Progetto Repubblica Ceca (Settembre, Ottobre / September, October) 2017

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Settembre – Ottobre / September – October 2017

Un oligarca alla guida di Praga. E ora Bruxelles? An oligarch leading Prague. What will Brussels say?

MittelCinemaFest, l’Italia di oggi attraverso i film MittelCinemaFest, Italy through its films

Febbre del litio in Repubblica Ceca Lithium fever in Czech Republic



Services

Industrial goods

Industrial gases

Healthcare

Engineering

SIAD Group Founded in Bergamo in 1927, the SIAD Group is one of the main operators in the industrial gases sector and it’s also present in the area of engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales ofďƒžces in twelve different Central and Eastern European Countries. In the Czech Republic it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established a production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units for the production of industrial gases in the entire nation. For further information: www.siad.cz

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www.siad.com


sommario

pag. 6 Editoriale Editorial

attualità current affairs

pag. 8

Un oligarca alla guida di Praga. E ora Bruxelles? An oligarch leading Prague. What will Brussels say?

pag. 19 Scadenze fiscali Tax deadlines

pag. 20

Repubblica Ceca e la scelta biologica Czech Republic and the organic trend economia economics

pag. 24

politica politics

Il regolamento Gdpr: è tempo di adeguarsi The Gdpr Regulation: time to comply

pag. 14

pag. 28

Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai

Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Giuseppe Picheca, Lawrence Formisano, Sabrina Salomoni, Mauro Ruggiero, Edoardo Malvenuti, Jan Kolb, Alessandro Canevari, Jakub Horňáček, Cecilia Chiavistelli, Massimiliano Pastore

Febbre del litio in Repubblica Ceca Lithium fever in Czech Republic

A Ustí, nel giorno della corsa che abbatte i muri In Ustí, on the day of the race that knocks down walls

Gruppo

@PROGETTORC

PROGETTO REPUBBLICA CECA

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Editore/Publishing House: EBS consulting s.r.o. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 Tel. +420 224941041 www.progetto.cz redakce@progetto.cz

Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Vojtěch Holan, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai


Settembre – Ottobre / September – October 2017

L’ombra di Stalin insegna The lesson from Stalin’s shadow cultura / culture

pag. 40

“Vi mostriamo l’Italia di oggi attraverso i film” “We will show you Italy through its films”

pag. 46

Architettura fra spie e supereroi Architecture: among spies and superheroes

pag. 54 Appuntamenti Events

Inserzioni pubblicitarie Advertisements Progetto RC s.r.o. redakce@progetto.cz

pag. 56

Il mese de La Pagina

pag. 58

I capolavori italiani della Galleria Nazionale di Praga The Italian masterpieces of the National Gallery of Prague

pag. 66

Anniversari cechi Czech anniversaries

summary

pag. 34

pag. 68 Novità editoriali New Publications

pag. 70

Le musica del Natale in Repubblica Ceca Christmas music in Czech Republic

Progetto grafico Graphic design Angelo Colella Associati DTP / DTP Osaro

Stampa / Print Vandruck s.r.o. Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2017 EBS consulting s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8487

Chiuso in tipografia Printing End-Line 25.10.2017 Foto di copertina / Cover Photograph Cinema italiano / Italian cinema

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editoriale

Cari lettori,

Czexit ipotesi irreale o Czexit più vici‑ na, alla luce dei risultati delle recenti elezioni di rinnovo della Camera dei Deputati in Repubblica Ceca? E, in ogni caso, come interpretare, in chiave eu‑ ropea, la vittoria del movimento popu‑ lista Ano (sigla di Akce nespokojených občanů, Azione dei cittadini scontenti) e gli exploit delle forze politiche anti Ue e anti euro? E’ questo il tema al quale dedichiamo il nostro articolo di apertura, L’attenzione è focalizzata ov‑ viamente sulla figura di Andrej Babiš, leader di Ano e futuro primo ministro ceco, in particolare su alcuni aspetti controversi che lo caratterizzano. Voltando pagina, in Repubblica Ceca negli ultimi mesi non si fa che parlare di litio. Il motivo è semplice: nel sotto‑ suolo di questo Paese, nella zona dei Monti Metalliferi, si troverebbe dal tre al sei percento delle riserve mondiali di questo metallo, oggi ricercatissimo perché, con l’avvento delle auto elet‑ triche, è considerato componente di base delle batterie del futuro. A prima vista, tutto farebbe pensare alla pro‑ spettiva di un nuovo Eldorado in Re‑ pubblica Ceca, ma – come indichiamo

Dear readers,

Is a Czexit an unrealistic hypothesis or actually close, in light of the results of the recent parliamentary elections of the Chamber of Deputies in the Czech Republic? And, in any case, how should we interpret, in a European context, the victory of the populist movement ANO (Akce nespokojených občanů, Action of dissatisfied citizens) and the exploits of anti-EU and antiEuro political forces? This is the topic to which we dedicate our opening article. Attention is obviously focused on the figure of Andrej Babiš, leader of ANO and future Czech Prime Minister, especially on some of the controversial aspects that characterize him. Turning over the page, in the Czech Republic, over the last few months, there is

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©GIUSEPPE PICHECA

nel nostro articolo – non mancano gli aspetti per i quali tutto potrebbe rive‑ larsi un semplice miraggio. Rimanendo in ambito economico, l’attuale periodo autunnale, nel quale gli agricoltori programmano la pros‑ sima stagione, ci ha suggerito il tema della sempre maggiore sensibilità per le coltivazioni biologiche che si regi‑ stra in questo Paese. Secondo le sta‑ tistiche, la Repubblica Ceca è infatti oggi uno degli stati europei dove tale tendenza appare più marcata. Anche in questo numero siamo voluti andare alla scoperta di una località ceca poco frequentata dai turisti. Vi

proponiamo così un reportage da Ustí nad Labem, città della Boemia del nord che abbiamo visitato nel giorno della annuale e festosa invasione di corridori per la mezza maratona. Un’ultima parola dedicata alla coper‑ tina, che dedichiamo al prossimo Mit‑ telCinemaFest, rassegna di cinemato‑ grafia italiana che giunge alla quinta edizione e di cui la nostra Rivista è partner. All’interno l’intervista che ci ha rilasciato Giovanni Sciola, direttore a Praga dell’Istituto Italiano di Cultu‑ ra e regista di questa manifestazione in Repubblica Ceca. Buona lettura

a lot of talk about lithium. The reason is simple: in the subsoil of this country, in the area of the Ore Mountains, there will be from three to six percent of the world’s reserves of this metal, which today it is highly sought after, because with the advent of electric cars it is considered a basic component of the batteries of the future. At first glance, everything would lead us to imagining the prospect of a new Eldorado in the Czech Republic, yet, as we point out in our article, there are many aspects for which everything could turn out to be a mirage. Remaining on the topic of economy, the current autumnal period, in which farmers plan next season, provided us with the suggestion of the theme of increasing sensitivity towards organic farming in this country. According to

statistics, the Czech Republic is today one of the European states where this trend appears to be more pronounced. Also in this issue we wanted to go to discover a Czech town not so popular with tourists. We therefore propose a reportage from Ustí nad Labem, a North Bohemian city that we visited on the day of the annual and festive invasion of runners for the half marathon. A final word devoted to the cover, which we dedicate to the upcoming MittelCinemaFest, an Italian Film Festival now reaching its fifth edition, and of which our magazine is a partner. Inside, you will find an interview with Giovanni Sciola, Director of Prague’s Italian Institute of Culture and coordinator of the event in the Czech Republic. Enjoy the read

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UN OLIGARCA ALLA GUIDA DI PRAGA. E ORA BRUXELLES?

Babiš tra populismo e grandi attese, conflitto di interessi e grane giudiziarie. I timori e le aspettative di Ue e Visegrad di Daniela Mogavero by Daniela Mogavero

Babiš amid populism and high expectations, conflicts of interest and judicial trouble. The fears and expectations of the EU and Visegrad

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attualità current affairs

AN OLIGARCH LEADING PRAGUE. WHAT WILL BRUSSELS SAY? Un novello Silvio Berlusconi o Donald Trump in salsa ceca, con una quantità paragonabile di patrimonio, di in‑ fluenza e controllo sui media, di po‑ pulismo in chiave elettorale e di grane giudiziarie, che comprendono anche la frode e l’appropriazione di fondi europei. A questo curriculum che po‑ trebbe non scandalizzare alcuni, ma che fa paura a molti, si affiancano i temi con cui Andrej Babiš, leader del movimento Ano, ha vinto le elezioni: dalle posizioni anti-migranti a quelle no euro e euroscettiche in generale. La vittoria di Babiš non può che dare preoccupazioni in Europa, dove il

crollo dei Socialdemocratici del Čssd (partito di governo uscente), uno dei pochi ad aver puntato sulla vicinanza all’Ue, ha sancito la distanza tra Praga e Bruxelles a livello elettorale e di per‑ cezione popolare. Lo stesso Babiš ha preferito definirsi “eurocritico” rispondendo a chi gli chiedeva di “tranquillizzare” i partner europei, senza mancare di precisare: “Io non sono né il Berlusconi ceco né il Trump ceco, Il mio modello è piut‑ tosto Michael Bloomberg”. Una posi‑ zione che l’abile uomo d’affari potrà sfruttare da una parte per venire incontro ai sentimenti euroscettici di

Il risultato delle ultime elezioni di rinnovo della Camera dei Deputati in Repubblica Ceca (fonte: Čsu, Ufficio statistico ceco) / The results of last elections for the renewal of the Chamber of Deputies in Czech Republic (source: ČSU, Czech Statistical Office)

A new Silvio Berlusconi or Donald Trump in Czech sauce, with a comparable amount of assets, influence and control over the media, populism in elections, and legal troubles, including fraud and the misappropriation of European funds. This curriculum, which may not scandalize some, but will frighten others, is supported by the issues with which Andrej Babiš, leader of the ANO movement, won the elections: from anti-migrant positions to those opposing Euros, and generally Euro-

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sceptic in nature. Babiš’s victory can only cause concern in Europe, where the collapse of the Social Democrats of the ČSSD (the outgoing government party), one of the few which has focused on proximity to the EU, has sanctioned the distance between Prague and Brussels at the electoral level as well as in terms of popular perception. Babiš himself preferred to be “eurocritical” by responding to those who asked him to “appease” European partners, without failing to point out: “I am nei-

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“Non sono né un Berlusconi, né un Trump. Consideratemi piuttosto il Michael Bloomberg della politica ceca” “I’m neither a Berlusconi nor a Trump. Consider me rather the Michael Bloomberg of Czech politics”

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buona parte della popolazione e della politica nazionale (anche della destra xenofoba), mantenendo così il con‑ senso interno, dall’altra senza passare alle vie di fatto contro l’Ue. Il possibile risvolto della medaglia, però, potrebbe essere il rischio, per Praga, di seguire la medesima strada della Gran Bretagna, dove un referen‑ dum “Ue sì – Ue no” convocato per rafforzare la leadership di Cameron, ha portato poi all’esito inaspettato della Brexit. Ma Babiš sa bene che una Czexit comporterebbe più danni che vantaggi al proprio Paese. L’imprenditore di successo prestato alla politica si è detto convinto chela Brexit “sia un fatto negativo per l’Europa”, ma ha aggiunto che Bruxelles dovreb‑ be pensare “al perché sia avvenuta”, a come “riformarsi e pensare a combat‑ tere immigrazione irregolare, che arriva dall’Africa, e il terrorismo, difendendo la pace e la sicurezza in Europa”.

Il messaggio è chiaro: l’Ue così com’è non va bene al nuovo uomo forte di Praga e non vanno bene le politiche di migrazione, quindi attenzione a sottovalutare chi non la pensa come il mainstream bruxellese. Il Movimento dei cittadini scontenti (questo l’acronimo di Ano, che in ceco vuol dire Sì) ha ottenuto il 29,65 del‑ le preferenze, lasciando distaccato, e anche di molto, il partito Civico De‑ mocratico (Ods) all’11,3% – “alleato naturale di Ano” secondo Babiš – che ha portato in campagna elettorale temi fortemente euroscettici. Sullo stesso versante anti Bruxelles, pur con argomenti diversi, gli altri tre partiti in graduatoria dopo il voto di ottobre: i Pirati, il partito della Libertà e della Democrazia diretta (Spd) guidati dal leader xenofobo Tomio Okamura e i Comunisti del Ksčm. Quelli che sono diventati “i nanerottoli della politica ceca” – i grandi sconfitti del voto,

ther the Czech Berlusconi nor the Czech Trump, my model is rather Michael Bloomberg.” A position that the skilled businessman, on one hand, will be able to exploit to meet the Eurosceptic feelings of much of the population and national politics (including the xenophobic right), thus maintaining internal consensus, but on the other, without resorting to going to war against the EU. However, the other side of the coin, could well be the risk for Prague in following the same path as Britain, where a referendum asked for “EU yes/ EU no,” which was called for in order to strengthen Cameron’s leadership, but then led to the unexpected outcome of Brexit. However, Babiš knows that a Czexit would do more harm than good to his country. The successful businessman committed to politics was convinced that the Brexit “is a negative for Europe,” but added that Brussels should reflect on “why it happened,” and how to “reform itself and think about fighting irregular immigration, coming from Africa,

and terrorism, while defending peace and security in Europe.” The message is clear: the EU as it is now, is not good for the Prague’s new strong man, and nor are the migration policies, so be cautious in underestimating those who do not think the same way as the mainstream in Brussels. The Dissatisfied Citizen Movement (this is ANO’s acronym, which in the Czech language means Yes) got 29.65% of the preferences, leaving the Democratic Citizens’ Party (ODS) at 11.3% – “the natural ally of the ANO,” according to Babiš, which led to strongly euro-centric themes in the electoral campaign. With similar anti-Brussels viewpoints, albeit with different arguments, are the other three parties in the list after the October vote: the Pirates, the Party of Freedom and Democracy Direct (SPD) led by the xenophobic leader Tomio Okamura, Materiale promozionale di Ano in occasione dell’ultima campagna elettorale / ANO’s promotional items for last electoral campaign

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cioè i Socialdemocratici della Čssd, i Cristiani popolari del Kdu-Čsl e i li‑ berali del Top 09 – hanno pagato, a caro prezzo, il tentativo di contrastare l’ondata populista con l’apertura alla moneta unica europea e la mano tesa all’Ue. Posizioni che la stragrande maggioranza dei cechi non giudicano favorevoli al loro Paese. E che il legame tra Praga e Bruxelles sia debole lo dimostra anche il fatto che uno degli ex alleati di Babiš, “ga‑


attualità current affairs

rante” del suo europeismo, il vicepre‑ sidente del Parlamento europeo Pavel Telička, si sia eclissato, preferendo non sostenere la campagna elettorale dei “Cittadini scontenti”. Resta poi la preoccupazione che con l’ascesa del patron di Agrofert si possa creare una saldatura forte tra il Gruppo di Visegrad, o una parte di esso (Slo‑ vacchia e Repubblica Ceca) e l’Austria del neo-eletto Sebastian Kurz. Li ten‑ gono insieme molti temi, ma soprat‑

tutto il no deciso e reiterato ai migran‑ ti, al sistema di quote di accoglienza di rifugiati, alla suddivisione del “peso” degli sbarchi su tutta l’Europa secondo il principio di solidarietà. Babiš, in que‑ sto senso, non fa altro che rafforzare lo spettro di un fronte centro-est europeo contro la politica migratoria sostenuta dalla cancelliera Angela Merkel. Un punto che resta da chiarire e su cui Babiš da ministro delle Finanze era stato molto chiaro è quello che

riguarda la moneta unica. La Re‑ pubblica Ceca, infatti, non fa ancora parte dell’Eurozona nonostante i suoi parametri di base rientrino nei criteri di Maastricht. La decisione mai presa e sempre rinviata sull’adozione dell’euro è stata oggetto di dibattito nei diversi governi cechi che si sono succeduti da oltre dieci anni a questa parte. Anche la decisione di svaluta‑ re la corona, sino alla primavera di quest’anno, per migliorare la com‑ petitività delle esportazioni e delle produzioni ceche ha dato ragione a Praga. Ora però Babiš dovrà decidere se tener fede alla posizione populista e anti-euro che ha portato avanti in campagna elettorale o se, affidan‑ dosi al suo istinto da magnate con un patrimonio da quattro miliardi di dollari, decidere di fare il grande pas‑ so e avvicinarsi un po’ più a Bruxelles e soprattutto alla moneta del grande mercato unico.

Si tratterebbe di un cambio di passo molto forte rispetto ai toni e agli ar‑ gomenti utilizzati durante la campa‑ gna elettorale, quando Babiš a più riprese ha definito l’euro “un progetto fallito”, dicendo di non voler “rischiare di dover pagare i debiti di Italia e Gre‑ cia entrando in eurozona”. Intanto a ottobre l’attivo di bilancio della Repubblica Ceca è stato di 26,5 miliardi di corone rispetto ai 17,4 miliardi del mese precedente, ma in netto calo rispetto al surplus dell’ot‑ tobre 2016 che era stato di ben 98,3 miliardi: la flessione è dovuta al mi‑ nor ingresso di risorse provenienti dall’Europa come ha reso noto il mi‑ nistero delle Finanze. In relazione ai rapporti Praga-Ue, è necessario ricordare che sul miliarda‑ rio ceco pesa anche una tegola non da poco, vale a dire l’accusa di frode su fondi europei per la vicenda Čapí hnízdo (Nido della cicogna). La Ca‑

and the Communists of KSČM. Those who have become “the dwarfs of Czech politics”, the great losers of the votes, are the Social Democrats of the ČSSD, the popular Christians of KDU-ČSL, and the Liberals of the Top 09. They have paid, at a fair price, the attempt to contrast the populist wave with the opening towards the single European currency and the outstretched hand of the EU. They are indeed positions that the overwhelming majority of Czechs do not consider to be favorable to their country. The fact that the link between Prague and Brussels is weak is also demonstrated by the fact that one of Babiš’s former allies, the “guarantor” of its Europeanism, the Vice-President of the European Parliament Pavel Telička, has stepped down, preferring not to support the election campaign of the “ Dissatisfied Citizens “. The concern remains that with the rise of Agrofert’s patron, a strong bond can be established between the Visegrad Group, or part of it (Slovakia and the Czech Republic), and Austria’s newly elected Sebastian Kurz. Many top-

ics link them together, but above all, the decisive and repeated message to migrants, the system of refugee reception quotas, the division of the “weight” of landings across Europe according to the principle of solidarity. Babiš, in this sense, does nothing more than strengthen the spectre of a Central-Eastern European front against Chancellor Angela Merkel’s policy of migration. A point that remains to be clarified, and on which Finance Minister Babiš had been very clear was that of the single currency. The Czech Republic, in fact, is not yet part of the Eurozone despite the fact that its basic parameters fall within the Maastricht criteria. The never taken and constantly postponed decision to adopt the euro, has been the subject of debate in the various Czech governments that have followed for more than ten years. Even the decision to devalue the crown until the spring of this year to improve the competitiveness of Czech exports and productions have proven Prague to

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attualità current affairs

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mera ha già dato l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, ma con le nuove elezioni e con la riconquista‑ ta immunità parlamentare da parte di Babiš, l’iter dovrà ora riprendere da capo. Su di lui sta indagando anche l’Autorità europea per la lotta alle frodi (Olaf) che vuole vederci chiaro su

quanto accaduto in occasione del fi‑ nanziamento coi fondi Ue della esclu‑ siva fattoria Nido della Cicogna. Infine c’è sempre in ballo la questio‑ ne del conflitto di interessi, nono‑ stante la cosiddetta Lex Babiš, che lo ha costretto a “liberarsi” almeno formalmente delle sue proprietà

trasferendole a una fiduciaria. Già lo scorso marzo la Commissione eu‑ ropea, che guardava da tempo con sospetto all’ex ministro delle Finanze ceco, aveva sanzionato Praga a pa‑ gare 22 milioni di corone dopo aver accertato irregolarità per conflitto di interessi nella concessione di 1,5 mi‑ liardi di corone di finanziamenti eu‑ ropei fra il 2014 e il 2015 a favore del gruppo Agrofert. Era emerso infatti che Jaroslav Faltýnek – braccio de‑ stro di Babiš, vicepresidente di Ano e contemporaneamente, al tempo dei finanziamenti Ue, consigliere di amministrazione di Agrofert – era in quel periodo anche membro del col‑ legio di sorveglianza dello Szif, fondo statale di intervento agricolo, vale a dire l’organo incaricato della vigilanza sulla ripartizione delle risorse Ue. Dove si sposterà, in un contesto simile, l’asse della politica ceca, ora che è in mano al miliardario Babiš, il populista, pragmatico ed eurocritico che intende gestire il governo come un’azienda? La risposta potrà influenzare il futuro di Praga e forse anche dell’Europa.

be correct. But now Babiš will have to decide whether to keep faith in the populist and anti-euro position he led in the electoral campaign, or if, relying on his tycoon instinct with a $4 billion fortune, he decides to take the big step and approach Brussels a little bit more closely, and above all in the currency of the big single market. This would be a very strong change of pace compared to the tones and arguments used during the election campaign, when Babiš repeatedly called the euro a “failed project”, saying he did not want to “risk having to pay the debts of Italy and Greece entering the eurozone.” Meanwhile, in October, the Czech Republic’s budget was 26.5 billion Crowns compared to 17.4 billion in the previous month, but sharply lower than the surplus in October 2016, which was $98.3 billion: the decrease is due to the lower entry of resources

from Europe, as the Ministry of Finance has pointed out. In relation to the Prague-EU relations, it should be remembered that another weight on the Czech billionaire’s shoulders, is the alleged fraud involving European funds in the Čapí hnízdo (Stork’s Nest) affair. The House has already given authorization to proceed with it, but with the new elections and with the reconstituted parliamentary immunity of Babiš, the proceedings will now have to pick up from scratch. He is also being investigated by the European Anti-Fraud Office (OLAF), who wants to see transparency surrounding what happened with EU funding of his exclusive Stork’s Nest Farm. Last but not least, the issue of conflict of interest is still under discussion, despite the fact the so-called Lex Babiš, which forced him to “get rid of” his property at least formally by transferring it to a fiduciary. Last March, the European

Commission, which had long been suspicious of the former Czech Finance Minister, subjected Prague to pay a 22 million Crown sanction, after finding irregularities due to a conflict of interest in the concession of 1.5 billion crowns of European funding between 2014 and 2015 in favour of the Agrofert Group. It turned out that Jaroslav Faltýnek, Babiš’s right arm, Ano’s vice president and at the same time at the time of EU funding, Agrofert’s board member, was also a member of the Supervisory Board of the SZIF, the State Agricultural Intervention Fund at that time namely the body responsible for overseeing the allocation of EU resources. Where, in such a context, will the axis of Czech politics move to, now that it is in the hands of billionaire Babiš, the pragmatic populist, and Eurocritic, who intends to run the government like a company? The answer may influence the future of Prague, and perhaps even Europe.

