Maggio – Giugno / May – June 2014
ni n a 0 ` 10 A i g o nno Son a h i che c zato z amma ando n Ferdi
L’Ue ai cechi non interessa Sette palle come a Sarajevo! The EU is of no interest to Czechs Seven pips like at Sarajevo!
Švejk fra cinema e teatro Švejk in film and theatre
1
Sbírejte body Sbírejte body Sbírejte body na svou kartu na svou na svou kartu kartu Premio Premio Premio nebo you&eni !! nebo you&eni nebo you&eni !
6× 6× 6× Tankujte s Vaší stávající kartou Agip Club Premio, nebo se přihlaste do věrnostního Tankujte Vaší stávající kartou Agip Club Premio, nebo sebody přihlaste do věrnostního programuss you&eni na čerpacích stanicích Agip a sbírejte na nové dárky! Tankujte Vaší stávající kartou Agip Club Premio, nebo se přihlaste do věrnostního programu you&eni na čerpacích stanicích Agip a sbírejte body na nové dárky! programu you&eni na čerpacích stanicích Agip a sbírejte body na nové dárky!
sommario
pag. 6 Editoriale Editorial
politica politics
pag. 8
L’Ue ai cechi non interessa The EU is of no interest to Czechs
pag. 12
pag. 20
Repubblica Ceca o Cechia? Czech Republic or Czechia?
pag. 24
Sette palle come a Sarajevo! Seven pips like at Sarajevo!
pag. 28
Švejk fra cinema e teatro Švejk in film and theatre
Karlovy Vary, la città che parla russo Karlovy Vary, the city that speaks Russian
economia e mercato / markets and data
pag. 16
pag. 34
Il mese de La Pagina
pag. 17 Calendario Fiscale Tax Deadlines
pag. 18
Appuntamenti futuri Future Events
Macroeconomia Economics
pag. 36
Proprietà di appartamenti: legge ceca e italiana a confronto Apartment Property: a comparison between Czech and Italian law
Gruppo
@ProgettoRC
Progetto Repubblica Ceca
4
Editore/Publishing House: EBS consulting s.r.o. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 Tel. +420 246 030 909 www.gruppoibc.eu redakce@progetto.cz
Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Paolo Massariolo, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai
Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Gianluca Zago, Mauro Ruggiero, Edoardo Malvenuti, Giuseppe Picheca, Lawrence Formisano, Martin Holub, Sabrina Salomoni, Jan Kolb, Ernesto Massimetti, Alessio Di Giulio, Barbara Medici, Alessandro De Felice, Alberto Lora
Maggio – Giugno / May – June 2014
La rivincita dei paneláky The revenge of the paneláky
pag. 42
Il destino in bilico di Horní Jiřetín The hovering fate of Horni Jiřetín
pag. 46
Il destino praghese della Mata Hari americana The Prague fate of the American Mata Hari
pag. 50
La “bella” Poldi: ascesa e declino della regina dell’acciaio The “beautiful” Poldi:rise and fall of the “queen” of steel
pag. 58
Un incontro a Praga fra jazz e musica classica A meeting in Prague between jazz and classical music
pag. 60
Anniversari cechi Czech Anniversaires
pag. 62
summary
pag. 38
Novità editoriali New Publications sport / sport
pag. 64
Lo Sparta torna a guidare il calcio ceco Sparta returns to the top of Czech football cultura / culture
pag. 54
Mattioli, un medico umanista tra Italia e Boemia Mattioli, a humanist doctor between Italy and Bohemia
Inserzioni pubblicitarie Advertisements Progetto RC s.r.o. redakce@progetto.cz
Progetto grafico Graphic design Angelo Colella Associati DTP / DTP Osaro
Stampa / Print Vandruck s.r.o. Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2014 EBS consulting s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8487
Chiuso in tipografia Printing End-Line 15.6.2014 Foto di copertina / Cover Photograph Il buon soldato Švejk The Good Soldier Švejk
5
editoriale
Cari lettori,
in questi giorni il mondo comme‑ mora il centesimo anniversario dello scoppio della Grande guerra e così ci è sembrato opportuno ricordare alcuni dei più significativi legami fra la nazione ceca e lo storico attenta‑ to di Sarajevo. Lo facciamo sin dal‑ la copertina, in un modo che potrà sembrare leggermente irriverente, parafrasando l’indimenticabile inci‑ pit del capolavoro di Jaroslav Hašek. E’ indubbio tuttavia che uno di tali legami sia proprio il buon soldato Švejk, antieroe burlesco e ironico, figura forse più famosa della let‑ teratura ceca, diventato simbolo sovranazionale di pacifismo e di an‑ timilitarismo. Inevitabile nelle prossime pagine anche un riferimento alle recenti ele‑ zioni europee, un voto che ha portato a Strasburgo ventuno rappresentanti della Repubblica Ceca, ma servito soprattutto a confermare la freddez‑ za dei suoi cittadini per il progetto europeo. L’affluenza alle urne è stata infatti del 18,2%, la seconda più bas‑ sa in Europa dopo quella dei cugini slovacchi (13%).
Dear Readers,
the world is currently commemorating the hundredth anniversary of the outbreak of the Great War, and it has therefore seemed appropriate to recall some of the most important links between the Czech nation and the historic assassination in Sarajevo. We do it straight from our cover, in a way that may seem slightly irreverent, while paraphrasing the opening words of the unforgettable masterpiece of Jaroslav Hašek. It is undeniable, however, that one of those links is indeed the good soldier Svejk, a burlesque and ironic anti-hero, perhaps the most famous figure of Czech literature, who became a supranational symbol of pacifism and antimilitarism.
6
Fra gli altri argomenti che arricchiscono questo numero, vi segnaliamo l’articolo sulla perdurante antinomia fra Repub‑ blica Ceca e Cechia, le due denomina‑ zioni di questo paese, con un tentativo di scoprire le ragioni che hanno portato a tale incertezza e di capire quali po‑ tranno essere gli sviluppi futuri. Parliamo poi dei paneláky, i palaz‑ zoni prefabbricati, tipici nelle peri‑ ferie ceche e vivo ricordo dell’edilizia comunista. Ancora oggi, per molti, i paneláky costituiscono una scelta abitativa tutto sommato gradita, e
non solo dettata dalla loro accessibi‑ lità economica. Da sottolineare anche la consueta sezione dedicata alla cultura e alla storia, con le pagine dedicate al de‑ stino praghese e alla esistenza avven‑ turosa di Martha Dodd, una cittadina americana diventata spia del Kgb; all’ascesa e al declino della Poldi, la mitica acciaieria di Kladno, e al sene‑ se Pietro Andrea Mattioli, lo scienzia‑ to che pubblicò a Praga nel XVI secolo un’opera immortale: l’Erbario. Buona lettura
A reference to the recent European elections in the next few pages was also inevitable, a vote which brought twenty one representatives of the Czech Republic to Strasbourg, but served mainly as a confirmation of the coldness of its citizens towards the European project. The turnout was in fact 18.2%, the second lowest in Europe after that of their Slovak cousins ( 13%). Among the other topics that enrich this issue, we recommend the article on the continuing antinomy between the Czech Republic and “Czechia”, the two denominations of this country, with an attempt to discover the reasons that led to this uncertainty, and to understand what the future developments will be.
We then comment on paneláky, the prefabricated apartment blocks, typical of Czech suburbs and a living memory of communist buildings. Even today, for many, the paneláky constitute an altogether pleasing housing option, and not only due to their affordability. Also of note is the regular section dedicated to culture and history, with pages dedicated to the fate of Prague and the adventurous existence of Martha Dodd, an American citizen who become a spy for the KGB, the rise and fall of the Poldi, the legendary steel plant in Kladno, and the Sienese Pietro Andrea Mattioli, the scientist who published an immortal work in Prague in the sixteenth century: the Herbarium. Enjoy the reading
progetto repubblica ceca
Services
Industrial goods
Industrial gases
Healthcare
Engineering
SIAD Group Founded in Bergamo in 1927, the SIAD Group is one of the main operators in the industrial gases sector and it’s also present in the area of engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales ofďƒžces in twelve different Central and Eastern European Countries. In the Czech Republic it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established a production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units for the production of industrial gases in the entire nation. For further information: www.siad.cz
SIAD Group. Industrial gases, Engineering, Healthcare, Industrial goods and Services.
www.siad.com
L’Ue ai cechi non interessa Di certo le elezioni Europee di fine maggio non hanno causato sconvol‑ gimenti nella maggioranza che guida la Repubblica Ceca, ma senza dubbio hanno lasciato sul campo vincitori e sconfitti. Il risultato più evidente - la cartina tornasole di come Praga guar‑ da a Bruxelles - è il dato sull’affluenza al voto: soltanto il 18,2% degli aventi diritto si sono recati alle urne in Re‑ pubblica Ceca. In Europa un astensio‑ nismo più elevato si è verificato solo in Slovacchia, dove ha votato il 13%. Una sonora bocciatura quindi per il
sentimento filoeuropeo, un dato su cui riflettere a dieci anni dall’adesio‑ ne all’Ue del Paese e una percentuale preoccupante anche per chi sull’Ue ha basato parte del proprio programma elettorale. In questo desolante panorama di affluenza alle urne, il vincitore - se proprio se ne vuole trovare uno - è di certo l’uomo nuovo della politica ceca, il milionario e ministro delle Finanze Andrej Babiš, che con il suo movimento Ano ha avuto il miglior risultato conquistando il 16,13%
delle preferenze. Poco distante il partito d’opposizione Top 09, l’uni‑ co che in campagna elettorale ha parlato veramente di Europa, con il 15,95% e terzi i Socialdemocratici del premier Bohuslav Sobotka con il 14,17%. Tutti e tre i partiti hanno posizioni largamente filo-europee. Dato che evidenza ancora di più i motivi del fortissimo astensionismo. Anche i sondaggi della vigilia ave‑ vano sollevato il problema dell’eu‑ roscetticismo o più che altro del di‑ sinteresse, legato anche al mancato
The European elections in late May certainly did not cause upheavals in the majority who lead the Czech Republic, but it undoubtedly left field winners and losers on the field. The most obvious result, the litmus test of how Prague views Brussels, is the data regarding the turnout of the vote: only 18.2% of those eligible went to the
polls in the Czech Republic. In Europe, a lower turnout occurred only in Slovakia, where only 13% voted. A resonant rejection of the pro-European feeling, a statistic to think about ten years from the EU membership of the country, and a worrying percentage even for those who have based part of their electoral program on the EU.
In this bleak political landscape following the voter turnout, the winner, if you really want to find one, is undoubtedly the new man of Czech politics, the millionaire and Finance Minister Andrej Babiš, who with his movement Ano, had the best result, earning 16,13% of the votes. Not far behind was the opposition party,
Astensionismo preoccupante alle Europee: ha votato soltanto il 18,2% di Daniela Mogavero by Daniela Mogavero
A worrying turnout in the European elections: only 18.2% voted
8
progetto repubblica ceca
politica politics
The EU is of no interest to Czechs accorpamento del voto con quello per le politiche, anticipate per la ca‑ duta del governo Nečas: secondo le principali indagini la maggior parte dei cechi non ritiene che partecipare al voto per scegliere i 21 europar‑ lamentari possa portare qualche cambiamento vero nella loro vita o nella politica ceca. Del resto lo aveva annunciato anche il presidente ceco Miloš Zeman, subito dopo aver vota‑ to nel suo seggio: “I cechi non sono veramente interessati all’Ue e credo‑ no erroneamente che non li riguardi.
the Top 09, the only one who really talked about Europe during the election campaign, with 15.95%, and third the Social Democrats of Prime Minister Bohuslav Sobotka with 14.17%. All three parties have largely pro-European positions, something which has highlighted the reasons for the low turnout even more. Even the
Ma in realtà l’80% della legislazione nazionale arriva dall’Ue”. E in questo clima, non poteva man‑ care chi ha fatto dell’euroscetticismo la sua bandiera per anni: l’ex presi‑ dente Václav Klaus. “Devo ammet‑ tere che per la prima volta dalla caduta del Comunismo, 25 anni fa, sono stato veramente indeciso se andare a votare o meno”, ha dichia‑ rato l’ex capo di stato aggiungen‑ do di non aver letto nessuno dei programmi dei partiti. Per Klaus la bassa affluenza alle urne è la prova
polls beforehand, had raised the issue of Euro-scepticism, or rather a lack of interest more than anything else, also linked to the failed unification of the vote with the one for the politics, anticipated in the fall of the Nečas government: according to the main studies, the majority of Czechs do not believe that participating in the
che le persone hanno compreso che il tentativo di centralizzare e gestire artificialmente l’Europa da un solo luogo è sbagliato. Lo stesso ex pre‑ sidente ha rivelato - ricordando il referendum del 2003, per l’ingresso in Ue della Repubblica Ceca - di aver votato in senso contrario. E ricor‑ dando la sua firma del Trattato di Lisbona, giunta solo a fine 2009, l’ex presidente ha osservato: “Alla fine ho dovuto firmare, perché ero rima‑ sto senza più sostegno in Europa e in Patria. Non volevo fare la parte del Don Chisciotte”. Secondo alcuni politologi, proprio atteggiamenti del genere - come ri‑ tenere che l’Europa sia ridondante e poco utile per gli interessi dei cittadini - sono la causa della scarsa partecipa‑ zione e pertanto da contrastare. “In Repubblica Ceca, dato l’approccio verso Bruxelles, era prevedibile che le Europee destassero poco interes‑
se”, ha spiegato l’esperto di politica Bohumil Doležal. Più negativo il giu‑ dizio di Vladimíra Dvořáková secondo la quale parte della colpa sarebbe da addossare ai media che non riescono a far comprendere la complessità di interessi negoziati tra Praga e gli altri membri Ue: “Non si tratta di una lot‑ ta, una battaglia semplice e che attira l’attenzione”, ha aggiunto la politolo‑ ga sottolineando che i sondaggi mo‑ strano come l’opinione pubblica ceca abbia un atteggiamento negativo nei confronti dell’Ue senza capire che al di fuori dell’Unione la Repubblica Ceca sarebbe ancora più vulnerabile. Inoltre con un’affluenza così bassa non si può pensare di contare di più a Bruxelles soprattutto in vista della scelta dei commissari. “Abbiamo dimenticato una cosa fon‑ damentale” riguardo all’Unione eu‑ ropea, che “non ci sono più i controlli alle frontiere e che non c’è alcuna
vote to choose the 21 MEPs can bring genuine changes to their lives or to Czech politics. Moreover, immediately after voting in his polling station, the Czech President Miloš Zeman also announced, “the Czechs are not really interested in the EU and mistakenly believe that does not affect them, but in reality 80% of the national legislations comes from the EU. “ In such a climate, the intervention from the man who made Euroscepticism his trademark for years was inevitable: the former president Václav Klaus. “I must admit that for the first time since the fall of communism 25 years ago, I was really undecided whether to vote or not,” said the former head of state, adding he had not read any of the programs of the parties. For Klaus the low voter turnout was evidence that people have realized that the attempt to centralize and artificially manage Europe from one location is a mistake. The
former president himself has revealed, recalling the referendum of 2003, for entry into the EU of the Czech Republic, that he voted against it. Besides, recalling his signing of the Treaty of Lisbon, which came only in late 2009, the former president said: “At the end I had to sign, because I was left without support in Europe and in my homeland. I did not want to play the part of Don Quixote.” According to some political scientists, it is precisely this king of attitude, like believing that Europe is redundant and useless to the interests of citizens, which is the cause of low participation and is therefore to be confronted. “In the Czech Republic, considering their approach to Brussels, it was predictable that the European polls aroused little interest,” said political expert Bohumil Doležal. Vladimira Dvorakova’s verdict was rather more negative, since she believed part of
progetto repubblica ceca
9
politica politics
alternativa per Praga all’Ue”. Parole di Babiš, vincitore con il suo movimento e che ha voluto rimarcare le sue posi‑ zioni filo Ue proprio all’indomani del voto e dello sconcertante astensioni‑ smo. E se Babiš parla dall’alto dei suoi voti e del “successo” del suo partito, c’è da notare un altro elemento por‑ tato alla luce da queste Europee: la crescita della formazione euroscettica
Svobodní, il partito dei Cittadini liberi che con il 5,2% è riuscito per un soffio a ottenere un seggio nell’Europarla‑ mento. La formazione, che farà parte dello stesso gruppo del Movimento 5 stelle e dell’Ukip di Farage a Strasbur‑ go, ha raggiunto l’obiettivo probabil‑ mente sulla scia del successo ottenuto dai movimenti euroscettici in altri pa‑ esi europei.
A ben vedere in Repubblica Ceca dei 21 europarlamentari eletti, solo sei sono apertamente euroscettici, comprendendo fra di essi anche i due eletti dall’Ods. E’ il segnale che in questo paese la po‑ litica dovrà combattere più l’enorme apatia che l’antieuropeismo che ha invece lasciato il segno nella vecchia Europa dopo la crisi.
Vince Babiš, ma in vista della scelta dei commissari sarà dura far pesare il voto ceco Babiš wins, but in view of the Commissioners‘ choice, it will be tough to make the Czech vote count
10
Fonte: vlada.cz
Un gruppo di nuovi europarlamentari cechi con il premier Bohuslav Sobotka/ A group of new Czech MEPs with the Prime Minister Bohuslav Sobotka
the blame would have to be taken by the media who don’t succeed in making people understand the complexity of interests at stake between Prague and other EU members: “This is not a fight, it is a simple battle, that draws attention, “added the political scientist pointing out that polls show that the Czech public has a negative attitude towards the EU without understanding that outside the union, the Czech Republic would be even more vulnerable. Besides, with such a low turnout you can no longer consider counting on Brussels, especially in view of the choice of commissioners.
“We forgot one important thing,” about the European Union, that “there are no more border controls and that there is no alternative for Prague to the EU.” The words of Babiš, winner with his movement who wanted to emphasize his pro EU positions in the aftermath of the polls and the worrying low turnout. If Babiš speaks from the top about his votes and the “success” of his party, another element brought to light by these European polls should be noted: the growth of Eurosceptic party Svobodní, the Free Citizens’ Party that with the 5,2% managed to get a seat in the European parliament by a whisker. The
progetto repubblica ceca
party, which will be part of the same group of the Movimento 5 stelle (5 Star Movement) and Farage’s UKIP in Strasbourg, has probably reached its target in the wake of the success of eurosceptic movements in other European countries. A closer look in the Czech Republic, of the 21 MEPs elected, only six are openly Eurosceptic, also including the two who were elected by ODS (Civic Democratic Party). It is a signal that in the Czech Republic the politicians will have to fight the huge apathy more than anti-Europeanism that left its mark in old Europe since the crisis.
Karlovy Vary, la città che parla russo Karlovy Vary, the city that speaks Russian
La località termale ceca è meta privilegiata di arrivi dalla Federazione. Cercano relax e possibilità di investimento. Numerosi i russi che vi si stabiliscono
Il cirillico dappertutto. Nelle insegne di negozi e ristoranti, nei manifesti rivolti ai turisti, il russo primeggia, spesso in forma esclusiva, con poco riguardo per l’inglese, il tedesco e persino per il ceco, la lingua locale. Mentre si cammina fra eleganti pa‑ lazzi liberty e imponenti colonnati
neoclassici, Karlovy Vary si presenta come una enclave russa nel cuore dell’Europa centrale. “In una città turistica come questa l’uso delle lingue straniere è necessa‑ rio, ma non capiamo il perché di tutte queste scritte in cirillico, come se ci fossero solo loro” si lamenta quasi con
sdegno una coppia di anziani cechi, pensionati, in villeggiatura per qual‑ che giorno. Tutt’intorno, intanto, non si sente che parlare russo. L’armonioso insieme di natura e ar‑ chitettura crea un panorama eccezio‑ nale e il sole primaverile fa splendere la cittadina in tutta la sua eleganza.
Cyrillic everywhere. On the signs of shops and restaurants and posters aimed at tourists, Russian has taken the lead among all the languages and quite often exclusively, with little regard for English, German and even for Czech, the local language. While walking along the streets with their elegant Art Nouveau buildings and imposing neoclassical colonnades,
Karlovy Vary looks like a Russian enclave in the heart of Central Europe. “In a tourist city like this, the knowledge and use of foreign languages is essential, but we do not quite understand the reason for all these Cyrillic notices and signs, as if they were the only ones present“, complains, almost with disdain, an elderly retired Czechs couple, here on holiday for a few days.
