Progetto Repubblica Ceca (Luglio, Agosto /July, August) 2017

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Luglio – Agosto / July – August 2017

Most, dove il centro storico è un prato Most, where the old town is grassland

Elezioni 2017: dove osano le cicogne 2017 Elections: where storks dare

La Repubblica degli shopping center The Republic of shopping centers



Services

Industrial goods

Industrial gases

Healthcare

Engineering

SIAD Group Founded in Bergamo in 1927, the SIAD Group is one of the main operators in the industrial gases sector and it’s also present in the area of engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales ofďƒžces in twelve different Central and Eastern European Countries. In the Czech Republic it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established a production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units for the production of industrial gases in the entire nation. For further information: www.siad.cz

SIAD Group. Industrial gases, Engineering, Healthcare, Industrial goods and Services.

www.siad.com


sommario

pag. 6 Editoriale Editorial

attualità current affairs

pag. 8

Lotta all’ultimo colpo tra Praga e Ue sulle armi Prague-EU: all-out prizefight over firearm ownership legislation politica politics

pag. 12

Elezioni 2017: dove osano le cicogne 2017 Elections: where storks dare

economia economics

pag. 18

Il governo Sobotka e la dubbia paternità della ripresa economica The Sobotka government and the ambiguous source of the economic recovery

pag. 23 Scadenze fiscali Tax deadlines

pag. 24

Most, dove il centro storico è un prato Most, where the old town is grassland

Gruppo

@PROGETTORC

PROGETTO REPUBBLICA CECA

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Editore/Publishing House: EBS consulting s.r.o. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 Tel. +420 224941041 www.progetto.cz redakce@progetto.cz

Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Vojtěch Holan, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai

Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Giuseppe Picheca, Lawrence Formisano, Sabrina Salomoni, Mauro Ruggiero, Edoardo Malvenuti, Jan Kolb, Alessandro Canevari, Jakub Horňáček


Luglio – Agosto / July – August 2017

Il mese de La Pagina

pag. 32 Appuntamenti Events

pag. 34

La Repubblica degli shopping center The Republic of shopping centers cultura / culture

pag. 40

pag. 48

Cecoslovacchia, culla della fantascienza Czechoslovakia, cradle of science fiction

pag. 54

Il neo-futurismo di Jan Kaplický The neo-futurism of Jan Kaplický

pag. 62

Anniversari cechi Czech Anniversaries

summary

pag. 30

pag. 64 Novità editoriali New Publications

Opere italiane alla Národní Galerie di Praga Italian Artworks at Národní Galerie in Prague

pag. 66

Inserzioni pubblicitarie Advertisements Progetto RC s.r.o. redakce@progetto.cz

Progetto grafico Graphic design Angelo Colella Associati

Camera con vista a Praga, con carta e penna A room with view in Prague, with a pen and paper

DTP / DTP Osaro

Stampa / Print Vandruck s.r.o. Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2017 EBS consulting s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8487

Chiuso in tipografia Printing End-Line 25.8.2017 Foto di copertina / Cover Photograph Elezioni 2017 / 2017 Elections

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editoriale

Cari lettori,

le prossime elezioni, in programma in Repubblica Ceca il 20 e il 21 ottobre, ruoteranno attorno alla figura di Andrej Babiš. Gli aspetti discutibili che i critici rinfacciano al miliardario, ad iniziare dalla sua posizione di conflitto di interessi, sembrano influire ben poco sulla sua popolarità. Così Babiš – leader del movimento “dei cittadini scontenti”, Akce nespokojených občanů, da cui l’acronimo Ano – arriva a questo appuntamento nel ruolo di grande favorito, con notevoli chance di diventare il nuovo premier della Repubblica Ceca. Sarà interessante vedere come andrà a finire. Strettamente legato alle prossime elezioni è anche il tema della paternità della ripresa economica ceca. Čssd, Ano e Kdu-Čsl, vale a dire i tre partiti che – pur con una convivenza difficile – hanno formato negli ultimi quattro anni la coalizione di governo, se ne attribuiscono gran parte dei meriti. Una serie di osservatori e rappresentanti del mondo imprenditoriale rimarcano invece come il governo, in questo periodo di ripresa, abbia dormito sugli allori, mancando l’occasione di

Dear readers,

the upcoming elections in Czech Republic, scheduled on October 20th and 21st will turn around the public figure of Andrej Babiš. The questionable aspects brought to light by the critics, starting with conflict of interest the billionaire finds himself in, seem to have little effect on his popularity. Thus Babiš – leader of the “dissatisfied citizens” movement, Akce nespokojených občanů, from which the acronym ANO – steps into this race as the big favorite, with high chances of becoming the new Prime Minister of the Czech Republic. It will be interesting to see the outcome. The origin of Czech economic recovery is also closely connected to the upcoming elections. Čssd, ANO and Kdu-Čsl,

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attuare le riforme strutturali di cui l’economia ha bisogno. Che il paese stia attraversando una imponente fase di ripresa, è comunque sotto gli occhi di tutti. Lo dimostra anche – argomento al quale dedichiamo un approfondimento – l’incremento dei consumi e la diffusione record di centri e parchi commerciali, tanto che la Repubblica Ceca è oggi fra le prime in Europa per densità di superfici di vendita degli shopping center. Cambiando pagina, continua in questo numero il nostro viaggio alla sco-

perta delle località della Repubblica Ceca meno suggerite dalle guide turistiche, ma non meno importanti per conoscere questo Paese. Questa volta il nostro reportage è da Most, la città del carbone, distrutta e ricostruita durante gli anni del regime, coi suoi prati e i suoi palazzoni prefabbricati alle pendici dei Monti metalliferi. Con la convinzione che anche gli altri articoli di questo numero possano essere di vostro interesse, vi lasciamo alle prossime pagine augurandovi buona lettura.

namely the three parties that have formed – despite their difficult coexistence – the governing coalition over the last four years, take full credit for it. However, certain observers and representatives of the business environment underline that, during this period of recovery, the government has slept on laurels, missing the opportunity to implement the structural reforms that the economy needs. It is clearly notable for everyone that the country undergoes an impressive recovery period. This is proven by a topic that we analyzed more thoroughly, namely the increase in consumption and the record development of shopping malls and business parks, positioning nowadays Czech Republic

among the first countries in Europe regarding the density of retail areas in shopping centers. Turning the page, in this issue we continue our journey in discovering the cities of Czech Republic that are less highlighted by touristic guides, but not less important for knowing the country. This time around, our report is about Most, the city of coal, destroyed and reconstructed during the regime years, with its meadows and its prefabricated buildings that lay at the foothills of the Ore Mountains. With the belief that you will find the other articles of this issue just as interesting, we invite you to discover the following pages wishing you a pleasant reading.

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LOTTA ALL’ULTIMO COLPO TRA PRAGA E UE SULLE ARMI

La Repubblica Ceca fa ricorso alla Corte europea contro la direttiva restrittiva e lancia la riforma costituzionale di Daniela Mogavero by Daniela Mogavero

Czech Republic has appealed to the European Court of Justice against the restrictive directive and launches a constitutional reform

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Il tema della sicurezza dei cittadini, dei sempre più frequenti attacchi terroristici e della necessità di difendere la popolazione, è al centro del dibattito internazionale e come tale anche del dibattito in Repubblica Ceca, soprattutto ora che si avvicinano le elezioni politiche di ottobre. Un tema, sposato da molti partiti in Europa con toni populistici, che potrebbe diventare un cavallo di battaglia anche della prossima campagna elettorale ceca, nonostante nel Paese non siano stati registrati attacchi di questo genere e il livello di allerta non sia stato innalzato recentemente. Anche il temuto arrivo di migranti (a causa delle tanto contestate quote volute da Bruxelles) non ha di fatto modificato il grado di sicurezza stabilito da Praga su possibili attacchi. Ma in questo caso, la possibilità di difendersi, di affrontare la paura e la The citizens’ security, the increasingly frequent terrorist attacks and the need to defend the population are the main highlights in international debates and therefore in Czech Republic as well, especially now that the October political elections are approaching. Many populist parties in Europe committed to topics above that could become the leading light in the upcoming Czech election campaign, even though no such attacks have been reported in the country and the alert levels have not been raised recently. Not even the dreaded arrival of migrants (because of the highly controversial quotas requested by Brussels) has modified de facto the degree of security established by Prague on possible attacks. In this case, the ability to defend oneself, to face the fear and the freedom to own a weapon – a right taken for

libertà di avere un’arma, diritto largamente dato per scontato in Repubblica Ceca, è al centro della querelle Praga-Ue. Il dibattito è scaturito dalla riforma della Costituzione, éapprovata dalla Camera bassa del Parlamento ceco, che consente ai cittadini di difendersi

con le armi in caso di attacco terroristico. Un testo fortemente voluto dal ministro dell’Interno Milan Chovanec, socialdemocratico, che si scontra con la legge europea che limita il possesso di armi – e contro cui Praga ha già fatto causa in sede di giustizia Ue per arginare le restrizioni imposte da Bru-

granted in Czech Republic – is the core of Prague-EU quarrel. The debate arose from constitutional reform, approved by the Lower House of the Czech Parliament, which allows citizens to defend themselves with weapons in the

event of a terrorist attack. This legislation is highly supported by the Social Democrat Interior Minister, Milan Chovanec, who is confronting the European law that limits the possession of weapons. Prague has already appealed against it in

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attualità current affairs

PRAGUE-EU: ALL-OUT PRIZEFIGHT OVER FIREARM OWNERSHIP LEGISLATION xelles, ma che non è detto raggiunga il suo fine. Ma andiamo con ordine. Dopo il via libera Ue alla direttiva sulle armi, Chovanec aveva annunciato l’intenzione di proporre la modifica alla Costituzione a causa dei recenti “attacchi terroristici in Europa e nel resto

the European Court of Justice in order to stem the restrictions imposed by Brussels. However, it is not granted that the initiative would reach an outcome. Let us see the unfolding of events. Following the EU’s green light on the Fire-

del mondo che hanno aumentato le preoccupazioni sulla sicurezza nella popolazione”. Secondo le informazioni disponibili circa 300.000 cittadini cechi, su un totale di 10,5 milioni, possiedono una licenza per il porto d’armi e hanno una o più armi, dato che sono state registrate

arms Directive, Chovanec announced his intention to propose an amendment to the Constitution because “the recent terrorist attacks in Europe and in the rest of the world have increased citizens’ concerns on safety”.

oltre 800.000 pistole, anche semi-automatiche nel Paese, mentre nel 2005 erano poco più di 600 mila. Secondo il ministro degli Interni “sempre più cechi stanno prendendo il porto d’armi e la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi”, senza una mancanza di regolamentazione. I poligoni di tiro segnalano che i clienti sono triplicati rispetto a pochi anni fa. Mentre in passato si compravano le armi generalmente per usi sportivi o per la passione della caccia, ora invece la tendenza è quella di armarsi per difesa personale. Il timore principale è che l’arrivo dei migranti possa incidere sulla sicurezza dei cittadini e favorire attività terroristiche. Altre ragioni che spieghino questa corsa alle armi per motivi di difesa personale non sembrano essercene, visto che le statistiche dimostrano

un netto calo negli ultimi anni dei reati contro il patrimonio e contro la persona. La modifica della Costituzione, votata a larga maggioranza alla Camera riguarda soltanto i cittadini di nazionalità ceca e non chi risiede nel Paese e consente l’uso legale delle armi in caso di minaccia alla sicurezza nazionale. La norma, però, potrebbe trovare ostacoli al Senato. Milan Štěch, presidente del Senato, socialdemocratico come Chovanec, ha detto di avere dei dubbi sulla riforma, così come l’ex ministro per i Diritti umani, Jiří Dienstbier, che è apertamente contrario. In seno alla Commissione costituzionale del Senato, alla quale spetta il compito di esaminare preliminarmente la proposta di modifica costituzionale, stanno emergendo le stesse riserve

According to the available information, about 300,000 Czech citizens, out of 10.5 million, have a license for carrying one or more weapons, considering that 800,000 firearms are registered in the country, including semi-automatic guns. In 2005, there were just about over 600,000 of them. According to the Minister of Interior, “more and more Czechs are getting their firearm license and the situation might worsen in the months to come”, without a proper regulation of the matter. The shooting ranges indicate that customers have tripled compared to a few years ago. While in the past they used to buy weapons mostly for sport purposes or hunting, now the tendency is to arm themselves for personal defense. The main concern is that the arrival of migrants can affect the citizens’ security and encourage terrorist

activities. There do not seem to be other reasons that would explain this firearm ownership race for personal defense, considering that statistics show a strong decline of property and personal crimes in the last years. The amendment of the constitution, voted in majority in the Parliament concerns only Czech nationals and not those who reside in the country and allows the legal use of weapons in case of a threat to national security. However, the amendment might encounter opposition in the Senate. Milan Štěch, president of Senate, a Social Democrat just like Chovanec, stated to have doubts on the reform, similarly to the former Minister for Human Rights, Jiří Dienstbier, who openly opposes it. Members of the Constitutional Commission of the Senate charged with the preliminary examination of the pro-

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che su questa disposizione hanno già espresso il ministero della Difesa, il ramo civile dei servizi segreti, ma anche il presidente della Corte costituzionale, Pavel Rychetský, altro storico socialdemocratico, che ha sottolineato che la Repubblica Ceca diventerebbe l’unico paese europeo

con una simile disposizione di rango costituzionale. E proprio per difendere questo diritto acquisito da tempo dai cechi e garantirlo in tempi di terrorismo, Praga ha presentato istanza alla Corte di Giustizia Ue contro la nuova direttiva europea che pone restrizioni al possesso di armi.

Per le autorità ceche la Direttiva Ue è punitiva e non aiuta il contrasto del terrorismo For the Czech authorities, the EU Directive is punitive and does not sustain the fight against terrorism Milan Chovanec, ministro degli Interni / Milan Chovanec, Minister of Interior

posal for constitutional amendment, start showing the same doubts as the Ministry of Defense, the civil branch of the secret services, as well as the President of the Constitutional Court, Pavel Rychetský. He stressed that Czech Republic would become the only European country with such a constitutional regulation. Aiming to defend this long-standing Czech right and guarantee it in times

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of terrorism, Prague appealed to the European Court of Justice against the new European directive which imposes restrictions on firearm possession. The EU directive’s main objective is to prevent terrorists present on European territory from getting easy access to weapons, but for Czech authorities, the legislation threatens the gun holders with a weapon license and the hunters. “We do not want to disarm our citizens

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La norma Ue ha l’obiettivo principale di evitare che i terroristi presenti sul territorio europeo possano dotarsi di armi in maniera troppo facile ma per le autorità ceche, il testo minaccia soltanto i possessori di armi con la dovuta licenza e i cacciatori. “Non vogliamo disarmare i nostri cittadini in un momento in cui la situazione relativa alla sicurezza in Europa sta peggiorando”, ha sottolineato Chovanec parlando davanti ai deputati e ai senatori. “Mostratemi un singolo attacco terroristico perpetrato con un’arma legalmente detenuta”. Una posizione strenuamente difesa nonostante in Repubblica Ceca non ci sia memoria di recenti attacchi di stampo terroristico. Ma molti cechi usano le armi, soprattutto nelle zone rurali, per cacciare e la tradizione liberale sul tema è antica. Per questo, forse, in nessun’altro Paese Ue la direttiva europea, approvata a dicembre e poi ratificata dai ministri degli Interni quattro mesi dopo nonostante il no di Praga, Lussemburgo e Varsavia, ha creato così tante polemiche. In Repubblica Ceca, oltre alla già in a time when the security in Europe is getting worse”, Chovanec said in front of MEPs and Senators. “Show me a single terrorist attack committed with a legally held weapon”. A point of view strenuously defended despite the fact that Czech Republic does not register any recent terrorist attacks. Nevertheless, many Czechs use their weapons to hunt, especially in rural areas. The liberal tradition on this topic is ancient. Perhaps this is the reason why the directive created so much controversy. It was approved in December last year and ratified by the interior ministers four months later despite the decline of Prague, Luxembourg and Warsaw. In Czech Republic, in addition to the already mentioned security issue, the general outcry against the European restrictions came from the firearm owners’ associations or hunters who


attualità current affairs

citata questione sicurezza, la levata di scudi contro le restrizioni europee è arrivata dalle associazioni degli appassionati di tiro o dei cacciatori che lamentano il divieto di possesso di armi semi-automatiche a corto e medio raggio. Inoltre le critiche riguardano anche la possibilità che queste restrizioni possano creare un vero e proprio mercato nero delle armi, che otterrebbe il risultato esattamente opposto a quello voluto dalla direttiva, che punta alla tracciabilità e al controllo. “Ci siamo rivolti alla Corte europea

di giustizia chiedendo che questa direttiva venga stralciata, rinviata o in alcuni stati, primo tra tutti la Repubblica Ceca, possa essere garantita un’esenzione sulla base del fatto che è discriminatoria. Sfortunatamente non ci sono effetti di sospensiva, sarebbe positivo se potessimo attendere il verdetto prima di vederne l’entrata in vigore”, ha spiegato Chovanec definendo la decisione di Bruxelles “inaccettabile” e “punitiva”. Le terre ceche hanno d’altronde storicamente una certa confidenza con le armi. Basti dire che lo stesso termine

pistola deriverebbe da “píšťala”, un tipo arcaico di arma da fuoco utilizzato da queste parti nel XV secolo, durante le guerre hussite. Infine, sul territorio nazionale si trovavano e si trovano grandi industrie del settore della difesa e attualmente la Česká zbrojovka Uherský Brod e la Sellier & Bellot producono armi e munizioni. La direttiva Ue è entrata in vigore il 13 giugno ma gli stati membri hanno 15 mesi per implementarla nella loro legislazione. L’attuale normative prevede che in Repubblica Ceca possa possedere legalmente un’ar-

ma chi ha la fedina penale pulita, un “comportamento affidabile”, è in buona salute e ha passato i test di teoria e di pratica. La legge ceca, tra le più permissive d’Europa, consente anche a 240mila possessori di licenza di portare armi nascoste per scopo di difesa. Un diritto a cui i cechi non vogliono rinunciare, soprattutto a causa di una norma calata dall’alto. E per frenare questa deriva restrittiva, Praga sta usando la sua arma più forte, la riforma della Costituzione, aprendo, però, di fatto un nuovo capitolo di attrito con Bruxelles.

complain about the prohibition of short and medium range semi-automatic weapon possession. Moreover, criticisms also aim at the possibility that these restrictions could create a genuine black market for weapons, which would have the exact opposite result as intended by the directive that focuses on traceability and control. “We have been addressing the European Court of Justice requesting this directive to be removed, postponed or that in some states, first of all in

Czech Republic, an exemption could be granted on the grounds that it is discriminatory. Unfortunately, there is no outcome in this sense but it would be highly desired to receive a verdict before it came into force”, explained Chovanec, defining Brussels decision as “unacceptable” and “punitive”. The Czech lands, on the other hand, have a historical confidence in weapons. Suffice to say that even the word pistol would originate from “píšťala”, an archaic type of firearm used in

these parts in the 15th century during the Hussite wars. Lastly, Czech Republic still owns large industries in defense and currently Česká zbrojovka Uherský Brod and Sellier & Bellot produce weapons and ammunition. The EU directive came into force on June 13th but member states have 15 months to implement it in their legislation. The current legislation provides that in Czech Republic one may legally own a weapon if having a clean crimi-

nal record, a “reliable behavior”, a good health and has passed the theoretical and practical tests. Czech law, being among the most permissive in Europe, also allows 240,000 license holders to wear hidden weapons for defense purposes. This is a right that Czechs do not want to give up, especially because of an imposed legislation. In addition, to curb this restrictive deviation, Prague is using its strongest weapon, reforming the constitution, and opening therefore a new chapter of dissension with Brussels.

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ELEZIONI 2017: DOVE OSANO LE CICOGNE 2017 ELECTIONS: WHERE STORKS DARE

Le elezioni di ottobre sembrano scontate: Ano e il suo fondatore Andrej Babiš sono i grandi favoriti. Ma quale sarà la coalizione alla guida del paese rimane un rebus di Giovanni Usai by Giovanni Usai

The October elections seem to be as predicted: ANO and his founder Andrej Babiš are the main favorites. However, which will be the ruling coalition is nothing but yet a puzzle

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Quando mancano meno di due mesi alle elezioni di rinnovo della Camera dei deputati, tutti i sondaggi sono concordi nel prevedere la vittoria di Ano, Akce nespokojených občanů, ovvero Iniziativa dei cittadini scontenti. I rilevamenti gli attribuiscono percentuali di consenso superiori al 25 percento. Per quanto già in passato i sondaggi abbiano dimostrato di essere ingannevoli, sono in pochi a mettere in dubbio che Andrej Babiš,il miliardario padre e padrone di questo movimento, nonostante gli aspetti controversi che lo riguardano, possa avere grosse possibilità di assumere la carica di premier, o comunque di far salire alla guida del

With less than two months to go for the election in the House of Deputies, all polls seem to concur in predicting ANO’s victory – Akce nespokojených občanů, namely the Action of Dissatisfied Citizens. The electoral polls register more than 25 percent in its favor. Although polls have proven deceiving in past, few are doubting that, despite the controversial aspects that surround him, Andrej Babiš, the billionaire creator and owner of this movement, may have great chances of taking the Prime Minister’s office, or in any case push up to the government one of his trusty men, or “one of his puppets” as the critics suggest. All this is happening with the blessing of Miloš Zeman. The head of state has expressed more than once his support towards Babiš, hoping probably to obtain in exchange the necessary support, in January 2018, for the re-election at the Castle.

Parlamento della Repubblica Ceca, Camera dei Deputati /

None of the traditional parties seems to be objectively able to counter ANO’s victory. Starting with the social democrats from Čssd to the Christian democrats of Kdu-Csl, and not to mention the two center-right forces, Ods and Top 09.