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FEBBRE DEL LITIO IN REPUBBLICA CECA LITHIUM FEVER IN CZECH REPUBLIC

È stato uno dei temi più incandescenti del fine campagna elettorale. La que‑ stione dell’estrazione di litio vicino Da qualche mese non alla località di Cínovec ha guadagna‑ il centro della scena politica dopo si fa che parlare dei tola firma in ottobre del memorandum ricchi giacimenti dei d’intesa tra il Ministero dell’Industria del Commercio ceco e la European Monti Metalliferi. Ma eMetals Holdings (Emh), azionista il sogno di un nuovo unico della Geomet, società che de‑ le licenze per l’esplorazione del Eldorado boemo tiene metallo sul confine ceco-tedesco. Da potrebbe rivelarsi un parte delle opposizioni sono volate di svendere il tesoro nazionale semplice miraggio accuse ceco, mentre secondo il ministro Jíři Havlíček lo Stato non ha altra scelta di Jakub Horňáček che quella di cooperare con i privati by Jakub Horňáček

The rich deposits of the Ore Mountain have been much discussed for a few months now. However, the dream of a new bohemian Eldorado could turn out to be nothing more but a mirage

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It was one of the most thrilling themes of this electoral campaign’s ending. The issue of lithium extraction close to the town of Cínovec has occupied the center of the political scene after the signing of the memorandum of understanding between the Czech Ministry of Trade and Industry and the European Metals Holdings (EMH), in October this year. The EMH is the sole shareholder of Geomet, a company that holds metal exploration licences on the Czech-German border. The opposition has been throwing around accusations of the Czech national assets being sold, while according to the minister Jíři Havlíček the State has no other choice but to cooperate with private parties for playing a role in the extraction and subsequent treatment of metal. Czech Lithium and Australia: what is the connection? Merely a weak echo of the electoral disputes reaches Cínovec. The town

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economia economics

per avere un ruolo nell’estrazione e nell’uso successivo del metallo. Come il litio ceco è collegato con l’Australia Delle liti elettorali a Cínovec arriva solo una debole eco. La cittadina è a ridosso del confine tedesco e sull’al‑ tro lato della frontiera si trova la più grande Zinnwald. L’intera zona ha una forte tradizione mineraria, che tutta‑ via è in difficoltà dagli anni Novanta, quando furono chiuse le miniere di

stagno. Negli ultimi mesi nella zona sono state fatte numerose perfora‑ zioni di sondaggio e, in generale, sembra che le attività di esplorazione del sottosuolo siano in aumento. Gli abitanti della zona sono per lo più a favore dell’estrazione ma senza grossi entusiasmi. “Non accetteremo mai un’attività di estrazione, che avrebbe un impatto inaccettabile sulla vita del nostro territorio” afferma il sindaco di Dubí Petr Pípal, sotto cui ricade anche

la località di Cínovec, rammentando che nessun cittadino ha presentato obbiezioni negli iter finora svolti. Sebbene non se ne sia parlato per decenni, la presenza di giacimenti di litio in Repubblica Ceca è nota più o meno dagli anni Ottanta, quando furono fatte le prime esplorazioni in zona. I risultati furono poi confermati dalle ricerche successive effettuate dal Servizio Geologico Ceco, secondo cui si potrebbe trovare nel sottosuolo della Repubblica Ceca circa dal tre al sei percento delle riserve mondiali del prezioso metallo. Nel 2010 la società privata Geomet, allora in mano a un gruppo di geologi cechi, ha ottenuto le prime licenze per le attività di ri‑ cerca. Grazie a queste ha poi ottenuto un diritto di precedenza nella asse‑ gnazione dei permessi per le attività estrattive. Per lunghi anni la società non ha portato avanti una vera attività di ricerca. I titolari dell’azienda cerca‑ vano, infatti, investitori esterni per poter finanziare i lavori. Il progetto del litio, a loro dire, era stato offer‑ to anche a gruppi nazionali senza

riscontri positivi. “I rischi economi‑ ci sono enormi”, ha ammesso Ri‑ chard Pavlík, amministratore della Geomet. Alla fine le attività sono state rilevate dall’European Metal Holdings, una piccola società con alcune attività nella Repubblica del Congo ma con accesso ai mercati azionari in Australia e Gran Bre‑ tagna. Oggi il progetto di Cínovec rappresenta praticamente l’unica attività della società che si regge sui finanziamenti raccolti in borsa. Dell’Emh si parla correntemente come di una “società australiana” ma i suoi azionisti provengono da tutto il mondo e sono spesso domi‑ ciliati nei paradisi fiscali. Gara contro il tempo “L’unico obbiettivo del memorandum è rafforzare la posizione negoziale della Repubblica Ceca nei confronti del detentore delle licenze di sondag‑ gio,” sottolinea il ministro Havlíček, nei riguardi di una firma che ha fat‑ to scalpore prima delle elezioni. In effetti, nel testo il ministero e l’Emh si impegnano a sviluppare la filiera del litio in Repubblica Ceca. Ma se

is close to the German frontier and on the other side of the border is the larger Zinnwald. The entire area has a strong mining tradition, that is, however in trouble since the 90s when the tin mines were closed. A great number of drilling operations have been made in the recent months in the area and it generally seems that the subsoil investigation activities are increasing. Its inhabitants are mostly in favor of the mining but their enthusiasm is limited. “We will never accept a mining activity that would have an unacceptable impact on the life of our area”, says the mayor of Dubí, Petr Pípal, under whose authority falls as well the city of Cínovec. He also recalls that no citizen has oppose in the previous administrative procedures. Although it has not been mentioned for decades, the presence of lithium deposits in the Czech Republic is more

or less known since the 1980s, when the first subsoil investigations took place in the area. Thereafter, the results were confirmed by successive studies carried out by the Czech Geological Service, according to which Czech Republic’s subsoil could host about three to six percent of the world’s precious metal reserves. In 2010, the private company Geomet, managed back then by a group of Czech geologists, got the first exploration licenses. Due to these exploration activities, the company obtained priority in the assignment of mining permits. For many years, the company has not performed a true subsoil investigation activity. The company owners were in fact looking for external investors to finance the works. Briefly, the lithium project was also offered to national groups without any positive feedback. “The economic risks are huge”, recalled Rich-

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da una parte il Ministero ribadisce di aver pochi strumenti a disposizione per orientare le decisioni dell’Emh, dall’altra la società estrattrice diffi‑ cilmente può influenzare lo sviluppo di una filiera del litio sul suolo ceco. L’unica questione aperta rimane quella della trasformazione dei me‑ talli estratti dalle miniere attorno a Cínovec in carbonato di litio, che è la sostanza utilizzata per produrre le batterie. L’Emh dovrà infatti sviluppa‑ re un procedimento a sé in quanto in Repubblica Ceca e sul versante tede‑ sco il carbonato di litio verrà estratto dalla zinnwaldite, un minerale tipico della zona. “La società non ha vincolato il pro‑ seguimento dei lavori di ricerca dalla sottoscrizione del memorandum. Il testo del memorandum è stato giu‑ dicato dal ministero come non vinco‑ lante, quindi non può avere un effetto negativo su eventuali procedimenti La firma del memorandum fra Keith Coughlan (a sinistra), direttore generale della European Metals Holdings Ltd., e Jiří Havlíček, ministro e dell’Industria e del Commercio della Repubblica Ceca / The signature of the memorandum between Keith Coughlan (left), general manager of European Metals Holdings Ltd., and Jiří Havlíček, Minister of Industry and Trade of the Czech Republic

ard Pavlik, executive director at Geomet. Eventually, the works were taken over by the European Metal Holdings (EMH), a small company with some activities in the Republic of Congo but with access to the stock market in Australia and Great Britain. Nowadays, the Cinovec project represents practically the only activity of the company that raises money with equity financing. The EMH is currently being referred to as an “Austral-

ian company” but its stakeholders are worldwide and are frequently seated in financial paradises. Race against time “The only purpose of the memorandum is to strengthen the Czech Republic’s negotiation position as the main mining license holder“, mr. Havlíček explains an authorization that made the headlines before the elections. Indeed, in the text of the

Il confine tra Cínovec e la Germania / The border between Cínovec and Germany

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memorandum the Ministry and the EMH commit to develop the lithium chain of production in Czech Republic. If on one hand the Ministry reiterates that it disposes of only few tools to guide the EMH’s decisions, on the other hand the EMH can barely influence the development of a lithium chain of production on the Czech territory. The only open question is that of the metals transformation extracted from the mines around Cínovec and their processing into lithium carbonate, which is the substance used to produce the batteries. The EMH will have to develop a process in itself, as in the Czech Republic and on the German side, the lithium carbonate will be extracted from zinnwaldite, a mineral typical for this area. “The company has not limited the continuation of exploration efforts since the signing of the memorandum. The text of the memorandum was judged by the ministry as being non-binding, therefore it cannot have a negative impact on any investor-state dispute, if Geomet does not get all the authoriza-


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arbitrali, nel caso in cui la Geomet non ottenga tutti i permessi per effettuare l’estrazione del metallo” dice il porta‑ voce del ministero František Korbel. Proprio lo spettro degli arbitrati inter‑ nazionali è stato uno degli argomenti più usati dai detrattori del memoran‑ dum. La Repubblica Ceca e l’Australia hanno infatti un accordo reciproco per la tutela degli investimenti, sulla cui

base potrebbe essere intentato un ar‑ bitrato internazionale, a cui potrebbe eventualmente ricorrere l’Emh. Tuttavia, se l’Ehm non ottenesse i permessi necessari o le condizioni legislative cambiassero in maniera si‑ gnificativa, ad esempio restringendo la normativa ambientale o rialzando fortemente i canoni di estrazione, è quasi scontato che un’azienda finan‑

ziaria come l’Ehm intenti un arbitrato contro lo stato ceco per tutelare i pro‑ pri investitori. Con o senza il memo‑ randum. È pertanto probabile che con il do‑ cumento il ministero abbia voluto mandare un chiaro messaggio alle istituzioni che dovranno gestire l’iter per il rilascio dei permessi per l’estra‑ zione del litio. A questo iter parteci‑

pano anche gli enti locali, associa‑ zioni ambientali o semplici cittadini e l’Emh dovrà descrivere nei particolari le attività estrattive proposte. Secon‑ do il ministro Havlíček la Repubblica Ceca deve procedere in fretta. La gara non è tanto nei confronti della Serbia, dove il gigante Rio Tinto sta lavorando su un altro giacimento importante di litio, quanto della vicina Germania.

against the Czech state to protect its own investments. With or without the memorandum. Therefore, it is likely that with this document the Ministry has intended to send a clear message to the institutions that will have to handle the matter of issuing the authorizations for lithium extraction. Local authorities, environ-

mental associations or regular citizens will also participate in the procedures, and EMH will need to describe in detail the proposed mining activities. According to Minister Havlíček, Czech Republic must act without delay. The race is not so much against Serbia, where the giant Rio Tinto is working on another major lithium deposit, but with the

Panorama dei Monti Metalliferi / Panorama of the Ore Mountains

tions to extract metals” says František Korbel’s spokesperson. One of the most widely used arguments of the opponents of this memorandum was precisely the specter of international arbitrations. There is between Czech Republic and Australia a Bilateral Investment Treaty, that provide for possible international arbitration

between EMH and Czech Goverment. However, if the EMH would not obtain the necessary permits or the legislative conditions would change significantly, for example constraining the environmental legislation or highly increasing the mining royalties, it is highly expected that a financial company like EMH would initate a dispute

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La chiesa dell'Assunzione della Vergine Maria a Cínovec / The church of the Assumption of the Virgin Mary in Cínovec

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neighboring Germany. On the German side, SolarWorld has been active since 2015, and formed a joint venture, Deutsche Lithium, with the Canadian Bacanora Minerals already engaged in the Mexican lithium deposit in Sonora. According to some industry contacts, the works in Zinnwald are in a more advanced state than in Bohemia. Twenty years of lithium Despite all the press articles, relatively few details are known about the possible mining activities. “At the end of the year we will do a final feasibility study and it is not a guarantee that it will be in favor of the mining”, warns Pavlík. One of the main issues is that nowadays, in Europe, there are no other active lithium mines. Having its main deposits located in Latin Amer-

Sul versante tedesco è attiva dal 2015 la società SolarWorld, che ha formato nel 2017 una joint venture, la Deutsche Lithium, con la canadese Bacanora Minerals già impegnata nel giacimento messicano di litio a So‑ nora. Secondo gli insider del settore, i lavori a Zinnwald sono in uno stato più avanzato che in Boemia. Vent’anni di litio Nonostante i tanti articoli di stampa, sono relativamente pochi i dettagli conosciuti sulla possibile attività estrattiva. “A fine anno faremo lo studio di fattibilità conclusivo e non è detto che sia favorevole all’e‑ strazione” avverte Pavlík. Uno dei principali problemi consiste nel fatto che oggi, in Europa, non sono attive altre miniere di litio. Nei principali giacimenti situati in America Latina, il carbonato di litio viene ricavato dall’essicazione delle acque dei la‑ ghi salati e non dalla roccia. Inol‑ tre la concentrazione di litio nella zinnwaldite è molto bassa, quindi il procedimento per ottenere il carbo‑ nato di litio sarà, prevedibilmente, abbastanza costoso. Neppure l’an‑ damento dei prezzi è così chiaro: il materiale non è quotato su mercati pubblici ma venduto direttamente

dai pochi produttori attuali. Sono presenti incognite anche sul fronte dell’impatto ambientale, che do‑ vranno essere affrontate nell’iter di autorizzazione. Infine, c’è la questio‑ ne della possibile durata dell’attività estrattiva. La Geomet nei suoi mate‑ riali parla di una ventina d’anni e di una riserva, che potrebbero valere circa cento miliardi di corone (quat‑ tro miliardi di euro). Resta da vedere se sarà un periodo sufficientemente lungo per attirare i produttori di batterie, dato che il costo di una Gi‑ gafactory della Tesla supera ampia‑ mente i quattro miliardi di euro. A conoscenze attuali, il litio non do‑ vrebbe fare della Repubblica Ceca una nuova potenza economica ba‑ sata sulle materie prime, come fu per la Norvegia con la scoperta del petrolio nel Mar del Nord. Anche se le batterie al litio vincessero la com‑ petizione nella gara delle propulsioni automotive post benzina e diesel, la Repubblica Ceca, ammesso che riesca a creare tutta la filiera, produrrebbe solo una componente di un prodotto più ampio, che sia un’automobile o uno smartphone. La maledizione del Paese produttore di componentistica è pertanto destinata a continuare.

ica, the lithium carbonate is derived from desiccation of salt water and not rock. Moreover, the concentration of lithium in the zinnwaldite is very low; therefore, the process of obtaining the lithium carbonate would predictably be quite expensive. The price trend does not seem to be as clear neither: the material is not listed on public markets but sold directly by a few current producers. There are also unknown elements regarding the environmental impact, which will have to be addressed within the authorization. Finally, there is the question of the possible duration of the mining activity. In its documentation, Geomet speaks about twenty years and a deposit that could be worth about one hundred billion crowns (four billion euros). It

remains to be seen if it will be a long enough period to attract the battery manufacturers, as the cost of a Tesla Gigafactory exceeds four billion euros. As far as current knowledge goes, lithium shouldn’t transform Czech Republic into a new economic power based on raw materials, as it was the case for Norway with the discovering of oil in the North Sea. Even if the lithium batteries were to win the competition in the automotive propulsion race after petrol and diesel and assuming the country would succeed in creating the entire chain, Czech Republic would only produce a component of a much bigger product, whether it would be a car or a smart phone. The curse of the component manufacturing country is therefore ongoing.

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Autunno. Tempo di semine e di programmi delle colture, per i frutti della terra che saranno raccolti nell’anno che verrà. Per gli agricoltori si pone la scelta fondamentale se convertire o meno la produzione da convenzionale a biologica di Cecilia Chiavistelli by Cecilia Chiavistelli

Autumn. A time of sowing and cropping the harvest for the year to come. Farmers find themselves confronted with the fundamental choice between conventional and organic farming

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REPUBBLICA CECA E LA SCELTA BIOLOGICA CZECH REPUBLIC AND THE ORGANIC TREND

In Repubblica Ceca il mondo dell’a‑ gricoltura bio sta registrando un no‑ tevole interesse. Il trend positivo è alimentato da una sempre maggiore sensibilità dei consumatori verso il cibo naturale che si riflette sulla pro‑ duzione e su una tendenza degli agri‑ coltori a convertire la propria attività. Siamo in una delle nazioni europee, dove questa inversione di tendenza è più rilevante. Più agricoltori scelgono di coltivare organicamente e più ter‑ reni diventano certificati biologici. Non solo l’area totale di agricoltura biologica e il numero di produttori or‑ ganici sono aumentati, ma esiste una potenziale, ulteriore crescita, come

Organic agriculture is engaging a considerable interest in Czech Republic. The continuously expanding consumer sensitivity towards natural food has been powering this positive trend, which reflects upon production and the farmers’ tendency to change the nature of their business. We are in a European country in which this trend swing is most relevant. More and more farmers choose to grow organic products and more and more farmlands become holders of organic certificates. We witness not only an increase in the total area of organic farming and the number of bio producers, but there is also a potential for growth, as evidenced by the proportion of the already created bio farming areas and the ones to be converted. This year, the Czech Bureau of Statistics has carried out an analysis on the state

of agriculture. It resulted that since 2000, this country has been able to plan a reevaluation process of the farmlands, heading towards the organic farming. Over the past 16 years, an increase of three and half times of ecological cultivated farmlands has been recorded. In a country such as Czech Republic where

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the total surface designated for agriculture is 3.45 million square meters, ecological cultivated farmlands represented 13% of the last year’s total, meaning 448 thousand square meters. During the last sixteen years still, the number of ecological farms has increased seven times, from 413 to 2984.


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dimostra la proporzione dell’area già completamente trasformata in agri‑ coltura biologica e l’area ancora in fase di conversione. L’Ufficio di Statistica Ceco ha curato quest’anno un’analisi dei dati riguar‑ danti lo stato dell’agricoltura ed è emerso come dal 2000 questa na‑ zione sia stata capace di pianificare un processo di rivalutazione delle coltivazioni, indirizzandosi verso il

Nowadays, regarding the impact of organic farms per total, Czech Republic ranks second after Austria. Judging by the share of organically cultivated surfaces per total, Czech Republic comes fourth after Austria, Estonia and Sweden. As we know, organic farming is a production method that uses systems to

biologico. Negli ultimi 16 anni si è infatti verificato un incremento di tre volte e mezzo dei terreni coltivati in maniera ecologica, che lo scorso anno rappresentavano il 13% del totale, vale a dire 448 mila ettari, in un pa‑ ese come la Repubblica Ceca in cui la superficie complessiva destinata alla agricoltura è di 3,45 milioni di ettari. Sempre negli ultimi 16 anni il nume‑ ro delle imprese agricole ecologiche è

salvage and protect the environment and uncultivated areas. It envisions ways of production management that embody a remarkable reduction of fertilizers, pesticides, herbicides, insecticides and fungicides, considered prohibited. Synthetic chemicals are replaced by organic and mechanical

aumentato di sette volte, passando da 413 a 2984. Oggi, sul piano della incidenza delle aziende agricole biologiche sul tota‑ le, la Repubblica Ceca è seconda solo all’Austria. Mentre è al quarto posto, dopo Austria, Estonia e Svezia, per la quota di superficie coltivata in modo biologico, sul totale. Come sappiamo, l’agricoltura biolo‑ gica è un metodo di produzione che

methods. The European Union, by its Council Regulation (EC) No 834/2007 of 28 June 2007 on organic production and labelling of organic products defines the conditions to be met for an agricultural or food product to be defined as organic. The European community establishes as well that the

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utilizza sistemi per salvaguardare e proteggere l’ambiente e la fauna selvatica. Prevede modi di gestione produttiva rappresentati dalla note‑ vole riduzione di fertilizzanti, pesti‑ cidi, erbicidi, insetticidi e fungicidi, considerati vietati. Le sostanze chimiche sintetiche sono sostituite con metodi biologici e meccanici. L’Unione Europea, con il regolamen‑ to n. 834/2007 del 28 giugno 2007 sulla produzione biologica definisce le condizioni da rispettare perché un prodotto agricolo o alimentare si possa definire tale. Sempre la Co‑ munità europea stabilisce, in circa 2-3 anni, il periodo di “conversio‑ ne” dall’agricoltura “convenzionale” all’agricoltura “biologica”. Una delle condizioni che favoriscono la conversione (da coltura tradizio‑ nale a biologica) è il profondo cam‑ biamento verificatosi nei rapporti di proprietà della terra. Si calcola che in Repubblica Ceca, nel 2000 i terreni erano quasi esclusivamente affittati, poi progressivamente, si è verificata una contro tendenza che ha privi‑ legiato la proprietà terriera, gestita period of “conversion” from a “conventional” agriculture to an organic one will be a 2-3 years process. One of the conditions that favor the conversion (from traditional to organic farming) is the profound change in land ownership relationships. It was estimated that, in 2002, in Czech Republic, the land was almost exclusively rented and then, progressively a counter-tendency emerged and favored land ownership, managed by farmers, farms and cooperatives. This allowed a greater awareness of the environmental protection and a different sensitivity towards healthy and genuine products. The lowering of pesticides levels, the reintroduction of environmentally friendly processes, the ability to rotatingly and selectively distribute the farmlands are elements that have a

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da agricoltori, aziende agricole e co‑ operative. Questo ha permesso una maggiore consapevolezza della tutela ambientale e una diversa sensibilità verso prodotti sani e genuini.

L’abbassamento del livello di pesti‑ cidi, la reintroduzione di processi nel rispetto dell’ambiente, la capacità di distribuire, a rotazione, in modo più selettivo le coltivazioni, sono elemen‑

ti che in Repubblica Ceca hanno un forte impatto e si riflettono indiret‑ tamente sulle politiche agricole euro‑ pee, che spinte dal successo delle col‑ tivazioni bio sono spinte ad adottare e attualizzare le legislazioni esistenti. Sono in aumento anche gli strumenti che contribuiscono a favorire le ope‑ razioni di lavorazione dei terreni. La meccanizzazione raggiunta è tale che la quantità di addetti necessari per cento ettari di terreno sia di 3,3 in confronto a una media europea di 12,7 addetti. La produzione biologica si svolge essenzialmente nelle tradizionali aree agricole del paese, nella Bo‑ emia centrale, nella Moravia del sud, nella Boemia del sud e nelle Regione della Vysočina. È qui che si concentra la più alta intensità produttiva, rappresentata essen‑ zialmente da pascoli permanenti e frumenti, con il 40,8% della super‑ ficie complessiva seguita da frutteti (21,9%) e piante medicinali e spezie (13,1%). Gli allevamenti ecologici (biologici) comprendono soprattut‑

strong impact in Czech Republic and are indirectly reflected in European agricultural policies; driven by the organic farming success they are impelled to adopt and update existing policies. The instruments that contribute to support farming are also increasing. The actual automation level is such that the number of workers needed per 100 square meters of land is 3.3 compared to a European average of 12.7 workers. The organic farming takes place mainly in the traditional agricultural areas of the country, in central Bohemia, southern Moravia and in the region of Vysočina. It is here that the highest productive intensity is concentrated and is mainly represented by permanent pastures and wheat fields, with a 40% of the total area, followed by orchards (21%) and medicinal herbs (13.1%). Ecological (organic)

farms mainly include sheep/ovine farms (41.6%), goats (36.3%) and equines (27.4%). Even the demand for organic products on the Czech market has registered an expansion. According to Eurostat, the European Statistical Office, most Czech supermarkets, the only ones that can be statistically analyzed, offer only a slight selection of organic products at a very high price. This way the consumers perceive the bio products as luxury ones, as confirmed by most of the interviewed persons. The real discovery is the short production chain. Where there are no intermediaries between consumers and producers, the price is three times lower. The producers that manage to ensure multifunctionality and service through direct sales manage to penetrate the market without filters and statistical traceability. The farmers

reach about 60% of Czechs only with digital systems and apps. Paul Moers, the famous Dutch food specialist of the globally known food chain has recently stated that, whether they are buying from a farmers market or directly from an organically oriented farmer “people want to see what farmers are doing”, regardless of the price. According to the Czech Ministry of Agriculture’s data, organic food consumption has increased by 11.4 % compared to 2015, reaching a total value of 2.25 billion crowns, 213 crowns per capita. From the total food requirements in Czech Republic, bio products represented a share of 0.81% in 2016, compared to 0.72% in the previous year. This year, until the end of August – indicated still by the Ministry of Agriculture – the number of organic food producing companies has increased by 6%, reaching a total of 645. They had

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to quelli delle pecore/ovini (41,6%), capre (36,3%), ed equini (27,4%). Anche la richiesta di prodotti bio da parte del mercato ceco vive un mo‑ mento di espansione. Secondo Eu‑ rostat, Ufficio di statistiche europeo, la maggior parte dei supermercati cechi, gli unici che possono essere tracciati statisticamente, offrono però solo una piccola scelta di prodotti bio‑ logici e con un prezzo molto elevato. I consumatori recepiscono, in questo modo, i bio prodotti come bene di lusso, come confermato dalla mag‑ gioranza delle persone intervistate. La vera scoperta è rappresentata dalla filiera corta. Dove non ci sono inter‑ mediari fra il consumatore e il produt‑ tore, il prezzo si abbassa di tre volte. I produttori che riescono a garantire una multifunzionalità e un servizio, attraverso la vendita diretta, riescono

a penetrare nel mercato senza filtri e senza tracciabilità statistica. Solo con i sistemi digitali e app, gli agricoltori raggiungono circa il 60% dei cechi. Comprando presso un farmer market o acquistando direttamente da un agri‑ coltore dedito al biologico “La gente vuole vedere cosa fanno i coltivatori” come ha recentemente affermato Paul Moers, il famoso specialista olandese della catena alimentare globale, e non solo per ragioni di prezzo. Secondo i dati del ministero ceco dell’Agricoltura, lo scorso anno il consumo di alimentari biologici è aumentato dell’11,4% rispetto al 2015, raggiungendo un valore com‑ plessivo di 2,25 miliardi di corone, 213 corone pro capite. Sul fabbiso‑ gno complessivo di alimentari della Repubblica Ceca, i prodotti bio han‑ no rappresentato nel 2016 una quo‑

ta dello 0,81%, rispetto allo 0,72% dell’anno prima. Quest’anno, sino a fine agosto – è sempre il ministero dell’Agricoltura a indicarlo – il numero delle aziende pro‑ duttrici di alimentari bio è aumentato del 6%, arrivando alla cifra complessiva di 645. Hanno avuto un fatturato com‑ plessivo di 3,73 miliardi di corone, cifra nella quale rientra anche il valore degli alimentari bio esportati. La sensibilità nei confronti degli ali‑ mentari biologici è chiaramente in aumento. Lo dimostra anche il fatto che proprio quest’anno il ministro dell’Agricoltura Marian Jurečka (KduČsl, in scadenza di mandato) abbia chiesto a tutti i governatori regionali di valutare la possibilità di sostenere la introduzione degli alimentari bio nelle mense scolastiche e degli asili. Con la medesima richiesta si è rivolto

al ministero della Sanità per quanto riguarda le mense degli ospedali. Il ministro ha motivato la sua richiesta sottolineando il valore dell’ecologico sullo stile e sulla qualità di vita e sulla tutela del patrimonio agricolo. Inoltre, sempre quest’anno, il governo ceco per la prima volta in assoluto ha bilanciato una somma di 30 milioni di corone per la promozione dei bio alimenti. Ricordiamo inoltre che governo di Praga nel 2015 ha approvato un pia‑ no di sviluppo dell’agricoltura bio e degli alimentari bio, che prevede il raggiungimento entro il 2020 di una quota del 3% del consumo com‑ plessivo. Ad onor del vero, va detto che un traguardo dello stesso tipo era stato fissato dal governo ceco anche nel 2010 e avrebbe dovuto essere raggiunto entro il 2015, il che non è avvenuto.

a total turnover of 3.73 billion Czech crowns that also includes the value of the exported bio food products. The sensitivity towards organic food is clearly increasing. This is also proven by the fact that this year, the minister of Agriculture Marian Jurečka (Kdu-Čsl, expiring mandate) has asked all the

regional governors to assess the possibility of supporting the introduction of bio food in schools and kindergartens. With the same request, he addressed the Ministry of Health regarding the hospital meals. The Minister justified his request by emphasizing the ecological value on the style and quality

of life and on the protection of the agricultural heritage. Moreover, this year, the Czech government has budgeted for the first time the amount of 30 million Czech crowns for the promotion of organic food. We also recall that in 2015 the Praguian government has approved a devel-

opment plan for organic agriculture and organic food, which is expected to reach by 2020 a 3% of the total consumption. In fact, a similar goal has been set by the Czech government even in 2012 and should have been already achieved in 2015. Unfortunately, this has not happened.

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IL REGOLAMENTO GDPR: È TEMPO DI ADEGUARSI THE GDPR REGULATION: TIME TO COMPLY

L’Ue e la protezione dei dati personali: dalla prossima primavera regole più strette, anche in Repubblica Ceca di Massimiliano Pastore by Massimiliano Pastore

The EU and personal data protection: from next spring stricter rules, in Czech Republic too

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Col nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali, (c.d. General Data Protection Regula‑ tion o “Gdpr”), che entrerà in vigore il 25 maggio 2018, l’Unione Europea punta a irrigidire le regole in tema di dati personali, sforzandosi soprattutto di promuovere la c.d. ‘privacy by de‑ sign’, cioè facendo sì che le imprese si organizzino da sé per garantire la ‘com‑ pliance’, anziché attendere l’impulso esterno delle autorità preposte. L’o‑ biettivo è far prendere consapevolezza delle problematiche relative al tratta‑ mento dei dati personali, in particolare dei rischi che insorgono dal mancato rispetto della normativa. By enacting the new General Regulation on Personal Data Protection ("Gdpr"), which will enter into force on May 25th 2018, the European Union aims to tighten the rules on personal data, mainly endeavoring to promote the so called “privacy by design”, i.e. pushing businesses to organize and guarantee compliance by themselves, instead of relying on the outside intervention by the authorities. The aim is to raise awareness on the issues related to the processing of personal data, in particular on the risks arising from non-compliance. The Gdpr will not lead to radical changes of the essential rules, but will unify them within the European Union and give more rights to all citizens - for example, the ”right to be forgotten”. It will also increase the sanctions in cases of non-compliance.

