Agosto - Settembre / August - September 2020
Anche Praga contro Lukashenko Prague also against Lukashenko
Škoda: un nuovo Ceo per frenare la corsa del marchio? Škoda: a new CEO to slow down the branding race?
Il lungofiume bello e abbandonato di Holešovice The Long and Forsaken Riverside of Holešovice
Services
Industrial goods
Industrial gases
Healthcare
Engineering
SIAD Group Founded in Bergamo in 1927, the SIAD Group is one of the main operators in the industrial gases sector and it’s also present in the area of engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales ofces in twelve different Central and Eastern European Countries. In the Czech Republic it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established a production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units for the production of industrial gases in the entire nation. For further information: www.siad.cz
SIAD Group. Industrial gases, Engineering, Healthcare, Industrial goods and Services.
www.siad.com
pag. 6 Editoriale Editorial
pag. 22
News – Economia
pag. 25
politica politics
Calendario fiscale Tax Deadlines
pag. 8
pag. 26
Anche Praga contro Lukashenko Prague also against Lukashenko
pag. 14 News – Politica
economia economy
pag. 16
Intervista a Marco Iannaccone, General Manager di UniCredit Bank Interview with Marco Iannaccone, General Manager of UniCredit Bank
pag. 32 Appuntamenti Events
Škoda: un nuovo Ceo per frenare la corsa del marchio? Škoda: a new CEO to slow down the branding race?
cinema
Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai
Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Giuseppe Picheca, Lawrence Formisano, Sabrina Salomoni, Mauro Ruggiero, Edoardo Malvenuti, Alessandro Canevari, Tiziano Marasco, Amedeo Gasparini
pag. 34
Hrušínský, l’uomo che bruciava i cadaveri Hrušínský, the Man who burnt corpses
pag. 40
Praga e Unesco, quando il futuro sfida l’antico Prague and UNESCO, when the future challenges the ancient reportage
pag. 46
Il lungofiume bello e abbandonato di Holešovice The Long and Forsaken Riverside of Holešovice storia history
pag. 58
Anniversari cechi Czech Anniversaires cultura culture
pag. 60 Novità editoriali New publications
summary
sommario
Agosto - Settembre / August - September 2020
pag. 62
Spazio e tecnologia nel cuore di Praga Space and Technology in the Heart of Prague
pag. 52
Il carcere di Pankrác, tra passato e presente Pankrác prison, from past to present
Gruppo
@PROGETTORC
PROGETTO REPUBBLICA CECA
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Editore/Publishing House: Progetto RC s.r.o. Klimentská 1652/36 110 00 Praga www.progetto.cz redakce@progetto.cz
Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Vojtěch Holan, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai
Inserzioni pubblicitarie Advertisements Progetto RC s.r.o. redakce@progetto.cz
Progetto grafico Graphic design Angelo Colella Associati DTP / DTP Osaro Stampa / Print Vandruck s.r.o.
Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2020 Progetto RC s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8487 Chiuso in tipografia Printing End-Line 22.9.2020
Foto di copertina / Cover Photograph File di nuove vetture Škoda parcheggiate in un centro di distribuzione / Rows of new Škoda cars parked in a distribution centre ©123rtf
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editoriale
THE COMPANY We are a dynamic and versatile company that has acquired twenty years of experience in the PTFE paste Extrustion industry. Today
Cari lettori,
apriamo come di consueto la nostra Rivista con una panoramica sull’at‑ tualità dei rapporti internazionali del‑ la Repubblica Ceca. Uno degli aspetti che ha caratterizzato gli ultimi mesi è la posizione fortemente critica as‑ sunta dalla diplomazia ceca rispetto alla controversa rielezione presiden‑ ziale di Alexander Lukashenko, lo scorso agosto in Bielorussia. Praga si è esposta in prima linea, “a sostegno del diritto democratico del popolo bielorusso a poter avere elezioni li‑ bere ed eque”, e lo ha fatto in modo così netto da subire persino l’accusa, da parte dello stesso Lukashenko, di essere fra i Paesi che fomentano le
Dear readers,
as usual we open our magazine with an overview of the current international relations situation in the Czech Republic. One of the facts that have characterized the last few months is the highly critical position taken by Czech diplomacy towards the controversial presidential reelection of Alexander Lukashenko, last August in Belarus. Prague appeared in the front line, “in support of the democratic right of the Belarusian people to be able to have free and fair elections”, and it did so in such a clear way that it was even accused, by Lukashenko himself, of being among the countries that provoke the anti-regime demonstra-
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manifestazioni antiregime di Minsk. Palazzo Černín ha risposto non rico‑ noscendo la legittimità delle elezioni e promettendo di sostenere in futuro in modo tangibile, con passi concreti, la società civile bielorussa, come ha fatto d’altronde anche la Ue. Con l’emergenza coronavirus sempre in primo piano e con una ripresa dei contagi a dir poco inattesa, un altro tema di grande attualità è quello ri‑ guardante la tenuta dell’economia ceca rispetto alla crisi. Da questo punto di vista, destano non poche preoccu‑ pazioni le ultime vicende riguardanti la Škoda Auto, un’azienda simbolo del Paese, capofila di una industria, quella automobilistica, che ha un ruolo fon‑
damentale per l’economia nazionale. La Škoda, infatti, oltre a subire gli ef‑ fetti del complessivo calo delle vendite in campo internazionale e delle incer‑ tezze sul futuro delle quattro ruote, sta risentendo anche dei dubbi sul suo prossimo ruolo all’interno del gruppo Volkswagen. Una prova evidente di tutto questo è costituita dai malumori e dalle polemiche, seguiti al recente cambio al vertice della casa di Mladá Boleslav, del quale vi parliamo nelle pagine che seguono. Con la certezza che in questo numero possiate trovare anche altri argomen‑ ti di vostro interesse, vi lasciamo alle prossime pagine.
tions in Minsk. Černín Palace responded by not recognizing the legitimacy of the elections and by promising to concretely support Belarusian civil society with concrete steps in the future, as the EU has also done. With the coronavirus emergency always in the foreground and with an unexpected resurgence in infections, another major topical issue is that of the Czech economy’s resilience in face of the crisis. From this point of view, the latest events concerning Škoda Auto, a symbolic company of the country, leader of an industry, the automotive one, which plays a fundamental role in the national economy, cause consider-
able concern. Škoda, in fact, in addition to suffering the effects of the overall decline in international sales and uncertainties about the future of the automobile company, is also plagued by doubts about its future role within the Volkswagen group. Evident proof of all this is the discontent and controversy following the recent change at the top of the Mladá Boleslav-based company, which we will talk about in the following pages. With the certainty that in this issue you will also be able to find further topics of interest to you, we will leave you to the following pages.
progetto repubblica ceca
Buona lettura
Enjoy the read!
As producers of PTFE tapes, we have been able to constantly expand our product range in the industrial seals sector over the years. We are therefore able to provide every type of industry, a comprehensive package of advanced solutions. AUTOMOTIVE GASKETS AND SEALS allowed us to raise our output volumes. OUR PRODUCTIONS INCLUDE:
Rubber moulded seals in all kind of elastomers Oring in every type of elastomers The rubber division uses injection molding and compression of the latest generation for the pressing, both vertical and horizontal, allowing the optimization of the production of each item. Also, the O-RING division is equipped with last generation machines injection which allow the O-Rings production from 1mm of internal diameter to 500 mm of internal diameter.
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politica estera foreign policy
La Repubblica Ceca si muove a sostegno della società civile bielorussa e chiede che non si ripeta quanto avvenuto nella Cecoslovacchia del 1968 di Daniela Mogavero by Daniela Mogavero
The Czech Republic moves in support of Belarusian civil society and asks that what happened in 1968 Czechoslovakia is not repeated
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ANCHE PRAGA CONTRO LUKASHENKO PRAGUE ALSO AGAINST LUKASHENKO
con la Cina dopo la missione a Taiwan del presidente del Senato ceco e la vi‑ sita a Praga del segretario di Stato Usa Mike Pompeo. Lukashenko accusa: “Praga fomenta le proteste” “La Ue deve attivarsi perché in Bielo‑ russia non accada quanto successo da noi nel 1968”, ha detto il premier ceco Andrej Babiš commentando la violen‑ ta repressione contro l’opposizione
anti Lukashenko, scesa in piazza dopo le ultime presidenziali. “I bielorussi hanno diritto alla libertà di espres‑ sione e alla democrazia” ha aggiunto Babiš, auspicando una “Rivoluzione di velluto” in salsa bielorussa. Lukashenko però, al potere dal 1994, non ha mai pensato di mollare il suo incarico e ha addirittura puntato il dito contro la Repubblica Ceca, accusandola di aver avuto un ruolo attivo, insieme
ad altri Paesi, nel fomentare le proteste di Minsk. Il ministro degli Esteri ceco, il socialdemocratico Tomáš Petříček, ha immediatamente smentito, pur sen‑ za nascondere che Praga sostiene da tempo la società civile bielorussa. Il tema dell’opposizione bielorussa in realtà sta molto a cuore al governo ceco che, su proposta dello stesso mi‑ nistro degli Esteri Petříček, ha lanciato la creazione di un fondo a favore dei
L’attualità della politica estera della Re‑ pubblica Ceca è stata condizionata in queste ultime settimane da quanto sta avvenendo vicino ai suoi confini orien‑ tali, con riferimento principalmente alle controverse elezioni presidenziali in Bie‑ lorussia. Praga, in linea con la posizione assunta dalla Ue e da buona parte della comunità internazionale, ha condanna‑ to la violenta repressione delle proteste di piazza e non ha riconosciuto l’ennesi‑ mo mandato di Alexander Lukashenko. In primo piano anche le reazioni ce‑ che al caso Navalny, le nuove tensioni
cittadini e dei media indipendenti perseguitati dal regime di Lukashenko. Il fondo ammonta a dieci milioni di corone attinte dal bilancio annuale di Palazzo Černín. A mobilitarsi sono sta‑ te anche le Università di Brno e di Olo‑ mouc, che hanno offerto borse di stu‑ dio a studenti bielorussi ed esponenti del mondo accademico di quel Paese, una iniziativa alla quale dovrebbe as‑ sociarsi anche la Univerzita Karlova. Tutte iniziative di sostegno rispetto alle quali Praga non sembra però in‑ tenzionata a compiere da sola passi troppo affrettati. Il premier Babiš ha rimarcato di voler restare in linea con l’Ue e muoversi in sintonia con Bru‑ xelles, per quanto riguarda le sanzioni al regime di Lukashenko. Pechino indica a Praga la linea rossa Le minacciose reazioni cinesi alla re‑ cente visita a Taiwan del presidente del Senato Miloš Vystrčil non potranno che peggiorare i sentimenti anti-Pechino già diffusi nel Paese. Secondo una ri‑
The recent events regarding the Czech Republic’s foreign policy have been conditioned in the last few weeks by what is happening near its eastern borders, with reference mainly to the controversial presidential elections in Belarus. Prague, in line with the position taken by the EU and a large part of the international community, condemned the violent repression of street protests and did not recognize the latest of the many mandates of Alexander Lukashenko. Also in the foreground are the Czech reactions to the Navalny case, the new tension with China after the mission to Taiwan of the President of the Czech Senate and the Prague visit of US Secretary of State Mike Pompeo. Lukashenko accuses: “Prague fuels protests” “The EU must take action so that what happened to us in 1968 does not happen in Belarus”, said Czech Prime Minister Andrej Babiš, commenting on the violent repression against the anti-
Lukashenko opposition, which took to the streets after the last presidential elections. “Belarusians have the right to freedom of expression and democracy”, added Babiš, hoping for a Belarusian-flavored “Velvet Revolution”. However, Lukashenko, in power since 1994, has never thought of giving up his post and has even pointed his finger towards the Czech Republic, accusing it of having played an active role, together with other countries, in stirring up the protests in Minsk. The Czech Foreign Minister, the Social Democrat Tomáš Petříček, immediately denied it, without hiding that Prague has long supported Belarusian civil society. The issue of the Belarusian opposition is actually very close to the heart of the Czech government which, at the proposal of the Foreign Minister Petříček himself, launched the creation of a fund for the independent citizens and media persecuted by the Lukashenko regime. The fund amounts to ten million crowns
Una manifestazione anti Lukashenko a Praga
progetto repubblica ceca
An anti-Lukashenko demonstration in Prague
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politica estera foreign policy
cerca del think tank statunitense Pew Research Center, i cechi sono al quarto posto tra gli europei per la cattiva opi‑ nione che hanno della Cina. Molti cit‑ tadini sono del parere che relazioni più strette tra Praga e Pechino non faccia‑
no altro che indicare un allontanamen‑ to dalla democrazia e dal liberalismo. Le parole del ministro degli Esteri cinese Wang Yi contro il viaggio a Taiwan di Vystrčil, bollato come “il su‑ peramento della linea rossa da parte
di Praga”, ovviamente inaspriscono questo sentimento. “Praga la pagherà cara, perché sfidare il principio dell’u‑ nica Cina vuol dire inimicarsi un mi‑ liardo e mezzo di cinesi. Dobbiamo far pagare alla Repubblica Ceca un prezzo
salato per la sua miopia e per il suo opportunismo politico” sono state le parole di fuoco usate da Wang Yi. E non si sono fatte attendere le prime ritorsioni economiche. Pechino ha già manifestato l’intenzione di interdire
l’ingresso nel mercato cinese alle azien‑ de i cui rappresentanti hanno parteci‑ pato alla recente missione a Taiwan di Vystrčil, ma il maggiore timore di Praga è che queste misure possano essere prese contro le principali aziende ceche © TAIPEI ECONOMIC AND CULTURAL OFFICE, PRAGUE
La missione a Taiwan di Vystrčil, il caso Navalny e la visita a Praga di Pompeo, questi gli altri temi in primo piano nella politica estera ceca degli ultimi mesi Vystrčil’s mission to Taiwan, the Navalny case and Pompeo’s visit to Prague are among topics at the fore of Czech foreign policy in recent months
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Il presidente del Senato Miloš Vystrčil consegna una targa alla presidente taiwanese Tsai Ing-wen durante la sua visita a Taipei
Senate President Miloš Vystrčil delivers a plaque to President of Taiwan Tsai Ing-wen during their meeting in Taipei
drawn from the annual budget of the Černín Palace. The Universities of Brno and Olomouc were also mobilized, offering scholarships to Belarusian students and academics from the country, an initiative which Charles University is also expected to join.
Beijing sentiments already widespread in the country. According to research by the US think tank Pew Research Center, Czechs are in fourth place among Europeans with a most negative view of China. Many citizens are of the opinion that closer relations between Prague and
All support initiatives with respect to which Prague, however, does not seem willing to take too hasty steps on its own. Prime Minister Babiš remarked that he wanted to remain in line with the EU and move in harmony with Brussels regarding the prospect
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of sanctions against the Lukashenko regime. Beijing indicates the red line to Prague The threatening Chinese reactions to the recent visit to Taiwan by Senate President Miloš Vystrčil can only worsen the anti-
Beijing do nothing but indicate a move away from democracy and liberalism. The words of Chinese Foreign Minister Wang Yi against Vystrčil’s trip to Taiwan, branded as “Prague’s crossing of the red line”, obviously exacerbates this sentiment. “Prague will pay dearly, because
investitrici in Cina: tra tutte Škoda Auto, che ha il suo mercato principale proprio nel Paese del Dragone, e Ppf/Home Cre‑ dit del magnate Petr Kellner. Il presidente del Senato Vystrčil, civi‑ co democratico dell’Ods, esponente dell’opposizione al governo Babiš, è da tempo critico verso la politica di aper‑ tura alla Cina patrocinata dal capo dello Stato Miloš Zeman e in buona parte so‑ stenuta dall’esecutivo. Lo stesso Vystrčil non ha certo aiutato a distendere i toni quando, giunto a Taipei, ha dichiarato “io sono taiwanese”, ispirandosi alle iconiche parole pronunciate a Berlino nel 1963, in piena guerra fredda, dal presidente americano John F. Kennedy. Davanti a queste tensioni, il gover‑ no ceco ha cercato di dare il classico colpo al cerchio e uno alla botte. Il premier Babiš e il ministro degli Este‑ ri Petříček da un lato hanno definito “fuori luogo e inopportune” le parole di Pechino, dall’altro hanno cercato di tranquillizzare il Dragone precisando
che non è il presidente del Senato a rappresentare la politica estera na‑ zionale ceca. Il capo del governo ha poi apertamente criticato Vystrčil, rinfacciandogli di mettere in pericolo gli interessi economici cechi in Cina. Ben più inequivocabile il commento del presidente Miloš Zeman, grande sponsor della Cina, il quale, riferendosi a Vystrčil, è giunto a dichiarare: “Consi‑ dero il Senato l’istituzione più inutile di cui dispone la Repubblica Ceca”. Ha poi deciso di mettere in castigo il presiden‑ te del Senato, annunciando che non lo inviterà più alle periodiche riunioni sulla politica estera, organizzate dal Castello, con la partecipazione delle più alte cariche dello Stato. Praga difende Navalny, ma non dimentica gli interessi legati al Nord Stream II Altro fronte caldo nelle relazioni inter‑ nazionali di Praga è sempre la Russia. Ultimamente a tenere banco è il caso Navalny, l’oppositore del Cremlino
challenging the One-China principle means antagonizing one and a half billion Chinese. We must make the Czech Republic pay a high price for its shortsightedness and political opportunism” were the fiery words used by Wang Yi. And the first economic retaliations were not long in coming. Beijing has already expressed its intention to prohibit entry into the Chinese market to companies whose representatives participated in Vystrčil’s recent mission to Taiwan, but Prague’s greatest fear is that these measures could be taken against the main Czech companies investing in China: above all Škoda Auto, whose main market is in the Country of the Dragon, and against PPF group/Home Credit of the tycoon Petr Kellner. Senate President Vystrčil, a civic democrat of the ODS, a member of the opposition to the Babiš government, has long been critical of the policy of opening up to China sponsored by the head of state Miloš Zeman and largely supported by the executive branch. Vystrčil
himself certainly did not help to soften the tones when, upon arrival in Taipei, he declared “I am Taiwanese”, inspired by the iconic words spoken in Berlin in 1963, in the middle of the Cold War, by American President John F. Kennedy. Faced with these tensions, the Czech government has tried to take measures in order to appease both sides. Prime Minister Babiš and Foreign Minister Petříček on the one hand called Beijing’s words “inappropriate and out of place”, on the other they tried to reassure the Dragon by specifying that it is not the President of the Senate who represents Czech national foreign policy. The head of the government then openly criticized Vystrčil, accusing him of endangering Czech economic interests in China. A far more unequivocal comment came from President Miloš Zeman, a major sponsor of China, who when referring to Vystrčil, declared that he considered “the Senate the most useless institution available to the Czech Republic”.
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politica estera foreign policy
Arrivato a Praga con grandi speranze di incassare più di un sì, Mike Pompeo è partito dalla capitale ceca quasi a mani vuote Having arrived in Prague with high hopes of cashing in more than one yes, Mike Pompeo left the Czech capital almost empty-handed
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avvelenato in circostanze misteriose, pare con un agente nervino, secondo le analisi poi effettuate a Berlino. Il ministro degli Esteri ceco Tomáš Petříček ha definito “inquietanti” le informazioni fornite dalle autorità te‑ desche e ha detto che i prossimi passi nei confronti della Russia saranno com‑ piuti in coordinamento con i partner della Ue e della Nato. Inoltre, Petříček ha dichiarato che i colloqui bilaterali con Mosca saranno subordinati proprio alla vicenda Navalny. Una dichiarazione che non è piaciuta per niente alla diplo‑ mazia russa, la quale ha commentato: “Praga sta compiendo passi contrari a un dialogo costruttivo”. Queste parole sembrano lasciare ben poco spazio, nel breve periodo, alla prospettiva di una soluzione delle tensioni diplomatiche che ormai da mesi caratterizzano i rap‑ porti fra Praga e Mosca. Il caso Navalny però, per quanto ri‑ guarda Praga, va visto anche alla luce He then decided to punish the president of the Senate, announcing that he will no longer invite him to the periodic meetings on foreign policy, organized by the Castle, with the participation of the highest offices of the state. Prague defends Navalny, but does not forget interests linked to Nord Stream II Another hot front in Prague’s international relations is always Russia. The latest major headline is the Navalny case, in which the Kremlin opponent was poisoned in mysterious circumstances, apparently with the use of a nerve agent, according to analyses later carried out in Berlin. Czech Foreign Minister Tomáš Petříček described the information provided by the German authorities as “disturbing” and said that the next steps towards Russia will be taken in coordination with EU and NATO partners. Furthermore, Petříček declared that bilateral talks with Moscow will be dependent on the Navalny affair. A statement that Russian diplomacy did not at all appreciate, comment-
dei grandi interessi legati alla realiz‑ zazione del gasdotto Nord Stream 2, la più grande infrastruttura energe‑ tica in costruzione in Europa. Se in Germania, Paese che ha sempre ap‑ poggiato il progetto, sta ora sorgendo il dibattito sulla possibilità “di punire Putin”, di farsi da parte, la Repubbli‑ ca Ceca non appare invece disposta a rinunciare al gas russo consentito da
questa nuova conduttura. Il ministro dell’Industria e del Commercio, Karel Havlíček, interpellato dalla stampa, ha ammesso che se dovesse prospet‑ tarsi in seno alla Ue la possibilità di bloccare il progetto Nord Stream 2 per il caso Navalny, Praga sarebbe contraria. La Repubblica Ceca, infatti, sarà uno dei Paesi beneficiari dell’ul‑ teriore iniezione e disponibilità di gas
russo attraverso la conduttura che da San Pietroburgo arriverà in Germania bypassando l’Ucraina. Il deludente bilancio di Pompeo a Praga Arrivata a Praga a metà agosto con grandi speranze di incassare più di un sì, la delegazione del segretario di Stato Usa Mike Pompeo è partita dal‑ la capitale ceca quasi a mani vuote.
