Novembre – Dicembre / November – December 2017
L’economia ceca ha fame di lavoratori The Czech economy is hungry for workers
La Repubblica Ceca in cerca dell’età adulta Czech Republic: the quest for maturity
La notte di Toscanini al Lucerna Toscanini night at Lucerna
Services
Industrial goods
Industrial gases
Healthcare
Engineering
SIAD Group Founded in Bergamo in 1927, the SIAD Group is one of the main operators in the industrial gases sector and it’s also present in the area of engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales ofďƒžces in twelve different Central and Eastern European Countries. In the Czech Republic it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established a production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units for the production of industrial gases in the entire nation. For further information: www.siad.cz
SIAD Group. Industrial gases, Engineering, Healthcare, Industrial goods and Services.
www.siad.com
sommario
pag. 6 Editoriale Editorial
attualità current affairs
pag. 8
Fame di lavoratori in Repubblica Ceca The hunger for workers in Czech republic economia economics
pag. 14
La Repubblica Ceca in cerca dell’età adulta Czech Republic: the quest for maturity
pag. 19 Scadenze fiscali Tax deadlines
politica politics
pag. 20
Elezione diretta del Presidente ceco: specchio di democrazia o di demagogia? Direct election of the Czech President: mirror of democracy or demagogy?
pag. 26
Teplice, alle terme tra gattopardi e sciacalli Teplice, at the spa among leopards and jackals
pag. 32
Jan Tříska, addio a un gigante del cinema Jan Tříska, goodbye to an acting giant
Gruppo
@PROGETTORC
PROGETTO REPUBBLICA CECA
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Editore/Publishing House: EBS consulting s.r.o. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 Tel. +420 224941041 www.progetto.cz redakce@progetto.cz
Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Vojtěch Holan, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai
Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Giuseppe Picheca, Lawrence Formisano, Sabrina Salomoni, Mauro Ruggiero, Edoardo Malvenuti, Jan Kolb, Alessandro Canevari, Jakub Horňáček, Cecilia Chiavistelli, Massimiliano Pastore, Alessandro De Felice, Michele Taschini
Novembre – Dicembre / November – December 2017
pag. 38
Barocco ceco, e i vinti chinarono il capo agli architetti Czech Baroque, and the defeated bowed to the architects
pag. 44 Appuntamenti Events
pag. 46
Il mese de La Pagina
pag. 48
La furia e l’incanto. La notte di Toscanini al Lucerna Frenzy and entrancement. Toscanini night at Lucerna
Inserzioni pubblicitarie Advertisements Progetto RC s.r.o. redakce@progetto.cz
pag. 53
La Biblioteca “proibita” nel cuore di Praga The “prohibited” library in the heart of Prague
pag. 58
Anniversari cechi Czech anniversaries
pag. 60
summary
cultura / culture
Novità editoriali New Publications
pag. 63
Francis Koné, il fenomeno del Fair Play The Fair Play phenomenon
Progetto grafico Graphic design Angelo Colella Associati DTP / DTP Osaro
Stampa / Print Vandruck s.r.o. Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2017 EBS consulting s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8487
Chiuso in tipografia Printing End-Line 20.12.2017 Foto di copertina / Cover Photograph La ricerca della età adulta / The quest for maturity 5
editoriale
Cari lettori,
apriamo questo numero, l’ultimo del 2017, con un articolo dedicato alla crisi del mercato del lavoro in Repub‑ blica Ceca, una situazione che comin‑ cia a pesare sulle prospettive di cre‑ scita economica del Paese. Le aziende industriali sono affamate di personale e si calcola siano più di 200 mila le po‑ sizioni scoperte. Le imprese chiedono di agevolare le procedure di ingresso dei lavoratori extra Ue, in primo luogo dall’Ucraina, ma non mancano le resi‑ stenze di quanti preferiscono frenare l’arrivo di manodopera a basso costo, che considerano una concorrenza in‑ debita per i lavoratori locali. Siamo in un periodo in cui della Repub‑ blica Ceca prevale l’immagine del Paese che prospera, con l’economia in crescita e senza disoccupati. A ben vedere però le inquietudini e gli aspetti di malessere non mancano. A dimostrarlo sono state anche le ultime elezioni politiche, che hanno visto l’affermazione delle forze populiste e ostili nei confronti della Ue e dell’Occidente, altro argomento di cui parliamo in questo numero. A proposito di elezioni, non possiamo trascurare le presidenziali di gennaio,
Dear readers,
we open this issue, the last of 2017, with an article on the crisis in the labour market in the Czech Republic, a situation that begins to weigh on the country‘s economic growth prospects. Industrial companies are hungry for staff, and it is estimated that more than 200,000 positions are open. The companies ask for the entry procedures for non-EU workers to be eased, first of all for those coming from Ukraine, but there is no lack of resistance from those who prefer to restrain the arrival of cheap labour, considering it undeserved competition for local workers. We are in a period in which the prevailing image in the Czech Republic, is that of a country which is thriving, with a growing economy and without unemploy-
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quando i cittadini cechi decideranno chi sarà l’inquilino del Castello di Pra‑ ga nei prossimi cinque anni. Il voto – che si presenta come un referendum, a favore o contro l’attuale capo dello stato Miloš Zeman – ci ha offerto l’oc‑ casione per cercare di capire meglio questa forma di elezione diretta del presidente ceco, a cinque anni dal‑ la sua attivazione. Grazie alla nostra ormai consueta tra‑ sferta fuori Praga, vi proponiamo poi un reportage da Teplice, la cittadina termale ai piedi dei Monti Metalliferi, nella Boemia del nord, che negli ulti‑ mi tempi fa spesso parlare di sé per le
sue contraddizioni politiche e sociali. Non mancheranno – ne siamo certi – altri spunti di vostro interesse, dal nostro omaggio a Jan Tříska, il gran‑ de attore recentemente scomparso, alle pagine dedicate alle meraviglie del Barocco ceco, così come la visita alla scoperta della biblioteca dei “Li‑ bri prohibiti” e il nostro incontro con Francis Koné, centravanti a Brno e Premio fair play Fifa per il 2017. Per concludere la grande musica, con una cronaca – dopo quasi 90 anni – di un memorabile concerto a Praga di Arturo Toscanini. Buona lettura e Buon Anno!
ment. On closer inspection, however, the concerns and aspects of discomfort are not lacking. This was also demonstrated by the last political elections, which saw the affirmation of populist forces, hostile towards the EU and the West, another topic we discuss in this issue. Speaking of elections, we cannot neglect the presidential elections in January, when Czech citizens will decide who will be the tenant in Prague Castle for the next five years. The vote, which is presented as a referendum, for or against the current head of state Milos Zeman, gave us the opportunity to try to better understand this form of direct election of the Czech president, five years after its activation. Thanks to our now customary trip out of Prague, we then provide you with a
report from Teplice, the spa town at the foot of the Ore Mountains, in Northern Bohemia, which in recent times has made itself known for its political and social contradictions. There will be no shortage, we are certain, of other ideas triggering your interest, from our tribute to Jan Tříska, the recently deceased great actor, to the pages dedicated to the wonders of the Czech Baroque, as well as a visit to the library of the „Forbidden Books“, and our meeting with Francis Koné, the centre-forward in Brno and FIFA fair play award winner for 2017. To conclude the great music, with an account, after almost 90 years, of a memorable concert in Prague from Arturo Toscanini. Enjoy the read, and Happy New year!
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LA REPUBBLICA CECA HA FAME DI LAVORATORI
La ormai cronica mancanza di manodopera qualificata comincia a pesare sulle prospettive di crescita del Paese di Daniela Mogavero by Daniela Mogavero
The current chronic lack of skilled workforce begins to weigh heavily on the country’s growth prospects
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Con un Pil in crescita del 4,3% ancora per quest’anno, l’inflazione all’1,9% e con la più bassa disoccupazione di tutta l’Unione europea, la Repubblica Ceca si presenta come un piccolo pa‑ radiso di crescita economica e poten‑ zialità. Ma come dice il famoso detto, non è tutto oro quel che luccica e se le stime del prodotto interno lordo per il 2018 parlano di un possibile rallen‑ tamento al 3%, secondo Eurostat, una delle spiegazioni potrebbe risiedere proprio in quel numero così basso di senza lavoro. Dopo la crisi del 2008 e soprattutto in questi ultimi anni, Praga ha do‑ vuto far fronte, come molti Paesi del centro-est Europa, alla mancanza di manodopera qualificata. Una si‑ tuazione che sta già diventando un ostacolo alla crescita, soprattutto dell’industria, che cerca sempre più di By registering a 4.3% GDP growth for this year yet again, an inflation at 1.9% and having the lowest unemployment rate in the entire European Union, Czech Republic reveals itself as a small paradise of economic growth and potentiality. However, as the famous saying goes, not all that glitters is gold. Therefore, even if the estimates of the gross domestic product for 2018 mentioned about a possible 3% slowdown, according to Eurostat, one of the explanations could lie precisely in this very low rate of unemployment. Following the crisis in 2008 and particularly in the last few years, Prague was confronted with the lack of qualified workforce, just like many other countries in the central and Eastern Europe. This situation is becoming already an obstacle for growth, especially for the industry, which
reperire lavoratori dall’estero e chiede al governo di intervenire per rendere più semplici le procedure di assunzio‑ ne di extracomunitari. Intanto a novembre il tasso di disoc‑ cupazione è ulteriormente sceso al
3,5% (rispetto a una media europea dell’8,6% e al 5% ceco dello stesso mese dello scorso anno). Una situazione avvertita soprattutto dalle grandi aziende industriali, in primo luogo dalla Škoda Auto, pro‑
is increasingly looking for workers from abroad and is asking the government to intervene in making the non-EU citizens’ recruiting procedures much smoother.
Meanwhile, the unemployment rate decreased to 3.5% in November (compared to a European average of 8.6% and a Czech 5% during the same month of the previous year).
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economia economics
CZECH REPUBLIC: THE HUNGER FOR WORKERS prietà del colosso Volkswagen, nella quale è in corso un difficile negozia‑ to con i sindacati per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, tutto questo dopo che la Škoda è stata in‑ vestita, lo scorso autunno, dalle voci
This is especially the case of large industrial companies, mainly Škoda Auto, owned by the giant Volkswagen, which goes through a difficult negotiation with the trade unions for the
su un possibile spostamento di parte della produzione in Germania. Il neopremier Andrej Babiš ritiene che la crisi del mercato del lavoro costituisca oggi il maggior ostacolo alla crescita della economia ceca e ha
renewal of the collective labor agreements. All this is happening after last autumn’s rumors that Škoda needed to face a possible displacement of part of its production to Germany.
già annunciato una strategia diretta a fronteggiare questo problema. La prima delle misure che il nuovo primo ministro ha intenzione di at‑ tuare è quella di invertire la rotta del precedente esecutivo socialdemo‑
The newly elected Prime Minister Andrej Babiš believes that the labor market crisis represents nowadays the biggest obstacle to Czech economic growth and has already announced a strategy to
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cratico, che ha concesso i permessi di lavoro a personale extra-Ue con il contagocce: “A prevalere è sem‑ pre stata la teoria secondo la quale avremmo altrimenti danneggiato i nostri lavoratori. Non sono d’accor‑ do. Anche perché la mancanza di manodopera è un problema che si sta acuendo in maniera drammati‑ ca”, ha dichiarato Babiš. Da alcuni sondaggi emerge che nel 2017 circa un quarto delle aziende industriali ceche si è trovata nella situazione di dover dire no a nuove commesse, in conseguenza proprio della carenza dei propri organici. A livello nazionale sono circa 200 mila le posizioni che rimangono scoperte e per le quali gli uffici di collocamento non riescono a trovare delle persone in grado di occuparle. Una situazione che nel 2018 rischia persino di aggravarsi.
tackle this problem. The first measure intended to be implemented by the new prime minister is to reverse the course taken by the previous Social Democratic executive, which granted work permits to non-EU workers in dribs and drabs.“To prevail has always been the theory according to which we would have otherwise damaged our workers. However, I do not agree. Even because the lack of workforce is an issue that becomes critical”, declared Babiš. Some surveys showed that in 2017 about a quarter of Czech industrial companies found themselves in the situation of having to refuse new orders, as a direct consequence of lack of staff. At national level, there are about two hundred thousand open positions for which the employment offices cannot find suitable people. This situation tends to become more serious in 2018.
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Volkswagen rumoreggia per i vantaggi della Škoda auto Volkswagen clamors for the advantages of the Škoda auto
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La fame di lavoratori è tale che – in attesa che si velocizzino le procedure di ingresso degli extra comunitari, in modo particolare quelli di provenien‑ za ucraina – si cerca di farli arrivare in maggior numero dagli stati Ue, in modo particolare dalla vicina Slovac‑ chia, ma anche dalla Bulgaria, dalla Romania e persino da paesi della Europa sud occidentale. Da Spagna e Italia nel 2017 sarebbero arrivate alcune centinaia di lavoratori per l’in‑ dustria ceca, situazione impensabile sino a qualche anno fa. Oggi in Repubblica Ceca, paese di 10 milioni di abitanti, sono quasi 400 mila gli stranieri con un contratto di lavoro dipendente, una cifra raddop‑ piata dal 2004 e superiore di 100 mila unità rispetto al 2008. Questo per fare un quadro della forza lavoro di pro‑ venienza estera. Tre su quattro pro‑ vengono da paesi Ue (162 mila sono gli slovacchi), seguiti da rumeni (32 While waiting for an acceleration of the non-EU citizens’ recruitment procedures, especially those of Ukrainian origin ones, the hunger for workers became such that Czech Republic is trying to bring a great amount of laborers from the EU states, especially from Slovakia, but also Bulgaria, Romania and even from southwestern European countries. A few hundreds of workers from Spain and Italy joined the Czech industry in 2017, something unimaginable until a few years ago. Czech Republic, a country of ten million inhabitants, lodges almost four hundred thousand foreigners with an employment contract, a figure that doubled since 2004 and is 100 units higher than in 2008. This is only to have a picture of the foreign origin workforce. Three out of four are coming from EU countries (162 thousand are Slovak), followed by Romanians (32 thousand), Polish (31 thousand) and Bulgarians (26 thousand). As far as non-EU workers are concerned, the Ukrainian laborers represent the higher majority (54.600).
mila), polacchi (31 mila) e bulgari (26 mila). Per quanto riguarda gli extra‑ comunitari, l’assoluta maggioranza è costituita da lavoratori dipendenti ucraini (54.600). Sindacati contro manodopera extra Ue a basso costo Sul fronte degli arrivi extra Ue, in particolare dalla Ucraina, si è aper‑
to un caso: i sindacati cechi sono nettamente contrari all’istanza di semplificare la assunzione di perso‑ nale di questa provenienza, perché ritengono si tratti di un tentativo di far restare la Repubblica Ceca un paese con un basso costo del lavoro grazie allo sfruttamento delle fasce di cittadini extra-europei che si ac‑
Trade unions against low-cost non-EU workforce A case was open on the non-EU workers arrival matter, especially the ones from Ukraine: the Czech trade unions are clearly against the request to simplify the recruitment procedures for workers coming from this country.
This is because they believe it to be an attempt to keep Czech Republic as a country with low labor cost due to the exploitation of non-EU citizens who are satisfied with much lower incomes than Czechs are. This is especially since the Czech workforce, almost fifteen years after joining the European Un-
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economia economics
contentano di salari nettamente più bassi di quelli che chiedono invece i cechi. Tanto più che questi ultimi – trascorsi quasi 15 anni dall’ingresso in Unione Europea – percepiscono stipendi pari a non più di un terzo di quelli che guadagnano i lavoratori tedeschi con qualifiche e posizio‑ ni analoghe.
ion, receives salaries that equal no more than a third of those earned by German workers with similar qualifications and positions. Given these assumptions, it is natural to have more and more salary increases demanded and obtained by Czech workers considering also that companies are
Dati questi presupposti, è naturale che siano sempre di più gli aumenti salariali richiesti e ottenuti dai lavo‑ ratori cechi, con le aziende frequente‑ mente costrette a cedere per non cor‑ rere il rischio di perdere in personale. Gli incrementi retributivi a due cifre stanno diventando di questi tempi quasi una consuetudine, con impie‑
frequently forced to concede in order to avoid the risk of losing workforce. Double-digit salary increases are becoming a common practice nowadays, with employees or workers ready to go on strike only to obtain what they desire. In order to keep up with the market demands and the need to increase
gati o operai pronti a imbracciare l’ar‑ ma dello sciopero per ottenere quello che chiedono. Le aziende, per rispondere alle solle‑ citazioni del mercato e alla esigenza di aumentare la mole di attività, arrivano a inventarsi campagne di incentivo e reclutamento per trovare nuovi dipendenti e fidelizzare quelli
the amount of activity, the companies create incentive and recruitment campaigns to find new employees and retain the current ones. An exemplary case is that of Viscofan, a producer of natural food wrap, which started the program “Find your coworker”. The program provides a refer-
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attuali. Un caso esemplare è quello della Viscofan, produttore di pelli‑ cole naturali per alimentari, che ha avviato il programma “Cercati il tuo collega” che prevede un premio di 10 mila corone ai dipendenti in grado di segnalare o presentare un altro la‑ voratore da assumere. La RM Gastro, produttore di impianti per cucine, prevede in questi casi una ricompensa di 28 mila corone. La fame di forza lavoro è tantissima e potrebbe aumentare nel prossimo fu‑ turo, rallentando, come detto, quella crescita del Pil che è rimasta sostenu‑ ta e forte in questi anni nonostante la crisi e i rallentamenti del Vecchio Continente. Il caso Škoda In questo quadro si inserisce il caso di Škoda, il secondo brand per pro‑ fitti nella grande casa Volkswagen in termini di margine operativo e di target record per le vendite, i cui ral bonus of ten thousand crowns to employees able to recommend or introduce another future employee. RM Gastro, a kitchen manufacturer, offers twenty eight thousand crowns as referral bonus. The hunger for workforce is huge and could very well increase in the near future. Nevertheless, as mentioned before, it might slow down that growth in GDP that has remained strong during these last years despite the crisis and the decreases of the Old Continent. The Škoda case The Škoda case can be fit into this scenery. It is the second biggest profit brand in the Volkswagen house in terms of gross operating surplus and record sales target. Nowadays, the Czech facilities already do not manage to meet the high market demands. The production capacity of the Czech brand has reached its limit and the parent company Volkswagen clamors for the advantages that Škoda has for the combined effect of lowcost workforce and modern German
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economia economics
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stabilimenti cechi già oggi non ce la fanno a far fronte alla domanda che giunge dal mercato. La capacità produttiva del brand ceco è al limite e la casa madre Volkswagen rumoreggia per i van‑ taggi che Škoda ha per il combinato disposto di basso costo del lavoro e modernissima tecnologia tedesca. Una teoria che è stata contestata dai lavoratori cechi.
A ottobre ha fatto molto discutere la voce, poi smentita, di un pos‑ sibile spostamento di parte della produzione in Germania. L’ammi‑ nistratore delegato di Škoda, Bern‑ hard Maier, aveva subito dichiarato per calmare gli animi dei sindacati e dei dipendenti (pronti a fermare gli straordinari e il lavoro nel fine settimana), che la Repubblica Ceca resterà la casa di Škoda e che ver‑
ranno assunti nuovi dipendenti per fronteggiare la domanda. “Škoda sta lavorando al massimo del‑ la sua capacità, prova che la nostra strategia funziona – ha dichiarato Maier. – Al momento non riusciamo a coprire la richiesta mondiale dalla Repubblica Ceca e per questo stiamo cercando altre possibilità produttive”. Škoda ha venduto 1,13 milioni di veicoli nel 2016, un record per la casa automobilistica ceca, che si avvia a essere superato nel 2017. Tutti questi fattori – mancanza di manodopera, record di vendite, rumors di spostamenti della produ‑ zione – si inseriscono nel braccio di ferro per il rinnovo dei contratti col‑ lettivi in cui i sindacati chiedono un aumento degli stipendi a due cifre, e orari di lavoro più flessibili. In vista della fine di marzo del 2018, data entro la quale dovrà essere stipulato il nuovo contratto collettivo Škoda, le posizioni tra azienda e lavoratori sembrano distanti. Ma i rappresen‑ tanti sindacali sono convinti di avere tutte le ragioni per fare la voce gros‑ sa e ottenere i miglioramenti richie‑ sti in busta paga. E ci sono tutti i pre‑ supposti perché il braccio di ferro per il rinnovo del contratto, per la riso‑ nanza e la rilevanza che avrà, possa costituire un punto di svolta anche per gli altri comparti e per il mondo del lavoro in Repubblica Ceca.
technology. The Czech workers have contested this theory. A possible displacement of part of the production from Czech Republic to Germany was a highly discussed rumor during October last year. In order to calm the spirits of both trade unions and employees (ready to stop overtime and weekend hours), Bernhard Maier, the Škoda CEO, had immediately declared that Czech Republic would remain the home of Škoda and that new employees will be hired to face the high demand. “Škoda is working at its maximum capacity, proving that our strategy works
– declaredMaier. – At the moment we cannot cover the world demand because of the one in Czech Republic and for this we are looking for other productive possibilities”. Škoda sold 1.13 million vehicles in 2016, a record for the Czech car producer, which is expected to be exceeded in 2017. All these factors – thelack of workforce, record sales and the rumors of production country displacements – arepart of the tug of war for the renewal of the collective labor agreements in which the unions demand a double-digit salary increase and
more flexible working hours. The relations between company and workers seem distant while awaiting for the end of March when the new collective labor agreements should have been already signed. However, the union representatives are convinced that they have every reason to raise their voice and obtain the required improvements on their paychecks. Moreover, these are all prerequisites so that the debate for the contracts renewal can represent a turning point for other sectors and for the Czech labor market due to its impact and relevance.
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LA REPUBBLICA CECA IN CERCA DELL‘ETÀ ADULTA CZECH REPUBLIC: THE QUEST FOR MATURITY
E così anche i cechi hanno cambiato campo. Dopo quattro anni passati a costruire l’immagine del volto presen‑ Da un lato il tabile del Gruppo di Visegrad, le elezio‑ hanno visto una chiara vittoria dei paternalismo nipopulisti, mentre i partiti filoeuropei dell’Europa e con un forte orientamento pro-Occi‑ hanno dovuto faticare non poco occidentale, dente per entrare in Parlamento. E le attese dall’altro le spinte elezioni presidenziali potrebbero ul‑ confermare la sensazione populiste del Gruppo teriormente diffusa a Bruxelles e in diverse capitali di Visegrád: Praga europee sull’allontanamento dei Paesi centrale dall’Occidente. alla ricerca del dell’Europa Occidente: più sei lontano, più proprio equilibrio ti amo La personalità del vincitore, Andrej di Jakub Horňáček Babiš, dà poche sicurezze a Bruxel‑ by Jakub Horňáček
On one hand the paternalism of Western Europe, on the other the populist thrusts of Visegrád Group: Prague looking for its own balance
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Thus, even the Czechs have changed sides. After four years of building up the image of the attractive side of the Visegrad Group, the elections saw the clear victory of the populists, while pro-western parties had to struggle hard to catch a seat in the Parliament. Moreover, the expected presidential elections could further confirm the widespread feeling in Brussels and in several European capitals regarding the distancing of Central European countries from the West. West: the further you are, the dearer you are The winner’s personality, Andrej Babiš, brings little certainty to Brussels due to his conflict of interests and the populist character. Unfortunately, for some time now, the term populism has lost its explanatory value and turned into
an exorcising formula, otherwise with a very poor effect. If there is any populism in Babiš, then it is quite different from the one in Poland or Hungary. A great number of Czechs want to be comforted by the fact that things will
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continue to run smoothly. In this context, the slogans of the Ano movement must be read reversely: bringing a change means making sure that things continue to go reasonably well, a proactive government and mostly a gov-
attualità current affairs
les per il suo conflitto d’interessi e il carattere populista. Purtroppo, da tempo il termine populismo ha perso il suo valore esplicativo per trasformarsi in una formula esor‑ cizzante, per altro di scarsissimo effetto. Se del populismo in Babiš c’è, allora è abbastanza diverso da quello presente in Polonia o in Un‑ gheria. Una buona parte dei cechi vuole sentirsi confortata dal fatto che le cose continueranno ad anda‑
ernment to preserve the present and fight any spur that might endanger the relative welfare. In this regard, Babiš resembles strongly to Silvio Berlusconi, whose greatest promise made to the Italian people was to make the society
re bene. In questo contesto, gli slo‑ gan del movimento Ano vanno letti al contrario: completare il cambia‑ mento significa fare in modo che le cose continuino ad andare passa‑ bilmente bene, il governo del fare è soprattutto il governo del conser‑ vare il presente e combattere ogni spinta che possa mettere in perico‑ lo il relativo benessere. In questo tratto Babiš assomiglia fortemente a Silvio Berlusconi, la cui promessa
of the end of the 1980s eternal. After two decades, Berlusconi had to step down, when the great 1929 economic crisis broke that illusion. Babiš keeps hope of not having to face such an unfavorable context.
più grande fatta agli italiani era quella di rendere perenne la socie‑ tà di fine anni Ottanta. Dopo due decenni Berlusconi se ne dovette andare, quando la più grande crisi economica dal 1929 spezzò quell’il‑ lusione. Babiš ha la speranza di non dover affrontare un contesto tan‑ to sfavorevole. Sebbene Babiš non abbia ragioni per rompere con l’Unione Europea, certamente non è il politico che la
Although Babiš has no reasons to break ties with the European Union, it is certainlyanot the political aspect that could put him into a favorable light in the eyes of the Czech people. It is not an easy task to accomplish.
