Progetto Repubblica Ceca (Maggio, Giugno / May, June) 2019

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Maggio - Giugno / May - June 2019

Praga sold out: alla ricerca di soluzioni abitative Prague sold out: looking for housing solutions

XXX Praga, benvenuti nella capitale del porno XXX Prague, welcome to the porn capital

La scala del successo di Eva Jiřičná The scale of success of Eva Jiřičná


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sommario

pag. 6 Editoriale Editorial

politica politics

pag. 8

economia e mercato markets and data

pag. 20

Praga sold out: alla ricerca di soluzione abitative Prague sold out: looking for housing solutions

Babiš tra alleanze internazionali e proteste Babiš, amid international alliances and protests

pag. 26

pag. 14

Intervista a Luciano Cirinà, Ceo di Generali CEE Holding Interview with Luciano Cirinà, Ceo of Generali CEE Holding.

Lezioni cinesi a Praga Chinese teachings in Prague

pag. 19

Calendario Fiscale Tax Deadlines

Appuntamenti Events

pag. 28

reportage

pag. 34

Letná: modernità, risvoltini e voglia di specularci Letná: modernity, cuffs and the desire to speculate

Gruppo

@PROGETTORC

PROGETTO REPUBBLICA CECA

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Editore/Publishing House: EBS consulting s.r.o. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 Tel. +420 224941041 www.progetto.cz redakce@progetto.cz

Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Vojtěch Holan, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai

Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Giuseppe Picheca, Lawrence Formisano, Sabrina Salomoni, Mauro Ruggiero, Edoardo Malvenuti, Alessandro Canevari, Jakub Horňáček, Tiziano Marasco, Mattia D'Arienzo, Giovanni Mattia, Veronika Hodslavská


Maggio - Giugno / May - June 2019

pag. 40

XXX Praga, benvenuti nella capitale del porno XXX Prague, welcome to the porn capital

pag. 46

Nella terra dei mammut: l’Archeopark di Pavlov In the land of mammoths: the Archeopark Pavlov cinema

pag. 52

Castelli da fiaba e da film Fairytale film castles architettura architecture

pag. 63

Il mese de La Pagina cultura culture

pag. 64

Buon compleanno Kundera Happy Anniversary Kundera

pag. 70

summary

focus

Anniversari cechi Czech anniversaires

pag. 72 Novità editoriali New Publications

pag. 74

La febbre Ferrante contagia anche i lettori cechi Ferrante Fever spreads also to Czech readers

pag. 58

La scala del successo di Eva Jiřičná The scale of success of Eva Jiřičná

Inserzioni pubblicitarie Advertisements Progetto RC s.r.o. redakce@progetto.cz

Progetto grafico Graphic design Angelo Colella Associati DTP / DTP Osaro Stampa / Print Vandruck s.r.o.

Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2019 EBS consulting s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8487

Foto di copertina / Cover Photograph Industria della pornografia in Repubblica Ceca Pornography industry in Czech Republic

Chiuso in tipografia Printing End-Line 20.6.2019 5


editoriale

Cari lettori,

le imponenti proteste contro Andrej Babiš, alle quali stiamo assistendo or‑ mai da qualche mese a Praga e nelle principali città della Repubblica Ceca, non smuovono di un millimetro la poltrona del premier. Nonostante il clamore anche internazionale delle manifestazioni – piazza Venceslao non si vedeva così piena dalla caduta del regime – e malgrado le accuse di con‑ flitto di interessi in arrivo da Bruxelles, è proprio all’estero che il premier sta giocando al meglio le proprie carte, stringendo relazioni di peso e puntan‑ do molto sull’assetto della nuova Ue. È questo l’argomento col quale apriamo la nostra rivista. A proposito delle relazioni internazio‑ nali della Repubblica Ceca, vi proponia‑ mo anche un bilancio, seppur sintetico,

Dear readers,

the massive protests against Andrej Babiš that we have been witnessing for some months now in Prague and the main cities in the Czech Republic, don’t move by an inch the Prime Minister’s seat. Despite the international clamor of the demonstrations – Wenceslas Square hasn’t been so full since the fall of the regime – and despite the accusations of conflict of interest coming from Brussels, it’s precisely abroad that the Prime Minister is playing his cards best, strengthening valuable relations and focusing heavily on the structure of the new EU. This is the opening topic of our magazine. Concerning the international relations of the Czech Republic, we offer you an analysis, albeit concise, of the close

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degli stretti rapporti intrecciati con la diplomazia economica cinese. Questo Paese è infatti fra i primi firmatari, quattro anni fa, del memorandum d’in‑ tesa sulla Nuova via della seta. Sul pia‑ no commerciale e degli investimenti, i risultati sinora scaturiti sono stati ben pochi per Praga, mentre molti segnali accreditano la tesi che dietro ci sia in re‑ altà una grossa operazione di influenza politica e geopolitica a vantaggio di Pechino. Affrontiamo poi un tema di grande at‑ tualità nella Praga di oggi, vale a dire quello della crisi degli alloggi. I prezzi di vendita negli ultimi anni sono saliti a dismisura, seguiti a ruota da quelli degli affitti, rendendo difficile la vita di molti cittadini. Ci è sembrato interessante proporvi il modo con il quale la nuova amministrazione cittadina sta cercando

di risolvere il problema, con soluzioni a metà strada fra l’interventismo sociali‑ sta e il mercato più incontrollato. Il fatto che Praga non abbia la tendenza ad essere una città bigotta non è cer‑ tamente una novità. Può sorprendere piuttosto il fatto che sia ormai diventata la capitale europea dell’industria della pornografia, strappando questo prima‑ to a Budapest e puntando addirittura a insidiare alla California il dominio as‑ soluto delle produzioni a luci rosse. A quanto pare però, numeri alla mano, sembra sia proprio così e nel nostro ar‑ ticolo proviamo a spiegarvene i motivi, che sono vari e di diversa natura. Vi lasciamo alle prossime pagine con la certezza che troverete altri spunti e argomenti di vostro interesse au‑ gurandovi

interwoven relations with the Chinese economic diplomacy. In fact, this country was among the first signatories, four years ago, of the memorandum of understanding on the New Silk Road. On the commercial and investment side, results have been barely visible for Prague so far, while many signs support the theory that there is, in fact, a large operation of political and geopolitical influence behind Beijing. Furthermore, we address a highly topical subject in nowadays Prague, namely the housing crisis. Over the past years, the selling prices have exceeded all thresholds, followed closely by rents, making the lives of many citizens increasingly difficult. It seemed interesting to present you the way in which the new city administration is trying to fix

the problem, with mid-way solutions between socialist interventionism and the most unstable market. The fact that Prague has no tendency to be a pious city is certainly nothing new. It may come out as rather surprising that it has now become the European capital of the pornographic industry, taking over Budapest in this regard and aiming to undermine California’s absolute dominance of redlight productions. However, apparently, judging by the numbers, it seems to be the case and our article will reveal the varied and various reasons behind. We invite you to discover the following pages with the confidence you’ll find other topics and areas of interest by wishing you as usual

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buona lettura

a pleasant reading!



Il premier resiste, nonostante le accuse di conflitto di interessi e le contestazioni di piazza. Ora punta tutto sul nuovo peso di Praga e del V4 in Ue di Daniela Mogavero by Daniela Mogavero

The prime minister resists, despite the accusations of conflict of interest and street protests. Now, he is focusing entirely on the new weight of Prague and the V4 in the EU

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BABIŠ TRA ALLEANZE INTERNAZIONALI E PROTESTE BABIŠ, AMID INTERNATIONAL ALLIANCES AND PROTESTS Sorrisi, strette di mano, incontri di altissimo livello. Accuse di conflitto di interessi, proteste di piazza e richie‑ ste di dimissioni, soprattutto a Praga, capitale che non lo ama. Sono le due facce, all’estero e in patria, del premie‑ rato di Andrej Babiš, il miliardario ceco soprannominato Babisconi o Trump ceco, che sta giocando al meglio le sue carte nella politica estera ondeggiando tra populismo e nazionalismo, con po‑ sizioni mai apertamente euroscettiche ma che della Ue, caso per caso, se ne in‑ Smiles, handshakes, meetings of the highest level. Accusations of conflict of interest, street protests and demands for his resignation, especially in Prague, the capital that does not love him. They are the two faces, abroad and at home, of prime minister Andrej Babiš, the Czech billionaire nicknamed Babisconi or the Czech Trump, who is playing his foreign policy cards as best as he can, swaying between populism and nationalism, with positions that are never openly Eurosceptic, but on a case by case basis, are rather indifferent towards the EU. A political figure who aims to boost his influence even more, along with his Czech Republic, in the Europe of tomorrow, a Europe that wants to be safer and with more freedom of movement, within it, for goods and people. In recent months Babiš has succeeded in “monetizing” the international meetings and state visits in terms

Andrej Babiš con Donald Trump / Andrej Babiš with Donald Trump

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politica politics

fischiano. Un personaggio politico che punta a contare ancora di più, insieme alla sua Repubblica Ceca, nell’Europa del domani, un’Europa che vuole più sicura e con più libertà di movimento, al suo interno, per merci e persone. Babiš negli ultimi mesi è riuscito a “monetizzare” in termini di credibilità internazionale gli incontri all’estero e le visite di stato. Prima tra tutte quella a marzo a Washington dove ha rafforzato il legame con il presidente

americano Donald Trump, facendo, ancora una volta, la sua parte nel la‑ voro di equidistanza di Praga dall’Oc‑ cidente e dalla Russia (e anche dalla Cina, con il caso Huawei). Si configura infatti un equilibrio che conta anche sul contrappeso del capo dello Stato Miloš Zeman, la cui posizione in que‑ sto scacchiere è filorussa e filocinese, e che permette alla Repubblica Ceca di tenere aperte le porte di tutte le più grandi potenze mondiali.

© VLADA.CZ

Adesso, dopo le elezioni europee, Babiš conta di rafforzare il peso della Repubblica Ceca e del Gruppo di Vi‑ segrad di cui fa parte, formato anche da Slovacchia, Ungheria e Polonia. L’obiettivo è di conquistare per il V4 uno dei posti chiave della nuova Ue. È stato proprio il premier ceco a pro‑ muovere all’inizio di giugno il summit informale a Budapest dove i quattro Paesi centroeuropei hanno dichiarato di voler spingere per un uomo del V4 al posto di Alto rappresentante per la politica estera Ue, il ruolo che adesso è di Federica Mogherini, Lady Pesc. La candidatura avanzata è quella dello slovacco Maroš Šefčovič, già vicepre‑ sidente della Commissione Juncker e Commissario per l’Unione energetica. Il nome dell’ex rivale della neopresi‑ dente slovacca Zuzana Čaputová, era balenato anche per la presidenza del‑ la Commissione, ma lo stesso Babiš ha poi smentito l’ipotesi. Nella stessa riunione i V4 hanno scel‑ to di prendere una dura posizione

nell’ambito della lotta per la guida della Commissione Ue. Sposando la linea del premier conservatore un‑ gherese Viktor Orban, Praga, Brati‑ slava e Varsavia hanno detto no alla candidatura Ppe di Manfred Weber per la guida dell’esecutivo europeo. Del resto, lo stesso Babiš ha fatto capire quali saranno i punti chiave di un’Europa che funziona nei pros‑ simi cinque anni: per il premier ceco la Commissione ha troppo potere e a decidere «dovrebbe essere la coa‑ lizione dei governi Ue», quel Consi‑ glio europeo che dovrebbe «riunirsi ogni due mesi» per dare la linea. Inoltre, Babiš ha ribadito, come so‑ stenuto anche dai suoi alleati del V4, l’importanza del «bilanciamen‑ to geografico» nella distribuzione dei ruoli nella Ue. La strategia per una «forte Repubbli‑ ca Ceca» (non casualmente un mot‑ to dallo stampo trumpiano) prevede un lavoro di posizionamento inter‑ nazionale che Babiš sta giocando a

of international credibility. First of all, the one in March in Washington where he strengthened the bond with the American president Donald Trump, doing, once again, his part in the work of equidistance of Prague from the West and from Russia (and also from China, with the Huawei case). In fact, a balance is set that also depends on the counterweight of the head of state Miloš Zeman, whose position is pro-Russian and pro-Chinese, which allows the Czech Republic to keep the doors of all the greatest world powers open. Now, after the European elections, Babiš is counting on strengthening the weight of the Czech Republic and the Visegrad Group of which it is a part, also formed by Slovakia, Hungary and Poland. The goal is to gain one of the key places of the new EU for the V4. It was the Czech prime minister who promoted the informal summit in Budapest at the begin-

ning of June where the four Central European countries declared their intention to push for a V4 man in the position of the High Representative for EU foreign policy, the role that is now held by Federica Mogherini, Lady Pesc. The candidacy put forward is that of the Slovak Maroš Šefčovič, former Vice-President of the Juncker Commission and Commissioner for the Energy Union. The name of the former rival of the Slovakian president Zuzana Čaputová, had also come up for the presidency of the Commission, but Babiš himself later denied the hypothesis. In the same meeting the V4s chose to take a tough position in the fight for the leadership of the EU Commission. Having embraced the line of the Hungarian Conservative Prime Minister Viktor Orban, Prague, Bratislava and Warsaw said no to the EPP nomination of Manfred Weber for the leadership of the European executive.

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dovere, incontrando i diversi alleati, vicini e lontani, e facendo pesare le sue posizioni, giovandosi dei rappor‑ ti non più idilliaci tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presi‑ dente francese Emmanuel Macron. E con quest’ultimo il primo ministro ceco ha un legame importante, so‑ prattutto in sede di Europarlamento, dove i due politici siedono nelle file dello stesso gruppo, quello dei Libe‑ rali dell’Alde.

Macron intende far pesare l’appog‑ gio del gruppo nell’ambito delle trattative per una maggioranza parlamentare che sostenga un can‑ didato forte. In questo contesto, ol‑ tre alle interlocuzioni con i Socialisti spagnoli e portoghesi, il presidente francese ha riservato un interesse particolare per il leader di Ano. E sulle visioni diverse su tanti temi Ue con l’inquilino dell’Eliseo, Babiš ha precisato: «Il futuro dell’Europa non

può ridursi a posizioni divergenti sul‑ la politica di asilo comune. Anche io voglio una Unione aperta, per il com‑ mercio, le imprese e le attività che contribuiscono al progetto europeo. Ma deve essere allo stesso tempo sicura o non funzionerà». Sembra, inoltre, che Babiš sia riuscito, a suo dire, a tornare in sintonia pure con l’Italia, nonostante gli attacchi della scorsa estate sul tema migran‑ ti. In occasione della celebrazione

Moreover, Babiš himself has made it clear what the key points of a Europe that works will be in the next five years. According to the Czech prime minister the Commission has too much power and it “should be the coalition of EU governments,” who decide. The European Council which should “meet every two months” to lay down the guidelines. Furthermore, Babiš reiterated, as also argued by his V4 allies, the importance of

“geographical balancing” in the distribution of roles in the EU. The strategy for a “strong Czech Republic” (a not so coincidental “Trumpish” motto) foresees an international placement work that Babiš is carrying out properly, meeting with the various allies, near and far, and making his positions heard, and certainly benefiting from the no longer idyllic relations between German Chancellor Angela Merkel and French President

Emmanuel Macron. And with the latter, the Czech Prime Minister has an important link, especially in the European Parliament, where the two politicians sit in the same group, the Liberals of the ALDE. Macron intends to make the support of the group weigh in the negotiations for a parliamentary majority that supports a strong candidate. In this context, in addition to discussions with the Spanish and Portuguese So-

In patria Babiš sembra non avere una vera alternativa, all’estero riesce a stringere relazioni di peso At home Babiš does not seem to have a real opponent, while he has been able to forge stronger relations abroad

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della Festa della Repubblica Italiana, il premier ceco ha puntualmente ac‑ colto l’invito rivoltogli da Francesco Saverio Nisio, ambasciatore d’Italia a Praga, per il consueto ricevimento. Nel suo discorso di saluto, davanti ai numerosi ospiti presenti, Babiš ha di‑ chiarato compiaciuto che sul tema dei migranti «oggi la posizione del gover‑ no di Roma coincide con quella da me espressa da tempo». E in una recente intervista al Corriere della Sera, si è

persino detto impaziente di incontrare il vicepremier Matteo Salvini, che ha lodato come «colui che ha fermato l’immigrazione clandestina in Italia». Questo per quanto riguarda le relazio‑ ni internazionali, ma come sappiamo ci sono anche i nodi interni. Da ormai più di un mese decine di migliaia di persone stanno scendendo in piazza per protestare contro di lui, prima soltanto a Praga e poi anche nelle altre principali città della Repubblica

Ceca. La scintilla che ha scatenato la rabbia di numerosi cechi è stata la nomina a ministro della Giustizia di Marie Benešová. Quest’ultima è un ex capo della procura nazionale, fedelis‑ sima del presidente Miloš Zeman che i critici considerano come un pericolo per la indipendenza della magistratu‑ ra, più concretamente come colei che avrà il compito di far arenare le inda‑ gini contro il premier. Giova ricordare, a questo proposito, l’accusa che conti‑

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Andrej Babiš con Emmanuel Macron / Andrej Babiš with Emmanuel Macron

cialists, the French president has reserved a special interest in the leader of ANO. And regarding the different visions on so many EU issues with the Élysée tenant, Babiš said: “The future of Europe cannot be reduced to divergent positions on the common asylum policy. I also want an open Union, for trade, businesses and activities that contribute to the European project. But it must be safe at the same time or it will not work.”

It also seems that Babiš has succeeded, according to him, in getting back on good terms with Italy, despite last summer’s attacks on the issue of migrants. On the Italian Republic Day celebration, the Czech Prime Minister promptly accepted the invitation addressed to him by Francesco Saverio Nisio, Ambassador of Italy in Prague, for the usual reception. In his greeting speech, in front of the numerous guests present, Babiš declared himself

to be pleased that on the topic of migrants “today the position of the Rome government coincides with the one I have expressed for some time.” And in a recent interview with Corriere della Sera, he even said he was impatient to meet with Deputy Prime Minister Matteo Salvini, whom he praised as “the one who stopped illegal immigration in Italy.” While the latter issue concerns international relations, as we know there

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nua pendere sul capo di Babiš, vale a dire di aver truffato la Ue, ottenendo illecitamente dei finanziamenti per la realizzazione di un resort di lusso, il Nido della cicogna. Rimane poi sempre viva la questione del suo conflitto di interessi. La Com‑ missione Ue ha di recente pubblicato un report secondo il quale Babiš, die‑ tro il paravento di due fondi fiduciari, continua a controllare la Agrofert, un grande conglomerato di aziende, so‑ prattutto del settore agroalimentare e chimico, che percepisce generose sovvenzioni europee. Ma il premier ceco, secondo uomo più ricco del paese, smentisce e respinge le accuse, bollandole come inven‑ zioni, frutto della incompetenza dei controllori della Ue. E rivolgendosi alle piazze di manifestanti, risponde: «sono proteste politicamente moti‑ vate. Tutta gente strumentalizzata da parte di chi vuole cambiare il risultato di libere elezioni». are also internal matters. For more than a month now, tens of thousands of people have been taking to the streets to protest against him, first only in Prague and then in the other major cities of the Czech Republic. The spark that ignited the anger of numerous Czechs was the nomination of Marie Benešová as Minister of Justice. The latter is a former head of the national prosecutor’s office, loyal to President Miloš Zeman who the critics consider as a danger to the independence of the judiciary, more concretely as the one who will have the task of making the investigations against the premier run aground. In this regard, it is worth recalling the accusation that continues to hang on Babiš’ head, namely to have defrauded the EU, illicitly obtaining funding for the construction of a luxury resort, the Stork’s Nest. The question of his conflict of interests remains very much alive. The EU Commission has recently published a report according to which Babiš, behind the

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Andrej Babiš con Giuseppe Conte. Nalla foto in basso con Angela Merkel / Andrej Babiš with Giuseppe Conte. In the photo below with Angela Merkel

screen of two trust funds, continues to control Agrofert, a large conglomerate of companies, above all in the agri-food and chemical sectors, which receives generous European subsidies.

But the Czech prime minister, the second richest man in the country, denies and rejects the accusations, branding them as inventions, the result of the incompetence of the EU inspectors. And © VLADA.CZ

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E sta proprio qui il punto. Il partito di Babiš, Ano 2011, continua a uscire vin‑ citore dalle urne. In sei tornate eletto‑ rali (politiche, europee e regionali) ha sempre avuto più voti degli altri partiti e non sembra esistere una vera opposi‑ zione che possa farlo cadere. La sua coalizione di governo è stata fa‑ ticosamente costruita dopo settimane di trattative. I Socialdemocratici (Čssd) della Repubblica Ceca, ormai scomparsi a livello europeo, non sembrano avere alcuna convenienza a uscire da questo governo di minoranza e altrettanto si dica per l’appoggio esterno dei Comu‑ nisti. Poi ci sono i sovranisti di Tomio Okamura, pronti con ogni probabilità a fungere da ruota di scorta del governo Babiš, in caso di necessità. Insomma, a conti fatti, la leadership del premier miliardario prefigura la sua permanenza a capo del governo di Praga ancora a lungo. addressing the squares of protesters, he replies: “they are politically motivated protests. All people exploited by those who want to change the result of free elections.” And the point is precisely this. Babiš’s party, ANO 2011, continues to emerge victorious from the polls. In six electoral rounds (political, European and regional) he has always had more votes than the other parties and there does not seem to be any real opposition that could make him fall. His governing coalition was laboriously built after weeks of negotiations. The Social Democrats (ČSSD) of the Czech Republic, who by now have disappeared at European level, do not seem to find any advantage in getting out of this minority government, and the same is true for the external support of the Communists. Then there are the sovereigntists of Tomio Okamura, most likely ready to act as the spare wheel of the Babiš government, in case of need. In short, on balance, the leadership of the billionaire prime minister foreshadows a stay at the head of the Prague government for a long time to come.



LEZIONI CINESI A PRAGA CHINESE TEACHINGS IN PRAGUE

La visita a Praga del sottosegretario italiano Michele Geraci e un dubbio di sottofondo: a chi giovano gli accordi con Pechino? di Giovanni Usai by Giovanni Usai

The visit to Prague of the Italian Undersecretary Michele Geraci and a background doubt: who benefits from the agreements with Beijing?

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Il grande ottimismo di Michele Ge‑ raci per le “straordinarie prospettive” dei progetti di collaborazione con la Cina, contro la mezza delusione, per non dire completa, manifestatagli dai suoi omologhi cechi sullo stesso argomento. È stato questo uno degli aspetti che più hanno caratterizzato la recente visita a Praga del sottose‑ gretario del Ministero dello Sviluppo economico italiano con le deleghe al Commercio estero. Una due giorni dal programma fitto di appuntamenti e conclusosi con un incontro con i rap‑ presentanti della stampa. The great optimism of Michele Geraci for the “extraordinary outlook” of the collaboration projects with China, compared to the partial disappointment, if not a complete one, shown by his Czech counterparts on the same matter. This was the focus subject of the recent visit to Prague of the Undersecretary of State of the Italian Ministry of Economic Development responsible for Foreign Trade. Two days with a tight schedule filled with meetings and conclusions with the press representatives. One could ask: what is the connection to China, if we talk about the visit of an Italian government representative to Prague? The answer is simple: Geraci – a 50-year-old Palermian, Northern leaguer with countless Alberto da Giussano badges on his blazer – is considered “the Chinese of the Italian executive” and the man who devoted himself most to Italy, the first G7 country, for signing the memorandum of

understanding on the New Silk Road. Some reporters accuse the Undersecretary of having some sort of obsession for the Dragon and of willing to do anything to please Beijing. We don’t

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know to what extent this criticism is founded, but certainly, Geraci – who has been recently awarded the title of Knight of the Crown of Italy for having contributed to the knowledge of


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Si potrebbe replicare: cosa c’entrano i rapporti con la Cina, se si parla della visita a Praga di un rappresentante del governo italiano? La risposta è sem‑ plice: Geraci – 50enne palermitano, leghista con tanto di spilla di Alberto da Giussano sulla giacca – è conside‑ rato il “cinese dell’esecutivo italiano” ed è l’uomo del governo di Roma che più si è speso perché l’Italia, primo paese del G7, firmasse, a marzo, il protocollo d’intesa sulla Nuova Via della Seta.

China in Italy – continued talking about the same topic in Prague as well, particularly about the vast cooperation project launched by President Xi Jinping. Vast enough to be considered

Alcuni commentatori rinfacciano al sottosegretario di avere persino una sorta di ossessione per il Dragone e di essere disposto a tutto pur di com‑ piacere Pechino. Non sappiamo sino a che punto questa critica sia fonda‑ ta, ma certamente Geraci – al quale è stato di recente conferito il titolo di Cavaliere della Stella d’Italia, per come ha contribuito alla conoscenza della Cina nel Belpaese… – anche a Praga non ha fatto che parlare del

nowadays the major strategic goal of the Asian power. Hardly visible economic advantages We must mention a few other aspects. The first one is that, to talk about China,

medesimo argomento e in partico‑ lare del mastodontico progetto di cooperazione lanciato dal presidente Xi Jinping. Tanto grande da essere considerato oggi il maggior obiettivo strategico della potenza asiatica. Benefici economici che di tangibile hanno ben poco Alcune altre premesse sono necessa‑ rie. La prima è che l’economista Geraci per parlare di Cina deve avere sicura‑ mente avere tutte le carte in regola,

the economist Geraci must surely have all the right cards, as demonstrated by the ten years he spent there, teaching in three universities. He speaks Mandarin, and quite fluently it seems.

