Prodigio Giugno 2023 - L'inclusione scende in campo

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BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ODV SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP NUMERO III - GIUGNO 2023 - ANNO XXIV - 138° NUMERO PUBBLICATO pro.di.gio. Social map: le iniziative di ENS pag. 3 Calcio, basket, nuoto e volo: sport per tutti! pag. 4-5 Premio Melchionna 7, 233 volte grazie! pag. 10 scendeL’inclusioneincampo Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000Poste Italiane spaSpedizione in abbonamento postale70%DCB Trento. Contiene I.R.

Care lettrici e cari lettori, Siamo felici di cominciare il giornale congratulandoci con Stefano Dalvai (in foto). Sul numero di aprile, avevamo lasciato il maratoneta valsuganotto in procinto di partire per i “World Transplant Games”, le Olimpiadi degli atleti trapiantati, in Australia. Ora lo ritroviamo con al collo una storica medaglia d’oro: la prima per l’Italia nella corsa su strada. In attesa di conoscere le sue prossime avventure, gli

rinnoviamo le nostre congratulazioni e – rifacendosi al suo motto #nonsimollaunchezz – nelle prossime pagine vi proponiamo una serie di magiche storie di tenacia e di sport che, siamo sicuri, sapranno ispirarvi e farvi riflettere proprio come hanno fatto con noi che le abbiamo raccolte!

La direttrice responsabile, Martina Dei Cas

CON LA FLY THERAPY DELL’ASSOCIAZIONE VOL’ALE, LA DISABILITÀ RESTA A TERRA

Lasciare a terra la carrozzina – e la disabilità che rende necessario l’uso di questo ausilio – per volare liberi nel cielo: no, non è un sogno e nemmeno una magia, bensì l’innovativo progetto “Fly Therapy Vol’Ale Lions”.

L’iniziativa è nata nel 2018, quando il comico di Zelig Alessandro Politi, che è anche pilota, propose a un amico paraplegico di effettuare con lui un volo sopra Forlì. L’esperienza fu per entrambi una vera scarica di adrenalina e così si decise di strutturarla coinvolgendo Vincenzo Soverino. Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubbli-

Proprietà: Associazione PRODIGIO Odv

ca Italiana, di Asti, Soverino è molto attivo nell’ambito della sensibilizzazione sul tema della Sclerosi Laterale Amiotrofica, malattia diagnosticatagli nel 2005 e che lo ha poi costretto in carrozzina. Venne così fondata l’associazione Fly Therapy Vol’Ale Lions con l’obiettivo di organizzare in tutta Italia delle giornate di volo per permettere alle persone – e in particolare ai bambini – con disabilità di sperimentare l’emozione di librarsi in cielo. L’associazione, attraverso il suo nome e le sue finalità, onora la memoria di Alessia Barbacovi, figlia del già go-

Indirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 Trento

Telefono: 0461.925161 Fax: 0461.1590437

Sito Internet: www.prodigio.it

E-mail: associazione@prodigio.it

Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000

Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70%

Grafica: Publistampa (Pergine Valsugana)

Direttore responsabile: Martina Dei Cas

Hanno collaborato a questo numero: Luciana Bertoldi, Francesca Bortolin, Giacomo Carbonara, Ivan Ferigo, Christine Strangone

In Servizio civile Scup con il progetto “Social map” a PRODIGIO ODV: Paolo Fisichella

Copertina: Freepik.com, elaborazione Publistampa

In stampa: 1 giugno 2023

vernatore Lions Nordest Italia Giorgio Barbacovi, scomparsa a soli ventotto anni dopo una vita resa difficile dalla malattia, ma sempre vissuta con propositività e pienezza. Per supportarla nello scopo, nell’annata lionistica 2021-2022 è nato in Valsugana il club Lions satellite “VolAle”, presieduto appunto da Soverino. Assieme agli altri soci, appassionati di volo e piloti, Soverino ha accompagnato a volare un grandissimo numero di ragazzi, garantendo almeno una dozzina di date all’anno con partenza da diversi aeroporti, nel Lazio, in Romagna, Piemonte, Toscana e anche in Trentino. Proprio qui si è sviluppata la proposta – poi accolta e sostenuta dai Lions Nazionali e dal gruppo Lions giovani di Trento – di comprare e conformare un aereo da destinare a questa attività. Il velivolo è stato varato a inizio maggio all’aeroporto Caproni di Trento ed è attrezzato per persone con disabilità fisica. Soverino le accompagna nel momento della salita e della discesa. «Chi come me è in carrozzina – spiega – è abituato a vedere le persone dal fondoschiena in giù. Durante questi voli, invece, per venti minuti si riesce ad avere uno sguardo d’insieme, dall’alto, del mondo che ci circonda. È una sensazione di grande libertà. I ragazzi quando scendono dall’aereo hanno sempre un sorriso bellissimo e spesso mi chiedono: sappiamo che devono volare anche coloro che sono in fila, ma un secondo giretto, anche piccolo, ce lo fai fare? E questa è la

Abbonamento annuale (6 numeri)

Privati € 15,00; Enti, associazioni e sostenitori € 25,00 con bonifico bancario sul conto corrente con coordinate IBAN IT 67G 08304 01846 000046362000 intestato a “Associazione PRODIGIO ODV” presso la Cassa Rurale di Trento indicando la causale “Abbonamento a pro.di.gio.”

soddisfazione più grande». Oltre ai bambini che dalla nascita o a causa di patologie sopravvenute non possono camminare, Vol’Ale pensa a quelli che hanno una disabilità cognitiva. «Per loro – continua Soverino – abbiamo attrezzato un secondo velivolo a quattro posti, in modo che possano essere accompagnati nell’esperienza del volo da un familiare o un educatore». E visto che l’aria non conosce frontiere, l’associazione si ripropone di portare il proprio messaggio in giro per il mondo con una staffetta che parta dalla tratta Venezia – Nizza e si diffonda poi di Paese in Paese, coinvolgendo i diversi Lions locali, come una sorta di fiaccola olimpica per sensibilizzare sul diritto delle persone con disabilità di vivere una vita senza barriere, ricca di emozioni e possibilità, al pari delle persone normodotate e neurotipiche. L’iniziativa è stata accolta con piacere dal presidente internazionale Lions Brian Sheehan, che nella sua visita in Italia dello scorso anno si è complimentato personalmente con Soverino per il progetto.

Per scoprire date e località dei prossimi voli o per saperne di più: volale.it info@volale.it

Flytherapy Vol’Ale Ets Aps 346 400 9477

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 2 Giugno 2023 - n.3
EDITORIALE
IN EVIDENZA
a cura di Martina Dei Cas ■ L’aereo per la fly therapy accompagna in voli panoramici di circa 20 minuti le persone con disabilità fisica e/o cognitiva.

I PROGETTI DI ENS TRENTO PER GARANTIRE LA PIENA REALIZZAZIONE DELLE PERSONE SORDE

L’integrazione delle persone sorde nella società e il raggiungimento della loro piena realizzazione sono gli obiettivi dell’Ente Nazione Sordi (ENS) che con le sue 106 sezioni provinciali, 18 consigli regionali e oltre 50 rappresentanze comunali, tutela i loro interessi. Alla presidenza della sezione trentina c’è Brunella Grigolli.

Brunella, cominciamo da quella che può sembrare una domanda scontata. Cosa significa essere sordi?

In realtà esistono diversi tipi di sordità, non c’è una rappresentazione unica. La sordità è una riduzione più o meno grave dell’udito che si rende visibile solo quando la comunicazione viaggia sul canale vocale. Si tratta di una disabilità complessa perché ognuno la vive a modo suo, a seconda dei suoi input linguistici, apprendimento o contesto familiare. Nell’ultimo periodo inoltre sono au-

ENS partecipa al progetto “Social Map” ideato da PRODIGIO ODV in collaborazione con la Circoscrizione Oltrefersina e SCUP. Grazie a una mappa virtuale – con piattaforma connessa – gli enti che operano sul territorio del comune di Trento potranno conoscersi, creare relazioni, mettere a disposizione spazi e/o servizi, promuovere eventi e progetti e, se necessario, cerca-

mentati i casi di sordi interessati da altre disabilità come autismo o disabilità intellettiva.

Quali sono i progetti portati avanti dalla sezione ENS di Trento per garantire l’autonomia di vita delle persone sorde?