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, l’obiettivo era firmare due memo‑ randum in funzione anti-Cina e antiRussia: uno per l’esclusione della ci‑ nese Huawei dal 5G ceco e il secondo per la cancellazione di aziende cinesi e russe dai lavori di ampliamento della centrale nucleare di Dukovany. Sul secondo fronte lo stesso Babiš ave‑ va già spento gli auspici di Washing‑ © VLADA.CZ
Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo e il premier ceco Andrej Babiš
US Secretary of State Mike Pompeo and Czech Prime Minister Andrej Babiš
ing: “Prague is taking steps against constructive dialogue”. These words seem to leave very little space, in the short term, for the prospect of a solution to the diplomatic tensions that have characterized relations between Prague and Moscow for months. The Navalny case, however, from Prague’s perspective, must also be seen in the light of the great interests
Minister of Industry and Commerce, Karel Havlíček, questioned by the press, admitted that if the possibility of blocking the Nord Stream 2 project in the Navalny case were to be envisaged within the EU, Prague would be against it. The Czech Republic, in fact, will be one of the beneficiary countries of the further injection and availability of Russian gas through the pipeline
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linked to the construction of the Nord Stream 2 gas pipeline, the largest energy infrastructure under construction in Europe. If in Germany, a country that has always supported the project, the debate is now arising on the possibility of “punishing Putin”, or stepping aside, the Czech Republic does not appear willing to give up the Russian gas guaranteed by this new pipeline. The
that from St. Petersburg will arrive in Germany bypassing Ukraine. Pompeo’s disappointing outcome in Prague Having arrived in Prague in mid-August with high hopes of cashing in more than one yes, the delegation of US Secretary of State Mike Pompeo left the Czech capital almost empty-handed. According to rumours, his goal in fact,
ton: “Capisco che gli Usa gradirebbero avere una posizione preferenziale, ma è necessario che la gara sia trasparen‑ te e obiettiva”. Quanto a Huawei, Babiš considera sufficiente la dichiarazione congiunta ceco-americana dello scor‑ so maggio, che si riferisce ai principi comuni della sicurezza informatica. È sul fronte politico, invece, che la visita di Pompeo ha segnato alcuni punti importanti: primo fra tutti il sostegno alla visita di Vystrčil a Tai‑ wan in funzione anti-Cina, iniziativa per la quale il segretario di Stato Usa ha citato l’esempio dell’ex presidente Václav Havel. Pompeo, nel corso del discorso pro‑ nunciato davanti al Senato ceco, ha lanciato chiari messaggi: ha attaccato la Russia, “che mina la sovranità degli Stati europei con la disinformazione”, e la Cina, che ha definito il “pericolo peggiore”. Temi molto cari anche alla campagna presidenziale di Donald
Trump che punta al secondo manda‑ to alla Casa Bianca. Altro momento importante della vi‑ sita è stato l’incontro tra Pompeo e il presidente Miloš Zeman al Castello, appuntamento rimasto in dubbio sino all’ultimo in conseguenza, molto pro‑ babilmente, delle simpatie filo russe e filo cinesi del capo dello Stato ceco. Quest’ultimo ha detto comunque di apprezzare diverse decisioni della poli‑ tica estera Usa, tra cui il trasferimento dell’ambasciata in Israele a Gerusalem‑ me ma ha avvertito sui rischi di un ritiro dell’esercito americano dall’Afghani‑ stan, come annunciato da Trump. Come raccontato da Babiš, il quale era presente all’incontro, Zeman ha infine rassicurato l’ospite america‑ no dicendogli di non essere “né un agente russo, né un agente cinese”. A questo proposito il Premier ha ag‑ giunto: “Io e il Presidente ci battiamo soprattutto per gli interessi cechi”.
was to sign two anti-China and antiRussia memoranda: one for the exclusion of the Chinese company Huawei from Czech 5G and the second for the cancellation of Chinese and Russian companies in the expansion works of the Dukovany nuclear power plant. On the second issue, Babiš himself had already extinguished Washington’s hopes: “I understand that the US would like to have a preferential position, but the competition must be transparent and objective”. As for Huawei, Babiš considers the CzechAmerican joint declaration of last May, which refers to the common principles of cyber security, to be sufficient. It is on a political level, however, that Pompeo’s visit scored some important points: first of all the support for Vystrčil’s visit to Taiwan in an anti-China function, an initiative for which the US Secretary of State cited the example of former president Václav Havel. Pompeo, during his speech before the Czech Senate, sent clear messages: he attacked Russia, “which undermines
the sovereignty of European states with disinformation”, and China, which he called the “worst danger”. Themes also very dear to Donald Trump’s presidential campaign, which aims at a second term in the White House. Another important moment of the visit was the meeting between Pompeo and President Miloš Zeman at the Castle, an appointment that remained in doubt until the very last moment as a consequence, most likely, of the proRussian and pro-Chinese sympathies of the Czech head of state. However, the latter said he appreciated several US foreign policy decisions, including the transfer of the Israeli embassy to Jerusalem, but warned of the risks of a US military withdrawal from Afghanistan, as announced by Trump. As said by Babiš, who was present at the meeting, Zeman finally reassured the American guest by telling him that he was “neither a Russian agent, nor a Chinese agent”. In this regard, the Prime Minister added: “The President and I are fighting above all for Czech interests”.
News - politica politics
ROMAN PRYMULA NUOVO MINISTRO DELLA SANITÀ ROMAN PRYMULA, THE NEW MINISTER OF HEALTH L
’incremento di nuovi casi di Co‑ vid-19 e lo spettro di una seconda ondata, ben più grave di quella pri‑
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he increase in new Covid-19 cases and the threat of a second wave, much more serious than the one in spring, lead to the resignation of the
maverile, inducono alle dimissioni il ministro della Sanità, Adam Vojtěch, da qualche settimana bersaglio di cri‑
Minister of Health, Adam Vojtěch, who has been the target of criticism for a few weeks for the management of the crisis, considered little effective.
tiche per la gestione della crisi, consi‑ derata poco efficace. Il 21 settembre, poche ore dopo l’uscita di scena di Vojtěch, arriva al suo posto l’epide‑ miologo Roman Prymula, il quale viene immediatamente nominato dal presidente Miloš Zeman, su proposta del premier Andrej Babiš. Lo stesso capo del governo non è però esente da critiche, in quanto è stato lui, a fine agosto, a schierarsi contro il ripri‑ stino dell’obbligo delle mascherine. Prymula – viceministro della Sanità sino allo scorso maggio, carica che ha lasciato per contrasti con lo stesso
Vojtěch – appena ricevuta l’investitu‑ ra, annuncia l’imminente adozione di nuove restrizioni, chiedendo che il go‑ verno dichiari lo stato di emergenza. Il tasso di aumento dei contagi in Re‑ pubblica Ceca è intanto diventato uno dei più allarmanti d’Europa, secondo solo a quello della Spagna, come evi‑ denziano le statistiche internazionali. La situazione appare problematica soprattutto nella zona di Praga, tant’è che le autorità della Germania inse‑ riscono la Capitale ceca e la Boemia centrale nella lista rossa delle zone a rischio Covid-19.
On September 21, a few hours after Vojtěch left the scene, the epidemiologist Roman Prymula took his place and was immediately appointed by President Miloš Zeman, on the proposal of Prime Minister Andrej Babiš. However, the head of government himself is not exempt from criticism, as it was him who took sides against reintroducing mandatory masks. Occupying the position of Deputy Minister of Health until last May – which he left due to disputes with Vojtěch himself – Prymula announced the
imminent introduction of new restrictions upon his appointment, asking the government to declare a state of emergency. Meanwhile, the rate of increase of cases in the Czech Republic has become one of the most alarming in Europe, second after Spain, as evidenced by international statistics. The situation appears problematic especially in the Prague area, so much so that the German authorities have included the Czech capital and central Bohemia on the red list of Covid-19 risk areas.
BABIŠ: “L’OSM MEGLIO CHE TACCIA” BABIŠ: “THE WHO SHOULD KEEP QUIET”
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l premier Andrej Babiš reagisce furiosamente alle critiche della Organizzazione mondiale del‑ la Sanità, la quale, all’inizio di settembre, valuta inadeguata l’attività di tracciamento dei contatti delle persone risultate positive al Coronavirus. “Questa Oms, che ha tardato così tanto a ricono‑ scere la pandemia e che per lungo tempo non ha suggerito le mascherine, farebbe meglio a tacere”
sbotta il capo del governo contro l’organizzazio‑ ne per la Salute dell’Onu. Egli non manca poi di ricordare che la Repubblica Ceca è uno dei Paesi d’Europa che sinora ha subito meno morti in con‑ seguenza del Covid-19. Riferendosi poi all’aumen‑ to preoccupante dei contagi, Babiš sostiene che si tratta della conseguenza del numero molto eleva‑ to dei test effettuati.
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which took so long to recognize the pandemic and did not recommend masks for a long time, would do better to keep quiet”, the head of the government blurted out against the UN Health Organization. He also mentions that the Czech Republic is one of the
rime Minister Andrej Babiš reacted furiously to criticism coming from the World Health Organization, which, at the beginning of September, assessed as inadequate the contact tracing of people who have tested positive for Coronavirus. “This WHO,
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countries in Europe that has so far suffered fewer deaths as a result of Covid-19. Then, talking about the worrying increase of infections, Babiš argues that this is the consequence of the very high number of tests carried out.
ZUZANA KROČOVÁ RETTRICE DELL’UNIVERSITÀ DELLA DIFESA ZUZANA KROČOVÁ, THE NEW DEAN OF THE UNIVERSITY OF DEFENCE
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a Scuola superiore con sede a Brno, dove si for‑ mano i futuri ufficiali delle forze armate della Re‑ pubblica Ceca, compresi i medici militari, è guidata per la prima volta da una donna. Si tratta di Zuzana Kročová, che ha assunto la carica di rettrice della Univerzita obrany lo scorso agosto. In precedenza, il colonnello Kročová era a capo del Dipartimento di patologia e biologia molecolare della Facoltà di me‑ dicina della stessa Università. A proporne la nomina è stato il Senato accademico.
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raining center for the future officers of the Czech Republic armed forces and military doctors, the university based in Brno is now led for the first time by a woman. She is Zuzana Kročová, who took over the position of director of the Univerzita Obrany last August. Previously, Colonel Kročová was the head of the Department of Molecular Pathology and Biology of the Faculty of Health Sciences in the same University. The Academic Senate was the one nominating her for this position.
VLADIMÍR DLOUHÝ CANDIDATO ALLA GUIDA DELL’OCSE VLADIMÍR DLOUHÝ, A CANDIDATE TO LEAD THE OECD
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l movimento del premier Andrej Babiš è sem‑ pre la principale forza politica della Repubbli‑ ca Ceca, nonostante il calo registrato in estate. È quanto emerge da un sondaggio effettuato in agosto dalla agenzia Kantar, che ha attribuito ad Ano il 27,5% dei consensi (4,5 punti percentuali in meno di giugno). Al secondo posto i Pirati, al 19,5%, apparsi invece in ascesa, così come i Civici democratici dell’Ods (15%) e i sovranisti dell’Spd (8%). Altri tre i partiti in grado di superare lo sbarramento del 5% previsto per la Camera dei deputati: i sindaci e indipendenti di Stan (6,5%), i socialdemocratici della Čssd (5,5%) e i liberali del Top 09 (5%). Fuori dalla Camera rimarrebbero in‑ vece i comunisti del Ksčm al 4,5%.
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l governo ceco ha ufficialmente presentato la candidatura di Vladimír Dlouhý alla carica di segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse). Il ministro degli Esteri Tomáš Petříček ha mes‑ so in rilievo che Dlouhý – economista, attuale presidente della Camera di Commercio della
Repubblica Ceca e consulente internazionale di Goldman Sachs, con un passato anche da mini‑ stro dell’Industria e del Commercio (carica rico‑ perta dal 1992 al 1997) – è un candidato ideale e godrà del pieno sostegno della diplomazia na‑ zionale. L’Ocse eleggerà il nuovo presidente nel primo trimestre del 2021.
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Chamber of Commerce and international consultant to Goldman Sachs, with a background as Minister of Industry and Commerce (1992-1997) – is an ideal candidate and will enjoy the full support of national diplomacy. The OECD will elect the new president in the first quarter of 2021.
he Czech government has officially presented Vladimír Dlouhý’s candidacy for the position of Secretary General of the Organization for Economic Cooperation and Development (OECD). Foreign Minister Tomáš Petříček underlined that Dlouhý – an economist, and current president of the Czech
ANO SEMPRE PRIMO NEI SONDAGGI ANO, ALWAYS FIRST IN THE POLLS
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he movement of Prime Minister Andrej Babiš is still the main political force in the Czech Republic, despite the decline recorded in the summer. This is the outcome of a survey carried out in August by Kantar agency, which attributed 27.5% of the votes to ANO (4.5 percentage points less than in June). The Pirates came second, with 19.5%, appearing instead on the rise, just like the Civic Democrats of the ODS (15%) and the sovereigns of the SPD (8%). There were three other parties able to overcome the 5% barrier foreseen for the Chamber of Deputies: the mayors and independents of STAN (6.5%), the social democrats of the ČSSD (5.5%) and the liberals of the TOP 09 (5 %). However, the Communists of the KSČM would remain outside the Chamber, with only 4.5%.
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Governo e sindacati temono che la capogruppo Volkswagen voglia declassare l’impresa ammiraglia dell’economia ceca
ŠKODA: UN NUOVO CEO PER FRENARE LA CORSA DEL MARCHIO? ŠKODA: A NEW CEO TO SLOW DOWN THE BRANDING RACE?
di Giacomo Dei Tamburi by Giacomo Dei Tamburi
Both government and unions fear that the Volkswagen parent company wants to downgrade the flagship of the Czech economy
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Di rado il cambio al vertice di una azienda suscita tanto interesse, aspettative e timori come è accaduto quest’estate con l’avvicendamento alla guida di Škoda Auto. La capo‑ gruppo Volkswagen ha approfittato della scadenza del contratto di Ber‑ nhard Maier, presidente del CdA del‑ la casa automobilistica ceca sino a luglio, per sostituirlo e affidare il ti‑ mone della Škoda a Thomas Schäfer. Quest’ultimo arriva dal Sudafrica, dove negli ultimi anni ha guidato le attività del colosso tedesco. Verso un marchio low cost? Schäfer non ha avuto di certo un benvenuto caloroso in Boemia. La
sua nomina ha in primo luogo de‑ luso chi sperava che, dopo quasi vent’anni, potesse tornare a capo della Škoda un manager con passa‑ porto ceco. Il favorito della stampa e di una parte dell’establishment poli‑ tico ed economico era Martin Jahn, che nello stesso periodo tornava dal‑ la Cina, dove è stato per quattro anni vicepresidente della società mista Faw-Volkswagen. L’inatteso mancato rinnovo del con‑ tratto di Maier, che era a capo dell’a‑ zienda di Mladá Boleslav dal 2015, è stato poi letto come un netto cambio di rotta della strategia aziendale del‑ la Škoda Auto. Eppure, sotto la sua
guida, anche indipendentemente dai meriti di Maier, l’azienda ha vissuto i suoi tempi migliori e ha sfornato dei modelli, che hanno riposizionato il marchio verso il segmento premium. È stata però proprio questa scelta a destare le critiche del numero uno del gruppo Volkswagen, Herbert Diess. “Non abbiamo bisogno che la Škoda diventi il terzo marchio premium del gruppo. Dovrebbe piuttosto raffor‑ zarsi nel segmento dei marchi più economici” ha detto in un’intervista apparsa a fine luglio sulle pagine del‑ la Frankfurter Allgemaine Zeitung. Diess, d’altra parte, non è nuovo a questo tipo di uscite. Già alcuni anni fa aveva proposto che le novità tecno‑ logiche del gruppo fossero riservate ai marchi premium, Audi e Volkswagen in primis. La prospettiva che la Škoda debba diventare l’omologo della Dacia del gruppo tedesco ha sollevato il malu‑ more tra molti dirigenti. Il più diretto e sanguigno è stato, come al solito, il leader sindacale nello stabilimento di Mladá Boleslav, Jaroslav Povšík. “Ho parlato con Schäfer un mese fa e gli
ho fatto la domanda chiave: se arriva per fermare o per sviluppare la Škoda. Ha reagito dicendo di essere abituato a essere sempre dalla parte del team di cui è il capitano” ha raccontato Povšík il suo primo colloquio con il nuovo Ceo. Una risposta che ovviamente non ha tranquillizzato gli animi, vista la sua intrinseca ambiguità. Nella sua lette‑ ra ai dipendenti della casa automo‑ bilistica Schäfer ha poi menzionato la sfida dell’auto elettrica e digitale, sottolineando tuttavia soprattutto il rapporto con il cliente e l’importanza che l’azienda venga incontro ai desi‑ deri dello stesso. Desideri che però cambiano in relazione al segmento, su cui punta il marchio. “Il calo di qualità e la discesa nel set‑ tore low cost non ci saranno” ha scritto il premier ceco Andrej Babiš dopo l’in‑ contro con Schäfer a fine agosto. Due settimane dopo il sindacalista Povšík ha nuovamente lanciato l’allarme, sostenendo che il gruppo tedesco stia valutando di trasferire in stabilimen‑ ti fuori dalla Repubblica Ceca alcuni modelli di alta gamma come Superb
A change in the management of a company rarely sparks as much interest, expectations and fears as the change in the leadership of Škoda Auto did during this summer. The Volkswagen parent company took advantage of the expiry of the contract with Bernhard Maier, chairman of the Board of Directors of the Czech car manufacturer until July, to replace him and entrust the lead of Škoda to Thomas Schäfer. The latter comes from South Africa, where he had been leading the operations of the German giant in the past few years. Heading towards a low-cost brand? Schäfer certainly didn’t receive a warm welcome in Bohemia. Firstly, his appointment disappointed those hoping that, after almost twenty years, the leadership of Škoda could return to a manager with a Czech passport. Martin Jahn was the favorite of the press
and part of the political and economic establishment. He returned from China in the same period, after a stay of almost four years as the vice-President of the joint Faw-Volkswagen company. The unexpected non-renewal of Maier’s contract, who had been leading the company in Mladá Boleslav since 2015, was then interpreted as a clear change of pace in the business strategy of Škoda Auto. However, under his management, even regardless of his achievements, the company has known its best times and produced models that repositioned the brand towards the premium segment. Nevertheless, it was precisely this choice that sparked the criticism of Herbert Diess, the leader of the Volkswagen group. “We don’t need Škoda to become the third premium brand in the group. It should rather strengthen its position in the segment of lower-
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L’avvicendamento al vertice della storica azienda ceca è stata una delle notizie più seguite dell’estate The change at the management level in the historic Czech company was one of the most popular news of this summer
o Kodiaq. “È un chiaro declassamento” ha detto il sindacalista. L’orientamento del nuovo presidente del CdA si capirà dalla reazione alla crisi Covid 19, che ha colpito la Škoda come il resto dell’automotive euro‑ peo: i ricavi della casa automobilistica ceca sono diminuiti di un quarto e il margine di tre quarti. A differenza di molti concorrenti l’azienda di Mladá Boleslav è però rimasta in attivo. Le reazioni in Repubblica Ceca ai cambiamenti alla Škoda Auto pos‑ sono sembrare eccessive, se non si prende in considerazione l’impor‑ tanza dell’azienda per l’intera eco‑ nomia ceca. La Škoda, da sola, vale circa il nove percento dell’export nazionale ed è di gran lunga la più importante azienda privata ceca per © VOLKSWAGEN ricavi e tributi allo Stato. Del grande settore automotive ceco Thomas Schäfer, nuovo Ceo di Škoda Auto / Thomas Schaefer, la Škoda è una delle poche aziende new CEO of Škoda Auto cost brands”, he declared in an interview published at the end of July, in Frankfurter Allgemeine Zeitung. On the other hand, this was not his first outburst. A few years ago, he had al-
ready proposed to reserve the group’s technological innovations to premium brands, Audi and Volkswagen in primis. The outlook that Škoda could become the counter part of Dacia in the Ger-
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solo le catene di montaggio ma an‑ che le divisioni di ricerca e sviluppo, insomma la sua testa pensante (benché integrata nelle strutture del gruppo Volkswagen). Pertanto, un declassamento dell’azienda potreb‑ be influire, anche se non necessaria‑ mente, su queste attività a maggior valore aggiunto.
Sfide a corto e medio termine Il punto chiave del nuovo corso sarà quindi quanto le strutture dell’azienda ceca potranno partecipare allo svilup‑ po delle nuove tecnologie per tutto il gruppo e quanto queste nuove tec‑ nologie saranno disponibili anche per la Škoda. La situazione di oggi, in cui la casa automobilistica condivide la
man group raised discontent among many executives. As usual, Jaroslav Povšík, the union leader of the factory in Mladá Boleslav, was the most direct and fervent one. “I spoke to Schäfer
a month ago and asked him the key question: if he is coming to stop or to develop the Škoda. He replied that he is used to always being on the side of the team he leads”, said Povšík about his first interview with the new CEO. Obviously, this was an answer that didn’t put minds at ease, given its intrinsic ambiguity. In his letter to the employees of the car manufacturer, Schäfer mentioned the challenges of the electric and digital car, emphasizing, however, and above all, the relationship with the customer and the importance of meeting their wishes. Wishes that, nevertheless, are changing according to which segment the brand focuses on.