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come dimostrano i dieci anni che vi ha trascorso, insegnando in ben tre università. Parla persino mandarino, a quanto pare in modo fluente. La seconda è che Praga il medesimo memorandum con Pechino lo ha firmato già da tre anni, quindi i rap‑ presentanti del governo ceco coi quali Geraci si è incontrato – in particolare i viceministri Vladimír Bärtl (Ministe‑ ro dell’Industria e del Commercio) e Martin Tlapa (Ministero degli Affari Esteri) – hanno ugualmente tutte le carte in regola per dire che i rapporti con la diplomazia economica cinese hanno portato sinora alla Repubblica Ceca ben pochi vantaggi. Geraci ha commentato la delusione – “la disillusione, forse, per meglio dire” – dei suoi interlocutori praghesi in questo modo: “gli investimenti cinesi nei nostri paesi non vanno visti alla luce dei posti di lavoro che creano, ma in base all’export che riescono a generare”. Parole alle quali i rappre‑ sentanti del governo ceco dovrebbero avere replicato più o meno così: “noi non ci aspettiamo che Pechino da The second is that Prague has already signed the same memorandum with Beijing three years ago, therefore the representatives of the Czech government who met with Geraci – particularly the deputy ministers Vladimír Bärtl (Minister of Industry and Commerce) and Martin Tlapa (Minister of Foreign Affairs) – have as well all the right cards to say that the relations with the Chinese economic diplomacy hardly brought any advantages to the Czech Republic. Geraci commented on the disappointment – “or delusion, perhaps, better said” – of his Praguian counterparts as follows: “The Chinese investments in our countries should not be seen in the light of the jobs they create, but based on the exports they are able to generate”. The representatives of the Czech government replied to this statement: “We do not expect Beijing to create jobs in our country, even because

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La Cina è per la Repubblica Ceca il secondo paese di provenienza delle importazioni. A parti inverse, la Cina è il 18° stato di destinazione delle esportazioni ceche For the Czech Republic, China is the second country of origin for imports. Conversely, China is the 18th state of Czech exports’ destination

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noi crei posti di lavoro, anche perché abbiamo un tasso di disoccupazione basso a livelli record. Quanto al nostro export, l’interscambio commerciale, non solo continua a essere spropor‑ zionatamente a favore della Cina, ma negli ultimi quattro anni il divario è persino aumentato, con un rapporto ormai di dieci a uno a suo favore”. Le cifre parlano chiaro. Basti dire che solo nei primi due mesi di quest’anno il deficit commerciale fra i due paesi è stato di 90,9 miliardi di corone, contro i 75,8 miliardi dello stesso periodo del 2018. La Cina è per la Repubblica Ceca il quarto maggiore partner commerciale e il secondo paese di provenienza delle importazioni, per un valore astrono‑ mico di 569 miliardi di corone in tutto il 2018. A parti inverse, la Cina è il 18° stato di destinazione delle esportazio‑ ni ceche, per una cifra, relativa sempre allo scorso anno, di 56 miliardi. Va detto, a onor del vero, che – come si apprende dal materiale informati‑ vo della CzechTrade, l’agenzia per il commercio estero del governo ceco – we have record unemployment rates. As for our export, the commercial exchange, not only it disproportionately favors China, but the gap increased during the last four years, with a ten to one ratio in its favor”. The numbers say it all. It is enough to say that during the first two months of this year the trade deficit between the two countries was 90.9 billion Czech crowns, compared to 75.8 billion in the same period of 2018. For the Czech Republic, China is the fourth major trade partner and the second country of origin for imports, for an astronomical value of 569 billion crowns throughout 2018. Conversely, China is the 18th state of Czech exports’ destination, with the amount of 56 billion crowns, relative still to last year. Truthfully, we must say that – as mentioned in the info material of CzechTrade, the foreign trade agency of the Czech government – many Made in Czech products reach East Asia through

molti prodotti Made in Czech giungo‑ no in Estremo oriente attraverso paesi terzi, soprattutto la Germania, così come le merci cinesi che arrivano in Repubblica Ceca vengono poi riespor‑ tate in altri 75 paesi. La precisazione è opportuna, ma in ogni caso il divario rimane, ed è molto grande. Due garanti di diversa portata Se in Italia primo sostenitore del fidan‑ zamento con la Cina è il sottosegreta‑ rio Geraci – competentissimo sinché si

vuole, ma pur sempre, in fondo, solo un sottosegretario – le cose cambiano quando si parla della Repubblica Ceca, perché in questo caso a schierarsi in prima persona è stato sin da subito il capo dello stato Miloš Zeman, il quale – da quando è in carica – è diventato un habitué di Pechino, essendoci già stato cinque volte. Quando alla fine del 2016, Zeman e Xi Jinping firmarono a Praga il memo‑ randum di collaborazione strategica

Marzo 2016: il presidente cinese Xi Jinping arriva a Praga /

third countries, mainly Germany, just like the Chinese goods arriving in Czech Republic are then re-exported to other 75 countries. The specification is appropriate, but in any case, the gap exists still, and it is exceedingly great. Two guarantors of different range If in Italy, the first supporter of the engagement with China is the Under-

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secretary Geraci – highly competent but still, after all only an Undersecretary – things change when we talk about the Czech Republic because in this case the head of state, Miloš Zeman, was the first one to stand out. Since he is in office, Zeman became a regular in Beijing, having been there already five times.


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fra i rispettivi paesi, il presidente ceco accolse l’ospite con onori mai visti. Nel corso di un mega ricevimento al Castello annunciò solennemente: “La Repubblica Ceca diventerà la porta d’ingresso in Europa della Cina”, e as‑ sicurò entro il 2020 investimenti per 230 miliardi di corone”. Parole che si sono dimostrate a dir poco esagerate. Quanto alla prospettiva che la Re‑ pubblica Ceca – paese senza mare e senza porti – possa diventare la

porta d’ingresso delle merci cinesi in Europa, più di un osservatore esprime perplessità. Della stessa opinione, pur implicitamente, è apparso a Praga lo stesso sottosegretario Geraci, quando ha detto di preferire il trasporto nava‑ le a quello ferroviario, nell’ambito del progetto della Nuova via della seta. Passando agli investimenti, negli ul‑ timi anni, sino alla primavera dello scorso anno, a condurre lo shopping del Dragone in Repubblica Ceca è sta‑

March 2016: Chinese President Xi Jinping arrives in Prague

When, at the end of 2016, Zeman and Xi Jinping signed the bilateral memorandum of understanding in Prague, the Czech president welcomed the guest with outstanding honors. During a huge reception at the Castle he officially announced: “The Czech Republic will become China’s gateway to Europe”, and guaranteed 230 billion

crowns worth investments by 2020. Words that proved themselves to be slightly excessive. As for the prospect that the Czech Republic – a country without sea or ports – could become the gateway of Chinese products in Europe, it puzzles more than one observer. Implicitly, the Undersecretary Geraci seemed of the same opinion

to soprattutto il Cefc China Energy, un conglomerato privato, con interessi in varie parti del mondo. Il suo nume‑ ro uno, Ye Jianming, è persino stato chiamato da Zeman a fargli da consu‑ lente per le questioni cinesi. Fatto sta che Cefc dal 2016 al 2018 ha comprato a Praga asset per una trenti‑ na di miliardi di corone: dalla squadra di calcio Slavia Praga (compreso lo stadio Eden, dove quest’anno ha an‑ che vinto il campionato) a una impor‑ tante partecipazione nella compagnia aerea Travel Service, da una manciata di alberghi, fra cui il Mandarin Oriental di Praga, a immobili per uffici come il Florentinum. Poi ancora una parteci‑ pazione nel J&T Finance Group. Tutte acquisizioni molto vistose, che qual‑ che osservatore ha persino classifica‑ to “operazioni PR”, un po’ come dire “tanto fumo, poco arrosto”, giusto per finire spesso sui giornali. Investimenti obiettivamente poco utili per creare export, se si escludono forse l’azienda meccanica Žďas di Žďár nad Sázavou e il birrificio Lobkowicz.

La stella del Cefc comunque è tra‑ montata nel marzo 2018, quando i suoi dirigenti sono stati accusati in Cina di gravi reati finanziari, lo stesso Ye Jianming è finito in carcere, con buona pace del presidente Zeman e col risultato che anche tutti gli asset cechi del Cefc sono passati sotto il controllo del Citic, una mastodontica compagnia statale controllata in pra‑ tica dal partito comunista cinese. Lezioni da cogliere all’ombra del Castello di Praga Un’ultima considerazione riguarda la capacità che i cinesi – proprietari, come detto, dello Slavia Praga – han‑ no dimostrato da queste parti nel condurre la “campagna acquisti”. Non tanto quella indirizzata a rafforzare la squadra di calcio – e comunque sufficiente anche quest’anno a farle vincere il campionato – ma piuttosto quella diretta a mettere al proprio servizio calibri da novanta della clas‑ se dirigente ceca. L’elenco è lunghis‑ simo e compone una formazione di ex ministri, viceministri, deputati, ex

in Prague, when stating he preferred naval transport to rail transport, concerning the New Silk Road project. Talking about investments, during the last few years, until spring last year, the Dragon shopping in Czech Republic was led by Cefc China Energy, a private conglomerate, with interests in various parts of the world. His number-one, Ye Jianming, was even summoned by Zeman to advise him on Chinese matters. The fact is that Cefc bought assets in Prague for about thirty billion crowns between 2016 to 2018. These include: the Slavia Prague football team (including the Eden stadium, where it also won the championship), the major involvement in the Travel Service airline company, several hotels, including the Mandarin Oriental in Prague, as well as offices such as the Florentinum. And even more, it holds a stake in the J&T Finance Group. They are all very blatant acquisitions, which have been classified as “PR actions”

by some observers, much like saying “all show no go” just to make the front page. These are objectively inefficient investments to create exports, except perhaps for the mechanical company Žďas in Žďár nad Sázavou and the Lobkowicz brewery. However, the Cefc star set in March 2018, when its leaders were accused of serious financial crimes in China, Ye Jianming himself was detained. This happened with the approval of President Zeman and with the outcome that all the Czech assets of the Cefc came under the control of Citic, a mammoth state-owned company practically controlled by the Chinese Communist Party. Teachings in the shade of Prague Castle A final consideration concerns the ability that the Chinese – owners, as mentioned, of Slavia Prague – have shown in these parts in running the “purchase campaign”. Not necessarily the one

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numeri uno di aziende di stato, un ex commissario europeo e persino alcuni ex premier. Elencarli tutti sarebbe im‑ possibile, giusto qualche nome parti‑ colarmente significativo. Per esempio Jaroslav Tvrdík, un ex militare, poi diventato ministro della Difesa grazie alla vicinanza al partito Socialdemo‑ cratico, poi ancora numero uno delle Aerolinee ceche e infine arrivato a di‑

rigere gli interessi in Europa del grup‑ po Cefc, assumendo anche la carica di presidente dello Slavia Praha, di cui è tifosissimo. Un altro big che ha lavorato a Praga per il Cefc è Štefan Füle, uno dei più brillanti diplomatici cechi, già a capo della missione ceca in Gran Bretagna e presso la Nato, poi ministro per gli Affari europei, nonché commissario

europeo per l’Allargamento e la Poli‑ tica europea di vicinato. Più in generale, fra gli altri pezzi grossi che hanno dato il proprio con‑ tributo, e ancora lo fanno, a spianare la strada alla Cina in Repubblica Ceca, si possono citare gli ex premier Petr Nečas e Bohuslav Sobotka, così come l’ex ministro degli Esteri Jan Kohout. Trascorsi trent’anni dalla Rivoluzione di Velluto (e da Piazza Tienanmen) a Praga si parla ormai quasi solo di bu‑ siness e circa niente di diritti umani. È davanti agli occhi di tutti. Però, an‑ che a questo proposito va detto che i rapporti con la diplomazia economica cinese sinora alla Repubblica Ceca non solo non hanno portato i risul‑ tati sperati in termini di investimenti e di aumento dell’export, ma stanno piuttosto assumendo l’aspetto di una grande operazione di influenza politi‑ ca e geopolitica, nella quale è del tut‑ to superfluo ricordare chi ha il coltello dalla parte del manico. Tornando in conclusione al sottose‑ gretario Geraci, è del tutto legittimo che un professore del suo calibro venga a Praga a dire la sua, con l’aria inevitabile di chi impartisce lezioni. L’auspicio è che abbia colto l’occasio‑ ne anche per cogliere qualche inse‑ gnamento.

aimed at strengthening the football team – it is still enough this year to win the championship – but rather the one aimed at using heavy hitters of the Czech leadership in its own interest. The list is long and comprises a lineup of former ministers, deputy ministers, deputies, former leaders of state agencies, an ex-European commissioner and moreover some ex-prime ministers. It would be impossible to list all of them, but we can mention a few particularly significant names. For example, Jaroslav Tvrdík, a former military, who later became Minister of Defense due to his closeness to the Social Democratic party, then number one of Czech Airlines. He eventually managed to direct the interests of Cefc

group in Europe, assuming the position of president of Slavia Praha, being a dedicated fan of it. Another personality who worked in Prague for the Cefc is Štefan Füle, one of the most brilliant Czech diplomats, already Head of the Czech Mission in UK and NATO, then Minister of Foreign Affairs, and European Commissioner for Enlargement and European Neighborhood Policy. Generally, among other powerful names that contributed and still do, to pave China’s way into Czech Republic, we can mention the former Prime Ministers Petr Nečas and Bohuslav Sobotka, as well as the ex-Foreign Minister Jan Kohout. Thirty years after the Velvet Revolution (and from Tiananmen Square) in

Prague we talk mainly about business and almost at all about human rights. And all this, publicly. However, also in this regard, we must say that the relations with the Chinese economic diplomacy in Czech Republic not only didn’t they deliver so far the expected results regarding investments and export increase, but assume rather the shape of a large operation of politic and geopolitical influence, in which it’s hard to say who has the upper hand. In conclusion, getting back to Undersecretary Geraci, it is completely legitimate for an academic of his caliber to come to Prague with the inevitable aura of a teacher. Hopefully, he took the opportunity as well to learn some lessons.

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LUGLIO

JULY

Versamento della ritenuta d’imposta sul reddito ai sensi dell’aliquota speciale per il mese di maggio 2019

Payment of advance withholding income tax according to specific tax rate for May 2019

Lunedì 1

Monday 1

Presentazione della dichiarazione e pagamento dell’imposta sul reddito per l’anno 2018 se il contribuente è soggetto ad audit obbligatorio o se la sua dichiarazione è elaborata e presentata da un consulente fiscale

Presentation of declaration and payment of income tax for the year 2018 if the taxpayer is subject to mandatory audit, or if his statement is prepared and submitted by a tax adviser

Mercoledì 10

Wednesday 10

Lunedì 15

Monday 15

Pagamento dell’accisa per il mese di maggio 2019 (esclusa l’accisa sugli alcolici) Pagamento acconto della tassa stradale per il secondo trimestre del 2019

Giovedì 25

Payment of excise duty for May 2019 (except for wines and spirits)

Advance payment of road tax for the second quarter of 2019

Thursday 25

Pagamento dell’accisa sugli alcolici per il mese di maggio 2019

Payment of excise duty on wines and spirits for May 2019

Dichiarazione accisa per il mese di giugno 2019

Excise declaration for June 2019

Presentazione dichiarazione IVA e pagamento d’imposta per il mese di giugno 2019 e per il secondo trimestre 2019

Declaration and payment of VAT for the month of June 2019 and the second quarter of 2019

Mercoledì 31

Wednesday 31

AGOSTO

AUGUST

Pagamento dell’accisa per il mese di giugno 2019 (tranne sugli alcolici)

Payment of excise duty for June 2019 (except for wines and spirits)

Versamento della ritenuta d’imposta sul reddito ai sensi dell’aliquota speciale per il mese di giugno 2019

Venerdì 9

Lunedì 26

Payment of advance withholding income tax according to specific tax rate for June 2019

Friday 9

Monday 26

Pagamento dell’accisa sugli alcolici per il mese di giugno 2019

Payment of excise duty on wines and spirits for June 2019

Presentazione dichiarazione IVA e pagamento d’imposta per il mese di luglio 2019

Declaration and payment of VAT for July 2019

Dichiarazione accisa per il mese di luglio 2019

Excise declaration for July 2019


PRAGA SOLD OUT: ALLA RICERCA DI SOLUZIONI ABITATIVE PRAGUE SOLD OUT: LOOKING FOR HOUSING SOLUTIONS Interventismo socialista o mercato selvaggio? Il nuovo governo cittadino auspica una via di mezzo di Jakub Horňáček by Jakub Horňáček

Socialist interventions or wild market? The new city council calls for a third way

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Per sfortuna dei suoi abitanti negli ultimi secoli torna periodicamente in scena a Praga la crisi degli alloggi, intesa sia in termini di quantità che di qualità delle abitazioni. Prima il risanamento di alcuni quar‑ tieri come Josefov nel XIX secolo, poi l’ampliamento della capitale boema avvenuto dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, nel periodo della Grande Praga, con l’inglobamento di interi centri abitati che sino a quel Unfortunately for the inhabitants, the housing crisis has returned to Prague periodically over the past few centuries, both in terms of quantity and quality of housing. First the renovation of some neighborhoods such as Josefov in the nineteenth century, then the expansion of the Bohemian capital after the end of the First World War, during the period of the Great Prague, with the incorporation of entire inhabited centers that until then had made up autonomous municipalities, as in the case of Královské Vinohrady, Nusle, Košíře and even Žižkov. Then finally the construction of large housing estates arrived in the post-war period and in the seventies and eighties. Every era and every social and political order has tried to find its own recipe for the growth of

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momento costituivano comuni auto‑ nomi – come nel caso di Královské Vinohrady, Nusle, Košíře e persino Žižkov – e infine la costruzione di grandi quartieri di edilizia popolare nel Dopoguerra e negli anni Settanta e Ottanta. Ogni epoca e ogni ordina‑ mento sociale e politico ha cercato di trovare una sua ricetta alla crescita della metropoli. L’inizio del XXI secolo in questo senso non fa differenza. Crescere senza espandersi La crisi odierna, manifestatasi progres‑ sivamente negli ultimi anni con un for‑ te rincaro delle abitazioni, è per certi versi differente da quella delle epoche precedenti. Praga non è più soggetta a

una crescita demografica paragonabi‑ le a quella successiva alla prima e alla seconda guerra mondiale. Anzi, fra la fine degli anni Novanta e lo scorso decennio, il numero dei suoi abitanti si era ridotto a causa di nuovi stili di vita e nuovi trend, che spingevano una parte della popolazione a insediarsi al di fuo‑ ri dai confini comunali della capitale, seppur non troppo lontano. Erano gli anni delle cittadine satellite dell’hin‑ terland, i satelitní městečka, spesso identificabili da un’estetica uniformata che in Boemia ha assunto il titolo poco elogiativo di barocco imprenditoriale. Negli ultimi anni tuttavia il numero degli abitanti della capitale è tor‑

nato a crescere, anche grazie ad una sempre maggiore presenza di citta‑ dini stranieri. Inoltre, la domanda di nuovi alloggi è stata alimentata dalla diminuzione della dimensione media delle famiglie e dall’invecchiamento generale della popolazione, che ri‑ chiede una maggiore attenzione ad alcuni aspetti particolari, tipico l’e‑ sempio della rimozione delle barriere architettoniche. Far fronte alla ripresa della crescita demografica, e in generale al rinno‑ vato fascino dell’abitare in città, è il principale scopo del nuovo piano regolatore di Praga preparato dal‑ la squadra dell’architetto Roman

Koucký. Il suo team ha parlato di un ventesimo secolo “dissoluto”, a cau‑ sa del quale si è arrivati all’attuale definizione dei confini comunali. A differenza del suo predecessore, il ventunesimo secolo dovrebbe invece essere “responsabile”, mantenendo tali confini, ma dando loro un senso. È questo il pensiero degli ideatori di questo nuovo strumento di sviluppo urbanistico, destinato a guidare l’at‑ tività edificatoria della città. Nella loro mente Praga dovrebbe crescere senza espandersi oltre gli attuali limi‑ ti, facendo leva sulle aree brownfield presenti al suo interno. Il piano rego‑ latore pertanto contiene una serie di aree di sviluppo corrispondenti per lo più a ex zone industriali o ex poli logi‑ stici da riqualificare nel loro insieme. Secondo gli ideatori l’approccio alle aree dovrebbe essere di tipo olistico, con uno o pochi partner privati inte‑ ressati di fatto alla creazione di nuove zone della dimensione di un piccolo quartiere. Questo modo di procede‑ re, che richiede un maggior sforzo di dialogo in fase di pianificazione e progettazione, dovrebbe poi permet‑ tere un’accelerazione dei tempi di the metropolis. The beginning of the XXI century in this sense, is no different. Growing without expanding The crisis of today, which has gradually appeared in recent years with a strong increase in housing prices, is in some ways different from those of previous periods. Prague is no longer subject to population growth comparable to that following the first and second world wars. Indeed, between the end of the nineties and the last decade, the number of its inhabitants had been reduced due to new lifestyles and new trends, which pushed a part of the population into settling outside the municipal boundaries of the capital, though not too far. They were the years of the hinterland satellite towns, the satelitní městečka, often identifiable by a uniform aesthetic that in Bohemia

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rilascio dei permessi di costruzione. Gli ostacoli, che spesso oggi allun‑ gano gli iter burocratici, dovrebbero essere affrontati già nella fase di progettazione. Tuttavia, è chiaro che questo approccio richiede la presenza di investitori di grande taglia e buo‑ na solidità finanziaria. In compenso, secondo le stime ufficiali, nelle zone brownfield interne potrebbero sorge‑

re diverse decine di migliaia di nuovi appartamenti. Oltre alla questione del nuovo piano metropolitano, il cui ritardo si fa sen‑ tire sullo sviluppo della città, la nuova amministrazione comunale, scaturita dalle ultime elezioni, cerca anche ri‑ medi più immediati. La prova di map‑ pare il fenomeno delle seconde case sfitte, proposta dai Pirati, è stata og‑

getto della prima crisi all’interno della coalizione municipale praghese. Il le‑ ader centrista Jiří Pospíšil è addirittu‑ ra salito sulle barricate contro i propri alleati rivendicando la sacralità della proprietà immobiliare privata. Di fatto sul fenomeno delle abitazioni acqui‑ state a scopo di investimento si hanno solo informazioni frammentarie, an‑ che perché il sistema fiscale ceco non

has assumed the less laudatory title of entrepreneurial baroque. In recent years, however, the number of inhabitants of the capital has started to grow again, also due to an everincreasing presence of foreign citizens. Furthermore, the demand for new housing has been fueled by the decrease in the average size of families and by the general aging of the population, which requires greater attention to some particular aspects, typical of the example of removing architectural barriers.

Coping with the resurgence of population growth, and in general with the renewed fascination of living in the city, is the main aim of the new city plan for Prague prepared by the team of the architect Roman Koucký. His team spoke of a “dissolute” twentieth century, which led to the current definition of municipal boundaries. Unlike its predecessor, the twenty-first century should instead be “responsible”, maintaining these boundaries, but giving them meaning. This is the thought of

the creators of this new urban development tool, intended to guide the building activity of the city. In their mind, Prague should grow without expanding beyond the current limits, leveraging the brownfield areas within it. The regulatory plan therefore contains a series of development areas that correspond mostly to former industrial areas or former logistics poles to be redeveloped as a whole. According to the creators, the approach to the areas should be holistic, with one or a few

La prova di mappare il fenomeno delle seconde case sfitte, proposta dai Pirati, è stato oggetto della prima crisi all’interno della coalizione municipale praghese The proof of mapping the phenomenon of second vacant homes, proposed by the Pirates, was the subject of the first crisis within the Prague municipal coalition

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fa differenza tra prime e seconde case. Una parte della borghesia praghese – che ha soddisfatto le proprie esigenze abitative più immediate acquistando sottocosto l’appartamento di resi‑ denza nella fase di privatizzazione degli anni Novanta – ha ormai risorse sufficienti per acquistare un’altra abi‑ tazione per la propria prole. In questo modo si allarga ulteriormente il gap

private partners actually interested in the creation of new areas the size of a small neighborhood. This way of proceeding, which requires a greater effort of dialogue in the planning and design phase, should then allow an acceleration of the construction permit release times. The obstacles, which often lengthen the bureaucratic procedures today, should be addressed already in the planning phase. However, it is clear that this approach requires the presence of huge investors and good

tra gli abitanti storici e i nuovi arrivati (o chi non ha avuto modo di privatiz‑ zare a prezzi stracciati). Fallimento di mercato Il rialzo dei prezzi degli ultimi anni è dovuto ad un forte squilibrio fra do‑ manda e offerta, riconducibile alle lungaggini burocratiche negli iter di autorizzazione di nuovi progetti abi‑ tativi. Tuttavia sono molti i segnali

financial strength. On the other hand, according to official estimates, tens of thousands of new apartments could arise in the inner brownfield areas. In addition to the issue of the new metropolitan plan, the delay of which is being felt in the development of the city, the new municipal administration, which emerged from the last elections, also seeks more immediate remedies. The proof of mapping the phenomenon of second vacant homes, proposed by the Pirates, was the sub-

che la situazione attuale, più che uno squilibrio rappresenti invece un caso di equilibrio di mercato. Innanzitutto, in mercati con un alto tasso di immobili di proprietà (come quello ceco o italiano) i prezzi delle case tendono a correre più velocemente dei redditi. L’unica possi‑ bilità per bloccare la crescita sono forti shock, come la crisi del 2008-2010. Allo stesso tempo i grandi gruppi immobi‑

ject of the first crisis within the Prague municipal coalition. The centrist leader Jiří Pospíšil has even taken to the barricades against his own allies claiming the sanctity of private real estate. In fact, there is only fragmented information on the phenomenon of houses purchased for investment purposes, also because the Czech tax system makes no distinction between first and second homes. A part of the Prague bourgeoisie, which met its most immediate housing needs

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liari sembrano aver trovato un equi‑ librio con un ottimo tasso di impiego delle loro capacità produttive, un buon margine di profitto e condizioni tali che permettono di vendere la maggior par‑ te delle abitazioni quando sono ancora in fase di progetto. Sul lato della do‑ manda poi non sembrano esserci, coi livelli attuali dei prezzi, elevati numeri di potenziali acquirenti. Anche per questa ragione il municipio di Praga Capitale vuole accrescere il proprio fondo abitativo entrando in possesso ogni anno, fino al 2030, di cir‑ ca dieci mila nuovi appartamenti. Se‑ condo il programma presentato a metà aprile dall’assessore Hana Marvanová Kordová, il piano abitativo municipale dovrebbe soddisfare non solo le per‑ sone che si trovano in condizioni poco agiate, ma anche una parte della classe media, che non riesce più ad accedere ai mutui abitativi. L’ispirazione provie‑ ne dai paesi di lingua tedesca, Germa‑ by cheaply buying the apartments of residence in the nineties during the privatization phase, now has sufficient resources to purchase another home for its own children. In this way the gap between the historic inhabitants and the new arrivals is further widened (or those who have not had the opportunity to privatize at bargain prices). Market failure The rise in prices in recent years is due to a strong imbalance between supply and demand, attributable to bureaucratic delays in the authorization procedures for new housing projects. However, there are many signs that the current situation, rather than an imbalance, represents more of a case of market balance. First of all, in markets with a high rate of owned properties (such as the Czech or Italian), prices of houses tend to run faster than income. The only chance of stopping the growth are strong shocks, like the 2008-2010 crisis. At the same time, the big real estate groups seem to have found a balance with an excellent employment rate of their productive capacities, a good profit margin

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nia in primis, dove è più alto il tasso di persone che vivono in affitto. Il piano ideato dalla nuova giunta praghese prevede che la città partecipi al trenta percento a nuove cooperative abitati‑ ve, mettendo a disposizione il terreno edificabile e un investimento diretto. In cambio la città avrebbe diritto al trenta percento degli appartamenti costruiti. Ai soci cooperatori privati verrebbe invece richiesto un investimento di en‑ trata equivalente al 25 percento delle spese di costruzione. Il resto verrebbe coperto da un mutuo, che verrebbe saldato tramite le rate degli affitti. Per

dimostrare di fare sul serio, le istitu‑ zioni cittadine hanno già individuato seicento terreni edificabili, una parte di proprietà del municipio centrale, altri delle singole circoscrizioni. Ritorno al socialismo? Che il diritto all’abitare non possa es‑ sere determinato esclusivamente dal‑ le forze di mercato è sembrato a lungo uno slogan da centri sociali. L’attuale situazione di Praga invece mostra che i soli meccanismi di mercato non riescono a governare lo sviluppo; il caso della capitale ceca richiede la riduzione del rischio di bolle specu‑

lative e finanziarie. La politica della Banca Centrale Ceca, che ha limitato fortemente l’accesso ai mutui, ha una sua ragione prudenziale, che ha crea‑ to un bisogno di creatività per trovare soluzioni, come interventi diretti sul mercato, che ancora pochi anni fa sa‑ rebbero stati bollati come socialismo. Non è un caso se una delle fonti d’i‑ spirazione si trovi nel socialismo mu‑ nicipale di Vienna. L’attuale crisi degli alloggi non cambierà Praga soltanto da un punto di vista architettonico ma, probabilmente, genererà delle alterazioni anche a livello politico.

and conditions to the point of allowing most of the houses to be sold when they are still in the planning phase. On the demand side, there does not seem to be high numbers of potential buyers with current price levels. Also, for this reason the Municipality of Prague wants to increase its housing fund by taking possession of around ten thousand new apartments every year until 2030. According to the program presented in mid-April by councilor Hana Marvanová Kordová, the municipal housing plan should satisfy not only people in poor conditions, but also a part of the middle class, which is no longer able to access housing loans. The inspiration comes from German-speaking countries, Germany in the first place, where the rate of people living in rent is higher.