Trovare la propria autonomia per una persona sorda significa riconoscere che possiede tutte le capacità per poter stare attivamente in società. Fino a pochi anni fa si aveva paura e si creavano delle divisioni tra udenti e non udenti. Ora stiamo lavorando all’integrazione. Come ENS Trento portiamo avanti molti progetti: dai corsi di Lingua dei Segni fino al più recente Servizio di interpretariato e sottotitolazione nei servizi pubblici.

Parliamo di Lingua dei Segni (LIS), perché è così importante?

La LIS è un sistema comunicativo che usa un canale visivo-gestuale.

re collaborazioni. Lo scopo è quello di far rifiorire i legami persi o mai costruiti e dar forma tutti insieme a una nuova Trento del volontariato.

associazione@prodigio.it

3355600769

@progettosocialmap

Social Map Trento

Si tratta di una lingua vera e propria come l’italiano o l’inglese. Per noi è molto importante lavorare sul bilinguismo. Le protesi acustiche o gli impianti cocleari possono aiutare ma non sostituiscono una buona educazione. Pensiamo a quando c’è troppo rumore, a quando siamo in piscina o nel caso sfortunato in cui si spengano le batterie dell’impianto.

Un sordo deve essere sempre in grado di comunicare con gli altri. Noi come ENS Trento offriamo dei corsi aperti a tutti due volte a settimana, tenuti da docenti sordi professionisti per tre livelli: base, intermedio e avanzato.

In cosa consiste invece il Servizio di interpretariato e sottotitolazione nei servizi pubblici?

Si tratta di uno sportello provinciale virtuale a supporto delle perso-

FESTA DEL KAKI: L’ALBERELLO PIÙ PREZIOSO AL MONDO

ne con disabilità uditiva. Gli utenti, dopo aver preso appuntamento tramite l’App Sportello Sordità, potranno usufruire gratuitamente dell’interpretazione a distanza di un operatore della Cooperativa Sociale AbilNova o di ENS, che, collegato in videochiamata, si occuperà di tradurre in lingua dei segni le informazioni fornite dall’operatore dell’ufficio pubblico. Il progetto, promosso dalla provincia con il finanziamento del Ministero della disabilità, ha come obiettivo l’abbattimento delle barriere comunicative.

C’è un motto che ti piace riportare rispetto alle persone sorde?

A noi piace dire che “I sordi possono fare tutto tranne sentire”. Con un po’ di attenzione e cura non c’è nulla che un sordo non possa fare o essere nella società.

A volte per parlare di pace basta poco, anche solo un albero. Il 19 maggio al Parco del Langer l’Associazione culturale Finisterrae Teatri in collaborazione con il Comune di Trento, PRODIGIO e Il Forum trentino per la Pace, ha celebrato il sesto anniversario del Kaki di Nagasaki. La storia

dell’albero inizia quasi ottant’anni fa quando nel 1945 la bomba atomica “Fat Man” venne sganciata sulla città di Nagasaki, uccidendo tra onda d’urto e radiazioni, circa 80 mila persone. Alla devastazione sopravvisse miracolosamente solo un fragile albero, di cui si prese cura l’arbicoltore

Masayuki Ebinuma, ottenendo delle pianticelle di seconda generazione. Fu due anni dopo, grazie alla volontà dell’artista contemporaneo Tatsuo Miyajima, che prese avvio Kaki Tree Project, attraverso cui le piante, figlie dell’albero di Nagasaki, vengono piantumate nel mondo come simbolo

di pace e rinascita. Nel 2017, grazie al lavoro dell’associazione Finisterrae Teatri, una di queste piante è arrivata anche a Trento, festeggiando oggi i suoi 6 anni. La mattinata dell’anniversario è iniziata con l’arrivo dei bambini della scuola primaria e delle scuole dell’infanzia della circoscrizione Oltrefersina a cui è stata spiegata la storia e il valore dell’arbusto dall’attore e regista Giacomo Anderle. A seguire, dopo l’intervento da parte del Forum Trentino per la Pace, tutti i bambini hanno portato un piccolo dono all’albero danzando e giocando attorno ad esso accompagnati dall’entusiasmo di Vincenzo Barba e Camilla da Vico. Conclusa la festa nel silenzio del parco rimangono i doni dei bambini e la nuova targa posizionata a cura della Circoscrizione: “(…) Oggi questa pianta è qui, al giardino del Langer. Puoi ascoltare la sua storia, affidarle i tuoi sogni, raccontarle le tue ferite e soprattutto, puoi vederla crescere e crescere con lei… Un po’ alla volta, con pazienza. Perché anche tu sei la pianta più preziosa del mondo”.

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 3 Giugno 2023 - n.3 INNOVAZIONE SOCIALE
■ Operatrici ENS Trento. Da sinistra Cristina, Nadia, la presidente Brunella Grigolli e Martina. a cura di Paolo Fisichella a cura di Paolo Fisichella ■ 19 maggio 2023, al Parco Langer i bambini delle scuole dell’infanzia della circoscrizione Oltrefersina festeggiano con canti e balli i 6 anni del kaki della pace.

A TRENTO IL CALCIO È INSIEME

Ho conosciuto Michele Comai, venticinque anni, di Trento e i suoi compagni di squadra attraverso le parole di papà Franco, cofondatore e presidente dell’associazione Calcio Insieme. Mi piacerebbe presentarveli con i loro ruoli in squadra: centrocampista, terzino sinistro, portiere. O attraverso le professioni che hanno scelto di intraprendere: magazziniere, cuoco, operatore dei servizi. Vorrei raccontarvi che ogni anno, da ottobre a maggio, si allenano nella palestra del liceo Da Vinci e che, in caso di derby, nel loro spogliatoio

partono canti e sfottò a seconda delle rispettive preferenze sulla serie A. Al fatto che sono giovani, o meglio sportivi dai sedici ai cinquant’anni, con disabilità cognitive vorrei accennare solo di striscio. Perché troppo spesso la dimensione della diversità finisce per sovrapporsi, se non addirittura sormontare, tutto il resto. Quando invece, forse, pochi amori sono universali e trasversali come quello dei bambini di ogni luogo, epoca e cultura per il gioco del pallone. E infatti, tredici anni fa, Michele e altri ragazzi dell’Associazione Italiana Persone Down formularono ai genitori proprio la richiesta di iscriversi a calcio. La notizia giunse all’allora allenatore del Mezzocorona, che si offrì di aiutarli, e allo storico giocatore del Trento Walter “Sandokan” Dal

Dosso, tra i primi supporter dell’iniziativa. «All’inizio – spiega Franco Comai – giocavamo con i palloni di gommapiuma per paura che i ragazzi si facessero male. Poi, a piccoli passi, siamo andati sempre avanti e in seguito all’approvazione della nuova legge provinciale sullo sport del 2017, più attenta al tema della disabilità, ci siamo costituiti come associazione sportiva dilettantistica Calcio Insieme». Ma già una seconda sfida era alle porte: trovare gli avversari! Spesso, infatti, le squadre per persone con disabilità cognitive vengono costituite all’interno di cooperative o progettualità educative dove gli operatori lavorano nei giorni feriali. Come gestire quindi una partita il sabato o la domenica? Grazie all’incontro con il circuito Special Olympics Italia, che organizza, nelle diverse regioni, tornei e amichevoli per ragazzi con disabilità nelle più disparate discipline: dalle bocce al calcio, appunto. E proprio tramite questo circuito, i tredici calciatori guidati dai Mister Ivano Osele e Antonio Schifano hanno preso parte quest’anno al campionato nazionale Special Football Nordest. In questo contesto, ogni squadra che lo desidera e sente di avere la struttura per farlo, può organizzare un torneo nella sua città. E Calcio Insieme lo ha fatto, portando a Trento, nel penultimo weekend di maggio, la squadra di Treviso e due squadre altoatesine entrate da poco nel circuito: il Bolzano e il Vipiteno. «La mia soddisfazione più grande – confessa Comai – è vedere la squadra crescere. Se quando abbiamo cominciato mi avessero detto che avremmo addirittura organizzato un torneo, avrei pensato: è fantascienza». E invece da qualche mese la squadra si è arricchita con una partnership con l’AC Trento 1921, squa-

L’AZZURRO LORENZO IANNETTI:

