Progetto Repubblica Ceca (Gennaio-Febbraio) 2011

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Gennaio – Febbraio / January – February 2011

“L’euro non è in crisi” Intervista a Mario Monti “The Euro is not in crisis” Interview with Mario Monti 1

A tavola i cechi tornano patriottici Around the table the Czech turn patriotic again

La Bohème per l’esordio a Praga dell’UmbriaMusicFest La Bohème for the debut of the UmbriaMusicFes in Prague


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sommario

pag. 6 Editoriale Editorial

economia e mercato / markets and data

pag. 20

politica / politics

A tavola i cechi tornano patriottici Around the table the Czech turn patriotic again

pag 07

pag. 24

L’euro e Klaus The euro and Klaus

pag. 10 I due nemici The two enemies

Riapre a Praga il Museo Nazionale della Tecnica The National Musuem of technology reopens in Prague

pag. 26

La Giornata dell’amicizia Italo Ceca Italo -Czech friendship day focus Europa / focus Europe

pag. 12

Vocazioni europee e orgogli nazionali European vocation and national pride

pag. 16

Intervista a Mario Monti Interview with Mario Monti

pag. 27

Il mese de La Pagina

pag. 28 Macroeconomia Economics

pag. 30

Progetto RC suggests

Gruppo

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Editore/Publishing House: EBS consulting, s.r.o. Celakovského sady 4 110 00 Praha 1 Tel.: +420 246 030 900 Fax: +420 246 030 901 www.gruppoibc.eu redakce@progetto.cz

Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Giorgio Cannizzaro, Paolo Colombo, Roberto Franzoni,

Paolo Massariolo, Luca Pandolfi, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Kateřina Veselá, Iveta Kasalická, Cristina Franzoni, Gianluca Zago, Ernesto Massimetti,


Gennaio – Febbraio / January – February 2011

Taglio agli incentivi fotovoltaici Photovoltaic subsidies slashed

pag. 38

Casanova a Duchcov Casanova at Duchcov

pag. 42 Novità editoriali New pubblications

pag. 44

Progetto Repubblica Ceca debutta su Facebook Progetto Repubblica Ceca debuts on Facebook cultura e storia / culture and history

pag. 46

Appuntamenti futuri Future Events

pag. 48

La Bohème per l’esordio a Praga dell’UmbriaMusicFest La Bohème for the debut of the UmbriaMusicFes in Prague

pag. 52

Poesie praghesi di Andrea Luise Poems for Prague by Andrea Luise

pag. 54

summary

pag. 36

Kairos, l’importanza del soft power Kairos, the importance of Soft Power

pag. 56

Un Pallone d’oro d‘altri tempi, Josef Masopust An old-time golden ball, Josef Masopust

pag. 58

Novità per l‘Italian Vision Big news at the Italian Vision Club

pag. 60

Winton trains, c‘era una volta a Praga Winton trains, once upon a time in Prague

Francesco Moscatelli, Mauro Ruggiero, Massimiliano Pastore, Alessio Di Giulio, Filippo Falcinelli

Progetto grafico Grafic Design Angelo Colella Associati

Inserzioni pubblicitarie Advertisements EBS consulting, s.r.o. redakce@progetto.cz

DTP / DTP Osaro

Stampa / Print Vandruck, s.r.o. Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2010 EBS consulting s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8387

Chiuso in tipografia Printing End-Line 22. 2. 2011 Foto di copertina Cover Photograph Museo Nazionale della Tecnica, Kateřina Uksová National Technical Museum, Kateřina Uksová 5


editoriale

Cari lettori,

la fiducia dei cittadini cechi nei con‑ fronti dell’Unione europea e della moneta unica non ha mai raggiunto livelli così bassi come oggi. I risultati degli ultimi sondaggi sono sin trop‑ po eloquenti nel descriverci questa situazione. Promotore e protagonista di questa nuova ondata di freddezza verso l’Europa è ancora una volta il presidente Václav Klaus, uomo forte della politica ceca e sempre in vetta agli indici di popolarità fra i cittadini del suo paese. Ed è proprio a lui, al campione dell’euroscetticismo ceco, che rivolgiamo la nostra attenzione nei nostri articoli di apertura, ben consapevoli di quale sia il peso di Klaus anche sul piano dei rapporti in‑ ternazionali della Repubblica ceca. A proposito di questioni europee, in questo numero ci fa piacere presentare il punto di vista di Mario Monti - presi‑ dente dell’Università Bocconi di Milano ed ex Commissario Ue - noto come uno dei più fermi sostenitori dell’integra‑ zione europea e della moneta unica. Lo abbiamo incontrato a Praga, dove è giunto per partecipare a una confe‑ renza sull’Eurozona. In una giornata praghese piena di impegni - durante la quale si è anche incontrato con il mini‑

Dear Readers,

The reliance of Czech citizens on the European Union and the single currency, has never reached such low levels as today. The results of the latest polls are all too eloquent in describing the situation. The promoter and protagonist of this new cold wave towards Europe is, once more, president Václav Klaus, the strong man of Czech politics and always at the top of popularity ratings among the citizens of his country. And it is to him, the champion of Czech euro skepticism, that we dedicate our attention and leading articles, well aware of the important role that Klaus plays also for the Czech Republic’s International relations.

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stro degli Esteri Karel Schwarzenberg e con il premier Petr Nečas - il professor Monti ha accettato di concederci l’in‑ tervista che vi proponiamo. In primo piano anche l’attuale ricor‑ renza dei 150 anni dell’unità d’Italia, un altro argomento che ci offre lo spunto per riflettere sul processo di integrazione europea, sottolineando come le identità e gli orgogli nazio‑ nali non debbano essere alternativi o contrari all’idea di Europa unita. Nelle pagine che seguono anche una serie di temi di carattere culturale, fra cui in particolare un reportage da

Duchcov, la cittadina della Boemia del nord dove visse gli ultimi anni della sua vita Giacomo Casanova. E infine vi raccontiamo de “La Bohè‑ me”di Giacomo Puccini, rappresentata di recente in forma di concerto, al Ru‑ dolfinum, sotto la direzione del mae‑ stro Walter Attanasi. Questo evento, al quale l’Italian Business Center ha avuto l’onore di dare un contributo organizzativo, ha segnato l’esordio a Praga dell’UmbriaMusicFest. Non ci rimane quindi che augurarvi buona lettura

Speaking about European questions, in this issue, we are pleased to present the viewpoint of Mario Monti – president of the Milan Bocconi University and ex Commissioner of the EU – also known as one of the keenest supporters of European integration and the single currency. We met him in Prague, where he came for a conference on the Eurozone. During a busy day in Prague – in which he also met foreign minister Karel Schwarzenberg and premier Petr Nečas – professor Monti accepted to give us an interview that we wish to propose. In first place, also the current celebration of the 150th anniversary of the unification of Italy, another topic that offers us the opportunity to reflect on European integration, emphasizing the fact that

national identity and national pride must not be alternative or contrary to the idea of a united Europe. In the pages that follow, also a series of cultural topics, including a report from the town of Duchcov in north Bohemia where Giacomo Casanova spent the last years of his life. And finally, we tell you of “La Bohème” by Giacomo Puccini, performed recently as a concert at the Rudolfinum, directed by maestro Walter Attanasi. This event, to which the Italian Business Centre had the honor of granting a contribution towards its organization, marked the beginning in Prague of the UmbriaMusicFest. All we can do is wish you good reading

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politica politics

L'euro e Klaus, il presidente ci vede rosso

Il capo di stato, noto per il suo euroscetticismo, ha escluso un programma di adozione a breve e forse anche in futuro di Daniela Mogavero By Daniela Mogavero

The head of state, known for his Euroscepticism, has ruled out a short-term adoption plan and even, perhaps, for the future

The Euro and Klaus, the President sees red Lo hanno chiamato euroscettico, lo hanno definito il signor no della po‑ litica ceca, ma anche il paciere o il negazionista del riscaldamento cli‑ matico, primo ministro e infine l’eco‑ nomista. Per molti è più di un capo

di stato, per alcuni è il vero artefice, indiretto o diretto (il più delle volte) della politica estera della Repubblica Ceca. È Václav Klaus. Come spesso si dice di personaggi particolarmente centrali e spigolosi, o lo odi o lo ami

e così è per il presidente ceco. Garante del suo ruolo istituzionale e della so‑ vranità ceca nei confronti di coloro che vogliono privare Praga dei suoi poteri per i suoi sostenitori. Intransigente e di ostacolo a una vera integrazione

He has been called Euro-sceptic and defined as the Mr. no of Czech politics , but also a peacemaker or negationalist of climate warming, prime minister and finally, an economist. For many people, he is more than just a head of state, for some, (most of the time) he is the true direct or indirect architect of Czech Republic foreign policy. His name is Václav Klaus. As they often say, when referring to self-centred and harsh characters, you either love or hate them and, this is exactly how

things stand with the Czech President. Guarantor of the institutional role and Czech sovereignty against those who want to deprive Prague of its powers – an uncompromising attitude and obstacle towards true European integration, according to others. During Klaus’s presidency, most probably, the highest moment of tension with Brussels was reached during the ratification of the Lisbon Treaty, when the head of state was last in placing his signature and, following many long negotiations

and reassurances on the part of European partners. Now on the horizon, there looms another possible reason for tension with Brussels: the euro. That the Czechs were not fond of the single currency was well known and, that the political parties wished to postpone the argument as much as possible, was quite clear, despite requests from the industrial sector in favour of a quick adoption. But, the idea that Prague wanted to line up with

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È sempre più marcato lo scontro tra l’inquilino di Hradčany e il ministro degli Esteri The dispute between the Hradčany guest and the Foreign minister is increasingly more apparent

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europea per altri. Nella presidenza di Klaus il momento più alto di tensione con Bruxelles, probabilmente, è stato quello della ratifica del Trattato di Lisbona a cui il capo di stato appose per ultimo la sua firma e dopo lunghi negoziati e rassicurazioni da parte dei partner europei. Adesso all’orizzonte si profila un altro possibile motivo di tensione con Bruxelles: l’euro. Che i cechi non fossero degli ammi‑ ratori della moneta unica europea se n’erano accorti tutti e che il governo e i partiti politici volessero posticipare il più possibile l’argomento era altret‑ tanto palese, nonostante le richieste del settore industriale per una rapida adozione. Ma che Praga volesse schie‑ rarsi insieme a Gran Bretagna e Dani‑ marca dalla parte degli stati membri decisi a non cedere all’Eurozona non era stato così chiaro fino alla fine dello scorso anno. Promotore di que‑ sta nuova ondata di euroscetticismo proprio Klaus. Il capo di stato ha ripe‑ tuto, non lasciando spazio a ulteriori divagazioni o commenti, che nessuna delle principali istituzioni del Paese ha in mente un piano per l’adozione dell’euro e che, in ogni caso, questo non sarebbe il momento per affronta‑ re tale argomento soprattutto dopo la crisi finanziaria greca che ha mostrato la debolezza del sistema. Stesso scet‑ ticismo professato per la ratifica del

meccanismo di salvataggio voluto dall’Ue, che Klaus non ha ancora fir‑ mato e sul quale ha avanzato molti dubbi e critiche. Il presidente ceco dall’alto di Hradčany ha anche mosso le sue prime pedine in tal senso, pestando i piedi anche al titolare dei rapporti con l’estero, Karel Schwarzenberg: il capo di stato si è augurato che il governo di Petr Nečas negozi con Bruxelles il diritto di rinunciare all’adozione dell’euro. Una notizia data sotto la garanzia dell’anonimato da ben due ministri dello stesso governo Nečas. E proprio il premier ha fatto sapere che, al di là di ogni ragionevole dubbio, il suo ese‑ cutivo non adotterà alcuna scadenza per l’ingresso nell’Eurozona tanto più che il 55% dei cechi è contrario ad ab‑ bandonare la corona. Questo e altri tasselli fanno sì che tra Klaus e il ministro degli Esteri, titolare della diplomazia ceca, siano nati negli anni attriti e incomprensioni. L’anali‑ sta politico Bohumil Doležal ha sotto‑ lineato come questa divisione possa creare rotture anche all’interno della coalizione di governo perché “il presi‑ dente è convinto che, dati i suoi rap‑ porti con Václav Havel, Schwarzenberg avrà una posizione e un atteggiamen‑ to meno rigidi nei confronti dell’Ue”. Inoltre per Klaus Top09, il partito del ministro, è “il nemico numero uno” e

Sorrisi al Castello di Praga fra Václav Klaus e il Presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy. I punti di vista rimangono però molto distanti

Great Britain and Denmark - the member states firm on not giving up to the Euro-zone , had not been so obvious until the end of last year. The promoter of this wave of Euro-scepticism is Klaus himself. The head of state has remarked, leaving no room for further digressions or comments, that none of the main institutions of the Country has in mind a plan for the adoption of the euro and that, in any case, this would not be the right moment for dealing with such an argument, especially after the Greek financial crisis – that has shown the weakness of the system. The same scepticism was professed for

the ratification of the rescue mechanism wanted by the EU, which Klaus has not yet signed, and on which he has expressed many doubts. From Hradčany, the Czech president has also made his first move in that direction, also treading on the feet of Karel Schwarzenberg, responsible for foreign relations: the head of state expressed his hope that the government of Petr Nečas will negotiate with Brussels on the right to recede from the adoption of the euro. News provided only anonymously by two ministers of the same Nečas government. The premier himself has said that, beyond any

reasonable doubt, his executive will not adopt any deadlines for entry into the Euro-zone, even in view of the fact that 55% of Czechs are against giving up the crown. Over the years, this aspect - as well as other issues - has caused a certain amount of friction and misunderstanding between Klaus and the Foreign minister, responsible for Czech diplomacy. The political analyst, Bohumil Doležal, has underlined that this division may create a break up within the government coalition because, “the president is convinced that, in view of his relationship with Václav Havel,

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politica politics

Smiles at the Prague castle between Václav Klaus and the European Council president Herman Van Rompuy. Their views remain far apart.

Schwarzenberg “ne è il simbolo”. Il ti‑ tolare della diplomazia ceca, infine, è una figura “più di rappresentanza che di azione, rispettoso della Costituzio‑ ne – ha aggiunto Doležal – più adat‑

to per la carica di presidente”. Proprio questo “status” potrebbe far pensare a una candidatura del ministro per lo scranno presidenziale, ipotesi che Klaus potrebbe cercare di sabotare.

A parti invertite, quindi, Klaus con‑ tinua ad esercitare, come ha fatto negli anni scorsi e nei mesi appena passati, la sua influenza nelle que‑ stioni di politica estera e monetaria. E anche in casa propria, nel pano‑ rama ceco, il capo di stato ha fatto sentire il proprio peso politico. Una dimostrazione si è avuta in occasio‑ ne della crisi di governo di fine anno quando il presidente ceco è riuscito a non far votare la mozione di fiducia posta dai Socialdemocratici per far cadere il governo di centrodestra dopo lo scandalo di tentata corruzio‑ ne che ha portato alle dimissioni del ministro dell’Ambiente Pavel Drobil, in quota Ods. Klaus ha convocato i leader dei tre partiti della coalizione e con una mossa del tutto inedita nel corso del‑ la riunione al Castello di Praga: li ha convinti a stipulare un accordo per la tenuta della maggioranza. Un patto non scritto di cui lui stesso si è fatto “garante” e che sarà denunciato per‑ sonalmente dal capo di stato se verrà trasgredito. Una rassicurazione che è bastata anche al Čssd, nonostante le perplessità iniziali. Se a qualcuno mancasse ancora la conferma che Klaus sa bene cosa vuo‑ le e sa come ottenerlo, basterà atten‑ dere il prossimo scontro sia a Praga che a Bruxelles.

Schwarzenberg will have a less rigid position with the EU”. Furthermore, for Klaus, Top09 – the minister’s party, represents “the number one enemy “and Schwarzenberg “is its symbol”. Finally, the responsible official for Czech diplomacy is “more of a representative figure rather than one of action, respectful of the Constitution - Doležal added – more suitable for the position of president”. Just this “status” might suggest a candidature of the minister for the seat of president, a hypothesis that Klaus might try to sabotage. Therefore, with reversed roles, Klaus continues to exert his influence on fo-

reign and monetary policies, as he did in the past few months and years. And even at home, on the Czech political scene, the head of state has shown his political weight, during a government crisis at the end of the year, when the Czech president was able to avoid the voting of the motion of confidence to bring down the centre-right government, that had been presented by the Social-democrats, following an attempted bribery scandal that led to the dismissal of the Environment Minister Pavel Drobil. Klaus summoned the leaders of the three parties of the coalition and

with an unexpected move, during the meeting at the Prague Castle: he convinced them to stipulate an agreement for the stability of the majority. A non written agreement to which he “bound” himself and, for which he could be denounced by the head of state if he were to infringe it. A reassurance that was adequate also for the Čssd, despite initial doubts. If anyone should still doubt if Klaus knows what he wants and how to go about achieving it, he need just wait for the next clash to take place, both in Prague and in Brussels.

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I due nemici Il panorama politico continua a essere ravvivato dalle ricorrenti polemiche fra il presidente Václav Klaus e il ministro degli Esteri Karel Schwarzenberg The political panorama is continuously revived by the recurrent controversy between president Václav Klaus and the foreign minister Karel Schwarzenberg

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Le abituali scaramucce fra il capo dello stato Václav Klaus (69 anni) e il ministro degli Esteri Karel Schwar‑ zenberg (73 anni) sono una prova evi‑ dente di quanto sia ancora distante dal venir meno in Repubblica Ceca, a più di venti anni dalla fine del regime comunista, la radicata diffidenza, la frequente incompatibilità, fra i cit‑ tadini che il periodo del regime lo hanno vissuto in patria e coloro che invece sono potuti tornare solo dopo la Rivoluzione di velluto. I primi sempre pronti a rinfacciare agli altri di aver abbandonato la madrepa‑ tria, di essere diventati praticamente degli stranieri, senza le carte in regola

per poter giudicare ciò che è stato ne‑ gli anni del regime. Gli ex espatriati, invece, più propensi ovviamente ad accusare gli altri di essersi piegati alla dittatura, di non aver avuto abbastanza coraggio per cambiare le cose e persino di essersi compromessi con il regime.

The typical skirmishes between the head of state Vaclav Klaus (69 years of age) and the Foreign Minister Karel Schwarzenberg (73) are clear evidence of how - after more than twenty years since the fall of the communist regime, in the Czech Republic, deeply rooted is the diffidence and frequent incompatibility between - the citizens who lived the period of the regime on the homeland and those instead who were able to return only after the Velvet Revolution. The first, always ready to reproach the others for having abandoned the mother country, for practically becoming foreigners and unfit to judge what it was like during the regime. The ex expatriates instead, more willing of course to accuse the others of yielding to the dictatorship and of not

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Gli interminabili attriti fra Klaus e Sch‑ warzenberg da questo punto di vista sono assolutamente emblematici. Uno degli ultimi scontri fra i due risale a quando, appena pochi mesi fa, l’euro‑ scettico Klaus, parlando delle trasferte a Bruxelles del ministro degli Esteri, ha dichiarato di non fidarsi di Schwar‑ zenberg. Il Presidente, senza peli sulla lingua, ha detto di considerarlo, per quanto riguarda le questioni europee, “uno dall’altra parte della barricata” e non ha mancato di rimproverare al responsabile della diplomazia ceca, il quale ha trascorso buona parte della sua vita in Austria e in Germania, quei

having had enough courage to change things - and even for having made compromises with the regime. The endless friction between Klaus and Schwarzenberg from this point of view is absolutely emblematic. One of the last clashes between the two goes back to when, just a few months ago, the eurosceptic Klaus, speaking of the Foreign Minister’s trip to Brussels, declared he did not trust Schwarzenberg. The President said outspokenly that he considered him, as far as the European issues are concerned, as “one from the other side


politica politics

The two enemies suoi “decenni di vita passati a girovaga‑ re in Europa”. Inevitabile la replica del principe Schwarzenberg, discendente di una delle casate nobili di più antica tradi‑ zione d’Europa, il quale nel 1948, con l’avvento del regime dovette lasciare l’allora Cecoslovacchia al seguito del‑ la sua famiglia per farvi ritorno solo dopo il 1989. “Klaus ha le sue idee e a questa età è difficile fargliele cambia‑ re” una premessa in apparenza pru‑ dente, alla quale l’anziano aristocrati‑ co ha fatto seguire una vera e propria stoccata da schermidore d’altri tempi: “Il presidente è forse condizionato

of the barricade” and did not fail to reproach the man, responsible for Czech diplomacy, who spent part of his life in Austria and Germany, for those decades of life spent travelling around Europe”. Inevitable was the reply of prince Schwarzenberg, descendant of one of the noblest families of antique European tradition, who in 1948, with the advent of the regime, had to leave the then Czechoslovakia with his family to return only after 1989. “Klaus has his opinions and at his age it is difficult to make him change his mind”, a seemingly prudent premise, to

dagli insegnamenti ricevuti a scuola, degli anni ’50, quando nella Cecoslo‑ vacchia comunista di quel periodo lo abituarono a considerare negativa‑ mente tutto ciò che ha a che fare con l’aristocrazia”. Una battuta davanti alla quale il pre‑ sidente è parso obiettivamente accu‑ sare il colpo.