The plan devised by the new council in Prague provides for the city to participate in thirty percent of new housing cooperatives, making available the building land and a direct investment. In return, the city would be entitled to thirty percent of the apartments built. Instead, private cooperative members would be required to receive an entry investment equivalent to 25 percent of construction costs. The rest would be covered by a mortgage, which would be paid through the rent installments. To show that they are serious, the city institutions have already identified six hundred building plots, a part owned by the central municipality, others belonging to the individual districts. Return to socialism That the right to housing cannot be determined solely by market forces has

long seemed a slogan for social collectives. The current situation in Prague, on the other hand, shows that market mechanisms alone cannot manage development. The case of the Czech capital requires the reduction of the risk of speculative and financial bubbles. The policy of the Czech Central Bank, which has severely limited access to mortgages, has its prudential reason, which has created a need for creativity in finding solutions, such as direct market interventions, which a few years ago would have been labelled as socialism. It is no coincidence that one of the sources of inspiration is in the municipal socialism of Vienna. The current housing crisis will not change Prague only from an architectural point of view, but it will probably generate alterations even at the political level.

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APPUNTAMENTI FUTURI

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Dal 17 maggio al 30 settembre MUNI 100

Dal 25 maggio al 28 luglio La Forma dell’Ideologia. Praga: 1948-1989

Dal 3 al 29 giugno Oliviero Toscani

L’università Masaryk di Brno festeggia il primo cen‑ tenario e tra varie iniziative ha allestito la mostra MUNI 100 assieme alla Galleria Morava che ospita l’evento. Unendo allo stile artistico della Galleria l’approccio scientifico dell’università, la mostra ripercorre la storia del polo Masaryk, parte del 2% dell’eccellenza globale nella ricerca scientifica, se‑ condo una classifica stilata dalla rivista britannica Times Higher Education. Non passa inosservata l’installazione di Jaro Varga, una biblioteca con i ti‑ toli delle tesi dei laureati incise sui libri. Tra le altre cose, le insegne dei rettori, l’atto di fondazione, le lauree honoris causa di Leoš Janáček e Václav Havel, la scritta Muni formata dalle fotografie di studenti e accademici che è il nuovo logo dell’ateneo. muni100.cz

“La Forma dell’Ideologia. Praga: 1948-1989” è il titolo di una mostra dedicata all’arte cecoslovacca, aperta fino al 28 luglio al Palazzo del Governatore di Parma, nella Sala di Rappresentanza del Comune. Più di 200 opere tra dipinti, disegni, lavori di grafica e stampa, fotografie e oggetti di design raccontano il clima cul‑ turale del Paese dal dopoguerra alla caduta del muro di Berlino e come l’ideologia di regime influenzò la produzione artistica, a partire dalla pittura realista di artisti come Štolovský, Brož, Žábranský, Schoř, Bal‑ lardini e Čermáková. Promossa da Comune di Parma, Fondazione Eleutheria e Collezione Ferrarini-Nicoli, la mostra beneficia del patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Ceca a Roma, dell’Ambasciata d’Italia a Praga e di varie altre istituzioni. www.comune.parma.it

L’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Praga, in collaborazione con l’agenzia Butterfly, or‑ ganizzano una mostra dedicata al fotografo Oliviero Toscani nell’ambito dei festeggiamenti per il cen‑ tenario dell’Ambasciata e dell’avvio delle relazioni diplomatiche fra Roma e Praga. Fino a fine mese re‑ steranno esposte in piazza Ovocný trh 75 fotografie tratte da “Razza umana”, uno studio socio-politico, culturale e antropologico. Toscani e il suo team vi‑ sitano città e paesi fotografando a ogni tappa gli occhi e i volti dell’umanità per cogliere somiglian‑ ze e differenze, descrivere attraverso espressioni e caratteristiche fisico-somatiche l’Italia, l’Europa e i paesi del mondo e dimostrare che “esiste solo una razza, quella umana”. www.ambpraga.esteri.it

From May 17th to September 30th MUNI 100

From May 25th to July 28th The Form of Ideology. Prague: 1948-1989

From 3 to 29 June Oliviero Toscani

The Masaryk University of Brno is celebrating its first centenary and among other initiatives it has set up the MUNI 100 exhibition together with the Moravian Gallery which hosts the event. Combining the artistic style of the Gallery with the scientific approach of the university, the exhibition traces the history of the Masaryk institute, boasting 2% of the global excellence in scientific research, according to a ranking compiled by the British magazine Times Higher Education. The installation by Jaro Varga, a library with the titles of the graduates’ theses engraved on the books, does not go unnoticed. Among other things, the rectors’ insignia, the foundation act, the honorary degrees of Leoš Janáček and Václav Havel, the writing Muni formed by the photographs of students and academics which is the new university logo. muni100.cz

“The Form of Ideology. Prague: 1948-1989,” is the title of an exhibition dedicated to Czechoslovak art, open until 28 July at the Palace of the Governor of Parma, in the Representative Hall of the Municipality. More than 200 works including paintings, drawings, graphic and printing works, photographs and design objects tell the cultural context of the country from the post-war period to the fall of the Berlin wall, and how regime ideology influenced artistic production, starting from the realist painting of artists such as Štolovský, Brož, Žábranský, Schoř, Ballardini and Čermáková. The exhibition, promoted by the Municipality of Parma, the Eleutheria Foundation and the Ferrarini-Nicoli Collection, benefits from the patronage of the Czech Embassy in Rome, the Italian Embassy in Prague and various other institutions. www.comune.parma.it

The Embassy of Italy and the Italian Cultural Institute of Prague, in collaboration with the Butterfly agency, have organized an exhibition dedicated to the photographer Oliviero Toscani as part of the celebrations for the centenary of the Embassy and the start of diplomatic relations between Rome and Prague. Until the end of the month, 75 photographs taken from “Human Race”, a socio-political, cultural and anthropological study, will be exhibited in the square Ovocný trh. Toscani and his team visit cities and countries while taking photos of the eyes and faces of humanity at every stage to grasp similarities and differences, describe Italy, Europe and the countries of the world through expressions and physical-somatic characteristics and demonstrate that “only one race exists, the human one.” www.ambpraga.esteri.it

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appuntamenti events

FUTURE EVENTS

Sabrina Salomoni e Giovanni Mattia

Dal 7 giugno al 31 gennaio 2020 I Cavalieri del cielo

Dal 28 giugno al 20 ottobre Dal 17 al 20 luglio I capolavori della collezione Ordrupgaard Colours of Ostrava

In occasione del 75° anniversario dello sbarco degli Alleati in Normandia, il Museo Nazionale di Praga organizza la mostra “I Cavalieri del cielo” che ricor‑ da i piloti cecoslovacchi di aerei da caccia e bom‑ bardieri che durante la Seconda guerra mondiale combatterono per la Royal Air Force britannica nella Battaglia d’Inghilterra. In uno spazio espositivo di oltre 300 metri quadrati i visitatori potranno vedere i giornali di bordo e le divise di piloti e generali del‑ la Raf, tra cui quella indossata da Miroslav Liškutín quando fu insignito della Air Force Cross dalla regi‑ na Elisabetta II nel ‘53. In una sala adiacente sono invece riproposti alcuni filmati sul tema. L’esposizio‑ ne è stata allestita in collaborazione con il Museo dell’esilio ceco, slovacco e ruteno di Brno. www.nm.cz

La Galleria Nazionale di Praga ospita a Palazzo Kinský “L’impressionismo francese: i capolavori del‑ la collezione Ordrupgaard”, esposizione organizzata per l’appunto in collaborazione con il museo da‑ nese Ordrupgaard. Una mostra all’insegna di luce e colore che presenta circa sessanta opere tra cui i capolavori di Cézanne e Gauguin, le tele di impres‑ sionisti quali Monet, Degas, Renoir, Sisley e Pissarro con escursioni in altre tendenze artistiche. Delacroix rappresenta la pittura romantica mentre Courbet lo stile realista così come gli artisti della scuola di Bar‑ bizon tra cui citiamo Corot e Daubigny. A comple‑ tare l’esposizione, aperta fino al 20 ottobre, alcuni quadri della Galleria Nazionale e opere di altri mae‑ stri francesi tratte da collezioni private. www.ngprague.cz

Ostrava, terza città ceca per grandezza dopo Praga e Brno e un tempo sede di miniere di carbone e fabbri‑ che metallurgiche, è il palcoscenico di varie rassegne internazionali. Dal 17 al 20 luglio vi si svolge il Colours of Ostrava, uno dei maggiori festival musicali multi‑ culturali d’Europa. Sono previsti una trentina di palchi indoor e outdoor ma la cornice principale dell’even‑ to è il sito metallurgico dismesso di Dolní Vítkovice. Il programma propone oltre 350 appuntamenti tra concerti, dj set, incontri e dibattiti, workshop, per‑ formance di poesia, teatro e arte. Ospiti più attesi di questa 18° edizione, resa unica dalla varietà dei ge‑ neri proposti, i The Cure. Tra gli altri Rag’n’Bone Man, Florence + The Machine, Tom Walker, l’italiano Enrico Sangiuliano e molti altri. www.colours.cz

From June 7th to January 31st 2020 The Knights of the sky

From June 28th to October 20th The masterpieces of the Ordrupgaard collection

From 17 to 20 July Colours of Ostrava

For the occasion of the 75th anniversary of the landing of the Allies in Normandy, the National Museum of Prague has organized the exhibition “The Knights of the Heaven” which pays homage the Czechoslovak pilots of fighter planes and bombers who fought for the British Royal Air Force during the Second World War in the Battle of Britain. In an exhibition space of over 300 square metres, visitors will be able to see the logbooks and uniforms of RAF pilots and generals, including the one worn by Miroslav Liškutín when he was awarded the Air Force Cross by Queen Elizabeth II in 1953. In an adjacent room some video clips on the subject are redisplayed. The exhibition was set up in collaboration with the Museum of Czech, Slovak and Ruthenian Exile in Brno. www.nm.cz

The National Gallery in Prague hosts “French impressionism: masterpieces from the Ordrupgaard collection,” at Kinský Palace, an exhibition organized in collaboration with the Danish Ordrupgaard museum. An exhibition of light and colour that presents about sixty works including the masterpieces of Cézanne and Gauguin, the canvases of impressionists such as Monet, Degas, Renoir, Sisley and Pissarro with excursions into other artistic trends. Delacroix represents the romantic painting while Courbet the realist style as well as the artists of the Barbizon school including Corot and Daubigny. The exhibition, open until October 20, will be completed by some paintings of the National Gallery and works by other French masters from private collections. www.ngprague.cz

Ostrava, the third largest Czech city after Prague and Brno, and once the site of coal mines and metallurgical factories, is the stage for various international festivals. From 17 to 20 July, the Colors of Ostrava takes place, one of the major multicultural music festivals in Europe. Thirty indoor and outdoor stages are expected but the main setting of the event is the disused metallurgical site of Dolní Vítkovice. The program offers over 350 events including concerts, DJ sets, meetings and debates, workshops, performances of poetry, theatre and art. The Cure are the most highlyawaited guests of this 18th edition, made unique by the variety of genres proposed. Among the others Rag’n’Bone Man, Florence + The Machine, Tom Walker, the Italian Enrico Sangiuliano and many others. www.colours.cz

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“L’Europa centroorientale è una Regione piena di opportunità e questa è una città bellissima per vivere e lavorare”. Intervista a Luciano Cirinà, numero uno di Generali CEE Holding di Giovanni Piazzini Albani e Giovanni Usai by Giovanni Piazzini Albani and Giovanni Usai

“Central and Eastern Europe is a Region full of opportunities and this is a very beautiful city to live and work”. Interview with Luciano Cirinà, number one of Generali CEE Holding

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Luciano Cirinà

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ORGOGLIOSO DI DIRIGERE DA PRAGA LE NOSTRE OPERAZIONI NELLA NUOVA EUROPA PROUD TO DIRECT OUR OPERATIONS IN NEW EUROPE FROM PRAGUE A Praga dal marzo 2013, Luciano Cirinà, è il responsabile per le atti‑ vità del Gruppo Generali in Austria, CEE e Russia. Per dirla più concre‑ tamente, è il top manager al quale fa capo il quarto mercato del Leone di Trieste, con il 10% del totale dei premi di Generali Group e quasi il 15% del suo utile operativo. In questa intervista ci parla in parti‑ colare delle sfide da affrontare per rimanere competitivi e conquista‑ re nuovi traguardi in una Regione come questa.

La holding Generali CEE opera in 13 paesi e ha sede a Praga. Quanto vale la Repubblica Ceca in termini di premi e di utile operativo rispetto a tutta la holding? Prima di tutto ci tengo a sottolineare che siamo orgogliosi di gestire le no‑ stre operazioni nell’Europa Centrale ed Orientale da un Ufficio Regionale con base nel cuore dell’Europa. Si tratta di un modello operativo unico nel suo genere che ci rende diversi dai nostri concorrenti. Nella Repubblica Ceca il gruppo Generali è riconosciuto come

uno degli attori chiave sul mercato del‑ le assicurazioni – è il n. 2 come gruppo. La nostra compagnia assicurativa prin‑ cipale qui (Česká pojišťovna) figura tra i principali leader del mercato e rappre‑ senta un’istituzione assai apprezzata e di significativa importanza storica, al servizio di milioni di clienti. La Generali pojišťovna è una società innovativa con uno dei più rapidi tassi di crescita tra le compagnie di assicurazione nella Re‑ pubblica Ceca. Insieme alle controllate, il gruppo locale è il numero 1 in termini di redditività e il suo incasso annuo lor‑

Located in Prague since March 2013, Luciano Cirinà, is the one in charge of the activities of the Generali group in Austria, CEE and Russia. More specifically, he is the top manager who leads the fourth largest market of the Lion of Trieste, with 10% of the total Generali Group´s premiums and 15% of its operating result. In this interview he talks mainly about the challenges to be faced to remain competitive and conquer new milestones in a Region like this. The Generali CEE holding company operates in 13 countries and is based in Prague. How much is Czech Republic worth in terms of

premiums and operating profit compared to the entire holding company? First of all, let me stress we are proud to run our operations in the Central and Eastern Europe from the Regional Office based in the heart of Europe. This is a unique operating model and it differentiates us from our competitors. In the Czech Republic, Generali Group is recognized as a strong player in the insurance market, being as a group #2. Our biggest insurance company here Česká pojišťovna - belongs among the top market leaders being a very well-recognized institution with

strong historical importance, serving to millions of clients. Generali pojišťovna, an innovative company, is one of the fastest growing insurance companies in the Czech Republic. Together with the subsidiaries the local Group is #1 in terms of profitability and its gross written premium is 1.9 billion EUR (which represents approximately 28% share on the regional GWP). In 2018 the operating result was 256 million EUR (about 30% share of the regional operating result). What are the most distinguishable aspects of the New Europe’s insurance market, particularly the

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“Innovazione e digitalizzazione sono prioritari, ma l’aspetto umano rimane insostituibile nel rapporto con il cliente” “Innovation and digitization are priorities, but the human aspect remains irreplaceable in the relationship with the customer”

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do di premi è pari a 1,9 miliardi di euro (ovvero il 28% circa dell’incasso annuo lordo di premi nella totalità dell’area geografica in questione). Nel 2018 il risultato d’esercizio è stato pari a 256 milioni di euro (ovvero il 30% circa del totale per la data area geografica). Quali sono gli aspetti che distinguono maggiormente il mercato assicurativo della Nuova Europa, in particolare quello ceco, rispetto ai paesi dell’Europa Occidentale? L’Europa Centrale ed Orientale rappre‑ senta un’area geografica con mercati giovani e dinamici e con un enorme potenziale. La potenzialità di questi mercati è legata, da una parte, al bas‑ so tasso di penetrazione assicurativa rispetto alla media dell’Europa Occi‑ dentale e, dall’altra parte ovviamente, anche alla generale crescita economi‑ ca. Soprattutto nella Repubblica Ceca l’economia è in continuo ulteriore sviluppo, il mercato cresce e la popola‑ zione vive bene. Il tenore di vita si alza sempre di più e quindi per noi si creano grandi opportunità. Siamo qui per i nostri clienti, con l’intenzione di forni‑ re loro servizi assicurativi e soluzioni Czech one, compared to the Western European countries? Central and Eastern Europe is a region of young and dynamic markets with huge potential. The potential of these markets results from their low insurance penetration compared with the average Western Europe and of course the general economic growth. Especially in the Czech Republic the economy is further developing, the market is growing, and people are doing well, their standard of living is getting higher and this is an opportunity for us - to be here for our clients to bring them the best in class insurance, investment and financial solutions. The insurance sector is considered to be highly competitive. What are the keys to success on a market like the Czech one, also given the characteristics of local customers?

di investimento e finanziarie della più elevata qualità. Il settore assicurativo è considerato molto competitivo. Quali sono le chiavi del successo in un mercato come quello ceco, alla luce anche delle caratteristiche della clientela locale? Uno dei fattori principali è la dispo‑ nibilità della compagnia di assicu‑ razioni e la capacità della sua rete di agenti. Noi abbiamo la più ampia rete

di vendite nella Repubblica Ceca e la più vasta rete di filiali. Il nostro call center funziona in modalità 24/7. Siamo sempre a disposizione dei no‑ stri clienti e rappresentiamo un part‑ ner più che affidabile. Un’ulteriore chiave per il successo è la qualità dei nostri servizi; basta dire, per esempio, che noi siamo il leader sul mercato per quanto concerne la rapidità della gestione delle richieste. E non in ul‑ timo, diamo grande enfasi alla soddi‑

Il quartier generale del gruppo Generali a Praga

One of the main factors is the availability of the insurance company and the capacity of its agent network. We have the biggest sales network in the Czech Republic as well as the biggest branch office network. The call center operates in 24/7 mode. We are simply always available for our clients, we are their

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reliable partner. Another key to success is the quality of our services, for example we are the market leader when it comes to the speed of claims handling. And last but not least, we place great emphasis on client satisfaction and we strive to constantly innovate, improve our processes and learn from any mistakes.


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sfazione del cliente e ci sforziamo di garantire continua innovazione e mi‑ glioramento dei processi, imparando da ogni minimo errore. Che obiettivi di sviluppo avete in questo Paese? Quali pensa possano essere gli ambiti del mercato assicurativo nei quali ci saranno spazi di ulteriore crescita nella Repubblica Ceca? Di recente ho avuto l’immenso piace‑ re di presentare la nostra regione ad

una comunità di investitori e analisti finanziari a Londra. Per quanto ri‑ guarda la Repubblica Ceca, abbiamo stabilito delle chiare priorità strategi‑ che che sono state presentate anche a Londra. Al centro delle nostre atti‑ vità resta sempre il cliente. Pertanto proseguiremo il nostro viaggio verso la digitalizzazione delle relazioni tra agente e cliente, al fine di incre‑ mentare la soddisfazione del cliente e migliorare in termini di efficienza.

Generali Group headquarters in Prague

What development goals do you have in this country? What do you think will be the insurance market areas allowing space for further growth in Czech Republic? Recently I had the great pleasure to introduce our region in London to investors´ community and financial ana-

lysts. What concerns the Czech Republic we set clear strategic priorities that were presented in London as well. In the center of our business remains the client and therefore we will continue our journey towards digitization of the agent-customer relationship in order to increase customer satisfaction and

Quando parlo di digitalizzazione non intendo dire che vogliamo sostituire i nostri agenti. Anzi, al contrario, per quanto riguarda la Repubblica Ceca noi puntiamo ad aumentare il volume delle vendite attraverso delle buone proposte per agenti giovani muniti dei necessari strumenti digitali. In base alle ricerche da noi realizzate, anche le nuove generazioni amano discutere di persona e ricevere consi‑ gli da esperti quando acquistano un prodotto. In altre parole hanno biso‑ gno di persone reali e non di robot. Truffe assicurative: lo scorso anno nella Repubblica Ceca avete smascherato una quantità di raggiri record, nonostante la fase positiva attraversata dall’economia ceca. Che spiegazione Lei dà di questa situazione? È vero, l’anno scorso, le statistiche generali hanno fatto registrare un’im‑ pennata dei casi di frode assicurativa. Diversi di essi si riferivano però anche ad annate precedenti e le sentenze dei tribunali sono arrivate solo l’anno passato. In generale, non si può affer‑ mare che il numero di truffe assicura‑ tive sia in crescita.

Come influisce sul vostro settore la crisi di personale che assilla la Repubblica Ceca e in che modo Lei valuta complessivamente questo problema? Personalmente, ritengo che la situa‑ zione di tutti i mercati dell’Europa Centrale ed Orientale sia una grande sfida e non mi aspetto significativi miglioramenti in futuro. Anche nella Repubblica Ceca dobbiamo far fronte a tale situazione, specie nel campo del reclutamento di esperti nel settore tecnico o IT. Voi sapete che possiamo discutere quanto vogliamo di strate‑ gie, ma alla fine il vero elemento deci‑ sivo per vincere o perdere la battaglia rimane sempre la gente. Dunque la chiave sarà, ed e già, la preservazione dei nostri talenti, facendo sì che le per‑ sone valide restino con noi, si sviluppi‑ no insieme a noi e contribuiscano ad attirare sempre più clienti negli anni a venire, per la nuova generazione del popolo di Generali. Insurtech: il Gruppo Generali ha in programma per i prossimi anni un piano di investimenti imponente per la digitalizzazione e l’innovazione. Sta forse per

also to improve efficiency. When I talk about digitization, it doesn´t mean that we want to substitute our agents, on a contrary, for the Czech Republic we want to increase sales capacity through good proposition for young agents and we want to equip them with digital tools. According to researches we did, also young generation wants to have a discussion, an advice from expert when buying a product. They need a real person not a robot. Insurance frauds: you exposed a record number of scams during last year in Czech Republic, despite the positive phase of the Czech economy. What is your explanation for this situation? In the past year, the overall figure was raised by several uncovered insurance frauds, some of them had been related to previous years, but the court deci-

sion was done only last year. Overall, we cannot say that the number of insurance frauds would grow. How does the workforce crisis that plagues the Czech Republic affect your industry and how do you evaluate this matter altogether? I personally consider the situation in all CEE labor markets as a big challenge and I don´t expect any significant improvement in the future. Also in the Czech Republic we have to face this situation, especially if we talk about recruiting experts from technical area or IT. You know we can talk about all strategies as much as we want, the real decisive element to win or lose the battle is people. So, the key will be, and is, to retain our talents, make sure the good people stay with us, develop with us, and to attract young people for the years to come for the next generation of Generali people.

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arrivare il momento in cui i rapporti fra cliente e assicurazione saranno gestiti solo attraverso computer e smartphone? L’innovazione è sicuramente una pri‑ orità per il gruppo Generali. Insieme alla trasformazione digitale essa rap‑ presenta uno dei tre pilastri principali della strategia Generali 2021 pre‑ sentata lo scorso mese di novembre. Alcune soluzioni innovative sono già state attuate sui nostri mercati e noi

abbiamo intenzione di continuare a valutare ulteriori introduzioni di pro‑ dotti. Per il momento – per esempio – nella Repubblica Ceca ci siamo por‑ tati ben avanti nell’impiego dei data analytics e delle soluzioni parzialmen‑ te robotizzate nei call center, nella gestione dei sinistri e nella gestione delle polizze (usiamo sempre meno carta e ricorriamo sempre più spesso ai sign pad per la firma elettronica, ecc.). Quanto all’impiego dei droni nel

settore assicurativo – questo è un ul‑ teriore approccio innovativo che stia‑ mo seguendo nella Repubblica Ceca ed anche in Serbia e Bulgaria, specie nell’agricoltura e nei rami patrimonia‑ li. Per rispondere alla seconda parte della domanda, come ho già accenna‑ to, nella relazione cliente/compagnia di assicurazioni noi crediamo in un approccio bilanciato. I clienti vogliono far esperienza di benefici che siano al tempo stesso funzionali ed emotivi. Il

Insurtech: for the upcoming years, the Generali Group is planning an impressive investment plan for digitalization and innovation. Has the moment arrived when the relationship between customers and insurance will be managed exclusively through computers and smartphone? Innovation is indeed a priority for Generali Group. Together with digital trans-

formation it is one of three main pillars in Generali 2021 strategy introduced last November. Some of the innovative solutions are already implemented on our markets and we would be continuing to evaluate further introductions to the market. As for now, for example the Czech operations are well ahead in using data analytics and partial robotic solutions for example in call centers, claims handling and policy administra-

tion (we are getting more paperless, using sign pads for electronic signatures etc.). Drones in insurance industry – that is another innovative approach which we follow in the Czech Republic as well as in Serbia or Bulgaria, especially in crop and property lines of business. Answering to the second part of your question, as I already mentioned before, in the relation between client and insurance company, we believe in

Il presidente della Camera di Commercio e della Industria Italo-Ceca, Gianfranco Pinciroli, conferisce il Distintivo d’Oro di Camic a Luciano Cirinà / The President of the Italo- Czech Chamber of Commerce and Industry, Gianfranco Pinciroli, confers the Golden Badge of the Camic to Luciano Cirinà

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economia e mercato economy and market

tocco umano non sarà mai sostituito, poiché la tecnologia non sarà in grado di fornire lo stesso livello di empatia e attenzione personale per il cliente. Come procede il piano di investimenti e rafforzamento della vostra leadership nell’area dell’Europa Centrale ed Orientale? Ci consenta di chiederLe quali sono state le ultime acquisizioni e se sono in programma nuove operazioni a breve.

La nostra strategia prevede una crescita in entrambe le direzioni – organicamente ed anche inorga‑ nicamente attraverso acquisizioni. Attualmente vogliamo concentrarci completamente sulla buona inte‑ grazione delle nuove società in Slo‑ venia e Polonia – Adriatic Slovenia, Concordia and Union Investment TFI – nell’ambito della nostra organiz‑ zazione. In ogni modo continuiamo a monitorare ulteriori opportunità

M&A mediante un approccio ben disciplinato e attraverso valutazioni basate sui nostri rigidi criteri finan‑ ziari e strategici. Il Leone di Trieste fa parte della storia di Praga ed è un simbolo del forte legame fra queste due città. Basta dire che fra i vostri impiegati c’è stato un certo Franz Kafka. Quali sensazioni suscita, a un triestino come Lei, lavorare proprio a Praga per Generali?

Praga è un posto davvero magnifico per vivere e lavorare. È una città non solo stupenda ma anche sicura, con bellissimi posti anche nei dintorni. E poi, come italiano, ciò che mi fa sen‑ tire ancora di più a casa è la comunità abbastanza ampia di connazionali qui presenti. Ovviamente mi mancano il mare e l’aria del Mediterraneo, ma per fortuna ci sono vari ristoranti ita‑ liani che mi aiutano a superare questo inconveniente.

the balanced approach – clients want to experience both functional and emotional benefits. Human touch will not be replaced as technology will not be able to deliver the same level of empathy and personal clients´ care as a human would do. How are the investment plan and the reinforcement of your leadership in Central and Eastern Europe progressing? Allow us to ask you

what the latest acquisitions were and if new operations are planned in short run. Our strategy is to grow both ways organically and through acquisitions inorganically. Right now we want to fully focus on the successful integration of the new companies in Slovenia and Poland - Adriatic Slovenia, Concordia and Union Investment TFI - into our organization. Nevertheless, we are still

screening other M&A opportunities with a disciplined approach, evaluating them based on our strict financial and strategic criteria. The Lion from Trieste is part of history of Prague and is a symbol of the strong relations between the two cities. Suffice to say that there was a certain Franz Kafka among your employees. What feelings rise in a Triestine

like yourself to work precisely in Prague for Generali? Prague is indeed a great place for living and working. It’s a wonderful and very safe town with nice places all around. And what makes me as an Italian feeling even more at home is the fact that there is quite a big Italian community. Of course I miss the sea and the Mediterranean flair but some excellent Italian restaurants help me to even forget about this.