È in acqua praticamente da quando è nato, Lorenzo Iannetti. Classe 2003, di Belluno, è un ragazzo con sindrome di Down, sveglio, brillante e sicuro di sé. Per raccontare la sua vicenda, non si può non partire dai flash più recenti: quelli dello scorso novembre ai mondiali DSISO in Portogallo, ad Albufeira. «Ho gareggiato nei 200, 400, 800 e 1500 metri. E anche in una staffetta da 200. Alla prima partecipazione, due quarti posti, negli 800 e nei 1500», ricorda. Un’avventura, dunque, positiva ed emozionante. «Partecipare a questi eventi mi rende felice». Riavvolgiamo però il nastro e ascoltiamo da Lorenzo come nasce questa sua pas-

sione: «Nuoto da quando avevo un anno. Ho cominciato con la Sportivamente Belluno, con la quale mi alleno ancora, all’inizio con Maria Elena Canova, poi con altre allenatrici, e adesso con Daniela Piermarini. Pian piano mi sono avvicinato alla Sport Life Onlus di Montebelluna, società che promuove lo sport per ragazzi con disabilità cognitive, che mi ha permesso di fare le gare, inserendomi in un circuito. Questo da cinque anni». I risultati non hanno tardato ad arrivare. «Nelle competizioni regionali, interregionali e nazionali», spiega mamma Chiara, «è riuscito più volte ad arrivare a podio, ottenendo diverse vittorie. Così è stato

notato dagli allenatori della nazionale, che dall’anno scorso l’hanno inserito in squadra. Con la rappresentativa tricolore si allena due o tre volte l’anno». All’ultima rassegna iridata i frutti del lavoro si sono visti: e i margini di crescita ci sono eccome. E mamma Chiara e papà Andrea come seguono Lorenzo in questo suo percorso? «Noi diciamo, sorridendo, che Lorenzo è lento in genere, ma sempre molto veloce in acqua», risponde la mamma. «Ed è piuttosto autonomo. Per gli allenamenti a Belluno, cinque giorni su sette, si organizza, prende la bicicletta, va e torna da solo. Noi lo accompagniamo a Montebelluna una volta alla settimana, e spesso duran-

dra che milita in serie C. Il progetto “Diversamente uguali” ha preso il via il 19 marzo scorso con una magica domenica del pallone. La mattina, i Calcio Insieme hanno sfidato la squadra omologa Bottagisio Sport Center al Chievo e poi il pomeriggio sono stati invitati in tribuna d’onore allo stadio Gavagnin-Nocini per supportare i gialloblu nella partita di campionato contro la Virtus Verona. «Di quel giorno – commenta il presidente dell’AC Trento 1921 Mauro Giacca – porterò sempre con me il ricordo dell’espressività e della spontaneità degli atleti del Calcio Insieme. Vederli esultare entusiasti e disperarsi con estrema serietà a seconda di quanto stava avvenendo in campo è stato davvero emozionante». La collaborazione prevede inoltre un supporto tecnico e pratico da parte dell’AC Trento 1921 a Calcio Insieme e, conclude Giacca «è solo l’inizio di un percorso sportivo e sociale duraturo ed efficace».

Per saperne di più o entrare in squadra: calcioinsieme2011@gmail.com

te le gare. Siamo contenti: per lui è un’occasione di realizzazione, per sentirsi bene e in salute». Ma oltre all’aspetto agonistico c’è anche una forte dimensione umana e sociale. «Il nuoto mi dà la spinta per fare tante altre cose», evidenzia Lorenzo; «andare a mangiare qualcosa con i compagni, per una pizza o un compleanno, o semplicemente sentirsi sui gruppi Whatsapp. Un’occasione per stare insieme agli altri».

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 4 Giugno 2023 - n.3
«Il nuoto è la mia spinta per stare insieme agli altri»
Storie che ispirano - Speciale Sport
a cura di Martina Dei Cas
Franco
Comai, 345 141 4044
■ La squadra Calcio Insieme con Mister Osele in occasione del trofeo “Special Olympics Italia” a Trento nel maggio 2023. ■ Michele Comai e Mauro Giacca ■ 19 marzo 2023, partita contro il Bottagisio a cura di Ivan Ferigo

ROBERTO MADINELLI:

Roberto Madinelli, 32 anni, vive in provincia di Verona. Impiegato in una segreteria di reparto dell’ospedale cittadino, studia Scienze Politiche all’Università di Padova e due volte a settimana gioca a basket con l’ASD Albatros Trento al centro sportivo Manazzon. La società vanta un’esperienza pluridecennale nel campo dello sport per disabili ed è attiva in tutta la regione. Oltre alla squadra di pallacanestro, l’ASD Albatros ha una squadra di curling in carrozzina che si è già laureata campione d’Italia e nella quale militano giocatori di livello nazionale. In passato, inoltre, alcuni atleti che hanno praticato basket e curling hanno partecipato singolarmente a diverse edizioni delle paralimpiadi invernali.

Roberto, da quanto tempo pratichi questa disciplina e in che campionato militi ora?

Gioco a basket dalla stagione 20042005. Attualmente partecipiamo al campionato italiano di serie B, che è la divisione nazionale di secondo livello. Un aspetto interessante di giocare nell’ASD Albatros è il fatto che, un po’ per la posizione geografica di Trento e un po’ grazie alle esperienze internazionali dei nostri atleti, la società è riuscita a farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali. Capita quindi abbastanza di frequente di essere invitati a tornei all’estero – proprio qualche mese fa abbiamo disputato un torneo a Valenciennes, in Francia, concluso con

un buon terzo posto – e di poter ricambiare l’invito ogni volta che si presenta la possibilità di organizzare qualche competizione in casa. Le esperienze internazionali contribuiscono parecchio alla crescita di un atleta perché, nonostante la lingua del basket sia una sola, esistono molti modi di metterla in pratica. A livello societario, invece, il confronto con organizzazioni operanti all’estero è utile per esplorare metodi di gestione e organizzazione magari mai presi in considerazione. Personalmente, infine, sono sempre felice di poter rappresentare il mio Paese all’estero.

Qual è la soddisfazione più grande che hai e avete vissuto come squadra?

Negli ultimi quattro anni mi sono dovuto fermare per due stagioni, e altre due le ho passate in un’altra società. Tornare a giocare a Trento dopo quattro anni e farlo su richiesta della Albatros stessa è stata una grande soddisfazione, perché credo che per un atleta la stima di ex compagni di squadra e avversari competa quanto a importanza con il raggiungimento di un traguardo sportivo. A livello di squadra, gli innesti effettuati dalla società negli ultimi anni e soprattutto in occasione della stagione appena conclusa ci hanno permesso di essere molto più competitivi rispetto alle stagioni precedenti e di dire la nostra contro qualunque squadra, comprese quelle che in questo periodo stanno giocando i playoffs che valgono la promozione in serie A.

Usciamo un momento dal campo e parliamo di accessibilità. A che punto siamo in Italia?

Credo che il livello non sia bassissimo, ma che si possa comunque fare di più. Tolti i casi in cui l’accessibilità non è proprio possibile, penso che il limite più grande sia imposto da ciò che si è disposti a fare e quello che si ritiene sufficiente fare per dire di

aver fatto qualcosa a favore dell’accessibilità. Per quanto riguarda l’aspetto più concreto, in alcuni casi è stato fatto molto per rendere accessibili, interamente o parzialmente, edifici e luoghi pubblici (amministrazioni locali, servizi, musei, teatri, scuole, palestre, spiagge, vie montane e via dicendo). Allo stesso tempo, però, alcune opere sono state realizzate rimanendo verso il minimo imposto dalle normative e/o senza considerare l’effettiva efficacia di quanto realizzato. Per quanto riguarda, invece, l’accessibilità intesa come incontro della società con la disabilità, purtroppo, molte volte l’enorme numero di iniziative informative e d’inclusione proposte si rivelano fine a se stesse. Come se l’obiettivo finale fosse semplicemente avere la coscienza a posto. Tornando all’ambito sportivo, credo che organizzare manifestazioni dedicate esclusivamente agli sport paralimpici o riservare loro un posto appartato senza cercare un coinvolgimento all’esterno abbia il risultato di attirare l’attenzione solo per un periodo di tempo limitato, quando va bene. Il problema di fondo è la considerazione che la società ha della disabilità: in molti casi questa è vista come una debolezza, e il disabile qualcuno di cui ci si deve occupare perché non ha i mezzi per condurre una vita “normale” o che si deve accontentare perché la morale lo impone. Purtroppo, tutto ciò è frutto della scarsa conoscenza della quotidianità della disabilità, tanto di ciò che in quanto disabili è effettivamente difficile raggiungere quanto di ciò che un disabile può tranquillamente fare autonomamente.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi personali e sportivi?

