriminati. È come se avessi bisogno di aspirina ma il medico decide di darmela solo abbinata a una dose di veleno: o quella o niente. No, le riforme si fanno meglio senza austerità, le due cose vanno separate.
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Economia
Una moneta unica non è un buon modo per iniziare a unire l’Europa. I punti deboli economici portano animosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Le tensioni che si sono create sono l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Europa. Amartya Sen
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Perché questo errore? Credo che derivi dall’esperienza della riunificazione tedesca. Allora l’austerità fu necessaria. Ma attenzione, fu un’austerità fatta pagare a chi stava meglio, alla Germania occidentale. Oggi, al contrario, la si applica ai Paesi messi peggio.
Quindi? Quali vie d’uscita? Il presidente francese Hollande ha detto cose importanti la settimana scorsa, ha proposto un’organizzazione politica dei 27 partner, non un accordo tra un paio di Paesi. È molto importante. Spero che l’Italia lo segua.
Anche lei punta il dito contro Berlino. La Germania ha sicuramente beneficiato della moneta unica. Oggi abbiamo un euro-marco sottovalutato e una euro-dracma sopravvalutata, se così si può dire. Ma non credo che ci sia uno spirito del male tedesco. Non ci sono malvagi in questa cosa terribile che sta succedendo. È che hanno sbagliato anche i tedeschi. E si è finiti con la Germania denigrata. Finora i francesi non hanno protestato abbastanza contro questa impostazione. E nemmeno il bravo economista Mario Monti è riuscito a farlo.
Basta un po’ più di unità europea? Quella è la strada da seguire. Inoltre, l’austerità non è irreversibile. Basta guardare al Giappone che dopo anni ha cambiato politiche e sta crescendo a un ritmo del 3,5% su base annua. E gli Stati Uniti, che non hanno scelto l’austerità, crescono più dell’Europa e anche il loro rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo migliora perché cresce il denominatore. Oggi serve molto pensiero politico. Per questo mi è piaciuto Hollande.
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Le intense deprivazioni sociali in India, a cominciare dall’Istruzione, influiscono negativamente sulla crescita del Paese, che è prima di tutto fondata sulla qualità del lavoro. Il successo economico dei Paesi asiatici - a cominciare dal Giappone ma anche di Singapore, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud e ovviamente Cina - ha seguito una rotta focalizzata sull’istruzione, sulla qualità del lavoro. Dovreste tenerne conto, in Europa. Il 60% di giovani disoccupati in Grecia fa crollare la qualità del lavoro: crescere sarà più difficile. Amartya Sen
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Economia Una domanda più generale. Perché lei dà tanta importanza all’Istruzione? Per molte ragioni. Ne cito una. Le intense deprivazioni sociali in India, a cominciare dall’Istruzione, influiscono negativamente sulla crescita del Paese, che è prima di tutto fondata sulla qualità del lavoro. Il successo economico dei Paesi
asiatici - a cominciare dal Giappone ma anche Singapore, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud e ovviamente Cina - ha seguito una rotta focalizzata sull’istruzione, sulla qualità del lavoro. Dovreste tenerne conto, in Europa. Il 60% di giovani disoccupati in Grecia fa crollare la qualità del lavoro: crescere sarà più difficile.
I NOBEL PER L’ECONOMIA DEGLI ULTIMI ANNI 2008 (Paul Krugman - Stati Uniti) Per la sua analisi degli andamenti commerciali e del posizionamento delle attività economiche. 2009 (Elinor Ostrom - Stati Uniti) Per la sua analisi della governance in economia, in modo particolare del bene collettivo. 2009 (Oliver Williamson Stati Uniti) Per la sua analisi della governance in economia, in modo particolare dei limiti delle imprese. 2010 (Peter Diamond - Stati Uniti; Dale Mortensen - Stati Uniti; Christopher A. Pissarides - Cipro/Regno Unito) Per la loro analisi dei mercati alla ricerca di attriti. 2011 (Thomas J. Sargent; Christopher A. Sims - Stati Uniti) Per le loro ricerche empiriche su cause ed effetti in macroeconomia. 2012 (Alvin E. Roth; Lloyd Stowell Shapley - Stati Uniti) Per la teoria delle allocazioni stabili e i loro studi sulla configurazione dei mercati.
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In ogni sostanza si tace La luce e il silenzio risplende La Pania di marmi ferace alza in gloria le arci stupende. Tra il Serchio e il Magra, su l’ozio del mare deserto di vele, sospeso è l’incanto. Gabriele d’Annunzio,
Grafica: Ace & Flanaghan • Foto: C. Beduschi
Undulna vv. 85/91, Alcyone A chi desidera scoprirla, la natura sa offrire occasioni di benessere e di salute davvero uniche per stare bene nel corpo e nello spirito. A soli tre chilometri da Forte dei Marmi, vicino a una spiaggia e un mare senza uguali, l’Hotel Villa Undulna – Terme della Versilia propone esclusivi trattamenti termali ed estetici utilizzando un’acqua salsobro-
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centro sono i massaggi, eseguiti da professionisti abilissimi: rilassanti, drenanti, tonificanti, ma anche orientali come lo Shiatsu, in acqua termale o a terra, e il massaggio Ayurvedico oppure molto particolari, come l’Hawaiano e l’Hot Stones, che utilizza pietre laviche. L’Hotel Villa Undulna – Terme della Versilia è circondato da un magnifico parco di 30 mila
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Partner aziendali
Le risorse umane sono un valore aggiunto Da un lato, il mercato del lavoro è in discesa libera e la disoccupazione sforna dati preoccupanti. Dall’altro, i dipendenti delle aziende costituiscono un grande patrimonio di conoscenze e know how. Un tesoro da proteggere e valorizzare per il bene dell’impresa stessa. Chi meglio dei professionisti specializzati può correre in aiuto? A CURA DI ida cascio
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Partner aziendali a ricerca del lavoro in Italia oggi risulta difficile e frustrante. Più della metà degli italiani continua ad affidarsi a raccomandazioni e referenze per assicurarsi un posto nel mercato professionale. E, anche in questo caso, è molto probabile che si ritrovi a svolgere un lavoro per il quale non si hanno le competenze adatte.
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Il che si riflette in materia negativa sull’azienda che assume, la quale, per una serie di circostanze, può ritrovarsi una squadra di dipendenti poco motivati in posizioni apicali e dipendenti fortemente preparati in posizioni non soddisfacenti. Questo è solo uno dei tanti ostacoli che ci si trova davanti quando si affronta il nodo delle risorse umane in azienda.
Crisi? Non con M&C Partners Supportare le imprese nel superare l’attuale periodo di stasi. È la mission di Marco Balzarini, classe 1956, fondatore di una boutique di consulenza aziendale per operazioni di Mergers & Acquistions e di Turnaround, nel cuore di Milano. La sua è una storia interessante Dopo gli studi classici e l’Università di Economia e commercio Marco Balzarini inizia un articolato percorso lavorativo, da semplice controller ad amministratore delegato, lavorando per società quotate in borsa, sino al 2005, anno in cui fonda M&C Partners. Perché fondare una nuova realtà all’età di 49 anni? Volevo reinventarmi, rimettermi nuovamente in gioco. È quella voglia di imprenditorialità che, ad oggi, non mi ha mai abbandonato. M&C Partners mi permette di divertirmi ancora nell’ambito professionale. Perché un’azienda, piccola o grande, può avere bisogno di M&C? L’impresa, nel tempo, attraversa periodi diversi, da quelli euforici ed espansionistici, a quelli più complessi, e dopo l’entusiasmo imprenditoriale spesso si cede il passo alle difficoltà nel sopravvivere sul mercato. Ecco che M&C Partners s’inserisce a fianco dell’impren-
ditore in tre fasi: progettare strategie d’impresa, cioè, definire e governare una “regia” che consenta alle aziende di mantenere o raggiungere il successo; immaginare, architettare e costruire operazioni di Mergers and Acquisitions e finanzia straordinaria; supportare all’occorrenza, durante le “virate di rotta”, pianificando e realizzando progetti di TurnAround e piani di rilancio.
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Qual è stato il progetto più impegnativo in questi anni? Una complessa operazione di Tournaround con uno Spin-off aziendale, tre delocalizzazione produttive, un’acquisizione in Italia e una negli Stati Uniti. Una sfida affascinante, durata 3 anni e tutt’ora in fase di continua evoluzione. Obiettivi per il futuro? L’apertura di nuovi filiali estere: il nuovo ufficio a Shanghai, nel centro finanziario della città, è un primo passo per l’internazionalizzazione di M&C Partners.
Negli ultimi anni, le questioni relative ai prepensionamenti, le liquidazioni, i contratti di solidarietà e tutto ciò che è servito per affrontare la crisi economica ha posto nuove sfide ai consulenti del lavoro. I quali, per far fronte a tutto questo, si sono evolute: le figure professionali che in origine erano gestori di buste paga, si sono evolute in veri e propri consulenti del lavoro.
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Consulenza ad ampio raggio Professionalità e specializzazione. Sono le parole d’ordine dello studio Foi di Brescia, attivo dal 1980 e fondato da Donatella Foi, consulente del lavoro. Assistenza previdenziale, assistenziale e in ambito contenzioso sono alcune delle attività dello staff
Studio di consulenza del lavoro Rag. Donatella Foi Via M. Valgimigli, 6 Brescia t 030 3099107
In cosa consiste la vostra attività? L’attività dello studio consiste nella consulenza in qualsiasi materia giuslavoristica di carattere generale o specifico, prestata per l’analisi della legislazione, dell’interpretazione e dell’applicazione di disposizioni e problemi specifici, anche in sede di assistenza previdenziale, assistenziale e in ambito contenzioso.
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Come operate nel dettaglio? Ci occupiamo di amministrazione del personale. Studiamo e analizziamo le figure lavorative più appropriate all’attività svolta dalle aziende clienti. Seguiamo poi la gestione del personale stesso in tutto l’arco del rapporto lavorativo. Gestiamo le pratiche con gli enti della pubblica amministrazione quali Inps, Inail, Asl, Dtl, Agenzia delle Entrate ecc. E naturalmente ci occupiamo di ammortizzatori sociali, così attuali di questi tempi... Ci faccia un esempio di come affrontate la questione “am-
Schierati contemporaneamente a supporto dei lavoratori e delle aziende, adesso i consulenti del lavoro sono circa 28 mila, esperti in risorse umane e dislocati in tutto il Paese. Questi professionisti spesso si pongono anche come intermediari tra chi cerca un posto di lavoro e le imprese alla ricerca di personale. La loro organizzazione, Fondazione Lavoro, riconosciuta dal Ministero del lavoro, tenta
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mortizzatori sociali” Sviluppiamo un’analisi completa della situazione per trovare la migliore soluzione per le imprese in situazione di crisi. Una soluzione, intendo, che comporti agevolazioni e sostegno alle stesse con conseguente integrazione del reddito dei lavoratori. Vi occupate anche di contenzioso del lavoro? Si, assistiamo le imprese in caso di controversie con il personale in fase sindacale e stragiudiziale. Lo facciamo anche nel contenzioso amministrativo, previdenziale e assicurativo. Collaborate con altre figure professionali? Si, in particolare con commercialisti, avvocati, agenti di formazione etc. Da qualche anno inoltre collaboriamo con la Dott.ssa Ilaria Capelletti, giovane e promettente consulente del lavoro che integra con entusiasmo e dinamicità la lunga e maturata esperienza del nostro studio.
di alleviare e in parte risolvere gli effetti negativi causati dalla crisi economica di questi ultimi anni. Solo nel 2012, grazie ai tirocini autorizzati effettuati tramite la Fondazione e che hanno coinvolto un gran numero di giovani, senza dubbio una delle categorie più colpite dal fenomeno della disoccupazione, sono stati creati 12 mila posti di lavoro. Il modus operandi dei consulenti del lavoro, quindi, è risultato essere
particolarmente efficace, fatto confermato da un dato importante, ovvero che per più del 50% tali tirocini sono diventati contratti stabili. Un’interessante iniziativa, portata avanti dalla Fondazione Lavoro, consiste in una community a livello nazionale, una work lab, dedicata agli iscritti all’ordine. Lì i consulenti del lavoro possono creare una rete di esperienze atte a migliorare la ricerca di personale specifico per le aziende, migliorando ulteriormente l’incontro tra le richieste e le offerte di lavoro. Ma il ruolo di questi professionisti non si esaurisce nella sola ricerca e gestione delle risorse umane. Vengono portate avanti, infatti, anche diverse altre idee a supporto dei lavoratori.
Previdenza e lavoro: come orientarsi Leonardo e Daniela Carbone, padre e figlia, titolari dell’omonimo studio legale sono Entrambi autori di varie pubblicazioni in materia di diritto del lavoro, previdenziale e tariffe professionali
professionale fornita, offrendo una visione d’insieme delle questioni giuridiche trattate e orientando così i propri clienti a scelte e strategie difensive mirate e consapevoli.
Un servizio di qualità, basato sulla competenza e sulla serietà professionale, sulla rapidità delle risposte, sulla condivisione delle soluzioni adottate, sulla cortesia nei rapporti interpersonali. Lo Studio legale Carbone si caratterizza anche per l’interdisciplinarietà dell’assistenza
Occorre assistenza specialistica? Sì, in quanto i continui e frammentari interventi sulla legislazione lavoristica e previdenziale rendono sempre più difficile alle aziende il rispetto della legge e non incorrere in sanzioni pecuniarie. Dedichiamo un’attenzione particolare all’applicazione della complessa normativa, con pubblicazioni e partecipazioni a seminari e convegni, e con la creazione di un sito ad hoc: www.lavoroprevidenzamarche.com. Chi sono i vostri referenti? Aziende che richiedono una
consulenza completa, soprattutto in ambito lavoristico e previdenziale, nonché lavoratori privati e pubblici, per i quali lo Studio è in grado di fornire una qualificata assistenza in sede giudiziale e stragiudiziale.
Studio Legale Associato Carbone
Quali materie trattate in prevalenza? Le controversie di lavoro sia per il settore privato (licenziamento, differenze retributive, mansioni, recupero crediti) sia per il pubblico (concorsi, inquadramenti, mansioni, cause di servizio, pensioni privilegiate). Controversie previdenziali per contrastare pretese contributive dell’Inps, dell’Inail e della DTL nei confronti delle aziende (verbali di accertamento, ordinanze ingiunzioni, riconoscimento sgravi e fiscalizzazione degli oneri sociali).
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Come il progetto di consulenza previdenziale, in cui il consulente del lavoro stima il valore dell’indennità post lavorativa e, nel caso ce ne sia bisogno, suggerisce il versamento di contributi a una forma di previdenza integrativa
e complementare. La versatilità di questi professionisti si sposa in modo ideale con un settore lavorativo in costante trasformazione. Le aziende e i singoli individui che si rivolgono alla Fondazione Lavoro ricevono una consulenza
Cosa (non) funziona nel mercato lavorativo In questo periodo di crisi gli imprenditori domandano flessibilità nei contratti di lavoro. Le recenti norme in materia hanno condotto a significativi miglioramenti? Lo chiediamo agli specialisti dello Studio di Consulenza del Lavoro Frisoni e Bisceglie di Como Studio di consulenza del lavoro Frisoni e Bisceglie Via Oltrecolle, 139 Como t 031 555560 frisoniebisceglie.com
La riforma Fornero si era posta l’ambizioso obiettivo di apportare modifiche strategiche al mercato del lavoro per favorire la flessibilità in entrata. “Un obiettivo disatteso” spiegano i consulenti. “Noi professionisti del settore attendevamo iniziative di legge più incisive, una concreta svolta a un mercato del lavoro asfittico e ingessato da una selva di norme rigide, che costituiscono ostacolo sia per le aziende sia, indirettamente, per i lavoratori stessi che non trovano sbocchi occupazionali”. Quali sono gli elementi della legge Fornero utili per uscire
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dalla crisi e quali invece sono da ostacolo? L’ostacolo principale è il fatto che la legge sia intervenuta pesantemente sia su alcuni contratti che discendono dalla Legge Biagi, quali il lavoro intermittente, accessorio, a progetto, sia su altre tipologie come il rapporto a termine e il lavoro svolto in regime di partita IVA, apportando ulteriori vincoli che disincentivano le aziende a creare occupazione. Quale elemento positivo, invece, giudico apprezzabile l’introduzione del contratto di lavoro a termine acausale, per un massimo di dodici mesi. Uno strumento che
permette l’esperimento di un periodo di prova allargato. Che suggerimenti offrite ai vostri clienti per superare questo periodo di crisi? La qualità del lavoro costituisce elemento chiave. Per questo, in ottica giuslavoristica, riteniamo che la scelta vincente sia la specializzazione del personale conseguibile anche attraverso una mirata formazione e l’incentivazione dello stesso con strategie di fidelizzazione, non solo premianti sotto il profilo economico, ma anche in ottica di creazione di un clima aziendale ottimale. E noi lavoriamo proprio per questo.
soddisfacente riguardo ogni questione dell’ambiente professionale. Un compito reso ancora più importante e delicato dall’approvazione della Riforma del lavoro. Criticata dai portavoce nazionali, è stato chiesto un intervento deciso sui contratti a termine e sull’apprendistato, che favorirebbe l’impiego giovanile, e una semplificazione della burocrazia che potrebbe facilitare l’approccio con il lavoro stesso. La complessità e l’ingente numero di leggi, norme e cavilli, infatti, non fa altro che complicare e rallentare qualunque rapporto lavorativo. L’ex Ministro Elsa Fornero si è mostrata ben aperta al dialogo con la Fondazione Lavoro, commentando così l’incontro tenutosi nella sede dei consulenti del lavoro il 14 settembre 2012 a Roma: “È essenziale per il Ministro del Lavoro
collaborare con quelli che possono migliorare veramente il funzionamento del mercato del lavoro. E lo dobbiamo a tutti quelli che hanno difficoltà nel trovare un lavoro, a tutti quelli che non ce l’hanno, a quelli che rischiano di perderlo. E quindi il Ministro è qui con il massimo desiderio di collaborare: mi pare che la risposta sia stata da parte dell’Ordine molto incoraggiante e di questo io ringrazio”. La chiave per la svolta potrebbe essere proprio quella indicata dai consulenti del lavoro, ovvero la focalizzazione sulle risorse umane già presenti all’interno delle aziende, prima di tutto. Per valorizzarle al meglio. Per troppo tempo il reale valore del capitale umano dell’impresa è stato sottovalutato o, comunque, non considerato come componente fondamentale della crescita di una società.
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Partner aziendali Nel corso degli anni, ciò è accaduto a causa degli scarsi investimenti diretti alle risorse umane o a un diffuso mismatch dei talenti, ovvero una troppo ampia diversificazione tra domanda e offerta, che avviene quando non vengono presi in considerazione il profilo e le reali capacità del singolo. In poche parole, sono state preferite soluzioni veloci e quantitative rispetto a una più metodica e ideale selezione. Uno dei compiti più importanti del consulente del lavoro è,
per l’appunto, invertire la tendenza che, soprattutto in passato, ha caratterizzato una produzione di bassa qualità affidata a persone con capacità differenti da quelle richieste in relazione ai ruoli ricoperti. Negli ultimi anni, grazie anche all’intervento di questo tipo di professionisti, diverse aziende hanno iniziato a investire sul proprio capitale umano. Un personale motivato, che si sente parte fondamentale dell’impresa, potrebbe fare la differenza. Il trend comune a moltissime imprese italiane ed estere, infatti, riguarda proprio il miglioramento dell’operatività dei dipendenti. Questi ultimi rappresentano la parte più importante dell’offerta di un prodotto o servizio, ovvero la propria realizzazione. Nella ricerca dell’eccellenza da parte delle imprese vengono abbandonati i prodotti low cost, e alla quantità o alla flessibilità
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del personale viene preferita la qualità. Che l’incentivo per il lavoratore sia di carattere salariale o meno non importa, un team dedito e attento rappresenta la strada per il miglioramento definitivo di un’impresa. Il compito del consulente del lavoro, oltre che di ridurre i costi di reclutamento di un’azienda, è ricercare, ottimizzare e gestire le risorse umane coerenti con l’obiettivo dell’impresa, in modo da soddisfare il crescente bisogno da parte di queste di un personale altamente qualificato
e, quando possibile, specializzato. Ciò distoglierebbe l’azienda dalla sempre più diffusa e dannosa idea di delocalizzare la produzione, puntando magari su Paesi esteri con ridotti costi di manodopera e con una più leggera tassazione. D’altra parte, la reale missione dei consulenti del lavoro è proprio quella di mantenere alti gli standard lavorativi italiani, garantendo alle imprese risorse umane adatte e competitive, e agli individui un lavoro stabile e una tutela costante.
Se le società fanno gruppo... ...il datore di lavoro non è unico. Ma viste le maggiori dimensioni dell’impresa, è unico il centro di imputazione dei rapporti giuridici. E i lavoratori sono più tutelati. È il fenomeno del cosiddetto “collegamento societario”. Che ci spiega l’avvocato Massimo Giordano Quando si può parlare di collegamento societario? Quando risultano sussistenti una serie di “requisiti” riconducibili all’unicità della direzione e delle strutture organizzative e produttive; alla complementarietà delle attività svolte dalle varie società, tutte indirizzate al perseguimento di uno scopo comune, nel comune interesse di tutti; e all’utilizzazione promiscua dei dipendenti delle varie società da parte di più soggetti. Laddove ricorrano tali condizioni, il lavoratore potrebbe quindi beneficiare di una maggiore tutela.
Che tipo di tutela? Il diritto alla stabilità del posto di lavoro, sotto il profilo della sussistenza dei requisiti numerici per l’applicabilità della cosiddetta tutela reale ex art. 18 Legge 300/1970, e della normativa di legge sui licenziamenti collettivi, tenendo conto delle complessive maggiori dimensioni occupazionali dell’impresa. La giurisprudenza riconosce infatti che più società possono essere considerate come un unico soggetto giuridico, con tutte le conseguenze che ne conseguono, nel caso in cui la formale separazione delle società stesse costituisca semplicemente
un mezzo per “aggirare” alcune norme che tutelano i lavoratori dal licenziamento.
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A questo proposito una Sentenza ha fatto chiarezza Sì, è la n.3136 del 1999: indica i criteri che il giudice deve seguire per verificare l’integrazione del gruppo. E cioè: l’unicità della struttura organizzativa e produttiva, l’integrazione tra le attività esercitate dalle varie imprese del gruppo e il correlativo interesse comune, il coordinamento tecnico e amministrativo - finanziario e l’utilizzazione contemporanea della prestazione lavorativa da parte delle varie società.
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Prodotti italiani all’estero
Un patrimonio che piace ma da tutelare. L’avvocato Frank Ferrante, socio fondatore dello Studio legale Ferrante negli Usa a Manhattan, spiega il valore indiscusso del made in Italy, dalla moda all’enogastronomia, passando per il turismo e il territorio A CURA DI MATTEO GRIMALDI
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ntervistiamo l’avvocato italo/americano Frank Ferrante, socio fondatore dello Studio Legale Ferrante negli Usa a Manhattan, nato in Calabria, studi umanistici svolti fra l’Italia e gli Usa; l’avvocato è sempre rimasto legato alla sua terra e abbina, nello svolgere la sua professione, un mood eccezionale, la rapidità e il dinamismo dell’imprenditoria di New York, più snella e vivace in quanto non appesantita, come in Italia, dalla burocrazia e la preziosa unicità del nostro Made in Italy, famoso nel mondo come... fatto con l’anima e il cuore tutti italiani. Avvocato Ferrante “Il piccolo è ancora bello? L’internazionalizzazione delle PMI” è stato il tema del suo intervento al convegno PMI in ottobre al centro Pio Manzù: vuole spiegarci la sua tesi e, magari, soluzioni, anche per chi non è potuto intervenire. Sono convinto che il piccolo sia sempre più bello, ma è arrivato il momento di reinventarsi. Il tessuto economico italiano è da sempre stato composto per la stragrande maggioranza da piccole e medie imprese, molte di queste addirittura di carattere famigliare. Questa indole non si deve cambiare, perché la qualità, il dettaglio e la passione apportata dalle famiglie a capo di queste imprese è il punto di partenza del loro business
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e uno dei motivi per cui sono apprezzate all’estero. Tuttavia, ora più che mai è il momento di differenziare e puntare su mercati che possono essere più lucrativi di quello interno. Io sono un fautore del movimento Italiano all’estero sia nei paesi emergenti Brasile, Cina, Russia, India sia nelle economie già sviluppate come Stati uniti, Canada e Europa. In particolare, operiamo a diversi livelli in Stati Uniti, Brasile e Cina oltre che chiaramente Italia, paese da dove proviene la stragrande maggioranza dei nostri clienti. In particolare, nell’intervento alla Conferenza Internazionale sulle Piccole e Medie Imprese tenuta al Centro Pio Manzù di Rimini, ho parlato del mercato statunitense che è quello in cui operiamo da circa 15 anni. Gli Usa sono uno dei Paesi più “amici” degli imprenditori, come dimostrato anche dalle statistiche della World Bank. A patto che il “business plan” sia solido, gli Stati Uniti offrono infinite agevolazioni dai punti di vista fiscale, societario, d’immigrazione e di trasparenza. L’ho vissuto in prima persona e cerco di aiutare le eccellenze italiane a vivere il cosiddetto “sogno americano”. In una situazione di crisi, la cosa peggiore è stare fermi e aspettare che passi. Guardare all’estero non è più un’opzione, ma una strategia di sopravvivenza. Da questa “sopravvivenza” molti sono arrivati al successo!