Klaus è infatti il classico esempio di cittadino ceco che - come tanti altri in quel periodo, non si iscris‑ se mai al partito comunista, ma che neanche si schierò mai aper‑ tamente contro il regime. Preferì adeguarsi a quelle condizione e ciò gli permise di frequentare l’univer‑ sità, di poter perfezionare i suoi studi in due stage all’estero negli anni ’60 - il primo in Italia, presso l’Università di Napoli (beneficiario di una borsa di studio dell’Iri) e il secondo negli Stati Uniti, presso la Cornell University di New York - e di poter persino continuare, dopo la Primavera di Praga e in piena

normalizzazione comunista, la sua carriera di economista, all’interno della Banca nazionale cecoslovacca e successivamente nell’Accademia delle scienze. Alcune settimane fa, da un vecchio ar‑ chivio, è persino emerso che Klaus, da giovane, nei primi anni ’60, fu per un certo periodo notato per un possibile arruolamento dai servizi segreti mili‑ tari. A quanto pare, ciò che gli costò una possibile carriera nell’intelligence comunista, non furono le sue idee po‑ litiche, ma piuttosto, come si legge in un vecchio dossier delle unità di sicu‑ rezza, “la sua accentuata passione per lo sport e per le belle ragazze”. (gus)

which the elderly aristocrat responded with the thrust of a fencer of the past: “The President is perhaps conditioned by the teaching he received at school in the 1950s, when in the communist Czechoslovakia of that period, they taught him to consider negatively everything connected with the aristocracy”. A joke which seemed to affect the President. Klaus is in fact the typical example of a Czech citizen who, like many people of that period, never joined the communist party, but who neither openly took sides against the regime. He preferred to adapt to those conditions and that enabled him to attend university, to complete his studies with two stages abroad in the 1960s – the first in Italy at the University of Naples (thanks

to an Iri scholarship) and the second in the United States, at the Cornell University in New York – and even to continue, after the Prague Spring, during the communist normalization period, his career as an economist for the Czechoslovakian National Bank and then for the Academy of Science. A few weeks ago, from an old archive, we came to know that when Klaus was young, during the early 1960s, he was for a certain period considered as a possible candidate for the military secret service. Apparently, what cost him the possibility of a career in the communist intelligence service, were not his political ideas, but rather, as is reported in an old file by the security units, “his passion for sports and beautiful girls”. (gus)

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Vocazioni europee e orgogli nazionali European vocation and National pride Le identità nazionali non sono e non devono essere un fattore di disgregazione, né la loro essenza o – come nel caso dell’Italia - la loro riscoperta, vanno considerate come alternative o contrarie all’idea di Europa unita di Luca Pandolfi by Luca Pandolfi

The national identities are not and must not be a factor of social disintegration, nor is their essence or – as in the case of Italy – their re-discovery, to be considered as alternative or contrary to the idea of a united Europe

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Ancora una volta l’attualità ci fornisce l’occasione di riflettere sul processo di integrazione europea e sul suo significato nel contesto odierno, per i singoli Stati europei come sul piano internazionale. Come sempre l’analisi del fenomeno non può che essere deformata dall’occhio dell’osservatore. In questo caso il punto di vista è quello di un cittadino italiano che lavora in Repubblica Ceca, condizione che accomuna molti lettori di Progetto Repubblica Ceca. Lo spunto è dato dalla ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia, celebrato anche in Repubblica Ceca con una serie di cerimonie e avvenimenti culturali e con la prossima visita del Presidente Napolitano. La riflessione, per un appassionato della causa e delle questioni europee, non può che essere sul rapporto fra identità nazionali e processo di integraOnce again, current events give us the opportunity to reflect on the process of European integration and its meaning in today’s context, both for the single European states as well as on an International scale. As always, the analysis of the phenomenon can only be deformed by the observer’s eye. In this particular case, the point of view is that of an Italian citizen who works in the Czech Republic, a condition which is common to many readers of Progetto Republica Ceca. The opportunity is given to us by the 150th anniversary of the unification of Italy, which is also celebrated in the Czech Republic with a number of ceremonies and cultural events and the forthcoming visit of

zione, oltre che al parallelismo, quasi automatico, con la diversa situazione del paese che ci ospita, assurto negli ultimi anni a simbolo delle diffidenze nazionali all’integrazione.

La premessa è quella che le identità nazionali non sono e non devono essere un fattore di disgregazione, né la loro essenza o – come nel caso dell’Italia - la loro riscoperta, vanno

president Napolitano. The reflection, for someone who is keen on European issues and its cause, can only focus on the relation between national identity and the process of integration, as well as the almost automatic parallelism with the different situation present in our host

country, which has increased in recent years to become a symbol of national diffidence towards integration. The premise is, that national identities are not and must not be a factor of social disintegration, nor is their essence or – as in the case of Italy –

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focus Europa focus Europe

considerate come alternative o contrarie all’idea di Europa unita. La nascita stessa della Comunità europea trae origine dalle profonde divisioni fra gli Stati e dall’urgenza di evitare

their re-discovery, to be considered as alternative or contrary to the idea of a united Europe. The very birth of the European Community originates from profound divisions between the States and the urgency of avoiding recurring continental conflicts; the history of its

il ripetersi di conflitti continentali, la storia della sua evoluzione ha sempre risposto a istanze di composizione di interessi diversi e di accoglimento delle differenze economiche, sociali, linguistiche e culturali. Non torniamo in questa sede sul meccanismo attuale del processo di integrazione - già affrontato su questa rivista in “La diffidenza dei cechi verso l’Europa. Un bluff o un problema di integrazione?” – se non per ricordare come questo è concepito per permettere livelli e velocità differenti per i singoli Stati, con strumenti come la cooperazione rafforzata. Si ricordi anche che l’intero percorso di creazione dell’Unione europea è sempre stato ispirato da principi, come quello di sussidiarietà, per i quali l’integrazione deriva sempre da una limitazione di sovranità e una cessione di competenze dagli

Stati alle istituzioni europee e non è mai imposta dall’esterno. Tutto ciò premesso si possono fare tre considerazioni, valide sia per Stati con una storia e una vocazione europea consolidata come l’Italia, sia per Paesi come la Repubblica Ceca, di recente adesione e con atteggiamenti più critici, anche per motivi di orgoglio nazionale. La prima è che l’Europa unita risponde ad una serie di esigenze concrete, quando non di drammatiche urgenze. Lo dimostra il bisogno di una risposta unitaria agli effetti della crisi economica mondiale, in particolar modo quelli sulla società e i cittadini. Lo certificano ancora di più i fatti di questi giorni nei paesi del Mediterraneo. Anche ai confini dell’Unione la stabilità non è più una garanzia e la risposta non può essere efficace se

non è unitaria. La lezione dei Balcani è chiara: l’instabilità ai confini crea problemi non affrontabili dagli Stati singolarmente. La seconda considerazione è che l’UE rappresenta per gli Stati e per i cittadini una serie irripetibile di opportunità da cogliere. Si pensi allo sviluppo: paesi di nuova adesione come la Repubblica Ceca beneficiano di risorse fondamentali per la loro crescita in termini di economici, sociali, infrastrutturali, di competitività. I numeri aiutano a capire: per il periodo 2007-2013 stanziati 26,7 miliardi di € dal bilancio UE, di cui 10 per l’ambiente, 7.7 per il trasporto, 5 per R&S e innovazione, 1.5 per il sostegno alle imprese, in particolare alle PMI. Mentre nei primi due anni di adesione i 2.6 miliardi investiti hanno portato oltre 30.000 nuovi posti di lavoro, 370 Km di nuove infrastrutture e

evolution has always responded to instances of composition of different interests and acceptance of economic, social, linguistic and cultural differences. We are not going to delve here on the mechanism of the present integration process, which has already been dealt with in “Czech diffidence towards Europe. A bluff or an integration issue?” - but only wish to bring to mind that this was conceived in order to allow different levels and speeds for each single state, with instruments such as the enhanced cooperation. We should remember that the entire course towards the creation of the European Union has always been inspired by principles, such as subsidiarity, ac-

cording to which, integration always derives from a limitation of sovereignty and transfer of powers from the single States to European institutions and which has never been imposed from outside. That being stated, three considerations may be made that are valid both for States that have a history and a consolidated European vocation, such as Italy, and countries such as the Czech Republic, a new member state with a more critical attitude, also for reasons of national pride. The first is that a united Europe meets a series of concrete needs, if not of dramatic urgencies. This was demonstrated by the unitary response to the

outcome of the world economic crisis, particularly those affecting society and citizens. This has been confirmed by the recent events involving the Mediterranean countries. Even on the borders of the Union, stability is no longer a guarantee and any response cannot be effective unless it is unitary. The lesson of the Balkans is clear: instability at the frontier creates problems that cannot be dealt with by Countries acting on their own. The second consideration is that the EU offers States and its citizens an unrepeatable series of opportunities to be seized. We may consider development: new countries, such as the Czech Republic benefit from fundamental resources for

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focus Europa focus Europe

il sostegno a 3.000 PMI. Certamente l’Italia come altri Stati ha meno risor‑ se a disposizione, ma si tratta comun‑ que di 28.8 miliardi fino al 2013, per finanziare ricerca e innovazione (9.6 miliardi), infrastrutture di trasporto (4.1 miliardi) , imprese, (2.7 miliardi), ICT (1.6 miliardi). È altresì vero che l’effettiva utilità delle risorse dipende dalla capacità di spesa dei governi e questo ci porta

growth in economic, social, infrastructural, and competitive terms. The figures are useful to give a picture of the situation: for the period 2007-2013 € 26,7 billion from the UE budget, of which, 10 for the environment, 7.7 for transport, 5 for R&D and innovation, 1.5 for support to businesses, in particular to small and medium-size companies. Whilst in the first two years of membership, the 2.6 billion invested, created more than 30,000 new jobs, 370 km of new infrastructures and support to 3,000 medium and small-size companies. Surely, Italy, as other countries, has fewer resources

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ad un’ulteriore considerazione. Essere in Europa comporta anche vincoli e obblighi per gli Stati, non c’è dubbio. Abbiamo esempi virtuosi, come quel‑ lo della Spagna, di come capitalizzare al meglio le risorse provenienti da Bruxelles, e altri, come quello dell’Ita‑ lia, di scarsa capacità di utilizzare tali risorse. Tale differenza rappresenta la sfida per la Repubblica Ceca: il suc‑ cesso della sua integrazione dipende

available, but they still amount to 28.8 billion until 2013, to finance research and innovation (9.6 billion), transport infrastructures (4.1 billion), enterprises, (2.7 billion), ICT (1.6 billion). It is also true that the effective usefulness of the resources depends on the governments’ spending capability and this leads us to a further consideration. Being part of Europe, undoubtedly, implies constraints and obligations on the part of the single States. We have virtuous examples such as Spain, on how to better capitalize the resources coming from Brussels, and others, such as Italy with a poor ability to use such

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dalla accelerazione che Praga saprà dare all’utilizzo dei fondi strutturali e dalla capacità di recepire le regole e di adeguarsi ai vincoli imposti dal’Ue. Un solo esempio: il recepimento delle normative in materia di protezione dei consumatori comporterà sicura‑ mente dei vincoli e dei costi, ma darà ai prodotti cechi un livello qualitativo e una competitività sui mercati diffi‑ cilmente ottenibile in altri modi. Infine, per tornare al rapporto fra identità nazionali e vocazione euro‑ pea, fondamentale è la lezione della storia. Praga, il cimitero militare ita‑ liano di Milovice, lo Spielberg, solo per citarne alcuni, sono luoghi che testimoniano come il contributo delle nazioni – anche dell’Italia - alla storia d’Europa sia stato doloroso ma fonda‑ mentale per raggiungere la pace e la stabilità di oggi. resources. This difference is the real challenge for the Czech Republic: the success of its integration will depend on the acceleration that Prague is able to apply in the use of these structural funds, the ability to perceive the new rules and adapt to the constraints imposed by the EU. As an example: the adoption of legislation on consumer protection will surely lead to restrictions and higher costs, but will as a consequence, raise Czech products to a level of quality and competitiveness on the market, which would be difficult to obtain in other ways. Finally, to return to the relationship between national identity and European vocation, fundamental are the lessons of history. Prague, the Italian military cemetery of Milovice, the Spielberg, just to mention a few, are places which bear witness to how the contribution of nations – including Italy – to the history of Europe, was painful, but nonetheless, fundamental towards the achievement of today’s peace and stability.


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Il professor Mario Monti presidente dell’Università Bocconi, ex commissario europeo per la Concorrenza e per il Mercato interno - commenta, nel corso di una intervista che ci ha concesso a Praga, gli ultimi sintomi di stanchezza da integrazione e di freddezza verso l’Eurozona che giungono dalla Repubblica Ceca

Mario Monti: “L’euro non è in crisi”

di Paolo Colombo e Giovanni Usai By Paolo Colombo and Giovanni Usai

Professor Mario Monti – president of the Bocconi University, ex European commissioner for Competition and the Internal market, during an interview granted to us in Prague comments on the latest signs of integration weariness and indifference towards the Eurozone that are coming from the Czech Republic

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intervista interview

Mario Monti: “The Euro is not in crisis” “L’euro è un’ancora di stabilità e sareb‑ be bene che tutti i cittadini della Re‑ pubblica Ceca lo capissero”. Il professor Mario Monti non ha alcuna intenzione di venir meno al suo ruolo di difensore della Casa comune europea. Lo ha di‑ mostrato anche a Praga, lo scorso 18 febbraio, dove è giunto, su invito del think tank Prague Twenty, per parte‑ cipare a una conferenza dal titolo “Eu‑ rope on the Background of Euro Crisis”. Nella storica sala refettorio del Malo‑ stranský palác, si sono dati appunta‑ mento ad ascoltarlo una serie delle più influenti personalità di questo paese in campo economico, politico e bancario. Persino alcuni ambasciatori. Una platea così numerosa e così qualificata da ri‑ sultare quasi sorprendente visto il gior‑ no e l’orario della conferenza, venerdì

pomeriggio, quando normalmente a Praga tutti hanno già la mente rivolta al fine settimana. È stato proprio in questa occasione che abbiamo chiesto al professor Monti di potergli rivolgere alcune do‑ mande e di realizzare l’intervista che Vi proponiamo.

“The Euro is still an anchor of stability and it would be good for all Czech Republic citizens to become aware of this”. Professor Mario Monti has no intention of failing in his role as a defender of the common European Home. This was also demonstrated after his arrival in Prague on 18th February, on the invitation of the think tank Prague Twenty, when he took part in a conference with the title “Europe on the Background of Euro Crisis”. The meeting took place inside the Malostranský palác refectory hall, with speeches from a number of influential personalities in the economic, political and banking field and even with the participation of a few ambassadors. Such a numerous and qualified audience is quite surprising if we consider the day and time of the

conference - Friday afternoon, when normally in Prague, most people have their minds set on the week-end. It was on this occasion that we asked Professor Monti to grant us an interview, which we propose.

Professor Monti, quali sensazioni tornando oggi a Praga? Ho trovato ancora una volta la Praga piena di fascino che tutti conosciamo, ma ho trovato anche una città molto interessata alle questioni europee, in particolare ai temi che io seguo da vicino, come quello del mercato unico e della moneta unica, anche se ovvia‑ mente per ora la Repubblica Ceca non fa parte dell’Eurozona.

Professor Monti, what are your sensations to be back in Prague? I found Prague once again full of the charm that we are all familiar with, but I also discovered a city that is now very interested in European issues and, in particular, on issues that I follow very closely, such as the single market and the single currency, even if for the moment, the Czech Republic is not part of the Eurozone. During today’s meetings - at lunch with Foreign minister Karel Schwarzenberg

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Durante i miei incontri odierni - pri‑ ma nel corso di una colazione con il ministro degli Esteri Karel Schwar‑ zenberg e coi rappresentanti di altri ministeri, poi durante la conferenza pubblica dedicata alla moneta unica e infine con il capo del Governo Petr Nečas – gli argomenti di conversazio‑ ne interessanti non sono certamente mancati. L’argomento del giorno è quello della crisi dell’euro e della ritrosia della Repubblica Ceca, probabilmente anche di altri paesi della Nuova Europa, a entrare in Eurozona In primo luogo devo ribadire che non esiste, o comunque non esiste per ora, una crisi dell’euro. Esiste casomai una difficoltà seria di certi paesi dell’eu‑ and the representatives of other ministries, then at a public conference on the single currency and finally, with the Head of Government Petr Nečas – the interesting topics of conversation were certainly not lacking. The topic of the day is that of the Euro crisis and the reluctance of the Czech Republic - and perhaps also of some other countries of the New Europe - to enter the Eurozone. First of all, I have to point out that there isn’t, at least for the time being, a Euro crisis. Perhaps there are serious difficulties for certain Eurozone countries, and this causes a malfunction of certain safeguard mechanisms that will have to be re-examined and improved. Nonetheless, the European currency has reacted well: it has defended pur-

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Al termine della conferenza, da sinistra Mario Monti con Vladimír Dlouhý (presidente di Prague Twenty, ex ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, ora consulente di Goldman Sachs) e Leszek Balcerowicz (economista, ex governatore della Banca nazionale polacca ed ex ministro delle Finanze della Polonia) At the end of the conference, from left Mario Monti with Vladimír Dlouhý (Chairman of the Board of Prague Twenty, former Minister of Industry and Trade of the Czech Republic, current member of the Board of International Advisers to Goldman Sachs) and Leszek Balcerowicz (economist, former President of the National Bank of Poland and former Minister of Finance)

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rozona e questo comporta una crisi di alcuni meccanismi di salvaguardia che sono da rivedere e da migliorare. La moneta europea ha invece reagi‑ to bene: ha difeso il proprio potere d’acquisto e ha mantenuto un buon rapporto di cambio rispetto alle altre valute. Ha persino sorpreso la reazio‑ ne pronta delle istituzioni europee in presenza delle crisi di alcuni paesi dell’Eurozona. Resta il fatto che alcuni paesi della Nuova Europa, seguendo l’esempio della Repubblica Ceca,

potrebbero decidere di rimanere fuori dall’Eurozona? Che effetti ne scaturirebbero? La crisi dell’eurozona ha sicuramente messo in luce che partecipare all’euro costituisce una responsabilità molto seria sia per il singolo paese parte‑ cipante che per l’effetto complessivo sul “condominio”. Non mi sorprende quindi che l’ingresso nell’euro sia oggi un passo da prendere meno alla leggera di quanto in altre circostanze possa essere accaduto. Questo atteg‑ giamento della Repubblica Ceca mi

sembra quindi un segno di respon‑ sabilità. Così come, da parte di coloro che sono dentro la zona euro, c’è nei confronti dei nuovi ingressi una mag‑ giore attenzione e un atteggiamento giustamente critico, a seguito anche dell’esperienza della Grecia. Ma Lei che argomenti utilizzerebbe con un pensionato della Repubblica Ceca, un piccolo impiegato, che fa fatica ad arrivare a fine mese e che teme l’adozione dell’euro come possibile causa di rincari e quindi di ulteriori sacrifici?

chasing power and maintained a good exchange rate compared with other currencies. Even surprising to some, was the prompt reaction of European institutions after the financial crisis which affected a few Eurozone countries. However, the fact remains that a number of new European Countries, following the example of the Czech Republic, might decide to stay out of the Eurozone. What could be the outcome? The crisis of the Eurozone has certainly highlighted the fact that participating in the Euro area is a responsible commitment to be taken very seriously, both for the single countries involved and for the overall effect on the “condominium”. Therefore, I am not surprised that joining the Euro today is a decision to be taken more seriously than was done in other circumstances in the past. I believe the current attitude of the Czech Republic is due to a sense of responsibility, just as there is - on the part of those who belong to

the Eurozone - greater attention and a justifiable, critical approach towards new entries - also in view of the Greek experience. What convincing arguments would you use with a Czech Republic pensioner or office-worker, who struggles to make ends meet and who fears the adoption of the Euro, because it might mean rising prices and, consequently, more sa-

crifices? I would distinguish between two aspects: for countries with high inflation or at least, with an inflation rate that is just a little higher compared to the Eurozone – such as with the Czech Republic – the adoption of the single European currency does not pose a risk of rising prices. Let’s bear in mind that the Euro is based on the German monetary stability model with an

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intervista interview

“La ripresa è in corso ma tutti quelli che fanno previsioni sono diventati più umili dopo gli insuccessi degli anni scorsi” “Economic recovery is underway. However, those who make predictions have become more humble after the failures of the past few years”

Io distinguerei due aspetti. Per paesi con una forte inflazione o comunque anche per paesi con una inflazione appena superiore rispetto alla zona euro, come la Repubblica Ceca, l’ado‑ zione della moneta unica europea non presenta un rischio di aumento dei prezzi. Teniamo presente che l’euro è costituito sul modello tede‑ sco della stabilità monetaria, ha una banca centrale indipendente. L’Ita‑ lia per esempio, se non avesse fatto parte dell’euro, avrebbe avuto anno dopo anno un tasso di inflazione ben maggiore. Di questo ne sono assolu‑ tamente sicuro e mi sembra una cosa di rilevanza fondamentale. Il secondo aspetto? D’altra parte, esiste il problema, nel breve periodo, del gradino dei prezzi che si può determinare al momento dell’ingresso in eurozona. In Italia, come è noto, lo abbiamo avuto. E ha portato alcuni a giudicare, a mio pa‑ rere del tutto erroneamente, l’euro

come un fattore di inflazione. Mentre per l’Italia, salvo il gradino iniziale, è stato un fattore di disinflazione. Molto dipenderebbe anche dalla campagna di informazione, da fare in anticipo rispetto all’ingresso in eurozona. In definitiva io credo che entrare in Eu‑ rozona significhi entrare in un mecca‑ nismo di stabilità, che mette al riparo anche da variazioni di regimi politici. Direi quindi che l’euro è un’ancora di stabilità. La crisi economica? Da queste parti sembra che la ripresa sia iniziata. Qual è la Sua opinione? Sembra in effetti così, che la ripresa sia in corso. Tutti quelli che fanno pre‑ visioni però sono diventati più umili dopo gli insuccessi degli anni scorsi. Per quanto riguarda in particolare la Repubblica Ceca, va detto che in Euro‑ pa più vicini si è alla Germania meglio è, proprio per l’impulso che viene dal‑ la rimessa in moto del motore econo‑ mico tedesco.

A Praga è inevitabile un riferimento a Václav Klaus, l’euroscettico per eccellenza Con il presidente Klaus ci conosciamo da decenni e fra di noi credo esista, sul piano umano, un rapporto di reciproca simpatia. Ricordo di averlo incontrato qui, verso la fine del 1995, quando io ero Commissario europeo e lui Primo ministro. Riferendomi a Klaus, direi che ogni paese per gli altri e per l’Unione europea presenta spigolosità e aspetti che andrebbero valorizzati. Certamen‑ te, quando si è trattato della ratifica del Trattato di Lisbona da parte del presidente Klaus sono emerse delle difficoltà. Adesso però non si tratta più di modificare trattati, ma di dare un contributo perché l’integrazione eco‑ nomica dell’Europa non faccia passi in‑ dietro, ma al contrario venga spinta di più e faccia dei passi avanti. Da questo punto di vista la Repubblica Ceca è un fattore positivo per l’Europa. Non certo negativo.

independent central bank. If Italy for example, had not been part of the Euro, it would have had a much higher inflation rate, year after year. I am absolutely sure of that and I believe it is of great importance. The second aspect? On the other hand, in the short term, there is the price element that might arise when joining the Eurozone. It happened to Italy, as we know, and led

some people - quite wrongly according to me - to consider the Euro as a cause for inflation. Whilst for Italy, apart from the initial price issue, it was a factor of disinflation. A great deal would also depend on the information campaign, to be carried out before joining the Eurozone. Ultimately, I believe that joining the Eurozone means entering a mechanism of stability that also acts as a safeguard against changes of political regime. I would therefore add that the Euro is an anchor of stability. The economic crisis? Over here the recovery seems to have already started. What are your views on this? Economic recovery does in fact seem to be underway. However, those who make predictions have become more humble after the failures of the past few years. As for the Czech Republic, we have to point out that in Europe, the closer you are to Germany the better it is, thanks to the stimulus afforded by the restart of Germany’s economic engine.