Ho da poco comprato casa, quindi l’obiettivo più importante a breve termine è dimostrarmi in grado di gestire la mia vita personale in maniera totalmente indipendente. E poi c’è il rag-

CONGRATULAZIONI, MICHELE!

Il nostro amico Michele Oberburger non smette di stupirci e in sella alla sua moto continua a trionfare. Il 21 maggio, ad Asiago, ha vinto la seconda gara del trofeo nazionale Master Beta. Ma oltre ad allenarsi, da qualche mese, è protagonista di un nuovo percorso unico nel suo genere, che speriamo diventi presto la normalità. Molti giovani con autismo non verbale come lui, infatti, vengono ammessi ai tirocini formativi durante il percorso scolastico, ma una volta finiti gli studi, vengono definiti “inabili al lavoro” dalle Commissioni

mediche e quindi non possono accedere ai tirocini formativi post-diploma. Papà Roberto, però, non si è arreso, ha aperto un dialogo con le istituzioni trentine ed è riuscito ad attivare per il figlio un tirocinio come aiuto cuoco nella caserma dei Vigili del fuoco permanenti di Trento. Ora, Michele è impegnato due mattine a settimana e si occupa di preparare le insalate per circa cinquanta persone, in particolare per il Nucleo elicotteri. Inoltre, impana le cotolette, sbuccia uova, patate e a volte – supervisionato – usa l’affettatrice. Tutte le

operazioni che per un cuoco neurotipico potrebbero risultare ripetitive, a lui vanno a genio. Finisce addirittura i compiti in anticipo rispetto al tempo assegnatogli e di volta in volta si vede assegnare nuove attività. Con orgoglio, stima e affetto gli auguriamo buon lavoro e ogni fortuna e successo nelle sue gare di trial.

giungimento della laurea. Dal punto di vista sportivo, invece, la stagione appena conclusa è stata una delle più istruttive che abbia mai attraversato; quindi, in futuro cercherò di far fruttare tutte le nozioni apprese e le consapevolezze maturate per diventare un atleta e uno sportivo migliore.

Cosa ti ha insegnato il basket?

Per una persona con la mia dose di agonismo praticare uno sport significa innanzitutto mettersi alla prova e dimostrarsi all’altezza di una sfida. Inoltre, dire che lo sport insegna a crescere non è una dichiarazione di facciata. Lo sport insegna innanzitutto ad accettare l’altro, che si tratti di un compagno di squadra, di un ufficiale di campo o di un avversario, ma insegna anche a riconoscere i propri limiti, a lavorarci e ad accettarli nell’eventualità in cui non si riesca a superarli.

Per saperne di più: albatrostrento.it albatrostrento@virgilio.it ASD Albatros Trento @albatrostrento

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 5 Giugno 2023 - n.3
Storie che ispirano - Speciale Sport
«Il basket mi ha insegnato ad accettare gli altri e a distinguere i limiti che con l’impegno si possono superare da quelli coi quali bisogna imparare a convivere»
a cura di Martina Dei Cas
■ Allenamento wheelchair basket, ASD Albatros Trento ■ Roberto Madinelli
(mdc)

“CuraInsieme”: le iniziative per coloro che assistono familiari anziani

In quattro anni di lavoro quasi 1.200 caregiver coinvolti in tutto il Trentino

“CuraInsieme” è un percorso formativo avviato in Trentino nel 2019 per sostenere e valorizzare il ruolo del caregiver che presta assistenza al proprio familiare anziano non autosufficiente. L’iniziativa – frutto di una co-progettazione che ha visto impegnati gli uffici sociali e sanitari dell’Assessorato provinciale alla Salute, rappresentanti dei servizi sociali delle Comunità, dell’Azienda sanitaria, di UPIPA, di Consolida, della Consulta per la salute e della Fondazione Franco Demarchi – si articola in serate informative, corsi e gruppi di mutuo aiuto in tutto il territorio della provincia. ««Il caregiver familiare – spiega l’assessore provinciale alla Salute Stefania Segnana – è una risorsa preziosa e insostituibile in un contesto demografico ed epidemiologico nel quale dobbiamo fare i conti con il progressivo invecchiamento della popolazione e con un’elevata prevalenza di patologie croniche e degenerative. I caregiver vanno sostenuti e affiancati, anche attraverso la valorizzazione di altre risorse presenti nelle comunità, come l’associazionismo e le reti sociali. È questa la direzione verso la quale si muove “Curainsieme”, una progettualità che in questi 4 anni ha saputo coinvolgere complessivamente quasi 1200 persone, nonostante la pandemia. E questo grazie a un gruppo di lavoro che monitora costantemente il progetto e che voglio davvero ringraziare per l’impegno e la dedizione»». Federico Samaden, presidente della Fondazione Demarchi ente che organizza le iniziative sul territorio, ricorda i numeri del progetto, che ha coinvolto tutte le Comunità di valle del Trentino e un totale di 1.160 caregiver: ««Nel dettaglio dal 2019 sono state attivate 82 serate di sensibilizzazione con un coinvolgimento di 893 persone, dal 2020 sono stati messi in campo 13 corsi di formazione ai quali si sono iscritti 233 care giver. Infine dal 2021 sono partiti 7 gruppi di auto mutuo aiuto con una trentina di persone coinvolte»». La direttrice dell’integrazione, socio-sanitaria Elena Bravi evidenzia come ««nell’attuale contesto

Sensibilizzazione

Sono serate informative che hanno l’obiettivo di sensibilizzare coloro che desiderano avvicinarsi o che sono coinvolti a vario titolo nell’assistenza a persone anziane non autosufficienti, alle esigenze emergenti rispetto all’invecchiamento della popolazione con i principali problemi con -

demografico ed epidemiologico della Provincia di Trento, caratterizzato da un progressivo invecchiamento della popolazione, dove vi sono 123.000 anziani, contro i 66.000 del 1980, di cui 10.000 con disabilità e 22.000 fragili, nonché da un’elevata prevalenza di fragilità, di patologie croniche e degenerative, è sempre più insostituibile il ruolo del caregiver che, tuttavia paga spesso un’importante sofferenza fisica e psicologica legate al carico assistenziale particolarmente complesso da un punto di vista sanitario e sociale. Pertanto, il riconoscimento giuridico ed i programmi di formazione/supporto al caregiver, come il progetto ‘CuraInsieme’ non rappresentano soltanto un dovere etico e civile, ma costituiscono un vero e proprio mezzo di cura e possono svolgere un’azione sinergica e di potenziamento con le altre modalità as-

sistenziali»». Carla Comper, responsabile servizi sociali della Comunità Vallagarina, evidenzia come ««Curainsieme appresenta un’occasione di lavoro integrato che, prossimamente, sarà facilitato dall’avvio a regime di Spazio Argento in tutte le comunità»», mentre la referente del progetto, Micaela Gilli, ricorda come i risultati raggiunti siano frutto del ««gruppo di lavoro che ha messo in comune professionalità e competenze e ha costruito un progetto che nel tempo si è modificato e arricchito: una proposta che ha una sua rigorosità ma che può essere adattato ai bisogni dei territori»». Per presentare l’iniziativa è stato inoltre realizzato uno spot, a cura della regista trentina Anna Bressanini.

nessi all’aumento del bisogno di cura. Inoltre, ha lo scopo di informare sui servizi e aumentare la consapevolezza della comunità rispetto al ruolo del caregiver. Quasi sempre il familiare che diventa caregiver si sente isolato nelle sue difficoltà ed è privo di preparazione specifica, pur dovendo supportare in termini relazionali ed assistenziali persone prevalentemente non auto -

sufficienti e con patologie sempre più complesse. Questa attività è iniziata nel 2019 in tutto il territorio provinciale.

Formazione

Si tratta di un corso che prevede 8 incontri a cadenza settimanale di due ore (di cui 2 laboratori) e

PAGINA DI PUBBLICA UTILITÀ PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
“CuraInsieme” si compone di diverse fasi:
Per saperne di più: www.caregiverfamiliaritrento.it
• Conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa in Provincia, 18 aprile 2023

3 moduli on-line con 18 approfondimenti accessibili agli iscritti tramite un sito dedicato. La formazione viene pensata come un’azione di educational care, strutturata in più setting: lezioni d’aula, formazione on-line, possibilità di partecipare a laboratori. È stato costruito un sito internet dedicato al progetto dove sono state caricate delle lezioni online. La formazione in presenza, che permette il confronto con gli altri e l’accoglienza di bisogni specifici, è accompagnata dalla formazione online. L’obiettivo è sviluppare competenze specifiche per migliorare le capacità del caregiver nell’assistenza e per affiancare e collaborare efficacemente con i professionisti delle cure. Il supporto e la formazione dei caregiver valorizzano le persone impiegate in tale ruolo impegnativo e contribuiscono alla prevenzione del burnout. L’offerta formativa, avviata nel 2020, ha interessato tutto il territorio provinciale.