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possa far tornare in auge tra i cechi. Un compito effettivamente non faci‑ le. L’Europa continentale non ha mai avuto un grosso appeal sugli intel‑ lettuali e politici cechi, e soprattut‑ to quelli del dissenso. Dopo il crollo del Muro, i rapporti con la Germania erano troppo gravati dalla storia per permettere innamoramenti recipro‑ ci. Alla Francia veniva rinfacciato il Patto di Monaco. La Scandinavia era troppo statalista e collettivista per chi era da poco uscito dal socialismo reale e, infine, gli stati del sud Euro‑ pa andavano bene soltanto per fare del turismo e non prestavano riferi‑ menti politici di alto livello. Nonostante la più volte ricordata colazione con l´allora François Mit‑ terand, uno dei primi Capi di Stato occidentali a incontrare le personalità de dissenso cecoslovacco, le principali figure del nuovo corso politico hanno sempre guardato con ammirazione agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna. Václav Klaus diceva di ispirarsi a Mar‑ garet Thatcher e la lady di ferro otten‑ ne una standing ovation al Parlamen‑ to federale cecoslovacco durante la sua visita dopo la caduta della Cortina di Ferro. D’altra parte Václav Havel fu Continental Europe has never had a great overture on Czech Intellectuals and politicians, and especially in those in dissent. After the collapse of the Wall, the relations with Germany were too burdened by history to allow any mutual fondness. France was being reminded of the Munich Agreement. Scandinavia was too statecontrolled and collectivist for those who had barely emerged from real socialism. Finally, the southern European states were doing great only for tourism and did not offer high-level political references. Regardless of the most mentioned meal at that time with François Mitterand, one of the first western heads of state to encounter the Czechoslovakian dissidents, the main figures of the new political course have always
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uno dei sostenitori più accomodanti e acritici degli Stati Uniti, pronto per‑ sino a sostenere con la sua statura morale bombardamenti e spedizioni militari basate su fake news e otte‑ nendo per questo lavoro di lavatrice morale la più alta onorificenza ame‑
La “Prague House”, sede della Delegazione di Praga presso la Ue, a Bruxelles / The “Prague House”, the Delegation of Prague to the EU, in Brussels
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admired the United States and Great Britain. Václav Klaus said he was inspired by Margaret Thatcher and the iron lady was granted a standing ovation in the federal Czechoslovak Parliament during her visit after the fall of the Iron Curtain. On the other hand Václav Havel was one of the most accommodating and uncritical supporters of the United States; he was ready
ricana, assegnata dal presidente Bush jr., un Trump di buona famiglia, e un busto al Congresso. Insomma, anche allora si amava l’Occidente più lon‑ tano di quello più prossimo, con cui tocca convivere con i tutti i problemi del caso.
even to defend with his moral standing the bombings and military expeditions based on fake news. He obtained the highest American honor and a bust in Congress for this ethical laundering, assigned by President Bush Jr., a sort of Trump from a good family. Briefly, even back then the far West was adored much more the nearest one, with which co-existing involves all aspects.
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I parenti poveri e la pattumiera dell’Europa Fin dall’adesione all’Unione Europea i cechi sono i più euroscettici tra i suoi abitanti. La lunga serie di rilevamenti del Cvvm, l’agenzia di sondaggi dell’I‑ stituto di sociologia dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca – ci fornisce un quadro netto della situazione. Innanzitutto negli ultimi tredici anni, le opinioni sulla Ue sono sorprendentemente stabili. Al netto di temporanee oscillazioni, meno del 35 percento dei cechi è soddisfatto dell’appartenenza all’Unione, circa il trenta percento è insoddisfatto e il resto è neutro. Allo stesso tempo tra il 55 e il 60 percento dei cechi vuole continuare a essere un paese mem‑ bro, anche a costo di rimanere in una fascia di stati a velocità più bassa di integrazione. A differenza del quadro rappresenta‑ to in seguito alla crisi dei migranti, The poor relatives and the scrap heap of Europe Since the accession to the European Union, Czechs are the most Eurosceptic among all its inhabitants. The long series of Cvvm (The Public Opinion Research Centre) surveys, the Sociology Institute’s polling agency belonging to the Czech Academy of Science gives us a clear picture of the situation. Firstly, in the last thirteen years, the opinions regarding EU are surprisingly stable. Excluding transient variations, less than thirty-five percent of Czechs are satisfied with the EU membership, around thirty percent are dissatisfied and the rest are neutral. At the same time, between 55 and 60 percent of the Czechs would want to continue as a member state, even at the cost of remaining in a group of states with a lower rate of integration. Unlike the picture presented after the migrant crisis, the reasons for the dissatisfaction are anything but identity shaping; there is only a small minority that thinks that the Union damages the national culture. On the
attualità current affairs
i motivi dell’insoddisfazione sono tutt’altro che identitari: è solo una piccola minoranza a pensare che l’U‑ nione danneggi la cultura nazionale. Al contrario prevalgono lamentele di tipo pratico, ma anche fortemente stereotipate, come quelle della bu‑ rocrazia, dell’aumento delle leggi e così via. I cechi vedono in maniera critica anche elementi che a Ovest vengono presentati come motivi di gratitudine. Si tratta dei fondi euro‑ pei e della libera circolazione della forza lavoro altamente qualificata, che talvolta può causare disfunzioni locali. Ne sono esempio gli ospeda‑ li, che devono chiudere reparti per mancanza di medici emigrati in Pa‑ esi con stipendi più alti. Nonostante tutte le criticità, più dell’ottanta percento dei cechi pensa che l’Unione Europea abbia miglio‑ rato le condizioni di lavoro, studio e vita. Un dato assolutamente assente
nel dibattito con i politici degli Stati fondatori, che puntano tutto sulla gratitudine, e i politici dei Paesi di Visegrad, che per dimostrare la loro maturità, si comportano come de‑ gli enfant terrible. Se il secondo atteggiamento è apertamente di‑ struttivo, anche il primo non porta da nessuna parte. La gratitudine in politica conta pochissimo, come ben sapeva Winston Churchill che perse le elezioni nonostante avesse appena vinto la guerra e salvato la patria dai nazisti. All’Ovest si fatica ad accettare l’idea che gli stati ex co‑ munisti possano problematizzare le soluzioni e gli approcci proposti dai vicini maggiori. Purtroppo per tutti, questo scontro di emancipazione da una subalternità culturale si è con‑ sumato sul campo delle migrazioni e dei profughi, dove gli sfidanti, ossia i Paesi di Visegrad, mancano di qualsi‑ asi alternativa percorribile.
other hand, the practical complaints are prevailing, but also strongly stereotyped, such as those of bureaucracy, the increase of laws and so on. The Czechs see with a critical eye also the elements that in the West are presented as reasons for gratitude. It is about the European funds and the free movement of the highly skilled workforce, which can sometimes cause local dysfunctions. We can take as an example the hospitals, which must close departments due to the lack of doctors who emigrated to countries that offer higher salaries. Despite all the critics, more than eighty percent of the Czechs consider that the European Union has improved the working, studying and living conditions. This is an information that is missing completely in the debate between the politicians of the founding States, that concentrate everything on gratitude, and the politicians of the Visegrad countries, that behave like some enfant terrible in order to prove their maturity. If the later attitude is clearly
destructive, not even the first one leads into the right direction. Gratitude in politics barely matters, as it was well known to Winston Churchill who lost the elections despite having won the war and saved the country from the Nazis. In the West, it is hard to accept the idea that the former communist states can broaden their consideration of the solutions and the approaches proposed by the greater neighbors. Unfortunately, for all, migration and refugees consumed this confrontation of emancipation from a cultural subservience. The challengers, ie the Visegrad countries, lack any viable alternative. The difference and the disillusionment regarding the closest neighbors is visible not only on migrants. During the last months, the issue of the double food standards has been a top subject and the European Union would better deal with it, given the uncountable victims from the countries involved. In Czech Republic, the matter shapes into an even more grotesque one, considering that it was raised by the former
La bandiera della Repubblica Ceca presso la sede del Parlamento europeo di Bruxelles / The flag of the Czech republic at the European Parlament headquarters in Brussels.”
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attualità current affairs
La differenza e il disincanto verso i vicini più prossimi non è visibile solo sui migranti. Negli ultimi mesi ha as‑ sunto un ruolo forte la questione dei doppi standard alimentari e l’Unione Europea farebbe bene a occuparsene, visti i toni vittimistici dei Paesi coin‑ volti. In Repubblica Ceca la vicenda assume contorni anche più grotte‑ schi, considerando che è stata solle‑ vata dall’ex ministro dell’Agricoltura, Marian Jurečka, il quale è anche un
Minister of agriculture, Marian Jurečka, who is also a direct farmer, and by the current Prime Minister, Andrej Babiš, whose Agrofert is known for a doubtful quality of its products. Another reason for alienation is certainly the feeling that the country does not succeed to emancipate itself from the level of poor
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coltivatore diretto, e dall’attuale pre‑ mier, Andrej Babiš, il cui gruppo Agro‑ fert è noto per la non altissima quali‑ tà dei propri prodotti. Un altro motivo di alienazione è sicuramente costitu‑ ito dalla sensazione che il paese non riesca ad emanciparsi dall’essere il parente povero dei tedeschi e degli austriaci. Hanno fatto molto rumore gli utili realizzati ed esportati dagli investitori esteri negli ultimi anni, sebbene nelle classifiche settoriali le
relative of the Germans and Austrians. The Foreign investors’ profits and exports made a lot of rumor during the last couple of years, although in the sectorial rankings the foreign companies are often in top for the value of their salaries. In addition, the trade unions forget sometimes to include
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aziende estere sono spesso in cima per il valore dei loro stipendi. Inoltre i sindacati talvolta dimenticano nelle loro polemiche i padroni nazionali, che ormai non sono tanto più poveri di quelli esteri e investono volentieri in settori a resa sicura, nei media o nei settori finanziari. In Unione Europea c’è in atto una forte tendenza di con‑ centrazione del valore in pochi stati di serie A. Si tratta di un processo con‑ naturato al capitalismo globalizzato, che l’Unione non riesce a contrastare, sebbene ne paghi un forte pegno non soltanto ad ovest ma anche al sud. L’approccio della società ceca nei con‑ fronti dell’Occidente è definitivamen‑ te cambiato. Oggi c’è la pretesa di fare meglio che a ovest della Selva boema e di valutare con la propria ratio i provvedimenti da prendere. L’Unio‑ ne dovrà puntare sulla comunione di interessi materiali, piuttosto che sulla gratitudine, per ricostruire un’unità plurale. Il primo scontro di questa era è stato quello sui migranti. Ma anche le migliori età adulte partono talvolta con un passo falso. the national owners in their polemics, which are not nowadays poorer than the foreign ones and willing to invest in safe sectors, media or financial ones. In the European Union, there is a strong tendency to concentrate value in a few A category states. It is an inherent process in the globalized capitalism. The Union does not manage to oppose it, although it pays a greater price in both west and south. The Czech society’s approach to the West has definitely changed. Nowadays, it is expected to do better than to the west of the Bohemian Forest and self-evaluate the measures that need to be taken. The Union must focus on the communion of material interests, rather than on gratitude in order to rebuild the plural unity. The first encounter of this era was the one regarding the migrants. However, even the best maturity ages start sometimes with a stumble.
GENNAIO
JANUARY
Lunedì 2
Monday 2
Versamento della ritenuta d’imposta sul reddito ai sensi dell’aliquota speciale per il mese di novembre 2017
Payment of withholding income tax according to specific tax rate for November 2017
Lunedì 9
Monday 9
Pagamento dell’accisa per il mese di novembre 2017 (esclusa l’accisa sugli alcolici)
Payment of excise duty for the month of November 2017 (except for wines and spirits)
Martedì 24
Tuesday 24
Pagamento dell’accisa sugli alcolici per il mese di novembre 2017
Payment of excise duty on wines and spirits for the month of November 2017
Mercoledì 25
Wednesday 25
Presentazione dichiarazione IVA e pagamento d’imposta per il mese di dicembre 2017 e per il quarto trimestre 2017, dichiarazione riepilogativa per lo stesso periodo di tassazione Dichiarazione accisa per il mese di dicembre 2017
Declaration and payment of VAT for the month of December 2017 and for the fourth quarter of 2017, summary declaration for the same taxation period Excise declaration for the month of December 2017
Martedì 31
Tuesday 31
Versamento della ritenuta d’imposta sul reddito ai sensi dell’aliquota speciale per il mese di dicembre 2017 Dichiarazione per l’anno 2018 dell’imposta sugli immobili Dichiarazione e pagamento della tassa stradale per l’anno 2017
Payment of withholding income tax according to specific tax rate for December 2017 Declaration for year 2018 of property tax Declaration and payment of road tax for year 2017
FEBBRAIO
FEBRUARY
Giovedì 9
Thursday 9
Pagamento dell’accisa per il mese di dicembre 2017 (esclusa l’accisa sugli alcolici)
Payment of excise duty for the month of December 2017 (except for wines and spirits)
Mercoledì 15
Wednesday 15
Termine entro il quale presentare la documentazione relativa all’imposta sui redditi e la richiesta di conguaglio per l’anno 2017 da parte del datore di lavoro
Expiration date for filing the documents for income tax declaration and for the submission of a request for 2017 annual settlement by the employer
Lunedì 26
Monday 26
Pagamento dell’accisa sugli alcolici per il mese di dicembre 2017
Payment of excise duty on wines and spirits for the month of December 2017 Excise declaration for the month of January 2018 Declaration and payment of VAT for the month of January 2018
Dichiarazione accisa per il mese di gennaio 2018 Presentazione dichiarazione IVA e pagamento d’imposta per il mese di gennaio 2018
Martedì 28
Tuesday 28
Versamento della ritenuta d’imposta sul reddito ai sensi dell’aliquota speciale per il mese di gennaio 2018
Payment of withholding income tax according to specific tax rate for January 2018
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ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE CECO: SPECCHIO DI DEMOCRAZIA O DI DEMAGOGIA?
“La decisione di Trump (di spostare l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Ge‑ rusalemme) mi rende felice perché quando ho visitato Israele quattro anni fa, dissi che mi piacerebbe com‑ piere il medesimo passo con la nostra
Missione diplomatica” Miloš Zeman, Presidente della Repubblica Ceca. “La Repubblica Ceca insieme agli al‑ tri stati membri dell’Unione Europea, seguendo le conclusioni del Consiglio Affari Esteri dell’Ue, considera Gerusa‑
lemme come futura capitale di entram‑ bi gli stati, Israele e Palestina”, nota del Ministero degli Affari Esteri Ceco. Il presidente Zeman, in visita al Con‑ siglio d’Europa, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alle sanzioni
“Trump’s decision (to move the US embassy from Tel Aviv to Jerusalem) makes me happy because when I visited Israel four years ago, I said I would like to take the same step with our diplomatic mission,” Miloš Zeman, President of the Czech Republic.
“The Czech Republic together with the other member states of the European Union, following the conclusions of the EU Foreign Affairs Council, considers Jerusalem as the future capital of both states, Israel and Palestine,” note from the Czech Ministry of Foreign Affairs.
President Zeman, on a visit to the European Council, issued statements on the sanctions against Russia calling them “an expression of a strategy that leads to the defeat of both sides,”; the annexation of Crimea to Russia is now “an accomplished fact, regarding which
Uno sguardo sulla riforma costituzionale ceca a distanza di cinque anni di Michele Taschini by Michele Taschini
A look at the Czech constitutional reform five years later
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DIRECT ELECTION OF THE CZECH PRESIDENT: MIRROR OF DEMOCRACY OR DEMAGOGY? anti Russia definendole “espressione di una strategia che porta alla sconfitta di entrambe le parti”; l’annessione della Crimea alla Russia è ormai “un fatto compiuto, rispetto al quale gli ucraini farebbero meglio a trovare un accordo
it would be better if the Ukrainians would seek a financial compensation agreement with Moscow.” The government also in this case, immediately took a distance, in particular from the words stating that the Russian annexation of Crimea was a fait accompli.
di compensazione finanziaria con Mo‑ sca”. Il governo anche in questo caso ha immediatamente preso le distanze, in particolare dalle parole secondo le quali l’annessione russa della Crimea sarebbe un fatto compiuto. Questi sono solo gli ultimi due esempi, fra i più eclatanti, delle divergenze di vedute tra il presidente Zeman e il go‑ verno. In questi cinque anni della pre‑ sidenza Zeman, la scena politica ceca ha visto spesso questi due protagonisti avere delle posizioni diametralmen‑ te opposte, anche se certo non sono mancati anche momenti di sinergia e compattezza. Alla vigilia delle elezioni presidenziali, che si terranno a genna‑ io, è opportuno proporre una riflessio‑
ne a proposito del ruolo che giocano questi due attori, soprattutto sul loro rapporto reciproco. Il loro ruolo istituzionale è stabilito dalla costituzione, la quale, entrata in vigore nel 1993, stabilisce nel III capitolo, de il “Potere Esecutivo”, i loro rispettivi compiti. Si attribuiscono al Presidente dei poteri, cosiddetti poteri senza contro-firma, che gli conferisco‑ no un importante grado di autonomia decisionale. Infatti, l’articolo 62 stabi‑ lisce che, senza la firma di un ministro, egli ha facoltà di: porre il veto legi‑ slativo (per superarlo è necessaria la maggioranza assoluta dei deputati), intervenire in parlamento, presiedere il consiglio dei ministri e chiedere rap‑
porti sul loro operato; far ricorso alla Corte Costituzionale e una serie di po‑ teri di nomina, come quello dei mem‑ bri del Consiglio della Banca Nazionale Ceca e della Corte costituzionale. Oltre a ciò, la vaghezza di alcune disposizioni costituzionali, unita all’utilizzo politico del potere di veto e ai ricorsi alla Corte costituzionale - la quale è stata spesso chiamata a decidere per limitare o aumentare i poteri presidenziali - fanno sì che il ruolo del presidente sia stato più at‑ tivo di quanto normalmente succede nei governi parlamentari; per questo in dottrina si tende ad identificare il caso ceco come semipresidenzialismo debole o come esecutivo bicefalo.
These are just the two latest examples, among the most striking, of the divergent views between President Zeman and the government. During the five years of the Zeman presidency, the Czech political scene has often seen these two protagonists expressing diametrically opposed stances, even if there certainly has been no lack of moments of synergy and solidarity. On the eve of the presidential elections, which will be held in January, it is timely to reflect upon the role played by these two actors, above all on their mutual relationship. Their institutional role has been established by the constitution, which having come into force in 1993, established their respective roles in chapter III of the “Executive Power”. The President was granted so-called powers without a counter-signature, which give him an
important degree of decision-making autonomy. In fact, Article 62 establishes that, without the signature of a minister, he has the right: to veto the legislative (to overrule it the absolute majority of deputies is necessary), to intervene in parliament, to chair the council of ministers and request reports on their actions; to appeal to the Constitutional Court and a series of appointing powers, such as the members of the Council of the Czech National Bank and the Constitutional Court. In addition to this, the vagueness of some constitutional provisions, combined with the political use of veto power and appeals to the Constitutional Court, which has often been called upon to decide to limit or increase presidential powers, make the role of the President more active than
is normally the case in parliamentary governments. For this reason, for the sake of doctrines, we tend to identify the Czech case as weak semi-presidentialism or as a bicephalous executive. Within the structure typical of parliamentary governments, regardless of how rationalized they are, the figure of the Head of State normally performs tasks of guarantee and representation. However, so far only the powers of constitutional derivation have been described up to now, it is necessary to add an additional factor which increases the political weight of the President. In the first few months of 2012 the direct election of the President of the Republic was introduced and what was previously only a constitutional vagueness has now been legitimized by the principle of popular sovereignty:
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All’interno della struttura tipica dei governi parlamentari, indipendente‑ mente da quanto siano questi razio‑ nalizzati, la figura del Capo dello Stato svolge normalmente dei compiti di garanzia e di rappresentanza. Tutta‑ via, si sono fin qui descritti solamente i poteri di derivazione costituzionale, è necessario aggiungere un ulteriore fattore che aumenta il peso politico del Presidente. Nei primi mesi del 2012 è stata introdotta l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e ciò che prima era solo una vaghezza costitu‑ zionale è ora stata legittimata dal prin‑ cipio di sovranità popolare: scegliendo attivamente la persona atta a ricoprire l’incarico, gli si conferisce un’autorevo‑ lezza, di fatto, maggiore di quella del governo. La riforma costituzionale è nata - come l’esperta in diritto pubbli‑ co ceco Angela De Gregorio fa notare per motivazioni non del tutto evidenti. Quello che si voleva sicuramente evi‑ tare è che la carica presidenziale fosse oggetto di una compravendita politica all’interno del parlamento, così che ora la sua figura possa essere slegata da qualsiasi istituzione e adempiere
meglio ai compiti di garanzia che le competono. Un altro aspetto incisivo è rappresentato dal fatto che i primi due Presidenti della Repubblica Ceca, Václav Havel e Václav Klaus, essendo delle personalità molto forti e auto‑ revoli, durante i loro mandati più volte hanno indirizzato con le loro scelte la politica nazionale (basti pensare allo stallo che si creò quando il presidente Klaus si rifiutò di sottoscrivere il Tratta‑ to di Lisbona) e l’introduzione dell’ele‑ zione diretta rende queste ingerenze presidenziali più legittime. Ovviamente è necessario notare come questo sistema sia molto giovane: Miloš Zeman è stato il primo presi‑ dente eletto dai cittadini e, data an‑ che la sua grande personalità, è fisio‑ logico che si siano creati dei conflitti all’interno delle istituzioni. Un altro fattore da non trascurare ri‑ guarda il ruolo della democrazia nei paesi occidentali. Sempre più spesso si sente affermare che le elezioni a suf‑ fragio universale siano la metodologia più democratica all’interno della strut‑ tura della democrazia rappresentativa. Il pensiero comune vorrebbe che solo
by actively choosing the person to hold the position, he is given an authoritativeness, in fact, greater than that of the government. Constitutional reform was born, as the Czech public law expert Angela De Gregorio points out, for reasons that are not entirely clear. What they certainly wanted to avoid is that the presidential office was the object of a political sale within the parliament, so that now its figure can be detached from any institution and fulfill the tasks of guarantee that fall under their responsibility better. Another incisive aspect is indeed the fact that the first two Presidents of the Czech Republic, Václav Havel and Václav Klaus, being very strong and authoritative personalities, during their mandates repeatedly addressed national politics with their choices (just think of the stall that was created when President Klaus refused to sign the Lisbon Treaty)
and the introduction of the direct election makes these presidential interferences more legitimate. Obviously, it is necessary to note how this system is very young: Miloš Zeman was the first president elected by the citizens, and given his strong personality, it is unsurprising that conflicts were created within the institutions. Another factor not to be overlooked concerns the role of democracy in Western countries. It is increasingly being said that elections of universal suffrage are the most democratic methodology within the framework of representative democracy. The common thought would be that only direct elections of institutional offices can safeguard the popular sovereign, which otherwise would be almost non-existent. There are those who go even further: only democracy without mediation, direct democracy, is the only possible expression of the
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eleggendo direttamente le cariche istituzionali sia salvaguardata la so‑ vranità popolare, la quale altrimenti sarebbe pressoché inesistente. C’è chi si spinge anche oltre: solo la democra‑ zia senza mediazioni, la democrazia diretta, è l’unica espressione possibile della volontà del popolo e alcuni partiti politici, anche cechi, la pongono come obiettivo dei loro programmi. È possibile che anche la modifica co‑ stituzionale della Repubblica abbia
will of the people and some political parties, even Czechs, set it as the goal of their programs. Is it also possible that the constitutional amendment of the Republic has this idea as its engine? In tracing this path, we must first analyze how direct elections are applied and in which contexts they act. After the dismemberment of the Soviet Bloc, the former Warsaw pact countries
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questa idea come motore? Nel per‑ correre questa strada bisogna innan‑ zitutto analizzare come le elezioni dirette vengono applicate e in quali contesti agiscano. Dopo lo smembramento del Blocco sovietico, i paesi dell’ex blocco di Var‑ savia si sono dotati di nuove costitu‑ zioni e la scelta più frequentemente adottata per forma di governo è sta‑ ta quella di governo presidenziale o semipresidenziale, con l’elezione del
came up with new constitutions and the choice most frequently adopted as a form of government was that of a presidential or semi-presidential government, with the election of the head of state through universal suffrage. In this regard, the Czech Republic, faithful to its early 20th century democratic tradition and especially to the constitution issued in 1920, which at the time had
capo dello stato a suffragio univer‑ sale. In questo panorama la Repub‑ blica Ceca scelse di optare, fedele alla sua tradizione democratica di inizio secolo e soprattutto alla costi‑ tuzione emanata nel 1920, la quale al tempo era stata lodata per il suo equilibrio, per un sistema parlamen‑ tare nel quale il capo dello stato è eletto dal parlamento. La tradizione parlamentare non è mai stata messa in dubbio: la successiva riforma costi‑
been praised for its balance, chose to opt for a parliamentary system in which the head of state is elected from the parliament. The parliamentary tradition has never been questioned: the subsequent constitutional reform of 2012 did not introduce a presidential or semi-presidential system of government, despite the frequent instability that characterized governments, not least the Sobotka
tuzionale del 2012 non ha introdotto un sistema di governo presidenziale o semipresidenziale - nonostante la frequente instabilità che ha caratte‑ rizzato i governi, non ultimo il gover‑ no Sobotka, e l’impasse politico che sta caratterizzando la formazione del governo Babiš. La Repubblica Ceca non è certo il solo paese ad aver adottato un simile si‑ stema. L’Austria, per esempio, ha una struttura simile a quella ceca e, seb‑
government, and the political impasse that is characterizing the formation of the Babiš government. The Czech Republic is certainly not the only country to have adopted such a system. Austria, for example, has a similar structure to the Czech one, and although the Austrian Federal President has several political powers on paper, he has traditionally always
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bene il presidente federale austriaco abbia sulla carta diversi poteri politici, egli ha tradizionalmente sempre tenu‑ to un basso profilo, nonostante l’inve‑ stitura popolare. Allo stesso modo la Slovacchia, a causa dell’incapacità di eleggere un presidente durata per più di un anno, decise di introdurre l’elezio‑ ne diretta del capo dello stato. La stabilità di un governo può essere aiutata dalla struttura istituzionale e si può interpretare l’elezione per via diretta del presidente ceco in quest’ot‑ tica. Tuttavia, siamo in un momento storico nel quale la grande frammen‑ tazione dell’elettorato si ripercuote in una significativa proliferazione dei partiti politici - nel parlamento ceco son presenti ben nove di questi -, da cui risulta una incapacità pratica di formare dei governi stabili. In questo contesto, la differenza può essere fat‑ ta dalla cultura politica di un paese, la sola in grado di mitigare il protagoni‑ smo di alcuni personaggi, in modo che le campagne elettorali finiscano con le elezioni, separando ciò che è espressio‑ ne di democrazia da ciò che è solamen‑ te utilitarismo demagogico. kept a low profile, despite the popular investiture. Similarly, Slovakia, due to the inability to elect a President lasting more than a year, decided to introduce the direct election of the head of state. The stability of a government can be helped by the institutional structure and the direct election of the Czech President can be interpreted in this light. However, we are at a historic moment in which the great fragmentation of the electorate is reflected in a significant proliferation of political parties, there are nine of these in the Czech parliament, which results in a practical inability to form stable governments. In this context, the difference can be made by the political culture of a country, the only one able to mitigate the protagonism of some characters, so that electoral campaigns end with the elections, separating what is an expression of democracy from what is only demagogic utilitarianism.