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All these parties position themselves in utter opposition with Babiš and reject any hypothesis of a post-electoral agreement with the tycoon. This, however, does not exclude that, once the voting closed, exactly these parties will get on


politica politics

governo un suo uomo di fiducia, o “un suo burattino” come dicono i più critici. Tutto questo con la benedizione di Miloš Zeman. Il capo dello stato in più di una occasione ha infatti manifestato sostegno a Babiš, contando probabilmente di ottenerne in cambio l’appoggio necessario, nel gennaio del 2018, per la rielezione al Castello. Nessuno dei partiti tradizionali sembra obiettivamente in grado di contrastare

la vittoria di Ano. Dai socialdemocratici della Čssd ai cristiano democratici del Kdu-Csl, per non parlare delle due forze nelle quali si divide il centrodestra, vale a dire l’Ods e il Top 09. Tutti questi partiti si dichiarano oggi aspramente contro Babiš e rifiutano ogni ipotesi di accordo post voto con il tycoon. Questo però non esclude che – a urne chiuse – saranno proprio questi stessi partiti a proporsi ad Ano, se per

la formazione del futuro governo saranno necessari uno, o più partner di coalizione. Salva l’ipotesi che dopo le elezioni i partiti tradizionali diano luogo a una grande coalizione anti-Babiš. Sondaggi sinora insensibili agli affaire di Babiš Va detto che gli aspetti controversi della figura di Babiš sono davanti agli occhi di tutti. La normativa sul conflitto di interesse, o Lex Babiš, approvata nei

mesi scorsi dal Parlamento ceco, è apparsa sin da subito un rimedio blando. Il miliardario si è adeguato intestando le sue proprietà a due fondi fiduciari, il che solo in teoria limita la possibilità che i suoi interessi personali vadano a confliggere con l’imparzialità richiesta a un uomo di stato. L’ultima grana è quella sul Čapí Hnízdo, ovvero Nido della cicogna, un agriturismo di alto bordo, a un’oretta di auto

legislation on the conflict of interests, or Lex Babiš, became a bland remedy from the start. The billionaire complied by entrusting his assets to two trust funds, which limits only in theory the possibility that his personal interests

may conflict with the impartiality demanded from a man of state. The last drop is Čapí Hnízdo, namely the Stork’s Nest, a high-end agritourism farm, one hour away from Prague, for whose construction Babiš would have

Parliament of the Czech Republic, Chamber of Deputies

ANO’s side, if one or more coalition partners will be necessary for the formation of the future government. We can put aside the theory that after the elections the traditional parties would make place for a great anti-Babiš coalition.

Polls not affected so far by the Babiš matter We should underline that the controversial aspects of Babiš’s figure are highly visible to all of us. Approved last months by the Czech Parliament, the

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Sondaggi elettorali di luglio e agosto 2017 / Election polls July and August 2017

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partially illegally drawn 50 million Czech crowns, a bit under two million euros of EU funds. Taken in charge by OLAF, the European Anti Fraud Office, the matter cost the Premier candidate of the displeased citizens a request for authorization for proceedings from the investigating bodies. We could also mention other matters, such as suspicions of tax fraud for questionable financial transactions carried out through his Agrofert bonds. It was a scandal that last May let the Prime Minister Bohuslav Sobotka to exclude Babiš from the government, removing him from his office as vicepremier and minister of Finance. As if this was not enough, there is evidence that connects the tycoon to the communist secret police, the infamous Stb. The 63 years-old billionaire has denied these allegations, stating in an enigmatically that he “never collaborated in a conscious way with the Stb”. However, as an utter novelty compared

da Praga, per la cui costruzione Babiš si sarebbe parzialmente servito, in maniera illegittima, di 50 milioni di corone, poco meno di due milioni di euro, di contributi della Unione europea. Una vicenda – della quale si sta anche occupando anche l’Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta anti frode – che ad agosto è costata al candidato premier dei cittadini scontenti una richiesta di autorizzazione a procedere da parte degli organi inquirenti. Ci sarebbe anche dell’altro, come i sospetti di frode fiscale per delle spregiudicate operazioni finanziarie compiute attraverso obbligazioni della sua Agrofert. Uno scandalo che

ha indotto il primo ministro Bohuslav Sobotka, lo scorso maggio, ad escludere Babiš dal governo, togliendogli la carica di vicepremier e di ministro delle Finanze. Come se non bastasse, ci sono gli indizi che attribuiscono al tycoon un passato di agente della polizia segreta comunista, la famigerata Stb. Il 63enne miliardario ha smentito questa tappa del suo curriculum, affermando in forma enigmatica di “non aver mai collaborato in forma consapevole con la Stb”. Si tratta comunque di una questione vecchia, che non ha impedito ad Ano e al suo leader – novità assolute in occasione delle prece-

to 2013’s elections, this is a rather old matter, which did not prevent ANO and his leader to have a clamorous success and to rank second. As for all the other issues, the businessman of Slovak origin has always been defending himself by invoking a plot meant to politically destroy him and by sustaining that the instigators are his enemies from the social-democratic

party. He mostly points out the Prime Minister Bohuslav Sobotka and the Minister of Interior Milan Chovanec, with whom he ruled side by side over the last four years. As a matter of fact, the signals of the classic dirty maneuvers to politically discredit him are not missing. While on one hand the content of the anonymously published interceptions

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politica politics

denti elezioni del 2013 – di realizzare un exploit clamoroso e di classificarsi al secondo posto. Per quanto riguarda tutte le altre magagne, il businessman nativo della Slovacchia si è sempre difeso parlando di un complotto per distruggerlo politicamente e sostenendo che ad orchestrare tutto sono i suoi nemici del partito socialdemocratico, primi fra tutti il premier Bohuslav Sobotka e il ministro dell’Interno Milan Chovanec, coi quali ha peraltro governato negli ultimi quattro anni. Ad onor del vero, i segnali dei classici giochi sporchi per danneggiarlo politicamente non mancano. Se da un

lato risulta inquietante il contenuto delle intercettazioni, pubblicate in forma anonima, nelle quali Babiš dà disposizione a un giornalista di un suo giornale, su come utilizzare materiale scottante per danneggiare gli avversari politici, altrettanto allarmanti risultano le modalità con le quali queste intercettazioni sono state carpite e pubblicate. La stessa richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, a due mesi dal voto, ha il sapore velenoso della giustizia ad orologeria.

In ogni modo i sondaggi, anche ultimamente – nonostante l’incedere dell’inchiesta sul Nido della cicogna – non hanno segnalato alcun crollo del gradimento per Ano, o scossoni in negativo di particolare entità. Una gran parte dell’elettorato, pari a una quota superiore al 30%, sembra disposta a dar fiducia a Babiš. La gente crede alle sue argomentazioni, che peraltro esprime con quel modo tutto suo di miscelare la sua lingua materna, lo slovacco, con la lingua ceca, dando luogo spesso a soluzioni oratorie

Andrej Babiš

in which Babiš gives directives to a journalist on how to use damaging information on his political opponents is highly disturbing, on the other side, it is equally alarming the way these interceptions were gathered and published. The same request that authorizes the proceedings in his case, two months after the vote, has the poisonous flavor of a clock working justice.

In any case, despite the proceedings in the investigation on the Stork’s Nest, the polls have not shown recently any collapse of ANO, or any other negative twists. A great part of his electorate, which is over thirty percent, seems willing to trust Babiš. People believe his arguments that are however expressed by mixing his mother tongue, the Slovak with the Czech language

and thus often directing the oratorical results to an exhilarating limit. He has a simple way of speaking, perfectly calibrated with how much the citizens are willing to hear, and this obviously pleases, especially in this period of rearing populism. Finally, there are so many people saying about him: “I trust him because he is already wealthy and has no need to

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al limite dell’esilarante. Il suo è un modo di parlare semplice, calibrato perfettamente con quanto la massa dei cittadini vuole sentirsi dire, e questo evidentemente piace, tanto più in un periodo come questo di populismo dilagante. Alla fine sono in tanti a dire di lui: “mi fido perché è già ricchissimo e non ha certo bisogno di rubare”; oppure, più prosaicamente: “forse avrà anche degli interessi personali da realizzare, ma non potrà certo essere peggio della maggioranza dei politici di lungo corso”. Il rischio della frammentazione parlamentare Esclusi sin da ora grandi exploit dei partiti tradizionali, è invece prevedibile che nuovi schieramenti politici riescano a superare lo sbarramento del cinque percento alla Camera, con tutto ciò che potrà conseguirne sul piano della frammentazione parlamentare. Fra questi in primo luogo l’Spd, partito della Libertà e steal”; or more prosaically: “He might also have personal goals to accomplish, but he certainly cannot be worse than the majority of long-standing politicians”. Parliamentary fragmentation risk Excluding nowadays any great achievements of the traditional parties, it is highly predictable that new political groups will be able to overcome the five percent threshold in the House; all this could bring us to face parliamentary fragmentation. Among these political groups, the first place is attributed to the Spd, party of Freedom and direct Democracy, led by Tomio Okamura, a leader who in last few years has been able to gain consensus, focusing on anti EU, anti-migrant and anti-Islam awareness, widely popular lately in Czech Republic. The other potential outsiders are the Czech Pirate Party, which even in this country has as agenda focus the liberalization of Internet, accompanied by ecological

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politica politics

Camera dei Deputati / Chamber of Deputies

della democrazia diretta, guidato da Tomio Okamura, un leader che negli ultimi anni è riuscito a guadagnare consenso puntando sui sentimenti anti Ue, anti migranti e anti Islam, molto diffusi in questi ultimi anni nella Repubblica Ceca. Gli altri possibili outsider sono il partito ceco dei Pirati, che anche in questo paese ha al centro del programma la liberalizzazione di internet, accompagnata da motivi ecologisti e istanze liberali in campo economico e civile. Per il dopo voto, l’ipotesi che al momento appare più probabile è quella della vittoria di Ano, ma non di tale

entità da rendere possibile la formazione di un monocolore guidato da Babiš. Il negoziato post elezioni sarà inevitabilmente condizionato dalle mosse del presidente Zeman, il quale ha apertamente dichiarato di considerare ottimale per il futuro una coalizione formata da Ano e Čssd. Con ogni probabilità Zeman, nel periodo che gli rimane prima della fine del mandato, si servirà di tutto lo spazio a sua disposizione per giungere a questo risultato. Il capo dello stato ha persino dichiarato di essere pronto ad affidare il prossimo mandato a Babiš, anche se

dovesse essere incriminato per il caso Nido della cicogna. In questo caso, sarà poi curioso sapere cosa penserà Bruxelles di un premier, a Praga, imputato di frode alla Ue. Con l’affluenza elettorale in declino negli ultimi anni, il clima che si prospetta non promette di risollevare l’immagine della politica ceca agli occhi dei suoi cittadini, soprattutto tra i più giovani. Qualsiasi risultato, tanto quello quasi scontato sul vincitore, che quello incerto sul governo, sembra destinato a incontrare tra i più la solita reazione: una scrollata di spalle. Vedremo se saremo smentiti.

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and liberal threads in economic and civil matters. As for the post-voting results, the hypothesis is that most likely we will witness ANO’s victory, but not to the extent in which it will allow forming a single sided government led by Babiš. The post-election negotiations will inevitably be influenced by Zeman’s moves, who has openly declared to consider as optimal a coalition formed by ANO

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and Čssd. In the period that remains before the end of his mandate, Zeman will most probably use all the available space to achieve this result. The head of state has even declared that he is ready to entrust the next mandate to Babiš, even if found guilty in the Stork’s Nest case. In this case, it would be interesting to know what Brussels will be thinking about a Premier in Prague, charged with drawing EU funds.

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Considering the decreasing electoral turnout in the past years, the arising climate does not promise to uplift the image of Czech politics in the eyes of its citizens, especially among the younger ones. Whatever the result might be, either the already expected one for the winner or the uncertain one for the government, the most common reaction is a shoulder shrug. We will see if proven wrong.


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IL GOVERNO SOBOTKA E LA DUBBIA PATERNITÀ DELLA RIPRESA ECONOMICA E’ luglio e il premier Bohuslav Sobotka fa il suo tour elettorale per le sagre e feste di paese della Moravia meridionale, dove è leader regionale dei socialdemocratici nelle elezioni alla Camera. «Considero il più grande successo del mio mandato il tasso di Discutibile, secondo disoccupazione al tre per cento» dice il quale non si ferma alla molti osservatori, Sobotka, disoccupazione e rivendica una serie la disinvoltura con di altre misure: il rialzo del salario il tasso di crescita del Pil, la quale il premier minimo, l’aumento delle retribuzioni e così via. e i suoi ministri si Insomma, a sentire il primo ministro, il benessere in Repubblica attribuiscono i meriti seCecaoggi cresce, è merito del suo governo. del boom «Nell’incremento dell’economia si riflette la capacità, il coraggio e l’arte di Jakub Horňáček del fare impresa. by Jakub Horňáček

According to many observers, the ease with which the Premier and his ministers assume the merits of the boom is highly questionable

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Se qualcuno deve attribuirsi il successo della nostra economia, allora questi sono gli imprenditori e gli artigiani» nota invece Jaroslav Hanák, presidente dello Svaz průmyslu a dopravy ČR, l’Unione del Trasporto e

It is July and the Prime Minister Bohuslav Sobotka takes his election tour through the village festivals and county celebrations of Southern Moravia where he is a regional leader of the Social Democrats in the Chamber elections. “I consider that the greatest success of my mandate is the unemployment rate of three percent”, says Sobotka, who does not stop at unemployment and takes credit for a number of other measures: the increase of minimum wage, the GDP growth rate, the increase in salaries and so on. Overall, according to the Prime Minister, Czech Republic’s nowadays growth is due to his government. “The ability, the courage and the art of doing business reflect in the economy’s growth. If anyone should claim the success of our economy, then it would be the entrepreneurs and tradesmen”, notes Jaroslav Hanák, president of the

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dell’Industria, la principale associazione ceca di imprese industriali. Sempre più leggi e sempre più dipendenti pubblici Molto tranchant anche il giudizio della vicepresidente della


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THE SOBOTKA GOVERNMENT AND THE AMBIGUOUS SOURCE OF THE ECONOMIC RECOVERY Hospodářská komora Čr, la Camera di Commercio della Repubblica Ceca, Irena Bartoňová Pálková, secondo la quale nei tre anni e mezzo di questo esecutivo il clima imprenditoriale è peggiorato in maniera significativa.

«Il governo di Bohuslav Sobotka è di gran lunga il peggiore che il Paese abbia avuto dalla Rivoluzione di Velluto, per quanto riguarda le imprese e le libertà dei cittadini in generale» dice la Bartoňová Pálková, che è

iscritta a uno dei partiti d’opposizione del centrodestra, l’Ods. Le lamentele sulle troppe leggi e regolamentazioni fanno parte ormai dei temi tipici delle campagne elettorali. Le regolamentazioni aumentano e lo stato invece di perseguire i disonesti colpisce con nuove regolamentazioni gli onesti, ripetono gli imprenditori e le loro associazioni. Tra le misure di questo tipo rientrano, secondo i critici, le dichiarazioni di controllo mensili per i contribuenti Iva e il Registro Elettronico degli Incassi (Elektronická evidence tržeb, Eet). «Il prezzo, che paghiamo per fare un grande passo e rafforzare la concorrenza leale, non è trascurabile» ha ammesso l’ex ministro delle

finanze Andrej Babiš riferendosi proprio alla sua misura faro, l’Eet. Tuttavia anche tra gli imprenditori i pareri non sembrano unanimi. L’Associazione del Commercio ha sostenuto il Registro e molti imprenditori sembrano condividere il tema della concorrenza leale. E il Registro si è piazzato primo nel concorso Legge dell’Anno riservato a un pubblico business. Tuttavia che un problema ci possa essere, è segnalato dal fatto che gli stessi partiti della coalizione prevedono nei loro programmi una revisione del sistema. A infastidire molti è stato il modo, in cui il governo ha usato le maggiori risorse a disposizione grazie alla crescita economica. «Ogni governo dal 1990

Svaz průmyslu a dopravy ČR, the Union of Transport and Industry, the leading Czech business association. More and more laws and more and more public servants Even the opinion of the vice-president of Hospodářská komora Čr, the Czech Chamber of Commerce, Irena Bartoňová Pálková, is quite trenchant. According to her, this executive’s three years and a half brought a significant deterioration of the business climate. “Bohuslav Sobotka’s government is by far the worst that the country has had since the Velvet Revolution, as far as businesses and freedoms of citizens are concerned”, says Bartoňová Pálková, who is a member of ODS (Civic Democratic Party), one of the center-right opposition parties The complaints about too many laws and regulations are now part of the typical themes of electoral campaigns.

There are more and more regulations and the state uses them to pounder on the honest people instead of pursuing the dishonest ones, repeat the entrepreneurs and their associations. According to critics, such measures include monthly monitoring declarations for VAT taxpayers and the Electronic Ticket Register (Elektronická evidence tržeb, Eet). “The price we pay to take a big step and strengthen loyal competition is not negligible”, admitted the former Finance Minister Andrej Babiš referring to his headlight measure Eet. However, opinions do not seem unanimous even among business owners. The Trade Association has supported the Register and many entrepreneurs seem to concur on the topic of fair competition. The Register was ranked first in the Competition Law of the Year reserved to the business public. However, the same coalition parties

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promette di ridurre il numero dei dipendenti pubblici ma solo il nostro ci riuscì» rivendica Miroslav Kalousek, leader dei conservatori del Top 09 e ministro delle Finanze nel governo Nečas, l’esecutivo di centrodestra che ha guidato il paese dal 2010 al 2013. In effetti, con Sobotka premier e Babiš ministro delle Finanze, la spesa per i dipendenti pubblici è aumentata in tre anni di circa un quinto a 162 miliardi di corone e rappresenta l’uscita non vincolata più alta di tutto il bilan-

cio dello stato. Il tasso di crescita dei salari nel settore pubblico ha superato quello del settore privato e oggi i dipendenti statali hanno in media uno stipendio più alto dei dipendenti delle imprese private. Alcuni aumenti erano però difficilmente evitabili. Nella sanità pubblica il governo ha dovuto crescere gli stipendi per contrastare l’esodo (minacciato e reale) dei medici e degli altri lavoratori del settore sanitario verso Germania, Austria e altri paesi dove si guadagna meglio.

I dipendenti degli enti centrali hanno visto un forte rialzo del loro reddito dopo l’approvazione della Legge sulle Carriere Pubbliche, normativa resasi necessaria per poter usufruire dei fondi europei. Più difficile da valutare i miglioramenti retributivi a favore degli insegnanti, ai quali non si chiede in cambio un aumento dell’impegno, soprattutto sul versante dell’aggiornamento professionale. La coalizione si difende dalle accuse di scialacquare le risorse pubbliche

foresee in their programs a revision of the system, which, therefore, underlines a possible problem. The way the government used its major available resources generated by the economic growth created many disturbances. “Every government since 1990 promises to reduce the number of public servants but only ours succeeded” claims Miroslav Kalousek, leader of

the Top 09 conservatives and minister of Finance in the Nečas government, the center-right executive that guided the country from 2010 to 2013. In fact, having Sobotka as Prime Minister and Babiš as the Minister of Finance, the government spending has increased in three years by about one fifth to 162 billion crowns and represents the highest unrestricted outflow of the state

budget. The public sector wage growth has surpassed that of the private sector and nowadays the public servants have on average a higher salary than the private sector employees do. However, some increases were difficult to avoid. In the public health system, the government had to raise the salaries to counter the exodus (threatened and real) of doctors and other health workers to

L’occasione mancata, in questo periodo di ripresa, di attuare le riforme di cui l’economia ha bisogno The opportunity to implement the needed economic reforms was completely missed during this period of recovery

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ricordando la riduzione del deficit. In effetti rispetto agli anni 2011 – 2013 il deficit si è ridotto e nel 2016 è stato raggiunto pure un attivo di bilancio di 60 miliardi di corone. L’andamento dei conti è però fortemente legato ai fondi europei. Negli anni 2011-2013 lo stato ha cofinanziato molti progetti europei facendo fatica però a farsi rimborsare il dovuto da Bruxelles a causa della corruzione e dei dubbi sui meccanismi di controllo. In questo modo i rimborsi dall’Unione si sono

Germany, Austria and other countries where they would be better off. Center government employees have seen a considerable increase in their income after the approval of the Law on Public Careers, legislation required for being able to benefit from European funds. It is more difficult to evaluate the salary improvements for teachers, who are not required to increase their engagement, especially

accumulati e negli anni 2015-2016 sono raddoppiati rispetto ai periodi precedenti pesando più del gettito dell’Imposta sul reddito, per esempio. Gli investimenti sono invece scesi, mentre la spesa per la ricerca è rimasta uguale. Da una coalizione, che aveva promesso di aumentare gli investimenti rispetto agli anni dell’austerity ci si aspettava di più. Uno dei risultati più visibili di questa politica è quanto accade nel comparto delle costruzioni, uno dei settori privati

on the side of professional upgrading. The coalition is defending itself against the allegations of squandering public resources by recalling the deficit reduction. In comparison to 2011-2013, the deficit has indeed decreased and in 2016, a financial return of 60 billion crowns was achieved. However, the budgetary development is highly connected to the European funds. In 2011-2013, the state

tradizionalmente più dipendenti dal pubblico. Nonostante l’economia vada a gonfie vele, la produzione dell’edilizia è ancora lontana dai livelli precrisi. Trasformazione mancata «Questo governo è stato solo fortunato a essere in carica in un periodo di ripresa dell’economia europea e mondiale» insiste Pavel Kysilka, ex numero uno della Česká spořitelna e fra gli analisti economici più noti della Repubblica Ceca. In un’econo-

co-financed a great number of European projects, but it is struggling to be reimbursed by Brussels due to corruption and doubts about the control mechanisms. Thus, the EU’s reimbursements have accumulated and in 2015-2016, they doubled compared to previous periods by weighting more than the income tax revenue, for instance. Instead, the investments dropped-down

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mia fortemente collegata all’Unione Europea, e alla Germania in primis, molti fattori, che determinano la crescita o la depressione dell’economia sono fuori dalla portata del governo. Certamente l’economia è stata stimolata dalla svalutazione parziale della corona e da un clima fiscale e sociale molto aperto agli investitori esteri. La ripresa della Germania e delle economie vicine ha ridato fiducia ai consumatori cechi, che grazie a una crescita dei salari hanno ripreso a spendere. Ed è proprio in relazione al mercato del lavoro e del sostegno agli investimenti esteri, che il Governo Sobotka viene maggiormente contestato dagli imprenditori. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sovvenzione statale da mezzo miliardo di corone, approvata lo scorso anno in novembre, a favore della Bosch per l’ampliamento del suo while research maintained its position. It was expected more from a coalition that had promised to increase the investments over the years of austerity. One of the most visible results of this policy is what is happening in the construction sector, one of the private sectors that is traditionally most reliant on the public one. Even though the economy runs smoothly, the building production is still far from the predicted levels. The unsuccessful transformation “This government was only fortunate enough to be in office in a period of recovery of the European and world economy”, states Pavel Kysilka, former front figure of Česká spořitelna and amongst the most well-known economic analysts in Czech Republic. In an economy that is strongly linked to the EU and to Germany in the first instance, many factors that determine the growth or the depression of the economy are out of the government’s reach. Most certainly, the economy has been stimulated by the partial devaluation of the crown and by a tax and social climate that are very open

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economia economics

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stabilimento di České Budějovice. Netto il parere contrario espresso da Vladimír Dlouhý, il presidente della Camera di Commercio Ceca: “Io sono da tempo contrario alle misure di incentivo degli investimenti esteri, in quanto discriminano le imprese locali, che spesso sono più forti e pro-

ducono un maggior valore aggiunto rispetto alle imprese estere». Secondo gli imprenditori, con il supporto ai grandi progetti di catene da montaggio il governo ha contribuito all’attuale mancanza di manodopera senza esser riuscito a portare nel Paese delle produzioni a più alto valore

aggiunto. Effettivamente il Ministero dell’Industria e del Commercio ha cominciato a impostare una nuova politica di incentivi agli investimenti solo nella primavera del 2017, nonostante ormai da molti anni si parli della necessità di questi cambiamenti. «Ognuno sa che il tetto si ripara, quando splende il sole. Sull’economia splende il sole da tre o quattro anni, ma il governo è rimasto fermo» rincara Kysilka. Con i suoi provvedimenti l’esecutivo ha cercato delle riserve interne, da cui ricavare delle risorse aggiuntive, di un sistema economico e industriale, il cui potenziale è in fase di declino. Ha fatto un lavoro di manutenzione su una macchina, che però ha alle spalle vent’anni di strada, senza grosse riparazioni, senza fare piani per il futuro. Alla fine gli interlocutori di Sobotka alle sagre della Moravia meridionale annuiscono, assecondando la tendenza, per lo più irrazionale in un’economia largamente dipendente dall’estero, a imputare a un governo i successi e i fallimenti dell’economia. Machiavelli sosteneva nel Principe che la buona sorte di un politico dipende per almeno la metà dall’imprevedibile fortuna. Il governo Sobotka è la prova vivente, che aveva ragione.

to foreign investors. The recoveries of German and neighboring economies restored confidence of Czech consumers, who due to a salary increase resumed spending. Entrepreneurs contested Sobotka’s government especially in relation to the labor market and foreign investment support. The classic drop that overflowed the cup was the state subsidy of half a billion crowns, granted last year in November, to Bosch for the expansion of its center in České Budějovice. Vladimír Dlouhý, the president of the Czech Chamber of Commerce expressed an opposite opinion: “I have long been against foreign investment incentive measures, because they discriminate against local businesses, which often

are more powerful and bring greater added value than foreign companies”. According to entrepreneurs, by supporting the major assembly line projects, the government has contributed to the current lack of workforce without being able to bring in the country productions of higher benefit. In fact, the Ministry of Industry and Commerce begun to set up new investment incentive politics starting only in spring 2017; nevertheless the need for these changes has been a topic for many years. “We all know that the time to repair the roof is when the sun is shining. The sun has been shining upon the economy for three or four years already but the government stays still”, states Kysilka. Through its measures, the government

sought to find internal reserves from which to acquire additional resources for an economic and industrial system whose potential is in decline. It performed a maintenance on a car that has a twenty-year old millage, without major repairs or plans for the future. Finally, Sobotka’s interlocutors at the southern Moravian festivals concurred and therefore, in an economy depending on abroad, they were complying with the tendency to impute to the government the successes and failures of the economy. Machiavelli stated in The Prince that the good fate of a politician depends at least half ways on the unpredictable destiny. Sobotka’s government is its living proof.