I falsi del Made in Italy all’estero: dal fashion all’enogastronomia, cosa farebbe lei per migliorare la situazione? Cerco di vedere il lato positivo della medaglia: se ci copiano significa che il Made in Italy piace! Purtroppo è quasi impossibile evitare i cosiddetti “tarocchi”. Qui a NY per esempio quasi tutti i ristoranti cercano di inserire parole Italiane, o nei loro menù, o nei loro nomi o bigliettini da visita, anche se d’italiano non hanno neanche il proprietario. Il consumatore, tuttavia, sta diventando sempre più raffinato e riconosce la qualità. Eataly sta facendo soldi a palate, Diesel, Alessi, Paciotti e Barilla incarnano il vero spirito del Made in Italy. Il “vero” Made in Italy è riconosciuto. C’è una parte del diritto di cui ci occupiamo che si riferisce alla protezione della proprietà intellettuale. Questa è la risposta più concreta che conosco verso i “falsi”. In linea teorica ogni prodotto, servizio, formula che ha caratteristiche di unicità ed originalità può essere protetto (e deve essere protetto) in quanto frutto dell’ingegno del singolo.
Non scendo nel dettaglio, ma ci sono diverse soluzioni per diversi campi quali gioielleria, fashion e, perché no, anche alimentare. Sono in particolare impegnato in una battaglia per proteggere le “genialita” del fashion, che in questo momento credo siano un po’ meno tutelate rispetto ad altri settori. Proprio in questo settore sono stato coinvolto nella famigerata questione della “suola rossa” di Louboutin contro YSL. Louboutin ha fatto causa a YSL per produrre scarpe con la famigerata suola rossa, tratto distintivo di Louboutin. Ho consigliato il nostro cliente Cesare Paciotti, che era entrato in questa querelle dalla parte di YSL negli USA. Tuttavia, vista la minore presenza dell’azienda del pugnale oltreoceano abbiamo preferito uscirne. Un paio di mesi fa Louboutin ha vinto la causa. Fondamentale anche registrare Marchi, patenti, brevetti e slogan. Concludo con una battuta. Proprio in Cina, molte volte additata come la patria del falso, I ricchi cinesi non comprano Made in China o Made in India, ma vanno pazzi per il Made in Italy.
Ora più che mai è il momento di differenziare e puntare su mercati che possono essere più lucrativi di quello interno. Io sono un fautore del movimento Italiano all’estero sia nei Paesi emergenti Brasile, Cina, Russia, India sia nelle economie già sviluppate come Stati Uniti, Canada e Europa
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Made in Italy Vedendo i costi bassi della produzione e la delocalizzazione delle imprese italiane nei Paesi dell’est ci viene da pensare… esiste ancora il made in italy? E per un Brand Italiano di abbigliamento, vista l’avanzata dei prodotti cinesi, pensa che in USA ci possa essere un futuro e il marchio “Made in Italy” possa essere un appeal oppure un aggravante costo economico? Questa purtroppo o per fortuna è una realtà. Le più grandi multinazionale del Fashion da Armani a Dolce&Gabbana producono in parte all’estero. Non sono contrario e penso ci sia un mercato per tutto. La direzione, in futuro, sarà sempre più questa. Tuttavia, come spiegato prima, l’etichetta “Made in Italy” vende, ma credo che produzione estera con disegno e marchio italiano sarà sempre più frequente. Non lo vedo necessariamente come una cosa negativa.”
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In pochi anni quelli che erano i Paesi sottovalutati, India, Cina, Brasile, Medio Oriente... sono diventati i paesi più ricchi e promettenti e, in Italia, guardiamo al modo di creare nuovi sbocchi per fare sviluppo; che tutela suggerisce Lei per la PMI? Le PMI possono tutelarsi da sole guardando a questi mercati. Il fatto che siano basate in Italia non significa necessariamente che quello è l’unico mercato in cui debbano operare. Questi nuovi mercati che lei ha menzionato, India, Cina, Brasile, Medio Oriente non devono essere visti come minacce ma come opportunità. La globalizzazione sarà sempre più forte. Secondariamente credo che il governo Italiano, come sta facendo quello americano, debba dare incentivi a piccole e medie imprese che lo meritano.
Questi nuovi mercati, India, Cina, Brasile, Medio Oriente non devono essere visti come minacce ma come opportunità. La globalizzazione sarà sempre più forte. Secondariamente credo che il governo Italiano, come sta facendo quello americano, debba dare incentivi a piccole e medie imprese che lo meritano. Un problema su tutti è quello della tassazione. In Italia le aziende sono oltremodo gravate da tasse sugli introiti e sui dipendenti. Se si vuole aiutare l’economia interna questo trend deve diminuire
Un problema su tutti è quello della tassazione. In Italia le aziende sono oltremodo gravate da tasse sugli introiti e sui dipendenti. Se si vuole aiutare l’economia interna questo trend deve diminuire. La crisi potrebbe annullare tutta la promozione fatta all’estero? No. La crisi è solo la più grande opportunità che possa capitare. Un esempio su tutti: una grande parte delle Fortune 500 companies (Lista delle migliori 500 aziende al mondo stilata da Forbes) è nata dalla crisi del ‘29. La storia è ciclica e ci insegna che quelli che apparentemente sembrano ostacoli, se presi con il giusto spirito, sono opportunità; ci aiutano a guardare oltre. La società italiana, sia sul fashion che sull’enogastronomia, è sufficientemente preparata? Diciamo che i nostri imprenditori italiani si sono “cullati” da sempre nella convinzione che l’Italia era al top per arte, cultura, fashion e food
and beverage… e oggi? Credo ci sia da fare una distinzione tra qualità dei prodotti e modo di condurre business. Nella qualità l’Italia è prima al mondo nelle aree in cui lei ha nominato. Tuttavia il ruolo degli imprenditori è quello di reinventarsi sempre. Per esempio, lo scenario d’affari attuale è dominato da internet e dai social media. Come imprenditore è importante fare leva su questo trend altrimenti il rischio è quello di diventare obsoleti, pur con eccellenti prodotti. Anche il marketing sta diventando sempre più fondamentale e in prima persona sono molto attento a questo aspetto per il mio studio legale. Bisogna convogliare il giusto messaggio, nel giusto canale alle giuste persone. Altra considerazione che mi sento di fare è che nel commercio internazionale è importante adattarsi ai diversi mercati che si coprono. Un prodotto o servizio può essere efficace in un Paese ma completamente fallire in un altro. Lo vedo ogni giorno con i nostri clienti. La parola d’ordine in questo caso è innovazione.
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Made in Italy Cucina Italiana: secondo Lei, con la grande cucina italiana di tradizione che abbiamo, e avendo il grave problema sociale delle persone obese, anche nella fascia più giovane, sembrerebbe che non si mangi più cucina all’italiana, Lei che cosa ne pensa? Bella domanda. Penso di vivere nel Paese in cui il problema dell’obesità sia primo al mondo.
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Purtroppo la vita frenetica di oggi ci porta molto a mangiare fuori e velocemente senza troppa attenzione alla dieta. Devo dire però che specialmente in America si sta riscoprendo un’onda salutare. Proprio questa è l’era dei vegetariani o vegani e sempre più e più consumatori sono alla ricerca dei famosi “organic products”.
Catene come Whole Foods e Trader Joe’s vanno per la maggiore al giorno d’oggi. Anche vero è che i controlli alimentari americani sono molto più blandi rispetto all’unione europea. La dieta mediterranea e la sua storia di cibo fatto in casa ha un fascino molto forte sul consumatore americano. Ecco perché molti consumatori prediligono prodotti importati. Un caso
che stiamo seguendo in questo momento è quello di Polenghi. Polenghi, gruppo di Piacenza, è leader mondiale nella produzioni di concentrati di succo di limone proveniente dai rinomati limoni siciliani. Facendo proprio leva sulla qualità, il gruppo è in forte crescita nel mercato americano, tanto che li stiamo assistendo nello stabilimento di una produzione americana. I dati turistici dell’estate 2012 segnalano un aumento del turismo enogastronomico. È questo il futuro di un comparto italiano che pesa molto sul Pil? L’Italia è fedele alle sue origini e sicuramente il cibo fa parte di queste. Se non sbaglio l’Italia è il settimo paese al mondo per visitatori all’anno. Credo che oltre alla bontà dei suoi prodotti l’enogastronomia italiana è apprezzata per le sue tradizioni. In particolare i Vini italiani stanno crescendo molto negli Stati Uniti, e parlando con i nostri clienti distributori, intravedono ancora maggiori possibilità. Anche in Cina, mercato notoriamente ostile per i vini italiani, sembra che il vento stia cambiando. Circa un mese fa si è tenuta a Pechino la Cerimonia Inaugurale dei Vini Italiani in Cina. Questo sarà un progetto della durata di un anno, richiesto dal Ministero dello Sviluppo Economico e finanziato dal Dipartimento degli Affari Esteri d’Italia. Parlavamo prima della tutela delle PMI, questo mi sembra un buon passo.
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Casa Lemmi Bed & Breakfast è una millenaria dimora di charme nel ites, all’avvolgente atmosfera di tutta la struttura e specialmente alle centro storico di San Quirico d’Orcia, di fronte alla splendida Collegiata virtù di “Priscilla”, la sua multisensoriale Vasca Magica (estate/inverdell’XI Secolo. Il borgo, da cui si raggiungono in pochi minuti le antiche no) situata nell’antica cantina della dimora aperta sul giardino. Volendo Terme di Bagno Vignoni, è incastonato lungo la Via Cassia, in passato an- rimanere in Val d’Orcia, il che di per sé è un emozionante viaggio nella che Via Francigena, nella incantata Val d’Orcia da qualche anno dichiara- sua commovente bellezza, scoprendola a piedi, a cavallo, in bicicletta, ta patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dominata sullo sfondo dal Mon- ci si può muovere con facilità da Montalcino, patria del Brunello, fino a te Amiata. Casa Lemmi, recentemente ristrutturata come opera d’arte Montepulciano, luogo d’origine del Vino Nobile e a Pienza prima città dedicata all’ospitalità e al relax dotata di ogni moderno comfort, è ideale “moderna”, per spingersi fino a Siena, Firenze, Arezzo, a tanti altri luoghi per una rilassante pausa grazie alle sue nove spaziose e accoglienti su- umbri e toscani ricchi di cultura, arte e bellezze ambientali.
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La proprietà. Gli appalti. Le novità Il diritto immobiliare è fluttuante. Ma è ancora un ambito nel quale investire, a determinate condizioni, può essere considerato conveniente. Gli appalti cambiano faccia e le aziende hanno bisogno di un aiuto qualificato per riuscire a districarsi tra le novità legislative. Ecco tutto quello che di nuovo c’è da sapere su questi temi A CURA DI ida cascio
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Enti e privati
A proposito di demanio marittimo Le coste italiane sono tra le più belle al mondo. Un’attrazione per i turisti di tutto il globo. Il mare, le strutture ricettive e l’ospitalità tutta italiana sono gli ingredienti di un mix eccellente. Attenzione, però: nella gestione l’Europa vuole la gara
Lo Studio Legale LMLex dell’Avvocato Morena Luchetti, si trova a Macerata in Via Annibali, 106. Ecco i suoi contatti: t 0733 281845 f 0733 285146 avvluchetti@lmlex.it www.lmlex.it
“Le nostre spiagge oggi sono salite alla ribalta non tanto per il loro fascino, quanto per il pericolo che possano costituire oggetto di un mercato concorrenziale: si teme che i diversi operatori europei possano gareggiare con quelli italiani per l’assegnazione delle relative concessioni demaniali” avverte l’Avvocato Morena Luchetti, con studio a Macerata, che si occupa da tempo di questioni demanialistiche, ed è in grado di offrire un servizio consulenziale altamente qualificato a imprese, privati e amministrazioni pubbliche. Cosa dice la legge in proposito? L’ordinamento giuridico euro-
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peo ha inteso assegnare i beni demaniali marittimi, cioè le spiagge, attraverso il confronto concorrenziale, e da qui sono discese le note battaglie di quanti, addetti al settore, vedono nella “gara” un nemico temibile. Il suo studio che servizi offre ai gestori? Tutti quelli che toccano il diritto demaniale, con particolare riferimento alle concessioni demaniali marittime. L’assistenza viene rivolta a imprese e operatori privati, ma anche alle amministrazioni pubbliche per gli aspetti legati alla pianificazione. Sotto questo profilo, lo Studio
assiste gli enti nella predisposizione degli strumenti urbanistici sia a livello regionale sia locale, contando sull’apporto di ingegneri e architetti partners per le questioni più tecniche. Il collegamento in rete con altri professionisti legali, inoltre, garantisce la presenza sul tutto il territorio Seguite anche altri settori? La materia demanialistica è fortemente collegata con altri rami del diritto. Oltre all’edilizia e all’urbanistica, il diritto dell’ambiente e il settore degli appalti pubblici rappresentano gli ambiti di più stretta connessione con il demanio.
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omunemente si tende a indicare il settore immobiliare come uno dei più colpiti dalla crisi economica. Si sente spesso parlare di immobili svalutati o di investimenti sbagliati. Ma scommettere su questo mercato non è sconveniente, anzi. Se gli italiani non se la sentono di buttarsi sul mercato del mattone, qualcun altro potrebbe farlo per loro. Il nostro Paese, infatti, è una meta molto ambita dagli stranieri non solo per le celebri attrazioni turistiche, ma anche per il settore immobiliare. E non si tratta della famigliola che affitta un angusto bilocale per un paio di settimane a luglio: la fetta di mercato che gli investitori stranieri hanno raggiunto è tutt’altro
che indifferente. Dati alla mano, ci rendiamo conto che circa il 2% delle richieste di mercato per gli immobili in Italia proviene da terre straniere, dato che sale addirittura al 9% se parliamo di immobili di lusso. Da quasi ogni Paese europeo piovono offerte d’acquisto per i nostri beni in muratura. Al primo posto tra gli stranieri che più di altri cliccano sugli annunci di vendita per immobili situati in Italia ci sono i tedeschi, seguiti da svizzeri e inglesi. Le loro mete più ricercate? Ovviamente cambiano in base alla nazionalità dell’investitore, ma in cima alla lista c’è sempre Roma, con Como e Milano a occupare gli altri due gradini del podio e Verona e Imperia a chiudere la top 5.
Con l’istituto del precontenzioso negli appalti, l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, nel 2012 ha emesso 212 pareri. In 97 casi con giudizio di conformità alla disciplina di gara. In 79 casi invece ha censurato la disciplina di gara predisposta dalla stazione appaltante o ritenuto illegittimi provvedimenti di esclusione o ammissione
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Enti e privati Gli svedesi dimostrano una spiccata simpatia per il sud Italia preferendo Palermo, a differenza dei loro cugini norvegesi che comprano di più ad Asti o degli olandesi che sono indecisi tra Forlì e Cesena. E se i danesi preferiscono Trento e i Turchi Arezzo, molto più a est, un’altra popolazione molto interessata ai nostri immobili è quella russa. Solo che, a differenza dei nostri vicini di casa, i russi sono attratti da località più costose, come Oristano e Venezia. Fuori dall’Europa invece, le mete più ambite sono differenti. Dagli Stati Uniti, per esempio, sono molto ricercate le province di Vicenza, Ragusa, Isernia e Firenze. Dal Canada, oltre Roma, vengono preferite Cosenza, Grosseto, Milano e Benevento. Tra gli argentini, infine, la Capitale va per la maggiore, molto probabilmente a seguito dell’elezione di un loro connazionale come nuovo Pontefice. Come già accennato, la domanda per gli immobili di prestigio da parte degli stranieri costituisce il 9% della richiesta complessiva sul mercato. Le mete più gettonate, in questo caso, sono
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Santa Margherita Ligure in provincia di Genova, Cortina d’Ampezzo e la Costa Smeralda rispettivamente in provincia di Belluno e Olbia Tempio. In poche parole, se gente da tutto il mondo fa a spallate per prender casa in Italia, perché non dovrebbero farlo anche i grandi immobiliaristi e investitori italiani? Ecco invece le novità legislative nel settore degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi. Novità che in parte fanno respirare anche l’edilizia. Con un decreto legge approvato lo scorso 15 febbraio, il mondo degli appalti pubblici diventa più trasparente. Uno dei grandi problemi in materia, infatti, era costituito dall’accesso ai bandi d’appalto e a tutte le informazioni utili, reso difficoltoso da una mancata o errata regolamentazione. Con i nuovi provvedimenti viene valorizzata la rete come strumento principale di comunicazione. Le pubbliche amministrazioni dovranno comunicare nel modo più trasparente possibile con i cittadini tramite i loro siti internet ufficiali.
La forza della diversificazione Per la sua grande complessità, il settore degli appalti pubblici è riservato unicamente a professionisti altamente specializzati. ne parla l’avvocato Giuseppe Rusconi, titolare dello Studio legale Rusconi & Partners, che non si è limitato a interpretare unicamente il ruolo del legale
Qual è la situazione attuale? L’Europa si aspetta risultati dall’Italia, considerando gli impegni presi. Lo sviluppo economico esige interventi immediati, sia su vasta scala sia in ambito ristretto, dove gli strumenti di partenariato pubblico-privato, come il project financing, il leasing e il contratto di disponibilità, coniugano l’esigenza di dare risposte alla collettività, pur con scarse risorse pubbliche. Il settore degli appalti pubblici è appetibile sotto il profilo professionale? Sì, ma non è per novizi che si improvvisano esperti. Occorrono competenze specifiche e anni di esperienza ad alti livelli, assieme a una grande volontà, spirito di sacrificio e dedizione assoluta.
C’è poi la componente tecnica, che sembra essere ignota agli avvocati. È fondamentale capirci di più. Abbiamo creato una società, la GBR Engineering S.r.l., che opera in studio con noi, con lo scopo di affiancarci in ogni inter vento per fornire la miglior consulenza tecnica possibile ai clienti. Qual è il vostro target principale? Trattiamo per la maggior parte imprese, dai grandi player internazionali alle aziende di medie dimensioni. Oltre a società pubbliche ed enti locali, che seguiamo di solito fin dalle battute iniziali delle loro operazioni.
E all’estero? Accompagniamo imprese in interventi in alcuni Paesi europei e abbiamo stretto una partnership con un primario studio di San Paolo: mondiali di calcio e Olimpiadi fanno del Brasile un’area strategica.
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Qual è il vostro segreto? Dedizione e lavoro di squadra. Ingredienti semplici, ma con un equilibrio delicato che bisogna saper ricalibrare sempre. Siamo molto affiatati e aggiornati riguardo la materia di cui ci occupiamo. E ancora, diversificare: l’avvocato, infatti, deve precedere i tempi. Per cui, accanto alla nostra attività principale, ci occupiamo anche di formazione, insegnamento, pubblicazioni e gestione di rubriche on line.
t 0341 284259 f 0341 286851 Via Monti, 8 - Milano t 02 46712702 Piazzale Flaminio, 19 Roma t 06 3215012 www.rusconiepartners.eu
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Il nuovo provvedimento introduce l’obbligo di trasmissione all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di tutte le informazioni pubblicate sul web dagli enti e stazioni appaltanti. Il decreto è basato sui principi dell’articolo 1, comma 35 e 36, più famoso come Legge anticorruzione, e prevede la condanna a sanzioni fino a 51.545 euro nel caso non vengano rispettate le norme e i vincoli imposti. Tra i punti cardine del decreto, in particolare nell’articolo 37, vi è quello riguardante i contratti pubblici nazionali e regionali. Ogni cittadino dovrà essere in condizione di accedere facilmente ai bandi di appalto integrali, comprese la determina di aggiudicazione definitiva, la base d’asta, i tempi di completamento dell’opera e tutto il resto. Ciascun bando, pubblicato dalla medesima Autorità, ha una durata di cinque anni, e per i contratti di importo inferiore a 20.000 euro si potrà beneficiare di una pubblicazione integrata trimestrale. Un altro punto fondamentale del provvedimento riguarda la pianificazione, la gestione del territorio e la valutazione e realizzazione di opere urbanistiche.
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Quando il diritto si fa “terreno” Competenza, strategia e personalizzazione della prestazione professionale. Sono queste le caratteristiche di una assistenza legale vincente secondo l’avvocato Riccardo Ravignani, trent’anni di esperienza nel settore agrario e titolare di uno studio affermato Il diritto agrario è stato caratterizzato per lungo tempo da una giurisprudenza complessa evolutasi più rapidamente del legislatore, intervenuto solo negli ultimi anni con leggi che mirano a ristrutturare il sistema agrario. Ne è testimone l’Avvocato Riccardo Ravignani, titolare dello Studio legale associato Ravignani e Nuzzi di Verona, specializzato in questioni connesse alla proprietà rurale avendo vissuto in prima persona, anche come promotore, la nascita e la crescita dell’impianto normativo in materia. Ravignani è esperto in diritti reali, delle successioni, diritto agra-
rio, in particolare nelle tematiche che riguardano l’esercizio della prelazione e del riscatto agrario, i contratti agrari, l’affitto e il rilascio di fondi rustici. Esercita l’attività anche attraverso una consolidata e collaudata collaborazione con gli avvocati Daniela Nuzzi e Chiara Cipriano. “Il nostro punto di forza è il rapporto personale che instauriamo con il cliente” ci spiega l’avvocato Nuzzi. “Lo affianchiamo per capirne le esigenze peculiari e per soddisfarle con competenza, decisionismo e praticità”. Fondamentale è l’attività di consulenza strategica che si traduce
in una efficace pianificazione, anche fiscale, che permette di razionalizzare costi e prevenire i tempi lunghi della giustizia, aspetti imprescindibili soprattutto in questo momento storico. “Siamo convinti sostenitori dell’importanza della consulenza preventiva” aggiunge l’avvocato Cipriano “per offrire soluzioni efficaci in grado di valorizzare il patrimonio dei nostri clienti. Considerato poi che essi sono per lo più imprenditori e aziende agricole contraddistinti da storia, cultura e bellezze naturali, questo consente di salvaguardare la produzione Made in Italy”.
Studio Legale Associato Ravignani e Nuzzi Verona t 045 590452 studio.ravignani@sis.it
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L’appalto: una gara da vincere Ci sono legali specializzati ai quali si rivolgono le imprese che gareggiano per la fornitura di beni e servizi alla Pubblica Amministrazione e per la realizzazione di opere. Con la loro consulenza attribuirsi la vittoria è più facile. Perché ogni offerta presentata è già vincente. Parola all’esperto
Le nuove norme sugli appalti pubblici toccano diversi aspetti. Per esempio, la legge obbliga le pubbliche amministrazioni a provvedere alla creazione, all’interno dei siti istituzionali di un’apposita sezione “Amministrazione trasparente” in cui devono confluire, con cadenza semestrale, i dati sulle aggiu-
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dicazioni degli appalti pubblici: una lista di informazioni dettagliate sui tempi e i costi di realizzazione delle opere pubbliche e un indicatore annuale sulla tempestività dei pagamenti che riferisca i tempi medi di saldo delle fatture per acquisto di beni, servizi e forniture, e anche della delibera a contrarre per gli appalti affidati a trattativa privata. Dal 31 marzo 2013, poi, la Centrale unica di committenza rappresenta la principale modalità organizzativa attraverso cui i piccoli Comuni devono affidare gli acquisti di lavori, servizi e forniture. L’alternativa è un “accordo consortile”. Ma quando entrambe le soluzioni sono impraticabili, c’è la possibilità di effettuare gli acquisti attraverso i mercati elettronici regionali oppure, a livello nazionale, il MePA gestito dalla Consip. “Il settore degli appalti, pur soffrendo la crisi come tutti gli altri, offre ancora alle imprese una grande possibilità di lavoro e investimento. Persino nel settore della sanità dove pure il legislatore ha tentato di tagliare il più possibile” spiega Filippo Martinez, socio fondatore dello Studio Legale Matinez & Partners di Milano, esperto in materia di appalti pubblici, docente nei corsi di formazione relativi alle tematiche dei contratti pubblici presso la SDA Bocconi, e relatore in numerosi convegni.