Being in Prague it is inevitable to refer to Václav Klaus, the Euroskeptic par excellence President Klaus and I have known each other for decades and I believe that, from a human point of view, we are also united by mutual sympathy. I remember meeting him towards the end of 1995 when I was European Commissioner and he was Prime Minister. Referring to Klaus, I would say that each single country displays - to the other countries and the European Union negative traits and positive aspects that should be valued. Undoubtedly, during the ratification of the Lisbon Treaty by president Klaus there had been some difficulties. But now, it is not a question of having to modify a treaty, but to contribute so that the economic integration of Europe is not faltered. On the contrary, it should be pushed to progress even further and, in this respect, the Czech Republic is an asset for Europe. Certainly, not a negative factor.

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Gusto, genuinità e bontà A tavola i cechi tornano patriottici Taste, genuineness and excellence Around the table the Czech turn patriotic again di Iveta Kasalická by Iveta Kasalická

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All’epoca del comunismo i cechi era‑ no costretti ad accontentarsi di poco: la scelta nei negozi di alimentari era ridotta allo stretto necessario e ugua‑ le dappertutto. Per la carne e i salumi di qualità bisognava avere qualche conoscenza. Per le banane e le arance si facevano code interminabili. Con la

caduta del regime e il successivo ar‑ rivo sul mercato degli alimentari oc‑ cidentali il consumatore ceco andava matto per ogni prodotto marchiato Ovest, convinto che fosse migliore. Oggi, oltre vent’anni dopo la fine del regime, assistiamo a una svolta: i ce‑ chi, in cerca di alimentari genuini, fre‑

At the time of communism the Czech were forced to be content with very little: the choice supplied by grocer’s shops was reduced to the bare necessities and the food was the same everywhere. For the quality meat and salami products you had to have some knowledge. To get bananas and oranges there were unending queues. After the fall of the regime and the subsequent arrival of western food on the market, Czech consumers used to go mad for any product made in the West, because they felt they were better. Today, after nearly twenty years after the end of the regime there is a turning point: the Czechs who look for genuine, fresh and healthy foodstuffs begin to be fed up with the uniformity provided by hypermarkets or big multinationals. In fact, they are now turning to small private stores and, on Saturdays, also to the open-air markets in the squares of the big cities, where farmers sell their own products directly to the final

client, that is „rom the „farmstead to the table“. According to the press, open-air markets as well as vending machines of fresh milk, have become the wonder of 2010. This year they are likely to expand not only in Prague but throughout Czech republic. And the Czech are more and more interested in the prices and in the source of pork meat, poultry and eggs, especially after the scandal of the dioxin in Germany. Open-air stalls against hypermarkets. And thumb down about Chinese garlic Why giving way to open-air markets rather than to a hypermarket where you can find everything handy? „Have you ever smelled the scent of freshness in supermarkets? Well, it’s right this scent that lacks in supermarkets and that stimulate the inhabitants of Prague to get up early on Sundays, take a shoppig bag and perhaps cross all the city to buy sweet-smelling, savoury fruit and vegetables, cheese, salami

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and fresh bread“ says Jan Veleba with great conviction. He is the president of the Agrární komora, the agricultural Chamber of Czech Republic. A further proof of the new desire for genuine products - meaning those that have not travelled thousands of kilometers to reach the Czech tables – is given by the thousands of fans pro-


economia e mercato markets and data

schi e sani optano per i prodotti locali, cominciano ad averne le tasche piene dell’uniformità degli ipermercati e delle grandi multinazionali, tornano alle piccole botteghe private e il saba‑ to nei mercati all’aperto, nelle piazze anche delle grandi città, dove gli agri‑ coltori vendono la propria produzione direttamente al cliente finale, “dalla cascina alla tavola“. Secondo la stampa, i mercati all’aper‑ to, così come i distributori automa‑ tici di latte fresco, non pastorizzato, sono diventati il fenomeno del 2010. Quest’anno è prevista una loro espan‑ sione non solo a Praga, ma in tutta la Repubblica Ceca. E l’attenzione che i cechi dedicano al prezzo e alla prove‑

moting the Facebook community „We want the open-air markets in Prague“ (Chceme v Praze farmářské trhy). „ Ok, for tropical fruit I go to a supermarket or a shop run by Vietnameses. But why should I buy there also the garlic which arrives here after an unending journey from China, if garlic is especially a traditional product of our country? I do pre-

nienza della carne suina, del pollame e delle uova è oggi più spiccata che mai, dopo lo scandalo diossina della Germania. Bancarelle all’aperto contro gli iper‑ mercati. E “no” all’aglio cinese. Perché dare la precedenza ai mercati‑ ni all’aperto piuttosto che ad un iper‑ mercato, dove si trova tutto a portata di mano? “Avete mai sentito il profu‑ mo della freschezza nei supermercati? È proprio questo che nei supermercati manca e che spinge i praghesi ad alzarsi sabato di buon‘ora, prendere una cesta per la spesa e magari at‑ traversare tutta la città, per comprare frutta e verdura profumata e saporita, formaggi, salumi e pane fresco” è la

fer buying it in the stalls. It costs more but I need it less. Two cloves of Czech garlic are equal to a whole bunch of Chinese garlic“ mantains Petra whom we met at the market of Holešovice, a housewife pushing a shopping trolley. Rather, the problem is that Czech garlic is difficult to get hold of. In fact, in many cases it has been replaced by the

risposta convinta di Jan Veleba, il pre‑ sidente dell’Agrární komora, la Came‑ ra agraria della Repubblica Ceca. Un’ulteriore testimonianza di quale sia il desiderio di prodotti genuini che non abbiano viaggiato migliaia di chilometri per giungere sulla tavola dei cechi – ce la offrono i migliaia di fan iscrittisi al gruppo di Facebook “Vogliamo mercati all’aperto a Pra‑ ga” (Chceme v Praze farmářské trhy). “Ok, per la frutta tropicale vado in un supermercato o in un negozio gestito da vietnamiti. Ma perché devo com‑ prare lì anche l’aglio, che arriva da noi dopo un viaggio interminabile dalla Cina, se proprio l’aglio è un prodotto tradizionale della nostra terra? Pre‑ ferisco comprarlo nelle bancarelle. Costa di più, ma me ne basta meno. Due spicchi di aglio ceco valgono un mazzo intero di quello cinese” sostie‑ ne Petra, una casalinga, con carrello, incontrata nel mercato di Holešovice. Il problema è piuttosto che l’aglio ceco non si trova quasi più. In parec‑ chi casi è stato sostituito da quello

cinese, più economico. Secondo Jaro‑ slav Zeman, il presidente dell´Unione degli agricoltori cechi e moravi, oggi alla produzione agricola di questo prodotto vengono dedicati solo 67 et‑ tari, mentre all’epoca del comunismo si superavano i 300 ettari di terreno coltivato ad aglio. Per paura di una costante perdita della clientela, gli ipermercati cominciano a reagire ai bisogni del consumatore ceco e alle campagne che sostengo‑ no la produzione locale. Peraltro, le società multinazionali che gestiscono nella Repubblica Ceca gli ipermercati già da anni fronteggiano le critiche degli agricoltori e dei produttori re‑ gionali che, costretti a confrontarsi con importazioni a prezzi stracciati, si sentono discriminati. “Dall’estero pro‑ viene oltre il 60% della verdura che si vende in Repubblica Ceca, il resto lo compriamo da agricoltori locali”, con‑ ferma Eva Karasová, portavoce della catena commerciale Tesco. D’inverno la percentuale della frutta e della verdura locale scende al 25%. Alcu‑

Chinese garlic, which is cheaper. According to Jaroslav Zeman, the president of the Union of Czech and Moravian farmers, today only 67 hectars are devoted to this product, while at the time of communism the land cultivated with garlic was over 300 hectars. Fearing a steady loss of customers, hypermarkets start to react to the needs of Czech consumers and to the areas sustaining local growings. Moreover, the multinational companies that manage hypermarkets in Czech Republic have been facing regional farmers‘ and producers‘ criticism who feel they are discriminated since they have to cope with very low prices imports. „Over 60% of vegetables sold in Czech republic comes from abroad while we buy the rest from local farmers“, confirms Eva Karasová, spokeperson of the commercial chain Tesco. In winter the percentage of fruit and vegetables decreases by 25%. Some companies working in the field try to give a hel-

ping hand: for example Billa commercial chain is planning a joint project with the Czech Agricultural Chamber in order to increase the share of local bio products. The discount Penny Market has started a collaboration with the Czech farmers who will become the principal suppliers over the season. Roast pork, sauerkraut and knedlík – typical Czech dish with tainted German meat. Thumb down to UE flag on the product When in mid-January the scandal of German meat and eggs with the dioxine came up, Czech farmers immediately reacted asking the State to tighten up controls. Czech commercial chains operating in Czech Republic have instead rejected the petition of the Agricultural Chamber asking them to guarantee the quality of imported meat and eggs. According to the commercial chains it’s up to importers to guarantee the non-dangerousness of products. „Yet the problem is that the State does

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Prossimi mercatini nelle piazze di Praga: Kubánské náměstí, Praga 10, dal 26 febbraio, ogni martedì, mercoledì e sabato Náplavka, Praga 2, da metà marzo, ogni sabato Náměstí Jiřího z Poděbrad, Praga 3, da metà marzo, il mercoledì e il sabato „Kulaťák“, Praga 6 – Dejvice, dal 19 marzo, il sabato e la domenica È prevista a fine estate l’apertura di un nuovo mercato in piazza Tylovo, Praga 2, con 16 bancarelle e distributori automatici del latte Next local markets in the squares of Prague: Kubánské náměstí, Prague 10, from 26th February, every Tuesday, Wednesday and Saturday Náplavka, Prague 2, from mid-March, every Sunday Náměstí Jiřího z Poděbrad, Prague 3, from mid-March, every Wednesday and Saturday “Kulaťák”, Prague 6 – Dejvice, from 19th March, on Saturdays and Sundays At the end of summer it is planned the opening of a new market in Tylovo Square, Prague 2, with 16 stalls and milk vending machines

not have a precise record of what is really imported“, has recently said to the newspaper Mladá fronta Dnes Andrej Babiš, the head of the holding Agrofert, the major Czech agribusiness group. According to him, the State should keep a record of the imports of fresh food products, just like Hungary does. „In any case, it should be prohibited the present practise according to

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ne compagnie del settore provano a tendere la mano: la catena commer‑ ciale Billa programma un progetto congiunto con la Camera agraria ceca per aumentare la quota dei prodotti bio locali. Il discount Penny Market ha avviato la collaborazione con gli agricoltori cechi, che nel corso della stagione estiva diventeranno fornito‑ ri principali. Arrosto di maiale, crauti e knedlíkpiatto tipico ceco con carne tedesca contaminata. No alla bandiera Ue sul prodotto Quando a metà gennaio è scoppiato lo scandalo con la carne e le uova tedesche alla diossina, gli agricoltori cechi hanno reagito subito chieden‑ do allo Stato di inasprire i controlli. Le catene commerciali operative nella Repubblica Ceca hanno invece respinto la richiesta della Camera agraria e alimentare perché garan‑ tissero la qualità della carne e delle

uova importate. Secondo le catene commerciali, sono gli importatori a garantire la non pericolosità dei pro‑ dotti. “Il problema è però che lo Sta‑ to non ha una registrazione precisa di quello che si importa”, ha detto recentemente al quotidiano Mladá fronta Dnes Andrej Babiš, il capo della holding Agrofert, il maggiore gruppo agroalimentare ceco. Secon‑ do lui, lo Stato dovrebbe gestire un registro delle importazioni dei pro‑ dotti alimentari freschi, come ha fat‑ to l’Ungheria. “In ogni caso dovrebbe essere vietata l’attuale pratica, per cui il pollo importato dalla Polonia (ma anche la carne della Germania, ndr) viene imballato e etichettato CZ venendo considerato un prodotto ceco” ha fatto notare Babiš, secondo il quale lo Stato non protegge il con‑ sumatore ceco. Il ministro dell’Agricoltura Ivan Fuksa (Civico democratico, Ods) vuole che il

which a chicken imported from Poland (but also the meat from Germany – we add) is packed and labelled CZ and considered as a Czech product“ noticed Babiš who thinks the State does not protect Czech consumers. The ministry of Agriculture Ivan Fuksa (Civic democrat, Ods) wants the Government to approve, by the end of February, the obligation of the importers to

inform the respective controlling bodies about the origin of the imported foodstuff. Eggs, chicken and pork must have their own „birth certificate“ so that Czech consumers can choose between the imported and local products. Unfortunately, due to the general fall in the local production of meat, the choice itself seems to be at risk. According to the Statistics Office (Čsú), the production of meat in Czech Republic has fallen annually by 3,1% to 538,554 tons. Jan Bveleba of the Agricultoral Chamber thinks that the decrease in zootechnic products and the failure of Czech agriculture in general started as Czech Republic joined UE in May 2004. „Before that, in fact, the annual production of pork meat was over 400,000 tons. In 2010 the production fell to 275,905 tons“. The pork processing (zabíjačka): to the discovery of tradition So it happens that the Czech, confused about the news regarding the toxicity of food processed in un industrial way, are now returning to the traditions rooted in their own history. While framers abandoned in bulk hoesehold cattle

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economia e mercato markets and data

governo entro fine febbraio approvi l’obbligo degli importatori di infor‑ mare i rispettivi organi di controllo della provenienza degli alimenta‑ ri importati. Uova, pollo e maiale devono avere il proprio “certificato di nascita” affinché il consumatore ceco possa scegliere fra il prodotto importato e quello locale. Si può op‑ tare se c’è la possibilità di scelta, ma visto il calo generale della produzio‑ ne locale di carne, la scelta stessa è a rischio. Secondo l’Ufficio statistico (Čsú), la produzione della carne nel‑ la Repubblica Ceca è calata del 3,1% su base annua, a 538 554 tonnellate. Secondo Jan Veleba della Camera Agraria, il calo della zootecnica e il fallimento dell’agricoltura ceca in generale è iniziato con l’entrata del‑ la Repubblica Ceca nell’Ue (maggio 2004). “Prima dell’entrata in Ue la produzione annua della carne di maiale era oltre 400 000 tonnellate.

Nel 2010 la produzione è calata a 275 905 tonnellate”. La maialatura (zabíjačka): alla riscoperta della tradizione Capita così che i cechi, confusi da ondate di notizie sulla tossicità degli alimentari lavorati in modo industria‑ le, tornano alle tradizioni radicate nella loro storia. Mentre una decina di anni fa i contadini rinunciavano in massa all’allevamento domestico del pollame e dei suini, oggi il rito della maialatura (zabíjačka) del suino nu‑ trito senza additivi chimici suscita di nuovo un grande interesse. Signifi‑ cativa la zabíjačka che si è svolta nel centro di Praga, a Náměstí Míru, a fine gennaio. Davanti alla Chiesa di Santa Ludmila centinaia di praghesi hanno potuto assaggiare salsicce di fegato, roventini, gulasch, bollito, pressata, sanguinaccio e altri prodotti tradi‑ zionali, preparati e cucinati con ma‑ estria sul posto da macellai esperti.

breeding and chicken farming, now the rite of pig breeding and processing (zabíjačka) - where the animals are feeded without chemical additives still arouses great interest. Significant was the zabíjačka held in the centre of Prague, in Náměstí Míru, at the end of January. Before the Church of Saint Ludmila, hundreds of inhabitants of Prague could taste liver sausages, gulash, boiled meat, blood sausages and other traditional products prepared and cooked in a masterly manner by expert butchers on the spot. „Especially these events as well as open-air markets providing local food should be more frequent“ this is the prevailing view of the citizens interviewed. The boom of milk vending machines, even if at risk. Revealing is also what is happening with milk vending machines, whose boom started last year. They offer fresh non pasteurized milk with vitamins, calcium and proteins and without additives. This milk should be consumed within three days. Notwithstanding the warning of Michael Vít, the head of the

Public Health Office of Czech Republic about the danger of consuming fresh milk because of the presence of pathogenic elements and viruses, raw milk just milked has found his fans in every big city. There were as many as 77 milk vending machines set up throughout Czech republic last year. The idea was born in 2009, when the farmers from Czech Republic, Moravia and Silesia poured in the fields dozens of hundreds of milk to protest against the purchase prices which were extremely low. „The production cost of one liter is between 8 and 10 Czech crowns. Then it is sold at 5,5 crowns. Going on this way I would be forced to get rid of my 70 cows which I have been breeding for 12 years now“ explains Zdeněk Plocek, a breeder who has invested 190,000 crowns in his first vending machine. He can sell the milk at 15 crowns a liter. The consumption has increased from 70 litres in the first week to 130 litres in the second week (the capacity of a machine is 200 litres), which has convinced Plocek that he would get a sure gain from his investment.

“Le azioni di questo genere, nonché i mercati all’aperto con i prodotti locali dovrebbero svolgersi più spesso” era la convinzione dominante fra i citta‑ dini presenti. Il boom dei distributori automatici del latte, anche se sono a rischio Indicativo anche quanto sta avvenen‑ do con i distributori automatici del latte, il cui boom è iniziato lo scorso anno. Offrono latte fresco, non pasto‑ rizzato, senza additivi, con vitamine, calcio e proteine. Latte che deve esse‑ re consumato entro tre giorni. Nono‑ stante l’avvertimento di Michael Vít, il capo dell’Ufficio igiene pubblica della Repubblica Ceca, che sconsigliava il consumo del latte fresco per la pre‑ senza di elementi patogeni e virus, il latte crudo appena munto ha trovato la sua clientela in tutte le grandi città. L’anno scorso ne sono stati installati 77 su tutto il territorio della Repubbli‑

ca Ceca. L’idea è nata con la situazione creatasi nell’autunno del 2009, quan‑ do gli agricoltori della Cechia, della Moravia e della Slesia hanno versato nei campi decine di migliaia di litri di latte per protestare contro i prezzi d’acquisto estremamente bassi. “Il costo di produzione di un litro va da un minimo di otto sino dieci corone. Poi ce lo comprano a cinque corone e mezzo. Andando avanti così sarei stato costretto a disfarmi delle mie 70 mucche, un allevamento al quale ho dedicato 12 anni della mia vita” ha spiegato Zdeněk Plocek, un allevatore che ha investito nel suo primo distri‑ butore automatico 190 mila corone. Il latte attraverso queste macchine può venderlo a 15 corone al litro. Il consu‑ mo è cresciuto dai 70 litri nella prima settimana a 130 litri nella seconda (la capacità di un distributore è di 200 litri), cosa che ha convinto Plocek del ritorno sicuro dell’investimento.