Il Gdpr non comporterà cambiamen‑ ti radicali delle regole sostanziali, ma le renderà uniformi all’interno dell’Unione Europea e conferirà maggiori diritti a tutti i cittadini - ad esempio, il “diritto di essere dimenti‑

cato” - inasprendo le sanzioni in caso di inadempienza. Sul tema della privacy, anche nella Repubblica Ceca si registrano decisio‑ ni esemplari che, oltre a far riflettere su quanto sia ineffabile il concetto

Also in the Czech Republic notable decisions exist which, apart from evidencing the ineffable nature of the “personal data” concept, make visible the superficiality of certain operators and the

unpredictability of what might happen as a consequence of simple data storing and processing procedures. During the screening of an episode of the television series “Soukromá dramata”

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legge law

di ‘dato personale’, rendono visibile a tutti la superficialità di taluni opera‑ tori e l’imprevedibilità di quello che può succedere a seguito di semplici operazioni di immagazzinamento e trattamento dei dati. Durante la proiezione di un episodio di “Soukromá dramata” - serial televisivo dell’emittente TV Prima - la ripresa ricade su una visura camerale che esi‑ bisce i codici anagrafici di due cittadini. L’emittente viene multata, nonostante la visura camerale sia stata ottenuta dal Registro delle Imprese - cioè un registro liberamente consultabile da chiunque. La diffusione del dato a mezzo televisione, conclude la Corte Costituzionale nel gennaio 2017, è av‑

on TV Prima, one of the camera images showed a company certificate showing the personal data of two citizens. The broadcaster was fined, despite the fact that the certificate had been obtained

venuto senza il consenso degli interes‑ sati e perciò, l’uso è illegittimo. La T-Mobile trasmette contratti a clienti sbagliati, a colpa di un errore del software, mettendo così nelle mani del cliente Caio i dati personali del cliente Tizio, e viceversa. L’infra‑ zione, tuttavia, non viene sanzionata, in quanto l’operatore “adotta imme‑ diati provvedimenti”. L’amministra‑ zione di un palazzo pubblica sul web i verbali delle adunanze condominiali, esponendo nomi e cognomi, date di nascita e residenza di 156 condo‑ mini. Un ingegnere che chiede di disdire l’assicurazione Vzp apprende che, contrariamente a quanto crede, è assicurato presso un altro istituto

from the Commercial Register, a registry that can be freely consulted by anyone. In January 2017, the Constitutional Court ruled that the broadcasting of the data on television took place without

che non conosce. Riveleranno le inda‑ gini che un intermediario assicurativo aveva acquistato, da “persona ignota”, un elenco di 100 soggetti da assicu‑ rare, fra cui era ricompreso l’ignaro ingegnere, che si era limitato a forni‑ re al broker un modello contenente i propri dati personali. L’impressione è che nella Repubblica Ceca manchi ancora la sensibilità giu‑ sta, nonostante lo zelo dell’Autorità per la tutela dei dati personali, che ha intensificato i controlli principal‑ mente su chi, dei dati in questione,

fa un uso massiccio: istituti assicura‑ tivi, compagnie telefoniche, banche, ospedali, cliniche private, pubbliche amministrazioni. Sono proprio questi i soggetti maggiormente tenuti ad adeguarsi al nuovo Regolamento. Dagli enti pubblici ci si aspetterebbe un atteggiamento rigoroso; tuttavia, così non è, a guardare le decisioni pubblicate sul sito dell’Autorità ceca. Esempio eclatante è la vicenda del Comune di Vysoké Mýto, che aveva affidato ad una società privata lo smal‑ timento di migliaia di carte di identità

the consent of the parties involved and therefore the use was illegal. In another case, T-mobile sent contracts to wrong customers, due to a software error, resulting in Mr A receiving the personal data of Mr B, and vice-versa. However, the infringement was not sanctioned as the operator “took immediate action”. The property managers of a building published on the web the minutes of the condominium owners meetings, displaying names and surnames, dates of birth as well as the residential address of 156 owners. An engineer who asked a cancellation of the VZP insurance learnt that, contrary to what he believed, he was insured with another company utterly unknown to him. The investigations revealed that an intermediary insurance company had acquired from an “unknown person” a list of 100

subjects to be insured, including the engineer who had merely provided the broker a form containing his personal information. It seems that Czech Republic still lacks the right sensitivity in the matter, despite the zeal of the Authority for the protection of personal data. The Authority has intensified controls mainly for those who make a massive use of the already mentioned data: insurance companies, phone companies, banks, hospitals, private clinics, public administrations. These are particularly the parties who are most required to adapt to the new Regulation. One would expect public authorities to maintain a more rigorous approach; however, it is not the case, if we look at the decisions published on the website of the Czech Authority. A good example happened in Vysoké Mýto. The mu-

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legge law

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e targhe dei propri cittadini - ritrovate, poi, in perfetto stato, all’interno di una discarica. Non basta - ha decretato il Tribunale Municipale di Praga - stipu‑ lare una convenzione volta a garantire l’osservanza della legge sulla tutela dei dati personali; il Comune doveva anche assicurarsi che venisse adempiuta con esattezza. La sentenza è stata di recen‑ te confermata dal Tribunale Supremo Amministrativo del Paese. Per la legge, “dato personale” non è solo nome e cognome, ma pratica‑

mente tutto ciò che rende identifica‑ bile ciascuno di noi. Sono “dato per‑ sonale” le fotografie e, a seconda delle circostanze, possono esserlo il gruppo sanguigno, l’ultimo luogo o orario in cui si è usata la carta di credito, il risto‑ rante preferito, la destinazione di un biglietto aereo, il numero di scarpe, le preferenze sessuali. Secondo gli esper‑ ti consiglieri della Commissione Euro‑ pea, è ‘dato personale’ persino il valore di una casa. O il disegno fatto fare a un bambino per capirne la personalità.

Un classico esempio, forse più com‑ prensibile a tutti, è la registrazione video all’interno di un sistema di telecamere a circuito chiuso. Nella Repubblica Ceca, sul punto si sono già formati interessanti precedenti giudiziari. Ad esempio, il padrone di casa timoroso che riprende per anni, con due videocamere private, il proprio ingresso, strade e case circostanti. Il condominio che in‑ stalla un impianto di videocamere in pressoché tutto il palazzo - dall’in‑ gresso all’interno dell’ascensore limitandosi ad informare i residenti che “l’immobile è sorvegliato da videocamere”. In tutti questi casi, l’Autorità e i tribunali hanno confer‑ mato le sanzioni. Per il futuro, le sanzioni potranno soltanto inasprirsi e la sensibilità dei cittadini continuerà ad aumentare, grazie alle campagne di informazione delle autorità locali ed europee. L’at‑ teggiamento lassista e “scarica barile” – ancora prevalente in tante realtà aziendali medie e grandi – troverà ancor meno giustificazioni che prima e dovrà far posto ad una nuova sensi‑ bilità, che qualcuno ha già chiamato “l’igiene dei dati personali”. (L’autore è un partner dello Studio legale Smed Jorgensen di Praga)

nicipality had entrusted the disposal of thousands of identity cards and registration numbers of its citizens to a private company. Subsequently, the same were discovered in a dump, in perfect condition. The Prague Municipal Court ruled it was no defense that Vysoké Mýto had signed a contract guaranteeing the compliance with the law on protection of personal data; the municipality should have ensured that the obligations were fulfilled. The Supreme Administrative Court of the country has recently confirmed the ruling. By law, “personal data“ is not just name and surname, but virtually everything that makes each of us identifiable. Photographs are ”personal data” and, depending on the circumstances,

so are blood type, credit card history, favorite restaurants, airline ticket destinations, shoe sizes, sexual preferences. According to European Commission’s expert advisors, even the value of a house is considered “personal data”. And the same applies to the drawing made by a child in order to assess his or her personality. A classic, more readily understandable example is the video recording within a closed-circuit camera system. In Czech Republic, interesting judicial precedents exist in this area. For example, a fearful private owner who has been surveying for years with two private cameras his house entrance, including adjacent street and nearby houses. A condominium that installs cameras

in almost every part of the building - from the entrance to the elevator – and informs its residents only that “the property is monitored by cameras”. In any case, the Authority and the courts have confirmed the sanctions. In the future, sanctions could only increase and citizens’ sensitivity will continue to intensify, due to information campaigns of local and European authorities. The relaxed attitude and “blame game”– still prevalent in many medium and large businesses- will find even less justifications than before and will have to make place to a new sensitivity, that someone has already called ”personal data hygiene”. (The author is a partner of Smed Jorgensen law firm in Prague)

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A USTÍ, NEL GIORNO DELLA CORSA CHE ABBATTE I MURI La problematica città industriale della Boemia del nord, nel giorno dell’annuale invasione di corridori per la mezza maratona

Arriviamo a Ustí nad Labem in una giornata grigia, a tratti piovosa. Non è una buona partenza. La città sorge alla confluenza dei fiumi Elba e Bílina, a metà strada tra Praga e Dresda. Venendo dalla capitale, ringraziando i perenni la‑ vori autostradali, si ha la fortuna di seguire l’Elba su una stretta strada a due corsie. Il cielo basso e le nuvole pesanti regalano un panorama on the road malinconico, che scivola in toni argentei tra le colline scure e boscose. Il castello medievale di Střekov, ar‑

roccato su un promontorio, annuncia l’arrivo a destinazione. Il paesaggio è cupo ma affascinante, poetico, e forse per questo l’ingresso in città è ancora più aspro: Ustí nad Labem, cartolina brutalista in una cornice di polveri, appare, semplicemente, inequivoca‑ bilmente, brutta. Potremmo dire, per smorzare i toni, che la città fa mostra della sua voca‑ zione industriale senza fronzoli: ospi‑ ta impianti alimentari, chimici e me‑ talmeccanici, è un porto importante (di qui le merci ceche raggiungono

di Giuseppe Picheca by Giuseppe Picheca

The problematic industrial city of North Bohemia, on the day of the annual invasion of runners for the half-marathon

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Amburgo) e un grande snodo ferro‑ viario. Le sue origini storiche – nel XIII secolo Re Ottocaro II di Boemia invitò coloni tedeschi a dare vita alle città su un insediamento di più vecchia data, per farne un avamposto commerciale sul fiume – sono per lo più sepolte dal cemento. D’altra parte prima della forte industrializzazione era di mode‑ ste dimensioni; gli 11mila abitanti del 1870 erano quadruplicati nel 1900. Al cambio del secolo il porto fluviale di Aussig, il suo nome ai tempi dell’Im‑ pero, vide crescere gli scambi com‑


reportage

IN USTÍ, ON THE DAY OF THE RACE THAT KNOCKS DOWN WALLS merciali a tal punto da farne superare il valore rispetto agli affari del porto di Trieste. Pare difficile a credersi oggi, ma Ustí era il simbolo del benessere, il cuore industriale dell’Impero. Un benessere, va sottolineato, soprat‑ tutto di lingua tedesca. Non solo era tale la maggioranza degli abitanti (censimento del 1930: su 44 mila abi‑ tanti, 34 mila tedeschi), ma questa era la città natale del Partito Tede‑ sco dei Sudeti, che divenne la testa d’ariete nazista negli anni Trenta; un partito per cui l’annessione al Reich ©RUNCZECH

©GIUSEPPE PICHECA

Mariánský most, moderno ponte sull'Elba a Ustí / Mariánský most, modern bridge on the Elbe river in Ustí

We arrive at Ustí nad Labem on a grey, at times rainy day. It’s not a good start. The city lies above the confluence of the Elbe and Bílina rivers, halfway between Prague and Dresden. Coming from the capital, thanks to the perennial motorway works, you are lucky enough to follow the Elbe on a narrow two-lane street. The low sky and heavy clouds give a melancholic panorama on the road, which slides into silvery tones between the dark and wooded hills. The medieval castle of Střekov, perched on a promontory, announces arrival once at the destination. The landscape is gloomy but fascinating, poetic, and perhaps because of this, the entry into the city is even more harsh: Ustí nad Labem, a brutalist postcard in a dusty frame, appears as simply, unequivocally, ugly. We could say, to soften the tones, that the city shows its industrial no-frills vocation: it houses food, and chemical

plants, and metalworks, it is an important port (from here Czech goods reach Hamburg) and a large railway junction. Its historical origins, since in the 13th century King Ottokar II of Bohemia invited German colonists to build cities on an older settlement to make a commercial outpost on the river, are mostly buried by cement. On the other hand, before the strong industrialization it was of a small size; the 11,000 inhabitants in 1870 had quadrupled in 1900. At the turn of the century, the Aussig river port, its name at the time of the Empire, saw trade growth so high that it exceeded the value of Trieste’s port affairs. It seems difficult to believe today, but Ustí was the symbol of well-being, the industrial heart of the Empire. A well-being, it must be emphasized, that was particularly German. Not only were they the majority of the inhabitants (as the 1930 census shows: out of 44,000 in-

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habitants, were 34,000 Germans), but this was the birthplace of the German Sudeten Party, which became the Nazi battering ram in the 1930s; a party for which the annexation to the Reich in 1938 was a day of celebration. On January 1, 1939, the local synagogue was set on fire. In 1945, the city was heavily bombed by the allies. In 1946, the German majority was expelled from the city. And then, real socialism, the difficult economic conversion of the 1990s, the cumbersome presence of old industrial plants... Today the city is still behind the rest of the country. Unemployment, although falling very much in recent years, is twice as high as the national average, and new jobs are not created so easily: for every vacancy in the Czech Republic there is an average of 1.4 unemployed; in Ustí nad Labem the number has risen to 7.2. In addition, we are in the middle of the so-called “black triangle”, the

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©RUNCZECH

La scommessa di Carlo Capalbo, patron della gara: “Quella di Ustí è molto più di una semplice corsa. È un motivo di orgoglio per la città e anche per noi di RunCzech”

nel 1938 fu una giornata di festa. Il primo gennaio del 1939 la sinagoga locale fu data alle fiamme. Nel 1945 la città fu pesantemente bombardata dagli alleati. Nel 1946 la maggioranza tedesca fu espulsa dalla città. E poi il socialismo reale, la difficile riconver‑ sione economica degli anni Novanta, l’ingombrante presenza dei vecchi impianti industriali... Ad oggi la città è ancora indietro rispetto al resto del Paese. La disoccupazione, sebbene molto calata negli ultimi anni, è il doppio della media nazionale, e i nuovi lavori si creano con difficoltà: per ogni posto libero in Repubblica Ceca c’è la media di 1,4 disoccupati; a Ustí nad Labem il numero sale a 7,2. In più siamo nel pieno del cosiddetto “triangolo nero”, lo Schwarzes Dre‑

ieck, termine tedesco coniato a fine anni ‘80 per descrivere il forte inqui‑ namento tra il nord boemo, la Sasso‑ nia orientale e la Slesia polacca, tutte zone industriali e minerarie. Grigia giornata, grigie memorie, gri‑ gie le strade. Ma a distrarre foschi pensieri, ecco sfrecciare un corridore solitario. Un’apparizione seguita da altri personaggi in tenuta sportiva, come animali silenziosi e veloci ci passano vicino e scompaiono dietro in un vicolo. Li seguiamo, in direzione Mírové náměstí, la piazza del centro. E così, finalmente, ecco i colori: il nostro arrivo combacia con una giornata di festa. La piazza è colma di gente, che si muove ondulante tra file di gazebo. Si tratta della settima edizione della mezza maratona locale, organizzata dalla RunCzech, il cartello che da più di vent’anni fa correre i cittadini cechi – e in questo 2017 ne ha fatti corre‑ re più di 90mila, in 42 eventi diversi. Sulla strada che costeggia la piazza, delimitata da banner pubblicitari, l’arrivo – e partenza. “Mi verrebbe da dire una corsa che non è solo una corsa. È molto di più.

Un motivo di orgoglio, un biglietto da visita della città”. Stuzzichiamo Carlo Capalbo, presidente della RunCzech, a trovare una frase che descriva la gara. L’accento è inevitabilmente sul‑ la carica sociale che questa ha per gli abitanti. Cerchiamo di capirne di più; certo è facile pensare a usare dei gioielli ar‑ chitettonici come Olomouc o Karlovy Vary (oltre, ovviamente, Praga) per organizzare una mezza maratona. Ma Ustí nad Labem? “A posteriori la gente è sempre pronta a giustificare tutto, a trovare storie per il passato – ma la realtà è che c’è sempre una bella dose di for‑ tuna. Dopo aver portato la corsa ad Olomouc c’erano diverse città che ci volevano. Un amico mi ha chiamato dicendo Carlo, se la fai a Ustí di certo la città, la regione, tutti ti danno una mano – e questo mio amico è uno bravo, simpatico, ha saputo convin‑ cermi... Risultato? Probabilmente, per questa gente, l’evento migliore dell’anno. 3.500 persone, più altre 3.000 della corsa per le famiglie – su 90mila vuol dire molto. È diventata

The challenge for Carlo Capalbo, organizer of the race: “Ustí is much more than just a race. It is a source of pride for the city and also for us in RunCzech”

Carlo Capalbo con il vincitore della mezza maratona del 2017, Barselius Kipyego / Carlo Capalbo with the winner of the 2017 half-marathon, Barselius Kipyego

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reportage

e rimarrà una bella tradizione per la città, per tutta una parte del Paese che è rimasta più indietro”. Certo il primo impatto non deve essere stato semplice. Carlo lo con‑ ferma. “La prima impressione, sette anni fa, fu terribile. La città è divisa a metà. Una parte più presentabile,

in cui era stato immaginato il pri‑ mo percorso, e un’altra... meno. La zona più povera, il ghetto rom. Ma questi eventi devono essere inclusi‑ vi, o non si fanno. Alla fine mi ritro‑ vai a parlare con la comunità rom locale e oggi, pensa, ho volontari rom sul percorso”.

Vale la pena inserire qui una nota redazionale. Perché il disagio della comunità rom locale non è un ar‑ gomento da poco. Secondo l’ultimo censimento vi sono meno di 1400 cittadini con nazionalità rom, ma la reticenza degli abitanti a definirsi tali, portano il numero effettivo secondo

gli esperti a un valore vicino ai die‑ cimila. E la convivenza col resto della cittadinanza non è delle migliori. A fine anni Novanta fece scalpore la de‑ cisione dell’allora sindaco della città, Ladislav Hruška, di costruire un muro sulla Matiční ulice, la strada che deli‑ mitava una zona a forte maggioranza

©RUNCZECH

Schwarzes Dreieck, a German term coined in the late 1980s to describe the strong pollution between the north of Bohemia, eastern Saxony and Poland, all of which are industrial and mining areas. Grey day, grey memories, grey streets. Yet to distract grumpy thoughts, a lonely runner darts past. An apparition followed by other characters in sportswear, like silent, fast animals passing

by and disappearing behind in an alley. We follow them in the direction of Mírové náměstí, the main square of the centre. And so, finally, here you find the colours: our arrival coincides with a day of celebration. The square is crowded with people, who move swirling among kiosk queues. It is the seventh edition of the local half-marathon organized by RunCzech, which for more than twenty years has been

making Czech citizens run, and in 2017 has made more than 90,000 take up running in 42 different events. On the road that runs across the square, defined by banner advertisements, you find the finish and start lines. “I would say a race that is not just a race. It’s a lot more, a reason for pride, a business card representing the city.” We provoke Carlo Capalbo, the RunCzech president, into finding a phrase

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describing the race. The emphasis is inevitably on the social charge that this has for the inhabitants. Let us try to understand more. Certainly it is easy to think of using architectural jewels like Olomouc or Karlovy Vary (besides, of course, Prague) to organize a half marathon. But Ustí nad Labem? “Eventually, people are always ready to justify everything, to find stories about

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rom dal resto “rispettabile” della città. Il muro della discriminazione, lungo 150 metri e alto quasi due, fu eretto a ottobre 1999; a seguito delle pro‑ teste, che divamparono veloci dalla comunità locale sino ai media inter‑ nazionali, fu demolito dopo solo sei settimane; lasciando però un alone di vergogna sulla città. Il quartiere, una zona semi-periferica vicino al fiume, povera e più anonima che da imma‑

ginario gypsy, è oggi in stato di semi abbandono. Case decadenti, cemento e paneláky. Considerando questi eventi, la spinta unitaria della corsa ha un sapore an‑ cora più dolce. Oggi la cittadinanza partecipa per intero “veramente ci mettono l’anima – e, by the way,” puntella Capalbo, con malcelato or‑ goglio, “è la più veloce, dove facciamo i record di livello mondiale. E faccia‑

mo gare che sono allo stesso livello di New York o di Tokyo, in termini di qualità. È il miracolo di Ustí”. Guardiamo alla città con occhi più riflessivi, aspettando la corsa princi‑ pale. In una piazza squadrata, in cui gli architetti socialisti hanno dato sfo‑ go alla loro proverbiale mancanza di originalità, una ragazza fa stretching vicino a una fontana. Visitiamo il mu‑ seo cittadino, un palazzo a tre piani

©GIUSEPPE PICHECA

the past, but the reality is that there is always a good deal of luck. After having taken the race to Olomouc there were several cities that wanted us. A friend called me while saying Carlo, if you do it in Ustí certainly the city, the region, will all give you a hand – and this friend of mine is a good one, likeable, he convinced me... The result? Probably, for these people, it is the best event of the year, with 3,500 people, plus more than 3,000 for the race for families, which out of 90,000 means a lot. It has become

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and will remain a beautiful tradition for the city, for a part of the country that has lagged behind”. Of course the early impact could not have been simple. Carlo confirms this. “The first impression, seven years ago, was terrible. The city is divided in half, with one part being more presentable, and thus being chosen to think up the first race course, and another... less so, being the poorer area – the Roma ghetto. However, these events have to be inclusive, or not done at all, in the

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end I was talking to the local Roma community and today, check this, I have Roma volunteers taking part”. It is worth inserting an editorial note here. Because the discomfort of the local Roma community is not merely a minor topic. According to the latest census, there are fewer than 1,400 citizens of Roma nationality, but the reticence of the inhabitants in defining themselves as such, carry the actual number, according to experts, near to ten thousand. And the coexistence with the rest


reportage

dal fascino austero. Al pianterreno la biglietteria è in realtà una caffetteria illuminata da ampie finestre, lucida, immobile, classica, con un grande pendolo in fondo alla sala. Un’anzia‑ na signora dal sorriso d’attrice ven‑ de biglietti, distribuisce depliant e serve il caffè in grande silenzio. Al di fuori delle grandi vetrate delle handbike sfrecciano in un ronzio attutito – un’altra delle corse “social” della giornata. Nei due piani superiori si distribuiscono varie esposizioni, la Ustí medievale, un’esibizione natura‑ listica, animali impagliati, il pittore locale Zdeněk Košek. Pulito e silenzio‑ so, l’impressione è che il museo non conosca molti visitatori. La stoica resi‑ stenza dei musei inabitati è un segno distintivo della provincia boema. Tornando verso la Mírové náměstí, troviamo dei volontari della RunC‑ zech sotto un murales d’epoca comu‑ nista. Il murales parla di resistenza, il popolo marcia compatto, lo sguardo sicuro verso l’avvenire. Di fronte, un cantiere apparentemente abban‑ donato. È quasi l’ora della partenza, e torniamo in piazza in un fiume di persone. Osserviamo l’attesa dello starter da un caffè all’angolo, serviti of the citizens was not the best. It was in the late nineties, when the decision arrived from the town’s mayor, Ladislav Hruška, to build a wall on Matiční ulice, the road that delimited a largely Roma area from the “respectable” rest of the city. The wall of discrimination, 150 metres long and nearly two metres high, was erected in October 1999; following protests, which swept fast from the local community into the international media, was demolished after only six weeks; leaving a solitary shame on the city. The neighborhood, a semi-peripheral area near the river, poor and more anonymous than fitting the popular gypsy stereotype, is now in a state of semi-abandonment. Decadent houses, cement and paneláky. Considering these events, the unanimous lure of the race has an even

©GIUSEPPE PICHECA

Murales realsocialista in Pivovarská ulice / Socialist realist decorated wall in Pivovarská ulice

da un cameriere sorridente che final‑ mente può praticare il suo inglese, con i tanti corridori venuti dall’estero a visitare una città così particolare. Il grigio è ingombrante ed è difficile per Ustí comunicare che c’è una ripresa

industriale ed economica in atto, che il suo ospedale universitario è tra i più rinomati del paese, che il suo teatro comunale è conosciuto nell’ambiente come innovatore e coraggioso. L’im‑ magine dei volontari sotto il murales

– tra i pochi tratti umani dell’archi‑ tettura locale – regala un pensiero di continuità. Ricorda che la città che non vanta bellezze è, prima di tutto, una comunità. In marcia. E, una volta all’anno, di corsa.

sweeter taste. Today’s inhabitants fully participate “really putting their soul in it, and, by the way,” Capalbo shrugs, with unconcealed pride, “it is the fastest one, where we break world-class records. And we have races that are at the same level as New York or Tokyo, in terms of quality. It is the miracle of Ustí”. We look at the city with more reflective eyes, waiting for the main run. In a sealed off square where socialist architects vent their proverbial lack of originality, a girl stretches near a fountain. We visit the city museum, a three storey building with austere charm. On the ground floor the ticket office is actually a cafeteria lit up by large windows, shiny, immobile, classic, with a large pendulum at the bottom of the room. An elderly lady displaying an actress smile sells tick-

ets, distributes brochures and serves coffee in great silence. Outside of the large glass windows hand-bikes dart off giving a softened roar sound, another of the “social” races of the day. On the two upper floors, various exhibits, the medieval Ustí, a naturalistic show, stuffed animals, the local painter Zdeněk Košek are distributed. Clean and silent, the impression is that the museum does not get to know many visitors. The stoic resistance of uninhabited museums is a distinctive sign of the bohemian province. Returning to Mírové náměstí, we find RunCzech volunteers under communist-era murals. The murals speak of resistance, the people unanimously marching, the sure look towards the future. Facing, an apparently abandoned yard. It is almost the half-

marathon start, and we return to the square in a river of people. We watch the wait for the start from a cafe in the corner, served by a smiling waiter who can finally practice his English, with so many runners coming from abroad to visit such a peculiar city. The grey is cumbersome and it is difficult for Ustí to communicate that there is an industrial and economic recovery underway, and that its university hospital is among the most renowned in the country, and its municipal theatre is known in the environment as innovative and daring. The image of volunteers under the murals, among the few human traits of local architecture, gives an idea of continuity. Remember that the city that does not boast beauty is, above all, a community. Marching. And, once a year, running.