Meanwhile, all around, you can hear only Russian. The harmonious blend of nature and architecture creates an exceptional landscape, and the spring sunshine makes the whole city shine in all its glamour. All around is the narrow valley of the river Tepla, whose name means “hot” because its waters never freeze, even during a very cold winter.
di Giovanni Usai by Giovanni Usai
The Czech spa city is a favourite destination for arrivals from the Federation. They come to find relaxation and investment opportunities. Many are the Russians who settle here
12
progetto repubblica ceca
attualità current affairs
Tutt’attorno la stretta valle del fiume Tepla, il cui nome significa “caldo” perché le sue acque non gelano mai, neanche durante gli inverni più fred‑ di. Karlovy Vary, 50mila abitanti, deve il suo nome a Carlo IV, re di Boemia e imperatore del Sacro romano impero, che la fondò nel XIV secolo. I russi che ufficialmente vi risiedono sono circa tremila, ma la cifra reale è di certo più elevata. La loro presenza si nota principalmente nel centro sto‑ rico, dove sono di loro proprietà non solo la maggioranza delle case, ma anche molti negozi, alberghi e altre attività commerciali. Nel piccolo scalo cittadino – l’Interna‑ tional Airport Karlovy Vary – i voli di linea sono solo tre, con collegamenti per Mosca, San Pietroburgo ed Ekate‑ rinburg. Gli arrivi sono quotidiani e gli aerei quasi sempre al completo. Porta‑ no i classici ospiti termali, che affollano i prestigiosi hotel e le case di cura per soggiorni benessere. Inconfondibili, passeggiano in prossimità delle fonti e sorseggiano dalle tipiche fiaschette l’acqua ad alto contenuto di minerali. Prima di ripartire si riempiono le valigie di souvenir: cristalli e porcel‑
lane di produzione locale, poi i tipici wafer, i Karlovarské oplatky. A ruba le bottiglie di Becherovka, il liquore alle erbe, che fra i suoi principali mercati di esportazione ha proprio la Russia. La città è poi invasa dai turisti russi che giungono per la classica visita di una giornata. Il campo base del loro soggiorno è Praga, ma una puntata a Karlovy Vary è d’obbligo. Procedono a grupponi, quasi ad ondate, accom‑ pagnati da guide che inevitabilmente dedicano buona parte dell’itinerario a ricordare gli antichi rapporti della città termale con la Russia. “Il legame è di antica data e risale ai primi del XVIII secolo, quando lo zar Pietro I vi giunse in villeggiatura. Fu allora che gli aristocratici russi, scelse‑ ro Karlovy Vary come la loro destina‑ zione preferita di soggiorno termale” spiega Tamara, guida turistica. Ap‑ profitta di una sosta per fumare una sigaretta, mentre alcuni suoi clienti sono raccolti in preghiera nella basi‑ lica ortodossa dei santi Pietro e Paolo, tappa obbligata del tour. La chiesa è uno degli edifici più preziosi di Kar‑ lovy Vary, con le sue cupole a cipolla dorate e gli interni adornati con icone
Karlovy Vary, 50 thousand inhabitants, owes its name to Charles IV, King of Bohemia and Emperor of the Holy Roman Empire, who founded it in the fourteenth century. The official Russian residents are about three thousand, but the real number of them is certainly higher. Their presence is noted mainly in the old city centre, where they own not only most of the houses, but also many shops, hotels and other commercial activities. In the small International Airport Karlovy Vary there are only three scheduled flights, that link Moscow, St. Petersburg and Yekaterinburg. Arrivals are daily and planes are almost always fully booked. They bring over the typical spa visitors, who flock to the prestigious hotels and nursing homes for a wellness holiday. It is easy to recognize them because they gather close to the
spring waters, sipping from the typical small flasks the water which is rich in minerals. Before departing, they fill their bags with souvenirs: locally made crystal and porcelain works and then the typical Karlovarské oplatky wafer. Selling like hot cakes are also the Becherovka bottles, the herbal liqueur, which has Russia among its main export markets. The city is then invaded by Russian tourists who come to the city for a single day visit. The main place where to stay is Prague, but a quick visit to Karlovy Vary is a must. They walk in large groups, almost as waves of people, accompanied by guides, who will inevitably spend a good part of the route reminding them of the ancient relations between the spa city and Russia. “It is a long-standing bond that dates back to the early eighteenth century,
when Tsar Peter I arrived here on holiday. It was then that the Russian aristocracy chose Karlovy Vary as their favourite spa destination”, explains Tamara, a tourist guide, who takes the opportunity of a short break to have a cigarette, while some of her clients gather to pray inside the Orthodox Basilica of Saint Peter and Paul, which is a fundamental stage of the tour. The church is one of the most precious buildings of Karlovy Vary, with its gilded onion-shaped domes and interior parts with richly decorated icons. “The building dates back to 1898 and was built thanks to the generous donations of wealthy Russian patients that even then were very numerous”, Tamara explains.
progetto repubblica ceca
Just a few hundred metres away, in a villa surrounded by a park, in a street named after Peter the Great, is the seat of the Consulate General of the Russian Federation. Already in operation during the pre ‘89 period, at the time of communist Czechoslovakia, when these hot springs were among the favourite destinations of Soviet officers and senior echelons. The favourite hotel was still the monumental Imperial, in art déco style, which stands on raised ground, or the beautiful Grandhotel Pupp, in neo-Baroque style, considered one of the most famous hotels in Europe. After the revolution of 1989 and the fall of the Berlin Wall, the new rich class of the former Soviet Union started com-
13
attualità current affairs
14
riccamente decorate. “La costruzione risale al 1898 e fu realizzata grazie alle generose donazioni di ricchi pa‑ zienti russi, che già allora erano nu‑ merosissimi” spiega Tamara. Appena poche centinaia di metri più in là, in una villa circondata da un parco, su una via intitolata a Pietro il Grande, si trova la sede del consola‑ to generale della Federazione russa. Funzionava già durante il periodo pre ’89, al tempo della Cecoslovacchia co‑ munista, quando queste terme erano fra le destinazioni predilette dagli ufficiali e dalle alte gerarchie sovieti‑ che. L’hotel preferito era anche allora il monumentale Imperial, in art déco,
che svetta in posizione elevata. Op‑ pure lo splendido Grandhotel Pupp, in stile neobarocco, considerato uno tra i più famosi alberghi d’Europa. Dopo la rivoluzione del 1989 e la ca‑ duta del muro di Berlino, da queste parti sono arrivati i nuovi ricchi dell’ex Urss, pronti a investire e a fare incetta degli immobili più prestigiosi. Oggi, dalle statistiche catastali, risulta che a Karlovy Vary buona parte degli edifici della zona storica siano di pro‑ prietà di cittadini russi, o comunque di società riconducibili a proprietari di tale provenienza. “Sono loro i migliori clienti e gli assoluti protagonisti di questo mercato immobiliare. Gene‑ ralmente non si tratta di ricchissimi, di oligarchi che possono permettersi case a Parigi o a Londra. Piuttosto benestanti, attirati dal nome e dal prestigio di Karlovy Vary, che vogliono fare un buon investimento. Parlano russo, ma non tutti sono russi. Tanti quelli originari delle ex repubbliche sovietiche” spiega l’impiegato di una agenzia immobiliare. Le vetrine sono rivestite di annunci in cirillico. “Nu‑ merosi quelli che negli ultimi venti anni vi si sono stabiliti, lasciando de‑
finitivamente i loro paesi di origine, ma non mancano i proprietari che giungono solo per brevi soggiorni, durante la stagione termale”. I cittadini locali assistono a questa in‑ vasione con una varietà di sensazioni. Alcuni storcono il naso, spesso avan‑ zando dubbi su certo benessere. “Chis‑ sà da dove arrivano tutti questi soldi? Sono molto riservati e di integrazione neanche a parlarne” spiega una donna che dice di abitare in periferia. “Personalmente mi condizionano le esperienze del passato e gli ultimi fatti dell’Ucraina rafforzano tale sensazio‑ ne. Questa invasione non mi piace. I russi qui sono da sempre abituati a comportarsi da padroni. È un po’ come se fossimo ancora ai vecchi tempi, quando eravamo un paese occupato”. Con meno preconcetti il parere di Tomáš, che gestisce un piccolo risto‑ rante appena al di fuori dalla zona più turistica: “Hanno portato tanti soldi e per la nostra città sono fonte di benessere e di sviluppo. Come clienti sono il meglio che si possa avere. Con‑ sumano e pagano senza stare troppo a pensarci. Tutto il contrario dei tede‑ schi, spesso addirittura taccagni”.
ing over, ready to invest and buy up the most prestigious real estate properties available. According to land statistics, it now appears that in Karlovy Vary a great deal of the buildings in the old city centre are now owned by Russian citizens, or in any case, can be attributable to compa-
nies whose owners are from there. “They are the best clients and the absolute protagonists of this real estate market. Generally speaking, they are not extremely rich people or oligarchs who are able to afford houses in Paris or London, but they are rather wealthy people who are attracted by the name and prestige of Karlovy Vary and who want to make a good investment. They speak Russian, but they are not all Russian. A lot of them are from the former Soviet republics”, a real estate agency clerk explains. The shop windows are full of ads in Cyrillic. “Numerous are those who have settled here in the last twenty years after leaving their countries of origin for good, but there are also a number of owners who come over just for a short stay during the spa season”. Local citizens experience this invasion with a variety of sensations. Some turn up their noses, often advancing doubts
over such affluence. “Who knows where all of this money comes from? They are very reserved, and the word integration is out of the question”, explains a woman who claims to come from the suburbs. “Personally, I am conditioned by the experiences of the past, and the recent events in Ukraine have reinforced that feeling. I do not like this invasion. The Russians here have always been accustomed to acting as masters. It is a bit like being in the old days when we were an occupied country”. Not so biased is Tomáš – who runs a small restaurant just outside the more touristic area: “They have brought a lot of money to our city and are a source of prosperity and development. As customers, they are the best. They are quite willing to consume and pay without bother. Quite the opposite of the Germans, who are often even quite stingy”.
progetto repubblica ceca
Sázavská 8 120 00 Praha 2 tel. +420 222 515 038 Kontakt fidelitas@fidelitas.cz
popis Ristrutturazione popis immobili Reconstructions of Real properties Ure euis nim zzrit adiatet volor Presente Repubblica adiat, quamnella ex exer sumsand Ceca dal 1998. Operativa nel ionsent velesequat wisis nulla settore edile. Specializzata in aci blamet la facidunt enit ad ristrutturazioni di edifici storici, dolore feum dignit augiamet residenziali, costruzioni acincil dolutnuove illa feumsandre civili e industriali. Il giusto mix min utpat lum zzril eugait, tra personale ceco e italiano. quisl do consectet autpati L’attenzione versoalis il cliente ncilisis ad minis doloreé sinonimo di garanzia. molortie verate eriliqui ting ex er accum velit laortinci tie velit nit alis nit wisi bla feugait, Active the Czech Republic sisi. Delinulputatuero od dunt in the construction industry dolore deliquisl since 1998. The adiatet company Ure euis nim zzrit voloris specialized in the renovation adiat, quam ex exer sumsand of historic and residential ionsent velesequat wisis nulla buildings, as as new aci blamet la well facidunt enitcivil ad and industrial constructions. dolore feum dignit augiamet The rightdolut mix illa of Italian/Czech acincil feumsandre personnel. The close attention to min utpat lum zzril eugait, quisl customers’ needs is synonymous do consectet autpati ncilisis ad with minisguarantee. alis dolore molortie verate eriliqui ting ex er accum velit laortinci tie velit nit alis nit wisi bla feugait, sisi. Del ulputatuero od dunt dolore deliquisl ullandi gnisim quisim dio et num nim esequam zzriliscipis dolor iustio odip ea acilit lutat. Ugait illumsa ndio. Šmeralova 19 170 00 Praha 7 tel. +420 233376613 kancelar@impresa-castelli.cz Kontakt www.impresacastellipraha.cz
Ponte Carlo jméno Group
popis Consulenza,popis sviluppo e gesti one di operazioni immobiliari Consultancy, Development and Real Estate Ure euis nim zzrit adiatet volor Ponte è una solida adiat, Carlo quamGroup ex exer sumsand realtà di qualificate aziende che ionsent velesequat wisis nulla dal 1993 opera in Repubblica aci blamet la facidunt enit ad Ceca, Italiadignit e in Slovacchia doloreinfeum augiamet nei settori immobiliare, edilizia, acincil dolut illa feumsandre industria e servizi. Oggi il Grupmin utpat lum zzril eugait, po, con sede principale a Praga, quisl do consectet autpati comprende imprese che offrono ncilisis ad minis alis dolore servizi integrati lo sviluppo molortie veratepereriliqui ting immobiliare di aree industriali, ex er accum velit laortinci tie commerciali residenziali. Si velit nit alis nitewisi bla feugait, propone come partner qualisisi. Del ulputatuero od dunt ficato la valorizzazione e doloreper deliquisl l’implementazione e la gestione Ure euis nim zzrit adiatet volor degli investimenti. adiat, quam ex exer sumsand The Pontevelesequat Carlo Group is anulla solid ionsent wisis reality of qualified companies, aci blamet la facidunt enit ad that hasfeum beendignit operating in the dolore augiamet Czech Republic, Italy and Sloacincil dolut illa feumsandre vakia since 1993 in real estate, min utpat lum zzril eugait, quisl construction, industrial do consectet autpati ncilisisand ad service sector. The Group, with minis alis dolore molortie verate its headquarters in Prague, now eriliqui ting ex er accum velit includes companies that offer laortinci tie velit nit alis nit wisi integrated for the real bla feugait,services sisi. Del ulputatuero estate development of industrial, od dunt dolore deliquisl ullandi commercial and residential gnisim quisim dio et numareas. nim Itesequam proposes zzriliscipis itself as a qualified dolor partner foreathe development, iustio odip acilit lutat. Ugait implementation illumsa ndio. and management of investments. Čelakovského sady 1580/4 110 00 Praha 1 tel. +420 222 327 822 info@pontecarlo.eu Kontakt www.pontecarlo.eu
progetto repubblica ceca
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Information technologies
popis Gestione e sviluppo popis immobiliare Real Estate and Development Ure euis nim zzrit adiatet volor Fidelitas - società specializzata adiat, quam ex exer sumsand nella gestione immobiliare, ionsent velesequat wisis nulla condominiale e societaria ha aci blamet la facidunt enit- ad una presenza ventennale nel dolore feum dignit augiamet mercatodolut ceco.illaUna struttura acincil feumsandre interna multilingue garantisce min utpat lum zzril eugait, ai clientidounconsectet valido aiutoautpati e un’atquisl tenta tutela nell'attività immoncilisis ad minis alis dolore biliare, con servizi di assistenza molortie verate eriliqui ting nella costituzione, gestionetiee ex er accum velit laortinci liquidazione di società, stipula velit nit alis nit wisi bla feugait, di contratti di affitto e vendita, sisi. Del ulputatuero od dunt richiestedeliquisl di finanziamenti, fradolore zionamento immobili, Ure euis nimdizzrit adiatetgestiovolor ne dei contatti con adiat, quam ex exeraffittuari sumsande uffici pubblici. ionsent velesequat wisis nulla Fidelitas - a company thatenit is speaci blamet la facidunt ad cialized in real estate, condomindolore feum dignit augiamet ium anddolut corporate acincil illa management feumsandre -min hasutpat been operating on the Czech lum zzril eugait, quisl market for over twenty years. do consectet autpati ncilisis ad A multi-lingual structure minis alis doloreinternal molortie verate provides valuable and eriliqui ting ex erassistance accum velit safeguard to clients in real estate laortinci tie velit nit alis nit wisi development, assistance bla feugait, sisi.with Del ulputatuero services for the establishment, od dunt dolore deliquisl ullandi management gnisim quisim and dio etliquidation num nim of companies, the drawingdolor up of esequam zzriliscipis rent and sales contracts, funding iustio odip ea acilit lutat. Ugait requests, real estate subdivision illumsa ndio. and management of contacts with tenants and public offices.
Impresa jméno Castelli Praha
REAL ESTATE xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx – DEVELOPMENT – DESIGNING – CONSTRUCTION
Fidelitas jméno
REAL ESTATE xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx – DEVELOPMENT – DESIGNING – CONSTRUCTION
REAL ESTATE xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx – DEVELOPMENT – DESIGNING – CONSTRUCTION
Progetto RC suggests
nilobit jméno popis Information Technologies popis for a changing world Ure euis nim zzrit adiatet volor Dal 2000 lavoriamo i nostri adiat, quam ex exercon sumsand clienti in Italia, Repubblica Ceca ionsent velesequat wisis nulla eaciRepubblica Slovacca. Le nostre blamet la facidunt enit ad soluzioni webdignit aiutano i nostri dolore feum augiamet clienti a migliorare la gestione acincil dolut illa feumsandre di Agenti Commercio, Flotte min utpatdi lum zzril eugait, auto aziendali, Trasferte e Note quisl do consectet autpati spese, il database clienti CRM ncilisis ad minis alis dolore emolortie Siti Webverate aziendali. Offriamo eriliqui ting inoltre assistenza consulenza ex er accum velitelaortinci tie informatica su reti, server e sivelit nit alis nit wisi bla feugait, curezza aziende italiane con sisi. Deladulputatuero od dunt sede in Repubblica Ceca. dolore deliquisl Since 2000, haveadiatet been workUre euis nimwezzrit volor ing with clients in Italy, the Czech adiat, quam ex exer sumsand and Slovak Republic.wisis Ournulla web ionsent velesequat solutions help our customers to aci blamet la facidunt enit ad improve the management of dolore feum dignit augiamet Business Agents, car acincil dolut illa company feumsandre fleets, Transfers and Expense min utpat lum zzril eugait, quisl notes, including CRMncilisis customer do consectet autpati ad databases and corporate Web minis alis dolore molortie verate sites. Weting also ex offer consulting eriliqui er ITaccum velit for networks, servers andnitseculaortinci tie velit nit alis wisi rity to Italiansisi.companies based bla feugait, Del ulputatuero in Republic. odthe duntCzech dolore deliquisl ullandi gnisim quisim dio et num nim esequam zzriliscipis dolor iustioČelakovského odip ea acilit lutat. sady 4Ugait illumsa 110 ndio.00 Praha 1 tel. +420 222 540 723 Via Sandro Botticelli 4 40013 Bologna - Italy info@nilobit.com www.nilobit.com www.softwareparcoauto.it Kontakt www.gestione-agenti.com
15
il mese de La Pagina
aprile-maggio 2014
di GIOVANNI USAI
Le principali notizie pubblicate sulla rassegna stampa quotidiana La Pagina
Politica
(10 aprile) Rep. Ceca 15 anni nella Nato. Il segretario generale della Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, giunto in visita, invita Praga ad aumentare il budget destinato al settore Difesa, attualmente troppo basso. Pochi giorni dopo anche il generale Petr Pavel, capo di stato maggiore, va a batter cassa per le spese militari. Vuole miliardi di corone in più per esercitazioni e programmi di acquisto di armi e attrezzatture. “E’ ora che si inizi a prendere sul serio i nostri avvertimenti. In passato poteva sembrare di parlare di minacce astratte; oggi invece, la crisi in Ucraina ci consente di parlare in termini più concreti”. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (12 maggio) Praga non vuole soldati stranieri. Questa la risposta del ministro della Difesa Martin Stropnický al progetto americano di rafforzare presenza militare Nato nei paesi europei, in reazione alla crisi in Ucraina. Secondo il ministro i cechi hanno ancora un ricordo non positivo della presenza di militari stranieri al tempo del patto di Varsavia e della guerra fredda. Altri paesi della Europa centro est sono invece favorevoli a questa eventualità, in modo particolare la Polonia. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (24 maggio) Europee: vince l’astensionismo. I risultati del voto esprimono una sostanziale affermazione dei partiti che hanno un atteggiamento positivo nei confronti della Ue, ma l’affluenza alle urne è eccezionalmente bassa. Vota solo il 18,2% dei cechi, seconda più bassa percentuale europea dopo la Slovacchia (13%). Mai prima d’ora nella storia della Rep. Ceca si era verificata una così bassa percentuale di votanti. Il primo partito è Ano (16,1%), d’uno soffio davanti a Top 09 (16%). Al terzo posto i socialdemocratici del Čssd (14,2%). Tutti e tre questi schieramenti otterranno quattro seggi al Parlamento Ue. A superare la soglia del 5% sono stati anche comunisti del Kscm (11%, tre seggi), cristiano democratici del Kdu-Čsl (10%, tre mandati), democratici civici dell’Ods (7, due mandati) e gli euroscettici di Svobodní (5,24%, un seggio).
Cronaca
(29 aprile) Il suicidio di Iveta Bartošová. La popolare cantante, 48 anni, si toglie la vita gettandosi sotto un treno. La tragedia causa una ondata di commozione popolare in quanto l’artista era molto conosciuta e amata dalla gente. Da tempo alle prese con problemi di depressione e di alcol, negli ultimi anni era diventata oggetto di attenzione frenetica da parte dei giornali scandalistici, che riportavano in maniera assidua tutte le sue travagliate vicende personali e sentimentali. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (24 maggio) Sciame sismico a Cheb. La zona della Boemia occidentale è nuovamente interessata da movimenti tellurici che non provocano danni significativi ma spaventano la popolazione. Raggiunta la magnitudo di 4,1, un fenomeno ricorrente in questa zona. Le scosse sono avvertite anche a decine di km dall’epicentro.