Dati statistici sulla produzione della carne: • Dal 2008 cala la produzione della carne di maiale ceca in media del 10% su base annua • Nel 2011 il calo previsto è del 15- 20% • Nel 2011 è stimato il calo sotto la soglia del 50% dell’autosufficienza nella produzione della carne di maiale (fonte: ČSÚ) Previsione della Camera agraria ceca riguardante l’evolversi nel settore dell’allevamento dei suini: • Al 31.3.2011 riduzione effettivi suini del 13% o 19% su base annua (se‑ condo Veleba la riduzione è dovuta ad importazioni massicce di maiale tedesco a prezzi di dumping) Figures and statistics about meat production: • S ince 2008 the production of Czech pork meat has been decreasing on average by 10% every year • I n 2011 the fall is expected to be 15-20% less • In 2011 the fall will be -50% of self-sufficiency in the production of pork meat (source: ČSÚ) Previsions of Czech Agricultural Chamber on the development of pig breeding: • On 31st March 2011 actual reduction of pigs by 13% or 19% annually (according to Veleba this decrease is due to massive imports of German pigs at dumping prices)

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Riapre a Praga il Museo Nazionale della Tecnica The National Technical Museum reopens in Prague Il “Národní technické muzeum“ di Praga Letná è il più grande museo della scienza e della tecnica della Repubblica Ceca e certamente uno dei più importanti d’Europa. Appena riaperto dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione, torna ad essere una delle mete di richiamo della città, soprattutto per le scolaresche e per le famiglie con bambini. Situato nella tranquilla collina di Letná, a due passi dal centro storico, in una bellissima zona panoramica, vale la pena dedi‑ cargli una visita. Tema del Národní technické muzeum è lo sviluppo della scienza e della tecnica dalle origini fino ai tempi moderni, con l’obiettivo principale di evidenziare i momenti più signi‑ ficativi nel campo della ricerca, delle invenzioni e delle costruzioni. Le sue esposizioni interattive ab‑ bracciano una serie di campi, con la proposta di centinaia di modelli. Ci sono anche diversi esperimenti e di‑

Dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione torna a essere una delle mete di richiamo della città

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Foto: Národní Technické Muzeum, Kateřina Uksová

After a four-year renovation it becomes again one of the most popular destination in town

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The “Národní technické muzeum“ of Prague Letná is the major museum of science and technique in Czech Republic and surely one of the most important in Europe. It has just reopened after four years of renovation and it is now, again, one of the most popular tourist attraction in town, especially for school children and families. Located on the quiet hill of Letná, not far from the historic centre in a magnificent panoramic site, it is really worth visiting. The “Národní technické muzeum“ is mainly based on the key topic of the


mostrazioni con le quali il visitatore può cimentarsi direttamente. Va precisato che i lavori di ristruttura‑ zione non sono terminati e per il mo‑ mento sono aperte al pubblico solo una parte delle sale, quelle dedicate ai mezzi di trasporto, all’astronomia e alle macchine fotografiche, così come le esposizioni sull’architettura e la tec‑ nica tipografica. Il museo è grande e per visitarlo tutto una mezza giornata è sicuramente da mettere in conto. Di gran lunga la più affollata è la sala dedicata ai mezzi di trasporto, in un trionfo di modelli che raccontano la storia dell’industria automobilistica, ferroviaria, aeronautica e persino ci‑ clistico nel territorio dell’attuale Re‑ pubblica Ceca. Da non perdere la leggendaria Tatra 80 del 1935 utilizzata dall’allora pre‑ sidente T. G. Masaryk. Poi, rivolgendo lo sguardo verso l’alto il Kašpar JK, l’ae‑ roplano realizzato dall’ingegner Jan Kašpar, che ne maggio del 1911 fu in

grado di percorrere i 121 chilometri di distanza fra Pardubice e Velká Chuchle. A proposito di aeroplani, una assolu‑ ta novità è il Supermarine Spitfire LF Mk.Ixe, uno dei velivoli che hanno fatto la storia della Seconda guerra mondiale e che videro all’opera anche i piloti cecoslovacchi schierati con gli Alleati. In questa sala ci sono persino alcuni veicoli risalenti al diciottesimo seco‑ lo che venivano utilizzati a Praga dai vigili del fuoco del tempo. Una vera e propria rarità per l’Europa intera. Una prova evidente di quale fosse l’at‑ tesa della città per il rinnovato Národní technické muzeum si è avuta lo scorso dicembre, in occasione di una giornata di pre apertura, quando davanti all’in‑ gresso, nonostante la temperatura ge‑ lida, si è creata una fila di centinaia di metri, con persone disposte ad aspet‑ tare anche alcune ore pur di rivedere almeno per qualche momento le espo‑ sizioni preferite.

development of science and technique from the origins to modern times with the principal aim of highlighting the most significant moments in the field of research, inventions and constructions. Its interactive exhibitions include a variety of subjects proposing hundreds of models. There are also various experiments and demonstrations which visitors can directly approach and learn. Yet, the restoration works have not been entirely concluded and for the time being just one part of the exhibition halls are open to the public, na-

mely those dedicated to the means of transport, astronomy and cameras, as well as a series of exhibitions on architecture and the typographic technique. The museum is large and it surely takes half a day to be fully visited. The hall dedicated to the means of transport is by far the most visited, since on show are the triumphant models that tell the story of the car, rail, aeronautics and even cycling industry over the years in the territory presently occupied by Czech republic. Not to be missed is the legendary Ta-

Foto: Národní Technické Muzeum, Kateřina Uksová

attualità current affairs

tra 80 of 1935 which was used by the president of those days, T. G. Masaryk. Then, if you look up, you will also find the Kašpar JK, the airplane designed by engineer Jan Kašpar, who was able to cover the distance of the 121 kilometers separating Pardubice from Velká Chuchle, in May 1911. Speaking about airplanes, an absolute novelty is represented by the Supermarine Spitfire LF Mk.Ixe, one of the aircraft that made the history of Second World War and that was flown by the Czech pilots fighting for the Allies.

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This same hall also includes vehicles dating back to 18th century which were used in Prague by the fire brigade of the time. A real rarity for the whole Europe. An overt demonstration of joy for the re-opening of the new Národní technické muzeum was displayed last December on the occasion of the preopening day, when at the entrance there was an incredibly long queue notwithstanding the chill. In fact, some people had been willing to wait for hours just to quickly have a look at their preferred exhibitions.

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Un Paese in attesa di stabilità A country awaiting stability

Una visita pastorale, ma non solo More than a pastoral visit

La logica dell’atomo, tra crisi e dubbi The logic of the atom, among doubts and the crisis

Il Trattato di Lisbona: un passaggio decisivo The Lisbon Treaty: a decisive step

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Temelín, la lotta dei giganti Temelín, the race of giants

Václav Havel sulla situazione della comunità Rom Václav Havel on the situation of the Roma community

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20.12.2010 10:59:38


eventi events

La Giornata dell’Amicizia Italo Ceca The day of the Italian-Czech Friendship

Il 2 Giugno, nel giorno della Festa della Repubblica Italiana, Praga dovrebbe ospitare una grande festa di piazza in nome dell’amicizia fra i due paesi

Il progetto di realizzare a Praga una grande festa di piazza, dedicata all’amicizia fra l’Italia e la Repubblica Ceca, sta conquistando anche il sinda‑ co della città Bohuslav Svoboda. Tutto merito dell’entusiasmo che a questa iniziativa sta dedicando il vulcanico imprenditore italiano Gior‑ gio Bonelli, il quale ha dichiarato: “Il mio sogno è uno spettacolo di carat‑ tere popolare, con il coinvolgimento di grandi artisti italiani e cechi, che riunisca la comunità italiana e tutti

coloro che amano il nostro Paese. Il 2 giugno, festa della Repubblica Ita‑ liana, sarebbe il giorno più adatto”. A metà febbraio il sindaco Svoboda ha ricevuto una delegazione italia‑ na che gli ha illustrato il progetto. Era presente, oltre a Bonelli, anche il Primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia Gianclemente De Felice. La nostra rappresentanza diplomati‑ ca ha infatti assunto il patrocinio dell’iniziativa e crede nella sua rea‑ lizzabilità.

Poi c’era Drupi, una vera celebrità da queste parti. Insieme a lui sul palco, il 2 giugno, potrebbero salire anche Ron, Katia Ricciarelli e persino Ro‑ berto Vecchioni, ultimo vincitore di Sanremo. Il sindaco Svoboda e Jan Kalousek (presidente della Commissione cul‑ tura e turismo del Comune) in questa occasione hanno assicurato massimo sostegno e persino la possibilità di mettere a disposizione la Piazza della città vecchia. Se sono rose, fioriranno.

The project of setting up a big openair Day dedicated to the friendship between Italy and Czech Republic is conquering also the mayor of the city Bohuslav Svoboda. This thanks to the enthusiasm of the volcanic Italian entrepreneur Giorgio Bonelli, who is really boosting this initiative. He has recently affirmed: “My dream is to set up a popular show featuring big Italian and Czech artists and able to attract all the Italian community

and Italy lovers. June 2nd , the Day of the Italian Republic, would actually be the perfect day to celebrate it”. In the middle of February major Svoboda received an Italian delegation who illustrated him the project. Besides Bonelli, there was also Mr. Gianclemente De Felice, the Prime Councillor of the Italian Embassy. In fact, our diplomatic delegation has in supported and sponsored this initiative since they strongly believe in it.

Then, also Drupi was present, a real celebrity here. With him on the stage on 2nd June also Ron, Katia Ricciarelli and even Roberto Vecchioni - the latest winner of Sanremo Festival - may sing Mayor Svoboda and Jan Kalausek (president of the Committee for City Culture and Tourism) on this occasion have guaranteed their strongest support and even the possibility to use the Square of the Old Town. The proof of the pudding is in the eating.

2nd of June, on the day of the Festa della Repubblica Italiana, Prague might host a big party in a square in the name of friendship between the two countries

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MACROECONOMIA

di Gianluca Zago

Produzione industriale Inflazione Industrial Output Inflation

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Produzione industriale / Industrial Output

Inflazione/ Inflation

Il 2010 si è chiuso con un incremento del 10,5% della produzione industriale. Come usuale per la Rep. Ceca, il settore automobilistico ha fatto da traino, regi‑ strando un + 22,2% in output. La performance industriale è senz’altro molto buona, ma dobbiamo sempre ricordare come il 2009 abbia registrato un output in calo del 13%. In altre parole, è necessario almeno un altro anno di ottima crescita, per ritornare ai livelli pre crisi. In ogni modo la produttività è cresciu‑ ta considerevolmente. Infatti, il numero di addetti nel settore industriale non è incrementato, benchè lo stipendio medio sia salito del 4% circa. All’incirca metà del fatturato del settore è venuto dall’esportazione, un’altra conferma di quanto l’economia locale sia legata a quella dei paesi limitrofi, segnatamente la Germania.

Ottime notizie sul versante dell’inflazione. Nonostante la stagione natalizia tradi‑ zionalmente spinga all’insù i prezzi, il livello di inflazione su base annuale sembra mantenersi ben al di sotto del 2%. In dicembre si è registrato un +2,3% che però è subito tornato a +1,7% in gennaio. Il valore medio inflativo per l’intero anno 2010 è stato di circa 1,5%, molto inferiore al resto della UE che si posiziona sopra il 2%. Ciò certamente aiuta sia la stabilità che la crescita economica, benchè il livello molto alto della corona preoccupi molti economisti. Il Governo ha annunciato un piano per unificare il Dph (Iva) al 20% per quasi tutti i beni e servizi, nel prossimo anno. Questa misura avrà naturalmente un effetto molto significativo sull’inflazio‑ ne. Potremmo vederne gli effetti già a breve, dal momento che annunci di questo tipo di solito portano con sè reazioni anticipate da parte del mercato.

Indutrial output in 2010 grew by a nice 10.5%. As usual for the Czech Rep., the automotive sector was the engine of the recovery, recording a +22.2% output. The industry performance was certainly very good, but we must bear in mind that 2009 recorded a minus 13% in output. That is to say, another very good year is needed, just to get back at the pre crisis levels. Nevertheless, productivity grew significantly. In fact, the total number of employees in the industrial sector didn’t grow, although the average salary increased by about 4%. About half of the revenues in the sector came from exporting goods, again indicating how strongly tied is the local industrial sector to the neighbouring economies, namely Germany.

Very good news on the inflation side. Even with the usual holiday season pushing upward the prices, the level of inflation seems steadily floating below two percent on a y-on-y basis. December recorded a +2.3% which immediately returned to 1.7% for January. The actual average inflation rate for the whole year 2010 was about 1.5%, well below the EU zone which stands above 2 percent. This certainly helps the stability and the growth, although the strength of the Crown worries many economists. The Government announced a plan to unify the VAT rate at 20% on almost all goods, next year. This obviously shall have a strong effect on the inflation rate. We may see the first effects very soon, since this kind of announcements usually generates an anticipated effect on the markets.

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economia e mercato markets and data

Economics

by Gianluca Zago

Disoccupazione Commercio estero Unemployment Foreign Trade Disoccupazione / Unemployment

Commercio estero / Foreign Trade

Nonostante la forte crescita economica, la Rep. Ceca sta vivendo una cosiddetta jobless recovery, cioè ripresa senza nuovi posti di lavoro. Il livello di disoccu‑ pazione alla fine del 2010 è stato del 9,6%, appena al di sotto della fine del 2009. Ancor più negativo è il fatto che le persone disoccupate da più di un anno aumentano costantemente, per lo più nella fascia di età tra 20 e 29 anni. Le aspettative per il 2011 non sono buone, dal momento che le previsioni sono per una crescita economica ad un ritmo inferiore rispetto alla ottime perfor‑ mance del 2010. Infatti, gennaio ha già registrato un innalzamento del livello di disoccupazione, a 9,7%. Come è usuale, la regione di Praga non vive alcuna significativa disoccupazione, mentre le più povere regioni Karlovarský e Morav‑ skoslezský sono le più afflitte da questo problema.

Il 2010 è stata una ottima annata per le esportazioni, che sono cresciute del 17,7% su base annua. Gli ultimi mesi dell’anno hanno registrato una fortissima crescita dell’export. I dati in particolare di dicembre mostrano uno straordinario +27% su base annua. Ma anche le importazioni sono cresciute, addirittura ad un ritmo su‑ periore. Su base annua, il 2010 ha visto l’import crescere del 20,3%, con dicembre addirittura al +28,5%. La bilancia commerciale si mantiene sempre in positivo, di 124,5 miliardi di corone, ma in questo caso la performance è meno buona rispetto al 2009. La corona sta beneficiando anche, ma non solo, di queste positive ragioni di scambio ed è ormai da tempo una delle monete più solide al mondo. Come tradizione, le importazioni dall’Asia hanno continuato a salire, accrescendo il disa‑ vanzo commerciale con i paesi non-EU fino a 44,5 miliardi di corone.

Notwidhstanding a strong economic growth, the Czech Republic is in a jobless recovery. The unemployment level at 2010 end was 9.6%, slightly below the level of 2009 end. Even more negative is the fact that the number of people unemployed for more than a year, is constantly increasing, and most of them fall in the age bracket 20-29. Expectation for the new year 2011 are not good, since the forecast is for a slower growth of the economy than the very good one recorded for 2010. In fact already January has recorded an increase to 9.7% unemployment rate. As usual, Prague is not experiencing any significant unemployment issue, while the poorest regions Karlovarská and Moravskoslezský are the most affected by high unemplyment rate.

The year 2010 was an extremely good year for czech export, which grew by 17.7%. The last months of the year, especially, recorded an extremely strong export growth. For instance, December shows a staggering + 27% y-on-y. Import too rose, actually at a faster pace. On a yearly basis, 2010 imports rose by 20.3%, with last December figure at +28.5%. The trade balance is still in positive territory, by 124.5bn CZK, but in this case the performance is less positive than in 2009. The CZK is benefiting from the positive trade balance, and is actually one of the best performing currencies worldwide. As usual, imports from Asia kept growing and the negative balance with only the non-EU states grew to 44.5bn CZK.

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REAL ESTATE - DEVELOPMENT - DESIGNING - CONSTRUCTION 30

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il mese de La Pagina

dicembre - gennaio 2011

Le principali notizie pubblicate sulla rassegna stampa quotidiana La Pagina

Politica

(8 gennaio) La morte di Jiří Dienstbier. Il senatore socialdemocratico, ex dissidente, primo ministro degli Esteri della Cecoslovacchia post comunista, si arrende a una lunga malattia all’età di 73 anni. Reazioni di cordoglio da parte di tutto il mondo politico ceco e anche dall’estero. Vaclav Havel lo ricorda così: “un amico che mi fu accanto anche negli anni della prigionia durante il regime”. -------------------------------------------------------------------------(14 gennaio) Praga contro Kiev per asilo politico a ex ministro Ucraino. Le autorità ceche prendono questa decisione a favore di Bogdan Danylyshyn, ex ministro dell’Economia nel governo di Iulia Timoshenko. In patria è accusato di abusi in appalti pubblici. Praga di fatto con questa decisione riconosce che attualmente in Ucraina c’è un atteggiamento di repressione nei confronti della opposizione. -------------------------------------------------------------------------(21 gennaio) Monumento a Roma ad Alexander Dubcek. L’inaugurazione si svolga alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Si tratta di un’opera dello scultore slovacco Igor Mosny. Alla cerimonia partecipano anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini e il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno. C’erano anche i due figli di Dubcek.

Cronaca

(10 dicembre) In aumento stranieri residenti in Repubblica ceca. Il loro numero in quattro anni (2005-2009) è passato da 266.303 a 435.034 persone (+63%). La quota rispetto alla popolazione complessiva è pari al 4,15%, una delle più elevate fra i paesi dell’ex blocco comunista (seconda solo alla Slovenia). -------------------------------------------------------------------------(13 dicembre) Tragica fine dei Bonnie a Clyde cechi. I due rapinatori, marito e moglie (40 e 38 anni), rimangono uccisi durante una sparatoria con la polizia tedesca a Karlsruhe. La donna sembra essersi suicidata con un colpo di pistola alla bocca, dopo essersi accorta della morte del compagno. Erano ricercati da tempo. In 15 anni avrebbero messo a segno rapine con un bottino complessivo di 50 milioni di corone. Erano di Dubenec, Boemia meridionale. -------------------------------------------------------------------------(10 gennaio) Pubblicato elenco di giudici comunisti. Il ministero della Giustizia rende pubblico l’elenco dei magistrati in servizio che risultano essere stati iscritti al partito comunista prima del novembre 1989. L’elenco comprende 618 giudici (circa il 20% del totale) e 359 procuratori (circa il 30%). A rendere possibile questa iniziativa è una pronuncia della Corte costituzionale secondo la quale questo tipo di informazione non viola i principi di tutela della privacy dei giudici.

Economia, affari e finanza

(6 dicembre) Praga non fissa termine adozione euro. Lo dichiara il premier Petr Necas (Ods) nel corso di un dibattito televisivo. Secondo l’esecutivo di Praga nei prossimi sarà più conveniente per il paese tenersi la corona, piuttosto che entrare in Eurozona. “Pensare ora di adottare l’euro sarebbe una stupidaggine politica ed economica” dichiara il premier, secondo il quale la Rep. ceca non deve sentirsi obbligata ad adottare l’euro a qualsiasi costo. -------------------------------------------------------------------------(7 dicembre) Centri commerciali: fine del boom. Il 2011, secondo previsioni di Cushman & Wakefield, sarà il primo anno dopo la rivoluzione

di velluto durante il quale non ne verrà aperto neanche uno. Tutte le città ceche con più di 100 mila abitanti sono sature. Il rapporto fra superficie di vendita e numero di abitanti si avvicina ormai ai limiti dell’Europa occidentale. Solo in alcuni comuni di piccole dimensioni è prevista la realizzazione quest’anno di qualche progetto minore, che non avrà la qualifica di centro commerciale. -------------------------------------------------------------------------(14 dicembre) In forte aumento turisti asiatici. In Repubblica ceca nel corso del 2010 sono arrivati 456 mila visitatori asiatici, il 22% in più rispetto allo scorso anno (coreani +34%, cinesi +32% e giapponesi +21%). I turisti provenienti dai paesi asiatici sono considerati in genere facoltosi e con buona disponibilità a spendere. -------------------------------------------------------------------------(23 dicembre) Dicembre da record per la Borsa di Praga. Mai così bene l’andamento negli ultimi dieci anni. L’indice PX nei primi venti giorni del mese sale del 10,5% e continua a mantenere livelli da record dalle elezioni della scorsa primavera. Un incremento in linea con quanto avviene nel mercato azionario a livello mondiale. -------------------------------------------------------------------------(6 gennaio) Raddoppiate nel 2010 aste contro debitori insolventi. Più che raddoppiato anche il valore delle vendite all’asta, passato a 13,4 miliardi di corone. E’ quanto si apprende dal sito www. centralniadresa.cz. Alla base di questa situazione in primo luogo situazioni di insolvenza nel settore dei mutui ipotecari e dei crediti al consumo. -------------------------------------------------------------------------(7 gennaio) Prima commessa per Skoda Power in Israele. L’azienda produttrice di impianti per centrali elettriche ottiene l’incarico di fornire due turbo aggregati di potenza pari a 140 megawatt per la costruzione di una centrale elettrica a 50 chilometri da Tel Aviv. L’entrata in funzione è programmata per il 2013. Il valore del contratto non è reso noto ma il direttore generale Jiří Šmondrk parla di un ordinativo “molto importante anche dal punto di vista finanziario”. -------------------------------------------------------------------------(12 gennaio) Google sorpassa Seznam. Il colosso americano diventa il motore di ricerca più utilizzato della Rep. ceca, secondo quanto annuncia l’agenzia di stampa Ctk, sulla base delle statistiche di Toplist. Il risultato di una offensiva promozionale scatenata alla fine dello scorso anno e costata 100 milioni di corone, secondo le stime degli esperti. -------------------------------------------------------------------------(13 gennaio) Libertà economica in aumento in Repubblica ceca. E’ quanto emerge dall’ultima classifica stilata annualmente dall’Heritage Foundation e da Wall Street Journal. Mentre lo scorso anno la Repubblica ceca si trovava al 34° posto nel mondo, ora è invece al 28° posto. -------------------------------------------------------------------------(14 gennaio) La Abarth apre concessionaria a Praga. L’iniziativa è a cura della Pitlane, società collegata a Scuderia Praga la compagnia importatrice esclusiva di Ferrari e Maserati. La Abarth, casa automobilistica italiana, è specializzata in elaborazioni di autovetture prodotte in grande scala, prevalentemente Fiat. -------------------------------------------------------------------------(19 gennaio) ll 2010 anno nero per la raccolta della frutta. In Repubblica ceca è stata accusata una flessione del 32% a 121 mila tonnellate, la quantità meno elevata degli ultimi venti anni. La causa principale sono state le condizioni meteorologiche non favorevoli dello scorso mese

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di GIOVANNI USAI di maggio. Il problema ha riguardato praticamente tutta l’Europa. La Polonia, considerato il paese con la più elevata produzione di mele, ha registrato un calo del 29%. -------------------------------------------------------------------------(20 gennaio) Mercato dei mutui immobiliari in ripresa. Le banche ceche lo scorso dicembre hanno concesso 6.106 mutui, pari a un valore complessivo di 10,3 miliardi di corone (4,3 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2009). Si tratta del migliore risultato mensile dal luglio del 2008, secondo quanto emerge dagli indicatori del Fincentrum Hypoindex. Nel corso di tutto il 2010 sono stati concessi 50.386 mutui ipotecari, per un valore di 84,3 miliardi. L’incremento è stato del 13% sia per quanto riguarda il numero dei contratti, sia per quanto concerne il valore complessivo. -------------------------------------------------------------------------(20 gennaio) Via libera del governo alla nascita di Český Aeroholding. La società per azioni, di proprietà dello stato, è destinata a diventare la capogruppo dell’azienda aeroportuale Letiště Praha e della compagnia di bandiera Csa. Il ministro delle Finanze Miroslav Kalousek (Top 09), nel darne notizia, ha dichiara che la Aeroholding sarà diretta da un consiglio di presidenza formata da cinque membri (fra cui anche Miroslav Dvorak, attuale direttore generale di Letiště Praha e di Csa) e da un supervisory board composto da 12 membri. -------------------------------------------------------------------------(21 gennaio) In aumento (+9,4%) produzione autoveicoli. Nel 2010 in Repubblica ceca sono ne stati prodotti 1,095 milioni. Per quanto riguarda in particolare le automobili (1,072 milioni) l’incremento è stato del 9,5%. I dati sono pubblicati sul sito dell’Associazione ceca delle industrie automobilistiche. Il primato è della Skoda Auto, che lo scorso anno ha prodotto 576.362 vetture (+9%). Al secondo posto lo stabilimento Tpca (Toyota, Peugeot, Citroen) di Kolin con 295.712 (-11%), al terzo la Hyundai di Nosovice con 200.135 vetture (+70%). -------------------------------------------------------------------------(24 gennaio) In calo (-12%) importazione auto usate. Dall’estero sono giunte complessivamente 127 mila automobili, la cifra meno elevata degli ultimi sei anni, secondo statistiche della associazione importatori auto. -------------------------------------------------------------------------(25 gennaio) Fine trasmissioni per TV digitale Z1. La sospensione è disposta da J&T, la compagnia proprietaria del 100% di Z1. Il canale, fondato nel 2008 e sul quale il gruppo J&T ha investito 650 milioni di corone, non ha dato garanzie sufficienti per un possibile ritorno degli investimenti. Insufficienti si sono rivelate le entrate del mercato della pubblicità. Lo scorso anno Z1 avrebbe perso una cifra compresa fra 100 e 150 milioni di corone. -------------------------------------------------------------------------(26 gennaio) 2010 da record per le sale cinematografiche ceche. Lo scorso anno i cinema hanno incassato 1,5 miliardi di corone, 246 milioni in più rispetto al 2009. Il numero degli spettatori è aumentato da 12,47 milioni di spettatori a 13,537 milioni.