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MOST, DOVE IL CENTRO STORICO È UN PRATO MOST, WHERE THE OLD TOWN IS GRASSLAND Racconto della città del carbone, distrutta e ricostruita, creatura di cemento tra i silenzi del verde e il rombo di un autodromo. E due record particolari

“Scendete a Most, dite? Ma perché andate a Most?”. Siamo sul Regionale 615 per Cheb, partito di sabato mattina dalla stazione centrale di Praga. I convogli sono pieni, molte persone in tenuta sportiva. Si va verso nordovest, verso i Monti Metalliferi. La nostra giovane compagna di viaggio è stupita, ma d’altra parte Most non è

certo una località nota per il turismo. “Non so dirvi granché”, sorride al nostro incalzare “se non che stanno girando una serie TV ambientata a Most. I protagonisti saranno appassionati di motori – si dice che lì siano tutti un po’ degli appassionati di motori...”, sottolinea a spiegarci la vulgata comune di cui ancora eravamo ignari.

di Giuseppe Picheca by Giuseppe Picheca

The tale of a coal city, destroyed and rebuilt, a concrete creature among the silence of the green and the roar of a racetrack, and two special records

La chiesa di Most, dal prato dove un tempo sorgeva la città / The church of Most, as seen from the grassland where once the town was

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Most, 2017 La stazione dei treni ci accoglie all’insegna della prevedibilità della provincia industriale. Squadrata, grigia, ordinata e poco frequentata. Dal piazzale antistante un ponte sovrasta un ruscello largo non più di quattro metri ed una strada a quattro carreggiate, larga molto di più. A destra si scorge


reportage

una collina, piccola ma appuntita, dominata da un forte di cui si intravede una larga torre; una cartolina medievale che migliora il panorama. Al di là del ponte inizia la città, fatta per lo più di paneláky, le tipiche costruzioni dell’epoca comunista. Questi edifici squadrati, enormi mattoni lego piazzati con cura e distanze regolari, ospitano l’80% dei 67 mila abitanti di Most. Si tratta di un record: nessun’altra città ha una simile percentuale in Repubblica Ceca, dove comunque quasi un terzo degli abitanti vive in questo tipo di abitazione. Tra queste, lunghi filari d’alberi e molto verde, che scompare raggiungendo il centro: qui è quasi tutto cemento, linee precise, piazze vuote. Il suo essere studiata a tavolino viene promosso con orgoglio da un depliant turistico che ci capita per le mani, gli ampi viali sono

©GIUSEPPE PICHECA

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Paneláky di Most / Most's paneláky

definiti “da capitale europea” (sic!) – ma rimane un certo scetticismo. Non si può che fare spallucce: il centro è anonimo, geometrico, sterile, in una parola: brutto. Ma licenziare Most con questo giudizio frettoloso sarebbe un grave errore. Perché la città ai pie-

di dei Monti Metalliferi ha parecchie storie da raccontare. Le storie di Most Cominciamo a scoprirle nel museo cittadino, un vecchio edificio a quattro piani circondato da un ampio giardino. Dopo una scalinata con tap-

peto di velluto, come se i passi potessero infastidire l’assoluto silenzio, ci accoglie Lucie, la nostra guida. Lucie è giovane, paziente, alta, dai capelli corvini. “Vengono soprattutto scolaresche”, scrolla le spalle alla domanda se fossimo i primi visitatori della

“You said you are getting off at Most? But why go to Most?” We are on the Regional train 615 for Cheb, after a Saturday morning departure from Prague Central Station. Convoys are full, many people are in sportswear. It goes northwest, towards the Ore Mountains. Our young travel companion is surprised, but on the other hand Most is certainly not a renowned place for tourism. “I am unable to tell you a lot,” she smiles in the face of our pressing, “only that they’re filming a TV series set in Most. The protagonists will be motor fans, they say that there they’re all motor enthusiasts a bit...” to explain to us the common vulgate we were still unaware of. Most, 2017 The train station welcomes us into the predictability of the industrial province. Square-shaped, grey, tidy and rarely

visited. From the forecourt in front of a bridge hangs over a stream no more than four metres wide, and a four-lane road, much wider. To the right you can see a small but pointed hill, dominated by a fort that can be seen from a large tower; a medieval postcard that improves the panorama. Beyond the bridge begins the city, made up mostly of paneláky, the typical housing blocks of the communist era. These square buildings, huge Lego-like bricks carefully placed at regular distances, host 80% of the 67,000 inhabitants of Most. This is a record: no other city has such a percentage in the Czech Republic, where almost a third of the inhabitants live in this type of dwelling. The long tree-lined, very green homes, which disappear in the centre: here almost everything is concrete, precise lines, empty squares. Yet its almost

judiciously planned layout is promoted by a tourist brochure that happens to fall into our hands, defining the wide avenues as belonging to a “European capital”, (sic!), but a certain skepticism remains. One can only shrug: the centre is anonymous, geometric, sterile, in a word: ugly. However, dismissing Most with this hasty judgment would be a serious mistake, because the city at the foot of the Ore Mountains has several stories to tell. The stories of Most We begin to discover them in the city museum, an old four-story building surrounded by a large garden. After a staircase with velvet rug, as if the steps would disturb the absolute silence, we are welcomed by Lucie, our guide. Lucie is young, patient, tall, with jet-black hair. “Particularly schoolchildren come”, she shrugs at

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giornata. Racconti di vita contadina, un piano intero dedicato ai manufatti locali e ai giocattoli di legno, la stanza arredata della baronessa Ulrike von Levetzow – l’ultima, giovanissima, amante di Goethe, disegni degli alunni della scuola primaria, un’esposizione di geologia. Proprio in quest’ultima, tra minerali e resti fossili, delle fotografie attirano l’attenzione. Raccontano la rivoluzione industriale di queste terre, la scoperta dei ricchi giacimenti di lignite (una ti-

©GIUSEPPE PICHECA

©GIUSEPPE PICHECA

Il castello di Hněvín (a sinistra) e una veduta del centro (a destra) / Hněvín's castle (left) and a view of the centre (right)

asking if we were the first visitors of the day. Tales of rural life, a whole plan dedicated to local artifacts and wood toys, the decorated room of Baroness Ulrike von Levetzow – the last, very young, Goethe lover –,

primary school pupils drawings, a geology exhibition. Precisely in the latter, between the minerals and fossil remains, some photographs draw attention. They tell of the industrial revolution of these lands, the discov-

Most in una cartolina di inizio '900 / Most in a postcard from the beginning of 1900s

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pologia di carbon fossile) e soprattutto i primi incidenti: come la voragine del 1903 che si aprì nei pressi della stazione ferroviaria e che causò tre morti. Perché è il carbone il grande “game changer” della storia di Most, nonché il motivo per cui è difficile vederne oggi le origini medievali. La città è infatti sorta nel decimo secolo sulla via che collega Praga a Freiberg (oggi in Germania), come avamposto sicuro in un territorio paludoso (il suo nome infatti vuol dire “ponte”). Da

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ery of rich lignite deposits (a type of fossil carbon), and especially the first accidents, such as the 1903 vortex that opened near the railway station and caused three deaths. Coal is indeed the great “game changer” in Most’s history, not to mention the reason why it is difficult to see its medieval origins today. In fact, the city was built in the 10th century on the road connecting Prague to Freiberg (today in Germany), as a safe outpost in a swampy territory (its name in fact means “bridge”). From the middle of the nineteenth century, digging began near the city and then closer and closer to the town, even below the dwellings themselves. After nearly a thousand years, the land began to no longer contain the city of Most. Many of the pictures include names in German, including the one of the city,


reportage

metà ottocento si cominciò a scavare nei pressi della città e poi sempre più vicino all’abitato, finanche sotto le abitazioni stesse. Dopo quasi mille anni, la terra cominciò a non reggere più la città di Most. Molte delle foto riportano nomi in tedesco, tra cui quello della città, Brüx (traduzione letterale del nome ceco); incuriositi, lasciando il museo chiediamo quale fosse in questa zona la maggioranza etnica prima della Seconda Guerra Mondiale e Lucie liquida la domanda con un vago “metà e metà”.

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La chiesa dell'Assunzione della Vergine Maria: prima di essere trasportata (a sinistra) e in un modello esposto al suo interno (a destra) / Church of the Assumption of the Virgin Mary: before being transported (left) and its model shown in the same building (right)

©GIUSEPPE PICHECA

La navata centrale della chiesa / The church's central nave

Andando poi a spulciare i dati del censimento del 1921, scopriamo che la maggioranza era nettamente tedesca; dei 27mila abitanti del tempo il 62,5% si dichiarò tedesco, il 32,5% ceco. Ci viene dunque il dubbio se il successivo spopolamento e ripopolamento della città a seguito dei decreti Beneš, (quando nel 1945 quasi tutti i tedeschi furono espulsi dal paese), e quindi l’avere una maggioranza degli abitanti non legati storicamente al territorio, non abbia facilitato l’evento più incredibile della città, in procinto di accadere. Negli anni ‘60 le auto-

rità comuniste, per venir incontro al problema della città che franava su se stessa, piuttosto che chiudere la miniera decisero di chiudere la città: questa fu quindi demolita, tra il 1965 e il 1970, e ricostruita pochi chilometri a sud-ovest. Gli abitanti furono spostati nei paneláky – ed ecco spiegato il motivo del loro numero fuori dalla norma. Nella distruzione del centro storico, solo un edificio venne risparmiato. I comunisti proteggono una chiesa Ed ecco una storia nella storia, dai tratti quasi ironici. I freddi burocra-

Brüx (literal translation of the Czech name). We leave the museum curious, asking what the ethnic majority in this area was before World War II and Lucie dismisses the question with a vague “half and half”. Nevertheless, when scrutinising the census data of 1921, we find that the majority was clearly German. Out of the 27,000 inhabitants of the time, 62.5% are declared to be German, and 32.5% Czech. We therefore feel the need to question whether the subsequent depopulation and repopulation of the city following the Beneš decree (when in 1945 almost all Germans were expelled from the country), and therefore having a majority of inhabitants historically unrelated to the land, did not facilitate the most incredible event in the city, about to happen. In the 1960s, the Communist authorities,

in order to confront the problem of the city crumbling, rather than closing the mine, they decided to close the city: it was demolished between 1965 and 1970 and reconstructed a few kilometres south-west. The inhabitants were moved to the paneláky, and this explains the reason of their out of the ordinary number. In the destruction of the old town, only one building was spared. The communists protect a church Now we come to a story in history, with almost ironic features. The cold communist bureaucrats decided to save a church. A great 16th century Gothic church dedicated to the Assumption of the Virgin Mary. Deciding not to demolish it, however, would not be enough, and therefore the church was moved more than eight hundred metres in 1975. It was not demolished

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L'autodromo cittadino / The city motor-racing circuit

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ti comunisti decisero di salvare una chiesa. Una grande chiesa gotica del XVI secolo, dedicata all’Assunzione della Vergine Maria. Decidere di non abbatterla, tuttavia, non sarebbe bastato: e quindi la chiesa fu spostata, per più di ottocento metri, nel 1975. Non demolita e ricostruita (avrebbe ridotto di molto il suo valore), bensì trascinata su dei binari: alla velocità di 1-3 centimetri al minuto, dal 30 settembre al 27 ottobre di quell’anno, grazie a 56 locomotive. Anche que-

sto è un record, ed è internazionale. Ad oggi rimane sul libro dei Guinness dei primati come l’edificio più pesante mai trasportato su ruote (12 mila e 700 tonnellate). Per di più quest’anno la chiesa celebra i suoi primi 500 anni, fu fondata infatti nel 1517. Non ci resta che dare un’occhiata. Si trova non lontano dalla stazione, oltre la grande strada ed il ruscello che la dividono dalla nuova Most. La via che vi conduce è tutto ciò che è rimasto del vecchio centro: pochi pas-

si più in là si stende un grande prato (dov’era la città) che termina dove inizia un lago artificiale (dov’erano i vecchi scavi). L’esterno dell’edificio è austero e semplice; il suo valore storico e architettonico è all’interno. Qui ci accoglie una guida e ci indica il sotterraneo: prima della visita è d’obbligo un video didattico. Nella sala vuota, piccola e buia, parte la proiezione di un video propagandistico girato a fine anni ‘80, il racconto del grande progetto per trasportare la chiesa –

and reconstructed (it would have greatly reduced its value), but dragged along tracks, at the speed of 1-3 centimetres per minute, from September 30 to October 27 of that year, thanks to 56 locomotives. This is also a record, and even internationally. To date, it remains in the Guinness book of records as the heaviest building ever moved on wheels (12,700 tonnes). Moreover, this year the church has celebrated its

first 500 years, having been founded in 1517. We have no choice, but to take a look. It is located not far from the station, beyond the great road and the stream that divide it from the new Most. The road that leads you is all that is left of the old centre: a few steps beyond there is a large grassland which extends (where the city was) ending where an artificial lake began (where

the old excavations were). The building exterior is austere and simple; its historical and architectural value is inside. Here we are welcomed by a guide, who invite us to the underground. Before a visit, a video is required. In the empty, small, dark room, the projection of a propaganda video shot in the late 1980s is played, the story of the great project to move the church, without ignoring a flood

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reportage

senza mancare d’incensare le capacità della Cecoslovacchia comunista. Tornati in superficie, la guida ci aspetta per condurci al centro della navata principale, delle tre di cui è composta la grande chiesa. La prima cosa che salta agli occhi è l’altezza del soffitto, e poi i suoi disegni, le linee che si intrecciano, un senso di vertigine. La nostra guida, un uomo sulla trentina i cui occhi sono ingranditi a dismisura dagli occhiali da vista, snocciola incessante e preciso la storia della chiesa, la fondazione, gli svedesi e la guerra dei trent’anni, i ritratti di San Giovanni Battista, infine il grande processo di spostamento. Minuzia così particolare da dire che la chiesa fu spostata di “circa” 841 metri e dieci centimetri. Saliti in mezzanino, dietro l’organo, un modellino funzionante della chiesa che si sposta sui binari e due bambini che si divertono con le miniature degli operai. Panorama cittadino Per concludere la nostra visita di Most, non rimane che una passeggiata fino al Castello di Hněvín, che domina la città. Questo era sorto nel IX secolo, tuttavia raso al suolo nel XVII; of praise for the capabilities of Communist Czechoslovakia. Once back to the surface, the guide waits for us in order to take us to the centre of the main nave, one of the three of which the great church is composed. The first thing that catches the eyes is the height of the ceiling, and then its designs, the interwoven lines, and a sense of vertigo. Our guide, a man aged around thirty whose eyes are magnified by his prescription glasses, constantly and precisely recounts the history of the church, the foundation, the Swedes and the Thirty-Year-War, the portraits of St. John the Baptist, and finally the great shifting process. Detailed even to the point of specifying that the church was moved “about” 841 metres and ten centimetres. Having gone up to the mezzanine, behind the organ, we found a small function-

l’attuale castello fu costruito tra 1896 e 1900. Prima di raggiungerlo, la sorpresa di un quartiere di grandi ville della borghesia d’inizio secolo, lasciti della Belle Époque nel declino dell’Impero. A metà salita, sotto il cocente sole di fine luglio, torna in mente la calma voce di Lucie che indica in dieci minuti la passeggiata necessaria. Era meglio non darle retta. Tuttavia la sosta ci fa notare un rumore incessante: è l’autodromo cittadino, su cui motori sfrecciano senza sosta.

Si trova al di là della collina, e il rombo ci accompagna sino alla sommità. Il castello, rinnovato di recente, è per buona parte adibito a ristorante. Dal torrione si gode in pieno del panorama. I Monti Metalliferi e i Monti della Boemia centrale, l’autodromo, il lago artificiale, la zona industriale, la chiesa, la distesa di paneláky. La sintesi di Most è sotto i nostri occhi. Il grande prato tra la città e l’industria è il segno del tempo e del vuoto che ha lasciato. Di certo è una città in cui le storie si

accavallano ed è affascinante scoprirle, ma dove queste non hanno lasciato ricchezze; è una delle località a più forte disoccupazione, soprattutto per adulti oltre i cinquant’anni, vecchi minatori che non sanno come riciclarsi. Chi può cerca fortuna altrove, o trova un po’ di adrenalina sfrecciando sul circuito. Una città particolare, questa Most. Scendendo la collina dai sentieri nel bosco, viene un po’ la curiosità: chissà cosa diranno i personaggi di quella serie sulla TV nazionale...

©GIUSEPPE PICHECA

Nella stazione centrale / At the train station

ing church model moving along rails and two kids who have fun with the miniature workers. City panorama To end our Most visit, there is only a walk to the Hněvín Castle, which dominates the city. This emerged in the 9th century, however, it was burned to the ground in the 17th century; the present castle was built between 1896 and 1900. Before reaching it, is the surprise of the neighborhood of large villas of the early century bourgeoisie, the charms of Belle Époque in the decline of the Empire. Halfway up, under the blazing sun of the end of July, Lucie’s

calm voice is heard again, indicating in ten minutes the necessary walk to be made. It was better not to trust her. However, the stop makes us notice a constant noise: it is the city motorracing, on which cars speed round incessantly. It is beyond the hill, and the roar accompanies us to the summit. The recently renovated castle is largely used as a restaurant. From the tower, you can enjoy the full panorama. The Ore Mountains and Central Bohemian Highlands, the racetrack, the artificial lake, the industrial zone, the church, the multitude of paneláky. A summary of Most is under our eyes. The big

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meadow between the city and the industry is a sign of the time and the void left. Certainly, it is a city where stories cross over and it’s fascinating to discover them, but where they have not left wealth; it is one of the worst places for unemployment, especially for adults over the age of fifty, old miners who do not know how to recycle. Who can move looks for luck elsewhere, others find some adrenaline jumping on the circuit. A particular city, this Most. Going down the hill from the paths into the woods, curiosity comes to us: what will the characters of that series say on the national TV...

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il mese de La Pagina

Giugno-Luglio 2017

Le principali notizie pubblicate sulla rassegna stampa quotidiana La Pagina

POLITICA (14 giugno) Procedura di infrazione per Praga. La Commissione europea agisce contro la Repubblica ceca, così come Polonia e Slovacchia, per il mancato rispetto da parte di questi paesi del sistema delle quote di ricollocazione dei migranti stabilito da Bruxelles. Pochi giorni prima Praga aveva sfidato la Ue annunciando che non avrebbe accolto nessun richiedente asilo fra quelli sbarcati in Italia e Grecia. --------------------------------------------------------------(15 giugno) Rivoluzione al vertice della ČSSD. Il primo ministro Bohuslav Sobotka si dimette dalla carica di presidente dei socialdemocratici, indotto a questo passo dalla progressiva perdita di consensi del suo partito. A prendere il suo posto è il primo vicepresidente Cssd, Milan Chovanec, ministro dell’Interno. Candidato premier, in vista delle elezioni autunnali, sarà invece Lubomír Zaorálek, oggi ministro degli Esteri. Sobotka rimane comunque sino alle elezioni alla guida dell’esecutivo. --------------------------------------------------------------(16 giugno) Zeman ricevuto dalla regina Elisabetta. Il Presidente ceco, giunto a Buckingham palace con la moglie e la figlia, durante il colloquio con la Sovrana, ricorda le decine di migliaia di cittadini cechi che studiano e lavorano in Gran Bretagna, chiedendo che non siano danneggiati dalla Brexit.

CRONACA (28 giugno) Peste suina in Repubblica Ceca. Il morbo, segnalato per la prima volta in questo paese, viene rinvenuto su alcuni cinghiali trovati morti nei pressi di Zlín, come annuncia il ministro dell’Agricoltura, Marian Jurečka. Dai controlli effettuati non emergono contagi in allevamenti suini. Pochi giorni dopo le autorità dispongono riapertura anticipata della caccia al cinghiale, con via libera agli abbattimenti soprattutto nelle zone attigue a quella dei primi contagi. --------------------------------------------------------------(14 luglio) Turista ceca vittima terrorismo in Egitto. La donna rimane coinvolta in un attentato compiuto in un resort di Hurghada, durante il quale perdono la vita anche due villeggianti tedesche. Colpita a un dorso e a un fianco, le sue condizioni inizialmente non sembrano gravi. Qualche giorno dopo sopraggiunge però una grave infezione e muore durante il ricovero al Cairo.