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BIANCHI & PARTNERS
FERRERO ČESKÁ
Ferrero è uno dei più grandi gruppi dolciari al mondo. Fon‑ data da Pietro Ferrero nel 1946 in Italia, ad Alba, in Piemonte. Altissima qualità, freschezza, innovazione, accurata selezio‑ ne delle materie prime: ecco le parole chiave che consentono ai prodotti Ferrero di essere amati da milioni di consumato‑ ri nel mondo. La Ferrero Česká è stata fondata a Praga nel 1994 e da quell’anno il consumatore ceco puo acquistare prodotti come Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Cioccolato, Kinder Sor‑ presa, Tic Tac. Ferrero is one of the largest confectionery companies in the world, founded by Pietro Ferrero in 1946 in Alba, Piedmont, Italy. High quality, freshness, innovation, careful selection of raw materials are the Ferrero’s key words that make its brands loved by millions of consumers all over the world. Ferrero Česká was founded in 1994 in Prague and since that year Czech consumer could buy products as Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Chocolate, Kinder Surprise, Tic Tac. Karla Engliše 3201/6 150 00 Praha-Smíchov tel: +420 225 020 111 www.ferrero.cz
Fondata nel 1996, Finmed s.r.o. è una società che si oc‑ cupa dell’importazione e com‑ mercializzazione di dispositivi medici, di prodotti ospedalieri monouso e di un’ampia gam‑ ma di accessori chirurgici. La sua sede centrale è stata stabilita a Praga ma Finmed è completamente introdotta nel circuito ospedaliero delle più importanti città della Re‑ pubblica Ceca. Il portafoglio dei prodotti copre vari rami della medicina ufficiale. Finmed S.r.o., founded in 1996, is a company involved in the importation and commercialization of medical devices, hospitals disposables and a wide range of surgical accessories. Its headquarters were established in Prague but Finmed is also fully introduced in the hospital circuit of the most important cities of the Czech Republic. The product portfolio covers several branches of the official medicine.
Dušní 8 110 00 Praha 1 tel. +420 224 814 602 finmed@tiscali.cz
DIFFUSORI ACUSTICI LOUDSPEAKERS
Fonica International è un’a‑ zienda specializzata nella progettazione e produzione di diffusori acustici isodinamici di alta fedeltà. Sono prodotti realizzati in Italia, capaci di unire design e funzionalità al miglior livello di tecnologia in‑ ternazionale. L’azienda nasce e si fonda sulla passione per la musica e sulla convinzione di poter creare dei prodotti di qualità straordinaria, senza avere alle spalle un colosso multinazionale. Fonica international is a company that is specialized in the design and manufacture of high-fidelity isodynamic loudspeakers. The products are produced in Italy and combine design and functionality - with state of the art international technology. The company was founded and based on a deep passion for music and on the assumption that it could create products of exceptional quality, without having to rely on the support of a multina tional giant.
www.fonicainternational.com
SLOVENSKÉ ELEKTRÁRNE, a. s. PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ELETTRICITÀ ELECTRICITY PRODUCTION AND DISTRIBUTION Slovenské elektrárne, azienda del gruppo Enel ed il maggiore produttore di energia elettrica in Slovacchia dove, grazie ad un ottimo bilanciamento delle fon‑ ti, genera il 91% dell’elettricità senza emissioni di gas serra. At‑ traverso la filiale ceca, Slovenské elektrárne è presente anche nel mercato retail ceco, con partico‑ lare attenzione ai clienti business, cui offre elettricità e servizi di ef‑ ficienza energetica per aiutarli a risparmiare su illuminazione, riscaldamento, raffreddamento e altre tecnologie energy intensive. Slovenské elektrárne is an Enel Group company and the largest producer of electricity in Slovakia where, thanks to an ideal production mix, generates 91% of electricity free of greenhouse gas emissions. Through its Czech branch, Slovenské elektrárne operates also in the Czech retail market, with a strong focus on business clients, offering electricity and energy services that help clients to save on lighting, heating, cooling and other energy intensive technologies. ČR branch Rybná 14, 110 00 Praha 1 Česká republika czechrepublic@enel.com www.seas.sk/Inovacie www.seas.sk/clients-czech-republic
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INDUSTRY AND TRADE
DISTRIBUZIONE PRESIDI MEDICO CHIRURGICI DISTRIBUTION OF MEDICAL SURGICAL INSTRUMENTS
FONICA
INDUSTRY AND TRADE
FINMED
INDUSTRY AND TRADE
INDUSTRY AND TRADE
Progetto RC suggests
SIAD GAS TECNICI, SPECIALI, MEDICINALI, ALIMENTARI TECHNICAL, SPECIALTY, MEDICAL AND FOOD GASES Fondato a Bergamo nel 1927, SIAD è uno dei principali gruppi chimici italiani ed è attivo nei settori gas industriali, engi neering, healthcare, servizi e beni industriali. SIAD è pre‑ sente nel Centro-Est Europa in dodici diversi Paesi, con siti pro‑ duttivi e filiali commerciali. In Repubblica Ceca opera dal 1993 con SIAD Czech e, nel 2005, ha realizzato a Rajhradice, vicino a Brno, uno stabilimento di pro‑ duzione dei gas industriali tra i più tecnologicamente avanzati di tutto il Paese. Founded in Bergamo in 1927, SIAD is one of the most important Italian chemical groups and it is present in the area of industrial gases, engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales offices in twelve different Central and Eastern European countries. In the Czech Republic, it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established an industrial gases production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units in the entire nation. www.siad.cz siad@siad.cz
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ALLE TERME TRA GATTOPARDI E SCIACALLI
Il vino caldo speziato (svařák, nella de‑ clinazione locale) scalda le mani e lo spirito. Il mercatino di Natale ha invaso la piazza del centro storico, sotto caldi berretti di lana i venditori sorridenti (i commercianti cechi, da sempre parchi
di emozioni, serbano i propri sorrisi per il periodo natalizio) propongono le solite mercanzie, pan di zenzero, formaggi lo‑ cali, ninnoli di legno, decorazioni varie. La piazza è fiancheggiata da un grande palazzo (sebbene porti il
nome di castello), oggi museo regio‑ nale, ed è circondata per due lati da bei palazzi dal fascino settecentesco. Su uno di questi la curiosa scritta Stadt Klagenfurt fa sorgere dubbi di geografia. Sulla facciata dei vici‑
Hot mulled wine (known as svařák locally) warms the hands and the spirit. The Christmas market has invaded the square of the old town, and under warm woolen caps, smiling vendors (Czech merchants, always moderate with emotions, save their smiles for the Christmas period) offer the usual merchandise, gingerbread, lo-
cal cheeses, wooden toys, and various decorations. The square is sided by a large palace (although it bears the name of a castle), now a regional museum, and is surrounded on both sides by beautiful buildings of eighteenth-century charm. On one of these the curious Stadt Klagenfurt sign raises doubts about the
geography. On a neighbouring façade the sign Prince de Ligne stands out, in memory of a nobleman, who we will find out later, in the popular version of local history is remembered with the prosaic name of Prince Ham. The last side of the square possesses the special touch, the signature of its city: the large tower, white and fresh-
Impressioni da Teplice, cittadina termale dal sangue blu ai piedi dei Monti Metalliferi di Giuseppe Picheca by Giuseppe Picheca
Impressions from Teplice, a blueblooded spa town at the foot of the Ore Mountains
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AT THE SPA AMONG LEOPARDS AND JACKALS ni invece primeggia la scritta Prince de Ligne, in ricordo di un nobile che – scopriremo in seguito – nella ver‑ sione verace e popolare della storia locale è ricordato col più prosaico nome di Principe Prosciutto.
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Teplice, un concerto di Natale nella piazza del centro storico, la Zámecké náměstí / Teplice, a Christmas concert in the old town square, the Zámecké náměstí
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ly painted, which acts as a bell tower for the splendid church of St John the Baptist. Teplice, a spa town at the foot of the Ore Mountains, in the Bílina river valley. Fifteen kilometres from the border with Saxony, with fifty thousand inhabitants. The small historical centre, enclosed in rather anonymous surrounding
modernity, has maintained the ancièn regime fascination, of the times when the baths housed the German nobility. The names of the illustrious visitors can be found in the signs on cafés and restaurants: Beethoven, Goethe, Wagner. It is easy to imagine the long promenades of impregnated wigs, embroidered umbrellas, white gloves on briar walking sticks and the whole circus of nobility in the park behind the castle, today with two frozen lakes. Meanwhile, the Christmas concert gathers much applause and Teplice smiles at us like a little Christmas pearl. To be content with this postcard, however, would be a mistake. The first shadow comes from the regional museum, the castle of the powerful Clary-Aldringen family, owners from 1634 to 1945. We quite
swiftly cross the large rooms full of portraits and period furniture. A young guide with a round face, short brown hair and a good-natured expression that reminds one (for Czech culture connoisseurs) of the Švejk played by Rudolf Hrušínský, lists the river of notables who have stepped on the very same floor (the piano had been played by Liszt, Marshal Radetzky sat on the armchair...), including Giacomo Casanova, who lived his last years in the nearby castle of Duchcov. A friend of his was the Belgian Charles-Joseph Lamoral, Prince de Ligne, lover of revelry and gluttony to the extent that he deserved the above-mentioned nickname. In the smallest room of the castle, almost a storeroom, the coin collection can be found, with pieces dating back even to ancient history. A
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strip of coins dates back to the period of the First Republic and among these a crown on which there is a precision engraving of a Nazi swastika. The German majority in the region, in the period between the two wars, was the engine behind Nazism across the border; not only that, the German nationalism was stained by violent xenophobic and anti-Semitic tints even before Nazism itself. The Deutsche Nationalsozialistische Arbeiterpartei, the German National Socialist Workers’ Party, founded in 1919 at the castle of Duchcov, was dissolved in 1933 by the Czechoslovak government for subversive activities. From its ashes the German Sudeten Party was born the same year. From then on Teplice experienced the catastrophe of Nazism, the war and the Beneš
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Scorcio dello splendido campanile della cappella dell’Ascensione della Santa Croce, da una via che conduce alla piazza / View of the beautiful bell tower of the Chapel of the Ascension of the Holy Cross, from a street leading to the square
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Sotto l’apparente immobilità, le ferventi contraddizioni politiche e sociali
L’ultimo lato della piazza è il tocco spe‑ ciale, firma della sua città: la grande torre, bianca e riverniciata di fresco, che funge da campanile per la splendida chiesa di San Giovanni Battista. Tepli‑ ce, cittadina termale ai piedi dei Monti Metalliferi, nella valle del fiume Bílina. Quindici chilometri dal confine con la Sassonia, cinquanta mila abitanti. Il piccolo centro storico, stretto in una modernità circostante piuttosto anonima, ha mantenuto il fascino
ancièn regime, dei tempi in cui le terme ospitavano la nobiltà tedesca. I nomi dei visitatori illustri si ritrovano nelle insegne dei caffè e dei ristoran‑ ti: Beethoven, Goethe, Wagner. Facile immaginare le lunghe passeggiate di parrucche impomatate, ombrellini ricamati, guanti bianchi su bastoni di radica e tutto il circo della nobiltà nel parco alle spalle del castello, oggi con i due laghetti ghiacciati. Intanto il concerto natalizio raccoglie gli ap‑ plausi e Teplice ci sorride come una piccola perla natalizia. Accontentarsi di questa cartolina, però, sarebbe un inganno. La prima ombra arriva dal museo regionale, il castello della potente famiglia Clary-Aldringen, proprie‑
Beneath the apparent immobility, the fervent political and social contradictions
Una rappresentazione di Teplice del 1798 / A painting depicting Teplice from 1798
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tari dal 1634 al 1945. Attraversiamo abbastanza speditamente le grandi sale colme di ritratti e arredamento d’epoca. Una giovane guida dal vol‑ to rotondo, i capelli corti e castani e un’espressione bonaria che ricorda (per gli intenditori cechi) lo Švejk di Rudolf Hrušínský, elenca il fiume di notabili che hanno calpestato il no‑ stro stesso pavimento (quel piano è stato suonato da Liszt, su quella poltrona sedette il maresciallo Ra‑ detzky), tra cui Giacomo Casanova, che visse i suoi ultimi anni al vicino castello di Duchcov. Amico di que‑ sti il belga Charles-Joseph Lamoral, Prince de Ligne, amante di gozzovi‑ glie e ingordigia tanto da meritarsi il soprannome di cui sopra. Nella stanza più piccola del castello, quasi un ripostiglio, la collezione numisma‑ tica, con pezzi risalenti sin dalla storia antica. Una striscia di monete risale al periodo della Prima Repubblica e tra queste una corona su cui è incisa, con precisione, una svastica nazista. La maggioranza tedesca nella regione, nel periodo tra le due guerre, fu la te‑
reportage
sta d’ariete del nazismo oltre frontie‑ ra; non solo, il nazionalismo tedesco si tinse della violenta tinta xenofoba e antisemita anche prima del nazismo stesso. Proprio al castello di Duchcov fu fondato nel 1919 il Deutsche Na‑ tionalsozialistische Arbeiterpartei, il Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori, sciolto nel 1933 dal gover‑ no cecoslovacco per attività sovversive e dalle cui ceneri nacque, lo stesso anno, il Partito tedesco dei Sudeti. Da lì in poi Teplice visse la catastrofe del
nazismo, della guerra e dei decreti Beneš del 1945, con l’espulsione dei tedeschi e l’esproprio dei loro beni (tra cui le proprietà dei Clary-Aldringen). Le celebri foto della partenza dei tede‑ schi dopo la guerra qui sono precedute dalle meno comuni foto della cacciata dei cechi nel 1938. Un passato spiacevole, ricordi d’odio. Settant’anni dopo, il germe dell’intol‑ leranza sembra essere rimasto nell’a‑ ria. Ed infatti la seconda ombra viene amplificata da una notizia recente.
A metà novembre 2017 ha fatto scal‑ pore una foto pubblicata su un social network da una maestra elementare, rea d’essere orgogliosa del mix cultu‑ rale dei suoi giovanissimi alunni: molti volti di origini arabe, vietnamiti o rom. Le origini dei bambini sono bastate a scatenare un putiferio xenofobo di commenti e pettegolezzi, di cui i social sanno infiammarsi con così desolante velocità: “una classe di terroristi”, “spa‑ rateli tutti” e via dicendo; la disgrazia maggiore è stata la risposta di un par‑
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2015, manifestazione organizzata dal gruppo nazionalista xenofobo “Islám v České republice nechceme” / 2015, a demonstration organized by the nationalist xenophobic group “Islám v České republice nechceme”
decrees of 1945, with the expulsion of the Germans and the expropriation of their assets (including the properties of the Clary-Aldringen). The famous photos of the departure of the Germans after the war here are preceded by the less common photos of the expulsion of the Czechs in 1938. An unpleasant past, memories of hatred. Seventy years later, the germ of intolerance seems to have remained in the
air. In fact, the second shadow is amplified by a recent episode in the news. In mid-November 2017, a photo published on a social network by an elementary school teacher caused a stir, guilty of being proud of the cultural mix of her young pupils, with many faces of Arab, Vietnamese or Roma origins. The origins of the children have been enough to unleash a xenophobic ruckus of comments and gossip,
which the social media were capable of igniting at such bleak speed with comments such as “a class of terrorists”, “shoot them all”, and so on. The greatest disgrace was the response of an MP, Tereza Hythová, who was elected last October with the SPD formation of Tomio Okamura, who declared that she understood the hate speech of the locals against foreigners. A stance, showing sympathy towards death
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lamentare, Tereza Hythová, qui eletta lo scorso ottobre con la formazione SPD di Tomio Okamura, che ha dichia‑ rato di capire le esternazioni d’odio dei locali contro gli stranieri. Una presa di posizione, comprensiva verso minacce di morte verso bambini di sei anni, che lascia esterrefatti. La classe in questione è di una scuola del quartiere meridionale di Proseti‑ ce. Ad attraversarlo non si nota nulla fuori posto: una zona di panelák bassi e modesti. Decorazioni natalizie che si illuminano al crepuscolo. Una zona anonima, tranquilla, ma ingombrante: per l’eterogenea origine dei propri abi‑ tanti. Una zona in cui oggi le proprietà immobiliari hanno prezzi stracciati. Il conflitto sociale a Teplice non è infatti arrivato con i social network. Nel 2016 una studentessa di liceo è stata al cen‑ tro di polemiche per indossare il velo; dozzine di lettere inviate al preside per esigerne l’espulsione. Nel 2015 una manifestazione di qualche centinaia di cittadini ha protestato per la presenza di visitatori musulmani nelle terme, causando un crollo deciso delle visite threats to six-year-olds, which leaves you astonished. The class in question is from a school in the southern district of Prosetice. When going through it one does not notice anything out of the ordinary: a low and modest area of paneláks (panel houses). Christmas decorations that light up at sunset. An anonymous, quiet, but cumbersome area, due to the heterogeneous origin of its inhabitants. An area in which real estate properties today have bargain prices. Social conflict in Teplice however, did not actually arrive with social networks. In 2016 a high school student was at the centre of controversy for wearing a veil, with dozens of letters sent to the principal demanding her expulsion. In 2015, a demonstration of a few hundred citizens took place due to the presence of Muslim visitors in the spas, causing a noticeable drop in visits by tourists from
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reportage
Dominik Feri, TOP09, il più giovane deputato del Parlamento ceco, durante la scorsa campagna elettorale a Teplice / Dominik Feri, TOP09, the youngest MP of the Czech Parliament, during the last electoral campaign in Teplice
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di turisti dal mondo arabo. Le storie si ripetono, e le statistiche sugli abitanti non fanno che rendere ancora più grot‑ tesca la xenofobia locale: su 50mila, gli abitanti di origini arabe sono circa due‑ cento, oltre a seicento russi e poco più di mille vietnamiti. Teplice è una città dai contrasti ac‑ cesi, nascosti a fatica dietro il salotto buono delle terme e del turismo. Una città che si muove veloce sotto l’apparente immobilismo che ci ave‑
va colpito al primo sguardo. Vitalità sotto la quiete, viene da dire, gatto‑ pardesca. Vitalità nella quale si me‑ scolano i problemi economici del cir‑ condario, come la disoccupazione a seguito della chiusura delle miniere (stagno, lignite) e le connesse nuove speranze, come la probabile estra‑ zione di litio a Cínovec ed i promessi mille posti di lavoro, una valvola d’ossigeno non da poco. I problemi politici, con la xenofobia del partito
di Okamura a racimolare consensi alle ultime elezioni, e le connes‑ se nuove speranze, tra cui brilla il primato nazionale del più giovane deputato del Parlamento ceco, e per di più di sangue misto: Dominik Feri, classe 1996, madre ceca e padre etiope. Studente di legge e musicista jazz, eletto con i liberal-conservatori (che qui, nel gioco dell’assurdo, sono stati veri rivoluzionari) del Top09. Feri è stato incluso dal quotidiano tedesco Die Welt nella lista di politici europei che possono “make Europe great again”, parodiando il celebre slogan di Donald Trump. Al concerto natalizio, organizzato dal Lions club locale, un bluesman attira l’attenzione, di una bravura quasi fuori posto per un pubblico di famigliole e pettegolezzi. Teplice si racconta dunque così, una cittadi‑ na piccolo borghese, dalle bellezze storiche – ma senza esagerare – dai castelli nei dintorni – ma senza esa‑ gerare – dalle opportunità industriali – ma senza esagerare. Al contempo racconta l’immagine di un paese che non sa più guardare alle sue bellezze, che scambia gli stranieri per nemici, e inciampa su se stesso. Una cittadina che nelle sue contraddi‑ zioni rispecchia una grande – e chissà quanto – parte della Repubblica Ceca.
the Arab world. The stories are repeated, and the statistics on the inhabitants only make the local xenophobia even more grotesque: out of fifty thousand, the inhabitants of Arab origins make up about two hundred, in addition to six hundred Russians and just over one thousand Vietnamese. Teplice is a city of contrasts, hidden, although with difficulty, behind the good living room of the spa and tourism. A city that moves fast under the apparent immobility that struck us at first glance. Vitality under the stillness, it should be said, reminiscent of Tomasi di Lampedusa’s Leopard. In this vitality, the economic problems of the district are also mixed up, such as unemployment following the closure of
mines (tin, lignite) and the related new hopes, such as the likely extraction of lithium in Cínovec and the thousand promised jobs, a not so insignificant valve of oxygen. Political problems, with the xenophobia of the Okamura party gaining support in the last elections, and the related new hopes, including the national supremacy of the youngest Member of the Czech Parliament, and moreover of mixed blood: Dominik Feri, class 1996, Czech mother and Ethiopian father. Law student and jazz musician, elected with the liberalconservatives (who here, in the game of the absurd, were real revolutionaries) of the Top 09. Feri was included by the German newspaper Die Welt in the list of European politicians who can
“make Europe great again”, parodying the famous slogan of Donald Trump. At the Christmas concert, organized by the local Lions club, a bluesman draws attention, a skill almost out of place for a public of family and gossip. So Teplice is told thus, a small bourgeois town, with historical beauties, but without exaggerating, from the surrounding castles, but without exaggeration, from industrial opportunities, but without exaggeration. At the same time it recounts the image of a country that no longer knows how to look at its beauty, which takes foreigners for enemies, and stumbles upon itself. A town that in its contradictions reflects a great, and who knows how much, part of the Czech Republic.