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L'OMBRA DI STALIN INSEGNA

Dove la statua del dittatore dominava Praga, in un bunker, un’esposizione racconterà un secolo cecoslovacco. Ricordare le dittature per saper gestire la libertà di Edoardo Malvenuti

Un metronomo batte il tempo nel cielo. E della statua di Stalin, la più grande del mondo, costruita qui nel ’55 e esplosa nel ’62, non resta nien‑ te. Al parco di Letná, a cent’anni dalla fondazione della Cecoslovacchia, tro‑ veremo altre tracce di storia, di me‑ moria, di un secolo passato, segnato da invasioni, regimi e ideologie. In un sotterraneo, sotto i piedi del dittatore scomparso, sarà inaugurata una mo‑ stra evento, un’esposizione multime‑ diale per simulare l’orrore totalitario del secolo passato, attraversarlo. E immergere lo spettatore nella storia di un Paese due volte costretto al giogo, da due regimi, ma resistente, combattente, libero infine. Uno spazio sotterraneo grande come un campo da calcio che ospiterà un’e‑ sposizione immaginata e realizzata da Post Bellum, un’organizzazione della memoria che lavora alla col‑ lezione e alla diffusione di testimo‑

nianze storie volti immagini suoni: frammenti di una storia nazionale. Un obbiettivo: trasmettere al pubblico la forza viva e prossima del passato. Oltre al luogo, anche la data ha la for‑ za del simbolo. La mostra sarà inau‑ gurata il 28 ottobre 2018, giorno del

La vecchia statua di Stalin sulla collina di Letná e la sua demolizione / The old Stalin statue on Letná hill and its demolition

by Edoardo Malvenuti

Where the statue of the dictator once dominated Prague, a bunker holds an exhibition telling a century of Czechoslovakian history. Remembering dictatorships to manage freedom

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centesimo anniversario della fonda‑ zione della Repubblica Cecoslovacca, e resterà aperta fino all’estate 2019. Un evento per chiudere un cerchio ed aprire ad un altro secolo, ad una nuova generazione: quella dei gio‑ vani che non hanno vissuto questi

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attualità current affairs

THE LESSON FROM STALIN'S SHADOW eventi sulla propria pelle. Per questo motivo Post Bellum lavora anche, pa‑ rallelamente, con diversi istituti sco‑ lastici attraverso il progetto Storie dal quartiere dove viene chiesto a gruppi di studenti di lavorare sulle parole di uomini e donne testimoni dei rivol‑ gimenti storici e politici del XX secolo maggiori per il Paese. L’obbiettivo è di registrare le voci di queste persone per immortalare la loro memoria in una traccia audio o video che gli studenti devono pre‑ sentare pubblicamente, e che può in seguito essere conservata. Per queste azioni scolastiche, come per la mostra in preparazione, la volontà è la stessa: salvaguardare e trasmettere delle te‑ stimonianze vive, volti e voci che rac‑ contano di un secolo passato segnato da ideologie criminali. Parole ancora attuali, e (purtroppo) necessarie, in un presente fatto di opinioni, azioni ed elezioni che suggeriscono un’am‑ A metronome beats time in the sky. And of the statue of Stalin, the largest in the world, built here in 1955 before being exploded in 1962, nothing remains. In Letná park, one hundred years after the foundation of Czechoslovakia, we will find other traces of history, memory, a past century marked by invasions, regimes and ideologies. Underground, below the feet of the deceased dictator, an exhibitive event, a multimedia show to simulate the totalitarian horror of the past century, will be inaugurated inside it, immersing the viewer in the history of a country twice forced into iron-fisted rule by two regimes, though resistant, combative, and eventually free. An underground space as large as a football field that will host an imaginative and accomplished exhibition by Post Bellum, an organization dedicated to memory and conscience that works on the collection and spreading of tes-

nesia potenzialmente pericolosa, un ritorno a posizioni e formazioni ideo‑ logicamente inquietanti. Abbiamo provato, interpellando la or‑ ganizzazione Post Bellum, a capire la pertinenza di un progetto come que‑ sta esposizione in un momento storico in cui sembrano messi in discussione valori che sembravano intangibili.

Negli ultimi tempi, in Repubblica Ceca così come in diversi altri Paesi d’Europa, si è assistito, sia a proposito della crisi dei migranti, che durante la recente campagna elettorale, ad at‑ teggiamenti e toni che hanno messo in risalto pulsioni nazionaliste, xeno‑ fobe e populiste. Michal Šmíd, uno dei membri dell’associazione, risponde in

questi termini: “Non è nostra inten‑ zione fare una qualche “propaganda” di un segno o dell’altro, sappiamo che la gente è allergica a queste cose. Vogliamo però dire che durante il se‑ colo scorso ci sono state persone che si sono sacrificate per la libertà degli altri, mentre altri in nome di ideologie apparentemente nobili hanno com‑

FOTO: ŽENTEL

timonies, stories, faces, images, sounds: fragments of a national story. The goal: to convey to the public the much alive and yet near forces of the past. In addition to the place itself, the date also possesses symbolic power. The exhibition will be inaugurated on October the 28th, 2018, the day of the centenary of the foundation of the Czechoslovak Republic, and will remain open until the summer of 2019. An event to close a circle, and open to another century and new generation: the youth of today did not experience these events with their own skin. For

this reason, Post Bellum also works simultaneously with several school establishments through the Stories project from the neighborhood where students are asked to work on the words of men and women who witnessed the major political and historical upheavals of the 20th century for the country. The goal is to record the voices of these people in order to immortalize their memory in an audio or video track that students have to present publicly, and which can later be kept and stored. For these scholastic actions, such as for the exhibition in preparation, the will is

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the same: safeguarding and transmitting live testimonies, faces and voices speaking of a past century marked by criminal ideologies. Words still present, and (unfortunately) necessary, in a present made up of opinions, actions and elections suggesting potentially dangerous amnesia, a return to ideologically disturbing positions and formations. We have tried to question the Post Bellum organization, to understand the relevance of a project such as this exhibition, at a time when we seem to question values ​​that seemed intangi-

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FOTO: SOLEIR

ble. Recently, in the Czech Republic, as in many other European countries, we have witnessed, regarding the migrant crisis, as well as during the recent electoral campaign, attitudes and tones that have highlighted nationalist, xenophobic and populist impulses. Michal Šmíd, one of the members of the association, replied: “It is not our intention to create some “propaganda” in one direction or the other, we know that people are allergic to these things. However, we want to state that during the last century there have been people who sacrificed themselves for the liberty of others, while others in the name of apparently noble ideologies committed the worst crimes. We would like to first tell the story of our country,

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but also highlight the most common human values, such as respect for others, tolerance towards other opinions, solidarity and patriotism, not in a nationalistic sense, but as a will to act for the benefit of the community”. A work of memory and warning, to document and warn of what it was. To this end, the organization has already collected more than five thousand testimonies from people who lived under the Nazi or Communist regimes. Mikuláš Kroupa is at the head of the organization. He was the one, who during a presentation to the press, explained the exhibition itinerary in detail. The intention is to immerse the visitor into the experience through various multimedia techniques: video

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piuto i peggiori crimini. Vogliamo in primo luogo raccontare la storia del nostro Paese, ma anche mettere in ri‑ lievo i valori umani più comuni, come il rispetto per gli altri, la tolleranza verso altre opinioni, la solidarietà e il patriottismo, non in un senso nazio‑ nalistico, ma come volontà di agire a beneficio della comunità”. Un lavoro di memoria e monito, per documentare e mettere in guardia da quello che è stato. A questo scopo l’organizzazione ha già raccolto più di cinquemila testimonianze di perso‑ ne che hanno vissuto sotto il regime nazista o comunista. Mikuláš Kroupa è alla testa dell’organizzazione. È stato lui, durante una presentazione alla stampa, a dettagliare il percorso espositivo. L’intenzione è l’immersio‑ ne del visitatore che sarà ottenuta grazie a diverse tecniche multimedia‑ li: video mapping, frammenti audio, videoproiezioni. Adattare la presen‑ tazione storica ai moderni mezzi di comunicazione e informazione per‑ mette di marcare un’impressione for‑ te, fisica sullo spettatore. Più in dettaglio: “Per la prima guerra mondiale ricostruiremo il Fronte Rus‑ so, così i visitatori potranno essere tra i legionari cecoslovacchi in Siberia. mapping, audio fragments, video projections. Adapting the historical presentation to modern means of media and information allows a strong, physical impression to be marked on the spectator. To explain in more detail: “For the First World War we will reconstruct the Russian Front, so visitors will be among the Czechoslovak legionaries in Siberia. Moving on to the section of 1939, they will hear the noise of the armies of the Nazi Wehrmacht. Further on, they will find themselves within the puppet processes of the 1950s, when communists sent citizens into uranium mines. Everything should end with the events of November 1989 and the velvet revolution.” A final exit towards the light.


attualità current affairs

Passando alla sezione del 1939 sen‑ tiranno il rumore dei blindati della Wehrmacht nazista. Più in là, si trove‑ ranno all’interno dei processi fantoc‑ cio degli anni ’50, quando i comunisti inviavano i cittadini nelle miniere di uranio. Tutto dovrebbe concludersi con gli eventi del novembre 1989 e la rivoluzione di velluto”. Un’uscita fina‑ le verso la luce. Tutta l’esposizione sarà allestita in un contesto volutamente destabilizzan‑ te, claustrofobico, fatto di colonne sbrecciate, infiltrazioni d’acqua e sta‑ lattiti. Ma non si tratta di fabbricare un’attrazione da fiera, di suscitare un’angoscia posticcia: piuttosto di trasmettere quel sentimento tedioso, lungo decenni, provato da un Paese intero. “Questo posto è pensato per evocare quel senso di orrore che ha attanagliato i nostri padri e i nostri nonni”, continua Kroupa. L’organizzazione, per la preparazio‑ ne della mostra, il cui costo è stato stimato a circa 10 milioni di corone ceche, lavora con l’Istituto di Studi sui Regimi Totalitari. Un altro supporto decisivo è quello del Comune di Praga, che ha messo a disposizione lo spazio sotterraneo sulla collina di Letná. Gran parte del materiale verrà dagli archivi The entire exhibition will be set up in a deliberately destabilizing, claustrophobic context, made of crumbling columns, water infiltration and stalactites. However, it is not to fabricate a fair show atmosphere, or to stir up a posthumous anxiety, but rather to transmit that tedious feeling, felt by an entire country over decades. “This place is meant to evoke the sense of horror that our fathers and grandparents had carried with themselves,” says Kroupa. The organization, for the preparation of the exhibition, whose cost is estimated at about 10 million Czech Crowns, worked with the Institute for the Studies of Totalitarian Regimes. More decisive support came from the

nazionali della radio e della televisione cecoslovacca e da testimonianze diret‑ te raccolte da Post Bellum. Se la mostra ha già un’ambizione im‑ portante, il seguito potrebbe essere ancora più forte: il progetto a lungo termine è rendere questa esposizione permanente. Un luogo, questo sot‑ terraneo, il cui passato è già di per sé un groviglio di memoria patria: oltre la statua di Stalin, l’opera maledetta dello scultore Otakar Švec, che pog‑ giava proprio sopra questo sotterra‑ neo, qui sotto, nell’ottobre del 1990

cominciò a trasmettere la prima radio pirata, che portava il nome del ditta‑ tore sovietico. Radio Stalin, sberleffo storico, trasmetteva nell’ambito di un’esposizione artistica underground organizzata quell’anno. Un’esperienza ribelle, pochi mesi dopo la Rivoluzione di velluto, ma bloccata presto dalle au‑ torità che sequestrarono tutta l’appa‑ recchiatura di trasmissione radiofoni‑ ca. Ma fu tale il chiasso e il successo di quei primi giorni in attività che, grazie anche a una petizione popolare firma‑ ta da 30 mila cittadini in quel clima di

libertà appena riconquistata, la radio poté rinascere col nome di Radio 1, la prima emittente privata dell’allora Ce‑ coslovacchia. Una stazione radio che ancora oggi esiste e che si dedica prin‑ cipalmente alla musica alternativa e ai temi culturali. Più tardi, dopo il trasloco di Radio 1, il sotterraneo venne presto ab‑ bandonato, per diventare in fretta cadente, nel suo stato di oggi. E così resterà, leggermente accomodato, ma ruvido e duro: come la storia di un secolo cecoslovacco.

FOTO: ŽENTEL

City Council of Prague, which made the underground space on Letná hill available. Much of the material comes from the national archives of Czechoslovakian radio and television stations, and from direct testimonies collected by Post Bellum. If the exhibition already has an important ambition, the follow-up could be even more powerful: the long-term project is to make this a permanent show. A place, such as this subterranean space, whose past is itself a labyrinth of homeland memory: beyond the statue of Stalin, the cursed work of

the sculptor Otakar Švec, who erected it right above this underground site, below, in October 1990 began to transmit the first pirate radio, which was named after the Soviet dictator. Radio Stalin, a historic scar, was broadcast in an underground art exhibition organized that year. A rebellious experience, a few months after the Velvet Revolution, but quickly blocked by the authorities who seized all radio broadcasting equipment. Nevertheless, such was the clamour and success stirred by those early days of activity, that thanks to a popular petition

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signed by 30,000 citizens in that climate of recently regained freedom, the radio could be reborn under the name of Radio 1, the first private broadcaster of the then Czechoslovakia. A radio station that still exists today, and is mainly devoted to alternative music and cultural themes. Later, after the relocation of Radio 1, the underground was soon abandoned, to be quickly dropped, and fall into its present state. And so it will remain, although slightly fixed up, but rough and hard: like the history of a century of Czechoslovakia.

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XV. STŘEDOEVROPSKÝ FESTIVAL ITALSKÉHO FILMU Praha 30. 11. – 5. 12. 2017 KINO LUCERNA

Ostrava 7. – 8. 12. 2017 KINO LUNA

30. 11. 18:30 Manželka a manžel / Moglie e marito r. Simone Godano

7. 12. 17.30 Manželka a manžel / Moglie e marito r. Simone Godano 20.00 Fortunata / Fortunata r. Sergio Castellitto

1. 12. 17:45 Příběhy lásky, které se nehodí do tohoto světa / Amori che non sanno stare al mondo r. Francesca Comencini 19:30 Fortunata / Fortunata r. Sergio Castellitto 2. 12. 14:15 Naprostí cizinci / Perfetti sconosciuti r. Paolo Genovese 16:00 Manželka a manžel / Moglie e marito r. Simone Godano 18:15 Láska a podsvětí / Ammore e malavita r. Marco Manetti, Antonio Manetti 21:00 Rovnováha / L‘equilibrio r. Vincenzo Marra

8. 12. 17.30 Naprostí cizinci / Perfetti sconosciuti r. Paolo Genovese 20.00 Skrytá barva věcí / Il colore nascosto delle cose r. Silvio Soldini

Brno 9. – 11. 12. 2017 KINO LUCERNA

3. 12. 18:00 Kočičí Popelka / Gatta Cenerentola r. A. Rak, I. Cappiello, M. Guarnieri, D. Sansone 19:45 Kráter / Il cratere r. Silvia Luzi, Luca Bellino 4. 12. 18:30 Místo splněných přání / The Place, r. Paolo Genovese 20:30 Skrytá barva věcí / Il colore nascosto delle cose, r. Silvio Soldini 5. 12. 19:30 Zakončovací koncert Concerto di chiusura Italia Arte Fest

9. 12. 18.00 Manželka a manžel / Moglie e marito r. Simone Godano 20.30 Skrytá barva věcí / Il colore nascosto delle cose r. Silvio Soldini 10. 12. 18.00 Kočičí Popelka / Gatta Cenerentola r. A. Rak, I. Cappiello, M. Guarnieri, D. Sansone 20.30 Kráter / Il cratere r. Silvia Luzi, Luca Bellino 11. 12. 20:30 Příběhy lásky, které se nehodí do tohoto světa / Amori che non sanno stare al mondo r. Francesca Comencini

Za podpory Ambasciata d‘I talia a Praga Velvyslanectví Italské republiky v Praze

Kulturní zařízení Ostrava-Jih


XV. FESTIVAL CENTRO-EUROPEO DEL CINEMA ITALIANO

www.mittelcinemafest.cz www.kinolucerna.cz www.kzoj.cz www.kinolucerna.info www.iicpraga.esteri.it https://www.facebook.com/MittelCinemaFest


Alla vigilia della quinta edizione del MittelCinemaFest incontriamo Giovanni Sciola, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga e principale regista di questa manifestazione in Repubblica Ceca

“VI MOSTRIAMO L’ITALIA DI OGGI ATTRAVERSO I FILM” “WE WILL SHOW YOU ITALY THROUGH ITS FILMS” È al portone dello splendido complesso barocco che ci accoglie il Direttore. L’Isti‑ tuto è situato fra le viuzze di Malá Stra‑ na, un luogo talmente ricco di atmosfera da sembrare l’ambientazione ideale per film di vario genere. A poche settimane

dal MittelCinemaFest, unica rassegna di film esclusivamente italiani che si svolge in Repubblica Ceca, è proprio il cinema il motivo del nostro incontro. Questa quinta edizione arriva al te‑ mine di un lustro particolarmente

fruttuoso ed importante per l’arte ita‑ liana della cinepresa, con il successo internazionale di registi come Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e Luca Guadagnino, per non parlare dei pre‑ miatissimi documentari di Gianfranco

area boasting such a suggestive atmosphere that it seems like the ideal setting for films of almost any genre. Just a few weeks away from Mittel-

CinemaFest, the only festival dedicated exclusively to Italian films taking place in the Czech Republic, it is indeed cinema, which is the reason for our visit.

di Lawrence Formisano by Lawrence Formisano

On the eve of the fifth edition of MittelCinemaFest we meet Giovanni Sciola, director of the Italian Institute of Culture in Prague and main director of the event in the Czech Republic Giovanni Sciola

It is at the door of the splendid Baroque complex where the Director welcomes us. The Institute can be found between the narrow streets of Malá Strana, an

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cinema

Rosi, e del fenomeno delle serie ita‑ liane come Gomorra e 1992. Ultima‑ mente anche in Repubblica Ceca film come Perfetti Sconosciuti e Suburra sono rimasti nelle sale praghesi per settimane, un segnale di crescita im‑ portante in un paese dove per lungo tempo non c’è stata traccia di pellico‑ le italiane nelle classifiche dei film più visti dell’anno. Attraversato il chiostro dell’Istituto, con il Castello luminoso che svetta in bella vista, Giovanni Sciola ci riceve nel suo ufficio e inizia la nostra con‑ versazione. “A parte quella immediata, del mo‑ mento in cui si spengono le luci in sala e si proietta il film, la soddisfazione è vedere che si sta dando un contributo

per diffondere la presenza del cinema italiano in questo paese. Il MittelCine‑ maFest in fondo è una piccola opera‑ zione, ma la sua importanza va al di là delle sue poche sere di proiezioni, in quanto produce distribuzione e quindi alimenta una industria, come quella cinematografica, che per l’I‑ talia non ha un carattere secondario” esordisce il Direttore, il quale ci tiene a ricordare anche i costanti rapporti di collaborazione che l’Istituto intrattie‑ ne durante tutto l’anno con il Festival di Karlovy Vary, il Febiofest, lo Jihlava documentary fest, il One World, le Giornate del Cinema Europeo. La prima edizione praghese del Mit‑ telCinemaFest risale al 2013. Sciola aveva assunto l’incarico da pochi

mesi e una manifestazione di questo tipo appariva un po’ una scommessa. “Sì, ma sin da allora abbiamo trova‑ to anzitutto un sostegno convinto dell’Ambasciata d’Italia cui è seguito poi quello per noi assai significativo della Camera di Commercio Italo-ce‑ ca, oltre ad alcuni partner che hanno creduto in questa sfida, compresa la vostra rivista, Progetto RC, che ha ac‑ cettato quasi al buio di promuovere l’evento, di stampare un catalogo e di diffonderlo. Devo dire che in questi anni abbiamo notevolmente consoli‑ dato la presenza della manifestazio‑ ne a Praga, riuscendo anche a farci concedere un contributo finanziario dalla Amministrazione comunale. Così come altri paesi stranieri, che

presentano le loro rispettive cinema‑ tografie attraverso rassegne ad hoc, ora ci siamo anche noi. E nel frattem‑ po, nonostante le ulteriori complica‑ zioni logistiche che questo compor‑ ta, siamo pure riusciti ad allargarci fuori Praga” sottolinea il Direttore, il quale ricorda che anche quest’anno il MittelCinemaFest giungerà nuova‑

growth in a country where for a long time there has been no trace of Italian films in the annual box office charts. Having crossed the Institute’s courtyard with the towering, shining Castle in sight, Giovanni Sciola receives us in his office and our conversation begins.

“Apart from the immediate sensation, from the moment when the lights go out in the hall and the film is projected, the greatest satisfaction is to see a contribution being made in spreading the presence of Italian cinema in this country. MittelCinemaFest is

Il cinema Lucerna di Praga / Cinema Lucerna in Prague

This fifth edition comes towards the end of a particularly fruitful and important five-year-period for Italian cinematic art, with the international success of directors such as Paolo Sorrentino, Matteo Garrone and Luca Guadagnino, not to mention the award-

winning documentaries of Gianfranco Rosi, and the phenomenon of Italian Tv series such as Gomorra and 1992. Recently even in the Czech Republic, films such as Perfect Strangers and Suburra have remained in Prague screening halls for weeks, an important sign of

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La grande bellezza

Smetto quando voglio

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mente a Brno, nel Kino Lucerna, e in assoluto per la prima volta a Ostrava, al Kino Luna. La diffusione fuori dalla Capitale è si‑ curamente un altro aspetto rimarche‑ vole, così non possiamo evitare una domanda sul pubblico a cui è rivolta la manifestazione, tenendo conto

della forte presenza di italiani in Re‑ pubblica Ceca, sempre in crescita. “Quando sono arrivato a Praga, mi ero stupito che non ci fosse un evento come questo, con una etichetta ita‑ liana, nonostante il tradizionale in‑ teresse che in questo Paese si è sem‑ pre avuto per il nostro cinema. Basti

pensare agli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, così come all’attenzione che il Festival di Karlovy Vary e altre importanti rassegne hanno sempre avuto per la produzione italiana. La risposta alla domanda è quindi: il Fe‑ stival lo facciamo chiaramente per il pubblico ceco. D’altra parte non pos‑

fundamentally a small operation, but its importance goes beyond its few projection nights, in that it distributes and therefore nourishes an industry such as cinema, which Italy does not view as being a secondary character”, the Director begins while reminding us of the constant collaborative relationships that the Institute has throughout

the year with the Karlovy Vary Festival, the Febiofest, the Jihlava Documentary Fest, the One World, the Days of European Cinema. The first Prague edition of MittelCinemaFest dates back to 2013. Sciola had had his role assigned to him only a few months earlier, and such an event appeared to be a bit of a gamble. “Yes, but

right from that moment we first found convincing backing from the Italian Embassy, followed by a very significant one from the Italian-Czech Chamber of Commerce, as well as some partners who believed in the challenge, including your magazine, Progetto RC, who accepted almost blindly to promote the event, print a catalog and spread it. I have to say that in these years we have greatly consolidated the presence of the event in Prague, and also managed to get ourselves a financial contribution from the municipal administration. Much like other foreign countries, who present their respective movies through ad hoc festivals, we have now added ours to the list. And in the meantime, despite the additional logistical complications that this entails, we have also managed to expand this presence outside Prague”, underlines the Director, who reminds us that this year MittelCinemaFest will again arrive in Brno, at the Kino Lucerna, but also for the first time ever in Ostrava, at the Kino Luna. The spread outside of the Capital is certainly another remarkable aspect, due

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cinema

siamo trascurare la presenza crescen‑ te e selezionata di nostri connazionali in questo Paese e conseguentemente la loro ‘domanda’ di cinematografia in lingua italiana”. La nostra curiosità si spinge così al metodo di selezione dei film. “Il criterio basilare, che poi corrispon‑ de all’impostazione generale degli Istituti Italiani di Cultura all’estero, è di mostrare l’Italia come è oggi, attraverso quindi la produzione ci‑ nematografica più recente; nel caso nostro, dell’ultimo anno. Si tratta di un progetto e per così dire anche un ragionamento che facciamo con CineCittàLuce, visto che abbiamo una serie di vincoli, e dobbiamo poi aspettare i festival di Cannes e Vene‑ zia per avere un elenco di pellicole e di titoli disponibili. Incide poi la mia scelta personale, visto che spesso spendo parte delle mie vacanze in Italia a vedermi i film e lo faccio già to which we cannot avoid a question regarding the public at the event held, taking into account the strong presence of Italians in the Czech Republic, constantly on the rise. “When I arrived in Prague, I was amazed that there was no event like this, with an Italian label, despite the traditional interest that this country has always had for our cinema. Just think of the Sixties, Seventies and Eighties, as well as the attention that Karlovy Vary and other important festivals have always dedicated towards Italian productions. The answer to the question is therefore: the Festival is clearly oriented towards the Czech audiences. On the other hand, we cannot overlook the growing and selected presence of our compatriots in this country, and, consequently, their ‘demand’ for films in Italian language”. Our curiosity is consequently driven towards the methods of film selection. “The basic criteria, which also correspond to the general approach of the Italian Cultural Institutes abroad, is to show Italy as it is today, hence through

con l’obiettivo di pensare cosa even‑ tualmente poter proporre e far vedere a Praga, a dicembre”. Sciola ci tiene a precisare che le sue scelte non si basano solo sui pareri della critica, ma sulle sue reazio‑ ni personali. “Sono arrivato qui nel 2013, e avevo visto poco prima di partire “Viva la libertà”. Mi sono det‑ to: questo è un bel film che spiega la dinamica della situazione politica ita‑ liana. E fortunatamente si rivelò una scelta indovinata”. Quello di Roberto Andò è stato in realtà uno dei due film che nel 2013

hanno bucato gli schermi e, insieme alla Grande Bellezza di Paolo Sorren‑ tino, hanno spianato la strada al Mit‑ telCinemaFest. Il Direttore mette in rilievo la necessi‑ tà di variare i generi, bilanciando fra commedie e film che abbiano il loro sostrato d’impegno o documentazio‑ ne, evitando gli stereotipi sull’Italia, e assecondando inoltre la richiesta che giunge da Cinecittà di dar spazio ai giovani artisti. La scoperta di giovani talenti è un aspetto che non va tra‑ scurato. Nel 2015 una delle scommes‑ se del festival fu “Non Essere Cattivo”

di Claudio Caligari, con due attori pro‑ mettenti semi-sconosciuti nei ruoli principali: Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Entrambi ormai sono diventa‑ ti i volti del nuovo cinema italiano. Borghi, ora protagonista della nuova serie di Suburra (disponibile su Netflix da novembre), è anche stato a Praga come ospite al MittelCinemaFest. La nostra conversazione prosegue, con un riferimento alla salute attuale del cinema italiano, che rispetto a dieci anni fa, sta attraversando un periodo di grande smalto. Sciola lo sottolinea, esprimendo il proprio entusiasmo e ci‑

I had seen “Long Live Freedom”. I said, this is a wonderful film that explains the dynamics of the Italian political situation well. And fortunately it turned out to be a choice that was spot on”. Roberto Andò’s was actually one of the two films that in 2013 blew everyone away, alongside Paolo Sorrentino’s The Great Beauty, paving the way for the future of MittelCinemaFest. The Director emphasizes the need to vary the genres, with a balance between comedies and films of social commitment or documentary background, avoiding stereotypes about Italy, and also following the request from Cinecittà to give room to young artists.