Bernhard Maier, ex Ceo di Škoda Auto / Bernhard Maier, former CEO of Škoda Auto
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che ha davvero goduto di trasferi‑ menti tecnologici e know-how e ha aiutato molti fornitori cechi a salire di qualità. Rispetto agli altri due produttori finali, la Hyundai e la Tpca (la joint venture tra la giappo‑ nese Toyota e il gruppo francese Psa Peugeot Citroën), l’azienda di Mladá Boleslav ha in Repubblica Ceca non
“There will be no decline in quality and downgrading to the low-cost segment”, wrote the Czech Prime Minister Andrej Babiš after meeting with Schäfer at the end of August. Two weeks later, the union leader Povšík raised the alarm, claiming that the German group is considering moving some high-end models like Superb and Kodiaq outside of the Czech Republic. “It’s a clear downgrading”, said the union leader. The approach of the new chairman of the Board of Directors will become clear from the reaction to the Covid-19 crisis, which hit Škoda just the same as the rest of the European automotive industry: the Czech car maker’s
revenues decreased by a quarter and the profit by three quarters. However, compared to many competitors the manufacturer in Mladá Boleslav has remained active. In the Czech Republic, the reactions to the changes at Škoda Auto may seem excessive if we don’t take into account the importance of the company for the entire Czech Republic. Škoda, on its own, is worth about nine percent of national exports and is by far the most important Czech private company in terms of revenues and taxes paid to the state. In the large Czech automotive sector, Škoda is one of the few companies that has really benefited from tech-
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piattaforma di Volkswagen e Audi, ha indubbi vantaggi sotto il profilo di am‑ mortamento dei costi e della flessibili‑ tà produttiva. Dall’altra parte, e questa lamentela viene espressa in maniera particolarmente forte dai sindacati te‑ deschi, potrebbe anche portare a una parziale “cannibalizzazione dei marchi” all’interno del gruppo. Inoltre, il gruppo Volkswagen cerca una risposta al fatto che il mercato dell’auto stia diventan‑ do sempre più binario: da una parte la fascia premium con buona presenza di automobili elettriche e a guida as‑ sistita, che mira a flotte aziendali e a clienti più facoltosi, e dall’altra le auto più economiche con il motore a scop‑ pio, a cui si rivolgeranno i clienti privati con minore disponibilità economica. In questo scenario una trasformazione della Škoda in un marchio low cost ha certamente un appeal commerciale e finanziario che va ben al di là delle nological transfers and know-how and has helped many Czech suppliers to improve quality. Compared to two other end producers, Hyundai and TPCA (the joint venture between the Japanese Toyota and the French PSA group, Peugeot Citroën), the company in Mladá Boleslav has in the Czech Republic not only the assembly lines but also the research and development divisions, briefly said, its “brains” (although integrated into the structure of the Volkswagen group). Therefore, a downgrade of the company could affect these activities with higher added value, although it’s not mandatory so. Short and medium-term challenges Therefore, the key point of the new direction will be how much the Czech company’s structure will be able to take part in the development of new technologies for the entire group and how available these will be even for Škoda. The actual situation, in which the car manufacturer shares the Volkswagen and Audi platform, has unquestionable advantages in terms of amortization of costs and production flexibility. On the
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eventuali animosità verso l’azienda ceca da parte di Herbert Diess. La prospettiva però non è affatto attraente per il governo ceco che invece punta ad attirare produzione ad alto valore aggiunto. Va detto che nel settore automotive l’esecu‑
tivo aveva puntato forse troppo sul ruolo da traino della Škoda. In un colloquio sul futuro dell’automobi‑ le tenutosi lo scorso anno in marzo i vertici della casa automobilistica avevano annunciato due miliardi di euro di investimenti in nuove
propulsioni e nell’auto digitale. Di fronte alle richieste di sostegno il premier Andrej Babiš aveva ribadito il suo no a incentivi alle auto elet‑ triche e, in generale, il suo sguardo scettico su ibrido ed elettrico. La transizione non è affatto una que‑
stione di futuro lontano, dato che quest’anno dovrebbe partire il si‑ stema di penalizzazioni dei marchi, che non vendono abbastanza auto elettriche. Le multe molto salate prospettate dalla Commissione Eu‑ ropea potrebbero erodere in manie‑
ra significativa i margini, fino ad ora piuttosto generosi, della Škoda. Simbolo di successo La discussione sul futuro della Škoda Auto arriva a trent’anni dal ritorno del capitalismo in Repubblica Ceca. L’azienda di Mladá Boleslav è con‑
siderata in maniera quasi unanime uno dei (non molto numerosi) casi di successo della trasformazione economica. La vendita dell’azien‑ da a un forte gruppo estero è stata spesso usata in contrapposizione alla strada propagata da Václav
La Škoda Auto è considerata uno dei (non molto numerosi) casi di successo della trasformazione economica ceca post ‘89 Škoda Auto is considered one of the (not very numerous) successful cases of the Czech economic transformation after ‘89
other hand, it could also lead to a partial “cannibalization of brands” within the group, as a complaint expressed particularly strongly by the German unions. Furthermore, the Volkswagen group is looking for an answer to the fact that the manufacturing market is becoming increasingly binary: on one side, the
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premium segment with a good presence of electric and driver-assist cars, aiming at corporate fleets and wealthier customers, and on the other side, cheaper cars with an internal combustion engine, which private customers with less money will reach out to. Certainly, in this scenario, turning the Škoda into a low-
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cost brand has a commercial and financial appeal that goes well beyond the possible animosity towards the Czech company on the part of Herbert Diess. However, the outlook is not at all attractive for the Czech government which instead aims to attract hightech production. We must underline
that in the automotive sector, the executive has focused perhaps too much on Škoda’s driving force. In an interview on the future of automobiles, held last year in March, the leaders of the car manufacturer announced investments of two billion Euros in new engines and in the digital car. Faced with requests
for support, the Prime Minister Andrej Babiš reiterated his dissent to incentives for electric cars and, generally, his skeptical stance on hybrid and electric. The transition is not really a matter of distant future, given that the system of penalties for brands that don’t sell enough electric cars should start this
year. The very high penalties proposed by the European Commission could significantly erode the margins of Škoda, rather generous thus far. A symbol of success The talks on the future of Škoda Auto take place thirty years after the return of capitalism in the Czech Republic. The
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Klaus di costruire un capitalismo con forti radici ceche. Secondo l’al‑ lora ministro delle finanze e premier i proprietari con radici in Repubbli‑ ca Ceca avrebbero avuto maggiori riguardi verso il loro Paese. Una teoria che ha ripreso forza anche sull’onda delle valutazioni ed emo‑ zioni, che ogni anno suscitano i dati sui dividendi che vanno all’estero. Il fatto che il dibattito sul futuro della Škoda avvenga a Wolfsburg può far apparire l’economia ceca in un ruolo ancillare, come in parte effettiva‑ mente può essere. Ma che i proprie‑ tari domestici abbiano maggiori ri‑ guardi per il loro Paese è una teoria tutta da dimostrare. Ad esempio, il primo di loro, Petr Kellner, ha sì la sua villa ad Hanspaulka ma la sede legale delle sue aziende è in Olanda e una parte dello Stato si è da tem‑ po prostrato ai suoi piedi. company in Mladá Boleslav is almost unanimously considered one of the success stories (not very numerous) of the economic transformation. The sale of the company to a strong foreign group has often been used in contrast to Václav Klaus’s path of building capitalism with strong Czech roots. According to the then Minister of Finance and Prime Minister, the owners with roots in the Czech Republic would have shown more concern for their country. This is a theory that grew stronger also in the wake of studies and experiences, which every year generate data on dividends that go abroad. With the debate on the future of Škoda taking place in Wolfsburg, the Czech economy might appear in a secondary role, as it could partially really be. But the idea that national owners have more concern for their country is a theory yet to be proven. For example, the first of them, Petr Kellner, has his villa in Hanspaulka but the registered office of his companies is in the Netherlands and part of the state prostrated at his feet for some time already.
news - economia economy
DEFICIT CECO DA RECORD PER IL CORONAVIRUS RECORD CZECH DEFICIT FOR CORONAVIRUS I l deficit pubblico della Repubbli‑ ca Ceca ha raggiunto quest’anno a fine agosto la cifra da primato di 230,3 miliardi di corone, dopo i 205,1 miliardi di segno meno del mese pre‑ cedente. Lo ha confermato il ministe‑ ro delle Finanze. Lo scorso anno a fine agosto il disavanzo era di 15,4 miliar‑ di. A determinare tale espansione sono state le molteplici voci di spesa riconducibili alla pandemia, fra cui in primo luogo le misure straordinarie di sostegno al sistema economico. Gli analisti sono del parere che la cresci‑
ta del disavanzo dovrebbe rallentare nell’ultima parte dell’anno, a con‑ dizione che non arrivi una seconda ondata della pandemia. Sino a fine
agosto le entrate per le casse pub‑ bliche ceche sono state pari a 929,4 miliardi, quindi 40,4 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019,
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he public deficit of the Czech Republic reached a record-breaking figure of 230.3 billion crowns at the end of August this year, after the 205.1 billion minus of the previous month. This was confirmed by the Ministry of Finance. Last year at the end of August the deficit was 15.4 billion. This expansion was determined by the multiple items of expenditure attributable to the pandemic, including firstly the extraordinary measures to support the economic system. Analysts are of the opinion that
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deficit growth should slow down in the latter part of the year, provided that a second wave of the pandemic does not
arrive. By the end of August, Czech public revenue amounted to 929.4 billion, therefore 40.4 billion less than in the
metà settembre la coalizione di governo ha rag‑ giunto un accordo sul disegno di legge diretto a introdurre e regolamentare nell’ordinamento ceco il sistema del kurzarbeit (cassa integrazione). L’esigen‑ za è di riuscire ad approvare la data del 31 ottobre, quando scadrà l’attuale programma Antivirus (che tutela temporaneamente l’occupazione durante la crisi del Covid-19). Il ministro del Lavoro e degli Affari
sociali, Jana Maláčová, socialdemocratica, ha espres‑ so l’auspicio – vista anche la situazione di incertezza nella quale si trovano aziende e lavoratori – che l’iter di approvazione in Parlamento proceda celermente, in modo che la nuova legge sulla cassa integrazione pos‑ sa entrare in vigore già in novembre. Da parte di im‑ prese, sindacati e parte del mondo politico giungono però forti critiche sulla normativa varata dal governo.
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caused by Covid-19) will expire. The Minister of Labor and Social Affairs, Jana Maláčová, Social Democrat, expressed the hope, also given the situation of uncertainty in which companies and workers find themselves, that the approval process in Parliament will proceed quickly, so that the new law on layoffs may come into force already during November.
n mid-September, the government coalition reached an agreement on the bill aimed at introducing and regulating the kurzarbeit system (unemployment benefits) in the Czech system. The need is to manage to approve the date of October 31, when the current Antivirus program (which temporarily protects employment during this crisis
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l settore della ristorazione, soprattutto a Praga, continua a fare i conti da più di sei mesi con le drammatiche conseguenze della pandemia e un terzo dei locali sta prendendo in considerazione la eventualità di interrompere definitivamente l’atti‑ vità. In una situazione analoga si trovano gli alber‑ ghi, sfiancati nel corso di quest’anno dall’enorme calo dei turisti stranieri, reso ancora più grave in settembre dalla decisione delle autorità tedesche di dichiarare zona rossa la capitale ceca.
mentre le spese hanno raggiunto l’ammontare di 1.159,7, con un in‑ cremento annuo di 174,5 miliardi. La Camera dei deputati già lo scorso luglio ha approvato, su iniziativa del governo, un nuovo emendamento della legge di bilancio, innalzando a 500 miliardi il deficit previsto per tutto il 2020. Sinora il record negati‑ vo annuale è stato quello raggiunto nel 2009, l’anno segnato dalla crisi finanziaria internazionale, quando il disavanzo della Repubblica Ceca rag‑ giunse la cifra di 192 miliardi.
same period of 2019, while expenses reached the total of 1,159.7 billion, an annual increase of 174.5 billion. The Chamber of Deputies last July already approved, on the initiative of the government, a new amendment to the budget law, raising the deficit forecast for the whole of 2020 to 500 billion. So far, the negative annual record has been the one reached in 2009, the year marked by the international financial crisis, when the Czech Republic’s deficit reached 192 billion.
GOVERNO RAGGIUNGE ACCORDO SUL KURZARBEIT GOVERNMENT REACHES AGREEMENT ON KURZARBEIT
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LA CRISI ASSILLA RISTORANTI E ALBERGHI THE CRISIS IS AFFECTING RESTAURANTS AND HOTELS
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he catering sector, especially in Prague, has been dealing with the dramatic consequences of the pandemic for more than six months and a third of the restaurants are considering the possibility of permanently ceasing business activity. Hotels are in a similar situation, having been overwhelmed during the year by the huge drop in foreign tourists, made even more serious in September by the German authorities’ decision to declare the Czech capital a red zone.
PER COMPRAR CASA I CECHI DEVONO RISPARMIARE PIÙ DI TUTTI IN UE TO BUY A HOUSE, CZECHS HAVE TO SAVE UP MORE THAN ANYONE IN THE EU
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n appartamento di medie dimensioni (70 metri quadrati) costa in Repubblica Ceca l’equivalente di 11,4 anni di stipendio medio. Si tratta del periodo più lungo di tutti i Paesi europei, secondo quanto confermato dal periodico studio “Deloitte Property Index”, realizzato dalla nota società di consulenza. La Repubblica Ceca già da quattro anni consecutivi si piazza al primo posto della graduatoria europea del caro casa. Due fattori rilevanti che incidono sono da un lato la elevata tendenza dei cechi a vivere in case di proprietà, il che fa aumentare la domanda, dall’altro il fatto che in Repubblica Ceca si costruisce poco e troppo lentamente.
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However, companies, trade unions and politicians come in for strong criticism of the government’s proposed legislation.
n average-sized apartment (70 square metres) costs the equivalent of 11.4 years of average salary in the Czech Republic. This is the longest period of all European countries, as confirmed by the periodic “Deloitte Property Index” study, carried out by the well-known consultancy company. The Czech Republic has been in first place in the European list of expensive homes for four consecutive years. Two
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MENO LAVORATORI INSODDISFATTI IN TEMPI DI CORONAVIRUS FEWER DISSATISFIED WORKERS IN TIMES OF CORONAVIRUS
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ette cechi su dieci si dicono attualmente soddi‑ sfatti del proprio lavoro. La quota è pari, preci‑ samente, al 69% e si tratta di quasi nove punti per‑ centuali in più rispetto a un anno fa. A rivelarlo è un sondaggio della agenzia Cvvm realizzato nel corso dell’estate e si tratta del miglior risultato dal 2003, ossia da quando questa indagine viene effettuata. Più del 50% delle persone intervistate ha la sensa‑ zione di ricevere una retribuzione inferiore a quanto meriterebbe, tuttavia quasi l’80% dice di volersi tenere stretto il posto. La percentuale più elevata di insoddisfazione, pari al 52%, è stata riscontrata fra i lavoratori manuali meno qualificati, che percepi‑ scono le retribuzioni più basse.
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even out of ten Czechs currently say they are satisfied with their work. The percentage is precisely 69% which is almost nine percentage points more than a year ago. This was revealed by a survey by the CVVM agency carried out during the summer and this is the best result since 2003, that is, since this survey has been carried out. More than 50% of the people interviewed feel that they are receiving relevant factors that have an impact are on the one less than they deserve, however almost 80% say hand the high tendency of Czechs to live in their own they want to keep their job tight. The highest perhome, which increases demand, and on the other centage of dissatisfaction, equal to 52%, was found hand the fact that in the Czech Republic there is too among the least skilled manual workers, who earn little construction and it takes place too slowly. the lowest wages.
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GAS TECNICI, SPECIALI, MEDICINALI, ALIMENTARI TECHNICAL, SPECIALTY, MEDICAL AND FOOD GASES Fondato a Bergamo nel 1927, SIAD è uno dei principali gruppi chimici italiani ed è attivo nei settori gas industriali, engi neering, healthcare, servizi e beni industriali. SIAD è pre‑ sente nel Centro-Est Europa in dodici diversi Paesi, con siti pro‑ duttivi e filiali commerciali. In Repubblica Ceca opera dal 1993 con SIAD Czech e, nel 2005, ha realizzato a Rajhradice, vicino a Brno, uno stabilimento di pro‑ duzione dei gas industriali tra i più tecnologicamente avanzati di tutto il Paese. Founded in Bergamo in 1927, SIAD is one of the most important Italian chemical groups and it is present in the area of industrial gases, engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales offices in twelve different Central and Eastern European countries. In the Czech Republic, it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established an industrial gases production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units in the entire nation. www.siad.cz siad@siad.cz
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THE GENERALI GROUP ASSICURAZIONI INSURANCE
Generali è un Gruppo italiano con una forte presenza interna‑ zionale. Fondata nel 1831, è tra i principali assicuratori a livello mondiale ed è presente in oltre 60 paesi. Il Gruppo occupa una posizione di leadership in Euro‑ pa occidentale e una presenza crescente nei mercati dell’Euro‑ pa centro-orientale. In Austria, Europa centro-orientale e Rus‑ sia il Gruppo opera attraverso il suo Ufficio regionale di Praga. Generali is an Italian Group, with a strong international presence. Established in 1831, it is among the world’s leading insurers and it is present in over 60 countries. The Group has a leading position in Western Europe and an increasingly significant presence in the markets of Central and Eastern Europe and in Asia. In Austria, Central and Eastern Europe and Russia the Group operates through its Prague’s Regional Office.
Na Pankráci 1658/121 P.O.Box 39 140 21 Praha 4 tel. +420 224 559 160 info.cee@generali.com generalicee.com
FERRERO ČESKÁ
Ferrero è uno dei più grandi gruppi dolciari al mondo. Fon‑ data da Pietro Ferrero nel 1946 in Italia, ad Alba, in Piemonte. Altissima qualità, freschezza, innovazione, accurata selezio‑ ne delle materie prime: ecco le parole chiave che consentono ai prodotti Ferrero di essere amati da milioni di consumato‑ ri nel mondo. La Ferrero Česká è stata fondata a Praga nel 1994 e da quell’anno il consumatore ceco puo acquistare prodotti come Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Cioccolato, Kinder Sor‑ presa, Tic Tac. Ferrero is one of the largest confectionery companies in the world, founded by Pietro Ferrero in 1946 in Alba, Piedmont, Italy. High quality, freshness, innovation, careful selection of raw materials are the Ferrero’s key words that make its brands loved by millions of consumers all over the world. Ferrero Česká was founded in 1994 in Prague and since that year Czech consumer could buy products as Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Chocolate, Kinder Surprise, Tic Tac. Karla Engliše 3201/6 150 00 Praha-Smíchov tel: +420 225 020 111 www.ferrero.cz
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INDUSTRY AND TRADE
SIAD
INDUSTRY AND TRADE
INSURANCE
INDUSTRY AND TRADE
Progetto RC suggests
FONICA DIFFUSORI ACUSTICI LOUDSPEAKERS
Fonica International è un’azi‑ enda specializzata nella pro‑ gettazione e produzione di diffusori acustici isodinamici di alta fedeltà. Sono prodotti realizzati in Italia, capaci di unire design e funzionalità al miglior livello di tecnologia in‑ ternazionale. L’azienda nasce e si fonda sulla passione per la musica e sulla convinzione di poter creare dei prodotti di qualità straordinaria, senza avere alle spalle un colosso multinazionale. Fonica international is a company that is specialized in the design and manufacture of high-fidelity isodynamic loudspeakers. The products are produced in Italy and combine design and functionality - with state of the art international technology. The company was founded and based on a deep passion for music and on the assumption that it could create products of exceptional quality, without having to rely on the support of a multina tional giant.
OTTOBRE
OCTOBER
Lunedì 12
Monday 12
Pagamento dell’accisa per il mese di agosto 2020 (tranne sugli alcolici)
Payment of excise duty for August 2020 (except for wines and spirits)
Giovedì 15
Thursday 15
Pagamento acconto della tassa stradale per il terzo trimestre del 2020
Advance payment of road tax for the third quarter of 2020
Lunedì 26
Monday 26
Pagamento dell’accisa sugli alcolici per il mese di agosto 2020
Payment of excise duty on wines and spirits for August 2020
Dichiarazione accisa per il mese di settembre 2020
Excise declaration for September 2020
Presentazione dichiarazione IVA e pagamento d’imposta per il mese di settembre 2020 e per il terzo trimestre 2020
Declaration and payment of VAT for the month of September 2020 and the third quarter of 2020
NOVEMBRE
NOVEMBER
Lunedì 2
Monday 2
Versamento della ritenuta d’imposta sul reddito ai sensi dell’aliquota speciale per il mese di settembre 2020
Payment of advance withholding income tax according to specific tax rate for September 2020
Lunedì 9
Monday 9
Pagamento dell’accisa per il mese di settembre 2020 (esclusa l’accisa sugli alcolici)
Payment of excise duty for September 2020 (except for wines and spirits)
Martedì 24
Tuesday 24
Pagamento dell’accisa sugli alcolici per il mese di settembre 2020
Payment of excise duty on wines and spirits for September 2020
Mercoledì 25
Wednesday 25
Dichiarazione accisa per il mese di ottobre 2020
Excise declaration for October 2020
Presentazione dichiarazione IVA e pagamento d’imposta per il mese di ottobre 2020
Declaration and payment of VAT for October 2020
Lunedì 30
Monday 30
Pagamento della seconda rata dell’imposta sugli immobili (contribuenti con obbligo fiscale superiore a CZK 5.000)
Payment of second instalment of Income tax (with a tax liability greater than 5,000 CZK)
Versamento della ritenuta d’imposta sul reddito ai sensi dell’aliquota speciale per il mese di ottobre 2020
Payment of advance withholding income tax according to specific tax rate for October 2020
Klimentská 36 110 00 Praha 1 www.fonicainternational.com
Washingtonova 17 - 110 00 Praga 1 - Repubblica Ceca - tel. +420 224 921 014 - diego@bianchi.cz
intervista interview
“Siamo una banca leader con una ricca esperienza e un ampio know-how”. Intervista con Marco Iannaccone, General Manager dallo scorso aprile di UniCredit Bank Czech Republic and Slovakia
LA TRASFORMAZIONE DIGITALE È UN PILASTRO FONDAMENTALE DEL NOSTRO PIANO STRATEGICO DIGITAL TRANSFORMATION IS A KEY PILLAR OF OUR STRATEGIC PLAN
di Giovanni Usai e Giovanni Piazzini Albani di Giovanni Usai e Giovanni Piazzini Albani
“We are a leading bank with rich experiences and broad know-how”. Interview with Marco Iannaccone, General Manager since April of UniCredit Bank Czech Republic and Slovakia 26
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Marco Iannaccone è entrato nel grup‑ po UniCredit nel 2002 e vanta quasi 20 anni di esperienza di top mana‑ gement internazionale nel settore bancario. In questa intervista ci parla non solo di questi suoi primi mesi alle prese col mercato ceco e slovacco, ma anche delle nuove sfide che il Gruppo si propone di affrontare. Gli ultimi mesi sono stati per il business molto turbolenti. Qual è la sua opinione su come l’economia ceca sta reagendo a questa situazione? Dopo uno shock economico di tale portata ci vorrà tempo per tornare al “business as usual”. L’emergenza sa‑ nitaria Covid-19 è tutt’altro che fini‑ ta. Abbiamo iniziato a vedere i primi segni di una ripresa commerciale, ma alcune aziende si muovono però più velocemente di altre. Noi abbiamo reagito prontamente per sostenere i nostri clienti e le economie locali e per svolgere un ruolo attivo nei pro‑ grammi di finanziamento governativi locali così come nei pacchetti FEI nel‑ la Repubblica Ceca e in Slovacchia, per fornire alle aziende finanziamen‑ ti aggiuntivi. Quali settori dell’economia ceca, a suo parere, sono maggiormente in difficoltà oggigiorno?