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LETNÁ: MODERNITÀ, RISVOLTINI E VOGLIA DI SPECULARCI Zona residenziale o epicentro della cultura hipster, patria di giovani artisti e di investimenti immobiliari. Ecco un altro quartiere praghese di fama internazionale di Giuseppe Picheca by Giuseppe Picheca

Residential area or epicentre of hipster culture, home to young artists and real estate investments. Here is another internationally renowned district of Prague

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© GIUSEPPE PICHECA

Some say that the medal for the hipster district par excellence of Prague goes to Letná. Some say it is just an effective example of “urban redevelopment.” And then there are those who shrug their shoulders and point their finger: it is the usual gentrification, and it is a problem.

Veganism and design In 2012, at the café Alchymista, a stone’s throw away from the Letná football stadium, the “Piccolo neexistuje” campaign poster (the “Piccolo” i.e. small does not exist) was hung near the cash register. At the time it was still common in these parts to sip

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a “piccolo,” as espresso was called in local cafés, or the drink that was liberally inspired by it. The Alchymista was the only refuge for the most demanding caffeine addicts of the area. Seven years later, coffee has become a litmus paper of the transformation of Letná. If you order a “piccolo” they will look


reportage

LETNÁ: MODERNITY, CUFFS AND THE DESIRE TO SPECULATE

at you with a mocking grin. A second homeland of lovers of the drink, today there are beans from around the world served in different techniques, with varieties suggested in combination with specific sweets by waiters with special training (it goes without saying, coffee now costs twice as much).

We are in the district north of the centre of Prague, which developed in the early twentieth century on a hill nestled between the Stromovka park and the Letenské sady gardens, which includes the so-called Horní Holešovice (the high Holešovice). It is here that a great generational movement has brought over

students and young professionals in recent years. Among them are workers in the field of arts and young expats seem to stand out for presence. They are the ones who populate the many local co-working spaces, bistros, art studios, tattoo shops, which have sprouted out like mushrooms in the last five years,

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C’è chi dice che la medaglia per il quartiere hipster per eccellenza di Praga vada a Letná. C’è chi dice che sia solo un esempio efficace di “riqualifi‑ cazione urbana”. E poi c’è chi scrolla le spalle e punta il dito: è la solita gen‑ trificazione, ed è un problema. Veganesimo e design Nel 2012 il café Alchymista, a due passi dallo stadio di calcio di Letná, appendeva vicino alla cassa il poster della campagna “Piccolo neexistuje” (il “piccolo” non esiste). Al tempo era ancora comune da queste parti sorseggiare un “piccolo”; così veniva definito l’espresso nei café locali, o la bevanda che a questo s’ispirava libe‑ ramente. L’Alchymista era l’unico ri‑ fugio per i caffeinomani più esigenti della zona. Sette anni più tardi, il caffè è una cartina al tornasole della trasformazione di Letná: ordinate un “piccolo” e vi guarderanno con un ghigno beffardo. Novella patria degli amanti della bevanda, oggi vi si trovano chicchi da mezzo mondo serviti in tecniche diverse, con varie‑ tà suggerite in abbinamento a dolci specifici da camerieri con apposita the perfect homeland of the hipster avant-garde. What this trend is precisely, may not be easy to put into words. The Accademia della Crusca seems to be inevitably out-of-date in its definition of the hipster: “a young man who tends to be uninterested in politics and with highly anti-conformist ambitions, who is recognized by extravagant attitudes and eccentric clothing.” Wikipedia pontificates about the “fashion of affluent young adults residing in gentrified neighborhoods linked to vintage-style clothing, ecological visions and passion for vegan/bio/alternative foods.” It already fits better. Letnáci can often provide pertinent examples. Folding steel bicycles which cost five times more than a normal bike but are much slower. Scratched room interiors and with exposed bricks, looking old despite having been there for a few months. Tight

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© CHRIS LETTNER

formazione (va da sé, il caffè ora co‑ sta il doppio). Ci troviamo nel distretto a nord del cen‑ tro di Praga, sviluppatosi a inizio Nove‑ cento su una collina splendidamente incastonata tra il parco di Stromovka e i giardini Letenské sady, che com‑ prende la cosiddetta horní Holešovice (la Holešovice alta). È qui che un grande movimento generazionale ha trasportato negli ultimi anni studenti e giovani professionisti. Tra di loro la‑ voratori nel campo delle arti e giovani expat paiono spiccare per presenza. Sono loro a popolare i tanti locali – coworking space, bistrò, atelier d’arte, tattoo shop – spuntati come funghi

nell’ultimo lustro, patria perfetta dell’avanguardia hipster. Cosa poi sia questo trend non è semplice da met‑ tere in parole. La Crusca risulta inevi‑ tabilmente demodé nella definizione dell’hipster: “giovane tendenzialmen‑ te disinteressato alla politica e con velleità fortemente anticonformiste, che si riconosce per atteggiamenti stravaganti e abbigliamento eccen‑ trico”. Wikipedia sentenzia “moda di giovani adulti benestanti che risie‑ dono in quartieri gentrificati” legata a indumenti stile vintage, visioni ecologiste e passione per cibi vegani/ bio/alternativi. Già calza meglio. I Letnáci possono spesso fornire esem‑

and attention on Letná? Veverkova Street, near the busy tram junction of Strossmayerovo Square, was promoted overseas by an article in the New York Times: “Five Places to Go in Prague”, in March 2017. The Page Five design library, Bistro8 café and gallery, Recycle with Love for clothes made from old fabrics, Jakoby atelier and Helena Dařbujánová design studio. All within

a few metres, all in the same street. The first great endorsement of how attractive the neighborhood had become. Local politics, it should be emphasized, provided positive stories. In 2013, the municipality of Prague was about to buy new headquarters for the Prague 7 town hall, creating a small scandal for the obvious inflated price of the building; a popular protest movement

Il cinema Bio Oko / The Bio Oko cinema

trousers with inevitable cuffs reaching the uncovered ankles. Aesthetics from social networks, anti-conformism that has very little anti. Cool but let’s be clear: a hipster will never admit to being a hipster. Redevelopment Where did these brunches and scooters come from, chia seed puddings and, above all, international fame

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reportage

pi pertinenti. Biciclette pieghevoli in acciaio: costano cinque volte una bici normale, sono molto più lente. Inter‑ ni dei locali sgraffiati e con mattoni a vista: sembrano vecchi ma sono là da pochi mesi. Pantaloni strettissimi con immancabili risvoltini prima di rag‑ giungere le caviglie scoperte. Estetica da social network, anticonformismo che di anti ha molto poco. Cool ma che sia chiaro: un hipster non ammetterà mai di essere hipster. Riqualificazione Da dove sono arrivati questi brunch e questi monopattini, i budini ai semi di chia e, soprattutto, la fama e l’at‑ tenzione internazionale su Letná? La via Veverkova, nei pressi del trafficato svincolo di tram di piazza Strossma‑ yerovo, era stata promossa oltreocea‑ no da un articolo del New York Times: “Five Places to Go in Prague”, a marzo 2017, cinque destinazioni a Praga. La libreria di design Page Five, il café e galleria Bistro8, Recycle with Love per vestiti ricreati da vecchie stoffe,

Tre immagini da Veverkova ulice, la via celebrata dal New York Times / Three frames from Veverkova ulice, the street celebrated by New York Times

l’atelier Jakoby e lo studio di design di Helena Dařbujánová. Tutto in pochi metri, tutto nella stessa via. Il primo grande endorsement di quanto attra‑ ente fosse diventato il quartiere. La politica locale, c’è da sottolineare, ha regalato storie positive. Nel 2013 il comune di Praga si accingeva a

comprare una nuova sede per il mu‑ nicipio di Praga 7, creando un piccolo scandalo per l’evidente prezzo gon‑ fiato dell’immobile; un movimento popolare di protesta guidato da un insegnante, Jan Čižinský, si trasfor‑ mò in una storia vincente di politica dal basso. Il movimento Praha Sobě

(Praga insieme) riuscì ad organizzare un referendum e fermare il progetto, per poi candidarsi alle amministrati‑ ve e sconfiggere i partiti tradizionali; Čižinský diventava sindaco di Praga 7, ruolo che detiene tutt’ora, con un programma di amministrazione tra‑ sparente, buone pratiche di parteci‑ led by a teacher, Jan Čižinský, turned into a winning political story from the bottom. The Praha Sobě movement (Prague together) succeeded in organizing a referendum and stopping the project, to then run for the administrative elections and defeat the traditional parties. Čižinský became mayor of Prague 7, a role he still holds, with a program of transparent administration, good participation practices and particular attention paid to the arts and education that made him a small local hero (there are also those who would like to rename the Vltavská stop “Jana Čižinského”); since 2018 Praha Sobě is also in the coalition that leads the Capital. Obviously also on Facebook:

Una sera al Cobra / One evening at Cobra

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La sede di RunCzech / RunCzech headquarters

pazione e una particolare attenzione verso le arti e l’educazione che l’han‑ no reso un piccolo eroe locale (c’è anche chi vorrebbe ribattezzare la fer‑ mata di Vltavská “Jana Čižinského”); dal 2018 Praha Sobě è anche nella coalizione che guida la Capitale. Ov‑ viamente pure su Facebook: il gruppo Letenská Parta, aperto dalla seconda personalità di spicco del movimento, Hana Třeštíková, conta oggi più di 25 mila membri che discutono libe‑ ramente del quartiere, con l’ironia, le lamentele e gli sfottò tipici dei social. Più della metà dei 43 mila abitanti del municipio. Insomma, la qualità della vita sotto i neon blu del cinema Bio Oko, sul pa‑ rapetto dello Stalin con una birra in mano, al ping pong nascosto del caffè U Hrdinů, sembra avere un certo fasci‑ no e una certa comodità. La presenza della galleria nazionale al Veletržní palác, a est, insieme all’accademia AVU delle belle arti a nord, e infine i musei della tecnica e dell’agricoltu‑ ra a ovest delimitano il quartiere e the Letenská Parta group, opened by the second leading personality of the movement, Hana Třeštíková, now has more than 25,000 members who freely discuss the neighborhood, with the irony, the complaints and the typical social teasing. More than half of the 43,000 inhabitants of the municipality. In short, the quality of life under the blue neon of the Bio Oko cinema, on the parapet of Stalin with a beer in hand, at the hidden table tennis of the U Hrdinů café, seems to have a certain charm and a certain comfort to it. The presence of the national gallery in the Veletržní palác, to the east, together with the AVU academy of fine arts in the north, and finally the museums of technology and agriculture to the west delimit the neighborhood and symbolically define it: art and modernity. In between, coffee shops and youth. Speaking of modernity, there is also the headquarters of the European GNSS Agency, where the new EU satellite system is developed.

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simbolicamente lo definiscono: arte e modernità. Nel mezzo, caffetterie e gioventù. A proposito di moderni‑ tà: c’è anche la sede dell’Agenzia del Gnss europeo, dove si sviluppa il nuo‑ vo sistema satellitare Ue. Gentrificazione Tutti contenti? Non è detto. Da una parte ci sono i nostalgici, che vedono il quartiere cambiare faccia dall’oggi

al domani, e se ne sentono estraniati. Nel 2013, ancora area prettamente residenziale, quando a mezzanotte chiudeva la maggior parte dei locali, ci si poteva affidare al bar Kuře, il bar pollo (sic!), gestito da un vecchio baf‑ fo bianco, d’età inestimabile, che di‑ spensava birre ma mai sorrisi fino alle due o alle tre del mattino. Oggi al suo posto c’è un locale american-style che

Piazza Strossmayer (Strossmayerovo náměstí), alla base della collina di Letná

Gentrification All happy? It’s not for sure. On the one hand, there are the nostalgic, who have seen the neighborhood change face overnight, and feel estranged. In 2013, it was still a purely residential area, when most of the clubs closed at midnight, one could rely on the Bar Kuře, (the chicken bar!). Run by an

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old white mustached man, of an inestimable age, who distributed beers but never smiled until two or three in the morning. Today, in its place there is an American-style club that serves hot dogs. Nostalgia is also present in the protagonists of re-styling. The Cobra bar, for example, symbol of the new Letná, bears the name of the old


reportage

serve hot dog. La nostalgia è presente anche nei protagonisti del re-styling. Il bar Cobra, ad esempio, simbolo del‑ la nuova Letná, porta il nome della vecchia bettola che lo precedeva; amatissimo dai residenti, il vecchio Cobra aperto fino all’alba, con i suoi videopoker e un insospettabile jukebox nei fumi al di là di ubriaconi se‑ micoscienti. Chiuso con la stretta del

2014 sui locali di gioco d’azzardo, dei ragazzi della zona l’hanno recuperato e reso alla moda. Ma non hanno avu‑ to il cuore di ribattezzarlo: il nome è una dedica alle notti di un tempo. Le hospoda, le birrerie tradizionali, trovano meno spazio, spariscono, vit‑ time del mercato; così come rischiano di sparire i suoi abitanti di lunga data. Ed il mercato porta alla seconda cri‑

tica, fattuale e sonante: la gentrifica‑ zione. La scalata vertiginosa dell’immobi‑ liare ceco è cosa nota: l’ufficio stati‑ stico europeo diffonde ogni trimestre l’House Price Index sull’andamento del settore. La Repubblica Ceca cresce da anni su quest’aspetto a tassi doppi rispetto all’Unione; nell’ultimo trime‑ stre 2018 i prezzi erano del 9,9% più

Strossmayer square (Sttrossmayerovo náměstí), at the beginning of Letná hill

tavern that preceded it. Much loved by the residents, the old Cobra open until dawn, with its video poker and an unexpected jukebox in the fumes beyond semi-conscious drunks. Closed towards the end of 2014 on the gambling establishments, the boys of the area have recovered it and made it fashionable. But they did not have the heart to

rename it: the name is a dedication to the nights of the past. The hospodas, the traditional breweries, find less space, slowly disappearing, now victims of the market, just as its long-standing inhabitants risk disappearing. And the market leads to the second criticism, factual and resounding: gentrification.

The dizzying rise of Czech real estate is a known fact. The European statistical office reports the House Price Index on the performance of the sector every quarter. The Czech Republic has been growing for years in this aspect at double rates compared to the Union; in the last quarter of 2018, prices were 9.9% higher than a year

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alti rispetto ad un anno prima, contro una media Ue del 4,2%. Praga, ovvia‑ mente, tira il mercato e Letná è uno dei quartieri con la crescita più rapi‑ da. Negli ultimi anni l’apprezzamento ha contribuito a plasmare la zona ed i suoi abitanti, sostituendo con giova‑ ni benestanti chi ormai i nuovi affitti non se li può più permettere. Secon‑ do un rapporto di questo gennaio di Deloitte, i prezzi medi sono prossimi ormai ai livelli della più blasonata Vi‑ nohrady. “Skyrocketing”, direbbero gli americani, sulla collina trendy i prezzi volano come razzi verso il cielo. L’equilibro tra stile, arte e vivibilità a Letná ha un nemico preciso: il porta‑ fogli. Una generazione gioca a mo‑ strarsi più povera, meno conformista e meno consumista di quello che è; senza badare al rischio che il gioco venga a rompersi, e che i falsi modesti si trovino le scarpe bucate per davve‑ ro, costretti a migrare verso zone più grigie. Al momento, comunque, va alla grande.

earlier, compared to an EU average of 4.2%. Prague, of course, leads the market and Letná is one of the fastest growing neighborhoods. In recent years, appreciation has helped shape the area and its inhabitants, since those who can no longer afford the rents are being replaced with wealthy young people. According to a report this January by Deloitte, average prices are now close to the levels of the more famous Vinohrady. “Skyrocketing”, the Americans would say, on the trendy hill prices fly like rockets into the sky. The balance between style, art and livability in Letná has a precise enemy: the wallet. A generation plays to appear poorer, less conformist and less consumerist than it is; regardless of the risk that the game will collapse, and that those falsely feigning modesty will find genuine holes in their pockets and be forced to migrate to more grey areas. At the moment, however, it is flourishing.

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XXX PRAGA, BENVENUTI NELLA CAPITALE DEL PORNO XXX PRAGUE, WELCOME TO THE PORN CAPITAL Dalla California alla Repubblica Ceca: l’industria pornografica sembra aver cambiato la sua sede principale. E le ragioni di questo fenomeno sono molteplici di Giovanni Mattia by Giovanni Mattia

From California to the Czech Republic: the porn industry seems to have changed its head office. And the reasons for this phenomenon are many

The offices of WGCZ, a public limited company dedicated, according to official information, to the provision of certain services and the lease and sale of properties, are to be found in serious

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headquarters in a distinctive location in a cross street of the central and historic Wenceslas Square in Prague. From the information gathered from the online registers dedicated to Czech

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companies, WGCZ appears to be a simple, anonymous company engaged in common and unoriginal sectors, careful not to even specify the nature of the services offered. A quick internet


focus

In una sede seria e distinta di una traversa della centrale e storica Piazza Venceslao a Praga, si trovano gli uffici di Wgcz, società per azioni dedita, se‑ condo le informazioni ufficiali, all’of‑ ferta di alcuni servizi e alla locazione e vendita di immobili. Dalle notizie raccolte dai registri online dedica‑ ti alle imprese ceche, Wgcz appare come una semplice e anonima com‑ pagnia impegnata in settori comuni e poco originali, attenta a non speci‑

search, however, reveals the sector in which it is active, clarifying the probable reasons for this discretion. The Prague company owns some of the most important porn sites globally,

ficare nemmeno la natura dei servizi offerti. Una veloce ricerca su internet, però, rivela il settore nel quale questa è attiva, chiarendo le probabili ragio‑ ni di tale discrezione. La società pra‑ ghese possiede alcuni dei più impor‑ tanti siti porno a livello globale, primi fra tutti XVideos e Xnxx. Il primo, in particolare, è la seconda piattaforma online di contenuti pornografici al mondo, 46esimo sito web più visita‑ to e provider capace, mensilmente, di raggiungere una platea media di 350milioni di utenti (ben oltre la po‑ polazione totale degli Stati Uniti d’A‑ merica, per fare un paragone). Solo un anno fa, poi, la società ha acquisito il controllo della famosa rivista eroti‑ ca Penthouse, alla cifra di ben 11,2 milioni di dollari. Dietro la discrezione di questa azienda con sede a due pas‑ si da Piazza Venceslao si cela dunque il business indiscreto per definizione: la pornografia. L’industria pornografica rappresenta in Repubblica Ceca un fenomeno di dimensioni imponenti, di cui Wgcz appare solo come la punta dell’i‑

ceberg. Un iceberg che tuttavia ha scelto di restare completamente sommerso, lontano dai pregiudizi di una società mondiale troppo pudica in pubblico, la quale però privata‑ mente arricchisce i numeri di circa 30 milioni di siti hard, che insieme rac‑ colgono l’impressionante cifra di 300 milioni di visite giornaliere. Un’indu‑ stria che lotta costantemente con il problema della pirateria e lo strapo‑ tere del web, ma che comunque rie‑ sce ad ottenere un fatturato globale compreso tra i 14 (secondo l’ameri‑ cana Cnbc) e i 100 miliardi di dollari (come riportano diversi report, tra cui quello del 2006 della Nbc). Dati incerti per un settore economico in continuo cambiamento, allergico a studi di settore e report finanziari. In questo contesto, il Paese ceco fa la parte del leone. Nonostante superi di poco i 10,5 milioni di abitanti (circa lo 0,14% della popolazione mondiale), la Repubblica Ceca è la terza nazione al mondo per numero di pornostar dietro solo a Stati Uniti e Russia. Dalla Boemia e la Moravia, infatti, provie‑

ne il 12,88% del totale mondiale di interpreti di film per adulti. Secondo una stima, vi sono 70,7 attori e attrici porno per ogni milione di abitanti. Ma perché la Repubblica Ceca rap‑ presenta oggi uno dei maggiori hub mondiali dell’industria pornografi‑ ca? Come mai Praga è considerata la capitale europea delle produzioni a luci rosse, capace di insidiare addi‑ rittura il primato assoluto della Ca‑ lifornia? I motivi sono numerosi e di differente natura. La centralità della posizione geo‑ grafica aiuta le case di produzione a reperire attori ed attrici dagli Stati vi‑ cini, approfittando anche della libera circolazione di persone e lavoratori all’interno dell’Unione Europea. Nello specifico, Praga è meta di tante inter‑ preti provenienti dall’Ungheria, Paese che negli anni ‘90 ha rappresentato l’Eldorado per i produttori di contenuti hard, ma che oggi sconta alcune lacu‑ ne strutturali e tecnologiche rispetto alla Repubblica Ceca. Il 9,51% di attri‑ ci e attori di film per adulti è unghe‑ rese, e molti di questi sono scritturati

firstly XVideos and XNXX. The first, in particular, is the second online platform of pornographic content in the world, the 46th most visited website and provider capable, on a monthly basis, of reaching an average audience of 350 million users (well over the total population of the USA, to make a comparison). Only a year ago, then, the company acquired control of the famous erotic magazine Penthouse, for a sum of 11.2 million dollars. Behind the discretion of this company based near Wenceslas Square, therefore, lies the indiscreet business by definition: pornography. The pornographic industry represents a massive phenomenon in the Czech Republic, of which WGCZ appears only as the tip of the iceberg. An iceberg, however, that has chosen to remain completely submerged, far from the prejudices of a too prudish world society in public, which however, privately

enriches the numbers of about 30 million hardcore sites, which together reach the impressive figure of 300 million daily visits. An industry that constantly struggles with the problem of piracy and the overwhelming power of the web, but which nevertheless manages to achieve a global turnover of between 14 (according to the American CNBC network) and 100 billion dollars (as reported by several studies, including one from 2006 by NBC). Uncertain data for an ever-changing economic sector, allergic to sector studies and financial reports. In this context, the Czech territory holds the lion’s share. Despite possessing slightly over 10.5 million inhabitants (about 0.14% of the world population), the Czech Republic is the third nation in the world in the number of porn stars behind only the United States and Russia. In fact, 12.88% of the world total of adult film stars

comes from Bohemia and Moravia. According to one estimate, there are 70.7 porn actors and actresses for every million inhabitants. But why is the Czech Republic today one of the world’s biggest pornographic industry hubs? Why is Prague considered the European capital of redlight productions, capable of undermining even the absolute primacy of California? The reasons are numerous and of different nature. The centrality of the geographical position helps production companies to find actors and actresses from neighboring states, also taking advantage of the free movement of people and workers within the European Union. Specifically, Prague is the destination of many performers from Hungary, a country that in the 1990s represented the Eldorado of producers of hardcore porn content, but today suffers from structural and technological

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proprio dagli studios che hanno sede in Boemia. Chi sembra stia sfruttando appieno la vicinanza geografica tra Praga e Budapest è, ad esempio, la leggenda del porno mondiale e ita‑ liano, Rocco Siffredi, che nonostante risieda in Ungheria, viene spesso av‑ vistato nella capitale ceca, presumibil‑ mente per impegni lavorativi.

Un altro motivo dello sviluppo dell’in‑ dustria pornografica dipende dall’ec‑ cellente infrastruttura tecnologica e digitale del Paese. La Repubblica Ceca è sede di importanti aziende di ICT, che possono approfittare di oltre 6.000 studenti che ogni anno si lau‑ reano in questo campo, e può vantare una robusta presenza di fibra ottica,

che permette ai cechi di essere tra i primi dieci Paesi al mondo per veloci‑ tà della connessione Internet. Inoltre, la Cechia è al primo posto per sicurez‑ za informatica, secondo il National Cyber Security Index. Tutto ciò rende più facile l’operato di aziende come la Wgcz, che necessitano di risorse uma‑ ne e tecnologiche per implementare

gaps compared to the Czech Republic. Precisely 9.51% of actresses and actors in adult films are Hungarian, and many of them are cast by the studios based in Bohemia. One figure seemingly taking full advantage of the geographical proximity between Prague and Budapest, for example, is the legend of world and Italian porn, Rocco Siffredi, who despite being resident in Hungary, is often spotted

in the Czech capital, presumably for work commitments. Another reason for the development of the pornographic industry depends on the country’s excellent technological and digital infrastructure. The Czech Republic is home to major ICT companies, which can take advantage of over 6,000 students who graduate each year in this field, and can boast a strong presence of fiber optics, which

allows the Czechs to be among the top ten countries in the world for Internet connection speed. In addition, the Czech Republic ranks first for information security, according to the National Cyber Security Index. All this makes it easier for companies like WGCZ, which need human and technological resources to implement sites capable of moving 30% of the total web traffic. From a future perspective, this

I produttori pornografici usufruiscono dell’infrastruttura digitale della Repubblica Ceca, che è al primo posto per sicurezza informatica e conta seimila laureati all’anno nel settore ICT The pornographic producers take advantage of the digital infrastructure of the Czech Republic, which ranks first for information security and has 6,000 graduates per year in the ICT sector

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focus

siti capaci di muovere il 30% del traf‑ fico totale del web. In ottica futura, questa caratteristica potrebbe contri‑ buire ulteriormente allo sviluppo del porno a Praga se, come pare, la nuova frontiera dei contenuti per adulti sarà la virtual reality. La terza ragione per cui la Repub‑ blica Ceca rappresenta uno dei più

feature could further contribute to the development of porn in Prague, if as it seems, the new frontier of adult content will be virtual reality. The third reason why the Czech Republic is one of the most important centers for worldwide pornographic production is socio-cultural. Some articles on this subject by American sites and newspapers describe the Czechs as a people eager to leave the years of com-

importanti centri per la produzione pornografica mondiale è di caratte‑ re socio-culturale. Alcuni articoli su questo tema da parte di siti e testate americani descrivono i cechi come un popolo desideroso di lasciarsi alle spalle gli anni di comunismo attraverso un’apertura sociale che passi anche attraverso una mag‑

munism behind through a social opening that also means greater sexual freedom. If this correlation between sexual freedom and the communist regime appears to be quite fanciful, it is however confirmed by the data that the Czech country, on a moral level, is the most open in the world, as recorded by the 2013 Global Attitudes Project of the Pew Research Center. The statistics of Pornhub probably depend on this,

giore libertà sessuale. Se questa correlazione tra libertà sessuale e regime comunista appare abbastan‑ za fantasiosa, è invece confermato dai dati che il Paese ceco, a livello morale, sia il più aperto al mon‑ do, secondo quanto registrato dal Global Attitudes Project del 2013 del Pew Research Center. Anche da

the first pornographic site in terms of number of visits, according to which Czech women are among those who watch the most porn videos (25%, two percentage points above the world average). Also, according to the study by the Pew Research Center, the Czechs are the third largest population in the world due to openness to sexual orientation, and this could contribute to explaining the absolute and undisputed

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questo dipendono, probabilmente, le statistiche di Pornhub, primo sito pornografico per numero di visite, secondo cui le donne ceche sono tra quelle che più guardano video hard (il 25%, due punti percentuali oltre la media mondiale). Sempre secondo lo studio del Pew Research Center, i cechi sono poi la terza po‑ polazione al mondo per apertura rispetto all’orientamento sessuale, e questo potrebbe contribuire a spiegare l’assoluto ed incontrastato primato nella produzione legata alla pornografia gay. Ad aumentare l’attrazione che Praga esercita nei confronti delle società di film per adulti vi sono anche le recenti difficoltà dei vecchi padroni del setto‑ re, i californiani. Nel 2012 Los Angeles ha perso alcuni importanti produttori, trasferitisi in Europa a causa di una legge, poi cancellata, secondo la quale gli attori avrebbero dovuto indossare il preservativo in ogni scena di sesso. Una circostanza del genere avrebbe ridotto di molto l’appeal dei video primacy in the production linked to gay pornography. Among the factors increasing the attraction that Prague exerts towards adult film companies, there are also the recent difficulties of the old masters of the sector, the Californians. In 2012, Los Angeles lost some important producers, who moved to Europe because of a law, which was later canceled, according to which the actors should have worn a condom in every sex scene. Such a circumstance would have greatly reduced the appeal of videos produced in the States, because internet users do not like the presence of condoms in porn. If there is therefore a more restrictive American law on the other side of the Atlantic, there is much less strict Czech legislation on this side of the Atlantic. Having sex in public, in the Czech Republic, involves a maximum fine of only 5,000 crowns, trifles for the giants of pornography, who pay what is due with

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prodotti negli States, perché gli utenti di internet non amano la presenza del condom nei porno. Se oltreoceano vi è quindi una legge americana più restrittiva, da questa parte dell’Atlan‑ tico vige una legislazione ceca molto

meno rigida. Fare sesso in pubblico, in Repubblica Ceca, comporta una multa massima di sole 5.000 corone, inezie per i giganti della pornografia, che mentre con una mano pagano quan‑ to devono, con l’altra registrano tutte

le scene hard di cui necessitano tra le strade della capitale. Un’altra fortuna dell’industria ceca a luci rosse riguarda le attrici. Secondo le analisi dei siti hard, le pornostar ceche sono tra le più apprezzate, in

one hand, while with the other they film all the hardcore scenes they need throughout the streets of capital. Another fortune of the Czech redlight industry concerns the actresses.