The discovery of young talents is an aspect that should not be overlooked. In 2015, one of the riskiest choices of the festival was “Don’t be bad” by Claudio Caligari, with two promising semiunknown actors in the main roles: Luca Marinelli and Alessandro Borghi. Both have now become two of the faces of the new Italian cinema. Borghi, now protagonist of the new Suburra Tv series (available on Netflix from November), also came to Prague as a guest at the 2015 MittelCinemaFest. Our conversation continues, with a reference to the current health of Italian cinema, which compared to ten years ago, is going through a golden period.

Perfetti sconosciuti

the most recent film productions; in our case, the last year. This is a project, and so to speak, a consideration we make with CineCittàLuce, given that we have a number of constraints, and then we have to wait for the Cannes and Venice festivals to have a list of available films and titles. It then affects my personal choice as I often spend some of my holidays in Italy watching films, and I do it already with the goal in mind to think about what I can propose and show in Prague in December”. Sciola stresses that his choices are not based solely on the opinions of the critics, but on his personal reactions. “I arrived here in 2013, and just before leaving

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cinema

tando nuovi registi e attori che si sono imposti. Inevitabile a questo punto una nostra provocazione, ricordando come buona parte dei film italiani di mag‑ giore successo degli ultimi anni – da Sorrentino a Garrone e a Munzi – par‑ lino degli aspetti negativi dell’Italia, in particolare di corruzione e criminalità. C’è da preoccuparci, o dobbiamo essere orgogliosi di un cinema che riesce ad affrontare queste tematiche spinose? “Il nostro ruolo di Istituti di cultu‑ ra – risponde il Direttore – non è di fare propaganda, quindi se un’opera

Sciola emphasizes it, expressing his enthusiasm and naming new directors and actors who have made an impression. At this point, a slightly provocative question is almost inevitable, as we recall that many of the most successful Italian films of recent years, from those of Sorrentino to Garrone and Munzi, speak about more negative aspects of Italy, particularly corruption and crime. Are we to worry about this or should we be proud of a cinema that tackles thorny issues? “Our role as cultural institutes”, says the Director, “is not to diffuse propaganda,

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d’arte affronta temi di questo genere, non ho e non abbiamo nessuna re‑ mora a metterla in programmazione. Cerchiamo tuttavia, con la nostra ras‑ segna, di far conoscere anche l’Italia nelle sue innumerevoli sfaccettature”. Concludiamo con un riferimento a que‑ sta quinta edizione e a cosa possiamo aspettarci. Tra i film più attesi segnalia‑ mo Ammore e malavita, una commedia musical sulla camorra, diretto dai fratelli Manetti (i quali saranno anche presenti come ospiti). Gli appassionati delle com‑ medie italiane potranno anche divertirsi

so if a work of art deals with such topics, I and we do not have any qualms in putting it into the programme. We do try however, to get audiences to witness to the many facets of Italy through our festival”. We conclude with a reference to this fifth edition and what can we expect from it. Among the most anticipated films we have to highlight Ammore e malavita, a comedy musical about the Camorra, directed by the Manetti brothers (who will also be present as guests). Fans of Italian comedies will

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con Moglie e marito, con Pierfrancesco Favino nel ruolo principale. Sciola ci in‑ dica anche un paio di “scommesse”, fra cui una in particolare: Fortunata diretto da Sergio Castellitto con Jasmine Trinca nel ruolo della protagonista, una par‑ rucchiera “coatta” che vive nella periferia di Roma. Senza dimenticare un film d’animazione Gatta Cenerentola, opera sfolgorante che racconta la nobiltà e la miseria di Napoli. Come promesso e previsto, si tratta di un programma estremamente varie‑ gato e attraente, che mette in mostra i vari aspetti del Belpaese: il carattere nazionale, i problemi sociali, l’umori‑ smo e lo spirito del popolo, ma anche i nuovi talenti della sua cinemato‑ grafia. A partire dal 30 novembre il pubblico ceco e gli italiani residenti in Repubblica Ceca avranno la possi‑ bilità di scoprire e ammirare il meglio della più recente produzione italiana. L’appuntamento iniziale è quindi al Lucerna, nel più antico cinema ancora in funzione in Europa. also have fun with Moglie e marito, with Pierfrancesco Favino in the leading role. Sciola also mentions a couple of “gambles”, including one in particular: Fortunata directed by Sergio Castellitto with Jasmine Trinca playing the protagonist, a “white trash” hairdresser who lives in the suburbs of Rome. Not to mention an animated film Gatta Cenerentola (Cinderella the Cat), a dazzling work that depicts the nobility and misery of Naples. As promised and anticipated, this is an extremely varied and attractive program that shows the various aspects of the Belpaese: national character, social problems, humour and the spirit of the people as well as the new talents of its cinematography. As of November 30, the Czech audiences and Italian resident in the Czech Republic will have the opportunity to discover and admire the best of the latest Italian productions. The opening screening is at Lucerna, in the country’s capital, in the oldest cinema still operating in Europe.


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ARCHITETTURA FRA SPIE E SUPEREROI ARCHITECTURE: AMONG SPIES AND SUPERHEROES L’estetica praghese degli anni Venti al servizio del cinema contemporaneo di Alessandro Canevari e Claudio Poddie

Praga – si sa – è una città dai mille volti. Il fascino delle sue tante atmo‑ sfere non smette mai di stupire. Ma‑ ghi, demoni, condottieri, intellettuali e “idoli orologeschi” sono solo alcuni dei protagonisti di quelle leggende e quelle storie che ne intessono la sfac‑ cettata identità lungo i secoli. La città stessa origina queste storie e queste storie le danno a loro volta forma, in un incessante processo circolare, che

talvolta si avviluppa su se stesso come una spirale. Al pari di quelle storiche, alcune fi‑ gure finzionali sono profondamente metabolizzate nell’immagine della città. Per questo, probabilmente nes‑ suno si stupirebbe di incontrare per le vie di Malá Strana un indaffarato alchimista in abiti medioevali diretto al Castello, un romanzesco intellet‑ tuale crucciato che passeggia lungo

la Vltava o ancora un gaudente musi‑ cista in parrucca settecentesca uscire trionfante da qualche teatro di Staré Město. Neppure l’incappare in inse‑ guimenti eclatanti con veicoli ultra‑ tecnologici tipici di molti spy movie scomporrebbe néi praghesi néi turi‑ sti, abituati a pensare la città come un luogo incantato in cui realtà e finzio‑ ne hanno inattesi punti di contatto. All’occhio dei più cinici e pragmatici

by Alessandro Canevari and Claudio Poddie

The Prague twenties aesthetics at the service of contemporary cinema

Petschek Palace, 1923 - 1929, Praga. Opera di Max Spielmann. Il palazzo interpreta se stesso nel film Anthropoid (2016) nel ruolo di Quartier Generale della Gestapo, ruolo realmente rivestito durante l’occupazione nazista / Petschek Palace, 1923 - 1929, Prague. Max Spielmann's work. The palace plays itself in the film Anthropoid (2016) in the role of the headquarters of the Gestapo, a role it actually assumed during the Nazi occupation

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architettura architecture

Il Monumento Nazionale di Vítkov nel ruolo del Bureau for Paranormal Research and Defence di Newark, New Jersey, in un fotogramma tratto da Hellboy (2004) di Guillermo del Toro / The National Monument in Vítkov in the role of the Bureau for Paranormal Research and Defense of Newark, New Jersey, in a frame from Hellboy (2004) by Guillermo del Toro

© COLUMBIA PICTURES

questi incontri potrebbero al limite essere derubricati quali ingegnose trovate pubblicitarie o come presenza di qualche set cinematografico. Proprio questa sua aura di luogo incan‑ tato, di città sospesa, frammista tra re‑ altà e finzione ne ha fatto l’ambienta‑

zione ideale per molte storie. Non solo storie raccontate a parole, ma frasi ed immagini della città in azione dinnanzi alla macchina da presa. Sebbene Praga fosse già nota ad Hollywood negli anni ‘30 per la sue straordinaria qualità di location, un

notevole lavoro di promozione è stato compiuto dal Centro Cinematografico Ceco che quest’anno celebra il suo quindicesimo compleanno. Inoltre, la sua collaborazione con la Commis‑ sione Cinematografica Ceca che dal 2004 promuove il paese per girare sia

Prague is known to be a city with a thousand faces. The charm of its countless vibes never ceases to amaze. Wizards, demons, captains, intellectuals and “automata idols” are just a few of the protagonists of those legends and stories that weaved the city’s multifaceted identity over the centuries. The city itself generates these stories and

these stories shape it on their turn, in a continuous circular process, that sometimes wraps around itself like a spiral. Just like some of the historical figures, the fictional ones are deeply assimilated in the city’s image. For this reason, nobody would be surprised to encounter in the streets of Malá Strana a busy alchemist in medieval clothing head-

ing for the Castle, a troubled romantic intellectual walking along Vltava or even a delightful musician wearing an eighteen-century’s wig and exiting triumphant from some theater in Staré Město. Not even running in spectacular chases with ultra-tech vehicles that are typical for many spy movies would disturb neither Praguians nor tourists,

© COLUMBIA PICTURES

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in esterni che all’interno – presso gli storici Barrandov Studios – ha con‑ seguito evidenti risultati. Molti suc‑ cessi internazionali del grande e del piccolo schermo hanno come sfondo proprio la Città dalle cento torri. Nel crescente numero di set ospitati negli ultimi anni Praga non ha interpretato solo se stessa. I suoi scorci, le sue vie e le sue facciate hanno magistralmente recitato nel ruolo di Vienna e di Parigi, accustomed to thinking of the city as an enchanted place where reality and fiction meet unexpectedly. In the eyes of the most cynical and pragmatic ones among us, these encounters might be declassified to ingenious advertising or even part of a movie set. The aura of an enchanted place, of a suspended city, the fragmentation between reality and fiction are precisely the elements that made Prague ideal for so many stories. Not only stories told by words, but instances and images of the city in action in front of the camera. Although Prague was already known in Hollywood in the 30s for the outstanding quality of its location, it has been remarkably promoted by the Czech Cinematographic Center that celebrates this year its fifteenth anniversary. In addition, it achieved remarkable results due to its collaboration with the Czech Cinematographic Commission, which since 2004 has been promoting the country as a shooting set both location and interior, through the memorable Barrandov Studios. Many international

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© COLUMBIA PICTURES

La sede del Ministero dei Trasporti della Repubblica Ceca, 1927-1933, Praga. L’opera di Antonín Engel compare nel film Hellboy (2004) come Machen Library, e come museo in Casino Royale (2006) / The headquarters of the Ministry of Transport of the Czech Republic, 1927-1933, Prague. Antonín Engel's work appears in the movie Hellboy (2004) as Machen Library, and as a museum in Casino Royale (2006)

successes of both television and cinema have as setting the City of one hundred towers. In the growing number of sets hosted in the last few years, the city of Prague has been playing different other

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roles as well. Its views, streets and facades have masterfully performed not only as Vienna and Paris, but also as London and Moscow, along with many fantasy environments.

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Scrolling through these lines the reader will be certainly taken back to the success of Amadeus or to movies like Les Misérables, The Illusionist, The League of Extraordinary Gentlemen, which use the magic of the old town – sometimes under false pretenses – to shoot costume scenes. Likewise, the reader will also reminisce the many spy movies with scenes shot in the city like Mission Impossible, Bad Company or xXx. Its strategic position transformed it during the Cold War in the “city of spies” per excellence, turning it immediately into the perfect scene for spy movies. Already in 1967, the Czech cinema parodied this trend in the movie The End of Agent W4C. Its presence has become so undeniable that, found in the impossibility to shoot on-site without incurring diplomatic accidents, several film producers from the 70s and 80s were forced to look for other European settings. The reader will surely remember Timothy Dalton in the role of James Bond in The Living Daylights meant to facilitate the deser-


architettura architecture

ma anche in quello di Londra e di Mo‑ sca, oltre a quello di molte ambienta‑ zioni fantasia. Scorrere queste righe farà certamente ripensare il lettore a successi del calibro di Amadeus o a ‘pellicole’ che come Les

Misérables, The Illusionist, The League of Extraordinary Gentlemen sfruttano la magia del centro storico – talvol‑ ta sotto mentite spoglie – per girare scene in costume. Parimenti, al letto‑ re sovverranno anche i tantissimi spy

movie che hanno qualche scena girata in città come Mission Impossible, Bad Company o xXx. La sua posizione strategica l’ha tra‑ sformata durante la Guerra Fredda nella ‘città delle spie’ per antonoma‑

sia, rendendone immediatamente auspicabile la presenza nei film di spionaggio. Già nel 1967 il cinema ceco parodiava questa tendenza con il film The End of Agent W4C. La sua presenza era diventata talmente irrinunciabile che, impossibilitate a girare in loco per non incorrere in incidenti diplomatici, diverse pro‑ duzioni degli anni ‘70 e ‘80 si videro costrette a ripiegare su altre location mitteleuropee. Il lettore ricorderà certamente Timothy Dalton nei pan‑ ni di James Bond in The Living Day‑ lights intento a favorire la diserzione di un alto funzionario sovietico. Ebbene, le atmosfere cecoslovacche di quel film furono per l’occasione interamente ricreate nei sobborghi orientali di Vienna. In quest’ottica, insomma, la maggior parte degli spy movie mira necessariamente alla riconoscibilità della città. Per que‑ sto tendono a mostrare scorci pra‑ ghesi estremamente noti, cercando

tion of a senior Soviet official. Well, on this occasion, the Czechoslovak atmosphere of that film was entirely recreated in the eastern suburbs of Vienna. In this sense, most of the spy movies aim specifically towards identifying the city in their scenes. This is why they tend to

show extremely well-known Praguian views, looking for that slightly gloomy, picturesque and subtly unsettling atmosphere – Kafkian – which the city possesses in the collective imagination. Contrarily, Prague – defined already by Rilke as a “gigantic epic poem of

architecture” – offers to the location’s maker an extraordinary heritage capable of fulfilling the scenic and aesthetic needs of the most demanding and sophisticated filmmakers. Throughout history, its strategic position for the international relations has

also gifted it with an oriental-occidental continuous balance, influencing its artistic achievements and creating peculiar architectural experiences in the period between the two world wars. Being in a balance between constructivism and functionalism, the movie

© COLUMBIA PICTURES

© WALT DISNEY STUDIOS

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quell’atmosfera di lieve cupezza pittoresca sottilmente inquietante – kafkiana – che la città ha nell’im‑ maginario collettivo. Al contrario, Praga – già definita da Rilke come un “gigantesco poe‑ ma epico dell’architettura” – offre ai location’s maker un patrimonio straordinario capace di soddisfare le esigenze sceniche ed estetiche dei registi più esigenti e sofisticati. La

sua posizione così strategica per le relazioni internazionali le ha rega‑ lato anche nel corso della storia un continuo oscillare tra oriente e oc‑ cidente, caratterizzandone gli esiti artistici e dando seguito a peculiari esperienze architettoniche tra le due guerre mondiali. In equilibrio tra costruttivismo e funzionalismo, la produzione di quegli anni non dimentica né la lezione di Schinkel

né la secessione viennese, dando origine – oltre all’avventura cubista – ad una generazione di opere la cui severità e parsimonia nella decora‑ zione sfocia in austere astrattezze formali. A distanza di ottant’anni quel design raffinato e dal tempo sospeso ha saputo dar forma all’im‑ maginario di alcuni registi di fama. Assieme ad elementi contempora‑ nei o fantastici si rivela perfetto per comporre ricercate ambientazioni da film, appunto. Il Monumento Nazionale di Vítkov, sulla collina diŽižkov, è certamente uno di questi. La sua aulica solennità diventa nelle immagini di Guillermo del Toro, in Hellboy (2004), sede del Bureau For Paranormal Research And Defense a Newark, nel New Jersey. Solo due anni più tardi il monumento dalla storia travagliata – voluto da productions of those years do not forget Schinkel’s lesson nor the Viennese secession. They create– apart the cubist adventure– a generation of works whose severity and modesty in decoration transforms the austere formal abstractions. Eight years later, that sophisticated design and the suspended time have shaped the imagination of some famous filmmakers. Along with contemporary or fantastic elements, it is perfect for creating sophisticated movie environments. The National Monument of Vítkov, on the hill of Žižkov, is certainly one of these places. Its refined solemnity

FOTO: BLADE II - © NEW LINE CINEMA PRODUCTIONS

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Le torri di ventilazione dello Strahovský tunnel che si ergono sulla collina dinnanzi allo stadio di Strahov, ai piedi delle quali sono girate diverse scene di Blade II (2002) di Guillermo del Toro / The Strahovský tunnel's ventilation towers on the hill in front of Strahov Stadium, at the foot of which several scenes were filmed from Blade II (2002) by Guillermo del Toro


architettura architecture

Masaryk e realizzato dall’architetto Zázvorka – ricompare sul grande schermo. Questa volta presta i suoi spazi ed in particolare la raffinata sala guardaroba degli eventi speciali per girare gli interni della mostra “Body Worlds” visitata dall’agente Bond a Miami in Casino Royale, diretto da Martin Campbell. Ma anche un altro edificio lega con il suo stile anni ‘20 le due “pellicole”. È il palazzo attualmen‑ te sede del Ministero dei Trasporti che in Casino Royale presta le sue facciate

all’edificio ospitante la mostra, men‑ tre in Hellboy diventa la “Machen Library”. La lista potrebbe continuare con l’antica vetreria Inwald a Zlíchov – oggi sede del MeetFactory Art project di David Černý – che presta le sue forme stilizzate per qualche istante alla stazione di Budapest in Mission Impossible – Ghost Protocol o con il più classico Petschek Palace – di Max Spielmann – che compare con il ruolo di se stesso in Anthropoid. Ma la lista certo non finirebbe qui.

L’astrattezza che caratterizza quelle forme che evolve con l’incedere della modernità è radicata nel passato. Ba‑ sti pensare alle decorazioni della sala tardo gotica di Vladislao nel Castello di Praga, opera di Benedikt Ried, per cogliere come la garbata astrattezza contraddistingua da molto tempo le forme architettoniche nella tradizio‑ ne boema, raggiungendo interes‑ santi apici nel periodo di transizione verso la modernità, con l’esperienza cubista e con la declinazione ceca del

La antica vetreria Inwald datata metà anni ’20. Questo edificio interpreta la stazione di Budapest nelle sequenze iniziali di Mission: Impossible - Ghost Protocol (2011) di Brad Bird / The old Inwald glassworks dates back to the mid 1920s. This building doubles for Budapest station in the opening sequences of Brad Bird's Mission: Impossible - Ghost Protocol (2011)

becomes in the images of Guillermo del Toro, in Hellboy (2004), the headquarters of the Bureau for Paranormal Research and Defense in Newark, New Jersey. The monument with a troubled history – wanted by Masaryk and created by the architect Zázvorka – reappears on the big screen only two years later. This time around, it rents its space and in particular the refined wardrobe hall for special events to shoot the interior of the exhibition “Body Worlds”

visited by the agent Bond in Miami, in Martin Campbell’s Casino Royale. But yet another building connects the two movies with its 1920s style. Currently headquarters of the Ministry of Transport, the Palace lends its facades to the building hosting the exhibition in Casino Royale, while in Hellboy the same building becomes the “Machen Library”. The list could continue with the old Inwald glass shop at Zlíchov – now the home of David Černý’s Meet-

Factory Art project – that lends its stylized shapes for a few moments to Budapest’s train station from Mission Impossible – Ghost Protocol or with the classic Petschek Palace – by Max Spielmann – which appears as it is in Anthropoid. However, the list would not end here. The abstractness that characterizes those forms that evolve with the onset of modernity is rooted in the past. It suffices to think about the decora-

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costruttivismo. Le torri di ventilazio‑ ne del Strahovský Tunnel presenti nelle immagini di Blade II – sem‑ pre di Guillermo del Toro – ne sono un esempio. La città ha insomma saputo fare sapiente sintesi dei suoi mille volti con gli influssi della modernità, in‑ tegrandoli nella propria tradizione formale. Le avventure degli agenti segreti e degli anti-supereroi d’autore altro non sono che la conseguenza di un Novecento che ha riconosciuto a Praga un ruolo strategico che tutt’o‑ ra mostra i propri segni sulla città costruita. Una “città delle spie”, in‑ somma, la cui eredità architettonica, raro esempio di astrattezza formale, diventa scenografia unica e ideale per affiancare a fiabeschi demoni storici condottieri ed eleganti uomini con licenza di uccidere. tions of Vladislav’s late Gothic hall in Prague Castle, by Benedikt Ried, to grasp how the dazzling abstractness has been distinguishing for a long time architectural forms in Bohemian tradition, reaching interesting peaks in the transition period to modernity, with the Cubist experience and the Czech declination of constructivism. The Strahovský Tunnel ventilation towers that can be spotted in Blade II – still by Guillermo del Toro – are an example in this way. In fact, the city has been able to make a wise abridgment of its thousand faces with the influences of modernity, integrating them into its formal tradition. The adventures of the secret agents and anti-superheroes are nothing other than the consequence of a twentieth-century that has recognized Prague as having a strategic role that still shows its imprints on the built city. Briefly, “a city of spies” whose architectural heritage is a rare example of formal abstractness that becomes a unique and ideal scene to set side by side fairy-tale historical demons, mercenaries and stylish men with a license to kill.

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Presente a Praga dal 1995, la Bianchi & Partners è specializ‑ zata nella consulenza azien‑ dale, tributaria, societaria, di supporto agli investitori italiani e stranieri. Offre un'assistenza ideale sia agli operatori che en‑ trano nel mercato ceco, sia a quelli già presenti. Si avvale di personale bilingue con profon‑ da esperienza nei vari settori. Opera anche attraverso la filiale di Brno. Present in Prague since 1995, Bianchi & Partners provides company, corporate and fiscal advice, to support Italian and foreign investors. It offers first rate assistance to operators entering the Czech market, as well as to those that are already present. It uses the services of skilled bilingual staff, who have a great experience in the various sectors. It also operates through its Brno branch.

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Alitalia - Società Aerea Italiana (alitalia.com) è la principale compagnia aerea Italiana e ha avviato le operazioni il 1° gennaio 2015. Alitalia vola verso 102 destinazioni, per un totale di 164 rotte e circa 4.500 voli settimanali. Alita‑ lia vanta una delle flotte più moderne ed efficienti al mon‑ do con un’età media di 8 anni. Alitalia è membro dell’alleanza SkyTeam e fa parte, insieme ad Air France-KLM e a Delta Air Lines, della Joint Venture Transatlantica Alitalia - Società Aerea Italiana (alitalia.com) is Italy's largest airline and commenced operations on January 1, 2015. Alitalia flies to 102 destinations, with a total of 164 routes and about 4,500 weekly flights. Alitalia boasts one of the most modern and efficient fleets in the world, with an average age of eight years. It is a member of the SkyTeam alliance and is part of the Transatlantic Joint Venture alongside Air France-KLM and Delta Air Lines.

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Ferrero è uno dei più grandi gruppi dolciari al mondo. Fon‑ data da Pietro Ferrero nel 1946 in Italia, ad Alba, in Piemonte. Altissima qualità, freschezza, innovazione, accurata selezio‑ ne delle materie prime: ecco le parole chiave che consentono ai prodotti Ferrero di essere amati da milioni di consumato‑ ri nel mondo. La Ferrero Česká è stata fondata a Praga nel 1994 e da quell’anno il consumatore ceco puo acquistare prodotti come Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Cioccolato, Kinder Sor‑ presa, Tic Tac. Ferrero is one of the largest confectionery companies in the world, founded by Pietro Ferrero in 1946 in Alba, Piedmont, Italy. High quality, freshness, innovation, careful selection of raw materials are the Ferrero’s key words that make its brands loved by millions of consumers all over the world. Ferrero Česká was founded in 1994 in Prague and since that year Czech consumer could buy products as Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Chocolate, Kinder Surprise, Tic Tac. Karla Engliše 3201/6 150 00 Praha-Smíchov tel: +420 225 020 111 www.ferrero.cz


Fondata nel 1996, Finmed s.r.o. è una società che si oc‑ cupa dell’importazione e com‑ mercializzazione di dispositivi medici, di prodotti ospedalieri monouso e di un’ampia gam‑ ma di accessori chirurgici. La sua sede centrale è stata stabilita a Praga ma Finmed è completamente introdotta nel circuito ospedaliero delle più importanti città della Re‑ pubblica Ceca. Il portafoglio dei prodotti copre vari rami della medicina ufficiale. Finmed S.r.o., founded in 1996, is a company involved in the importation and commercialization of medical devices, hospitals disposables and a wide range of surgical accessories. Its headquarters were established in Prague but Finmed is also fully introduced in the hospital circuit of the most important cities of the Czech Republic. The product portfolio covers several branches of the official medicine.