Gruppi di auto mutuo aiuto

Il gruppo di auto mutuo aiuto, in collaborazione con l’Associazione AMA, è proposto a caregiver che hanno partecipato al corso di formazione o che sono stati intercettati nella fase di sensibilizzazione, alle persone che si rivolgono ai servizi sociali e/o sanitari per bisogni incipienti, oppure proposto a gruppo avviato da parte degli operatori (sociali o sanitari) a soggetti già coinvolti in percorsi di assistenza. Per i caregiver è importante trovare uno spazio di “sollievo”, per prendersi cura anche di se stessi ed esprimere i propri vissuti ed emozioni, confrontandosi con altre perso-

ne che stanno vivendo la stessa situazione. I primi gruppi sono partiti nel 2021.

Durante il lockdown

Il percorso non si è interrotto con la pandemia ma è proseguito anche durante la sospensione degli incontri in presenza, tenendo le fila con le persone iscritte attraverso telefonate dirette e tramite il sito. L’obiettivo è stato duplice: da un lato si è voluto mantenere un collegamento (in un momento così particolare) con i partecipanti, che avevano appena iniziato il percorso e manifestato grande interesse e motivazione alla partecipazione agli incontri e alla possibilità di confronto; in alcuni casi attraverso i contatti con le persone iscritte è stata fatta la proposta di colloqui di supporto psicologico, mentre in altri le persone venivano orientate rispetto alle iniziate messe in campo per far fronte all’emergenze come ad esempio “resta a casa, passo io”. Dall’altro lato si è consentito ai partecipanti di utilizzare al meglio gli strumenti messi a disposizione (sito, lezioni on-line), data l’impossibilità di garantire formazione in presenza e un approccio di supporto graduale.

Gradimento

I corsi sono molto apprezzati, (dai questionari somministrati emerge una soddisfazione di 8,8 su 10 valutata su una scala Likert da 1 a 10), è buono il numero di adesioni alla formazione e la costanza nella frequenza, discreto l’utilizzo dei moduli on line. Secondo i caregiver l’organizzazione dei corsi è più che buona ed emerge sempre un buon grado di coe-

Sanità digitale e Intelligenza Artificiale: la scommessa del Trentino

È stato presentato a fine aprile il progetto “Sanità digitale e Intelligenza Artificiale – strumenti per avvicinare il Servizio sanitario ai cittadini e per lo sviluppo del sistema provinciale”. L’obiettivo dell’iniziativa, finanziata lo scorso dicembre dalla Giunta provinciale con circa 817 mila euro e portata avanti da Provincia, Azienda provinciale per i Servizi Sanitari, Fondazione Bruno Kessler e TrentinoSalute4.0, è duplice: convalidare nuove modalità con cui si organizza la sanità per offrire agli assistiti servizi innovativi e contribuire all’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche anche grazie a strumenti di intelligenza artificiale a supporto degli operatori sanitari nella pratica clinica. Gli ambiti di sperimentazione specialistica coinvolti sono diversi: si spazia dalla cura e monitoraggio da remoto di pazienti cardiopatici cronici, allo screening per la diagnosi precoce delle problematiche dell’occhio nel contesto dell’oculistica, da diabetologia e pediatria,

fino alla prevenzione, per favorire l’adozione di corretti stili di vita, e il benessere fisico e psicologico delle donne in gravidanza e delle loro famiglie. ««Le nuove tecnologie e il digitale rappresentano delle leve di fondamentale importanza per dare slancio ad un sistema sanitario che, il Covid ce lo ha ricordato, ha bisogno di evolversi e dotarsi di nuovi modelli organizzativi e di professionalità che accolgano l’innovazione - commenta l’assessore Stefania Segnana -. Sicuramente la telemedicina e l’intelligenza artificiale possono trovare applicazione ed essere di grandissimo aiuto sia nelle attività cliniche, penso ad esempio alle potenzialità nell’assistenza territoriale e nell’erogazione di prestazioni e cure domiciliari, sia in quelle del “governo” e della programmazione, dove una puntuale gestione dei flussi dei dati con le nuove tecnologie può restituire al Servizio Sanitario Provinciale informazioni utili e strategiche per gestire i vari servizi e le risorse in modo efficace ed efficiente»». ««Con questo progetto il Trentino si conferma laboratorio di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative che portano a soluzioni intelligenti per il benessere dei cittadini - afferma l’assessore Achille Spinelli -. L’intelligenza artificiale, quale tecnologia abilitante con applicazioni trasversali ai diversi settori strategici territoriali, consentirà di fare grandi passi in avanti anche nello sviluppo di servizi innova-

renza delle tematiche trattate rispetto alle aspettative individuali. Gli interventi risultano chiari, gestiti bene dal punto di vista delle tempistiche e si rileva uno spazio adeguato per le domande e per l’interazione tra partecipanti. I caregiver esprimono un buon grado di disponibilità ed interesse ad iniziative future. Anche i referenti delle Comunità di Valle e dell’Azienda sanitaria riportano una notevole soddisfazione per le iniziative e ritengono che tra i punti di forza dei percorsi formativi vi sia la possibilità di confronto e interazione con i relatori e le relatrici.

tivi per la salute, garantendo una sempre maggiore efficienza, accuratezza e funzionalità del sistema sanitario provinciale, in raccordo con il mondo della ricerca e dell’innovazione»». Avviato a gennaio di quest’anno, il progetto ha una durata di 24 mesi e si concluderà nel dicembre del 2024. ««Quando si parla di sanità digitale, intelligenza artificiale e strumenti per avvicinare il Servizio sanitario ai cittadini la ricerca ha un ruolo preponderante. Tanto più se è vicina ai medici e alle loro necessità e se coinvolge i cittadini affinché diventino essi stessi innovatori e sperimentatori delle evoluzioni - commenta Andrea Simoni, segretario generale di FBK -. La Fondazione Bruno Kessler da anni si occupa di ricerca su queste tematiche ed è conosciuta in Italia e all’estero per le sue competenze, trovando riconoscimento anche all’interno della programmazione del PNRR nazionale. In FBK abbiamo un centro dedicato, il Digital Health and Wellbeing, che, grazie a TrentinoSalute4.0, è direttamente coinvolto nell’articolazione del progetto. Abbiamo l’occasione per studiare, approfondire e fare ricerca anche su diverse tipologie di intelligenza artificiale (diagnostica, predittiva, e interattiva) e l’opportunità per favorire l’adozione di soluzioni innovative da parte del sistema sanitario provinciale, sul territorio trentino, in aree quali la cardiologia, l’oculistica, la pediatria, la diabetologia, e i primi mille giorni di vita»».

PAGINA DI PUBBLICA UTILITÀ PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

A SEGONZANO, IL NUOVO PARCO GIOCHI ACCESSIBILE IN MEMORIA DI MIRKO TOLLER

È stato inaugurato domenica 7 maggio con una grande festa di comunità il nuovo parco giochi accessibile di Segonzano, in memoria di Mirko Toller. Originario del paese cembrano, Mirko è scomparso nel 2020 a soli sedici anni. Conosciuto in tutta Italia per via di un celebre spot di sensibilizzazione sull’atrofia muscolare spinale – malattia di cui soffriva – con

il comico Checco Zalone, il giovane aveva un grande sogno: studiare da progettista per costruire giochi e giostre accessibili alle persone con disabilità. Fin da subito, la mamma Stella Robert si è attivata per trasformare questo desiderio in realtà. E un primo importante segnale è arrivato dal comune di Segonzano che – non potendo aprire un luna park in paese – ha

deciso di dedicare il nuovo parco cittadino a Mirko, corredato con un paio di giochi accessibili anche ai bambini in carrozzina e con delle tavole da picnic attrezzate con appositi spazi vuoti per inserirvi la carrozzina e con sedute quindi facilmente fruibili anche da persone con una mobilità ridotta. Su ciascuna, è incisa una frase motivazionale cara al giovane. Il sindaco

ANCHE LE PERSONE CON DISABILITÀ HANNO DIRITTO AL DIVERTIMENTO!