According to the analysis of porn sites, Czech pornstars are among the most appreciated, both at home and abroad. Users from Germany, Holland and Chile, eighteen hours of

flight from Prague to Santiago, but apparently the porn nullifies the distances, appreciate movies with Czech actresses to the point that “Czech” appears in the top 25 most searched

In Germania, Olanda e Cile, “czech” è tra i 25 termini più cercati nei siti hard. Pornostar come Lucie Wilde e le gemelle Dellai riscuotono sempre maggior successo In Germany, Holland and Chile, “czech” is one of the 25 most searched terms on hard sites. And porn stars like Lucie Wilde and the Dellai twins are getting more and more successful

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focus

patria e fuori. Gli utenti di Germania, Olanda e Cile – diciotto ore di volo da Praga a Santiago, ma evidentemente il porno annulla le distanze – apprez‑ zano tanto i filmati con attrici ceche da avere “czech” tra i primi 25 termini

terms on Pornhub. Moreover, as many as nine of them are in the European top 50, and four in the global table. Lucie Wilde is the third most searched porn star of the Old Continent and the

più cercati su Pornhub. Inoltre, ben nove di queste sono nella top 50 europea e quattro in quella globale. Lucie Wilde è la terza pornostar più cercata del Vecchio Continente e la sedicesima nel mondo, degna erede

sixteenth in the world, worthy heir to Barbara Summer and Dolly Buster, true icons of the red-light industry. Among the emerging actresses who are most successful there are also

di Barbara Summer e Dolly Buster, vere icone dell’industria a luci rosse. Tra le attrici emergenti che riscuoto‑ no maggior successo vi sono poi due sorelle ceche, con origini italiane, che abbiamo provato a contattare senza però ricevere risposta positiva, registrando nel contempo una certa insofferenza nei loro confronti da par‑ te della vecchia società di manage‑ ment. Si tratta delle gemelle Dellai, già finite sotto l’ala di Rocco Siffredi, formidabile talent scout di giovani promesse e capace in passato di lan‑ ciare molte pornostar. Silvia e Eveli‑ ne Dellai vivono a Praga, città che è spesso presente nei loro video hard, a dimostrazione di quanto sia conve‑ niente (o meglio, poco sconveniente) girare scene di sesso pubblico nelle strade della Repubblica Ceca. Tra i luoghi pubblici in cui sono ambien‑ tati alcuni dei filmati si riconoscono la fermata della metro Palmovka, il parco Kaizlovy Sady a Karlín, e il cen‑ tralissimo (e frequentatissimo) parco di Petřín, a Malá Strana.

Insomma, tanti motivi rendono que‑ sto Paese meta importante per le più grosse aziende del settore. Ulte‑ riore dimostrazione è lo svolgimento annuale a Praga di una conferenza internazionale, nell’ambito del The European Summit, che riunisce nella capitale ceca i big della pornografia online, compresi gli specialisti delle piattaforme per incontri erotici. In conclusione, sembra che, nono‑ stante la discrezione dei maggiori attori del settore, l’industria porno‑ grafica in Repubblica Ceca registri numeri e successi tanto grandi da non poter passare inosservata, né agli occhi della società, né tantome‑ no a quelli dell’economia ceca, che può approfittare della domanda di risorse umane e tecnologiche delle aziende pornografiche per incre‑ mentare i propri volumi. D’altronde, se davvero i produttori amano girare scene erotiche in pubblico, potrebbe anche capitare di trovarsele di fronte. E, in quel caso, non sarà facile girarsi dall’altra parte.

two Czech sisters, with Italian origins, whom we tried to contact without receiving a positive response, while detecting a certain intolerance towards them from their old management company. These are the Dellai twins, who have already been under the wing of Rocco Siffredi, a formidable talent scout for young promises and capable of launching many porn stars in the past. Silvia and Eveline Dellai live in Prague, a city that is often present in their hard videos, demonstrating how convenient (or rather, inconvenient) it is to shoot public sex scenes in the streets of the Czech Republic. Among the public places where they are set some of the videos show the Palmovka metro station, the Kaizlovy Sady park in Karlín, and the very central (and very popular) Petřín park in Malá Strana. In short, many reasons make this country an important destination for

the largest companies in the sector. A further demonstration is the annual holding of an international conference in Prague, within the framework of The European Summit, which brings together the big names in online pornography in the Czech capital, including specialists in erotic dating platforms. In conclusion, it seems that, despite the discretion of the major players in the sector, the pornographic industry in the Czech Republic records numbers and successes so great that it cannot go unnoticed, neither in the eyes of society, let alone those of the Czech economy, which can take advantage of the demand for human and technological resources of pornographic companies to increase their volumes. Besides, if the producers really like to shoot erotic scenes in public, you could also happen to find yourself in front of them. And, in that case, it won’t be easy to turn away to the other side.

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NELLA TERRA DEI MAMMUT A PAVLOV IN THE LAND OF MAMMOTHS IN PAVLOV In Moravia, dove 30 mila anni fa viveva la civiltà paleolitica, si trova oggi un avveniristico archeopark. Viaggio nella storia, con la celebre Venere e un’architettura d’avanguardia di Mattia D’Arienzo by Mattia D’Arienzo

In Moravia, where the Paleolithic civilization lived 30,000 years ago, there is today a futuristic archeopark. A journey through history, with a famous Venus and an innovative architecture

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Latitude: 48 degrees, 52 minutes and 38 seconds North. Longitude: 16 degrees, 40 minutes and 29 seconds East. These are the exact coordinates of a unique place in the world that reveals part of the origins of the civilization. If inserted in a GPS device, the marker will magically indicate South Moravia, between the city of Brno and the Austrian border. More precisely, it will take you to the Archeopark of Pavlov. It’s the protected natural area of Pálava, on the banks

of a large lake formed by the waters of Thaya, a tributary of the Moldava. Less than three kilometers to the west we find the city of Dolní Věstonice, a worldfamous archaeological site. The Archeopark is the custodian of a part of human history, animal life and the course of events this planet went through in the last thirty thousand years. Therefore, it starts from the period known as the Upper Paleolithic, in which human beings already morpho-

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logically evolved, the homo sapiens, spread across the planet. However, before discovering what the area is preserving, we need to know the history of the site set in a recent era, with all its misfortunes and fortunes. Various findings of ancient relics and artifacts have been reported here since the second half of the seventeenth century, on an ideal soil for agriculture and farming. Evidence of an archaic civilization, these objects were almost


reportage

Latitudine Nord: 48 gradi, 52 primi e 38 secondi. Longitudine est: 16 gradi, 40 primi e 29 secondi. Sono queste le coordinate esatte di un sito unico al mondo, da cui scoprire parte delle origini della civiltà. Se vengono inse‑ rite in un dispositivo geolocalizzato, il marcatore apparirà magicamente in Moravia del sud, tra la città di Brno ed il confine austriaco. Volendo essere più precisi, vi condurrà all’Archeopark di Pavlov. La zona è quella dell’area

always destined for the private collections of wealthy aristocrats, who bought them without classifying or cataloging them. Things changed at the beginning of the twentieth century. Professor Karel Absolon, creator of the Moravian Paleontological Foundation, began his excavations on the site with a different approach: his desire was to find and rebuild, recompose and bring to light the history of this place, discovering

naturale protetta di Pálava, sulle rive di un grande bacino formato dalle ac‑ que del fiume Thaya, un affluente del‑ la Moldava. Meno di tre chilometri più a ovest troviamo il comune di Dolní Věstonice, un sito di interesse archeo‑ logico di caratura mondiale. L’Archeopark è custode di parte della storia umana, della vita animale e del corso degli eventi che questo piane‑ ta ha vissuto negli ultimi trentamila anni, a partire, cioè, dal periodo co‑

the reasons behind the high number of fossils and artifacts present in this area. In 1928, at the initiative of Absolon himself, the findings brought to life an exhibition called “Anthropos”. It drew the attention of researchers, scholars and the public opinion as a whole to the ancient civilization of Pálava. The history reveals parallel facts, and when it came to the German occupation, even the Nazis knew the importance of Dolní Věstonice and Pavlov,

nosciuto come Paleolitico superiore, in cui esseri umani già morfologi‑ camente evoluti, gli homo sapiens, si spostarono in tutto il pianeta. Ma prima di scoprire ciò che la zona con‑ serva bisogna conoscere il passato del sito, con le sue sfortune e fortune, ambientato in un’epoca recente. Fin dalla seconda metà del ‘600 furo‑ no qui segnalati diversi ritrovamenti di antichi reperti e manufatti, in un terreno ideale per l’agricoltura e l’al‑

sending a team of archaeologists ready to continue the research. The excavations continued, the findings increased and the collection in Brno, the main city, extended, while other unique pieces were instead kept in the castle of Mikulov. However, when the conflict came to an end, and the liberation from Nazism became a reality, the castle paid dearly for the price of freedom, being involved in a fire. Some relics were lost, but fortunately

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levamento. La destinazione di questi oggetti, testimonianza di una arcai‑ ca civiltà, erano quasi sempre colle‑ zioni private di facoltosi aristocratici, che li acquistavano senza però clas‑ sificarli e catalogarli. Nei primi anni del ‘900 le cose cam‑ biarono. Il professor Karel Absolon, creatore della Fondazione Paleonto‑ logica Morava, iniziò i suoi scavi sul territorio con un approccio differente: il suo desiderio era quello di trovare per ricostruire, ricomporre e portare alla luce il vissuto di questo posto, conoscere i motivi della intensa pre‑ senza di fossili e manufatti. I ritro‑ vamenti – su iniziativa dello stesso Absolon - diedero vita nel 1928 a una esposizione chiamata “Anthropos”, che attirò l’attenzione sull’antica civil‑ tà di Pálava non solo di altri ricercatori e studiosi, ma dell’opinione pubblica nel suo complesso. La storia racconta fatti paralleli, e quando si arrivò all’occupazione tedesca, anche i nazisti conobbero l’importanza di Dolní Věstonice e di Pavlov, inviando un team di archeologi pronti a proseguire le ricerche. Gli scavi proseguivano, i ritrovamenti aumen‑ the meticulous work of the research team made it possible to find all the cataloged discoveries, with descriptions and images, allowing nowadays technology to make identical replicas. After the war, the site remained still a focus point and the researches were taken over by the Archaeological Institute, later incorporated in the Czechoslovak Academy of Sciences. In 1995, several areas were reopened for excavations, as the technological development allowed more accurate and in-depth researches. The findings continued and so did the exhibitions in Mikulov and Brno. However, there was a high desire to bring vitality to the area where the park now stands. And here we are, in the first years of this millennium, when the idea of a museum exhibition held right in the undergrounds is born. It is an incred-

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tavano e la collezione di Brno, città capoluogo, si ampliava, mentre altri pezzi unici invece venivano conservati nel castello di Mikulov. Quando però il conflitto volse al termine, e la libe‑ razione dal nazismo diventò realtà, il castello pagò caro il prezzo della liber‑ tà, venendo coinvolto in un incendio. Vennero persi alcuni reperti, ma for‑ tunatamente il lavoro minuzioso dei team di ricerca ha permesso di ritro‑ vare tutte le scoperte catalogate, con descrizioni e immagini, permettendo

alla tecnologia odierna di realizzare copie esattamente identiche. Dopo la guerra il sito restò sempre al centro dell’attenzione e le ricerche passarono all’Istituto Archeologico, in seguito inglobato dall’Accademia delle Scienze cecoslovacca. Nel 1995 diverse aree vennero riaperte agli scavi, dato che lo sviluppo tecnologi‑ co permetteva indagini più accurate ed approfondite. I ritrovamenti pro‑ seguirono, le esposizioni a Mikulov e Brno anche, ma il desiderio divenne

quello di dare vitalità proprio alla zona dove adesso sorge il parco. Ed eccoci ai primi anni di questo nuo‑ vo millennio, quando nasce l’idea di una esposizione museale da realiz‑ zare proprio nel sottosuolo, una idea incredibile che ha consentito nel 2016 l’apertura al pubblico dell’Archeo‑ park di Pavlov. La struttura, frutto di uno scavo, si presenta avveniristica, nel massimo rispetto dell’ambiente circostante. Dominato dalle rovine del castello di Děvičky, imponenti

© ČESKÁ CENA ZA ARCHITEKTURU

L’Archeopark di Pavlov, progettato dallo studio dell’architetto Radko Zvět e vincitore del premio Building of the Year 2016 / The Archeopark Pavlov, designed by the team of architect Radko Zvět and winner of the Building of the Year prize for 2016

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ible idea that allowed the opening of the Archeopark in Pavlov in 2016. Result of an excavation, the structure looks futuristic with the utmost respect for the surrounding environment. Dominated by the ruins of the Děvičky castle, imposing on the opposite hill, the museum seen from the outside reveals only some structures with particular architecture. Once inside the museum, the excavations seem to

greet the visitor, welcoming him in the time machine and projecting him tens and thousands of years back in time, to the moment when mammoth hunters were living in these parts. In the large area we note the attention to details during construction. What seems like chimneys from the outside are actually openings through which the light pours in and illuminates the various display cases. Guardian of ob-

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jects and history, the gallery reveals all the past of the place. We can find original pieces, but also reproductions because some relics would deteriorate too much if exposed to air and light. However, we almost do not notice any difference from the originals. Once inside the exhibition space, a spontaneous question may rise: why did a group of humans settle in this area thirty thousand years ago? They


reportage

sulla collina antistante, il museo visto dall’esterno presenta solo alcuni edi‑ fici dall’architettura particolare. Una volta entrati nel museo, è un po’ come se gli scavi dessero il benvenuto al vi‑ sitatore, accogliendolo nella macchi‑ na del tempo e proiettandolo indietro di decine di migliaia di anni, al tempo in cui da queste parti vivevano i cac‑ ciatori di mammut. Nell’ampio spazio si nota l’attenzione ai dettagli durante la costruzione. Quelli che da fuori appaiono come comignoli

sono in realtà spiragli da dove la luce en‑ tra e illumina le diverse teche presenti. Custode di oggetti e di storia, la galleria rivela tutto il vissuto del luogo. Sono presenti pezzi originali, ma anche riproduzioni, perché alcuni reperti si deteriorerebbero troppo se esposti all’aria e alla luce, ma quasi non ci si accorge della differenza. Giunti all’interno dello spazio espositi‑ vo, una domanda può sorgere sponta‑ nea: perché, 30 mila anni fa, un gruppo di umani si insediò proprio in questa

zona? Lo fecero perché qui trovarono acqua, riparo e molta fauna da caccia‑ re. Sono presenti infatti diversi oggetti che venivano usati per catturare gli animali. Vi erano bisonti, orsi, renne, tigri e rinoceronti. Ma il ritrovamento più sensazionale è arrivato proprio du‑ rante gli scavi per la costruzione: lun‑ go il muro al lato opposto dell’ingresso furono ritrovate tibie, tronco e peroni di grosse dimensioni. La storia narra che ritrovamenti del genere avvenne‑ ro già in passato, e queste grandi ossa

diedero vita a leggende su questo luo‑ go, raccontato come tana e patria dei giganti. Ma con i metodi e le esperien‑ ze odierne non vi fu spazio per alcun dubbio: quelle ritrovate erano ossa di mammut. I grossi animali proboscidati dalle lunghe zanne e il folto pelo che si estinsero circa 4mila anni fa condi‑ visero dunque questo luogo nel sud della Moravia con i gruppi di homo sapiens lì residenti. Il ritrovamento di questi resti spinse i responsabili del parco ad inglobare questa scoperta al

© ARCHEOPARK DI PAVLOV

La Venere di Dolní Věstonice / The Venus of Dolní Věstonice

settled here because they found water, shelter and a lot of animals to hunt. In fact, the exhibition displays several objects used in capturing the animals. There were bisons, bears, reindeers, tigers and rhinos. But the most sensational discovery came precisely during the excavations for the construction: large bones, trunks and fibulas were found along the wall on the other side of the entrance. History says that

such findings already occurred in the past, and these large bones generated legends about this place, known as the crib and home of giants. But with nowadays methods and experiences there was no room for doubt: what they found were mammoth bones. The large proboscidean animals with long tusks and thick fur that disappeared about four thousand years ago shared this place in Southern Moravia

with the residing homo sapiens. The findings of these remains led the park managers to incorporate this discovery in the rest of the gallery, creating an additional room dedicated to protecting and making the excavations visible, and thus keeping them alive and real. We can notice the containment structure and the work of the archaeologists, which combine perfectly with fossils and Paleolithic findings.

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The room maintains a suitable climate to keep the findings in the best conditions possible, with a controlled temperature that does not exceed 15 degrees and a humidity rate of 95%. The mix of antiquity, science, technology and communication is exploited to the best, as well due to a light show useful for leaving the excavation in the dark for as long as necessary. The museum space was created by the team

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reportage

resto della galleria, creando una stan‑ za aggiuntiva dedicata a proteggere e rendere visibili gli scavi, mantenendoli in tal modo vivi e reali. Si può notare la struttura di contenimento ed il lavoro degli archeologi, che si sposano bene con fossili e reperti paleolitici. La stan‑ za conserva un clima adatto a mante‑ nere i ritrovamenti nelle migliori con‑ dizioni possibili, con una temperatura controllata che non supera i 15 gradi ed un tasso di umidità pari al 95%. Il connubio fra antichità, scienza, tec‑ nologia e comunicazione è sfruttato

al massimo, grazie anche ad un gioco di luci utile a lasciare lo scavo al buio per tutto il tempo necessario. La cura con cui lo studio dell’architetto Radko Květ ha realizzato lo spazio museale ha permesso alla struttura di vincere il prestigioso premio Building of the Year 2016, a certificazione dell’attenzione con cui i vari reperti vengono presen‑ tati al pubblico. Lo studio dietro la realizzazione dell’Archeopark ha consentito di esal‑ tare al meglio anche uno dei pezzi più importanti dell’intera mostra: la “Ve‑

© ČESKÁ CENA ZA ARCHITEKTURU

Una vista della struttura dall‘interno del museo archeologico / A view of the structure from inside the archaeological museum

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of architect Radko Květ with such a care that allowed the structure to be awarded the prestigious Building of the Year 2016 award, certifying the attention with which various findings are presented to the public. The study behind the development of the Archeopark allowed to highlight one of the most important items of the entire exhibition: the “Venus of Věstonice”. We can admire only a replica in Pavlov as the original is protected and available to the public eye only occasionally. May it be an original or a replica, when we

look at this small statue representing a female nude we get the impression of being in front of a living object, yet used, even though it dates back to 29 to 25 thousand years ago. Discovered in 1925 and found broken in two pieces and then reconstructed, this sculpture has a digital imprint (visible only through specific tests) of a child estimated to have been between 7 and 15-years-old and who lived during the Upper Paleolithic. However, what is incredible is that Venus is the oldest ceramic artifact found so far in the history of humanity. This means

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nere di Věstonice”. A Pavlov è possibile vedere solo una copia, perché l’origi‑ nale è protetto e visibile da parte del pubblico solo saltuariamente. Origi‑ nale o copia, ad ogni modo, quando si guarda questa piccola statua raffigu‑ rante una donna nuda si ha l’impres‑ sione di essere davanti ad un oggetto ancora vivo, ancora usato, nonostante risalga ad un’epoca lontana dai 29 ai 25mila anni fa. Questa scultura, trova‑ ta nel 1925 spaccata in due parti e poi ricomposta, ha impressa un’impronta digitale (visibile solo attraverso analisi specifiche) di un bambino che si stima possa avere avuto tra i 7 e i 15 anni, vissuto proprio durante il Paleolitico superiore. Ma la cosa davvero incre‑ dibile è che la Venere è il più antico manufatto in ceramica, ritrovato fino ad ora, nella storia dell’umanità. Ciò vuol dire che di quel materiale non si può ammirare al mondo forma più vecchia: un insieme di storia, archeo‑ logia, arte e design unico, ammirabile esclusivamente qui. Oltre alle sue punte di diamante - e non sono tutte svelate - la galleria ospita molti altri reperti, dedicando uno spazio anche a mostre tempo‑ ranee, principalmente fotografiche e collegate con il resto dei contenuti. Il tutto è contornato da uno staff di‑ sponibile e molto preparato, e da una struttura capace di creare un clima unico a livello emozionale. Un’espo‑ sizione completa e moderna, ma vec‑ chia di 30mila anni. that we cannot admire an older item in the entire world: a unique collection of history, archeology, art and design that can be admired only here. In addition to its crown-jewels - and not all of them are revealed - the gallery houses many other relics, mainly photographic ones and connected to the rest of the elements. Everything is surrounded by a helpful and well-trained staff, and by a structure able of creating a unique and emotional climate. A complete and modern exhibition, but a thirty thousand years old one.


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CASTELLI DA FIABA E DA FILM In viaggio fra antichi manieri e residenze aristocratiche della Repubblica Ceca che i cineasti internazionali hanno reso famosi in tutto il mondo di Lawrence Formisano by Lawrence Formisano

Traveling among the ancient manors and aristocratic residences of the Czech Republic that international filmmakers have made famous all over the world

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Castello di Karlštejn / Karlštejn Castle

A trip to discover Bohemia and Moravia often means finding oneself in places that the public all over the world knows after having already seen them at the cinema. From Prague, a capital enshrouded in mystery, history and unique atmospheres, to Karlovy Vary, from Český Krumlov to the landscapes of Moravia, the country may appear as a giant open-air film set. And yet, when taking into account the small size of the Czech Republic, one of the most striking aspects is the abundance of castles, from the ancient and evoca-

tive medieval manors to the splendid aristocratic residences, which are used as film locations. It would be enough to think of those easily reachable from Prague, even simply in a classic day trip, such as Karlštejn, Křivoklát and Dobříš. The first, for example, played an important role, not only in the classics of the Czech new wave such as Návrat ztraceného syna (Return of the Prodigal Son: 1966), and Údolí včel (The Valley of the Bees: 1967), but also in the hugely popular comedy mu-

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sical Noc na Karlštejně (A Night in Karlštejn: 1973) in which the castle was the real star of the film. On the other hand, Křivoklát, the foundation of which dates to the 13th century, was chosen by director Terry Gilliam in 2005 for the dark and gloomy setting of the Grimm brothers’ fairy tales. In addition to the world of monsters and spells born from the imagination of the famous Jacob and Wilhelm Grimm brothers, Křivoklát Castle was also frequented by the assassins of Wanted (played with relish in 2005 by


cinema

FAIRYTALE FILM CASTLES

James McAvoy and Angelina Jolie), as well as by the Borgias in the series of the same name (2011-2014), and by the King in the fairy tale Třetí princ (The Third Prince: 1982). The latter however, is only one of the countless Czech cinematic fairy tales set in this castle. We therefore move to Dobříš, about 40 kilometers south of Prague, where we can find the splendid aristocratic residence, built in the Rococo style, known as the Pink Castle. Also in this case, the interest of film producers around the world has been enormous. The Czech

Viaggiare alla scoperta della Boemia e della Moravia vuol dire spesso ritro‑ varsi in luoghi che il grande pubblico di tutto il mondo conosce per averli già visti al cinema. Da Praga, una ca‑ pitale impregnata di mistero, di storia e di atmosfere uniche, a Karlovy Vary, da Český Krumlov ai paesaggi della Moravia, questo paese si presenta come un grande set a cielo aperto. Eppure, tenendo conto delle piccole dimensioni della Repubblica Ceca, uno degli aspetti che più impres‑ sionano è l’abbondanza di castelli – dagli antichi e suggestivi manieri medioevali alle splendide residenze aristocratiche – utilizzati come loca‑ tion cinematografiche. Basterebbe pensare a quelli raggiun‑ gibili con facilità da Praga, anche semplicemente con la classica gita

di una giornata, come Karlštejn, Křivoklát e Dobříš. Il primo, per esempio, ha giocato un ruolo importante, non solo nei classi‑ ci della nuova onda ceca come Návrat ztraceného syna (Ritorno del figlio prodigo: 1966), e Údolí včel (La valle delle Api: 1967), ma anche nella po‑ polarissima commedia musicale Noc na Karlštejně (Una Notte a Karlštejn: 1973) in cui il castello è stato il vero protagonista del film. Křivoklát, la cui fondazione risale al XIII secolo, è stato scelto invece dal regista Terry Gilliam nel 2005 per l’ambienta‑ zione oscura e tenebrosa delle fiabe dei fratelli Grimm. Oltre al mondo di mo‑ stri ed incantesimi nati dalla fantasia dei celebri Jacob e Wilhelm Grimm, il Castello di Křivoklát è stato frequen‑ tato anche dagli assassini di Wanted

public will recognize it from numerous Tv fairy tales, the most cultured film buffs from Případ pro začínajícího kata (Case for a Rookie Hangman: 1970), the Kafkaesque classic of the “Nová Vlna”. Fans of Hollywood cinema however, will recognize it as the location of the historical thriller The Illusionist (2006). The latter, set during the Austro-Hungarian empire of the late nineteenth century, exploited the marvelous interiors such as the hall of mirrors where the famous scene of the magic show takes place. From Dobříš, not even the beautiful

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Castello Pernštejn / Pernštejn Castle

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- Scegli il tuo destino (magistralmente interpretati nel 2005 da James McAvoy e Angelina Jolie), così come dai Borgia nella serie omonima (2011-2014) e dal Re della fiaba Třetí princ (Il terzo prin‑ cipe: 1982). Quest’ultima è comunque solo una delle innumerevoli favole ci‑ nematografiche ceche ambientate in questo castello. Ci spostiamo quindi a Dobříš, circa 40 chilometri a sud di Praga, dove pos‑ siamo trovare la splendida dimora ari‑ stocratica, in stile rococò, nota come il Castello rosa. Anche in questo caso l’interesse dei produttori cinematogra‑ fici di tutto il mondo è stato enorme. Il pubblico ceco lo riconoscerà da nume‑ rose fiabe televisive, mentre i cinefili più colti da Případ pro začínajícího

kata (Un caso per un boia debuttante: 1970), il classico kafkiano della “Nová Vlna”. I fan del cinema Hollywoodiano vi riconosceranno invece la location del film storico fantastico The Illusio‑ nist (2006). Quest’ultimo, ambientato durante l’impero austro-ungarico di fine Ottocento, ha sfruttato i meravi‑ gliosi interni come la sala degli spec‑ chi dove ha luogo la celeberrima scena dello spettacolo di magia. I cineasti a Dobříš non hanno trascurato nean‑ che bellissimi giardini francesi, come accaduto nel thriller La vera storia di Jack lo squartatore (From Hell: 2001) tratto dal romanzo di Alan Moore ed Eddie Campbell e con Johnny Depp nel ruolo principale. Come dimenticare poi alcune scene di Shanghai Knights

(2 cavalieri a Londra, 2003), in cui la leggenda del cinema d’azione Jackie Chan era chiamato a ritrovare il Sigillo Imperiale cinese. Fra i castelli nei dintorni di Praga spic‑ ca anche quello di Konopiště, circa 40 chilometri a sud-ovest dalla ca‑ pitale. Noto per essere stato il luogo dove l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este stabilì la sua dimora nel 1914 e dove era solito andare a caccia, Konopiště (come Křivoklát e Dobříš), viene impiegato nel thriller The Illusionist. È qui che il personag‑ gio Leopoldo – proprio come Fer‑ dinando – utilizza il bosco attiguo per l’arte venatoria. Il castello – che oggi conserva il proiettile con il quale Gavrilo Princip uccise l’arciduca, “la

French gardens have been neglected by filmmakers, having appeared in the thriller From Hell (2001) based on the graphic novel by Alan Moore and Eddie Campbell and with Johnny Depp in the lead role. And how can we forget the scenes of Shanghai Knights (2003) shot there, in which action film legend Jackie Chan was called upon to retrieve the Chinese Imperial Seal.