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Nel 2017 abbiamo salutato Jan Tříska, popolare attore di cinema e di teatro, morto dopo essere misteriosamente caduto dal Karlův most
ADDIO A UN GIGANTE DEL CINEMA GOODBYE TO AN ACTING GIANT Guardando indietro ai quarant’anni di Comunismo in Cecoslovacchia, sono stati numerosi gli artisti illustri un tempo osteggiati dal regime che sono poi riusciti fortunatamente a riprendersi il proprio spazio dopo il 1989. In pochi però sono stati capaci
di una resurrezione artistica così im‑ pressionante come quella dell’attore Jan Tříska, morto di recente. Impostosi come uno dei migliori ta‑ lenti del teatro cecoslovacco negli anni ‘60 e ‘70, fu costretto poi all’esilio negli Stati Uniti per la sua amicizia
di Lawrence Formisano by Lawrence Formisano
The year 2017 was marked the death of Jan Tříska, the popular film and theatre actor, who died after mysteriously falling from Charles bridge Jan Tříska in "Obecná škola" / Jan Tříska in " Obecná škola"
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con Václav Havel e per le sue posizio‑ ni considerate controrivoluzionarie, e infine protagonista di un ritorno trionfale dopo la Rivoluzione di Vel‑ luto. A tal punto che la sua grande popolarità in patria va attribuita proprio al film Obecná škola (Scuola
cinema
Elementare), del 1991, la sua prima pellicola ceca dopo i 14 anni trascorsi oltreoceano. Eppure per Tříska – deceduto lo scor‑ so 25 settembre, a seguito di una caduta dal Ponte Carlo in circostanze non ancora chiarite – Obecná škola ha costituito un semplice capitolo di una vita di dramma e dissidenza, trascor‑ sa fra due mondi opposti. Nato nella capitale cecoslovacca nel 1936, la sua carriera artistica iniziò sui palcoscenici teatrali quando – dopo quattro anni nella Damu (la Facoltà di Teatro dell’Accademia del‑ le Arti Performative) – divenne nel 1959 il più giovane componente del‑ la compagnia di attori del Národní divadlo di Praga. Durante gli studi all’accademia fece da subito parte del cast di varie ope‑
re di rilievo come Bílá nemoc (The White Disease, 1956-1957) di Karel Čapek, in cui ebbe il ruolo di assi‑ stente. Ci mise poco tempo però a lasciare il segno anche come attore in ruoli shakespeariani come quello di Edmund nel Re Lear (1961), e final‑ mente come protagonista maschile in Romeo e Giulietta. È il periodo in cui il giovane Tříska riuscì a farsi conoscere anche attraverso ruoli ci‑ nematografici e televisivi, spesso in fiabe come il popolarissimo Radúz a Mahulena (1970). Tuttavia, sono an‑ che gli anni della Normalizzazione e delle prime scintille di contrasto con i nuovi poteri dell’epoca. Nel 1966 Tříska divenne membro del Divadlo za branou,fondato dal regista Otomar Krejča, leggenda del teatro che di lì a poco cadde in rovina per il suo sostegno alla Primavera di Pra‑ ga – fino ad essere estromesso nel 1970 dalla attività artistica, un anno prima della chiusura definitiva del Divadlo za branou. Quello di Krejča fu un destino che anticipò quello del discepolo Tříska. Grazie alle proteste internazionali, Krejča riuscì a lasciare Looking back at the forty years of Communism in Czechoslovakia, there were many illustrious artists who had previously fallen foul of the regime, but managed to make a comeback after 1989. Very few however, were capable of an artistic resurrection as impressive as that of the recently deceased actor Jan Tříska. Having established himself as one of the best talents of the Czechoslovak theatre in the ‘60s and ‘70s, he was subsequently forced into exile in the United States due to his friendship with Václav Havel, and for his seemingly “counter-revolutionary” positions, before finally becoming the protagonist of a triumphal return following the Velvet Revolution. To a certain extent his great popularity at home can be attributed to the 1991 film Obecná škola (Elementary School), his first Czech film after the 14 years spent overseas.
Yet for Tříska, who died on September the 25th, following a fall from the Charles Bridge in circumstances yet to be clarified, Obecná školamerely constituted a simple chapter of a life of drama and dissidence, divided between two opposing worlds. Having been born in the Czechoslovakian capital in 1936, his artistic career began on the stage when after four years in DAMU (Theatre Faculty of the Academy of Performing Arts in Prague), in 1959 he became the youngest member of the actors of the repertory of Národní divadlo in Prague. During his studies at the academy, he immediately became part of the cast of various notableplays such as Bílá nemoc (The White Disease, 19561957) by Karel Čapek, in which he had the role of assistant. He took little time, however, to make his mark also as an actor in Shakespearean
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roles like that of Edmund in King Lear (1961), and finally as the leading man in Romeo and Juliet. It was the period when the young Tříska managed to get himself known also through film and television roles, often in fairy tales like the highly popular Radúz a Mahulena (1970). However, they were also the years of Normalization, and the early sparks of friction with the new powers of the time In 1966, Tříska became a member of the Divadlo za branou, founded by the director Otomar Krejča, the theatre legend who would later fall into ruin for his support of the Prague Spring, until he was banned from artistic activity in 1970, a year before the definitive closure of the Divadlo za branou. Krejča’s destiny also foreshadowed that of his disciple Tříska. Thanks to the international protests, Krejča managed to leave Czechoslovakia, to find refuge
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la Cecoslovacchia, per trovare rifugio e riprendere l’attività di regista te‑ atrale in Germania, Francia e Italia, dove vinse il Premio Pirandello. Tříska nella bufera ci finì già nel tragi‑ co agosto del 1968, per una trasmis‑
sione radiofonica da Liberec in cui commentava l’arrivo dei carri armati russi a Praga, insieme al suo amico e futuro capo di stato, Václav Havel. Le cose peggiorarono nel 1977. Essendo considerato presenza sgradita, l’atto‑ re cercò di deviare le attenzioni nega‑ tive accettando un ruolo nella serie 30 případů majora Zemana, all’epoca popolarissimo ma oggi visto come propaganda del partito comunista. In una delle sue ultime interviste con la rivista Reflex affermò di es‑ sere stato contattato dalla StB, la polizia segreta, ma di aver rifiutato di cooperare. Tuttavia, le voci che in‑ fastidivano le autorità erano quelle riguardanti la sua presunta simpatia per il manifesto di dissenso civile Charta 77. Tutto questo nonostante Tříska avesse firmato l’anti-Charta, la presa di posizione imposta dal re‑ gime a diversi artisti.
Dopo la tragica morte di Tříska, que‑ sto settembre, l’attore, comico e sce‑ neggiatore Zdeněk Svěrák ha rilascia‑ to un’intervista alla rivista politica Respekt sulla sua prima esperienza lavorativa di rilievo con l’amico “Hon‑ za”: nella commedia di Jiří Menzel, Na samotě u lesa (1976). Nel numero dedicato all’attore appena scompar‑ so titolato “Český idol”, Svěrák rac‑ conta come la produzione fu bloccata per qualche giorno proprio perché Menzel si mostrò inamovibile sul vo‑ lere esclusivamente Tříska nella parte del medico; le riprese poterono ini‑ ziare solo quando il regista ricevette l’autorizzazione. L’attore ritratto da Svěrák, tuttavia, è un personaggio che mostrava ritrosia a discutere della propria situazione, ma che non esitava a scherzare e deridere i politici cecoslovacchi dell’epoca nono‑ stante la presenza di “spie” sul set.
and resume activity as a theatre director in Germany, France and Italy, where he won the Pirandello theatre Prize. Tříska would find himself amidst a storm during the tragic August of
1968, due to a radio broadcast from Liberec in which he commented on the arrival of Russian tanks in Prague, together with his friend and future head of state, Václav Havel. However, things
got worse in 1977. By then considered an unwelcome presence, the actor tried to divert the negative attention by accepting a role in the series 30 případů majora Zemana, at the time very
Jan Tříska nella serie televisiva "30 případů majora Zemana" (in alto) e con Magdaléna Vášáryová nella fiaba "Radúz a Mahulena" (a destra) / Jan Tříska in the TV series "30 případů majora Zemana" (above) and with Magdaléna Vášáryová in the fairy tale "Radúz a Mahulena" (on the right)
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Tříska alla fine del 1977, vedendo la situazione in Cecoslovacchia de‑ finitivamente deteriorata, decise di emigrare con la moglie, l’attrice Karla Chadimová, e i due figli. Emi‑ grare – pensava – per non tornare mai più, visto che i comunisti lo classificarono subito come un “con‑ trorivoluzionario ed un criminale, sequestratore di due bambini”, dato che le autorità dell’epoca considera‑ vano i bambini come “proprietà del‑
lo Stato socialista”. Dopo una sosta in Canada, la famiglia Tříska sbarcò negli Stati Uniti. Le difficoltà iniziali con la lingua in‑ glese non impedirono al praghese di conquistare l’America, sia nel teatro che nel cinema, dove poté contare sul compatriota Miloš Forman per un ruolo in Ragtime (1981). Seguirono piccoli ruoli in vari film di rilievo come Osterman Weekend (1983), di Sam Peckinpah, e 2010 - L’anno del con‑
tatto, il sequel di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Per un attore così talentuoso, si tratta‑ va di ruoli minori, tipicamente agenti del Kgb, spie, medici o scienziati russi, ma sempre interpretati con grandis‑ sima professionalità. La sua carriera americana continuò anche negli anni ‘90 con interpretazioni memorabili in Larry Flynt - Oltre lo scandalo (1996), diretto ancora da Miloš Forman, e Ro‑ nin con Robert De Niro. Il regista del
secondo film, John Frankenheimer scelse l’attore boemo personalmente, essendo stato colpito dalla sua otti‑ ma prova nel ruolo di Henry Wirz, il Comandante del campo di concentra‑ mento confederato, nel suo film tele‑ visivo del 1996 Andersonville, tanto da definirlo “il Laurence Olivier ceco”. Tuttavia, la verità è che questo artista tanto amato sarebbe finito nell’oblio collettivo se non ci fosse stato l’evento che ha segnato il destino della Cecoslo‑
L'attore impegnato in "Larry Flynt - Oltre lo scandalo", di Miloš Forman / The actor on the scene of Miloš Forman's "The People vs. Larry Flynt"
popular but now seen as propaganda of the communist party. In one of his last interviews provided to magazine Reflex, he claimed to have been contacted by the StB, the secret police, but refused to cooperate. However, the rumours that bothered the authorities were those concerning his alleged sympathy for the civil dissent manifesto, the Charta 77. All this despite Tříska having signed the anti-Charta, the stance imposed by the regime on various artists. After the tragic death of Tříska, this September, the actor, comedian and screenwriter Zdeněk Svěrák gave an interview to the political magazine Respekt about his first major work experience with his friend “Honza”,
in Jiří Menzel’s comedy, Na samotě u lesa (1976). In the issue dedicated to the late actor titled “Český idol”, Svěrák tells us of how the production was halted for a few days precisely because Menzel refused to compromise on his choice of Tříska in the part of the doctor in the film, and that filming could only begin when the director received the approval from the authorities. The actor portrayed by Svěrák, however, is one of a figure who showed reluctance to discuss his situation, but who did not hesitate to joke and mock the Czechoslovak politicians of the time despite the presence of “spies” on the set. At the end of 1977, Tříska, having concluded that the situation in Czecho-
slovakia had deteriorated definitively, he decided to emigrate with his wife, actress Karla Chadimová, and his two sons. That was to emigrate, he assumed with never returning, given that the communists immediately classified him as a “counter-revolutionary, and criminal, a kidnapper of two children”, since the authorities of the time considered children as “property of the socialist state”. After a brief stay in Canada, the Tříska family arrived in the United States. The initial difficulties with the English language did not prevent the Prague-born performer from conquering America, both in theatre and in cinema, where he could count on compatriot Miloš Forman for a role in
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Ragtime (1981). Small roles followed in several major films such as The Osterman Weekend (1983), directed by Sam Peckinpah, and 2010 - The Year We Make Contact, the sequel to Stanley Kubrick’s 2001: A Space Odyssey. For such a talented actor, these were minor roles, typically as KGB agents, spies, Russian doctors or scientists, but always played with great professionalism. His American career also continued in the 1990s with memorable performances in The People vs. Larry Flynt, (1996), directed again by Miloš Forman, and Ronin with Robert De Niro. The director of the second film, John Frankenheimer, chose the Bohemian actor personally, having been impressed by his excellent per-
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cinema
vacchia: la Rivoluzione di Velluto e la fine del regime comunista. Da una par‑ te, Tříska era orgoglioso della sua nuova patria e si sentiva ormai americano. Eppure non poté resistere all’invito di Zdeněk Svěrák di essere protagonista nel film Obecná škola (Scuola Elemen‑ tare:1991), da lui scritto e diretto dal figlio Jan. Oltre ad essere uno dei film cecoslovacchi di maggior successo (candidato all’Oscar al miglior film stra‑ niero), Tříska – grazie alla magistrale interpretazione del suo personaggio,
Nel ruolo del Marchese de Sade in "Šílení" (Follia, 2005) / In the role of Marquis de Sade in Šílení (Lunacy: 2005)
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formance in the role of Henry Wirz, the Confederate Concentration Camp Commander, in his 1996 television film Andersonville, to the point of dubbing him the “Czech Laurence Olivier”. However, the truth is that this muchloved performer could have ended up in collective oblivion if there had not been the event that marked the fate of Czechoslovakia: the Velvet Revolution and the end of the communist regime. On one hand, Tříska was proud of his new homeland and was now feeling American. Yet he could not resist Zdeněk Svěrák’s invitation to star in the film Obecná škola (Elementary School: 1991), which the latter wrote
un insegnante, presunto eroe di guerra – diventò una celebrità in patria. L’affetto riacquistato dalla Cechia nei confronti dell’espatriato è continuato nel nuovo millennio con una serie di interpretazioni di grande spessore: Želary (2003: candidato all’Oscar), Horem pádem (2004), e soprattutto nella parte del Marchese de Sade in Šílení (Follia: 2005) diretto da Jan Švankmajer. Le circostanze della sua morte, lo scorso 25 settembre, sono ancora
and was directed by his son Jan. As well as being one of the most successful Czechoslovakian films (an Oscar nominee for Best Foreign Film), Tříska, thanks to the masterly interpretation of his character, a teacher and alleged war hero, again became a celebrity in his homeland. The regained affection displayed by the Czechs towards the expat continued in the new millennium with a series of excellent performances: Želary (2003: another Oscar nominee), Horem pádem (2004), and especially in the part of the Marquis de Sade in Šílení (Lunacy: 2005) directed by Jan Švankmajer. The circumstances of his death, last
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avvolte dal mistero, non essendoci testimoni. Si può pensare al suicidio, persino al fatto che qualcuno lo abbia spinto giù, ma l’ipotesi più convincen‑ te appare quella del tragico incidente, per quest’attore innamorato della sua città, che aveva l’abitudine di sostare in meditazione sul Ponte Carlo, traen‑ done motivo di ispirazione. Certo è che, malgrado i suoi 80 anni, Tříska stava ancora attraversando un periodo di grande fecondità artistica. Il pubblico l’aveva appena visto in Po strništi bos, il nuovo film di Zdeněk e Jan Svěrák. Due giorni dopo la morte sarebbero dovute iniziare le riprese di Na střeše, nel quale doveva essere protagonista. E risale ad appena lo scorso marzo il premio Kristián con‑ feritogli nel corso del Febiofest di Praga per il suo contributo al cinema mondiale. Senza dubbio un giusto riconoscimento, per un attore unico e un idolo nazionale, che alcuni han‑ no definito il Marlon Brando o James Dean della Repubblica Ceca. September 25, are still shrouded in mystery, as there were no witnesses. One could think of it as suicide, even of the possibility that someone pushed him down, but the most convincing hypothesis is that of the tragic accident, for an actor enraptured by his city, who used to stop over and reflect on Charles Bridge, while drawing inspiration from it. What is certain, is that despite his 80 years, Tříska was still going through a highly fruitful artistic period. The public had just seen him in Po strništi bos, the latest film from Zdeněk and Jan Svěrák. Two days after his death, the filming of Na střeše should have begun, in which he was to be the protagonist. The Kristián award given to him at the Febiofest in Prague for his contribution to world cinema dates back just to last March. Undoubtedly a just recognition, for a unique actor and national idol, which some have gone as far as referring to as a Czech Marlon Brando or James Dean.
E I VINTI CHINARONO IL CAPO AGLI ARCHITETTI AND THE DEFEATED BOWED TO THE ARCHITECTS Gli splendori del Barocco ceco, stile imposto con la forza alle domate Terre boeme ma presto assorbito e ormai inscindibile dall’immaginario nazionale di Alessandro Canevari by Alessandro Canevari
The magnificence of the Czech Baroque style, enforced on the Bohemian Lands but quickly assimilated and now inseparable from the national consciousness.
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Un invito a vivere il Barocco con tutti i sensi. Quello della Repubblica Ceca, per un 2017 alla riscoperta della stra‑ ordinaria stagione culturale tra XVII e XVIII secolo, non è stato certo un invito consueto né routinario. Non a torto quindi l’Ente Nazionale Ceco per il Turismo ha ideato non «un semplice slogan, ma un invito irresistibile». E così è stato, immaginifico e intri‑ gante, almeno per gli amanti della cultura e delle arti, sempre pronti a fare la valigia per rinnovare l’emozio‑ ne di vivere un’esperienza estetica. Il Barocco boemo, poi, con le sue cattedrali dagli estatici verticalismi,
An invitation to experience the Baroque with all senses. This is what Czech Republic proposes for 2017, a year of rediscovery of the extraordinary cultural season from the seventeenth to the eighteenth centuries. An invitation that is neither conventional nor usual. Therefore, the Czech National Tourism Authority’s description of the invite is not far from reality “not a simple slogan, but an irresistible invitation”. And it was indeed so, imaginative and intriguing, at least for the art and culture lovers, always ready to renew the emotion of living an aesthetic experience. Then again, the Bohemian Baroque, with its cathedrals of rapturous verticalisms, “the lures of an inexhaustible rêverie” and the robust atlas accomplices in a static “escape continued by stupendous palaces” evokes -already in the words of Ripellino - an
irresistible dream, capable of involving all senses at three hundred sixty degrees. After all, what other season of art enticed the senses more than the capricious and obstinate one of the triumphant Church following the Council of Trent? A season molded for the Czech lands. A season of overwhelm and blatant con-
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trasts in which the scent of the jubilant flowers of the majestic gardens along Vltava and the armies of cherubs, devils, evangelists and “saints legislators” who wore the new impressive appearances were completely unrelated to the life of the Bohemian people. And, as an art of propaganda imposed by the winner, it could not have been frowned upon.
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«esche di una ‘rêverie’ inesauribile», ed i robusti atlanti complici di una immobile «fuga continuata di super‑ bi palagi» evoca – già nelle parole di Ripellino – un irresistibile sogno, capace di coinvolgere tutti i sensi a trecentosessanta gradi. In fondo, quale altra stagione delle arti lusin‑ gò i sensi più di quella capricciosa ed ostinata della Chiesa trionfante a valle del Concilio tridentino?
Una stagione travagliata per le ter‑ re ceche. Una stagione di sconfitta e stridenti contrasti in cui il profu‑ mo dei tripudi floreali dei maestosi giardini lungo la Vltava e gli eserci‑ ti di cherubini, diavoli, evangelisti e «santi legislatori» che vestivano le nuove imponenti facciate erano del tutto estranei alla vita del po‑ polo boemo. E in qualità d’arte di propaganda imposta dal vincitore
Facciata dell’ala occidentale del Klementinum di Praga, disegnata dall’architetto Carlo Lugano tra gli anni ‘50 e ‘60 del XVII secolo / Facade of the western wing of Prague’s Klementinum, designed by architect Carlo Lugano between the fifties and sixties of the seventeenth century
It was a new strenuous beginning for the Czech culture, overwhelmed and swamped mainly by the CounterReformation of the end of the Bohe-
mian-Palatial period of the Thirty Years War - the first act of pernicious conflict ready to ravage for decades the central and northern Europe, tearing
non poteva essere certo vista di buon occhio. Un nuovo inizio faticoso per la cultura ceca, sopraffatta e travolta prepo‑ tentemente dalla Controriforma alla chiusura della fase boemo-palatina della Guerra dei Trent’Anni – primo atto di un pernicioso conflitto pronto a imperversare per decenni per l’Eu‑ ropa centro-settentrionale, dilanian‑ dola. L’esito nefasto per le truppe del‑ la Confederazione boema della rapida ma cruciale battaglia della Montagna Bianca – combattuta l’8 novembre 1620 a Bílá Hora (oggi nel distretto di Praga 6) contro la Liga Catholica e le forze dell’Imperatore Ferdinando II – segna per secoli il destino della Bo‑ emia. L’annessione ai domini ereditari degli Asburgo delle terre ceche in for‑ za di quella sconfitta si traduce infatti in una dura repressione dell’orgoglio di un popolo e nella sua immediata perdita della libertà di culto, soffo‑ cando per tempo immemore la sua lotta per l’indipendenza. Un forte attrito iniziale accompagna così l’affacciarsi del Barocco in Boe‑
mia. È infatti in quest’atmosfera di controllo e oppressione seguita alla sconfitta che tra esili, confische e demolizioni i vinti vedono sorgere ed imporsi nelle loro città le nuove ma‑ gnificenti architetture. Chiese, colle‑ gi, santuari e palazzi dalle sembianze turbinanti ed aliene, si moltiplicano arroganti quasi a voler schernire i vinti con i loro fasti. I racconti dei vinti delle schiaccianti sostituzioni urbane non mancano di enumerare con una vena rancorosa quanto distrutto per fare posto alle fabbriche impettite dei vincitori, severe nell’imporsi e sfacciate nella teatralità dei loro ef‑ fetti. Interi quartieri con case, chiese, orti ed officine sono spazzati via su entrambe le rive della Vltava per far posto – in quello che oggi è il cuore di Praga - a edifici tanto costumati e de‑ voti quanto imponenti e propagandi‑ stici. Ma il Barocco è così, nel vorticare retorico dei suoi apparati decorativi convoglia impetuoso trionfo e ammo‑ nimento, tormento e gloria. Sovente, nelle mani dell’artista il pio soggetto religioso si tramuta in un pretesto per
it apart. The inauspicious outcome for the troops of the Bohemian Confederation in the quick but crucial battle of the White Mountain - that took place on November 8th, 1620 at Bílá Hora (today Prague 6) against the Catholic Liga and the forces of the Emperor Ferdinand II - marks for centuries the destiny of Bohemia. The annexation of the Czech lands to the hereditary dominions of the Habsburgs in accordance with the suffered defeat translates in fact into a harsh repression of the people’s pride and its immediate loss of religious freedom, repressing its struggle for independence for many years. Thus, a strong initial tension accompanies the appearance of the Baroque in Bohemia. It is in fact in this atmosphere of control and oppression as a follow-up of the battle setback that the defeated saw the rise of new magnificent architectures and their enforcement in the
cities, among the exiles, confiscations and demolitions. Churches, colleges, shrines and palaces with swirling and strange features, multiply boastfully as if wanting to mock the defeated party with their splendor. The stories of the defeated about the overwhelming urban substitutions do not fail to enumerate with a revengeful hint the degree of destruction brought to the city to make place for the factories brought up by the winners, imposing themselves sternly and overbold in the theatricality of their effects. Entire neighborhoods with houses, churches, vegetable gardens and workshops were swept away on both sides of the Vltava to make room for- now downtown Prague- buildings that are not only attractive and dedicated but also imposing and propagandistic. But the Baroque is like this, in the pretentious swirl of its decorative setup it conveys an impetuous triumph and
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CREDIT PHOTO: MICHAL KMÍNEK
Ponte Carlo, Il sogno di Santa Lutgarda, opera scolpita da Matyas Bernard Braun nel 1710 / Charles Bridge, the dream of St. Lutgardis, sculpted by Matyas Bernard Braun in 1710
esercitare virtuosismo di persuasione nei linguaggi e nelle forme. Nonostante il greve esordio conno‑ tato da asfissianti accadimenti dei quali si è macchiato, lo spettacolo del Barocco entra gradualmente nella cultura ceca. Liberatosi dal volto av‑ verso ed alieno, vi si «amàlgama» a tal punto da restituire alla Boemia «il suo estro, come nei giorni del Gotico» con il quale intratterrà un rapporto unico, costellando l’intera regione di mirabili esempi e regalando a Praga un degno interlocutore per le sue an‑ tiche costruzioni. Sebbene l’anno celebrativo volga al suo termine, quello dell’Ente Na‑ zionale Ceco per il Turismo si rivela un invito sempre valido che mette in mostra scuola e orgoglio italiani nel Barocco boemo e conferma la Repubblica Ceca quale destinazione imperdibile per un turismo storico e culturale. Non solo Praga, quindi. E
admonition, torment and glory. Seldom, the pious religious subject turns in the hands of the artist into a pretext to exert virtuosity of persuasion in languages and shapes. Despite the heavy beginning characterized by overwhelming events, the representation of the Baroque gradually finds its place in the Czech culture. Having freed itself from the hostile and strange side, it “merges” to such extent that Bohemia is gifted back “its flair, just like during the Gothic era”. It will develop a unique relationship with the later, scattering the entire region with admirable examples and giving to Prague a worthy counterpart for its ancient buildings. La Porta di Mattia (Matyášova brána) del Castello di Praga, progettata da Giovanni Maria Filippi, voluta dall’Imperatore Mattia I nel 1614 / Matthias’ Gate (Matyášova brána) of Prague Castle, designed by Giovanni Maria Filippi, ordered by the Emperor Matthias I in 1614
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non solo architettura, pittura e scul‑ tura, ovviamente, ma anche musica, teatro, paesaggio, arti ‘minori’ ed artigianato d’eccellenza, per poter entusiasmare anche i sensi meno prepotenti della vista. L’offerta è mol‑ to vasta. Il Baroque Arts Festival che dal 2008 si tiene ogni settembre sul palco del teatro barocco del castello di Český Krumlov, solo per citare il più rinomato, regala una nuova première ad un’opera teatrale barocca perduta e ritrovata ad ogni edizione, riportan‑ dola in scena. L’architettura con l’aiuto della scul‑ tura sembra però farla da padrona in questo frangente, animando e colo‑ rando le proprie popolose decorazio‑ ni di facciata con il variare delle om‑ bre e il passare delle stagioni. Basti pensare ai gruppi scultorei del Ponte Carlo – molti dei quali settecente‑ sche opere di Ferdinand Brokoff o di Matthias Braun – prender vita
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emergendo dalla bruma mattutina o spolverate di neve osservare pa‑ zienti il sorriso dei turisti attraverso le loro severe espressioni. Se si esclude la Porta di Mattia – pri‑ ma opera barocca a Praga – costruita da Giovanni Maria Filippi sulla faccia‑ ta del Castello nel 1614, ovvero prima dei fatti poc’anzi narrati, la lista degli architetti barocchi che lavorarono in Boemia con l’ingresso della Controri‑ forma è davvero nutrita. Tra i più noti figurano certamente Lurago, autore della facciata del com‑ plesso gesuitico del Klementinum e dell’annessa chiesa del Salvatore, ma anche Kaňka, Pieroni, Lucchese e persino il grande Fischer von Erlach. Sono opera sua sia il disegno per la grandiosa residenza Clam-Gallas nel cuore della città vecchia – poi rea‑ lizzata da Domenico Canevale – i cui balconi sono retti dai possenti atlanti di Braun, che l’ampliamento dell’an‑ Although the celebratory year comes slowly to an end, the invite of the Czech National Tourism Authority turns out to be an ongoing invitation that highlights the Italian school and pride within the Baroque and confirms that Czech Republic is a mandatory destination for historical and cultural tourism. Hence, not only Prague. And therefore not only architecture, painting and sculpture but also music, theater, design, minor arts and craftsmanship of excellence, to be able to touch even the less dominant visual senses. The offer is wide. Only as an example, we can point out the Baroque Arts Festival, which is held on the stage of the baroque theater of Český Krumlov Castle, every September since 2008. It offers a new première to a baroque theatrical play lost and rediscovered at each edition, bringing it back on stage. However, with the help of sculpture, the architecture seems to be master at this point, animating and coloring its own populated facade decorations with varying shades and the passing of seasons. It suffices to think about
tico e affascinante castello di Vranov nad Dyjí nella Moravia meridionale, al confine con l’Austria. Più tardo sarà invece il lavoro di Nicolò Pacassi che interviene in forme barocche sulla facciata del Castello di Praga e sull’a‑ diacente Palazzo dell’Arcivescovado già in epoca Rococò.