Economia, affari e finanza
(7 aprile) Evraz vende in Rep. Ceca. Il colosso siderurgico russo cede la controllata ceca Evraz Vítkovice Steel a un gruppo di investitori privati, per un corrispettivo di 89 milioni di dollari, cifra riportata dai media ma non ufficializzata dall’azienda. I nuovi proprietari, che si fanno carico di debiti per 198
milioni di dollari, intendono far diventare la società un player indipendente sul mercato dei laminati. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (7 aprile) Iraq compra aerei militari cechi. Si tratta di 12 velivoli da combattimento L-159 Alca, per i quali è fissato un corrispettivo di quasi quattro miliardi di corone. Gli aerei sono di proprietà dell’aeronautica militare ceca, che non li ha mai utilizzati. La Aero Vodochody funge da mediatore. La conferma della firma del contrato giunge da Penta Investments, compagnia proprietaria di Aero. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (9 aprile) La Liga cambia nome. Il massimo campionato di calcio ceco il prossimo anno non si chiamerà più Gambrinus Liga. Dopo 17 anni la casa produttrice di birra decide infatti di non essere più lo sponsor che dà il nome al torneo. Per la successione sono in lizza in primo luogo le società del gioco d’azzardo Fortuna e Tipsport. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (11 aprile) Čez cancella gara Temelin. L’ad Daniel Beneš spiega che negli ultimi anni le condizioni del mercato della energia sono così cambiate, da rendere troppo incerta la convenienza dell’investimento di ampliamento della centrale. Ad aggravare l’incertezza è l’orientamento del governo a non fornire garanzie sul prezzo della energia prodotta. La maggioranza dei rappresentanti del mondo politico definiscono prevedibile e logica questa decisione, ma non escludono una nuova gara in futuro. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (11 aprile) Idea di agenzia immobiliare di stato. A lanciarla è il ministro delle Finanze Andrej Babiš. “I ministeri e le varie istituzioni collegate dispongono di circa 5.500 edifici. Si potrebbero chiamare in causa degli investitori, venderne una parte o affittarli, agire come una vera agenzia immobiliare pubblica” ha detto il ministro, secondo il quale si tratta di un ambito che riserva grandi prospettive di crescita. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (11 aprile) Record trimestrale per Škoda Auto. Nel periodo gennaio/marzo la casa ceca vende 247 200 vetture, con un incremento del 12,1% rispetto allo stesso periodo del 2013. Da sottolineare la performance di marzo, con 96.100 automobili vendute e un aumento del 14,6%. Da primato anche i risultati economici, con un utile di 5,08 miliardi di corone, cresciuto di due terzi rispetto a quello del primo trimestre 2013. Il fatturato raggiunge la cifra di 82,3 miliardi di corone (+27,7%). –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (16 aprile) Terza aliquota Iva all’orizzonte. La data di introduzione dovrebbe essere il primo gennaio del 2015. La coalizione di governo ha infatti l’intenzione, per quanto riguarda medicinali e libri, di ridurre l’aliquota dal 15% al 10%. L’accordo, considerato definitivo, è raggiunto fra i rappresentanti della maggioranza. Ad annunciarlo è il premier Bohuslav Sobotka. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (22 aprile) Vendute le stazioni Agip. L’ungherese Mol compra dall’Eni le 125 stazioni di cui la compagnia italiana è proprietaria in Repubblica ceca, nonché quelle in Slovacchia e Romania. Della operazione fa parte anche l’acquisizione del 32,4% Eni in Ceska rafinerska. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, è però l’azionista di maggioranza Unipetrol a vantare un diritto di prelazione. I termini finanziari dell’accordo fra Eni e Mol non sono stati resi noti. Secondo indiscrezioni di stampa, Mol come corrispettivo dovrebbe cedere all’Eni la raffineria di Mantova e una parte delle stazioni di cui è proprietaria in Italia. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
info@lapagina.cz | www.lapagina.cz 16
progetto repubblica ceca
(12 maggio) Governo vuole rilanciare edilizia. In arrivo 70 miliardi di corone di soldi pubblici, nei prossimi cinque anni, per sostenere uno dei settori più colpiti dalla crisi. La maggior parte delle risorse giungerà dai fondi Ue e saranno indirizzate soprattutto verso gli interventi di efficienza energetica delle abitazioni. Ad annunciarlo è il premier Bohuslav Sobotka. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (12 maggio) Turisti in leggero calo negli alberghi cechi. Durante il primo trimestre 2014 il numero complessivo degli ospiti è stato di circa 2,9 milioni, con una flessione quindi dello 0,9%. I pernottamenti sono scesi complessivamente del 2,6%. A darne notizia è l’Ufficio di statistica. In diminuzione evidente, secondo l’Associazione delle agenzie turistiche Ačck, il numero dei turisti russi, in conseguenza con ogni probabilità della crisi fra Russia e Ucraina. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (13 maggio) Consumatori riprendono fiducia. L’indice che la misura raggiunge il massimo degli ultimi due anni e mezzo in Repubblica ceca. A rivelarlo è la società di consulenza Nielsen, che evidenzia ripresa ancora più sostenuta in Germania, mercato chiave per l’andamento della economia ceca. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (15 maggio) In arrivo investimento Nexen. La multinazionale sudcoreana, produttrice di pneumatici, programma la realizzazione di un mega stabilimento nella zona industriale Triangle (Žatec, regione di Ústí nad Labem), con un investimento che potrebbe raggiungere il valore complessivo di 40 miliardi di corone, Prevista la assunzione iniziale di mille dipendenti, in una delle zone più afflitte dalla disoccupazione. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (20 maggio) Praga attira cervelli stranieri. La Rep. ceca è in Ue uno dei paesi più accoglienti per i lavoratori stranieri altamente qualificati. Tutto questo grazie alla rapidità procedurale, alle spese contenute e ad altre agevolazioni alle quali è subordinato l’ottenimento del permesso di lavoro. E’ quanto emerge da una ricerca della Deloitte, che pone la Rep. ceca quasi sullo stesso piano di paesi come Belgio, Finlandia, Svezia e Germania. Sul versante opposto Italia, Spagna, Malta e Austria. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––(22 maggio) Cambio al vertice di Hospodářská komora. Il nuovo presidente della Camera di Commercio della Repubblica ceca è Vladimír Dlouhý, economista, ex ministro dell’Industria negli anni Novanta nonché consulente internazionale di Goldman Sachs. Succede a Petr Kužel. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (30 maggio) Russia: no paese partner Fiera meccanica. Sembrava cosa fatta, ma poi arriva il ripensamento da parte russa. Nessuna spiegazione ufficiale è fornita, ma si pensa che dietro ci siano le tensioni legate alla crisi ucraina e la posizione anti Mosca assunta da governo ceco. Prevedibilmente quest’anno sarà anche inferiore la presenza delle aziende russe.
Varie
(18 aprile) Il ritorno dei lupi in Rep. Ceca. Dopo quasi un secolo di assenza, una telecamera nascosta riprende con chiarezza un esemplare di lupo mentre passa in una bosco nei pressi di Doksy, nella Boemia settentrionale. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (11 maggio) La 20° Maratona di Praga. Ad aggiudicarsi la gara è il keniano Patrick Kipyegon Terer in 2h08’07”. La prova femminile è vinta dalla favorita Firehiwot Dado (2h23’34”).
Čelakovského sady 4/1580 - 110 00 Praga 1- Repubblica Ceca - tel. +420 224 921 014 - diego@bianchi.cz
Appuntamenti futuri dal 31 maggio al 27 giugno Giornate italiane in Moravia
18
dal 7 giugno al 23 novembre 14. Biennale di architettura
Sabrina Salomoni
dal 4 al 6 luglio Arti per via
Il castello di Ořechov, nel distretto di Uherské Hradiště, accoglie la terza edizione delle Giornate italiane in Moravia. Il programma è molto ricco: un vernissage della pittrice ceca Jitka Nesnídalová e la mostra “Aquileia, crocevia dell’Impero Romano”, un mercatino di prodotti tipici italiani, spettacoli folkloristici e giochi e ancora un concerto di musica barocca in costume d’epoca e la rappresentazione teatrale di Shakespeare sotto le stelle. Conclude i festeggiamenti il concerto del tenore Piero Mazzocchetti. Politici locali e nazionali saranno ospiti di Alessandro Alagia, proprietario del castello e presidente dell’Associazione culturale e storica italo-morava che organizza la manifestazione con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Praga. www.zamekorechov.cz
Fundamentals, 14a Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, indaga lo stato attuale dell’architettura e ne immagina il futuro. “Absorbing Modernity 1914-2014” è la sezione dedicata ai padiglioni nazionali, invitati a lavorare su un unico tema: l’evoluzione dell’architettura locale negli ultimi cent’anni tra incontri di culture e peculiarità locali. La Repubblica Ceca partecipa con l’esposizione “2x100 mill.m2: Collective Dream”, progetto che prende in esame 200 milioni di metri quadri, superficie totale dei complessi abitativi sorti nell’ultimo secolo. Oltre al tema di scoperta, sviluppo ed estinzione del pannello prefabbricato come metodo di costruzione in Cecoslovacchia, la mostra richiama le problematiche e sfide affrontate nel tempo dall’urbanistica. www.labiennale.org
Il 4 luglio le vie di Plzeň e i due giorni successivi quelle di Praga saranno animate da“Le Arti per Via”, gruppo folcloristico e museo itinerante di Bassano del Grappa. Una sfilata con oltre 40 personaggi che fa rivivere le tradizioni locali e riporta il pubblico ai primi decenni del ‘900, quando artigiani e venditori esercitavano la loro attività su strade e piazze. La giornata comincia con l’andar per via alla ricerca di lavoro e continua nella vecchia piazza di mercato che pian piano si anima sotto gli occhi degli spettatori. La perfetta ricostruzione d’epoca è il risultato di anni di ricerca su attrezzature, costumi, grida e canti, gesti e manualità tipici dei vari mestieri. All’organizzazione dell’evento collaborano l’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata d’Italia a Praga. www.iicpraga.esteri.it
from 31 May to 27 June Italian days in Moravia
from 7 June to 23 November 14. Biennial of architecture
July 4 to 6 Arts on the streets
The castle of Ořechov, in the district of Uherské Hradiště, welcomes the third edition of the Italian days in Moravia festival. The program is very rich: a vernissage of the Czech painter Jitka Nesnídalová and the exhibition “Aquileia, crossroads of the Roman Empire,” a market of typical Italian products, folk performances and games and even a concert of Baroque music on period costumes and the theatrical representation of Shakespeare under the stars. The celebrations conclude with a concert of tenor Piero Mazzocchetti. Local and national politicians will be guests of Alessandro Alagia, the castle owner and president of the Italo-Moravian cultural and historical association organizing the event with the sponsorship of the Italian Cultural Institute in Prague. www.zamekorechov.cz
Fundamentals, the 14th International Architecture Exhibition in Venice, investigates the current state of architecture and imagines the future. “Absorbing Modernity 1914-2014” is the section dedicated to national pavilions invited to work on a single theme: the evolution of the local architecture in the last hundred years through the intersection of different cultures and local peculiarities. The Czech Republic participates in the exhibition “2x100 mill.m2: Collective Dream”, a project that examines 200 million square metres, the total area of housing estates which have sprung up in the last century. In addition to the theme of discovery, development and the extinction of the prefabricated panel construction method as in Czechoslovakia, the exhibition addresses the issues and challenges faced in the time since the city planning. www.labiennale.org
On July 4, the streets of Plzeň and for the next two days also those of Prague, will be animated by “Le Arti per Via,” a folklore group and traveling museum from Bassano del Grappa. A parade with over 40 characters which revives the local traditions and brings the audience to the early decades of the 20th century, when artisans and merchants carried out their business on the streets and squares. The day begins with passing through the streets in search of work, and continues in the old market square that slowly comes to life under the eyes of the spectators. The perfect period reconstruction is the result of years of research on equipment, costumes, chants, gestures and craftsmanship typical of the various trades. The Italian Cultural Institute and the Embassy of Italy in Prague have collaborated on the organization of the event. www.iicpraga.esteri.it
progetto repubblica ceca
appuntamenti events
Future events dal 4 al 12 luglio Festival di Karlovy Vary
Sabrina Salomoni
Torna in luglio il Festival internazionale del cinema di Karlovy Vary, celebre rassegna cinematografica che ogni anno presenta più di 200 film inediti da tutto il mondo. Oltre al concorso, che premia la miglior pellicola con il Globo di cristallo, rassegne monografiche o retrospettive introducono personalità del cinema mondiale contemporaneo e del passato, poco conosciute agli spettatori locali. In questa 49a edizione una retrospettiva su Elio Petri, regista italiano del dopoguerra, sceneggiatore e documentarista emarginato dalla censura per lo sguardo provocatorio sull’attualità politica e sociale del tempo. Altra presenza italiana nella categoria Forum of Independents in cui compete La mezza stagione, film di Danilo Caputo coprodotto da Italia, Romania e Grecia. www.kviff.com
l’8 luglio Metallica by request
La seconda edizione dell’Aerodrome festival di Praga prevede due date all’insegna dell’heavy metal. All’Incheba Expo, nell’area fieristica di Výstaviště, si inizia il 17 giugno con gli Avenged Sevenfold e si chiude l’8 luglio con i Metallica. La celebre band metal terrà il suo concerto nell’ambito del tour europeo Metallica by request, che in luglio sbarca anche a Roma. L’evento è arricchito da tre special guest: Alice in chains, Volbeat e Kvelertak, ma la vera particolarità consiste nella scelta dei brani, stabilita a richiesta. Grazie a questo metodo i Metallica potrebbero eseguire pezzi mai suonati dal vivo. I fan potranno votare le loro hit preferite sul portale web del gruppo e le 17 canzoni più votate andranno a comporre il repertorio, con l’aggiunta di un inedito. www.metallica.com
dal 25 al 27 luglio PragoVespa 2014
July 4 to 12 Karlovy Vary festival
July 8 Metallica by request
July 25 to 27 PragoVespa 2014
In July, we see the return of the International Film Festival of Karlovy Vary, the famous film festival that annually presents more than 200 new films from around the world. In addition to the competition, which rewards the best film with the Crystal Globe, monographic retrospectives introduce personalities of contemporary world cinema of the past, many of whom are little known to the local spectators. In this 49th edition there is a retrospective dedicated to Elio Petri, the Italian post-war director, writer and documentary filmmaker, marginalized by the censors for his provocative views of the political and social period. There is also an Italian presence in the category Forum of Independents in which La mezza stagione, by Danilo Caputo, a film co-produced by Italy, Romania and Greece, also competes. www.kviff.com
The second edition of the Prague Aerodrome festival has two key dates for heavy metal. At the Incheba Expo, in the exhibition grounds in Výstaviště, it opens on June 17 with Avenged Sevenfold and closes on July 8 with Metallica. The famous metal band will hold its concert as part of the Metallica by request European tour, that in July, will arrive in Rome. The event will be enriched by three special guests: Alice in chains, Volbeat and Kvelertak, but the real peculiarity is in the choice of songs, established by request. Thanks to this method Metallica could perform pieces never played live. Fans can vote for their favorite hits on the web portal of the group and the 17 Top rated songs will make up the repertoire, as well as the addition of a new one. www.metallica.com
On the last weekend of July there is the fourth edition of PragoVespa, the international gathering organized by the Vespa Club of the Czech Republic. At the Camp Džbán in Prague, there will be the gathering of the owners and admirers of the legendary Piaggio scooters, and Vespa riders from all over the country and abroad. In 2013, 115 models of varying vespas and engine sizes paraded in the motorcade that concluded the event. Among the clubs present are Horni Kožlí, the smallest vespa club in the world. As usual, Saturday morning is devoted to the obstacle based gymkhana, a skill competition on a track, which has to be finished in the quickest time possible. After a visit to the surroundings of Prague, in the evening are the awards for the race and the best club, which in the last edition was won by Vespa Club Morava. www.vespa.cz
progetto repubblica ceca
Nell’ultimo fine settimana di luglio si svolge la quarta edizione di PragoVespa, raduno internazionale organizzato da Vespa Club Repubblica Ceca. Al camping Džbán di Praga si raccoglieranno proprietari ed estimatori del leggendario scooter Piaggio, vespisti provenienti da tutto il Paese e dall’estero. Nel 2013 hanno sfilato al corteo che conclude l’evento 115 modelli delle più disparate versioni e cilindrate. Tra i club presenti quello di Horní Kožlí, il più piccolo vespa club al mondo. Come da tradizione, il sabato mattina è dedicato alla gimkana, gara di abilità su un tracciato a ostacoli da terminare nel più breve tempo. Dopo una visita ai dintorni di Praga, in serata avvengono le premiazioni della gara e del miglior club, aggiudicato nell’edizione scorsa dal Vespa Club Morava. www.vespa.cz
19
il dilemma del nome the dilemma of the name
Cechia o Repubblica Ceca? La diatriba sulla denominazione del Paese resta un problema ancora da risolvere
Il presidente ceco Miloš Zeman lo scorso ottobre, in visita di stato in Israele, ha dichiarato di preferire l’espressione Czechia a quella di Czech Republic. In qualche modo, è come se a noi italiani avesse detto di preferire Cechia a Repubblica Ceca. L’obiettivo di questo articolo è proprio quello di illustrare gli aspetti principali di questa antinomia fra denominazione ufficiale dello stato (Česká Republika) e nome della regione storico-politica che, grosso modo, vi corrisponde (Česko). Di andare a scoprire le ragioni che hanno portato a que-
sta incertezza, ma anche di capire quali potranno essere gli sviluppi futuri. Le radici di questo stato, le cui terre comprendono la Boemia, la Moravia e parte della Slesia, affondano in un passato lontano, quando la Repubblica Ceca non esisteva e la Cecoslovacchia non era ancora nata. Nel XVII secolo questi territori venivano chiamati in modo comprensivo con l’espressione Česko, termine che compare in antichi registri in latino di quel periodo. Il nome era stato coniato da Pavel Skála di Zhoře, storico boemo
(1583 – 1640), e viene ritrovato nel diciannovesimo e ventesimo secolo nella sua versione inglese, Czechia. A ben vedere, comunque, nella lingua ceca manca un unico termine che unisca boemi (cechi), slesi e moravi. Non è un caso che il partito comunista abbia deciso di chiamarsi Komunistická strana Čech a Moravy, Ksčm (Partito Comunista di Boemia e Moravia). Sembra un modo politically correct di risolvere la questione. Il singolo nome onnicomprensivo in inglese Czechia, ma anche in italiano
During a visit to Israel last October, Czech President Miloš Zeman declared that he preferred the expression Czechia to that of Czech Republic. In a certain sense, it is as if he had said to us Italians that he preferred the name Cechia to that of Repubblica Ceca. The aim of this article is simply to illustrate the main aspects of this antinomy between the official name of the state (Česká Republika) and the name of
the historical-political region, which roughly corresponds to it (Česko). To back in time to discover the reasons that have led to this uncertainty, but also to understand what might be the future developments. The roots of this state, whose lands include Bohemia, Moravia and part of Silesia, go back to the distant past, when the Czech Republic did not yet exist and Czechoslovakia was not yet born.