Among the castles in the surroundings of Prague, Konopiště is yet another stand-out, about 40 kilometers southwest from the capital. Known for being the place where the Archduke Franz Ferdinand of Austria-Este established his home in 1914 and where he used to go hunting, Konopiště (like Křivoklát and Dobříš), is used in the thriller The Illusionist. It is here where the charac-

ter of Leopold, exactly like Ferdinand, uses the nearby woods for the art of hunting. The castle, which today preserves the bullet with which Gavrilo Princip killed the archduke, “the bullet that started the First World War”, can also be seen in some of the most beloved Czech films of the last forty years such as the fairy tale Jak se budí princezny (How Princesses wake up:

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cinema

pallottola che diede inizio alla prima guerra mondiale” – può essere visto anche in alcuni dei film cechi più amati degli ultimi quarant’anni come la fiaba Jak se budí princezny (Come si svegliano le principesse: 1977), e due commedie classiche Adéla ještě nevečeřela (1977), e Jára Cimrman ležící, spící (1983). Jak se budí princezny, oltre a sfoggiare la bellezza di Konopiště, è girato pure in un’altra location molto richiesta da troupe provenienti da tutto il mon‑ do. Ci allontaniamo così dai dintorni di Praga per recarci nel cuore delle Alture boemo-morave, una zona di boschi dove si erge, ormai da quasi otto secoli, Pernštejn uno dei più bei castelli in assoluto della Repubblica

Ceca, un gioiello di forme gotiche e rinascimentali, che attira visitatori anche per la presunta presenza di un fantasma, la Dama bianca. Chissà se questa leggenda sia stata uno dei motivi che indusse lo stimatissimo regista tedesco Werner Herzog a sce‑ glierlo come il Castello del Conte Dra‑ cula per Nosferatu, il principe della notte (1979). Egli dovette ripiegare sull’allora Cecoslovacchia, dopo aver riscontrato troppi ostacoli per girare nella Romania di Ceaușescu. Il manie‑ ro di Pernštejn compare anche in Van Helsing, un film d’azione hollywo‑ odiano del 2004, in cui uno dei due protagonisti, è ancora il famoso Conte Transilvano ideato da Bram Stoker. Lo ricordiamo poi nel film d’azione

Castello di Konopiště / Konopiště Castle

1977), and two classic comedies Adéla ještě nevečeřela (Adéla hasn’t had her supper yet: 1977), and Jára Cimrman ležící, spící (Jára Cimrman laying and sleeping: 1983). Jak se budí princezny, in addition to displaying the beauty of Konopiště, is also filmed in another location that is very much in demand with film crews from all over the world. We thus move

away from the surroundings of Prague to head to the heart of the BohemianMoravian Highlands, a wooded area where Pernštejn, one of the most beautiful castles in the Czech Republic, a jewel of Gothic and Renaissance forms, has been standing for almost eight centuries now, and also attracts visitors due to the presumed presence of a ghost, the White Lady. One can only

wonder whether the legend was one of the reasons that led the esteemed German director Werner Herzog to choose it as Count Dracula’s Castle for Nosferatu the Vampyre (1979). He was forced to fall back on what was then Czechoslovakia, after having encountered too many obstacles to film in Ceaușescu’s Romania. The manor of Pernštejn also appears in Van Helsing, a Hollywood

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action movie from 2004, in which the antagonist of the main character, is again the famous Transylvanian Count conceived by Bram Stoker. We also may recognize it from the action film Wanted, then again in Bathory (2008, the most expensive Czech production to date) and finally in Fantaghirò, the Italian fantasy television miniseries from 1991 directed by Lamberto Bava.

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cinema

Castello di Křivoklát / Křivoklát Castle

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Wanted, poi in Bathory (2008, la pro‑ duzione ceca più costosa realizzata sino ad oggi) e infine in Fantaghirò, una miniserie televisiva italiana di genere fantastico del 1991 diretta da Lamberto Bava. Per quanto riguarda il genere dell’or‑ rore, difficilmente si troverà un ca‑ stello più adatto di quello di Jezeří, la “perla barocca” dei Monti Metalliferi, legato alle tante illustri figure cultu‑ rali che lo frequentarono come J.W.

von Goethe, Giacomo Casanova e Ludwig van Beethoven. Jezeří è però ricordato anche per Howling II – L’u‑ lulato (1986), una storia di licantropia che tra l’altro passa per essere stato uno dei peggiori film della storia del cinema. La decisione della troupe americana di girare da queste parti venne presa durante gli anni della Guerra fredda. Il permesso venne accordato, ma alle autorità cecoslo‑ vacche venne tuttavia il sospetto che

fosse solo un pretesto per studiare il terreno e mettere a punto un piano di invasione del Paese. Fu così che i cine‑ asti americani vennero costantemen‑ te monitorati, a tal punto da spingere il regista alla convinzione che il suo assistente “fosse uno dell’Stb o del Kgb”. D’altra parte, alla luce anche di questo retroscena e dell’atmosfera di tensione nella quale si svolsero le riprese, va riconosciuto che si tratta di un castello davvero spettrale, assolu‑ tamente da visitare. E che dire dello spettacolare castello gotico di Hluboká? Červená Lhota? Švihov? Český Krumlov? Per non parlare di molti altri situati non in Boemia, ma in Moravia. Sono luoghi che attirano sia i turisti che i location manager hollywoodiani. Di recente, si rileva in tutto il mondo la tendenza a fare turismo in famose location cinematografiche. Proprio interpretando questa tendenza, l’a‑ genzia del governo ceco CzechTourism ha messo a punto la speciale applica‑ zione Czech Film Trips, con la quale si può viaggiare per il Paese sulle orme appunto di eroi e storie di film famosi. Anche noi, nella seconda puntata di questo nostro articolo, continueremo il nostro viaggio alla scoperta di castelli utilizzati come location cinematografi‑ che, arrivando in altri bellissimi luoghi della Boemia e della Moravia.

Regarding the horror genre, it would be difficult to find a better suited castle than that of Jezeří, the “baroque pearl” of the Ore Mountains, linked to the many distinguished cultural figures who frequented it such as J.W. von Goethe, Giacomo Casanova and Ludwig van Beethoven. However, Jezeří is also remembered for Howling II: Your Sister Is a Werewolf (1986), a story of lycanthropy which among other things has frequently been listed as one of the worst films in the history of cinema. The American crew’s decision to shoot in the area was made during the Cold war years, and while the permit was granted, the Czechoslovak authorities

nevertheless suspected that it was only a pretext to study the territory and develop a plan to invade the country. As a result, the American filmmakers were constantly monitored, to the extent of even leading the director to the belief that his assistant “was one of the STB or KGB”. On the other hand, despite the background and the atmosphere of tension in which the filming took place, it must be acknowledged that the castle itself is truly ghostly, and absolutely worth visiting. And what about the spectacular Gothic castle of Hluboká? Červená Lhota? Švihov? Český Krumlov? Not to mention many others located not just in Bohe-

mia, but in Moravia. There is an abundance of places that attract both tourists and Hollywood location managers. Recently, there has been a worldwide trend towards tourism in famous movie locations. Having perceived this trend, the Czech government agency CzechTourism has developed the special application Czech Film Trips, with which you can travel around the country in the footsteps of heroes and famous movie stories. We too, in the second installment of our article, will continue our journey to discover castles used as film locations, arriving in other beautiful places in Bohemia and Moravia.

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La scala di Eva Jiřičná presso Joan & David Shoe Shop di New Bond Street a Londra / Eva Jiřičná's staircase at Joan & David Shoe Shop on New Bond Street in London

LA SCALA DEL SUCCESSO THE STAIRS TO SUCCESS La carriera

a gradini, sempre verso l’alto di Eva Jiřičná di Alessandro Canevari by Alessandro Canevari

The ever upward career steps of Eva Jiřičná

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© KIDA

Rileggere a distanza di oltre trent’an‑ ni le parole di Eva Jiřičná nella lunga intervista rilasciata a Alvin Boyarsky permette di cogliere retrospettiva‑ mente la presenza dei capisaldi di una carriera ormai avviata al successo. Un successo di portata mondiale. Da New

York a Praga non si contano i progetti e le realizzazioni dell’architetto che, lasciando un’impronta indelebile nell’interior design, ha rivoluzionato l’idea di boutique. Animate da un entusiasmo lieve e tenace, quelle pagine restituiscono

l’indecisa risolutezza degli esordi. In una chiacchierata in cui la si imma‑ gina sorridente, Eva Jiřičná racconta quegli anni a Boyarsky – chairman della prestigiosa Architectural Asso‑ ciation di Londra che nel giugno 1987 le dedica una personale.

Rereading the words of Eva Jiřičná thirty years later in the long interview given to Alvin Boyarsky enables us to retrospectively grasp the cornerstones of an already successful career. An international success. Countless projects and accomplishments of the artist are spread from New York to Prague, leaving behind an indelible mark on the interior design, revolutionizing the idea of designer stores.

Packed with a slight and tenacious enthusiasm, those pages revive the undecided energy of the beginnings. In a chat in which one can picture her smiling, Eva Jiřičná reminisces those years to Boyarsky – chairman of the prestigious Architectural Association in London who dedicated her a personal exhibition in June 1987. The suffocating experience of Socialist Realism – the only officially recognized

style – marks her university studies in Prague and inevitably opens that conversation. The vast book collection by her father, who was an architect too, and the rare magazines stuffed in the suitcases of those able to travel abroad – passed from hand to hand among students with keen jealousy – seem only a distant but unforgettable memory. Revealing a limitation of horizon that was nevertheless almost disintegrat-

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La soffocante esperienza del Reali‑ smo Socialista – unico stile ufficial‑ mente riconosciuto – segna i suoi studi universitari a Praga e apre ine‑ vitabilmente quella conversazione. La vasta collezione di libri del padre architetto e le rare riviste rientrate nella valigia di coloro che avevano potuto viaggiare all’estero – passa‑ te di mano in mano tra gli studenti con avida gelosia – sembrano solo un lontano ma indelebile ricordo. Effimeri spiragli su un mondo che si avviava a mettere in crisi i dogmi fun‑ zionalisti del Movimento Moderno per sperimentare le prime esperien‑ ze radicali e high-tech, quelle riviste palesano una limitazione di orizzonte che stava tuttavia per disgregarsi. Le lezioni del critico e teorico Dalibor Veselý di ritorno da Londra suonano per la giovane Eva e per una intera generazione di progettisti addirittura come “disvelamento della verità”. Proprio nella turbinante Swinging London approda definitivamente Eva nell’agosto 1968, lasciando Pra‑ ga esattamente venti giorni prima dell’invasione sovietica della Ceco‑ slovacchia e non rientrando in patria per oltre un ventennio. L’eccitante scena londinese degli anni Sessanta in cui imperversano le provocazio‑ ni degli Archigram e una insistente rincorsa per sbarazzarsi di consue‑ tudini ormai indebolite, monotone e opache è straordinariamente varie‑ gata – specie agli occhi di coloro che giungono da oltre cortina. Beatles e Rolling Stones, Twiggy e Diana Vre‑ eland, Smithson e Reyner Banham

popolano quel palcoscenico prodigo di spunti ispiratori e possibilità. Nel travolgente panorama londinese un talento come quello di Eva non può che emergere rapidamente. Allo scadere del suo tirocinio presso il Gre‑ ater London Council armata di non co‑ mune tenacia risponde ad oltre venti annunci trovati su The Architects’ Journal. Lo studio di Louis de Soissons

ing, those magazines were ephemeral glimmers of a world that was about to undermine the functionalist group of the Modern Movement to live the first radical and high-tech experiences. The lessons of the critic and theorist Dalibor Veselý, returned from London, sound to young Eva and to the whole generation of designers as “truth revealers”. Eventually, in August 1968, Eva arrived precisely in this swirling Swinging Lon-

don, leaving Prague exactly twenty days before the Soviet invasion of Czechoslovakia and not returning home for over twenty years. The exciting London scene of the Sixties with popular Archigram provocations and an insistent run-up to get rid of already faded, monotonous and opaque traditions is extraordinarily varied – especially in the eyes of those coming from beyond the curtain. Beatles and Rolling Stones, Twiggy and

– allievo di Edwin Lutyens – le offre di lavorare al grande progetto della Brighton Marina con David Hodges. In svariate interviste Eva ha ricordato con entusiasmo quella collaborazione durata quasi un decennio durante la quale ha scalato l’intera gerarchia del team, definendola una straordinaria esperienza di apprendimento. Lasciato lo studio di de Soissons, un

© MATĚJ SLÁVIK

Eva Jiřičná / Eva Jiřičná

Diana Vreeland, Smithson and Reyner Banham fill up the prodigal scene with aspiring ideas and possibilities. In the overwhelming panorama of London, a talent like Eva’s can only emerge quickly. With uncommon tenacity, Eva replied to over twenty job postings in the Architect’s Journal at the end of her internship at the Greater London Council. The studio of Louis de Soissons – a pupil of Edwin Lutyens – offered her

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incontro del tutto fortuito offre ad Eva il contatto che cambierà radicalmente la sua carriera. Ad un party conosce Coco, moglie del guru della moda lon‑ dinese Joseph Ettedgui, il quale aveva appena commissionato un negozio a Norman Foster. Dopo un primo piccolo lavoro d’interni al proprio apparta‑ mento, Joseph le chiede di progettare un appartamento a Sloane Street e in contemporanea un punto vendita in South Molton Street. La collabo‑ razione è un vero successo. Entrambi meticolosi in ogni dettaglio, danno forma rapidamente a decine di show room. Memorabile è quello in Brom‑ pton Cross nel quale Eva ha occasione di progettare la sua prima scala in ve‑ tro, elemento che diventerà iconico e distintivo della sua produzione quanto una vera e propria firma. Tra le sue più famose scale si ricordando a Londra quelle elicoidali dello store di Joan & David in New Bond Street (1994) e quelle presso la Bollinger Jewellery Gallery del Victoria & Albert Museum (2008) alle quali si aggiunge recente‑ mente quella tecnologicamente ancor più audace per la Tiffany Gallery del New-York Historical Society Museum & Library (2017). Proprio una delle sue prime scale – quella della bouti‑ que Kenzo realizzata per Joseph – è notata da Richard Rogers che nel 1984 le affida la progettazione degli interni di uno dei suoi più noti progetti nel‑ la City londinese: il quartier generale Lloyds. Quell’incarico sancisce inequi‑ vocabilmente il decollo della carriera di Eva, ormai destinata ad un successo su scala mondiale. a collaboration on the great Brighton Marina project with David Hodges. Eva mentioned with enthusiasm in several interviews the collaboration that lasted almost a decade throughout which she climbed the entire hierarchy of the team, calling it an extraordinary learning experience. After leaving Soissons’ studio, a chance encounter offered Eva the life changing opportunity of her career. At a

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L’anno successivo vede Eva impegna‑ ta nella sua più nota collaborazione con il connazionale Jan Kaplický – come lei esule nel Regno Unito – per il rinnovo del negozio Way-In all’in‑ terno dei grandi magazzini Harrods. Un paio d’anni più tardi anche le manifatture Vitra le affideranno al‑

cuni lavori presso il proprio quartier generale a Weil am Rhein – tempio del design mondiale. Tuttavia, la notorietà di Eva non si esaurisce affatto con progetti di inter‑ ni di abbagliante candore, come si in‑ tuisce immediatamente scorrendo le immagini delle sue tante opere. Il suo

inconfondibile stile che guarda all’hi‑ gh-tech con ineguagliabile e raffinata eleganza, fondendosi talora con il minimal, trova infatti applicazione in una grande varietà di realizzazioni e non solo nel Regno Unito. Tra quelle più conosciute spiccano in Repubblica Ceca il tunnel in vetro e acciaio che

© PETER COOK

La stazione degli autobus Canada Water, a Londra, progettata nel 1998 da Eva Jiřičná / Canada Water Bus Station, in London, designed by Eva Jiřičná in 1998

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party, she meets Coco, the wife of the London fashion guru Joseph Ettedgui, who had just commissioned a store to Norman Foster. After an initial small interior design work of his apartment, Joseph asks Eva to design the interior of a flat on Sloane Street and simultaneously a store on South Molton Street. The collaboration proved to be a real success. Both extremely meticulous in

all details, they would quickly put together dozens of showrooms. The one in Brompton Cross is memorable. Eva has the opportunity to design her first glass staircase, an element to become iconic and distinctive for her creations as much as a real signature. Among her most famous staircases in London, we mention the helical ones of Joan & David store in New Bond Street (1994) and

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those at Bollinger Jewelry Gallery of the Victoria & Albert Museum (2008). Most recently, we add the one in Tiffany Gallery at the New-York Historical Society Museum & Library (2017), technologically even more daring than the others. One of her first stairways – that of the Kenzo design store made for Joseph – captivates the attention of Richard Rogers who, in 1984, entrusted her


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ospita l’orangerie del Castello di Pra‑ ga (1998), l’Hotel Josef (2002) di Pra‑ ga con la sua facciata ‘rational-chich’ e l’inconfondibile scala elicoidale e adamantina nella hall, la Tomáš Baťa University Library (2008) a Zlín – sua città natale – fronteggiata dal più re‑ cente Congress Center (2011) il cui co‑

ronamento ‘irto di spine’ cela alcune esigenze tecnologiche che avrebbero compromesso la visione dall’alto del‑ la copertura dell’edificio sito a fondo‑ valle. In questa inarrestabile marcia verso il futuro ha un posto di rilievo la pensilina per i bus che Eva realiz‑ za a Brno nel 2011 – inconfondibile

omaggio alle sperimentazioni formali e materiche di Kaplický, mentre è del tutto sorprendente l’armonioso e so‑ brio restauro della Chiesa di Sant’An‑ na a Praga, Staré Město – oggi sede del Centrum Pražská křižovatka – in cui la memoria della volta trecentesca è affidata a sottili steli metallici che si

intrecciano al di sopra dei muri segna‑ ti dalla fascinosa patina del tempo. Oggi, all’età di ottant’anni e con una cinquantennale carriera alle spalle, Eva Jiřičná vanta una moltitudine di prestigiosi riconoscimenti accademici e professionali tra i quali brillano le elezioni a Royal Academician presso

© PETER COOK

L’Università Tomáš Baťa di Zlín / The Tomáš Baťa University in Zlín

with the interior design of one of his most famous London-based projects: the Lloyds headquarters. This assignment established without any doubt the launch of Eva’s career, now destined to a worldwide success. The following year, Eva engaged in her most famous collaboration with her compatriot Jan Kaplický – exiled in the United Kingdom – for the renovation

of the Way-In store within the Harrods department stores. A couple of years later, even Vitra manufactures entrusted her with a few works at their headquarters in Weil am Rhein – the temple of world design. However, as one can immediately perceive by scrolling through the images of her many creations, Eva’s fame is not limited to interior design projects

of dazzling candor. Her unmistakable style that approaches high-tech with unparalleled and refined elegance, sometimes merging with the minimal, finds its application in a great variety of realizations and not only in the United Kingdom. Among the most famous in Czech Republic are the glass and steel tunnel that hosts the Prague Castle Orangery (1998), the Hotel Josef (2002)

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in Prague with its rational-chic facade and the unique helical and adamantine staircase in the hall, the Tomáš Baťa University Library (2008) in Zlín – her hometown – topped by the most recent Congress Center (2011) whose “thorny” completion hides some technological requirements that would have compromised the roof vision of the valley located building. In this unstoppable

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la britannica Royal Academy of Arts e a fellow presso l’American Institute of Architects, il titolo di Royal Designer for Industry, nonché quello di Com‑ mander of the British Empire, oltre – naturalmente – al premio alla carriera dal Ministero della Cultura Ceco.

In occasione del suo ottantesimo compleanno Eva è stata insignita del Premio Città di Zlín per il suo instan‑ cabile lavoro capace di promuovere la sua città natale nel mondo e il Dox – Centrum současného umění (Centro per l’arte contemporanea) di Praga le

ha dedicato una vasta retrospettiva, visitabile fino al 12 agosto. Oltre a mo‑ delli, documenti originali e contenuti multimediali, tra gli oggetti in mostra non poteva mancare la scala elicoidale in vetro disegnata da Eva nel 1994 per la boutique Joan & David.

© RICHARD DAVIES

Il Centro Congressi di Zlín / The Congress centre of Zlín

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march towards the future, the bus stop built by Eva in Brno, in 2011 has a special place. It is an unmistakable homage to the formal and material experiments of Kaplický. The harmonious and sober restoration of the Church of Saint Anne in Prague, Staré Město is highly surprising, now hosting the Centrum Pražská křižovatka. The memory of its fourteenth century vault is entrusted to intertwining thin metal blades above the walls marked by the fascinating patina of time.

Nowadays, at the age of eighty and with a fifty-year long career, Eva Jiřičná prides herself with a multitude of prestigious and academic awards among which stand out the elections at the Royal Academician within the British Royal Academy of Arts and fellow at the American Institute of Architects, the title of Royal Designer for Industry, and Commander of the British Empire, in addition – of course – to the career award granted by the Czech Ministry of Culture.

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On the occasion of her 80th birthday, Eva was awarded the City of Zlín Prize for her tireless effort of promoting her hometown in the world and the Dox – Centrum současného umění (The Center for Contemporary Art) in Prague dedicated her a vast retrospective, open to the public until August 12. In addition to designs, original documents and multimedia content, the exhibition includes the helical glass staircase designed by Eva in 1994 for the Joan & David design store.


di GIOVANNI USAI

Aprile – Maggio 2019

il mese de La Pagina

Le principali notizie pubblicate sulla rassegna stampa quotidiana La Pagina

POLITICA

ECONOMIA, AFFARI E FINANZA

(24 aprile) Tassate le restituzioni ecclesiastiche. La Camera dei deputati approva con il voto favorevole di 114 deputati (su 181 presenti in aula) la proposta del partito Comunista di sottoporre a imposta gli indennizzi finanziari previsti per compensare quei beni, nazionalizzati durante il regime, che non possono essere restituiti alle Chiese. Ribaltato il no espresso dal Senato. Certa la firma di promulgazione del presidente Miloš Zeman. Molto probabile un ricorso alla Corte costituzionale.

(4 aprile) Počerady nel mirino degli ambientalisti. La centrale a carbone situata nel distretto di Most risulta la principale azienda inquinatrice della Repubblica Ceca. Nel 2018 ha rilasciato nell’atmosfera più di 5,5 milioni di tonnellate di Co2. Al secondo posto un altro impianto della Cez, il Tušimice II, con più di 4,4 milioni di tonnellate, e al terzo Chvaletice del gruppo Sev.en Energy di Pavel Tykač. A darne notizia è Greenpeace ČR, sulla base dei dati ricavati dal sistema di scambio delle emissioni della Commissione Ue.

(25 aprile) Produzione automobilistica in calo. Gli stabilimenti cechi nel 2018 hanno sfornato 363.052 vetture, con una flessione del 3,8%. Lo annuncia l’Associazione delle industrie automobilistiche. Per quanto riguarda la Škoda Auto, la diminuzione è stata del 3% (231.280 i veicoli prodotti). Segno negativo anche per Hyundai, la cui produzione è calata a 73.000 veicoli (-12%). In aumento invece il consorzio Tpca (Toyota, Peugeot e Citroën), +5% a 58.772 unità. L’associazione produttori pensa essersi trattato di una flessione di breve periodo e prevede una ripresa già nel secondo trimestre.

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(30 aprile) Rimpasto nel governo ceco. Il presidente Miloš Zeman, su proposta del premier Andrej Babiš, nomina tre nuovi ministri: Vladimír Kremlík (Trasporti), Karel Havlíček (Industria e Commercio) e Marie Benešová (Giustizia). Subentrano rispettivamente a Dan Ťok, Marta Nováková e Jan Kněžínek. --------------------------------------------------------------------

(8 aprile) Smartwings riduce capacità voli estivi. La compagnia aerea è costretta a questo passo dalla necessità di lasciare a terra i problematici Boeing 737 Max. Ha infatti sette velivoli di questo tipo nella sua flotta. Sospende temporaneamente, per questo, la realizzazione di alcune linee, mentre per altre destinazioni si limiterà a diminuire la frequenza dei voli. --------------------------------------------------------------------

(29 aprile) Biglietterie contactless in tutti i tram di Praga. Sinora i dispositivi erano attivati solo in alcuni mezzi. L’azienda trasporti pubblici della capitale, il Dpp, ha stipulato lo scorso novembre un accordo quadriennale con la società Banit (gruppo Čsob), che ha installato e messo in funzione le biglietterie sui tram della città, che sono più di 800, in cambio di una provvigione pari all’1,99% per ogni biglietto pagato.

(10 aprile) Produzione birra da primato nel 2018. Si è trattato di più di 21 milioni di ettolitri, in aumento quasi del 5% rispetto all’anno precedente, secondo dati diffusi ieri dalla Associazione ceca dei birrifici e delle malterie. Un incremento da attribuire in primo luogo alla crescita dell’export, soprattutto verso la Slovacchia e la Germania. Fuori dalla Ue, il principale paese destinatario della birra ceca è la Russia. Il consumo interno è salito lo scorso anno a 16,5 milioni di ettolitri, +2,9% (141 litri pro capite, tre in più del 2017). Nuovamente in calo il consumo alla spina nei ristoranti e nelle birreria (36% del totale, due punti percentuali in meno del 2017). I cechi bevono più birra, ma meno nei locali e più a casa.