Tuttavia, i veri protagonisti di questa ri‑ nascita del genio boemo nell’interpre‑ tazione del Barocco sono gli architetti Kilián Ignác Dientzenhofer e Jan Blažej Santini-Aichel, entrambi nati a Praga e con lo sguardo rivolto ai Maestri italia‑ ni del barocco, ma di chiare origini te‑ desche il primo ed italiane il secondo.
Dientzenhofer guarda all’opera di Guarini nell’inseguire con misurata eleganza il moto della massa plastica delle sue architetture religiose. Que‑ sto emerge non solo dalle imponenti e celeberrime chiese di Praga dedica‑ te a Svatý Mikuláš (San Nicola, una a Malá Strana e l’altra a Staré Město),
Torre e cupola della Chiesa di S. Nicola in Malá Strana, a Praga, progettate da Kilián Ignác Dientzenhofer nel 1673 / Tower and dome of the Church of St. Nicholas in Malá Strana, Prague, designed by Kilián Ignác Dientzenhofer in 1673
the sculptural groups of Charles Bridgemany of which being eighteenth century works by Ferdinand Brokoff or Matthias Braun- coming to life from the morning mist or being covered with snow to observe the smile of tourists through their severe expressions. Excluding Mattia’s Gate- the first Baroque work in Prague- built by Giovanni Maria Filippi on the facade of the Castle
in 1614, thus a bit before the abovementioned facts, the list of Baroque architects that worked in Bohemia during the Counter-Reformation is really wide. Among the best known ones we can mention Lurago, author of the facade of the Klementinum Jesuit complex and of the annexed church of the Savior, but also Kaňka, Pieroni, Lucchese and even the great Fischer
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von Erlach. The design of the grand residence Clam-Gallas in the heart of old city center - built thereafter by Domenico Canevale - belongs to Fischer von Erlach. The mighty atlases of Braun support the balconies of the building. We can add the expansion of the ancient and fascinating castle of Vranov nad Dyji in South Moravia, on the Austrian border. On the other
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ma soprattutto da chiese come quel‑ la dedicata a Svatý Jan Nepomucký (San Giovanni Nepomuceno) a Skal‑ ka – sempre a Praga, vicino a Karlovo náměstí – o quella dedicata alla Svatá Máří Magdaléna (Santa Maria Mad‑ dalena) a Karlovy Vary. Tra chiese di‑ namiche, immensi palazzi e conventi
CREDIT PHOTO: DANA LIPÁROVÁ
Il santuario di San Giovanni Nepomuceno sulla Zelená hora, progettato da Jan Blažej SantiniAichel nel 1719 / Pilgrimage Church of St. John of Nepomuk at Zelená hora, designed by Jan Blažej Santini-Aichel in 1719
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hand, the work of Nicolò Pacassi who brings his contribution on the Baroque shapes of the Prague Castle’s facade and on the adjacent Archbishop’s Palace already during the Rococò era. However, the real protagonists of the Bohemian genius rebirth in the interpretation of Baroque are the architects Kilián Ignác Dientzenhofer and Jan Blažej Santini-Aichel, both born in Prague and following the Italian Baroque masters, but with clear German and respectively Italian origins. Dientzenhofer follows Guarini’s work by introducing with a balanced el-
non mancano piccole perle come la cappella della Panna Maria Sněžná (la Madonna della Neve): un minu‑ scolo edificio di culto isolato su di una dorsale rocciosa detta Broumovské stěny, il cui accesso è affidato ad un ponticello in pietra e la cui pianta è esternamente a forma di stella e cir‑ colare internamente. Santini-Aichel guarda invece diret‑ tamente a Borromini, come si evince immediatamente dalla complessità dei suoi impianti planimetrici dallo stratificato simbolismo. Tuttavia, ciò che rende davvero unica la produzio‑ ne di Santini-Aichel è la straordina‑ ria fusione del Barocco borrominiano con il Gotico, dando vita al fenome‑ no tutto boemo del Barocco-Gotico nel quale i due stili si fondono come un «Oggi che cerchi con ansia il suo Ieri». Ecco allora gli stratagemmi à la Borromini farsi tutt’uno con arditi verticalismi, pinnacoli e nervature
incurvarsi, diventando guizzanti «trappole per la luce». Il suo complesso cistercense dedicato al patrono ceco San Giovanni Nepo‑ muceno a Zelená hora circondata dal cimitero a Žďár nad Sázavou – sito Unesco dal 1994 – ne è l’esempio certamente più celebre, sebbene la chiesa del Nanebevzetí Panny Ma‑ rie presso il Kladrubský klášter sia in qualche misura forse un esempio ancor più riuscito con l’imponente gu‑ glia sormontata da una corona. Certamente, a valle dei duri eventi che hanno segnato l’ingresso del Ba‑ rocco in Boemia, il suo trionfo nella regione e soprattutto la sua commi‑ stione con un altro stile così centrale per la storia di questa terra - crocevia di idee e tradizioni - assume il valore di risarcimento e riaccende la scintilla creativa del popolo ceco, regalandoci rari gioielli architettonici che non smettono di destare meraviglia.
egance the motion of plastic mass of his religious architecture. This emerges not only in the impressive and highly known churches in Prague dedicated to Svatý Mikuláš (Saint Nicholas, one is in Malá Strana and the other in Staré Město). It can be noted mainly in churches such as Svatý Jan Nepomucký (Saint John of Nepomuk) in Skalka -still in Prague, close to Karlovo náměstí - or the one dedicated to Svatá Máří Magdaléna (Saint Mary Magdalen) in Karlovy Vary. Among dynamic churches, immense palaces and convents there are little gems like the Basilica of Panna Maria Sněžná (Saint Mary Major): a tiny cult building isolated on a rocky ridge called Broumovské stěny, which can be accessed by a stone bridge and whose plan is externally star shaped and internally is circular. Furthermore, Santini-Aichel follows directly Borromini, as it is immediately noticeable from the complexity of its mapping of stratified symbolism. However, what makes SantiniAichel’s creation truly unique is the extraordinary fusion of the Borrominian Baroque with the Gothic, bringing
to life the utterly bohemian phenomenon of the Baroque-Gothic in which the two styles merge as “Today is passionately looking for its Yesterday”. Thus, there are the stratagems à la Borromini becoming one with the bold verticalisms, pinnacles and ribbings bending, turning into flickering “traps for the light”. Its Cistercian complex dedicated to the Czech patron Saint John of Nepomuk in Zelená hora surrounded by the cemetery in Žďár nad Sázavou - UNESCO site since 1994- is certainly the most famous example, although the church Nanebevzetí Panny Marie near Kladrubský klášter would make an even better example with its imposing pinnacle topped with a crown. Most surely, following the grim events that marked its appearance in Bohemia, the Baroque triumph in the region and above all, its merging with another main style of the history of these landsa crossroad of ideas and traditions- assumes a compensatory position. It maintains the Czech creative flame burning, gifting us rare architectural jewels that never cease to astonish.
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APPUNTAMENTI FUTURI Il 31 gennaio
Dal 16 al 23 gennaio
31 gennaio – 1 e 2 febbraio
Dopo il successo del maggio 2017, i Depeche Mode tornano a Praga per un concerto che si svolgerà presso la O2 Arena. La tappa nella capi‑ tale ceca fa parte del Global Spirit Tour, che dallo scorso maggio sta portando in giro per l’Europa e America una delle band più amate dagli anni ‘80 ad oggi. Grande l’attesa fra i tanti appassionati locali, tanto da far prevedere il tutto esaurito. Le performance live della band di Essex (Inghilterra) sono esperienze che riescono ad andare oltre la musica. In scaletta i brani del loro quattordicesi‑ mo disco, Spirit, del 2017. I Depeche Mode, dopo oltre trent’anni di carriera, con oltre 100 milioni di dischi venduti nel mondo, sono uno dei gruppi più influenti della musica elettronica. www.o2arena.cz
In occasione del 25° anniversario della nascita della Repubblica Ceca, avvenuta il 1° gennaio del 1993, i gioielli della Corona ceca saranno esposti nella sala Vladislav del Castello di Praga. L’evento sottolinea anche l’inizio del 2018, l’anno nel quale il Paese celebra il 100° anniversario della indipendenza nazionale e della nascita della Cecoslovacchia. Gli organizzatori hanno fatto sapere che i gioielli, simbolo della sovranità nazionale ceca, saranno custoditi in nuove teche espositive, nelle quali gli oggetti preziosi potranno essere apprezzati in tutto il loro splendore. I gioielli della Corona ceca vengo‑ no mostrati al pubblico in occasioni di particolare rilevanza, l’ultima delle quali nel 2016, per il 700° anniversario della nascita di Carlo IV. www.hrad.cz
Dopo il successo del 2013, quando diresse un memo‑ rabile Requiem di Verdi, il maestro Fabio Luisi torna a Praga, alla guida della Orchestra Filarmonica Ceca, per tre concerti che si terranno nella Dvořákova síň del Rudolfinum. In programma la Sinfonia n. 8 in do minore di Anton Bruckner, dedicata all’Imperatore Francesco Giuseppe e l’ultima sinfonia completata dal compositore. Genovese di nascita, cosmopolita per vocazione, formatosi professionalmente fra Austria e Svizzera, a lungo guida principale dell’O‑ pernhaus di Zurigo, della Staatskapelle di Dresda e soprattutto del Metropolitan di New York, Luisi, oltre alle sue capacità di direttore d’orchestra, è fa‑ moso anche per essere un appassionato di essenze preziose, con cui crea profumi speciali. www.ceskafilharmonie.cz
January 31st
From January 16 to 23
January 31st – February 1st and 2nd
After the success of May 2017, Depeche Mode return to Prague for a concert at the O2 Arena. The stage in the Czech capital is part of the Global Spirit Tour, which since last May has been bringing one of the most popular bands from the 80s to the present, all around Europe and America. The expectations among the many local fans, are so high that a sellout has been anticipated. The live performances of the band from Essex (England) are experiences that manage to go beyond the music. In the set list we can expect the tracks of their fourteenth album, Spirit, from 2017. Depeche Mode, after a career of more than thirty years, with over 100 million records sold in the world, are one of the most influential groups of electronic music.
On the occasion of the 25th anniversary of the birth of the Czech Republic, which took place on January 1, 1993, the jewels of the Czech Crown will be exhibited in Vladislav hall of Prague Castle. The event also highlights the beginning of 2018, the year in which the country celebrates the 100th anniversary of national independence and the birth of Czechoslovakia. The organizers have announced that the jewels, a symbol of Czech national sovereignty, will be exhibited in new display cases, where precious objects can be admired in all their splendor. The jewels of the Czech Crown are shown to the public on special occasions, the last of which was in 2016, for the 700th anniversary of the birth of Charles IV.
www.o2arena.cz
www.hrad.cz
I Depeche Mode tornano a Praga
Depeche Mode return to Prague
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Sabrina Salomoni
I gioielli della Corona ceca in mostra
The Czech Crown jewels on display
progetto repubblica ceca
Fabio Luisi dirige la Filarmonica ceca
Fabio Luisi conducts the Czech Philharmonic
After the success of 2013, when he directed a memorable performance of Verdi’s Requiem, the maestro Fabio Luisi returns to Prague, at the helm of the Czech Philharmonic Orchestra, for three concerts to be held in the Dvořákova síň of the Rudolfinum. The Symphony no. 8 in C minor by Anton Bruckner, dedicated to Emperor Franz Joseph and the last symphony completed by the composer are on the programme. Genoese by birth, cosmopolitan by vocation, trained professionally in Austria and Switzerland, the longtime main guide of the Opernhaus in Zurich, of the Staatskapelle of Dresden and above all the New York Metropolitan, Luisi, in addition to his abilities as conductor, is also famous for being a fan of precious extracts, from which he creates special perfumes. www.ceskafilharmonie.cz
appuntamenti events
FUTURE EVENTS
Sabrina Salomoni
Sino al 4 marzo
Dal 22 al 28 gennaio
Il 27 gennaio
Il 2017 è stato l’Anno della nobiltà rinascimentale. Il clou di questo evento in Repubblica Ceca è una mostra organizzata preso il Palazzo Sternberg di Praga, che offre una vasta collezione di ritratti rinascimentali e og‑ getti personali della più alta nobiltà ceca e morava. I vi‑ sitatori potranno ammirare anche vere e proprie rarità, così come oggetti e raccolte che mai prima d’ora erano stati esposti, fra cui stemmi araldici, documenti d’archi‑ vio, oggetti d’arte e artigianato delle singole famiglie. La selezione di ritratti rinascimentali, tutti dei secoli XVI e XVII proviene da castelli e residenze aristocratiche sia della Boemia che della Moravia. Sono inoltre presenta‑ te varie opere di famosi autori, come Jakob Seiseneg‑ ger, Paolo Veronese e Hans von Aachen. www.ngprague.cz
Il festival di fine gennaio che celebra la cultura del vino in Repubblica Ceca, creando momenti di incon‑ tro fra i professionisti e gli appassionati di questa bevanda. Tutto questo in onore di una bevanda che progressivamente si fa spazio in questo mercato, non solo per quanto concerne i volumi di mercato, ma anche in termini di qualità. Praga per una set‑ timana si trasforma in un’oasi di degustazioni con dimostrazioni dei vini, presentazioni delle aziende vinicole e degli importatori accompagnate dagli assaggi dei menù speciali. La manifestazione, che si tiene dal 2008, è riuscita in questi anni a conqui‑ starsi una reputazione elevata fra gli esperti. Duran‑ te il Prague Wine Week molti ristoranti in vari luoghi di Praga servono poi un menù speciale. www.pww.cz
Nel museo all’aperto a Veselý Kopec, alle porte di Hlinsko in Boemia orientale, durante il carnevale si svolge la tradizionale sfilata di maschere, dando luogo a una manifestazione che già da alcuni anni fa parte del patrimonio culturale dell’Unesco. Nella sfilata sono rappresentate tutte le maschere tradi‑ zionali, ognuna delle quali ha un suo ruolo preciso. Si narra ad esempio che durante l’anno il grano cre‑ scerà tanto in alto quanto in alto salterà il quartet‑ to di turchi durante i balli. Altre maschere entrano nelle case e interagiscono con i proprietari, con canti e danze in loro onore e per la buona fortuna della dimora e della famiglia che vi abita. Il tutto in una atmosfera di divertimento e trasgressione, che coin‑ volge con scherzi e brindisi tutti i partecipanti. www.czechtourism.com
Until March 4th
From January 22nd to 28th
January 27th
The late January festival celebrating the wine culture of the Czech Republic, produces gatherings bringing together both professionals and lovers of the drink. All this in honour of a beverage that gradually is finding more space in this market, not only in terms of market volumes, but also in terms of quality. For a week, Prague will be transformed into an oasis of wine tastings with presentations of the wines, but also wineries and importers accompanied by tastings of the special menus. The event, held since 2008, has managed in recent years to gain an impressive reputation among experts. During the Prague Wine Week many restaurants in various locations in Prague will serve a special menu for the event.
In the open-air museum in Veselý Kopec, at the gates of Hlinsko in eastern Bohemia, during the carnival the traditional mask parade takes place, giving rise to an event that has been part of UNESCO’s cultural heritage for some years now. In this runway show all traditional masks are represented, each of which has its own specific role. It is said, for example, that during the year the grain will grow as high as the Turkish quartet will jump during their dances. Other masks enter the houses and interact with the owners, with songs and dances in their honour and for the good fortune of the dwelling and the family that lives there. All in an atmosphere of fun and transgression, which involves all participants with jokes and toasts.
www.pww.cz
www.czechtourism.com
Ritratti della aristocrazia rinascimentale
Portraits of the aristocracy of the Renaissance 2017 was the Year of Renaissance’s nobility. The highlight of this event in the Czech Republic is an organized exhibition at the Sternberg Palace in Prague, which offers a vast collection of Renaissance portraits and personal belongings of the highest Czech and Moravian nobility. Visitors can also admire genuine rarities, as well as objects and collections that had never been exhibited before, including heraldic crests, archival documents, objects of art and craftsmanship of individual families. The selection of Renaissance portraits, all from the 16th and 17th centuries, comes from the aristocratic castles and residences of both Bohemia and Moravia. There are also several works by famous authors, such as Jakob Seisenegger, Paolo Veronese and Hans von Aachen. www.ngprague.cz
Prague Wine Week
Il carnevale a Veselý Kopec
Prague Wine Week
The carnival at Veselý Kopec
progetto repubblica ceca
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il mese de La Pagina
Ottobre - Novembre 2017
Le principali notizie pubblicate sulla rassegna stampa quotidiana La Pagina
POLITICA (21 ottobre) Babiš vince le elezioni. Nel voto per il rinnovo della Camera dei deputati netto primo posto di Ano (29,6%), il movimento fondato e guidato dal politico miliardario, ma la formazione del governo rimane un rebus. Affermazione, più in generale delle forze anti-sistema, anti Ue e anti euro. Secondi, ma staccati i conservatori dell’Ods (11,3%). Exploit dei Pirati (10,7%) e del partito della Democrazia di Tomio Okamura (10,6%). Crollo dei tradizionali partiti di sinistra, i comunisti del Ksčm (7,7%) e soprattutto dei socialdemocratici della Čssd (7%). In totale nove, mai così elevato, il numero dei partiti della nuova Camera ceca. Completano il quadro i cristiano democratici del Kdu-Čsl (5,8%), liberali del Top 09 (5,3%) e Sindaci e indipendenti di Stan (5,1%). -------------------------------------------------------------------(10 novembre) Nove candidati per il Castello. Lo comunica il ministero degli Interni. Altri 11, che hanno presentato la candidatura, non soddisfano i presupposti richiesti dalla legge, in quanto per esempio non hanno raggiunto il numero necessario di firme. Le elezioni in programma nel gennaio 2018. A concorrere per la carica di prossimo Presidente della Repubblica Ceca saranno: Miloš Zeman (attuale capo dello stato), Jiří Drahoš, Mirek Topolánek, Michal Horáček, Pavel Fischer, Petr Hannig, Marek Hilšer, Jiří Hynek e Vratislav Kulhánek.
CRONACA (2 ottobre) Cechi e speranza di vita. I cittadini di questo Paese potranno avere una aspettativa di vita pari a quella media degli abitanti dell’Europa occidentale solo negli anni ’30 di questo secolo. E’ quanto si ricava da una proiezione demografica realizzata dall’Ufficio statistico. Nonostante un aumento, dal 2000 a oggi, di quattro anni e mezzo per le donne (a una età di 82,1) e di quasi quattro anni per gli uomini (a 76,2), i cechi continuano a essere indietro rispetto agli abitanti dell’Ovest. -------------------------------------------------------------------(2 novembre) Divieto di fumo e salute. I primi dati - dopo il divieto delle sigarette nei locali pubblici a fine maggio 2017 – dimostrerebbero un primo effetto positivo. Nel periodo giugno/settembre è stato riscontrato un calo quasi del 10% dei ricoveri per attacchi cardiaci e per crisi asmatiche, come sottolineato dalla Società per la cura della dipendenza dal tabacco.