Pierangelo Villaci spiega: «Mirko era un ragazzino carismatico, simpatico e comunicativo. Il giorno del funerale, ricordo che in cielo sono spuntati non uno ma ben due arcobaleni. Mi piace pensare che lui sia proprio lassù in mezzo, intento a osservarci con quella allegria e senso dell’ironia che lo caratterizzavano. Era sempre felice, impegnato a portare avanti gli obiettivi che si prefiggeva. Penso che la pienezza con cui ha vissuto una vita certamente non facile sia un esempio per tutti noi suoi concittadini». Ma il parco accessibile è solo il primo passo. Il sindaco, infatti, vorrebbe dar vita a un giardino – vivaio dove predisporre un percorso sensoriale basato su tatto e olfatto per non vedenti. E noi non possiamo che augurarci di tutto cuore che trovi il giusto supporto per questa nobile e originale iniziativa!

Le escape room accessibili come occasioni inclusive per mettersi in gioco.

Nel corrente numero di Prodigio, che accosta le espressioni “inclusione” e “scendere in campo”, non poteva mancare una riflessione attorno a quella che è la percezione della ludicità in relazione alla disabilità. In questo contesto, il concetto di divertimento viene spesso, infatti, declassato a mero optional, non considerato un vero e proprio diritto per chi è chiamato a lottare quotidianamente per la propria autonomia. Alcune settimane fa mi trovavo a Milano, dove ho avuto l’occasione di prendere parte a una escape room. Per chi non lo sapesse, quest’ultima è un gioco di logica che ha preso piede in tempi recenti, dove i partecipanti sono chiusi in una stanza a tema da cui devono uscire entro un tempo prestabilito, solitamente pari a

sessanta minuti. Per trovare la via di fuga, il gruppetto è chiamato a risolvere una serie di enigmi e indovinelli, di difficoltà variabile: è essenziale la collaborazione fra i partecipanti, ognuno costituisce un tassello prezioso per il completamento del gioco, tant’è che le escape room vengono spesso proposte in contesti aziendali per rafforzare il team working fra colleghi. L’esperienza si è rivelata stimolante e divertente ma… inaccessibile! Gradini per accedere alla stanza e, al suo interno, barriere che, pur facendo parte della spettacolare e curata scenografia, avrebbero impedito ad un disabile motorio di partecipare attivamente al gioco. Tutti ostacoli che, con qualche accorgimento progettuale o un po’ di inventiva, avrebbero potuto

essere rimossi agevolmente. Facendo alcune ricerche online, ci si rende presto conto che sono davvero poche le realtà simili attente alle esigenze dei disabili, anzi, si fa strada l’impressione che tutto ciò che attiene alla sfera ludica rivesta un ruolo di secondo piano in tema di accessibilità, quasi fosse un mero orpello. L’aspetto sanitario, così come la possibilità di accedere a servizi essenziali senza ostacoli, sono profili di estrema importanza ma spesso ci si sofferma esclusivamente su questi. Come se la possibilità di un’uscita con gli amici o altri momenti di svago non costituissero tasselli di vita altrettanto importanti… Eppure, la vera inclusione è anche questo. Si potrebbe parlare – con un’espressione un po’ semplicistica – di un “diritto al

divertimento”, ma che in realtà cela molto di più: risponde alla naturale esigenza di “staccare un po’ la spina”, concedersi attimi di spensieratezza, respirare. Il gioco, nel caso di specie, diventa un’occasione per mettersi alla prova, affidandosi agli altri ma costituendo altresì una risorsa essenziale nel raggiungimento del risultato, perché ognuno ha delle capacità che lo rendono unico. La punta di amarezza viene attenuata da realtà che manifestano la loro sensibilità al tema: ne è un esempio la Lombardia che, attualmente, ospita alcune escape room completamente accessibili. Eccezione che, in un mondo realmente inclusivo, dovrebbe diventare la semplice regola anziché uno sforzo di adeguamento progettuale.

L’1 e il 2 luglio prossimo, vi aspettiamo a Sant’Anna di Sopramonte (Tn) per una due giorni all’insegna di circo, natura e arti performative con la direzione artistica di Miriana Nardelli. Domenica 2, dalle 16 alle 16.45, ci sarà anche un talk con gli amici di PRODIGIO: Giacomo Carbonara, poeta, Camilla Ravaioli, danzatrice ed Elisa Zendri, atleta plurimedagliata (mdc)

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 8 Giugno 2023 - n.3
ACCESSIBILITÀ
a cura di Martina Dei Cas
■ HappylandMirko, il parco di Segonzano dedicato a Mirko Toller
@ilsognodimirko
a cura di Francesca Bortolin
ilsognodimirko03@gmail.com

Trento, un nuovo alloggio comunale per i pazienti della Protonterapia

Il 2 maggio, la Giunta comunale ha approvato l’assegnazione di un alloggio di proprietà comunale, in via Muredei 33, all’Associazione 27 giugno Onlus, che fornisce servizi di assistenza alle famiglie dei pazienti in cura al Centro di Protonterapia di Trento. Come noto, si tratta di una struttura altamente specialistica che cura i tumori avvalendosi di una tecnologia innovativa in grado di minimizzare gli effetti collaterali delle terapie. Anche per questo motivo, la protonterapia è molto indicata per i pazienti in età pediatrica, che arrivano a Trento da tutta Italia e non sempre riescono a trovare una sistemazione temporanea adeguata ed economicamente sostenibile. Fondata nel 2016, l’Associazione 27 giugno opera in diversi campi. Il progetto più importante è sicuramente l’accoglienza alle famiglie dei pazienti in cura al Centro di Protonterapia. Dal 27 marzo 2018, data in cui l’associazione si è accreditata presso l’Azienda sanitaria, ha ospitato più di 100 famiglie (quasi tutte con bambini). Attualmente sono 5 gli appartamenti gestiti dall’associazione: 3 di Itea, 1 di Itas e 1 del Comune, a cui si aggiunge oggi l’ultimo assegnato dalla Giunta. Entrambi gli appartamenti comunali sono in via Muredei. La concessione, valida per 9 anni, è stata disposta dalla Giunta visto l’aumento delle richieste di accoglienza da parte delle famiglie dei malati oncologici.

Padova. Assegnato al Comune di Trento il Premio Gattamelata per il volontariato e la solidarietà

È il Comune di Trento il vincitore del Premio Gattamelata nella categoria istituzioni. Il riconoscimento è stato conferito dal Centro servizio volontariato di Padova e Rovigo per la nomina della città a Capitale europea del volontariato 2024 e per l’impegno rivolto al mondo dell’associazionismo locale, ««prezioso patrimonio per tutto il terzo settore nazionale»». La cerimonia si è svolta il 5 maggio a Palazzo Moroni a Padova alla presenza dell’assessora alle politiche sociali, familiari ed abitative Chiara Maule e della dirigente del servizio Welfare e coesione sociale Sabrina Redolfi. Giunto alla sua 17ª edizione, il Premio Gattamelata promuove la cultura e la solidarietà a livello nazionale offrendo a persone, associazioni, imprese e istituzioni di tutta Italia un’opera in edizione limitata realizzata da artisti locali a partire dalla rielaborazione dell’omonima statua di Donatello, simbolo della città.

Si è svolto l’8 maggio nelle sale Circoscrizionali di Villa Mersi a Villazzano il workshop condotto da George Thomson, presidente del Centro europeo del volontariato che ne coordina l’esecuzione in dieci città europee. L’esperienza prevede la realizzazione di 150 ritratti fotografici e video-interviste a volontari di tutta Europa per la realizzazione di una mostra-evento di portata europea. Per l’occasione, sono stati coinvolti 17 volontari tra donne, uomini giovani e anziani provenienti da vari quartieri della città e appartenenti a diverse realtà di volontariato del territorio.L’incontro è stato preceduto da un pranzo realizzato in collaborazione con i volontari del territorio presso il centro sportivo Don Onorio Spada di Villazzano, al quale sono intervenute l’assessora al welfare Chiara Maule, la dirigente del servizio Welfare e coesione sociale Sabrina Redolfi e la coordinatrice dell’equipe educativa dell’ufficio Gestione e promozione sociale Mariantonia Bellini. L’evento è stato organizzato in stretta sinergia con il Centro Servizi volontariato e con la collaborazione della Circoscrizione di Villazzano e soprattutto grazie all’impegno del Circolo Anziani La Barchessa, dell’Associazione nazionale alpini - sezione di Villazzano, dell’Associazione volontari italiani del sangue di Villazzano e delle associazioni Tre Fontane e Baobab.