Cosa è cambiato in questo periodo di crisi per le imprese? In questo contesto è da sottolineare che le imprese devono ovviamente stare attente a gestire le diverse fasi che riguardano tutto il percorso che porta all’appalto, dal bando di gara all’aggiudicazione del contratto. Perché la competizione è aumentata, c’è più difficoltà anche solo a districarsi tra le regole della gara. E c’è la necessità di essere ben organizzate sia in termini di qualità sia sul piano burocratico. Serve oggi un’attenzione maniacale per scovare e dribblare i cavilli contenuti in un bando o in un contratto di assegnazione. E una forte attenzione all’aspetto procedurale e formale. Altrimenti, aumentano i contenziosi, sia in fase di gara sia dopo. In che modo uno studio legale può aiutare imprese e pubbliche amministrazioni? Ci vuole una conoscenza specialistica della normativa nazionale e regionale, oltre che della normativa comunitaria e dei diritti che l’Europa concede alle imprese. E questo è il principale motivo per il quale non tutti gli avvocati svolgono questo tipo di consulenza. Anzi, tra gli amministrativisti ci sono gli appaltisti, professionisti che si occupano esclusivamente di questi temi. E non solo in un aula di Tribunale: offrono consulenza specialista in fase di gara, per le scelte strategiche, come possono essere il subappalto o l’unione di più imprese ai fini dell’aggiudicazione di una gara. Quali sono gli aspetti chiave dell’attribuzione di un appalto e come intervenite su questi con
la vostra consulenza? La scelta si gioca su tre aspetti. Prima cosa i requisiti di qualificazione. In questo caso, si lavora sull’organizzazione di tutti gli aspetti che servono ad approcciarsi alla gara. Per esempio, la valutazione sulla convenienza di unirsi ad altre imprese o correre da soli, aggiudicarsi l’appalto e poi procedere con il subappalto e così via. Valutazioni che dipendono naturalmente da come è im-
postato il bando. Il secondo punto importante è un “esame dei criteri di valutazione”, cioè le modalità di assegnazione dei punteggi all’offerta tecnica. È là che si gioca la gara, perché si confrontano le offerte presentate e bisogna quindi capire come predisporre l’offerta in relazione al bando. Su questo aspetto talvolta le stazioni appaltanti sbagliano, magari perché tendono a semplificare, o fare copia e incolla dei capitolati di
gare precedenti, e così inducono involontariamente in errore i concorrenti. Una redazione accurata dell’offerta è un ottimo strumento anche per prevenire i ricorsi o gestirli al meglio. Un esempio banale: non si possono presentare forti ribassi e poi violare la legge per far rientrare i costi. Le normative oggi galoppano e bisogna essere ben informati per poter predisporre il percorso di una gara giusta e vincente nello stesso tempo.
Martinez & Partners Studio Legale Associato Corso di Porta Vittoria, 28 Milano t 0254118470
LA CONSULENZA AD HOC Lo studio Martinez & Partners ha due soci e una dozzina di collaboratori. Si occupa quasi esclusivamente di contratti pubblici e diritto amministrativo. È quindi specializzato in diritto amministrativo e comunitario degli appalti pubblici, e nell’ambito dello Studio vi sono professionalità dedicate al diritto civile e commerciale e al diritto tributario. È attivo anche a Roma, oltre che a Milano dove si trova la sede, ha clienti pubblici e privati in tutta Italia e corrispondenti presso le sedi dei principali Tar. Assiste naturalmente le imprese ma anche le pubbliche amministrazioni. Da anni collabora con Assolombarda, l’associazione lombarda delle imprese industriali e del terziario.
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QUANDO L’AVVOCATO FA RISPARMIARE COSTI E PROBLEMI La tutela legale inizia dall’attività stragiudiziale. “Perché l’avvocato oggi è sempre più proteso a evitare di giungere in giudizio. Per evitare ai clienti di sopportare esborsi economici e tempi processuali infiniti” spiega Alessandro Nicoletti, avvocato dello Studio omonimo con i colleghi Alessandra Fiorelli e Andrea Scandurra ed alcuni giovani collaboratori. “Il nostro è un piccolo gruppo competitivo che sa lavorare e confrontarsi in team” continua l’avvocato. “È in grado di fornire competenza, affidabilità e prontezza in vari ambiti. La mia competenza è in materia civile, in particolare, contrattualistica e appalti. Ma forniamo una completa assistenza in materia societaria, commerciale, fondi patrimoniali e trust. Siano esperti in materia di trasporti e di regolamentazione delle acque minerali”. E il valore aggiunto? “Siamo in grado di mettere al servizio del cliente, e con grande tempismo, una profonda conoscenza delle tematiche dei settori che solo chi ha operato da tempo in quell’ambito può vantare. E poi siamo molto competitivi nelle fees che applichiamo, perché siamo una struttura agile rispetto ai grandi studi legali”. Studio legale Nicoletti Lungotevere dei Mellini, 24 - Roma t 06 3200221 - info@studionicoletti.net
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Le pubbliche amministrazioni avranno l’obbligo di pubblicare sulla propria pagina web tutta la documentazione riguardante le opere pubbliche. Queste dovranno essere comprensive di ogni informazione circa i nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, gli atti di governo del territorio e i tempi e costi di realizzazione. Altre norme introdotte con l’approvazione del decreto riguardano l’obbligo di pubblicazione del cosiddetto indicatore di tempestività dei pagamenti, un indicatore annuale dei tempi di pagamento per l’acquisto di beni e servizi e, infine, il vincolo relativo alla pubblicazione delle informazioni relative ai lavori privati o ai provvedimenti urgenti, cui verrebbe fatto ricorso in caso di catastrofi naturali. Il provvedimento, all’apparenza molto puntiglioso e complesso, è atto a rendere immediata la comunicazione tra gli enti pubblici e gli appaltatori che, innumerevoli volte nel corso degli anni, sono stati vittime di fraintendimenti, ritardi e sperperi. Anche se questo decreto non risolverà tutti i pressoché infiniti problemi del nostro Paese riguardo l’edilizia, di certo renderà più trasparenti i processi di realizzazione delle nuove opere pubbliche.
Immobili: Russia chiama Italia Alla Fiera Domexpo di Mosca, il tema ricorrente nelle conferences relative al mercato immobiliare internazionale era “Italia seconda Patria”. La Russia investe sul nostro patrimonio. Come conferma lo studio Santini, che ha partecipato da espositore per i servizi legali del settore Gruppi di imprese e privati, aziende leader nel settore delle costruzioni, studi di progettazione e di ingegneria e imprese immobiliari. Sono il target dello studio legale Santini di Civitanova Marche che li segue nello sviluppo delle operazioni immobiliari curando gli aspetti amministrativi e procedurali e la consulenza urbanistica ed edilizia. “Le attività svolte nel settore immobiliare e delle costruzioni consistono nell’individuazione delle aree o immobili di interesse su cui investire, advisoring per gestione di acquisizioni e cessioni di immobili e di compendi immobiliari” spiega la fondatrice, Susanna Santini. “Forniamo anche assistenza nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, per l’ottenimento delle autorizzazioni e dei permessi edilizi e in ogni procedimento amministrativo necessario”. Quale è il punto di forza del suo staff? È suddiviso tra avvocati e altre professionalità che si occupano di ricerca, sviluppo e internazionalizzazione. Ciò consente di seguire l’attività ordinaria consolidata di consulenza e pratiche giudiziali ed essere attenti alle tendenze del mercato e a settori emergenti. In più, collaboriamo con studi commerciali e di pro-
gettazione per l’effettuazione di studi di fattibilità giuridico-amministrativi e tecnici e per la realizzazione di opere pubbliche e/o riqualificazioni urbane. La crisi ha cambiato lo sviluppo immobiliare? Lo ha rallentato e fatto emergere la disparità di prezzo tra domanda e offerta. Ciò ha comportato uno stallo che pian piano condurrà a un riequilibrio. Poi, c’è una maggiore attenzione alla qualità. Chi acquista bada molto di più alla localizzazione, al contesto e alla struttura. La crisi ha selezionato, ha imposto i propri paradigmi e sta determinando un nuovo modo di porsi nelle operazioni commerciali che non può prescindere dal pregio di ciò che si offre sia esso un bene o un servizio, né dalla professionalità della connessa attività. Italia–Russia quale rapporto lega questi due Paesi nel settore immobiliare? L’interesse della Russia verso il patrimonio immobiliare italiano è alto e crescente. Non solo da parte dei magnati ma anche della classe sociale medio alta che vuole investire qui per trascorrere i periodi di vacanza. Vi è anche molto interesse al settore turistico ricettivo (hotel – relais de charme – borghi) per investimenti a reddito.
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PALUMBO LEGNAMI, A TORINO, È DA SEMPRE UNA PU NTA DI ECCELLENZA PER LE COPERTURE E I PAVIMENTI IN LEGNO. UN MATE RIALE CON IL QUALE OGGI COSTRUISCE IN TERE ABITAZIONI ECOLOGICHE E SICUR E
ZA
NNI DI ESPERIEN
0A DEL LEGNO IN 8 O IN C S A F IL O T TUT
Colori, tessiture e venature così belli e caldi da non poter essere riprodotti artificialmente, fanno del legno, ancora oggi, il materiale più pregiato, oltre che il più ecologico, per la costruzione di determinati elementi abitativi. La lavorazione sapiente aggiunge fascino. Un esempio è quello di Palumbo legnami, a Cirié, in provincia di Torino: una sede di circa 21.000 mq e 80 anni di esperienza nell’importazione, trasformazione e commercializzazione del legno. Fin dall’inizio delle sue origini l’azienda si è specializzata nel campo dei tetti e delle coperture in legno: le strutture vengono realizzate nel pieno rispetto delle antiche tradizioni e dell’ambiente, affiancando alla cura e alla preziosità della lavorazione artigianale la qualità e la precisione di processi produttivi tecnologicamente avanzati.
Un altro settore di attività, in cui ha conquistato fin dalle origini una solida posizione di prestigio, è l’importazione, la produzione e la posa di pavimenti in legno. L’esperienza, l’impiego di speciali tecniche di lavorazione artigianale e l’accuratezza di ogni fase produttiva consentono di offrire soluzioni di alto livello per ogni esigenza, dalla più semplice alla più complessa. Negli ultimi anni l’azienda si è specializzata nella costruzione di interi edifici in legno per assecondare la crescente domanda di soluzioni abitative all’avanguardia per risparmio energetico, sostenibilità e sicurezza. Tutti requisiti che il legno può garantire. Tanto da proporsi come valida alternativa ad altri materiali da costruzione, persino al calcestruzzo e all’acciaio.
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Exit Strategy Rianimare il sistema, incrementare il credito alle aziende, far ripartire l’economia. Serve l’aiuto politico, certo. Ma anche la capacità di valutare oggettivamente l’intero sistema e non solo la difesa della propria categoria. Una difesa strenua che vede arroccate da una parte le banche prive di liquidità e dall’altra le aziende soffocate dai debiti e sempre alla ricerca di finanziatori. Riequilibrare i crediti e ricominciare a respirare si può: con l’aiuto degli esperti A CURA DI ida cascio
Banche e imprese. Insieme è meglio
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Exit Strategy Le banche italiane continuano a soffrire di calo della redditività e di margini “ai minimi storici’’, condizionati dalle perdite sui crediti deteriorati” Giovanni Sabatini, Direttore generale Abi
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anche e imprese devono allearsi. Non c’è altro modo di affrontare una crisi che colpisce le due categorie e della quale non si vede ancora la fine. Insieme devono trovare il modo di superare il momento critico e aprirsi a una nuova congiuntura. Purtroppo, oggi, una decisione della Banca centrale europea o della Federal Reserve americana influisce non poco sulle nostre imprese. Così come influisce sul piccolo o grande istituto di credito. Il tessuto produttivo e finanziario deve uscirne insieme. Recessione e carenza di liquidità fanno aumentare i rischi per le banche di finanziare imprese che potrebbero avere poi difficoltà nel rimborsare il prestito. Questo purtroppo vuol dire, per banche e istituti, un aumento del costo del denaro destinato alle imprese, maggiore selezione dei finanziamenti
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che lasciano in secondo piano le nuove iniziative imprenditoriali difficili oggi da credere affidabili e remunerative nel tempo. D’altra parte, le aziende che hanno sviluppato il loro business sui prestiti, e quindi sui debiti contratti con le banche, oggi presentano situazioni disequilibrate e livelli di debito difficilmente recuperabili. Quindi, bassi livelli di capitalizzazione e un legame a doppio filo con la banca, oggi unica fonte di finanziamento. Una situazione che, vista nel suo complesso, rende difficile se non impossibile la presentazione di business plan che sia facilmente e immediatamente finanziabile. In questa situazione di tiro alla fune tra banche e imprese, uno scontro diretto peggiorerebbe solo le cose, perché una delle due parti si troverebbe a perdere mandando in tilt l’intero sistema.
I derivati non sono il “demonio” Sull’annosa questione degli strumenti finanziari derivati, sempre più alla ribalta delle cronache, c’è molta disinformazione. Bisogna rifuggire dalle generalizzazioni e vedere, caso per caso. L’opinione del penalista
Banche che truffano gli enti locali tramite i derivati. Il tema è di grande attualità, basta pensare allo scandalo MPS. Ma questi strumenti sono così pericolosi come vengono descritti? “In verità sono concepiti soprattutto quali mezzi per coprire l’esposizione che un’azienda o un ente locale ha in termini di tassi, valute, etc.. Si tratta, per lo più, di strumenti semplici i cui meccanismi sono comprensibili” spiega Giorgio Perroni, avvocato e socio di riferimento dello Studio Legale Perroni e Associati, con sede a Milano e Roma, che si occupa di diritto penale e ha assistito una banca nel noto processo di Milano per i derivati stipulati dal Comune.
che hanno effettuato in maniera corretta e trasparente al Comune ogni comunicazione doverosa. Inoltre, i dirigenti erano tecnici di grande esperienza, e l’ente aveva già concluso diversi derivati negli anni precedenti. Perché tanti enti hanno fatto un massiccio ricorso ai derivati negli anni passati? Spesso per gestire il tasso di interesse della cedola del bond emesso dall’ente. Gli enti hanno cercato di trarre giovamento dai tassi variabili pagati alle banche. Vi è anche una ragione contabile. Nella contabilità degli enti pubblici il valore di mercato di un derivato, il famoso Mark to Market, non
viene mai iscritto, positivo o negativo che sia. Ciò significa che, se l’ente ha un MtM negativo, non lo contabilizza come perdita fino al momento della scadenza del contratto derivato. Per questa ragione, molti enti territoriali hanno concluso swap nella piena consapevolezza che il relativo MtM fosse, sin dall’origine, negativo per loro, dato che ciò non comportava una perdita da inserire in bilancio. In cambio, oltre a “coprire” la posizione che avevano interesse a gestire, gli enti locali hanno spesso ottenuto immediatamente dalle banche anche una somma in denaro (upfront) da utilizzare per le esigenze correnti.
Studio Legale Perroni e Associati Via dei Prefetti, 17 Roma t 06 68392041 Via C. Battisti, 23 Milano t 02 5456105 perronieassociati.it
Cosa ne pensa dell’asimmetria informativa presunta o esistente tra banche e dirigenti degli enti, presupposto delle truffe ipotizzate? Non si può generalizzare. Nel caso del Comune di Milano non vi è stata asimmetria. Le ban-
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Il contenzioso con le banche e con gli istituti creditizi Vista la particolare e notevole incidenza delle controversie in tema di crediti, serve un’analisi lucida e ragionata dell’attuale situazione. L’abbiamo chiesta all’avvocato Pietro Maffongelli del Foro di Brescia, professionista specializzato in materia I numeri dei contenziosi bancari cresce. L’attuale scenario economico ha determinato una maggiore attenzione da parte delle imprese alle voci di debito applicate dalle banche. Inoltre, sono aumentate le richieste di rientro immediato dai fidi (spesso in mancanza di motivi oggettivamente imputabili all’impresa ma solo per la necessità di liquidità delle banche), con conseguente rischio di segnalazioni di sofferenza nella centrale rischi bancaria e quindi blocco dell’attività d’impresa. “Per i contratti di conto corrente, la giurisprudenza è pressoché consolidata nel riconoscere l’illegittimità non solo dell’anatocismo ma anche di voci di debito non dovute per commissioni massimo scoperto e valute fittizie, ovvero in alcuni casi per violazione della Legge 108/96 in materia di usura; viene quindi riconosciuto il diritto dell’impresa alla restituzione delle somme pagate ma non dovute” spiega l’avvocato Maffongelli. Il contenzioso bancario trova come nuovi protagonisti anche altri contratti, tra i quali i derivati (noti anche come swap), i mutui e i leasing. Che sono nell’occhio del ciclone. “Per i derivati notevoli sono gli importi pagati dalle imprese per essersi detti prodotti rilevati altamente speculativi e non di copertura del debito” spiega il legale. “In alcuni casi poi, per evitare di metabolizzare da subito la perdita, addirittura sono stati stipulati più contratti in sequenza l’uno dopo l’altro, ma per contro tale
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condotta ha determinato un incremento esponenziale delle perdite; al momento della richiesta di chiusura sovente per il pagamento della perdita maturata sono stati contratti mutui (con maturazione di ulteriori interessi) spesso garantiti da ipoteca (quindi convertendo in privilegiato un credito chirografario); la giurisprudenza ha già affermato l’illegittimità di tale condotta con conseguente restituzione delle somme pagate; nei casi di derivati non estinti vi sono stati provvedimenti d’urgenza che hanno sospeso il pagamento degli addebiti a scadere (senza quindi segnalazione di sofferenza). L’attenzione ora maggiore sugli importi applicati dalle banche sui contratti di mutuo e di leasing ha altresì evidenziato che spesso i tassi d’interesse applicati non corrispondono a quelli effettivamente pattuiti”. Per quanto riguarda i mutui, è stato accertato che il cosiddetto piano di ammortamento “alla francese” vìola la regola dell’equivalenza dei tassi d’interesse in quanto ne nasconde un’occulta maggiorazione. “Anche in questi casi la conseguenza è la nullità del contratto, nullità che si ravvisa anche per i mutui di scopo o di consolidamento (concessi al solo fine di ripianare un saldo passivo di conto corrente per i quali non avviene la effettiva consegna del denaro, da subito compensato sul conto già a debito) e per l’applicazione degli interessi di mora sulle rate non pagate ove (di fatto sempre) calcolati sull’intera rata e
non sulla sola quota capitale”. “Nei leasing in alcuni casi è addirittura emerso che alcune clausole di determinazione dei tassi neppure consentono di individuare un parametro effettivo circa l’applicazione e determinazione dei medesimi; è anche emerso l’addebito di voci mai pattuite. In tutti i casi, comun-
que, la conseguenza è la nullità dei contratti e quindi la restituzione delle somme pagate ma non dovute. Ed è evidente che in considerazione dei consistenti importi di erogazione dei contratti citati, le somme pagate che si possono ottenere in restituzione assumono a loro volta notevole consistenza; il che in momento particolare come questo, caratterizzato da una restia erogazione del credito, può
consentire all’impresa “a credito” di ottenere risorse economiche e per l’impresa “a debito” di paralizzare improvvise revoche delle linee di credito”. “L’esito del contenzioso non è assolutamente scontato e dipende da diversi fattori. Alcune banche hanno un approccio corretto già in sede stragiudiziale che consente di trovare soluzione equilibrata in tempi brevi; in caso di contenzioso giudiziale spesso si
trova soluzione dopo le risultanze della consulenza tecnica d’ufficio. Il consiglio è in ogni caso quello di svolgere una perizia preventiva, svolta seguendo criteri seri e corretti, che consenta di avere una panoramica concreta delle somme che effettivamente possono ottenersi in restituzione. Così da consentire una valutazione circa l’opportunità dell’azione e la strategia da seguire”.
Avvocato Pietro Maffongelli Via Gabriele Rosa, 34 Brescia t/f 030 2807401 www.studiomaffongelli.it
PERCHÉ AFFIDARSI ALL’ESPERTO Onde evitare aspettative che poi rischiano di non essere concretizzate, è opportuno diffidare di soggetti che evidenziano un’estrema facilità nel recupero delle somme. Occorre quindi affidarsi a professionisti specializzati in materia che esaminano i singoli casi con equilibrio e serietà e non con automatismo applicativo industriale. Lo stesso atteggiamento delle banche cambia a seconda della consapevolezza della competenza dei professionisti con i quali devono interloquire; il che si riflette evidentemente sui tempi e risultati del contenzioso.
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Exit Strategy Ma non ci si può neanche fermare sulle proprie posizioni nella difesa cieca della propria categoria, senza vedere per esempio la necessità di ricapitalizzare l’azienda da una parte e la possibilità di negoziare un debito dall’altra. Insomma, il classico venirsi incontro. Nei fatti, invece, attualmente succede questo: l’erogazione del credito alle imprese e alle famiglie ha un forte rallentamento. I finanziamenti, circa 1.500 miliardi di euro a settembre 2012, hanno registrato un calo del 2,9% rispetto all’anno prima. Le cause? La caduta delle domanda dovuta alla recessione e al calo degli investimenti fissi lordi. I crediti deteriorati, come sofferenze, incagli, ristrutturati e past due, costituiscono ormai il 12,7% di tutti i crediti e, secondo molte analisi, il picco negativo deve ancora arrivare.
Tutelare le imprese. Così Un avvocato anconetano, in prima linea nella difesa delle aziende spiega come, grazie a una rete nazionale, può tutelare gli imprenditori dalle banche. Per esempio Analizzando le proposte di mutuo o i contratti dei conti correnti e recuperando gli interessi non dovuti
Avv. Maurizia Alessandra Sacchi Corso Garibaldi, 101 Ancona t 071 2073695 f 0712079230 m.sacchi@
“Se non fosse stato per lei la mia azienda avrebbe chiuso”. È una frase che Maurizia Alessandra Sacchi ha scolpito nel suo cuore di avvocato. “Perché quando un imprenditore sul lastrico, con dipendenti che rischia di mandare a casa, ti dice una frase del genere, vuol dire che tu hai fatto bene il tuo lavoro. E questo lavoro non è solo guadagnare una parcella ma aiutare le persone”.
studiolegalesacchi.it www. studiolegalesacchi.it cofisrl.net
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Di cosa si occupa lei esattamente? Sono avvocato da circa 30 anni, mi occupo quasi esclusivamente di diritto civile, e come ogni
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buon avvocato di provincia non ho un’unica specializzazione ma accolgo i casi più disparati. Dai problemi bancari degli imprenditori al diritto commerciale e societario. Collaboro anche con una società che fa consulenza a livello nazionale per il diritto bancario e così giro vari tribunali d’Italia e mi occupo di tematiche imprenditoriali di diverse aree geografiche. Di quale società si tratta? È la Co.f.i. S.r.l., di Ancona, si occupa di finanza di impresa e negli ultimi mesi abbiamo eseguito recuperi per milioni di euro. Ci occupiamo di opposizione a decreti
ingiuntivi, opposizione alle esecuzioni, alle cause di recupero di interessi bancari illegittimi, cercando di tutelare i nostri imprenditori con approcci armonici verso le banche che sono la nostra controparte. Facciamo Bank monitoring, perizie dei conti correnti, recupero di interessi non dovuti, analisi dei contratti di mutuo, swap e derivati. Ma questa è solo una parte del mio lavoro: se devi tutelare un imprenditore devi conoscere il diritto civile, tributario, fallimentare e di famiglia. Per esempio nei casi di separazione di coniugi e o di separazioni patrimoniali, situazioni che hanno un risvolto nell’attività imprenditoriale.
Dove sono andati i soldi? Nelle casse prive di liquidità delle banche che, a causa dello spread, si sono trovate a impiegare sui mercati finanziari più di quello che imprese e famiglie consegnavano loro. Come biasimarle? L’alternativa era spremere ancora di più i privati. I finanziamenti della Bce, sono stati usati in pratica per salvare il sistema. Nel 1996, l’80% del debito pubblico era in mani italiane. Nel 2010 gli stranieri avevano circa il 45% e hanno cominciato a vendere.
Questi dati, paradossalmente, mettono ancora più in evidenza il legame fortissimo esistente tra banche e imprese: se le prime soffrono anche le seconde vanno male. E questa è proprio la particolarità di un sistema creditizio basato su banche commerciali, e non speculative, che raccolgono risparmio per finanziare imprese e famiglie. La Banca centrale europea ha messo a disposizione del sistema bancario europeo, in due tranche, finanziamenti a tre anni per un totale di mille miliardi di euro. Di questi, 200 mila sono finiti nelle banche italiane. Logico pensare che servissero per finanziare le imprese e riaprire il credito alle famiglie. No: i finanziamenti sono scesi di circa il 3%.