Le aziende che forniscono beni e servizi alle famiglie locali sono in una posizio‑ ne migliore rispetto a quelle orientate all’esportazione di servizi o beni d’in‑ vestimento. I fornitori di servizi legati al turismo straniero – in particolare gli alberghi di Praga – sono in difficoltà. Nell’industria manifatturiera, il settore automobilistico vedrà quest’anno le proprie vendite in netta diminuzione, così come i produttori di macchinari. La situazione degli ultimi mesi ha cambiato il vostro atteggiamento nel settore dei mutui ipotecari e, se sì, in che modo? Abbiamo sempre applicato un approc‑ cio conservativo e i nostri processi sod‑ disfano tutti i requisiti normativi com‑ presi quelli della Banca nazionale ceca. La pandemia non ha cambiato il nostro approccio. Abbiamo continuato a soste‑ nere i nostri clienti permettendo loro di rinviare rapidamente e facilmente i loro pagamenti laddove necessario. Attual‑ mente il mercato ipotecario si sta rapi‑ damente rimettendo in carreggiata. In che modo la crisi del coronavirus sta influendo sul comportamento della clientela delle banche? Abbiamo visto un aumento nell’uso dei nostri canali digitali. La trasformazione digitale è un pilastro fondamentale
Marco Iannaccone joined UniCredit Group in 2002 and has almost 20 years of international top management experience in the banking sector. In this interview he tells us not only about his first months in the Czech and Slovak markets, but also about the new challenges that the Group intends to face. The last few months have been very turbulent, what is your opinion on how the Czech economy is reacting to this situation? After such an extensive economic shock, it will take time to get back to ‘business as usual’. The COVID-19 health emergency is far from over. We have started to see the first signs of a commercial recovery, but some com-
panies move faster than others. We reacted fast to support our clients and the local economies and play an active part in local government financial programs, as well as the EIF Package in Czechia and Slovakia, to provide companies with additional funding. For which sectors of the Czech economy is in your opinion the current situation the most difficult? Businesses providing goods or services to local households are in a better position than those oriented towards the export of services or capital goods. Providers of foreign-tourism-related services, such as hotels in Prague, are troubled. In manufacturing industry, the automotive sector will experience sharp fall of
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intervista interview
“Per raggiungere un’adeguata sostenibilità interagiamo con cinque forme di capitale: finanziario, umano, sociale, naturale e intellettuale” “To achieve sustainability, we interact with five capitals: financial, human, social, natural and intellectual”
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del nostro piano strategico. I nostri canali online erano pronti quando abbiamo dovuto limitare la disponi‑ bilità delle nostre filiali. I cechi hanno un vantaggio, dato che quasi l’80% della popolazione gestiva già le proprie finanze quotidiane online prima del Covid-19. Le nostre ricerche mostrano che, durante la crisi, si è aggiunto un ulteriore 10%. Ogni crisi porta anche nuove opportunità e costituisce l’occasione per cambiare in meglio. In che modo questa massima vale oggi per l’UniCredit Bank? La situazione che stiamo vivendo ha cambiato il mondo in molti modi. Mol‑ te aziende, tra cui UniCredit, si sono orientate verso nuovi modi di lavorare adattandosi alle tendenze sociali, tec‑ nologiche ed economiche. Lavorare in un ambiente “smart” moderno signifi‑ ca che il tempo impiegato a casa lavo‑ rando è diventato una parte integrante della settimana lavorativa. La pandemia ha costretto molte aziende a ricorrere all’home office. Come valuta questa esperienits sales this year. The same applies to machinery producers. Has the situation in recent months changed your attitude to mortgage lending? If so, how? We have always applied a conservative approach and our processes meet all regulatory requirements, including those of the Czech National Bank. The pandemic did not change our approach. We have continued to support our clients, allowing them to quickly and easily postpone their payments if needed. Now, the mortgage market is quickly getting back on track. How is the coronavirus crisis affecting the behavior of banks’ customers? We have seen an increase in the use of our digital channels. Digital transformation is a key pillar of our strategic plan. Our online channels were ready when we had to limit our branch availability. Czechs have an advantage as
za? Pensa che possa essere utile ricorrervi maggiormente anche quando l’emergenza sarà finita? I nostri dati confermano che quasi tutti i nostri colleghi che lavorano negli uffici principali preferiscono una combinazione di diverse sedi di lavo‑ ro. In UniCredit, abbiamo deciso di cambiare il concetto dei nostri uffici lo
scorso autunno. Il nostro Smart office è sinonimo di nuovo ambiente di lavo‑ ro e di nuovo approccio al lavoro, con benefici visibili. Il passaggio a spazi che stimolinouna cultura positiva del lavoro, sostenendo un flusso di comu‑ nicazione aperta e collegando ciascun individuo come team. Vogliamo ren‑ dere i nostri dipendenti sempre più
La nuova Work & Play room
almost 80% of people here already managed their daily finances online before the COVID-19 outbreak. Our research shows that during the crisis, an additional 10% started using our digital channels. In the midst of every crisis lies a great opportunity. How does this maxim apply to UniCredit Bank today?
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coinvolti, permettendo loro di lavora‑ re efficacemente e persinodi trascor‑ rere del tempo con i propri bambini sul luogo di lavoro – in un ambiente unico della nostra sala Work & Play. È meraviglioso vedere i primi piani già ultimati a Praga e a Bratislava, con i colleghi che godono dei vantaggi del nuovo ambiente di lavoro.
Lei è considerato un esperto di Centro Est Europa. Quali sono gli aspetti più specifici del mercato bancario della Repubblica Ceca? I paesi dell’Europa centrale hanno dei mercati molto competitivi e stan‑ no sviluppando rapidamente servizi digitali. Per avere successo bisogna essere i migliori. Guardando alla Re‑
The new Work & Play room
The situation we are currently living in has changed the world in many ways. Many companies, including UniCredit, have moved towards new ways of working, including adaptation to social, technological and economic trends. Working in a “smart” modern environment means that the time spent working from home has become a standard part of the working week.
The pandemic has forced many companies to order its employees to work from home. How would you rate this experience? Do you think it could be useful to continue working from home once the emergency is over? Our data confirms that nearly all of our colleagues from main offices prefer a combination of different working
locations. At UniCredit, we decided to change the concept of our offices last Autumn. Our smart office means a new working environment and a new approach to work, with visible benefits. The transition to space encourages a positive work culture, supports an open communication flow and connects individuals as a team. We want to engage our employees, to help them
pubblica Ceca e alla Slovacchia con gli occhi della mia – per ora – breve esperienza (da aprile 2020), ho già diverse osservazioni positive da fare. Quando ho iniziato il mio lavoro qui, proprio all’inizio della pandemia, sono rimasto positivamente sorpreso dalla forte e spontanea ondata di solida‑ rietà tra i colleghi, che hanno raccolto quasi cinque milioni di corone ceche a sostegno degli ospedali in entrambi i paesi. Anche se per i primi due mesi non ho avuto la possibilità di incontra‑ re di persona nessuno dei miei nuovi colleghi, sono rimasto affascinato dal livello di preparazione e flessibilità con cui i colleghi sono passati ai canali digitali. Col tempo sto approfondendo ulteriormente la conoscenza con la clientela della Repubblica Ceca e devo dire che il grado generale di alfabe‑ tizzazione digitale dei nostri clienti è elevato rispetto ad altri mercati. Il mercato ceco sembra caratterizzato da una concorrenza sempre più agguerrita fra le banche. Quali pensa possano essere le carte vincenti della UniCredit?
UniCredit è una banca commerciale pan-europea, semplice e di successo, con una divisione Corporate & In‑ vestment Banking completamente integrata e una rete unica in Europa Occidentale, Centrale e Orientale a disposizione della sua ampia base di clientela. Sempre in forte crescita. Fac‑ ciamo parte del più grande gruppo fi‑ nanziario operante sul mercato locale e serviamoi nostri clienti corporate in Europa e nella maggior parte degli al‑ tri paesi del mondo con la nostra rete internazionale di banche e i partner. Siamo una banca solida con forti co‑ efficienti patrimoniali e un’attenzio‑ ne costante alla creazione di valore per tutti gli stakeholder attraverso azioni commerciali innovative, la trasformazione digitale, il miglio‑ ramento della gestione del rischio, la trasparenza della corporate go‑ vernance e le principali iniziative bancarie con elevato impatto sociale basate sull’etica e sul rispetto. La Fondazione UniCredit sostiene tutta una serie di iniziative a favore dei bambini. Quali progetti
work more efficiently and even spend time with their children at work – in the unique environment of our Work & Play room. It is great to see the first completed floors in Prague and Bratislava and the colleagues who are enjoying this new working environment. You are considered an expert on Central and Eastern Europe. What are the most specific aspects of the banking market in the Czech Republic? Central European countries have very competitive markets which are quickly developing digital services. To succeed, you must be the best one. Looking at the Czech Republic and Slovakia from my experience, which was so far pretty short (since April 2020), I have several positive remarks. When I started my job here, at the very beginning of the pandemic, I was impressed by the strong, spontaneous wave of solidarity from my colleagues,
who raised almost CZK 5 million to support hospitals in both countries. Even though I was not able to meet any of my new colleagues in person for first two months, the level of readiness and the flexibility with which they switched to digital channels was fascinating. As I am now getting to know our customers in Czechia much better, I have to say, that the overall level of digitalsavviness of our clients is also high compared to other markets. The Czech market appears to be characterized by increasingly fierce competition between banks. What do you think UniCredit’s winning cards could be? UniCredit is a simple, successful panEuropean commercial bank with a fully plugged in Corporate and Investment Bank and a unique network serving an extensive and growing client franchise. We are part of the biggest financial group operating in the local market,
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intervista interview
saranno supportati quest’anno e quanto intendete dare a riguardo? Abbiamo lanciato un’iniziativa chia‑ mata “Call for Europe 2019” per identificare e sostenere progetti sociali che aiutino specificamente i bambini. Quest’anno siamo riusciti a distribuire quasi 2,2 milioni di co‑ rone ceche nella Repubblica Ceca e in Slovacchia. Le risorse sono state
destinate a sei organizzazioni non profit che aiutano i bambini. Nella Repubblica Ceca abbiamo sostenuto il progetto Nave Italia per bambini provenienti da famiglie socialmente svantaggiate, curati per il cancro; e ancora Laguna Psáry Home che offre case a bambini con disabilità mentali; e l’associazione di genitori Full Moon Children che si sforza di
creare condizioni di vita decorose per bambini con autismo o altri handicap mentali. Speriamo di con‑ tribuire a creare i presupposti per una vita migliore. Non ci siamo però fermati qui. Io ho avuto il piacere di unirmi ai colleghi in un’azione di sostegno a ben cinque ospedali, non appena sono entrato in questo mercato. La partecipazione a
grandi eventi di solidarietà ha signifi‑ cato molto per me. Fa davvero piacere pensare di essere riusciti a fornire un sostegno immediato di oltre 4,9 mi‑ lioni di corone per l’acquisto di dispo‑ sitivi di protezione per combattere il Covid-19 in così poco tempo. Un argomento di grande attualità è quello relativo allo sviluppo sostenibile. Come si pone con-
cretamente UniCredit Bank in Repubblica Ceca rispetto al tema del rispetto dell’ambiente? La creazione di valore per noi signi‑ fica ben più della semplice genera‑ zione di valore finanziario. Significa anche creare valore sostenibile in termini di capitale umano, società e ambiente, man mano che il tempo passa, ascoltando e rispondendo ai
La sede centrale di UniCredit Bank a Praga / The UniCredit Bank headquarters in Prague
which helps us to serve our corporate clients throughout Europe and most of the world thanks to our international network of banks and partners. We are a solid bank with strong capital ratios and an unstinting focus on value creation for all our stakeholders, through innovative commercial actions, digital transformation, enhanced risk management, transparent
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corporate governance and key social impact banking initiatives based on ethics and respect. UniCredit Foundation supports a series of initiatives aimed at children. Which projects will be supported this year and how much do you want to give for this support? We have launched the “Call for Europe 2019” initiative to identify and sup-
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port social projects that help children specifically. We distributed almost CZK 2,2 million in Czechia and Slovakia this year, which went to six nonprofit organisations which specialized in helping children. In the Czech Republic, we supported the Nave Italia project for children from socially disadvantaged families, treated for cancer. The Laguna Psáry Home
provides homes for children with mental disabilities, and the parent association Full Moon Children try to create conditions for a decent life for children on the autism spectrum or with mental handicaps. We hope to help create conditions for a better life. But we do not stop there. I was pleased to join my colleagues in the call for support for five hospitals, as soon as I
joined this market. Joining the strong wave of solidarity meant a lot to me. It was a unique feeling to provide immediate help of over CZK 4,9 million to help fight COVID-19 in such a short time. A very current issue is that of a sustainable development. What is UniCredit Bank’s approach to environmental protection in the Czech Republic?
reali bisogni dei clienti e dei nostri stakeholder. È questo il significato del nostro motto “Banking that mat‑ ters”. Per raggiungere un’adeguata sostenibilità interagiamo con cinque forme di capitale: finanziario, uma‑ no, sociale, naturale e intellettuale. Uniamo le attività bancarie tradi‑ zionali a progetti di corporate citi‑ zenship e filantropia. Oltre a ciò, con‑ tribuiamo anche al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Onu. UniCredit Bank, sin dal suo sbarco nella Repubblica Ceca, è considerata un punto di riferimento della imprenditoria italiana in questo Paese. Come interpreta Lei questo ruolo e che prospettive pensa possa avere il business italiano nella Repubblica Ceca? Grazie alla sua posizione strategica, alla forza lavoro ben preparata e infrastrutture competitive, la Re‑ pubblica Ceca da tempo rappresenta una destinazione accattivante per le aziende straniere che cercano di cre‑
scere nell’Europa Centrale e Orienta‑ le (Cee). Questo, insieme al fatto che il Paese è anche uno Stato membro della Ue, lo rende una perfetta porta di accesso a un mercato unico euro‑ peo di 502 milioni di consumatori. La maggior parte delle società in‑ ternazionali ha posto qui la propria base per lo sviluppo delle proprie attività, per servire l’intera area Cee. La nostra banca è pronta ad aiutare ogni società interessata ad aprire le porte a qualsiasi settore del merca‑ to ceco, slovacco, così come tutti gli altri mercati europei in cui il nostro gruppo è operativo. Siamo una ban‑ ca leader con una ricca esperienza e un ampio know-how. Soddisfiamo le esigenze di singole aziende per sostenerle nella realizzazione delle loro ambizioni. Abbiamo una vasta esperienza nello sviluppo di solu‑ zioni congiunte con le istituzioni finanziarie internazionali (come Fei, Bei, Bers, Ifc) per sostenere l’accesso ai finanziamenti di vari clienti in di‑ versi settori industriali.
For us, value creation means more than just generating financial value. It also means creating sustainable value in terms of human capital, society and the environment, which we are doing over time by listening to and responding to the real needs of our customers and our stakeholders. This is what we mean by our motto: Banking that matters. To achieve sustainability, we interact with five capitals: financial, human, social, natural and intellectual. We combine traditional banking activities with corporate citizenship and philanthropy. We also contribute to achieving the United Nations’ Sustainable Development Goals. UniCredit Bank, since its landing in the Czech Republic, is considered a point of reference for Italian entrepreneurship in this country. How do you interpret this role and what prospects do you think Italian business have in the Czech Republic?
With a strategic location, educated workforce and competitive infrastructure, the Czech Republic has been for a long time an appealing destination for overseas companies striving to grow in Central and Eastern Europe (CEE). This, together with the EU membership, makes the country a perfect gateway to the single European market of 502 million consumers. Most international companies base their activities here to service the whole CEE region. Our bank is ready to help any company interested in opening the doors of Czech and Slovak markets, as well as the other European markets in which our Group operates. We are a leading bank with rich experience and broad know-how. We meet the needs of individual companies to support them in achieving their ambitions. We have an extensive experience in developing joint solutions with International Financial Institutions (such as EIF, EIB, EBRD, IFC) to support access to funding for various clients in different industries.
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appuntamenti events
APPUNTAMENTI FUTURI
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FUTURE EVENTS
di Sabrina Salomoni
Dal 31 agosto al 7 febbraio 2021 I Re del Sole
Dal 25 settembre al 31 gennaio 2021 Rembrandt: ritratto di un uomo
Dal 26 settembre al 28 febbraio 2021 Viaggio nelle profondità dell’anima dei robot
Dal 7 all’11 ottobre Festival degli scrittori di Praga
Dal 19 al 25 ottobre Dal 20 al 30 ottobre XX Settimana della lingua italiana nel mondo Il nuovo fumetto
È stata inaugurata il 31 agosto, al Museo Nazionale di Praga, l’attesissima mostra sull’antico Egitto “I Re del sole”, rinviata di due mesi a causa della pande‑ mia e che resterà aperta sino al prossimo 7 febbraio. In esposizione quasi trecento oggetti della civiltà dei faraoni e delle piramidi, tesori del periodo tra il III e il I millennio a.C. come la statua del sovrano Neferefra, quelle delle tombe della principessa She‑ retnebty e dello scriba Nefer e una serie di reperti rinvenuti grazie alle ricerche effettuate dagli egitto‑ logi cechi dell’Università Carlo nella località egizia‑ na di Abusir. La mostra ha carattere eccezionale per la presenza di circa 90 preziosi reperti che il Museo del Cairo concede raramente e sono giunti nella capitale ceca con straordinarie misure di sicurezza. nm.cz
Inizialmente programmata in primavera, ha aperto il 25 settembre la mostra “Rembrandt: Ritratto di un uomo”, allestita dalla Galleria Nazionale di Praga in collaborazione con il museo Wallraf-Richartz di Colo‑ nia in occasione del 350° anniversario della morte del pittore olandese. Ospitata a Palazzo Kinsky e aperta sino a fine gennaio 2021, presenta circa 115 lavori tra cui dieci dipinti e oltre 50 opere su carta di Rembrandt assieme a dipinti, opere grafiche e disegni di autori del Seicento e contemporanei che hanno sviluppato gli stessi temi incentrati su conoscenza e contemplazione quali Jan Lievens, Gerrit Dou, Ferdinand Bol, Govaert Flinck e Christopher Paudiss. Il capolavoro principale è “Lo studioso nello studio”, unica opera di Rembrandt di proprietà della Galleria Nazionale di Praga. ngprague.cz
Il Memoriale a Karel Čapek nel comune di Stará Huť, in Boemia Centrale, dedica una mostra al centenario della pièce teatrale R.U.R., opera dello stesso Čapek, in cui comparve per la prima volta la parola robot. Fino a fine febbraio si potrà ammirare il modellino originale in legno e metallo del primo robot, presta‑ to dalla famiglia di Josef Čapek (il fratello di Karel), mentre una versione digitalizzata dello stesso pro‑ porrà ai più piccoli un quiz interattivo. Saranno espo‑ sti una nuova scultura dell’artista contemporaneo Michael Stránský raffigurante un robot e materiali provenienti da tutto il mondo e legati a R.U.R. quali fotografie d’epoca, tra cui alcune della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, varie edizioni dell’opera o i programmi delle messe in scena. capek-karel-pamatnik.cz
Dal 7 all’11 ottobre avrà luogo il 30° Festival degli scrittori di Praga. “Si può sperare ancora” è il motto di quest’anno che il direttore Michael March ha scelto ispirandosi a una frase del romanzo “La storia” di Elsa Morante. L’edizione 2020 vedrà la partecipazione del poeta italiano Claudio Pozzani, direttore artistico del Festival internazionale di poesia di Genova “Parole spalancate”, che venerdì 9 ottobre terrà una lettura nel monastero praghese di Sant’Agnese mentre do‑ menica 11, al Rock Café Prague, commenterà assie‑ me a Michael March e al pubblicista musicale Pavel Klusák, la proiezione del film concerto dei Talking He‑ ads “Stop Making Sense”, diretto da Jonathan Dem‑ me. I due appuntamenti sono organizzati con la col‑ laborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga. pwf.cz
Su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, dal 19 al 25 ottobre si terrà la XX Settimana della lingua italiana nel mondo che quest’anno avrà come tema: “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustra‑ zioni, fumetti”. Tra i vari appuntamenti, il 22 ottobre l’Istituto Italiano di Cultura di Praga organizza sulla piattaforma Zoom la presentazione della traduzio‑ ne ceca di “Una ballata del mare salato” (Balada o slaném moři) di Hugo Pratt, volume che nel 1967 segna l’avvio dell’epopea del marinaio-eroe Corto Maltese. L’incontro sarà tenuto dalla professoressa e traduttrice del volume Alice Flemrová, che dia‑ logherà con Richard Kličník, fotografo, redattore, pubblicista, traduttore ed esperto di fumetti. iicpraga.esteri.it
From 31 August to 7 February 2021 Kings of the Sun
From 25 September to 31 January 2021 Rembrandt: portrait of a man
From 26 September to 28 February 2021 Journey into the depths of the robot’s soul
From 7 to 11 October
Prague Writers’ Festival
From 19 to 25 October From 20 to 30 October XX Week of the Italian language in the world The new comic book
The highly anticipated exhibition on ancient Egypt “Kings of the Sun” was inaugurated on 31 August at Prague’s National Museum, after having been postponed for two months due to the pandemic, and will remain open until 7 February. Almost three hundred objects from the civilization of the pharaohs and pyramids are on display, treasures from the period between the third and first millennium BC such as the statue of the sovereign Neferefre, those of the tombs of Princess Sheretnebty and the scribe Nefer and a series of artifacts found thanks to research carried out by the Czech Egyptologists of the Charles University in the Egyptian locality of Abusir. The exhibition has an exceptional feel due to the presence of about 90 precious artifacts that the Cairo Museum rarely grants, and which arrived in the Czech capital with extraordinary security measures. nm.cz
Initially scheduled for spring, the exhibition “Rembrandt: Portrait of a man” opened on the 25th of September, set up by the National Gallery in Prague in collaboration with the Wallraf-Richartz museum in Cologne on the occasion of the 350th anniversary of the death of the Dutch painter. Housed in Kinsky Palace and open until the end of January 2021, it presents about 115 works including ten paintings and over 50 works on paper by Rembrandt together with paintings, graphic works and drawings by seventeenth-century and contemporary artists who have developed the same themes centered on knowledge and contemplation such as Jan Lievens, Gerrit Dou, Ferdinand Bol, Govaert Flinck and Christopher Paudiss. The main masterpiece is “The scholar in the studio”, the only work by Rembrandt owned by the National Gallery in Prague. ngprague.cz
The Memorial to Karel Čapek in the municipality of Stará Huť, in Central Bohemia, dedicates an exhibition to the centenary of the play R.U.R., a work of Čapek himself, in which the word robot appeared for the first time. Until the end of February it will be possible to admire the original wooden and metal model of the first robot, loaned by the family of Josef Čapek (Karel’s brother), while a digitized version of it will offer children an interactive quiz. A new sculpture by contemporary artist Michael Stránský depicting a robot and materials from around the world and related to R.U.R. will be exhibited, such as period photographs, including some from the United States Library of Congress, various editions of the work or programs of those on stage. capek-karel-pamatnik.cz
The 30th Prague Writers’ Festival will take place from the 7th to the 11th of October. “We are condemned to hope” is the motto of this year that director Michael March has chosen which was inspired by a phrase from the novel “History: A Novel “, by Elsa Morante. The 2020 edition will see the participation of the Italian poet Claudio Pozzani, artistic director of the Genoa International Poetry Festival “Parole spalancate”, who on Friday 9 October will give a lecture in the Prague monastery of St. Agnes while on Sunday 11, at Rock Café Prague, he will discuss, alongside Michael March and music publicist Pavel Klusák, the screening of the Talking Heads concert film “Stop Making Sense”, directed by Jonathan Demme. The two events are organized with the collaboration of the Italian Cultural Institute in Prague. pwf.cz
Thanks to the initiative of the Ministry of Foreign Affairs and under the High Patronage of the President of the Republic, the XX Week of the Italian Language in the World will be held from the 19th to the 25th of October, which this year will have as its theme: “Italian between word and image: graffiti, illustrations, comic books”. Among the various events, on the 22nd of October, the Italian Cultural Institute in Prague will make use of the Zoom platform to set up a presentation of the Czech translation of “The Ballad of the Salty Sea” (Balada o slaném moři) by Hugo Pratt, a volume that in 1967 marked the start of the epic series of the sailor-hero Corto Maltese. The meeting will be held by the professor and translator of the volume Alice Flemrová, who will lead a discussion with Richard Kličník, photographer, editor, publicist, translator, and comic expert. iicpraga.esteri.it
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Nell’abito della Settimana della lingua italiana nel mondo, la società Lucca Crea e l’Istituto Italiano di Cultura di Praga organizzano la mostra “Il nuovo fumetto: temi, autori e linguaggi nel Graphic Novel italiano” che si terrà nella Cappella barocca e nella Sala capitolare dell’Istituto. Si tratta di un percorso espositivo dedicato al Graphic Novel che partendo da celebri precursori quali Dino Buzzati, Hugo Pratt, Andrea Pazienza e Lorenzo Mattotti, si focalizza sul nuovo secolo e sulle opere di vari artisti, tra cui Zero‑ calcare, Igort, Gipi, Francesca Ghermandi, Gabriella Giandelli, Lrnz, Manuele Fior e Leo Ortolani. Una sezione speciale sarà dedicata al narratore Vittorio Giardino che tramite il personaggio di Jonas Fink racconta la vita nella Cecoslovacchia comunista. iicpraga.esteri.it
As part of the Week of the Italian language in the world, the Lucca Crea company and the Italian Cultural Institute in Prague have organized the exhibition “The new comic: themes, authors and language in the Italian Graphic Novel”, which will be held in the Baroque Chapel and in the Chapter room of the Institute. It is an exhibition dedicated to the Graphic Novel that starting from famous precursors such as Dino Buzzati, Hugo Pratt, Andrea Pazienza and Lorenzo Mattotti, focuses on the new century and on the works of various artists, including Zerocalcare, Igort, Gipi, Francesca Ghermandi, Gabriella Giandelli, Lrnz, Manuele Fior and Leo Ortolani. A special section will be dedicated to the narrator Vittorio Giardino who through the character of Jonas Fink has described life in communist Czechoslovakia. iicpraga.esteri.it
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cinema
L’UOMO CHE BRUCIAVA I CADAVERI THE MAN WHO BURNT CORPSES
Reso immortale da interpretazioni memorabili, Rudolf Hrušínský resta ancora oggi un’icona del cinema ceco nel mondo di Lawrence Formisano by Lawrence Formisano
Immortalized by a series of memorable performances, Rudolf Hrušínský still remains an icon of Czech cinema in the world today
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“Nessuno soffrirà, li salverò tutti. Li salverò tutti! Il mondo intero…” Chi ha avuto la possibilità di vedere il film Spalovač mrtvol (1969) – ovvero “L’Uomo che bruciava i cadaveri” – si ricorderà le parole del diabolico Karel
Kopfrkingl, impersonato dal leggenda‑ rio Rudolf Hrušínský. L’interpretazione, caratterizzata da un modo di parlare a tratti rilassante, poi snervante, è stata descritta da Michael Brooke, critico bri‑ tannico esperto del cinema dell’Europa
“Nobody will suffer, I will save them all. I’ll save them all! The whole world...” Anyone who has had the chance to see the film Spalovač mrtvol (1969) or “The Cremator”, to use the Englishlanguage title, will recall the words of the diabolical Karel Kopfrkingl, played by the legendary Rudolf Hrušínský. The performance, notable for the particular delivery of lines by the lead actor, at times relaxing while creepy and unnerving at others, has been described by Michael Brooke, the British critic and expert on Central European cin-
ema, as “one of the best not only in the history of Czech films but also of European cinema”. In his homeland, it remained only one of the many highlights of a memorable career, during which he brought the country’s most beloved literary character to the big screen, the good soldier Švejk, not to mention the long-lasting collaboration with director Jiří Menzel. Despite his success, in cinema as well as in theatre, Hrušínský’s career was also impeded by various obstacles, and it seems fair to wonder what the fate
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cinema
centrale, come “una delle migliori non solo della storia del cinema ceco ma di quello europeo”. In patria resta solo uno di tanti episodi di una carriera memorabile, durante la quale portò fra l’altro in scena il perso‑ naggio letterario più amato del Paese, il buon soldato Švejk, senza dimenti‑ care la lunga collaborazione con il re‑
gista Jiří Menzel. Nonostante il grande successo, nel cinema come nel teatro, quella di Hrušínský fu una carriera co‑ stellata da ostacoli, e appare legittimo chiedersi quale sarebbe stata la sorte del grande attore se avesse lavorato all’estero, magari oltreoceano. Nella sua famiglia l’arte della recita‑ zione era ben radicata da generazioni
Un attore di grande poliedricità, capace di interpretare in modo magistrale ruoli antitetici come l’esilarante soldato Švejk e il diabolico Kopfrkingl An impressively versatile actor, able to masterfully play such diametrically opposed roles as that of hilarious soldier Švejk and the diabolical Kopfrking
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Hrušínský nei panni del buon soldato Švejk / Hrušínský playing the good soldier Švejk
of the great actor would have been if he had worked abroad, perhaps on the other side of the Atlantic ocean. In his family the art of acting had been well rooted for generations and this meant that his career was established from birth. He was born on October 17, 1920 in Nový Etynek (a South Bohemian village which today is called Nová Včelnice), around the stage of the nomadic company of his grandfather, Václav Červíček-Budínský, which also included his parents, Rudolf Hrušínský senior and Hermína ČervíčkováBudínská, both also actors.