Sportello affetti speciali

Lo Sportello affetti speciali, attivo dal 1996, è organizzato dal servizio Welfare e coesione sociale per supportare le figure genitoriali che per svariate ragioni sono prive di una rete familiare o amicale. I volontari potranno offrire alla famiglia vicinanza affettiva, opportunità di confronto educativo e un aiuto per svolgere in modo responsabile gli impegni quotidiani di cura dei figli. Negli ultimi quattro anni, sono stati accolti una media di 35 bambini l’anno da altrettanti volontari, sia singoli che in famiglia. Nello specifico, nel 2019 sono stati accolti 37 minorenni e sostenuti 28 nuclei familiari da 37 famiglie o volontari singoli. Nel 2020, pur con le restrizioni dovute alla pandemia, i minorenni sono stati 34 e i nuclei 24, mentre i volontari 27. Nel 2021 si registra un nuovo aumento, con 37 minorenni accolti, 27 nuclei supportati e 31 volontari tra singoli e famiglie. Infine, l’anno scorso sono stati accolti 33 minorenni e 24 nuclei familiari da 28 volontari, considerando anche in questo caso sia i singoli che le famiglie. All’iniziativa possono aderire famiglie o singoli, purché maggiorenni, e offrire il loro contributo con una presenza che varia a seconda della disponibilità di tempo e delle esigenze di supporto delle famiglie. Per questi progetti di aiuto è prevista una copertura assicurativa e un eventuale contributo spese a favore del volontario accogliente. Per tutto il mese di maggio, ogni giovedì pomeriggio, si è svolto a Gardolo uno specifico percorso gratuito dedicato allo Sportello affetti speciali. Info: 0461.884535 – accoglienza.familiare@comune.trento.it

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Per Trento Capitale europea e italiana del volontariato, una mostra evento che coinvolgerà 10 città europee e 150 persone

PREMIO MELCHIONNA:

233 volte grazie ai partecipanti della settima edizione!

Trento e Comune di Trento e con il supporto di: Circoscrizione Oltrefersina-Mattarello, Casse Rurali Trentine, Giacca Costruzioni Elettriche e signor Giuseppe Degasperi.

C’erano più di cento persone sabato 20 maggio al Polo Vigilianum di Trento per la premiazione della settima edizione del Premio Melchionna, il concorso letterario e fotografico bandito da noi di PRODIGIO odv in memoria del fondatore della nostra associazione Giuseppe Melchionna. Rimasto tetraplegico nel 1979, appena diplomato, a causa di un incidente stradale, Pino si è speso tutta la vita per scardinare le barriere architettoniche e culturali sulla disabilità in Trentino. Fondatore della cooperativa La Ruota per il trasporto delle persone con difficoltà motorie, fu promotore dello sviluppo dell’edilizia abitativa domotica, attivista nelle scuole per la prevenzione dei rischi alcol-correlati

LA CLASSIFICA

SEZ. POESIA

1. “I spins tourna a florì” di Antonietta Crepaz

2. “A lentizza ru tiempo” di Giuseppe Salvatore

3. “Il tempo del sorriso” di Raimondo Ardolino

e nel 1999 fondò il bimestrale su cui stiamo scrivendo ora per dare voce a chi non ne aveva. Dal 2016 – anno della sua scomparsa, ad oggi – hanno partecipato al concorso letterario e fotografico in sua memoria oltre mille persone e numerosi gruppi classe provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Solo quest’anno sono arrivati 233 racconti, poesie e fotografie di autori e autrici provenienti dalla zona del Triveneto, ma anche dalle altre regioni italiane e addirittura dalla Germania e dal Canada.

In un mondo sempre di corsa, quest’anno Luciana Bertoldi ed io abbiamo chiesto ai partecipanti al Premio di fermarsi a riflettere sul tempo. Inoltre, abbiamo istituito una

Menzione speciale “Il tempo della pace”: “Era primavera, Ukraina 2022” di Lilla Omobono

Finalisti: Ivano Chistè, Elisa Malvoni, Monica Schiaffini, Darius Trifan, Luciano Trentini, Bruno Centomo, Renata Pieroni, Tiziana Monari, Gladia Bertoldi, Bernardina Anibaldi, Ornella Olfi

Menzione “Cittadini per la pace”: Nicola De Dominicis, Claudio Lugi, Valentina D’Ottavio, Sara Ferraglia, Erica Bellotti, Rachele Bellotti, Germana Pederiva, Michelangelo La Rocca, Moreno Benassuti, Alessio Romanini.

SEZ. RACCONTO

1. “Nozze d’oro” di Stefano Ricci

2. “Il sentiero della pace: una scelta” di Mariangela Andreozzi

3. “Il ritmo alienante” di Alice Zuliani e “Domenica” di Renata di Sano

Finalisti: Francesco Brusò, Maurizio Asquini, Amina Salah Chebel, Luca Bettega, Mirko Pergher, Rodolfo Andrei, Stefano Pernat, Silvana Valente, Giuliana Niccolini, Alessandro Zecchin

Menzione “E’ tempo di riscattarsi”: Sara Soini

Menzione “L’essenziale è invisibile agli occhi”: Davide Bonomo

SEZ. FOTOGRAFIA

1. “Armonia” di Florindo Rilli

2. “C’è un tempo per pescare con calma” di Iolanda Albrizio

3. “Ominia Tempus Habet” di Maurizio Anfossi

Finalisti: Linda Alfano Raddavi, Giorgio Nuzzo, Massimo Alfano, Samuele Maranelli, Florio

Badocchi, Biagio Fortini, Carlo Rondinone, Lorenzo Scacchia, Alessandra Fornelli, Antonella Spina

Menzione “Cittadini per la pace”: Stefano Gaiga, Natascia Contino, Luca Ponti

SEZ. MINORI E SCUOLE

Vincitrice Premio “Talento Under 18”: “La quercia” di Valeria Cusinato

Classe vincitrice Premio “SSPG”: “Il tempo: un breve racconto” di 2E, IC Isera – Rovereto

Classe vincitrice Premio “Scuole superiori”: “Un fiocco di pace” di 2E Acconciatura, CFP Opera

Armida Barelli

Menzione speciale “Under 30”: Un abbraccio a caramella di 2B Estetica Opera Armida Barelli

Finalisti: 2D Acconciatura, 2 TOSS, 2A Estetica, 2C Acconciatura Opera A.B.; Andrea Baroni e Antonio Filippo Carbone Palella,; Cl. 2B IC Rovereto Nord; cl. 2E IC Isera-Rovereto; Eleonora Gianotti e Sarah Tamanini; Verdiana Vaccaro e Viola Facoetti; Niccolò Toldo; Giorgia Giovanazzi; Lisa Pasquali; Cristian Di Cecco; Enea Bancaro; Gaia Begher; Zaccaria Andrea Gaiardelli; Kevin Mattei; Michelle Pinocchi; Erika Plamadeala; Gianluca Baldo; Gaia Bettega; Camilla Droghini; Lucrezia Anna Gaiardelli; Alessia Bresciani; Federico Mistretta

nuova categoria di concorso, ispirata al tema della pace e il riscontro è stato altissimo. Ogni racconto, poesia e fotografia ci ha mostrato una diversa sfaccettatura dell’impegno civile, restituendoci il ritratto di una società coesa, aperta al dialogo e rispettosa dei diritti delle persone, della natura, degli spazi e delle cose. Una società, questa, che Pino ha sempre lottato per costruire, portando instancabilmente la sua testimonianza nelle scuole. A questo proposito, ci ha fatto piacere leggere i componimenti delle classi, dei gruppi di ragazzi che si sono incontrati nel doposcuola per confezionare la loro opera, dei giovani che hanno aderito spontaneamente al concorso senza che gli venisse assegnato come compito e degli studenti adulti che hanno partecipato dall’Istituto Aterno-Manthonè Pescara, del ruolo centrale dell’istruzione per abbattere gli stereotipi e costruire una comunità più attenta.