In the seventeenth century, these territories were all called Česko, a term that appears in the ancient Latin records of that period. The name had been coined by Pavel Skála from Zhoře, a Bohemian historian (1583 – 1640), and is found again in the nineteenth and twentieth century in its English version, Czechia. A closer look, however, shows that in the Czech language there is no single term to combine Bohemians (Czechs),
di Barbara Medici by Barbara Medici
Czechia or Czech Republic? The diatribe on the designation of the Country still remains a problem to be solved
20
progetto repubblica ceca
focus focus
Cechia, tuttavia, è caduto lentamente in disuso. Le uniche tracce che possiamo trovare ancora oggi sono quelle che riguardano le competizioni sportive, dove Repubblica Ceca (o Czech Republic, se riferito alla versione inglese) è troppo lungo e viene solitamente sostituito con Cechia (Czechia). Il problema di denominazione, al momento, è riscontrabile solo in Repubblica Ceca, dove non è raro sostituire al nome politico ufficiale il nome delle singole regioni che compongono lo
Silesians and Moravians. It is no coincidence, therefore, if the Communist Party decided to call itself Komunistická strana Čech a Moravy, KSČM (Communist Party of Bohemia and Moravia). A politically correct way to resolve the issue. The all-inclusive English single name Czechia, but also the Italian Cechia, though, have slowly fallen into disuse. The only traces that can still be found today are those related to sports com-
stato. A livello più generale, inoltre, si ha una divisione fondamentale tra nome politico (cioè la versione formale del nome dello stato) e nome storico-geografico (il termine usato nella lingua di tutti i giorni per riferirsi al paese): nessuno chiamerebbe la Spagna “Regno di Spagna”, l’Italia “Repubblica italiana” o addirittura la Slovacchia “Repubblica slovacca” in circostanze che non siano estremamente formali. Nel 1993 il governo di Praga ha registrato alle Nazioni Unite, come
petitions, where Repubblica Ceca (or Czech Republic in the English version), is too long and is usually replaced with Cechia (Czechia). At present, the naming issue seems to be ongoing only in the Czech Republic, where it is quite common to replace the official political name with the name of the individual regions that make up the state. Furthermore, at a more general level, there is a fundamental divi-
denominazione ufficiale dello stato, l’espressione Česká Republika (Czech Republic) usata nei documenti ufficiali e nei trattati; il nome geografico, tuttavia, è diverso: Česko; mentre quest’ultima versione ha lentamente preso piede in Repubblica Ceca ed è entrata nella vita quotidiana delle persone, i suoi corrispettivi stranieri, tra cui l’inglese Czechia, faticano ad entrare nell’uso comune anche a causa di un ritardo nella registrazione presso le Nazioni Unite del nome geografico, avvenuta solo nel 2004. Curiosamente, gli anglofoni tendono a usare l’espressione “Czech”, variante sbagliata trattandosi di un aggettivo. Il termine “Czech” al massimo, potrebbe risultare un’abbreviazione della non più esistente Cecoslovacchia. Jiří Felix, portavoce dell’iniziativa Česko/Czechia, fondata a Brno nel
1997, dice: “Diciamo sempre che la parola Czechia non viene usata nel mondo ma la colpa è nostra, perché siamo noi a non usarla. All’estero non importa a nessuno come chiamiamo il nostro Paese, si abitueranno”. “Cosa c’è in un nome?” si chiedeva Shakespeare in Romeo e Giulietta. Una storia, potremmo dunque rispondere. Un popolo. Di tanto in tanto, l’argomento riguardante il nome della Repubblica Ceca torna fuori e i giornali ricominciano a parlarne, chiedendosi se mai sarà possibile mettere tutti d’accordo e trovare una versione che possa accontentare cittadini e politici. Czechia sarebbe un nome perfetto per gli imprenditori, che potrebbero cambiare il troppo lungo “Made in Czech Republic” con “Made in Czechia”: di nuovo, una variante accattivante e
sion between the political name (i.e. the formal version of the name of the state) and its historical-geographical name (the everyday language term used to refer to the country): nobody would call Spain “Kingdom of Spain”, Italy “the Italian Republic “ or Slovakia ” the Slovakian Republic” except perhaps in strictly formal circumstances. In 1993, the Prague government registered the official name of the state at the United Nations as Česká Republika (Czech Republic) that is used in official documents and treaties; the geographical name, however, is different: Česko. Whilst the last version has slowly taken hold in the Czech Republic and become part of everyday life, its foreign equivalents, among which there is the English Czechia, are still struggling to enter into common usage, also due to a certain delay in the registration of the geographical name
at the United Nations, which took place only in 2004. It is curious, however, that English speakers tend to use the term “Czech”, a wrong variant, in so far as it is an adjective. The term “Czech” at the most, may be considered as an abbreviation for the no longer existing Czechoslovakia. Jiří Felix, a spokesperson of the Česko/ Czechia initiative, founded in Brno in 1997, states: “We always complain that the word Czechia is not used around the world, but it is our fault because we are the first not to use it. No one cares about how we want to call our Country, they will just get used to it”. “What’s in a name?“ pondered Shakespeare in Romeo and Juliet. A story, we could say; a population. Occasionally, the subject of the name of the Czech Republic pops up, when the newspapers start talking about it, wondering
progetto repubblica ceca
21
focus focus
22
più conforme all’andamento europeo. La promozione del Made in Czechia, effettuata da enti come CzechTrade, CzechInvest e CzechTourism si è tuttavia quasi del tutto fermata a causa di una incomprensione a livello internazionale. Alcuni scettici, infatti, pensano che il termine Czechia sia troppo simile a quello della Cecenia, in inglese Chechnya. Una simile incom-
prensione avviene solitamente con diversi altri stati - come ad esempio Slovenia e Slovacchia, Niger e Nigeria, Austria e Australia - e, per sostenere la tesi contraria a Czechia, citano l’ultimo esempio, il più recente: l’attacco terroristico avvenuto nell’aprile 2013 durante la maratona di Boston. Nel riportare i fatti accaduti, Chechnya (il nome inglese della Cecenia) è stato
erroneamente interpretato come una abbreviazione di Repubblica Ceca: ciò dimostra che, effettivamente, l’abbreviazione non fa parte del vocabolario internazionale comune. Infatti - nonostante l’annuncio da parte del corpo governativo tramite una nota speciale del Ministro degli Esteri che permetteva e consigliava caldamente l’uso di Czechia in tutte le occasioni, anche formali, che non richiedessero la firma di un trattato o la stipulazione di accordi - non è stato riscontrato nessun utilizzo del termine breve. È curioso, quindi, che il Presidente Miloš Zeman, nei suoi discorsi all’estero abbia affermato che è sua abitudine usare il termine Czechia al posto di Czech Republic e che preferisca il primo. In una recente intervista, Karel Oliva, direttore dell’Istituto di Lingua Ceca dell’Accademia delle Scienze, ha affermato che il dibattito riguardante il nome della Repubblica Ceca non concerne i cittadini cechi bensì quelli anglofoni. Se le giovani generazioni riusciranno ad abituarsi lentamente ad usare Česko, Czechia o Cechia, il termine potrà avere la diffusione che è mancata subito dopo la nascita della Repubblica Ceca nel 1993 e ottenere così una visibilità mondiale.
if it will ever be possible for everyone to reach an agreement and find a suitable version to please both citizens and politicians. Czechia would be a perfect name for entrepreneurs, that could change the rather longish “Made in the Czech Republic” with “Made in Czechia”: again, a winning variant and more in line with European trends. The promotion of Made in Czechia, made by public bodies, such as CzechTrade, CzechInvest and CzechTourism has, however, almost completely come to a halt due to a misunderstanding at international level. A few sceptics, in fact, believe that the term Czechia is too similar to that of Chechnya in English. A similar misunderstanding may also take place with several other states – such as Slovenia
and Slovakia , Niger and Nigeria, Austria and Australia – and to support the opposite to Czechia view, they cite the latest, most recent example: the terrorist attack that took place in April 2013 during the Boston Marathon. In reporting the events, Chechnya (the English name for Cecenia) was misinterpreted as an abbreviation for Czech Republic, which shows that, indeed, the abbreviation form is not part of the common international vocabulary. In fact, despite the announcement by the governing body through a special note by the Minister of Foreign Affairs – who strongly advised and allowed the use of Czechia in all occasions (including formal ones that did not require the signature of a treaty or the drawing up of an agreement) – no significant
change was brought about in the common use of the short-term. It is, therefore, quite curious that President Miloš Zeman, during his speeches abroad, stated that he commonly uses the term Czechia in place of Czech Republic and that he prefers it. In a recent interview, Karel Oliva, director of the Czech Language Institute of the Academy of Sciences, stated that the debate on the name of the Czech Republic is not actually of great concern to Czech citizens, but rather to Anglophone citizens. However, if the younger generation get used to using Česko, Czechia or Cechia, the term could become widely used – that did not take place just after the birth of the Czech Republic in 1993 – and thus gain worldwide recognition.
progetto repubblica ceca
Contabilità e consulenza Accounting and Consultancy Presente a Praga dal 1995, la Bianchi & Partners è specializzata nella consulenza aziendale, tributaria, societaria, di supporto agli investitori italiani e stranieri. Offre una assistenza ideale sia agli operatori che entrano nel mercato ceco, sia a quelli già presenti. Si avvale di personale bilingue con profonda esperienza nei vari settori. Opera anche attraverso la filiale di Brno. Present in Prague since 1995, Bianchi & Partners provide company, corporate and fiscal advice, to support Italian and foreign investors. It offers first rate assistance to operators entering the Czech market, as well as to those that are already present. It uses the services of skilled bilingual staff, who have a great experience in the various sectors. It also operates through its Brno branch.
Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 224 921 014 diego@bianchi.cz
Banking IBC - Italian Business Center
UniCredit Bank
Società di servizi integrati Business Incubator Services IBC è un Gruppo di Aziende che da oltre 20 anni offrono servizi di Project Management Integrato. I Partner di IBC assistono le Aziende sul mercato ceco e slovacco nel Real Estate (Development, Asset, property & facility Management, Architectural, Engineering & Costruction, General Contracting), Consulenza societaria, legale e fiscale, Amministrazione, Publishing & Marketing, Software & ICT, traduzioni e interpretariato, office rental e domiciliazione legale e postale. IBC is a Group of companies that since more than 20 years is providing Integrated Project Management services. IBC Partners assist companies in the Czech and Slovak market involved in Real Estate (Development, Assets, property & facility Management, Architectural, Engineering & Construction and General Contracting) Corporate, legal and fiscal advice, Administration, Publishing & Marketing, Software & ICT, translations and interpreting services, office rentals, as well as legal and mail domiciliation. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 224 941 041 Bašty 6, 602 00 Brno, Michalská 7, 811 01 Bratislava www.gruppoibc.eu
Industry and Trade
Bianchi & Partners
Legal services, Consultancy, Information technologies
Legal services, Consultancy
Progetto RC suggests
Eni Česká republika
UniCredit Bank è uno dei principali istituti finanziari in Repubblica Ceca e Slovacchia. Offre una vasta gamma di prodotti di qualità per clientela retail, corporate e private. Presso l’International Corporate Clients Centre troverete esperti bancari e professionisti che parlano italiano e si concentrano sui clienti italiani in Repubblica Ceca. Il nostro obiettivo è di rafforzare i rapporti fra le imprese clienti con capitale italiano o fra le società che hanno rapporti commerciali con l’Italia. UniCredit Bank belongs in the Czech Republic and Slovakia among the leading financial institutions offering a wide range of quality products to retail, corporate and private clients. At the International Corporate Clients Centre you will find experienced, professional Italian speaking bankers who are focusing on Italian clients present in the Czech Republic. Our aim is to strengthen direct relations between corporate clients with a share of Italian capital, or companies that maintain business relations.
ENI è una società energetica integrata che opera nella ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale, nell’industria petrolchimica, nella fornitura di servizi connessi all’estrazione del petrolio e nell’industria meccanica. La società è attiva in 90 paesi e impiega 78 000 persone. In Repubblica Ceca opera nell’ambito della raffinazione e del marketing con 125 stazioni con marchio Agip.
Želetavská 1525/1 140 92 Praha 4 tel. +420 955 911 111 unicreditbank.cz
Sokolovská 394/17 186 00 Praha 8 tel. +420 224 495 111 fax +420 224 495 226
progetto repubblica ceca
Eni is an integrated energy company that is involved in research, production, transportation, transformation and commercialization of oil and natural gas, in the petrochemical industry, in the supply of services linked to the extraction of crude oil and in the mechanical industry. The company is active in 90 countries and employs 78,000 people. In the Czech Republic it operates in the refining and marketing business with 125 Agip petrol stations.
23
Sette palle come a Sarajevo! Seven pips like at Sarajevo! “E così ci hanno ammazzato Ferdinando!” disse la governante al signor Švejk... Ecco l’incipit più famoso della letteratura popolare ceca, l’arrivo nella Praga hašekiana della notizia che fece
Il 28 giugno arriva il centenario dell’assassinio di Franz Ferdinand. Tra storia e letteratura, tra una duchessa e un buon soldato, il legame a doppio filo con la nazione ceca di Giuseppe Picheca – da Sarajevo by Giuseppe Picheca – from Sarajevo
On June 28 will be the centenary of the assassination of Franz Ferdinand. The links with history and literature, a duchess and a good soldier, strongly intertwined with the Czech nation
24
tremare il mondo intero, nella scintilla che fece scoppiare la Grande Guerra e, nel giro di poche pagine, che fece spedire il buon soldato Švejk al fronte. Quale Ferdinando? La signora gover-
L’incipit di Švejk in un’illustrazione di Josef Lada / Švejk incipit illustrated by Josef Lada
“And so they’ve killed our Ferdinand,” said the charwoman to Mr Švejk... This is the most famous incipit of Czech popular literature, the arrival in the “Hašekian” Prague of the news that shook the whole world, the spark that ignited the Great War and which within a few pages, sent the good Soldier Švejk to the frontline. Which Ferdinand? The governess asks to clarify, in the author’s irreverance: “Oh no, sir it is His Imperial Highness, the Archduke Ferdinand, from Konopiště, the fat churchy one”. The attentive reader knows that Konopiště is a town in central Bohemia, and it is perhaps already curious to know which, and how many ties with the current Czech Republic, some famous and some not, there are in this story. The first and most obvious one, that at the end of the war the First Czechoslovak Republic was born. First things first. On 28 June 1914, the heir to the Austro-Hungarian throne,
nante ci tiene a precisare, nell’irriverenza dell’autore: “Signore mio, io intendevo l’arciduca Ferdinando, quello di Konopiště, quello grasso, quello così religioso”. Il lettore attento sa bene che Konopiště è una località nella Boemia centrale, e forse è già curioso di sapere quali e quanti legami, famosi e non, con l’attuale Repubblica Ceca vi siano in questa storia. Il primo e più ovvio, che alla fine di quella guerra nacque la Prima Repubblica cecoslovacca. Andiamo con ordine. Il 28 giugno del 1914, l’erede al trono austroungarico, l’arciduca Franz Ferdinand, è in visita a Sarajevo, in Bosnia Herzegovina. Si tratta della provincia più a sud dell’impero, strappata al dominio ottomano nel 1878. Il 28 giugno è l’anniversario dell’accordo tra l’arciduca e suo zio l’imperatore Francesco Giuseppe, con cui si impegnava a spo-
L’assassinio di Franz Ferdinand a Sarajevo / Sarajevo assassination of Franz Ferdinand
progetto repubblica ceca
storia history
sare la sua promessa Sophie nella formula di un matrimonio morganatico, ovvero rinunciando a farne un’imperatrice. Sophie Chotek von Chotkowa, duchessa di Hohenberg, boema della regione di Plzeň (di battesimo, Žofie Chotková), era infatti di un rango inferiore a quello prescelto per il trono d’Austria: ci si dovette rassegnare. Si racconta che il loro incontro fu ad un ballo di gala a Praga; di certo si sposarono nel castello di Zákupy, Boemia settentrionale, nel luglio del 1900. L’arciduca si trovava più a suo agio nella provincia boema che nel-
la capitale viennese, e poco prima di quel suo ultimo viaggio spostò la sua residenza proprio nel castello di Konopiště. Tra il 12 e il 14 giugno 1914 vi ospitava il Kaiser Guglielmo II, a detta della stampa austriaca, per mostrargli le splendide rose del giardino: in realtà nel giardino di rose non ve n’era l’ombra; nella prospettiva di una guerra futura si discuteva con diffidenza dell’Italia (tecnicamente alleata) e di come farne a meno. Svista imperdonabile o temibile affronto, il 28 giugno, giorno di San Vito nel calendario ortodosso, è anche l’an-
niversario della battaglia della Piana dei Merli (o di Kosovo Polje) del 1389, combattuta aspramente tra serbi e ottomani, l’ultima grande battaglia prima che i turchi risalissero i Balcani: una festa nazionale serba, e la Serbia nel 1914 è una orgogliosa nazione e un giovane Stato. Da metà dell’Ottocento, sulla spinta dei nazionalismi che infiammano l’Europa, l’idea di una nazione degli slavi del sud (Jugo-slavia) prende sempre più piede, e la Serbia ne è di fatto il gran sostenitore. Una nazione che si ribelli all’Austria-Ungheria così come s’era fatto contro i turchi.
Franz Ferdinand e Sophie attraversano Sarajevo a metà mattino, seduti nel retro di una macchina in un corteo di sette. Sette sono anche i giovani attentatori del gruppo Giovane Bosnia (Mlada Bosna), sparsi sulla strada che costeggia la Miljacka, il piccolo fiume che attraversa la città. Giovani e inesperti, l’attentato rischia di divenir farsa: c’è chi arriva in ritardo, chi se ne scappa, chi rimane inghiottito dalla folla. Una bomba viene lanciata, ma manca il bersaglio e crea scompiglio e feriti lontano dall’arciduca. La vacanza è comunque rovinata, e la coppia
L’annuncio dell’attentato sulla stampa del tempo / The announcement of the attack in the media of that time
Archduke Franz Ferdinand, was visiting Sarajevo, Bosnia and Herzegovina. It was the southernmost province of the empire, torn from Ottoman rule in 1878. On June 28 was the anniversary of the agreement between the Archduke and his uncle, Emperor Franz Joseph, who permitted him to marry Sophie on the condition that it would be a morganatic marriage, thus refusing to make her an empress. Sophie Chotek von Chotkowa, Duchess of Hohenberg, of a Bohemian family from the region of Plzeň (born as, Žofie Chotková), was in fact of a lower class than the one chosen for the throne of Austria: she had no choice but
to give in. It is said that their first meeting was at a dance gala in Prague, but what is certain, is that they got married in the castle of Zákupy, northern Bohemia, in July 1900. The Archduke felt more at ease in the Bohemian province than in the Viennese capital, and shortly before his ill-fated last trip, he changed his residence to the castle of Konopiště. Between June 12 and June 14, 1914 they hosted the Kaiser Wilhelm II, according to the Austrian press, to show him the beautiful rose garden. Actually, in that garden there were no roses at all; in the prospect of a future war they discussed their distrust of Italy
(technically an ally), as well as how to go on without it. Whether an unforgivable oversight or frightening affront, June 28, the day of Saint Vitus in the Orthodox calendar, is also the anniversary of the Battle of Blackbird’s field of Kosovo (or Kosovo Polje) of 1389, bitterly fought between Serbs and Ottomans. It was the last great battle before the Turks returned to the Balkans, now a Serbian national holiday, and in 1914 Serbia was a proud nation and a new state. From the mid-nineteenth century, driven by the nationalism that inflamed Europe, the idea of a nation of the Southern
progetto repubblica ceca
Slavs (Yugoslavia) was gaining increasing ground, and Serbia was in fact the greatest supporter. A nation that rebelled against Austria-Hungary as they had done against the Turks. Franz Ferdinand and Sophie went through Sarajevo in mid morning, sitting in the back of a car in a motorcade involving seven. Seven was also the number of the young assassins of the group Young Bosnia (Mlada Bosna), spread out along the road that ran along the Miljacka, the small river that runs through the city. Young and inexperienced, the attack risked becoming a farce: there were one who arrived
25
Nel frattempo, nella regione geograficamente opposta dell’impero che fu, la Repubblica Ceca si prepara all’anniversario con un’estesa e organizzata serie di eventi Meanwhile, in the geographical region which opposed the former empire, the Czech Republic prepares for the anniversary with an extensive, organized series of events
26
decide di interrompere la passerella e recarsi in ospedale. Avvisano dunque l’autista, tale Leopold Lojka di Znojmo (Moravia), che sta sbagliando strada: di fare marcia indietro e cambiare direzione. Gavrilo Princip, vent’anni da compiere e rivoltella in tasca, che dopo la prima esplosione aveva deciso di abbandonare tutto e andare a prendersi un caffè, vede la macchina dell’arciduca che lentamente fa manovra a pochi metri, e non crede ai propri occhi: salta via dalla sua sedia e scarica i suoi colpi. “Sette palle come a Sarajevo!” (in realtà ne bastarono due) esclamò giocando a carte un compagno di sventura di Švejk, finendo per essere arrestato ma soprattutto per diventare una delle citazioni più consuete nelle osterie praghesi (Sedm kulí jako v Sarajevu, e l’oste è pronto con sette bicchierini di slivovice). L’intenzione di Princip è assassinare l’arciduca e il governatore Potiolate, one who escaped, one who got swallowed up by the crowd. A bomb was thrown, but missed its target creating havoc and wounding people far from the Archduke. The holiday however, was ruined, and the couple decided to interrupt the parade and go to the hospital. They therefore warned the driver, a certain Leopold Lojka from Znojmo (Moravia), that he was on the wrong path: to backtrack and change direction. Gavrilo Princip, not quite twenty years old with a revolver in his pocket, after the first explosion abandoned the plan to get a coffee, happened to see the Archduke’s car slowly moving few metres away. Not believing his eyes, he jumped out of his chair and fired his shots. “Seven pips like in Sarajevo!” (actually it took only two) as an ill-fated card playing friend of Švejk exclaimed, before being arrested, but above all would become one of the most frequently used quotes in the Prague taverns (Sedm kulí jako v Sarajevu, and the host is ready with seven shots of slivovice). Princip’s intention was to assassinate the Archduke and
rek, ma questo si salva e a lasciarci la pelle assieme al marito è purtroppo la duchessa Sophie (leggenda vuole che fosse anche in attesa del quinto figlio, ma questa par essere, per l’appunto, una leggenda). Il dado è tratto, lo sdegno imperiale è forte, le accuse sono dirette alla Serbia, tempo un mese e la Guerra più devastante mai immaginata (ma sappiamo, sarà ben surclassata) divampa nelle trincee di
mezzo mondo. Il giovane regicida, dal canto suo, afferma di averlo fatto in nome della Jugoslavia, così come prove della colpa serba non ve ne sono – ma un decennio di corsa alle armi in Europa non sta lì a guardar quisquilie. L’attentatore Princip è catturato e trasferito nel carcere di Terezín – sempre nell’attuale Repubblica Ceca, regione di Ústí nad Labem, dove morirà di tu-
Il Castello di Konopiště / Konopiště Castle
the governor Potiorek, but the latter saved himself, sadly at the expense of the Duchess Sophie (legend has it that she was expecting a fifth child, but this seems to be indeed, a legend.) The dice had been cast, the imperial wrath was strong, the accusations were directed towards Serbia, and in a month’s time the most devastating war ever imagined (but we know it would be overtaken) flared in the trenches all over the world. The young regicide, claimed to have done it in the name of Yugoslavia, thus ensuring there was no proof
progetto repubblica ceca
of a Serbian coup, but after a decade of calling to arms in Europe there was no interest in minor trifles. The assassin Princip was captured and transferred to the prison in Terezín, which is again in the current Czech Republic, in the region of Ústí nad Labem, where he died of tuberculosis in 1918. The same fortress would sadly end up being used by the Nazis to make a concentration camp. Regarding the Moravian driver Leopold, the survivor, he was given the task of sending three telegrams: one to the Emperor Franz Joseph, one for the
storia history
bercolosi nel 1918. La stessa fortezza poi tristemente usata dai nazisti per farne un campo di concentramento. In quanto all’autista moravo Leopold, sopravvissuto, gli viene ordinato di inviare tre telegrammi: all’imperatore, al kaiser tedesco e al figlio maggiore di Franz Ferdinand. Ricompensato per l’eroico servizio nel 1916, dall’ultimo regnante dell’Impero asburgico Carlo I d’Austria, o Carlo IV d’Ungheria (si sa, l’araldica è una questione di punti di vista), con 400 mila corone, con cui aprirà un albergo a Brno, mostrando a clienti e curiosi un braccialetto di Sophie e le bretelle insanguinate dell’arciduca. La Sarajevo d’oggi è un cantiere in affanno per le grandi celebrazioni estive. All’imbocco del più antico ponte sulla Miljacka, il ponte Latino, c’è l’incrocio dove l’attentato ebbe luogo – lì dove la città vecchia ottomana lascia spazio agli edifici d’influenza auGerman Emperor Wilhelm II, and one for the oldest child of Franz Ferdinand. Having been rewarded for his heroic service in 1916, for the last ruler of the Habsburg Empire, Charles I of Austria or Charles IV of Hungary (the heraldry depends on one’s point of view) he used the 400 thousand crowns to open a hotel in Brno, showing customers a bracelet of Sophie and the bloody braces of the Archduke. The Sarajevo of today is like a construction site exhausted by the big summer celebrations. At the entrance of the oldest bridge over the Miljacka, the Latin bridge, there is an intersection where the attack took place, precisely at the point where the Ottoman old city gives way to the buildings of Austrian influence. A plaque tells of the episode in Bosnian and English, on the facade of the city museum still hidden away by the repair work. A young tour guide tells a stream of Japanese visitors how and where the driver from the Czech Republic (displaying a certain historical nonchalance) slowly maneuvered the old Gräf & Stift limousine, now on
striaca. Una lapide racconta l’episodio in bosniaco ed inglese, sulla facciata del museo cittadino ancora nascosto dai lavori di riparazione. Una giovane guida racconta ad un torrente di giapponesi come e dove l’autista della Repubblica Ceca (con una certa nonchalance storica) manovrava lentamente la vecchia limousine Gräf & Stift, oggi esposta al museo militare di Vienna. All’interno del museo, un’esposizione fotografica, due statue di cera degli assassinati e l’impietoso declino di Gavrilo Princip da eroe nazionale (ai tempi del socialismo) a terrorista internazionale (ai tempi d’oggi). Franz e Sophie fanno l’occhiolino nelle vie del centro nei nomi di ostelli, ristoranti o
sale da tè, nello scontato marketing da souvenir. Nel frattempo, nella regione geograficamente opposta dell’impero che fu, la Repubblica Ceca si prepara all’anniversario con un’estesa e organizzata serie di eventi: Velká Válka, la Grande Guerra. Esposizioni e iniziative per tutta l’estate, per raccontare l’impatto sulla storia ceca e mondiale, la chiamata alle armi di boemi e moravi, la dissoluzione dell'Austria-Ungheria e l'arrivo della sognata libertà dal giogo imperiale – giogo un po’ allentato, com’è d’uso oggi, dal discreto fascino della nobiltà boema sui cechi contemporanei. Otto grandi musei fanno parte del progetto, a Praga il Museo Nazionale della Tecni-
Franz e Sophie oggi, nelle vie di Sarajevo / Franz and Sophie in Sarajevo’s streets today
display at the military museum in Vienna. Inside the museum, we look at a photo exhibition, two wax statues of the murdered victims and the merciless decline of Gavrilo Princip from national hero (at the time of socialism) to international terrorist (in today’s world). Franz and Sophie wink at us in the town centre in the form of hostel names, restaurants and tearooms, in the predictable souvenirs. Meanwhile, in the region geographically opposed to the former empire,
the Czech Republic prepares for the anniversary with a vast, organized series of events: Velká Válka, the Great War. Exhibitions and initiatives throughout the whole summer, to highlight the impact on Czech and world history, the call to arms of the Bohemians and Moravians, the dissolution of Austria-Hungary and the arrival of the freedom that they dreamed of during the imperial rule (a slightly slackened rule for today's standards), the discreet charm of the Bohemian nobility on the contempo-
progetto repubblica ceca
ca, il Museo Postale e l’Istituto di Storia Militare, a Brno il museo cittadino, il museo tecnico ed il Museo e la Galleria della Moravia; e il castello di Konopiště, dove è conservato il proiettile che trafisse l’arciduca. Ciò non toglie che iniziative vi saranno anche in centri minori, come ad esempio nel Krkonošské muzeum di Jilemnice, dove si racconta della dinastia degli Harrach, dei suoi esponenti amici di Franz Ferdinand, tanto che il conte Franz Harrach viaggiò con l’arciduca a Sarajevo e gli “prestò” il già citato autista Leopold. Si prevede dunque un’estate ricca di storia e ridondante di termini cupi, piena di parole come attentato, guerra, assassini e nobiluomini perduti, sperando che il buonumore di Švejk renda efficace ed immortale la satira contro la guerra e contro le facili glorificazioni – così com’era speranza del suo burlesco autore. rary Czechs. Eight major museums are part of the project, the Prague National Technical Museum, the Postal Museum and the Institute of Military History, and in Brno the City Museum, the Technical Museum and the Moravian Museum and Gallery, while in the castle of Konopiště, the bullet that pierced the archduke has been displayed. This is not to say there will be no similar ventures even in smaller towns, for example in the Krkonošské muzeum of Jilemnice, which tells of the dynasty of the Harrachs, their exponents and friends of Franz Ferdinand, so much so that the Count Franz Harrach travelled with the archduke in Sarajevo and “lent” him the aforementioned driver Leopold. We can therefore expect a summer full of history and overloaded with dark terminology, full of words such as attack, war, murder and lost noblemen, while hoping that the good humour of Švejk can make the satire against the war and against simple glorification, efficient and immortal, as intended by his burlesque author.