Varie

(22 dicembre) Martina Sablikova atleta dell’anno. La vincitrice di due ori alle olimpiadi di Vancouver viene premiata nel corso di una serata all’Hilton di Praga. La miglior squadra dell’anno è stata dichiarata la nazionale di hockey, vincitrice dei campionati del mondo.


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20.12.2010 10:25:33


Taglio agli incentivi sui fotovoltaici Photovoltaic subsidies slashed

Le tariffe incentivanti stroncate dalla riforma del conto energia. La Repubblica Ceca rischia la debacle negli arbitrati internazionali Massimiliano Pastore studio legale Smed Jorgensen Massimiliano Pastore Smed Jorgensen Attorneys-at-law

Amendments to the the feed-in-tariffs deals a blow to subsidies. The Czech Republic faces débâcle in international arbitration disputes

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La temuta riforma degli incentivi alla produzione di energia tramite im‑ pianti fotovoltaici è divenuta realtà. Il Parlamento ha da poco approvato l’introduzione di un’imposta sul red‑ dito generato dalla vendita dell’ener‑ gia alle tariffe incentivanti garantite ai produttori di elettricità. L’imposta verrà ritenuta alla fonte e rimarrà in vigore fino alla fine del 2013 per tut‑ ti gli impianti messi in esercizio nel biennio 2009-2010. L’imposta preve‑ de aliquote del 26% e 28% e colpisce non già gli utili, ma il reddito derivan‑ te dalle vendite. La novità ha spiazzato imprenditori locali ed internazionali, polverizzan‑ do i vantaggi sui quali contavano per i loro investimenti, compresa la pro‑ messa esenzione quinquennale dalle imposte sui redditi. In fondo, l’effetto The feared change to the incentives to the production of solar power has become reality. The Parliament has recently passed an income tax applicable to subsidized sales of electricity produced through solar panels. The tax will be withheld from the sale price and will be in force until 2013 for all plants which commenced operations from 1.1.2009 through 31.12.2010. Tax rates of either 26% or 28% will be withheld from revenues, not profits. Local and international investors risk displacement, as they see the advantages on which they relied turn into dust (including the promised 5-year exemption from income taxes).

The practical consequence of the new law is a one-fourth cut to the subsidies. While this might make some projects go bust, returns on all other investments will certainly materialize much later than the assumed 15 years. The constitutionality of the tax is dubious, since it appears to encroach

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upon several principles guaranteed by either the Constitution or the Charter of Fundamental Rights and Freedom: reasonableness of statal intervention, prohibition of arbitrary measures, protection of legitimate expectations. Case law supporting thes principles already exists, also regarding tax issues.


panorama legislativo laws and rules

pratico della riforma è una riduzione di più di un quarto delle tariffe incen‑ tivanti. Per alcuni progetti, ciò po‑ trebbe comportare il fallimento; per tutti, è certo che il ritorno sull’inve‑ stimento avverrà ben oltre i quindici anni previsti. Seri sono i dubbi sulla costituzionali‑ tà della riforma, che sembra porsi in aperta violazione di diversi principi garantiti dalla Costituzione o dalla Carta dei diritti e libertà fondamen‑

Many businesses now consider to seek annulment of the law for uncostitutionality. But especially local investors face a long path, since immediate judicial review of the law by the Constitutional Court cannot be obtained, unless the applicants are MPs (in the required number). Some

tali: la proporzionalità dell’intervento statale, il divieto di porre in essere misure arbitratrie, la tutela delle le‑ gittime aspettative. Su tali principi esiste già giurisprudenza, anche in riferimento a casi di natura fiscale. Ciò spinge molti imprenditori a va‑ gliare l’ipotesi di una causa allo Sta‑ to, chiedendo l’abrogazione della legge di riforma a motivo della sua incostituzionalità. Il percorso - sopra‑ tutto per gli investitori locali - è però

of them have already promised to endorse the application. Many foreign investors are in a better position. Besides the Constitutions, the promoters of the change seem to have failed to consider the Czech Republic’s commitments under bilateral treaties on investment protection, and the

tortuoso, in quanto ai più è precluso il ricorso immediato alla Corte Costi‑ tuzionale. A domandare subito alla Consulta l’abrogazione della legge sono, invece, legittimati sopratutto i deputati e i senatori (purché in nu‑ mero sufficiente). Alcuni di questi ultimi hanno già promesso di firmare il ricorso. Avvantaggiati sono, invece, molti in‑ vestitori stranieri. Oltre alla Costitu‑ zione, i promotori della riforma sem‑

risks connected to breaching them. The Czech Republic has entered into over 80 such treaties with EU or nonEU countries. Foreign investors may resort to international arbitration to obtain the compensation of the damages suffered as a consequence of the change in the law. The verdict

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brano aver dimenticato gli impegni derivanti dai trattati bilaterali sulla tutela degli investimenti, ed i rischi derivanti dalla loro violazione. La Repubblica Ceca ha sottoscritto oltre 80 trattati di questo tipo con Paesi dentro e fuori l’Unione Europea. Gli investitori stranieri potranno de‑ nunciare la violazione dei trattati attraverso arbitrati internazionali, domandando il risarcimento dei danni patiti a causa della riforma. A decidere sulla violazione non saran‑ no tribunali cechi, ma corti arbitrali composti da professionisti di livello internazionale esperti nella tutela degli investimenti. Secondo le pre‑ visioni di alcuni avvocati esperti del settore, lo Stato ceco rischia di essere sbaragliato e farebbe meglio a con‑ ciliare subito. La Repubblica Ceca, per la verità, non è l’unica ad aver fatto marcia indietro sugli incentivi. La Spagna li ha revo‑ cati dopo il 2008. La Germania e la Francia, in forme diverse, li stanno riducendo e anche l’Italia prevede un taglio importante. I motivi sono sopratutto i rincari delle bollette, necessari per sostenere gli incentivi. L’ira dei consumatori ha spinto molti governi europei a tornare sui propri passi. La ritirata potrebbe diventare più sanguinosa del previsto. will be issued by arbitration courts made up of international experts on investment protection. Some arbitration experts anticipate total defeat for the Czech state and see settlement as its best option. The Czech Republic is not alone in backpedalling on solar subsidies. Spain has slashed them after 2008. In different forms, feed-in-tariffes are being reduced in Germany and France; Italy plans to do so, too. Increases of the bills are among the main reasons for the change. The anger of consumers forced governments to reverse their steps. They now face a bloody retreat.

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Casanova a Duchcov Un viaggio nell’assenza

di Alessio Di Giulio by Alessio Di Giulio

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Ignoriamo con quali aspettative Giacomo Casanova abbia accetta‑ to, nel settembre del 1785, il posto di bibliotecario offertogli dal conte Joseph-Charles Emmanuel di Wald‑ stein presso il castello di Duchcov, in Boemia. Certamente lo stato d’animo del grande veneziano, autoproclama‑ tosi cavaliere di Seingalt per “il dirit‑ to che ciascun uomo ha sulle lettere dell’alfabeto”, non doveva essere dei più felici se in attesa di definire il pro‑ prio futuro dopo la definitiva cacciata da Venezia, scrive a Lorenzo Morosini, suo protettore: “Ho cinquantott’anni, sopravviene l’inverno; e se penso a ritornare a diventare avventuriero, mi metto a ridere guardandomi allo specchio”. Preclusa la via del ritorno in patria, allontanato sin dal 1767 da Parigi con una lettre de cachet recan‑

te il sigillo reale, espulso dall’Austria e dalla Polonia, tragicamente conclu‑ sasi l’esperienza di segretario presso l’ambasciatore Sebastiano Foscarini, a Casanova non resta che dover ac‑ cettare una vita stabile. E la prospet‑ tiva lo spaventa, al pari del paesaggio boemo che con le sue foreste e le sue “arcimontagne” sembra voler rinchiu‑ dere l’orizzonte in una dimensione claustrofobica. “La bellezza dei luo‑ ghi lo lascia indifferente”, scrive Se‑ bastiano Vassalli. “Gli unici paesaggi che gli interessano, da sempre, sono i paesaggi umani; e il paesaggio uma‑ no di Dux non può avere molte attrat‑ tive”. Soprattutto per un uomo che improvvisatosi avvocato ecclesiastico ufficiale storiografo filologo giornali‑ sta filosofo alchimista agente segreto teatrante baro e spia, aveva avuto

We are unaware of Giacomo Casanova’s expectations, when in September 1785, he accepted the job of librarian offered to him by count Joseph-Charles Emmanuel at Waldstein, at the Duchcov castle in Bohemia. Surely, the mood of the great Venetian, who proclaimed himself knight of Seingalt for “the right that every man has of using the letters of the alphabet”, can’t have been the happiest if, while waiting to define his own future after his final expulsion from Venice, he writes to Lorenzo Morosini, his protector, to say: “I am fifty-eight, winter is approaching and just the idea of becoming an adventurer once more, makes me laugh - as I look at myself in the mirror”. Having been precluded from going back to his homeland and sent away from Paris in 1767 with a lettre de cachet bearing the royal seal and, expelled from Austria and Poland, which tragically ended his experience as secretary to the ambassador

Sebastiano Foscarini, Casanova was left only with the choice of leading a stable life. And this prospective scared him, as did the Bohemian landscape which, with all its forests and “great mountains”, seems to enclose the horizon into a sort of claustrophobic dimension. “The beauty of the landscape does not affect him”, writes Sebastiano Vassalli. “The only aspect that has ever evoked his interest is the human landscape; and the Dux “human” landscape cannot offer many attractions”. Over all for a man who turned himself into an official ecclesiastic lawyer historian philologist journalist philosopher alchemist secret agent fake actor and spy, who had the possibility to actively take part in the social life and intrigues of European courts. At Duchcov, after a series of long tragicomic ordeals, we find that Casanova has finally reconciled himself with humankind and is now wearing

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cultura culture

Casanova at Duchcov A trip in the absence

modo di partecipare direttamente alla vita mondana e agli intrighi delle principali corti europee. A Duchcov, dopo lunghe tragicomiche traversie, un Casanova finalmente riconciliato con gli uomini indosserà la sua ultima maschera: quella del letterato. Ad oltre due secoli di distanza dalla morte di Casanova, è difficile trovare a Duchcov, fuori dal perimetro del castello, una qualche traccia o sug‑ gestione che ci proietti nel passato. La cittadina è spettrale. Non è facile immaginare le strade animate del borgo dove “l’italiano”, scuro d’occhi e di pelle “come un africano”, passeg‑ giava spesso gesticolando e facendo avances sconce alle adolescenti, tanto da meritarsi l’appellativo di “čertík” (diavolo). Nonostante un piacevole sole, le strade sono deserte; solo al‑

cune anonime figure si affrettano tra i vicoli a raggiera. Di donne se ne ve‑ dono pochissime e nessuna con quel regale e trascinante fascino tipico delle boeme. Il villaggio sembra ab‑ bandonato, come se l’imminenza di una qualche catastrofe avesse spinto gli abitanti a fuggire senza curarsi dei loro averi. Negozi chiusi e polverosi espongono merci fuori produzione, mentre insegne e pubblicità sbiadite testimoniano decennali abbandoni. Cumuli di spazzatura tra le saracine‑ sche e le vetrate sfondate di alcuni lo‑ cali in disuso paiono ormai un arredo urbano. Il castello di Duchcov domina la piazza centrale, ma con rammarico scopriamo che è chiuso al pubblico per lavori di restauro e per l’allesti‑ mento di una mostra; riaprirà a fine aprile. Tuttavia il castellano, Marian

his final mask: that of a man of letters. After more than two centuries since his death, at Duchcov, it is difficult to find, outside the castle perimeter, any traces or suggestions leading to his past life. The village is ghost-like and it is not easy to imagine those animated streets of the village where this “Italian” - with dark eyes and a dark skin “like an African”, often used to walk along, gesticulating and making advances to adolescents, so much so as to deserve the appellation of “čertík” (the devil). Despite the pleasant sunshine, the streets are deserted; just a few anonymous figures rushing along the radiating alleys. Few women may be seen and none of them with that regal and captivating Bohemian charm. The village seems abandoned, as if an imminent catastrophe had caused the inhabitants to flee, abandoning their belongings. Closed and dusty shops

display their out of production goods, whilst signs and faded advertisements testify to decades of neglect. Piles of rubbish can be seen among the shutters and smashed windows of a few empty buildings, which now look like street furniture. The Duchcov castle looks out onto the central square but regrettably, we discover that it is closed to the public, due to restoration work and preparatory work for an exhibition and, will open at the end of April. However, the castle attendant Marian Hochel, very kindly allows us to visit place. “But, there is very little left of Casanova”, he warns us. “The library and personal objects were transferred to Mnichovo Hradiště in 1945, while the entire legacy manuscript is somewhere between Prague and Paris”. We follow the guide into the large hall, from which there is a suggestive view of the large gardens; then up a flight of stairs, we

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Hochel, si dimostra estremamente gentile e ci permette di effettuare la visita. “Ma di Casanova è rimasto ben poco”, ci avverte. “La biblioteca e gli oggetti personali sono stati trasferiti a Mnichovo Hradiště nel 1945, men‑ tre l’intero lascito manoscritto è tra Praga e Parigi”. Seguiamo la guida nel salone delle feste, da cui si gode una suggestiva veduta dei vasti giardini; poi da una rampa di scale accedia‑ mo all’ala del castello con gli spazi ricreativi e le stanze degli ospiti. A pochi metri dalla porta di Feltkircher, l’odiato maggiordomo dei Waldstein, si apre la stanza di Giacomo Casano‑ va. Uno studio e una camera da letto ampi e luminosi, dove tra numerosi come to the wing of the castle with the recreational spaces and guests rooms. Just a few meters away from Feltkircher’s door, the hated Waldstein butler, is Giacomo Casanova’s room. A large bright studio and bedroom, where among various trinkets, we discover a few authentic rare things, such as the first edition of Histoire de ma fuite de prisons de Venise qu’on appelle les Plombs, published in Leipzig in 1788. The most significant object is the armchair where on 4th June 1798, Casanova died after pronouncing the famous phrase: “I have lived as a

philosopher, and I die as a Christian!”. The last theatrical performance of a man that thirty years before, on the eve of the crazy duel with the Polish Crown hunt master, count Branicki, renounces his religious service, eats a substantial meal and turns to God with these words: “Lord, if my enemy kills me, I am dammed; save me therefore from death”. At the end of our tour, we thank the castle attendant who seems a little bit sorry: “Despite the crisis, a lot of visitors come here, over ten thousand a year. Most of them are Russian and

SEBASTIANO VASSALLI

Dux. Casanova in Boemia La commedia tragica degli ultimi anni di vita di Giacomo Casanova nelle vesti di bibliotecario del conte Waldstein presso il castello di Dux (Duchcov) in Boemia, visti at‑ traverso lo sguardo lucido e disincantato di Sebastiano Vassalli. Prendendo spunto da ventuno lettere autografe (Lettere scritte al signor Faulkircher dal suo migliore amico Giacomo Casanova di Seingalt) e dalle minute di alcune denunce conservate tra le carte del rinomato avventuriero, si ricostruisce la storia dell’ultima battaglia di Casanova impegnato a tutelare la propria incerta dignità di cortigia‑ no dalle ingiurie e dai soprusi della “bestia boema”.

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Con una narrazione rapida ed essenziale, estremamente puntuale nel delineare una vicenda dai tratti al contempo drammatici e grotteschi (esilarante l’involontario latino‑ rum esibito dal celebre veneziano), Sebastiano Vassalli ci restituisce un Casanova privo dell’aura del mito, decisa‑ mente “umano, troppo umano” nei propri comportamenti ma proprio per questo al culmine della genialità e della grandezza della sua dimensione di uomo. Sebastiano Vassalli, Dux. Casanova in Boemia, Einaudi, Torino, 2002.

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cultura culture

ninnoli d’epoca scopriamo alcune au‑ tentiche rarità quali la prima edizione dell’Histoire de ma fuite de prisons de Venise qu’on appelle les Plombs pub‑ blicata a Lipsia nel 1788. L’oggetto più significativo è la poltrona dove il 4 giugno 1798 Casanova morì dopo aver pronunciato la celebre frase: “Ho vissuto da filosofo, e muoio da cristiano!”. L’ultimo colpo di teatro di un uomo che trent’anni prima, alla vi‑ gilia del folle duello col Gran maestro di caccia della Corona polacca, conte Branicki, rifiuta gli uffici religiosi, si concede un lauto pasto e si rivolge a Dio con queste parole: “Signore, se il

mio nemico mi uccide, sono dannato; salvatemi dunque dalla morte”. Al termine della visita ringraziamo il castellano che nel salutarci manifesta un certo rammarico: “Nonostante la crisi qui di visitatori ne arrivano tan‑ ti, oltre diecimila l’anno. La maggior parte sono russi e tedeschi ma ci sono anche numerosi polacchi, slovacchi e francesi. Gli italiani sono pochissimi e fuori dai pacchetti turistici si riducono a poche unità. Negli anni le istituzioni italiane” – ribadisce Marian Hochel – “si sono totalmente disinteressate di Casanova a Duchcov; gli unici contatti con l’Italia li abbiamo con le rare vi‑ site informali di qualche diplomatico. Questo è un vero peccato perché un

personaggio di rilievo internazionale come Giacomo Casanova sembra es‑ sere stato dimenticato proprio dalla sua patria”. Prima di ripartire vorremmo far visita alla tomba del celebre avventuriero per un ultimo saluto. Inutilmente. Con grande stupore apprendiamo che il vecchio cimitero dove era sepolto è stato distrutto negli anni Trenta senza che i resti fossero traslati in altra sede. La cappella di Sv. Barbora, a ridosso del cimitero nuovo, pur essendo il mausoleo di Casanova non ne contie‑ ne le spoglie. Ma forse anche questa assenza appartiene al grande spet‑ tacolo messo in scena da Giacomo Casanova.

German, but there are also numerous Polish, Slovaks and French people. The Italian tourist groups are very few and the individual visitors consist of very few units. In the last years, the Italian institutions” - Marian Hochel maintains “have lost complete interest in Casanova at Duchcov; the only contacts with Italy are represented by informal visits on the part of a few diplomats. That is a real pity because an international character such as Giacomo Casanova really seems to have been forgotten by his own homeland compatriots”.

Before leaving, we would like to pay a visit to the tomb of the famous adventurer for a last farewell, but it is pointless. With great surprise, we discover that the old cemetery, where he had been buried, was destroyed in the 1930s without his remains being taken elsewhere. The chapel of Saint Barbora, close to the new cemetery, although it is supposed to be Casanova Mausoleum, does not contain his remains. But even this absence, perhaps, might be part of a performance put on stage by Giacomo Casanova himself

SEBASTIANO VASSALLI

Dux. Casanova in Boemia The dramatic comedy during the last few years of Giacomo Casanova’s life as a librarian for count Waldstein at the castle of Dux (Duchcov) in Bohemia, seen through the bright and disenchanted eyes of Sebastiano Vassalli. Inspired by twenty-one handwritten letters (Letters written to Mr. Faulkircher by his best friend Giacomo Casanova from Seingalt), and from the minutes of a number of lawsuit documents found among the papers of the renowned adventurer, it is possible to reconstruct the history of Casanova’s last battle in defending his dubious dignity as a courtier from the insults and abuse of the “Bohemian brute”.

By means of an essential and smooth narrative, that is extremely accurate in describing the story, whose traits are simultaneously dramatic and grotesque, (hilarious, for instance, is the involuntary mumbo jumbo performed by the famous Venetian), Sebastiano Vassalli portrays a Casonova without an aura of myth, undoubtedly “human, overly human” in his attitudes, but for this very reason, at the height of his greatness and geniality as a man. Sebastiano Vassalli, Dux. Casanova in Boemia, Einaudi, Turin, 2002.

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novità editoriali new publications

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di Mauro Ruggiero

Con Spazi vuoti si conclude la trilogia autobiografica di Bohumil Hrabal iniziata con Le nozze in casa. Questo libro, pubblicato per la prima volta in ceco nel 1986, racconta, sempre attraverso la voce di Pipsi, moglie dello scrittore, gli anni tra il 1963 e il 1973 che videro il tardo ma clamoroso successo letterario dello scrittore, la sua fervente attività letteraria, ma anche l’arrivo dei carri armati sovietici, i libri mandati al macero e il posto tra gli scrittori "in liquidazione", quelli a cui non è più consentito pubblicare, che lo scrittore si troverà ad occupare. Attraverso le parole di sua moglie, Hrabal si mette a nudo rivelando le sue piccole vigliaccherie e le debolezze, l'ambiguità nel rapporto col potere, la paura del tempo che passa e il terrore della malattia e della morte.

Spazi vuoti (empty spaces) concludes the autobiographical trilogy by Bohumil Hrabal, started with “Le nozze in casa/ House weddings”. This book, published for the first time in Czech language in 1986, through the voice of the author’s wife, Pipsi, recounts the years from 1963 to 1973, which led to the belated, exceptional literary success of the author and fervent activity, also witnessed the arrival of the Soviet tanks, the public burning of books, up to his the prohibition imposed on him that denied the possibility of publishing anything as a writer. Through the words of his wife, however, Hrabal was able to reveal himself by speaking of his cowardice, and weaknesses and also about his ambiguous relationship with power, the fear of passing time and his terror of ilness and death.