ECONOMIA, AFFARI E FINANZA (1 giugno) Babiš contro adozione euro. Il leader di Ano, ex ministro delle Finanze, è del parere che Praga, se rinunciasse alla corona e alla indipendenza della Česká národní banka, perderebbe uno strumento fondamentale contro eventuali crisi economiche. “L’eurozona era un progetto economico e ora è diventato un progetto politico. Non voglio pormi come garante dei debiti della Grecia e delle banche italiane, non voglio essere parte di questo sistema. Meglio aspettare riforma Eurozona”. --------------------------------------------------------------(1 giugno) Vola export industria armamenti. Quasi triplicato in tre anni il suo valore, essendo passato dai meno di otto miliardi di corone del 2014 ai quasi venti miliardi del 2016. A svolgere un ruolo di primo piano sono la Aero Vodochody, la Tatra Trucks, il gruppo Csg di Jaroslav Strnad e la Česka zbrojovka di Uherský Brod. E’ quanto emerso nel corso della Idet, fiera di settore a Brno. ---------------------------------------------------------------

(8 giugno) Stop agli allevamenti da pelliccia. La Camera approva il divieto, che dovrebbe scattare nel mese di gennaio del 2019. Attualmente nel paese risultano attivi nove allevamenti, che si concentrano soprattutto su visoni e volpi. Fallito il tentativo di un gruppo di deputati di far slittare il divieto al 2022. I critici dicono che il divieto favorirà la creazione di allevamenti abusivi. --------------------------------------------------------------(15 giugno) Indetta gara per pedaggio mezzi pesanti. Ad annunciarlo è il ministero dei Trasporti della Repubblica Ceca. In palio un appalto da 29 miliardi di corone, prezzo massimo previsto, per la gestione del sistema per dieci anni dopo il 2019. Le società interessate - che potranno proporre una soluzione tecnica uguale a quella attuale, oppure un sistema del tutto nuovo - avranno due mesi per iscriversi a partecipare. Come anticipato, è previsto che l’obbligo di pedaggio sui mezzi pesanti sia esteso ad altri 900 km di strade di prima classe. --------------------------------------------------------------(30 giugno) Qualità della vita: Rep. Ceca 22° nel mondo. E’ quanto emerge dall’ultima edizione del Social Progress Index, pubblicato dalla no profit statunitense Social Progress Imperative, con il supporto di Deloitte. L’Indice comprende 128 paesi. Al primo posto la Danimarca, all’ultimo la Repubblica centroafricana. --------------------------------------------------------------(11 luglio) Piano rilancio regioni depresse. Il governo ceco lo approva, prevedendo uno stanziamento di 42 miliardi di corone, nei prossimi tre anni, per la ristrutturazione economica delle regioni di Moravia Slesia, di Ústí nad Labem e di Karlovy Vary. Si tratta delle regioni più fortemente condizionate da attività industriali ed estrazione del carbone, che ne hanno limitato la competitività, con riflessi negativi sull’ambiente e sulla situazione sociale. Le risorse saranno utilizzate non solo per la rivitalizzazione ambientale, ma anche per rafforzare le infrastrutture, in modo da renderle più appetibili per gli investitori stranieri. --------------------------------------------------------------(11 luglio) Contrabbando sigarette al minimo. La Repubblica Ceca, dopo Danimarca, Svizzera e Portogallo, è fra i paesi europei con minore diffusione del traffico illecito di sigarette. La media Ue del commercio illegale è del 10%, mentre in Repubblica Ceca tale quota non supera il 3%. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato dalla Kpmg. Sul fronte opposto, la maggiore diffusione si riscontra in Lettonia. --------------------------------------------------------------(13 luglio) Milovice attira la GE Aviation. Il colosso americano potrebbe realizzare il suo futuro stabilimento, per la produzione di motori aerei, nell’ex area militare della Boemia centrale, il più esteso sito brownfield della Repubblica ceca, di proprietà della Regione. La località è fra quelle offerte alla General Electric Aviation Czech, che ha già raggiunto un accordo di massima con il governo ceco. --------------------------------------------------------------(19 luglio) In autunno lotteria scontrini fiscali. Ad annunciarlo è il ministero delle Finanze, con la prima estrazione a premi prevista per novembre, relativamente agli scontrini emessi in ottobre. La lotteria dovrebbe servire a incentivare i consumatori a farsi battere lo scontrino fiscale dai negozianti, rafforzando quindi l’efficacia del nuovo sistema del registro elettronico degli incassi. ---------------------------------------------------------------

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di GIOVANNI USAI (20 luglio) Praga e V4 contro doppia qualità alimentari. Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria accusano le multinazionali di vendere da loro prodotti più scadenti con lo stesso nome. Il premier ceco Bohuslav Sobotka sottolinea che la questione va affrontata e risolta a livello europeo, mettendo in rilievo gli importanti risultati che stanno scaturendo dalle proteste del Gruppo di Visegrad. --------------------------------------------------------------(22 luglio) Aziende chiedono modifica sistema incentivi. Nel mondo imprenditoriale ceco si fa largo l’idea che i sostegni pubblici agli investimenti vadano indirizzati maggiormente ai settori ad alto valore aggiunto e allo sviluppo di nuovi prodotti. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato fra le associazioni imprenditoriali. Il paese non necessita di altre catene di montaggio, in un periodo come questo di disoccupazione ai minimi storici. --------------------------------------------------------------(24 luglio) Repubblica Ceca potenza mondiale autobus. In rapporto al numero degli abitanti, è il paese dove se ne fabbricano di più. Il primato assoluto è quello della Iveco di Vysoké Mýto (regione di Pardubice). Lo scorso anno, nonostante il calo del fatturato, sceso a 14,5 miliardi di corone (200 milioni in meno del 2015), ha realizzato un utile di 1,7 miliardi di corone, in leggero aumento. In totale ha prodotto 3.885 autobus, il 4% in più. --------------------------------------------------------------(24 luglio) Semestre record per aeroporto di Praga. Nel periodo gennaio-giugno 2017 il Vaclav Havel Airport ha registrato la cifra di 6,76 milioni di passeggeri, più del 20% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quasi 1,2 milioni in più in termini assoluti. Un trend di crescita che prosegue a gonfie vele anche durante il periodo delle ferie. --------------------------------------------------------------(27 luglio) Record produzione auto. Nel primo semestre di quest’anno si è giunti in Repubblica ceca a 756.468 vetture, cifra record, in aumento del 5,1% rispetto stesso periodo scorso anno. Lo annuncia il presidente della Associazione produttori, Bohdan Wojnar, il quale mette in rilievo che l’industria delle quattro ruote continua a trainare l’economia ceca, nonostante l’attuale crisi della manodopera.

VARIE (1 giugno) La morte di Jiří Bělohlávek. Repubblica Ceca in lutto per la scomparsa del grande direttore d’orchestra, una celebrità anche in campo internazionale, avendo diretto le principali orchestre del mondo. Aveva 71 anni ed era malato da tempo. Direttore emerito della Orchestra filarmonica ceca, ha impugnato la bacchetta con la consueta maestria sino a poche settimane prima, al Rudolfinum, fra gli applausi del pubblico che lo amava. --------------------------------------------------------------(21 giugno) Dario Franceschini a Praga. Il ministro italiano dei Beni e delle Attività culturali, giunge nella capitale ceca per partecipare alla presentazione del restauro della Cappella dell’Assunzione della Vergine Maria, luogo simbolo della presenza italiana in Boemia, rimasta chiusa negli ultimi decenni in condizioni di inagibilità. Inaugura poi, all’Istituto italiano di Cultura, la mostra “La congregazione italiana di Praga - Una storia secolare”, in concomitanza con il 400esimo anniversario della consacrazione della chiesa di San Carlo Borromeo. ---------------------------------------------------------------


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APPUNTAMENTI FUTURI Dal 22 al 24 settembre

Dal 13 settembre al 29 novembre

Il 26 e 27 settembre

Presentata in febbraio a Praga, la Laver Cup è un nuovo torneo d’esibizione che, sul modello della Ryder Cup di golf, vede sfidarsi i big del tennis mondiale divisi in due team di sei giocatori, uno per l’Europa e uno per il resto del mondo. Il primo, capitanato da Bjorn Borg, vedrà scendere in campo in doppio i due campioni Roger Federer e Rafael Nadal; a guidare la squadra avversaria è John McEnroe. Il torneo, intitolato a uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, dovrebbe diventare un appuntamento annuale, a eccezione degli anni in cui si svolgono le Olimpiadi, che inizia due settimane dopo gli Us Open ma con una sede diversa a ogni edizione. La prima sarà ospitata nella capitale ceca dal 22 al 24 settembre, con tre giorni di gare che si disputeranno alla O2 Arena. lavercup.com

Fino a fine novembre Villa Winternitz, a Praga 5, ospita un’esposizione dedicata alle opere che l’architetto Adolf Loos realizzò nella città di Plzeň. Durante due soggiorni nella prima metà del secolo scorso, negli anni 1907-1910 e 1927-1932, Loos progettò gli interni delle abitazioni di alcune famiglie di ricchi imprenditori dell’allora comunità ebraica. Otto di queste ville moderniste si sono conservate fino a oggi e dal 2015, anno in cui Plzeň è stata Capitale della cultura, quattro di queste sono aperte al pubblico e incluse in tre itinerari turistici: le residenze dei coniugi Kraus, del dottor Vogel, dei Brummel e dei Semler. La mostra praghese porta a scoprire questi interni dal design originale attraverso testi esplicativi e fotografie d’epoca e attuali. www.loosovavila.cz

Il Maestro Walter Attanasi dirige due esecuzioni del Requiem in do minore del compositore Luigi Cherubini, nell’ambito del festival Italia Arte Fest. La prima si terrà il 26 settembre nella sala Dvořák del Rudolfinum di Praga, il giorno successivo il concerto verrà replicato nella sala Besední dům di Brno. Quest’ultimo si terrà in occasione dell’inaugurazione del Consolato onorario italiano nella metropoli morava ed è organizzato con il sostegno finanziario della Regione della Moravia meridionale e della città di Brno e con la collaborazione dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura. Il Requiem sarà eseguito dall’orchestra da camera Czech Virtuosi e dal coro georgiano del Teatro dell’Opera di Stato Z. Paliashvili di Tbilisi. www.czechvirtuosi.cz

From 22nd to 24th of September

From September 13th to November 29th

September 26th and 27th

Presented in February in Prague and created after the Ryder Golf Cup, the Laver Cup is a new exhibition tournament that seeks to challenge the greatest world tennis players divided in two teams of six players, one for Europe and one for the rest of the world. The first one, led by Bjorn Borg, will present a double match of the two champions Roger Federer and Rafael Nadal; John McEnroe will lead the opposing team. The tournament, named after one of the greatest tennis players of all times, should become an annual event that, excepting the years when Olympic Games take place, begins two weeks after the US Open having a different venue at every edition. The first one will be hosted in the Czech capital between 22nd and 24th of September; three days of games held at the O2 Arena. lavercup.com

Until the end of November, Villa Winternitz, in Prague 5, will be hosting an exhibition devoted to the works that the architect Adolf Loos created in Plzeň. During two long-term travels in the first half of the last century, between 1907-1910 and 1927-1932, Loos designed the homes’ interior of some wealthy entrepreneurial families belonging the Jewish community back then. Eight of these modernist villas have been preserved until today and since 2015, when Plzeň was the Capital of Culture, four of them have been open to the public and included in three tourist itineraries: the residences of Kraus, Dr. Vogel, Brummel and the Semler families. The exhibition in Prague reveals these interiors from the original design through explanatory texts and vintage and contemporary photographs. www.loosovavila.cz

Within the Italia Arte Fest festival, the Maestro Walter Attanasi will be conducting two executions of the Requiem in C minor belonging to the compositor Luigi Cherubini. The first one will take place on September 26th in Prague’s Rudolfinum, Dvořák Hall, and the next day the concert will be replicated in Besední dům’s concert hall in Brno. The latter will be held on the inauguration of the Italian Honorary Consulate in the Moravian metropolis. The event is organized with the financial support of the Southern Moravian Region and the city of Brno along with the collaboration of the Italian Embassy and the Italian Cultural Institute. The Requiem will be performed by the chamber orchestra Czech Virtuosi and the Georgian choir of the Tbilisi Z. Paliashvili State Opera and Ballet Theater. www.czechvirtuosi.cz

Laver Cup

Laver Cup

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Sabrina Salomoni

Adolf Loos e Plzeň

Adolf Loos and Plzeň

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Luigi Cherubini: Requiem

Luigi Cherubini: Requiem


appuntamenti events

FUTURE EVENTS

Sabrina Salomoni

Il 27 settembre

Dal 12 al 15 ottobre

Il 19 ottobre

Riaperto ai primi di luglio con sede nella piazza del centro storico Zelný trh, il Consolato onorario italiano a Brno sarà inaugurato ufficialmente il 27 settembre. È guidato dal console onorario Pavel Zezula, presidente dell’azienda tessile Nová Mosilana, e avrà il compito di coadiuvare l’Ambasciata italiana nell’assistenza ai connazionali. “Prende avvio una nuova fase della presenza italiana in Moravia” ha detto l’ambasciatore Aldo Amati, fase che prevede una serie di eventi di vario genere – dal design alla musica alla gastronomia – e di collaborazioni con le imprese italiane dislocate nella regione meridionale ceca. A sottolineare l’amicizia italo-ceca anche i 250 ombrellini con le tonalità del tricolore che per tutta l’estate hanno fatto da tetto alla centrale via Česká. ambpraga.esteri.it

Torna per il quinto anno il festival Signal, uno degli eventi di maggior richiamo in Repubblica Ceca che in quattro edizioni ha attirato oltre un milione e mezzo di visitatori nella capitale. In un mix di arte moderna e nuove tecnologie, uno spettacolo di luci colorate frutto della creatività di designer della luce cechi e mondiali per quattro notti trasforma le vie, le piazze, i parchi e gli spazi pubblici di Praga dando un volto nuovo e straniante ai monumenti storici più conosciuti e agli angoli meno noti. Il festival prevede installazioni interattive, innovazioni hightech, videomapping su decine di edifici, percorsi interattivi nel centro storico e la spettacolare cupola sferica Signal Dome dove, come in un planetario, basta alzare la testa per ammirare le proiezioni. www.signalfestival.com

In autunno il cantante, musicista e compositore Jaromír Nohavica torna a esibirsi alla O2 Arena di Praga, a quattro anni esatti dai due concerti dell’ottobre 2013, quando è stato il primo interprete a fare il tutto esaurito per due volte consecutive in uno dei più grandi palazzetti multifunzionali d’Europa. Sarà accompagnato come sempre dal polacco Robert Kusmierski al piano e alla fisarmonica e dal ceco Pavel Plánka alla batteria. Nohavica, che è stato il primo cantautore ceco a vincere il Premio Tenco e in quarant’anni di carriera ha segnato un sacco di record, è una leggenda del folk locale con canzoni popolari entrate nella memoria collettiva. Il prossimo 28 ottobre, giorno di festa nazionale, gli sarà conferita un’onorificenza di stato dal presidente Miloš Zeman. www.o2arena.cz

September 27th

From 12th to 15th of October

October 19th

Reopened in early July and seated in Zelný trh old town square, the Italian Honorary Consulate in Brno will be officially inaugurated on September 27th. It is under the guidance of the consul Pavel Zezula, chairman of the textile company Nová Mosilana, and is to be responsible for assisting the Italian Embassy in supporting the Italian community. “A new stage of the Italian presence in Moravia is beginning”, said Ambassador Aldo Amati. A stage that includes a series of events of various genres– from design to music and gastronomy – and collaborations with Italian companies located in the Czech Southern region. The 250 umbrellas barring the Italian flag colors that roofed the central street Česká throughout summer are a proof of the Italian-Czech friendship. ambpraga.esteri.it

Back for the fifth year on the row, the Signal Festival is one of the biggest events in Czech Republic that attracted over one million visitors to the capital for the last four editions. In a mix of modern art and new technologies, a spectacle of colorful lights sprung from the creativity of the Czech and international light designers transforms the streets, squares, parks and public spaces in Prague giving a new and strange face to the most famous historical monuments and to the less known places. The festival features interactive installations, high-tech innovations, video mapping on dozens of buildings, interactive pathways in the historical center and the spectacular Signal Dome spherical cupola where just as being in a planetarium, admiring the projections is only a head lifting away. www.signalfestival.com

In autumn, the singer, musician and composer Jaromír Nohavica returns to perform on O2 Arena in Prague, exactly four years after his two concerts in October 2013, when he was the first artist to completely sell out two consecutive venues in one of the largest multifunctional European arenas. As usual, he will be accompanied by the Polish artist Robert Kusmierski in piano and accordion and by the Czech Pavel Plánka in drums. Nohavica, who was the first Czech songwriter to win the Tenco Award and in forty years of career signed a large number of records, is a local folk legend with popular songs that entered in the collective memory. On October 28th, a national holiday in Czech Republic, he will be awarded a state decoration by the president Miloš Zeman. www.o2arena.cz

Il Consolato onorario italiano a Brno Festival Signal

The Italian Honorary Consulate in Brno Festival Signal

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Nohavica alla O2 Arena

Nohavica at O2 Arena

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LA REPUBBLICA DEGLI SHOPPING CENTER THE REPUBLIC OF SHOPPING CENTERS Con 120 centri commerciali e 192 parchi commerciali la Repubblica Ceca è fra le prime in Europa per densità di superfici di vendita

La Repubblica Ceca vanta un’elevata densità di superfici commerciali che la posizionano in cima alle classifiche del centro Europa. Centri e parchi commerciali sono in continua espansione, ottima fonte di guadagno per i costruttori e luoghi dove

la gente ama trascorrere weekend e tempo libero. Partiamo dai numeri. I consulenti della Cushman & Wakefield hanno pubblicato lo studio “Lo sviluppo dei centri commerciali europei” (European Shopping Center Development

Report), una mappatura con i dati più attuali del mercato. Il volume totale di spazi di vendita in Europa centro-orientale, Russia compresa, ha raggiunto all’inizio del 2017 i 50,8 milioni di mq, di cui 2,5 milioni in Repubblica Ceca. Questo Paese

The Czech Republic boasts a high density of commercial sites placing itself at the top of Center European charts. The shopping centers and business parks are constantly expanding, being a great source of revenue for builders and a place where people love spending time during weekends and their spare time.

Let us start with numbers. Cushman & Wakefield consultants have published “The European Shopping Center Development Report”, a mapping with the most current market data. The total volume of sales space in Central Eastern Europe, including Russia, has reached 50.8 million sqm

in early 2017, out of which 2.5 million in Czech Republic. This country has about 120 of these facilities while the sites in preparation amount to 57.000 sqm (of which eighty percent will represent an extension of the already existing centers) compared to 33.300 sqm last year.

di Sabrina Salomoni by Sabrina Salomoni

Having 120 shopping centers and 192 business parks, Czech Republic is among the first countries in Europe based on the density of retail areas

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© CUSHMAN & WAKEFIELD

Due grafici che indicano le maggiori aperture di centri commerciali nell'ultimo anno e il volume di investimenti nel biennio 2015-2016 / Two charts showing the top shopping centers openings in the last year and the volume of investments in the two-year period 2015 to 2016

Concurrently, there is a boom of new shopping parks, which are preferred by the Czechs. They are a retail typology that comprises shops, which are not included in a single structure. Nowadays there are 192 retail parks covering an area of about 790.000 sqm that place the country on the second position in Central Europe, after Poland. The construction of other 66 is planned for an extension of 300.000 sqm. “Even from the perspective of per inhabitant count, Czech Republic comes in second, after Slovakia, with 78 square meters per thousand inhabitants”, said Jiří Kristek from Cushman. Some cities are overcrowded. With one hundred thousand inhabitants in Northern Bohemia, the leading place of Liberec was surprising and in 2013, it became the main point of reference with the highest density of commercial spaces in Europe, 1.200 sqm per one thousand inhabitants. This is more than Prague that then reached 732 sqm; and

more than Paris, London or Moscow. The interest of various companies was concentrated on Liberec, and none of them abandoned the achievement of their retail areas. After the expansion of the suburban Nisa in the late 90s, the city center sheltered Delta, Plaza and Forum. The result was the collapse

of the shops on the surrounding streets. In order to thrive, the owners moved to new locations, despite the nearly double rental prices. The expansion of shopping centers It is slightly unbelievable, but the shopping centers in this country began their existence in January 2, 1957 when the

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conta circa 120 di queste strutture mentre le superfici in cantiere ammontano a 57.000 mq (di cui l’80% sarà costituito da ampliamenti di centri già esistenti), contro i soli 33.300 mq dell’anno scorso. Si assiste al contempo a un boom di nuovi parchi commerciali – tipologia di vendita composta da negozi non inclusi in un’unica struttura – che i cechi sembrano prediligere. Attualmente sono 192 con un’area di circa 790.000 mq che colloca il Paese al secondo posto in Europa centrale, dopo la Polonia. È pianificata la costruzione di altri 66, per un’estensione di 300.000 mq. “Anche dal punto di vista del calcolo per abitante la Repubblica Ceca è al secondo posto, dopo la Slovacchia, con 78 mq ogni mille abitanti” ha detto Jiří Kristek della Cushman. Alcune città sono sovraffollate. Inaspettato il primato di Liberec, centomila abitanti nel nord della Boemia, che nel 2013 si è rivelato il capoluogo con la maggior densità di spazi commerciali in Europa, 1.200 mq ogni mille abifirst structure of this kind opened its gates in Prague, in Strašnice district, in the housing complex Solidarita. The only new construction of this year is the Central Jablonec, completed in early 2017. Prague The Style Outlets was scheduled to be opened in autumn this year near the capital’s airport, counting over

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tanti. Più di Praga che allora arrivava a 732 mq; più di Parigi, Londra o Mosca. L’interesse di varie imprese si concentrò su Liberec e nessuna rinunciò a realizzare il suo grande magazzino. Dopo l’ampliamento del periferico Nisa alla fine degli anni ‘90, nacquero Delta, Plaza e Forum nel centro cittadino. Il risultato fu il fallimento dei negozi nelle vie circostanti. Per sopravvivere i negozianti si spostarono nei nuovi centri, nonostante gli affitti quasi raddoppiati.