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Fonica International è un’a‑ zienda specializzata nella progettazione e produzione di diffusori acustici isodinamici di alta fedeltà. Sono prodotti realizzati in Italia, capaci di unire design e funzionalità al miglior livello di tecnologia in‑ ternazionale. L’azienda nasce e si fonda sulla passione per la musica e sulla convinzione di poter creare dei prodotti di qualità straordinaria, senza avere alle spalle un colosso multinazionale. Fonica international is a company that is specialized in the design and manufacture of high-fidelity isodynamic loudspeakers. The products are produced in Italy and combine design and functionality - with state of the art international technology. The company was founded and based on a deep passion for music and on the assumption that it could create products of exceptional quality, without having to rely on the support of a multina­ tional giant.

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SLOVENSKÉ ELEKTRÁRNE, a. s. PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ELETTRICITÀ ELECTRICITY PRODUCTION AND DISTRIBUTION Slovenské elektrárne, azienda del gruppo Enel ed il maggiore produttore di energia elettrica in Slovacchia dove, grazie ad un ottimo bilanciamento delle fon‑ ti, genera il 91% dell’elettricità senza emissioni di gas serra. At‑ traverso la filiale ceca, Slovenské elektrárne è presente anche nel mercato retail ceco, con partico‑ lare attenzione ai clienti business, cui offre elettricità e servizi di ef‑ ficienza energetica per aiutarli a risparmiare su illuminazione, riscaldamento, raffreddamento e altre tecnologie energy intensive. Slovenské elektrárne is an Enel Group company and the largest producer of electricity in Slovakia where, thanks to an ideal production mix, generates 91% of electricity free of greenhouse gas emissions. Through its Czech branch, Slovenské elektrárne operates also in the Czech retail market, with a strong focus on business clients, offering electricity and energy services that help clients to save on lighting, heating, cooling and other energy intensive technologies. ČR branch Rybná 14, 110 00 Praha 1 Česká republika czechrepublic@enel.com www.seas.sk/Inovacie www.seas.sk/clients-czech-republic

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SIAD GAS TECNICI, SPECIALI, MEDICINALI, ALIMENTARI TECHNICAL, SPECIALTY, MEDICAL AND FOOD GASES Fondato a Bergamo nel 1927, SIAD è uno dei principali gruppi chimici italiani ed è attivo nei settori gas industriali, engi­ neering, healthcare, servizi e beni industriali. SIAD è pre‑ sente nel Centro-Est Europa in dodici diversi Paesi, con siti pro‑ duttivi e filiali commerciali. In Repubbli­ca Ceca opera dal 1993 con SIAD Czech e, nel 2005, ha realizzato a Rajhradice, vicino a Brno, uno stabilimento di pro‑ duzione dei gas industriali tra i più tecnologicamente avanzati di tutto il Paese. Founded in Bergamo in 1927, SIAD is one of the most important Italian chemical groups and it is present in the area of industrial gases, engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales offices in twelve different Central and Eastern European countries. In the Czech Republic, it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established an industrial gases production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units in the entire nation. www.siad.cz siad@siad.cz

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APPUNTAMENTI FUTURI Dal 12 ottobre al 28 gennaio

Dal 18 ottobre al 6 maggio

Dal 3 novembre al 25 febbraio

Il Museo della Città di Praga ospita “Villa Tugendhat 1928-2013”, esibizione itinerante organizzata dal Centro di studio e documentazione della villa e dal Museo della Città di Brno. Nata nel 2012 e già alle‑ stita in venticinque città, la mostra presenta al pub‑ blico l’edificio progettato per i coniugi Greta e Fritz Tugendhat negli anni 1929-1930 dall’architetto te‑ desco Ludwig Mies van der Rohe. Quattordici settori tematici ne ripercorrono la storia, dalla nascita al recente restauro. L’atmosfera della villa, patrimonio Unesco che attira a Brno migliaia di turisti, è ricreata da fotografie e pannelli informativi con dettagli de‑ gli arredi di design e di parti iconiche come l’enorme finestra sul giardino. È inoltre presente un modello in scala 1:50 dell’edificio. www.muzeumprahy.cz

“La ricostruzione del Castello di Praga negli anni 19181929” è il titolo di una mostra che coglie la trasforma‑ zione del palazzo a simbolo della neonata repubblica cecoslovacca. Aperta fino al 6 maggio, si tiene nell’ala teresiana del Vecchio Palazzo Reale ed è organizzata dall’amministrazione del Castello assieme al Diparti‑ mento archeologico di Praga come prologo ai festeggia‑ menti per il centenario dello stato ceco. In sette sezioni, reperti archeologici, fotografie e documenti storici e d’archivio seguono i cambiamenti edilizi suggeriti dai costruttori Kamil Hilbert, Karel Fiala o Josip Plečnik che hanno rielaborato la concezione degli spazi per proget‑ tare gli appartamenti presidenziali. Una sezione a sé è dedicata alla ricostruzione della cattedrale di San Vito. www.hrad.cz

La Galleria Nazionale ha allestito a Palazzo Wallen‑ stein una mostra dedicata a Ferdinando II d’Austria, nel 470° anniversario del suo arrivo a Praga, in qualità di governatore della Boemia. Dopo vent’anni si tra‑ sferì in Tirolo dove fece realizzare il castello di Ambras che ha ospitato la prima tappa dell’esposizione, nata dalla collaborazione con il Museo di Storia dell’arte di Venna. Ferdinando fece restaurare il Castello di Praga e costruire la sua residenza estiva Hvězda ed è noto per essere stato un appassionato collezionista e mecenate. La mostra, per metà composta da pezzi provenienti da raccolte estere, include oltre trecento oggetti tra quadri, opere artigiane, armi rinascimen‑ tali, atti di valore e lettere scritte di proprio pugno dall’arciduca e articoli d’uso personale. www.ngprague.cz

From October 12th to January 28th

From October 18th to May 6th

From November 3rd to February 25th

The City Museum in Prague hosts “Villa Tugendhat 1928–2013”, a traveling exhibition organized by the Center of Study and Documentation of the Villa and the City Museum of Brno. Created in 2012 and hosted already in twenty-five cities, the exhibition reveals to the public the building designed in the years 1929-1930 by the German architect Ludwig Mies van der Rohe, for the spouses Greta and Fritz Tugendhat. Fourteen thematic areas are retracing its history, from creation to its recent restoration. The atmosphere of the villa, nowadays a UNESCO World Heritage Site, is recreated through photographs and information panels offering details of the designer furniture and iconic parts such as the huge window on the garden. A 1:50 scale model of the building is also available. www.muzeumprahy.cz

“The reconstruction of Prague Castle 1918-1929” is the title of an exhibition that captures the transformation of the palace as a symbol of the newly born Czechoslovak Republic. Open until May 6th, the exhibition is hosted in the Teresian wing of the Old Royal Palace. It is organized by the Castle’s administration together with the Archaeological Department in Prague, as a prologue for the celebrations of the Czech State’s centenary. Divided in seven areas, containing archaeological findings, photographs and historical and archive documents, the exhibition reveals the construction changes suggested by the architects Kamil Hilbert, Karel Fiala and Josip Plečnik. They have reshaped the space concept for designing presidential apartments. The reconstruction of the Saint Vitus cathedral is presented in an individual section. www.hrad.cz

Palace Wallenstein an exhibition dedicated to Ferdinand II of Austria, on the 470th anniversary of his arrival in Prague as governor of Bohemia. After twenty years, he moved to Tirolo where he rose the Ambras castle, which hosted the first stage of the exhibition. This was born from the collaboration with the History of Art Museum in Vienna. Ferdinand restored the Castle of Prague and built his summer residence, Hvězda, and is known for being a passionate collector and patron. The exhibition, half of its pieces consisting of items from foreign collections, includes more than three hundred objects from paintings, handcrafts, Renaissance weapons, valuable documents and hand written letters by the archduke as well as personal use items. www.ngprague.cz

Villa Tugendhat 1928–2013

Villa Tugendhat 1928–2013

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Sabrina Salomoni

La ricostruzione del Castello di Praga 1918-1929

L’arciduca Ferdinando II

The reconstruction of Prague’s Castle The Archduke Ferdinand II 1918-1929 The National Gallery displayed in

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appuntamenti events

FUTURE EVENTS

Sabrina Salomoni

Dal 15 novembre all’1 aprile

Il 5 dicembre

Il 14 dicembre

La Galleria della Casa Danzante celebra i 130 anni dalla nascita e 60 dalla morte di Josef Lada (18871957) con la mostra “I sette di Josef Lada”, nata in collaborazione con la famiglia dell’artista. I quattro piani dell’edificio accolgono oltre 400 opere, alcune mai esposte prima, che offrono un’ampia panora‑ mica sull’attività di pittore e sulla sua vita personale con i quadri più celebri, illustrazioni per l’infanzia, caricature del periodo creativo meno noto, oggetti personali e altri interattivi, pensati per i più piccoli come l’angolo per la riproduzione delle fiabe. Aper‑ ta fino al primo aprile, è la maggiore retrospettiva dedicata a Lada nell’ultimo decennio, con opere giunte da otto musei, gallerie e collezioni private. Tra i curatori c’è l’omonimo nipote del pittore. www.galerietancicidum.cz

Per il secondo anno consecutivo, la cerimonia con‑ clusiva del Festival del cinema italiano Mittel Cinema Fest è affidata al concerto Classic & Jazz. L’evento, organizzato da Italia Arte Fest e Umbria Music Fest, si tiene nelle sale del cinema Lucerna, sulla praghese Piazza Venceslao. Il Maestro Walter Attanasi dirige il violinista Alessandro Quarta e l’orchestra Czech Vir‑ tuosi in pezzi riarrangiati in una commistione di clas‑ sica e improvvisazioni jazz. La scaletta include l’aria Habanera di Bizet e una selezione di brani di Astor Piazzolla, padre del tango e autore di colonne sonore di pellicole dell’America Latina ed europee come Je‑ anne Y Paul tratto dall’Ultimo tango a Parigi o Obli‑ vion dall’Enrico IV di Bellocchio, senza dimenticare i più noti Adiós Nonino e Libertango. www.kinolucerna.cz

Il 14 dicembre si tiene, nella sala Dvořák del Rudol‑ finum di Praga, il concerto “Dolce duello” che vede protagoniste la mezzo soprano Cecilia Bartoli e la violoncellista Sol Gabetta. Ospite del ciclo “Le stelle mondiali dell’opera 2017”, la Bartoli ha cantato nelle più famose sale concertistiche e, dal 2011 a oggi, si è già esibita varie volte a Praga. L’argentina Sol Gabetta è stata nominata nel 2013 “Strumentista dell’anno” agli Echo Klassik Awards. Queste due artiste di spicco del panorama musicale internazionale hanno inciso in marzo il cd “Dolce duello”, una selezione d’arie barocche per voce e violoncello che include brani di Händel, Albinoni, Caldara o Boccherini, presenti nella scaletta del concerto praghese. L’evento è patrocinato dall’Istituto Italiano di Cultura. ceciliabartolionline.com

From November 15th to April 1st

December 5th

December 14th

The Dancing House Gallery celebrates 130 years from the birth and sixty years from the passing of Josef Lada (1887-1957) with the exhibition “The Sevens of Josef Lada”, born in collaboration with the artist’s family. The four floors of the building are hosting over 400 artworks, some never displayed before. They are offering an impressive overview on the painter’s work and personal life with the most famous paintings, childhood illustrations and caricatures of the lesserknown creative period, personal objects and other interactive, designed for the little ones as a corner of fairy tale reproduction. Open until April, the exhibition is the largest retrospective dedicated to Lada in the last decade, comprising artworks from eight museums, galleries and private collections. Among the curators is the homonymous grandson of the painter. www.galerietancicidum.cz

For the second consecutive year, the closing ceremony of the Italian Film Festival Mittel Cinema Fest is entrusted to the Classic & Jazz concert. The event, organized by Italia Arte Fest and Umbria Music Fest, takes place in Lucerna cinema, in the Praguian Wenceslas Square. Maestro Walter Attanasi directs the violinist Alessandro Quarta and the Czech Virtuosi Orchestra, in pieces re-arranged in a mix of classic and jazz improvisations. The playlist includes Bizet’s Habanera Air and a selection of songs from Astor Piazzolla, founder of tango and author of movie soundtracks in Latin America and Europe, such as Jeanne Y Paul from the The last tango in Paris or Oblivion from Bellocchio’s Enrico IV, without forgetting the best-known Adiós Nonino and Libertango. www.kinolucerna.cz

On the 14th of December, in Dvořák hall of the Praguian Rudolfinum, takes place the concert “Sweet duel” featuring the mezzo-soprano Cecilia Bartoli and the cellist Sol Gabetta. Guest in “World opera stars in 2017”, Bartoli performed in the most famous concert halls and from 2011 until today she performed several times already in Prague. The Argentinian Sol Gabetta was nominated in 2013 “Instrumentalist of the Year” at the Echo Klassik Awards. These two artists of the international music scene recorded the cd “Sweet Duel” in March this year, a selection of baroque arias for voice and cello including songs from Händel, Albinoni, Caldara or Boccherini, present on the playlist of the Praguian concert. The event is supported by the Italian Institute of Culture. ceciliabartolionline.com

Josef Lada alla Casa Danzante

Josef Lada in the Dancing House

Classic & Jazz

Classic & Jazz

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Dolce duello. Cecilia & Sol

Sweet duel Cecilia & Sol

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il mese de La Pagina

Agosto - Settembre 2017

Le principali notizie pubblicate sulla rassegna stampa quotidiana La Pagina

POLITICA (30 agosto) Sarajevo contro Zeman. All’origine della polemica la dichiarazione del Presidente ceco, secondo il quale Bosnia, dove il 45% della popolazione è di religione musulmana, rischia di diventare un rifugio dei terroristi in Europa, dopo la definitiva sconfitta dell’Isis in Siria. Il ministro della sicurezza bosniaco Dragan Mektic le definisce “parole irresponsabili”. Contro Zeman anche l’esponente musulmano della Presidenza tripartita bosniaca Bakir Izetbegovic e il ministro degli esteri Igor Crnadak. --------------------------------------------------------------(7 settembre) Gentiloni a Praga. Il Premier italiano si incontra con l’omologo ceco Bohuslav Sobotka. I pareri continuano a essere diversi sul tema delle quote ricollocazione migranti, ma Gentiloni, in relazione alla crisi degli sbarchi, “registra con interesse la disponibilità della Repubblica Ceca a collaborare con progetti comuni in Africa e nelle operazioni in corso nel Mediterraneo”. Per il resto, sottolineati i rapporti molto buoni fra i due paesi, sia come partner Ue e Nato, sia sul piano bilaterale, con scambi economici e commerciali fiorenti e in forte crescita negli ultimi anni. Per quanto riguarda la Ue, Gentiloni rassicura il premier ceco sul fatto che l’Italia non intende promuovere “circoli chiusi europei” e “alimentare l’idea di una divisione ad esempio tra parte occidentale e orientale dell’Europa”. --------------------------------------------------------------(6 settembre) Autorizzazione a procedere per Babiš. La Camera dei deputati, quando manca circa un mese e mezzo alle elezioni, accoglie la istanza degli inquirenti che indagano sul caso Čapí hnízdo, Nido della cicogna, per il sospetto reato di truffa alla Ue. Coinvolto nella inchiesta anche il braccio destro di Babiš, Jaroslav Faltýnek, capogruppo dei deputati di Ano. --------------------------------------------------------------(11 settembre) Cechi campioni di euroscetticismo. Tre su quattro - quota più elevata fra gli stati del V4 - si sentono cittadini Ue di seconda categoria, secondo sondaggio fra i paesi del Gruppo di Visegrad al quale ha partecipato anche la ceca Median. Da primato nel V4 anche la contrarietà dei cechi rispetto alla eventualità di adottare l’euro, che sfiora l’80%. Il 75% dei cechi è d’accordo con il muro anti migranti realizzato dalla Ungheria di Orban.

CRONACA (1 agosto) Inaugurato ufficialmente il Nukib. Si tratta dell’Ufficio nazionale per la sicurezza cibernetica e informatica, che ha sede a Brno. Dispone per ora di 118 specialisti, che operano in un edificio destinato a ospitarne in futuro quasi 400. Si dividerà i compiti con un ente analogo, l’Nckb, Centro nazionale per la sicurezza cibernetica, e presterà i propri servizi anche a favore del sistema di navigazione satellitare Galileo.

ECONOMIA, AFFARI E FINANZA (1 agosto) Andamento record del Ppf. Il 2016 è stato un anno di vacche molto grasse per il gruppo di cui è proprietario Petr Kellner, l’uomo più ricco della Repubblica Ceca. Il valore degli asset è salito a 730 miliardi di corone, un quarto in più rispetto all’anno precedente. Gli utili consolidati del gruppo, che ha ormai più di 130 mila dipendenti, nel 2016 sono più che

triplicati, arrivando a quasi 30 miliardi di corone. “Anche in un piccolo paese come la Repubblica ceca è possibile fare cose di livello mondiale” è la glossa del 53enne miliardario, nella relazione annuale del gruppo, appena pubblicata. --------------------------------------------------------------(2 agosto) Stop agli allevamenti animali da pelliccia. Dovranno essere chiusi in Repubblica Ceca al più tardi entro la fine di gennaio del 2019. Lo prevede la legge di cui il presidente Miloš Zeman firma la promulgazione. I proprietari otterranno un indennizzo dallo stato, la cui entità sarà fissata dal ministero della Agricoltura. La normativa riguarda solamente gli allevamenti di volpi e di visoni, non anche quelli di conigli e di nutrie, vale a dire animali di cui viene utilizzata anche la carne. --------------------------------------------------------------(3 agosto) Banca centrale aumenta i tassi. Per la prima volta dopo quasi dieci anni, Čnb porta il Repo bisettimanale a 0,25% (in aumento di 0,20 punti percentuali). Immediata la reazione della corona, che si rafforza. Anche il Lombard sale a 0,50%, aumentato di 0,25 punti percentuali, mentre il tasso di sconto è lasciato a 0,05%. La Česká národní banka è la prima banca centrale europea che prende questa decisione da quando è iniziata la crisi dei sub prime. --------------------------------------------------------------(10 agosto) Affitti alle stelle su Na příkopě. Sulla strada di Praga che collega Náměstí Republiky a Václavské náměstí, per un negozio si arriva a pagare 250 euro per mq al mese d’affitto. Gli interessati però non mancano, come emerge da rilevazione Cushman & Wakefield. Tanto per rendere l’idea, le vie più care di Brno non superano i 70 euro al mq. --------------------------------------------------------------(18 agosto) Pagamenti più puntuali in Rep. Ceca. Il Paese, che sino a sette anni fa, era uno di quelli in Europa dove le scadenze di pagamento venivano rispettate con minore tempismo, o comunque al di sotto degli standard medi della Ue, si distingue ora per essere fra quelli più puntuali. La metà delle fatture viene pagata senza ritardi, mentre sette anni non più di tre su dieci. --------------------------------------------------------------(22 agosto) Repubblica ceca “sfasciacarrozze” d’Europa. I giornali segnalano il volume record di usato automobilistico, proveniente per giunta da paesi che invece se ne sbarazzano. La data di fabbricazione, di un quinto delle auto usate importate nel primo semestre di quest’anno, risale a più di 15 anni fa. La causa principale sarebbe la carenza della legislazione ceca in tema di tassazione dei veicoli non efficienti dal punto di vista ecologico. --------------------------------------------------------------(22 agosto) Tempi d’oro per hotel cechi. Un andamento reso possibile dalla massa di turisti che invadono Praga, con la conseguente tendenza di questo settore a diventare piatto sempre più prelibato per gli investitori. Secondo uno studio della PwC, Praga nel 2017 si classificherà fra prime sei città europee con il tasso di crescita più elevato del rendimento delle camere d’hotel, con un incremento previsto su base annua del 5,5%. --------------------------------------------------------------(23 agosto) Lavoratori distaccati, peculiarità ceca. Questo Paese è l’unico fra gli stati della cosiddetta Nuova Europa, che accoglie più lavoratori distaccati Ue di quanti ne abbia in altri

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di GIOVANNI USAI paesi Ue. I primi sono 17200, mentre i secondi solo 10400. Il fenomeno degli emigrati cechi ha un impatto trascurabile sulla economia nazionale e sugli stipendi. E’ quanto emerge da una analisi sulla mobilità pubblicata dal governo di Praga. La propensione dei cechi a trasferirsi all’estero per motivi di lavoro è d’altronde, notoriamente, fra le meno elevate del mondo. --------------------------------------------------------------(25 agosto) Boom spese per animali domestici. In Repubblica Ceca negli ultimi sette anni è stato registrato un aumento di un quarto. Si calcola che più della metà delle famiglie ceche abbia in casa uno o più animali da compagnia. Il 28% un cane, il 19% un gatto, percentuali che collocano i cechi in cima alle classifiche europee. Se si calcolano tutte le spese legate agli animali domestici, si arriva a una cifra complessiva di circa 12,2 miliardi di corone (nel 2016). --------------------------------------------------------------(14 settembre) Grandi Stazioni fa causa a České dráhy. La società di proprietà italiana, sfrattata lo scorso anno dalla gestione della Praha hlavní nádraží, chiede un risarcimento di 1,2 miliardi di corone, circa 46 milioni di euro. L’azione giudiziaria è rivolta nei confronti dell’azienda ferroviaria di stato České dráhy, dell’azienda per le infrastrutture Szdc e del ministero delle Finanze. Grandi Stazioni vuole questa cifra come compensazione dei profitti persi. --------------------------------------------------------------(15 settembre) Sindacati chiedono aumenti. In vista del rinnovo dei contratti collettivi di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori cechi puntano a incrementi di stipendio almeno fra l’8% e il 10% in più. E’ quanto emerge in occasione di un raduno che vede riunirsi a Praga 1500 rappresentanti sindacali di tutto il paese. --------------------------------------------------------------(25 settembre) Rincaro degli appartamenti. Nel secondo trimestre 2017 i prezzi salgono del 10,7% su base annua, arrivando alla cifra media di 49.800 corone per mq. La media più elevata viene raggiunta a Praga, 65.700 czk/mq (122mila czk/ mq nel distretto di Praga 1), mentre le tariffe più basse riguardano Ústí nad Labem, 11.800 czk/mq. E’ quanto emerge dai dati aggiornati del portale CenovaMapa.org della Deloitte, elaborati sulla base dei prezzi indicati nei contratti di compravendita registrati al catasto. La seconda città più cara è Brno (50.700 czk/mq).

VARIE (3 agosto) Sparta Praga fuori da Europa League. Inizia nel peggiore dei modi la stagione della più blasonata squadra ceca, allenata quest’anno da Andrea Stramaccioni, che viene eliminata dalla Stella Rossa di Belgrado nella sfida di qualificazione alla competizione europea. Tempesta di critiche contro il tecnico italiano, superpagato per gli standard cechi e promotore di una rivoluzione che ha portato all’arrivo di dieci nuovi giocatori stranieri. --------------------------------------------------------------(11 agosto) Proposta di Giornata mondiale gioventù a Praga. A lanciarla è la Conferenza episcopale ceca, che punta alla data del 2022 per organizzare nella Capitale ceca questo tradizionale appuntamento del mondo cattolico, al quale di consueto partecipa il Papa. Il progetto dovrà preliminarmente essere discusso con il governo e con il comune di Praga.


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I CAPOLAVORI ITALIANI DELLA GALLERIA NAZIONALE DI PRAGA

Una delle testimonianze più impor‑ tanti del profondo legame culturale tra Italia e Boemia per quanto riguar‑ da il periodo medievale e rinascimen‑ tale è data, oltre che dall’architettura, anche dall’arte pittorica.