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Exit Strategy Le banche sono state costrette a comprare Bot e Cct pur con rischi notevoli e hanno dovuto anche sostenere aumenti di capitale. Così adesso il 55% è tornato in mano alle famiglie e il 67 alle banche. Oggi, la patrimonializzazione delle banche è rafforzata, ridotte le aree esposte a rischi e le imprese aiutate. Basta pensare alla moratoria sui finanziamenti nel 2008, con 260 mila domande accolte per un totale di 70 miliardi, e le iniziative con la Cassa depositi e prestiti, la costituzione con Confindustria della sgr per la capitalizzazione delle piccole e medie imprese e così via. Queste iniziative hanno in parte frenato la caduta a picco del credito. Al di fuori della banca, le opportunità di finanziamento per le imprese stanno nel private equity, un ambito poco frequentato dalle Pmi italiane: sono solo mille infatti le imprese italiane finanziate da 150 società di venture capital che però non se la passano benissimo. Gli investitori internazionali non danno un euro a un fondo che investe nelle nostre Pmi perché
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non credono al sistema Italia. In una situazione così difficile, però, ci sono situazioni in cui imprese e banche sembrano quasi allearsi. Un esempio è il tentativo di rilancio del settore edile, cruciale per tutta l’economia italiana visto che l’indotto genera circa il 18% del nostro Pil, con ricadute altrettanto importanti in termini di occupazione. L’Associazione bancaria italiana, Abi, e quella dei costruttori edili, Ance, chiedono insieme di correggere l’Imu, un tema che, tra l’altro, è proprio in cima all’agenda del Governo. Questo tenderebbe in teoria a incentivare fiscalmente il mercato delle locazioni. Agendo, per esempio, sulle rendite catastali, attraverso una maggiore rivalutazione degli immobili di pregio situati nei centri storici, rispetto a quelli che si trovano nelle zone periferiche. Per rispondere alla fase di crisi, Abi e associazione dei costruttori indicano insieme anche le possibili iniziative sul fronte del credito: le banche dovrebbero impegnarsi a effettuare un flusso di credito per l’acquisto di abitazioni
Imprese e banche. Amore e odio LE BANCHE DOVREBBERO TORNARE A SVOLGERE UN RUOLO “ISPIRATO” DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELL’IMPRENDITORIA ITALIANA, CONTRIBUENDO AL RILANCIO DELLA SUA COMPETITIVITà, ANCHE NELL’INTERESSE ECONOMICO NAZIONALE
“Il Parlamento, con una delega in bianco, ha regalato il potere normativo all’organo sovrano della vigilanza e della potestà sanzionatoria sulle banche stesse e cioè a Bankitalia: un’anomalia tutta italiana” spiega Stefania Bicecci, avvocato dello studio legale Bicecci&Partners, legal boutique nel cuore di Milano, attiva da oltre 20 anni in diritto societario e bancario. “A questo bisogna aggiungere il proliferare di interventi legislativi frammentari e disorganici o, peggio ancora, ‘dell’ultimo minuto’, come quello contenuto nel Decreto Milleproroghe del 2010 che, grazie a una maldestra interpretazione in tema di prescrizione, cancellava migliaia di processi contro le banche. Tentativo arginato con
una pronuncia d’incostituzionalità nell’aprile 2012”. Come arginare questo sistema? A livello nazionale, servono maggior responsabilità politica e concertazione con le imprese, attraverso le loro associazioni, e non contro di esse, su temi così determinanti per la crescita: lobbying trasparente che porti nella politica le istanze quotidiane, urgenti delle imprese, pretendendo risposte serie, concrete e rapide. Qualche suggerimento? Ogni giorno verifico sul campo cosa significhi, per un’impresa, non avere accesso al credito, o gli effetti nefasti di segnalazioni erronee o illegittime effettuate
dalle banche alla Centrale dei Rischi. Oppure, rifletto se sia opportuno che una Banca, per tutelare i propri crediti, pignori i beni strumentali di un’azienda, costringendola alla chiusura se non al fallimento.
Studio Legale Bicecci&Partners
In pratica, come difendersi? Oggi la banca deve essere considerata uno dei tanti fornitori dell’impresa, che peraltro già gode di molti privilegi, legali e di mercato. Occorre, quindi, acquisire consapevolezza che il rapporto con la propria banca si costruisce giorno per giorno e che ogni operazione va attentamente ponderata sotto il profilo finanziario e legale, cautelandosi in via preventiva, senza aspettare la “fase patologica”.
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L’epurazione del credito bancario nell’azienda in crisi Abbiamo intervistato il Dott. Montefusco esperto in materia bancaria, più volte relatore in convegni in materia, segnalato alla nostra redazione da lettori di più parti d’Italia che hanno beneficiato della specifica consulenza in materia di contenzioso bancario. L’impegno professionale del Dott. Montefusco si concretizza, peraltro, in un’importante opportunità per l’impresa in crisi, non solo, ma anche per i professionisti deputati a predisporre i validi strumenti riconosciuti dalla legge fallimentare per la risoluzione della crisi ed evitare il fallimento dell’impresa
Nella foto il dott. alfredo montefusco
www.studio montefusco.net
Alfredo Montefusco: “non è più accettabile la miopia dei tribunali fallimentari rispetto ai crediti bancari ritenuto che, nella stragrande maggioranza, risultano inquinati e impuri, per cui non rappresentati nel bilancio delle imprese per il loro reale valore; in sostanza i saldi passivi risultanti dall’estratto conto bancario non corrispondono alla reale posizione contabile per la presenza di vizi genetici e patologici, rispetto ai quali, la ormai radicata giurisprudenza della Suprema Corte si è espressa in maniera chiara e netta condannando le banche”. Insomma, Dott. Montefusco, le Imprese riportano nei propri bilanci dati che non corrispondono al vero? In sostanza è così. Ma non è colpa dell’imprenditore, egli si affida alle risultanze dell’estratto conto bancario ignorando che i saldi riportati sono inquinati dall’applicazione di rilevanti oneri finanziari che sono stati dichiarati contrari alla legge bancaria dalla Suprema Corte in ordine a: applicazione dell’anatocismo trimestrale, applicazione di commissioni di massimo, applicazione di tassi ultralegali, applicazione del sistema delle valute fittizie, applicazione di tassi e condizioni in violazione della Legge 108/96 in materia di usura.
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L’imprenditore ha l’obbligo di esporre in bilancio con chiarezza i dati contabili aziendali secondo criteri di veridicità e correttezza, quindi, se il credito bancario è inquinato e viene iscritto in bilancio per un valore non corrispondente a quello effettivo, è dovere dell’im-
prenditore accertarne il valore reale che si ottiene solo a seguito di ricostruzione tecnico-contabile dei rapporti bancari con conseguente individuazione ed eliminazione degli oneri finanziari illegittimi applicati dall’istituto di credito nel corso degli anni”.
Cosa intende per specifica attività di ricostruzione tecnico-contabile dei rapporti? Vi sono esperti in materia deputati a questa attività. È importante farsi rilasciare dall’impresa interessata i documenti necessari, successivamente, con un apposito software si individua con precisione quanto si è pagato in termini di oneri finanziari illegittimi nel corso del tempo. Vi assicuro che spesso i risultati hanno dell’incredibile, per i conti correnti aperti, soprattutto se ultradecennali, non è raro assistere che l’effettivo saldo a debito ricostruito con il software si ribalta addirittura a credito per il cliente. Quindi è un’opportunità per l’imprenditore in stato di crisi È più che un’opportunità, non solo per gli imprenditori ma anche per i professionisti incaricati di predisporre la domanda di Concordato Preventivo per evitare il fallimento dell’impresa poiché in diverse fasi della procedura possono procedere alla depurazione del debito bancario ricostruendo analiticamente i rapporti sin dall’origine. L’art. 161 LF prevede la figura dell’attestatore che ha l’obbligo di verificare la veridicità e la correttezza dei dati contenuti nella domanda di concordato oltre che la fattibilità del piano, di conseguenza, anch’egli ha l’obbligo di verificare che il saldo del conto corrente sia quello reale e non inquinato, diversamente, si espone addirittura alle responsabilità di cui all’art. 236 bis LF. E il tribunale fallimentare ha il potere di contestare i crediti bancari? Prima era una facoltà, oggi a seguito della radicata giurisprudenza formatasi in materia bancaria e anche alla riforma fallimentare che ha modificato i poteri del tribunale fallimentare processualizzando le procedure e attribuendo al tribunale una funzione giurisdizionale, sorge un vero e proprio
obbligo di verificare la certezza dei crediti presenti nella domanda di concordato. Tutto a partire dall’anatocismo, ben s’intende Le Sezioni Unite 22418/2010 hanno confermato in pieno l’illegittimità dell’anatocismo trimestrale, cioè di qualsiasi forma di capitalizzazione, ma questo è solo una piccola parte; io lo chiamo “anatocismo ampliato” ovvero la implementazione da parte delle banche di prassi illegittime che si concretizzano nel pagamento da parte dell’impresa di oneri finanziari non dovuti. Da esperto in materia cosa consiglia alle imprese oggi A quegli imprenditori onesti che hanno dedicato la propria vita e i propri beni nell’azienda dico innanzitutto di credere nella Giustizia e nel contempo di affidarsi a esperti in materia che accertino gli effettivi saldi bancari depurandoli da tutte le illegittimità praticate, conseguentemente far valere senza indugio le proprie ragioni in ogni sede. La vera partita è psicologica. Bisogna quindi giocare d’attacco La verità è che oggi il sistema bancario non è più aggressivo quando varca la soglia di un tribunale lo è solo quando tratta con l’impresa. La ragione è semplice: di fronte alla magistratura la posizione delle banche è debole e perdente. Ormai ogni tribunale d’Italia è intriso di sentenze che vedono le banche condannate alla restituzione di somme lucrate illegittimamente a titolo di “anatocismo ampliato”.
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Banche usuraie? Ecco i consigli per difendersi L’avvocato Emanuela Carissimi spiega agli imprenditori come innescare un contraddittorio efficace verso tutti quei creditori che violano le norme riguardanti l’usura. Banche e istituti di credito compresi
Avv. Emanuela
Non sempre gli imprenditori sono a conoscenza di tutti gli strumenti legislativi a loro disposizione. L’avvocato Emanuela Carissimi, attiva a Milano, ne evidenzia qualcuno tra i più importanti.
Carissimi Via Silio Italico, 3 Milano t 02 5466800 f 02 54019296 www.avvcarissimi.com
Quali sono i problemi che gli imprenditori incontrano nei rapporti interbancari? La difficoltà di accedere al credito e la scarsa cognizione che gli imprenditori hanno dei propri diritti, così come la possibilità di opporsi agli stessi istituti di credito. A cosa si deve prestare maggiore attenzione?
di qualità per dieci miliardi di euro attraverso l’emissione di obbligazioni bancarie garantite, i cosiddetti covered bond. Un’altra proposta è la possibile introduzione, anche in Italia, del “risparmio casa”, cioè di piani di accumulo di risparmio diretti all’acquisto della prima casa, come già avviene altrove in Europa, per esempio in Germania. In più, di recente è stato approvato da parte del Consiglio dei Ministri un decreto per sbloccare i pagamenti dovuti dalla Pubblica Amministrazione alle imprese: quelle edili hanno più di 20 miliardi di crediti a fronte dei 40 totali che verranno sbloccati nei prossimi due anni. In base alle stime dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, il mercato della casa è attualmente in caduta libera: nel 2012 gli investimenti in nuove abitazioni hanno avuto un calo del 17% rispetto all’anno prima. E la situazione non sembrerebbe in miglioramento: per il 2013 è prevista un’altra flessione del 13% almeno.
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Tutti i contratti bancari devono essere redatti in forma scritta e avere un contenuto minimo a pena di nullità. Ciò significa che, ove violata la norma, invece dei tassi debitori utilizzati dalle banche, si dovranno applicare quelli previsti dalla legge. Il ricalcolo porta spesso a ribaltare le situazioni: il cliente passa dall’essere debitore a creditore. Se occorre, è possibile richiedere all’istituto di credito una copia dei propri documenti bancari. Quali sono, infine, i rimedi a disposizione dell’imprenditore? L’imprenditore ha la possibilità di eseguire una verifica peritale
sul rapporto per la corretta contabilizzazione delle partite verso l’istituto di credito. La perizia potrebbe evidenziare l’applicazione di tassi usurai, con possibilità per l’imprenditore, anche se fallito, di accedere al fondo di garanzia per le vittime dell’usura. L’imprenditore ha la possibilità di resistere a eventuali azioni bancarie, oltre che agire direttamente per ottenere il riconoscimento di quanto dovuto. La materia è complessa, ma credo sia il momento che si formi una nuova coscienza imprenditoriale e che si percepisca come possibile un contraddittorio con il mondo bancario.
Dal 2008 al 2013, inoltre, il livello degli investimenti in nuove abitazioni si è ridotto del 54,2%. Sono diminuiti anche i permessi rilasciati per la costruzione di nuove case e rifacimenti, in calo negli ultimi sei anni di quasi il 70%. Per non parlare delle compravendite: secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare l’Agenzia delle Entrate, nel 2012 si sono ridotte di oltre il 25% rispetto al 2011 (con 444 mila rogiti, poco più dei 430 mila del 1985). Ma torniamo alle banche: vediamo come la contrazione degli aiuti alle imprese ha modificato l’andamento generale del settore in Italia e in Europa.
Fra marzo 2012 e marzo 2013 le banche italiane hanno puntato sui titoli di Stato comprandone circa 72 miliardi in più, soprattutto all’inizio di quest’anno. I prestiti alle imprese non finanziarie invece sono scesi di circa 29 miliardi e quelli alle famiglie di 9 miliardi rispettivamente a 855 e a 606 miliardi (1.461 miliardi, -2,55%). Nei portafogli delle banche, secondo i dati della Banca d’Italia, ci sono così circa 362 miliardi contro i 290 di un anno prima. Questi numeri evidenziano la debolezza economica dell’Eurozona, che ha visto il Pil scendere dello 0,2% nel primo trimestre del 2013.
Una cosa importantissima oggi, che viene prima di tutte le altre, è dare ossigeno e quindi trovare il sistema di dare quel credito che oggi le imprese fanno molta fatica a trovare. Dobbiamo avere imprese che concorrono con strumenti alla pari delle altre imprese della parte più avanzata d’Europa perché altrimenti con la palla al piede le nostre aziende faticano. Rispetto a fine 2011 i prestiti alle imprese sono diminuiti di quasi 60 miliardi di euro Flavio Zanonato, Ministro per lo Sviluppo Economico
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Di mezzo c’è il caso Cipro che ha fatto calare la fiducia nel sistema bancario e ha portato, in aprile, un calo generale del flusso dei depositi verso le banche, soprattutto nei Paesi dove l’economia arranca. La conseguenza è che minori sono stati gli impieghi delle banche verso il settore privato. Secondo i dati rilevati dalla Banca centrale europea, i depositi in Italia sono diminuiti dello 0,3% in aprile rispetto al mese precedente, mettendo uno stop alla serie positiva che durava da marzo (+3,1%), ma si mantengono in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2012. Gli impieghi delle banche italiane nei confronti el settore privato, cioè famiglie e imprese, sono diminuiti sempre in aprile dello 0,7% di mese in mese. Dall’Eurotower, nel frattempo, arrivano le rilevazioni della quota di titoli di Stato detenute dalle banche italiane, relativi al mese di aprile. Dai dati diffusi oggi dalla Bce
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risulta così che lo scorso mese l’entità dei bond governativi detenuti dalle banche italiane è cresciuta di 7,4 miliardi di euro (a marzo la crescita era stata di 10,8 miliardi) attestandosi a quota 396,9 miliardi di euro. Ad aprile i depositi dei privati presso le banche italiane invece sono scesi dell’1%. Cosa succede invece ai nostri vicini? In Spagna, le banche hanno venduto 10,26 miliardi netti di bonus Bopo acquisti netti per 15,86 miliardi il mese prima. I cali più evidenti, a livello di impieghi al settore privato, sono stati registrati dalle banche di Cipro naturalmente (-2,4%mensile) e nella stessa Spagna (-1,4% mensile e -12% su base annua). Sono proprio i Paesi che hanno risentito di più a livello di depositi bancari della crisi di fiducia causata dalle vicende dell’isola: a Cipro i depositi bancari sono scesi da 3,2 miliardi solo nel mese di aprile, per una flessione del 7,3%, a 41,32 miliardi (dopo quasi -4% a marzo).
Il dialogo tra credito e imprese Il Dott. Stefano Ripamonti, ha maturato un’esperienza più che ventennale in alcuni dei principali istituti di credito. Ha mantenuto i rapporti con gli esponenti delle banche favorendone il dialogo con il cliente
Il bisogno di “traduzione” da parte di un professionista esperto del settore, si è reso necessario in un momento nel quale il sistema di erogazione del credito è limitato a letture di parametri informatici che precludono l’esame della effettiva realtà imprenditoriale.
perte” cercando di trovare con la stessa la miglior soluzione che consenta di evitare situazioni di dissesto che nuocerebbero a tutti, dipendenti in primis; d’altro canto la banca deve individuare il funzionario con le competenze adeguate che rimarrà l’unico referente del cliente.
Le attuali logiche di accesso al credito hanno creato difficoltà alle imprese? È doverosa una premessa: fino a qualche anno fa le logiche commerciali prevalevano su quelle creditizie, forzatura imposta da un mercato famelico di leva finanziaria, con connessa assunzione di rischi, neppure adeguatamente remunerati. A fine 2008 abbiamo assistito a una rivisitazione delle logiche creditizie con imposizione alle banche di ingenti accantonamenti sui rischi assunti. Ciò ha creato un’oggettiva difficoltà di dialogo tra banca e impresa. La banca ha accentrato i poteri di delibera e ha portato, in taluni casi, i direttori al ruolo di meri raccoglitori della documentazione del cliente in attesa di un parere, svilendo di fatto una figura chiave: quella del responsabile di filiale.
In un momento in cui fallisce più di un’impresa al giorno come possiamo pensare a una ripresa del dialogo tra banca e azienda? Vi sono tantissime aziende sane
che riescono a contrastare le difficoltà congiunturali grazie a un’oculata gestione; l’aspetto qualitativo imprenditoriale è diventato essenziale. È fondamentale intervistare l’azienda e conoscere come vuole approcciarsi al mercato. Occorre riuscire a far comprendere alle banche il reale valore dell’azienda e delle persone che la costituiscono, spesso diverso dai numeri di bilanci. La conoscenza tra le persone e la reciproca fiducia con gli operatori bancari è la base per superare gli ostacoli iniziali.
Dott. Stefano Ripamonti Corso Silvio Bonomelli, 72 Rovato (BS) t/f 030 77030110 c 348 8220315 info@medio finanzanetwork.it www.medio finanzanetwork.it
Spesso le aziende dichiarano situazioni di dissesto facendo spesare ingenti perdite alle banche. Come si può evitare questa situazione? Ritengo che l’azienda deve riscoprire il feeling con la banca, vuol dire “giocare a carte sco-
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Il dato registra soltanto la fuga dei correntisti dalle banche e non le perdite che saranno registrate dai risparmiatori in seguito all’accordo internazionale di sostegno all’isola. In Grecia i depositi privati sono diminuiti da 2,8 miliardi a 170 miliardi, pari a un calo dell’1,6% al mese, e dello 0,8% annuo, ma si mantengono in aumento del 10% rispetto ai minimi storici toccati nel giugno 2012. In Spagna, il dato è in calo dell’1,5% mensile, a un nuovo minimo da ottobre e si mantiene
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in calo del 6,6% su base annua, mentre in Slovenia i depositi sono diminuiti dell’1,9% sempre su base mensile e dell’1,4% all’anno. In Olanda il calo mensile è stato dello 0,85 e un calo inferiore all’1% è stato evidenziato anche in Portogallo. Francia, Germania, Belgio, Austria, Estonia e Slovacchia hanno tenuto un andamento positivo a livello di depositi bancari, in linea con l’andamento recente. In Germania, tuttavia, gli impieghi verso famiglie e imprese si sono contratti dello 0,1% ad aprile.
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Negli ultimi 50 anni, distrutto il 60% degli ecosistemi Legambiente anticipa i primi dati del rapporto sulle specie e habitat in pericolo in Italia e nel mondo: Ăˆ necessario aumentare la percentuale di superficie delle aree protette e investire per conservare il grande patrimonio naturale A CURA DI MATTEO GRIMALDI
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Ecosistemi naturali a rischio, soprattutto in Italia. A dirlo è Legambiente che anticipa i dati del rapporto sulle specie e habitat in pericolo in Italia e nel mondo. Negli ultimi 50 anni, il 60% degli ecosistemi terrestri è andato distrutto. A detenere il primato europeo degli habitat naturali è l’Italia, che ospita circa 67.500 specie di piante e animali, circa il 43% di quelle descritte in Europa e il 4% di quelle del Pianeta. Al Belpaese spetta però anche il record delle specie a rischio: nell’Unione Europea il maggior numero di animali e piante minacciati, circa il 35%, si trova proprio nell’area del Mediterraneo, in particolare in Italia. Ma anche nel resto del mondo la situazione non è delle migliori: la perdita di biodiversità del pianeta avanza con tassi che incidono da 100 a 1000 volte più del normale. “Frenare la perdita di biodiversità - ha commentato Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette di Legambiente - è una delle sfide più grandi da affrontare attraverso l’adozione di misure concrete, che seguano le tante buone intenzioni proposte fino ad ora e che invece non hanno
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trovato un’effettiva attuazione. Il deludente risultato della Conferenza delle Nazioni Unite Rio+20, che ha portato alla sottoscrizione di un debole documento privo di impegni concreti e copertura finanziaria, accelera ancora di più la necessità di attuare interventi concreti per rilanciare l’economia, mitigare gli effetti del cambiamento climatico e fermare la perdita di biodiversità, importante capitale naturale su cui fondare il nostro sviluppo economico e benessere sociale. In questo percorso di rilancio, tutela e conservazione della biodiversità, le aree protette hanno un ruolo chiave nella conservazione e valorizzazione della natura, ma a loro spetta anche il compito di diventare un organismo moderno di gestione integrata e sostenibile del territorio cercando di far crescere, entro il 2020, la percentuale della loro superficie a livello mondiale (il 17% delle aree terrestri e il 10% di quelle marine) come stabilito dall’Onu”. La fauna italiana rappresenta più di un terzo dell’intera fauna europea con 57.468 specie e sono state censite 6.711 piante vascolari. Abbiamo, inoltre una delle più ricche flore europee
di muschi e licheni. Questo ricco patrimonio è però sotto scacco: secondo i dati della Lista Rossa Nazionale delle specie minacciate, elaborata dal Comitato Italiano dell’IUCN, delle 672 specie di vertebrati valutate (576 terrestri e 96 marine), 6 sono estinte nella regione in tempi recenti. Le specie minacciate di estinzione sono 161 in totale (138 terrestri e 23 marine), pari al 28% delle specie valutate. Il 50% circa delle specie di vertebrati italiani non è invece a rischio di estinzione imminente. Complessivamente però le popolazioni dei vertebrati Italiani, soprattutto in ambiente marino, sono in declino. Per quanto riguarda i dati emersi dalla Lista Rossa parziale della flora d’Italia, invece, emerge che due specie endemiche sono completamente estinte a livello globale, mente altre sopravvivono solo
ex situ nelle collezioni di giardini botanici. I cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene, il sovrasfruttamento e l’uso non sostenibile delle risorse naturali, le fonti inquinanti e la perdita degli habitat sono le principali cause di perdita di biodiversità. I soggetti più esposti agli effetti negativi della perdita di biodiversità sono le popolazioni che dipendono direttamente dai beni e dai servizi offerti degli ecosistemi. Ad esempio, la deforestazione mette a rischio un miliardo e mezzo di persone che vivono grazie ai prodotti e ai servizi delle foreste, le quali proteggono anche l’80% della biodiversità terrestre. La pressione intorno alle risorse idriche, inoltre, cresce sia in termini di quantità sia di qualità in molte zone del mondo. E il sovra sfruttamento eccessivo della pesca ha conseguenze economiche disastrose
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per l’intero settore. Senza contare che la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi comportano anche dei costi economici, di cui fino a poco tempo fa non si teneva praticamente conto. La perdita annua di servizi ecosistemici viene stimata a circa 50 miliardi di euro; ed entro il 2050 si stima che le perdite cumulative, in termini di benessere, potrebbero essere equivalenti al 7% del PIL. Quest’anno il Rapporto Biodiversità a Rischio contiene anche due interessanti approfondimenti. Il primo riguarda le zone umide, preziosi ecosistemi che forniscono acqua potabile, producono il 24% del cibo del Pianeta, servono all’irrigazione delle colture, fanno da barriera e da magazzini naturali di acqua in caso di inondazioni e sono importanti serbatoi di CO2. La complessità ecologica rende però le zone umide ambienti estremamente delicate e vulnerabili a una vasta gamma di pressioni antropiche su scala globale (bonifiche, urbanizzazione, artificializzazione in senso lato, pesca sportiva) e locale (stress idrico, inquinamento, agricoltura, pascolo, fruizione non controllata). A questi
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elementi di minaccia, bisogna poi aggiungere l’introduzione delle specie alloctone invasive come la nutria (Myocastor coypus), specie introdotta dall’America meridionale come animale da pelliccia, e la testuggine della Florida (Trachemys scripta), originaria dell’America centro-settentrionale e commercializzata in Italia come animale d’acquario. Malgrado l’Abruzzo sia la regione con il più alto tasso di specie protette in Italia, la preziosa fauna abruzzese, tra cui lupo e orso bruno marsicano, è a rischio a causa delle costanti aggressioni di origine antropica. Solo da gennaio 2012, infatti, sono stati 44 gli esemplari di lupo trovati morti nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, di cui 36 solo dall’inizio del 2013. Nello stesso lasso di tempo sono deceduti anche 3 cervi e 2 esemplari di orso bruno marsicano. Questi dati dimostrano quanto ci sia da fare per riuscire a debellare una vera e propria piaga che, se non affrontata, rischia di vanificare gli sforzi di quanti si adoperano, con volontà e spirito di sacrificio, per salvaguardare il nostro importante patrimonio naturalistico.