ECONOMIA, AFFARI E FINANZA (2 ottobre) Parte lotteria scontrini fiscali. Nel corso della giornata sono migliaia in repubblica Ceca gli scontrini registrati attraverso il formulario che si trova sul sito www.uctenkovka.cz, oppure attraverso la relativa applicazione per telefoni cellulari. La prima estrazione dei premi è prevista per il 15 novembre, relativamente agli scontrini emessi durante il mese di ottobre. Il primo premio è un milione di corone. -------------------------------------------------------------------(19 ottobre) Disparità stipendi fra uomini e donne. La Repubblica Ceca è il paese europeo, dopo l’Estonia, dove il divario retributivo è più elevato, con una differenza media del 22,5%, mentre la media Ue è del 16,3%. Sul versante opposto, le più basse diseguaglianze retributive
sono segnalate in Italia, dove le donne guadagnano il 5,5% in meno degli uomini. -------------------------------------------------------------------(23 ottobre) Investimenti in Rep. Ceca. Il Paese è al primo posto, fra quelli dell’ex blocco orientale, nell’indice globale di attrattività degli investimenti “International Business Compass”, realizzato dall’istituto di economia mondiale di Amburgo in collaborazione con la tedesca Bdo. In campo mondiale è al 23° posto, tre posizioni in più rispetto allo scorso anno. -------------------------------------------------------------------(25 ottobre) Interesse per affitto edifici industriali. Una tendenza che in Repubblica ceca riguarda negli ultimi tempi anche gli immobili destinati alla logistica, come testimoniano le statistiche della società di consulenza 108 Agency. Alla fine di settembre, risultava libera solo il 3,7% della superficie complessiva di questo tipo di edifici. I prezzi di affitto sono aumentati mediamente del 5% in un anno. -------------------------------------------------------------------(1 novembre) Rep. Ceca 30° in “Doing Business”. Segnalato un calo di tre posizioni - rispetto al 27° dell’anno prima - nel ranking del rapporto della Banca Mondiale. Il documento sottolinea che in Repubblica Ceca da un lato sono diminuite le spese di costituzione delle società a responsabilità limitata, dall’altro sono state rese più complicate le incombenze fiscali con la introduzione dei rapporti di controllo mensili sull’Iva. Al primo posto, come lo scorso anno, la Nuova Zelanda. Per quanto riguarda gli altri paesi del Gruppo di Visegrad: la Polonia 27°, la Slovacchia 39° e l’Ungheria 48°. -------------------------------------------------------------------(2 novembre) Praga e mobilità sostenibile. La Capitale ceca, grazie soprattutto al suo sistema di trasporti pubblici, si classifica al quinto posto in campo mondiale per mobilità sostenibile, preceduta solo da Hong Kong, Zurigo, Parigi e Seoul. E’ quanto emerge dal Sustainable Cities Mobility Index redatto dalla Arcadis in collaborazione con il Centre for Economics and Business Research. La graduatoria classifica la mobilità attraverso la valutazione di tre sotto indici della sostenibilità, sociale, ambientale ed economico. -------------------------------------------------------------------(2 novembre) Effetto Brexit in Rep. Ceca. Sono sempre più numerose in questo Paese le società di proprietà britannica, per effetto evidentemente della Brexit. I dati sono segnalati da Bisnode, la quale mette in evidenza come dal 2015 l’incremento sia stato del 59%, ponendo i britannici al quinto posto fra i proprietari stranieri di aziende ceche, dopo russi, slovacchi, ucraini e tedeschi. La Repubblica Ceca non è peraltro l’unico paese che registra questo incremento. -------------------------------------------------------------------(7 novembre) Produzione industriale in crescita. A settembre si registra un incremento annuo del 4,4% (+7%, al netto degli effetti di calendario), come annuncia l’Ufficio di statistica ceco. Per quanto riguarda la produzione edilizia, dopo sei mesi di crescita ininterrotta, a settembre si verifica un calo annuo dell’1,1% (ma +0,2% al netto degli effetti di calendario). -------------------------------------------------------------------(9 novembre) České dráhy compra nuovi treni. L’azienda ferroviaria di stato annuncia la prossima pubblicazione di sette gare per l’acquisto di nuovi treni, per un valore complessivo di 20 miliardi di corone. Uno dei motivi di questa operazione
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di GIOVANNI USAI è quello di fronteggiare la concorrenza dopo la parziale apertura del mercato ferroviario. -------------------------------------------------------------------(9 novembre) Boom turisti in Rep. Ceca. Il loro numero è cresciuto dal 2013 quasi del 45%. Nei primi nove mesi del 2017 gli alberghi e le altre strutture di accoglienza hanno registrato 4,89 milioni di ospiti stranieri (+7,81%). -------------------------------------------------------------------(14 novembre) Pil ceco in crescita. Nel terzo trimestre sfoggia un aumento annuo del 5%, rispetto al +4,7 del trimestre precedente. Si tratta dell’incremento più marcato degli ultimi due anni. Lo annuncia l’Ufficio statistico, nella sua prima stima provvisoria. Gli analisti avevano previsto un incremento inferiore, di +4,7% annuo. -------------------------------------------------------------------(20 novembre) Vemex esce da mercato ceco. La società, che fa capo al gruppo russo Gazprom, avrebbe già iniziato i negoziati per la vendita dei suoi asset. I giornali parlano di almeno tre interessati - Innogy, Bonett Gas Investment e Pražská plynárenská - per la sua catena di stazioni Cng, mentre si registra poco interesse per Vemex Energie (fornitrice di elettricità e gas). -------------------------------------------------------------------(20 novembre) Birrerie in crisi. Lo scorso settembre in Repubblica Ceca si sarebbe verificato un calo del 24% della mescita della birra nei ristoranti e nei locali pubblici, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Influisce in primo luogo il divieto di fumare nei locali, entrato in vigore di recente. Il consumo, secondo l’Associazione dei birrifici e delle malterie, si sta spostando in ambito domestico. -------------------------------------------------------------------(21 novembre) Zeman in Russia con imprese. Il Presidente, accompagnato da una delegazione da primato di rappresentanti delle aziende, parte per una visita della durata di cinque giorni. Particolarmente ricco il programma, che prevede fra l’altro colloqui con il presidente Vladimir Putin e il premier Dmitrij Medvedev. E’ la più grande missione commerciale nei 25 anni di storia della Repubblica Ceca. Annunciata la firma di tredici contratti, per un valore di più di venti miliardi di corone. Lo scorso anno l’export ceco verso la Russia ha rappresentato un valore di 54 miliardi di corone, in aumento del 14% rispetto al 2015 (dopo alcuni anni di calo ininterrotto), ma pari a solo l’1,9% del valore totale delle esportazioni ceche. -------------------------------------------------------------------(27 novembre) Il Ppf compra la Škoda Transportation. La holding di Petr Kellner si assicura il 100% del gruppo industriale di Plzeň, 5300 dipendenti, principale produttore di mezzi su rotaia e filobus dell’Europa centro-orientale. Dell’operazione - giunta del tutto a sorpresa e che deve ancora ricevere il sì dell’Antitrust - non è rivelato il corrispettivo, ma si parla di una cifra attorno a dieci miliardi di corone. Un affare destinato a diventare uno dei principali dell’anno in Rep. ceca.
VARIE (15 ottobre) Nuovo direttore per la Filarmonica ceca. Si tratta di Semyon Bychkov, 64 anni, naturalizzato statunitense, nato a San Pietroburgo, di famiglia russa ebrea (il padre dirigeva l’Opera di Odessa in Ucraina). In carriera Bychkov ha diretto le più importanti orchestre. Sarà quindi lui il successore di Jiří Bělohlávek, scomparso di recente.
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Kontakt Českou republiku: Michal Kohoutek Contacts within thepro Czech Republic Michal Kohoutek European Sales Manager European Sales Manager Uni Gasket Czech office Uni Gasket – Czech–office Čelakovského sady 1580/4, Praha Čelakovského sady 1580/4, Praha 110 00 110 00 email: mkohoutek@unigasket.it email: mkohoutek@unigasket.it mobil CZ: +420 722722 949949 688 688 mobil 032344 0941 Mobile number (CZ) +420 Mobile (IT)IT: +39 344+39 032 0941 telefon CZ: +420 224 941 041 telefon IT: +39 035 925 Phone number (CZ) +420 224 941 041 Phone number (IT) +39 035032 925 032 222 327 Fax CZ fax CZ: +420 +420 222832 327 832 Fax fax IT IT: +39 035 935 +39414 035 935 414
LA FURIA E L’INCANTO. LA NOTTE DI TOSCANINI AL LUCERNA FRENZY AND ENTRANCEMENT. TOSCANINI NIGHT AT LUCERNA Racconto del concerto diretto a Praga nel 1930 dal Maestro di Parma di Edoardo Malvenuti by Edoardo Malvenuti
Tale of the concert in Prague in 1930 directed by the Maestro from Parma
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“Dov’è l’impresario? Dov’è l’impre‑ sario?”. L’orchestra tace. Il Maestro sbraita furibondo. È il 23 maggio 1930, nella Sala Grande del Palazzo Lucerna a Praga, Arturo Toscanini, il più grande, il più discusso, il più geniale direttore d’orchestra dell’e‑ poca, si prepara a dirigere la Philar‑ monic Symphony Orchestra di New York per un concerto evento, il suo primo, nella capitale della giovane “Where is the producer? Where is the producer?”. The orchestra is silent. The Maestro yells furiously. It is May 23rd, 1930. In the Great Hall of the Praguian Lucerna Palace, Arturo Toscanini, the greatest, most controversial and the most brilliant conductor of the time is leading the rehearsals of the Philharmonic Symphony Orchestra of New York for an event concert, his first one, in the capital of the young Czechoslovak Republic. However, for him, an artist of the pure sound, obsessively demanding, the acoustics of the concert hall is an outrage and the morning rehearsal is a coarse dissonance. When Jaromír Žid, the organizer of the concert and one of the most important figures in the management of musical events in Czechoslovakia, came face to face with the Maestro of Parma, the choleric genius burst to no end. “How did you dare invite such an orchestra here?” Pressing further, he adds: “This is not a concert hall; it is a brewery at its most”.
Arturo Toscanini e la facciata della Galleria Lucerna /
Plain Toscanini style: the vehemence, the exigency, the perfection at all costs. As for the concert, it will be an entirely different story. We will come back to this later. In order to weight the success and the echo of that night at Lucerna,
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saved by the public and the charm of a masterful execution, it is mandatory to rewind the course of events. A few milestones of the life and career of one of the greatest conductors of all times are extremely useful to be acquainted with.
cultura culture
Repubblica Cecoslovacca. Ma per lui, artista del suono puro, esigente fino all’ossessione, l’acustica della sala è un oltraggio e le prove del mattino una rozza cacofonia. Quando Jaromír Žid, organizzatore del concerto e una delle figure più importanti nella ge‑ stione degli eventi musicali in Ceco‑ slovacchia, arriva faccia a faccia con il Maestro di Parma, il genio collerico sbotta senza filtri: “Come si è per‑ messo di invitare qui una orchestra come questa?”. E incalza: “Questa non è una sala concerti, questa è tutt’al più una birreria”.
Puro stile Toscanini: l’impeto, l’esigen‑ za, la perfezione a tutti i costi. Il con‑ certo poi, sarà tutt’altra musica. Ne ri‑ parleremo. Ma per pesare il successo e l’eco di quella notte al Lucerna, salvata dal pubblico e dalla malia di un’esecu‑ zione magistrale, serve fare un passo indietro, riavvolgere il nastro. È bene conoscere qualche ritaglio di vita e carriera di uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi. L’astro Toscanini s’illumina quasi per caso, nel 1885 a Rio de Janeiro. Allora diciannovenne, e già talentuoso vio‑ loncellista, è scritturato per una tour‑
née in Brasile. In una sera di giugno en‑ trata negli annali, per un rocambolesco abbandono del direttore d’orchestra, si trova proprio lui, giovanissimo, ma già melomane fine ed enciclopedico, a dirigere l’Aida di Giuseppe Verdi. Sarà il primo grande colpo di teatro di una carriera durata quasi 70 anni. Davanti alla platea di Rio chiude lo spartito e comincia a dirigere l’opera verdiana a memoria. Quella notte, sotto il cielo brasiliano, Toscanini s’impone. È la sua prima volta. Rientrato in Italia, la sua carriera sarà un succedersi di sfide e successi. Pri‑
Arturo Toscanini and the facade of Lucerna Gallery
The star Toscanini emerged almost by chance, in 1885 in Rio de Janeiro. Being nineteen at the time and already a talented cellist, Toscanini got casted for a tour in Brazil. One June evening that made history due to
an astonishing abandonment of the orchestra’s conductor, the young Toscanini, already a fine and encyclopedic melomaniac, was found to direct Giuseppe Verdi’s Aida. It was the first dramatic turn of events of his nearly
70 years long career. In front of the audience of Rio, he closed the score and began to direct the Verdian opera by heart. That night, under the Brazilian sky, Toscanini became distinct. It was his first time.
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ma violoncellista alla Scala di Milano, dove incontra Giuseppe Verdi, che venera come musicista e come uomo. Poi, dal 1895, direttore stabile del Te‑ atro Regio di Torino per cinque anni. Seguiranno la Scala, da direttore sta‑ volta, e l’America. Il ritorno s’impone, per un grande patriota come lui, du‑ rante la Prima guerra mondiale. Nel 1917 è capace di dirigere la banda militare sul fronte dell’Isonzo sotto le bombe del nemico. Fa della musica un impegno, un’arma, un’etica. Cele‑ brato come il più grande rivoluziona‑ rio dell’interpretazione della musica classica, Toscanini è stato anche un fiero antifascista, un artista resistente contro Mussolini e Hitler. Ma questa è un’altra storia. Tornando all’opera e al teatro, a lui si deve l’imporsi pri‑ ma a Torino poi alla Scala della nuo‑ va concezione teatrale di ispirazione wagneriana: buio in sala, orchestra in fossa e niente applausi. Condizio‑ ni diventate canoniche ma che a suo tempo spiazzano critica e pubblico: in diversi lo attaccano, ma lui continua Once returned to Italy, his career was a succession of challenges and successes. He was first cellist at La Scala in Milan, where he met Giuseppe Verdi, whom he venerated both as a musician and as an individual. Then, from 1895, he became a permanent director of the Teatro Regio (Royal theatre) of Turin for a period of five years. Afterwards, he became director at La Scala and then came the American experience. During the First World War, the return was mandatory for a great patriot like himself. In 1917, he was able to conduct the military band on the Isonzo front under the enemy’s bombs. He turned music into a commitment, a weapon, and an ethic. Celebrated as the greatest revolutionary in the interpretation of classical music, Toscanini was also a proud antifascist, an artist opposing Mussolini and Hitler. But this is yet another story. Returning to the opera and stage, Toscanini is the one introducing the new theatrical concept of Wagnerian inspiration first
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CREDIT PHOTO: ARCHIV ČESKÉ FILHARMONIE
Jaromír Žid, l'impresario che portò Toscanini a Praga / Jaromír Žid, the manager that brought Toscanini to Prague
cocciuto sulla sua strada. Talento stre‑ pitoso, disciplinato, le sue esecuzioni diventano ben presto dei riferimenti di stile e bellezza. Un repertorio di classici, Beethoven, Puccini, Brahms, ma soprattutto Verdi e Wagner, il tutto in stile Toscanini, sempre fedelissimo alle indicazioni del compositore. La famiglia di Wa‑ gner si complimenterà con lui per l’esecuzione straordinaria di Tristano e Isotta; Verdi farà lo stesso: gli lascia un biglietto con scritto «Grazie», un biglietto che il Maestro porta sempre con sé. Questo è Toscanini, un genio caratteriale, testardo, impetuoso, ma assediato da una costante infelicità: “Io sono un disgraziato, a nessuno
come a me questo teatro amareggia la vita, e il problema è che a mia volta la amareggio agli altri così, inconscia‑ mente, senza colpa”. L’esigenza che lo fa il più grande, lo logora ad un tempo. Ora, fin troppo facile immaginare la collera del gran‑ de Maestro quando nella sala del Lu‑ cerna, costruita tre piani sottoterra e inaugurata solo dieci anni prima, nel 1920, suona tutto male. Lui, abituato alle scene più prestigiose, ai suoni più puri, lui che per quasi dieci anni, dal 1908 al 1915 aveva diretto al Metro‑ politan Opera House di New York gli spartiti dei più grandi compositori, interpretato prime mondiali passate alla storia. E pensare che l’insolita
sala da concerto praghese, parte di un complesso progettato dal nonno di Václav Havel, era considerata come uno dei fiori all’occhiello dell’architet‑ tura cecoslovacca di inizio secolo. Il Lucerna, la cui atmosfera e i suoi spazi sono ispirati al gusto art déco newyorkese degli anni ’20, vedrà pas‑ sare artisti del calibro di Ella Fitzge‑ rald, Luis Amstrong e Ray Charles, ma la presenza sonora di un’orchestra abituata a riempire le grandi Opere delle capitali mondiali è troppa anche per questo salotto splendente della Praga aristocratica di inizio secolo. I marmi, i ricchi lampadari e gli spec‑ chi non reggono di fronte all’esigen‑ za musicale del grande Maestro. Ma
in Torino and then in La Scala: darkness in the hall, the orchestral pit and no applauses. These circumstances became canonical but back then they rose criticism, the public seldom attacking him. He continued stubbornly on his own way. Brilliantly talented and disciplined, his performances soon became references to style and beauty. A repertoire of classics, Beethoven, Puccini, Brahms but above all Verdi and Wagner, all in Toscanini’s style, always very faithful to the composer’s indications. Wagner’s family congratulated him on his extraordinary execution of
Tristan and Isolde; Verdi did the same: he left a thank you note that the Maestro will be always carrying with him. This is Toscanini, a genius, a stubborn and a vehement man, but tormented by a constant unhappiness. “I am miserable, this stage is embittering me more than it does anybody else, and the problem is that on my turn I make other innocent ones bitter as well, unconsciously”. The exigency that gives him grandiosity ruins him in the same time. Now, it is easy to imagine the rage of the great Maestro when in the Lucerna hall, built three floors underground
and inaugurated ten years before, everything sounded horrendous. Him, the one accustomed to the most prestigious stages, to the purest sounds, him who for almost ten years, 19081915, had conducted the operas of the greatest composers, interpreted world premieres that made history in the Metropolitan Opera House in New York. And to think that the extraordinary Praguian concert hall, part of a complex designed by Václav Havel’s grandfather, was considered as one of the crowning glories of the early Czechoslovakian architecture.
La Sala Grande (Velký sál) del Lucerna / Lucerna's Great Hall (Velký sál)
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nemmeno un Toscanini, capace di plasmare la musica come un tessuto pregiato, può niente contro “il circola‑ re delle onde sonore nell’aria”. Il mi‑ racolo, se di miracolo si può parlare, lo farà il pubblico della sera, la calca
di una sala gremita, la presenza fitta del pubblico in quella sala “profon‑ data nel suolo come una catacom‑ ba” trasforma il rumore in melodia. Così, l’articolo del Corriere della Sera datato 24 maggio 1930, finirà per
celebrare “un’altra serata trionfale” del Maestro, contrappasso felice del‑ la catastrofe delle prove mattutine: “Questa molto ampia sala Lucerna, profondata nel suolo sotto il livello stradale e cavernosa quanto lo può
essere la cavità di un timpano, è sem‑ brata di una acustica tale da battere tutti i record delle cattive sale da con‑ certo visitate finora. Stamane le voci dei corni rassomigliavano a quelle dei tromboni e le sonorità degli archi ap‑ parivano tanto grasse da perdere ogni lucentezza”. Se il Toscanini della scena è noto per la gestualità asciutta e precisa, quello delle prove è portato da un impeto verbale e fisico. Quando lavora alla preparazione di un’opera è un fiume in piena, che grida contro i suoi musicisti, prigioniero di un’ansia di perfezione senza eguali. Lui che aveva una me‑ moria fuori dal comune, quella giorna‑ ta praghese non la dimenticherà più. E nemmeno l’impresario Žid che qualche anno più tardi, quando Toscanini diri‑ geva la Filarmonica di Vienna, va a tro‑ vare il Maestro con l’intento di portarlo nuovamente a Praga. “A Praga posso venire, ma al Lucerna sicuramente no!”. Discussione chiusa. E nonostante tutto il concerto di Pra‑ ga – una delle quindici tappe di una Libretto dello storico concerto di Toscanini con la Philharmonic Symphony Society di New York, il 23 maggio 1930, al Lucerna di Praga / Libretto of the historical Toscanini's concert with the New York's Philharmonic Symphony Society, on May 23, 1930, at Prague's Lucerna
CREDIT PHOTO: NEW YORK PHILHARMONIC DIGITAL ARCHIVE
Lucerna Palace, whose atmosphere and interiors are inspired from the New York art deco style of the 1920s, hosted since then artists like Ella Fitzgerald, Luis Armstrong and Ray Charles. Nevertheless, the acoustic presence of an
orchestra accustomed to filling the great Opera houses of the world capitals was too much even for this astonishing hall of the aristocratic Prague of the beginning of the century. The marbles, the rich chandeliers and the mirrors do not
stand up to the musical requirements of the great Maestro. But not even someone like Toscanini, able to shape music like a precious fabric, can influence “the circularity of the sound waves in the air”. The miracle, if it is indeed a miracle,
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was performed by the audience of that evening, the crowd in a moaning hall, the dense presence of the audience in a hall “submerged in the ground like a catacomb” and transformed the noise in melody. Thus, the article of May 24th, 1930 in Corriere della Sera ended up by celebrating “another triumphal evening” of the Maestro, cheerful counterpoint of the morning rehearsals’ catastrophe. “This very large Lucerna hall, deeply underground and cavernous as the cavity of a tympanum, seemed to possess the acoustic to exceed all records of the dreadful concert halls visited so
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Toscanini sulle copertine del Time del 25 gennaio 1926 e del 26 aprile 1948 / Toscanini on Time Magazine's cover page on 25th of January, 1926 and on 26th of April, 1948
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tournée europea di grande prestigio che aveva attraversato metropoli come Londra, Parigi, Vienna e Roma – fu un grande successo di pubblico ed un evento musicale senza pari per la giovane Repubblica. Almeno tremila persone della buona socie‑ tà praghese dell’epoca vennero ad
ascoltare le note dei grandi nomi della musica classica tedesca: Bee‑ thoven, Wagner e Mendelssohn, tra gli altri. Del resto una gran parte degli spettatori parlava la lingua di Goethe: gli intellettuali e la ricca borghesia ebrea della Praga degli anni trenta.
Ma Toscanini “che non trascura, ovunque passi il meglio della pro‑ duzione del luogo quando essa sia produzione espressa con arte nella lingua musicale propria del popolo”, come riporta con enfasi il Corriere, suona anche le note dolci, impetuo‑ se, struggenti di Vltava, una parte del poema musicale di Smetana, Má vlast (Mia Patria). Come prevedibile le note del grande compositore ceco, che aprono la seconda parte del con‑ certo infiammano la platea che non trattiene gli applausi. Tra loro, nel palco d’onore, il primo Presidente della Cecoslovacchia Tomáš Masaryk, grande intellettuale e uomo di lettere. Proprio per lui l’ini‑ zio del concerto era stato posticipato di mezz’ora, alle ore venti. Non voleva perdere una sola nota del grande Ma‑ estro italiano, e così fu, per due minu‑ ti appena. Entrato in sala il Presiden‑ te, Toscanini apre la grande cavalcata, rimediata, del Lucerna. Che si chiude con la folla in visibilio e Masaryk in piedi ad applaudire il genio del diret‑ tore italiano. Capace di brillare anche in questa splendida, sotterranea, di‑ sarmonica “birreria”.
far. This morning the horn sounds resembled those of trombones, and sound of strings seemed so full that they lost all their brightness.” If the Toscanini present on the stage is famous for his harsh and precise gestures, the Maestro attending rehearsals is known for his verbal and physical vehemence. While preparing the opera he was fierce, yelling at his musicians, a prisoner of an unequaled anxiety for perfection. With his out of ordinary memory, he would never forget that day in Prague. And not even Žid, the producer, was able to forget it as even a few years later when Toscanini was conducting the Vienna Philharmonic he went to see the Maestro hoping to bring him back to Prague. “I can come to Prague, but to Lucerna surely not!”. End of the subject. And despite all, the concert in Prague – one of the fifteen stages of a prestig-
ious European Tour that crossed cities like London, Paris, Vienna and Rome – was a great success of the public and an unparalleled musical event for the young Republic. At least three thousand people of the upper Praguian society of those times came to listen the sounds of the great names of classical German music: Beethoven, Wagner and Mendelssohn, among others. After all, a great part of the audience was speaking the language of Goethe: intellectuals and rich Jewish Praguian bourgeoisie of the 30s. But Toscanini “who does not overlook things, wherever he would perform the best production when it is a production expressed with art in the musical language of the people”, as Corriere reports, also played the sweet, impetuous and touching notes of Vltava, a piece of the musical poem by Smetana,
Má vlast (My Country). As expected, the notes of the great Czech composer, that opened the second part of the concert, stirred the audience that could not withhold the applauses. Among them, in the dignitary stand, was the first President of Czechoslovakia Tomáš Masaryk, great intellectual and man of letters. The beginning of the concert was postponed by half an hour, to eight o’clock precisely for him. He did not want to miss a single note from the great Italian Maestro and so it was for almost two minutes. Once the President entered the hall, Toscanini opened the great remedied journey at Lucerna. Which closed with an audience in euphoria and Masaryk standing and applauding the genius of the Italian director. Able to shine even in this astonishing, underground, disharmonic “brewery”.