27
Švejk fra cinema e teatro, quando la satira diventa costume
Le avventure del buon soldato, nato dalla fantasia di Jaroslav Hašek, al centro della cultura popolare ceca di Lawrence Formisano
Dobrý voják Švejk (1956): la locandina del film / film poster
by Lawrence Formisano
With the centenary of the outbreak of the First World War approaching, it is absolutely impossible not to mention the depictions of the Great War in Czech (or Czechoslovak) culture without making references to the legendary book by Jaroslav Hašek, as well as the immense influence it has obtained thanks to the numerous film, television and theatre adaptations. The assassination of Franz Ferdinand begins what could be called the most famous and important novel of Czechoslovakian history: The Good Soldier Švejk (as transliterated in the English edition), a masterful condemnation of the absurdity of war, the protagonist of which, being a symbol of passive resistance, represents the national vision of "czechness” more than any other character. On the one hand there is the atonement, on the other an element of derision. The episodes of Švejk explore
The adventures of the good soldier, born from the imagination of Jaroslav Hašek, remain an essential part of Czech popular culture
28
both sides. The Czechs often consider themselves to be victims of history, but at the same time love to make fun of it, precisely in the way Hašek does in his masterpiece. For the majority of Czechs, the most famous transposition of the film remains the immensely popular
Con l’avvicinarsi del centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, è assolutamente impossibile non parlare delle rappresentazioni della Grande Guerra nella cultura ceca (o cecoslovacca) senza fare riferimenti al leggendario libro di Jaroslav Hašek, oltre che all’immensa influenza ottenuta grazie ai numerosi adattamenti cinematografici, televisivi e teatrali. Con l’assassinio di Ferdinando inizia quello che potrebbe essere definito il romanzo più famoso e importante della storia cecoslovacca: Il buon soldato Sc'vèik (come traslitterato nell'edizione italiana), magistrale denuncia dell’assurdità della guerra, il cui protagonista, essendo egli un simbolo della resistenza passiva, rappresenta più di qualsiasi altro personaggio la visione nazionale della film Dobrý voják Švejk (The Good Soldier Švejk: 1956) with the legendary actor Rudolf Hrušínský in the lead role. However, after decades of adaptations of Hašek's satire (not just limited to the field of cinema), is this really the definitive version of the story? Fonte: Czech Centre London
Una scena con Rudolf Hrušínský / A scene with Rudolf Hrušínský
progetto repubblica ceca
cinema cinema
Švejk in film and theatre, when satire becomes tradition «cechità»: da un lato l'espiazione e dall'altro lo scherno. Le vicende di Švejk riescono a esplorare sia uno che l'altro. I cechi si sentono spesso come vittime della storia, ma allo stesso tempo amano prendersene gioco, proprio come fa Hašek nel suo capolavoro. Per la maggior parte dei cechi, la trasposizione su pellicola più famosa resta il film Dobrý voják Švejk (Il Buon Soldato Švejk: 1956) con il leggendario attore Rudolf Hrušínský nel ruolo del protagonista. Ma dopo decenni di adattamenti della satira hašekiana
(non solo limitati al campo cinematografico), è veramente questa la versione definitiva del racconto? Nonostante il soldato e venditore di cani sia comparso per la prima volta nel 1912, anno di pubblicazione del libro Il bravo soldato Švejk e altre strane storie (Dobrý voják Švejk a jiné podivné historky), l’opera è stata pubblicata inedita in quattro tomi dal 1921 al 1923, anno in cui l’autore scomparve a causa della tubercolosi contratta durante la guerra. La morte prematura dello scrittore, umorista
e giornalista praghese (nato nella capitale boema il 30 aprile 1883), interruppe la serie, che venne tuttavia completata dal suo amico e giornalista Karel Vaněk. Ciò non ne impedì l'immediato successo, malgrado ci sia voluto tempo per ottenere l’apprezzamento anche da parte della critica letteraria. Nel 1927 il regista teatrale tedesco Edwin Piscator collaborò con il drammaturgo Bertold Brecht a Der Abenteuer des braven Soldaten Schwejk, un adattamento per palcoscenico, descritto da quest’ultimo come
Saša Rašilov in Dobrý voják Švejk
Despite the fact that the soldier and dog seller appeared for the first time in 1912, the year of the publication of the book The Good Soldier Švejk and other strange stories (Dobrý voják Švejk a jiné podivné historky), the full work was published in four volumes from 1921 to 1923, the year in which the author passed away as a result of the tuberculosis he contracted during the war. The premature death of the writer, humorist and journalist from Prague (born in the Bohemian capital on April 30, 1883), interrupted the se-
ries, which however was, completed by his friend and journalist Karel Vaněk. This did not prevent it from being an immediate success, despite taking time to obtain recognition by literary critics. In 1927 the German theatre director Edwin Piscator worked with the playwright Bertolt Brecht on Der Abenteuer des braven Soldaten Schwejk, an adaptation for the stage, described by the latter as «a montage from the novel.» The work aroused the enthusiasm of the Berlin audience and the rest of Central Europe until the repression by
the Nazi dictatorship that limited the freedom of expression. Brecht himself remained so attached to the character, that in 1943, during his exile in the United States, he wrote the play Schweyk im Zweiten Weltkrieg (Švejk in World War II), in which the good soldier demolishes the authority of the Gestapo in a theatrical satire which was fierce and liberating in equal measure. The first English translation appeared in 1930, while in its homeland, the tenth edition was published by 1936.
progetto repubblica ceca
Karel Noll interpreta Švejk / Karel Noll in the role of Švejk
«un montaggio dal romanzo». L’opera suscitò l’entusiasmo del pubblico berlinese e del resto dell'Europa centrale fino alla repressione da parte della dittatura nazista che limitò la libertà d'espressione. Lo stesso Brecht rimase attaccato al personaggio hašekiano, tanto da scrivere nel 1943, durante il suo esilio negli Stati Uniti, la pièce Schweyk im Zweiten Weltkrieg (Švejk nella SeconClearly Hašek was inspired by his experiences in the Austrian army in 1915, and at least initially, his intention was to make fun of the Austrian authorities. However, his defense of the little man standing against tyranny and oppression transcends the borders of his homeland. Švejk is considered to be a character representing the strength of the human spirit. If the literary criticism of the period was prejudiced against the improvised style of Hašek, the world of the cinema did not bear the same reservations. In 1926 the first film version appeared which used the author’s original dialogue in the form of inter-titles, directed by Karel Lamač, and featuring with Karel Noll as the actor in the role of Švejk. The film still today remains popular with the many fans of the writer, and especially among lovers of silent cinema. Three other versions in the period from
29
da Guerra Mondiale), in cui il buon soldato demolisce l’autorità della Gestapo in una feroce quanto liberatoria satira teatrale. La prima traduzione in inglese comparve nel 1930, mentre in patria venne pubblicata la decima edizione nel 1936. È chiaro che Hašek prese ispirazione dalle sue esperienze nell’esercito austriaco nel 1915, e che, almeno inizialmente, ebbe l’intenzione di burlarsi delle autorità austriache. Tuttavia, la sua difesa di piccolo uomo contro la tirannia e l’oppressione trascende le frontiere della sua patria. Švejk viene considerato un personaggio rappresentante la forza
dello spirito umano. Se la critica letteraria dell’epoca ebbe pregiudizi nei confronti dello stile estemporaneo di Hašek, il mondo del cinema non aveva le stesse riserve. Nel 1926 comparve la prima versione cinematografica con l’impiego dei dialoghi dell’autore nella forma di titoli, diretta da Karel Lamač e con l'attore Karel Noll nel ruolo di Švejk. La pellicola piace ancora oggi a molti appassionati dello scrittore, soprattutto tra gli amanti del cinema muto. Altre 3 versioni, realizzate nel periodo 1926-1927, seguirono le vicende di Švejk. La prima versione in sonoro arrivò, invece, nel 1931. La pellicola, diretta
da Martin Frič, divenuto poi un regista molto importante del cinema cecoslovacco, vantava anche Saša Rašilov nel ruolo di protagonista, oltre all'attore Hugo Haas prima che raggiungesse la fama hollywoodiana come regista e attore caratterista negli anni '50. Il film è sempre stato stimato dagli appassionati di Hašek, ma, sfortunatamente, sono stati conservati solo 57 minuti di filmato, per cui oggigiorno è praticamente impossibile vederne la versione integrale. Per coloro che cercano un’interpretazione creativa e innovativa delle avventure di Švejk, i tre episodi di Osudy dobrého vojáka Švejka ("Le avventure del bravo soldato Švejk", 1954-55) del re d’animazione Jiří Trnka sono imperdibili. L’opera del maestro di Plzeň, spesso soprannominato “il Walt Disney dell’Europa dell'est”, si distingue per i suoi pupazzi animati utilizzando la tecnica di ripresa a passo uno, riuscendo contemporaneamente a catturare l'attenzione degli amanti del libro grazie all’uso delle illustrazioni originali di Josef Lada, che comparivano nel romanzo. Per il pubblico ceco, anche la voce del leggendario attore Jan Werich nel
1926-1927, followed the adventures of Švejk. The first sound version however, came in 1931. The film, directed by Martin Frič, who later became a very important director in Czechoslovak cinema, also boasted Saša Rašilov in the leading role in addition to the actor Hugo Haas before he reached fame as a Hollywood director and character actor in the 50s. The film has always been respected by lovers of Hašek, but, unfortunately only 57 minutes of footage have been preserved, so nowadays it is practically impossible to see the full version. For those who seek an innovative creative interpretation of the adventures of Švejk, the three episodes of Osudy dobrého vojáka Švejka ("The Adventures of the Good Soldier Švejk", 1954-55), from the king of animation Jiří Trnka, is quite simply unmissable. The work
of the master from Plzeň, often dubbed "the Walt Disney of Eastern Europe", is distinguished by filming puppetry using stop motion animation, while at the same time being able to capture the attention of the lovers of the book thanks to the use of original illustrations by Josef Lada, which appeared in the orginal novel. For the Czech public, the voice of legendary actor Jan Werich in the role of narrator also contributed to the success, while one must also recognise the skill of the director and his artistic choices. Firstly, Trnka understood that adapting the text of Hašek was a colossal task. He therefore decided to choose only the key episodes of the book, thus avoiding the narrative flaws of the writing of the author, considered a genius regarding character descriptions and dialogue, but not always with a convincing narrative style.
The most famous film version, directed by Karel Steklý in 1956, divided a large part of the critics, some of whom consider it the best adaptation and the rest of which often think of it as the worst. Nevertheless, we must commend the director for the decision to divide his film into two parts: Dobrý voják Švejk from 1956 and Poslušně hlásím the following year. However, if the movie is successful, it is particularly thanks to the masterful interpretation of the most beloved Czechoslovak actor of his generation: Rudolf Hrušínský, who definitely gave us the best screen portrayal of the character, who however appears, perhaps misleadingly, as an idiot. The faithfulness to the original text proves to be both an advantage and a disadvantage. The work manages to retain the spirit of the writing of Hašek, but it loses a bit of the
Heinz Rühmann in Der brave Soldat Schwejk
Indimenticabile la pellicola del 1956 grazie all’interpretazione dell’attore ceco più amato della sua generazione: Rudolf Hrušínský The 1956 film is still unforgettable thanks to the performance of the most beloved Czech actor of his generation: Rudolf Hrušínský
30
progetto repubblica ceca
cinema cinema
ruolo del narratore ha contribuito al successo, pur riconoscendo la bravura del regista e le sue scelte artistiche. Innanzitutto, Trnka capì che adattare il testo di Hašek sarebbe stato un incarico colossale. Decise, pertanto, di scegliere solo i migliori episodi del libro evitando così i difetti narrativi della scrittura dell'autore, un genio per quanto riguarda la descrizione dei personaggi ed i dialoghi, ma con uno stile narrativo non sempre convincente. La trasposizione cinematografica più famosa, diretta dal regista Karel Steklý nel 1956, vede la critica divisa tra una buona parte che la considera il miglior adattamento e la restante
che la valuta come il peggiore. Ciononostante, bisogna elogiare il regista per la decisone di dividere il suo film in due parti: Dobrý voják Švejk del 1956 e Poslušně hlásím dell'anno successivo. Ma se i film hanno avuto successo è, soprattutto, grazie alla magistrale interpretazione dell'attore cecoslovacco più amato della sua generazione: Rudolf Hrušínský, il quale ci ha regalato sicuramente la miglior incarnazione cinematografica del personaggio, che appare, forse in modo ingannevole, come un idiota. La fedeltà al testo originale risulta essere sia un vantaggio che uno svantaggio. L’opera è riuscita a conservare lo spirito della scrittura di Hašek, ma
ha perso un po’ di quell'ambiguità che caratterizzava il protagonista. Steklý pone l’accento sulla stupidità di Švejk mancando i bersagli principali dell'autore originale: la burocrazia e gli effetti sulla gente. Ci vorrebbe un’altra pagina per parlare di tutte le versioni cinematografiche di Švejk, prodotte in diversi paesi quali l’ex Unione Sovietica, la Polonia, la Romania e, persino, il Regno Unito. Il film tedesco Der brave Soldat Schwejk (1960), in particolare, con l’attore Heinz Rühmann, riscontrò molto successo e fu nominato per il premio Golden Globe. Poi si potrebbe parlare dei tantissimi progetti mai realizzati come la ver-
Švejk nell’adattamento di Bertold Brecht / Bertolt Brecht’s adaptation of Švejk
ambiguity that characterized the protagonist. Steklý emphasizes the stupidity of Švejk in the while failing to address the primary targets of the original author: bureaucracy and the effects on people. Another page would be needed to talk about all the film versions of Švejk,
produced in various countries such as the former Soviet Union, Poland, Romania, and even the United Kingdom. The German film Der brave Soldat Schwejk (1960), in particular, with the actor Heinz Rühmann, earned much success and was nominated for a Golden Globe award. One could also talk
about the many never realized projects such as the version offered to Charlie Chaplin, which would have starred, the icon of film noir, Peter Lorre, an actor to whom Hrušínský was often compared. In the former Czechoslovakia however, it is evident that most of the war film products are pervaded with a certain
progetto repubblica ceca
sione proposta a Charlie Chaplin, un film che avrebbe avuto nel ruolo principale, l’icona del cinema noir, Peter Lorre (un attore a cui Hrušínský veniva spesso paragonato). NellexCecoslovacchia è comunque evidente come la maggior parte dei film di guerra prodotti siano impregnati di un certo spirito “Švejkiano”, oltre a mettere in dubbio la moralità della guerra attraverso la commedia. Oltretutto, i discorsi nazionalisti, predominanti nei film di guerra di altri paesi, rimangono sullo sfondo nei corrispondenti film cechi, con poca enfasi sulle scene di combattimento. Il soldato molto semplice Ivan Chonkin (Život a neobyčejná dobrodružství vojáka Ivana Čonkina), diretto da Jiří Menzel nel 1994 e basato sul libro russo di Vladimir Vojnovich, è un segno che lo spirito vive ancora. Come in Švejk, i protagonisti non sono gli eroi del cinema di guerra di Hollywood, bensì persone normali che dimostrano le assurdità di un regime autoritario (in questo caso quello totalitario sovietico). Ed è proprio questo spirito che dimostra l'influenza del capolavoro di Jaroslav Hašek nella cultura ceca di oggi. "Švejkian" spirit, as well as questioning the morality of the war through comedy. Moreover, the nationalist discourse, predominant in war movies from other countries, remains in the background in their Czech counterparts with little emphasis on the combat scenes. Life and Extraordinary Adventures of Private Ivan Chonkin (Život a neobyčejná dobrodružství vojáka Ivana Čonkina), directed by Jiří Menzel in 1994 and based on the novel by the Russian Vladimir Vojnovich, is a sign that the spirit lives on. As in Švejk, the protagonists are not the heroes of the war movies of Hollywood, but ordinary people who demonstrate the absurdity of an authoritarian regime (in this case the Soviet totalitarian). It is precisely this spirit that shows the influence of Jaroslav Hašek's masterpiece in Czech culture today.