A vagliare gli elaborati una meticolosa e paziente giuria composta dal direttore di Vita Trentina Diego Andreatta, dalla poetessa Nadia Martinelli, dal giornalista e cantautore Federico Oselini e dal professore di lettere Paolo Tavonatti. Alle opere più meritevoli sono andati buoni acquisto libri. I primi dieci classificati di ogni sezione sono stati premiati con l’inserimento della propria opera in un’antologia cartacea e con una stampa del vignettista Maurizio Menestrina, educatore Anffas ideatore del “pesce grazie”. Come ogni anno le opere dei poeti, fotografi e scrittori normodotati si sono mischiate e intrecciate a quelle arrivate dai laboratori sociali come Anffas Trento, Laboratorio sociale Pozza di Fassa e CS4 di Pergine Valsugana.

Il concorso è stato realizzato con il patrocinio di Regione Trentino Alto-Adige, Provincia autonoma di

Ad aggiudicarsi il primo premio della sezione “poesia” con l’opera “I spins tourna a florì” (Le spine tornano a fiorire) in vernacolo ladino-fodom è stata Antonietta Crepaz di Livinallongo del Col di Lana, in provincia di Belluno. Primo premio nell’ambito racconto a Stefano Ricci, di Trento con le sue “Nozze d’oro”, la storia di un matrimonio che resiste al tempo e alla malattia. Nella categoria fotografia premiato Florindo Rilli di Pesaro Urbino con la sua “Armonia”. Tra i giovanissimi premiati invece la classe 2E dell’Istituto comprensivo Isera-Rovereto con un racconto che parla di come il confronto intergenerazionale tra nonni e nipoti sia una preziosa lezione di vita. Nell’ambito delle scuole superiori le vincitrici sono state le future acconciatrici della 2E del CFP Opera Armida Barelli di Rovereto, che hanno spiegato come la pace tra Paesi non possa esistere se prima non impariamo a farla tra individui. Premiata con la menzione speciale “Under 30” un’altra classe dell’Opera Armida Barelli, la classe 2B Estetica con il racconto “Un abbraccio a caramella”. Al dramma degli sfollati a causa dei conflitti guarda invece la vincitrice della categoria “Talento Under 18”, la vicentina Valeria Cusinato. Tantissime le opere che hanno concorso nell’ambito della sezione “Il tempo della pace”: la menzione speciale è andata alla poetessa italo-canadese Lilla Omobono, con i suoi versi sull’Ucraina.

■ La copertina dell’antologia della settima edizione del Premio, con le opere di vincitori, finalisti e menzionati

LA PARTECIPAZIONE DELLE SCUOLE

Si ringraziano le insegnanti: Ilaria Paoli e Silvia Ciech dell’Istituto Comprensivo Isera – Rovereto; Cristina Miorandi dell’I.C. Rovereto Nord – SSPG Negrelli; Marika Toninelli e Milena Boller dell’I.C. Aldeno Mattarello; Nives Manni del CFP Opera Armida Barelli e Mariadaniela Sfarra dell’ITCG Aterno-Manthonè di Pescara per aver coinvolto le loro classi e studenti nella nostra iniziativa.

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 10 Giugno 2023 - n.3
a cura di Martina Dei Cas
■ Vincitori e finalisti della settima edizione del Premio Melchionna ■ La giuria e i volontari di PRODIGIO
CULTURA

L’INCLUSIONE PASSA ATTRAVERSO LA DIVERSITÀ

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non si è sentito diverso dagli altri pensando di essere sbagliato. Questa sensazione può suscitare emozioni negative verso sé stessi fino a sentirsi in difetto rispetto agli altri.

Perché essere diverso dovrebbe essere sbagliato? Il problema nasce quando la persona non rispecchia dei canoni imposti dalla società, facendo sentire l’individuo anormale. Cosa significa essere diverso? Tale termine deriva dal latino “divèrsus”, ovvero “voltato in altra parte”, “allontanarsi”. La per-

sona considerata diversa subisce atteggiamenti di esclusione da parte degli altri, che, al contrario, rispecchiano una rappresentazione standardizzata. Succede a volte che per sentirsi inclusa la persona “diversa” cerchi in tutti i modi di conformarsi alla norma imitando i comportamenti “normali” dei coetanei. In questo modo però si rischia di perdere la propria unicità, che è ciò che caratterizza ogni essere umano guidandolo verso la sua identità. La verità è che non esiste il “normale” o il “diverso”, esistono persone con proprie caratteristiche e valori. Immaginiamoci di compiere le stesse azioni, di avere lo stesso stato d’animo e di avere gli stessi pensieri. Come possiamo confrontarci in modo costruttivo tra persone identiche? È la diversità che arricchisce l’essere umano, aprendogli la mente grazie alla nascita di diversi punti di vista e di nuove idee. Andiamo oltre l’apparenza, non guardiamo gli altri attraverso il filtro delle etichette imposte dalla società, piuttosto guardiamoli come persone uniche, non escludiamoli perché li consideriamo particolari, è in quella particolarità che si nasconde

il loro vero essere. Mi rivolgo a voi, che vi considerate sbagliati, non vedetevi tali, è questa “diversità” che vi arricchisce, che vi rende chi siete. Non imitate gli altri, rischiate di perdere voi stessi, di perdere la vostra identità. Circondatevi di persone che vi accettano per come siete, che vi includono nonostante la vostra diversità.

KNM-ER1808 (LE OSSA DELLA COMPASSIONE)

PARTE PRIMA

Dal mare. Sentivo persone sospirare. Non ti fidare. Del diavolo, non ti fidare. Se ti dice ti amo.

Tu fallo andare. Come un tramonto all’orizzonte. Che collega come un ponte.

Tu rimani.

Vai nelle praterie a pescare. Ma nel pozzo della mia anima.

Tu rimani.

Perché tu peschi con le mani. Ho preso in braccio un neonato non mio.

Mi succede quando le chiavi, le prende in mano Dio. Ossa le tue, intinse di commozione.

Ossa bagnate dalla compassione.

Tu sei una donna, non un animale.

Ti sei alzata in piedi, per poi crollare.

Mi è capitato tante volte, di trovarmi riparato da una scala. Protetto da una tempesta che infuriava.

Ma lei ritorna. Ritorna sempre.

Le tracce sono nella terra. Come le tracce, della fusione di una stella.

Ci dicono tanto queste ossa massacrate.

Di quando l’umanità nacque. E la mela cadde.

GUARDARE OLTRE. UNA BREVE RIFLESSIONE SULLA DISLESSIA

In questo breve articolo sulla dislessia, vorrei far riflettere sul fatto che la diversità, non debba essere vista come un ostacolo, ma invece come uno stimolo per guardare il mondo da punti di vista diversi.

Cos’è la dislessia?

Nella maggior parte dei casi, la dislessia si presenta in età scolare e si manifesta attraverso quelle difficoltà legate all'apprendimento, alla distinzione dei caratteri, nella difficoltà legate alla scrittura e nel capire e comprendere il significato delle letture. Erroneamente, ancora troppe volte, viene confusa con la semplice “svogliatezza”. Ma tutti coloro che si occupano di dislessia sanno che non è così, poiché la voglia di fare non manca. È importante rilevare come questo disturbo sia più diffuso dove la pronuncia è diversa dalla parola scritta, come per esempio nei paesi anglofoni. La matematica è un’altra materia in cui una persona dislessica di solito incontra maggiori difficoltà. Diversi studi hanno confermato che la causa principale dell'insorgenza della dislessia è genetica, ma essa può derivare anche da traumi celebrali. Entrando nel dettaglio, vi sono delle variazioni genetiche che interessano i cromosomi 6, 15 e 3. Le strategie per superare gli ostacoli

Dalla dislessia “non si guarisce”, ma negli anni sono state messe a punto diverse strategie per accompagnare la persona che soffre di questo disturbo nel superamento degli ostacoli. Una persona con Dislessia, quindi, durante il percorso scolastico dovrà iniziare un percorso con un logopedista che possa accompagnarlo con l'obiettivo di affrontare le varie problematiche come la difficoltà nell'apprendimento, la pronuncia delle parole e la carenza di attenzione. Ma la chiave per i bambini è senza dubbio il gioco, per imparare divertendosi, ad abbinare le parole e per pronunciarle correttamente. La difficoltà

del mondo

In questo caso, come in molti altri, ci si trova davanti ad una sorta di fatica da parte di questo mondo a rallentare e ad aspettare chi rimane indietro. Eppure, la natura ci ha sempre abituato a dei ritmi lenti. Perciò forse, proprio come stiamo scoprendo l’importanza del concetto di sostenibilità ambientale, dovremmo costruire percorsi di sostenibilità sociale, per non lasciare nessuno indietro.

pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | associazione@prodigio.it 11 Giugno 2023 - n.3
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