L’espansione dei centri commerciali Non si direbbe, ma i centri commerciali in questo Paese esistono dal 2 gennaio 1957, quando fu aperta a Praga la prima struttura di questo tipo nel quartiere di Strašnice, nel complesso abitativo Solidarita. Quest’anno l’unica nuova costruzione è il Central Jablonec, terminato a inizio 2017. In autunno doveva essere inaugurato anche il Prague The Style Outlets nei pressi dell’aeroporto della capitale,

oltre 20.000 mq e più di 100 negozi (nella prima fase), apertura rinviata alla primavera del 2018. Oggi lo spazio a disposizione per nuove edificazioni è limitato e lo sviluppo consiste perlopiù in ampliamenti degli edifici esistenti, che come già indicato costituiscono l’80% dei lavori di costruzione attualmente in corso, contro il 25% su scala europea. Per i costruttori ha più senso ampliare, la fase di preparazio-

Lo sviluppo di questi insediamenti commerciali è trainato attualmente in Repubblica Ceca dai centri già esistenti The already existing shopping centers in Czech Republic drive the development of these commercial settlements

© AKTRON, WIKIMEDIA COMMONS

Il centro commerciale Palladium di Praga / Palladium shopping mall in Prague

20.000 sqm and sheltering more than 100 stores (in the first phase). Its opening was postponed to spring 2018. Nowadays, the available space for new buildings is limited and the development consists mainly in the expansion of the existing buildings that, as already indicated, account for eighty percent of the ongoing construction work, compared to twenty-five percent on a European scale. For the builders it

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makes more sense to expand, the project preparation phase is shorter and one can count on public transportation and existing clientèle. It focuses on areas close to the main junction, such as Tesco in Brno, near Vaňkovka Gallery and the central rail station of the Moravian county seat. Until ten years ago, we were building mainly in the suburbs, but nowadays people want to have shops in their

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hands reach to mix shopping with other errands. The Savarin project foresees an area of approximately 35,000 sqm between the main streets of the center of Prague, Na Příkopě, Jindřišská and Panská. However, right on Wenceslas Square, the modern shopping and office building Květinový dům is still to be built. It is a project dedicated to those that cherish the architectural heritage but one that


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ne dei progetti è più breve e si può contare su mezzi pubblici e clientela attuali. Ci si concentra sulle aree vicine ai principali snodi stradali come la Tesco di Brno, nei pressi della Galleria Vaňkovka e della stazione centrale del capoluogo moravo. Fino a dieci anni fa si costruiva soprattutto nelle periferie, oggi la gente vuole avere i negozi a portata di mano per unire le spese ad altre commissioni.

Il progetto Savarin prevede un’area di circa 35.000 mq fra le principali vie del centro praghese, Na Příkopě, Jindřišská e Panská. Direttamente su Piazza Venceslao dovrebbe invece sorgere la Květinový dům, un edificio moderno con negozi e uffici, progetto inviso a chi tutela i beni architettonici che però non sono riusciti a evitare la demolizione del vecchio palazzo (risalente al 1880). Fra gli altri nuovi progetti in programma citiamo il Dejvice Center di piazza

Vítězné náměstí a Praga 6 o il Palác Stromovka a Praga 7. Altre strutture sono prevedibili nel centro di Plzeň o Zlín. A livello economico, da inizio anno gli investitori hanno chiuso transazioni per quasi un miliardo di euro, più che nell’intero 2015 che pure fu un anno forte, quello in cui la Union Investment acquistò il Palladium per la cifra record di quasi 600 milioni di euro, la più alta mai raggiunta nel Paese. Una ripresa forte dunque, dopo il calo del 2016, quando

furono investiti 432 milioni di euro, il 49% in meno rispetto al 2015. Negli ultimi tempi una dozzina dei 120 centri commerciali ha cambiato proprietario. In marzo il fondo tedesco Deutsche EuroShop ha rilevato l’Olympia di Brno, il più grande della Moravia, per 374 milioni di euro. Nella prima metà di agosto il gruppo praghese Star Capital Investments ha comprato Futurum Ostrava e Haná Olomouc; la CPI di Radovan

© ROMANM82, WIKIMEDIA COMMONS

L'ipermercato Tesco nel centro di Brno / Tesco Hypermarket in the heart of Brno

failed to prevent the demolition of the old building (dating back to 1880). Among other ongoing projects, we must mention Dejvice Center of Vítězné Square, in Prague 6 or Palác Stromovka in Prague 7. Other constructions are planned in the center of Plzeň or Zlín. On an economic level, from the beginning of this year the investors started trading almost one billion euros, more than in 2015; it was however, a

strong year, while the Union Investment acquired Palladium for the record amount of 600 million euros, the highest registered in the country. Therefore, it was a strong recovery after the downfall in 2016 when 432 million euros were invested, forty-nine percent less compared to 2015. Recently, a dozen out of 120 shopping centers have changed their owner. In March, the Deutsche EuroShop German

fund took over the Olympia in Brno, the largest in Moravia, for 374 million euros. During the first half of August the Prague-based group Star Capital Investment bought Futurum Ostrava and Haná Olomouc; Radovan Vítek’s CPI sold the gallery Arkáda Prostějov. The CPI is one of the four major companies that split amongst them half of the Czech market, along with the German Saller and Intercora and the Austrian Immofinanz.

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We note major developments for Ikea as well, which sold this year 25 of its European and Czech retail parks, including Avion Shopping Park of Prague-Zličín, for 900 million euros. The construction of new retail parks This year, there is a new boom in the construction of retail parks that attracts as well small investors, ready to invest seven to 15 million euros. There will be an increase of 34%. The

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Vítek ha venduto la galleria Arkáda Prostějov. La CPI è una delle quattro grandi società che si dividono la metà del mercato ceco, assieme alle tedesche Saller e Intercora e all’austriaca Immofinanz. Grandi operazioni anche per Ikea che ha venduto quest’anno ben 25 dei suoi parchi retail europei e cechi, tra cui l’Avion Shopping Park di PragaZličín, per 900 milioni di euro. La costruzione di nuovi parchi retail Quest’anno si assiste a un nuovo boom di costruzione dei parchi com-

merciali che attirano anche i piccoli investitori, pronti a impiegare dai 7 ai 15 milioni di euro. L’incremento sarà del 34%. Il numero maggiore di strutture si riscontra nelle regioni della Moravia-Slesia e di Olomouc. I costruttori puntano ora alla Boemia Centrale. Nelle piccole città i complessi sono più modesti, con una grandezza ottimale di 2.500 mq. La carenza di ristoranti e caffè è la principale lacuna ma, seguendo un trend europeo, iniziano a moltiplicarsi. Secondo i dati della Cushman nei

centri commerciali cechi attualmente ci sono 759 esercizi gastronomici, il 20% della superficie totale. Esemplare il caso del Quadrio di Národní třída che, in perdita a due anni e mezzo dall’apertura, ha trasformato il primo piano in una zona gastronomica. “Rispetto all’estero restiamo indietro nel design e in servizi che, sfruttandone a pieno il potenziale, garantirebbero maggiori profitti” commenta Kristek. Per sopravvivere, centri e parchi commerciali cercano di differenziarsi incrementando l’offerta con

© PRAGUE THE STYLE OUTLETS

greatest number of constructions is in the regions of Moravia-Silesia and Olomouc. The builders aim now towards Central Bohemia. In the small cities, the structures are more modest, with an optimal size of 2,500 sqm. The shortage of restaurants and coffee shops is the main gap, but they bind to multiply following a European trend. According to Cushman’s data, the Czech shopping centers are currently hosting 759 gastronomic facilities, occupying

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twenty percent of the total area. As an example, we have the case of Quadrio from Národní třída, which being in loss two and a half years after the opening, has transformed its first floor into a gastronomic area. “If we compare to abroad we are behind in design and services which, if taken full advantage of would provide greater profits”, comments Kristek. In order to thrive, shopping centers and retail parks try to differentiate among

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each other by increasing the offer with expensive brands, gas pumps, laundry shops, bank branches, travel agencies and other offices. The improvements relate even to gaming and relaxation areas, installing computer and cell phone charging stations and providing free wi-fi. Success did not delay. More and more families choose the shopping centers on their free days. Eighty percent of people go there once a month, and


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marchi costosi, pompe di benzina, lavanderie, filiali di banche, agenzie di viaggio e altri uffici. Le migliorie riguardano anche gli arredi di aree relax e giochi, s’installano postazioni per ricaricare computer e cellulari e si fornisce il wi-fi gratuito. Il successo non manca. Nei giorni liberi sempre più famiglie scelgono i centri dello shopping. L’80% della gente ci va una volta al mese, il 40% una alla settimana. “Ci andiamo ogni domenica. Ai bambini piace molto” dice la trentacinquenne Veronika. “Non ci si annoia.

Ci divertiamo, facciamo la spesa e torniamo a casa”. In effetti sono luoghi in cui si pensa a tutto, dal divertimento al pranzo, dalla spesa al cinema, fino allo sport con il bowling, la palestra o le piste per pattinare in inverno. Dipende però anche dalle località, perché nel 2014 un’analisi dell’operatore telefonico O2, sul numero di cellulari allacciati ai centri di Černý Most e Chodov, dimostrava come nel weekend il numero di visitatori scendesse rispettivamente del 25% e 45% rispetto ai giorni lavorativi.

Nel weekend non manca certamente la clientela agli outlet che ottengono circa la metà dei loro guadagni. Quasi al confine con l’Austria, il Freeport Fashion Outlet di Hatě con i suoi 75 negozi ha richiamato nel 2016 quasi due milioni di persone, per la metà provenienti dall’Austria. Gli introiti sono cresciuti del 13% su base annua, per un totale di oltre 65 milioni di euro. Un risultato storico, a detta del direttore Jan Procházka. “Dai nostri sondaggi è emerso che si unisce la tappa all’outlet alla visita

delle località turistiche dei dintorni”. Nei giorni di festa gli incassi sono cinque volte maggiori della media giornaliera. A questo proposito va detto che le chiusure, in otto giornate di festa nazionale, imposte lo scorso anno per legge agli esercizi con più di 200 mq, stanno causando una perdita significativa. Chiusure o meno, se un tempo s’invidiavano i centri commerciali a chi viveva in città, oggi ci si può dedicare ovunque agli acquisti nella Repubblica dello shopping.

forty percent a week. “We go there every Sunday. The children like it a lot”, says 35 year old Veronika. “One cannot get bored. We have fun, we shop and we go back home”. In fact, there are places that cover all tastes, from amusement to dinning, from shopping to cinema, sport with bowling, gym or skating rings during wintertime. However, it all depends on the locations as well; in 2014, an analysis

of the phone operator O2 concerning the number of cell phones connected to the centers of Černý Most and Chodov proved that during the weekend the number of visitors would in fact decrease by twentyfive percent and by forty-five percent on working days. During weekend, the outlets are filled with customers and they are therefore reaching about a half of their earnings. Close to the Austrian

border, the Freeport Fashion Outlet in Hatě with its 75 shops attracted nearly two million people in 2016, half of them from Austria. The revenues grew by thirteen percent on an annual basis, totaling over 65 million euros. A historical outcome, said the manager Jan Procházka. “Our surveys showed that people are merging outlet shopping with visiting the touristic places in the area”. On holidays, the profits are

five times higher than the daily average. In this regard, we could say that the closed days, during eight national holiday days, imposed last year by law to businesses having more than 200 sqm are causing a significant loss. Closed or not, if a while ago the shopping centers were a matter of envy of those living in the cities, nowadays one can give in to shopping anywhere in the Republic of shopping centers.

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DAL FUTURISMO ALL’ARTE POVERA FROM FUTURISM TO ARTE POVERA Tra le molte e inestimabili collezioni d’arte della Galleria Nazionale di Praga, l’esposizione permanente di opere dei secoli XIX e XX, ospitata nel moderno edificio del Veletržní palác, a Praga 7, è davvero ricchissima e unica.

I curatori di questa importante istituzione ceca, che affonda le sue radici nel lontano 1796, ma creata ufficialmente solo nel 1949, sono sempre stati molto attenti ai movimenti artistici moderni e, in modo particolare, interessati alle avanguardie

Opere d’arte italiane del XX secolo alla Národní Galerie di Praga di Mauro Ruggiero by Mauro Ruggiero

20th Century Italian Artworks at Národní Galerie in Prague

Palazzo Veletržní, sede della collezione d’arte moderna e contemporanea della Galleria Nazionale di Praga / Veletržní palace houses the collection of modern and contemporary art of the Prague National Gallery

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europee sviluppatesi nei diversi paesi nei primi anni del Novecento. Fin dal periodo compreso tra le due guerre mondiali, con l’aiuto del governo cecoslovacco e il contributo di intellettuali e personalità di spicco tra cui Tomáš G. Masaryk, furono fatti


arte art

acquisti di importanti opere testimonianti gli sviluppi artistici in atto sul continente, e altre successive acquisizioni furono operate nel corso del tempo per dotare la città di un patrimonio rilevante anche nel campo delle espressioni artistiche moderne e contemporanee. La caratteristica principale della raccolta di opere del XX secolo della Galleria Nazionale di Praga è quella di essere una collezione – come la definì un ex direttore della stessa, Milan Knížák – “poco appariscente e di carattere meditativo e intimo”; vale a dire una raccolta di opere in cui è privilegiato il rapporto tra queste e l’artista che le ha create, piuttosto che scelte in base all’impatto che hanno

Gino Severini: Ballerina irrequieta / Restless Dancer

© NÁRODNÍ GALERIE

© MICHELE SIRCHI, WIKIMEDIA COMMONS

Being among the many priceless collections of the National Gallery in Prague, the truly rich and unique permanent exhibition of 19th and 20th century artworks is displayed in the modern building of the Veletržní palác, Prague 7. The curators of this important Czech institution, originating in 1796 but officially created only in 1949, have always been very attentive to modern artistic movements and showing particular interest in the European avantgardes developed in different countries in the early 20th century. From the period between the two world wars, with the supportof the Czechoslovakian government and the contribution of distinguished intellectuals and personalities including Tomáš G. Masaryk, important artworks that proved the artistic developments on the conti-

nent have been acquired. Other subsequent acquisitions were carried out over the time to provide the city with a significant heritage even in the area of modern and contemporary artistic expressions. As defined by Milan Knížák, one of the former directors of the Prague’s National Gallery, the main features of the 20th century artwork collection are “discrete and with a meditative and intimate character”. Namely, a collection of artworks that privilege their relationship with the artist that created them rather than being chosen based on their impact on the public and therefore, their notoriety. This is precisely the specificity that makes it unique of its kind. Among the many protagonists of the 20th century’s diverse art season, Prague reveals us high-level personali-

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avuto sul pubblico e, quindi, alla loro notorietà. Proprio questa, infatti, è la particolarità che la rende unica nel suo genere. Tra i tanti protagonisti di questa variegata stagione dell’arte che è stata il XX secolo, troviamo a Praga – solo per fare qualche nome – personalità di primissimo piano come Alfons Mucha, Pablo Picasso, Gustav ties such as Alfons Mucha, Pablo Picasso, Gustav Klimt, just to name a few of them. We could also mention Russian avant-gardists such as Aristarkh Lentulov and Robert Falk and naturally, Josef Čapek, Josef Váchal, Emil Filla, František Kupka, the most important Czech national artists of Modernism and of the subsequent decades. The French artists section is particularly rich preserving works of Paul Gauguin, Paul Cézanne, Eugène Delacroix and many others. Nevertheless, on the international scene of all famous art names in Prague, “the Italian section” occupies a valuable position, including works of extraordinary authors who have contributed to the notoriety of the 20th century Italian art, and not only. In this period, Belpaese has seen the development of different currents, not

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Klimt... Avanguardisti russi come Aristarkh Lentulov e Robert Falk e, naturalmente,i più importanti artisti nazionali cechi del Modernismo e dei decenni successivi come Jo-

© NÁRODNÍ GALERIE

Pietro Dorazio: Rosso Universale / Universal red

sef Čapek, Josef Váchal, Emil Filla, František Kupka ecc. Particolarmente ricca la sezione di artisti francesi che conserva opere di Paul Gauguin, Paul Cézanne, Eugène Delacroix e molti altri ancora. Ma nel panorama internazionale dei grandi nomi dell’arte a Praga, certamente non secondaria importanza riveste quella che potremmo definire la “sezione degli italiani” che annovera lavori di straordinari autori che hanno contribuito a far grande l’arte italiana, e non solo, del XX secolo. In questo periodo, infatti, il Belpaese ha visto lo sviluppo di diverse correnti protagoniste non solo nelle arti visive, ma anche nell’architettura e altri campi. Basti pensare, ad esempio, al movimento futurista attivo in pittura e in architettura, ma anche nella musica, nella letteratura e persino nel cinema e nella politica. Oppure alla Pittura Metafisica e, ancora, all’Astrattismo e all’Arte Concettuale, fino alla Pop Art e all’Arte Povera. only in visual arts, but also in architecture and other fields. Consider, for example, the active futuristic movement in painting and architecture, but also in music, literature and even in cinema and politics. Just the same, we might think of the Metaphysical painting and even further of the Abstract and Conceptual Art, Pop Art and Arte Povera. We provide here below a brief and incomplete review of only a few represent-

Emilio Vedova: Storia crudele del nostro tempo / Cruel history of our time

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© NÁRODNÍ GALERIE

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arte art

Del folto gruppo di autori italiani del secolo scorso, presenti con le loro opere nelle sedi della Galleria Nazionale ceca, forniamo qui una breve e incompleta rassegna. Il primo autore è Gino Severini (18831966). Severini, nato come neoimpressionista, aderì al Futurismo e fu, nel 1910, tra i firmatari del Manifesto dei pittori futuristi. Dopo la guerra approdò al Cubismo e tra i suoi temi preferiti troviamo la raffigurazione della luce, la rappresentazione del movimento e di avvenimenti separati cronologicamente tra essi, ma uniti nel ricordo dell’artista. La sua “Ballerina irrequieta”, opera del 1911, è oggi in mostra a Praga. Severini partecipò con questo quadro alla grande mostra itinerante dei futuristi italiani inaugurata a Parigi nel febbraio del 1912. L’opera, un olio su tela delle dimensioni di 74×55 cm, si trova in Cechia dal 1960. Altra opera interessante che è possibile ammirare è “Storia crudele del

Giacomo Manzù: Bambina sulla sedia / Young Girl on a Chair

nostro tempo”, del 1963, del pittore autodidatta Emilio Vedova (19192006) che, a partire dagli anni ‘60, viene considerato il rappresentante principale dell’Arte Informale italiana. In questa opera, acquistata dalla

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Lucio Fontana: Concetto spaziale / Spatial concept © NÁRODNÍ GALERIE

atives of the wide group of last century’s Italian authors displaying their works in the Czech National Gallery. The first author is Gino Severini (1883-1966). Born as a neo-impres-

sionist, Severini joined the Futurism and in 1910 he was among the signatories of the Futurist Painters’ Manifesto. After the war, he attained Cubism. Among his favorite themes,

we must mention the representation of light, of movement and of events that are chronologically separated, but united in the memory of the artist. His “Restless Dancer”, dating from

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1911 is currently exhibited in Prague. With this painting, Severini was part of the great traveling exhibition of futurist Italians inaugurated in Paris, in February 1912. The artwork, an oil on canvas of 74x55 cm is located in Czech Republic since 1960. Another interesting artwork that can be admired is the 1963’s “Storia crudele del nostro tempo” (Cruel History of our Time) belonging to the self-taught painter Emilio Vedova (1919-2006). Since the 1960s, he has been considered the main representative of Italian Arte Informale. In this artwork, purchased by the Gallery in 1969, Vedova divides the complex painting infour parts and paints with oil and paint on a plywood surface applying the “gestural painting” typical for his style. Walking through the large rooms of the Veletržní palace, we also encounter one of the most famous Italian sculptors of the period: Giacomo Manzù (1908-1991). Born as a gold-

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In alto, Renato Guttuso; in basso, la sua opera Notizie / Above, Renato Guttuso; below, his painting News

galleria nel 1969, Vedova suddivide il complesso quadro in quattro parti e dipinge con olio e vernice su una superfice di compensato applicando la “pittura gestuale” tipica del suo stile. Camminando attraverso le ampie sale del Veletržní palác troviamo anche uno degli scultori italiani più celebri del periodo: Giacomo Manzù (19081991). Lo scultore, che nasce come orafo e stuccatore, fu l’autore, nel 1955, dell’opera dal titolo “Bambina sulla sedia” arrivata a Praga nel 1972. Si tratta di un bronzo che rappresenta un’elaborazione realistica di un soggetto umano in cui Manzù esalta la concretezza della forma e, al tempo stesso, la leggerezza di questa. In questo lavoro lo scultore modifica i principi classici del realismo facendoli

convergere magistralmente in un’espressione moderna. Pietro Dorazio (1927-2005) fondatore nel 1947 del gruppo artistico “Forma 1” che si opponeva alle tendenze tradizionalistiche, a partire dalla fine degli anni ‘50 fu autore di interessanti composizioni cromatiche la cui struttura può essere allargata all’infinito. “Rosso universale”, un olio su tela di 163x98 cm, composto tra il 1962 e il 1963, si trova a Praga dal 1970 e rappresenta la fase creativa dell’artista caratterizzata da opere pittoriche al cui interno sono rappresentate grandi strisce orizzontali inserite in spazi traboccanti di colori e luce. Altro grande nome dell’arte italiana che incontriamo a Praga è quello di Lucio Fontana (1899-1968), pittore e

ceramista di origine argentina, noto per aver cercato di integrare all’interno del quadro lo spazio reale e quello artificiale utilizzando la tecnica della perforazione della tela. Grazie a lui, il “taglio” nella tela ha rappresentato un nuovo mezzo espressivo in cui si tenta una compenetrazione inedita tra forma e spazio. Il suo “Concetto spaziale”, opera degli anni ‘60, venne acquistato dalla Národní galerie nel 1970 e fa parte del ciclo di quadri in cui Fontana sviluppa la sua poetica dell’evocazione dello spazio infinito. Restauratore di formazione e per un po’ di tempo studente di diritto, Renato Guttuso (1912-1987) non poteva mancare tra i grandi nomi italiani dell’arte del XX secolo. Guttuso fu membro del Partito Comunista Italiano da cui uscì

© NÁRODNÍ GALERIE

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arte art

solo negli ultimi anni della sua vita. L’opera presente a Praga ha una forte connotazione politica: si tratta di “Notizie” del 1971. Il lavoro creato con olio, vernici, fotografie, carta e legno, delle dimensioni di 325×436 cm, venne acquistato nel 1973 direttamente dall’autore. Questo quadro di Guttuso si inserisce nella produzione dell’artista che testimonia il suo impegno politico, così come molte altre opere monumentali da lui create negli anni ‘70. Concludiamo questa breve carrellata di artisti italiani con un’opera particolare: quella dell’artista biellese Michelangelo Pistoletto, classe 1933, restauratore passato prima alla pittura figurativa e in seguito a una produzione di tipo concettuale. Pistoletto fa uso di forme e materiali diversi ed è uno dei protagonisti indiscussi del movimento italiano “Arte Povera”. Il suo “La tomba dello specchio”, del 1993, è una installazionenata per lo spazio del Convento di Santa Agnese Boema di Praga; uno specchio “senza macchia”, adagiato sul pavimento dell’antico edificio, che rimanda alla

Michelangelo Pistoletto: La tomba dello specchio / Mirror coffin

smith and plasterer, the sculptor was the author of the artwork “Young Girl on a Chair” (1955), arrived in Prague in 1972. The bronze sculpture represents a realistic elaboration of a human subject. Through his sculpture, Manzù glorifies both the concreteness of form and its lightness. In this artwork, the sculptor modifies the classic principles of realism, making them converge masterfully in a modern expression. Starting the late 1950s, Pietro Dorazio (1927-2005), the founder of the artistic group “Forma 1” (1947) which opposed traditional tendencies, created interesting chromatic compositions whose structures can be extended to infinity. “Rosso universale” (Universal red), a 163x98 cm oil on canvas, painted between 1962 and 1963, has been in Prague since 1970. It represents the creative stage of the artist characterized by paintings depicting large horizontal strips inserted in areas

overflowing with color and light. Another great name of the Italian art in Prague is Lucio Fontana (18991968), a painter and ceramist of Argentinian origin, known for having tried to integrate real and artificial space within the painting by using the technique of canvas perforation. Thanks to him, the “cut” in the canvas was a new means of expression through which an innovative interplay between shape and space was attempted. Dating back to the 1960s, his artwork “Spatial Concept” was acquired by Národní Galerie in 1970; the painting is part of a series of artworks in which Fontana develops his infinite space evocation poetics. Art conservator and briefly a law student, Renato Guttuso (1912-1987), could not be set apart from the great names of the 20th century Italian art. Guttuso was a member of the Italian Communistic Party from which he separated during the last years of his life.

purezza di Santa Agnese e in cui si riflette l’architettura di questo luogo sacro di particolare suggestione. L’opera fu donata dall’autore nel 1993. Un simbolo dell’universalità dell’arte, ma anche un riconoscimento ai grandi artisti italiani del XX secolo, questo, e non solo, rappresenta oggi la collezione di opere italiane della Galleria Nazionale di Praga.