31
Fondata nel 1996, Finmed s.r.o. è una società che si occupa dell’importazione e commercializzazione di dispositivi medici, di prodotti ospedalieri monouso e di un’ampia gamma di accessori chirurgici. La sua sede centrale è stata stabilita a Praga ma Finmed è completamente introdotta nel circuito ospedaliero delle più importanti città della Repubblica Ceca. Il portafoglio dei prodotti copre vari rami della medicina ufficiale. Finmed S.r.o., founded in 1996, is a company involved in the importation and commercialization of medical devices, hospitals disposables and a wide range of surgical accessories. Its headquarters were established in Prague but Finmed is also fully introduced in the hospital circuit of the most important cities of the Czech Republic. The product portfolio covers several branches of the official medicine.
Dušní 8 110 00 Praha 1 tel. +420 224 814 602 finmed@tiscali.cz
32
diffusori acustici loudspeakers
Fonica International è un’azienda specializzata nella progettazione e produzione di diffusori acustici isodinamici di alta fedeltà. Sono prodotti realizzati in Italia, capaci di unire design e funzionalità al miglior livello di tecnologia internazionale. L’azienda nasce e si fonda sulla passione per la musica e sulla convinzione di poter creare dei prodotti di qualità straordinaria, senza avere alle spalle un colosso multinazionale. Fonica international is a company that is specialized in the design and manufacture of high-fidelity isodynamic loudspeakers. The products are produced in Italy and combine design and functionality - with state of the art international technology. The company was founded and based on a deep passion for music and on the assumption that it could create products of exceptional quality, without having to rely on the support of a multinational giant.
www.fonicainternational.com
MyLift ASCENSORI - PRODUZIONE, INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE ELEVATORS - MANUFACTURE, INSTALLATION AND SERVICE Fondata a Praga nel 2005, fa parte di un gruppo che opera da 50 anni nei maggiori mercati internazionali. La società realizza impianti per qualunque esigenza di movimentazione verticale. Il selezionato personale è in grado di installare, manutenere e riparare ascensori di ogni marchio. Rapidità, flessibilità ed esperienza, unite a professionalità, fanno di Mylift la soluzione sicura a ogni richiesta, garantendo piena soddisfazione al cliente. Founded in Prague in 2005, it is part of a group that has been operating in the major international markets for over 50 years. The company manufactures systems to meet any type of vertical handling requirements. Our selected staff is able to install, maintain and repair lifts of all brands. Rapidity of intervention, flexibility and experience, combined with professionalism make Mylift a safe solution to every requirement, ensuring full customer satisfaction. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 220 570 696 info@mylift.cz www.mylift.cz
progetto repubblica ceca
Industry and Trade
Fonica
Industry and Trade
Distribuzione presidi medico chirurgici Distribution of Medical Surgical Instruments
Industry and Trade
Industry and Trade
Finmed
Siad gas tecnici, speciali, medicinali, alimentari technical, specialty, medical and food gases Fondato a Bergamo nel 1927, SIAD è uno dei principali gruppi chimici italiani ed è attivo nei settori gas industriali, engi neering, healthcare, servizi e beni industriali. SIAD è presente nel Centro-Est Europa in dodici diversi Paesi, con siti produttivi e filiali commerciali. In Repubblica Ceca opera dal 1993 con SIAD Czech e, nel 2005, ha realizzato a Rajhradice, vicino a Brno, uno stabilimento di produzione dei gas industriali tra i più tecnologicamente avanzati di tutto il Paese. Founded in Bergamo in 1927, SIAD is one of the most important Italian chemical groups and it is present in the area of industrial gases, engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales offices in twelve different Central and Eastern European Countries. In the Czech Republic, it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established an industrial gases production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units in the entire nation. www.siad.cz siad@siad.cz
Hotel
Hotel
Tourism
Legal services, Consultancy
Progetto RC suggests
Alchymist Grand Hotel & Spa
La Ballerina Hotel
HOTEL
HOTEL
Sardegna Travel è il principale tour operator per la destinazione Sardegna in Repubblica Ceca. Nella stagione estiva garantisce tre voli diretti alla settimana, da Praga su Cagliari e Olbia. I suoi pacchetti turistici offrono una vacanza in alberghi e appartamenti di ogni categoria, oltre a vari servizi turistici: transfer, escursioni ed eventi culturali. Nel 2010 Sardegna Travel ha inaugurato lo showroom DI, esclusiva vetrina di prodotti sardi, dalla gastronomia alle opere di qualificati maestri artigiani. Sardegna Travel is the leading tour operator in the Czech Republic for Sardinian destinations. In the summer season it runs three direct flights a week from Prague to Cagliari and Olbia. Our tour packages offer vacations in various categories of hotels and apartments, as well as tourist services: transfers, excursions and cultural events. In 2010, Sardinia Travel opened the DI showroom, an exclusive showcase of traditional Sardinian products, ranging from gastronomy to art-works made by local skilled craftsmen.
È il primo hotel della catena Alchymist Group di Giorgio Bonelli. Situato nel centro di Praga, ai piedi del Castello e a pochi minuti dal Ponte Carlo, sorge in un palazzo cinquecentesco. Arredo barocco, camere spaziose e lussuose, confort all’avanguardia, personale attento a ogni esigenza. L’hotel ospita il ristorante Aquarius per viziare gli ospiti con pasta fatta in casa e pregiati vini italiani, e l’Ecsotica Spa, che garantisce un totale relax con le sue strutture per la sauna, il fitness e le piscine. It is the first hotel in the chain of Giorgio Bonelli's Alchymist Group. Located in the centre of Prague, at the foot of the Castle, a few minutes from Charles Bridge, it appears in a sixteenth century palace. Baroque furnishings, spacious rooms and avantgarde luxurious comfort, attentive to all needs. The hotel houses the restaurant Aquarius to pamper guests with homemade pasta and fine Italian wines, and the Ecsotica Spa, which guarantees total relaxation with its sauna facilities, gym and swimming pools.
La Ballerina è l’ultimo hotel dell’Alchymist Group. A pochi passi dalla casa danzante e dalla Moldava, l’albergo è situato in un palazzo neoclassico, con trenta camere all’insegna del gusto italiano. Raffinato ma sobrio, con una politica dei prezzi moderata, la Ballerina è un urban concept: un hotel elegante con il servizio e l’ospitalità garantiti dal gruppo Alchymist. Gli ospiti possono usufruire di servizi aggiuntivi, come spa o ristorante, negli altri alberghi praghesi della catena Alchymist. La Ballerina is the last hotel of the Alchymist Group. A few steps from the Dancing house and from the Vltava River, the hotel is situated in a neoclassical building, with thirty rooms with an Italian flavour. Refined yet understated, with a moderate pricing policy, la Ballerina is an urban concept: a stylish hotel with the service and hospitality guaranteed by the Alchymist group. Guests can take advantage of additional services such as spa or restaurant, in the other hotels in Prague of the Alchymist chain.
Slovenská 1 120 00 Praha 2 tel. +420 222 320 120, www.sardegnatravel.cz info@sardegnatravel.cz
Tržiště 19 11800 Praha 1 tel. +420 257 286 011 info@alchymisthotel.com www.alchymisthotel.com
Dittrichova 20 12000 Praha tel. +420 221 511 100 www.ballerinahotel.com
ŠAFRA & PARTNEŘI
Sardegna Travel
Studio Legale Law Office
SPECIALISTI IN SARDEGNA SPECIALISTS IN SARDINIA
Siamo uno Studio legale di Praga fondato nel 2008, specializzato nella consulenza ai cittadini stranieri e agli expat, in particolare agli Italiani. In prevalenza ci occupiamo di diritto societario e commerciale, immobiliare, diritto d’autore e penale. Il nostro Studio si avvale di sei avvocati, di praticanti legali e di uno staff amministrativo. Tale organizzazione ci permette di dedicarci direttamente alle esigenze dei nostri clienti e di poter sempre contare sui pareri di avvocati specializzati. We are a law firm located in Prague that was established in 2008. Our firm is specialized in providing legal advice to foreign nationals and expats, in particular Italians. We deal mostly with corporate and commercial law, real estate, copyright, as well as criminal law. The team is made up of six lawyers, legal practitioners and administrative staff. Our organization is thus well-suited to deal with the requirements and needs of our clients, who can always rely on the advice and services of our expert lawyers. Revoluční 8 110 00 Praha 1 tel. +420 296 785 411 office@safra-advokati.cz www.safra-advokati.cz
progetto repubblica ceca
33
MACROECONOMIA
di Gianluca Zago
Disoccupazione Produzione industriale Unemployment Industrial Output
Leggerissimo miglioramento dei dati sulla disoccupazione. In aprile si è registrato un tasso del 6.5% della popolazione attiva, o 7.9% generale. Dati preliminari per maggio indicano una ulteriore riduzione marginale. Si tratta comunque di valori ancora piuttosto elevati, anche se estremamente inferiori all’Eurozona. Considerando il notevole output del settore industriale, in crescita da diversi mesi, e i buoni risultati generali del PIL, si conferma ancora una volta come la ripresa non stia generando sufficienti posti di lavoro. Suscita critiche anche la politica degli incentivi, che tende a portare in Rep. Ceca aziende destinate ad assumere maestranze non qualificate, spesso immigranti, con salari prossimi al minimo legale. Ciò, come è ovvio, non genera sviluppo economico e altri posti di lavoro, bensì impoverisce il mercato del lavoro stesso. La regione di Praga è come d’abitudine quasi a piena occupazione. Ciò per molteplici motivi, anche legati al terziario e al turismo. Purtroppo gran parte del resto del paese non riesce ad uscire da una realtà di endemica disoccupazione. Un motivo preponderante è il welfare molto generoso che consente una sopravvivenza dignitosa, ma pigra, nelle aree meno sviluppate del paese. The unemployment level slightly improved in April. The active population unemployment was at 6.5%, or 7.9% overall. Preliminary data for May indicate an improvement too, albeit marginal. The figures are still quite high, though much lower than the Eurozone. When looking at the good industrial performance and the GDP improvement in the last few months, one must once again note that the recovery is not generating enough new jobs. There are also doubts about the incentive programs to attract FDI, which tend to attract companies that end up offering low-end jobs, often to immigrants, at the bottom of the pay scale. This, of course, is not really improving the general state of the economy or generating new jobs; on the contrary, it depresses the average income levels. The Prague region is as usual almost at full employment, for several reasons, among which the strong service industry and tourism. Sadly, large parts of the country don’t seem to find a way to improve their jobless situation. One of the reasons is the overgenerous welfare system, which grants a dignified standard of living, albeit lazy, in the poorest areas of the country.
34
Continua la ottima performance del settore industriale, in termini di output. Anche in aprile crescita molto forte, del 7.7% su base annua a prezzi costanti. Come d’abitudine, il traino è dato dall’export, verso cui il grosso della produzione industriale è rivolto. Infatti, la domanda interna continua ad essere modesta, con preoccupanti risvolti sociali e di benessere generale del paese. Ciò è poco rassicurante per il settore industriale, in prospettiva futura, poiché pone forti pressioni verso l’apprezzamento della corona. Ma in mancanza di domanda interna, per mantenere competitività nell’esportazione, la sola via è l’incremento di produttività almeno uguale al rafforzamento della moneta. In altre parole, la riduzione dei salari, fenomeno ben visibile nei paesi dell’Europa meridionale nell’ultimo decennio. Outlook positivo anche per i prossimi mesi, con ordinativi in crescita del 14% in aprile. Al solito, il settore automotive fa la parte del leone, ma si registra una crescita importante anche nel settore dell’elettronica. Per la prima volta da molti mesi, si registra anche una crescita dell’occupazione nelle aziende industriali con più di 50 addetti. An excellent performance for the industrial sector in April too. The output grew by 7.7% y-on-y, at constant prices. As usual, export is once again the main engine of the industrial sector. Unfortunately, the domestic demand for goods is still very poor, with dire consequences on the economic and social fabric of the country. Looking ahead, that is not very good news for the industrial sector, since it creates pressure towards the appreciation of the crown. However, when domestic demand is lacking, the only way to be competitive is by increasing productivity at least as much as the currency appreciation. In other words, by cutting salaries, as it has happened in southern European countries in the last decade. Also new orders for industrial goods grew by 14% in April, giving a positive outlook for the coming months. As usual, the automotive sector is the strongest, but also the electronic one is growing nicely. For the first time in months, we see improvements in occupation in companies with more than 50 workers.
progetto repubblica ceca
economia e mercato markets and data
Economics
by Gianluca Zago
Inflazione Commercio estero Inflation Foreign Trade
Nessuna buona notizia sul versante dell’inflazione. Dopo una leggera crescita dovuta alla svalutazione della corona, si è tornati alla sostanziale deflazione. Con prospettive disastrose per i cittadini cechi. In maggio il CPI ha registrato lo 0.8%. Sembra che anche a livello di BCE, con un lungo ritardo, ci si sia resi conto che la pedante e cieca lotta all’inflazione sta massacrando la domanda interna un po’ dovunque. La Rep. Ceca, pur avendo una banca centrale indipendente, non può non risentire delle politiche monetarie scellerate dell’Eurozona. Il tentativo fatto con la svalutazione della moneta non è evidentemente andato a buon fine, dato che la corona si è svalutata ma la stagflazione di fatto rimane, con un doppio effetto negativo per il bilancio dello Stato e per l’occupazione. Se il governo riuscisse, in uno scatto di autonomia nazionale, ad opporsi ai convincimenti antimonetaristi di Bruxelles e Francoforte, stimolerebbe un clima conducente a scelte di massiccio QE da parte della Banca Centrale ceca. Sembra invece che sia di nuovo ventilata l’ipotesi di un rapido accesso all’euro, il cui processo di avvicinamento prevede una stabilizzazione del cambio a 27, e il rigido congelamento dell’inflazione. No good news on the inflation front. After a slight increase due to the devaluation of the crown, we are back to a de facto deflation. CPI for May was recorded at 0.8%, which is a very bad figure. Although it eventually seems that even the ECB, albeit extremely late, has realized that the pedantic and blind war on inflation is a disaster for the domestic demand almost everywhere. The Czech Rep., even with an independent central bank, is not strong enough to be immune to the dumb monetary policies of the Eurozone. The devaluation of the crown didn’t actually produce the results hoped for, since the currency is cheaper but the stagflation still persists; therefore, a double negative effect, both on the state budget and on the job market. If the government had the strength to oppose the anti-monetaristic stance in Brussels and Frankfurt, it will foster a climate conductive to massive QE choices by the Czech Central Bank. It seems that once again there are pressures for a quick euro adoption. Yet the path required for the process is that of a steady exchange rate to 27, and inflation freezing.
Solido attivo della bilancia commerciale anche in aprile, di 16 miliardi di corone. E in crescita di 1.5 rispetto all’anno scorso. Come d’abitudine, forte surplus con l’area EU, a 53 miliardi, e bilancio negativo verso i paesi asiatici e Russia, di circa 4 miliardi. Le esportazioni sono cresciute del 10.8% su base annua, mentre l’import è salito del 9.2%. Interessante notare che però, valutate in euro, importazioni ed esportazioni siano cresciute solo del 2.8 e 4.3%. Valori comunque molto solidi. E che dimostrano in maniera evidente quanto importante sia l’export per l’economia ceca. Così importante che si tende a penalizzare la domanda interna pur di salvaguardare la competitività della produzione destinata all’export. Ciò è gestibile, pur con molta difficoltà, se si è in controllo di una propria moneta autonoma. Ma se il processo di adozione dell’euro dovesse procedere, non rimarranno spazi di manovra che non siano la depressione sistematica di domanda interna e salari, per mantenere competitività di prezzo. Strong positive trade balance in April, by 16bn crowns. On a y-on-y basis, a very nice growth by 1.5bn. As usual, the surplus is very large with EU area, by 53bn crowns. And as usual, it is again in negative territory with Asian countries and Russia, by 4bn crowns. Exports improved by 10.8% on a yearly basis, and imports grew by 9.2%. It is interesting to point out that, due to the crown devaluation, exports and imports in euro grew only by 4.3% and 2.8%. In any case, very strong figures. It is clear how important exports are for the Czech economy. So important in fact, that sometimes there is the tendency to depress the domestic demand in order to keep the export prices attractive. This is manageable, even if difficult, when a country is in control of its own currency. But if the euro adoption path would continue, there won’t be any other measure to protect export prices than to systematically depress domestic demand and workers’ salaries.
progetto repubblica ceca
35
Proprietà di appartamenti: legge ceca e italiana a confronto
Mgr. Martin Holub, advokát Mgr. Lucie Miškovská Studio Legale Šafra & partneři Martin.Holub@safra-advokati.cz Mgr. Martin Holub, advokát Mgr. Lucie Miškovská Law Firm Šafra & partneři Martin.Holub@safra-advokati.cz
36
La proprietà degli appartamenti è di natura abbastanza specifica, poiché l’appartamento nella sua essenza non è una cosa autonoma e fa sempre parte di un insieme maggiore – l’edificio in cui si trova. L’ordinamento giuridico deve prendere in considerazione anche il fatto che un edificio è composto da più appartamenti di proprietari diversi. La disciplina di questo istituto differisce abbastanza nell’ordinamento ceco e italiano, anche se il nuovo Codice civile comporta un certo avvicinamento. La disciplina italiana della proprietà degli appartamenti è sin dall’anno 1942 concentrata nel Codice civile. Dal primo gennaio 2014 anche in Repubblica Ceca questa disciplina è compresa nel nuovo Codice civile. Prima dell’entrata in vigore di quest’ultimo era invece regolata da una legge speciale. Apartment property is of a specific nature, because an apartment is not essentially an autonomous item and is always part of a larger entity –the building in which it is located. The legal system has consider the fact that a building is made up of several apartments which belong to different owners. The regulation of this institute in the Czech Republic and Italy differs, although the Civil Code contains certain similarities. The Italian discipline on apartment property ownership is contained in the Civil Code since 1942. Since the January 1st 2014 even in the Czech Republic this discipline has now been included in the new Civil Code. However, before the latter came into force, it was regulated by a special law. It is usual for this type of ownership that the ownership of an apartment
Per questo tipo di proprietà è tipico che alla proprietà dell’appartamento come unità autonoma si leghi la proprietà di una quota sulle parti comuni dell’edificio. Ogni proprietario ha il diritto di usare queste parti dell’edificio ma anche il dovere corrispondente di amministrarle e mantenerle. Mentre si può disporre dell’appartamento abbastanza liberamente (presuppo-
sto che i diritti degli altri proprietari delle unità immobiliari dello stabile non vengano menomati), delle parti comuni dell’edificio, più precisamente dell’edificio come un complesso, e di regola anche del terreno sul quale è sito, decidono insieme i proprietari dei singoli appartamenti. A tale fine i proprietari si riuniscono in assemblee dove prendono le decisioni
- as an independent unit – should also include the ownership of a share of the common parts of the building. Each owner has the right to use these common parts of the building, but also have the duty to administer and do the necessary maintenance. Whilst one may dispose quite freely of one’s apartment (assuming that the rights of the other owners of the residential unit of
the building are not impaired), for the parts of the building that are in common, or more precisely the building as a complex (including as a rule, also the land on which it is located) it is up to the owners of the single apartments to decide together. To this end, the owners take part in an assembly where they assume the fundamental decisions. Ensuring the eve-
progetto repubblica ceca
panorama legislativo laws and rules
Apartment Property: a comparison between Czech and Italian law fondamentali. Garantire il funzionamento quotidiano poi spetta di regola ad un comitato o ad un proprietario incaricato eletto dall’assemblea, in Italia all’amministratore. Le disposizioni basilari che riguardano l’edificio e il suo funzionamento vengono prese dall’assemblea in modo maggioritario. Le regole per la formazione delle decisioni vincolanti per tutti i proprietari
ryday operations is normally the task of a committee or owner representative that is elected by the assembly, whilst in Italy this is done by an administrator. The basic provisions concerning the building and its management are decided by the Assembly according to a majority vote. The rules that involve the formation of binding decisions by all the owners, have to be established
devono essere stabilite in un modo che garantisca la protezione dei diritti dei singoli proprietari e contemporaneamente non limiti l’amministrazione dell’edificio. Una regolazione troppo rigida può rendere difficile, a volte anche impossibile, l’accoglimento delle decisioni necessarie. Gli istituti che facilitano il buon esito delle decisioni sono differenti in entrambi i Paesi.
so as to ensure the protection of the rights of each individual owner, and at the same time, so as not hinder the administration of the building. Regulations that are too strict could, in fact, make it difficult - and at times even impossible – the acceptance of the decisions that are necessary for the administration and running of the building. The instiutes that facilitate
Mentre il legislatore italiano permette di far svolgere la cosiddetta assemblea di seconda convocazione, il legislatore ceco opta per il procedimento della votazione “per rollam” (per iscritto). La differenza sostanziale tra la regolazione ceca e quella italiana è che in Italia i proprietari degli appartamenti formano una specie di collettività informale mentre in Repubblica Ceca nasce per legge una persona giuridica autonoma chiamata associazione dei proprietari delle unità. Ciò è pratico soprattutto per la stipula dei contratti relativi all’amministrazione dell’edificio perché in Italia gli obblighi dell’intero condominio vengono accettati dall’amministratore in veste del suo rappresentante. Gli atti dell’amministratore, nei limiti dei propri poteri, sono direttamente vincolanti per i condomini, poiché non esiste un soggetto giuridico autonomo che si occupi delle
relazioni esterne. Di regola i contratti non sono stipulati da tutti i proprietari insieme, il che porta ad una posizione insicura dei creditori. I proprietari partecipano all’amministrazione del condominio e alle spese relative in proporzione alla propria quota sulle parti comuni. Nell’ambiente legale italiano questa quota viene determinata dalla proporzione tra il valore dell’appartamento e quello dell’edificio. Nell’ambiente legale ceco invece, anche dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice civile, rimane prevalente la proporzione tra la superficie calpestabile di un appartamento e la superficie calpestabile di tutte le unità dell’immobile. Ad ogni modo è possibile stipulare che le quote sulle parti comuni dell’edificio vengano determinate in dipendenza del valore dell’appartamento oppure che le quote di comproprietà siano identiche.