un nuovo approccio allo stare bene
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Fisco e dintorni
Tributi e imprese. Come venirne a capo? Il contenzioso fiscale in Italia è purtroppo ancora uno dei più alti d’Europa. Ma da qualche anno è in sensibile diminuzione rispetto al passato. Un risultato che è stato ottenuto grazie agli strumenti deflattivi previsti dalla legislazione attuale. Strumenti che invitano al dialogo tra contribuenti e amministrazione tributaria. Ma anche a professionisti preparati che stanno a fianco delle aziende A CURA DI ida cascio
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Fisco e dintorni
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’obbligo di reclamo-mediazione ha avuto effetti deflattivi nell’ambito del contenzioso tributario. La mediazione, debuttata ad aprile del 2012, continua ad aumentare in modo esponenziale: in poco più di un anno, cioè fino allo scorso 30 aprile di quest’anno, sono state definite ben 31.494 controversie su un totale di 51.827 liti. In tutto, da quando è stata introdotta la mediazione che permette a contribuenti e amministrazione di trovare un accordo, sono state presentate 95 mila istanze. Un grande successo che ha avuto grossi impatti su tutto il sistema. I ricorsi per esempio sono crollati del 30% in un anno. Dagli oltre 163 mila del 2011 a 115.455 del 2012. Un risultato dovuto anche al fatto che il ricorso alla mediazione è obbligatorio per le liti di minore entità, con grande beneficio per Fisco e contribuenti. Tanto che è stato ipotizzato di alzare il tetto dell’obbligatorietà della mediazione al limite di 50 mila euro. In ogni caso, nonostante i successi, il ricorso al contenzioso tributario in Italia resta comunque troppo alto rispetto ad altri Paesi europei. MENO CONTENZIOSO CON IL FISCO Per evitare le lungaggini del contenzioso, oggi il contribuente ha tanti istituti a disposizione: all’accertamento con adesione e al ravvedimento si sono aggiunti con il D.Lgs. 218/1997 altri mezzi deflattivi. Come l’adesione ai processi verbali di contestazione (PVC) e la possibilità per il contribuente di aderire direttamente agli inviti al contraddittorio. Lo scopo è una riduzione delle sanzioni per il contribuente e la certezza, per il Fisco, di maggior gettito. “E anche una semplificazione della gestione dei rapporti tra l’amministrazione finanziaria e il cittadino” aggiunge l’avvocato tributarista Alessandro Bono di Ascoli Piceno. “La possibilità di poter arrivare, attraverso mezzi deflattivi del contenzioso, a una soluzione ha in sé l’obiettivo di semplificare i rapporti tra i soggetti coinvolti nella fattispecie impositiva, ispirandoli a principi dell’affidamento. Pertanto, il professionista che dovrà assistere un contribuente, dovrà prospettargli le possibilità di definizione agevolata della controversia impositiva sorta, facendogli presente di poter risolvere la problematica in tempi più rapidi e con minor spese. Con questi nuovi istituti, quindi, ci si auspica un ulteriore passo teso a costruire una sempre rinnovata collaborazione tra contribuente e Fisco”. avvocatoalessandrobono@gmail.com
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Lo staff vincente La formazione professionale permanente (a tutti i livelli) delle risorse umane è indispensabile per valorizzare le capacità personali, stimolandone la crescita e il senso di appartenenza alla realtà che rappresentano. È così che funziona uno studio di consulenza. Eccone un esempio Lo Studio Beretta rappresenta oggi una delle maggiori tradizioni nel contesto professionale in Monza e Brianza. Fondato nel 1973 dal Rag. Alfonso Beretta (info@studio-beretta.it), consulente del lavoro dal 1982, lo studio professionale vanta una struttura che fronteggia con adeguate risposte le mutate esigenze del mercato fornendo un servizio di consulenza e assistenza mirato alla piena soddisfazione del cliente. “Grazie agli investimenti in formazione del personale, abbiamo consolidato una struttura di consulenza integrata incentrata al continuo miglio-
ramento nei settori di competenza” spiega Beretta. Nel tempo lo Studio ha formalizzato accordi di collaborazione con primari realtà legali, finalizzati a una copertura completa dei bisogni della clientela. La nostra mission per il futuro prevede l’assistenza ai nostri clienti in considerazione della pressante globalizzazione dei mercati e della profonda crisi economico finanziaria che il Paese sta attraversando, diventando un punto di riferimento per le imprese e per i privati. “Riteniamo che la dimensione raggiunta dallo Studio sia quella ottimale per
le esigenze dei nostri clienti” continua Beretta. “Visto che il rapporto fiduciario, personale e diretto è ancora oggi il fattore critico del nostro successo”. Lo Studio Beretta offre i servizi in varie aree di intervento. Ecco le principali: consulenza societaria, consulenza e assistenza fiscale, contenzioso tributario, operazioni straordinarie, revisione e consulenza legale, perizie, valutazioni di aziende e rami aziendali, elaborazioni di budget e di business plan, gestione di patrimoni familiari, consulenza del diritto del lavoro e conciliazione nei conflitti con alternativi di risoluzione.
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Gli strumenti per evitare il contenzioso e cercare un dialogo con l’amministrazione tributaria, oltre alla mediazione, sono tanti oggi. Il nostro ordinamento, infatti, prevede diverse possibilità per evitare di andare a giudizio e risolvere le liti senza costi aggiuntivi. In particolare, oltre alla già citata mediazione, si tratta dell’acquiescenza, dell’adesione ai processi verbali di constatazione, dell’adesione agli inviti al contraddittorio, dell’accertamento con adesione, della conciliazione giudiziale e dell’autotutela. In più, recentemente, il legislatore ha previsto alcuni interventi per facilitare il ricorso a questi strumenti e il dialogo tra Fisco e contribuente. Per esempio, è stato abolito l’obbligo di presentare garanzie idonee in caso di pagamento a rate degli importi superiori a 50 mila euro, dovuti a causa di accertamento con adesione, acquiescenza e conciliazione giudiziale. Non solo. Con la legge di stabilità 2011 è stata modificata la misura delle sanzioni ridotte dovute in caso
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di acquiescenza, accertamento con adesione, definizione agevolata delle sanzioni, adesione agli inviti al contraddittorio e ai processi verbali di constatazione e conciliazione giudiziale. Uno degli strumenti deflattivi più importanti da utilizzare risulta essere l’accertamento con adesione. È uno strumento che permette al contribuente di definire in contraddittorio con l’ufficio le maggiori imposte dovute ed evitare quindi, in questo modo, l’aprirsi di una lite tributaria. In pratica, si tratta di una sorta di accordo tra il contribuente e l’amministrazione tributaria che può essere raggiunto sia prima dell’emissione di un avviso di accertamento, sia dopo, purché il contribuente non presenti un ricorso al giudice tributario. Questo modo di procedere riguarda tutte le più importanti imposte dirette e indirette e può essere attivata sia dal contribuente sia dall’Agenzia delle Entrate (l’agenzia nella cui circoscrizione territoriale il contribuente ha il proprio domicilio fiscale).
Il tributarista al giorno d’oggi L’evoluzione della normativa fiscale è collegata a continui cambiamenti economici e questo porta l’ordinamento tributario a essere una delle più mutevoli aree del diritto. Il costante mutamento rappresenta per i professionisti una grande opportunità di inserimento ma anche la necessità di uno studio continuo e approfondito Per il diritto societario e tributario, un eccellente punto di riferimento a Brescia è lo Studio Legale Tributario Caretta (www. studiolegaletributario.com) che ha una vasta esperienza nell’assistere i clienti in operazioni straordinarie, come ristrutturazioni, acquisizioni societarie e procedure concorsuali. “Prestiamo assistenza in fase di verifica fiscale e in materia di contenzioso tributario presso i competenti organi giurisdizionali” precisa il titolare, Francesco Caretta. Qual è il valore aggiunto del suo Studio? Il rigore del pensiero e della forma. Ciò che soprattutto amo è il tempo che trascorro nella redazione degli atti. La riflessione sul caso che devo affrontare, lo studio delle tematiche giuridiche, la confutazione delle tesi avversarie. Mi sento un artigiano e l’applicazione del diritto al caso concreto, a suo modo, è un atto creativo. I nostri punti di forza sono la professionalità, la specializzazione e la tempe-
stività nelle risposte. Ciò che ci contraddistingue è soprattutto la grande disponibilità e la nostra capacità di ascolto. In questo periodo ci sono maggiori richieste di aiuto relative al diritto tributario... È sicuramente un’area di attività in forte ascesa in questo specifico contesto storico-economico. Siamo chiamati a risolvere le necessità di grandi e piccoli imprenditori. E soprattutto per questi ultimi sentiamo la necessità di combattere contro un ordinamento rigido. Troppo spesso gli accertamenti fiscali sono originati da un’attività di verifica formale, come gli accertamen-
ti statistici fondati su parametri e studi di settore, che esulano dal controllo effettivo della reale capacità reddituale dell’imprenditore sottoposto a verifica. Accertamenti fondati non su una rigorosa istruttoria probatoria ma su presunzioni a volte meramente statistiche. La via d’uscita? Occorre ristabilire un nuovo rapporto tra Stato e contribuente fondato su una maggiore equità. Magari cominciando dall’abrogazione delle Commissioni Tributarie e riportando il contenzioso tributario nell’alveo della giurisdizione ordinaria che sia amministrata da giudici togati.
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Fisco e dintorni DALLA PARTE DEL PICCOLO IMPRENDITORE Dopo anni di esperienza alle spalle come consulente all’interno delle associazioni di categoria, la commercialista Milena Solmi ha acquisito competenze che è difficile assorbire sui libri lungo un percorso di studi. “Ho appreso come capire meglio il cliente, un aspetto non secondario soprattutto nella situazione economica attuale” ci spiega dal suo studio di Modena. “Da una parte la crisi economica, dall’altra il terribile terremoto che qui ha affossato gran parte delle piccole imprese locali: un consulente oggi deve riuscire a entrare in empatia con i clienti per consigliarli al meglio. Capire le loro vere esigenze e fare un po’, perché no, anche da psicologo. Perché non si demoralizzino nonostante l’appoggio delle banche continui a mancare”. Tra i clienti di Solmi figurano privati ma soprattutto piccole e medie imprese, dal commerciante al professionista medico o avvocato. Del suo staff fa parte anche un consulente del lavoro, così da poter offrire un servizio completo ai clienti e seguirli in ogni evoluzione della loro attività, dalla ricerca di finanziamenti al business plan, dalla contabilità spicciola all’analisi di bilancio, dalle acquisizioni alle pratiche burocratiche. Studio rag. Milena Solmi Via Carlo Zucchi, 31/A - Modena - t 059 333096 - f 059 334666 solmi_milena@virgilio.it
L’accertamento con adesione dà la possibilità al contribuente di ottenere una riduzione delle sanzioni amministrative, che dovranno essere dovute nella misura di 1/3 del minimo che è stato previsto dalla legge. In più, per i fatti accertati che sono perseguibili anche sul piano penale, il perfezionamento dell’adesione con il pagamento prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado costituisce una circostanza attenuante. È una sorta di vantaggio che si concretizza nell’abbattimento fino a 1/3
delle sanzioni penali previste e nella non applicazione delle sanzioni accessorie. Si è visto che il contenzioso tributario ha subito negli ultimi anni importanti modifiche che hanno interessato l’accertamento e il conseguente processo tributario. È stata eliminata già dal luglio 2011 l’imposta di bollo sui ricorsi tributari ed è stata sostituita dal contributo unificato. Questa è solo una delle modifiche e ha avuto come conseguenza nuovi adempimenti a carico del difensore che preparatori del processo tributario telematico: nota di iscrizione
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a ruolo del ricorso, accertamenti immediatamente esecutivi e reclamo obbligatorio per gli accertamenti sino a 20 mila euro. Per quanto riguarda la sostituzione del bollo con il contributo unificato si è trattato in pratica di un contributo richiesto più che altro per incrementare le entrate erariali. Se prima la tassazione degli atti processuali avveniva con l’apposizione della marca sulle facciate degli originali degli atti e non nelle copie e la successiva tassazione di tutti gli atti processuali successivi, adesso con il contributo unificato,
Attenti al concordato in bianco! Molti imprenditori si affidano ad una legge di recente emanazione che dovrebbe aiutare le imprese in crisi ma che in realtà può trasformarsi in una denuncia che può comportare il loro fallimento. A lanciare l’allarme sul pre-concordato è l’avvocato milanese Laura Mezzena
Il decreto sviluppo ha modificato la “domanda di concordato” contenuta nell’articolo 161 della Legge Fallimentare. La novità risiede nella facoltà dell’imprenditore di depositare il ricorso contenente la domanda di concordato riservandosi di presentare gli allegati solo in un secondo momento. Si chiama pre-concordato o concordato in bianco. Qual è il vantaggio? Permette al debitore di beneficiare delle protezioni proprie del concordato preventivo senza aver presentato subito la documentazione necessaria da allegare al ricorso. In questo modo, le imprese in difficoltà possono far autorizzare dal Tribunale un piano per pagare i creditori senza, tuttavia, essere costrette a liquidare immediatamente le proprie attività. E chi non può liquidarle neanche in seguito? Appunto, bisogna sapere che è necessario, occorre essere certi di disporre dei fondi poi neces-
sari altrimenti il pre-concordato si trasforma nei fatti in un’autodenuncia di fallimento. Ci sono altri rischi? Sì: l’imprenditore può riservarsi di presentare la proposta, il piano e la documentazione entro un termine fissato dal giudice tra i 60 e i 120 giorni. Passato quel termine, l’autorità giudiziaria potrà procedere, previa convocazione del debitore, alla dichiarazione di inammissibilità o in presenza dei presupposti, al fallimento.
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Qual è il suo consiglio? Prima di andare a chiedere l’intervento del Giudice sollevando un interesse del Tribunale a occuparsi dell’azienda in difficoltà, si deve essere certi di disporre dei soldi necessari per pagare almeno il 30, 40% dei debiti. Senza questi fondi non si deve andare a chiedere alcun concordato in bianco perché sarà una strada senza ritorno con destinazione finale “fallimento”.
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Fisco e dintorni bisogna versare: 250 euro per le controversie di valore superiore a 25 mila e fino a 75 mila euro, 500 euro per le controversie di valore superiore a 75 mila fino a 200 mila euro e 1.500 euro per le controversie di valore superiore a 200 mila euro. Ma vediamo gli altri nuovi adempimenti a carico del difensore nel processo tributario. Innanzitutto l’introduzione dell’informatizzazione del processo tributario, anche in questo caso, nella sostanza, maggiorazioni di somme dovute dal contribuente. Nell’articolo 37 del D.L. 98/2011 si prevede infatti che se il difensore non indica il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, il numero di fax oppure omette il codice fiscale del ricorrente, il contributo unificato è aumentato della metà. Inoltre, anche se il contributo unificato è versato, se il difensore non rende un’apposita dichiarazione nelle conclusioni del ricorso indicando il valore della lite, si applica una penale consistente nella determinazione del Contributo unificato nel suo valore massimo di 1.500 euro. La Posta Elettronica Certificata (PEC) e la firma digitale sono i due pilastri
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della nuova iniziativa con cui viene informatizzato l’intero iter del contenzioso tributario. Grazie a questi nuovi strumenti, i ricorsi e gli altri atti relativi al procedimento possono essere depositati per via telematica presso le Commissioni tributarie, le sentenze saranno notificate per via elettronica alle parti, le quali possono anche accedere tramite web al fascicolo informatico che contiene tutte le informazioni relative al processo. Per il momento, il DL 98/2011 ha stabilito che, purché siano approvati i relativi decreti ministeriali, anche nel contenzioso tributario sarebbe stato applicabile il canale telematico per le comunicazioni di segreteria. Con il decreto 29 novembre 2012, in vigore dal 4 dicembre 2012, si conclude la fase di attivazione, nell’ambito del processo tributario, dell’invio delle comunicazioni degli Uffici di segreteria delle Commissioni tributarie alle parti processuali mediante la PEC. Quindi, il difensore deve prestare la massima attenzione all’indicazione della sua PEC, del suo numero di fax e del codice fiscale
Cos’è il concordato con riserva? Giovanna Rango, avvocato milanese, ci parla di questo nuovo e, finora, poco conosciuto strumento concepito per proteggere e tutelare le imprese Con l’emanazione del Decreto sviluppo, sono state apportate sostanziali e importanti modifiche alla disciplina dei procedimenti di composizione concordata della crisi d’impresa. In particolare, per assicurare all’imprenditore in crisi la protezione dagli attacchi esecutivi dei creditori, ha introdotto l’art. 161 co 6° e segg. L.F., in base al quale si può presentare domanda di ammissione al concordato preventivo, con riserva di depositare la proposta, il piano e la documentazione necessaria entro un termine successivo assegnato dal tribunale. L’avvocato Giovanna Rango, titolare dell’omonimo studio legale ed esperta in materia, ci spiega in sintesi in cosa consiste il cosiddetto concordato con riserva. A quale tribunale deve essere proposta la domanda di concordato con riserva e quali documenti devono essere allegati alla stessa? Deve essere proposta al tribunale presso il quale l’impresa ha la propria sede principale. A tale richiesta devono essere allegati i bilanci degli ultimi tre esercizi e il certificato del registro delle imprese ove, chiaramente, l’impresa sia iscritta. Può essere proposta domanda di concordato in pendenza di procedimento per la dichiara-
zione di fallimento? È possibile. In tal caso, il termine assegnabile dal tribunale (compreso, ai sensi dell’art.161 6°co l.f. tra i 60 e 120 giorni) entro il quale l’imprenditore dovrà presentare la proposta, il piano e la documentazione, oppure depositare la domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione, non potrà essere superiore ai 60 giorni. Tuttavia, in presenza di giustificati motivi, tale termine, anche in questo caso, è prorogabile di non oltre 60 giorni.
Quali sono i casi inammissibilità della domanda? Prima della decorrenza del termine concesso dal tribunale, la domanda può essere dichiarata inammissibile solo quando l’imprenditore, nei due anni precedenti, abbia presentato un’altra domanda di concordato con riserva alla quale non abbia fatto seguito un decreto di ammissione alla procedura concordataria o l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti.
Studio Legale Avvocato Giovanna Rango Via Cosimo del Fante, 3 Milano t 02 58325091 studiorango@ studiorango.191.it
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Fisco e dintorni
Consulenza e mediazione: un ottimo esempio Da anni inserito nel tessuto della piccola e media impresa marchigiana, lo studio legale associato degli avvocati Maurizio Natali e Catia Mei di Macerata continua a distinguersi, in un difficile tempo di crisi, per la capacità di garantire risposte immediate ed efficaci
Studio legale e tributario associato
“Cambiano le problematiche che le aziende debbono affrontare ma non il nostro modo di seguirle” spiegano i legali dello studio Natali Mei. “Ogni questione viene esaminata nel minimo dettaglio, privilegiando, quando è possibile, la via della mediazione che si rivela sempre più spesso vincente”.
Avv. Maurizio Natali Avv. Catia Mei Piazza U. Pizzarello, 2 Macerata t 0733 264802 avvmaurizionatali@ puntopec.it avvcatiamei@ puntopec.it
In che senso? Processi decennali creano situazioni di stallo e sono antieconomici. Nel raggiungere l’accordo, il cliente partecipa alla risoluzione del problema guardando ai benefici che può ottenere nell’immediato futuro con particolare attenzione ai riflessi fiscali.
Fateci un esempio Abbiamo assistito un’impresa di costruzioni bloccata a causa di una controversia nella realizzazione di un complesso immobiliare. La tempestività e la capacità di raggiungere un accordo con la controparte hanno impedito che il progetto si arenasse per anni in Tribunale, permettendo alla Società di attuare un importante progetto economico, rientrando così nella esposizione bancaria che altrimenti avrebbe determinato oneri finanziari potenzialmente letali. Chi si rivolge al vostro studio? Professionisti e società, compresi istituti bancari e assicura-
tivi. Seguiamo le imprese in ogni fase, dalla contrattualistica ai rapporti con i dipendenti, dalla responsabilità civile, alla tutela del credito fino alla consulenza in materia tributaria. Quale rilevanza assume la consulenza tributaria al di fuori del contenzioso? È fondamentale. Basta pensare all’incidenza dei profili fiscali nell’ambito di operazioni di ristrutturazioni di gruppi o di fusioni di società. È evidente che l’intervento in chiave giuridica consente di mettere il cliente in sicurezza anche rispetto a rituali verifiche compiute dall’amministrazione finanziaria.
del ricorrente, e indicare esattamente il valore della lite. La dichiarazione di questo valore, ai fini della determinazione del contributo unificato, è valida anche se resa al di fuori dell’atto introduttivo.
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Il concordato viene in aiuto alle imprese
GLI AVVOCATI DELLO STUDIO ASSOCIATO ORSOLATO & PASETTO SPIEGANO COME L’ASSISTENZA LEGALE E GLI STRUMENTI GIUSTI SIANO FONDAMENTALI PER GESTIRE E RISOLVERE TUTTI I RAPPORTI GIUDIZIARI DI UN’AZIENDA IN DIFFICOLTÀ
Via Morando, 31/A San Bonifacio (VR) Via P. D. Frattini, 48 Legnago (VR)
Gli avvocati Nicola Orsolato, Federico Pasetto e Michele Patuzzo, contitolari e senior partner dello Studio Associato Orsolato & Pasetto, ci parlano del concordato preventivo e di come possa aiutare un’azienda in crisi. Il concordato preventivo: può essere considerato uno strumento di salvezza? Il ricorso al concordato preventivo sembra oggi la panacea di tutti i mali che affliggono le imprese, in crisi per la mancanza di liquidità dovuta non tanto a incapacità imprenditoriale, bensì al mancato incasso dei propri crediti. Il concordato preventivo può evitare il fallimento, con beneficio sia per l’impresa, sia per i suoi creditori, ma è fondamentale l’intervento tempestivo, prima che le condizioni economiche dell’impresa
siano compro-messe. In questo caso, infatti, il fallimento è preferibile a una lenta agonia. Ritiene che la procedura di concordato possa essere risolutiva dei problemi delle aziende? Occorre effettuare una distinzione. Lo scopo principale del concordato preventivo è risolvere l’indebitamento di un’impresa senza farla fallire. Attraverso il concordato in continuità le imprese sane ma in sofferenza per la carenza di liquidità vengono affiancate da professionisti che collaborano sotto la supervisione di un organo giudiziale di garanzia. Tali imprese possono così ristrutturarsi e rimanere sul mercato. Con il concordato liquidatorio, invece, si porta l’impresa
a cessare la sua attività nel modo meno traumatico possibile per i suoi creditori.
t 045 8001844 f 045 6100980 info@studiolegale scaligero.it
Qual è il ruolo dell’avvocato nella procedura di concordato? Ogni impresa commerciale, grande o piccola, durante la sua operatività genera svariati rapporti giuridici che vanno gestiti nell’ambito della procedura concordataria: rapporti di lavoro con i dipendenti e tributari con il fisco, contratti di appalto e di leasing, rapporti con gli istituti di credito, la gestione delle certificazioni, dei marchi aziendali o dei nomi a dominio. L’assistenza legale è fondamentale per ricondurre tutti questi rapporti ad uno schema unitario che porti all’omologazione del concordato da parte degli organi giudiziari.