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LA BIBLIOTECA “PROIBITA” NEL CUORE DI PRAGA THE “PROHIBITED” LIBRARY IN THE HEART OF PRAGUE Una raccolta unica di samizdat e letteratura dell’esilio che l’Unesco tutela come Patrimonio mondiale della memoria. Incontro col suo direttore e fondatore, Jiří Gruntorád
Ad aprirci la porta di quello che da fuori sembra un normale apparta‑ mento al terzo piano del civico n. 2 di Senovážné náměstí, poco lontano da Piazza Venceslao, è un ragazzo giova‑ ne con i capelli molto lunghi che in‑ dossa una maglia nera con sopra im‑
presso il nome di un gruppo hard rock americano. Nel vederlo rimaniamo per un attimo sorpresi, nell’immagi‑ nario comune i bibliotecari hanno un altro aspetto, ma del resto quella in cui stiamo per entrare è una bibliote‑ ca davvero speciale.
“Libri prohibiti, biblioteca di samizdat e letteratura dell’esilio”, questo il nome completo della raccolta libraria e di documenti nel cuore di Praga, meglio conosciuta semplicemente come: “Libri prohibiti”, forse non così famosa come le biblioteche di Stra‑
dì Mauro Ruggiero by Mauro Ruggiero
A unique collection of samizdat and exile literature protected by UNESCO as a World Heritage Memory. A meeting with its director and founder, Jiří Gruntorád
Jiří Gruntorád, editore dissidente, fondatore e direttore della biblioteca “Libri prohibiti” di Praga / Jiří Gruntorád, dissident publisher, founder and director of the library “Libri prohibiti” in Prague
The door of what looks like a regular flat on the third floor of Senovážné náměstí 2, not far from Wenceslas Square, is open by a young man with very long hair wearing a black shirt with the imprint of an American hard
rock band. Looking at him we stood surprised for a moment, as in common knowledge librarians have usually another appearance; on the other hand, the library we were about to enter is a truly special one.
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“Prohibited books, library of samizdat and exile literature”, this is the complete name of the book collection and documents sheltered in the heart of Prague, mostly known as “Libri prohibiti”, perhaps not as famous as the
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hov e del Klementinum, ma di certo non meno interessante. “Libri prohibiti” è un nome che evoca censure e inquisizioni di un lontano passato, ma questo luogo, invece, è testimone di un periodo molto recen‑ te che ha segnato profondamente la storia e la cultura della Cecoslovac‑ chia: l’epoca comunista. Fondato il 22 ottobre del 1990, nei mesi successivi la Rivoluzione di Vel‑ luto, questo centro di documenta‑ zione nasce come luogo di diffusione e conservazione della produzione scritta, principalmente in forma di samizdat, di autori ed editori le cui idee erano considerate scomode dalle autorità del tempo che su di essi eser‑ citavano un’attenta censura. La crea‑ zione della biblioteca fu resa possibile grazie all’aiuto finanziario di espo‑ nenti del mondo della cultura tra cui libraries of Strahov and Klementium, but certainly not less interesting. “Libri prohibiti” is a name that evokes the censures and inquisitions of a distant past. Even so, this place is a witness to a very recent period that has profoundly marked the history and culture of Czechoslovakia: the communist era. Created on October 22nd 1990, during the months following the Velvet Revolution, this documentation center started up as a dissemination and conservation location for written production. It contained mainly samizdat, belonging to authors and publishers whose ideas were considered inconvenient and were carefully being censored by the authorities of those times. The creation of the library was made possible due to the financial support of cultural environment representatives including the President Vacláv Havel, and was located in Podskalská Street, Prague 2, only to be moved later on to its current location. The director, Jiří Gruntorád, dissident publisher and intellectual, one of the signatories of “Charter 77” and imprisoned several times during the
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lo stesso presidente Vacláv Havel, e si trovava in via Podskalská, nel quartie‑ re di Praga 2, e solo successivamente venne spostata nella sede attuale. Ad accoglierci nella luminosa sala di lettura, che è anche libreria e spazio espositivo, c’è il direttore della bi‑ blioteca, Jiří Gruntorád, editore dis‑ sidente e intellettuale tra i firmatari di “Charta 77”, imprigionato più volte durante il periodo comunista a causa della sua attività. Il primo nucleo di opere conserva‑ te presso questa struttura constava proprio delle pubblicazioni curate da Gruntorád, sequestrategli dal‑ le autorità e restituitegli solo dopo la caduta del regime, nel 1990. “Il motivo principale che mi ha spinto a creare questa biblioteca – spiega Gruntorád – è la convinzione che le persone debbano avere il diritto
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di leggere e conoscere questi libri. Quando mi sono stati restituiti ho ini‑ ziato a domandarmi che cosa ne avrei potuto fare, e ho scoperto che tutte le biblioteche e le istituzioni statali erano ancora gestite direttamente o indirettamente da persone legate al vecchio partito comunista. Non ci sa‑ rebbe stata quindi nessuna speranza che quei libri, che avevano significato un’opposizione o una disobbedienza al regime, potessero arrivare presto al pubblico. Per questo motivo decisi di aprire questa biblioteca”. Il termine “samizdat” deriva dal russo e indica scritti editi in proprio da scrit‑ tori ed editori dissidenti dei paesi del Patto di Varsavia e non autorizzati dal governo. A rendere un libro scomodo al regime, e quindi non autorizzato – ci spiega il direttore mostrandoci una traduzione in ceco dattiloscritta
della raccolta di Eugenio Montale “Corno inglese” – spesso non era il suo contenuto, ma semplicemente il fatto che il traduttore fosse conside‑ rato non in linea con il governo. Lo scopo della raccolta di “Libri prohibi‑ ti” era, e rimane ancora oggi, quello di raccogliere e conservare tutti quei documenti samizdat, e non solo, pub‑ blicati da editori e scrittori dissidenti cechi, slovacchi e di altre nazionalità, in patria e in esilio durante gli anni di censura del comunismo. Oggi la Biblioteca gestita da Grun‑ torád possiede circa 40.500 opere, 3.400 periodici e oltre 5.000 unità di materiale audiovisivo tra cui registra‑ zioni audio di conferenze e seminari, documentari, performance musicali e addirittura film amatoriali di quegli anni. Oltre a ciò il centro di documen‑ tazione raccoglie anche una vasta
collezione di manifesti, volantini, locandine e altro materiale a stampa di grande valore storico. Vi si trovano libri soprattutto in ceco e in slovacco,
ma anche traduzioni in altre lingue e su diversi temi tra cui argomenti di ecologia, esoterismo, letteratura, eco‑ nomia, religione e molto altro. Pub‑
communist era due to his activity, welcomed us in the bright reading room which serves both as bookstore and exhibition place. The first group of works conserved there consisted of publications edited by Gruntorád, seized by the authorities and returned to him only after the fall of the regime, in 1990. “The main reason that inspired me to create this library –explains Gruntorád – was the belief that people should have the right to read and learn about these books. When they were returned to me, I began to wonder what could I be doing with them, and I discovered that all libraries and state institutions were still managed directly or indirectly by people connected to the old communist party. Therefore, there would have been no hope for those books, which carried within the opposition or disobedience to the regime, to have reached the public. For this reason I decided to open this library”. The term “samizdat” derives from Russian and refers to works published by dissident writers and publishers belonging to the Warsaw Pact countries and not authorized by the government. For a book to become inconvenient to
the regime, and therefore unauthorized – explains the director showing us a typed Czech translation of Eugenio Montale’s collection “Corno inglese” (“English Horn”) – was often not due to its content but simply to the fact that the translator was considered not aligned with the government. The purpose of the collection “Libri prohibiti” was, and still is nowadays, to collect and preserve all those samizdat documents, and not only, published by Czech and Slovak dissident editors and by writers of other nationalities, in their home countries and in exile during the years of the communist censorship. Nowadays, the library managed by Gruntorád contains about 40,500 works, 3,400 periodicals and other 5,000 pieces of audiovisual material including audio recordings of lectures and seminars, documentaries, musical performances and even amateur films of those years. Additionally, the documentation center also gathers a vast collection of posters, fliers, leaflets and other printed materials of great historical value. There are books especially in Czech and Slovak, but also translations into other languages on various topics
like ecology, esotericism, literature, economics, religion and much more. There are also works published in countries like Great Britain, USA, Canada and other states that encountered the presence of Czechoslovak exiles and dissidents. The archives of the “Charter 77” are extremely relevant. They gather original documents of the association’s signatories and organizers symbolizing the Czechoslovakian dissidence. There are political comments, petitions, letters (about 1730 pieces), unpublished works and manuscripts. Just as important is the complete archive of the Defense Committee of VONS (Výbor na obranu nespravedlivě stíhaných), an organization founded in 1978 to support those who were unjustly persecuted by the regime. Nowadays, the Library is supported by the Czech Ministry of Culture, the Ministry of Foreign Affairs, and the city of Prague and by many private individuals and associations. Due to their support, various activities are being prepared including the digitalization of the documents hosted in the library, out of which only the samizdat ones represent over 17 thousand.
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blicazioni edite anche in paesi come la Gran Bretagna, gli USA, il Canada e altri stati che hanno visto la presenza di esiliati e dissidenti cecoslovacchi.
Rilevanti sono gli archivi del movi‑ mento “Charta77” che raccolgono documenti originali dei firmatari e organizzatori dell’associazione sim‑ bolo della dissidenza cecoslovacca. Vi si trovano commenti politici, peti‑ zioni, lettere (circa 1730 unità), ope‑ re inedite e manoscritti. Molto im‑ portante anche l’archivio completo del Comitato per la difesa dei VONS (Výbor na obranu nespravedlivě stíhaných), un’organizzazione fon‑ data nel 1978 per il supporto a co‑ loro i quali venivano perseguitati ingiustamente dal regime. Oggi la Biblioteca viene sostenuta dal Ministero della Cultura della Repub‑ blica Ceca, dal Ministero degli Esteri, dalla città di Praga e da molti privati e associazioni e, grazie a questo sup‑ porto, sono in corso varie attività tra cui la digitalizzazione dei documenti posseduti, di cui i soli samizdat sono
oltre 17 mila. Gran parte del fondo dell’archivio principale è costituita da documenti che riguardano la viola‑ zione dei diritti umani e civili nell’ex Cecoslovacchia del tempo, oltre che in altri paesi del Blocco Sovietico. Sono presenti, infatti, molti documenti in formato cartaceo, visivo e audio che riguardano la Polonia e le attività di dissidenza polacche nel perio‑ do 1970-1989. Non possiamo fare a meno di chiede‑ re al Direttore quale sia il libro più im‑ portante o il documento più prezioso, secondo lui, che è custodito nella sua biblioteca. “La nostra collezione di riviste e samizdat – sottolinea Grun‑ torád – è stata inserita nel program‑ ma Unesco come Patrimonio mondia‑ le della memoria, un riconoscimento importante che sottolinea il valore di questa raccolta. Non saprei davvero rispondere a questa domanda, per A great part of the main archive fund consists of documents concerning the violation of human and civil rights in former Czechoslovakia, as well as in other countries of the Soviet Bloc. In fact, the library shelters many paperback documents as well as visual and audio content that concern Poland and the Polish dissidence activities during 1970-1989. We cannot help but asking the Director what is, according to him, the most important book or the most precious document in the library. “Our collection of magazines and samizdat – emphasizes Gruntorád – has been included in the UNESCO program as World Heritage Memory, an important recognition that acknowledges the value of this collection. I wouldn’t be able to answer this question, for me everything in here is very important and precious”. Among the various projects promoted internationally by “Libri prohibiti” is the long-term support granted to the independent Cuban libraries that help providing alternative information sources to citizens. Another project supported by the Library, together
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arte art
me qui dentro è tutto molto impor‑ tante e prezioso”. Tra i vari progetti promossi a livello internazionale da “Libri prohibiti”, c’è quello a lungo termine di sup‑ porto alle biblioteche indipendenti cubane che aiutano a fornire forme alternative di informazione ai cit‑ tadini. Un altro progetto sostenuto dalla Biblioteca, insieme a Radio Free Europe, è “Le donne di Charta 77 e i nuovi dissidenti” che pone l’attenzione sulle donne firmatarie del documento critico verso la con‑ dotta del regime. Particolarmente ampio il ventaglio di attività del Centro di documenta‑ zione che offre ai suoi utenti serate di incontri a tema, letture di testi, reci‑ tazione di poesie, esposizioni di opere d’arte e altri interessanti eventi che ruotano intorno all’argomento prin‑ cipale della letteratura d’esilio e della
dissidenza. La biblioteca rilascia ogni mese anche un bollettino ed è inoltre attiva in campo editoriale con la pub‑ blicazione in proprio di monografie, cataloghi e altro materiale. Prima di salutarlo chiediamo ancora a Gruntorád cosa ricordi in particolare di quel periodo in cui molti intellet‑ tuali erano costretti a far circolare le proprie opere in modo clandestino e in forma illegale. “Quel periodo – ri‑ sponde – lo ricordo come un’epoca particolare e interessante in cui le per‑ sone nutrivano del vero interesse per qualcosa, erano motivate a rischiare per ottenere la libertà, e in certi casi la gente rischiava addirittura la vita, moriva per ottenere qualcosa. Sono dell’idea che il diritto di espressione sia qualcosa di veramente fondamen‑ tale e mi auguro che non torni mai più un periodo in cui questo debba subire delle restrizioni”.
Un volume di studi su Masaryk scritto nel 1977 da Jan Patočka (“Per sè e per i propri amici”) e firmato da Václav Havel e, a destra, una copia della Praga Magica di Angelo Maria Ripellino / A volume of studies on Masaryk written by Jan Patočka in 1977 (“For himself and his friends”) and signed by Václav Havel and, on the right, a copy of Angelo Maria Ripellino’s Magic Prague
with Radio Free Europe, is “Women of Charter 77 and the new dissidents” that focuses on the women that signed the critical document against the regime’s conduct. The range of activities offered by the Documentation Center to its users is particularly wide containing themed nights, readings, poems recitation, exhibition of works of art and other interesting events that turn around the main subject of the exile and dissidence literature. The library issues as well a newsletter and is active in the publishing field with the publication of monographs, catalogs and other materials.
Before saying farewell, we still asked Gruntorád what he particularly remembered about that period when many intellectuals were forced to circulate their works in a clandestine and illegal manner. “I remember that period as a particular and interesting time when people had a real interest for something, were motivated to take risks for freedom, and in some cases people were risking their lives, dying to obtain something. I believe that the right of expression is something really fundamental and I hope that the period of restrictions will never return”.
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ANNIVERSARI CECHI CZECH ANNIVERSARIES
di Mauro Ruggiero
Il primo scritto che attesta l’esistenza di Ostrava The first text attesting the existence of Ostrava 750 ANNI FA 750 YEARS AGO
La città di Ostrava, capoluogo della Slesia, ha festeggiato quest’anno il 750° anniversario della sua nascita. Il primo documento che attesta la sua esistenza è datato, infatti, 29 novembre 1267 ed è contenuto nel testamento del vescovo Bruno di Schauenburg. Nel corso di quest’anno si sono svolti nella città molti eventi commemorativi. Ostrava ha avuto l’opportunità di ospitare impor‑ tanti documenti tra i quali la Venere di Petřkovice e il codice di Dražice. Sono state fatte pubblica‑ zioni ed emesse monete celebrative. In occasione dell’anniversario è stata anche sigillata una cassa contenente 1500 messaggi per le generazioni fu‑ ture, con la promessa che verrà aperta tra 50 anni in occasione dell’800° anniversario. Il sindaco di Ostrava, presente ai festeggiamenti, insieme al cantautore Jaromír Nohavica, ha affermato di es‑ sere orgoglioso della sua città e dei suoi cittadini.
The city of Ostrava, the capital of Silesia, celebrated its 750th anniversary this year. The first document attesting its existence was dated, in fact, 29 November 1267 and it is contained in the will of Bishop Bruno of Schauenburg. During this year many commemorative events took place in the city. Ostrava had the opportunity to host important documents including Petřkovice’s Venus and the Dražice code. Publications were made and commemorative coins were issued. On the occasion of the anniversary, a box was also sealed, containing 1500 messages for future generations, with the promise that it would be opened 50 years later on the occasion of the 800th anniversary. The mayor of Ostrava, present at the festivities, together with singersongwriter Jaromír Nohavica, claimed to be proud of his city and its citizens.
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La consacrazione della cappella di San Venceslao The consecration of the St. Wenceslas chapel 650 ANNI FA 650 YEARS AGO
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Il 30 novembre del 1367 l’Imperatore Carlo IV di Lussemburgo consacrava, all’interno della Cat‑ tedrale di San Vito, la Cappella di S. Venceslao. Il luogo sacro a pianta quadrata fu decorato, per vo‑ lere dell’Imperatore, con straordinari dipinti a tema religioso e con raffigurazioni ritraenti l’Imperatore stesso. Ma la caratteristica saliente della decora‑ zione della Cappella consiste nelle incrostazioni a strati di pietre semipreziose disposte lungo le pareti e sulle volte. A suggerire al Sovrano questo tipo di decorazione, che non ha precedenti in Boemia, fu la simbologia della Gerusalemme Celeste così come descritta nel libro dell’Apocalisse. La Cappella fu destinata a ospitare la tomba del santo patrono nazionale, S. Venceslao, e sul lato destro a sud della costruzione si trova una porta con sette serrature che conduce alla camera dove sono conservati i Gio‑ ielli della Corona boema, tra cui la preziosa Corona di San Venceslao.
On November 30, 1367, Emperor Charles IV of Luxembourg consecrated the Chapel of St. Wenceslas inside the Cathedral of St. Vitus. The sacred place with a square base was decorated, at the behest of the Emperor, with extraordinary religious-themed paintings and depictions of the Emperor himself. However, the salient characteristic of the Chapel decoration consists of the encrusted layers of semi-precious stones arranged along the walls and vaults. It was the symbolism of the Celestial Jerusalem as described in the book of the Apocalypse, which suggested this type of decoration to the sovereign, which was unprecedented in Bohemia. The Chapel was intended to house the tomb of the national patron saint, St. Wenceslas, and on the right side south of the building there is a door with seven locks leading to the chamber where the Bohemian Crown Jewels are stored, including the precious Crown of St. Wenceslas.
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storia history
Il centro storico di Praga diventa patrimonio Unesco The historical centre of Prague becomes a UNESCO heritage site 25 ANNI FA 25 YEARS AGO
Il 4 dicembre 1992, l’intero centro storico di Praga è entrato a far parte del patrimonio dell’Unesco. Fanno parte della lista la Città Vecchia e quella Nuova, l’antico quartiere ebraico di Josefov con le sue sinagoghe, il caratteristico quartiere di Malá Strana, cattedrali e palazzi, la fortezza barocca di Vyšehrad e naturalmente il ponte Carlo e il Castello. Per la città la possibilità di un tale riconoscimento si era già presentata prima del 1992, ma durante il socialismo non c’era stato alcun interesse da parte delle autorità. Praga è una città ammirata da tutto il mondo per i suoi monumenti unici e la sua vita culturale e un tale riconoscimento era doveroso. Per l’occasione, dal 10 maggio al 30 giugno, è stata organizzata una mostra dal nome “Prague World 2017-25th in Unesco” nelle piazze e nel parco Kam‑ pa. Sono stati esposti 38 pannelli di grande formato suddivisi in diverse sezioni richiamanti eventi stori‑ ci, spazi urbani, creazioni artistiche e bellezze natu‑ rali di questa meravigliosa città.
La inaugurazione del tunnel di Strahov The opening of Strahov tunnel 20 ANNI FA 20 YEARS AGO
On December 4, 1992, the entire historical centre of Prague became part of the UNESCO heritage. The Old and New Town, the old Jewish quarter of Josefov with its synagogues, the distinctive district of Malá Strana, with its cathedrals and palaces, the Baroque fortress of Vyšehrad and of course Charles Bridge and the Castle are all part of the list. For the city, the possibility of such recognition had already been presented before 1992, but during socialism there had been no interest from the authorities. Prague is a city admired by the whole world for its unique monuments and its cultural life and such recognition was a must. For the occasion, from May the 10th to June the 30th, an exhibition was organized called “Prague World 2017-25th in UNESCO” in the squares and in Kampa park. Exactly 38 large format panels were exhibited, having been divided into different sections recalling historical events, urban spaces, artistic creations and the natural beauties of this marvellous city.
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Venti anni fa, il 2 dicembre 1997, venne inaugura‑ to a Praga il tunnel di Strahov. La sua costruzione è durata ben 12 anni e a quell’epoca rappresentava la galleria più lunga di tutta la Repubblica Ceca. L’idea di realizzare il tunnel prese forma già nei primi anni settanta, ma la costruzione ufficiale iniziò solo nel 1985. A causa di problemi finanziari, il tunnel venne completato solo nel 1997. I costi dell’operazione am‑ montarono a quasi cinque miliardi di corone. Il tunnel ha una lunghezza di 2004 metri ed è considerata una delle gallerie più moderne e sicure della Rep. Ceca in quanto dotata di aria condizionata, sistema di teleca‑ mere, misurazione di emissioni, allarme antiincendio e vie di fuga. Da settembre 2015 il tunnel di Strahov è collegato con il Brusnický tunel chefa parte del com‑ plesso del tunnel Blanka. La costruzione della galleria di Strahov al tempo della sua realizzazione produsse molte polemiche, ma lo scopo dell’opera era soprat‑ tutto quello di alleviare il traffico nella parte con‑ gestionata della metropoli, migliorare l’ambiente e ridurre l’inquinamento acustico.
Twenty years ago, on the 2nd of December 1997, Strahov’s tunnel was inaugurated in Prague. Its construction lasted 12 years, and at that time was the longest tunnel in the whole of the Czech Republic. The idea of building the tunnel took shape in the early seventies, but the official construction began only in 1985. Due to financial problems, the tunnel was completed only in 1997. The costs of the operation amounted to almost five billion crowns. The tunnel has a length of 2004 meters and is considered one of the most modern and safe tunnels of the Czech Republic as it is equipped with air conditioning, camera systems, emission measurement, fire alarms and escape routes. Since September 2015, Strahov’s tunnel has been connected to the Brusnický tunel which is part of the Blanka tunnel complex. The construction of Strahov’s gallery at the time of its building produced much controversy, but the aim of the work was above all to alleviate the traffic in the congested part of the metropolis, improve the environment and reduce noise pollution.
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NOVITÀ EDITORIALI NEW PUBLICATIONS
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di Mauro Ruggiero
Milena Lenderová, storica dell’Università di Pardubice, è au‑ trice del volume: “Donne in viaggio” costituito da 16 testi che comprendono appunti e relazioni di viaggio, diari e racconti scritti da donne provenienti dalle terre ceche negli anni tra il 1782 e il 1936. Sulla base di queste testimonianze il volume ci presenta un quadro delle strutture turistiche italiane di quel periodo accompagnate da riflessioni personali delle viaggia‑ trici di età e classi sociali diverse. Attraverso questo tipo di nar‑ razioni l’autrice cerca di capire se e come i “viaggi femminili” siano diversi da quelli maschili. Nel testo non mancano rife‑ rimenti a numerosi stereotipi che influenzano la valutazione della popolazione e dei monumenti da parte delle viaggiatrici, cosi come vengono analizzate le fonti d’ispirazione di tali viag‑ gi, prendendo in considerazione le guide a stampa dell’epoca e le opere letterarie sui luoghi visitati. Un volume ricco di mate‑ riale grazie al quale possiamo ricostruire un’immagine e capire come erano i viaggi in Italia in quegli anni.
Milena Lenderová, a historian of the University of Pardubice, is the author of the book: “Traveling women”, consisting of 16 texts that include notes and travel reports, diaries and stories written by women from the Czech lands in the years between 1782 and 1936. On the basis of these testimonies, the volume presents a picture of the Italian tourist structures of that period accompanied by personal reflections of the travelers of different ages and social classes. Through this type of narration the author tries to understand if and how the “female journeys” are different from the male ones. In the text, there is no lack of references to the many stereotypes that influence the evaluation of the population, and monuments from the travelers, as well how the sources of inspiration for these journeys are analyzed, taking into consideration the printed guides of the time and the literary works about the visited places. A rich volume of material thanks to which we can reconstruct an image and understand how travelling in Italy was in those years.
Milena Lenderová, Donne in Viaggio: le viaggiatrici delle terre ceche e la loro immagine dell’Italia negli anni 1782-1936, Università di Pardubice: Pardubice 2017, pp. 278
Milena Lenderová, Donne in Viaggio: le viaggiatrici delle terre ceche e la loro immagine dell’Italia negli anni 1782-1936, University of Pardubice: Pardubice 2017, 278 pp.