Sul territorio dell’attuale Repubblica Ceca esiste, infatti, un numero co‑ spicuo di capolavori della pittura ita‑ liana che vanno dal XIV al XVI secolo attualmente custoditi in parte presso le collezioni della Galleria Nazionale

di Praga, in parte presso importanti raccolte private presenti nel resto del Paese. I dipinti italiani di epoca me‑ dievale e rinascimentale in Cechia si contano in diverse centinaia e ciascuno di essi è stato sottoposto, soprattutto a

Tra arte gotica e rinascimentale, una selezione tra le più importanti e rappresentative opere italiane nella prestigiosa collezione capitolina dì Mauro Ruggiero by Mauro Ruggiero

From Gothic art to Renaissance, a selection of the most important and representative Italian artworks in the prestigious Capitoline collection

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Antonio Vivarini: Il polittico dell’“Adorazione del bambino e quattro santi” / The polyptych “Adoration of the Child with Saints”

Besides architecture, the art of painting is one of the most important testimonies of the profound cultural connection between Italy and Bohemia, regarding the medieval and Renaissance period. Nowadays, the Czech Republic hosts a large number of Italian painting

masterpieces from the fourteenth to the sixteenth century. Part of them are currently found in the collections of the National Gallery of Prague and the others within important private collections present in the rest of the country. Czechia shelters hundreds of different paintings of the medieval and

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renaissance times and each of them has been subjected, mostly starting the twentieth century, to extensive investigations and studies to clarify their identity and other fundamental aspects. Nowadays, the National Gallery in Prague hosts a particularly rich fund of early Italian paintings, which


arte art

THE ITALIAN MASTERPIECES OF THE NATIONAL GALLERY OF PRAGUE partire dal XX secolo, a indagini e studi approfonditi al fine di chiarirne l’iden‑ tità e altri aspetti fondamentali. Un fondo particolarmente ricco di primi‑ tivi italiani, che unisce insieme opere che vanno principalmente dal 1330 al 1550, è proprio quello conservato oggi presso la Galleria Nazionale di Praga, che comprende dipinti provenienti da diverse fonti ed è il più cospicuo e im‑ portante del Paese. La base della vasta raccolta della Gal‑ leria è costituita da quella che fu un tempo la collezione personale d’arte dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Este, conservata a lungo presso il castello ceco di Konopiště. Questa raccolta fu messa insieme alla fine del XVIII secolo dal marchese Tommaso degli Obizzi e passata successivamen‑ te al ramo austriaco della famiglia

d’Este. Alla caduta dell’Impero Au‑ stroungarico, nel 1918, la collezione passò di fatto al nuovo Stato della Repubblica Cecoslovacca e consi‑ steva di due parti fondamentali: la prima costituita da opere pittoriche principalmente fiorentine e senesi, la più importante delle quali è “Il com‑ pianto” di Lorenzo Monaco, del 1408; la seconda, invece, formata da opere pittoriche di scuola veneziana e dell’I‑ talia settentrionale, caratterizzata soprattutto dal complesso dei dipinti di Vivarini, come la “Crocifissione” e il polittico dell’“Adorazione del bambi‑ no e quattro santi”. La collezione dei primitivi italiani costituisce uno dei fiori all’occhiello della Galleria Nazionale di Praga sia per essere una delle prime raccolte di questo genere, sia per la qualità e

merges artworks dating mainly from 1330 to 1550. It includes paintings from different sources and is the most significant and important of this kind of collection of the country. The basis of the vast Gallery’s collection is the former personal art collection of the Archduke Franz Ferdinand of Austria-Este, which was preserved for a long time at the Czech castle of Konopiště. This collection was put together at the end of the eighteenth century by the Marquis Tommaso degli Obizzi and it was later passed to the Austrian branch of the Este family. Upon the fall of the Austro-Hungarian Empire, in 1918, the collection was attributed de facto to the new state of the Czechoslovak Republic. It consisted of two fundamental parts: the first one comprised mainly Florentine and Sienese paintings, whose main artwork is “Lamentation” (“Il compi-

in Prague, both for being one of the first collections of the kind as well as for the quality and the state of preservation of the artwork itself. During the Second World War and especially after this period, other paintings have been added to the original fund. They can be admired nowadays in the exhibition halls of this prestigious Czech cultural institution. As we will not be able to detail here all the works of the collection, we offer you here below, as an example, a small selection of the most important and representative artworks. We will begin with the already above-mentioned artwork: Lorenzo Monaco’s “Lamentation” (“Il Compianto”). Baptized as Pietro di Giovanni (1370- 1425), the artist was a Christian monk, a painter and Tuscan miniaturist and among the last exponents of the Giottesque style that preceded

Lorenzo Monaco: “Il Compianto” / “Lamentation”

anto”) of Lorenzo Monaco, from 1408. However, the second part comprises paintings of the Venetian school and Nordic Italy, defined mainly by Vivarini’s paintings, like “Crucifixion” (“La Crocifis-

sione”) and the polyptych “Adoration of the Child with Saints” (“Adorazione del bambino e quattrosanti”). The early Italian art collection is one of the center pieces of the National Gallery

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Antonfrancesco di Giovanni dello Scheggia: “Il Rapimento di Elena” / “The abduction of Helen”

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lo stato di conservazione delle opere stesse. Al fondo originario, nel corso degli anni, soprattutto dopo la Secon‑ da Guerra Mondiale, si sono aggiunti altri dipinti che oggi possono essere ammirati nelle sale di questa impor‑ tante istituzione culturale ceca. Non

potendo trattare qui tutte le opere che fanno parte della collezione, of‑ friamo di seguito, a titolo esemplifi‑ cativo, una piccola selezione tra le più importanti e rappresentative. Iniziamo con l’opera già citata: “Il Compianto”, di Lorenzo Monaco, il cui

nome di battesimo era Piero di Gio‑ vanni. Il di Giovanni (1370-1425) fu un monaco cristiano, pittore e minia‑ tore toscano, tra gli ultimi esponenti dello stile giottesco che precede la rivoluzione rinascimentale di Bea‑ to Angelico e di Masaccio. L’opera

the Renaissance Revolution of Beato Angelico and Masaccio. The fifteenth century artwork in Prague is a watercolor on wood in which the artist represents Christ, after being crucified, in the arms of Virgin Mary and contemplated by other figures of the holy books. The painting is one of the

most important of its time exhibited in the National Gallery and reflects the influence of Giotto’s typical style on the author’s masterpieces. The other painting that we have already mentioned previously is Antonio Vivarini’s “Crucifixion” (“Crocifissione”), which represents the main

part of the Venetian School and Northern Italy’s fund. Also known as Antonio da Murano (1418-1476/84), Vivarini was a painter of Andrea da Murano’s school and his works are highly influenced by Gentile da Fabriano. Preserved in Prague, this artwork was probably created with the painter Gio-

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praghese, del 1408, è una tempera su legno in cui l’artista rappresenta il Cristo, dopo la crocifissione, tra le braccia della Vergine e contemplato da altre figure delle sacre scritture. L’opera è una delle più importanti tra quelle di questo periodo esposte presso la Galleria Nazionale e testi‑ monia l’influenza dello stile tipico di Giotto sull’autore. L’altra opera già citata, che rappresenta maggiormente la parte del fondo con lavori di scuola veneziana e dell’Italia Settentrionale, è invece la “Crocifissio‑ ne” di Antonio Vivarini, anche detto Antonio da Murano (1418-1476/84). Vivarini fu un pittore della scuola di Andrea da Murano e le sue opere sono profondamente influenzate da Gentile da Fabriano. Questa opera conservata a Praga fu realizzata probabilmente in‑ sieme al pittore Giovanni d’Alemagna e raffigura Cristo sulla croce circondato da una schiera di altre figure evangeli‑ che, bibliche e angeli. L’opera, ricca di simboli, è realizzata su legno. vanni D’Alemagna and depicts Christ on the cross, surrounded by a multitude of other evangelical, biblical and angelic figures. Abounding in symbols, this artwork was created on wood. Another great painting created by Vivarini and D’Alemagna is the polyptych “Adoration of the Child with Saints” (“L’adorazione del bambino e Quattro santi”). The core of the painting illustrates an adoration with the Holy Family and the lateral parts depict Saint Francis of Assisi, Bartholomew, Nicholas of Tolentino and Anthony of Padua. Until the end of the seventeenth century, the polyptych was to be found in the Saint Francis Church in Padua. Afterwards, it was transferred to the castle of Konopiště somewhere between the eighteenth and the nineteenth century. However, the attribution of “Noli me tangere”, a great painting on wood made by a student of Piero della Francesca, is highly discussed. The core depicts Christ and Mary Magdalene

Un’altra opera artistica di grande pregio realizzata dagli artisti Vivarini e D’Ale‑ magna è il polittico con “l’Adorazione del bambino e quattro santi”. Il dipinto raffigura nella parte centrale un’ado‑ razione con la Sacra Famiglia e nelle parti laterali i santi Francesco d’Assisi,

Bartolomeo, Nicola da Tolentino e An‑ tonio da Padova. Il polittico in questione si trovava, fino alla fine del XVII secolo, nella chiesa padovana di San Francesco per poi essere trasferito nel castello di Konopiště in un periodo non ben preci‑ sato tra il XVIII e il XIX secolo.

Discussa è invece l’attribuzione del “Noli me tangere”, un grande dipinto su legno realizzato certamente da un allievo di Piero della Francesca. Nel dipinto si vede Cristo al centro della scena con Maria Maddalena inginoc‑ chiata sulla sinistra. Ai lati del Cristo

Agnolo Bronzino: “Ritratto di Cosimo I de’ Medici” / “Portrait of Cosimo I de’ Medici”

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una serie di santi tra cui San Giovanni Evangelista, Sant’Agostino, la Vergine e altre figure sacre. Antonfrancesco di Giovanni dello Scheggia (1441-1476) è probabilmen‑ te l’autore di due opere interessanti: “Il giudizio di Paride” e “Il Rapimento di Elena”. Si tratta di due pannelli di‑ pinti, ispirati alle vicende mitologiche narrate da Omero, parti un tempo di un baule per corredo. Il primo pannel‑ lo raffigura Paride con in mano una mela d’oro nell’atto di scegliere a chi consegnarla tra le dee Hera, Afrodite e Atena. Il secondo, invece, riproduce sempre Paride nel momento in cui ra‑ pisce Elena di Sparta per portarla sulla sua nave e condurla a Troia. Del 1560 è invece il “Ritratto di Co‑ simo I de’ Medici”, un olio su legno,

Agnolo Bronzino: “Ritratto di Eleonora di Toledo” / “Portrait of Eleonora of Toledo”

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kneeling down on the left side. On both sides of Christ there is a series of saints including Saint John the Evangelist, Saint Augustine, the Virgin Mary and other sacred figures. Antonfrancesco di Giovanni dello Scheggia (1441-1476) is probably the author of two interesting artworks: “The Judgement of Paris” (“Il

giudizio di Paride”) and “The abduction of Helen” (“Il Rapimento di Elena”). Inspired by Homer’s mythological stories, these are two painted panels which were part for a while of a wedding chest. The first panel depicts Paris holding a golden apple in his hand preparing to choose who to give it to between the god-

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desses Hera, Aphrodite and Athena. However, the second one represents still Paris in the very moment of the abduction of Helen of Sparta who is being taken on the ship to be transported to Troy. The “Portrait of Cosimo I de’ Medici” (“Ritratto di Cosimo I de’ Medici”), an oil on wood by Agnolo Bronzino (1503-1572), dates back to the year 1560. Agnolo di Cosimo di Mariano, disciple of Jacopo Pontormo, is known as “the Bronzino” and was one of the most refined representatives of the Florentine mannerism, known mostly for being one of the most skilful portraitists of the Medici court. Another Bronzino’s magnificent painting, preserved in Prague, is the “Portrait of Eleonora of Toledo”, created between 1540-1545. Eleonora, daughter of the viceroy of Naples, married Cosimo I de’ Medici. Bronzino depicts the duchess with the right hand resting on her abdomen, probably indicating her state of pregnancy and embellishes the noble woman’s hand with two rings majestically painted in the finest details. Giovan Francesco Caroto (1480-1555) was an apprentice of Liberale from Verona, but was also influenced by other


arte art

opera di Agnolo Bronzino (15031572). Agnolo di Cosimo di Mariano, discepolo di Jacopo Pontormo e cono‑ sciuto come “il Bronzino”, fu un pittore tra i più raffinati del Manierismo fio‑ rentino e noto soprattutto per essere stato uno dei più abili ritrattisti della corte medicea. Sempre a Praga è con‑ servato un altro magnifico dipinto del Bronzino: si tratta del “Ritratto di Eleonora di Toledo” realizzato tra il 1540 e il 1545. Eleonora, figlia del viceré di Napoli, andò in sposa a Co‑ simo I de’ Medici. Il Bronzino dipinge la duchessa con la mano destra pog‑ giata sull’addome, probabilmente ad indicarne lo stato di gravidanza, e adorna la mano della nobile con due anelli dipinti magistralmente in ogni loro dettaglio. artists such as Andrea Mantegna, Lorenzo Costa and Correggio. Caroto is the author of the painting “Saint John in Patmos” (“San Giovanni in Patmos”) acquired by the National Gallery in Prague from a Viennese collection in 1923. The painting on wood is characterized by a rich plasticity of colors and a softness of shapes. The painting is one of the most extraordinary in the collection of early Italian artwork from the fourteenth and the sixteenth centuries and one of the most studied painters among scholars. The scene describes a young Saint John the Evangelist in a moment of rest or meditation, in exile on the island of Patmos where he is creating the Book of Revelation. Next to the prophet, on the lower side, a black eagle rests on an open book with white pages having its beak on the sheets as if preparing to write. Beside the painters mentioned here, there are many other Italian artists of the medieval and Renaissance times whose artworks can be admired in the National Gallery of Prague; a truly extraordinary collection nurtured in Czech Republic, a tangible proof of the value and the influence that the Italian art schools of that time have had outside the Italian peninsula.

Giovan Francesco Caroto (1480-1555) fu un allievo di Liberale da Verona, ma subì anche l’influsso di altri arti‑ sti come Andrea Mantegna, Lorenzo Costa e il Correggio. Caroto è autore del dipinto “San Giovanni a Patmos” che la Galleria Nazionale di Praga ac‑ quistò da una collezione viennese nel 1923. L’opera su legno è caratterizzata da una ricca plasticità dei colori e dal soffice modellamento delle forme. Il dipinto è uno dei più straordinari

della collezione di primitivi italiani dei secoli XIV e XVI e anche uno dei più analizzati dagli studiosi. La scena raffigura un giovane San Giovanni Evangelista in un momento di riposo o meditazione in esilio sull’isola di Patmos dove sta componendo il libro dell’Apocalisse. Accanto al veggente, in basso, un’aquila di colore nero pog‑ gia su un libro aperto dalle pagine bianche con il becco sui fogli come intenta a scrivere.

Molti altri, oltre a quelli qui cita‑ ti, sono gli artisti italiani di epoca medievale e rinascimentale le cui opere è possibile ammirare nella Galleria Nazionale di Praga; una collezione davvero straordinaria presente nella Repubblica Ceca, prova tangibile del valore e dell’in‑ fluenza che le scuole d’arte italiane del periodo in esame hanno eser‑ citato anche fuori dai confini della penisola italica.

Giovan Francesco Caroto: “San Giovanni a Patmos” / “Saint John the Evangelist on Patmos”

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È il primo hotel della catena Alchymist Group di Giorgio Bo‑ nelli. Situato nel centro di Praga, ai piedi del Castello e a pochi minuti dal Ponte Carlo, sorge in un palazzo cinquecentesco. Arredo barocco, camere spa‑ ziose e lussuose, confort all’a‑ vanguardia, personale attento a ogni esigenza. L’hotel ospita il ristorante Aquarius per viziare gli ospiti con pasta fatta in casa e pregiati vini italiani, e l’Ecsotica Spa, che garantisce un totale relax con le sue strutture per la sauna, il fitness e le piscine. It is the first hotel in the chain of Giorgio Bonelli's Alchymist Group. Located in the centre of Prague, at the foot of the Castle, a few minutes from Charles Bridge, it appears in a sixteenth century palace. Baroque furnishings, spacious rooms and avantgarde luxurious comfort, attentive to all needs. The hotel houses the restaurant Aquarius to pamper guests with homemade pasta and fine Italian wines, and the Ecsotica Spa, which guarantees total relaxation with its sauna facilities, gym and swimming pools.

La Ballerina è l’ultimo hotel dell’Alchymist Group. A pochi passi dalla casa danzante e dal‑ la Moldava, l’albergo è situato in un palazzo neoclassico, con trenta camere all’insegna del gusto italiano. Raffinato ma sobrio, con una politica dei prezzi moderata, la Ballerina è un urban concept: un hotel ele‑ gante con il servizio e l’ospitalità garantiti dal gruppo Alchymist. Gli ospiti possono usufruire di servizi aggiuntivi, come spa o ristorante, negli altri alberghi praghesi della catena Alchymist. La Ballerina is the last hotel of the Alchymist Group. A few steps from the Dancing house and from the Vltava River, the hotel is situated in a neoclassical building, with thirty rooms with an Italian flavour. Refined yet understated, with a moderate pricing policy, la Ballerina is an urban concept: a stylish hotel with the service and hospitality guaranteed by the Alchymist group. Guests can take advantage of additional services such as spa or restaurant, in the other hotels in Prague of the Alchymist chain.

Ovenecká 315/32 170 00 Praha 7 tel. +420 220 570 696 info@mylift.cz www.mylift.cz

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Dittrichova 20 12000 Praha tel. +420 221 511 100 www.ballerinahotel.com

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ASSOCIAZIONE ONLUS

ASSIS è una Onlus con sede a Bratislava nata nel 2006 per promuovere le relazioni cul‑ turali fra Slovacchia e Italia. Fin dalla sua nascita ha av‑ viato una collaborazione con enti locali, organizzazioni e imprese a livello europeo ed internazionale. A tale scopo ha organizzato una serie di eventi per sostenere progetti e attività in tutte le sfere della vita so‑ ciale, culturale, educativa ed economica. ASSIS is a non-profit organization based in Bratislava, founded in 2006 to promote cultural relations between Slovakia and Italy. Since its inception, it started collaborations with local authorities, organizations and businesses at European and international level. To this end, it has organized a series of events to support projects and activities in all spheres of social, cultural, educational and economic life.

Sládkovičova 3 811 06 Bratislava Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 222 327 822 assis@assis.sk www.assis.sk

ITALIA ARTE FEST

VINCANTO RISTORANTE PIZZERIA

Italia Arte Fest è un festival che dal 2011 porta in Repubblica Ceca e Slovacchia la musica italiana. L’iniziativa - ideata e diretta dal celebre maestro Walter Attanasi - ha l’obiettivo di creare un network internazio‑ nale che, a partire dalla musica, promuova l’arte italiana. Il festi‑ val si avvale della collaborazione di prestigiose realtà artistiche e si è ormai imposto come un im‑ portante strumento di scambio culturale fra i Paesi. È realizzato in collaborazione con Umbria‑ MusicFest e con IBC Group. Italian Art Fest is a festival that since 2011 brings Italian music to the Czech Republic and Slovakia. The initiative - conceived and directed by the famous director Walter Attanasi - aims to create an international network that, starting from music, will promote Italian art. The festival relies on the collaboration of prestigious artistic realities and has established itself as an important instrument of cultural exchange between various countries. It is produced in collaboration with UmbriaMusicFest and the IBC Group.

Il ristorante Vincanto nasce a Praga per far apprezzare la più genuina tradizione gastrono‑ mica italiana. Basa la propria filosofia sull’offerta di un menù che propone esclusivamente le ricette italiane preparate con i migliori prodotti, molti dei quali si possono acquistare di‑ rettamente nel locale. Oltre a un’ampia scelta di pizze cotte in forno a legna, offre pasta fresca, piatti tipici regionali accompa‑ gnati da eccellenti vini italiani e da un ottimo caffè. The restaurant Vincanto was opened in Prague to allow people to enjoy truly authentic Italian culinary traditions. It bases its philosophy on a menu that offers exclusively Italian recipes, prepared with the best products, many of which can be bought directly on the premises. In addition to a wide selection of pizzas cooked in a wood oven, it offers fresh pasta and traditional regional dishes accompanied by excellent Italian wines and coffee.

Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 224 941 041 umfest@gmail.com www.umbriamusicfest.it

Klimentská 40 110 00 Praha 1 Tel.:+420 224 815 192 www.vincanto.cz Info@vincanto.cz

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ANNIVERSARI CECHI CZECH ANNIVERSARIES

di Mauro Ruggiero

Nasceva Alois Rašín, ministro delle finanze e politico Alois Rašín, the Minister of Finance and Politician, was born 150 ANNI FA 150 YEARS AGO

Il 18 ottobre del 1867 nasceva Alois Rašín, poli‑ tico ed economista cecoslovacco di notevole ri‑ lievo. Laureato in Giurisprudenza, partecipò atti‑ vamente nel corso della Prima Guerra mondiale al movimento separatista ceco, e nel 1915 venne per questo arrestato. Nel processo, che durò dal 6 dicembre 1915 al 3 luglio 1916, Rašín venne condannato a morte insieme a Karel Kramář, Vincent Červinka e Josef Zamazal per spionaggio e alto tradimento verso l’Impero austro-ungari‑ co. Solo grazie all’intervento di Carlo I d’Austria venne assolto diventando così un eroe nazionale agli occhi del popolo ceco. Il 28 ottobre 1918 di‑ chiarò l’indipendenza della Cecoslovacchia e fu autore di testi di legge per il nuovo Paese. Come primo ministro delle Finanze (1918-19) riuscì ad assicurare una buona organizzazione finanziaria e una forte stabilità monetaria al paese. Il 5 gen‑ naio 1923 Alois Rašín venne assassinato a colpi di pistola nella sua abitazione dal diciannovenne anarchico Josef Šoupal.

Moriva Tomáš Garrigue Masaryk Tomáš Garrigue Masaryk died 80 ANNI FA 80 YEARS AGO

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On October 18, 1867, Alois Rašín, the Czechoslovak politician and economist, was born. Having graduated in Law, he actively participated in the First World War in the Czech separatist movement, and in 1915 he was arrested for this. In the trial, which lasted from 6 December 1915 to 3 July 1916, Rašín was sentenced to death with Karel Kramář, Vincent Červinka and Joseph Zamazal for espionage and high treason against the Austro-Hungarian Empire. Only thanks to the intervention of Charles I of Austria, was he absolved, consequently becoming a national hero in the eyes of the Czech people. On October 28, 1918, he declared the independence of Czechoslovakia and was the author of legal texts for the new country. As Prime Minister of Finance (1918-19) he managed to secure a good financial organization and strong monetary stability in the country. On January 5, 1923, Alois Rašín was assassinated at gunpoint in his home by the nineteen-year-old anarchist Josef Šoupal.

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Esattamente 80 anni fa, il 14 settembre del 1937, scompariva Tomáš Garrigue Masaryk, uomo dal gran‑ de carisma che ha contribuito a fare la storia della Cecoslovacchia. Masaryk è stato un sociologo, filoso‑ fo e politico tra le personalità più importanti del suo tempo. Laureato in Filosofia iniziò ad insegnare prima all’Università di Vienna e successivamente a Praga. Fin da giovane fu molto attivo nella vita politica e pub‑ blica. Fu, tra le altre cose, il fondatore dell’Università di Brno in seguito ad egli intitolata. Durante la Prima Guerra Mondiale divenne uno dei principali rappre‑ sentanti del movimento separatista che mirava alla creazione di uno stato Cecoslovacco indipendente. Nel 1918 fu eletto primo Presidente della Cecoslovacchia, rimanendo in carica fino al 1935, quando abdicò in fa‑ vore di Edvard Beneš per problemi di salute. A 80 anni dalla sua morte viene ancora oggi visto come esem‑ plare simbolo di democrazia, umanità e moralità. Du‑ rante i suoi 69 anni di vita ha combattuto attivamente per l’idea di uno stato cecoslovacco libero e autonomo e per questo viene celebrato come uno dei grandi in‑ novatori del XX secolo.

Exactly 80 years ago, on September 14, 1937, Tomáš Garrigue Masaryk, a man of great charisma who contributed to the history of Czechoslovakia, passed away. Masaryk was a sociologist, philosopher and politician, and among the most important personalities of his time. Having graduated in Philosophy he began teaching firstly at the University of Vienna, and later in Prague. Ever since he was young he was very active in political and public life. He was, among other things, the founder of the University of Brno from which his name was later taken. During the First World War he became one of the main representatives of the separatist movement aimed at the creation of an independent Czechoslovak state. In 1918, he was elected first President of Czechoslovakia, remaining in office until 1935, when he abdicated in favour of Edvard Beneš due to health problems. Eighty years after his death, he is still seen as an exemplary symbol of democracy, humanity and morality. During his 69 years of life he actively fought for the idea of a free and autonomous Czechoslovak state and is therefore celebrated as one of the great 20th century innovators.

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storia history

La manifestazione studentesca "Chceme světlo"! The student protest "Chceme světlo"! 50 ANNI FA 50 YEARS AGO

“Vogliamo la luce, vogliamo più luce” era il motto di protesta degli studenti del dormitorio di Stra‑ hov contro le continue interruzioni della corrente elettrica, mancanza di acqua e riscaldamento purtroppo all’ordine del giorno in quegli anni. Quella notte del 31 ottobre 1967, la corrente si era interrotta di nuovo nella casa dello studente, così circa 2000 studenti iniziarono una marcia di protesta verso il centro della città con candele in mano. Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cecoslovacco, riunito al Castello di Praga, decise di fermare la protesta. Il corteo fu dissipato nel quar‑ tiere di Malá Strana dalla pubblica sicurezza, alcu‑ ni studenti furono brutalmente picchiati, dando il via a nuove ondate di protesta. Per la prima volta la stampa parlò apertamente della violenza con cui la manifestazione studentesca fu repressa e gli eccessi della polizia furono condannati anche dal‑ la maggior parte degli accademici dell’Università di Praga. L’evento fu tra le prime avvisaglie della nuova stagione riformista del ‘68.

Moriva il pittore Jan Zrzavý The painter Jan Zrzavý died 40 ANNI FA 40 YEARS AGO

“We want light, we want more light”, was the motto of the protest from the students of Strahov’s dorm against the continued power outages, lack of water and heating, unfortunately the order of the day in those years. That night on October 31, 1967, the current was interrupted again in the student’s home, so around 2,000 students began a protest march toward the city centre with candles in their hands. The Central Committee of the Czechoslovak Communist Party, gathered at the Prague Castle, decided to stop the protest. The march was disbanded in the Malá Strana neighborhood by public security, some students were brutally beaten, launching a new wave of protests. For the first time the press spoke openly of the violence with which the student demonstration was repressed, and police excesses were also condemned by most academics at the University of Prague. The event was one of the first warnings of the new reformist season of ‘68.

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Il 12 ottobre del 1977 moriva a Praga, all’età di 87 anni, il pittore, grafico e illustratore ceco di fama internazionale Jan Zrzavý. Nato il 5 novembre del 1890 in un villaggio vicino a Německý Brod, si formò come autodidatta e poi studiò presso l’Accademia di Belle arti di Praga, da cui venne in seguito espulso. Viaggiò soprattutto in Francia dove frequentò artisti e intellettuali dell’epoca e dopo la guerra divenne professore presso l’Univer‑ sità Palacký di Olomouc. Nel 1966 fu insignito del titolo di “Artista nazionale cecoslovacco”. Zrzavý è stato un artista chiave del modernismo ceco ed europeo dei primi anni del ‘900. Fu un simbolista e la sua arte risentì molto della tradizione medieva‑ le, della paesaggistica francese e italiana. La sua poetica è ricca di temi legati al pensiero esoterico in voga in quegli anni. Nel 1910 fu fondatore del movimento artistico e letterario ceco “Sursum” (1910-1912), influenzato dalla teosofia e dall’oc‑ cultismo, i cui esponenti volevano descrivere nelle loro opere la vita dell’anima e del profondo dell’essere umano.

On October 12, 1977, the renowned Czech painter, graphic designer and illustrator Jan Zrzavý died in Prague at the age of 87. Born on November 5, 1890 in a village near Německý Brod, he became a self-taught student, before studying at the Prague Academy of Fine Arts, where he was later expelled. He traveled mainly in France where he spent time with artists and intellectuals of the time, and after the war he became a professor at the Palacký University of Olomouc. In 1966 he was awarded the title “Czech National Artist”. Zrzavý was a key artist of Czech and European modernism in the early 1900s. He was a symbolist and his art was heavily influenced by the medieval tradition of French and Italian landscapes. His poetry is rich in themes related to esoteric thinking in vogue in those years. In 1910 he was the founder of the Czech artistic and literary movement “Sursum” (1910-1912) influenced by theosophy and occultism, whose exponents wanted to describe in their works the life of the soul and the depths of the human being.