© NÁRODNÍ GALERIE

The artwork displayed in Prague has a strong political resonance: it is the 1971’s “Notizie” (News). The 325x436 cm painting was created with oil, paint, photographs, paper and wood and was acquired in 1973 directly from the author. This painting is part of the artist’s creation that shows his political commitment, just as well as many other monumental works that he created in the 1970s. We round off this short collection of Italian artists with a specific artwork: that of Michelangelo Pistoletto, class of 1933.He wasan art conservator who firstly approached figurative painting following thereafter a conceptual production. Pistoletto uses different

shapes and materials and he is one of the undisputed protagonists of the Italian “Arte Povera” movement. His 1993’s “La tomba dello specchio” (Mirror coffin) is an installation set up for the space of the Convent of Santa Agnese Boema in Prague; a “spotless” mirror, laying on the floor of the old building, reflecting both the purity of Saint Agnes as well as the architecture of this sacred place with a special charm. The author donated the work in 1993. The collection of Italian artworks from the National Gallery in Prague is not only a symbol of the art’s universality but also an acknowledgment to the great 20th century Italian artists.

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Dai tempi di Karel Čapek e del suo robot, e persino da prima, la science fiction di questo paese ha avuto una profonda influenza anche all’estero, nel cinema e nella letteratura

CECOSLOVACCHIA, CULLA DELLA FANTASCIENZA CZECHOSLOVAKIA, CRADLE OF SCIENCE FICTION Vi siete mai chiesti dove abbia avuto origine la parola “robot” e l’idea stessa di un automa di questo tipo? Oppure, quando il mondo della cultura ha cominciato a parlare della minaccia di guerra nucleare? In un certo sen-

so – per chi non lo sapesse – tutto è partito dalla Cecoslovacchia. Quello della fantascienza è un genere che da queste parti ha attraversato fasi di grande splendore sin dai tempi dell’indipendenza nazionale del 1918

e della Prima Repubblica, ma anche in periodi come quello dell’invasione nazista (1938-1945) e dei quarant’anni di comunismo. Le origini di tale tradizione andrebbero però fatte risalire addirittura

di Lawrence Formisano by Lawrence Formisano

From the time of Karel Čapek and his robots, and even before, this country’s science fiction has had a profound influence also abroad, both in cinema and in literature

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Karel Čapek e la copertina della prima edizione ceca di R.U.R. disegnata dal fratello Josef Čapek nel 1920 / Karel Čapek and the cover of the first Czech edition of R.U.R. designed by his brother Josef Čapek in 1920

Have you ever wondered where the word “robot” originated from, as well as the very idea of such a machine? Or when the cultural world began to talk about the threat of nuclear war? In a way, for those who did not know, it all started in Czechoslovakia. Science fiction is a genre that has gone through stages of splendor in a territory which since the era of national independ-

ence of 1918, and the First Republic, also underwent periods such as the Nazi invasion and occupation (1938-1945) and the forty years of communism. The origins of this tradition, however, should be traced back to 1881, when writer Karel Pleskač wrote Život na měsíci, Life on the Moon, a novel that can be considered the true first step into Czech sci-fi.

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Karel Čapek, father of a genre Usually, however, when it comes to Czechoslovakian (or even European) science fiction, one cannot fail to start with writer and playwright Karel Čapek (1890-1938), who in 1920 was the author of the three-act theatrical piece R.U.R., Rossumovi univerzální Roboti (“Rossum’s Universal Robots”). The word robot, then used for the first


cinema

al 1881, quando lo scrittore Karel Pleskač scrisse Život na měsíci, Vita sulla luna, un romanzo che può essere appunto considerato il vero primo passo dello sci-fi ceco. Karel Čapek, padre di un genere Di solito comunque, quando si parla di fantascienza in Cecoslovacchia (o anche in Europa), si è soliti iniziare con lo scrittore e drammaturgo Karel Čapek (1890-1938), autore nel 1920

del lavoro teatrale in tre atti R.U.R., sigla di Rossumovi univerzální roboti (“I robot universali di Rossum”). La parola robot, utilizzata allora per la prima volta, era stata suggerita a Karel da suo fratello Josef (1887-1945), pittore e scrittore, entrambi figure di importanza centrale per la cultura ceca fra le due guerre. La profonda influenza di Karel Čapek si vide poi nel film muto tedesco

Metropolis (1927) diretto dall’austriaco Fritz Lang, considerato a tutti gli effetti il primo capolavoro di fantascienza nella storia del cinema. Il futuro distopico di Lang, dalle crescenti divisioni classiste, era caratterizzato anche dagli automi prodotti con sembianze umane che sostituiscono gli umani, per motivi a volte sinistri. Proprio come i robot già visti nell’opera di Čapek, da un punto di vista però diverso rispetto alla visione più ottimista e armoniosa di quest’ultimo. Uno dei primissimi esempi di fantascienza in tv, un adattamento di R.U.R. in forma di breve film (35 minuti) in bianco e nero, fu prodotto e trasmesso per la BBC nel 1938. Oltre ad aver ispirato i primi androidi cinematografici, la firma di Čapek si nota nei primi film di fantascienza in patria. Con le opere letterarie Válka s mloky (La guerra delle salamandre) del 1936, e Bílá nemoc (La malattia bianca) del 1937, lo scrittore affrontò la dicotomia tra libertà e dittatura, tra guerra e pace, nonché la pericolosa ombra hitleriana.

Il secondo sarebbe diventato un film quell’anno stesso, grazie a Hugo Haas, regista e popolarissima stella del cinema cecoslovacco, che interpretò anche il ruolo principale del Dottor Galen. Il film, intitolato La Peste bianca in Italia, racconta come in un paese senza nome, un dittatore prepari una guerra contro gli stati confinanti mentre si diffonde una sconosciuta malattia mortale. Un medico, il dottor Galen, scopre una cura ma inizialmente decide di usarla solo per i malati più poveri: accetterà di condividere la sua scoperta solo a patto che il dittatore rinunci ai suoi piani di guerra. Una pellicola forse un po’ troppo verbosa, ma che vanta alcune belle idee di messa in scena e affronta temi importanti come lo sviluppo del nazi-fascismo in quel periodo. La pellicola venne ovviamente bandita l’anno successivo, con l’occupazione nazista. Haas, di famiglia ebraica, dovette emigrare negli Stati Uniti. Dopoguerra e anni ‘60: da Čapek a Zeman Il miglior adattamento di Čapek arrivò però più di dieci anni dopo, nel 1948, con Krakatit, diretto dal

time, had been suggested to Karel by his brother Josef (1887-1945), a painter and writer, with both figures being of central importance for Czech culture between the two wars. The profound influence of Karel Čapek was subsequently visible in the German silent film Metropolis (1927) directed by Austrian Fritz Lang, universally considered to be the first science fiction masterpiece in Cinema history. Lang’s dystopian future of increasingly growing class divisions, was also characterized by human-like automatons substituting humans for sometimes rather sinister reasons. In short, much like the robots already seen in Čapek’s Una scena del film Metropolis diretto da Fritz Lang; in alto, la locandina / A scene from the movie Metropolis directed by Fritz lang; above, the film poster

© METROPOLIS1927.COM

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work, but from a different point of view to the more optimistic and harmonious vision of the latter. One of the first examples of science fiction on TV, was an adaptation of R.U.R. in the form of short film (35 minutes) in black and white, produced and broadcast for the BBC in 1938. In addition to inspiring the first android movies, Čapek’s signature could be seen also on the early science fiction films in his homeland. With the literary works Válka s mloky (The War of the Newts) from 1936, and Bílá nemoc (The White Disease) from 1937, the writer faced the dichotomy between freedom and dictatorship, between war and peace, besides the dangerous spectre of Hitler. The second would become a film the very same year, thanks to Hugo Haas, a popular director and star of Czechoslovakian cinema, who also played the

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leggendario Otakar Vávra. Nella pellicola si ammira Karel Höger nel ruolo di uno scienziato chimico in preda al delirio e al rammarico per avere inventato un potentissimo esplosivo. Alla sua uscita negli Stati Uniti nel 1951, sul New York Times il film fu definito “una acuta orazione per la pace e contro la distruttiva fissione nucleare”, ed oggigiorno viene ricordato per essere forse il primo film ad aver denunciato e messo in guardia rispetto ai pericoli delle armi atomiche. I moniti del film arrivarono ben dieci anni prima degli equivalenti hollywoodiani sullo stesso soggetto come L’ultima spiaggia (1959), A prova di errore (1964), e naturalmente il classico del genere, la commedia Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick del 1964. A seguito del colpo di stato comunista del 1948, non fu più possibile seguire la strada della fantascienza čapkiana,

non politicamente in linea con il nuovo regime, e il genere dovette percorrere una nuova strada, nuove funzioni ed influenze. Dagli anni ‘50 in poi si videro soprattutto due tipi di fantascienza: uno influenzato dallo scrittore francese e padre dei generi di fantascienza ed avventura Jules Verne, e un altro basato sulle missioni cosmonautiche dei racconti del polacco Stanisław Lem. Per quanto riguarda il primo tipo, il maestro indiscusso fu l’animatore Karel Zeman (1910-1989), il “Georges Méliès ceco”, il quale spiccava per un ingegnoso modo di fondere insieme disegni animati e riprese dal vivo in uno stile molto personale. Il suo capolavoro Vynález zkázy (La diabolica invenzione: 1958) viene considerato uno dei primi e migliori veri esempi del filone steampunk con le sue fantasiose scenografie ispirate alle incisioni di Riou e Benett, illustratori

lead role of Dr. Galen. The film, titled “Skeleton on Horseback”, in the English language market, tells us how in an unnamed country a dictator prepares a war against neighboring states while an unknown deadly disease spreads. A doctor, Dr. Galen, discovers a cure but initially decides to use it only for the poorest victims, before agreeing to share his discovery provided that the dictator renounces his plans for war. A film perhaps a little too verbose when revisited today, but one boasting a fine mise-en-scène,

while facing important issues such as the growth of Nazi fascism at the time. The film was obviously banned the following year, with Nazi occupation. Haas, who came from a Jewish family, was forced to emigrate to the United States. Post-war period and the 60s: from Čapek to Zeman However, the best Čapek adaptation would arrive more than ten years later, in 1948, with Krakatit, directed by legendary Otakar Vávra. In the film, we follow actor Karel Höger in the role of a chemical scientist fallen into a state of delirium and regret for having invented a powerful explosive. Upon its release in the United States in 1951, the film was dubbed “a strident preachment for peace and against destructive nuclear fission”, and today it is remembered as perhaps the first film to have denounced and warned us against the dangers of atomic weapons. The film’s warnings arrived ten years before Hollywood tackled the same subject in films such as On The Beach (1959), Fail Safe (1964), and of course the classic of the genre, the comedy Dr. Strangelove directed by

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cinema

delle prime edizioni di Jules Verne. D’altro canto, le trasposizioni filmiche o televisive di avventure cosmonautiche tratte da Lem rappresentano vero Dna fantascientifico con le sue anticipazioni del futuro. A livello internazionale, il film di maggior successo in questo filone è indiscutibilmente Ikarie Xb 1, del 1963, diretto da Jindřich Polák, liberamente tratto dal romanzo La nube di Magellano (Obłok Magellana) dello scrittore polacco. Non vanno trascurate nemmeno le

co-produzioni ceche con altri paesi europei come Il pianeta selvaggio (La planète sauvage), un film d’animazione del 1973 disegnato da Roland Topor che l’ha sceneggiato assieme al regista René Laloux. Un piccolo classico sia di animazione che di fantascienza. L’opera di Laloux espone le idee del suo autore, ma funziona anche grazie alla magia tecnica degli animatori degli studi del leggendario animatore Jiří Trnka. Gli studi di Praga erano stati scelti dal regista proprio per la bravura

degli artisti presenti. La normalizzazione oscura anche lo sci-fi Purtroppo Il pianeta selvaggio rappresenta l’ultimo vero capolavoro del genere in Cecoslovacchia. Negli anni della normalizzazione, dopo l’invasione sovietica della Cecoslovacchia del ‘68, divenne sempre più difficile creare fantascienza per un pubblico adulto. Per questo le opere del periodo furono principalmente per la televisione, e dirette ai ragazzi. Il miglior esempio di questa tendenza potrebbe essere la serie televisiva Návštěvníci (I Visitatori, 1981-1983), diretto ancora da Jindřich Polák, e ambientato in un futuro distopico (l’anno 2484) in cui i migliori cervelli del mondo sono costretti a viaggiare nel tempo per salvare na si distingue per i costumi di Theodor Pištěk (il quale in seguito avrebbe vinto un Oscar), e per l’ani-

© HAGUE CZECH CENTRE

La diabolica invenzione / The Fabulous World of Jules Verne

Stanley Kubrick from 1964. Following the Communist coup of 1948, it was no longer possible to continue the trend of Čapekian science fiction, which was not in line politically with the new regime, and the genre had to search for a new path, a new function and different influences. From the 1950s onward, primarily two types of science fiction film were seen: one influenced by the French writer and father of science fiction and adventure Jules Verne, and another based on the cosmonautical missions of the stories of Polish writer Stanisław Lem.

Regarding the first sub-genre, the undisputed master was animator Karel Zeman (1910-1989), the “Czech Georges Méliès”, who stood out for his ingenious method of combining animated drawings and live footage in a very personal style. His masterpiece Vynález zkázy (The Fabulous World of Jules Verne: 1958) is considered one of the first and best real examples of the steampunk genre with its imaginative scenery inspired by the engravings of Riou and Benett, the illustrators of the early editions of Jules Verne. On the other hand, the film or television

adaptations of cosmonautic adventures drawn from Lem represent true science fiction DNA with its visions of the future. At an international level, the most successful film in this sub-genre is unquestionably Ikarie Xb 1, 1963, directed by Jindřich Polák, freely adapted from the novel The Magellanus Cloud (Obłok Magellana) from the Polish writer. The Czech co-productions with other European countries such as Fantastic Planet (La planète sauvage), a French-Czech animated film from 1973, designed by Roland Topor, who co-wrote it with

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director René Laloux, also should not be overlooked. A minor classic of both animation and science fiction. Laloux’s work displays the ideas of its author, but works also thanks to the technical magic of the animators of the studies of legendary animator Jiří Trnka. The Prague studios were chosen by the director precisely because of the technical expertise of the artists present. The Normalization darkens also sci-fi Unfortunately, La planète sauvage is the last genuine masterpiece of the genre in Czechoslovakia. In the years of normalization, after the Soviet invasion of Czechoslovakia in 1968, it became increasingly difficult to create science fiction for an adult audience. For this reason the works of the period were mainly for television, targetting a younger audience. The best example of this trend could be the television series Návštěvníci (The Visitors, 1981-1983), directed by Jindřich Polák, and set in a dystopian future (the year 2484) where the best brains in the world are forced to travel in time

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cinema

© PAVEL SYRŮČEK

mazione di Jan Švankmajer. Gli anni della normalizzazione portarono anche alla nascita di un nuovo filone di commedie fantascientifiche di titoli fantastici come Zabil jsem Einsteina, pánové (Ho ucciso Einstein signori: 1970) di Oldřich Lipský, e Zítra vstanu a opařím se čajem (Domani mi sveglierò e mi scotterò con tè:1976), ancora di Jindřich Polák. Il primo, caratterizzato dalle sue numerose invenzioni, ha attirato molta attenzione negli ultimi tempi per una scena

Nella foto in alto Roberto Alquati, a sinistra, insieme a Václav Mergl (scenografo e regista) e la moglie di quest‘ultimo. Mergl è autore del film Laokoon, che Alquati considera tra i migliori titoli del cinema di fantascienza cecoslovacco. Nella foto in basso, il libro “Orbite. Attorno al cinema di fantascienza cecoslovacco”, di cui Alquati è autore / In the picture above Roberto Alquati (on the left) with Václav Mergl (director and set designer) and his wife. Mergl is the author of Laokoon, a movie that Alquati considers to be one of the best examples of the Czechoslovakian science fiction cinema. In the picture below, the book, written by Arquati, "Orbite. Attorno al cinema di fantascienza cecoslovacco" (Orbits. Around Czechoslovakian science fiction cinema)

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in cui un personaggio scatta una foto usando una specie di asta per selfie, tantissimi anni prima della sua attuale diffusione. Sci-fi declinato al presente Se il genere della fantascienza ceca dalla rivoluzione di velluto si limita solo alla pubblicazione di riviste come Ikarie e di libri di autori come Jiří Kulhánek, il genere continua a suscitare interesse anche dall’estero. Non è un caso che nel 2014 sia stato pubblicato il saggio “Orbite. Attorno al cinema di fantascienza cecoslovacco”, scritto dal ricercatore italiano Roberto Alquati ed edito da Urbone Publishing. L’autore, di Lecco, da anni residente a Praga, ha effettuato un appassionato lavoro di ricerca, ripercorrendo l’evoluzione sul grande schermo di questo genere, dai primi adattamenti di Karel Čapek

fino ad oggi, grazie anche all’uso degli archivi della Česká televize e del Národní filmový archiv. Un libro ammirevole per il suo tentativo di riassumere la storia del genere, classificare i film secondo le sue varie tematiche, ma anche per la scoperta di autori meno conosciuti ma degni di rivalutazione. Possiamo esser certi in ogni caso che la tradizione fantascientifica cecoslovacca, anche se meno sfolgorante di un tempo, non accenna a scomparire. Le sue storie sono facilmente rintracciabili, ad esempio nel museo di Karel Zeman, aperto pochi anni fa nel centro della Praga turistica, ai piedi del Ponte Carlo, o nelle nuove proiezioni di Ikarie Xb 1 in vari cinema del paese durante il 2017. Si può dire che il futuro, che qui ha un glorioso passato, è ancora vivo nel presente.

to save the destiny of the planet. The series, distributed and followed also in Poland, Hungary, Yugoslavia, Romania and Spain, stands out for the costumes of future Oscar Winner Theodor Pištěk, and for the animation of Jan Švankmajer. The normalization years also led to the emergence of a new set of wacky science fiction comedies such as Zabil jsem Einsteina, pánové (I Killed Einstein, Gentlemen: 1970) by Oldřich Lipský, and Zítra vstanu a opařím se čajem (Tomorrow I will wake up and scald myself with tea:1976), once again directed by Jindřich Polák. The former, which stands out due to its numerous inventions, has attracted a lot of attention in recent times for a scene in which a character takes a photo using a device resembling a selfie stick, many years before they became commonly used objects. Sci-fi in present tense If the genre of Czech science fiction from the velvet revolution has been limited to the publication of magazines such as Ikarie and novels from authors such as Jiří Kulhánek, the genre continues to arouse interest also from abroad. It is no coincidence that in 2014 the book, or rather, essay “Orbits. Around Czecho-

slovakian science fiction cinema”, was published, written by Italian researcher Roberto Alquati and edited by Urbone Publishing. The author from Lecco, who has been living in Prague for many years, carried out passionate research work, tracing the evolution of the genre on this big screen, from the early Karel Čapek adaptations to the present day, thanks also to the use of the archives of Česká televize and Národní filmový archiv. An admirable book due to the attempt to summarize the genre’s history, and classify the films according to its various themes, but also for the rediscovery of less well-known authors worthy of reevaluation. In any case, we can be certain that the Czechoslovakian science fiction tradition, despite no longer shining as it once did, does not seem to disappear. Its roots are easily traceable, for example in the Karel Zeman Museum, which opened a few years ago in the tourist centre of Prague, at the foot of Charles Bridge, or in the new screenings of Ikarie Xb 1 in various cinemas in the country during 2017. It can be said that the future, which here has a glorious past, is still alive in the present.

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IL NEO-FUTURISMO DI JAN KAPLICKÝ THE NEO-FUTURISM OF JAN KAPLICKÝ

Capsule semoventi, torri modulari d’altezza potenzialmente infinita, arredi e basi lunari sviluppate per la NASA sono i progetti dello studio Future System che l’Archigram Ron

Herron – ideatore di Walking City, una delle icone dell’architettura radicale negli anni ’60 – sceglie per recensirne la mostra presso l’AA Exhibition Gallery di Londra nell’inverno 1987.