After settling in Prague, the boy began studying at classical high school, but was expelled due to frequent absences due to the theatrical activity he had already undertaken. After the early theatre parts, appearances were steadily made on the big screen, and by the age of 25 he had already participated in 17 films. Skilled in switching from comic to dramatic roles, he mesmerized audiences with his particular ability to deliver dialogue, calm and measured, sometimes accompanied by few facial expressions, prudent gestures and melancholic
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e questo fece sì che la sua carriera fosse stabilita sin dalla nascita. Venne alla luce – il 17 ottobre 1920 a Nový Etynek (un villaggio della Boemia meridiona‑ le che oggi si chiama Nová Včelnice) – dietro il palco della compagnia no‑ made di suo nonno, Václav ČervíčekBudínský, della quale facevano parte anche i genitori, Rudolf Hrušínský se‑ nior ed Hermína Červíčková-Budínská, entrambi attori. Stabilitisi successivamente a Praga, il ragazzo iniziò a studiare al liceo classico, ma ne venne espulso a causa delle frequenti assenze dovute all’at‑ tività teatrale già intrapresa. Dopo le prime parti in teatro, si fece spazio con costanza sul grande scher‑ mo: all’età di 25 anni aveva già parte‑ cipato a 17 pellicole. Abile nel passare da ruoli comici a ruoli drammatici, stupiva il pubblico per la sua partico‑ lare capacità oratoria, calma e misu‑ rata, a volte accompagnata da poche espressioni facciali, gesti prudenti e occhi malinconici. Un attore capace di recitare magistralmente con un sem‑ plice cambio d’intonazione della sua celebre voce. eyes. A performer capable of acting masterfully with a simple change of intonation of his famous voice. His physique also allowed him to play varying roles. Handsome and attractive as a young man, over time, he gained weight and his facial features also changed, making him gradually more suited to being a character actor rather than the star of romantic films. In the 1950s, he earned a series of memorable roles, including the aforementioned Švejk in Karel Steklý’s film based on the famous novel by Jaroslav Hašek. It was a role that brought him great popularity, and consequently led to his casting in several of the best Czechoslovakian films of the period such as “Baron Prášil” (The Fabulous Baron Munchausen, 1962) by Karel Zeman, the Czechoslovakian master of animation cinema, and the comedy
Anche il fisico gli consentì di interpre‑ tare ruoli diversi. Bello e attraente da giovane, col passare del tempo, appe‑ santito, divenne più adatto a fare il caratterista piuttosto che il protago‑ nista di film romantici. Negli anni ‘50 giunse a una serie di ruoli memorabili, fra cui spicca il citato Švejk nel film di Karel Steklý,
basato sul celebre romanzo di Jaro‑ slav Hašek. Fu un ruolo che gli portò grande popolarità e, di conseguen‑ za, la partecipazione a diversi dei migliori film cecoslovacchi del tem‑ po come “Baron Prášil” (Il barone di Munchausen, 1962) di Karel Zeman, maestro cecoslovacco del cinema d’animazione, o la commedia “Bílá
paní” (La Signora bianca, 1965) per menzionarne solo alcuni. Una pellicola curiosa, riscoperta re‑ centemente nei mercati occidentali, è “Třicet jedna ve stínu” (Trentuno gradi all’ombra), una coproduzione ceco-britannica del 1965 con l’iconico Hrušínský a fianco di stelle del cinema inglese dell’epoca. Il film fu diretto da
Jiří Weiss, uno dei migliori registi cechi del periodo, che in interviste successive rivelò di una forte concorrenza sul set nello stile di recitazione, fra gli attori inglesi dalla classica formazione tea‑ trale e lo stile più naturale di Hrušínský. La rivalità continuò anche nella fase di postproduzione quando i produttori inglesi, temendo che la grande inter‑
Hrušínský in una scena di “Allodole sul filo” / Hrušínský in a scene from “Larks on a String”
“Bílá paní” (The White Lady, 1965) to name but a few. A curiosity, recently rediscovered in Western markets, is “Třicet jedna ve stínu” (Ninety degrees in the shade), a Czech-British co-production from 1965 with the iconic Hrušínský alongside popular British film stars of the time.
The film was directed by Jiří Weiss, one of the best Czech directors of the period, who in subsequent interviews revealed there was strong competition on the set in the acting style, between English actors with classic theatrical training backgrounds and the more natural style of Hrušínský. The rivalry
continued even in the post-production phase when British producers, fearing that the Bohemian’s performance would overshadow British stars James Booth and Anne Heywood, decided to cut several minutes of footage with Hrušínský, an episode that led to a clash between the director and the
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producers. Set in Communist Czechoslovakia in the 1960s, Třicet jedna ve stínu was one of the few Czechoslovakian co-productions with a Western European country. Two versions of the film were made, one in English and one in Czech, and looking at it today it is indeed quite evident that Bohe-
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cinema
In alto, la locandina del film Postřižiny di Menzel; a destra e in basso due scene tratte dal film / Above, the poster of Menzel’s film Postřižiny; on the right and below, two scenes from the movie
pretazione del boemo offuscasse le stelle britanniche James Booth e Anne Heywood, decisero di tagliare diversi minuti di girato con Hrušínský – episo‑ dio che provocò un litigio tra lo stesso regista ed i produttori. Ambientato nel‑ la Cecoslovacchia comunista degli anni ‘60, Třicet jedna ve stínu fu una delle poche coproduzioni cecoslovacche con un paese dell’Europa occidentale; il film fu realizzato in due versioni, una in inglese ed una in ceco. Riguardandolo oggi è facile rendersi conto che l’attore boemo rubò effettivamente la scena ai colleghi; d’altra parte, bisogna anche sottolineare come la versione inglese vada del tutto evitata, visto che il dop‑ piaggio di Hrušínský rovina del tutto la sua interpretazione. Se Hrušínský rimane la faccia più rico‑ nosciuta dell’epoca d’oro del cinema cecoslovacco, gli anni ‘60, non è tut‑ tavia per merito di una coproduzione internazionale ma per lo splendido adattamento cinematografico del li‑
bro Spalovač mrtvol (Il bruciacadaveri) di Ladislav Fuks. Il film, diretto dal re‑ gista Juraj Herz, si caratterizza per gli angoli di ripresa insoliti, così come per la calma e inquietante pronuncia delle battute del protagonista (Hrušínský per l’appunto), spesso accompagnate da una specie di coro di sottofondo. Gi‑ rato in un bianco e nero ispirato all’e‑ spressionismo tedesco, la storia, am‑ bientata nella Praga degli anni Trenta, racconta di Karel Kopfrkingl, direttore di un crematorio – che egli nobilita con l’epiteto di “tempio della morte” – e sostenitore entusiasta del nazismo. Una satira nera dai toni grotteschi ed impregnata di umorismo sottile, il film fu repentinamente messo al bando dalle autorità filosovietiche fino al 1989. Oggi viene considerato un ca‑ posaldo della Nová vlna cecoslovacca, e parte del suo successo si deve indub‑ biamente a Hrušínský. Scrivendo dell’attore, saremmo in torto se non ricordassimo le storiche mian actor stole the show from his colleagues. On the other hand, it must also be emphasized that the English version should be avoided altogether, given that the dubbing of Hrušínský completely ruins his performance. However, if Hrušínský remains the most recognizable face of the golden age of Czechoslovakian cinema, the 1960s, it is not due to any international co-production but to the splendid film adaptation of the novel Spalovač mrtvol (The Cremator or literally “Burner of corpses”) by Ladislav Fuks. The film, directed by Juraj Herz, is notable for its unusual camera angles, as well as for the calm yet disturbing pronunciation of the lines by its leading actor (Hrušínský to be precise), often accompanied by an eerie type of choral music in the background. Shot in a black and white inspired by German Expressionism, the story, set in 1930s Prague, tells of Karel Kopfrkingl, director of a crematorium, which he exalts with the epithet of “temple of death”, and an enthusiastic supporter of Nazism. A black satire with gro-
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tesque tones imbued with subtle humor, the film was abruptly banned by the pro-Soviet authorities until 1989. Today it is considered a cornerstone of Czechoslovakian Nová vlna, and a major part of its success is undoubtedly due to Hrušínský. Talking of the actor, it would be wrong not to recall the historical collaborations with Jiří Menzel, considered by many critics and fans to be the greatest exponent, alongside Miloš Forman, of Czechoslovakian cinema. With the exception of the Oscar-winning film, “Ostře sledované vlaky” (Closely Observed Trains, 1966), most of Menzel’s successful films boasted the presence of Hrušínský. Among the best known are “Capricious summer” (1968) and “Larks on a String” (1969). Hrušínský’s career, however, was not simply a smooth triumphal march. A complicated aspect of the actor’s life, as with so many of his peers in that period, was his relationship with politics. During the Prague Spring, he signed the manifesto of the Two Thousand Words, a document call-
collaborazioni con Jiří Menzel, consi‑ derato da molti critici e appassionati come il miglior esponente, con Miloš Forman, del cinema cecoslovacco. Ad eccezione della pellicola che lo condusse all’Oscar, “Ostře sledované vlaky” (Treni strettamente sorve‑ gliati, 1966), la maggior parte delle pellicole di successo di Menzel ha vantato la presenza di Hrušínský. Tra i più noti “Un’estate capricciosa” (1968) e “Allodole sul filo” (1969). La carriera di Hrušínský, tuttavia, non fu solo una marcia trionfale sen‑ za intoppi. Un aspetto complicato della vita dell’attore, come tanti co‑ etanei in quel periodo, fu il rapporto con la politica. Durante la Primavera di Praga, firmò il manifesto delle Duemila Parole, un documento che chiedeva progressi rapidi verso una vera democratizzazione del Paese. Questo gli costò, durante la Nor‑ malizzazione comunista, la totale esclusione per alcuni anni dall’at‑
tività lavorativa. Nel 1977, quando la carriera aveva cominciato lenta‑ mente a riprendere, accettò – per paura di un nuovo stop – di firmare l’Anticharta 77, un manifesto filo‑ governativo in risposta al famoso documento della dissidenza redatto da Václav Havel. Negli anni ‘90, infine, anche l’Italia ebbe modo di apprezzare il suo ta‑ lento, grazie alle interpretazioni nel film “La Valle di Pietra” (1992), sce‑ neggiato da Ermanno Olmi, nonché nella sesta stagione dell’allora po‑ polarissima serie tv “La Piovra”, in cui interpretava il ruolo di un banchiere con un passato nazista. Entrambe le prove furono ulteriori segni della ca‑ pacità dell’attore di far colpo anche a livello internazionale. Furono pur‑ troppo però anche le ultime. Spen‑ tosi il 13 aprile del 1994, Hrušínský non può che essere sempre ricordato come una delle migliori espressioni dell’età d’oro del cinema ceco.
ing for rapid progress towards a true democratization of the country. This cost him, during the Communist Normalization, an almost total exclusion from work for a few years. In 1977, when his career had slowly begun to pick up, he agreed, due to fear of further penalisation, to sign Anti-charta 77, a pro-government manifesto in response to the famous document of dissent drafted by Václav Havel. By the 90s, even Italy was able to appreciate his talent, thanks to his participation in the film “La Valle di Pietra” (The Valley of Stone, 1992), scripted by Ermanno Olmi, as well as in the sixth season of the then extremely popular TV series “La Piovra” (Octopus), in which he played the role of a banker with a Nazi past. Both roles were further proof of the actor’s ability to impress even at international level. Unfortunately, they were also the last. Having passed away on April 13, 1994, Hrušínský will surely always be remembered as one of the greatest symbols of the golden age Hrušínský in una scena di “Trentuno gradi all’ombra” / Hrušínský in a scene from “Ninety degrees in the shade” of Czech cinema.
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architettura architecture
PRAGA E UNESCO, QUANDO IL FUTURO SFIDA L’ANTICO
Il dibattito sul rischio che la capitale ceca possa perdere lo status di patrimonio mondiale dell’umanità di Alessandro Canevari by Alessandro Canevari
The debate on the risk that the Czech capital may lose protection as a World Heritage Site
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Una spada di Damocle sembra pen‑ dere sul destino del centro storico di Praga, o forse sull’intera città. Una questione divisiva attanaglia la città dai tetti d’oro, la capitale con uno
tra i più celebri skyline al mondo. La città dalle cento torri, delle alte guglie di Santa Maria di Týn (si dice modello del castello disneyano della Bella Addormentata), delle cupole
barocche e del grande castello che abbracciando la cattedrale si staglia verso il cielo e si specchia nelle ac‑ que della Vltava si trova a fare i conti, ironia della sorte, proprio con il suo
inestimabile e insostituibile skyline. Troppo prezioso per essere messo a rischio e troppo esteso – nonostante l’orografia – per consentire una cer‑ ta libertà d’azione innovatrice.
Una discussione profonda riguarda così il ricco e straordinariamente va‑ riegato patrimonio di quella che fu la capitale imperiale di Carlo IV e Ro‑ dolfo II. In gioco una disputa tra vita
e conservazione, tra immobile eterna devozione al passato e lo spiraglio di una chance di futuro – come la trat‑ teggiano in duri toni dicotomici i por‑ tavoce di una delle fazioni in campo.
Il dibattito mai sopito che da circa un decennio serpeggia tra gli ambienti politici, accademici, imprenditoriali ed intellettuali praghesi ha subito una brusca accelerazione ormai poco più di un anno fa. A riaccenderlo l’e‑ sito della visita dei commissari Une‑ sco e Icomos nel marzo 2019, resa pubblica alla fine di agosto dello stesso anno. Nelle conclusioni del dossier si leg‑ ge a chiare lettere che dovrà essere tempestivamente contenuto l’ec‑ cessivo sviluppo nelle aree del cen‑ tro storico e nelle sue vedute e che dovranno essere invece incoraggiati gli investimenti nelle aree di tra‑ sformazione. Nel mirino della commissione so‑ prattutto i grandi progetti di svilup‑ po all’interno della zona cuscinetto attorno all’area tutelata – che nel caso di Praga copre quasi un quinto dell’intera area urbana – e gli edi‑ fici high-rise, specialmente quelli nella zona di Pankrác, menzionati dai documenti Unesco sin dall’iscri‑ zione del centro storico nel 1992. Gli esperti chiedono una revisione del Piano Metropolitano e mettono in discussione i potenziali rischi insiti nella nuova legge edilizia, rammari‑ candosi dell’inerzia delle istituzioni locali nel dar seguito alle raccoman‑ dazioni e alle preoccupazioni emerse dai precedenti rapporti. Il centro storico di Praga – una delle aree di tutela più grandi al mondo con un’estensione di quasi nove chi‑ lometri quadrati – vede così profilarsi all’orizzonte la possibilità di essere rubricato nella lista dei patrimoni in
The fate of Prague’s historic center, or perhaps of the entire city hangs under a sword of Damocles. A divisive matter is taking hold of the city with golden rooftops, the capital with one of the most famous skylines in the world. Ironically, the city of one hundred towers, and the tall spears of Saint Mary of Týn (thought to be the model of the Castle of Sleeping
Beauty, in Disneyland), of Baroque domes, and the great castle embracing the cathedral and rising towards the sky, reflecting in the waters of Vltava, is forced to deal precisely with its priceless and irreplaceable skyline. Too precious to be put at risk and too extensive - despite the orography - to allow a certain freedom of innovative action.
Thus, a profound discussion concerns the rich and extraordinarily varied heritage of what was once the imperial capital of Charles IV and Rudolf II. There was a dispute at stake between life and conservation, between eternal immobile devotion to the past and the glimmer of a chance for future - as outlined in harsh dichotomous tones by the spokespersons of one of the factions in the field.
The still active debate lurking around Prague’s political, academic, entrepreneurial and intellectual circles for about a decade now knew a sudden boost just over a year ago. The debate was revived by the outcome of the visit in March 2019 of the UNESCO and ICOMOS commissioners, and made public at the end of August of same year. The conclusions of the dossier state
clearly that excessive development in the areas of the historic center and its surroundings must be promptly contained and that investments in the areas of transformation must instead be encouraged. The Commission focuses mainly on large developmental projects within the buffer zone around the protected area - which in the case of Prague cov-
ers almost a fifth of the entire urban area - and the high-rise buildings, especially those in the Pankrác area, mentioned in UNESCO documents since the inscription of the historic center, in 1992. Experts are requesting a revision of the Metropolitan Plan and questioning the potential risks inherent in the new building law, regretting the inertia of local institutions in following up on
the recommendations and concerns that emerged from the previous reports. Prague’s historic center - one of the largest protected areas in the world, with an area of near nine square kilometers - sees this way the possibility of being included on the list of endangered world heritage sites if the conditions that seem to threaten its preservation are ascertained.