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NOVITÀ EDITORIALI NEW PUBLICATIONS

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di Mauro Ruggiero

“Breve guida alla sintassi italiana” è il titolo del libro, edito da Franco Cesati Editore, del ricercatore italiano Francesco Bianco dell’Università “Palacký” di Olomouc. Bianco è uno studioso esperto di sintassi dell’italiano antico e moder‑ no, italiano letterario, italiano burocratico e altro. Questa “Breve guida alla sintassi italiana” nasce con l’obiettivo di fornire un quadro chiaro, semplice e scientificamente aggiornato sul tema analizzato. I quattro capitoli del vo‑ lume, corredati da centinaia di esempi e da un glossario finale, sono nati con lo scopo di fornire uno strumento di orientamento a insegnanti, studenti e semplici appassio‑ nati di lingua attraverso le strutture sintattiche dell’italia‑ no scritto e parlato. “A me mi” si può dire? “In bicicletta” è complemento di mezzo o di modo? Che cos’è una dislo‑ cazione a destra? Sono molte le domande che ci poniamo sulla sintassi dell’italiano, da quelle più semplici a quelle più complesse, alle quali non è sempre facile trovare una risposta soddisfacente.

“A brief guide to Italian syntax” is the title of the book, edited by Franco Cesati Editore, from Italian researcher Francesco Bianco of “Palacký” University in Olomouc. Bianco is an expert in syntax of ancient and modern Italian, literary Italian, bureaucratic Italian and more. This “Brief Guide to Italian Syntax”, was born with the aim of providing a clear, simple and scientifically upto-date outline of the subject being analyzed. The four chapters of the volume, accompanied by hundreds of examples, and a final glossary, were born with the aim of providing an orientation tool for teachers, students and simple language enthusiasts through the syntactic structures of written and spoken Italian. Can you say “a me mi?” What type of complement is “in bici”? What is a right dislocation? There are many questions we ask about Italian syntax, from the simplest to the more complex ones, to which it is not always easy to find a satisfactory answer.

Francesco Bianco, Breve guida alla sintassi italiana, Franco Cesati Editore: Firenze 2017, pp. 135

Francesco Bianco, Breve guida alla sintassi italiana, Franco Cesati Editore: Florence 2017, 135 pp.

“L’opera italiana nei territori boemi durante il Sette‑ cento II. Antonio Caldara nel suo tempo” è il secondo volume della collana dedicata allo studio dell’opera italiana in Boemia, edito dalla “Società mozartiana della Repubblica Ceca, Ensemble HOF-MUSICI”. Il vo‑ lume, curato da Milada Jonášová e Tomislav Volek, è dedicato ad Antonio Caldara (1670-1736), compositore di origini veneziane tra i più noti della sua epoca, e rac‑ coglie 11 saggi sul musicista firmati da illustri esperti di storia della musica provenienti da vari paesi. Gli stu‑ di in diverse lingue qui riportati costituiscono gli atti del Convegno Musicologico Internazionale dedicato al compositore italiano tenutosi a Český Krumlov, presso il Centro di Cultura Barocca, nei giorni 17 e 18 settem‑ bre del 2016. Nel volume è presente, oltre a un ricco apparato di documenti, anche un’appendice fotografi‑ ca, vari disegni e immagini relativi ai temi trattati.

“Italian opera in the Bohemian territories during the eighteenth century. Antonio Caldara in his time”, is the second volume of the collection dedicated to the study of Italian opera in Bohemia, published by the “Mozartian Society of the Czech Republic, Ensemble HOF-MUSICI”. The volume, edited by Milada Jonášová and Tomislav Volek, is dedicated to Antonio Caldara (1670-1736), a composer of Venetian origins among the best known of his time, and collects 11 essays on the musician signed by illustrious music history experts from various countries. The studies in several languages reported here make up the acts of the International Musicological Convention devoted to the Italian composer held in Český Krumlov, at the Baroque Culture Centre on the 17th and 18th of September, 2016. The volume contains, in addition to a rich apparatus of documents, even a photo appendage, various drawings and images related to the topics discussed.

Milada Jonášová; Tomislav Volek (a cura di), Antonio Caldara nel suo tempo, Società mozartiana della Repubblica Ceca: Český Krumlov 2017, pp. 370

Edited by Milada Jonášová; Tomislav Volek, Antonio Caldara nel suo tempo, Società mozartiana della Repubblica Ceca: Český Krumlov 2017, 370 pp.

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cultura culture

“Praga/Palermo Impressioni” è il catalogo dell’esposi‑ zione di opere dei fotografi Pavel Kopp e Antonio Sa‑ porito, con la partecipazione di Sabrina Butera e Ivan Norrito della Scuola Stabile di Fotografia di Palermo, che si è tenuta presso l’Archivio Storico di Palermo dal 27 settembre 2017 e sarà ospitata presso l’Istituto Ita‑ liano di Cultura di Praga nel mese di gennaio del 2018. Il catalogo, curato dal Console Onorario della Repubblica Ceca in Sicilia, Andrea Marchione, raccoglie suggestive fotografie scattate nel capoluogo siciliano e nella ca‑ pitale ceca tra il 2016 e il 2017. Momenti di vita su Via del Protonotaro, Corso Vittorio Emanuele o al Mercato di Ballarò a Palermo, si affiancano a scenari molto diversi e distanti come il Castello di Praga, la Moldava, il Ponte Carlo e altri, lontani, ma uniti perché tutti quelli immor‑ talati nelle foto di Kopp e Saporito sono luoghi dell’esse‑ re e della storia e trasmettono sentimenti, profondi stati d’animo e, soprattutto, impressioni.

“Prague/Palermo Impressions” is the catalog of the exhibition of works by photographers Pavel Kopp and Antonio Saporito, with the participation of Sabrina Butera and Ivan Norrito of the School of Photography in Palermo, held at the Palermo Historical Archive from 27 September 2017 and will be hosted at the Italian Cultural Institute in Prague in January 2018. The catalog, taken over by the Honorary Consul of the Czech Republic in Sicily, Andrea Marchione, collects suggestive photographs taken in the Sicilian capital and the Czech capital between 2016 and 2017. Moments of life on Via del Protonotaro, Corso Vittorio Emanuele or the Ballarò Market in Palermo, are placed alongside very different and distant scenery such as Prague Castle, the Vltava, Charles Bridge and others, far away, but united because all those immortalized in the photos of Kopp and Saporito are places of being and history and transmit feelings, deep moods and, above all, impressions.

Pavel Kopp; Antonio Saporito, Praga/Palermo Impressioni, Eidos comunicazioni: Palermo 2017, pp. 77

Pavel Kopp; Antonio Saporito, Praga/Palermo Impressioni, Eidos comunicazioni: Palermo 2017, 77 pp.

Esce in lingua ceca, edito dalla casa editrice praghese “Prostor”, un interessante saggio dello psicanalista e so‑ ciologo italiano Luigi Zoja. Si tratta dell’opera “Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre” pubblicato in prima edizione nel 2003 e ripubblicato nel 2016 dalla Bollati Boringhieri. Questo saggio si occupa per la prima volta delle origini e dell’evoluzione del pa‑ dre da un punto di vista unitario: storico, sociologico e soprattutto psicologico. Il libro rilegge alcune figure mi‑ tiche dell’antichità classica – Ettore, Ulisse, Enea – come riassunti dell’affermazione del padre che in quell’epoca rasenta l’onnipotenza. Accompagna poi la traversata paterna nella storia. Passando dall’Ebraismo al Cristia‑ nesimo, alla parola del Padre subentra quella del Figlio. Il Cristianesimo, il laicismo, la democrazia portano a un lento ma costante svuotamento dei simboli del padre. L’industrializzazione, le guerre mondiali, l’esplosione dei divorzi conducono poi al collasso attuale.

Now coming out in Czech, thanks to the publishing house “Prostor”, is an interesting essay by Italian psychoanalyst and sociologist Luigi Zoja. The work in question is “Hector’s gesture. Prehistory, History, Topicality and the Death of the Father”, published in the first edition in 2003 and republished in 2016 by Bollati Boringhieri. This essay addresses for the first time the origins and evolution of the father from a unitary point of view: historical, sociological, and above all, psychological. The book recounts some mythical figures of classical antiquity – Hector, Ulysses, Aeneas – as summaries of the father’s claim that at that time was close to omnipotent. He then accompanies the paternal passage into history. From Judaism to Christianity, the Word of the Father takes over that of the Son. Christianity, secularism, democracy lead to a slow but constant emptying of the father’s symbols. Industrialization, world wars, and the explosion of divorces then lead to current collapse.

Luigi Zoja, Soumrak otců: Archetyp otce a dějiny otcovství, Prostor: Praga 2017, pp. 343

Luigi Zoja, Soumrak otců: Archetyp otce a dějiny otcovství, Prostor: Prague 2017, 343 pp.

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LE MUSICA DEL NATALE IN REPUBBLICA CECA CHRISTMAS MUSIC IN CZECH REPUBLIC

Dalle tradizionali koledy, tramandate da secoli, ad alcuni canzoni di autori moderni diventate dei classici: le più belle melodie delle feste di fine anno

Allegre o malinconiche, ritmate o commoventi, intonate da artisti famosi o da cori di voci bianche, le canzoni di Natale con la loro melodia inconfondibile contribuiscono a crea‑ re la magia delle feste.

Il paese ne vanta una ricca e antica produzione. Insegnate di padre in figlio, tutti le conoscono e le cantic‑ chiano, chi facendo i biscotti e chi addobbando l’albero di Natale. Per tutto il periodo dell’avvento le radio

le trasmettono da mattina a sera, ri‑ suonano nei concerti che si svolgono nelle cattedrali come nelle chiesette di campagna e nei teatri, nei centri commerciali, tra le casette dei mer‑ catini, sulle piste di ghiaccio e persino

Joyful or melancholic, rhythmic or emotional, performed by artists or choirs, Christmas songs contribute to creating the magic of the festivities through their unmistakable melody. The country takes pride in a rich and ancient musical production. Passed on from father to son, everyone knows and sings them – the ones that are baking cookies and the ones decorating the Christmas tree. During Advent sea-

son the radio stations broadcast them morning to evening, resonating in cathedral hosted concerts and in country churches and theaters, shopping malls, merchant stands, skating rings and elevators. Koledy is their Czech name. They often have a religious content, rhymed lyrics alternating with a verse, a refrain sung by the choir and a structure taken from the medieval choir models. All this is a proof of their deep history.

The pre-Christian songs celebrating the god Saturn during the winter solstice feast that preceded New Years are at the very origin of these songs. The same word “koleda” was assimilated from the Slavic word Calendae, that during the roman era was referring to the first day of every month. The corresponding Czech word Kalendy became kolenda and then koleda, referring to Christmas carols.

di Sabrina Salomoni by Sabrina Salomoni

From the traditional koledy, passed on for centuries, to some modern authors’ songs that became classics: the finest tunes for the end of year

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cultura culture

negli ascensori. In ceco sono chiama‑ te koledy. Hanno un contenuto spesso religioso, testi in rima che alternano a una strofa un ritornello cantato dal coro e una struttura ripresa dai mo‑ delli corali medievali a testimoniarne la lunga storia. All’origine ci sono i canti precristiani che celebravano il dio Saturno nella festa per il solstizio d’inverno che pre‑ cedeva le Calende del nuovo anno. Lo stesso termine ‘koleda’ fu ripreso da‑ gli slavi dalla parola latina Calendae, che in età romana indicava il primo giorno di ogni mese. Il corrispettivo ceco kalendy diventò poi kolenda e koleda e fu riferito ai canti natalizi. Gli autori delle koledy più antiche non sono noti. Si dice che la prima sia sta‑ ta inventata da San Francesco d‘Assisi. Nel medioevo erano i cantori girova‑ ghi a diffonderle nell’intera Europa ma tutti cantavano, dai direttori delle scuole a stallieri e mastri birrai e le melodie natalizie si potevano sentire in mercati o chiostri, taverne o palazzi nobiliari, talvolta in versioni mac‑ cheroniche che mescolavano latino e The authors of more ancient koledy are not well known. Apparently, Saint Francis of Assisi invented the first carol. In the Middle Ages, the wandering singers were spreading them all over Europe. All members were singing, from school directors to stablemen and brew masters and the Christmas carols could be heard in markets or cloisters, taverns or noble palaces sometimes in broken versions mixing Latin and local languages. In an era considered as dark as the Middle Ages were, songs that are loved to this day like Půjdem spolu do Betléma or Nesem vám noviny were born. The first historically documented koledy in Bohemia date back to the beginning of the fourteenth century. In 1414, Friar Jan z Holešova wrote the manuscript Štědrý večer (Largum sero), where he recorded the Christmas customs and traditions of the predecessors. Then, Narodil se Kristus Pán appeared based

lingue locali. In un’epoca definita buia come il Medioevo, nacquero arie tut‑ tora molto amate come Půjdem spolu do Betléma o Nesem vám noviny. Le prime koledy storicamente docu‑ mentate in Boemia si datano all’i‑ nizio del XIV secolo. Il monaco Jan z Holešova scrisse nel 1414 il mano‑

on the Latin religious song Ave hierarchie coelestis. The main themes were the birth of Baby Jesus, the awakening of the shepherds, the journey of the Kings to Bethlehem. During the reign of Charles IV, the songs were in Latin and had a good language level, due to the introduction of ars musica among the mandatory subjects of the Praguian high schools and in the boy choirs desired by the Emperor.

scritto Štědrý večer (Largum sero), in cui annotò le usanze e tradizioni natalizie dei predecessori. Ad allora risale Narodil se Kristus Pán, nata dal‑ la canzone religiosa latina Ave hierar‑ chie coelestis. I temi principali erano la nascita di Gesù bambino, il risve‑ glio dei pastori, il viaggio dei Re magi

Nevertheless, another custom arose, going from home to home and offering a song in return for a meal and something to drink. This is a tradition called “koledovat”, derived from the noun “koleda”; it is nowadays kept only in some rural areas. In the fourteenth century, lavishly dressed figures appeared on St Nicholas’s Day, when they were carrying with them the bishop’s figure and were sing-

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verso Betlemme. Durante il regno di Carlo IV, i canti erano in latino e ave‑ vano un buon livello, grazie all’intro‑ duzione dell’ars musica tra le materie obbligatorie dell’istruzione superiore praghese e all’istituzione dei cori di ragazzi voluta dall’Imperatore. Si diffuse un’altra usanza, quella di andare di casa in casa e offrire una canzone in cambio di cibo o qualcosa da bere. Una tradizione che è detta “koledovat”, dal sostantivo koleda, e che oggi si mantiene solo in alcuni paesi rurali. Nel ‘400 i primi figuranti riccamente vestiti apparivano già il giorno di S. Nicola, quando portavano con sé la figura del vescovo e canta‑ vano per due Groschen, la moneta dell’epoca. Altre occasioni in cui fare il giro delle case intonando questi canti erano la Vigilia, Santo Stefano, Capodanno o l’Epifania. Nella Praga prehussita partecipavano tutti, anche i sacerdoti ed era un’usanza per adul‑ ti. Solo più tardi iniziarono a esserne protagonisti i bambini, soprattutto quelli delle famiglie più povere. In epoca hussita si sosteneva l’uso ing for two Groschen, the currency of those times. Other occasions when this custom was kept were Christmas Eve, Saint Stephen’s Day, New Year’s Eve or Epiphany Day. Everybody attended these customs in pre-Hussite Prague, including priests. It was a custom for adults. Children joined these customs only later, especially those from the poorest families. In Hussite times, the use of local language was maintained and the Christmas songs were among the first texts written in Czech. Stala se jest věc divná, Narodil se Emanuel, Ježíš náš spasitel and many other songs arose. Gradually the word koleda began to refer not only to liturgical songs but also to those with social themes, preferred over the Latin choir songs in the popular environment. The latter gathered the winter spirit and its long nights, the lives of ordinary people, wishes of health, fortune and abundance.

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l’atmosfera dell’inverno e delle sue lunghe notti, la vita delle persone semplici, l’augurio di salute, fortuna e abbondanza. Nei secoli XVI e XVII fu l’Unione dei Fratelli Boemi a cercare di diffonderle facendo stampare gli innari cechi e proponendone nuove, tra cui Narodil se Kristus Pán, tra le più amate an‑ cora oggi. Molto apprezzata è anche Chtíc aby spal scritta dal composito‑ re e organista Adam Václav Michna z Otradovic, tipico rappresentante del barocco musicale ceco e autore di molte canzoni natalizie a quattro Una riproduzione del canto inglese “Good King Wenceslas” / A depiction of “Good King Wenceslas” carol

della lingua locale e le canzoni nata‑ lizie furono tra i primi testi composti in ceco. Videro la luce Stala se jest věc divná, Narodil se Emanuel, Ježíš náš spasitel e molte altre. Gradualmente la parola koleda iniziò a riferirsi non solo alle canzoni liturgiche ma anche a quelle con tematiche mondane, preferite ai corali latini nell’ambiente popolare. Queste ultime coglievano

Un’antica edizione della koleda natalizia ceca Narodil se Kristus pán / Oldest edition of the Czech Christmas carol Narodil se Kristus pán

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In the sixteenth and seventeenth centuries, the Bohemian Brothers Union tried to spread them by printing the hymnals and suggesting new ones, among which Narodil se Kristus Pán, one of the most adored songs to the day. Another highly appreciated song is Chtíc aby spal, written by the composer and organist Václav Michna z Otradovic. He was a typical representative of the Czech Baroque music and the author of many Christmas songs on four-voice choirs and the Missa super Již Slunce z hvězdy vyšlo, from 1654.

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The Christmas masses arose in the late baroque period, together with the pastoral collections, compositions for a solo singer with choir and musical accompaniment of strings and woodwinds, influenced by the style of the koledy hymnals. The authors were singers, choirmasters and organists. The main representative of this genre is Jakub Ryba, who created in 1796 the famous Česká mše vánoční – Hej mistře (Bohemian pastoral mass). Half a century later, the English Christmas introduced the song Good King Wenceslas, chanted to the day on Saint


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voci e della Missa super – Již Slunce z hvězdy vyšlo del 1654. Le messe natalizie si svilupparono nel periodo tardo barocco, assieme ai pastorali, composizioni per un as‑ solo con coro e accompagnamento musicale di archi e strumenti a fiato influenzati dallo stile dei canzionali di koledy. Gli autori erano cantori, mae‑ stri del coro e organisti. Il rappresen‑ tante per eccellenza del genere è Ja‑ kub Jan Ryba, dalla cui penna uscì nel 1796 la famosa Česká mše vánoční – Hej mistře (Messa pastorale boema). Mezzo secolo più tardi nel Natale

inglese s’impose il canto Good King Wenceslas, tutt’oggi intonato nel giorno di S. Stefano, quando si dice che San Venceslao, principe boemo, santo e patrono delle terre ceche visitasse le dimore dei bisognosi. La leggenda fu messa in versi nel 1853 dal religioso John Mason Neale che tradusse una poesia di Václav Alois Svoboda e si diffuse ovunque, dai sobborghi operai di Manchester ai quartieri nobiliari di Londra. In Cechia le koledy vengono oggi riproposte per tutto il mese dell’av‑ vento. Ma quali sono le preferite?

Nel 2006 il sito Novinky.cz ha pro‑ posto il più grande sondaggio sul tema. Tra le koledy ceche più amate troviamo molte di quelle antiche come Jak jsi krásné, neviňátko, Dej Bůh štěstí, Pásli ovce Valaši, Veselé vánoční hody, oltre a quelle già cita‑ te. In cima alla lista ci sono comun‑ que i grandi successi commerciali. Il 22% degli oltre 17mila votanti considera la più bella canzone di Na‑ tale la hit britannica Last Christmas degli Wham. Al secondo posto Hap‑ py Xmas di John Lennon, al terzo la classica Stille Nacht.

Oltre alle koledy vere e proprie, molti autori contemporanei cechi, a partire da Lucie Bílá o Karel Gott, hanno rein‑ terpretato le melodie più celebri come l’intramontabile Jingle Bells, in ceco Rolničky, o ci hanno regalato nuovi singoli natalizi. Gott viene associato al Natale per Kdepak ty ptáčku hnízdo máš, parte della colonna sonora della fiaba Tre nocciole per Cenerentola, ri‑ proposta in tv ogni dicembre. “Quando sento questa canzone so che è Natale”, dice Milan Cais, cantante e batterista dei Tata Bojs. Dallo stesso film è tratta anche Tři oříšky di Iveta Bartošová.

Stephen Day. It is said that on this day Saint Wenceslas, bohemian prince, saint and lord of the Czech lands had visited the homestead of the needy. The legend was put into verse in 1853 by the religious John Mason Neale who translated a poem by Václav Alois Svoboda and widespread, from the workers’ suburbs of Manchester to the noble neighborhoods of London. In Czechia, the koledy are now revived during the month of advent. Which are the favorite ones? In 2006, the website Novinky.cz proposed the largest survey on this subject. Among the most be-

loved Czech koledy, we find many old ones such as Jak jsi krásné, neviňátko, Dej Bůh štěstí, Pásli ovce Valaši, Veselé vánoční hody, in addition to those we have already mentioned. Head of the list though we can find the great commercial successes. 22% of over seventeen thousand voters consider that Wham’s British song Last Christmas is the most beautiful song. Next place is taken by John Lennon’s Happy Xmas and Stille Nacht occupies the third one. In addition to the real koledy, many contemporary Czech authors, starting with Lucie Bílá or Karel Gott, have

reinterpreted the most famous melodies such as the timeless Jingle Bells, Rolničky in Czech, or offered us new Christmas singles. Gott is associated to Christmas through his song Kdepak ty ptáčku hnízdo máš, part of the fairy tale sound track Three hazelnuts for Cinderella, broadcasted on television every December. “When I hear this song I know it is Christmas”, says Milan Cais, singer and drum player of Tata Bojs. From the same movie comes as well Iveta Bartošová’s Tři oříšky. The authors of Purpura, Jiří Šlitr and Jiří Suchý, members of the Semafor

theatre brought their contribution to the Christmas music fund. The song is a moving piece with which Suchý proposes a warm memory of Christmas times experienced in his childhood, feelings that many can identify with. “A masterfully described feeling,” comments the lead singer Michal Horáček. Pavlina Filipovská, who interpreted it in duet with Suchý himself, remembers that Václav Havel, newly elected president back then, specifically asked for it to be played on the radio. We have also various songs which are not necessarily Christmas carols but

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Negli anni ‘60 un contributo alla mu‑ sica natalizia è arrivato anche dagli autori Jiří Šlitr e Jiří Suchý del teatro Semafor che composero Purpura, bra‑ no commovente con cui Suchý propo‑ ne un caloroso ricordo dei Natali che visse nella sua infanzia, sensazioni con cui molti si possono identificare. “Un sentimento dipinto magistral‑ mente” commenta il paroliere Michal Horáček. Pavlína Filipovská, che la in‑ terpretò in duetto con lo stesso Suchý, ricorda che Václav Havel, da poco elet‑ to presidente, chiese espressamente di farsela suonare alla radio. Ci sono poi varie melodie che non sono propriamente natalizie ma si sono imposte nel periodo delle feste perché parlano di paesaggi inneva‑ ti, come Půlnoční di Václav Neckář, canzone scritta per il film Alois Nebel

che ha ottenuto un gran successo. Nel febbraio 2006 Jaromír Nohavica scrisse Ladovská zima per cogliere l’atmosfera di un inverno partico‑ larmente freddo, con metri di neve che piegarono gli alberi. Anche He‑ lena Vondráčková descrive il manto di neve e il tintinnio dei sonagli che sembrano uscire da un disegno di Lada in Doufej že přijde k nám, pezzo del suo ricco repertorio natalizio. Hana Zagorová duetta con Peter Rezek in Vánoční tajemství mentre in Jen jedenkrát v roce ricorda come “Solo una volta all’anno il mondo ha negli occhi amore e pace” e anche “chi è solo trova un posto al nostro tavolo”. Un posto che resta invece vuoto in Vánoční di Karel Kryl. Non tutte le canzoni moderne sono infat‑ ti allegre e ottimiste, alcune parlano

di ricordi tristi, nostalgia e delusioni. È il caso di Kryl che “ricorda qualcuno che non può più sedere con noi alla tavolata di Natale” spiega il pubbli‑ cista musicale Vladimír Vlasák. “Mi commuove ogni volta per la sua semplice efficacia e con le parole “e avanza una sedia, avanza una sedia””. Su stesso titolo, Vánoční, e stessi sentimenti ricade la scelta del gruppo rock Argema che con una melodia malinconica racconta il pri‑ mo Natale da solo di un uomo che ha perso la compagna. Che cantino la natività o i sentimenti e la magia di dicembre, le koledy sono parte dell’eredità culturale ceca e, in un mondo che va sempre più di fretta, ognuna offre uno spunto di riflessione e invita a fermarsi un attimo per vive‑ re assieme la gioia del Natale.

which established themselves as such because they talk about winter landscapes. It is the case of Václav Neckář’s Půlnoční, a song written for the movie Alois Nebel, which has been very successful. In February 2016, Jaromír Nohavica wrote Ladovská zima to capture the atmosphere of a particularly cold winter, with meters high of snow bending the trees. Helena Vondráčková describes as well the mantle of snow and bell ringing that seem to come from one of Lada’s drawings in Doufej že přijde k nám, a piece from her rich Christmas repertoire.

Hana Zagorová sings a duet with Peter Rezek in Vánoční tajemství while in Jen jedenkrát v roce remembers that “Only once a year the world has love and peace in its eyes” and “whomever is lonely finds a place at our table.” A place that is nevertheless empty in Karel Kryl’s Vánoční. Not all modern songs are cheerful and optimistic, some of them are focusing on sad memories, nostalgia and disillusion. It is Kryl’s case that “remembers someone who can no longer sit with us at the Christmas table” explains the musical publicist Vladimír Vlasák.

“It moves me every time for its simple effect and with the words one chair stays, one chair stays”. Bearing the same title Vánoční and centered on the same feelings is the choice of the rock band Argema who with a melancholic melody describes the first Christmas of a man who has lost his companion. Whether they describe the nativity scene or the feelings and the magic of winter, koledy are part of the Czech cultural heritage and in a fast-spinning world, each song offers a reflection point and invites us to stop for a moment to live together the joy of Christmas.

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