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(3 maggio) Conferenza internazionale a Praga su 5G. Vi partecipano i rappresentanti di 32 stati della Ue, della Nato e dalla Ocse, per parlare degli standard di sicurezza da osservare per la realizzazione della rete 5G. La conferenza è aperta dal premier Andrej Babiš. L’incontro si svolge a seguito dell’allarme lanciato dagli Stati Uniti sui rischi connessi al coinvolgimento di Cina e Huawei nella realizzazione della rete di quinta generazione.

(1 maggio) La Repubblica Ceca festeggia 15 anni in Ue. Secondo sondaggio Behavio e Stem, il 56% dei cechi è soddisfatto della appartenenza alla Ue (e non sarebbe d’accordo con ipotesi Czexit), percentuale più elevata da quando è scoppiata la crisi economica. Lo scorso anno era pari a 45%. “L’appartenenza alla Ue non ha alternative per Praga, ma questa Ue va modificata”. Lo dichiara a Varsavia, in occasione delle celebrazioni per l’anniversario dell’allargamento, il premier Andrej Babiš. -------------------------------------------------------------------(25 maggio) Elezioni europee: vince Ano. Il partito di Andrej Babiš ottiene il 21,6% dei consensi e conquista sei seggi (due in più dello scorso voto Ue). Al secondo posto i Civici democratici dell’Ods, con il 14,5%, e quattro seggi (due in più), poi i Pirati, con il 14% e tre seggi. Stesso numero di eurodeputati, tre, per la coalizione fra Stan e Top 09, che raggiunge l’11,7%. Poi i sovranisti dell’Spd, 9,1% (due seggi) e i Cristiano democratici del KduČsl, 7,2% (due seggi). Infine i Comunisti del Ksčm, 6,9% (un seggio). Nessun europarlamentare per i socialdemocratici della Čssd, partner di governo di Ano, che non hanno superato la soglia di sbarramento del 5%. L’afflusso alle urne è stato del 28,72%.

CRONACA (4 aprile) Popolazione detenuta quasi da record. La Repubblica Ceca è uno dei paesi europei con uno dei tassi di detenzione in carcere più elevati (209 detenuti per ogni 100 mila abitanti), superata solo da Russia (418,3 detenuti), Georgia (252,2), Azerbaigian (235), Lituania (234,9) e Repubblica di Moldova (215,2). Lo rivela il rapporto ‘Space’ del Consiglio d’Europa appena pubblicato. La media – con dati relativi a 44 paesi, al 31 gennaio 2018 – è stata di 103 reclusi per ogni 100 mila abitanti. La Repubblica Ceca si distingue anche per la elevatezza delle pene detentive, con una media di 24 mesi, superata solo da Azerbaijan, Portogallo e Romania. -------------------------------------------------------------------(8 aprile) Troppe croci sulle strade. Secondo un report della Commissione Ue, nel 2018 in Repubblica Ceca sono morte a causa di incidenti stradali 62 persone per ogni milione di abitanti (+14% rispetto al 2017), mentre la media Ue è stata di 49 morti. Il Paese risulta 21° in Ue per sicurezza stradale. Al primo posto la Gran Bretagna (28 morti), all’ultimo la Romania (96).

(16 aprile) Repubblica Ceca 13% in Ue per crescita Pil. Nel 2018 ha registrato un incremento del 2,9%, come evidenziato dall’Ufficio nazionale di statistica. I tassi di crescita più elevati sono stati quelli Irlanda, Malta e Polonia. I più bassi in Italia, Danimarca, Gran Bretagna e Germania. Il Pil ceco nel 2017 era cresciuto del 4,5%. Nel 2018 la crescita ceca è stata sostenuta soprattutto da consumi e investimenti. Si è indebolito invece l’effetto della domanda estera. Il problema principale della economia nazionale è stata la carenza di manodopera. -------------------------------------------------------------------(16 aprile) Produzione zootecnica: competitività in calo. La Repubblica Ceca diventa sempre più dipendente dalle importazioni di bestiame, carne e prodotti lattiero-caseari dall’estero, nonostante le sovvenzioni pubbliche, in costante aumento dal 2012. A osservarlo è l’ente supremo di controllo Nku, la Corte dei conti ceca. Gli allevatori cechi hanno ricevuto quasi 21 miliardi di corone di fondi statali dal 2015 al 2017, dieci miliardi dei quali provenienti da fondi europei. Le condizioni poste per la concessione delle sovvenzioni, non evitano il rischio di abusi e sprechi. -------------------------------------------------------------------(26 aprile) Nuova via della seta, vertice a Pechino. A guidare la delegazione ceca, composta da cinque ministri e numerosi imprenditori, è Miloš Zeman, al suo quinto viaggio in Cina da quando nel 2013 è diventato capo dello Stato. Del suo seguito fanno parte in qualità di testimoni anche gli sportivi Pavel Nedvěd e Jaromír Jágr. In programma anche un colloquio con il presidente Xi Jinping. Zeman sollecita maggiori investimenti cinesi in Repubblica Ceca. --------------------------------------------------------------------

(1 maggio) Essere in Ue conviene, ma niente euro. Quattro cechi su cinque considerano l’appartenenza all’Unione economicamente vantaggiosa, ma solo uno su cinque è d’accordo con la possibilità di adottare la moneta unica. E’ quanto emerge da un sondaggio Stem, secondo il quale il 44% dei cechi non sa che la Repubblica Ceca in questi 15 anni ha ricevuto dai fondi Ue più del doppio di quanto ha invece pagato (1.300 miliardi di corone contro 565 miliardi). Fra gli euro-scettici la quota di chi non lo sa sale al 71%. --------------------------------------------------------------------

-------------------------------------------------------------------(7 maggio) Governo approva la Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale. Con questo documento sottolinea il ministro di Industria e Commercio, Karel Havlíček - la Repubblica Ceca si pone l’obiettivo di essere un paese modello in Europa. Fra le priorità indica la sicurezza e la difesa, così come l’industria e la produzione.

VARIE (19 maggio) Karolína Plíšková vince gli Internazionali d’Italia. La tennista ceca si impone al Foro Italico di Roma contro la britannica Johanna Konta per 6-3 6-4. Grazie a questo successo sale al secondo posto del Ranking Wta. Per la Plíšková si tratta del secondo torneo di questa stagione dopo quello conquistato lo scorso gennaio a Brisbane. -------------------------------------------------------------------(19 maggio) La Liga allo Slavia Praga. La squadra della Capitale conquista lo scudetto, pareggiando per 0 a 0 a Ostrava e aggiudicandosi così il punto decisivo. E’ il quinto campionato che gli slavisti si aggiudicano dalla nascita nel 1993 della Repubblica Ceca, dopo quelli vinti nel 1996, nel 2008, nel 2009 e nel 2017. Il 19° considerando anche il periodo della Cecoslovacchia.

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BUON COMPLEANNO KUNDERA, IL PIÙ INTERNAZIONALE DEGLI SCRITTORI CECHI HAPPY ANNIVERSARY KUNDERA, THE MOST INTERNATIONAL AMONG CZECH WRITERS Milan Kundera compie 90 anni: la vita movimentata di un figlio di Brno di Tiziano Marasco by Tiziano Marasco

Milan Kundera turns 90: the eventful life of a Brno son

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Should one ask a profane - with a fascination for reading - to name a Czech writer, in nine out of ten cases Milan Kundera would be mentioned. Someone particularly fond of the country could mention Bohumil Hrabal. Perhaps someone else, maybe a poetry passionate or someone remembering the Nobel prize received in 1986, would point out Jaroslav Seifert. Finally, someone, especially from overseas, could pull Josef Škvorecký’s name out of the hat, due to his exile in Canada. Why? We will try to find the answer today, also by celebrating the 90 years anniversary of Kundera which took place on last April 1.

Born in Brno (which is not in Bohemia as wrongly mentioned in Adelphi’s biography), Kundera had a relatively eventful life (even though less than other Czech writers). Between 1948 and 1974, the year of his escape to France, he was expelled twice from the Czechoslovak Communist Party - firstly, because of a letter; and that will be the starting point of his first novel “The Joke”. However, he wrote only ten novels during his long career. To these we can add four theatrical works, three poetry collections, a short story one and a ridiculous number of essays. Among the latter, we can mention “The Art of the Novel”, but we do

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not refer to the one written in the 80s and published in Italian by Adelphi. We are actually referring to his final thesis, written at the end of the 50s. A wonderful essay on Marxist literary criticism dedicated to the Czech writer Vladislav Vančura (1891-1942, we will come back to this). A text that Kundera tried to destroy with all his strength, including by publishing an additional “Art of the Novel” thirty years later to confuse the trail. All this because the Moravian writer enjoyed controversies but only to the point of not becoming harmful to him. In fact, there is not much to be done, as Kundera enjoys being talked about,


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and it is enough to read any of his texts to realize it. In fact, the writer willingly breaks his narrations by offering us his reflections on the world or episodes of his or other characters’ life. Sometimes, he surprises and amuses us, for example when he says that Stalin’s son was killed over a discussion about “shit” (a word used by the writer himself), two pages after pulling out a triviality that leaves us speechless. The polemic originates from before Oscar Wilde. To this we might add that Kundera often touches topics of love and intimacy, but always presents the theme in a rather sordid manner, similar to the above-mentioned Vančura

in his first novels, albeit with another purpose. And yes, even rumor has it, that these two elements might have contributed to the Moravian writer’s success in the West. What must be acknowledged about the author is in any case his mastery in building novels and various writings. A somewhat cerebral and elegant shape. From the formal point of view, he is one of the best prose writers that the 20th century has given us. In Kundera’s writings, everything is in a specific place for a specific reason. Son of a pianist and great music passionate, he himself claims of building his text as a great symphony. Although his novels are

Se a un profano – con la passione del‑ la lettura – si chiede il nome di uno scrittore ceco, in nove casi su dieci farà quello di Milan Kundera. Qual‑ cuno particolarmente appassionato del paese potrebbe citare Bohumil Hrabal. Forse qualcun altro, maga‑ ri perché appassionato di poesia o perché memore del Nobel ricevuto nel 1986, nominerà Jaroslav Seifert. Qualcuno infine, soprattutto se pro‑ veniente da oltreoceano, potrebbe estrarre dal cilindro Josef Škvorecký, in virtù della sua vita da esule in Ca‑ nada. Perché? La risposta cercheremo di trovarla oggi, anche per celebrare i 90 anni che Kundera ha compiuto lo scorso primo aprile. Nato a Brno (che non è in Boemia come erroneamente si leggeva sulla biografia dell’Adelphi), Kundera ha avuto una vita relativamente mo‑ vimentata (anche se meno di altri scrittori cechi). Tra il 1948 e il 1974, anno della sua fuga in Francia, è stato espulso dal partito comunista cecoslovacco due volte – la prima delle quali a causa di una lettera, e questo sarà lo spunto per il suo primo romanzo “Lo scherzo”. Nella sua lunga carriera, però, ha scritto appena die‑ ci romanzi. A questi si aggiungono quattro opere teatrali, tre raccolte di poesia, una di racconti e uno spro‑ posito di saggi. Tra questi ultimi pos‑

siamo citare “L’Arte del romanzo”, ma non alludiamo a “L’arte del romanzo” scritta negli anni 80 e edita in italiano dall’Adelphi. Parliamo infatti della sua tesi di laurea, scritta al tramonto degli anni 50. Un meraviglioso saggio di critica letteraria marxista dedicata allo scrittore ceco Vladislav Vančura (1891-1942, ne risentiremo parlare). Un testo che Kundera ha provato a distruggere con tutte le forze, anche pubblicando l’altra “Arte del roman‑ zo” 30 anni dopo per confondere le tracce. Perché all’autore moravo le polemiche piacciono solo finché non lo danneggiano. C’è poco da fare, in effetti, a Kundera piace far parlare di sé, e basta leggere un qualsiasi testo dei suoi per render‑ sene conto. Lo scrittore in effetti spez‑ za volentieri le sue narrazioni piaz‑ zandoci le sue riflessioni sul mondo o con episodi della sua vita o di altri personaggi. Alle volte resti sorpreso e divertito, ad esempio quando dice che il figlio di Stalin è stato ucciso per una discussione su “la merda” (parola espressamente usata da lui stesso), due pagine dopo estrae una banalità che fa cadere le braccia. La polemica tira, da prima di Oscar Wilde. A questo si aggiunga che Kundera tratta spesso di amore e di sesso, ma presenta la tematica sempre in maniera piuttosto sordida, un po’ come faceva il Vančura

divided into seven parts, symphonies in seven movements have never been encountered. All symphonies except the Pastoral of Beethoven have four movements. However, the comparison between music and writing goes beyond. The length of the sentences and the correlation between these represents the connection between the lengths of the notes. He was not the only Czech to do this, even Škvorecký did, taking inspiration more from jazz than from classic music. Nevertheless, we will talk more about the differences between the two of them. In all this, what do Kundera’s stories talk about? Truthfully, not much re-

mains imprinted, obscured by the author’s thoughts and the incredible formal beauty. “The Joke” is probably the most memorable novel of all, also due to the autobiographical elements: a young communist who during the 50s witnesses the fall of his own illusions into ideology, is sent to prison and when he regains his freedom he tries to take revenge on his old romantic rival, only to discover that Prague Spring has changed everything. “The Unbearable Lightness of Being” talks about a couple running from Czechoslovakia after 1968 and deciding afterwards to return. We must emphasize that his considerations scattered

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Piuttosto che le storie, a rimanere impresse sono le sue considerazioni sparpagliate qua e là nel testo His considerations scattered here and there in the text remain engraved even more than the stories

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di cui sopra nei suoi primi romanzi, anche se con altro fine. Eh sì, anche il pettegolezzo tira, e questi due ele‑ menti potrebbero aver contribuito al successo dello scrittore moravo in occidente. Ciò che va riconosciuto all’autore è in ogni caso la straordinaria maestria con cui costruisce i romanzi e i vari scritti. Una forma un po’ cerebrale ed elegante. Si tratta di uno dei migliori prosatori dal punto di vista formale che il XX secolo ci abbia lasciato. Tut‑ to, negli scritti di Kundera, sta in un preciso luogo per uno specifico moti‑ vo. Lui stesso, figlio di pianista e con una grande passione per la musica, sostiene di costruire il suo testo come una grande sinfonia. Anche se i suoi romanzi sono divisi in sette parti ma non si sono mai viste sinfonie di sette movimenti. Tutte le sinfonie tranne la Pastorale di Beethoven ne hanno quattro. Ma i paralleli tra musica e scrittura vanno oltre. La lunghezza delle frasi e il rapporto tra le lunghez‑ ze delle frasi, sta a rappresentare i rapporti delle lunghezze tra le note. Non è che sia l’unico tra i cechi, anche Škvorecký lo fa, pur ispirandosi al Jazz più che alla classica. Ma delle diffe‑ renze tra i due parleremo ancora. here and there across the text are to remain engraved, even more than the stories. Kundera narrates it all with a cold Tolstoyan detachment, only to introduce us some outrageous term. And even with this he is similar to Vančura This is worth a lot for both the Czech and French novels. The French novels are already a torture for the Czech literary criticism and a delight for the author who continues being talked about in his country without authorizing their translation in his own language. It would be good if the Czechs, instead of holding on to this controversy, would realize that the French novels did not add much to the previous ones. Indeed, since writing in another language is not the easiest thing in the world,

Ma in tutto questo, di che parlano le storie di Kundera? A dire la verità, non rimangono granché impresse, ottenebrate dalle considerazioni dell’autore e dall’incredibile bellezza formale. “Lo scherzo” è forse il roman‑ zo che si ricorda meglio, anche gra‑ zie agli elementi autobiografici: un giovane comunista che negli anni 50 vede cadere le proprie illusioni nell’i‑

deologia, viene mandato in carcere e quando ne esce prova a vendicarsi del suo vecchio rivale amoroso, salvo poi scoprire che la Primavera di Pra‑ ga ha cambiato tutto. “L’insostenibile leggerezza dell’essere” parla di una coppia che fugge dalla Cecoslovacchia dopo il 1968 e poi decide di tornare. Questo va ribadito, piuttosto che le storie, a rimanere impresse sono le

they are limited, almost like caricatures of the Czech novels. However, it is acknowledged that the French novels are completely identical formally to the previous ones, and this is a good thing. They are at their best.

This is easily explained, and it is perhaps the real reason why Milan Kundera is the most famous among Czech writers: he is the least Czech among all Czech writers. Let us make a comparison with Škvorecký, another exiled writer of the

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sue considerazioni sparpagliate qua e là nel testo. Kundera narra il tutto con un freddo distacco Tolstojano, salvo poi metterci qualche termine scurrile. Ed anche in questo si rifà a Vančura. Ciò vale tanto per i romanzi in ceco che per quelli in francese. Già, i romanzi in francese, croce della critica letteraria ceca e delizia dell’au‑ tore che, non autorizzando le tradu‑

Czech literature. He writes often and with pleasure about his fictional experiences during the German occupation. A well-known theme to us and an easy to understand one. But Škvorecký wrote it for the Czechs, with entire dialogs in

zioni nella sua lingua, continua a far parlare di sé in patria. Sarebbe bello però se i cechi, invece di scornarsi su questa polemica, si rendessero conto che i romanzi francesi non aggiun‑ gono molto a quelli precedenti. Anzi, dato che scrivere in un’altra lingua non è la cosa più semplice del mondo, risultano limitati, quasi delle carica‑ ture dei romanzi cechi.

German, with typical Czech words of the time like mešersmitka, referring to the Jewish culture. And all this to give more sense of the “Czech” world, even abroad. Kundera does this a bit as well in “The Joke”, but he abandons it step by step.

Va comunque riconosciuto che i ro‑ manzi francesi sono in tutto identici ai precedenti dal punto di vista forma‑ le, e questa è una cosa buona. Sono al suo cento per cento. Ciò si spiega facilmente, ed è forse il vero motivo per cui è proprio Milan Kundera il più famoso tra gli scrittori cechi: è il meno ceco tra gli scrittori cechi. Facciamo un confronto con Škvorecký, altro esu‑ le della letteratura ceca. Questi scrive spesso e volentieri le sue esperienze romanzate durante l’occupazione tedesca. Un tema a noi noto e di fa‑ cile comprensione. Però Škvořecký lo scrive per cechi, con interi dialoghi in tedesco, parole ceche tipiche del periodo come mešersmitka, con rife‑ rimenti alla cultura ebraica. Questo per dare un maggior senso di mondo “ceco”, anche all’estero. Kundera lo fa un pochino in “Lo scherzo”, poi pro‑ gressivamente abbandona. In Kunde‑ ra non c’è molta vita quotidiana mar‑ catamente ceca (o cecoslovacca). O meglio, c’è ed è filtrata dalle sue con‑ siderazioni. Anche quando nel “Libro del riso dell’oblio” la mena per delle pagine con la Lítost (che di suo non ha una sfera semantica diversissima ri‑ spetto al nostro dispiacersi), apparec‑ chia tutto il discorso per chi ceco non

è, sfruttando la psicanalisi freudiana, ben nota a tutti ma nient’affatto ceca. È quasi come se scrivesse in ceco per dei non cechi, e ciò è molto affasci‑ nante. E anche quando cita dei perso‑ naggi storici, preferisce sempre figure internazionali. Hemingway anziché Vrchlický (L’immortalità), Stravinskij anziché Smetana (L’Ignoranza) e così via. Ecco dunque che Kundera è a un tempo il più elaborato tra gli scrittori cechi dal punto di vista compositivo, ma il più vicino a noi da quello conte‑ nutistico. Ciò conferisce alla sua prosa un respiro internazionale che nessuno dei suoi colleghi ha. E non è affatto una critica, piuttosto un complimen‑ to, soprattutto in ragione dei nume‑ rosi discorsi sul fatto che le nuove leve letterarie non sono al livello dei dissi‑ denti e non riescono a farsi conoscere all’estero. Come i cechi sono fieri di parlare una lingua incomprensibile, anche gli scrittori sono molto attac‑ cati alla loro dimensione nazionale, e questo li rende ostici a chi del loro paese non sa nulla. Seguire l’esem‑ pio internazionalista di Kundera – senza necessariamente giungere ai suoi livelli – potrebbe però ridare un po’ di visibilità alla letteratura ceca a livello internazionale.

There is not a highly distinct daily Czech (or Czechoslovak) life in Kundera. Or better said, there is but it is filtered by his thoughts. This is the case even when in “The Book of Laughter and Forgetting” the plot in the pages with Lítost (which in its own does not have a different semantic sphere compared to our regret) sets the whole discourse for those who are not Czech. It takes advantage of the Freudian psychoanalysis, well known to all but which is not at all Czech. It is almost as he was writing in Czech not for Czechs, and this is very fascinating. Even when referring to historical figures, he always prefers international ones. Heming­way instead of Vrchlický (Immortality), Stravinskij instead of Smetana (Ignorance) and so on. Therefore, from a compositional point of view, Kun-

dera finds himself in a more elaborated time among the Czech writers but closer to us from the content point of view. This gives his prose an international air that cannot be found with any of his colleagues. And it is not at all a criticism, but rather a compliment, especially due to the countless talks on the fact that the new literary generations are not at the dissidents’ level and are not able to become known abroad. As the Czechs are proud to speak an incomprehensible language, even the writers are very attached to their national dimension. This makes them hostile to whom doesn’t know their country. Following the internationalist example of Kundera - without necessarily reaching his levels - could, however, restore some international visibility to Czech literature.

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ANNIVERSARI CECHI CZECH ANNIVERSARIES

di Mauro Ruggiero

Braun realizza a Teplice la Colonna della peste della Santissima Trinità Braun created the Plague Column of the Holy Trinity, in Teplice 300 ANNI FA 300 YEARS AGO

Quest’anno si festeggia il 300° anniversario dalla costruzione della Colonna della Peste della San‑ tissima Trinità di Teplice, opera che rappresenta il capolavoro massimo del famoso scultore barocco ceco Matthias Bernard Braun. La Colonna fu costru‑ ita come ringraziamento per aver evitato l’epidemia del 1713-1714, grazie a misure sanitarie e igieniche avanzate già presenti all’epoca in questa città nel nord-ovest della Boemia. L’opera è alta 22,6 metri ed è un esempio di architettura barocca dinamica progressiva. Vi si alternano tre volte a curve concave a linee rette. Essa è formata da sculture di sei san‑ ti protettori noti per le presunte doti di protezione dalla peste attribuitegli dal popolo e associati all’ac‑ qua, importante principio purificatore ed elemento base delle terme locali. L’intera colonna è decorata da angeli che si possono ammirare nella parte su‑ periore. Sulla sommità una massiccia scultura della Santissima Trinità (Dio Padre, il Figlio e la Colomba dello Spirito santo).

This year we celebrate the 300th anniversary of the construction of the Plague Column of the Holy Trinity in Teplice, a work of art that represents the greatest masterpiece of the famous Czech baroque sculptor Matthias Bernard Braun. The Column was built as a gratitude for having avoided the epidemic of 17131714, due to advanced sanitary and hygienic measures already present at that time in this northwestern Bohemian city. The work is 22.6 meters high and is an example of progressive dynamic baroque architecture. It alternates three vaults in concave curvatures in straight lines. It is made of the sculptures of six patrons renowned for their alleged protection from the plague. This was attributed to them by the people and associated with water, an important purifying principle and central element of the local spas. The entire column is decorated with angels that can be admired in the upper part. At the top, there is a massive sculpture of the Holy Trinity (God the Father, the Son and the Dove of the Holy Spirit).

300

Emil Ritter von Škoda dà vita all’omonima industria Emil Ritter von Škoda creates the homonymous industry 150 ANNI FA 150 YEARS AGO

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Emil Škoda era figlio del medico Franz Ritter von Škoda. In giovane età studiò meccanica alla Tsche‑ chische Technische Universität Prag e al Karlsruher Institut für Technologie. Fece praticantato in Francia, Germania, Inghilterra e Usa. Il 12 luglio 1869 com‑ prò una modesta fabbrica di macchinari di Plzeň, con soli 33 dipendenti, ma riuscì a trasformarla col tem‑ po in una realtà di 4.000 maestranze che produceva‑ no all’inizio strumenti per l’industria dello zucchero, distillerie, impiantistica e più tardi materiale bellico. Durante la crisi degli anni ‘70 del XIX secolo, Škoda aprì attività in Ungheria, così come nei Balcani e in Russia. Egli non fu soltanto un eminente tecnico e responsabile della produzione, ma anche un ottimo commerciante. La sua impresa accettava commesse tecniche particolarmente difficili per le condizioni dell’epoca e trovava soluzioni geniali. Uno dei suoi principali meriti è quello di avere dato impulso in Boemia allo sviluppo del settore meccanico. In me‑ moria di Emil Ritter von Škoda prende il nome anche la famosa casa automobilistica Škoda Auto.

Emil Škoda was the son of the doctor Franz Ritter von Škoda. In his young age he studied mechanics at Tschechische Technische Universität Prag and at Karlsruher Institut für Technologie. He did his internship in France, Germany, England and USA. On July 12, 1869, he bought a modest machinery factory in Plzeň, with only 33 employees, but managed to transform it in time into an organization of 4,000 workers who initially produced tools for the sugar industry, distilleries, plant engineering and later on war material. During the 1870s crisis, Škoda opened his business in Hungary as well as in the Balkans and in Russia. He was not only an eminent engineer and production manager, but also an excellent businessman. His company accepted highly challenging technical orders for the conditions of those times and found ingenious solutions. One of his main merits is to have given a boost to the development of the mechanical sector in Bohemia. Even the famous car manufacturer Škoda Auto takes its name in memory of Emil Ritter von Škoda.

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Muore Rastislav Štefánik Dies Rastislav Štefánik 100 ANNI FA 100 YEARS AGO

Il 4 maggio del 1919 moriva tragicamente in un in‑ cidente aereo Milan Rastislav Štefánik, considerato insieme a Tomáš Garrigue Masaryk uno dei padri fondatori della Cecoslovacchia. Precipitò nei pressi di Bratislava a bordo di un Caproni CA 33, pilotato da un equipaggio italiano. Štefánik era di rientro dalla Peni‑ sola, dove si trovava per ragioni diplomatiche e dove aveva anche intrecciato una relazione sentimentale con la marchesa Giuliana Benzoni. Diplomatico, ge‑ nerale dell’aviazione francese, valente astronomo e Ministro della Guerra della Cecoslovacchia, Štefánik è stato un uomo dalla personalità poliedrica e brillante. Eccelleva come scienziato, astronomo, meteorologo, ed era specialista in telegrafia senza fili. È ricordato anche come fondatore della Legione cecoslovacca. In suo onore si è svolta all’inizio di maggio, sulla collina di Bradlo (regione di Trenčín), una commemorazione. Il presidente della Repubblica Slovacca, Andrej Kiska, ha detto che Štefánik sarà sempre ricordato dagli slo‑ vacchi come un vero patriota.

Considered one of the founding fathers of Czechoslovakia, along with Tomáš Garrigue Masaryk, Milan Rastislav died tragically in a plane crash on May 4, 1919. He crashed nearby Bratislava aboard a Caproni CA 33, piloted by an Italian crew. Štefánik was returning from the Peninsula, where he was for diplomatic reasons, developing also a romantic relationship with the Marchioness Giuliana Benzoni. Diplomat, French aviation general, talented astronomer and Czechoslovak Minister of War, Štefánik was a man with an eclectic and brilliant personality. He excelled as a scientist, astronomer, and was a specialist in wireless telegraphy. He is remembered also as the founder of the Czechoslovak Legion. A commemoration was held in his honor at the beginning of May on Bradlo Hill (Trenčín region). The President of the Slovak Republic, Andrej Kiska, said that Štefánik will always be remembered by the Slovaks as a true patriot.