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PRAGUE AND UNESCO, WHEN THE FUTURE CHALLENGES THE ANCIENT
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architettura architecture
pericolo qualora siano accertate le condizioni che paiono minacciarne la conservazione. In Europa la lista degli osservati spe‑ ciali conta solamente altri tre siti: il
centro storico di Vienna, il vecchio porto mercantile di Liverpool e i Mo‑ numenti medioevali in Kosovo, quat‑ tro complessi monastici espressione culminante della cultura ecclesiastica
bizantino-romanica sviluppatasi nei Balcani tra il XIII e il XVII secolo. Secondo il rapporto, i giochi sono ora nelle mani alle istituzioni ceche. Nell’autunno 2019 il governo ha pron‑
tamente attivato una commissione di valutazione e avviato trattative tra i principali attori nel complesso scenario della gestione e dello sviluppo urbano, senza tuttavia placare alcune voci estre‑
mamente critiche sul tema. La quaran‑ taquattresima sessione del World He‑ ritage Committee che avrebbe dovuto tenersi tra giugno e luglio a Fuzhou in Cina – rinviata a data da destinarsi per
Nel mirino soprattutto i grandi progetti di sviluppo all’interno della zona cuscinetto attorno all’area tutelata The main focus is on large developmental projects within the buffer zone around the protected area
In Europe, the list of special monitored sites includes only three other sites: the historic center in Vienna, the old merchant port of Liverpool and the medieval monuments in Kosovo, four monastic complexes, the ultimate
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expression of the Byzantine - Romanesque ecclesiastical culture developed in the Balkans between the 13th and 17th centuries. According to the report, the cards are now in the hands of the Czech
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authorities. In the autumn of 2019, the government has promptly activated an evaluation committee and started negotiations with the main parties in the complex scenario of urban management and develop-
ment without, however, satisfying some extremely critical voices on the matter. The forty-fourth session of the World Heritage Committee which should have been held between June and July in Fuzhou, China – and
postponed to a later date due to the health emergency - will assess how the matter has been and will be addressed in the future. In the same pages, the dossier recommends the need to question those
via dell’emergenza sanitaria – valuterà come è stata e dovrà essere affrontata la questione in futuro. Nelle stesse pagine, il dossier rac‑ comanda la necessità di mettere in discussione quelle posizioni che ritengono in conflitto la conserva‑ zione del patrimonio e l’architettura contemporanea, escludendone una possibile complementarietà. Per quanto atteso e congruo al ruolo, il suggerimento dei commissari di mettere al bando gli estremismi è pur sempre una presa di posizione all’interno del dibattito che vede contrapporsi coloro che mirano alla conservazione ad oltranza a coloro che invece opterebbero per abban‑ donare la tutela Unesco in favore di un libero sviluppo urbano. Se la voce dei primi sembra, a dire il vero, non avere un’eco significativa, quella a favore dell’uscita risuona con pro‑ clami decisamente tranchant che rivendicano il diritto di non ridurre il centro cittadino ad un cristallizzato museo a cielo aperto per turisti. Mentre le autorità si apprestavano a mettere a punto una risposta ufficiale al rapporto Unesco, lo scorso gennaio un redazionale a firma Sdružení pro
Architekturu a Rozvoj (SAR, Associa‑ zione per l’Architettura e lo Sviluppo) ha alzato i toni della discussione. SAR – che vanta tra le sue fila nomi di rilievo – vede come un Diktat le rac‑ comandazioni Unesco e come un’ec‑ cessiva ingerenza negli affari interni le valutazioni dei nuovi progetti di sviluppo urbano da parte di comitati internazionali. L’associazione guarda a Dresda – cancellata dall’Unesco per aver realizzato un ponte in viola‑ zione ai vincoli, ma sulla base delle necessità della cittadinanza – come a un possibile modello positivo. I suoi portavoce sostengono fermamente come le città debbano appartenere principalmente alle persone che le abitano e non ai burocrati né ai turisti transnazionali – che nel loro comuni‑ cato invitano addirittura ad «andare a farsi i selfie altrove». Se alcuni sviluppatori immobiliari si sono gettati a capofitto nella pole‑ mica tentando di fornire una propria lettura del famigerato dossier, altri provano ad avvicinarsi al dibattito con posizioni più caute offrendosi di mi‑ tigare volumetrie e altezze massime dei loro progetti alla luce dei recenti suggerimenti – che poi così nuovi
positions that consider the conservation of the heritage and contemporary architecture to be in conflict, excluding a possible complementarity. Although expected and suitable for the role, the commissioners’ suggestion to ban extremists is still a stance within the debate that sees the indefinite opposition of those who aim for the preservation and those who would instead choose to abandon UNESCO protection in favor of a free urban development. If the voice of the first party doesn’t seem to have a significant echo, the one in favor of the exit resonates with clearly tranchant statements that claim the right to not reduce the city center to an open-air crystallized museum for tourists. While the authorities were preparing to finalize an official response to the UNESCO report, an editorial by
Sdružení pro Architekturu a Rozvoj (SAR, The Association for Architecture and Development) raised the tone of the discussion, last January. SAR - who features prominent names among its ranks - sees the UNESCO recommendations as a Diktat and the evaluations of new urban development projects by international committees as an excessive interference in internal affairs. Canceled by UNESCO for having built a bridge in violation of the restrictions, but on the basis of the needs of the citizens, Dresden is considered a possible positive model. Its spokespersons firmly argue that cities must belong mainly to the people who live there and not to bureaucrats or transnational tourists – and who in their press release invite people to “go take selfies elsewhere”.
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If some real estate developers have thrown themselves head-first in the controversy by trying to provide their own interpretation of the infamous dossier, others try to approach the debate more cautiously by offering to reduce the volumes and maximum heights of their projects in light of the recent suggestions - which then again aren’t new - concerning the regulation of the buffer zone, the real object of dispute. The one thousand years of glorious history of the city entrust the historic
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center to the contemporary world as a precious palimpsest, an eloquent witness of the continuous and organic urban development process from the Middle Ages to our days, unfolded under the watchful gaze of the dark statues of Charles Bridge. The high “degree of authenticity” of the artifacts stunningly documents the architectural expression of the succession of ‘styles’, justifying the UNESCO presence. Certainly, the desire of current generations to leave
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un po’ di vita al suo interno. Sarebbe tuttavia altrettanto doveroso con‑ segnare l’inestimabile patrimonio praghese alle generazioni future così come lo si è ricevuto, implementato con qualche opera d’architettura con‑ temporanea capace di consegnare il nostro passaggio alla storia e soprat‑ tutto di dimostrare che conservazio‑ ne e innovazione non sono per forza opposti inconciliabili.
a trace, a significant sign of their era in the fairytale landscape of their beloved city is genuinely legitimate, as is that of allowing a little life inside. However, it would be equally right to entrust the priceless Praguian heritage to future generations as it was received, completed with some contemporary architectural works able to deliver our passage into history and above all demonstrate that conservation and innovation are not necessarily conflicting.
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non sono – riguardanti la regolamen‑ tazione della zona cuscinetto, vero oggetto del contendere. I millecento anni della gloriosa storia cittadina consegnano alla contempo‑ raneità il centro storico quale prezio‑ so palinsesto, eloquente testimone del processo di ininterrotta e organica crescita urbana dal Medioevo sino ai giorni nostri, avvenuto in gran par‑ te sotto il vigile sguardo delle scure
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reportage
IL LUNGOFIUME BELLO E ABBANDONATO THE LONG AND FORSAKEN RIVERSIDE
Il ponte di Líbeň e il viadotto di Negrel‑ li. Il complesso residenziale Marina e il mercato Holešovická tržnice. Il Cross e il Sasazu. Il porto fluviale. Le piccanti luci rosse dello Showpark. Holešovice, a dispetto di come appare, anche grazie alla sua atmosfera di “borgo marinaro” di Praga, è un rione che nasconde in sé numerosi contrasti. Contrasti venutisi a creare, per la maggiore, soprattutto dopo l’alluvione del 2002, durante il
quale quest‘area sull’ansa della Vltava è stata ampiamente sommersa, dan‑ neggiata, ricostruita. Ma non in ma‑ niera quasi completa come il quartiere che gli sta di fronte (Karlín). E questo forse è un bene, perché la ricostruzio‑ ne di Karlín ne ha comportato anche l’alienazione della sua atmosfera origi‑ nale (“ha un sapore particolare, l’aria è come mercurio, ha un profumo bellissi‑ mo”, cantava Ivan Hlas nel 1993).
Prima di parlare della ricostruzione di Holešovice, però, è bene ricordare dove si trova esattamente. O almeno provarci perché, qui come altrove, l’agrimensura praghese è un’opinio‑ ne. In effetti per lungo tempo questa pezza di città è stata accorpata con l’adiacente Bubeneč. I due quartieri entrarono a far parte della metropo‑ li ceca nel 1884, a braccetto, come Bubny-Holešovice. E ancora oggi que‑
Alla scoperta della zona di Praga 7 che si estende sull’ansa della Moldava di Tiziano Marasco by Tiziano Marasco
Discovering the Prague 7 area on the Vltava river bend
© CC-BY-4.0 ŠJŮ, WIKIMEDIA
La fermata del tram Pražská tržnice nei pressi dell’omonimo mercato
The Líbeň bridge and the Negrelli viaduct. The Marina residential complex and the Holešovická tržnice market. The Cross and the SaSaZu. The river port. The spicy lights of the ShowPark. Despite its appearance, Holešovice is a district that hides many contrasts,
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also due to its atmosphere of “seaside village”. And for the most part, these contrasts appeared especially after the 2002 flood, during which this area on the bend of Vltava was largely submerged, damaged, and rebuilt. But not nearly as completely as the neigh-
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The tram stop Pražská tržnice close to the market of the same name
borhood facing it (Karlín). And this is perhaps a good thing, because the reconstruction of Karlín brought along the alienation of its original atmosphere (“it has a particular flavor, the air is like quicksilver, it has a beautiful scent”, sang Ivan Hlas in 1993).
However, before talking about the reconstruction of Holešovice it would be good to remember where exactly is situated. Or at least try because, here as anywhere else, the Praguian land-surveying is a matter of opinion. In fact, for a long time this patch of
town was merged with the adjacent Bubeneč. The two districts became part of the Czech metropolis in 1884, hand-in-hand, as Bubny-Holešovice. And still today these two areas represent Prague 7. More so, there are people who believe that Letná itself is
part of Holešovice. However, these are two different areas and the dividing line, which runs from Strossmayerovo náměstí to Výstaviště, corresponds to Dukelských Hrdinů street. But the area lying to the east and reaching the bend of Vltava is Holešovice. The one
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ste due zone costituiscono Praga 7. Sicché c’è gente convinta che la stes‑ sa Letná faccia parte di Holešovice. Si tratta però di due aree distinte e la linea di demarcazione, che va da Strossmayerovo náměstí al Výstaviště corrisponde a via Dukelských Hrdinů. Ecco, quello che sta ad est e raggiun‑ ge l’ansa della Vltava, è Holešovice. Quello che sta ad ovest è Bubeneč. Poi, se voi guardate le mappe, Holešovice in effetti arriva fino al par‑ co di Letná (ma non lo ingloba). Se però camminate tra la stessa Letná e Štrossmayerovo náměstí no‑ terete che su alcune targhe coi nomi delle strade ci sta scritto Bubeneč. E a tutti gli effetti, una volta passata la fermata di Vltavská o di Vystaviště Holešovice, la differenza tra un’a‑ rea e l’altra è evidente. Al netto di gentrificazioni e delle divisioni del catasto, se partendo da quella linea andate verso Letná vi trovate innanzi una zona residenziale da mid-class. Dall‘altro lato è tutto prettamente on the west is Bubeneč. Then again, looking at the maps, Holešovice goes all the way to Letná park (but does not include it). However, if walking between Letná itself and Štrossmayerovo náměstí you will notice that Bubeneč appears on some of the street plates. Once you passed the Vltavská or Vystaviště Holešovice stops, the difference between one area and the other is evident in all respects. After gentrifications and land registry divisions, if you go straight towards Letná, you will find yourself in a mid-class residential area. On the other side, it’s all mainly an office area, with square buildings, anonymous and even a little dirty. Let‘s go back to 1884, the year of the urbanization. At the time, the area was a real buzz for more than 30 years, as a port (Holešovice) and a station (Bubny) were build there in 1850. This made the area one of the many industrial and trading centers around the city.
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working, con palazzi squadrati, ano‑ nimi e anche un po‘ sporchi. Torniamo ora al 1884, anno dell’inur‑ bazione. Al tempo la zona era in fer‑ mento da ormai più di 30 anni, dato che nel 1850 da quelle parti erano stati costruiti un porto (Holešovice) e una stazione (Bubny). Questo fece
dell’area uno tanti dei gangli indu‑ striali e di scambio intorno alla città. Di lì, per qualche tempo, fu tutto un fiorire di fabbriche, anche perché il porto – e non poteva essere altrimen‑ ti – era all’avanguardia. Non fu un caso dunque se il Vystaviště, il centro che ospitò l’esposizione universale del
1891, fu costruito lì. Il quartiere man‑ tenne la sua popolarità anche sotto il regime comunista, come testimoniano i nomi che le vie ancora oggi conserva‑ no. E rimase zona industriale, tanto che una canzone di Petr Skoumal dedicata a Holešovice recita „ma se ci pianti un alberello diranno che sei scemo“.
È anche vero che il lungofiume di Holešovice non ha mai conosciuto un vero e proprio declino visibile, piuttosto è stato lento e graduale. Man mano che il porto perdeva im‑ portanza (e la stazione veniva chiusa in favore della più piccola Nádraží Holešovice), il quartiere si è progressi‑
vamente immiserito, divenendo zona residenziale a basso costo e male in arnese. Infine, l’alluvione del 2002 sembrò essere un colpo di grazia. In realtà fu una possibilità di riparten‑ za: arrivarono i progetti di rinnova‑ mento e iniziò la seconda giovinezza per tutta l‘area del lungofiume. Nel
© TIZIANO MARASCO
From there, for some time, there was a flourishing of factories, also because the port - and it couldn’t be otherwise was innovative. Therefore, it was no coincidence that Vystaviště, the center that hosted the Universal Exhibition in 1891 was built there. The district maintained its popularity even under the communist regime, as proven by the names that the streets still have today. And it remained an industrial area, so much so that a song by Petr Skoumal dedicated to Holešovice says “but if you plant a tiny tree, they will call you crazy”. It is also true that the Holešovice riverside has never experienced a real visible decline, but a rather slow and gradual one. As the port was losing its importance (and the station was closed in favor of the smallest one, Nádraží Holešovice), the neighborhood progressively deteriorated, becoming a low-cost and poorly maintained residential area. Finally, the 2002 flood seemed to be a coup de grace.
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2009 viene completato il complesso di condomini con appartamenti e uffici Marina, ricavato pressoché inte‑ gralmente dal porto ormai dismesso. Classica collezione di Paneláky del XXI secolo, che però - nel panorama del porto, tra ruggine, gru, strutture lasciate intatte e carcasse di navi la‑ sciate lì come decorazione - ci stan‑ no anche abbastanza bene. Certo, il contrasto tra le cose nuove e pulite e quelle vecchie e rugginose rimane un po’ stridente, ma l’atmosfera in‑ dustriale non è stata compromessa. La parte di porto non trasformata in zona hipsterina è poi ancora in funzione come spazio di stoccaggio e, camminandoci attraverso, la sen‑ sazione di disagio è ancora potente. Non bastasse questo, buona parte de‑ gli edifici industriali sono stati ricon‑ vertiti in caffè e spazi artistici (Jakta 79, Vnitroblok, Dox e così via). Dunque, la gentrificazione ha vinto e siamo tutti contenti? Non proprio, anzi ci sono varie zone ancora da re‑
© TIZIANO MARASCO
cuperare. Ortenovo náměstí è ancora calata in una coltre di malessere. Se in via Komunardů comparissero delle zastavárny (o banchi di pegno che dir si voglia) ci starebbero pure bene. Sul lato ovest di via Argentinská non c’è nulla. In queste aree, in via Dělnická, alla discoteca Cross, al mercato riona‑ le (la pražská tržnice) e giù di lì si re‑ spira ancora l’atmosfera originale del quartiere. Questo non significa che alcune cose possano essere lasciate così come sono. Ve ne sono due in particolare: il ponte che porta a Líbeň e la stessa Pražská Tržnice. Il ponte, come evidenziato da diverse analisi tecniche, presenta delle pro‑ blematiche strutturali così sintetiz‑ zabili: è difficile resti in piedi a lungo, più facile che caschi. Nel 2018 si era parlato di chiuderlo per due anni, abbatterlo e costruirne uno nuovo. Soluzione di difficile realizzabilità, dato che si tratta di un cavalcavia su cui passano non pochi tram e condu‑ ce al trafficatissimo snodo di Palmov‑
© TIZIANO MARASCO
Il porto fluviale di Holešovice / Holešovice river port
Indeed, it was an opportunity for a new beginning: the reconstruction projects arrived, and the second youth began for the whole riverside area. In 2009, the Marina complex with apartments and offices was completed, nearly fully converted from the now destroyed port. In the landscape of the port, among rust,
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cranes, structures left intact, and ship carcasses as decoration, this classic collection of the twenty-first century Paneláky fits quite well. Certainly, the contrast between the new and clean things and the old and rusty ones remains a bit blatant, but the industrial atmosphere remains intact. The part of the port that
was not transformed in a hipster area is still functioning as a storage space and while walking through it, the feeling of discomfort is still powerful. As if this was not enough, most of the industrial buildings have been converted into cafes and artistic spaces (Jakta 79, Vnitroblok, Dox and so on).
So, did the gentrification win and are we all satisfied? Not exactly, as there are several areas to be reconstructed. Ortenovo náměstí is still under a blanket of malaise. If zastavárny (or pawn shops, if you prefer) would appear on Komunardů Street, that would be fine too. There is nothing on the
west side of the Argentinská street. In these areas, on Dělnická street, at the Cross nightclub, at the local market (pražská tržnice) and down from there you can still feel the original atmosphere of the neighborhood. This doesn’t mean that some things can be left as they are. There are two in
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particular: the bridge leading to Líbeň and Pražská Tržnice itself. As proven by various technical studies, the bridge has structural problems that can be summed up as follows: it’s difficult for it to stand for a long time, and easier to tumble. In 2018, there were rumors about closing it
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reportage
Per quanto riguarda la Pražská tržnice, per contro, ci si è messo il Covid-19. I caratteristici padiglioni del mercato, infatti, avrebbero dovuto essere rinno‑ vati e riaperti proprio nel corso del 2020 ma la pandemia ha rinviato tutto. Si sta cominciando ad aprire alcuni edifici solo ora - in agosto è stata la volta della “hala 40”, trasformata in spazio lavora‑ tivo per compagnie di sviluppo digitale
al secondo piano e centro polivalente al primo. L’area della tržnice rimane comunque un territorio di battaglie, di tipo legale più che edilizio. È ben noto infatti che uno dei padiglioni ospita il locale notturno Showpark, di fatto un bordello, e per giunta molto popolare tra i turisti. Ovvio che la società che lo gestisce, la Eroc, non abbia la minima intenzione di mollare il business. Ciò ha
prodotto il ben noto contenzioso con il Comune di Praga, di cui al momento non si vede la fine. Di fatto, in ogni caso, la gentrificazio‑ ne incompiuta pone il lungofiume di Holešovice dinanzi ad un bivio. Una strada conduce alla trasformazione completa, allo snaturamento della atmosfera industrial-marinaresca, grezza ma originale. Conduce, insom‑
ma, a un’evoluzione secondo il mo‑ dello Karlín. Dall’altra c’è una gentrifi‑ cazione di tipo Žižkoviano, ovvero una che non snatura più di tanto l’anima della zona. Certo è che a Holešovice manca l’antennone, l’edificio che fac‑ cia da “effetto tour Eiffel” e da collante tra abitanti vecchi e nuovi e crei una sorta di “sottocomunità indipenden‑ te” dentro Praga.
Gli edifici storici non è che manchi‑ no nella metà orientale di Praga 7, e molti sono fabbriche o complessi industriali. Ma non c’è qualcosa di iconico. E guardando il trattamento riservato al porto, si capisce facil‑ mente che tutto il lungofiume sia stato già pesantemente modificato. Forse perché l’alluvione ha danneg‑ giato irreparabilmente molti edifici,
fatto sta che gli interventi di recupe‑ ro sono stati persino troppo liberi. A Žižkov invece, dove l‘alluvione non è arrivata, non puoi nemmeno mette‑ re le finestre di plastica. Farà dunque Holešovice, infine, la stessa fine di Karlín? La recente no‑ tizia che i due quartieri saranno col‑ legati da un ponte pedonale non fa certo ben sperare.
ka. Dopodiché si è notato che i tram possono anche passarci sopra, a pat‑ to che viaggino entro un certo limite di velocità, quantificabile più o meno in “se cammini li sorpassi km/h”. Così il traffico è stato riaperto (dopo un mese scarso). Ora la proposta è quel‑ la di rimettere a nuovo il ponte, ma le uniche notizie che si leggono parlano più di chiusure temporanee per veri‑ ficarne la “solidità” che di manuten‑ zioni effettive. down for two years, tearing it down and building a new one. This was difficult to implement, given that it’s an overpass traversed by many trams and leading to the always busy Palmovka junction. After that it was noticed that trams can also pass over it, as long as they run within a certain speed limit, which can be quantified more or less in “if you walk you can overtake them km/h”. Therefore, the traffic was reopened (within a month). The proposal is now to renovate the bridge, but the only news we read doesn’t mention anymore temporary closures to verify “its solidity” but actual maintenance. As for Pražská tržnice, on the other hand, Covid-19 interfered. In fact, the characteristic market stands should have been renovated and reopened precisely during 2020 but the pandemic has postponed everything. Some buildings are starting to open only now - in
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Il mercato Holešovická tržnice / The Holešovická tržnice market
August it was the turn of the “hall 40”, transformed into a workspace for digital development companies on the second floor and a multipurpose center on the first one. The tržnice area remains, however, a territory of battles, legal rather than architectural ones. It’s well known that one of the pavilions houses the ShowPark nightclub, in fact a
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brothel, and very popular among tourists. Obviously, the company that manages it, Eroc, has no intention of giving up the business. This has resulted in the well-known dispute with the City of Prague, and there is no end in sight at the moment. In fact, in any case, the unfinished gentrification puts the riverside of
Holešovice at a crossroads. One path leads to a complete transformation, the distortion of the unrefined but original industrial-seafaring atmosphere. Briefly, it leads to an evolution similar to Karlin’s. On the other hand, there is a Žižkovian type of gentrification, meaning, one that does not alter the soul of the area too much.
Certainly, Holešovice lacks the antenna, the building that brings the „Eiffel Tower effect“ and connects the old and new inhabitants and creates a sort of „independent sub-community“ in Prague. The historic buildings are not missing in the eastern half of Prague 7, and many of them are factories or indus-
trial complexes. But there is nothing iconic about it. And judging by how the port area was handled, it’s easy to understand that the entire riverside has already been heavily modified. The fact is that there was too much freedom in the reconstruction interventions, perhaps because the flood permanently damaged
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many buildings. On the other hand, in Žižkov you can‘t even put plastic windows in the places that weren’t affected by the flood. Will Holešovice eventually end up having the same fate as Karlín? The recent news that the two districts will be connected by a pedestrian bridge doesn’t make us keep our hopes up.