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Fisco e dintorni
Professionisti tra passato e futuro Ha iniziato nel 1951, quando nessuno sapeva ancora cosa facesse un dottore commercialista. Da allora ha vissuto il periodo della ricostruzione post-bellica, quello del boom economico e ora quello della crisi finanziaria. È Luigi Zanoletti, dottore commercialista a Brescia Studio Zanoletti Uberti Via IV Novembre, 2 Brescia t 030 49096
È uno di quei professionisti che hanno fatto la storia della libera professione. Oggi, Luigi Zanoletti, nonostante i suoi quasi 88 anni, svolge ancora l’attività, la sua passione, anche se da tempo ha passato il testimone al giovane collega Claudio Uberti, che dal 1984 collabora con lui. Nel 1987, infatti, la nuova realtà professionale è lo Studio Zanoletti Uberti, una struttura che conta oggi oltre 25 tra professionisti, collaboratori e dipendenti. Lo Studio si è sempre dedicato alla consulenza alle piccole e medie imprese, ricopre incarichi di sindaco di realtà impren-
ditoriali note in tutto il mondo e si dedica soprattutto alle operazioni straordinarie. “L’evoluzione dell’attività ha subito tante trasformazioni, passando da una mera assistenza fiscale e contrattuale all’attuale consulenza societaria, fiscale e finanziaria, nell’ambito delle previsioni di medio periodo e delle operazioni di aggregazione imprenditoriale e di affinamento del business” spiega Uberti. Nel tempo lo Studio si è via via potenziato, sviluppando competenze sia in campo legale, con il valido supporto dell’avvocato Massimo Zanoletti, figlio del fondatore, sia
nell’ambito delle procedure concorsuali, come nel restructoring delle posizioni debitorie, e della consulenza di routine, cui si dedicano gli altri professionisti. “Nel tempo abbiamo imparato a pensare al nostro Studio come a un ospedale: ognuno di noi è responsabile di un reparto specialistico, ma ha un occhio di riguardo alla salute complessiva del “paziente/ cliente”, coltivando quindi l’interdisciplinarità tra specialisti. A seconda del caso, interveniamo tramite farmaci, altre volte come chirurghi, è necessario intervenire d’urgenza per fermare l’emorragia”.
IL TOP È AD ANCONA Negoziazione e redazione di contratti commerciali nazionali e internazionali, esecuzione di due diligence, compravendita di pacchetti azionari. Sono alcune delle specializzazioni di Avvocati Associati Studio Legale Tributario di Ancona: quattro giovani soci e otto associates che nel 2010 hanno creato una realtà professionale di rilievo nazionale, per dare tutta l’assistenza necessaria a salvaguardia e sviluppo del mondo imprenditoriale. Consulenza ed assistenza su Intellectual Property, diritto del lavoro, diritto tributario, strumenti finanziari derivati, operazioni straordinarie e tutta la litigation ad esse relativa. Avvocati Associati esercita inoltre attività di advisor legale per piani di risanamento e ristrutturazione, accordi di standstill e convenzioni interbancarie e conta tra i propri clienti, oltre ai maggiori gruppi industriali del centro Italia, i principali istituti bancari nazionali. I soci fondatori provengono da networks di rilevanza internazionale: l’avvocato Manuela Ceccacci proviene da Ernst & Young e Hogan Lovells. Anche Daniele Gambelli e Luca Zoppi hanno lavorato in Ernst & Young per poi passare a dirigere la service line di contenzioso tributario di Locoute & Partners di Milano e Bari. Giulia Mosconi ha esperienze di studio alla Columbia University e di lavoro da Frank Ferrante Law Firm, Gianni Origoni e Hogan Lovells. Avvocati Associati Studio Legale Tributario Via Totti, 12 - Ancona - t 071 7109163/149 - info@avvocatiassociatislt.it
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Diritto e diritti
Famiglia e condominio: nuove norme in arrivo Entra in vigore la nuova riforma del condominio che cambia le regole in tema di amministratore, polizze, delibere, energia, parti comuni e altro. La materia è in continua evoluzione. Proprio come, in altri ambiti, il diritto di famiglia: nuove sentenze della Corte di Cassazione modificano i limiti relativi agli assegni di mantenimento. Ecco tutte novità su questi temi spiegate dai massimi esperti del settore A CURA DI ida cascio
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a nuova riforma del condominio entra in vigore questo mese. E porta con sé tante novità sull’amministratore, sulle maggioranze in assemblea, sulle parti comuni, sul riscaldamento e su tanto altro ancora. La nuova legge, approvata alla fine dello scorso anno, interessa l’intera gestione dei condominii, a partire proprio da compiti e poteri dell’amministratore, fino alle norme per la convocazione delle assemblee, alla gestione ai diritti e doveri di ciascun abitante. Vediamo una per una le principali novità. L’amministratore deve aver conseguito il diploma di scuola media superiore di secondo grado. E deve anche aver seguito un corso di formazione che sia certificato da un ente valido.
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L’incarico ha la durata di due anni e si intende rinnovato in maniera tacita per altri due anni se non interviene una revoca. Questa può essere deliberata dall’assemblea in qualsiasi momento dell’anno. L’amministratore del condominio deve anche sottoscrivere obbligatoriamente una polizza assicurativa per coprire la responsabilità civile di tutti gli atti che sono compiuti nell’esercizio delle sue funzioni durante tutto il mandato. Gli oneri della polizza sono a carico di tutti i condomini. E se vengono deliberati dall’assemblea lavori straordinari, la polizza deve essere modificata e adeguata alle nuove esigenze del condominio.
Condominio e riforme Il 18 giugno entra in vigore la riforma del diritto condominiale che ha subito già numerose critiche e che, secondo gli esperti, andrebbe subito modificata. Ecco perché
Presidente nazionale dell’UPPI, Unione Italiana Piccoli Proprietari, e da oltre trent’anni legale dell’ANACI, Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari. L’avvocato Gabriele Bruyère ha tutte le carte in regola per parlare di ciò che non va in materia condominiale. È anche titolare dell’omonimo Studio di Torino dove, insieme alla socia Emanuela Peracchio e ad altri collaboratori, si occupa prevalentemente di materia condominiale e di locazioni per privati, amministratori di condominio, società e imprese. Può descrivere i casi più significativi affrontati dallo studio di recente? Il nostro studio ha presentato, per la prima volta in Italia, un nuovo reclamo in materia di sospensione delle delibere assembleari che, secondo noi, non devono sottostare solo a gravi motivi economici come accade attualmente. La sospensione non deve essere soggetta esclusivamente ai rigidi sistemi del provvedimento cautelare poiché la volontà del legislatore (come anche nella nuova legge) regola la validità di tali deliberazioni e ne prevede la sospensione per la contrarietà alla legge o al regolamento di condominio. La norma è chiara e la sua applicazione deve essere più semplice in ogni situazione. Cosa accade invece di solito? L’iter è tortuoso e scarsa-
Studio Legale Bruyère Associazione Professionale Via Vincenzo Vela, 29 Torino t 011 531755 gbruyere@ studiolegalebruyere.it eperacchio@ studiolegalebruyere.it
mente efficace: se, per esempio, un condomino vuole impugnare una deliberazione di riparto delle spese, deve chiedere l’emanazione di un provvedimento cautelare con cui venga statuita dal Tribunale la sospensione dell’efficacia esecutiva della delibera impugnata, con la possibilità che detto provvedimento non venga emesso qualora gli importi disputati fossero ritenuti troppo esigui.
Avvocato Peracchio, cosa prevede per il futuro dello Studio? In questi anni abbiamo incrementato il nostro organico per fare fronte all’impegno che ci viene richiesto. Siamo attivi in tutta Italia e all’estero e ci occupiamo sia di consulenza stragiudiziale che di quella giudiziale. Trattiamo ciò che compete l’area civile, dal recupero crediti alla contrattualistica, al diritto societario. E persino diritto sportivo e di famiglia.
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La nuova legge prevede la possibilità di aprire un sito Internet a spese dei condomini per verificare tutte le notizie sul condominio, le comunicazioni dell’amministratore. Qui si può anche consultare i rendiconti mensili, le spese e tutto ciò che riguarda la gestione ordinaria e straordinaria. L’aggiornamento del sito deve avvenire ogni mese, salvo diverse disposizioni che vengono stabilite dall’assemblea. Ci sono novità anche sul tema degli animali domestici, spesso oggetto di contenzioso. La legge prevede che non si potrà più vietare di possedere animali domestici, facendo espresso riferimento a tutti gli animali di compagnia, quindi anche criceti, conigli e canarini. Per quanto riguarda le parti comuni, devono essere considerate tali anche le facciate del condominio, i parcheggi, i sottotetti, gli impianti di condizionamento e gli impianti per la ricezione dei segnali tv, digitali e satellitari. LA DELEGA IN CONDOMINIO Un condomino può delegare l’amministratore di condominio a rappresentarlo in sede di assemblea? “Sì, ma ancora per poco. Perché la legge 11 dicembre 2012, n.220, che entrerà in vigore proprio a giugno, riformando l’intera materia condominiale, lo ha però espressamente vietato” spiega l’avvocato Luca di Pasquale. “Fino a ora, lo hanno permesso le norme ancora attualmente vigenti, e sono nel caso in cui ciò non fosse vietato dal regolamento di condominio. La Corte di Cassazione, sin dal 1976, ha ritenuto che l’amministratore non potesse votare le delibere assembleari, per delega di un condomino, nel solo caso in cui egli stesso fosse, al contempo, condomino e portatore di interessi personali in conflitto con quelli del condominio. La legge 11 dicembre 2012, n. 220, che sta proprio per entrare in vigore (il 18 giugno 2013), riformando l’intera materia condominiale, ha adesso espressamente vietato il conferimento di deleghe assembleari di qualsiasi tipo all’amministratore, evitando in questo modo il sorgere di liti purtroppo molto frequenti al riguardo. Quindi, dal 18 giugno di quest’anno, nessuna delega potrà essere più conferita all’amministratore. Altra novità: se i condomini sono più di venti, il delegato non può rappresentarne più di un quinto. Avv. Luca Di Pasquale Viale Zara 129/A - Milano - t 02 39820036 - ludp@libero.it
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Infine, sul riscaldamento, la riforma prevede che ogni condomino può liberamente distaccarsi dall’impianto centralizzato senza ottenere l’approvazione assembleare della maggioranza. Sarà però obbligato al pagamento delle spese di manutenzione dell’impianto condominiale, per la propria parte in base ai millesimi di proprietà. Altre grandi novità riguardano le riunioni d’assemblea: È sempre più difficile avere il quorum e adesso la riforma prevede un abbassamento: basta il 50% più uno dei votanti e dei millesimi. Quindi conta anche la dimensione dell’appartamento per il raggiungimento del quorum e non solo il numero dei partecipanti. Chi possiede quindi un appartamento grade avrà più “peso” in assemblea rispetto al proprietario di un appartamento più piccolo. Inoltre, perché l’assemblea sia valida in seconda convocazione, è necessaria la presenza di almeno un terzo degli aventi diritto al voto. E poi, per le delibere, le maggioranze diventano variabili. Per esempio, se in assemblea intervengono un terzo dei millesimi, si possono deliberare interventi che riguardano lo svolgimento ordinario
della vita in condominio, compresa la nomina dell’amministratore, l’approvazione del preventivo e del consuntivo. Con la maggioranza qualificata di 500 millesimi, si possono deliberare, per esempio, l’abbattimento delle barriere architettoniche o l’installazione della parabola centralizzata, mentre prima bastava un terzo dei millesimi. Con i due terzi dei millesimi si possono deliberare innovazioni, come prevedeva anche la vecchia legge. Infine, sulle maggioranze, la riforma del condominio prevede un’altra novità. Si tratta della maggioranza dei quattro quinti dei condomini e dei millesimi: si applica nei casi in cui si voglia mutare la destinazione di una parte comune. Per altri casi, infine, rimane in vigore la necessità di votazioni all’unanimità, come per esempio, la vendita della guardiola della portineria o di parti dello stabile.
Mediare per difendere Un’assistenza tanto professionale quanto umana. È quella dell’avvocato Panetta a Milano. Che si occupa in particolare di famiglie in crisi, separazioni e minori. Casi in cui è importante trovare sempre soluzioni rapide, efficaci, indolori e concrete Le situazioni di grave crisi familiare e la decisione di interrompere una relazione coniugale causano spesso conflitti dolorosi e gravi tra le parti. Questi devono essere affrontati con la massima competenza professionale ma anche con grande sensibilità. “E anche attenzione al profilo umano e psicologico delle vicende trattate” precisa Valeria Panetta, avvocato a Milano e Sanremo, attiva da oltre un decennio nell’ambito civilistico e, in particolare, nel diritto di famiglia e minorile. Lei come affronta queste situazioni? Agevolando in un ambiente
neutro l’incontro tra le parti per studiare una soluzione rapida. Ma anche offrendo consulenza su tutti gli aspetti della crisi, dall’affidamento dei figli alle questioni economiche, come la corresponsione dell’assegno di mantenimento e le questioni successorie che affronto forte dell’esperienza maturata presso lo studio notarile di mio padre, Antonino Panetta, a Taggia (IM). Lei è anche mediatore? Sì, accreditata presso Concilia S.r.l.. Un ruolo che mi si confà in particolar modo. Tendo sempre a mediare, in ogni situazione. È particolarmente utile proprio nei casi
di crisi familiare quando gli aspetti emotivi hanno il sopravvento. A farne le spese sono sempre i minori? Purtroppo assistono impotenti a vicissitudini familiari negative e, una volta divenuti adulti, finiscono per replicarle. Mi sono trovata nella situazione di dover addirittura assistere un genitore, al quale l’altro aveva sottratto i figli, portandoli con sé all’estero. Qui, la sofferenza è amplificata dalla difficoltà di affrontare le tematiche giuridiche sottese al caso di sottrazione internazionale. Come il ricorso alle Autorità convenzionali o le denunzie penali ad hoc.
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Le novità relative al diritto di famiglia invece derivano da una sentenza depositata il 23 maggio dalla Corte di cassazione che ha respinto il ricorso di una donna di 63 anni contro la decisione della Corte d’appello di Venezia che, cambiando la pronuncia di primo grado, le aveva revocato l’assegno di mantenimento in suo favore, assegno che era stato fissato in sede di separazione a 2.500 euro mensili. Il giudice di merito, infatti, aveva ritenuto che la donna
non avesse diritto all’assegno di mantenimento perché dagli atti processuali risultava titolare di un patrimonio che le consentiva di mantenere lo stesso alto tenore di vita del quale aveva goduto durante il matrimonio. La sesta sezione civile della Cassazione, investita del ricorso contro la sentenza della Corte di merito, ha ritenuto che questa ha ricostruito coerentemente, sulla base delle prove agli atti, il tenore di vita tenuto dai coniugi durante la convivenza,
La decisione di revocare il mantenimento disposto in favore della ricorrente in sede di separazione si pone in linea con la specifica funzione che l’articolo 156 del codice civile attribuisce all’assegno di mantenimento in favore del coniuge beneficiario. Cioè, garantire un tenore di vita pari o almeno simile a quello goduto durante il matrimonio
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L’avvocato matrimonialista: il lusso di dirsi addio qual’è lo scotto da pagare per la libertà? Ce lo spiega Milena Tasini, avvocato cassazionista, membro dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia, che ha uno Studio matrimonialista a Pesaro
Troncare con un marito ricco è un business oltre che un lusso, non vi è dubbio. Le separazioni giudiziali, inoltre, quelle definite “lunghe”, oltre a essere (non sempre) dolorose e dispendiose sono soprattutto sconvenienti. Non è un caso che le persone abbienti, quelle con grandi patrimoni, preferiscano accordarsi prima di mettere piede in Tribunale: ciò consente ai mariti di non dover subire fastidiose quanto scomode consulenze tecnico-contabili e accertamenti della Guardia di Finanza e, per converso, alle mogli, di spuntare il “prezzo” più alto. Anche nel ceto medio, laddove la separazione è più conflittuale, i danni sono più importanti, pur se in questi tempi di crisi la magistratura è più sensibile alle posizioni dei mariti, in genere obbligati a corrispondere assegni di mantenimento eccessivi, che non consentono loro di mantenere una vita dignitosa. Mi duole ammetterlo, ma i comportamenti più censurabili e, se vogliamo, perfidi, sono, a prescindere dalla classe sociale, più di frequente quelli delle mogli-madri. Specialmente quelle divenute facoltose sui gradini dell’altare che, talvolta inconsciamente cattive, altre volte volutamente malvagie, pur di mantenere il benessere economico conquistato, mosse da un progetto e non da un sentimento, sono disposte a usare qualsiasi mezzo per fare guerra agli ex partner ricchi, anche contro la loro stessa prole.
Oggi le mogli sono scaltre e impietose, e in sede di separazione prima e di divorzio poi, sotto l’egida dei propri avvocati, sfoderano doti di detective, scoperchiando i guadagni in nero dei mariti, i loro conti correnti bancari nei cosiddetti paradisi fiscali, le dichiarazioni dei redditi “errate” e i soldi svaniti. Anche se la magistratura è attualmente orientata a condannare la volontà delle signore di procurarsi delle vere e proprie rendite parassitarie, onde evitare che il matrimonio (e il suo scioglimento) dia luogo a vere e proprie ipotesi di “approfitta-
mento”, ancora oggi le mogli, lungi dal cercarsi un lavoro, rivendicano cifre da capogiro. Per fortuna, di recente, i tribunali delle maggiori città italiane, quali quella capitolina e quella meneghina, hanno iniziato ad abbattere gli assegni divorzili interpretando in maniera più aderente il disposto dell’articolo 5, comma 6, della legge 898/1970, secondo cui il mantenimento in sede di divorzio può essere contemplato solo quando il coniuge richiedente “non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive”. Care “Medee” d’Italia armatevi!
Studio Legale Avv. Milena Tasini Via Curiel, 11 Pesaro t 0721 32155 f 0721 378300 tasinimilena@ interfree.it
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Diritto e diritti ritenendo, alla luce delle condizioni economiche patrimoniali della signora, che queste fossero perfettamente adeguate a consentire lo stesso livello di benessere della convivenza coniugale. La decisione di revocare il mantenimento disposto in favore della ricorrente in sede di separazione si pone perfettamente in linea con la specifica funzione che l’articolo 156 del codice civile attribuisce all’assegno di mantenimento in favore del coniuge beneficiario. Cioè, garantire un tenore di vita pari o almeno simile a quello goduto durante il matrimonio. Il giudice di merito deve quindi accertare il tenore di vita dei coniugi durante il matrimonio, poi verificare se i mezzi economici a disposizione del coniuge gli consentano di conservarlo indipendentemente dalla percezione dell’assegno e, in caso negativo, procedere alla valutazione comparativa dei mezzi economici a disposizione di ciascun coniuge al momento della separazione. In questo senso il diritto alla corresponsione dell’assegno di mantenimento trova il proprio coerente fondamento giustificativo nell’esigenza di cercare un riequilibrio delle condizioni patrimoniali delle parti, cioè di marito e moglie, in modo che entrambi i coniugi possano mantenere lo stesso tenore di vita goduto durante la convivenza matrimoniale.
SE (E QUANDO) L’INFEDELTÀ PUÒ RISARCIRE Uno dei motivi più frequenti della crisi matrimoniale è rappresentato dall’infedeltà coniugale. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, però, non tutti i tradimenti sono fonte di risarcimento del danno: è necessario verificare, infatti, se l’infedeltà coniugale sia effettivamente stata la causa o la conseguenza di una crisi in atto già da tempo. “Qualora il tradimento abbia irrevocabilmente determinato il fallimento dell’unione matrimoniale, con modalità tali da incidere sui diritti della persona, e cioè sulla dignità, l’onore e la reputazione di chi la subisce, si configura come comportamento che produce un danno ingiusto, suscettibile di risarcimento”, spiega l’avvocato Valeria Pia, titolare dell’omonimo studio legale. Dal punto di vista delle prove da offrire in giudizio, spetterà al coniuge tradito dimostrare la sussistenza e l’entità del danno, che non potrà consistere nella sola sofferenza psichica causata dal tradimento. “Sarà necessario un qualcosa di più” precisa l’avvocato. “Per esempio una lesione della salute del coniuge tradito o, comunque, la dimostrazione di aver subito gli effetti di un comportamento lesivo della dignità personale”. Studio Legale Avvocato Valeria Pia Via Principi d’Acaja, 61 - Torino - t/f 011 6988447 piavaleria@alice.it - valeriapia@pec.ordineavvocatitorino.it
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Cosa lega il diritto di famiglia e l’atletica? Avvocato e atleta. Fausta Quilleri conquista podi, vince campionati e aiuta le famiglie in crisi a capire se sono davvero “arrivate al traguardo”. Perché quando ci si fa prendere dall’emotività, un professionista competente può essere l’unica soluzione Non ci si inventa esperti del diritto di famiglia, soprattutto adesso che le separazioni sono aumentate in modo esponenziale. Lo sa bene Mariuccia Fausta Quilleri, avvocato e membro di una delle famiglie più stimate e prestigiose di Brescia, imprenditori e professionisti da generazioni. Una famiglia coesa, con forti valori morali. Perché ha deciso di dedicarsi al diritto di famiglia? Ho pensato che avrei potuto essere utile ad altri nuclei famigliari meno fortunati del mio. E poi, sono da sempre una fautrice della massima professionalità in ambi-
ti specifici, penso che disperdersi tra penale, civile ed altro aumenti il tuo conto in banca ma non le tue capacità, per cui già nel 1994 frequentai un corso di mediazione familiare dell’AIAF, che mi ha dato solide basi. Da allora ho partecipato a innumerevoli convegni sul diritto di famiglia . Tanto da assistere la famiglia Balotelli nell’adozione di Mario. Esatto. Ho assistito per un paio di anni i genitori adottivi del famoso calciatore, ovviamente nel settore delle adozioni dove mi avvalgo, come nel caso delle separazioni, della collaborazione di validi professionisti: psico-
logi, psichiatri, mediatori sociali, commercialisti, per dare la migliore opportunità e difesa a chi si rivolge a me. Lei lavora dodici ore al giorno. Di corsa, e non solo metaforicamente... Sì, pratico l’atletica e mi alleno tre o quattro volte a settimana, anche dopo una giornata di lavoro. Serve a ricaricarmi, fisicamente e mentalmente. Nel 2013, dopo innumerevoli podi, ho già vinto un campionato italiano. La grinta e l’entusiasmo che arrivano dallo sport mi danno tanta energia per affrontare al meglio il mio lavoro.
Lo Studio dell’Avvocato Mariuccia Fausta Quilleri pullula di medaglie. Ma anche di attestati che dimostrano la solida preparazione in campo legale. Studio Avvocato Fausta Quilleri Corso Cavour, 15 Brescia - t 030 280519
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Un decreto legge a tutela dell’azienda Spesso si tende ad attribuire all’ente stesso ogni tipo di responsabilità per irregolarità commesse a proprio vantaggio. Ma una nuova legge viene in aiuto a chi, nell’impresa, quei reati non li ha davvero commessi. Come ci spiegano gli esperti Con l’introduzione della legge 231/01 lo studio legale degli avvocati Nicoletta Stauder e Federico Zuccarino ha iniziato ad affiancare i propri clienti con specifiche consulenze dirette alla predisposizione di modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire la responsabilità dell’ente associativo per reati commessi da soggetti apicali, dipendenti o collaboratori. Avv. Nicoletta Stauder e Federico Zuccarino Via Bellini, 22 Legnano (MI) t 0331 453550 f 0331 598320 www.fzlegal.com
Quali sono i reati inclusi nel d.lgs. 231/01? Il decreto comprende i delitti informatici, il trattamento illecito dei dati, i delitti di criminalità organizzata, di concussione e corruzione. E ancora reati societari, abusi di
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mercato, omicidio colposo o lesioni commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, oltre a ricettazione, riciclaggio, violazione del diritto d’autore e reati ambientali. Quando l’Ente è responsabile? Solo per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio: da persone con funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’Ente o di sua unità organizzativa autonoma in via finanziaria e/o funzionale, nonché da persone che esercitano anche di fatto, la gestione ed il controllo dell’Ente e/o da persone sottoposte alla
direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui sopra. Quando è esclusa la responsabilità dell’Ente? Se l’organo dirigente ha adottato e attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi. Se la vigilanza sul funzionamento e l’osservanza dei modelli organizzativi è stata affidata a un organismo dell’ente con poteri di iniziativa e controllo autonomi, se le persone hanno commesso reato eludendo fraudolentemente i modelli organizzativi di gestione o se non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo di cui sopra.