Le creazioni tra Praga e l’Europa di un architetto visionario di Alessandro Canevari by Alessandro Canevari

The creations of a visionary architect: between Prague and Europe

© PATRICK SHANAHAN

Jan Kaplický e David Nixon ritratti con la maquette della torre Coexistence / Jan Kaplický and David Nixon next to their model of Coexistence Tower

Self-propelled capsules, potentially endless modular towers, fittings and lunar bases developed for NASA are only a few of Future System Studio projects that Archigram Ron Herron- the creator of the Walking City, one of the

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1960s radical architecture icons- chose to display at AA Exhibition Gallery in London in the winter of 1987. Center of the display, the illustrations with detailed captions tell a thirty-year long story of the futuristic technology

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Fulcro dell’articolo, le illustrazioni dotate di dettagliate didascalie raccontano a trent’anni di distanza di un’immagine della tecnologia futuribile molto differente da quella che ha avuto realmente corso. Bulloni, tiranti, saldature, giunti e snodi di svariate fogge sono esibiti quali essenza di un’estetica tecnologica, un ottimistico assaggio di futuro, che è lentamente scivolata nell’immaginario di quella fantascienza che oggi definiremmo vintage, rimpiazzata da opachi monoliti sempre più ‘intelligenti’ che di questi tempi popolano tanto la nostra realtà quanto la nostra fantascienza. Anche l’ostentazione image that is highly different from the one that really took place. Bolts, tierods, welds, joints and nodes of various shapes are exhibited as the essence of a technology aesthetic; an optimistic preview of the future which is slowly slipping in the imaginary of the science fiction that nowadays we call vintage, replaced by opaque monoliths increasingly intelligent that are currently populating both our reality and our fiction. Even the display of optimism and heroic enthusiasm that characterize the idea of future seem to have faded although science and technology continue to progress rapidly beyond the most optimistic expectations. Due to the optimism and visionarism of Jan Kaplický and of his assistant David Nixon, the dominant aesthetic in the exhibit was entirely aligned with what we encountered in US comics and movies and radical architectures at the


architettura architecture

d’ottimismo e l’eroico entusiasmo che contraddistinguevano quell’idea di futuro paiono essersi del tutto affievoliti, nonostante scienza e tecnologia continuino a progredire speditamente oltre le più rosee aspettative. Frutto di quell’ottimismo e della visionarietà di Jan Kaplický e del suo assistente David Nixon, l’estetica dominante in quella mostra era dunque del tutto allineata a quanto ci hanno abituato fumetti e film statunitensi

ed architetture radicali al volgere degli anni ’50. In questo trionfo di vetri curvi, lamiere smaltate di un asettico bianco e tralicci estensibili accanto ai nuovi mezzi per l’esplorazione spaziale, fanno capolino alcune proposte iperfunzionali per residenze ed uffici da impiegare senza dover necessariamente lasciare il pianeta. Gravità a parte, non vi è una lampante differenza formale – e forse neppure concettuale – tra la villa toroidale ipogea

per terresti ipotizzata da Future System ed il gigantesco loop immaginato da Kubrick e Clark per la nave spaziale Discovery, in 2001 Odissea nello spazio. La prima è pensata per stare incastonata nella Terra, l’altra per orbitarvi attorno. Kaplický giunge ventisettenne a Londra nel 1968, in fuga dalla repressione sovietica seguita alla Primavera di Praga. Si dice che al suo arrivo avesse in tasca cento dollari e qualche paio

di calzini. Ciò che più conta è che con se portava una nitida visione sia di quanto le occupazioni straniere avessero impoverito culturalmente la sua patria, estinguendo la fiamma avanguardista della via ceca alla modernità architettonica, sia di un futuro radioso per l’uomo, prefigurando un’architettura nuova, leggera e quasi avulsa dalla pesantezza della vita terrestre e a tratti persino dalla gravità. Certamente non ha atteso un istante

© KAPLICKY CENTRE

Future Systems: Coexistence, 1984

turn of the 1950s. In this triumph of curved glasses, cold white enameled metal sheets and extensible trellises next to new space exploration tools surge some hyperfunctional proposals for residences and offices that could be

put to use without necessarily having to leave the planet. Gravity aside, there is no noticeable formal difference-and perhaps not even a conceptual onebetween the hypogeal tropical villa imagined for the earthlings by Future

System and the gigantic loop imagined by Kubrick and Clark for the Discovery spacecraft, in 2001 Space Odyssey. The first one is thought to be set on Earth while the other to be orbiting around. Kaplický came to London in 1968, flee-

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ing from Soviet repression followed by the Prague Spring. It is said that on his arrival he had in his pocket one hundred dollars and some pairs of socks. What matters most is that he was carrying with him a clear vision of the degree to

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nel mettersi all’opera per dar corso a questa sua visione per il futuro. Londra offre subito, o quasi, terreno fertile per inseguire questo sogno. Infatti, la sua prima esperienza presso il prestigioso studio Lasdun & Partners si risolve a causa del conflitto tra l’ossessione del titolare – maestro del brutalismo – per il calcestruzzo e il sogno di leggerezza

inseguito da Kaplický. Londra non lo deluderà permettendogli nell’arco di dieci anni di lavorare a fianco degli architetti più innovatori della scena europea di quegli anni – come Rogers, Piano e Foster, suoi coetanei – e partecipare alla progettazione di un simbolo dello stile Hi-Tech: il Centre GeorgesPompidou di Parigi.

Tuttavia, il genio di Kaplický non si accontenta affatto di uno stile dall’aspetto tecnologico quale vessillo di modernità, ma insegue un’architettura futuribile, prefigurando edifici ed oggetti del tutto diversi da qualsiasi altra cosa che il mondo avesse mai visto prima o, per dirla con la fantascienza, immaginando letteralmente “cose da

© KAPLICKY CENTRE

Il progetto di Kaplický per la nuova Biblioteca Nazionale, il cosiddetto “Blob” / Kaplický’s project for a new National Library, the so called “Octopus”

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which foreign occupations have culturally impoverished his home country, extinguishing the avant-gardists flame of Czech road to architectural modernity; but he was also carrying a brilliant future for mankind, prefiguring a new architecture, lightweight and almost detached from the heaviness of earthly

life and sometimes even from gravity. He certainly did not wait for a moment to start working to convey his vision for the future. London offered him almost instantly a fertile soil to follow this dream. In fact, his first experience at the prestigious Lasdun&Partners Studio broke because of the conflict between

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the obsession for concrete of the ownermaster of brutalism- and the dream of lightness pursued by Kaplický. London will no fail him, allowing him to work for a period of ten years or so next to the most innovative architects of the European scene of those years- like his peers Rogers, Piano and Foster. It also


architettura architecture

un altro mondo”. Così, per inseguire questo sogno, Kaplický fonda nel 1979 assieme a Nixon lo studio Future System, al quale si assocerà dieci anni più tardi anche Amanda Levete, prima moglie di Kaplický. Il suo ingresso nell’equipaggio di Future System permetterà progressivamente l’uscita dei fantascientifici oggetti di Kaplický dal

mondo del progetto, atterrando definitivamente sul successo, non senza attraversare qualche turbolenza. Come in ogni racconto di fantascienza premillennial che si rispetti l’anno 1999 segna la svolta definitiva. Il futuro immaginato da Kaplický esce definitivamente dal progetto ed entra in città, stabilendo il contatto con il

passato e la tradizione. Il contatto avviene a Londra, l’inatteso scenario di questo intersezione è il Lord’s Cricket Ground, tradizionalistico tempio del cricket mondiale. L’imponente snorkel vetrato che sorvola a bassa quota gli spalti del Lord’s fronteggiando il padiglione vittoriano e scrutando il campo come una sorta di periscopio

non solo è il primo grande successo di Future System, ma è anche il primo edificio semi-monoscocca al mondo interamente in alluminio. Come un grande occhio tecnologico dei media, il Lord’s Media Centre – questa la sua funzione – coniuga in un delicato contesto legato alla tradizione più di un intento simbolico. Realizzato con

© RICHARD DAVIES

Future Systems: Lord's media centre

allowed him to take part in the design of a Hi-Tech style symbol: the GeorgesPompidou Center in Paris. However, Kaplický’s genius was not content with a technological style as a banner of modernity, but he pursued a futuristic architecture. He prefigured

buildings and objects completely differently from anything else the world has ever seen before, or better said with fantasy, he literally imagined “things from another world”. Therefore, to pursue this dream, he founded in 1979 together with Nixon the Future

System Studio. Amada Levete, the first wife of Kaplický, will join the studio ten years later. His entry in the Future System team gradually allowed Kaplický’s sci-fi inventory to surpass the project stage, permanently reaching success but not without distress.

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As in every esteemed premillennial scifi story, the year 1999 marks the final turning point. The future imagined by Kaplický finally surpasses the project stage and enters the city, establishing contact with the past and tradition. The contact takes place in London, the

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tecnologie navali, levigato e senza giunture apparenti il futuristico oggetto dalle forme aerodinamiche accanto a spalti e padiglioni sembra prodotto con tecnologia non umana. Ciò dimostra che se da un lato sono innegabili gli influssi della lezione di Banham e ancor più quello londinese degli Archigram, dall’altro vi è in que-

sta pluripremiata costruzione, come in quelle che seguiranno, una meticolosa attenzione al dettaglio tecnologico affiancato da una ineccepibile cura realizzativa. Qui la forte influenza londinese si fonde con l’amore di Kaplický per le macchine. La prima emerge con vigore nella visione del tutto originale di Kaplický

che affascinato tanto da ogni conquista tecnologica dell’uomo quanto dalla meraviglia delle forme organiche naturali anticipa le istanze della fantascienza virando dall’immaginario Hi-Tech degli esordi verso quello più contemporaneo dell’Organi-Tech. Non più bulloni, giunti articolati e tiranti, ma monoliti dalle forme sinuose della

© BS0U10E0, FLICKR

L’edificio Selfridge, a Birmingham, e un dettaglio delle squame che rivestono la facciata / The Selfridge Building, in Birmingham, and a detail of the scales that cover the facade

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unexpected scenario of this intertwining is Lord’s Cricket Ground, a traditional temple of global cricket. The imposing glass snorkel that overpasses the Lord’s stairs overlooking the Victorian pavilion and scrutinizing the field like some kind of periscope is not only the first great success of Future System but also the first semi-monocoque building in the world entirely in aluminum. Similar to a great technological eye of media, the Lord’s Media Center and its functioning, combine in a delicate context related to tradition more that

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to a symbolic intent. Created with naval technologies, polished and without visible joints the futuristic object with aerodynamic shapes next to stands and pavilions seems to have been molded with alien technology. This proves that, on one hand, the influences of Banham lectures and even more of those of the Londoner Archigram are undeniable. On the other hand, this highly acknowledged construction just like the ones that followed shows a meticulous attention to technological detail alongside an ex-


architettura architecture

natura e dalle pelli levigate, talvolta ornate da squame o cosparse di branchie, che valgono a Kaplický l’appellativo di neo-futurista. Queste soluzioni, rigorosamente in alluminio, sono esemplificate da altre due realizzazioni estremamente note e premiate firmate Future System. Le squame tonde rivestono come la testura di un morbido

drappo il blob contenente il negozio multipiano Selfridges a Birmingham. Un gigantesco cofano in alluminio giallo Ferrari che sembra respirare attraverso dieci branchie vetrate emerge invece dalla pianura modenese, abbracciando un tipico casale padano perfettamente restaurato, casa natale e prima officina di Enzo Ferrari.

Kaplický non vide mai completato il museo celebrativo del Drake, anch’egli visionario amante delle macchine – portato a termine con grande perizia dal suo assistente Andrea Morgante, al quale si deve la cura degli interni –, ma visse sul sottile confine tra progetto ed utopia, pur rimanendo sempre prudente sulle utopie po-

litiche dopo aver toccato con mano gli effetti di quella sovietica. Invece che essere “su un altro pianeta” come ogni ottimista, visionario e sognatore Kaplický viveva sulla Terra, quella del futuro, domandando ai giornalisti che lo incalzavano per le sue scelte coraggiose “Dove è scritto che gli edifici devono essere scatole?”.

ham. A giant yellow Ferrari bonnet in aluminum that seems to breathe through ten glass gills emerges instead from the Modenese plain, embracing a typical perfectly restored farmhouse, the home and the first workshop of Enzo Ferrari. Kaplický never saw the completion of the celebratory Drake museum, a machine-loving visionary himself. His assistant Andrea Morgante, to which we owe the interior creation, finalized the

museum with great expertise. He lived though on the thin line between project and utopia, while remaining always cautious about political utopias, especially after having touched the effects of the Soviet one. Instead of being ”on another planet” like any optimist, visionary, and dreamer Kaplický lived on Earth, the one of the future, asking the journalists that were pursuing him for his bold choices “Where does it say that buildings need to be boxes?”

Il Museo Enzo Ferrari a Modena / The Enzo Ferrari Museum in Modena

ceptional creation. The strong London influence blends here with Kaplický’s love for machines. The first one emerges vigorously in Kaplický’s completely original vision who is fascinated not only by all technological conquest of men but also by the wonder of natural organic forms and anticipates the instances of fantasy shifting from the imaginary Hi-Tech of beginnings to the most contemporary of Organi-Tech. No more bolts, articu-

lated joints and tie-rods, but monoliths with sinuous natural shapes and polished skins, adorned sometimes with scales or scattered with gills, which carry the name of neo-futurism for Kaplický. These solutions, strictly in aluminum, are exemplified by two other well-known and highly awarded creations carrying Future System’s signature. The round scales cover like a soft shell the blob that hosts the multistory shop Selfridges, in Birming-

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È il primo hotel della catena Alchymist Group di Giorgio Bonelli. Situato nel centro di Praga, ai piedi del Castello e a pochi minuti dal Ponte Carlo, sorge in un palazzo cinquecentesco. Arredo barocco, camere spaziose e lussuose, confort all’avanguardia, personale attento a ogni esigenza. L’hotel ospita il ristorante Aquarius per viziare gli ospiti con pasta fatta in casa e pregiati vini italiani, e l’Ecsotica Spa, che garantisce un totale relax con le sue strutture per la sauna, il fitness e le piscine. It is the first hotel in the chain of Giorgio Bonelli's Alchymist Group. Located in the centre of Prague, at the foot of the Castle, a few minutes from Charles Bridge, it appears in a sixteenth century palace. Baroque furnishings, spacious rooms and avantgarde luxurious comfort, attentive to all needs. The hotel houses the restaurant Aquarius to pamper guests with homemade pasta and fine Italian wines, and the Ecsotica Spa, which guarantees total relaxation with its sauna facilities, gym and swimming pools.

La Ballerina è l’ultimo hotel dell’Alchymist Group. A pochi passi dalla casa danzante e dalla Moldava, l’albergo è situato in un palazzo neoclassico, con trenta camere all’insegna del gusto italiano. Raffinato ma sobrio, con una politica dei prezzi moderata, la Ballerina è un urban concept: un hotel elegante con il servizio e l’ospitalità garantiti dal gruppo Alchymist. Gli ospiti possono usufruire di servizi aggiuntivi, come spa o ristorante, negli altri alberghi praghesi della catena Alchymist. La Ballerina is the last hotel of the Alchymist Group. A few steps from the Dancing house and from the Vltava River, the hotel is situated in a neoclassical building, with thirty rooms with an Italian flavour. Refined yet understated, with a moderate pricing policy, la Ballerina is an urban concept: a stylish hotel with the service and hospitality guaranteed by the Alchymist group. Guests can take advantage of additional services such as spa or restaurant, in the other hotels in Prague of the Alchymist chain.

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ASSIS è una Onlus con sede a Bratislava nata nel 2006 per promuovere le relazioni culturali fra Slovacchia e Italia. Fin dalla sua nascita ha avviato una collaborazione con enti locali, organizzazioni e imprese a livello europeo ed internazionale. A tale scopo ha organizzato una serie di eventi per sostenere progetti e attività in tutte le sfere della vita sociale, culturale, educativa ed economica. ASSIS is a non-profit organization based in Bratislava, founded in 2006 to promote cultural relations between Slovakia and Italy. Since its inception, it started collaborations with local authorities, organizations and businesses at European and international level. To this end, it has organized a series of events to support projects and activities in all spheres of social, cultural, educational and economic life.

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ITALIA ARTE FEST

VINCANTO RISTORANTE PIZZERIA

Italia Arte Fest è un festival che dal 2011 porta in Repubblica Ceca e Slovacchia la musica italiana. L’iniziativa - ideata e diretta dal celebre maestro Walter Attanasi - ha l’obiettivo di creare un network internazionale che, a partire dalla musica, promuova l’arte italiana. Il festival si avvale della collaborazione di prestigiose realtà artistiche e si è ormai imposto come un importante strumento di scambio culturale fra i Paesi. È realizzato in collaborazione con UmbriaMusicFest e con IBC Group. Italian Art Fest is a festival that since 2011 brings Italian music to the Czech Republic and Slovakia. The initiative - conceived and directed by the famous director Walter Attanasi - aims to create an international network that, starting from music, will promote Italian art. The festival relies on the collaboration of prestigious artistic realities and has established itself as an important instrument of cultural exchange between various countries. It is produced in collaboration with UmbriaMusicFest and the IBC Group.

Il ristorante Vincanto nasce a Praga per far apprezzare la più genuina tradizione gastronomica italiana. Basa la propria filosofia sull’offerta di un menù che propone esclusivamente le ricette italiane preparate con i migliori prodotti, molti dei quali si possono acquistare direttamente nel locale. Oltre a un’ampia scelta di pizze cotte in forno a legna, offre pasta fresca, piatti tipici regionali accompagnati da eccellenti vini italiani e da un ottimo caffè. The restaurant Vincanto was opened in Prague to allow people to enjoy truly authentic Italian culinary traditions. It bases its philosophy on a menu that offers exclusively Italian recipes, prepared with the best products, many of which can be bought directly on the premises. In addition to a wide selection of pizzas cooked in a wood oven, it offers fresh pasta and traditional regional dishes accompanied by excellent Italian wines and coffee.

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ANNIVERSARI CECHI CZECH ANNIVERSARIES

di Mauro Ruggiero

Veniva posta la prima pietra del Ponte Carlo The first stone of Charles Bridge was placed 660 ANNI FA 660 YEARS AGO

Il 9 luglio del 1357 l’imperatore Carlo IV deponeva la prima pietra dello storico Ponte Carlo sulla Moldava, che collega la Città Vecchia al quartiere di Malá Strana. Misura 515 metri di lunghezza e 20 metri di larghezza e oggi è una delle maggiori attrazioni della città. La sua costruzione fu commissionata al famoso architetto Petr Parléř e venne edificato per sostituire il Ponte di Giuditta, il primo ad essere realizzato in pietra sul fiume (nel 1170), che venne spazzato via nel 1342 da una piena della Moldava. In origine non aveva l’attuale denominazione, ma era semplicemente chiamato “ponte di Praga” – Pražský most – o “ponte di pietra” – Kamenný most. Diventò il Ponte Carlo, Karlův most, solo nel 1870. A partire dal XVII-XVIII secolo, per volere dei Gesuiti, vennero collocate ai suoi fianchi trenta statue barocche raffiguranti santi, ma quelle che si possono ammirare attualmente sono copie delle statue originali. Queste ultime sono conservate principalmente nel Lapidarium del Výstaviště e nella Sala Gorlice di Vyšehrad.

On July 9th, 1357, Emperor Charles IV laid the first stone of the historic Charles Bridge on the Vltava river, connecting the Old Town to the Malá Strana district. It measures at 515 metres in length and 20 metres in width and today is one of the city’s major attractions. Its construction was commissioned to the famous architect Petr Parléř and was built to replace the Judith Bridge, the first to be made of stone on the river (in 1170), which was then swept away in 1342 by a Vltava flood. Originally it did not have its current denomination but was simply called “Prague Bridge” – Pražský most, or “stone bridge” – Kamenný most. It became Charles Bridge, Karlův most, only in 1870. From the 17th to 18th centuries, at the wish of the Jesuits, thirty baroque statues depicting saints were placed at its sides, but those that can be admired are currently copies of the original statues. The latter are mainly preserved in the Výstaviště Lapidarium and in Vyšehrad Gorlice Hall.

660

Sulla Moldava appariva il primo battello a vapore The first steamboat appeared on the Vltava 200 ANNI FA 200 YEARS AGO

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L’inventore e ingegnere Josef Božek (17821835), luminare della meccanica ceca, fu tra i primissimi a studiare le possibili applicazioni dell’energia generata dal vapore ai mezzi di locomozione, e in modo particolare l’applicazione di questa alle imbarcazioni. In questo campo, Božek, fu secondo solo al suo collega americano, l’inventore Robert Fulton che 10 anni prima aveva sperimentato con successo l’uso di questa “nuova” forza dando vita al piroscafo a motore per passeggeri The North River Steamboat of Claremont. Grazie a Božek, in seguito a una lunga serie di esperimenti e tentativi, il 1° giugno del 1817 i praghesi assistettero per la prima volta a uno spettacolo che suscitò di certo in loro grande meraviglia, e che fu il prologo di un nuovo modo di muoversi sull’acqua. Il primo battello a vapore della storia dell’Impero stava solcando le tranquille acque della Moldava. Il piroscafo aveva un motore a vapore a due cilindri che Božek realizzò personalmente sul modello di un motore inglese.

The inventor and engineer Josef Božek (17821835), the luminaire of Czech mechanics, was among the first to study the possible applications of energy generated by steam to the means of locomotion, and in particular to how to apply them to boats. In this field, Božek was second only to his American colleague, inventor Robert Fulton, who 10 years earlier had successfully experimented with the use of this “new” force, giving birth to the passenger motor boat The North River Steamboat of Claremont. Thanks to Božek, following a long series of experiments and attempts, on June 1st, 1817, the Prague citizens first watched a spectacle that certainly aroused great amazement in them, and that was the prologue of a new way of moving on the water. The first steamboat in the history of the Empire was cutting through the quiet waters of the Vltava. The steamboat had a two cylinder steam engine Božek personally made on the model of an English engine.

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storia history

Gabčík e Kubiš autori dell’attentato a Heydrich Gabčík and Kubiš carried out the attack on Heydrich 75 ANNI FA 75 YEARS AGO

Moriva František Kupka František Kupka died 60 ANNI FA 60 YEARS AGO

Il 27 maggio del 1942, alle 10.35 del mattino, un commando di paracadutisti cecoslovacchi mise in atto un attentato deciso dal governo cecoslovacco in esilio a Londra. Bersaglio: Reinhard Heydrich, tra i più potenti gerarchi nazisti nonché governatore del Protettorato di Boemia e Moravia. Jan Kubiš, ceco, e Jozef Gabčík, slovacco, intercettarono la mercedes cabriolet su cui viaggiava Heydrich, ad un incrocio del quartiere praghese di Libeň. Il mitragliatore Sten di Gabčík si inceppò, ma Kubiš lanciò una granata prima che Heydrich potesse far fuoco: la granata esplose sotto la vettura e ferì il gerarca gravemente. Questi riuscì a scendere dall’auto per inseguire i suoi attentatori, prima di accasciarsi, svenuto. Le ferite riportate non erano mortali, ma una grave infezione del sangue ne causò il decesso dopo una settimana. Gli attentatori, che trovarono rifugio nella chiesa di San Cirillo e Metodio insieme ad altri 16 partigiani, vennero rintracciati in seguito dalle forze di occupazione e uccisi nel conflitto a fuoco che ne derivò.