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Realizzato alla fine dell’Ottocento, come una delle case di detenzione più all’avanguardia d’Europa, è ancora oggi una importante istituzione nell’universo penale della Repubblica Ceca
Il carcere di Pankrác, dal nome della zona che lo ospita, nel distretto di Praga 4, è stato costruito fra il 1885 e il 1889. All’epoca, l’esigenza prima‑ ria era quella di rimpiazzare l’ormai superata e fatiscente prigione di San Venceslao, che si trovava invece fra Karlovo náměstí e la Moldava. Il nuo‑ vo centro di detenzione, in quella che allora era una zona di aperta campa‑ gna (oggi invece ha le sembianze del financial district praghese, tra ban‑ che, uffici e centri commerciali), s’in‑
IL CARCERE DI PANKRÁC, TRA PASSATO E PRESENTE PANKRÁC PRISON, FROM PAST TO PRESENT
Il carcere di Pankrác in una foto attuale (a sinistra) e in un’immagine d’inizio Novecento (in alto) / Pankrác Prison nowadays (on the left) and in an early twentieth-century view (above)
di Amedeo Gasparini by Amedeo Gasparini
Built at the end of the 19th century, as one of the most advanced detention centres in Europe, it is still an important institution in the Czech Republic’s criminal justice systém
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seriva all’interno di un vasto progetto austroungarico di espansione della città e doveva rappresentare la messa a punto di nuovi sistemi tecnologici ed infrastrutturali nel settore della espiazione della pena, fino ad allora inediti nell’Impero, tanto è vero che, ancora oggi, il carcere rimane un’i‑ stituzione significativa nell’universo penale della Repubblica Ceca. Il carcere – all’avanguardia alla fine dell’Ottocento – era stato progetta‑ to per ospitare circa ottocento pri‑
© AMEDEO GASPARINI
Named after the district that hosts it, Prague 4, Pankrác prison was built between 1885 and 1889. At the time, the primary need was to replace the by then outdated and dilapidated prison of Saint Wenceslaus, which was located between Karlovo náměstí and the Vltava. The new detention center, which was then in an open countryside
area (today it has the appearance of a Prague financial district, with banks, offices and shopping centers), was part of a vast Austro-Hungarian expansion project of the city and was supposed to represent the development of new technological and infrastructural systems in the sector of atonement for sentences, up to then unseen in the
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Empire, so much so that, even today, the prison remains a significant institution in the penal universe of the Czech Republic. The state-of-the-art prison, at the end of the nineteenth century, was designed to accommodate about eight hundred prisoners, while today its capacity is about 1,200. In the Habsburg
period it in fact represented the maximum example of modernity in terms of prison construction. The centralized water and air heating system, as well as the presence of single cells, were a real rarity in Europe at the time. It was also well organized regarding the educational programs of the inmates since, unusually, there were
courses where the prisoners were required to educate themselves, as well as spaces for Catholic, Evangelical and Hebrew prayers, in full compliance of Habsburg multi-religiosity (although Franz Joseph’s Empire preferred the former). The section reserved for worship, which still functions today, was suspended during the 1950s, in ac-
cordance with the policy of the Communist regime, which imposed its ideology as a state religion. After the construction works were completed in record time, in 1889, the complex took the name of “Male Prison of the Emperor King in Prague”. In fact, there was no provision for female internment, which was activated in Pankrác only in 2008. After the First World War, with the Austro-Hungarian Empire dismantled and the establishment of the First Republic, the prison became the main prison of the newly formed Czechoslovakia. A few years after earning national independence, a large court was built next to it and it is still functioning today as the seat of the Superior Court of Prague, connected to the prison by an underground corridor.
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With the invasion of 1939, the Gestapo and the SS took over the prison complex, where thousands of members of the Czechoslovak Resistance were interned. Many of them then ended up in other prisons in Germany and in concentration camps, or in the Prague shooting range of Kobylisy for execution. It was from 1943 that death sentences began to be carried out by the Nazis inside the prison itself and in a completely hasty way. That is known since the executioners’ documentation has been found: between 5 April 1943 and 26 April 1945 a total of 1,079 people (including 175 women) were beheaded with the guillotine in Pankrác, while the exact number of people executed by hanging in that period is unknown. The guillotine had been restored by the Germans to speed up op-
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gionieri, mentre oggi la sua capacità è di circa 1.200 posti. Nel periodo asburgico rappresentava in effetti il massimo della modernità in termini di edilizia penitenziaria. Il sistema di riscaldamento centralizzato di acqua ed aria, nonché la presenza di celle singole, erano una vera rarità nell’Europa del tempo. Era anche ben organizzato per quello che riguardava i programmi didattici dei detenuti, dal momento che, cosa insolita, vi erano istituiti dei corsi dove i prigionieri erano tenuti a istru‑ irsi, così come spazi di preghiera a rito cattolico, evangelico ed ebraico, in piena osservanza della multi-reli‑ giosità asburgica (sebbene l’Impero di Franz Joseph prediligesse la pri‑ ma). La sezione riservata al culto, che funziona ancora oggi, venne sospesa durante gli anni Cinquanta del secolo scorso, in ossequio alla politica del re‑ gime comunista, che imponeva la sua ideologia come una religione di Stato. Conclusi i lavori di costruzione in tempo record, nel 1889, il complesso assunse il nome di “Carcere maschile del Re Imperatore a Praga”: difatti, non vi era previsto l’internamento
femminile, che è stato attivato a Pankrác solo nel 2008. Terminata la Prima Guerra Mondiale, smantellato l’Impero austroungari‑ co e instaurata la Prima Repubblica, diventò il principale carcere della neonata Cecoslovacchia. Dopo qual‑ che anno dalla conquista della indi‑ pendenza nazionale, vi fu costruito accanto un grande tribunale, ancora oggi in funzione come sede della Cor‑ te superiore di Praga, collegato alla prigione da un corridoio sotterraneo. Con l’invasione del 1939, la Gestapo e le SS s’impossessarono del complesso carcerario, nel quale vennero interna‑ ti migliaia di membri della Resisten‑ za cecoslovacca. Molti di loro finirono poi in altre prigioni della Germania e nei campi di concentramento, oppu‑ re nel poligono praghese di Kobylisy per l’esecuzione capitale. Fu a partire dal 1943 che le condanne a morte cominciarono a essere eseguite dai nazisti all’interno del carcere stesso e in maniera del tutto sommaria. Si sa, perché ne è stata rinvenuta la docu‑ mentazione dei boia, che tra il 5 apri‑ le 1943 e il 26 aprile 1945 un totale di 1.079 persone (tra cui 175 donne)
furono decapitate con la ghigliottina a Pankrác, mentre non si conosce esattamente il numero delle perso‑ ne giustiziate per impiccagione in quello stesso periodo. La ghigliottina era stata ripristinata dai tedeschi per sveltire le operazioni, dal momento che i russi procedevano inesorabil‑ mente da Est.
Terminata la Seconda Guerra Mon‑ diale, nei pochi anni intercorsi fra un totalitarismo e l’altro, finirono a Pankrác una serie di persone che a diverso titolo si erano compromes‑ se con gli invasori tedeschi, fra cui l’ex Presidente Emil Hácha, che morì nell’ospedale del carcere in circostan‑ ze misteriose il 27 giugno 1945, e il
paracadutista traditore Karel Čurda, impiccato il 29 aprile 1947. Dopo il colpo di Stato comunista del 1948, Pankrác divenne il luogo prediletto per l’incarcerazione di ico‑ nici avversari politici, come Milada Horáková, qui impiccata il 27 giugno 1950, sino – trent’anni dopo – a Václav Havel, qui internato nel 1979.
A Pankrác finirono però non solo vitti‑ me del regime comunista, ma anche suoi artefici, vale a dire esponenti del KSČ che uscirono sconfitti in regola‑ menti di conti interni, come capitò a Rudolf Slánský, numero due di Kle‑ ment Gottwald, giustiziato anche lui per impiccagione il 3 dicembre 1952. Il periodo del terrore nazista e suc‑
La ghigliottina utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale / The guillotine used during the Second World War
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Il monumento a Milada Horáková / The monument to Milada Horáková
L’esposizione museale all’interno del carcere di Pankrác / The museum exposition located inside the Pankrác prison
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erations, since the Russians proceeded inexorably from the East. After the Second World War, in the few years between one totalitarianism and the other, a range of people who had compromised to varying degrees with the German invaders ended up in Pankrác, including former President
Emil Hácha, who died in the prison’s hospital under mysterious circumstances on June 27th, 1945, and the traitorous paratrooper Karel Čurda, hanged on April 29th, 1947. After the Communist coup of 1948, Pankrác became the favorite place for the incarceration of iconic political
opponents, such as Milada Horáková, hanged there on June 27th, 1950, until thirty years later, when Václav Havel, was interned there in 1979. However, not only victims of the Communist regime ended up in Pankrác, but also its architects, that is to say members of the KSČ defeated in inter-
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nal disputes, as happened to Rudolf Slánský, number two of Klement Gottwald, who was also executed by hanging on the 3rd December, 1952. The period of Nazi and later Communist terror is still documented and exhibited today by a museum exposition located inside the prison and which,
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cessivamente comunista è testimo‑ niato ancora oggi da una esposizione museale che si trova all’interno del carcere e che, attraverso una non semplice procedura di accredita‑ mento, è possibile visitare. Davanti a una inquietante parete piastrellata
con mattonelle bianche, vi è esposta ancora oggi la ghigliottina utilizzata dagli occupanti tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Sino al crollo del Comunismo il car‑ cere praghese è stato il luogo depu‑ tato alle esecuzioni delle condanne
a morte nell’allora Cecoslovacchia, ad eccezione di alcune che vennero effettuate a Bratislava. Dal 1950 al 1989 si trattò di centinaia di persone, quasi tutte per impiccagione. L’ultima donna, fu Olga Hepnarová, nel 1975, una ventiduenne, psicopatica, colpe‑
vole di aver investito con un camion dei passanti alla fermata del tram di Strossmayerovo náměstí di Praga, uccidendone otto e ferendone dodici. L’ultima condanna a morte in asso‑ luto fu invece eseguita a Pankrác il 2 febbraio 1989, quando finì sulla
forca Vladimír Lulek, un trentacin‑ quenne pregiudicato e pluriassassino. Va detto che negli anni Sessanta la Cecoslovacchia divenne l’unico Paese dell’ex Patto di Varsavia ad accettare regole minime per il trattamento dei detenuti delle Nazioni Unite, vale a
La sede dell'Alta Corte di Praga, vicino alla prigione / The seat of the Prague High Court, close to the prison
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through a not simple accreditation procedure, can be visited. In front of an eerie wall covered with white tiles, the guillotine used by the German occupiers during the Second World War is still on display today.
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Until the collapse of Communism, the Prague prison was the place dedicated to the execution of death sentences in the then Czechoslovakia, with the exception of some that were carried out in Bratislava. From 1950 to 1989
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hundreds of people were executed, almost all by hanging. The last woman was Olga Hepnarová, in 1975, a 22-year-old psychopath, guilty of having hit with a truck passers-by at the tram stop of Strossmayerovo
náměstí in Prague, killing eight and wounding twelve. The last ever death sentence, however, was carried out in Pankrác on February 2nd, 1989, when Vladimír Lulek, a thirty-five-year-old convicted, multi-
ple murderer, ended up on the gallows. It must be said that in the 1960s Czechoslovakia became the only former Warsaw Pact country to accept UN minimum rules for the treatment of detainees, that is, universally rec-
dire gli standard universalmente rico‑ nosciuti per il trattamento dei prigio‑ nieri. Non sappiano sino a che punto il rispetto delle regole fosse effettivo, ma certamente il vero cambio di re‑ gistro si ebbe successivamente, dopo il crollo del regime nel 1989, quando il tema dei diritti umani divenne cosa comune nelle agende dei governi dell’Europa Centrale e certamente anche di quello dell’allora Cecoslo‑ vacchia. Maggiori spazi a favore degli internati vennero studiati e messi a punto anche a Pankrác, così come in tutti i siti carcerari del Paese. Un processo di miglioramento prose‑ guito nei primi anni Duemila, quando era ormai forte in Repubblica Ceca la pressione in tema di diritti umani, vista la prospettiva d’ingresso nell’U‑ nione Europea, avvenuta nel 2004. Attualmente il carcere di Pankrác ospita sia detenuti in attesa di giudi‑ zio, sia coloro che stanno scontando una condanna definitiva. In ossequio alla “tradizione innovatrice” da cui era nata, la prigione è dotata da ospedali
e servizi sociali di ogni tipo, fino al re‑ parto di psicologia. Nel complesso, il carcere s’inserisce all’interno di un generale processo di miglioramento dell’amministrazione penitenziaria in Repubblica Ceca. Le sfide odierne sono d’altronde di entità comune tra le istituzioni carcerarie di quasi tutta l’Europa: il sovraffollamen‑ to, la riduzione del tasso di recidiva e il reinserimento sociale dei detenuti. Sulla cinta muraria del carcere, pro‑ tetta da filo spinato e placche di ce‑ mento in stile sovietico color cachi e grigio-topo, si notano appese diver‑ se corone di fiori, bandierine tricolori e targhe, in ricordo dei tanti che vi sono morti. Nel quartiere di Pankrác, la presenza del carcere fa sì che al clima di vitalità della zona si mischi anche una vaga sensazione di angoscia. Il monumen‑ to a Milada Horáková, nella vicina Náměstí Hrdinů (la Piazza degli eroi), sembrerebbe messo lì quasi per sor‑ vegliare questo luogo ed evitare che si ripetano gli orrori del suo passato.
ognized standards for the treatment of prisoners. It may not be known to what extent compliance with the rules was effective, but certainly the real change of register came later, after the collapse of the regime in 1989, when the issue of human rights became common in the agendas of Central European governments and certainly in that of the then Czechoslovakia too. More spaces for inmates were planned and developed also in Pankrác, as well as in all prison sites in the country. A process of improvement continued in the early 2000s, when the pressure on human rights was strong in the Czech Republic, given the prospect of entry into the European Union, which occurred in 2004. Currently, Pankrác prison hosts both inmates awaiting trial and those serving a definitive sentence. In accordance with the “innovative tradition” which it was born from, the prison is equipped with hospitals and social
services of all kinds, as well as the psychology department. Overall, the prison is part of a general process of improvement of the prison administration in the Czech Republic. Today’s challenges are moreover of a common entity among the prison institutions of almost all of Europe: overcrowding, reduction of the recidivism rate and the social reintegration of prisoners. On the external walls of the prison, protected by barbed wire and Sovietstyle concrete slabs in khaki and grey, you can see several wreaths, tricolor flags and plaques, in memory of the many who died there. In the Pankrác district, the presence of the prison means that the atmosphere of vitality in the area is mixed with a vague feeling of anguish. The monument to Milada Horáková, in nearby Náměstí Hrdinů (the Heroes’ Square), would seem to have been placed there as if to guard this place and prevent the horrors of its past from happening again.
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ANNIVERSARI CECHI CZECH ANNIVERSARIES
storia history di Mauro Ruggiero
Nasceva il quotidiano Rudé právo The daily newspaper Rudé právo was founded 100 ANNI FA 100 YEARS AGO
Il dirottamento del volo Karlovy Vary - Praga The hijacking of the Karlovy Vary - Prague flight
La voce e il pensiero ufficale del Partito Comuni‑ sta Cecoslovacco, era questo il quotidiano “Rudé právo” negli anni antecedenti alla caduta del Muro. “Il diritto rosso”, oppure, “La verità rossa”, la traduzione del nome della testata in cui era riflesso l’andamento della politica nei paesi che aderivano al Patto di Varsavia. Fondato nel 1920, in seguito alla scissione tra i socialdemocratici e i comunisti, il primo numero di “Rudé právo” venne pubblicato il 21 settembre di quell’anno e conti‑ nuò le sue pubblicazioni, in forma illegale, anche durante l’occupazione nazista della Cecoslovac‑ chia, per riprenderle regolarmente nel 1948. Tra il 1948 e il 1989 il giornale arrivò a vendere oltre due milioni di copie al giorno. In seguito alla Rivo‑ luzione di Velluto venne privatizzato e, a partire dal progetto originale, alcuni editori crearono il quotidiano “Právo” che vide la luce nel 1991 man‑ tenendo negli anni un orientamento di centrosini‑ stra. Oggi la sua tiratura è di quasi 100.000 copie.
The voice and the official ideology of the Czechoslovak Communist Party, this is what the daily “Rudé parvo” was in the years before the fall of the Wall. “The red law”, or “The red truth”, is the translation of the header which reflected the political trend in the countries that adhered to the Warsaw Pact. Founded in 1920, following the split between the Social Democrats and the Communists, the first issue of “Rudé parvo” was published on September 21 of that year and continued its publications, in illegal form, even during the Nazi occupation of Czechoslovakia, resuming them regularly in 1948. Between 1948 and 1989 the newspaper sold over two million copies a day. Following the Velvet Revolution, it was privatized and, based on the original project, some publishers created the newspaper “Právo” which saw the light in 1991 while maintaining a center-left orientation over the years. Nowadays, the newspaper has a run of almost 100,000 copies.
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Moriva il poeta Stanislav Neumann Death of the poet Stanislav Neumann
50 ANNI FA 50 YEARS AGO
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Il 18 settembre 1970, il poeta ceco Stanislav Neu‑ mann si toglieva la vita a Praga. Nato nella capita‑ le cecoslovacca il 17 ottobre 1927, Neumann è sta‑ to, oltre che poeta, anche traduttore e giornalista. Suo nonno fu il poeta Stanislav Kostka Neumann (1875–1947), mentre il padre l’attore omonimo Stanislav Neumann (1902–1975). Di ideali comu‑ nisti, fu arrestato e imprigionato nel 1945 per aver partecipato alla resistenza militando nell’orga‑ nizzazione antifascista “Předvoj”. Dopo la guerra aderì attivamente al Partito Comunista Cecoslo‑ vacco per conto del quale intraprese alcuni viaggi all’estero continuando, però, anche la sua attività letteraria e di giornalista. Nel 1963 si avviò alla carriera diplomatica ma, a partire dal 1969, dis‑ sidi con un’ala del Partito gli causarono una grave depressione che lo portò nell’arco di un anno alla decisione di togliersi la vita. Neumann è autore di tre raccolte di poesie pubblicate negli anni 1947, 1949 e 1952 e di altri scritti di vario genere.
On September 18, 1970, the Czech poet Stanislav Neumann committed suicide in Prague. Born in the Czechoslovakian capital on October 17, 1927, Neumann was, besides a poet, also a translator and journalist. His grandfather was the poet Stanislav Kostka Neumann (1875–1947), while his father was the actor bearing the same name, Stanislav Neumann (1902–1975). Having communist ideals, he was arrested and imprisoned in 1945 for taking part in the resistance militating in the anti-fascist organization “Předvoj”. After the war he actively joined the Czechoslovak Communist Party on behalf of which he traveled abroad, continuing, however, also his literary and journalist activities. In 1963, he started a diplomatic career but, from 1969, some disagreements with a wing of the Party caused him a severe depression, and within a year, led him to the decision to take his own life. Neumann is the author of three collections of poems published in 1947, 1949 and 1952 and of other writings of various kinds.
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50 ANNI FA 50 YEARS AGO
Era la mattina dell’8 giugno del 1970, quando otto giovani, quattro uomini e quattro donne, armati di pistole e coltelli, costrinsero il pilota dell’Ilyushin Il-14 di fabbricazione sovietica in volo tra Karlovy Vary e Praga, a modificare la rotta e atterrare all’a‑ eroporto di Norimberga, il più vicino scalo occiden‑ tale oltrecortina. Scopo dei dirottatori, tra cui una coppia con al seguito una bambina di due anni, era quello di fuggire in Occidente, verso la libertà. A No‑ rimberga i sequestratori, una volta scesi a terra, fu‑ rono immediatamente arrestati dalla polizia tede‑ sca. Jiří Galásek, Rudolf Čihák, Jaroslav Pour, Josef Procházka, Eva Galásková, Marie Procházková, Věra Klementová e Stanislava Čiháková i nomi di quei giovani, tutti sotto i 25 anni di età. Il giorno dopo l’evento il quotidiano “Rudé právo” pubblicò la no‑ tizia non lesinando false informazioni, a scopo pro‑ pagandistico, sulla vita dei dirottatori. Essi vennero processati e condannati a pochi anni in Germania. Le autorità tedesche ne rifiutarono la estradizione.
It was the morning of June 8, 1970, when eight young men, four men and four women, armed with pistols and knives, forced the pilot of the Soviet-made Ilyushin Il-14 flying between Karlovy Vary and Prague, to change the route, and land at Nuremberg Airport, the closest western airport beyond the Curtain. The purpose of the hijackers, among which a couple with a two-year old girl, was to escape to the West, to freedom. Once landed in Nuremberg, the hijackers were immediately arrested by the German police. Jiří Galásek, Rudolf Čihák, Jaroslav Pour, Josef Procházka, Eva Galásková, Marie Procházková, Věra Klementová and Stanislava Čiháková were the names of those young people, all under 25 years of age. The day after the event, the newspaper “Rudé parvo” published the news, sparing false information, for propaganda purposes, on the lives of the hijackers. They were trialed and sentenced to a few years in Germany. The German authorities refused the extradition.
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Il summit a Praga della Banca Mondiale e del FMI The World Bank and IMF Summit in Prague
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Il summit, al quale parteciparono 18 mila persone provenienti da tutto il mondo, si tenne dal 26 al 29 settembre del 2000 presso il Palazzo dei Con‑ gressi di Praga. L’evento, molto criticato da parte dei no-global e altri attivisti, diede luogo a una grande protesta con manifestanti che giunsero a Praga da varie parti d’Europa. Il governo della Re‑ pubblica Ceca , in via precauzionale, organizzò la più imponente mobilitazione di polizia nella storia del Paese, con oltre 11.000 agenti. Tra gli attivisti, che avevano fatto sapere di voler bloccare l’uscita dal Palazzo dei Congressi e che chiedevano la sop‑ pressione di entrambi gli istituti finanziari, c’era‑ no anche 1.500 no global italiani. Punti principali della protesta furono la critica al capitalismo e al debito pubblico dei paesi più poveri. Ad aprire il summit fu il discorso di Václav Havel in cui l’allora Presidente dichiarò che la soluzione del problema della povertà nel mondo deve essere considerato un compito comune di tutta l’umanità.
The summit, attended by 18,000 people from all over the world, was held from September 26 to 29, 2000, at the Congress Hall in Prague. Much criticized by anti-globalization and other activists, the event gave rise to a major protest with demonstrators who came to Prague from various parts of Europe. As a precaution, the government of the Czech Republic organized the largest police mobilization in the history of the country, with over 11,000 officers. Among the activists, who made it known that they wanted to block the exit from the Congress Hall and who called for the suppression of both financial institutions, there were also 1,500 Italian no-globalists. The main focuspoints of the protest were the criticism of capitalism and the public debt of the poorest countries. The summit was opened by Václav Havel’s speech, declaring that the solution for the problem of poverty in the world must be considered a common task for all humanity.
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NOVITÀ EDITORIALI NEW PUBLICATIONS
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di Mauro Ruggiero
Quanti libri sono stati scritti sul rapporto tra Kafka e la sua città? Tanti, eppure c’è e resta sempre qualcosa da dire. Tra la città di Praga e Kafka esiste, infatti, un legame assai particolare, sia perché gran parte delle sue opere è nata lì, sia perché la città stessa è una specie di libro in cui per‑ sonaggi, luoghi, situazioni vere o soltanto intuite hanno trovato il luogo dove realizzarsi. Percorrendo strade, abi‑ tando appartamenti, frequentando locali pubblici, Kafka ha avuto la possibilità di conoscere un tipo di umanità che poi è entrata nelle sue pagine come simbolo di una specie umana che vive i contrasti della modernità, le con‑ traddizioni delle tante civiltà che si sono incontrate (quel‑ la ebrea, quella tedesca, quella slava). Seguire Kafka nei percorsi cittadini, guardare Praga dalle finestre dei suoi appartamenti, respirare l’aria degli uffici dove prevalente‑ mente si è svolta la sua vita di impiegato modello è un po’ come camminare sopra le parole stampate nei suoi libri, finendo per essere Praga stessa il vero grande libro di una letteratura kafkiana.