Servizi alle imprese
Per crescere, ogni azienda Nuove frontiere del marketing, sviluppo digitale, consulenza specifica e personalizzata per ogni esigenza fiscale, commerciale, patrimoniale o tributaria. Alle imprese servono professionisti qualificati e preparati che le aiutino non semplicemente a sopravvivere alla crisi, ma a fare il salto di qualità. Per imporsi in un mercato sempre più competitivo. Ottimizzando le risorse, riducendo i costi e stimolando le giuste potenzialità di crescita A CURA DI ida cascio
E
finalmente toccare con mano le opportunità ssere presenti su Internet, oggi offerte da Internet. I ragazzi che sono stati è un requisito fondamentale selezionati hanno già iniziato il loro percorso per le aziende che vogliono crescere. di educazione al digitale delle Pmi italiane ma prima, E sono molte le iniziative che stimolano questa direzione di sviluppo. Per esempio Distretti Web, per rientrare tra i finalisti del progetto, hanno un progetto realizzato da Google e Unioncamere, dovuto dimostrare buone conoscenze di economia, marketing e management, web marketing con il patrocinio del ministero dello Sviluppo economico, che vuole contribuire alla digitalizzazione e del territorio. “Abbiamo ideato il progetto Distretti sul Web tenendo in grande considerazione delle imprese italiane. Ha assegnato 20 borse le specificità dell’Italia, con l’obiettivo di studio del valore di 6mila euro per la formazione di valorizzare, grazie a Internet, le eccellenze di altrettanti ragazzi che, una volta acquisite rappresentate dai distretti manifatturieri le competenze, saranno messi a disposizione del nostro Paese” ha dichiarato Alessandro delle piccole e medie imprese italiane di 20 distretti produttivi, come il quello delle piastrelle Antiga, direttore Marketing per Google Italia. “Con quest’iniziativa ci proponiamo infatti di Sassuolo, della concia di Pisa, del tessile di diffondere competenze digitali all’interno di Chieti, dell’agroalimentare di Grignano e del sughero di Sassari. Grazie alla loro presenza, delle Pmi per aiutarle a essere competitive sviluppando una propria presenza in Rete, le Pmi ancorate ai vecchi sistemi potranno
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ha bisogno di distinguersi superando i confini nazionali e diventando operatori attivi sul mercato globale. Crediamo che i giovani con le loro competenze digitali possano essere gli abilitatori ideali per aiutare le imprese a cogliere a pieno queste opportunità. Nel contempo questa può essere per i giovani borsisti un’esperienza estremamente formativa che gli consentirà di mettersi alla prova con le sfide affrontate ogni giorno dalle aziende sul territorio”. Un’altra iniziativa che va nella direzione dello sviluppo digitale delle imprese italiane è il ciclo
di seminari gratuiti dedicati all’uso dei social media per le imprese del commercio e del turismo. Sulla scorta di quelli organizzati per esempio da Confcommercio ad Arezzo. Si affrontano argomenti come la creazione di una pagina aziendale e la cura della propria reputazione sul web. “I social media offrono una straordinaria opportunità per aumentare la competitività delle imprese con investimenti poco onerosi e alla portata di tutti” ha spiegato la presidente degli under 40 di Confcommercio Simona Petrozzi.
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“Tutti ne parlano, tutti hanno aperto almeno un profilo su Facebook o simili, ma forse ancora pochi sanno davvero come utilizzare i social media per lavorare meglio e di più. Per questo motivo, i Giovani Imprenditori della Confcommercio di Arezzo hanno stretto un’alleanza con Clouditalia e Fondazione Sistema Toscana per aiutare gli imprenditori ad entrare nel mondo del Web 2.0 avvalendosi di tutti i nuovi strumenti disponibili per avvicinare i clienti potenziali, restare in contatto con quelli già acquisiti e, in generale, far crescere la notorietà del proprio marchio aziendale”.
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Un’altra frontiera è quella del Social Media Marketing: aziende e brand possono avere una sfera di influenza molto più ampia sapendo usare a dovere i social media. Eppure ci sono enormi discrepanze tra l’uso di internet da parte dell’aziende e quello dei potenziali clienti. Basta pensare che mentre quasi tutti gli adulti online (per il 91%) usa i social media, solo il 22% delle imprese coltiva questo strumento in maniera seria, magari con un social media manager dedicato al mantenimento e allo sviluppo del loro brand online, dell’area promozionale e della reputazione.
Vuoi far crescere la tua azienda? Ti serve un “Seo” Le potenzialità del marketing in rete sono ancora poco sfruttate in Italia. Ma ci sono realtà all’avanguardia capaci di far crescere il business di un’azienda in maniera esponenziale attraverso il web Alzi la mano chi non cerca ogni giorno almeno un paio di cose su Google, il motore di ricerca più usato al mondo. Vedere la propria azienda in cima alla lista quando effettua una ricerca relativa al proprio settore (per esempio “scarpe eleganti” per un calzaturificio) è una pubblicità impagabile. “Con il nostro apporto chiunque può aumentare il giro d’affari e il fatturato tramite internet” spiega Pietro Seccamani Mazzoli, amministratore di Finreale. In che modo? Migliorando la visibilità nei motori di ricerca, si acquisiscono nuovi clienti. Il web è una vetrina dalla quale nessuno, fornitore o cliente, oggi può prescindere. Noi aiutiamo i siti a posizionarsi nei primi posti sui motori di ricerca, tramite ottimizzazioni e aggiornamenti qualitativi che migliorano il sito
e quindi lo rendono visibile agli algoritmi del motore di ricerca. Di conseguenza, il sito viene ottimizzato per contenuti, codici e organizzazione generale, migliorando il proprio posizionamento. E i risultati arrivano subito? Dopo il nostro intervento, nel 50% dei casi si finisce nelle prime cinque posizioni e nel 90% nella prima pagina, nel giro di alcuni mesi. Non è certo poco se si considerano anche ricerche generiche come “telefonino”! Cosa vi distingue dai competitors? Lavoriamo per obiettivi. Il nostro compenso è relativo al posizionamento raggiunto in Google e/o al numero di contatti (definiti a priori) che riusciamo a far realizzare al sito. E il compenso viene scontato proporzionalmente rispetto agli obiettivi non raggiunti.
A chi serve il vostro servizio? A tutte le aziende. Piccole e grandi. Per ognuno scegliamo la soluzione su misura, in relazione alla tipologia di attività, al budget e alle zone geografiche in cui opera: puntiamo sui siti stranieri per chi vuole espandersi all’estero.
Finreale Numero Verde 800960359 pietro.seccamani@
E chi non ha ancora un sito? Lo realizziamo noi, con uno scopo ben preciso: attrarre potenziali clienti. Molti web designer, quando progettano un sito, pensano solo all’estetica. Noi invece pensiamo di più all’efficacia. Un sito web ha lo stesso valore di un ufficio di marketing: vale per i risultati che porta. I nostri siti sono quindi attraenti non solo per l’occhio umano ma anche ottimizzati per i motori di ricerca: la nostra è prevalentemente un’attività “Seo” (Search Engine Optimization).
finreale.it www.finreale.it
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Servizi alle imprese
Il ruolo del giurista d’impresa nell’attuale contesto socio-economico L’avvocato d’impresa deve ripensare il proprio ruolo attraverso l’esame e la comprensione dei vari fattori che determinano la crisi delle aziende italiane. Come conferma un esperto del settore Il metodo tradizionale di analisi del diritto di impresa è impensabile in un contesto socio-economico difficile e complesso come quello attuale “È indispensabile cogliere le contraddizioni del sistema e collocarle al centro del dibattito giuridico, alimentando con il proprio contributo la consapevolezza critica sui temi più urgenti e sulle soluzioni che attendono le nostre prossime sfide” spiega Giovanni Reho, avvocato d’impresa, partner dello Studio Reho e associati, attivo a Milano, Roma e Lecce. Impresa e lavoro sono tuttora entità ideologicamente contrapposte? Così sembrano. Si commentano i numeri delle imprese che falliscono oppure i dati della disoccupazione e dei licenziamenti. Sfugge l’unitarietà del problema, come se impresa e lavoro siano entità distinte. Al di là di ogni steccato dogmatico e ideologico, bisogna riaffermare il principio secondo cui le imprese creano lavoro e senza di esse il “diritto al lavoro” è solo retorica. La crisi dell’impresa è infatti anche la crisi del lavoro e dei lavoratori che si riverbera ineluttabilmente anche in crisi di fiducia sociale. Difendiamo nelle piazze gremite l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e al contempo accettiamo la dislocazione delle imprese italiane all’estero con il licenziamento in massa di migliaia di lavoratori.
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Come si affronta allora il tema della tutela del lavoro in Italia? Dobbiamo chiederci perché le imprese lasciano l’Italia se si vuole affrontare con serietà il tema della “tutela del lavoro” come valore assoluto: il diritto al lavoro e il diritto al licenziamento sono espressioni della stessa tutela, poiché, ad esempio, l’inefficienza colpevole di un lavoratore rappresenta un danno per l’impresa, per ogni lavoratore e l’intera collettività. E nel confronto dei mercati globali? Nel mercato globale le politiche degli Stati non coincidono con i fenomeni della concorrenza sul piano mondiale e alla velocità delle delocalizzazioni produttive corrisponde la perdita di capacità contrattuale dei lavoratori. Il tema è complesso, ma va detto che il mercato globalizzato impone al nostro sistema di abbandonare gli stereotipi retributivi slegati dalla produttività dell’impresa e di ogni singola risorsa lavorativa. Premi ed incentivi, inoltre, devono essere svincolati dalla fiscalizzazione e dagli oneri sociali e devono essere affidati alla autoregolamentazione retributiva e previdenziale stabilita dalle parti. L’impresa in questo ambito deve avere risorse libere da investire e deve altresì contare sulla possibilità di impieghi finanziari nella ricerca, sperimentazione e sviluppo affrancanti da qualsiasi imposta.
Reho e Associati Avv. Giovanni Reho t 02 5511641 f 02 55014651 avv.giovannireho@ rehoassociati.it
L’attuale pressione fiscale opprime le imprese? Una corretta contribuzione fiscale deve tenere conto del peso eccessivo delle attuali imposte e deve essere contestualizzata nel quadro dei valori costituzionali che afferma “doveri” ma anche altrettanti “diritti”, senza la cui concreta attuazione la fiscalità viene percepita in modo ostile perché depaupera l’impresa a favore di obiettivi non primari talvolta fine a sé stessi. Deve dunque recuperarsi il significato autentico di solidarietà sociale per cui ogni contributo fiscale è indirizzato a favore di un sistema sano che ripaga. Altrimenti le imprese continuano a delocalizzare... Quando un’impresa italiana si disloca all’estero impoveriamo il patrimonio collettivo e vanifichiamo il valore della nostra storia economica e sociale dal dopoguerra ad oggi. La nostra ricchezza viene trasferita gratuitamente ai nostri più agguerriti competitors (i Paesi cd. emergenti), provocando un danno
gravissimo al nostro sistema economico con conseguenze incalcolabili che stravolgono il destino del lavoro e delle famiglie in Italia. Oggi il fenomeno della dislocazione fiscale e del lavoro è un fenomeno molto preoccupante tuttavia ignorato e non arginato. È un allarme anche per il Made in Italy? La rarefazione del Made in Italy, l’allarme per le privative industriali, la concorrenza sleale e la perdita di competitività non sono problemi soltanto dell’impresa ma anche aspetti critici dell’intero sistema socio-economico che deve imporre allo Stato una tutela attiva come attore
diretto per l’attuazione in campo di soluzioni immediate contro ogni distorsione e abuso. E come può l’avvocato specializzato aiutare l’impresa? L’avvocato di impresa è un osservatore privilegiato della realtà concreta delle aziende e deve promuovere la consapevolezza non retorica delle criticità del nostro attuale sistema giuridico ed economico. È compito del suo valore e del suo talento aprire il confronto su temi attuali e urgenti con un’ottica prospettica e innovativa per per l’individuazione di soluzioni originali e l’affermazione di nuovi “diritti di impresa” e il riconoscimento di sempre più vaste aree di tutela.
UNO STUDIO LEGALE SPECIALIZZATO Giovanni Reho, 50 anni, laurea in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Master in Diritto di Impresa all’Università Bocconi di Milano è avvocato d’impresa e partner dello Studio Reho e Associati. Le aree di competenza sono: diritto societario, diritto tributario, diritto bancario, finanziario e assicurativo, diritto della concorrenza, diritto del lavoro e delle relazioni industriali, diritto industriale e della proprietà intellettuale.
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Servizi alle imprese
Outsourcing, consulenza ad ampio raggio, reperibilità di finanziamenti, contabilità low cost. Sono tanti i servizi offerti da consulenti e commercialisti alle imprese che hanno bisogno di rilanciare il business
L
a Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha pubblicato una circolare con la quale ripercorre le tappe dell’iter legislativo che ha portato all’istituto, oggi in vigore, delle società tra professionisti, ovvero le Stp. La circolare fornisce dei chiarimenti sulle criticità emerse alla prima applicazione della disciplina
Le piccole aziende e l’outsourcing Nello scenario attuale di progressiva compressione dei margini e delle risorse finanziarie, la pianificazione non può essere trascurata nemmeno dalle piccole e medie imprese. L’esperto illustra opportunità e vantaggi
Marcello Merlini ha trasformato le sue esperienze in un personale hub: assiste i clienti come libero professionista. Opera a Milano ed è contattabile all’indirizzo info.studiomerlini@ gmail.com t 02 86458494
Per anni il piccolo o medio imprenditore ha potuto gestire bene la sua impresa anche se non ne misurava l’andamento. “Si regolava su indicatori di lettura immediata, trascurando cioè la pianificazione che sembrava appannaggio solo delle grandi imprese” spiega Marcello Merlini dottore commercialista a Milano,con una lunga esperienza di revisore in Price Waterhouse Coopers, che ha potenziato le sue competenze in tema di fiscalità, controllo gestione e start up lavorando presso grandi aziende, tra cui Unilever. Oggi assiste aziende di ogni
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dimensione, anche quotate, seguendole nella transizione ai principi contabili internazionali e nella predisposizione dei bilanci consolidati. “Oggi, se le piccole imprese non sono strutturate o non possono permettersi una struttura dedicata, rischiano di trascurare un’attività gestionale importante, che può aiutare a capire meglio la salute dell’azienda e se possibile prevenire scenari di dissesto” spiega Merlini. La soluzione è l’outsourcing: un aiuto professionale esterno che supporterà l’impresa nella costruzione di un sistema di controllo su misura. “Il
processo di supporto nella pianificazione partirà, in collaborazione con l’impresa, dalla costruzione di indicatori chiave e specifiche del business, da adattare alle singole circostanze. La sfida sta nel dare continuità al processo e far sì che l’attività diventi progressivamente una parte essenziale della vita dell’azienda. Il professionista in questo contesto deve assistere l’impresa e l’imprenditore a costruire una cultura volta alla previsione dell’andamento aziendale per una migliore pianificazione finanziaria soprattutto nella fase di start-up.
Una chitarra per L’avvocato Cosa ci fanno ritratti assieme Fabrizio Frigeni, celebrato session man che vanta collaborazioni con interpreti della musica pop quali Max Pezzali, Syria, Laura Pausini, Loredana Bertè e Giusy Ferreri, e Marco Chiari, noto avvocato di ottima reputazione grazie ad anni di esperienza in ambito legale?
La risposta è da cercare in quel di Francoforte sul Meno (Germania), dove recentemente, in occasione della Musikmesse, fiera internazionale che da oltre 25 anni offre una panoramica a 360° sul mondo della musica e del business a esso collegato, il chitarrista con la consulenza del dinamico legale per ottenere un contratto come testimonial di una nota azienda produttrice di strumenti musicali. O forse la risposta è scritta fra le pagine degli spartiti dei grandi autori classici che il musicista e l’avvocato-musicologo hanno arrangiato in una nuova versione per chitarra, proiettando lo strumento, in un contesto che unisce il passato al presente, in prospettiva di un futuro tutto da sperimentare. Tra i due è nata una partnership che si svilupperà nell’ambito dell’organizzazione di concerti e manifestazioni che avranno per protagonisti strumenti musicali ricercatissimi, veri e propri status symbol, riconosciuti in tutto il mondo. L’iniziativa, “Primavera dei Capolavori”, inaugura il fortunato connubio tra la chitarra di Frigeni e gli organi antichi di manifattura italiana (Antegnati, Vegezzi Bossi e Serassi), e ha già ottenuto il supporto del leggendario liutaio spagnolo Paulino Bernabe, presidente della Spanish Guitar
Foundation, organizzazione con l’obiettivo di promuovere in campo internazionale la cultura e la tradizione dello strumento chitarra. Teatro del primo incontro la Basilica di Sant’Alessandro in Colonna a Bergamo, che alle ore 21 di venerdì 21 giugno ospiterà
un confronto fra Arte Organistica e Chitarristica, attraverso l’omaggio che Frigeni, accompagnato da Fabio Piazzalunga al monumentale organo costruito da Giuseppe Serassi II nel 1781, dal titolo “I capolavori del virtuosismo: da Vivaldi a Malmsteen” (accreditamento e info sul sito www.fabriziofrigeni.tv). Nell’ottica della divulgazione della cultura presso il pubblico più giovane, è pronto un metodo rivolto agli alunni delle scuole, ideato da Frigeni e sostenuto dall’avvocato Chiari, che dedica alle figlie Carolina e Caterina, impegnate fra i banchi dei rispettivi licei, ogni sforzo profuso in tale ambito.
Studio Legale Marco Chiari V. S. Alessandro 166 Bergamo c 335 367710 avv.mchiari@libero.it studiolegalechiari.com
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Servizi alle imprese delle nuove società. La prima considerazione è che le Stp possono essere un utile strumento di esercizio delle libere attività legate agli Ordini, a disposizione di giovani e meno giovani, e quindi possono rappresentare un’opportunità da utilizzare, a condizione che non siano un veicolo grazie al quale realizzare agevolazioni all’esercizio della professione. Per questo al di sopra di tutto si pone la stretta vigilanza dei Consigli provinciali e la massima chiarezza normativa, in modo da non ingenerare dubbi. Di fronte all’esigenza dei professionisti di esplorare nuove forme di esercizio dell’attività che siano capaci di contrastare il periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo e la concorrenza esercitata dai professionisti abilitati in altri Paesi, è stata prevista la possibilità di costituire società tra professionisti, cioè
L’avvocato: sempre più consulente e consigliere Per restare al passo con i tempi Il professionista oggi non può limitarsi a prestare servizi in ambito legale e giudiziario. Serve un’assistenza ad ampio raggio, che ponga sempre più attenzione alle necessità delle persone e delle aziende
Francesca Negrini Via Solferino, 28 Brescia t 0303775224 f 0302908205
“L’aspetto più personale, la conoscenza diretta del cliente e dei fatti, sono il presupposto indispensabile per creare un rapporto di fiducia alla base dell’esercizio della professione” afferma Francesca Negrini, avvocato a Brescia, specializzata in diritto civile, giudiziale ed extragiudiziale. “È per questo che io incontro e assisto di persona tutti i miei clienti”.
www.avvocatonegrini francesca.it
In cosa consiste una consulenza ad ampio raggio? La fase di consulenza parte dall’ascolto dell’assistito, privato o impresa, per contestualizzare e comprendere al meglio le sue esigenze. E poter consigliare le
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soluzioni più adatte alla situazione, per curare tutti gli aspetti della controversia, in modo da sollevare il cliente da inevitabili incombenze di tipo burocratico e tecnico e quindi da eventuali preoccupazioni.
sebbene sostenuta da ragioni di fatto e di diritto, può non essere la soluzione più adatta al cliente. In via stragiudiziale e/o conciliativa si possono ottenere vantaggi differenti, ma immediati e certi.
Quindi una prospettiva sfaccettata. Esatto. Prima di intraprendere una controversia bisogna avere a disposizione tutti gli elementi. Con l’attuale congiuntura economica infatti a un legale si chiedono, oltre alla preparazione professionale, anche concretezza e praticità: la via di un’azione giudiziale spesso,
Quali ambiti del diritto civile frequenta più assiduamente? Il settore dei contratti, dalla formalizzazione dell’accordo alla conclusione, all’esecuzione o risoluzione, al recupero crediti, al risarcimento danni. Mi occupo anche del diritto di Famiglia e dei Minori, della tutela della proprietà in ambito individuale e condominiale (negriniavvfr@negriniavvfr.191.it).
società che abbiano a oggetto l’esercizio di attività professionali secondo i modelli societari già esistenti. Per fissare gli elementi essenziali della disciplina primaria delle Stp, il legislatore ha rimesso a una regolamentazione successiva i dettagli relativa alle modalità dell’esecuzione, da parte del socio professionista, dell’incarico conferito alla società e di quelle relative alla designazione del professionista, cioè alla preventiva comunicazione all’utente dei nominativi dei soci abilitati all’esercizio di un’attività professionale regolamentata. È in questa direzione che ha operato il decreto ministeriale 34/2013. La Fondazione studi dei consulenti del lavoro segnala come alla luce dei provvedimenti indicati emerga con chiarezza che tutti i tipi societari regolati nel codice civile possono essere impiegati per l’esercizio
Uno Studio professionale al top Concordati preventivi fallimentari, complicazioni patrimoniali, reperibilità finanziarie. Sono tante le peculiarità dello Studio Cossu di Brescia. Che ha una marcia in più e referenze importanti. Ecco il quadro di una realtà di successo
Come si misura la professionalità di uno Studio? Dai risultati, certo. Ma anche dalle referenze. E quelle dello Studio Cossu di Brescia sono di prim’ordine. Questa realtà consolidata sul territorio è infatti parte del Network nazionale ACB Group al quale aderiscono i 60 Studi di commercialisti più strutturati e di maggiori dimensioni nelle principali province e città italiane. Qualche esempio? Lo Studio Guatri di Milano (ideatore e artefice fin dal 1999 del Net work ACB stesso), lo Studio Lucchini di Bergamo, lo Studio Uckmar di Genova, lo Studio Gnudi di Bologna, lo Studio Galeotti Flori di Firenze e lo Studio
Giordano di Napoli. Non solo. Lo staff dello Studio fa parte di Consigli di amministrazione, di Collegi Sindacali e di ODV di Società anche quotate e banche (tra cui Italmobiliare, Sabaf e Crelove). Per specializzazioni, numero di soci e di collaboratori, dimensioni e investimenti lo Studio si pone ai primi posti nel panorama regionale. Ma quali sono le principali aree di attività? “Le classiche di uno studio di commercialisti, nei diversi ambiti: societario, aziendale e tributario. Dalla classica consulenza alla consulenza di Corporate Governance, dall’elaborazione dati contabili al controllo di gestione. E tanto altro”
spiega il fondatore, Leonardo Cossu. “Ma abbiamo delle peculiarità. Un occhio particolare alle famiglie che gestiscono importanti aziende e si trovano ad affrontare questioni spinose che coinvolgono non solo l’azienda ma anche la famiglia. E poi la particolare esperienza nella consulenza in materia di concordati preventivi fallimentari: lavoriamo sulle ipotesi di procedure, cioè, studiamo le relative fattibilità dei concordati e abbiamo la disponibilità immediata a trovare risorse finanziare, anche significative, per chiudere le operazioni. E su questo fronte operiamo presso tutti i Tribunali italiani”.
Studio Cossu e Associati Viale della Bornata, 42 Brescia t 030 3366104 t 030 3366117 www.studiocossu.it
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Servizi alle imprese
Cloud e contabilità (digitale) low cost L’ARCHIVIAZIONE elettronica E LA CONNESSIONE WEB, UNITE ALLE RECENTI DISPOSIZIONI PER LA CONSERVAZIONE SOSTITUTIVA, APRONO GRANDI OPPORTUNITÀ PER L’IMPRENDITORE. ECCO PERCHÉ AFFIDARE IN OUTSOURCING LA GESTIONE AMMINISTRATIVA AD UN CONSULENTE CHE UTILIZZA TECNOLOGIE AVANZATE
Continrete S.r.l. Viale Majno, 17 Milano t 02 00616811 info@continrete.com www.continrete.com
Grazie alla contabilità digitale, la contabilizzazione cartacea non serve più. “Inoltre l’accesso remoto, cioè il Cloud, consente la condivisione di queste informazioni e dei processi gestionali tra imprenditore e commercialista. Con grandi vantaggi” spiega Stefano Lazzari, titolare di uno Studio professionale e co-fondatore della società Continrete S.r.l., che si occupa di assistenza amministrativa, societaria e fiscale e di gestione del personale. Perché la contabilità tradizionale è superata? Il commercialista solitamente si concentra nell’assolvimento di tutti gli adempimenti amministrativi e fiscali. È un lavoro importan-
te ma di scarsa utilità operativa per l’imprenditore che è costretto a organizzarsi internamente per avere le informazioni necessarie alla gestione: scadenziari, dati economici e di tesoreria, etc. Entrambi utilizzano gli stessi documenti ma con tempistiche e per scopi diversi. Questa duplicazione di sforzi è inefficiente e costosa. I vantaggi della contabilità digitale e del clouding? Il commercialista entra nel processo amministrativo aziendale come se fosse a fianco dell’imprenditore, fornendogli una contabilità in tempo reale e supportandolo quindi nella gestione aziendale. In più, l’imprenditore non è più obbligato
di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico. Quindi, sia la legge istitutiva (art. 10, co. 3), sia il regolamento di attuazione (artt. 1 e 2) prevedono che la nuova disciplina sia applicabile solo con riferimento a società tra professionisti appartenenti a professioni regolamentate.