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Il secondo funerale di Mácha si trasforma in una manifestazione anti nazista Mácha’s second funeral turns into an anti-Nazi demonstration 80 ANNI FA 80 YEARS AGO

Karel Hynek Mácha (1810-1836) fu un poeta e scrittore, rappresentante del romanticismo ceco, che morì giovanissimo il 6 novembre 1836 per motivi mai chiariti con precisione. Divenne subito uno dei simboli della coscienza nazionale ceca e dell’anelito di indipendenza di questo popolo. La sua tomba a Litoměřice, dove restò per quasi 102 anni, venne spesso visitata e venerata dai patrioti. Il ritorno del suo corpo nella capitale della Repub‑ blica fu deciso repentinamente il 1° ottobre 1938. Dopo meno di un anno e un avventuroso viaggio alla ricerca dei suoi resti riesumati nel cimitero di Litoměřice, venne organizzato per Mácha un se‑ condo funerale che si svolse nella Praga occupata dai nazisti nel maggio del 1939. La partecipazione popolare fu enorme e accorsero centinaia di mi‑ gliaia di cittadini, in segno anche di avversione verso gli occupanti. Il corteo funebre formato da una folla immensa attraversò piazza Venceslao e il lungofiume della Moldava fino a raggiungere Vyšehrad, dove Mácha fu sepolto.

Karel Hynek Mácha (1810-1836) was a poet and writer, representative of the Czech romanticism, who died very young on November 6, 1836 for unclear reasons. He quickly became one of the symbols of the Czech national conscience and of the longing for independence of his people. His gravestone in Litoměřice, where he remained for almost 102 years, was often visited and venerated by patriots. The return of his body to the capital of the Republic was suddenly decided on October 1, 1938. After less than a year and an adventurous journey in search of his exhumed remains in the Litoměřice cemetery, a second funeral was held for Mácha in the Nazi occupied Prague, in May 1939. There was a huge participation of the people and hundreds of thousands of citizens rushed to it, also as a sign of aversion towards the occupants. The funeral procession formed by a huge crowd crossed Wenceslas Square and the Vltava riverside until it reached Vyšehrad, where Mácha was buried.

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NOVITÀ EDITORIALI NEW PUBLICATIONS

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di Mauro Ruggiero

Esce il libro di Stefano Iannaccone “Storia di un amore all’anatra” una specie di volo verso Praga. Il volume parla di una coppia conflittuale, caratterizzata da una sequen‑ za di sensazioni grottesche che riempie il tragitto verso la fiabesca capitale della Repubblica Ceca, dove i due si concedono una breve vacanza. Il protagonista, Mattia De Matteis, non è però un tipo da fiaba: lui, un giornalista precario, passa la sua vita in una realtà metropolitana fat‑ ta di crisi e disillusione. Mentre Veronica, la sua fidanzata, dal temperamento leggero e spesso frivolo, è spesso divisa tra l’amore che prova per lui e la noia che il loro rapporto le provoca. A Praga Mattia viene lasciato all’improvviso e senza un motivo apparente. Vagando per la città con pochi soldi incontra Alberto, enigmatico cinquantenne legato alla capitale ceca e ai suoi trascorsi storici da un trauma giovanile. Tra flashback drammatici e digressioni dal taglio ironico verrà infine delineato un clima fatto di sguardi, so‑ gni e speranze.

The book by Stefano Iannaccone “History of a duck-style love,” is being released, a type of flight towards Prague. The volume describes a conflictual couple, characterized by a sequence of grotesque feelings filling up the journey to the fairy-tale capital of the Czech Republic, where the two take a short holiday. However, the protagonist, Mattia De Matteis, is not a fairy-tale type. Being a precarious journalist, he spends his life in a metropolitan reality of crisis and disillusionment. While Veronica, his fiancée, with her light and often frivolous temperament, is often torn between the love she feels for him and the boredom that their relationship causes her. Mattia is left in Prague suddenly, and for no apparent reason. While wandering around the city with little money, he meets Alberto, an enigmatic fifty-year-old tied to the Czech capital and its historical background from a childhood trauma. Amidst dramatic flashbacks and ironic digressions, a climate made up of looks, dreams and hopes finally begins to take shape.

Stefano Iannaccone Storia di un amore all’anatra (Bohemien) Editore: Les Flâneurs 2019 Formato Kindle

Stefano Iannaccone Storia di un amore all’anatra (Bohemien) Publisher: Les Flâneurs 2019 Kindle format

“111 luoghi di Praga che devi proprio scoprire” è un libro scritto da Matěj Černý e Marie Peřinová che sorprenderà perfino i praghesi. Praga, la città dalle cento torri, città magica, “matka měst” o semplicemente madre delle città: nel corso dei secoli alla capitale ceca sono stati dati molti soprannomi, ognuno dei quali corrisponde al tentativo di coglierne il fascino unico. Ma vi è mai capitato di pagare il caffè con cripto valuta? Siete mai saliti con il paternoster? Città magica, inafferrabile nel suo mistero, Praga artiglia da sempre chiunque la sfiori. Il suo profilo aguzzo e dorato, vigila su piccole piazze e vicoli acciottolati. E sulle sue sto‑ rie, leggende, che respirano dietro antichi portoni o sotto il livello del fiume. Ecco i 111 luoghi, che sapranno sor‑ prendere gli stessi praghesi quando, seduti con una buona pinta davanti, gliele racconterete. Questa è una guida, una bussola alla scoperta di luoghi nascosti, di cui nessuno parla. Uno sguardo nuovo, su una città che da sempre atti‑ ra folle di visitatori.

“111 places in Prague that you must discover,” is a book written by Matěj Černý and Marie Peřinová that will surprise even the residents of Prague. Prague, the city of a hundred towers, magical city, “matka měst” or simply mother of cities: over the centuries the Czech capital has been given various nicknames, each of which corresponds to the attempt to grasp its unique charm. Did you ever pay for coffee with crypto currency? Have you ever climbed with the paternoster? Magical city, elusive in its mystery, Prague has always clawed at anyone who touches it. Its pointed and golden profile watches over small squares and cobbled alleys. And also over its stories, legends, which breathe behind ancient gates or below the river level. Here are the 111 places that will surprise the Prague inhabitants themselves when sitting with a good pint in front of them, you will tell them. This is a guide, a compass to discover hidden places, which nobody talks about. A new look at a city that has always attracted crowds of visitors.

Matěj Černý e Marie Peřinová 111 luoghi di Praga che devi proprio scoprire Traduzione di B. Orlandini e B. Venturi Editore Emons Audio Libri 2019 pp. 234

Matěj Černý and Marie Peřinová 111 luoghi di Praga che devi proprio scoprire Translation by B. Orlandini and B. Venturi Publisher: Emons Audio Libri 2019 pp. 234

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cultura culture

Josef Čapek (1887 –1945) è stato un pittore e scrittore ceco, fratello di Karel Čapek. Fu autore di varie opere in collabora‑ zione col fratello, ma ne scrisse anche altre autonomamen‑ te. L’ascesa della Germania nazista non lo colse impreparato, il suo impegno civile contro il dilagare del Nazismo si fece caricatura per le testate giornalistiche dell’epoca. Per via del suo orientamento politico venne arrestato nel 1939 e rin‑ chiuso in un lager nazista. Sarà qui che Josef si affiderà per la prima volta alla poesia. Prima che finisse la guerra, alcuni componimenti riuscirono a raggiungere Praga, per mano di studenti universitari che fecero ritorno nella capitale boema da Sachsenhausen nel 1943. A questi si aggiunsero le copie delle poesie che alcuni detenuti vicini allo scrittore ripor‑ tarono in patria dopo la guerra. Morì nell’aprile del 1945 a Bergen-Belsen, in Germania, dove venne deportato. Duran‑ te la prigionia scrisse “Básně z koncentračního tábora“, una raccolta di poesie, pubblicata postuma nel 1946.

Josef Čapek (1887 –1945) was a Czech painter and writer, brother of Karel Čapek. He was the author of various works in collaboration with his brother, but he also wrote others independently. The rise of Nazi Germany did not catch him unprepared, and his civil commitment against the spread of Nazism was manifested in the form of caricatures for the newspapers of the time. He was arrested due to his political orientation in 1939 and was locked up in a Nazi concentration camp. It was here that Josef would focus on poetry for the first time. Before the war ended, some poems managed to reach Prague, at the hands of university students who returned to the Bohemian capital from Sachsenhausen in 1943. In addition to this were additional copies of the poems that some inmates close to the writer brought home after the war. He died in April 1945 in Bergen-Belsen, Germany, where he was deported. During his imprisonment he wrote “Básně z koncentračního tábora,” a collection of poems, published posthumously in 1946.

Josef Čapek Poesie dal campo di concentramento Ediz. ceca e italiana. Traduzione di L. Fortunato Editore Miraggi: 2019 pp. 176

Josef Čapek Poesie dal campo di concentramento Czech and Italian edition. Translation by L.Fortunato Publisher: Miraggi Edizioni 2019 pp. 176

“La corsa indiana”, libro d’esordio di Tereza Boučková, ro‑ manzo breve, fu pubblicato per la prima volta nel 1988 in un’edizione samizdat e vinse nel 1990 il premio letterario Jiří Orten. Con una prosa vivace narra in modo originale, in prima persona, la vita della protagonista dalla nascita fino all’età adulta. L’autrice è la figlia di Pavel Kohout, noto intellettuale dissidente e firmatario di Charta 77, scrittore e drammaturgo, attivo nel circolo delle persone più in vista dell’underground di quegli anni, una storia autobiografica che non è esattamente quel che si dice un racconto inno‑ cuo, specialmente se la narrazione si attiene ai fatti acca‑ duti non risparmiando le personalità più note, pur celan‑ dole sotto ironici soprannomi. Una scrittura catartica che ripercorre l’infanzia vissuta con la madre Alfa e i due fra‑ telli Luna e Raggio di Sole, dopo che il padre, qui chiamato l’Indiano, li aveva abbandonati per trasferirsi all’estero con Musa, la sua nuova donna, dimostrando verso di loro un disinteresse quasi assoluto.

The short novel “The Indian Race,” Tereza Boučková’s debut, was first published in 1988 in a samizdat edition and won the Jiří Orten literary prize in 1990. With lively prose she narrates in an original way, using first person, the life of the protagonist from birth to adulthood. The author is the daughter of Pavel Kohout, a well-known dissident intellectual and signatory of Charter 77, a writer and playwright, active in the circle of most visible people of the underground of those years, an autobiographical story that is not exactly what is said to be a harmless story, especially since the narration sticks to the facts that occurred without sparing the most famous personalities, despite concealing them under ironic nicknames. A cathartic text that traces the childhood lived with the mother Alfa and two brothers Moon and Sun ray, after the father, here called the Indian, had abandoned them to move abroad with Muse, his new woman, displaying an almost absolute indifference towards them.

Tereza Boučková La corsa indiana Traduzione di L. Angeloni Editore Miraggi: 2018 pp. 192

Tereza Boučková La corsa indiana Translation by L. Angeloni Publisher: Miraggi Edizioni 2018 pp. 192

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IL MISTERO FERRANTE CATTURA ANCHE I LETTORI CECHI THE FERRANTE MYSTERY ALSO CAPTURES CZECH READERS Il fascino della scrittrice visto da Praga: i piani di lettura, la scrittura coinvolgente e un’identità misteriosa di Mauro Ruggiero by Mauro Ruggiero

The charm of the writer in a Prague perspective: reading levels, engaging writing and a mysterious identity

What is the recipe for writing a bestseller? It is not easy to answer this question, we would have to ask Dan Brown, Stephen King, J.K. Rowling or Elena Ferrante, the literary phenomenon of recent years that Time magazine, in 2016, included in the list of the 100 most influential people

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in the world along with names like Mark Zuckerberg, Barack Obama and Pope Francis. If the name of the writer behind the pseudonym “Elena Ferrante” is perhaps, for some, still a mystery, there is however, a certainty: that it is a literary phenomenon of worldwide

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scope both in terms of the number of languages in which her works have been translated, and above all, by the number of copies sold. And among the translation languages of her best-sellers, Czech could not be missing, being the language of a country always very attentive towards Ital-


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Qual è la ricetta per scrivere un best-seller? Non è facile rispondere a questa domanda, bisognerebbe chiederlo a Dan Brown, Stephen King, J.K. Rowling oppure a Elena Ferrante, il fenomeno letterario degli ultimi anni che il “Time”, nel 2016, ha inse‑ rito nella lista delle 100 persone più influenti del mondo insieme a nomi come Mark Zuckerberg, Barack Oba‑ ma e Papa Francesco. Se il nome dello scrittore/scrittrice che si cela dietro lo pseudonimo “Ele‑ na Ferrante” è forse, per alcuni, anco‑

ian literature. As a result, the “Ferrante fever” has also broken out in the Czech Republic, which has led to the narrative work going far beyond the purely literary sphere. From the young and old reading circles born in various Czech cities, where we find ourselves reading and commenting on the books of the anony-

ra un mistero, una certezza invece c’è: si tratta di un fenomeno letterario di portata mondiale sia per il numero di lingue in cui le sue opere sono state tradotte, sia, soprattutto, per il nume‑ ro di copie vendute. E tra le lingue di traduzione dei suoi best-seller non poteva mancare il ceco, la lingua di un Paese da sempre molto attento alla letteratura italiana. E dunque, anche in Repubblica Ceca, è scoppiata la “Ferrante fever” che ha fatto sì che un’opera di narrativa oltrepassasse di molto l’ambito pura‑

mous writer, to the trips organized in Naples to discover the places described in the novels, many Czech readers experience the appeal of style, both simple and complex at the same time, which is typical of the author. “We started from piazzetta Olivella, near the Montesanto metro station, and then lost ourselves in

mente letterario. Dai circoli di lettura di giovani e anziani sorti in varie città ceche, in cui ci si ritrova per leggere e commentare i libri dell’anonima scrit‑ trice, ai viaggi organizzati a Napoli alla scoperta dei luoghi descritti nei romanzi, molti lettori cechi subiscono il fascino dello stile, al tempo stesso semplice e complesso, di questa au‑ trice. “Siamo partiti da piazzetta Oli‑ vella, vicino alla fermata Montesanto della metropolitana, per poi perderci nei vicoli di Napoli seguendo un iti‑ nerario ispirato al romanzo ‘L’amica geniale’”. Ci dice Jana, studentessa di Praga che con un gruppo di amici ha visitato Napoli per la prima volta dopo aver letto il romanzo. In ceco sono stati pubblicati sei libri della Ferrante: la tetralogia “L’amica geniale” (Geniální přítelkyně, 201618) edita dalla Casa editrice Prostor, il romanzo d’esordio “L’amore molesto” (Tíživá láska 2018, Prostor), e la tra‑ duzione riveduta de “I giorni dell’ab‑ bandono” (Dny opuštění, 2019), usci‑ to in ceco già nel 2012 quando, però, non suscitò grande interesse.

Nel prossimo mese di ottobre 2019 sarà pubblicato, invece, “La figlia oscura” attualmente in traduzione. Per avere un’idea del successo edito‑ riale maturato in Repubblica Ceca, basti dire che lo scorso anno il primo volume della tetralogia de “L’amica geniale” ha superato in poco tempo le 25.000 copie vendute. Una cifra rile‑ vante se si fanno le giuste proporzioni con il numero di abitanti del Paese. Ma quando e perché anche i cechi si sono innamorati di Elena Ferrante? A rispondere a questa domanda è Alice Flemrová, docente di letteratura ita‑ liana presso l’Università Carlo IV di Praga, nota e pluripremiata traduttri‑ ce a cui è stata affidata la versione in ceco delle opere dell’autrice. “Possiamo dire che il successo ceco per Elena Ferrante sia arrivato con la tetralogia de “L’amica geniale”, e lo dimostra anche il minore successo che hanno ottenuto le opere “L’amore molesto” e “I giorni dell’abbandono”. Con la tetralogia l’autrice è riuscita a scrivere un perfetto “romanzo popo‑ lare” che si presta a più livelli di let‑

the alleys of Naples following an itinerary inspired by the novel “My Brilliant Friend””, Jana tells us, a student from Prague who visited Naples for the first time with a group of friends after reading the novel. Six books of Ferrante have been published in Czech: the tetralogy “Neapolitan Novels” (Geniální přítelkyně, 2016-18) published by the Prostor publishing house, the debut novel “Troubling Love” (Tíživá láska 2018, Prostor) , and the revised translation of “The Days of Abandonment” (Dny opuštění, 2019), released in Czech already in 2012, when however, it did not arouse great interest. In October 2019, on the other hand, “The Lost Daughter” currently being translated, will be published. To get an idea of the editorial success which has matured in the Czech Republic, it is enough to say that last year the first volume of the “Neapolitan Novels”

tetralogy quickly exceeded the 25,000 copies sold. A significant figure if you consider the proportions from the number of inhabitants of the country. But when and why did the Czechs fall in love with Elena Ferrante? To answer this question, we refer to Alice Flemrová, a professor of Italian literature at Charles IV University in Prague, a renowned and award-winning translator who has been entrusted with the Czech version of the author’s works. “We can say that the Czech success for Elena Ferrante arrived with the tetralogy of “The Neapolitan Novels”, and it is also demonstrated by the lesser success the works “Troubling Love” and “The Days of Abandonment” achieved. With the tetralogy, the author has managed to write a perfect “popular novel” that lends itself to multiple levels of reading”, says Flemrová, adding that “although not all Czech readers can come to appreciate all the histori-

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Alice Flemrová: “Oggi è forte la tendenza alla polarizzazione estrema, alla visione manichea del mondo: la Ferrante ci fa capire una cosa semplice, e cioè che niente e nessuno è bianco o nero” Alice Flemrová: “Today the tendency towards extreme polarization, to the Manichean vision of the world, is felt too strongly. Ferrante makes us understand a simple thing, namely that nothing and nobody is black or white”

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tura”, dice la Flemrová, aggiungendo che “sebbene non tutti i lettori cechi possano arrivare ad apprezzare tutte le sfumature storiche, politiche e so‑ ciologiche dell’opera calata nel conte‑ sto italiano, questo non nega loro di provare il “piacere del testo”, detto con Roland Barthes”. Sappiamo bene però che il successo di un autore straniero in un paese diverso dal proprio deve molto anche alla qua‑ lità della traduzione. E abbiamo chie‑ sto alla Flemrová quali sono state le difficoltà più grandi nel rendere in ceco lo stile particolare di questa scrittura. “La cosa più difficile è sempre il tono e il ritmo, far sentire cioè “la voce” dell’autore. Dovevo stare attenta a far sentire la voce di Elena in molte sfaccettature, per far percepire la dif‑ ferenza tra la donna matura, la bam‑ bina, la giovane... Un altro problema è poi la mediazione culturale: come tradurre in ceco la napoletanità, an‑ che se nei libri della Ferrante questa è spesso solo “sotterranea” o latente?”. I risultati dimostrano che le scelte di Alice sono state vincenti. cal, political and sociological undertones in a work embedded in an Italian context, this does not deny them from experiencing the “pleasure of the text”, to quote Roland Barthes”. We are well-aware, however, that the success of a foreign author in a country other than her own also owes much to the quality of the translation. So we asked Flemrová what the greatest difficulties were in rendering the particular style of this writing in Czech. “The most difficult thing is always the tone and the rhythm, that is to say the “voice” of the author. I had to be careful to make Elena’s voice heard in its many facets, to make the difference between the mature woman, the girl, the young one felt... Another problem is then cultural mediation: how to translate “Neapolitanisms” into Czech, even if in the books of Ferrante this is often only “underground” or latent?” The results show that Alice’s choices were successful.

Naturalmente il successo ceco della Ferrante non ha lasciato indifferenti i critici letterari i quali, ciascuno usan‑ do le proprie categorie, hanno cercato di dare una spiegazione al grande esito dell’autrice anche in Repubbli‑ ca Ceca. “Come scrivere un ottimo

romanzo e arrivare al successo inter‑ nazionale, pur senza saper scrivere” si chiede in un articolo del 2017, un po’ provocatorio, il pubblicista Aleš Palán su Hospodářské noviny. Forse perché quando vengono toc‑ cati certi temi la scrittura passa in

Naturally the Czech success of Ferrante has not left literary critics indifferent, who each using their own categories, have tried to provide an explanation to the great success of the author also in the Czech Republic. “How to write a great novel and reach international

success, even without knowing how to write”, publicist Aleš Palán asks in Hospodářské noviny in a 2017 slightly provocative article. Perhaps because when certain themes are touched, writing goes into the background. But what could then be

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secondo piano. Ma quali potrebbero essere allora i motivi psicologici del‑ la presa che le opere della Ferrante hanno esercitato sui gusti dei cechi? Secondo la Flemrová “i libri della Fer‑ rante sono importanti proprio oggi, quando si sente troppo forte la ten‑

the psychological reasons for the grip that the works of Ferrante have exercised over the tastes of the Czechs? According to Flemrová, “Ferrante’s books are important today, when the tendency towards extreme polarization, to the Manichean vision of the world, is

denza alla polarizzazione estrema, alla visione manichea del mondo: la Ferrante ci fa capire una cosa sem‑ plice, e cioè che niente e nessuno è bianco o nero, e ce lo mostra nell’in‑ timo della vita personale, così come sul piano pubblico, politico, sociale e

felt too strongly. Ferrante makes us understand a simple thing, namely that nothing and nobody is black or white, and shows it to us in the depths of personal life, as well as on public, political, social and other levels. At the same time, the translator continues, she does

così via. Nello stesso tempo – conti‑ nua la traduttrice – non tende però alla cancellazione postmoderna dei valori tradizionali, etici. Nel suo universo esistono il bene e il male, solo non si tratta di entità assolute e immutabili. La letteratura dovrebbe

not tend however to a postmodern cancellation of traditional, ethical values. In her universe there is good and evil, only it is not an absolute and immutable entity. Literature should have the strength to take me to unknown places, to make me sniff at other peo-

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avere la forza di portarmi in luoghi sconosciuti, di farmi annusare da vicino le vite altrui, dovrebbe essere un po’ voyeuristica... La scrittrice ci offre proprio questo”. Ed è forse proprio la soddisfazione di questa tendenza voyeurista, che in fondo alberga nell’animo della mag‑ gior parte dei lettori, la chiave giusta per capire il grande successo dell’au‑ trice anche in Cechia. Ma chi è Elena Ferrante? A risponde‑ re a questa domanda hanno provato in molti, tra cui il professor Michele Cortellazzo, ordinario di Linguisti‑ ca Italiana all’Università di Padova ed esperto di similarità tra testi e di attribuzione d’autore, impegnato a riconoscere le affinità tra le opere di Elena Ferrante e quelle di altri autori contemporanei. In collaborazione con il Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Filosofia dell’Università Carlo IV di Praga, ha tenuto proprio nella capitale ceca, nel 2017, alcuni seminari e lezioni sulla similarità del‑ la scrittrice con altri narratori italiani contemporanei. ple’s lives, it should be a bit voyeuristic... The writer offers just that”. And it is perhaps the satisfaction of this voyeuristic tendency, which in the end lodges in the mind of most readers, which is the right key to understanding the great success of the author also in the Czech Republic. But who is Elena Ferrante? Many people have tried to answer this question, including Michele Cortellazzo, Professor of Italian Linguistics at the University of Padua and expert on the similarity between texts and author attribution, committed to recognizing the affinities between the works of Elena Ferrante and those of other contemporary authors. In collaboration with the Department of Italian Studies of the Faculty of Philosophy of the Charles IV University of Prague, he has held some seminars and lectures on the similarity of the writer with other contemporary Italian storytellers in the Czech capital in 2017.

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Cortellazzo, insieme ad un team dell’Università di Padova e incro‑ ciando poi i risultati con studi di altri esperti all’estero, ha analizzato un corpus che comprende 150 romanzi (compresi i 7 della Ferrante), opera di 40 autori diversi tra cui Niccolò Ammaniti, Alessandro Baricco, Stefa‑ no Benni, Domenico Starnone, Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, Mi‑

chela Murgia e altri, adottando meto‑ di statistici di analisi letteraria “basati su una analisi complessiva che si av‑ vale dell’aiuto di mezzi che permetto‑ no di riconoscere modelli, rapporti e confronti tra un gran numero di testi”. I risultati di questi studi, presentati anche a Praga, rivelano che “Elena Ferrante mostra una sua peculiarità nel quadro costituito dagli autori e

dalle autrici presi in considerazione. Questo significa che il suo stile e le scelte lessicali sono diverse dalla me‑ dia stilistica della narrativa italiana contemporanea”. Ma secondo lo stu‑ dioso “la scrittura di Elena Ferrante non mostra connessioni particolar‑ mente forti con altri autori campani con l’eccezione di Domenico Star‑ none. Esiste dunque una fortissima similarità, per certi tratti quasi imba‑ razzante, tra la scrittura di Elena Fer‑ rante e quella di Domenico Starnone”. Cortellazzo sostiene che “l’attribuzio‑ ne d’autore condotta con metodi stili‑ stici, anche quantitativi, difficilmente può condurre a conclusioni di assolu‑ ta certezza. In questo caso, però, tutti i metodi usati mostrano che il grado di similarità tra i romanzi di Starnone e quelli di Elena Ferrante è difficil‑ mente riscontrato in altri esercizi di attribuzione d’autore”. Possiamo dunque affermare con cer‑ tezza che i due siano la stessa persona? Proveremo a chiederlo allo stesso Starnone, lo scrittore e sceneggia‑ tore napoletano, autore di saggi, opere teatrali e narrativa, che sarà ospite a Praga il prossimo autunno dell’Università Carlo IV e dell’Istituto Italiano di Cultura, in occasione del‑ la presentazione di alcune sue opere tradotte in ceco.

Cortellazzo, together with a team from the University of Padua and after cross-checking the results with studies by other experts abroad, analyzed a body comprising 150 novels (including Ferrante’s 7), the work of 40 different authors, including Niccolò Ammaniti , Alessandro Baricco, Stefano Benni, Domenico Starnone, Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, Michela Murgia and others, adopting statistical methods of literary analysis “based on an overall analysis that makes use of the help of means that allow to recognize models, relationships and comparisons among a large number of texts”. The results of these studies, also presented in Prague, reveal that “Elena

Ferrante shows a unique peculiarity in the framework constituted by the authors taken into consideration. This means that her style and lexical choices are different from the stylistic average of contemporary Italian fiction”. But according to the scholar, “Elena Ferrante’s writing does not show particularly strong connections with other authors from Campania, with the exception of Domenico Starnone. There is therefore a very strong similarity, in some respects almost embarrassing, between the writing of Elena Ferrante and that of Domenico Starnone”. Cortellazzo argues that “author attribution conducted with stylistic

methods, even quantitative, are unlikely to lead to conclusions of absolute certainty. In this case, however, all the methods used show that the degree of similarity between the novels of Starnone and those of Elena Ferrante is difficult to find in other exercises of author attribution”. Can we therefore say with certainty that these two are the same person? We will try to ask Starnone himself, the Neapolitan writer and screenwriter, author of essays, plays and fiction, who will be a guest in Prague next autumn at Charles IV University and of the Italian Cultural Institute, on the occasion of the presentation of some of his works translated into Czech.

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