How many books have been written on the relationship between Kafka and his city? Many, yet there is always something left to say. In fact, between the city of Prague and Kafka there is a very particular bond, both because most of his works were born there, and because the city itself is a kind of book in which characters, places, situations that are true or just imagined found the place to be realized. Traveling along streets, living in apartments, attending public places, Kafka had the opportunity to get to know a type of humanity which then entered his pages as a symbol of a human species that experiences the contrasts of modernity, the contradictions of the many civilizations that have met (the Jewish one, the German one, the Slavic one). Following Kafka in the city streets, looking at Prague from the windows of his apartments, breathing the air of the offices where his life as a model employee took place is a bit like walking over the words printed in his books, ending up with Prague itself being the truly great book of a Kafkaesque literature.
“Fiabe di Praga magica (Parola di Fiaba)” è la nuova edizione della raccolta di racconti frutto delle ricerche di Scilla Abbiati Sivazliyan. La stravaganza delle situa‑ zioni e dei personaggi presenti in questa selezione è tipica dello spirito ceco intriso di una graffiante ironia. E sono proprio lo spirito ceco e l’ironia a legare fra loro queste fiabe, in cui, tanto per fare qualche esempio, una coppia tenta a più riprese di restituire il maltolto al legittimo proprietario, senza riuscirci; un diavolo sfug‑ ge terrorizzato all’abbraccio di una zitella che non vuo‑ le mollarlo, e un contadinotto è convinto di aver impa‑ rato il latino. La curatrice del volume è stata studiosa di lingue e letterature slave e orientali e nell’ambito dei propri studi si è occupata, tra l’altro dell’opera di Nazim Hikmet e della stesura del Vocabolario ArmenoItaliano. Ha scelto queste storie nell’immenso patri‑ monio folcloristico cecoslovacco, privilegiando quelle della Boemia e della Moravia, regioni in cui la gente è particolarmente dedita a “sognare”.
“Fiabe di Praga magica (Parola di Fiaba)”, i.e. fairytales of magic Prague, is the new edition of the collection of short stories resulting from the research of Scilla Abbiati Sivazliyan. The extravagance of the situations and characters in this collection is typical of the Czech spirit imbued in a biting irony. And it is precisely the Czech spirit and irony that bind these fairy tales together, in which, just to give a few examples, a couple tries several times to return stolen goods to their rightful owner, without success, a terrified devil escapes from the embrace of a spinster who does not want to give up, and a peasant man is convinced that he has learned Latin. The curator of the volume was a scholar of Slavic and Oriental languages and literatures and as part of her studies she dealt, among other things, with the work of Nazim Hikmet and the drafting of the ArmenianItalian Vocabulary. She chose these stories from the immense Czechoslovakian folklore heritage, favoring those of Bohemia and Moravia, regions where people are particularly dedicated to “dreaming”.
Giuseppe Lupo, A Praga con Kafka. Le vie, le case, i ricordi, Perrone Editore, 2020 144 pp.
Giuseppe Lupo, A Praga con Kafka. Le vie, le case, i ricordi, Perrone Editore, 2020 144 p.
Scilla Abbiati Sivazliyan, Fiabe di Praga magica (Parola di Fiaba), Franco Muzzio Editore, 2020 285 pp.
Scilla Abbiati Sivazliyan, Fiabe di Praga magica (Parola di Fiaba), Franco Muzzio Editore, 2020 285 p.
Nato a Malé Svatoňovice, in Boemia, ai tempi dell’Impero austro-ungarico, Karel Čapek (1890-1938) studiò filosofia a Praga per poi intraprendere la carriera di giornalista. Oggi Čapek è considerato uno dei maggiori scrittori della Cecoslovacchia del primo ‘900. Autore di testi teatrali, rac‑ conti e romanzi, è noto, oltre che per le sue opere, anche per aver inventato il termine “robot”, che compare per la prima volta nel dramma in tre atti, del 1920, “R.U.R”. “La favola del cane” è un racconto per grandi e piccoli lettori. È la storia di Bastardino e delle sue divertenti avventure nella campagna ceca, insieme a personaggi stravaganti e teneri come i nonni Carlo e Elena, il cocchiere Postiglione e i cavalli Nina e Nando. Le illustrazioni presenti in questo volume sono quelle originali di Josef Čapek, pittore e fra‑ tello di Karel. La traduzione dal ceco è stata realizzata da Laura Manzardo, con particolare attenzione alla fruibilità del testo da parte dei lettori dagli 8 anni in su.
Born in Malé Svatoňovice, Bohemia, at the time of the Austro-Hungarian Empire, Karel Čapek (1890-1938) studied philosophy in Prague before pursuing a career as a journalist. Today Čapek is considered one of the greatest Czechoslovakian writers of the early 1900s. Author of plays, short stories and novels, he is known not only for his works, but also for having invented the term “robot”, which appears for the first time in the 1920 three-act drama, “R.U.R”. “La favola del cane” (The Fable of the Dog) is a story for young and old readers. It is the story of Bastardino and his amusing adventures in the Czech countryside, alongside extravagant and tender characters such as his grandparents Carlo and Elena, the coachman Postiglione and the horses Nina and Nando. The illustrations in this volume are the original ones by Josef Čapek, painter and brother of Karel. The translation from Czech was made by Laura Manzardo, with particular attention to the availability of the text by readers aged 8 and over.
Allo scoccare della Grande Guerra, Herbert, un cameriere di un caffè di Praga, ripercorrerà con il pensiero i giorni passati all’interno di un castello appartenente ad una nobile fami‑ glia del Regno di Boemia. Attraverso un incontro nel caffè dove lavora, conoscerà la padrona del castello, donna piena di fascino che gli permetterà attraverso una scommessa di fingersi un nobile e di varcare la soglia del suo castello per partecipare alla notte dell’ultimo dell’anno insieme al fior fiore della nobiltà di Praga. Herbert vivrà momenti carichi di speranza, di sentimenti e di sogni. Ma tutto questo sta ormai per finire. L’Europa sta voltando pagina e lo spettro della guerra si sta avvicinando. Ventiquattr’ore dopo la narrazione di Herbert, l’Impero Austro-Ungarico dichiara guerra alla Serbia. Ciò che avrà vissuto Herbert rimarrà un ricordo che nessuno potrà più rivivere e tutti quei colori e quelle luci di quei cristalli appartenuti alla nobiltà boema perderanno forse per sempre il loro splendore.
On the eve of the Great War, Herbert, a waiter of a Prague café, retraces the days spent inside a castle belonging to a noble family from the Kingdom of Bohemia. Through a meeting in the café where he works, he meets the lady of the castle, a woman full of charm who will allow him to pretend to be a noble through a bet and to cross the doorway of the castle to participate in the New Year’s Eve celebration together with the cream of the Prague nobility. Herbert will live moments full of hope, feelings, and dreams. But all this is now about to end. Europe is turning the page and the specter of war is approaching. Twenty-four hours after Herbert’s narration, the AustroHungarian Empire declares war on Serbia. What Herbert lived will remain a memory that no one will be able to relive and all those colors and lights of those crystals that belonged to the Bohemian nobility will perhaps lose their splendor forever.
Karel Čapek, La favola del cane, Traduzione di Laura Manzardo, Independently published, 2020 30 pp.
Karel Čapek, La favola del cane, Translated by Laura Manzardo, Independently published, 2020 30 p.
Mark Arthur Clemens, La regina del regno dei cristalli, Independently published, 2020 49 pp.
Mark Arthur Clemens, La regina del regno dei cristalli, Independently published, 2020 49 p.
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SPAZIO E TECNOLOGIA NEL CUORE DI PRAGA SPACE AND TECHNOLOGY IN THE HEART OF PRAGUE In visita al quartier generale dell’Agenzia Europea per la Navigazione Satellitare Globale di Mauro Ruggiero by Mauro Ruggiero
Visiting the headquarters of the European Global Navigation Satellite Systems Agency
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Nel quartiere praghese di Holešovice, in prossimità della Vltava, si trova l’edifico che ospita l’Agenzia europea del Global Navigation Satellite Sy‑ stem (Gnss), meglio conosciuta con l’acronimo Gsa. Gsa si occupa primariamente della gestione, fornitura dei servizi, sicu‑ rezza e sviluppo dei mercati dei due sistemi di navigazione satellitare europei che sono “Galileo” - sistema globale per la navigazione satellitare - e Egnos, ovvero il sistema di naviga‑ zione geostazionario che migliora la precisione del sistema americano Gps sul territorio europeo. Per comprendere subito e con poche parole l’importanza di Gsa, basti pen‑
sare a quanti di noi, senza neanche rendercene necessariamente conto, ogni giorno si servono del sistema di navigazione satellitare Galileo nei no‑ stri telefonini, quando visualizziamo una mappa online, quando comu‑ nichiamo la nostra posizione in una app per chiamare un taxi, per cercare un ristorante nelle vicinanze e in una serie di altre occasioni. Ad accoglierci all’ingresso di questa fortezza di scienza e tecnologia, per
rispondere alle nostre domande, tro‑ viamo Stefano Iannitti, ingegnere ed esperto di Network Security, esperto ai massimi livelli nel campo dell’IT e dei sistemi spaziali, una lunga carrie‑ ra alle spalle e oggi capo del Diparti‑ mento di Sicurezza di Gsa. Da Stefano apprendiamo subito che gli italiani che lavorano qui sono il 17% del personale e molti ricoprono posizioni di prestigio e responsabili‑ tà che vanno dalla comunicazione al
settore legale, dalla gestione dei pro‑ grammi alla sicurezza. L’Agenzia Europea del Gnss nasce nel 2004 a Bruxelles per poi trasferirsi in sede definitiva a Praga il 1º settem‑ bre 2012. “Dall’anno prossimo Gsa assumerà un nuovo nome: Agenzia Europea per il Programma Spaziale (Euspa), ed estenderà la sua gamma di attività anche al programma satellitare per l’osservazione della Terra “Coperni‑
In the Praguian district of Holešovice, near the Vltava, rises the building that houses the European Global Navigation Satellite Systems Agency (GNSS), better known by the acronym GSA. GSA primarily deals with the management, provision of services, safety and development of the markets of the two European satellite systems which are Galileo - a global satellite navigation system - and EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service), or otherwise the geostationary navigation system that improves the precision of the American GPS system on European territory. To quickly understand and briefly explain the importance of GSA, just consider how many of us are using daily the Galileo satellite navigation system, without even necessarily realizing it, on our mobiles, when we
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cus”, e al programma per le teleco‑ municazioni satellitari Govsatcom”, ci dice Iannitti mentre ci mostra la sede. I Quartieri Generali dell’Agenzia si trovano a Praga, ma sono supportati da altri centri con funzioni tecniche e di sicurezza in Spagna, Francia, Paesi Bassi e Belgio. Gsa lavora a stretto contatto con la Commissione Europea e collabora con L’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e il suo lavoro è supervisionato da un consiglio di amministrazione compo‑ sto da rappresentanti di tutti gli stati europei di cui l’attuale presidente ad interim è Alberto Tuozzi, ingegnere dell’Agenzia Spaziale Italiana. “La missione principale della Gsa – continua Iannitti – è garantire che i sistemi europei Galileo e Egnos siano una risorsa per tutti, e che proprio tutti, dai servizi pubblici ai cittadini, dalla grande industria alla piccola imprenditoria, usufruiscano e benefi‑ cino al meglio di questi sistemi”. Galileo è l’unico sistema di naviga‑ zione satellitare di natura civile e non militare, ed è quindi un’altra priorità della Gsa assicurare che l’evoluzione dei servizi del programma si basi sulle check an online map, communicate our location within an app to call for a taxi, or to look for a restaurant nearby, and so on. We were kindly welcomed at the entrance of this fortress of science and technology by Stefano Iannitti, ready to answer our questions. Engineer and expert in Network Security, expert in the highest levels in the fields of IT and space systems, he has a vast career behind him and is currently leading the GSA Security Department. We immediately learned from Stefano that Italians working here represent 17% of the staff and that many of them hold high rank positions and responsibilities ranging from communication to legal, from program management to security. The European GNSS Agency was founded in 2004 in Brussels, moving to
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necessità reali di una vasta gamma di utenti, in modo da massimizzarne il beneficio verso la società. A tale scopo l’Agenzia lavora a stretto contatto con la Commissione Euro‑ pea e si interfaccia con innumerevoli istituzioni internazionali ed europee
come l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferi‑ co (Unoosa), l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea, l’agenzia dell’Unione europea per le ferrovie, ma anche con i rappresentanti delle istituzioni dei paesi europei e dei vari settori
economici, dalla mobilità e trasporti, alla telefonia, ai servizi di emergenza, a nuovi settori come i droni, l’intelli‑ genza artificiale, i veicoli a guida au‑ tonoma, ecc. Ma perché è stata scelta proprio Praga per ospitare Gsa?
“Nel 2012, la Repubblica Ceca si è aggiudicata l’assegnazione del sito dell’Agenzia grazie all’eccellente qualità della proposta presentata. Praga è stata una piacevole scoperta, in termini di accessibilità, efficienza dei servizi e qualità della vita, ed è
diventata un asset per attrarre pro‑ fessionisti ed esperti”. In effetti la Repubblica Ceca è coinvol‑ ta soprattutto nello sviluppo di ser‑ vizi e applicazioni a valore aggiunto, il cosiddetto “downstream market”, piccole e medie aziende e centri di
Un gruppo di studenti in visita all’agenzia GSA di Praga / A group of students visiting the GSA agency in Prague
© GSA
its permanent headquarters in Prague on 1 September, 2012. “From next year GSA will take on a new name: the European Union Agency for the Space Programme (EUSPA), and will also extend its range of activities to the satellite program for Earth observation ‘Copernicus’, and the ‘GovSatcom’, the Governmental Satellite Telecommunications program”, said Iannitti while showing us the site.
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The Agency’s headquarters is located in Prague, but receives the support of other centers with technical and safety functions in Spain, France, the Netherlands and Belgium. GSA works closely with the European Commission and collaborates with the European Space Agency (ESA). Its work is supervised by a board of directors comprising representatives from all European states and its current interim
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president is Alberto Tuozzi, an engineer of the Italian Space Agency. “The primary mission of GSA - continues Iannitti - is to ensure that the European Galileo and EGNOS systems are a resource for everyone, and that precisely everyone, from public services to citizens, from large industries to small businesses, can use and benefit from these systems”. Galileo is the only civilian and nonmilitary satellite navigation system,
and therefore, another priority of the GSA is to ensure that the evolution of the program’s services is based on the real needs of a wide range of users, in order to maximize the benefit to the society. To this end, the Agency works closely with the European Commission and interacts with countless international and European institutions such as the United Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA), the European Union
Aviation Safety Agency (EASA), the European Union Agency for Railways (ERA), but also with representatives of the institutions of EU countries and various economic sectors, from mobility and transport, to telecom, emergency services, and new sectors such as drones, artificial intelligence, autonomous vehicles, etc. But why was Prague chosen as homebase for the GSA?
ricerca cechi sono coinvolti in proget‑ ti di ricerca e sviluppo all’interno del programma europeo Horizon2020 e altri progetti. “La Repubblica Ceca ha compreso sin dall’inizio l’importanza strategica di Gsa e della navigazione satellitare glo‑ bale in Europa. Ha inoltre saputo intui‑ re la potenzialità del settore nel creare innovazione, posti di lavoro e opportu‑ nità di crescita a lungo termine”. A Iannitti chiediamo anche quali sono i campi di applicazioni principali delle tecnologie sviluppate e gestite da Gsa. “Chiunque utilizzi uno smartphone è di fatto un utilizzatore di servizi di navigazione satellitare, e se con‑ sideriamo che nel 2019 circolavano 5.5 miliardi di telefonini, capiamo subito che l’impatto dei sistemi satel‑ litari sull’economia è sicuramente più grande di quanto si possa immagi‑ nare. Ma i sistemi di navigazione sa‑ tellitare vanno ben oltre, generando numerosi benefici, ad esempio ren‑ dendo più sicuro ed efficiente il tra‑ sporto aereo, marittimo e ferroviario,
ottimizzando le risorse in agricoltura e supportando il cosiddetto “smartfarming”, oppure riducendo i tempi dei servizi di pronto intervento”. Un recente studio inglese ha stimato una perdita economica di oltre un miliardo di euro al giorno qualora il servizio di navigazione satellitare fosse interrotto, con gravissime ri‑ percussioni nella gestione dei sistemi di trasporto e del servizio di pronto intervento. Iannitti, dall’alto della sua esperien‑ za e professionalità, ci assicura che siamo solo all’inizio di una rivoluzio‑ ne digitale che punterà sempre di più sullo spazio alla ricerca di nuove soluzioni per la fornitura di servizi, sicurezza e gestione di un portafoglio di applicazioni che oggi non riuscia‑ mo nemmeno ad immaginare. Una crescita dovuta alla sempre più am‑ pia necessità, in tutti i settori (droni, intelligenza artificiale, macchine a guida autonoma, ecc), di avere dati di posizionamento, navigazione e tem‑ po estremamente precisi.
“In 2012, the Czech Republic was granted the allocation of the Agency’s headquarters due to the excellent quality of the proposal presented. Prague was a pleasant discovery, in terms of accessibility, efficiency of services and quality of life, and it has become an asset to attract professionals and experts”. In fact, the Czech Republic is mainly involved in the development of valueadded services and applications, the so-called “downstream market”; small and medium sized businesses and Czech research centers are involved in research and development projects within the European Horizon2020 program and other projects. “The Czech Republic understood from the very beginning the strategic importance of GSA and global satellite navigation in Europe. Also, it was able to understand the potential of the sector in creating innovation, jobs and long-term growth opportunities”.
We also asked Iannitti what were the main application fields of the technologies developed and managed by GSA. “Anyone who uses a smartphone is in fact a user of satellite navigation services, and if we consider that 5.5 billion mobile phones were in use in 2019, we quickly understand that the impact of satellite systems on the economy is certainly greater than anyone could imagine. But the satellite navigation systems go much further than that, generating a great number of benefits, for example increasing safety and efficiency for air, maritime and rail transport, optimizing agricultural resources and supporting the so-called ‘smart-farming’, or by reducing the response time for emergency intervention services”. A recent British study estimated an economic loss of over one billion Euros per day if the satellite navigation service was interrupted, with very
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“Nel dicembre 2016 esisteva sul mer‑ cato un solo modello di smartphone capace di utilizzare Galileo, in meno di quattro anni i modelli sono oltre 450 e a settembre 2019 è stato fe‑ steggiato il primo miliardo di appa‑ recchi che supportano questo siste‑ ma”, spiega Iannitti. Ventiquattro case automobilistiche stanno già commercializzando oltre 40 modelli di auto con l’eCall che usa
Egnos e Galileo. Dei 33 prototipi di veicoli autonomi a livello industriale, il 75% usa Galileo. I veicoli a guida autonoma, infatti, sono forse il caso più eclatante delle possibilità delle tecnologie satellitari, una vera sfida di integrazione di tecnologie e dati al servizio del futuro. Fa piacere apprendere il ruolo im‑ portante che l’Italia ricopre in questo settore. Galileo coinvolge tutti i pae‑
© GSA
serious repercussions in the management of transport systems and emergency services. From the height of his experience and professionalism, Iannitti assures us that we are only at the beginning of a digital revolution that will focus more and more on space in search of new solutions for the provision of services, security and management of a portfolio of applications that nowadays we can’t even begin to imagine. A growth due to the ever-growing need to have extremely precise location, navigation and time data in all sectors (drones, artificial intelligence, autonomous cars, etc). “In December 2016, there was only one smartphone model on the market able to use Galileo, and in less than four years there are now over 450 models; in September 2019 we celebrated the
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first billion devices supporting this system”, explained Iannitti. Twenty-four car manufacturers are already selling over 40 car models with eCall using EGNOS and Galileo. Of the 33 prototypes of industrial autonomous vehicles, 75% use Galileo. In fact, self-driving vehicles are perhaps the most impressive of the possibilities of satellite technologies, a real challenge of integrating technologies and data in the service of the future. It’s satisfying to learn about the important role that Italy plays in this sector. Galileo involves all the EU countries and Italy has always been at the forefront in the field of space research. In addition to Galileo, the Italian industry also plays a prominent role in the activities of EGNOS, the European service that enhances GPS signals, thus allowing the use of satellite
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si dell’Unione e l’Italia da sempre è all’avanguardia nel settore della ricer‑ ca spaziale. Oltre che in Galileo, l’industria italia‑ na svolge un ruolo preminente anche nelle attività di Egnos, il servizio eu‑ ropeo che potenzia i segnali Gps, per‑ mettendo così l’uso della navigazione satellitare in applicazioni importanti, come la fase di atterraggio degli ae‑ rei, dove la sicurezza e l’affidabilità del servizio sono cruciali. In aggiunta alla grande industria, molte piccole e medie imprese italiane par‑ tecipano ai progetti nel settore down‑ stream, costituito da servizi a valore aggiunto, utilizzo dei dati e applicazioni in svariati settori economici. “Lo spazio – sottolinea Iannitti - rap‑ presenta un’opportunità di sviluppo economico importante nello sviluppo di tecnologie innovative e nella crea‑ zione di servizi correlati. Le aziende italiane hanno la conoscenza e la competenza tecnica per sfruttare le ri‑ sorse che lo spazio e i sistemi satellita‑ ri ci offrono, lo dimostrano i numerosi progetti di ricerca e sviluppo gestiti da Gsa nell’ambito del programma Hori‑ zon2020 che coinvolgono attualmen‑ te 47 società del nostro Paese”. navigation in important applications, such as the landing phase of aircrafts, where the safety and reliability of the service are crucial. Apart the large-scale industry, many Italian small and medium-sized enterprises take part in projects in the downstream sector, consisting of value-added services, data use and applications in various economic sectors. “Space - underlines Iannitti - is an important economic development opportunity in expanding innovative technologies and creating related services. Italian companies have the knowledge and technical expertise to exploit the resources that space and satellite systems are offering us, as proven by countless research projects managed by GSA within the Horizon2020 program that currently involve 47 companies from our country”.
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WE SPEAK YOUR LANGUAGE What’s keeping you awake at night? It’s a question we ask our clients every day. Che cos’è che non ti fa dormire la notte? È questa la domanda che ogni giorno facciamo ai nostri clienti.
We speak your language, partner with your company and use our global experience, local knowledge and sector insights to promote your company’s interests. We’re as interested in helping to drive the upside as protecting the downside. Our contingent capital and insurance solutions are as original, seamless and flexible as your business demands and we aspire to add value far beyond resolving your immediate risk management needs. Noi parliamo la tua lingua, conosciamo appieno le tue esigenze e impieghiamo la nostra esperienza globale e locale, nonché la nostra conoscenza del settore, per promuovere gli interessi della tua azienda. Diamo pari importanza sia al sostegno alla crescita, sia alla protezione contro i rischi. Il nostro capitale e soluzioni assicurative sono tanto originali, integrati e flessibili quanto la tua azienda richiede. Vogliamo aggiungere valore alla polizza e andare ben oltre le tue immediate necessità di risk management.
At Generali, your challenges are our business. Per Generali, le tue sfide sono il nostro business Generali CEE Business Development Ms. Kateřina Loria Filip T +420 281044879 Katerina.Loria.Filip@generali.com generalicee.com generaliglobalcorporate.com