the acceptance of the decisions are different in both Countries. Whilst the Italian law allows the convocation of the so-called second assembly meeting, the Czech legislator has opted for a “per rollam” voting. (in writing). The basic difference between Czech and Italian regulations is that in Italy the apartment owners form a sort of informal collectivity, while in the Czech Republic, an independent legal entity called the unit owners’ association is formed by law. This is particularly useful for the concluding contracts regarding the administration of the building, because in Italy the obligations for the entire condominium lie under the responsibility of the condominium administrator. The acts of the administrator, within the limits of his competence, are directly binding on all the owners, as there is no independent legal entity
in charge of external relations. As a rule, contracts are not made out by all the owners together, which makes the position of creditors insecure. The owners participate in the administration of the condominium and its expenses in proportion to each one’s share of the common parts. In the Italian legal environment this quota is determined on the basis of the proportion between the value of the apartment and that of the building. In the Czech legal environment instead, even after the entry into force of the new Civil Code, the prevalent aspect is the proportion between the floor area of an apartment and the floor area of all the units of the building. In any case, it is possible for the common parts of the building to be determined according to the value of the apartment or for the co-ownership quotas to be identical.
progetto repubblica ceca
37
La rivincita dei paneláky Vivo ricordo del comunismo, i tipici palazzoni prefabbricati continuano a essere in voga, ma per molti cechi restano una scelta dettata dalla necessità
Simbolo dell’epoca socialista, i paneláky sono i tipici palazzoni grigi costruiti con pannelli prefabbricati di cemento. Realizzati quasi sempre in quartieri periferici, non si sono mai scrollati l’immagine di passato opprimente riflesso sul paesaggio. Qualcosa di cui sbarazzarsi? Tutt’altro. Negli ultimi anni si assiste a una rivincita dei paneláky, case in cui i cechi tutto sommato vivono volentieri e la cui domanda non è mai tramontata. Le opinioni restano però discordi: c’è
chi li apprezza davvero ma anche chi fa buon viso a cattivo gioco, non potendosi permettere un’abitazione più costosa. Non si può comunque negare che con il tempo e le modifiche strutturali sia cambiato anche il modo di concepire questi condomini in stile sovietico. I primi pannelli prefabbricati furono usati negli anni ‘40 ma è soprattutto nella Cecoslovacchia socialista dei due decenni successivi all’invasione sovietica del ‘68 che questi caseggiati
spuntarono come funghi nel quadro della campagna di edilizia popolare lanciata dal regime. All’epoca rappresentavano la casa tanto agognata per la gente inserita in lunghe liste d’attesa per ottenere un appartamento. Soluzione veloce ed economica alla crisi degli alloggi degli anni postbellici, gli enormi palazzi standardizzati a dodici o più piani formavano interi quartieri e cambiarono notevolmente i tratti delle città. La loro mancanza di individualismo rifletteva le basi
di Sabrina Salomoni by Sabrina Salomoni
A vivid memory of communism, the typical prefabricated apartment blocks, continue to be in vogue, but for many Czechs they represent a choice that is dictated by need
38
I paneláky del quartiere di Chodov / Paneláky in the district of Chodov
A symbol of the socialist era, the paneláky are the typical grey buildings constructed with precast concrete panels. Built mostly in the suburbs, they have never shaken off the image of an oppressive past that is reflected on the landscape. Something to get rid of? Quite the contrary. In recent years we are witnessing a rematch of the paneláky, buildings in which the Czechs, after all, seem quite happy to live in and whose demand has never waned. However, opinions remain rather divided: there are those who really appreciate them, but also those who make the best of a bad job and choose them because they are not able to afford more expensive housing. However, we
cannot deny that over time and with various structural modifications, even these Soviet-style apartment buildings are now considered differently. The first precast panels were used in the 1940s but it was mainly in the socialist Czechoslovakia of the following two decades, after the Soviet invasion of 1968, that these blocks sprang up like mushrooms within the campaign framework launched by the social housing system. At the time, they were the houses that people sought after, which had long waiting lists. Fast and economic solutions to the housing crisis of the post-war years, the huge standardized buildings with twelve or more floors made up entire neighbourhoods
progetto repubblica ceca
and changed dramatically the layout of the city. Their lack of individualism reflected the ideological background of the regime, planned as dwellings for a classless society and the emblem of a government that constantly intruded into the grey everyday life of individuals. The first panelák appeared in Prague Ďáblice in 1955, while Jižní Město, in the south part of the capital, dates back to the seventies. It is the largest and most populated area and includes the neighbourhoods of Chodov and Háje and hosts the most conspicuous part of the almost 80,000 inhabitants of Prague 11. At the beginning, there were only heaps of mud and the use
focus focus
The revenge of the paneláky ideologiche del regime, pianificati come abitazioni di una società senza classi ed emblema di un governo che s’intrometteva costantemente nella grigia quotidianità dei singoli. Il primo panelák apparve nel 1955 a Praga Ďáblice mentre risale agli anni settanta Jižní Město, la zona sud della capitale. È il complesso più grande e popolato, include i quartieri di Chodov e Háje e ospita la parte più cospicua dei quasi 80.000 abitanti di Praga 11. All’inizio c’erano solo montagne
di fango, gli stivali di gomma erano d’obbligo, mancavano i servizi basilari, bisognava affrontare un lungo tragitto solo per far la spesa. Proprio qui la regista Věra Chytilová girò Panelstory, film che denuncia le condizioni di questa periferia. Un paesaggio analogo è descritto nei versi del cantautore Slávek Janoušek: “baracche di lamiera cumuli d’argilla tubi bardane ed erbaccia, li vedo senza occhiali. Una rete di pannelli spezzati botti lamiere fili travi cavi”. La comparsa di
scuole e negozi e l’arrivo della Metro C ad Háje nel 1980 migliorarono la vita degli inquilini. “Appena viene meno la necessità di spostarsi per lo sport, la spesa o la cultura, la gente percepisce lo spazio in modo diverso” afferma Jiří Bartoň, cronista che ha trascorso tutta la vita a Jižní Město. Caduto il regime si è più volte pensato al da farsi riguardo ai casermoni. Progettati per una durata di circa 40 anni, abbatterli e costruire edifici più belli è un’utopia, sia per la carenza di mezzi
finanziari, sia perché in Repubblica Ceca gli appartamenti prefabbricati sono 1,2 milioni e ci vivono oltre tre milioni di persone. La sola Praga conta 54 quartieri popolari, 200.000 appartamenti che occupano il 6% della sua superficie e ospitano mezzo milione di persone. Nel 2011 ne è stato demolito uno a Havlíčkův Brod, fatto unico non solo in Vysočina ma in tutto il Paese. L’edificio è stato abbattuto per motivi estetici, da trent’anni ostruiva la vista del centro città. Se anche i
of rubber boots was mandatory, and it also lacked basic services and you had to face up to a long trip just to do a little bit of shopping. It was here, in fact, that director Věra Chytilová shot Panelstory, a film that reports on the real conditions of this suburb. A similar landscape is described in the verses of the singer Slávek Janoušek: “tinshacks, mounds of clay, pipes, casks, burdocks and weeds, I see them without my glasses. A network of broken panels, barrels, metal sheets, wires beams cables”. The opening of schools and shops and the arrival of the C Metro in Háje in 1980 improved the lives of the tenants. “As soon as there is less need to travel for sports, shopping or culture, people perceive space differ-
ently”, says Jiří Bartoň, a reporter who has spent his entire life in Jižní Město. After the fall of the regime they often thought of transforming these barracks. Designed to last for a period of about 40 years, knocking them down now to build more beautiful buildings is a sort of utopia, due to a lack of financial resources and because in the Czech Republic the prefabricated apartments are 1.2 million, with more than three million people living in them. Prague itself has 54 popular neighbourhoods and 200,000 apartments that occupy 6% of its surface and host half a million people. In 2011, one of them was demolished in Havlíčkův Brod, a unique fact not only for Vysočina but for the whole country. The building
was torn down for aesthetic reasons and for thirty years it had obstructed the view of the city centre. If even the population proved to be favourable to the demolitions, the institutions might consider it necessary also to protect the paneláky – because just to save the buildings of the district of Lesná in Brno, they declared the area a cultural monument. However, quite recently they have chosen to personalize the external part of the paneláky in order to modernize them. Brick took the place of formica, wooden windows were converted to plastic ones, the external parts insulated and painted with brighter colours. “If intact, the concrete will last at least for a dozen years”, said the president
of the Centre for redevelopment of prefabricated houses Tomáš Fendrych, “but we need constant maintenance”. As well as the exterior, they also redid the heating system, the lifts, the entrances and the single apartments. Fully restored and relieved from their historical weight, the conglomerates now create a completely different atmosphere. A survey in 2013 to discover the opinions of Czechs towards housing shows that 53% are satisfied with their homes – a figure that in 2001 did not exceed 36% and 40% of them consider it excellent to be able to reside in a suburb, whilst in 2001 it was only 16%. The real estate agents confirm this remarkable recovery of the market, where the
progetto repubblica ceca
39
Accessibili sul piano economico e ben collegati dai mezzi di trasporto, i paneláky continuano ad essere uno degli alloggi più gettonati dalla classe media Accessible from an economic point of view and wellconnected to the public transport system, the paneláky are still one of the most popular middleclass forms of housing
40
cittadini si mostrassero favorevoli alle demolizioni, le istituzioni reputano necessario tutelare i paneláky, tanto che per salvare gli edifici del quartiere Lesná a Brno, hanno dichiarato l’area monumento culturale. Di recente si è invece scelto di personalizzare l’esterno dei paneláky e modernizzarli. Il mattone sostituisce la formica, le finestre di plastica quelle di legno, le facciate sono sottoposte a coibentazione e tinteggiate con colori più vivaci. “Se integro, il cemento armato resiste decine e decine di anni” dice il presidente del Centro per il risanamento delle case prefabbricate Tomáš Fendrych, “ma servono regolari lavori”. Oltre agli esterni ci si dedica al rinnovo dell’impianto di riscaldamento, ad ascensori, ingressi e singoli appartamenti. Risanati e sgravati del peso storico, i conglomerati di palazzoni creano un’atmosfera del tutto nuova. Da uno studio del 2013 che esamina l’atteggiamento dei cechi verso gli alloggi emerge che il 53% è soddisfatto main request is for paneláky, and this is due to their attractive prices, that have gone down on average by 30% since 2008. The crisis has certainly had its weight, but in reality, many Czechs have never stopped appreciating the positive aspects of these neighbourhoods and do not wish to abandon them, because they also offer many services: public parks, essential services such as schools, kindergartens, shops and health facilities, and a transport system that connects the periphery to the centre. For these reasons, the paneláky are normally inhabited by the middle classes: doctors, teachers, professionals, but also managers and entrepreneurs, who could easily afford to buy a house in the centre or a new one. They are thus far from being ghettos in which to marginalize the low social classes, but it also happens that this type of dwelling is chosen by important political figures. Former Prime Minister Jan Fischer
della propria abitazione, cifra che nel 2001 non superava il 36%. Il 40% reputa ottimale risiedere in un quartiere popolare mentre nel 2001 era solo il 16%. Le agenzie immobiliari confermano la notevole ripresa del mercato, dove la richiesta principale riguarda proprio i paneláky e si deve ai prezzi interessanti, abbassatisi in media del 30% dal 2008. La crisi ha certo il suo peso ma in realtà molti cechi non hanno mai smesso di apprezzare i lati positivi di questi quartieri e non vogliono abbandonarli poiché nei dintorni non manca nulla: il verde pubblico, i servizi di prima necessità come scuole, asili,
negozi e strutture sanitarie, i trasporti che in mezz’ora collegano le zone periferiche al centro. Per queste ragioni i paneláky sono normalmente abitati dalla classe media: medici, insegnanti, liberi professionisti ma anche manager e imprenditori che potrebbero tranquillamente comprarsi una casa in centro o di nuova costruzione. Lungi dall’essere considerati dei ghetti in cui emarginare la classe sociale più bassa, capita persino che questo tipo di dimora sia scelto da personaggi di vertice della politica. L’ex premier Jan Fischer rifiutò di stabilirsi nella villa di rappresentanza che definì un bell’hotel e restò nel suo appartamento a
Il primo panelák a Praga Ďáblice / The first panelák in Prague Ďáblice
refused to settle in the representative villa, which he defined as a “nice hotel” and stayed in his apartment in Barrandov. “I want to live in my house, in my neighbourhood, where I do not miss anything and I get along well with the people there. From my panelák at the top floor, I have a nice view of Prague. I would never change it”. The current president Miloš Zeman, before moving into the presidential premises, lived for
progetto repubblica ceca
some time with his family in a panelák at Stodůlky, the western outskirts of Prague. Even his predecessor Václav Klaus, although he moved to the castle of Lány, always praised his apartment in Prosek: “Our children were born there and they had a place where to play, unlike Tyl Square, where I lived”, he declared in 2003. “For this reason I do not demonize the popular districts. The fact that they were designed ac-
focus focus
Barrandov. “Voglio vivere a casa mia, nel mio quartiere, dove non mi manca nulla e vado d’accordo con la gente. Dal mio panelák all’ultimo piano ho una bella vista su Praga. Non lo cambierei”. L’attuale presidente Miloš Zeman, prima di trasferirsi nella sede presidenziale ha continuato a vivere per qualche tempo con la famiglia in un panelák di Stodůlky, periferia occidentale di Praga. Anche il suo predecessore Václav Klaus, sebbene trasferitosi al castello di Lány, ha sempre lodato il suo appartamento a Prosek: “Qui sono nati i nostri figli e avevano un posto in cui giocare, a differenza di Piazza Tyl, dove vivevo io” dichiarò nel 2003. “Per questo non demonizzo i quartieri popolari. Che tutto sia stato infelicemente concepito secondo il socialismo, che gli appartamenti siano piccoli, che i paneláky siano inaccettabili sul piano estetico, è un’altra cosa”. Sono passati decenni da quando l’ex presidente Václav Havel, visitando Jižní Město nel 1989, definì i paneláky cording to socialist principles and the apartments are rather small and unacceptable from an aesthetic point of view – is another issue”. Decades have passed since former President Václav Havel, while visiting Jižní Město in 1989, defined the paneláky as rabbit hutches. Yet the general consensus remains critical and the comments we hear in Prague do not exactly speak of true love for these types of buildings. “The panelák is the cheapest solution, but a house is a house”, states Radim Sládek. This is echoed by Petr Urbánek: “I doubt whether people love the paneláky, perhaps the fact is that the average Czech has no money to buy a better house”. Milan Šimiak is of the same opinion: “It is not true that people like staying in a panelák, and if they do so, it is probably out of necessity. It is a cheap house and people do not have enough money to buy a house in the city, and a house in the country is out of the question if you have to go back
delle conigliere. Eppure l’opinione generale resta critica, i commenti dei praghesi escludono si possa parlare di vero amore per questo tipo di edifici. “Il panelák è la soluzione più economica. Ma una casa è una casa” afferma Radim Sládek. Gli fa eco Petr Urbánek: “Dubito che la gente ami i paneláky, forse il ceco medio non ha i soldi per un’abitazione migliore”. Dello stesso parere Milan Šimiak: “Non è vero che alla gente piace stare in un panelák, si ritorna ai paneláky per necessità. È un’abitazione a buon mercato. Non ci sono abbastanza soldi per una casa in città. E una casa in campagna non serve a nulla se si deve andare avanti
e indietro, perché in alcuni paesi non ci sono nemmeno un supermercato né il dottore o la posta!” Una questione di convenienza. C’è tuttavia chi vi riscontra dei lati positivi come Daniel Tomek: “Una casa mai più: l’impossibilità di passeggiare (e nel caso, lungo la strada), gli alberi solo al di là di un recinto, tutto il giorno fracasso (seghe, tosaerba, quad, cani che abbaiano senza sosta), il bosco è molto più distante dal quartiere popolare... Il panelák è pessimo sul piano della posizione sociale ma è eccellente se si vuole aver tempo per la famiglia, una cosa diversa dal continuo ciabattare in casa e dal pendolarismo”. Molti si
lamentano dei rumori. Così descriveva il panelák il cantautore Janoušek nel 1988: “La nostra casa è piena di rumori, da sinistra e da destra, dall’alto e dal basso, che crepitio e che risate, canti, urla e imprecazioni”. A pochi passi l’uno dall’altro, i palazzoni non favorivano certo la privacy. Che i pettegolezzi tra vicini siano il pane quotidiano e i muri abbiano orecchie di carta emerge anche dalla serie slovacca Panelák, ambientata in un palazzo di tre piani dove tutti si conoscono e sanno tutto degli altri perché “stai lì a guardare quasi tutto il giorno, tutto l’anno, l’antistante blocco, come un allocco”.
Copertina di un libro e della serie slovacca Panelák / Cover of a book and of the Slovak TV series Panelák
and forth, because in some villages there isn’t even a supermarket or a doctor or a postal service”. It is a matter of convenience. There are those, however, who discover a few positive sides, such as Daniel Tomek: “A house never again: the inability to walk (and if it is the case, along the street), the trees just beyond the fence, the noise of saws, lawn mowers, quads and dogs barking all day, the woods much further away from the
neighbourhood... the panelák is bad in terms of social position but is excellent if you want to spend time with the family, a different thing from the continuous shuffling at home or commuting”. Many complain of the noise. This is how the songwriter Janoušek described the panelák in 1988: “Our house is full of noises, from left right and centre, from above and below, surrounded by crackling and laughter, singing, shouting
progetto repubblica ceca
and swearing”. Within walking distance one from the other, the buildings certainly did not favour privacy. If the gossip of neighbours is the daily bread and the walls have paper ears also emerges from the Slovak TV series Panelák, set in a three-storey building where everyone knows each other and what is going on because “you are standing there staring most of the day and all year at the building opposite, like a fool”.
41
L'esistenza in bilico di Horní Jiřetín The hovering fate of Horni Jiřetín
L’antico comune, ai piedi dei Monti Metalliferi, sorge su un giacimento di carbone e rischia di essere sacrificato per esigenze energetiche
The ancient town, at the foot of the Ore Mountains, it is located on a coal seam and risks being sacrificed for energetic needs
42
La fame di carbone delle vicine centrali termoelettriche potrebbe presto far sparire un comune della Boemia nord occidentale – Horní Jiřetín, poco più di duemila abitanti – che ha la sventura di trovarsi sopra un enorme giacimento di lignite ancora da sfruttare.
Il piccolo centro abitato si estende ai piedi dei Monti Metalliferi. Da una parte confina con i boschi, dall’altra con una sterminata miniera di superficie, di proprietà del colosso carbonifero Severní energetická. Il sito estrattivo ha un nome che ricorda il passato: Lom Československé
armády, la Miniera dell’Armata Cecoslovacca. Ci troviamo a due chilometri da Litvínov, la cittadina industriale, nota anche per aver dato i natali alla top model Eva Herzigová. Poco più a nord, sull’altro versante dei monti, inizia la Sassonia tedesca. Nel centro di Horní
Hunger for coal from the nearby thermoelectric power stations may soon cause the removal of a town in north-western Bohemia – that of Horni Jiřetín, just over two thousand inhabitants – that has the misfortune of being on top of a huge reservoir of untapped lignite. The small town lies at the foot of the Ore Mountains. On one side it borders with the woods and on the other with a vast surface mine, owned
by the giant coal company Severní energetická. The name of the mining site reminds us of the past: Lom Československé armády, the Mine of the Czechoslovak army. We are about two kilometres from Litvínov, the industrial town, also known for being the birthplace of the supermodel Eva Herzigová and a little further north, on the other side of the mountains, we have German Saxony. In the centre of Horni Jiřetín – which
was once the domain of the Lobkowicz family - is the church of the Assumption, in Baroque style, which was built in the late eighteenth century. A few miles farther on, outside the residential area, there is Zámek Jezeří, a rather neglected castle. The old manor, surrounded by trees and perched on the rocks, seems almost like an outpost, built to defend the village. There is nobody around and the atmosphere is disquieting. It is not sur-
progetto repubblica ceca
attualità current affairs
Jiřetín – che un tempo era zona di dominio della famiglia Lobkowicz – si trova la chiesa dell’Assunzione, in stile barocco, la cui costruzione risale alla fine del Settecento. Qualche chilometro più in là, ormai fuori dal centro abitato, si arriva allo Zámek Jezeří, un castello in condizioni di semi-abbandono. L’antico maniero, in mezzo agli alberi e inerpicato sulle rocce, sembra quasi un avamposto di difesa del villaggio. In giro non c’è anima viva e l’atmosfera è inquietante. Non sorprende che proprio qui, durante gli anni ’80, una troupe di cineasti americani sia venuta a girare alcune delle sequenze più agghiaccianti del film Howling (l’Ululato), una storia di licantropia. Giù in basso, a poche centinaia di metri, in un immenso paesaggio lunare esteso, si stagliano giganteschi esca-
vatori, che incombono. Sembrano non veder l’ora di sbancare il terreno e demolire tutto: le case di Horní Jiřetín, la chiesa, il castello. Il profondo silenzio è scosso di tanto in tanto dal rombo feroce delle pale meccaniche. Negli ultimi 150 anni in questa zona della Boemia sono stati estratti circa cinque miliardi di tonnellate di lignite, ma a quanto pare ce ne sarebbe ancora tanta da sfruttare se non ci fosse Horní Jiřetín. L’ultimo baluardo a difesa del villaggio continua a essere un decreto del 1991, quando il primo governo post comunista decise di porre un limite alla estrazione del carbone. Allora furono soprattutto esigenze di carattere ambientale a prevalere, per la volontà di porre un freno all’inquinamento, che da queste parti raggiunge vette da record europeo.