Bohumil Hrabal, Spazi vuoti (tit. or.: Proluky, 1986), Torino: Einaudi 2010, pp. 226

Bohumil Hrabal, Spazi vuoti (tit. or.: Proluky, 1986), Turin: Einaudi 2010, pp. 226

Questo di Luca Ragagnin, scrittore, poeta e paroliere italiano, nato a Torino nel 1965, è uno scritto curioso e scorrevole, particolarmente adatto per un primo approccio, inusuale e divertente, al mondo ricco e affascinante della letteratura e della cultura ceca. Praga alla fiamma è un libro a metà strada tra l’antologia letteraria e il ricettario d’arte culinaria. L’autore descrive in modo sintetico 53 importanti figure della letteratura ceca dando di ciascuna di esse qualche notizia biografica e riportando di ciascuna un frammento letterario che fa riferimento, direttamente o no, al cibo. Nella seconda parte del libro, altrettante ricette, ciascuna dedicata ad un autore, tratte dal giacimento gastronomico boemo e moravo, senza dimenticare la regina delle tavole ceche: l’immancabile pivo!

This work by Luca Ragagnin, writer, poet and Italian lyricist, born in Turin in 1965, is a curious and fluent piece of writing, particularly suitable as a first, unusual and enjoyable approach to the rich and fascinating world of Czech literature and culture. Praga alla fiamma is halfway between literary anthology and culinary art. The author concisely describes 53 important personages of Czech literature, providing for each, a biographical note and quoting a literary fragment that is connected - either directly or indirectly - to food. In the second part of the book, other recipes, each dedicated to an author taken from Bohemian and Moravian gastronomy and, of course, to the number one Czech dish: the unfailing pivo!

Luca Ragagnin, Praga alla fiamma. Ricette magiche e bevande prodigiose nella letteratura ceca, Il Leone Verde Edizioni: Torino 2007, pp. 173

Luca Ragagnin, Praga alla fiamma. Magic recipes and prodigious drinks in Czech literature, Il Leone Verde Edizioni: Torino 2007, pp. 173

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cultura culture

Philip Roth, scrittore statunitense di origine ebraica, è considerato da molti come la punta di diamante della letteratura americana contemporanea. Questo breve ma avvincente romanzo racconta le vicende di Nathan Zuckerman, alter ego dello scrittore, sulle tracce di un manoscritto inedito di racconti attribuito ad un martire di lingua yddish. La vicenda si svolge nella Praga degli anni settanta soffocata dall’occupazione sovietica e da un totalitarismo paranoico e a tratti surreale che tende al controllo assoluto di tutto e di tutti. Su questo sfondo, il protagonista si trova presto coinvolto in una serie di avventure bizzarre e paradossali insieme agli intellettuali oppressi che descrivono, in modo geniale ed ironico, la quotidianità spesso grottesca della Cecoslovacchia dell’epoca.

Philip Roth, United States wirter of Jewish origin, is considered by many as the pinnacle of contemporary American literature. This brief but compelling novel tells the story of Nathan Zuckerman, alter ego of the writer, on the trail of an unpublished manuscript of stories attributed to an Yiddish language martyr. The story takes place in Prague during the 1970s, when it was oppressed by Soviet occupation and by a paranoic and, at times, surreal totalitarianism, which tended towards the absolute control of everything and everybody. Against this background, the protagonist finds himself involved in a series of bizarre and paradoxical adventures, together with the oppressed intellectuals, who brilliantly and ironically describe the often grotesque everyday life of that period.

Philip Roth, L'orgia di Praga (tit.or.: The Prague Orgy, 1985) Torino: Einaudi 2006, pp. 82

Philip Roth, L’orgia di Praga (tit.or.: The Prague Orgy, 1985) Turin: Einaudi 2006, pp. 82

Questo libro scritto da suor Miriam Therese Winter, tradotto dall'inglese e pubblicato in Italia per la prima volta nel 2005, racconta attraverso le testimonianze dei suoi protagonisti, la vicenda vera e quasi completamente sconosciuta di Ludmila Javorová, classe 1932, nata in una famiglia cattolica di Brno, che nei primi anni Settanta è stata, insieme ad altre quattro o cinque, ordinata prete dal vescovo cattolico Felix M. Davídek, a Brno, in quella che allora era la Cecoslovacchia comunista in piena "normalizzazione" che teneva sotto controllo ogni forma di attività sia politica che religiosa. Quando nel 1995 Ludmila rende nota la sua condizione ed esprime chiaramente la volontà di voler continuare a celebrare messa, le gerarchie ecclesiastiche romane si trovano a dover affrontare un problema particolarmente spinoso...

This book, written by Sister Miriam Therese Winter, translated from English and published in Italy for the first time in 2005 tells, through the testimonies of its protagonists, the true and almost unknown story of Ludmila Javorová, a 1932 contingent, born into a Catholic family from Brno, who in the 1970s, together with four or five others, was ordained priest by the Catholic Bishop Felix M. Davídek, in Brno, in what was then communist Czechoslovakia at the height of the “normalization” period, which controlled any form of political or religious activity. When in 1995, Ludmila makes her condition public and clearly expresses her determination di continue to celebrate mass, the Roman hierarchies find themselves faced with with a very thorny issue...

Miriam Therese Winter, Dal profondo. La storia di Ludmila Javorova, ordinata sacerdote della Chiesa Cattolica Romana, Roma: Appunti di viaggio 2005, pp. 333

Miriam Therese Winter, Out of the Depths: The Story of Ludmila Javorova Ordained Roman Catholic Priest Rome: Travel notes, 2005 pp. 333

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Progetto Repubblica Ceca

debutta su Facebook debuts on Facebook

La pagina sul social network nasce anche con l’obiettivo di creare un spazio di aggregazione per i nostri lettori coi quali ci proponiamo di attivare un filo diretto di comunicazione di Francesco Moscatelli by Francesco Moscatelli

The page on the social network has been created with the objective of creating a meeting place for our readers with whom we intend to open a direct line of communication

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Lo sbarco della nostra rivista nel so‑ cial network più famoso del mondo è il frutto di una profonda spinta comu‑ nicativa e dimostra una propensione all’aggiornamento che, nell’era della digitalizzazione e delle nuove tecno‑ logie, non possiamo permetterci di trascurare. Dalle comunità virtuali all’e-commer‑ ce risulta infatti sempre più marcata la relazione tra i social network e la vita quotidiana. Rimanere al passo coi tempi ed adeguarsi ai nuovi modelli sociali e comunicativi del web è a dir poco necessario. La pagina sul social network nasce anche con l’obiettivo di creare un spa‑ zio di aggregazione per i nostri lettori coi quali ci proponiamo di attivare un filo diretto di comunicazione. Oltre che scambiarsi opinioni, gli utenti possono anche trovare una serie di informazioni utili sulla nostra attività editoriale, in primo luogo gli articoli che pubblichiamo, nonché una ricca galleria fotografica. In questo senso l’obiettivo principale The issue of our magazine on the world’s most popular social network is the result of a deep communicative drive and it shows an inclination to update that, in the era of digitalisation and new technologies, we must take into consideration. From virtual communities to e-commerce, the relationship between social network and daily life is more and more marked. In order to keep update we need to be in line with the new social and communicative models of the web.

The page on the social network was realized with the aim of creating a meeting place for our readers and consequently a direct line of communication. Besides sharing news, users can also find a lot of useful information about our publishing activities; primarily the articles we publish, as well as an extensive photo gallery. So, the main objective is to give to our readers who surf the social network the possibility to learn, read our reports

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directly on facebook, comment and share the news on their own profile. At the same time the readers can interact directly with us by communicating any defections or simply helping to keep update our magazine as much as possible. As you know, our newspaper cares about issues related to the area where we operate – The Czech Republic and Central Europe- trying to highlight the economic, political, social and cultural ferment.


pianeta IBC IBC planet

è di fornire ai nostri lettori che navi‑ gano sul social network la possibilità di informarsi, leggere i nostri articoli direttamente su Facebook, commen‑ tare e condividere la notizia sul pro‑ prio profilo. Nello stesso tempo i let‑ tori potranno interagire direttamente con noi comunicandoci eventuali de‑ fezioni, o semplicemente aiutandoci a mantenere sempre il più possibile aggiornata la rivista. Come sapete, il nostro giornale af‑

fronta da sempre tematiche relative all’area nella quale operiamo – la Repubblica Ceca e l’Europa centrale cercando di evidenziarne il fermento economico, politico, sociale e cultu‑ rale. L’interfaccia Facebook del giornale dà una visione immediata delle ultime news. È intuitiva e naturalmente fe‑ dele ai temi che la rivista cura. Il target di riferimento si allarga e si evolve verso chiunque, tramite face‑

The face book interface of the news paper provides an immediate view of the latest news. And, of course, it is intuitive and faithful to the topics of our magazine. The target is expanding and evolving appealing all those, via facebook, that can approach our magazine out of simple curiosity or because of a strong interest linked to social-economic indepth study about Czech Republic. The first step in creating this page of Progetto Repubblica Ceca was to send

friendship notifications and invitations to our key partners, customers and supporters of our magazine on facebook, trying at the same time to arouse the interest of new potential supporters. The social network mechanism of friendship amplifies in an exponential way the view of this page and this allows us to relate in real time with thousands of users. The first results have shown a strong curiosity from those who have already shown interest in the same topics our magazine is interested in. Yet the start,

book, riesca ad arrivare alla nostra rivista per una semplice curiosità o per un forte interesse legato ad ap‑ profondimenti economico/sociali che riguardano in particolare la Repubbli‑ ca Ceca. Il primo passo nella creazione di questa pagina del Progetto Re‑ pubblica Ceca è stato quello di man‑ dare notifiche di amicizia ed inviti ai principali partner, sostenitori e clienti della nostra rivista presenti su Face‑ book, cercando nello stesso tempo di suscitare l’interesse di nuovi poten‑ ziali sostenitori. Il meccanismo delle amicizie attraverso il social network amplifica in maniera esponenziale la visibilità della pagina e questo parti‑ colare consente di relazionarci in tem‑ po reale con migliaia di utenti. I primi risultati hanno evidenziato una forte curiosità da parte di chi già mostrava interesse nei confronti di riviste simili, per tematiche curate, alla nostra, ma la partenza, come per ogni altro pro‑ getto, implica un’attenta valutazione dei soggetti a cui relazionarsi in modo da creare un registro di “amici” che

possa realmente apprezzare la nostra informazione. È proprio tale meccanismo, quello delle amicizie sul sito, che permette di sfruttare una delle più comuni e ed economiche forme di marketing: il marketing virale. Il passaparola attra‑ verso il web consente una pubblicità gratuita ed immediata, indispensabi‑ le ormai per lanciare un evento, pro‑ muovere un‘attività. Sappiamo tutti che Facebook non è un semplice social network ma il social network per antonomasia, capace di diffondere qualsiasi tipo di informazione tra milioni di utenti con un semplice click. Progetto Repub‑ blica Ceca ha intenzione in futuro di approfondire il discorso, cercando di utilizzare la massimo le caratteristi‑ che di Facebook. Il tutto con lo spirito moderno e inno‑ vativo con il quale cerchiamo di dare pregio alla nostra attività, nella vo‑ lontà di informare nel modo più pro‑ fessionale possibile i nostri lettori ed essere al passo con le loro esigenze.

as for any other project, implies careful consideration about that kind of people we want to reach so as to create a list of friends who can really appreciate our information. This kind of friendship mechanism allows us to use one of the most common and cheapest form of marketing: the viral marketing. Word of mouth mechanism through the web allows a free and immediate advertising which is really necessary to launch en event or promote an activity.

As we all know facebook is not a simple social network, but it’s the social network par excellence, able to spread any kind of information among millions of users with a simple click. In future Progetto Repubblica Ceca intends to analyze the subject trying to use the best features of facebook. We do that with a modern and innovative spirit since we wish to add value to our business, to inform our readers in the most professional manner and to keep up with their needs.

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Appuntamenti futuri 26.2.-8.3.2011 Carnevale a Praga e a Strání

Il carnevale di stampo veneziano giunge a Praga a cavallo tra febbraio e marzo. La capitale ceca accoglierà sfilate di maschere, serate di musica e ballo, degustazioni di menù carnascialeschi. Il punto di incontro delle persone in maschera sarà il cuore della città magica, la Piazza dell’Orologio. Per ospitare la manifestazione sono stati scelti i luoghi più nobili della città: oltre alla Piazza anche il palazzo Clam-Gallas (in Via Husova 20), uno dei gioielli dell’architettura barocca, in cui ogni sera dalle ore 20 gli artisti presenteranno uno spettacolo di musica e ballo, accompagnati dalle note di grandi compositori, come Vivaldi, Mozart o Handel. L’ispirazione al carnevale italiano risulta evidente non solo dalle maschere ma anche dal fatto che le didascalie dell’evento e dello spettacolo sono state lasciate nella lingua del Bel paese. La manifestazione sarà accompagnata da un’elegante serata di ballo all’Opera Nazionale, non mancherà inoltre un ballo in maschera per i più piccoli. ll cosiddetto fašank (dal tedesco fasching che significa carnevale), una versione paesana del carnevale sarà di scena in Moravia orientale, nella cittadina di Strání, dove, tra il 4 e l’8 marzo verranno ricordate le tradizioni ed i vecchi costumi. La manifestazione di Strání è famosa per la danza con la spada che sarà eseguita dalle maschere. www.carnevale.cz www.strani.cz

26.2.-8.3.2011 Carnevale a Praga e a Strání

The Venetian-like Carnival is bound to arrive in Prague between February and March. The Czech capital will welcome fancy dress parades, music and dance evenings, plus the tasting of carnival typical cuisine. The meeting point of the masked people is the heart of the magic city, the Clock Square. To host the event the noblest places of the town have been chosen: beside the above mentioned Square, also the Clam-Gallas Palace in Husova 20 street, that is one of the jewel of the baroque architecture, where every night from 8pm on the artists will play a music and dance show accompanied by the notes of great composers such as Vivaldi, Mozart or Handel. The inspiration to the Italian carnival is clear not only in the masks but also in the captions of the event and of the show which are in Italian, in fact. The happening will be paired up by an elegant ball evening at the National Opera. In addition, there will be a masked ball for children. The so called fašank (from the German word “fasching” meaning Carnival), a country version of carnival will be on stage in east Moravia in the village of Strání, where traditions and old customs will be revived from 4th to 8th March. The event in Strání is famous for the dance with the sword which will be executed by the masks. www.carnevale.cz www.strani.cz

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29.3.-19.4. Vivaldianno 2011

Il tour Vivaldianno, un progetto musicale molto speciale, unisce la musica classica con altri generi quali il rock o la musica elettronica. Protagonisti di questo tour innovativo sono Jaroslav Svěcený, il famoso virtuoso ceco di viola che ha girato tutto il mondo come solista, noto anche per essere un grande divulgatore della musica classica, e Martin Dvořák, pianista e compositore rock. Questi due personaggi si sono rivolti a molti interpreti e corpi musicali, come il suonatore di didgeridoo Ondřej Smeykal o il leggendario chitarrista Radim Hladík. Da questa unione speciale è nato un tour che offre allo spettatore un’esperienza musicale coinvolgente, che attraversando vari stili riesce a catturare l’interesse di un vasto pubblico. Nel Vivaldianno la musica di questo grande classico italiano si incontra non solo con il rock ma anche, per esempio, con i suoni indigeni: uno dei partecipanti è infatti un indigeno boliviano di Chochabamba. Il tour coinvolge nove città ceche: il 30 marzo sarà, per esempio, presso la città termale di Karlovy Vary, il 19 aprile avrà invece luogo presso la città di Smetana, Litomyšl. www.vivaldianno.cz

29.3.-19.4. Vivaldianno 2011

The Vivaldianno Tour, a very special musical project, blends classic music with other genres like rock and electronic music. The protagonists of this innovative tour are Jaroslav Svěcený, the famous Czech viola virtuoso who has travelled throughout the world as a soloist and who is well-known for being also a great supporter and promoter of classic music, and Martin Dvořák, a pianist and rock composer. These two characters have recruited lots of artists and musicians like the didgeridoo player Ondřej Smeykal or the legendary guitar player Radim Hladík. From this union a tour was born providing the audience with an enthralling music experience which manages to catch the interest of a vast audience by employing various styles. In the Vivaldianno the music of this great Italian classic meets not only rock but also local sounds, for example one of the member is in fact a native from Chochabamba, Bolivia. The tour includes nine Czech cities: among them the thermal town of Karlovy Vary on 30th March; and the town of Smetana, Litomyšl on 19th April. www.vivaldianno.cz

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appuntamenti events

Future events 8.-17.3.2011 13.-21.4.2011 Jeden svět (“Un mondo” Festival dei film sui diritti umani) Aspettando Peppe Voltarelli Il festival dei film documentari sui diritti umani, alla sua 13ª edizione, si è guadagnato una fama europea, venendo considerato una delle più importanti manifestazioni in materia. Anche quest’anno il fulcro del festival si terrà nelle antiche sale del palazzo Lucerna, e le proiezioni verranno trasmesse nei tradizionali cinema praghesi (come per esempio Světozor, l’omonima galleria a due passi da Piazza Venceslao) o in luoghi un po’ più particolari, quali per esempi le sale della Biblioteca Municipale. L’obiettivo di questo festival è di mostrare le problematiche dei diritti umani nelle diverse località del mondo, rivolgendosi specialmente ai giovani (anche con proiezioni dedicate alle scuole). Tra i temi trattati dall’edizione 2011 figurano quelli della corruzione o delle problematiche sociali legate alla qualità della vita degli anziani, senza tralasciare tematiche tradizionali quali l’ecologia e il gender studies. Il festival viene apprezzato non solo da un vasto pubblico, ma anche da illustri personalità che si sono dedicate ai diritti umani, come l’ex presidente e simbolo dei valori democratici di questo paese, Václav Havel. www.jedensvet.cz

Si apre a metà aprile il nuovo tour ceco di Peppe Voltarelli. L’artista calabrese si esibirà il 13 aprile a Praga, quindi a Teplice, Litoměřice, Ústí nad Labem, Telč e in varie altre città, al ritmo frenetico di un concerto al giorno. La tournée si concluderà nuovamente nella capitale con due date – il 21 e il 22 aprile – al Jazz Dock, splendido locale sulla riva della Moldava. Dopo essersi più volte esibito in passato nell’ambito di grandi eventi, quali il United Islands of Prague, il Festival della canzone d’autore, il Festival Kořen di Litoměřice, Voltarelli torna a suonare nei club per presentare il suo ultimo cd, in Italia insignito del Premio Tenco come miglior disco in dialetto del 2010. Il titolo stesso di questo lavoro, Ultima notte a Malá strana, sottolinea l’ormai consolidato legame tra Peppe e Praga. Il brano - in parte registrato nella capitale ceca - che dà il titolo all’intero album, si chiude con pochi versi recitati in lingua originale da Ester Kočičková, nota cantautrice e intrattenitrice ceca. A testimoniare che in questa parte d’Europa Voltarelli non è più semplicemente un gradito ospite, ma un artista ormai completamente inserito nel contesto artistico e musicale locale. www.myspace.com/peppevoltarelli www.peppevoltarelli.it

13.-21.4.2011 Waiting for Peppe Voltarelli

8.-17.3.2011 Jeden svět (“A world” Festival of films about human rights)

The festival of documentaries on human rights at its 13th edition has gained a European reputation and it is seen as one of the major events on the subject. Also this year the heart of the festival will be held in the old rooms of the Lucerna Palace and the projections will be shown in the traditional cinemas of Prague like for example Světozor, the gallery with the same name not far from Venceslao square or in venues a bit more particular like for example the halls of the Town Library. The aim of this festival is to show the problems of human rights in different world places especially to young people by means of projections dedicated to schools. Among the subjects taken into account by the 2011 edition there are those regarding corruption or social issues linked to the quality of life of old people, including also traditional matters like ecology and gender studies. The festival is appreciated not only by a large public but also by pre-eminent personalities who have committed themselves to human rights, such as the former president and symbol of the democratic values of this country, Václav Havel. www.jedensvet.cz

In the middle of April opens Peppe Voltarelli’s new Czech tour. The artist from Calabria will be on show in Prague on 13th April, then in Teplice, Litoměřice, Ústí nad Labem, Telč and in other cities with a frantic rhythm of a concert a day. The tour will be over again in the Czech capital the following dates: 21st and 22nd April – at the Jazz Dock, a wonderful venue on the bank of the Vltava river. After exhibiting more times in the past during big events such as the United Islands of Prague, the Festival of the professional song, the Festival Kořen of Litoměřice, Voltarelli will sing again in clubs to present his latest CD which was awarded the Tenco Prize as the best album in dialect of 2010. The title of this work, Ultima notte a Malá strana, actually highlights the already well-established link between Peppe and Prague. The piece – partly recorded in the Czech capital and that gives the title to the whole album - closes with a few lines recited in the original language by Ester Kočičková, a famous Czech songwriter and entertainer. This witnesses that in this part of Europe Voltarelli is not only a welcomed guest, but also an artist who’s now completely accepted in the art and music local context. www.myspace.com/peppevoltarelli www.peppevoltarelli.it

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La Bohème per l’esordio a Praga dell’UmbriaMusicFest La Bohème for the debut of the UmbriaMusicFest in Prague

Standig ovation del pubblico per l’esordio praghese dell’UmbriaMusicfest Standing ovation of the audience for Prague debut of the UmbriaMusicfest

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cultura culture

La Bohuslav Martinů Philharmonic Orchestra, Coro della città di Bratislava e I Bambini di Holešov nella sala Dvořák del Rudolfinum The Bohuslav Martinů Philharmonic Orchestra, The Bratislav City Choir and the Children of Holešov in the Dvořák Hall of Rudolfinum.