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a conservare i documenti cartacei. In questo modo si riduce anche di molto il costo della contabilità, anche perché l’utilizzo da parte dell’imprenditore del programma condiviso genera molti movimenti contabili in automatico. Sono necessari programmi particolari? Si, è necessario un programma di gestione avanzato che operi in rete e gestisca il flusso della documentazione digitale. Noi abbiamo sviluppato internamente il software necessario perché i prodotti sul mercato erano troppo rigidi. È stato un investimento strategico che sta dando a noi e ai nostri clienti grandi soddisfazioni.
È ammessa dalla legge la Stp che presenti una compagine “mista”, cioè caratterizzata da soci iscritti all’albo e da soci non professionisti, in tal caso solo per lo svolgimento di “prestazioni tecniche”, di supporto rispetto ai servizi professionali, o per “finalità di investimento”, purché siano rispettate tutte le condizioni poste dalla legge.
Si consente inoltre la costituzione di Stp “multidisciplinari”, per l’esercizio di diversi tipi di attività professionali. Questa previsione ha comportato la necessità di definire in ambito regolamentare gli aspetti relativi all’iscrizione
L’“Insigna” che brilla di più Cosa c’è dietro quella grande insegna luminosa? Attraverso quali fasi di ideazione e progettazione è passata prima di svettare su quel palazzo? Lo sa bene il team di Insigna Industry che, tra tanti clienti sparsi per l’europa, vanta marchi come mediaworld, hyundai e Vodafone Al contrario delle stelle, le grandi insegne che scorgiamo in ogni strada non splendono di luce propria. Per farle brillare servono dedizione, creatività e professionalità. Tre fra i tanti requisiti che contraddistinguono le progettazioni di Insigna Industry. Il direttore generale, ci spiega come far risplendere un brand al calar del sole.
delle insegne: tecnologie, materiali, componenti, produttori e, soprattutto, leggi e norme. Un progetto deve essere realizzato rispettando e valorizzando la Corporate Identity. È necessario, oltretutto, considerare che il marchio per diventare insegna deve essere tradotto in metallo, plastica e luce.
Come avviene la progettazione delle insegne? La progettazione è riconducibile alle fasi essenziali di design e ingegnerizzazione. Il designer deve essere esperto sia riguardo al mondo della comunicazione di marca, sia riguardo al mondo
Quanto sono importanti le insegne nella comunicazione della marca sul punto vendita? La comunicazione sul punto vendita è fondamentale. È il testimone fisico del marchio e dei suoi valori, è il luogo in cui il consumatore vive un’esperienza
sensoriale diretta e insostituibile. Il design e la qualità delle insegne sono fondamentali nella costruzione dell’identità di un’azienda, soprattutto in caso di punti vendita.
Insigna Industry S.r.l. Via San Francesco d’Assisi, 35 Opera (MI) t 02 57606395 f 02 57602838 info@
Quali servizi offrite? La nostra proposta commerciale non si esaurisce alla singola fornitura di insegne o totem, ma è completata dai servizi che caratterizzano ogni singolo progetto: effettuazione di rilievi esecutivi, progettazione grafica, preparazione e successiva gestione di pratiche presso gli enti competenti, fino all’installazione su tutto il territorio.
insignaindustry.com www.insigna.com
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Servizi alle imprese e al regime disciplinare della società multidisciplinare, per cui è stabilito che la società multidisciplinare è iscritta presso l’albo o il registro dell’ordine o collegio professionale relativo all’attività individuata come prevalente nell’atto costitutivo o nello statuto. In più, nel caso di illecito disciplinare commesso da un socio iscritto ad albo differente da quello in cui risulti iscritta la società ma riconducibile a direttive impartite al socio da quest’ultima, emerge una responsabilità concorrente del primo con la seconda. La Fondazione individua in quanto previsto in punto di iscrizione nella sezione dell’albo relativo all’attività prevalente della società multidisciplinare uno degli aspetti maggiormente problematici della disciplina.
Il successo nel retail e nella ristorazione Come nasce? L’esperto spiega come un progetto di sviluppo distributivo può diventare un grande successo
Mezzanotte Consulting Largo Settimo Severo, 4 Milano t 02 87238117 f 02 87238125 c 335 6417284 info@mezzanotte consulting.it www.mezzanotte consulting.it
Un grande centro commerciale, un centro città molto frequentato, un outlet molto pubblicizzato: non basta esserci. Per garantire grandi volumi di vendita bisogna rispettare una serie di parametri specifici, frutto di ricerche, studi ed esperienze. “Accanto a quali altri brand conviene collocarsi? In quale posizione? Ma il Centro Commerciale funziona davvero?” Queste sono solo alcune delle domande alle quali serve rispondere con criterio quando si vuole valutare un’apertura” spiega il dott. Ruggero Mezzanotte, fondatore di Fouremme Management
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Consulting S.r.l. e della sua divisione MezzanotteConsulting, realtà di consulenza con oltre dieci anni di attività ed esperienze di successo. “In questo delicato settore la consulenza è positiva se sai con chi parli” ci spiega il dott. Ruggero Mezzanotte “perché è un settore nuovo e l’esperienza personale ha una enorme importanza”. In Fouremme Management Consulting, Ruggero Mezzanotte ha maturato un background di affidabilità, professionalità e riservatezza. I suoi “punti chiave” sono la consulenza, gli studi e le analisi di mercato nel mondo del
retail e della ristorazione, per sviluppare concetti distributivi, principalmente nell’ambito dei centri commerciali, degli outlet e di altre nuove e moderne forme distributive. Il “vantaggio competitivo” di Ruggero Mezzanotte è che conosce tutti i player del mercato, tratta direttamente con i managers delle aziende ed ha ben chiare tutte le regole del gioco. Ruggero Mezzanotte ha anche sviluppato una particolare esperienza nel settore ristorazione, avendo lavorato per molti anni nel gruppo Autogrill, del quale è tuttora consulente.
Al tuo fianco. Per davvero Avere un consulente comprensivo a volte non basta. All’imprenditore, fiaccato oggi dalla crisi e dalla mole di adempimenti fiscali, serve un commercialista che riesca a mettersi nei suoi panni. E che gli semplifichi la vita. Come Cristiano Nonelli a Brescia “Percepisco le esigenze dell’imprenditore, i suoi bisogni, come fossero i miei”. Così Cristiano Nonelli concepisce il suo lavoro di consulente. “So, per esempio, che in certe situazione all’imprenditore serve una rassicurazione immediata su un problema contingente. Prendere appuntamento dal commercialista e aspettare ore in sala d’attesa, oppure chiamarlo e non trovarlo, sono situazioni che aumentano lo stress e generano ansia. Io sono lì, sempre, in qualsiasi momento. Perché so che anche solo la presenza costante, oltre ovviamente alle capacità professionali, è di aiuto all’imprenditore e si riflette positivamente sull’operato dell’azienda”.
Dott. Nonelli qual è la sua marcia in più? Un’ampia gamma di servizi, fin dalla nascita dell’azienda. E poi, seguo ogni problematica direttamente, con la collaborazione di colleghi altrettanto qualificati. E affronto la mia attività con entusiasmo e passione trattando tutti i clienti con la stessa cura ed efficacia. All’interno del sito dello studio c’è la possibilità di compilare il formulario online. A cosa serve? Il cliente lo compila spiegando la sua situazione o il problema del momento e io lo ricontatto entro 48 ore fornendo la possibile so-
luzione e l’indicazione del preventivo dell’onorario. In più, offro una serie di altri comodi servizi online. Di che tipo? Circolari di chiarimento e approfondimento in materia fiscale e previdenziale. Bilanci d’esercizio online con possibilità di scaricarli e stamparli. Scadenziario fiscale e previdenziale personalizzato, situazione economico-patrimoniale aggiornata trimestralmente con simulazione delle imposte da versare. L’elenco dei clienti e dei fornitori con l’indicazione dei relativi saldi a credito o a debito e la specifica delle singole fatture. E tanto altro ancora.
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Le difficoltà che nella pratica possono incontrarsi al momento di effettuare la scelta dell’attività da indicare come prevalente nell’atto costitutivo, in assenza di specifiche indicazioni circa eventuali criteri da impiegare, consentono di suggerire un’ulteriore opzione, cioè quella di non indicare in sede di costituzione alcuna attività come prevalente. La stessa relazione illustrativa dello schema di regolamento, precisa che i professionisti della Stp possono non connotare un’attività in misura prevalente così da consentire l’iscrizione della società nelle sezioni speciali dei differenti albi o registri in cui tutti i professionisti che ne siano soci risultino iscritti. Questa opzione consentirebbe di dare maggiore certezza anche al profilo della responsabilità disciplinare, evitando che la società possa trovarsi a rispondere per violazioni deontologiche “esterne alla Stp”.
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Servizi alle imprese Ulteriori problematiche della materia attengono al trattamento fiscale e all’assoggettabilità a fallimento. Nel primo caso, i consulenti del lavoro sottolineano che la Stp sembra essere assimilabile allo studio
individuale o all’associazione professionale, con qualificazione del reddito come autonomo, anche in presenza di Stp di capitali. Per quanto riguarda invece l’assoggettabilità a fallimento, il problema non è stato affrontato dal legislatore.
Un approccio vincente Professionisti scelti per autonome aree di eccellenza, anche accademica, con il comune obiettivo di fornire un punto di riferimento per ogni esigenza dell’impresa. È lo studio Maccabruni & Partners, attivo nelle prestigiose e storiche sedi di Roma e Milano
Maccabruni & Partners Piazza V giornate, 10 Milano t 02 36519550 Via di Montegiordano, 36 Roma t 06 68803543 info@maccabruni andpartners.com www.maccabruni andpartners.com
Professor Franco Maccabruni, di cosa si occupa il vostro studio? Copre varie aree, sia nella consulenza sia nel contenzioso. Innanzitutto il diritto societario, per la costituzione, gestione e ristrutturazione di società, poi quello industriale (antitrust, marchi, IT, concorrenza), quello bancario e dei mercati finanziari (costituzione di banche e intermediari, consulenza nella loro operatività e nei rapporti tra imprese e istituzioni finanziarie, quotazioni). Ci occupiamo, poi, di diritto del lavoro (relazioni industriali e contenzioso) e delle assicurazioni (risk management aziendale, scelta e gestione del prodotti as-
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sicurativi), di diritto fallimentare (piani di ristrutturazione, concordati), e di quello tributario. Qual è il vostro valore aggiunto? Sicuramente la proficua rete di rapporti internazionali, assicurati dai frequenti soggiorni di studio e lavoro all’estero. Da chi è composto lo staff? Da avvocati esperti nei diversi settori ricordati e da commercialisti attivi nei campi delle valutazioni di azienda e della strutturazione, e nelle operazioni straordinarie di riassetto societario. È così che possiamo fornire, anche sotto il profilo azien-
dalistico, finanziario e strategico, tutta l’assistenza di cui l’impresa ha bisogno, dal ricorso a capitali e finanziamenti, all’acquisizione di nuove aziende, alla ristrutturazione aziendale. Un’attività in crescita oggi Sì. L’incremento, dovuto alla congiuntura economica ha portato, negli ultimi tempi, ad accrescere questo tipo di attività, anche attraverso l’assistenza nel ricorso a procedure concorsuali di risanamento o comunque alternative al fallimento, come concordati preventivi o fallimentari e accordi di ristrutturazione del debito.
Stress
Scacco matto alla pigrizia in 8 mosse Tutti siamo un po’ vittime della pigrizia e tra un’attività percepita come impegnativa e faticosa e un’altra più leggera e divertente è facile rimandare la prima e optare per la seconda. Quando invece la procrastinazione può diventare un ostacolo alla crescita e alla soddisfazione nella vita? A CURA DI MATTEO GRIMALDI
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L
’abitudine a rimandare ha origini molto “antiche”, probabilmente sin da piccoli c’è stato qualcosa che volevamo assolutamente procrastinare, ad esempio, i compiti, i piccoli lavori domestici che ci affidavano, come la cura della propria camera o anche cose più semplici come buttare la spazzatura. Tutte situazioni che mal si ponevano nel piano giornaliero delle nostre attività preferite. Con l’età difficilmente le situazioni cambiano. Sicuramente variano i “compiti” ma non quella tendenza a svicolare le situazioni che richiedono disciplina, sacrificio e impegno a favore del “gioco”. È importante ricordare che il cambiamento, per essere serio, deve essere spinto da qualcosa
di interiore; una convinzione che ci faccia capire che dobbiamo assolutamente cambiare stile di vita. In sostanza questo nuovo atteggiamento che per avere risultati non può essere frutto di un capriccio del momento. Spesso capita che questa scintilla scatti nelle persone che prendono coscienza che le ore perse a “trastullarsi” potrebbero essere utilizzate in maniera più costruttiva. Fondamentale è comprendere che ci sono dei “tempi morti” all’interno del nostro quotidiano che non hanno una reale funzione di relax, ma che invece, si sta uccidendo il proprio tempo. E allora forse con qualche piccolo consiglio si può migliorare a gestire le nostre giornate. Sicuramente ne trarrete soddisfazione.
Pigrizia: l’abitudine di riposarsi ancor prima di essere stanchi. Jules Renard
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Stress
8 MOSSE PER INDIVIDUARE LA CAUSA DELLA TUA PIGRIZIA 1) STRESS Se ti senti stressato, nervoso o ansioso difficilmente riuscirai ad avere la mente lucida per lavorare sui tuoi progetti in modo produttivo. Per gestire lo stress è importante che tu riesca a ritagliarti del tempo per attività piacevoli e rilassanti, per farlo puoi usare una Time Chart settimanale in cui assegnare del tempo ad attività di piacere, alla famiglia, all’esercizio fisico, etc. Un’altra tecnica utile per gestire lo stress sul momento è quella del “relax istantaneo”. Prova a ri-affrontare l’attività dopo aver applicato la tecnica dei 3 passi e nota se ci sono dei miglioramenti.
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2) PERFEZIONISMO Se hai standard elevati, se pretendi molto da te stesso, se ti metti a riguardare con ossessione ogni minimo dettaglio e quando ti trovi davanti a un compito pensi “non lo consegnerò fino a quando non sarà perfetto.” Allora sei un perfezionista. Questo modo di pensare ti farà percepire il compito in questione come una fonte di stress e ti porterà a evitare quell’attività. Se sei vittima del perfezionismo dovresti innanzitutto cercare di capire che sei un essere umano e non una macchina. Un’altra strategia utile può essere quella di darsi degli obiettivi concreti e spezzettare il compito in piccoli step.
e osserva come ti sfuggano tante possibilità. Nota anche quali pensieri ti trattengono dall’agire. - Crea una lista di tutte le cose che la paura di sbagliare ti impedisce di fare. Poi crea una seconda lista di tutte le cose che potresti fare se non avessi questa paura. - Infine, ricorda che ogni errore è un’opportunità di apprendimento. A tal proposito esiste un celebre episodio di Thomas Edison. Dopo che per 9.999 volte aveva tentato di perfezionare la lampadina senza riuscirci qualcuno gli ha chiesto: “hai forse intenzione di andare incontro a 10.000 fallimenti?”. La risposta di Edison fu: “Io non fallisco, semplicemente ho scoperto un altro modo di non inventare la lampadina elettrica”.
3) PAURA DI SBAGLIARE La ragione per cui molte persone rimandano le attività è che sono spaventate all’idea di fallire o fare errori avendo così la conferma della loro convinzione “non sono bravo abbastanza”. Chi ha paura di sbagliare di solito è molto preoccupato di cosa gli altri possano pensare di lui e preferisce non buttarsi in nulla per paura che le persone pensino che non sia capace o non sia abbastanza bravo. Tra tutte le cause della procrastinazione, la paura di sbagliare è sicuramente una delle più limitanti. Per aiutarti a superarla ti ho preparato un efficace esercizio. - Fai un’analisi della tua vita e individua l’area in cui sei bloccato (lavoro, relazioni, ...) Poi chiediti: perché ho paura di sbagliare? Che cosa otterrò se non ci provo? Cosa se ci provo? - Inizia a tenere nota delle paure che ti frenano
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Stress 4) SCARSA ENERGIA Ti senti troppo esausto a livello fisico o emotivo per iniziare qualsiasi attività, i tuoi livelli di energia sono troppo bassi rispetto a quelli richiesti dal compito. Un modo per alzare i livelli energetici consiste nel praticare dell’attività fisica. Altre strategie utili sono consigliate nell’articolo allenare la mente. Casi estremi di scarsa energia si ritrovano anche nella Sindrome da fatica cronica e in alcune forme di depressione, in questi casi è utile rivolgersi ad un medico. 5) MANCANZA DI MOTIVAZIONE Molte persone non hanno controllo sulle proprie azioni perché non sono consapevoli di cosa li motivi. In psicologia è noto che le principali fonti di motivazione del comportamento umano sono il principio di piacere e di dolore. Tutti abbiamo un desiderio intrinseco di raggiungere il piacere ed evitare il dolore, ovvero la vecchia tecnica del bastone e la carota . Questo principio può essere tradotto nel premiare con ciò che ti piace le tue azioni positive e ricordarti tutte le conseguenze negative del non portare a termine il compito. Infine, per avere motivazione è importante avere uno scopo nella vita, per individuare il tuo scopo puoi usare il modello dei 5 livelli neurologici.
6) CATTIVA GESTIONE DEL TEMPO Se il motivo per cui non agisci è che non sai organizzarti, non sai da che parte iniziare, non sai darti delle priorità allora hai un problema nella gestione del tempo. Una tecnica utile per organizzarti è quella del Time-boxing che consiste nel darsi dei blocchi di tempo di lavoro; un’altra strategia è utilizzare un Daily Planner per le proprie attività.
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7) SOVRACCARICO DI COSE DA FARE Troppe cose sulla tua “to do list”. Riconsidera le tue priorità e cerca delle strategie per semplificarti i compiti. Puoi anche decidere di delegare ad altri o tagliare le attività superflue o che pensi siano irrilevanti. Sembrano delle banalità ma pochissime persone lo fanno. Ad esempio potresti cominciare con il tagliare del tempo alla tv, alle attività su facebook o ai giochini online. 8) DISTRAZIONE In un mondo pieno di informazioni e tecnologia è molto difficile evitare le distrazioni. Così è facile che tu possa ritrovarti a cercare una notizia, scaricare musica, controllare le e-mail, scrivere su facebook, giocare a videogiochi online, ecc. Le distrazioni possono venire non solo da fonti esterne ma possono anche avere origini interne. Altre fonti di distrazione possono essere date da pensieri negativi e preoccupazioni. Per intervenire sulle “distrazioni tecnologiche” esistono dei software gratuiti online.
Per concludere. Ricorda che la pigrizia è una delle forme più subdole di autosabotaggio e per molti rappresenta uno degli ostacoli principali alla realizzazione personale. Ora possiedi ciò che ti occorre per identificare la causa principale della tua pigrizia, intervenire con la strategia più appropriata e iniziare (subito) a svolgere le azioni più importanti per concretizzare ciò che desideri.
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Viaggi
Portogallo tra storia e modernità
Il modo migliore per godersi questa terra? Andare alla scoperta dei suoi tesori culturali e poi… rilassarsi in una delle numerose spa A CURA DI MATTEO GRIMALDI
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Viaggi Miti, spiagge mediterranee, coste atlantiche sferzate dalle onde, colline ondulate e imponenti catene montuose. E ancora città raffinate e vivaci ricche di fascino e storia e angoli sperduti dove il tempo sembra essersi fermato. Tutto questo lo trovate in Portogallo, un Paese intrigante e sorprendente, uno dei più piccoli dell’Europa eppure in grado di offrire paesaggi diversissimi tra loro. Una terra con un mix unico di storia, cultura, natura e… relax. Già, perché, in qualsiasi regione vi troviate, non vi sarà difficile trovare strutture e alberghi dove il benessere è a cinque stelle: moderne e eleganti Spa, dove rigenerare anima e corpo. STORIA, CULTURA E RELAX NELLA CAPITALE Se avete programmato un tour del Portogallo, tappa d’obbligo è Lisbona, una città vivace che unisce modernità e storia, con i suoi castelli, le antiche cattedrali, i suoi quartieri medievali, in stile Liberty e Art Nouveau. E dopo aver scarpinato tra i sette colli su cui sorge la città, niente di meglio che concedersi un po’ di riposo in uno dei molti hotel che propongono programmi per il relax totale. Dalla Stone Spa dell’hotel Parque das Nacoes (www.parquedasnacoes.pt) dove il benessere per corpo e mente passa attraverso le pietre al Lapa Palace (www.lapapalace.com) con i suoi trattamenti di idroterapia e aromaterapia, fino Four Seasons Hotel Ritz (www.fourseason.con/lisbon). Qui si trova una Spa multisensoriale, una delle migliori d’Europa, dove tutto è scelto accuratamente per creare armonia e relax, dalla musica buddista al design Zen, e si possono sperimentare pacchetti benessere su misura per le diverse esigenze (per le mamme in attesa, contro il jet lag, per riattivare la circolazione e il sistema linfatico, ayurvedici). SU E GIÙ DAI PONTI DI OPORTO Il modo migliore per visitare il centro storico di Oporto, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996. è girarlo a piedi e inoltrarsi nella fitta rete di stradine. Orientandosi, come fanno gli abitanti della città, grazie ai molti ponti costruiti in periodi diversi della storia (uno è stato progettato da Eiffel) che collegano le due sponde del fiume Douro e caratterizzano la città. E dopo il tour alla scoperta della città? Anche qui non mancano hotel con centri benessere a cinque stelle. Come quello che si trova all’interno dello Sheraton (www.sheratonporto.com), un angolo di vero relax e piacere dove la filosofia europea si sposa perfettamente con le tradizioni orientali
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per aiutare a raggiungere la sintonia tra corpo e mente, attraverso i sette pilastri del benessere: bellezza, armonia, acqua, vitalità equilibrio, natura e nutrizione. ALGARVE: IL “GIARDINO D’OCCIDENTE” Oltre centocinquanta chilometri di costa, a tratti sabbiose e pianeggianti, a tratti con scogliere ripide e insenature molto suggestive,. E ancora paesaggi selvaggi e ventoso e piccoli paesi che conservano intatte le tradizioni più antiche: così si presenta l’Algarve. In questa regione del Portogallo, nell’incantevole scenario del pittoresco villaggio di pescatori di Sagres, sorge il piccolo e storico Hotel Memmo Baleeira (www.memmobaleeira.com). Con la sua attenzione ai dettagli e ricco programma di trattamenti offerti dalla sua Spa, dai massaggi con le pietre calde in riva all’oceano all’utilizzo di sostanze naturali quali rame, zenzero, minerali vulcanici, lemongrass, caffè, è il luogo ideale in cui concedersi una parentesi di rigenerante benessere e farsi affascinare dalla potente bellezza della natura del “giardino d’Occidente” dell’Algarve.
NATURA E TALASSOTERAPIA NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA A mille chilometri a sud-ovest di Lisbona e cinquecento a nord della costa africana si trova il “fiore dell’oceano Atlantico”, un arcipelago di origine vulcanica che comprende l’isola di Madeira, con capoluogo Funchal, l’isola di Porto Santo e due gruppi di isole disabitate, le Desertas e le Selvagens, riserve ornitologiche. Sono isole dal clima eccezionale, con temperature tra i 16 e i 25 gradi tutto l’anno, e dalla bellezza incomparabile, rifugio ideale per chi ama la natura. Che decidiate di andare a Madeira, la più grande e la più popolata o a Porto Santo, queste isole sono la meta perfetta per trattamenti e cure di talassoteria, disponibili presso l’Hotel Vila Baleira Thalasso Beach di Porto Santo (www.vilabaleira.com) oppure il Crown Plaza Resort (www.crownplaza-madeira.com), a Funchal.
Per informazioni sul Portogallo, la sua storia, i monumenti da vedere, i posti dove dormire e mangiare a tanto altro www.visitportugal.com
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