È stato pubblicato dalla casa editrice Aracne il libro “Jan Hus fra tradizione e rivoluzione” della giovane ricercatri‑ ce ceca Anežka Žáková, a seguito di uno studio storico e filosofico in collaborazione con il professor Lubomir Žak. Il testo presenta al pubblico italiano la figura controversa del predicatore e teologo boemo Jan Hus, vissuto tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, che si oppose alla corruzione della chiesa del suo tempo ed incitò il po‑ polo a riscoprire la libertà e la verità della fede. Hus è ricordato come colui che anticipò, influenzato dalle idee di John Wicliff, alcune delle principali idee protestanti. Ciò che la scrittrice vuole sottolineare nella sua opera è proprio il messaggio centrale lasciato da Jan Hus, ovvero un eterno insegnamento di coerenza e dignità umana ol‑ tre che rispondere ai grandi interrogativi che da sempre ruotano intorno alla figura di Jan Hus: chi era? Perché fu condannato a morte? Era davvero un eretico? Un libro affascinante che ripercorre in modo dettagliato la storia del grande predicatore ceco.
The book “Jan Hus fra tradizione e rivoluzione” (“Jan Hus between tradition and revolution”), by the young Czech researcher Anežka Žáková was published by the Aracne publishing house, following a historical and philosophical study in collaboration with professor Lubomir Žak. The text presents to the Italian public, the controversial figure of the Bohemian preacher and theologian Jan Hus, who lived between the late fourteenth and early fifteenth century, and opposed the corruption of the church of his time and urged the people to rediscover freedom and truth of faith. Hus is remembered as one who anticipated, influenced by John Wicliff’s ideas, some of the main Protestant ideas. What the writer wants to emphasize in her work, is precisely the central message left by Jan Hus, or an eternal teaching of coherence and human dignity as well as responding to the great questions that have always revolved around the figure of Jan Hus: who was he? Why was he condemned to death? Was he really a heretic? A fascinating book that traces in detail the history of the great Czech preacher.
Anežka Žáková, Jan Hus fra tradizione e rivoluzione, Aracne editrice: Roma 2017, pp. 176
Anežka Žáková, Jan Hus fra tradizione e rivoluzione, Aracne editor: Rome 2017, 176 pp.
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cultura culture
Marie Kronbergerová, professoressa all’AMU e al Conservatorio di Praga, traduttrice e linguista ha presentato nel mese di no‑ vembre, presso l’Istituto italiano di Cultura di Praga, il libro“ Don Giovanni na Ovocném trhu” (“Don Giovanni al Mercato della Frutta”). Autore delle foto che arricchiscono il testo è il fotografo ceco Miroslav Sanytrák. Il volume racchiude più di 150 tra arie e foto di scene celebri, tratte da opere su libretto in italiano, orga‑ nizzate per capitoli e accompagnate dalla traduzione in ceco e dai commenti di decine di cantanti lirici attivi e non presso i più famosi teatri praghesi, tra cui il Teatro degli Stati, il Teatro Nazio‑ nale e l’Opera di Stato. Le opere liriche italiane godono di grande popolarità in tutto il mondo e negli ultimi anni anche in Repub‑ blica Ceca vengono spesso presentate al pubblico in lingua origi‑ nale, oltre che a teatro, anche in televisione. La pubblicazione si pone come un prezioso aiuto per tutti gli amanti cechi della lirica italiana che potranno finalmente avere una piena comprensio‑ ne della parola cantata e del messaggio racchiuso al suo interno.
Marie Kronbergerová, professor at the AMU and at the Prague Conservatory,as well as translator and linguist, in November presented the book “Don Giovanni na Ovocném trhu” (“Don Giovanni at the Fruit Market”), at the Italian Cultural Institute of Prague. The author of the photos that enrich the text is the Czech photographer Miroslav Sanytrák. The volume contains more than 150 arias and photos of famous scenes, taken from operas on libretto in Italian, organized into chapters and accompanied by the Czech translation and by the comments of dozens of active lyric singers, and at the most famous Prague opera houses, including the State Theater, the National Theatre and the State Opera. The Italian operas enjoy great popularity all over the world and in the last few years also in the Czech Republic they are often presented to the public in the original language, as well as in the theatre, also on television. The publication is a valuable help to all Czech lovers of Italian opera who will finally have a full understanding of the words sung and the message contained within.
Marie Kronbergerová, Don Giovanni na Ovocném trhu aneb Italské árie ústy pražských pěvců, Edice Divadlo: Praga 2017, pp. 423
Marie Kronbergerová, Don Giovanni na Ovocném trhu aneb Italské árie ústy pražských pěvců, Edice Divadlo: Prague 2017, 423 pp.
Da una collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura di Praga e la nota rivista ceca di cultura Literární noviny è nato il progetto editoriale “Italská literatura česky”. Si tratta di un inserto in lingua ceca, distribuito con l’ultimo numero di dicembre 2017 di Literární noviny, nel quale vengono presentate al pubblico di lettori cechi le voci più interessanti del panorama della letteratura italiana dei no‑ stri giorni. La pubblicazione passa in rassegna una selezio‑ ne di autori e autrici tra quelli le cui opere sono state, negli ultimi anni, tradotte in lingua ceca. Sono 16 le scrittrici e gli scrittori italiani presenti nella rivista che incarnano diverse tendenze della letteratura italiana contempora‑ nea. Si tratta di Claudio Magris, Antonio Moresco, Paolo Cognetti, Sebastiano Vassalli, Gianrico Carofiglio, Maurizio De Giovanni, Nicolai Lilin, Alessandro Piperno, Alessandro Baricco, Paolo Giordano, Donatella di Pietrantonio, Giorgio Vasta, Elena Ferrante, Michela Murgia, Paolo Sorrentino e Alda Merini. L’inserto è stato curato dalla traduttrice e ita‑ lianista ceca Alice Flemrová.
From a collaboration between the Italian Cultural Institute of Prague, and the well-known Czech cultural magazine Literární noviny, the editorial project “Italská literatura česky” was born. This is an insert in Czech language, distributed in the latest issue, of December 2017, of Literární noviny, in which the most interesting voices of the panorama of Italian literature in our day are presented to the public of Czech readers. The publication reviews a selection of male and female authors among those whose works have been translated into Czech language in recent years. There are 16 Italian writers present in the magazine that embody different trends in contemporary Italian literature. These are Claudio Magris, Antonio Moresco, Paolo Cognetti, Sebastiano Vassalli, Gianrico Carofiglio, Maurizio De Giovanni, Nicolai Lilin, Alessandro Piperno, Alessandro Baricco, Paolo Giordano, Donatella di Pietrantonio, Giorgio Vasta, Elena Ferrante, Michela Murgia, Paolo Sorrentino and Alda Merini. The insert was edited by the Czech translator and Italianist Alice Flemrová.
Alice Flemrová (a cura di), Italská literatura česky, Literární noviny: Praga 2017, pp. 38
Edited by Alice Flemrová Italská literatura česky, Literární noviny: Prague 2017, 38 pp.
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ITALIA ARTE FEST
ASSOCIAZIONE ONLUS
ASSIS è una Onlus con sede a Bratislava nata nel 2006 per pro‑ muovere le relazioni culturali fra Slovacchia e Italia. Fin dalla sua nascita ha avviato una collabora‑ zione con enti locali, organizza‑ zioni e imprese a livello europeo ed internazionale. A tale scopo ha organizzato una serie di eventi per sostenere progetti e attività in tutte le sfere della vita sociale, culturale, educativa ed economica. ASSIS is a non-profit organization based in Bratislava, founded in 2006 to promote cultural relations between Slovakia and Italy. Since its inception, it started collaborations with local authorities, organizations and businesses at European and international level. To this end, it has organized a series of events to support projects and activities in all spheres of social, cultural, educational and economic life.
Sládkovičova 3 811 06 Bratislava Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 222 327 822 assis@assis.sk www.assis.sk
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Italia Arte Fest è un festival che dal 2011 porta in Repubblica Ceca e Slovacchia la musica italiana. L’ini‑ ziativa - ideata e diretta dal celebre maestro Walter Attanasi - ha l’obie‑ ttivo di creare un network interna‑ zionale che, a partire dalla musica, promuova l’arte italiana. Il festival si avvale della collaborazione di prestigiose realtà artistiche e si è ormai imposto come un importante strumento di scambio culturale fra i Paesi. È realizzato in collabora‑ zione con UmbriaMusicFest e con IBC Group. Italian Art Fest is a festival that since 2011 brings Italian music to the Czech Republic and Slovakia. The initiative conceived and directed by the famous director Walter Attanasi - aims to create an international network that, starting from music, will promote Italian art. The festival relies on the collaboration of prestigious artistic realities and has established itself as an important instrument of cultural exchange between various countries. It is produced in collaboration with UmbriaMusicFest and the IBC Group.
Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 224 941 041 umfest@gmail.com www.umbriamusicfest.it
VINCANTO RISTORANTE PIZZERIA
Il ristorante Vincanto nasce a Praga per far apprezzare la più genuina tradizione gastronomica italiana. Basa la propria filosofia sull’offerta di un menù che propone esclusiva‑ mente le ricette italiane preparate con i migliori prodotti, molti dei quali si possono acquistare diretta‑ mente nel locale. Oltre a un’ampia scelta di pizze cotte in forno a legna, offre pasta fresca, piatti tipici regi‑ onali accompagnati da eccellenti vini italiani e da un ottimo caffè. The restaurant Vincanto was opened in Prague to allow people to enjoy truly authentic Italian culinary traditions. It bases its philosophy on a menu that offers exclusively Italian recipes, prepared with the best products, many of which can be bought directly on the premises. In addition to a wide selection of pizzas cooked in a wood oven, it offers fresh pasta and traditional regional dishes accompanied by excellent Italian wines and coffee.
Klimentská 40 110 00 Praha 1 Tel.:+420 224 815 192 www.vincanto.cz Info@vincanto.cz
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ASSIS
RESTAURANTS AND FOOD
NON PROFIT
CULTURE
Progetto RC suggests
GRUPPO
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sport
IL FENOMENO DEL FAIR PLAY THE FAIRPLAY PHENOMENON Francis Koné vincitore quest’anno del premio della Fifa per comportamenti ispirati ai valori di lealtà e correttezza sportiva. Siamo andati a trovarlo a Brno
Succede talvolta che i calciatori, quando un intero stadio li fischia e li insulta con improperi di ogni tipo, riescano a mettere tutti a tacere con un gesto tecnico spettacolare, magari con un gol in rovesciata o una staffila‑ ta da trenta metri all’angolino. Francis Koné, ivoriano di nazionalità togolese, c’è riuscito con una prodez‑
za ancora più straordinaria, salvando una vita umana sul campo di gioco. È accaduto lo scorso febbraio allo stadio Ďolíček, durante la partita di prima divisione fra Bohemians 1905 e Slovácko. Corre il 29’ minuto di gio‑ co, quando Martin Berkovec, portiere dei Bohemians Praga, si scontra con un suo difensore. Un impatto terribi‑
le, testa contro testa, talmente forte da rimbombare nel frastuono. Berko‑ vec rimane a terra, privo di sensi. Il pubblico ammutolisce. I giocatori in campo si disperano, le mani sui ca‑ pelli. L’unico che mantiene il sangue freddo è proprio Francis. Capisce che Berkovec sta soffocando e fa imme‑ diatamente quanto occorre in questi
It sometimes happens that footballers, even when an entire stadium has been booing them and insulting them with all kinds of abuse, are able to silence them with a spectacular technical move, perhaps with a goal from an overhead kick or a thirty-metre shot ending up in the corner. Francis Koné, an Ivorian of Togolese nationality, succeeded with an even more extraordinary feat, saving a human life on the playing field. It happened last February at the Ďolíček stadium, during the Czech First League
match between Bohemians 1905 and Slovácko. It was 29 minutes into the game, when Martin Berkovec, the goalkeeper of the Prague-based Bohemians side, clashed with one of his defenders. A head to head clash of a devastating impact, powerful enough to cause an echoing thud. Berkovec remained motionless on the ground, unconscious. The public fell into silence. The players on the pitch were desperate, with their hands on their heads. The only one who remained cool was Francis. He understood that Berkovec
was suffocating and immediately did what is necessary in these cases: he opened his mouth strongly moving his tongue, allowing him to breathe. A job that the doctors, who in the meantime were rushing over, would rate as timely. Berkovec recovered shortly afterwards in the changing rooms, although still hurt, with one tooth less and a strong head injury. The boos and racist insults, which until then, the home audience had reserved for the Slovácko striker, suddenly turned into applauses.
di Alessandro De Felice by Alessandro De Felice
Francis Koné, winner of this year’s FIFA award for behavior inspired by values of sporting loyalty and correctness. We paid him a visit in Brno
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casi: gli apre con forza la bocca e gli sposta la lingua, consentendogli di respirare. Un operato che i medici, nel frattempo accorsi, valuteranno provvidenziale. Berkovec si riprende poco dopo negli spogliatoi, seppu‑ re molto indolenzito, con un dente in meno e un forte trauma cranico. I fischi e gli insulti razzisti, che sino a quel momento il pubblico di casa
aveva riservato al centravanti dello Slovácko, si trasformano improvvisa‑ mente in applausi. Le immagini nei giorni successivi fan‑ no il giro del mondo e Koné – 26 anni, una carriera in giro per il mondo, con tappe in Tailandia, Oman, Portogallo e Ungheria, prima di arrivare in Re‑ pubblica Ceca – diventa un eroe. Tan‑ to che la Fifa, massima organizzazio‑ ne del calcio internazionale, decide di premiarlo con il Fifa Fair Play Award, il riconoscimento assegnato a persone che abbiano promosso nel mondo del calcio comportamenti ispirati ai valori di lealtà e correttezza sportiva. Koné a ritirare il premio si sarebbe do‑ vuto recare personalmente, durante il Gala di consegna dei Fifa Awards che si è svolto a Londra a fine ottobre. La prospettiva era quella di una serata da sogno, da trascorrere insieme a
campioni come Gigi Buffon, Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, giusto per citare alcuni degli altri premiati. Ad impedirglielo è stato un problema burocratico: la mancanza del visto per recarsi in Inghilterra e la impossi‑ bilità, visto il poco a disposizione, di riuscire a ottenerlo. “Ero molto triste quando ho capito che non potevo partecipare alla se‑ rata. Ci ho provato in tutti i modi ma non è stato possibile. Ho provato an‑ che a recarmi all’aeroporto, con il pas‑ saporto; mentre il mio agente è vola‑ to a Londra per provare a ricevere il sì dell’Ufficio Immigrazioni, ma niente” come ci ha raccontato egli stesso, quando lo scorso novembre ci siamo recati a Brno, città nella quale milita in questa stagione, con la maglia del‑ lo Zbrojovka Football Club. L’intento era appunto quello di conoscerlo
The images diffused all over the world in the following days, and Koné, aged 26, following a career around the world, with stops in Thailand, Oman, Portugal and Hungary, before arriving in the Czech Republic, became a hero. So much so that Fifa, the top organization of international football, decided to award him with the Fifa Fair Play Award, the award given to people who have promoted behaviors inspired by values of loyalty and sporting correctness in the world of football.
Koné was supposed to pick up the prize personally, during the Fifa Awards Ceremony held in London at the end of October. The prospect was that of a dream night, to be spent alongside legends like Gigi Buffon, Cristiano Ronaldo and Lionel Messi, just to mention a few of the other winners. What prevented it was a bureaucratic problem: the lack of a visa necessary to travel to England and the impossibility, given the little time available, of being able to obtain it. “I was very sad when I realized that I could not participate in the evening. I
tried in every way but it was not possible. I also tried to go to the airport, with my passport; while my agent flew to London to try to get the approval of the Immigration Office, but it led to nothing”, as he told us himself, when last November we went to Brno, the city in which he plays this season, in the colours of Zbrojovka Football Club. Our intent was precisely to get to know him personally more closely, and get him to tell his story directly. Francis came in person to pick us up at the station, meeting us in the
CREDIT PHOTO: CREDIT CGTN AFRICA
Martin Berkovec “Voglio ringraziare Francis Koné per avermi soccorso e salvato... Sono contento per il sollievo e grazie ancora!”
Francis Koné mentre soccorre Martin Berkovec nella partita tra Bohemians 1905 e Slovácko del febbraio 2017 / Francis Koné while rescuing Martin Berkovec in the match between Bohemians 1905 and Slovácko, in February 2017
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personalmente più da vicino e farci raccontare direttamente la sua storia. Francis giunge di persona a prender‑ ci alla stazione, appuntamento nel parcheggio antistante lo scalo ferro‑ viario, quasi stupito di essere ormai conosciuto anche dagli italiani. Poi, attraverso il traffico del capoluogo moravo – non eccessivo a dire il vero, in paragone con quello di Praga – partenza verso la sua casa. Dall’au‑ toradio, ad alto volume, musica della sua terra, l’Africa, un ritmo co‑ lorato che sembra rendere meno cupa la nebbia che avvolge la città. “Qui in Repubblica Ceca fa molto freddo e all’inizio non è stato facile abituarmi, ma ora mi trovo complessivamente bene” inizia subito a spiegarci, fra un semaforo e l’altro. In un quarto d’ora di macchina rag‑ giungiamo il suo appartamento in un palazzo popolare della periferia di Brno. Nel cortile alcuni bambini si divertono con un pallone tra i piedi e lo salutano. Entrati in casa, impossi‑ parking lot in front of the railway station, almost astonished to be known by Italians. Then, through the traffic of the Moravian capital, to tell the truth not too excessive in comparison with that of Prague, we headed to his home. From the car radio, at high volume, came the music of his land, Africa, a colourful rhythm that seemed to make the fog surrounding the city less dark. “Here in the Czech Republic it is very cold and at the beginning it was not easy to get used to it, but now I find it okay”, he starts to explain immediately, between one traffic light and another. After a quarter of an hour drive we reach his apartment in a residence building on the outskirts of Brno. In the courtyard some children have fun with a ball between their feet and say hello. When entering the house, it is impossible not to immediately notice the Fifa Fair Play Award, which stands out on an item of furniture. Koné grabs it and shows it to us with pride.
bile non notare subito il Fifa Fair Play Award, che svetta su un mobile. Koné lo afferra e ce lo mostra con orgoglio. “Quando ho ricevuto la chiamata del‑ la Fifa ero incredulo. In fondo ho solo aiutato un collega e non credo di aver fatto nulla di straordinario” raccon‑ ta, rivivendo gli istanti che lo hanno fatto diventare un eroe. “Non è stato il primo episodio di questo tipo nella mia vita, mi era già capitato alcune altre volte di intervenire in campo per interventi di pronto soccorso, e
quindi un po’ di esperienza ce l’avevo già. Quando c’è in ballo la vita di una persona è normale che si faccia il pos‑ sibile, e in campo, anche fra maglie di diverso colore e da avversari, siamo tutti fratelli”. Archiviata la grande delusione della mancata partecipazione alla serata di Londra, resta la soddisfazione del premio. “Ci tengo comunque a ringra‑ ziare la Fifa, ma anche la Federazione calcistica ceca, il mio club e il mio agente per aver fatto di tutto per far‑
mi partecipare alla cerimonia”. Uomo di grande fede, il centravanti del Brno non fa drammi. “Quando Dio decide qualcosa nessuno può cambiare la sua volontà. Ma anche di questo pre‑ mio posso essere grato a Lui”. Di questi tempi – nei quali i giornali non fanno che parlare della netta contrarietà manifestata dalla Repub‑ blica Ceca verso l’ipotesi di accogliere alcune centinaia dei migranti giunti dall’Africa, sulle coste italiane e gre‑ che – è naturale una domanda su
Francis Koné mostra il premio FIfa Fair Play Award tra i suoi compagni di squadra / Francis Koné showing his Fifa Fair Play Award between his teammates
“When I received the call from Fifa I was incredulous. After all, I only helped a colleague and I do not think I did anything extraordinary”, he recounts, reliving the moments that made him become a hero. “It was not the first episode of this kind in my life, it had already happened some other times when I intervened in the field for first aid, so I already possessed some experience in it. When there is a person’s life at stake it is normal that everything
possible is done, and on the pitch, even between different coloured shirts, and opponents, we are all brothers”. Having put the great disappointment of the lack of participation in the London evening behind him, the satisfaction of the prize remains. “I still want to thank Fifa, but also the Czech Football Federation, my club and my agent for doing everything to allow me to participate in the ceremony”. A man of great faith, the Brno centre-forward does not drama-
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tize. “When God decides something nobody can change his will. But I can be grateful to him also for this award”. In these times, in which the newspapers do nothing but talk about the clear opposition expressed by the Czech Republic towards the possibility of welcoming a few hundreds of migrants arriving from Africa, on the Italian and Greek coasts, it is natural to ask a question about how a young man from the Ivory Coast feels in this country.
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come si sente un ragazzo della Costa d’Avorio in questo paese. “Devo dire che tanti mi sconsigliavano di venire a giocare in Repubblica Ceca a causa dei problemi legati alla xeno‑ fobia. In due anni sono stato vittima di alcuni episodi di razzismo ma devo dire che nella mia quotidianità non noto nella gente comportamenti condizio‑ nati da pregiudizi. Sento che mi rispet‑ tano e che mi vogliono bene”. Insistiamo sulla cronaca di quella giornata praghese che l’ha fatto di‑
“I have to say that many people advised me against coming to play in the Czech Republic because of problems related to xenophobia. In two years I have been the victim of several episodes of racism, but I must say that in my daily life I do not notice the behaviors of people being conditioned by prejudices. I feel that they respect and love me”. We insist on the account of that day in Prague that made him famous, the insults and racist chants linked to the colour of his skin, by the ultràs of Bohemians.
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ventare famoso, degli insulti e dei fischi legati al colore della sua pelle, da parte degli ultrà del Bohemians. “Si, è vero, ma è anche successo che il giorno dopo molti tifosi hanno chia‑ mato alla sede della mia squadra per chiedermi scusa. È importante quan‑ do qualcuno capisce di aver fatto un qualcosa di stupido. Certo, quando si è in campo e ti insultano per il colo‑ re della pelle, non è facile. Io provo a riuscirci concentrandomi sulla par‑ tita, sul risultato, sul mio lavoro. Ci ripenso piuttosto quando la partita è terminata, sull’autobus che ci riporta a Brno, poi a casa. È allora che provo a capire il perché di certi gesti, anche se è difficile farsene una ragione” si incupisce, per poi tornare a sorridere quando parla di rapporti splendidi coi compagni di squadra, coi tifosi e con la gente comune. “Qui in Repubblica Ceca ho anche incontrato tanta tan‑ tissima brava gente”. Parliamo allora del calcio ceco, che non sembra attraversare uno dei mo‑ menti migliori della sua storia. Koné è
convinto che anche il suo Fifa Fair Play Award possa aiutare il movimento calcistico ceco ad avere una maggiore visibilità: “In fondo anche questo pre‑ mio dimostra che la Fifa è attenta al campionato della Repubblica Ceca e che lo considera di alto livello”. E non manca ovviamente un pensie‑ ro all’Africa: “Amo moltissimo la mia terra d’origine e ci sono momenti in cui sento il peso di vivere lontano. Sono orgoglioso di avere vinto questo premio, che dedico alla mia gente e a tutti i calciatori africani. Ora non vedo l’ora che arrivi la sosta invernale del campionato ceco, per poter trascor‑ rere le mie vacanze in Togo. So che grazie al Fair Play Award mi accoglie‑ ranno come un eroe” ci racconta. Terminata l’intervista, Koné ci offre di riaccompagnarci al treno. Nuo‑ vamente la musica africana dall’au‑ toradio, a tutto volume, e qualche considerazione da intenditore sulla birra ceca, che beve di solito dopo le partite. Lo salutiamo con due parole: “Arrivederci campione!”
“Yes, it’s true, but it also happened that the day after many fans called my team’s office to apologize. It is important when someone understands that he has done something stupid. Of course, when you are on the pitch, and insult you due to the colour of your skin, it is not easy. I try to overcome it by focusing on the game, on the result, on my work. I think about it more when the game is over, on the bus that takes us back to Brno, then back home. It is then that I try to understand the reason for certain gestures, even if it is difficult to come up with a reason for it”, he saddens, only to smile again when talking about splendid relationships with teammates, fans and ordinary people. “Here in the Czech Republic I have also met so many good people”. Let’s talk about Czech football, which does not seem to be going through one of the best moments in its history. Koné is convinced that his Fifa Fair Play Award can also help the Czech foot-
ball movement gain greater visibility: “After all, this award also shows that Fifa is attentive to the Czech Republic’s championship and considers it to be of a high standard”. Obviously there is also no lack of thoughts towards Africa: “I love my homeland very much, and there are times when I feel the weight of living far away. I am proud to have won this award, which I dedicate to my people, and to all African footballers. Now I cannot wait for the winter break of the Czech league to be able to spend my holidays in Togo. I know that thanks to the Fair Play Award they will welcome me like a hero”, he tells us. After the interview, Koné offers to accompany us back to the train. Again with the African music booming from the car radio, at full volume, and some connoisseur consideration on Czech beer, which he usually drinks after the matches. We greet him with two words: “Goodbye champion!”
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