Un evento da standing ovation, al quale l’Italian Business Center ha avuto l’onore di dare un contributo organizzativo di Kateřina Veselá by Kateřina Veselá

A standing ovation event, to which the Italian Business Center had the honor of giving an organizational contribution

Standing ovation lo scorso 4 febbraio al Rudolfinum di Praga, al termine dell’opera di Puccini “La Bohème”, rap‑ presentata in forma di concerto sotto la direzione del maestro Walter Attanasi. L’evento ha segnato l’esordio in Repub‑ blica Ceca del Festival UmbriaMusicFest, un progetto ideato e gestito dallo stesso Attanasi, direttore d’orchestra italiano, affermato in campo internazionale, che ormai da qualche anno ha scelto Praga come sua città di residenza. L’UmbriaMusicFest è un festival itine‑ rante che coniuga diverse forme d’ar‑ te - la musica sacra, la musica lirica, il jazz e la prosa - facendole convivere con le bellezze delle città ospitanti. Praga, città magica per eccellenza, una delle capitali più prestigiose della cultura musicale europea, non può che costituire un palcoscenico ideale per una manifestazione come questa. A questo proposito va ricordato che l’UmbriaMusicFest ha da tempo atti‑ vato un interscambio culturale con la Repubblica Ceca, proponendo in Italia capolavori della musica ceca, come è capitato due anni fa con lo Stabat Mater di Antonín Dvořák, che è stato rappresentato ad Assisi e a Roma nel‑ Standing ovation last 4th October at the Rudolfinum in Prague at the end of the Puccini’s opera “La Bohème”, played as a concert under the direction of the conductor Walter Attanasi. The event has marked the debut in Czech Republic of the UmbriaMusicFest, a project conceived and managed by Attanasi himself, an Italian conductor who is well-known worldwide and has chosen Prague as his city of residence for some years now. The UmbriaMusicFest is a travelling festival combining different art forms – sacred music, opera, jazz and drama which are perfectly matched with the beauties of the guest towns. Prague, the magic city par excellence is one of the most prestigious capitals of European music culture and represents an ideal stage for an event like this.

la Basilica di Santa Maria Maggiore. “Essere oggi a Praga è lo sviluppo na‑ turale di questo percorso” ha sottoli‑ neato infatti il maestro Attanasi. “Sono estremamente soddisfatto. È un evento che attendevo da anni e al quale tenevo in modo particolare, in considerazione anche del rapporto che ho con questa meravigliosa città, dove abito. Il mio obiettivo è di por‑ tare sulla scena a Praga almeno una grande opera ogni anno, in forma di concerto, come abbiamo fatto oggi”.

Il fatto che l’UmbriaMusicFest abbia scelto proprio La Bohème per esordi‑ re a Praga non è certamente casuale. “Vuole essere un omaggio alla Boemia” ricorda il maestro Attanasi, sottoline‑ ando le origini di questo termine fran‑ cese, utilizzato oggi universalmente per indicare uno stile di vita non tradi‑ zionale, spesso di artisti e musicisti che conducono una vita modesta. La parola bohemienne deriva infatti, con ogni probabilità, da quella molti‑ tudine di studenti boemi che, per evi‑

Marcela Chacón nel ruolo di Mimì/ Marcela Chacón in the part of Mimì

In fact, the UmbriaMusicFest has been involved for years in a cultural exchange with Czech Republic by proposing in Italy some masterpieces of the Czech music like for example two years ago with Antonín Dvořák’s Stabat Mater, which was played in Assisi and in Rome in the basilica of Santa Maria Maggiore.

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“To be in Prague today is the natural development of this path” has actually underlined maestro Attanasi. “I’m extremely satisfied. It’s an event I’d been expecting for years and in which I’ve been particularly interested, also due to the special relationship I have with this fabulous city, where I live. My aim is to bring on stage in Prague at

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Giacomo Puccini

Il Maestro Walter Attanasi e l’Orchestra Filarmonica Maestro Walter Attanasi and the Philharmonic Orchestra

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tare le persecuzioni, lasciarono la loro terra durante la Guerra dei Trent’anni e dopo la sconfitta della Montagna Bianca, per trasferirsi a Parigi. Alla vigilia della serata praghese - oc‑ corre dirlo - qualche perplessità aveva destato la scelta di rappresentare quest’opera in forma di concerto. La rinuncia alle scenografie poteva infatti sembrare azzardata. Alla fine però il pubblico, messo in condizione di ri‑ flettere con maggiore concentrazione sulla struttura prettamente musicale dell’opera, senza essere distratto dagli aspetti relativi all‘allestimento sceni‑ co, ha mostrato di apprezzare l’idea. Un grande merito va riconosciuto ai solisti, molto bravi, che hanno af‑ frontato con disinvoltura la forma insolita di rappresentazione, senza mancare di concedere agli spettatori una misurata ma efficace gestualità, in particolare Marcela Chacón (Mimì) e Luciano Ganci (Rodolfo). Da sottolineare anche la prova dell’Or‑ chestra (Bohuslav Martinů Philharmo‑ nic Orchestra di Zlín), voci bianche (il coro di Holešov “Bambini della Mora‑

via) e il Coro della Città di Bratislava. Il maestro Attanasi ha voluto ricorda‑ re come il progetto UmbriaMusicFest non sia nuovo a esperienze interna‑ zionali: “Il nostro festival è già arriva‑ to con successo alla quarta edizione a Bratislava, grazie anche al rapporto di gemellaggio fra la capitale slovacca e la città di Perugia. Scopo dell’opera‑ zione è anche quello di promuovere l’arte italiana interagendo con realtà artistiche locali e internazionali Molto appropriata si è rivelata la scelta del Rudolfinum, il prestigioso edificio neorinascimentale, oggi sede dell’Orchestra filarmonica ceca, che fu costruito nell’Ottocento per essere

dedicato a Rodolfo (il primogenito di Francesco Giuseppe d’Austria e dell’imperatrice Sissi). L’evento, che ha avuto l’obiettivo di promuovere la cultura italiana all’estero in occasione del 150esimo dell’Unità d’Italia, si è svolto in coo‑ perazione con l’Ambasciata d’Italia a Praga e con l’Istituto Italiano di Cul‑ tura. A supporto dell’evento anche la regione Umbria, la regione e il comu‑ ne di Zlín (Moravia), nonché alcune importanti realtà imprenditoriali ita‑ liane operanti nella Repubblica Ceca. Progetto Repubblica Ceca ha avuto l’onore di presentarsi in veste di media partner

least a great concert opera a year, just like we’ve done today”. The fact that the UmbriaMusicFest has chosen exactly The Bohème to make its debut in Prague is not certainly accidental. “It wants to be a homage to Bohemia” so remembers maestro Attanasi by highlighting the origins of this French word which is used worldwide today to describe an anti-conventional lifestyle often referring to artists and musicians living a modest life. The word bohemienne in fact derives maybe from that crowd of Czech students who, to avoid persecutions, left their country during the 30 years War and after the defeat of the White Mountain to move to Paris. On the eve of this evening in Prague we have to admit that someone was not so sure that it would be a good idea to play this opera under the form of a concert. The renunciation of the set might in fact seem risky. But eventually the audience,

being in the condition of reflecting in major concentration upon the exquisitely musical structure of the opera thus avoiding the distraction of the staging, showed appreciation about the idea. The soloists, who were very good, deserve a particular recognition, since they executed this performance with great confidence and in an unusual way providing the spectators with measured but effective gesture. In particular Marcela Chacón (Mimì) and Luciano Ganci (Rodolfo). To praise is also the Orchestra’s performance (Bohuslav Martinů Philharmonic Orchestra di Zlín), the treble voices (the choir of Holešov “Children of Moravia”) and the Choir of the City of Bratislava. Maestro Attanasi was keen to remember how the project UmbriaMusicFest is not new to international experiences: “Our festival has successfully reached its fourth edition in Bratislava thanks

to the twin relationship between the Czech capital and the town of Perugia. Objective of the operation is also promoting the Italian art by involving local and international art groups. Very suitable was the choice of the Rudolfinum as privileged venue. It is a prestigious new Renaissance building, today the seat of the Czech Philharmonic Orchestra, especially built in the 19th century for Rudolf (the firstborn of Franz Josef of Austria and of the Sissi Empress) The event was aimed at promoting the Italian culture abroad on the occasion of the 150th anniversary of the Unity of Italy and was held in co-operation with the Italian Embassy in Prague and the Italian Institute of Culture. To support the event also the Umbria region, the region and the town of Zlín (Moravia), and also some important Italian enterprises and organizations working in Czech Republic. Progetto Repubblica Ceca has the honor to be the media partner.

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di Giovanni Usai by Giovanni Usai

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L’Omaggio a Praga di Andrea Luise Andrea’s Luise Homage to Prague

Febbraio

www.dantepraga.cz

L’Istituto Italiano di Cultura ha ospitato lo scorso gennaio la serata di presentazione di Omaggio a Praga, una selezione di poesie che è stata pubblicata su iniziativa del Comitato di Praga della Società Dante Alighieri. Autore dei versi è Andrea Luise, il quale proprio nella Città magica dove per motivi di lavoro ha vissuto dieci anni - ha scoperto di avere la vocazione poetica che lo ha portato alla pubblicazione di questa sua prima opera. Una raccolta di poesie dedicate a Praga, per soddisfare l’esigenza - come è stato spiegato durante la presentazione – di rappresentare la sintonia che l’autore ha avuto e continua ad avere

con questa città, nonostante incarico praghese nel settore dell’aviazione civile sia ormai terminato, con conseguente ritorno in Italia. Durante la serata - che si è svolta in una sala dell’Istituto gremita di pubblico e alla presenza dell’ambasciatore d’Italia Fabio Pigliapoco - la lettura di alcune poesie è stata accompagnata dalle musiche composte da Francesco Giacon, collega di Luise e dirigente del Comitato di Praga della Dante. In queste pagine presentiamo alcuni dei versi che ci sono apparsi più significativi. L’approccio paesaggistico di queste poesie ci ha suggerito di accostarle ad alcune suggestive immagini di Praga.

The Italian Institute of Prague hosted last January the evening presentation of “Homage to Prague”, a selection of poems published on the initiative of the Prague Committee of the Società Dante Alighieri. The author of these verses is Andrea Luise who exactly in the magic city – where he lived and worked ten years – discovered to have a real gift for poetry, which brought him to the publication of his first work. It is a selection of poems dedicated to Prague written to satisfy his need – as he explained during his presentation – to convey his continuous being on the same wavelength with this town,

although his Prague assignment in the field of civil aviation is now over and he has consequently come back to Italy. During this evening presentation – which was held in one of the hall of the institute crowded with people and in the presence of the Italian ambassador Mr. Fabio Pigliapoco – the reading of some poems was accompanied by the music composed by Francesco Giacon, a colleague of Luise and director of the Dante Prague Committee. Here we present some of the verses that we judge to be more significant. The landscape approach of these poems has suggested us to match them with a couple of suggestive views of Prague.

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Febbraio a Praga

Neve di sera. Come cenere. Nessun peso sui cigni, in volo sulla Moldava. February in Prague Evening Snow. Like Ash. No pain on Swans flying over Vltava.


qui DantePraga here DantePraga

All’alba le statue sul Ponte si scambiano le ombre. Dawn at Charles Bridge At sunrise the Statues on the Bridge exchange their shadows.

Sera di To you / chosen as my mirror, without asking your permission. To you / reluctant friends, feminine fragment of my days in Prague. Sera di Aprile

Luce liquida di un aprile radioso. La Praga di pietre e acqua è messa in ombra / dai colori e i profumi di una Primavera vittoriosa.

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Foto: Filippo Falcinelli

To you

Alba sul ponte Carlo

A

A voi / scelte come specchio, senza chiedervi il permesso. A voi / amiche esitanti, frammento femminile dei miei giorni a Praga.

Foto: Filippo Falcinelli

Ponte

A voi

April evening

Kristal light of a shining April. Prague of stones-and-water is overshadowed by a glorious Spring.

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Kairos, l’importanza del soft power Kairos, the importance of Soft Power di Mauro Ruggiero

Si chiama Kairos - termine che in greco antico indica il “momento propizio” o “tempo divino”- ed è il progetto cultu‑ rale, tanto ambizioso quanto interes‑ sante, di Sara Barbierato, architetto in Boemia dal 1999, e Didier Montagnè già Direttore degli Istituti Francesi di

Cultura di Praga e Bucarest. Kairos, atelier culturale, nasce a Praga nell’au‑ tunno del 2009 come agenzia cultura‑ le con lo scopo di “pomuovere espres‑ sioni ed estetiche contemporanee nel campo delle arti visive, della musica, dello spettacolo, ma anche della let‑

teratura e del pensiero in generale”. Giovane, ma già molto dinamico sulla scena culturale praghese, Kairos arti‑ cola la sua attività nei settori principali della produzione e della realizzazione artistica di eventi culturali in colla‑ borazione con operatori cechi e dei

and showbusiness, but also literature and philosophical thought in general”. Still rather young, but already very dynamic on the Prague cultural scene, Kairos is involved in the artistic production and organisation of main cultural events in collaboration with Czech and Central, Eastern European operators. In April 2010 in Prague, it organised the spoken opera “Cassandra” by the contemporary Swiss composer Mikael Jarrell, with the collaboration of actress Fanny Ardant and the Prague

Modern orchestra. Also, in 2010, it organized the International Seminar on Philosopy, the Cinema and “Playmate”, a cycle of events to “share a few rare expressions of contemporary art and thought”. A number of projects, all of which, aimed at favouring - as Sara states: “An ambitious and lively approach to art and culture and, above all, an attempt to establish a real complicity with the public, based on the pleasure of discovery, collective emotions and singularity awareness. But acting as counterparts to the spirit of initiative, according to Kairos promoters, are the difficulties caused by lack of funding, as well as Czech Republic culture policies, that do not fiscally support private sponsors and which leave little room for manoeuvre to achieve a different type of cultural proposal – away from the “conventional” one, which, promoted by official cultural institutions, takes up most of the resources available. According to Sara: “Contemporary productions, (even if they represent the Czech heritage of the future), the presence of foreign productions and assistance to private cultural projects are, unfortunately, greatly underrated due to lack of funds and, undoubtedly, prevent Prague from becoming once more

by Mauro Ruggiero

Didier Montagnè e Sara Barbierato

It is called Kairos – a term which in old Greek means “the favourable moment” or “Divine timing” – and it is a very ambitious and interesting cultural project by Sara Barbierato, a Bohemia architect since 1999 and Didier Montagnè, director of the French Cultural Institutes in Prague and Bucarest. Kairos, a cultural atelier - founded in Prague in the autumn of 2009 as a cultural agency, aims is to “promote contemporary visual art expressions and aesthetics in the field of music

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cultura culture

paesi dell’Europa centrale e orientale. Nell’aprile del 2010 ha organizzato a Praga l’opera parlata “Cassandra”, del compositore svizzero contemporaneo Mikael Jarrell, con la collaborazione dell’attrice Fanny Ardant e dell’orche‑ stra Prague Modern. Sempre nel 2010

organizza il Seminario Internazionale di Filosofia e Cinema e “Playmate”, un ciclo di eventi per condividere “alcune espressioni rare dell’arte e del pensie‑ ro contemporaneo”. Progetti, questi, tutti volti a privilegiare, come sostiene Sara: “Un approccio ambizioso e viva‑ ce con l’arte e la cultura, e soprattutto a stabilire una reale complicità con il pubblico basata sul piacere della sco‑ perta, sull’emozione collettiva, sulla consapevolezza dell’eccezione”. Ma a fare da contraltare allo spirito di iniziativa ci sono le difficoltà, a detta dei promotori di Kairos, derivanti dagli scarsi finanziamenti e da una politica per la cultura nella Repubblica Ceca che non favorisce fiscalmente gli spon‑ sor privati e che lascia poco margine d’azione a un’offerta culturale diversa

da quella “convenzionale” promossa dalle istituzioni culturali ufficiali che assorbono la grossa parte delle risorse disponibili. Secondo Sara: “La crea‑ zione contemporanea, pur rappre‑ sentando il patrimonio culturale ceco di domani, la presenza di produzioni straniere e il supporto di progetti cul‑ turali privati, sono purtroppo sottova‑ lutati, in assenza di risorse, impeden‑ do senza dubbio a Praga di tornare ad essere la grande capitale dell’Europa centrale che fu in passato”. Ma nonostante le difficoltà, Kairos ha molti altri progetti per il futuro; un fu‑ turo nel quale si augura di cooperare con tutti quegli enti, privati e statali, che sono consapevoli dell’importanza che la cultura riveste nella società, e in particolare nel campo della promozio‑

ne nella Repubblica Ceca della cultura italiana contemporanea, della sua “arte del vivere e della sua creatività”. “C’è senza dubbio bisogno a Praga – sottolinea Sara - di un evento cultu‑ rale italiano emblematico alla pari del festival del cinema francese o del fe‑ stival del teatro tedesco. C’è anche una reale necessità di invitare più frequen‑ temente qualche personalità artistica italiana d’eccellenza: scrittori, cineasti, musicisti, architetti… In questo mon‑ do globale, dove l’importanza del “soft power” è sempre più grande, ogni pie‑ tra, anche se piccola, conta! Una vita culturale vivace, moderna e ambizio‑ sa, identifica l’attrazione e l’immagine di una città, di un paese e dà un valore aggiunto, simbolico e reale, alla sua economia e ai suoi abitanti ”.

the great Central European capital that it used to be”. But, despite the difficulties involved, Kairos has many other projects in line for the future; a future, which it hopes, will mean collaboration with all those private and public entities which are

aware of the importance that culture represents for society and, in particular, the promotion in the Czech Republic of Italian contemporary culture, “of its art of living and creativity”. “There is, undoubtedly, a need in Prague – Sara underlines – for an emblematic Italian

cultural event, equivalent to that of the French cinema or German theatre festival. There is also a real need to invite (more often) some exceptional Italian artistic personalities: writers, film directors, musicians, architects and so on. In this global world, where the importance

of “soft power” has become greater and greater, every stone, even if the smallest, has its weight! A lively, modern and ambitious cultural life represents the attraction and image of a city or a country and affords a real and symbolic added value to its economy and its inhabitants”.

Alcuni degli ospiti di Kairos a Praga: da sinistra l’attrice francese Fanny Ardant, il violoncellista francese Jean-Guihen Queyras e il cantante rumeno George Pacurar / Guests of Kairos in Prague: from left, the French actress Fanny Ardant, French cellist Jean-Guihen Queyras and the Romanian singer George Pacurar

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Un Pallone d’oro d’altri tempi Gli ottant’anni di Josef Masopust An old-time golden ball Eighty year old Josef Masopust “Per mostrare il trofeo ai miei tifosi, me lo portai allo stadio di Praga, in tram, dentro una busta di plastica”. Basterebbe questo ricordo di Josef Masopust - Pallone d’oro nel 1962, che quest’anno, il 9 febbraio, ha fe‑ steggiato l’80° compleanno - per capire quante cose sono cambiate da allora. Pepik, come lo chiamavano affettuosamente i tifosi, conquistò l’ambito trofeo superando, nelle valu‑ tazioni della giuria di France Football, il portoghese Eusebio, altro monu‑ mento del calcio mondiale.

Sei mesi prima Masopust era stato protagonista nei Campionati mondiali del Cile, quando la Cecoslovacchia giunse sino alla finale e si arrese solo al Brasile per 3 a 1 nell’Estadio Na‑ cional di Santiago. I carioca - benché privi del leggendario Pelé, infortunato - riuscirono a imporre la legge del più forte, ma Masopust ebbe almeno la soddisfazione di segnare il gol che, nel primo tempo, portò temporaneamen‑ te in vantaggio la Cecoslovacchia. Nella storia del calcio di questo paese sono stati sinora solamente due i cal‑

ciatori che sono riusciti a segnare un gol durante una finale dei Campionati del mondo. Oltre a Masopust, anche An‑ tonín Puč, che nel 1934 a Roma, portò in vantaggio la Cecoslovacchia contro l’Italia, in una finale che furono poi gli Azzurri ad aggiudicarsi per 2 a 1. “Mi farebbe tanto piacere poter con‑ dividere in futuro questo primato non solo con Antonín Puč, ma anche con altri giocatori cechi, sperando un giorno di arrivare nuovamente in fi‑ nale ai Mondiale ” ha detto Masopust, durante la conferenza stampa di pre‑

di Giovanni Usai by Giovanni Usai

Josef Masopust in goal contro il Brasile nella finale del Campionato del mondo in Cile (1962) / Josef Masopust in goal against Brazil in the final of the World Championship in Chile (1962)

“To show the trophy to my fans, I took it to the Prague stadium by tram, inside a plastic bag”. This recollection by Josef Masopust – Golden ball winner in 1962, who on 9th February

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celebrated his 80th birthday - would suffice to make us understand how things have changed since then. Pepik, as his supporters used to call him affectionately, won the desired

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trophy during the France Football jury assessment, by beating the Portuguese Eusebio, the other world football star. Six months earlier, Masopust had been a protagonist at the World Championship


sport sport

sentazione degli eventi programmati per il suo ottantesimo compleanno. Sempre in quella occasione, dopo aver ascoltato tutto il programma celebrati‑ vo - che si protrarrà sino a giugno, gra‑ zie all’organizzazione del Klub přátel Josefa Masopusta - l’anziano campio‑ ne - antidivo per eccellenza, sempre di‑ stintosi, in campo e fuori, per saggezza e umiltà - ha commentato: “Credo che tutto ciò vada ben al di là dei miei me‑ riti effettivi. Dopo tutto sono solo uno dei tanti giocatori che hanno indossato la maglia del nostro Paese”. Il compleanno è stato davvero celebrato con tutti gli onori, con tanti campio‑ ni giunti anche dall’estero a rendergli continua a pag. 58

Josef Masopust nel 1962 a Praga con il Pallone d’oro / Josef Masopust in 1962 in Prague with the Ballon d’Or

in Chile, when Czechoslovakia reached the final and surrendered only to Brazil 3 goals to 1 at the Estadio Nacional in Santiago. The Carioca – even if without the legendary Pelé, who was injured – managed to impose the survival of the fittest, but Masopust had at least the satisfaction of scoring the goal, which during the first half, brought Czechoslovakia temporarily into the lead. In the football history of this country, only two players have been able to score a goal during a World Championships final. Besides Masopust, even Antonín Puč, who in Rome in 1934, brought Czechoslovakia into the lead against Italy, in a final which the Azzurri won 2 to 1. “I would love, in future, to share, this record not only with Antonín Puč, but also with other Czech players, hoping again one day to reach the World

final”, said Masopust during a press conference on the scheduled event for his eightieth birthday. Also on that occasion, after listening to all the celebration schedule – which will go on until June, thanks to the organization of Klub přátel Josefa Masopusta – the elderly champion – an unconventional star par excellence, who has always distinguished himself for his wisdom and humility, both on as well as off the filed – commented: “I believe all this goes beyond my actual merits. After all, I am just one of the many players who have had the chance to wear the shirt of our Country. His birthday was truly celebrated with great honour, with many players coming from abroad to pay him homage. Among his ex team mates, who are still alive is, obviously, Pavel