On May the 27th, 1942, at 10:35 in the morning, a Czechoslovak parachute commando carried out an attack planned by the Czechoslovak government in exile in London. The target was Reinhard Heydrich, one of the most powerful Nazi warlords and governor of the Protectorate of Bohemia and Moravia. Jan Kubiš, a Czech, and Jozef Gabčík, a Slovak, intercepted the mercedes cabriolet on which he Heydrich traveled at a crossroads in the Libeň district of Prague. Gabčík’s Sten machine gun jammed, but Kubiš launched a grenade before Heydrich could fire. The grenade exploded beneath the car and wounded the lieutenant gravely. He managed to get out of the car to pursue his attackers, before collapsing, having passed out. The wounds reported were not mortal, but a serious blood infection caused him to die after a week. The attackers, who found shelter in Ss. Cyril and Methodius Cathedral along with another 16 partisans, were subsequently tracked down by the occupying forces and killed in the resulting conflict.

Pittore ceco di fama mondiale e tra i fondatori della moderna pittura astratta, František Kupka trascorse gran parte della sua vita nel sobborgo parigino di Puteaux, dove morì il 24 giugno del 1957. L’artista mostrò un grande talento fin dalla giovinezza e, grazie all’intercessione di un amico di famiglia, venne ammesso all’Accademia di Praga dove studiò pittura storica e religiosa come allievo del professor František Sequens fino al 1892, quando partì per Vienna. Successivamente venne inviato a Parigi per una borsa di studio: durante i suoi studi presso l’ École des Beaux-Arts si dedicò alla produzione di manifesti e si interessò alla religione e allo spiritismo. Intorno al 1903 raggiunse fama internazionale grazie ad alcuni disegni satirici pubblicati sulla rivista parigina “L’Assiette au Beurre”, alla quale contribuì negli anni 1901-1907. Soltanto verso il 1909-1911 le sue opere si fecero più astratte, poiché cominciarono a riflettere le sue teorie sul moto, il colore e la relazione che intercorre tra musica e pittura.

A world renowned Czech painter and founder of modern abstract painting, František Kupka spent much of his life in the Paris suburb of Puteaux, where he died on June 24th, 1957. The artist showed great talent from his youth and thanks to the intercession of a family friend, was admitted to the Prague Academy where he studied historical and religious painting as a student of Professor František Sequens until 1892 when he left for Vienna. He was then sent to Paris for a scholarship. During his studies at the École des Beaux-Arts he dedicated himself to producing posters and became interested in religion and spiritism. Around 1903 he became internationally renowned thanks to some satirical drawings published in the Paris magazine “L’Assiette au Beurre”, to which he contributed in the years 1901-1907. Only in 1909-1911 his works became more abstract, as they began to reflect on his theories about motion, colour, and the relationship between music and painting.

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NOVITÀ EDITORIALI NEW PUBLICATIONS

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di Mauro Ruggiero

È stato pubblicato in lingua ceca il romanzo di Sebastiano Vassalli “Le due chiese” in cui l’autore affronta la storia del Novecento attraverso gli eventi di una piccola comunità, Rocca di Sasso. Questo paesino diventa un frammento di vita universale, un piccolo mondo, in cui Vassalli delinea i vari personaggi e tesse i loro destini. Tra i tanti spiccano il maestro Prandini – prima socialista e volontario in guerra, poi legionario a Fiume, poi ancora gerarca fascista – e Ansimino – un autista di corriera, sposato con una pittrice e padre di Leonardo, che farà il partigiano. L’intera comunità vive intorno a questi personaggi, tra tradimenti, pettegolezzi e scene di guerra. In questo piccolo mondo, Vassalli con ironia e al tempo stesso sapienza annoda tante storie fatte di ideologie, amori e guerre in un mosaico estremamente vivace e affascinante. Si tratta, quindi, di un romanzo storico con un taglio particolare: le vite che Vassalli intreccia hanno molto a che fare l’una con l’altra, però, nonostante questo, restano ciascuna unica e irripetibile, col proprio significato e la propria deriva.

The book “Le due chiese” (The two Churches) by Sebastiano Vassalli, in which the author narrates the history of the twentieth century through the events of a small community, Rocca di Sasso, has been published in Czech language. The village becomes a fragment of universal life, a small world in which Vassalli outlines the various characters and weaves their destinies. Among the standouts, are the teacher Prandini, first socialist and volunteer in war, then legionary in Rijeka, a Fascist party official, and Ansimino, a bus driver, married to a painter and the father of Leonardo, who would become a partisan. The whole community lives around these characters, against a backdrop of betrayal, gossip, and war scenes. In this small world, Vassalli uses irony and at the same time also wisdom, to wrap up many stories made up of ideologies, love and wars in an extremely lively and fascinating mosaic. It is therefore a historical novel with a particular angle: the lives that Vassalli intertwines have much in common, however, despite this, they remain unique and unrepeatable, each one with its own meaning and direction.

Sebastiano Vassalli, Dva kostely (Le due chiese), Pistorius & Olšanská: Praga 2017, 275 pp. (traduzione di Kateřina Vinšová)

Sebastiano Vassalli, Dva kostely (Two Churches), Pistorius & Olšanská: Prague 2017, 275 pp. (translated by Kateřina Vinšová)

“Il calice di porpora” è un romanzo avvincente che racconta i retroscena della rivoluzione russa: una lunga e sanguinosa guerra civile tra Armata Bianca e Armata Rossa, alla fine della prima guerra mondiale che aveva dilaniato l’Europa. In questa realtà storica viene raccontata anche l’incredibile avventura di un’armata di circa sessantamila uomini costretta a fare il giro del mondo per tornare a casa. Paolo Coluzzi, grazie alla sua profonda conoscenza delle realtà dell’epoca asburgica (e non solo), frutto di un’ultraquarantennale vicinanza a luoghi, persone e storie della Cecoslovacchia prima, e della Repubblica Ceca poi, ha ripreso queste pagine di storia che erano state dimenticate e le narra attraverso le vicende dei protagonisti, in buona parte donne di cui la storiografia ufficiale ha cancellato il ricordo, e nel contesto di una storia d’amore tra due giovani: Lenka e Vincenzo, lei morava e lui triestino, entrambi sudditi dell’Impero Austro-Ungarico, alla vigilia degli anni che sconvolsero l’Europa con una guerra che si immaginava breve, ma che in realtà non lo fu affatto.

“Il calice di porpora” (The purple goblet) is a fascinating novel about the backdrop of the Russian Revolution: a long and bloody civil war between the White Army and the Red Army at the end of the First World War that had torn Europe. Within this historical reality, the incredible adventure of an army of about sixty thousand people forced to go around the world to go home, is also told. Thanks to his profound knowledge of the Habsburg era (but not just this), the result of over 40 years of proximity to places, people and stories of Czechoslovakia before, and of the Czech Republic, Paolo Coluzzi has revisited these pages of history that had been forgotten, and tells them through the stories of the protagonists, largely women whose official historiography has erased the memory, and in the context of a love story between two young people: Lenka, from Moravia, and Vincenzo, from Trieste. Both were subjects of the Austro-Hungarian Empire, on the eve of the years that shocked Europe with a war that was expected to be short, but that was not at all the reality.

Paolo Coluzzi, Il calice di porpora, youcanprint: Lecce 2017, 457 pp.

Paolo Coluzzi, Il calice di porpora, youcanprint: Lecce 2017, 457 pp.

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cultura culture

“Mirabilia in Czech Land. Contemporary Artists from Czech Republic” fa parte della collezione di Imago Mundi, un progetto culturale-globale, non-profit, promosso da Luciano Benetton, che ha come obiettivo la creazione della più vasta mappatura delle diverse esperienze artistiche contemporanee del nostro mondo. Ogni paese è rappresentato dalle opere di artisti e di talenti nuovi, commissionati con la massima libertà di espressione. Mirabilia in Czech Land è una straordinaria collezione che presenta le attività di 145 artisti che operano in Repubblica Ceca e documenta l’esperienza e la produzione artistica ceca contemporanea, anche fuori dai consueti canali di promozione. Nei lavori di questi artisti si nota chiaramente un’estrema versatilità di tecnica e linguaggio, nonché una miscela e una fusione di stili, passioni, visioni e ideali. Gli autori di questa nuova collezione “Imago Mundi” insieme formano un mosaico collettivo che è l’espressione di una sbalorditiva libertà di pensiero e di un irrefrenabile bisogno di espressione.

“Mirabilia in Czech Land. Contemporary Artists from Czech Republic”, is part of the collection of Imago Mundi, a nonprofit cultural-global project promoted by Luciano Benetton, whose goal is to create the most extensive mapping of the different contemporary artistic experiences of our world. Each country is represented by the works of artists and new talents, commissioned with the utmost freedom of expression. Mirabilia in Czech Land is an extraordinary collection featuring the activities of 145 artists operating in the Czech Republic and documenting contemporary Czech art experience and production, even outside the usual promotional channels. In the works of these artists there is clearly an extreme versatility of technique and language as well as a blend and fusion of styles, passions, visions and ideals. The authors of this new collection “Imago Mundi” together form a collective mosaic that is the expression of a stunning freedom of thought and an irrepressible need for expression.

Liliana Malta (a cura di), Mirabilia in Czech Land. Contemporary Artists from Czech Republic, Imago Mundi, Luciano Benetton Collection: 2017, 339 pp.

Liliana Malta (editor), Mirabilia in Czech Land. Contemporary Artists from Czech Republic, Imago Mundi, Luciano Benetton Collection: 2017, 339 pp.

“La memoria a fumetti. Studi sul fumetto, la storia e la memoria” è un volume che nasce come raccolta di riflessioni a conclusione della conferenza dal titolo “Popcultura e mediated memory: il fumetto ceco oggi” tenutasi a Venezia il 18 e 19 aprile 2016, organizzata dall’insegnamento di lingua ceca in collaborazione con il laboratorio per lo studio letterario del fumetto dell’Università Ca’ Foscari, l’Università Carlo IV, l’Università Palacký di Olumouc, il Centro Ceco di Milano e l’Ambasciata della Repubblica Ceca in Italia. L’obiettivo della conferenza – che, tra l’altro, è anche l’obiettivo di questo volume – era quello di indagare il rapporto tra memoria, storia e popular culture nel medium specifico del fumetto. In questo volume sono presentati in totale sette diversi punti di vista e diverse metodologie di indagine sulla materia “viva” del fumetto che affronta il passato, o meglio, che propone un’originale rappresentazione del passato storico e della sua memoria.

“La memoria a fumetti. Studi sul fumetto, la storia e la memoria” (Memory in comic books. Studies on Comics, history and memory), is a volume that was born as a collection of reflections following the conference titled “Popculture and mediated memory: the Czech comic today”, held in Venice on the 18th and 19th of April 2016, organized by the teaching of Czech language in collaboration with the workshop for the literary study of the comic book of the Ca’ Foscari University, Charles IV University, Palacký University of Olomouc, the Czech Centre in Milan and the Embassy of the Czech Republic in Italy. The goal of the conference, which, among other things, was also the goal of this volume, was to investigate the relationship between memory, history and popular culture in the specific medium of the comic. In this volume, a total of seven different perspectives are presented, and different methods of investigation of the “living” material of the cartoon that faces the past, or rather, which proposes an original representation of the historic past and its memory.

T. D’Amico, P.A. Bílek, L. Machátová, M. Foret (a cura di), La memoria a fumetti. Studi sul fumetto, la storia e la memoria, edizione bilingue italiano-ceco, Universitas Studiorum: Praga 2016, 278 pp.

T. D’Amico, P.A. Bílek, L. Machátová, M. Foret (edited by), La memoria a fumetti. Studi sul fumetto, la storia e la memoria, Italian-Czech, bilingual edition, Universitas Studiorum: Prague 2016, 278 pp.

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CAMERA CON VISTA, CON CARTA E PENNA Un invito letterario. Nella città di Kafka, di Kundera, di Ripellino, di cantastorie antichi e moderni che hanno scritto descritto immortalato nelle loro pagine più belle la capitale avvinghiata alle rive della Moldava: Praga. Una città

letteraria, di prose e versi che ne hanno intagliato il mito e il mistero, una bellezza di sangue e di sogni. Consapevole del destino letterario della Città d’oro, il comune di Praga ha immaginato, per gli anni a venire,

Tra marketing e promozione culturale: la città di Praga vuole istituire una residenza artistica per scrittori (possibilmente famosi) all’ombra dell’orologio astronomico di Edoardo Malvenuti by Edoardo Malvenuti

Through marketing and cultural promotion: the city of Prague wants to set up an artistic residence for writers (possibly famous) under the shadow of the astronomical clock

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A literary invitation. In the city of Kafka, Kundera, Ripellino, ancient and modern storytellers who have written, depicted and immortalized the capital clinging to the banks of the Vltava in their most beautiful pages: Prague. A literary city of prose and verse that carved the myth and mystery, a beauty of blood and dreams. Aware of the literary destiny of the

Golden City, the city of Prague for years to come has imagined a writing house to offer hospitality and inspiration to a great writer, a Nobel Prize winner, invited to create a work set in the capital. The proposal was made by Eliška Kaplický Fuchsová, Chairman of the Municipal Committee for Culture and Tourism. It would make an apartment available, or

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una residenza di scrittura per offrire ospitalità ed ispirazione a un grande scrittore – un premio Nobel, chissà – invitato a creare un’opera ambientata nella capitale. La proposta è di Eliška Kaplický Fuchsová, presidente della commissione comunale per la cultura e il turismo. Si tratterebbe di mettere a disposizione, nei pressi della Staroměstské náměstí, la Piazza della città vecchia, un appartamento, forse due; un punto di osservazione privilegiato per immaginare e raccontare una storia praghese all’ombra dell’Orologio Astronomico. Il progetto di residenza proposto dalla Kaplický Fuchsová sarà presto discusso dalle autorità comunali, intanto è certo che il palazzo, che fino ad alcuni anni fa era occupato da uffici comunali, sarà ristrutturato affinché ritrovi l’antica bellezza di un tempo. Se la residenza di scrittura nel cuore della città vecchia, in appartamenti lussuosi, ha dell’eccezionale, la capimaybe two, near Staroměstské náměstí, Old Town Square; a privileged viewpoint to imagine and tell a Prague story under the shadow of the Astronomical Clock. The residence project proposed by Kaplický Fuchsová will soon be discussed by the municipal authorities, meanwhile it is certain that the building, which until a few years ago was occupied by communal offices, will be restored in order to recapture the ancient beauty of a time. If the writing house in the heart of the old city, in luxury apartments, boasts something exceptional, the Czech capital is not new to this kind of initiative. Two years ago the Prague Municipal Library launched a project of writers’ hospitality for foreign authors, an initiative that has been very successful since the first edition. “Every year we


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A ROOM WITH VIEW, WITH A PEN AND PAPER tale ceca non è nuova a questo genere di iniziative: due anni fa la Biblioteca Municipale di Praga ha lanciato un progetto di ospitalità di scrittura per autori stranieri, un’iniziativa che ha riscosso un grande successo

dalla prima edizione: “Ogni anno riceviamo più di cento domande di partecipazione da cui selezioniamo sei scrittori per una residenza di due mesi”, spiega Kateřina Bajo, coordinatrice del progetto Prague – City of

Literature. Un’agitazione letteraria che non stupisce se si pensa all’incantesimo letterario praghese, una città capace di illuminare le pagine di autori tanto diversi quanto essenziali che, presi nella malia della leggenda

o nella brutalità della storia contemporanea, hanno scritto romanzi, racconti, poesie, ormai dei classici. Pensiamo al Castello di Franz Kafka, che sebbene non dica mai il nome di Praga, non lascia dubbi sull’ispi-

©GIUSEPPE PICHECA

receive more than one hundred applications from which we select six writers for a two month residence”, explains Kateřina Bajo, co-ordinator of Prague, City of Literature project. A literary agitation that is not surprising if you think of the literary charm of Prague, a city able to illuminate the pages of many different and essential authors who

having been enchanted by the charm of the legend or the brutality of contemporary history, have been writing novels, tales, poems, which by now are classics. We think of the Castle of Franz Kafka, which despite never saying the name of Prague, leaves no doubt about the inspiration. On the other hand, “Prague was Kafka and Kafka

was Prague”, as a great name of Czech literature, Johannes Urzidil, once said, who in turn melancholically sang of the Czech capital in his The Lost Beloved. It is impossible not to think of the Czech capital when thinking of Kafka, and likewise, for us Italians, it is impossible to think of a Prague that is not also magical, as described by Ripellino. Mag-

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ic Prague is the metamorphosis of a city, urban, historical, linguistic wandering made up of baroque and golden trends, gleaming brightly like the Bohemian crystals, and as mysterious as the cobbled streets of the centre, the late night when tourists sleep, and Prague is mysterious, again and again, in the orange atmosphere of its street lights.

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razione. D’altronde “Praga era Kafka e Kafka era Praga”, come ha detto un grande nome della letteratura ceca, Johannes Urzidil, che a sua volta canta con malinconia la capitale ceca nella sua Amata Perduta. Se è impossibile non pensare alla capitale ceca quando si pensa a Kafka, allo stesso modo, per noi italiani, è impossibile pensare a una Praga che non sia anche magica, quella di Ripellino. Praga magica è la metamorfosi di una città, un vagabondaggio urbano, storico, linguistico fatto di pieghe barocche e dorate, brillante come i cristalli di Boemia, e misterioso come le vie ciottolate del centro, la notte tardi, quando i turisti dormono, e Praga è mistero, ancora e sempre, nell’atmosfera arancione delle sue luci di strada. E ancora, come non ricordare un romanzo simbolo come il Golem di Gustav Meyrink, pubblicato a puntate su una rivista fra il 1913 e il 1914 e poi in

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volume nel 1915. Una storia stramba, di realismo magico, con personaggi che ci fanno esplorare l’antico quartiere ebraico della città: un altro dedalo di memorie, gonfio di leggende, e ingolfato, oggi, più prosaicamente, da folle di turisti chiassosi. La capitale mitteleuropea ha ispirato autori di tutte le nazionalità, e tra loro un grande della letteratura contemporanea: Philip Roth. Nel romanzo l’Orgia di Praga l’autore statunitense racconta la storia di un romanziere americano, Nathan Zuckerman, che tenta di recuperare i manoscritti non pubblicati di un autore yiddish. La sua ricerca si svolge nella Praga degli anni ‘70 quando la nazione è sotto il duro giogo comunista. Quest’opera è uno spaccato di storia contemporanea, che mostra come il comunismo poteva permeare tutti gli aspetti della vita dei cittadini cecoslovacchi. Il racconto, oltre l’intrigo, mostra una immagine vivida della città sotto il regime.


cultura culture

Lista incompleta, la nostra. Per dire tutte le opere che hanno cantato Praga servirebbe un volume. Ma è evidente che creare una residenza di scrittura qui ha un significato parti-

colare. Come lo è stato per Luigi XIV quando nel 1666 ha fondato l’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici. Forse la residenza artistica più prestigiosa al mondo che ospita ogni anno

And yet, how could one forget a symbolic novel such as The Golem by Gustav Meyrink, published in installments in a magazine between 1913 and 1914 and then in volume in 1915. An outlandish story of magical realism with characters that enable us to explore the Ancient Jewish Quarter of the City: another maze of memories, amplified by legends, and flooded, today, more prosaically, by crowds of loud tourists. The European capital has inspired authors of all nationalities, among them a great figure in contemporary

literature: Philip Roth. In the novel The Prague Orgy, the US author tells the story of an American novelist, Nathan Zuckerman, who tries to recover unpublished manuscripts from a Yiddish author. His research takes place in Prague in the 1970s when the nation is under the iron rule of communism. This work provides a snapshot of contemporary history, showing how communism could permeate all aspects of the life of Czechoslovak citizens. The story, beyond the intrigue, displays a vivid image of the city under the regime.

artisti e ricercatori in questo palazzo d’eccezione perché continuino le loro creazioni o ricerche. Questa residenza ha accolto artisti come Ingres, Debussy o Granier, e molti altri con-

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temporanei oggi riconosciuti a livello internazionale. Sempre francese è la villa Marguerite Yourcenar, situata nel cuore dei monti delle Fiandre, alla frontiera

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con il Belgio. Residenza europea di scrittura, accoglie ogni anno, per due mesi, degli scrittori di tutto il mondo che vengono qui per continuare o finire opere in corso sul sito eccezionale dell’antica proprietà familiare della famosa scrittrice francese. L’iniziativa praghese pare calcata su questi modelli, ma è certo che ai nobili fini artistici, si alleano scopi più commerciali: invitare premi Nobel o autori di best-seller che scrivano della città, ambientando qui una delle loro opere, potrebbe attirare più turisti nella capitale, come è successo a Parigi o Londra dopo la pubblicazione del Codice da Vinci. Tuttavia c’è da chiedersi se l’effetto Dan Brown sia davvero auspicabile per una città dal centro storico già ingolfato giorno e notte da migliaia di visitatori. E c’è da sperare che dopo la sindrome di Parigi – il collasso psicologico di diversi giapponesi delusi dalla realtà della capitale francese tanto fantasticata – non si registrerà una nuova Sindrome di Praga. Potrà la magia delle pagine di un libro resistere dall’aggressività commerciale del turismo a basso costo?

Praga: una statua dello scrittore Alois Jirásek / Prague: a statue of the writer Alois Jirásek

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A rather incomplete list, actually. An entire volume would be necessary to list all works singing the praises of Prague. However, it is obvious that creating a writing home here has a particular meaning. As it was for Louis XIV when in 1666 he founded the Academy of France in Rome, at Villa Medici. Perhaps the most prestigious artistic residence in the world that every year hosts artists and researchers in the exceptional building to continue their creations or research. This residence

has welcomed artists such as Ingres, Debussy or Granier, and many other internationally recognized contemporaries today. What is also French is the villa of Marguerite Yourcenar, located in the heart of the Flanders mountains, at the border with Belgium. European Writing House, welcomes writers from around the world every year who are coming here to continue or finish works on the exceptional site of the old family property of the famous French writer.

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The Prague initiative seems to strongly follow these models, but it is certain that the noble artistic ends are also matched with more commercial purposes. Inviting Nobel prizes or bestselling authors who write about the city, setting some of their works here, could attract more tourists to the capital, as was the case in Paris or London after the publication of the Da Vinci Code. However, one wonders whether the Dan Brown effect is really desirable for a city with an old town already flooded by thousands of visitors day and night. And it is to be hoped that after the Paris syndrome, the psychological collapse of several of the Japanese disappointed by the reality of the much fantasized French capital, there will no trace of a new Prague Syndrome. Will the magic of the pages of a book be able to resist the commercial aggression of cheap tourism?



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