Nedvěd (the only Czech to have won the Golden Ball after Masopust). Among the various events of great in­te­ rest to fans, is the announcement of an exhibition that the Národní mu­seum is preparing in collaboration with the (Cmfs) Czech Republic Football Federation. It will start on the second week in March and will last until June. On display, not only memories of the Champion’s career, but also a retrospective of Czechoslovakian football during that period, including also how at the time, the regime conditioned the football movement and sport as a whole. A natural height bronze statue has been made in honour of Masopust

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and will be placed in front of the Na Julisce Dukla Praha stadium in spring (the army team that Masopust led to eight national victories and three Czechoslovakia Cups during his career). A series of celebrations – we have to say – that from a certain point of view display a rather nostalgic aftertaste. Remembering today with such emphasis, Masopust’s feats as a footballer, also means underlining the modesty of the present Czech football movement, with stadiums constantly half empty and with a national team that is not able to recover after Nedvěd’s to page 59

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Novità per l’Italian Vision Big news at the Italian Vision Club Novità nel futuro dell’Italian Vision Club, presentate durante il meeting di gennaio che tradizionalmente ha

una platea allargata rispetto a quella più selezionata degli incontri mensili all’Alchymist. Speaker d’eccezione

il Ceo di Vodafone per la Rep. Ceca, Muriel Anton, recentemente ricono‑ sciuta come Manager dell’Anno, che

di Gianluca Zago by Gianluca Zago

Gianni Pastorelli con Muriel Anton (Ceo Vodafone Czech Republic) e Alvise Giustiniani (direttore generale Philip Morris Czech republic, Slovakia, Hungary)

continua da pag. 57 omaggio, primi fra tutti i suoi ex compa‑ gni di squadra, ancora viventi, e chiara‑ mente Pavel Nedvěd (unico ceco ad aver vinto il Pallone d’oro dopo Masopust). Fra le varie manifestazioni, di grande interesse per gli appassionati si pre‑ annuncia una mostra che sta prepa‑ rando il Národní muzeum, in collabo‑ razione con la Federazione calcistica della Repubblica Ceca (Čmfs). Inizierà la seconda settimana di marzo, per durare sino a giugno. In esposizio‑ ne non solo ricordi della carriera del campione, ma anche una retrospet‑ tiva sul calcio cecoslovacco di quel

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They were outlined during the traditional January gathering dinner, an event with a larger attendance than

the more selective monthly meetings held at the Alchymist. Guest of honor of the evening Muriel Anton CEO of

Vodafone for Czech Rep., recently awarded with the title of Manager of the Year. She introduced the attendees

periodo, persino su come il regime condizionava il movimento calcistico e lo sport del tempo. In onore di Masopust è stata realizzata anche una statua in bronzo, ad altez‑ za naturale, che sarà situata in prima‑ vera davanti allo Stadio Na Julisce del Dukla Praha (la squadra dell’esercito, che Masopust in carriera guidò alla vittoria di otto titoli nazionali e di tre Coppe di Cecoslovacchia). Un serie di festeggiamenti - va detto – che per certi aspetti hanno anche un retrogusto nostalgico. Ricordare oggi con tale enfasi le prodezze cal‑ cistiche di Masopust, significa anche

sottolineare l’attuale modestia del movimento calcistico ceco, con stadi costantemente semivuoti e con una nazionale che non riesce a risollevar‑ si, dopo l’addio al calcio di Nedvěd e dei campioni della sua generazione. Basti pensare a quanto ancora brucia, da queste parti, la mancata parte‑ cipazione della Repubblica Ceca ai Campionati mondiali del Sud Africa. Per gli appassionati diventa così quasi inevitabile ricordare con nostalgia le gesta di Josef Masopust, ammirarlo in alcuni rari filmati d’epoca, con quel suo passo da trequartista di razza, che dava del tu al pallone. Forse non velo‑

cissimo, ma capace di abbinare a una tecnica sopraffina anche una grande resistenza fisica e una visione di gioco da scienziato del pallone. Doti sottolineate dallo stesso Pelé, “O Rei”, il quale, impossibilitato di partecipare personalmente ai festeg‑ giamenti, non ha mancato di inviare i suoi auguri al suo vecchio avversario: “Masopust era un trequartista di tale tecnica, da dare l’impressione di essere nato in Brasile, non in Europa. Un tipo di giocatore alla Platini, alla Beckem‑ bauer, paragonabile oggi a uno come Xavi. Soprattutto un uomo di grande intelligenza anche fuori dal campo”.

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eventi events

ha introdotto alcuni concetti di ge‑ stione aziendale molto interessanti e in qualche caso “nuovi”, per le aziende più tipicamente Italiane. Novità, dunque, nel Club promosso e animato da Gianni Pastorelli, addetto commerciale dell’Ambasciata d’Italia. È stata presentata una nuova strut‑ tura direttiva, composta da manager con incarichi in Repubblica Ceca e nei paesi limitrofi. Nelle parole di Pasto‑ relli stesso “assumerà la leadership con energie ed idee nuove”: la com‑ pongono il direttore generale per la Rep. Ceca, Slovacchia e Ungheria di Philip Morris, Alvise Giustiniani in qualità di presidente, mentre Tiziano

Giraudo, direttore generale di Ferre‑ ro in Ungheria, Romania, Bulgaria e Moldavia e Marco Sipione, imprendi‑ tore e consulente nell’energia solare con Photon Energy, saranno i vice‑ presidenti. Inoltre il Club prevede la figura del Tesoriere, carica ricoperta da Maria Chiara Angeloni. Ciò fa pen‑ sare siano in cantiere nuove iniziative a fianco dei consueti meeting tra im‑ prenditori, manager e professionisti Italiani che caratterizzano l’attività dell’Italian Vision. Pur essendo un Club italianissimo, si allarga alle diverse business commu‑ nities, e non a caso l’ospite della sera‑ ta è stata una manager internaziona‑

le. Molto significativamente, Muriel Anton non ha parlato di Vodafone in quanto azienda, bensì dell’attiva vo‑ lontà di essere un datore di lavoro esemplare e di come sia possibile co‑ niugare profittabilità ed etica. Ma l’aspetto certamente più interessante dell’intervento, e spesso nuovo per una platea italiana, è stato il concetto di mentoring. La Anton è infatti attiva promotrice di un frequentato pro‑ gramma di cross-mentoring, dove un executive manager aiuta e supporta nel suo sviluppo professionale, un senior manager attivo in un diverso settore. Come ci ha giustamente det‑ to, “se non avessi avuto un mentore,

non sarei arrivata alla posizione che ho ora”, privando quindi se stessa e la Vodafone, di qualità professionali di primo livello. Ricordandoci quindi come le qualità intrinseche a un buon manager non bastino, ma debbano essere aiutate ad emergere ed indiriz‑ zate in modo corretto e costruttivo. E chi può dare questo aiuto e indirizzo, meglio di un mentore manager? Si tratta di un concetto molto anglosas‑ sone, e generalmente poco presente nelle aziende e manager italiani, ma anche grazie all’attività dell’Italian Vision Club è auspicabile che acquisti popolarità anche nella business com‑ munity Italiana.

to some very interesting management concepts, sometimes even novelties for several Italian companies. News then, for the Club that Gianni Pastorelli from the Italian Embassy so actively and succesfully promotes. He introduced the new board, a small group of managers active in Czech Republic and neighbouring countries. A board that in Pastorelli’s own words “shall assume the leadership with energy and new ideas”. Philip Morris CEO for Czech Rep, Slovakia and and Hungary Alvise Giustiniani is the new President, while Tiziano Giraudo,

Ferrero’s GM for Hungary, Romania, Bulgaria and Moldavia, and Marco Sipione, consultant and entrepreneur in photovoltaics at Photon Energy are the Vice-Presidents. There’ll be a Treasurer too, Maria Chiara Angeloni. This leads to believe that there shall be more Italian Vision Club activities alongside the usual gatherings of top managers, entrepreneurs and professionals. The Club is certainly Italian in its core, but wide open to various business communities. It is not by chance, therefore, that the guest of honor

was an international manager. Quite significantly, Muriel Anton speech didn’t focus on Vodafone business, but on its striving to be the best employer, and on how it is possible for a company to be profitable while being ethical. But the most interesting topic she touched is mentoring, a concept quite new to some of the attendees. Anton is in fact the very active promoter of a successful crossmentoring program, where an executive manager mentors a senior manager from a different industry, with counseling and support. As she

rightly said “ without mentoring, I wouldn’t be in the position I am now”, which would have deprived her and Vodafone of prime professional qualities. Her speech reminded us that for a good manager, potential is not enough. It must be correctly and positively nurtured and directed. And who can do that better than a mentor manager? This is a very anglo-saxon concept, not widespread among Italian companies and managers. Thanks also to the Italian Vision Club, hopefully it shall gain popularity in the Italian business community too.

from page 57 farewell from football and that of the champions of his generation. Just think how inflaming to this country is the Czech Republic’s non-admission to the South African Word Championship. For football fans, it is almost inevitable to look back with nostalgia to the feats of Josef Masopust, to admire him through the rare films of that period, with his first-rate attacking mid fielder pace, who was on first name terms with

the ball. Perhaps not extremely fast, but able to combine an excellent technique with great physical resistance and a scientific vision of the game of football. An inborn talent as confirmed by Pelé, “The king”, who although he was not able to take part personally to the celebrations, did not fail to send his greetings to his old opponent: “Masopust was an attacking midfielder with such an extraordinary technique as to give the impression he had been born in Brazil, not in Europe. A type of player like Platini, Beckembauer, comparable today only to Xavi. But, above all, a man of great intelligence even off the field”.

Josef Masopust con Pavel Nedvěd e Michel Platini / Josef Masopust Pavel Nedvěd and Michel Platini

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Winton trains, Winton trains, Il treno celebrativo del 2009 The celebratory train in 2009

La storia dei 669 bambini, quasi tutti ebrei cecoslovacchi, portati in salvo in Gran Bretagna nel 1939, grazie all’eroismo Nicholas Winton, il cittadino inglese, oggi 101enne di Giovanni Usai by Giovanni Usai

The story of the 669 children, almost all of them Czechoslovakian Jews, brought safely to Great Britain in 1939, thanks to the heroism of Nicholas Winton, the English citizen who is now 101 years old

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Lo scorso gennaio abbiamo assistito a Praga alla prima mondiale di “Nickyho rodina” (La famiglia di Nicky), il film documentario, con una parte recitata, che racconta la storia dei 669 bambini, quasi tutti ebrei cecoslovacchi, portati in salvo in Gran Bretagna nel 1939, attraverso spedizioni ferroviarie pas‑ sate alla storia con il nome di “Winton trains”. Presente in sala anche Nicho‑ las Winton, il cittadino inglese, oggi 101enne, organizzatore di quell’opera di salvataggio, nella Praga occupata dai nazisti, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Con lui anche alcuni protagonisti di quella vicenda, coloro che da bambini salirono su quei treni e che ancora oggi compongono una sorta di famiglia allargata. Si calcola che siano più di 5 mila i discendenti dei cosiddetti “bambini di Winton”. La pellicola – una coproduzione ceco slovacca, che si è avvalsa della colla‑ borazione anche della Česká televize, del ministero della Difesa della Repub‑ blica Ceca e del ministero della Cultu‑ Last January in Prague, we took part at the “Nickyho rodina” (Nicky’s family) world premiere, a documentary film with a short acted part, which tells the story of 660 children, almost all of them Czechoslovakian Jews, who had been rescued and taken to safety in Great Britain in 1939, by means of rail expeditions, which became known historically as the “Winton trains”. Also present in the hall, was the English citizen Nicolas Winton, 101 years old, who had organized the rescue feat in Nazi occupied Prague, on the eve of the second world war. With him, were also a few other protagonists of that achievement – those who, when they were children, had got onto those trains – and who still feel as if they belong to a

ra della Slovacchia - è il terzo film che il regista Matěj Mináč dedica a questa vicenda. I due precedenti sono stati „Síla lidskosti - La forza dell’umanità“ del 2002 e „Všichni moji blízcí - Tutti i miei cari“ del 1999. Già insignito nel 1998 dall’Ordine di Tomáš Garrigue Masaryk (la più alta onorificenza della Repubblica Ceca) dall’allora presidente Václav Havel e nominato Cavaliere della corona dalla regina d’Inghilterra, Winton è stato nuovamente proposto quest’anno per la consegna del Premio Nobel per la pace, attraverso una lettera di nomi‑ na firmata da più di 100 mila cittadini e consegnata all’ambasciatore norve‑ gese a Praga. La storia raccontata dal film è nota. Winton era un giovane intermedia‑ rio di Borsa, non ancora trentenne, il quale giunse a Praga dopo aver rinunciato a una vacanza natalizia

Nicholas Winton oggi Nicholas Winton today e nel 1939 con uno dei bambini salvati and in 1939 with one of saved children

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sulle Alpi svizzere. A chiederglielo era stato un suo amico, Martin Blake, un inglese che lavorava in un comitato di soccorso per rifugiati della Cecoslo‑ vacchia, già parzialmente invasa dal Terzo Reich. Preso alloggio in un hotel della Piazza Venceslao, Winton si rese conto nel giro di pochi giorni della drammaticità del‑ la situazione e della mancanza di piani specifici per salvare le vite dei bambini. Fu così che si diede da fare per organiz‑ zare il piano di salvataggio, soprattutto per trovare famiglie disposte a ricevere i piccoli profughi cecoslovacchi. Com‑ plessivamente, riuscì a mettere in salvo 669 bambini, quasi tutti fra i 6 e i 12 anni. Ebrei in larga maggioranza, ma non solo, in quanto fra di essi c’erano anche bambini provenienti da famiglie che si erano opposte all’occupazione dei tedeschi e che per questo avevano il destino segnato. In tutto riuscirono


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c’era una volta a Praga once upon a time in Prague

a partire da Praga otto treni. Lo scop‑ pio della guerra, il primo settembre del 1939, rese impossibile la partenza dell’ultimo convoglio, il più numeroso, quello che avrebbe dovuto portare in Inghilterra e salvare altri 250 bambini.

La vicenda di quest’uomo, che viene definito uno Schindler britannico, finì per cinquant’anni nel dimenticatoio ed è rimasta sconosciuta sino agli anni ‘80. A scoprirla, del tutto casualmente, fu sua moglie Greta, che trovò nella

soffitta di casa un baule contenente una vecchia documentazione risalente alla fine degli anni Trenta. Sul perché abbia tenuto nascosta questa vicenda per così lunghi anni anche in famiglia Winton è solito dire: “Mi sembrava di

aver fatto qualcosa di normale, nien‑ te di cui vantarmi”. Senza mancare di scherzarci su: “E’ giusto che ogni marito abbia i suoi segreti”. Oggi, quando sono trascorsi 73 anni da quei fatti sembra possibile ipotizzare una pagina ulteriore di quella vicenda, che sinora è rimasta del tutto trascu‑ rata. Alcuni particolari fanno pensare infatti che Winton sia stato in realtà uno 007 del governo di Londra, inviato a Praga come osservatore e probabil‑ mente incaricato di organizzare quella missione umanitaria per la quale a buon diritto è passato alla storia. Winton nel 1938 non aveva ancora compiuto trent’anni, ma era tutt’al‑ tro che un pivello. Prima di arrivare a Praga aveva già avuto esperienze di lavoro all’estero - in Francia, a Parigi, e in Germania, ad Amburgo e a Berli‑ no - sempre come agente di borsa. Un primo spunto di riflessione, a ben vedere, ce lo fornisce egli stesso quando nel film documentario rac‑ conta: “Io a quel tempo ero a cono‑

sort of enlarged family. It is believed that there are 5 thousand descendants of the so-called “Winton children”. The film – which is a Czech Slovak co-production, also received the collaboration of Ceska televize, of the ministry for Defence of the Czech Republic and of the Slovakian ministry for Culture – it is the third film that the director Matej Mináč has dedicated to this sad event. The previous ones were “Síla lidskosti - La forza dell’umanità” in 2002 and “Všichni moji blízcí - Tutti i miei cari” in 1999. Already decorated by the order of Tomas Garrigue Masaryk (the highest honorary decoration of the Czech Republic), by the then president Vaclav Havel and, nominated Knight

of the Crown by the English Queen, Winton has once again, this year, been proposed for the Nobel Prize for peace, with a petition signed by more than 100 citizens and handed to the Norwegian ambassador in Prague. The story of the film is well known. Winton was a young Stock Exchange broker, not yet in his thirties, who reached Prague after giving up a Christmas holiday on the Swiss Alps, following the invitation of a friend of his - an Englishman called Martin Blake, who worked in a rescue committee for refugees from Czechoslovakia, which had already been invaded by the Third Reich. Winton booked a hotel in Wenceslaus square and soon realized how dramatic

the situation was. In particular, he realized there was no plan to save the lives of those children, so it was for this purpose that he started to organize the rescue operations, above all, to find families willing to receive the little Czechoslovakian refugee children. On the whole, he managed to save 669 children, nearly all between the age of 6 and 12, most of them Jewish, but not only, because among them there were also children from families that had opposed German occupation and, as a consequence, were destined to be persecuted. In total, they managed to get eight trains out of Prague. However, the start of the war on first September 1939, made it impossible to send out

yet another train, the fullest until then, the one that should have taken 250 more children to England. The story of this man, defined as a British Schindler, was forgotten for fifty years and remained unknown until the 1980s. To discover the story, by chance, was his wife Greta who found a trunk in the attic of the house which contained old documents dating back to the last years of the 1930s. To why he had kept this event secret for so long - also within the family - Winton will reply: “I had the impression that I had done only something normal, nothing to boast about”, and without losing his sense of humour, he adds: “It is fair that every husband should maintain a few secrets”.

Una delle scene più dramatiche del film / One of the most dramatic scene of the film

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Lui e la spia, Winton interpretato dall’attore Michal Slaný e la bellissima spia della Gestapo Kirsten (a sinistra) Him and the spy, Winton acted by Michal Slaný and the gorgeous spy of Gestapo Kirsten (on left)

scenza di cose che la gente normale non sapeva e questo mi spinse ad agire e a farlo con la massima sol‑ lecitudine”. I servizi di intelligence dei paesi europei stavano infatti cominciando a comprendere che, dopo l’invasione tedesca della Ceco‑

Bill Barazetti insieme a Hugo Maron, uno degli ex bambini salvati nel 1939 Bill Barazetti together with Hugo Maron, one of ex children saved in 1939

73 years on, since that incredible feat, we may speculate that there is another aspect, which until now has been neglected. A number of factors seem to indicate that Winton may have been a secret agent working for the London government, sent to Prague as an observer and then, probably, given the task of organizing the humanitarian mission – for which, of course, he deserves a name in history.

slovacchia, l’obiettivo finale di Hitler sarebbe stata una guerra su larga scala e lo sterminio degli ebrei. Altro particolare che potrebbe pen‑ sare alla trama di una spy story è la figura di Kirsten - una bellissima ra‑ gazza di nazionalità svedese, agente della Gestapo - che divenne amica e forse amante di Winton per qualche mese. Fu proprio la Kirsten a far par‑ tire da Praga 25 bambini ebrei che si rifugiarono in Svezia. Anche su questo particolare Winton ci scherza su: “Fra me e Kirsten ci fu solo amicizia. Lei era bellissima, è vero, ma avete mai visto una donna spia che sia brutta?” Fra le altre persone che affiancarono Winton c’è poi storicamente un altro personaggio, del quale nel film non si fa alcuna menzione. Si chiamava Werner Theodore Barazetti, detto Bill, un cittadino svizzero, morto nel 2000, il cui nome è inciso sul marmo di Yad

Vashem (il Museo dell’Olocausto di Gerusalemme), per la partecipazio‑ ne all’operazione di salvataggio dei bambini ebrei a Praga nel 1939. Il fat‑ to che Barazetti fosse un agente dei servizi segreti britannici, in missione a Praga, è una delle poche certezze che si hanno di questo personaggio. Nicholas Winton - questo anziano gentleman inglese, da giovane pro‑ vetto schermidore, oggi molto arzil‑ lo e grande appassionato di bridge – probabilmente è stato anche lui un agente segreto di Sua Maestà Bri‑ tannica. Gli elementi per fare questa supposizione ci sarebbero tutti, sen‑ za nulla togliere al valore della sua impresa. Sorprende piuttosto che tale ipotesi non abbia trovato alcuno spazio nel film e in altre ricostruzioni che sono state fatte in Repubblica Ceca di que‑ sta memorabile vicenda.

In 1938, Winton was not yet thirty years of age, but was far from a greenhorn. Before arriving in Prague, he had already worked abroad: in France, Paris and Germany, in Hamburg and Berlin, always as a stock-exchange broker. However, a first clue is given to us by Winton himself when, in the documentary film, he says: “At that time, I knew things that ordinary people didn’t know and, this led me to act also with great solicitude”. The European intelligence services were in fact beginning to understand that after the German invasion of Czechoslovakia, Hitler’s final objective was that of a large-scale war and the extermination of the Jews. Another particular that makes us think of a possible spy story plot is the figure of Kirsten – a very beautiful Swedish girl who was agent of the Gestapo – who became a friend and perhaps even Winton’s lover for a few months. It was Kirsten, in fact, who sent 25 children away from Prague to take refuge in Sweden. In fact, on this particular issue, Winton replies with a joke: “Between Kirsten and I there was just a close friendship. She was

very beautiful, it is true, but have you ever seen an ugly woman spy?” Among his collaborators, there is also another figure that is not mentioned in the film. He was called Werner Theodore Barazetti, a Swiss citizen who died in 2000 and whose name is inscribed on marble at Yad Vashem (the Holocaust Museum at Jerusalem, for his participation to the Jewish children rescue operations in Prague in 1939. The fact that Barazetti was an agent of the British secret service on a mission to Prague is one of the few certainties that we have on this personage. Nicolas Winton – this elderly English gentleman, who used to be a proficient fencer, is now fond of playing bridge, but most likely, he was also one of His Britannic Majesty’s secret agents. All the elements for such an assumption seem to be true – but do play down on his achievement. Nonetheless, it is quite surprising, though, that such supposition was neither contemplated in the film nor in any other reconstruction made in the Czech Republic of this memorable event.

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