In questi anni però, nonostante le battaglie portate avanti dalle associazioni ecologiste, non si sono mai placate le voci di quanti sostengono la necessità di abbattere quei limiti. “Perché per il nostro paese non ha senso rinunciare a questa fondamentale fonte di energia, capace di dare ancora oggi tante possibilità di lavoro agli abitanti della zona” dicono i critici. Uno dei più accesi sostenitori della necessità di dar via libera alle pale meccaniche è il presidente Miloš Zeman, che più volte si è espresso a favore dell’abrogazione del decreto del 1991. Si calcola che, in base a questi limiti, lo sfruttamento dei giacimenti potrà durare tutt’al più per altri dieci anni. Se invece i vincoli verranno abbattuti, ci sarebbero da estrarre ancora quasi 800 milioni di tonnellate, che chiaramente fanno gola. Nel dibattito
non mancano quindi di far sentire la propria voce i cosiddetti “baroni del carbone”, i proprietari delle aziende estrattive, i quali sono capaci di mettere sul piatto della bilancia un pressante potere lobbistico. Sempre più grande quindi la voglia di dare il via libera agli escavatori, tanto più che in Repubblica Ceca le fonti alternative di energia stanno manifestando parecchie debolezze, a iniziare dalle rinnovabili che - nonostante gli incentivi degli ultimi anni - continuano a costituire una quota troppo bassa del mix energetico nazionale. I sostegni pubblici hanno poi alimentato un sistema corrotto di sfruttamento della energia verde, soprattutto nel settore del fotovoltaico, che ne ha aumentato la impopolarità. I ritardi dei piani di ampliamento della centrale nucleare di Temelín, così
prising, therefore, that during the ‘80s, a team of American filmmakers came here to shoot some of the most chilling sequences of the film Howling, a story of lycanthropy. A few hundred meters below, in a huge lunar landscape, huge excavators loom against the sky. They stand there impatiently and look as if they can’t wait to start digging and demolish everything: the houses in Horní Jiřetín, the church and as well as the castle. The deep
silence is occasionally shaken by the ferocious roar of the power shovels. In the past 150 years, about five billion tons of lignite has been extracted in this part of Bohemia, but it would seem that there is still a great deal to be exploited, if it wasn’t for Horní Jiřetín. The last defence of the village is a decree of 1991, when the first postCommunist government decided to set a limit to coal mining. At the time, the
prevailing reason was mainly environmental, so as to curb pollution, that in these areas has reached European record levels. In recent years, however, despite the battles carried out by environmental organizations, there is still concern on the part of many, who argue that it is necessary to knock down these limits. “Because for our Country it does not make sense to give up this vital source of energy, that still offers many job op-
portunities to local residents”, critics say. A heated supporter in favour of giving the green light to the mechanical shovels is chairman Miloš Zeman, who repeatedly spoke in favour of abrogating the 1991 decree. It is estimated that, on the basis of these limits, the exploitation of the seam will last at the most for another ten years. If the constraints were abolished, there would still be almost 800 million more tons to extract, which is
progetto repubblica ceca
43
attualità current affairs
come l’esigenza di allentare la dipendenza energetica dalla Russia, non fanno che dare maggiore vigore agli argomenti di quanti preferirebbero sacrificare Horní Jiřetín. Secondo un recente sondaggio condotto a livello nazionale, su iniziativa di Greenpeace, il 68% dei cechi è contrario alla eventualità di sacrificare
centri abitati per esigenze legate allo sfruttamento di giacimenti carboniferi nella Boemia del nord. Due cittadini su tre vogliono che i limiti rimangano come li ha fissati il governo nel 1991, o comunque tali da rispettare la sopravvivenza dei comuni interessati. Ma neppure un tasso così elevato di contrarietà sembra in grado di salvare
Author: Seifert Günther
Horní Jiřetín, San Giovanni Nepomuceno / Svatý Jan Nepomucký
44
clearly quite tempting. In the debate there is also the opinion of the socalled “coal barons”, the owners of the mining companies, who with their lobbying power are in a favourable position to shift the scale of power. Thus, the desire to give the green light to excavators is even greater, because alternative sources of energy in the Czech Republic are showing signs of weaknesses, starting from renewable sources which - despite the incentives of the past couple of years – still represent a very small quota of the general national energy mix. Public subsidies have also fuelled a corrupt system of exploitation of green energy, especially in the field of photovoltaic, that has led to growing unpopularity. Delays in the expansion plans for the Temelín nuclear power plant and the need to reduce energy dependence on Russia, have simply given greater force
to the arguments of those who would prefer to sacrifice Horní Jiřetín. According to a recent survey, conducted at national level, on the initiative of Greenpeace, 68% of Czechs are against the idea of sacrificing residential areas for purposes connected to the exploitation of coal deposits in northern Bohemia. Two out of three citizens want these limits to remain as established by the government in 1991, or to be done in such a way so as to respect the survival of the municipalities involved. But even such a high rate of opposition does not seem to be able to save Horní Jiřetín, because the local inhabitants are beginning to show strong signs of discouragement over the future of this area. “It’s clear that I would like to stay in my own house, but in the end, I believe they will find a way to make us go away. They will give us replacement housing elsewhere, or grant us some
progetto repubblica ceca
Horní Jiřetín, anche perché gli abitanti della zona cominciano a manifestare molto scoraggiamento per il futuro di questa zona. “È chiaro che io vorrei restare nella mia casa, ma alla fine credo troveranno un modo per farci andare via. Ci daranno abitazioni sostitutive da altre parti, oppure ci concederanno dei risarcimenti. Fatto sta che prima o poi ci faranno sloggiare” dice sconsolato un abitante affacciandosi dal suo giardino. Della stessa opinione, ormai rassegnato, è il 70% dei suoi compaesani. Vallo a spiegare al cane, infuriato al di là della staccionata, un pastore tedesco che voglia di traslocare sembra averne molto meno del suo padrone. Ad angosciare la gente è il clima di insicurezza, la prospettiva che anche dal punto di vista economico questa zona, una delle più afflitte dalla piaga della disoccupazione, non abbia alternative allo sfruttamento del carbone. Alcuni abitanti cominciano così a vendere le proprie abitazioni o comunque non rifiutano le trattative con gli emissari delle aziende estrattive. Un clima di rassegnazione che fa apparire quasi segnato il destino di Horní Jiřetín. form of reparation. The fact though is that sooner or later they will get us to leave”, explains a dejected resident from his garden. Of the same opinion and somewhat subdued are 70% of his fellow villagers. Try to explain this to the furious dog on the other side of the fence, an Alsatian dog, which seems even less willing to move out than his master does. Causing anguish to the people is the climate of insecurity and the prospect that even from an economic point of view this area - one of the most afflicted by the scourge of unemployment - will have no alternative to the exploitation of coal. A few inhabitants are in fact starting to sell their homes or at least, not rejecting negotiations with the emissaries of the extractive companies. A climate of resignation that gives the impression that Horní Jiřetín’s fate is already marked.
Alitalia Compagnia Aerea Italiana (www.alitalia.com) è una Ure euis nimprivata zzrit adiatet compagnia che havolor iniadiat, ex exer ziato adquam operare il 13sumsand gennaio ionsent velesequat wisis nulla 2009. Alitalia è la compagnia aci blamet laitaliana facidunteenit ad di bandiera serve dolore feum dignitdurante augiamet 103 destinazioni la acincil illache feumsandre stagionedolut estiva includono min lum ezzril eugait, 26 voliutpat sull’Italia 77 nel resto quisl do consectet autpati del mondo. Alitalia opera 186 ncilisis dolore rotte perad un minis totale dialis 2361 voli. molortie ting La flotta diverate Alitaliaeriliqui è una delle ex accum in velit laortinci tie piùergiovani Europa, i suoi velit alis nitun’età wisi blamedia feugait, aereinithanno di sisi. ulputatuero dunt setteDel anni. Nel 2012 od Alitalia dolore deliquisl24,3 milioni di ha trasportato Ure euis nim zzrit adiatet volor passeggeri. adiat, ex exer sumsand Alitalia quam Compagnia Aerea Italiana ionsent velesequat wisis nulla (www.alitalia.com) is a private aci blametthat la began facidunt enit ad company operations dolore feum13,dignit on January 2009.augiamet Alitalia is acincil dolut illa feumsandre Italy’s flagship carrier and sermin utpatdestinations lum zzril eugait, quisl ves 103 during do ad theconsectet summer autpati season, ncilisis including minis alis dolore verate 26 in Italy and to molortie 77 destinations eriliqui tingAlitalia ex er accum velit worldwide. will operate laortinci tie for velitanit alisofnit2361 wisi 186 routes total bla feugait, sisi. Del ulputatuero flights. Alitalia’s fleet is among od doloreindeliquisl ullandi thedunt youngest Europe, with an gnisim averagequisim aircraftdio ageetofnum sevennim yeesequam dolor ars. In 2012,zzriliscipis Alitalia transported iustio odip eapassengers. acilit lutat. Ugait 24.3 million illumsa ndio. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 222 541 900 alitalia.cz@alitalia.it www.alitalia.com/CzechRepublic Kontakt
popis popis
Italia Arte Fest è un festival che dal 2011 porta in Repubblica Ure nim zzrit adiatet volor Cecaeuis e Slovacchia la musica adiat, quam ex exer sumsand italiana. L’iniziativa - ideata ionsent nulla e direttavelesequat dal celebrewisis maestro aci blamet la facidunt enit ad Walter Attanasi - ha l’obiettivo dolore dignitinternazioaugiamet di crearefeum un network acincil illa dalla feumsandre nale che,dolut a partire Musica, min utpatl’Alum zzril eugait, promuova rte italiana. Il festiquisl do consectet autpati val si avvale della collaborazione ncilisis ad minis doloree di prestigiose realtàalis artistiche molortie verate eriliqui si è ormai imposto come unting imex er accum velit laortinci tie portante strumento di scambio velit nit alis wisi bla feugait, culturale franit i Paesi. È realizzato sisi. Del ulputatuero od dunt in collaborazione con Umbriadolore deliquisl MusicFest e con IBC Group. Ure euisArt nim zzrit Italian Fest is aadiatet festivalvolor that adiat, quambrings ex exer sumsand since 2011 Italian music ionsent velesequat wisis to the Czech Republic andnulla Sloaci blamet la facidunt enit ad vakia. The initiative - conceived dolore feum by dignit augiamet and directed the famous diacincil dolutAttanasi illa feumsandre rector Walter - aims to min utpat lum zzril eugait, quisl create an international network do ncilisiswill ad thatconsectet startingautpati from music, minis alis dolore promote Italianmolortie Art. Theverate festieriliqui ex ercollaboration accum velit val reliesting on the laortinci tie velitartistic nit alisrealities nit wisi of prestigious bla sisi. Del ulputatuero andfeugait, has established itself as an od dunt dolore deliquislofullandi important instrument cultugnisim quisimbetween dio et num nim ral exchange various esequam countries. Itzzriliscipis is produced indolor collaiustio odip ea UmbriaMusicFest acilit lutat. Ugait boration with illumsa and the ndio. IBC Group. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 224 941 041 umfest@ymail.com Kontakt www.umbriamusicfest.it
Trattoria jméno Rugantino 2 Trattoria popispizzeria italiana popis
La Trattoria Rugantino II nasce a Praga per far apprezzare la Ure euis nimtradizione zzrit adiatet volor più genuina gastroadiat, ex exer nomicaquam italiana. Basa sumsand la propria ionsent nulla filosofiavelesequat sull’offerta diwisis un menù aci facidunt enit ad cheblamet proponelaesclusivamente le dolore dignit augiamet ricette feum italiane preparate con acincil dolut illa feumsandre i migliori prodotti, molti dei min lum zzril eugait, qualiutpat si possono acquistare quisl do consectet autpati direttamente nel locale. Oltre ncilisis ad scelta minisdialis a un’ampia pizzedolore cotte molortie ting in forno averate legna,eriliqui offre pasta ex er accum velit regionali laortinci actie fresca, piatti tipici velit nit alis nitdawisi bla feugait, compagnati eccellenti vini sisi. Deleulputatuero dunt italiani da un ottimoodcaffè. dolore deliquisl The Trattoria Rugantino II was Ure euisinnim zzrit adiatet opened Prague to allowvolor peadiat, exerauthentic sumsand ople toquam enjoyextruly ionsent velesequat wisis nullaIt Italian culinary traditions. aci blamet la faciduntonenit ad bases its philosophy a medolore augiamet nu thatfeum offersdignit exclusively Itaacincil dolutprepared illa feumsandre lian recipes, with the min lum zzril eugait, quisl bestutpat products, many of which do autpati ncilisis ad canconsectet be bought directly on the minis alis dolore molortie premises. In addition to averate wide eriliqui ex er accum selectionting of pizzas cookedvelit in a laortinci tie velit nit alis wisi wood oven, it offers freshnitpasta bla sisi. Del ulputatuero andfeugait, traditional regional dishes od dunt dolorebydeliquisl accompanied excellentullandi Italian gnisim quisim dio et num nim wines and coffee. esequam zzriliscipis dolor iustio odip ea acilit lutat. Ugait illumsa ndio. Klimentská 40 110 00 Praha 1 tel. +420 224815 192 klimentska@rugantino.cz Kontakt www.rugantino.cz
progetto repubblica ceca
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Non Profit
Compagnia popis aerea Airlinepopis company
Italia jméno Arte Fest
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Restaurants and Food
Alitalia jméno
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx culture
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Tourism
Progetto RC suggests
jméno Assis Associazione popis Onlus popis ASSIS è una Onlus con sede a Bratislava nata nel 2006 per promuovere le relazioni culUre euis nim zzrit adiatet volor turali quam fra Slovacchia e Italia. adiat, ex exer sumsand Fin dallavelesequat sua nascita avionsent wisishanulla viato una collaborazione aci blamet la facidunt enitcon ad enti locali, dolore feumorganizzazioni dignit augiamete impresedolut a livello europeo ed acincil illa feumsandre internazionale. tale scopo ha min utpat lumAzzril eugait, organizzato una serie diautpati eventi quisl do consectet per sostenere progetti ncilisis ad minis alise attività dolore in tutte leverate sfere della vitating somolortie eriliqui ciale, culturale, ed ex er accum veliteducativa laortinci tie economica. velit nit alis nit wisi bla feugait, ASSISDelis ulputatuero a non-profit od organisisi. dunt zation deliquisl based in Bratislava, dolore founded 2006 promotevolor culUre euis in nim zzrittoadiatet tural relations between Slovakia adiat, quam ex exer sumsand and Italy.velesequat Since its inception, ionsent wisis nullait started collaborations aci blamet la faciduntwith enit load cal authorities, organizations dolore feum dignit augiamet and businesses European acincil dolut illa atfeumsandre and utpat international this min lum zzrillevel. eugait,Toquisl end,consectet it has organized a series do autpati ncilisis ad of events to support projects minis alis dolore molortie verate and activities spheres of eriliqui ting exinerallaccum velit social, cultural, and laortinci tie veliteducational nit alis nit wisi economic bla feugait,life. sisi. Del ulputatuero od dunt dolore deliquisl ullandi gnisim quisim dio et num nim esequam zzriliscipis dolor iustio odip ea acilit lutat. Ugait illumsa ndio. Sládkovičova 3 811 06 Bratislava Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 tel. +420 222 327 822 assis@assis.sk Kontakt www.assis.sk
45
Il destino praghese della Mata Hari americana
Figurerebbe benissimo in un libro di John Le Carré, il maestro inglese delle spy stories, il cantore delle gesta del MI5, celeberrimo servizio di informazioni britannico. Un’ottima figura di insospettabile, una “dormiente”, come si chiamano gli informatori nel mondo delle spie. Certo è che l’avvenente Martha Eccles Dodd sapeva come raccogliere le no-
tizie che servivano, sapeva come affascinare e far parlare gli uomini, ma è altrettanto certo che, con gli agenti del “Circus”, come Le Carré chiama affettuosamente i suoi, non ebbe mai niente da spartire. Era Mosca, non Londra, non Washington, il suo mito, la sua bandiera, e per Mosca e per il comunismo internazionale si trovò a combattere. Lei - mi-
La vita tumultuosa di Martha Dodd, la spia affascinante che beffò Gestapo e Fbi di Ernesto Massimetti by Ernesto Massimetti
The tumultuous life of Martha Dodd, the charming spy that deceived the Gestapo and the FBI
It would fit in very nicely within a story by John Le Carré, the English master of spy stories, the song writer of MI5 exploits, the famous British security service. A great unsuspected figure, a “sleeper” agent, as the informers are unusually called in the world of spies. What is certain is that the attractive Martha Eccles Dodd actually knew how to get the right information and
46
enchant men, but it is equally certain that, with the “Circus” agents, as Le Carré used to call them affectionately, she did not have much to do. Her myth and her flag was Moscow, not London or Washington, and it was for Moscow and international communism that she eventually started fighting for. Born a billionaire into a Virginian elite family, in the heart of the U.S.
progetto repubblica ceca
liardaria nata nell’élite virginiana, il cuore degli Usa, studi a Chicago, poi a Washington e Parigi – incontrò i primi semi del comunismo a Berlino. Perché Martha non era un’americana qualsiasi con la passione dell’Europa: era la figlia di William Edward Dodd, ambasciatore Usa a Berlino dal 1933 al 1937. Martha era insomma la donna giusta al posto giusto nel “giardino delle bestie”, nei gironi danteschi della Germania nazista, negli anni di fuoco in cui Hitler prese il potere. Fu, possiamo affermarlo, una donna che diede del tu alla Storia. Ma chi era veramente? Una semplice spia con il gusto innato dell’intrigo? Un’idealista appassionata del mito comunista? Una milionaria annoiata in cerca di emozioni forti? Addirittura, come scrissero i suoi detrattori sia russi che statunitensi, “una ninfo-
she studied in Chicago, then Washington and Paris and had her first contacts with communism in Berlin. Martha was not an ordinary American woman with a passion for Europe: she was also the daughter of William Edward Dodd, the U.S. ambassador in Berlin from 1933 to 1937. Martha was indeed the right woman in the right place in the “garden of beasts”, in Dante’s inferno of Nazi Germany, during the years of Hitler’s rise to power. She was, we can say, a woman who faced up to history. But who was she really? An ordinary spy with an innate taste for intrigue? An idealist fond of the communist myth? A bored millionaire in search of strong emotions? Indeed, as her Russian and American detractors wrote “a nymphomaniac degraded by vice and extreme sex”. We will probably never really know who this volcanic lady was – born in Ashland, Virginia, on October 8th 1908, and who died in Prague, (could it have
storia history
The Prague fate of the American Mata Hari mane degradata dal vizio e dal sesso estremo”. Probabilmente, non sapremo mai completamente chi fosse la vulcanica signora nata a Ashland, in Virginia, l’8 ottobre del 1908, e morta a Praga (poteva essere diversamente?) in circostanze misteriose il 10 agosto del 1990, all’età di 81 anni. Forse, Martha Dodd Stern, come iniziò a farsi chiamare dopo il matrimonio del 1938 con il miliardario Alfred Stern, era tutte queste cose messe insieme, e tante altre ancora. Di sicuro c’è il fatto che il suo faldone, scrupolosamente annotato dagli agenti del FBI, occupa circa 10mila pagine, mentre altri documenti si presume si trovino (ancora secretati) negli archivi moscoviti del Fsb e forse, da qualche altra parte ancora del mondo. Sicuramente, possiamo afbeen otherwise?), under mysterious circumstances on August 10th 1990 at the age of 81. Perhaps, Martha Dodd Stern, as she began to call herself after her marriage to billionaire Alfred Stern in 1938, was all of these things put together, and much more. Surely, there is the fact that her file, carefully updated by FBI agents, consisted of 10 thousand pages, whilst it is assumed other documents (still kept secret) were kept in the Muscovite archives of the FSB, and maybe somewhere else around the world. Surely, we can say that Martha Dodd had a very lively and interesting life, which she lived unscathed, through one of the most tumultuous periods in Europe. It is in Berlin in the thirties that her passion for politics began to grow, motivated, perhaps, by her revulsion towards Nazism and Fascism. And it is also in Berlin that Martha met the love of her life, the Russian “diplomat” Boris Vinogradov, who convinced her
fermare, Martha Dodd fu una donna dalla vita al tempo stesso movimentata e interessante, che attraversò indenne uno dei periodi più tumultuosi d’Europa. È nella Berlino degli anni Trenta che nasce la sua passione per la politica, spinta probabilmente dalla repulsione per il nazismo e per il fascismo. È sempre a Berlino che Martha incontra anche uno degli amori più importanti della sua vita, il “diplomatico” russo Boris Vinogradov, che la convince a
collaborare prima con il NKVD, poi con il KGB. Fra di loro un amore romantico e tragico: Vinogradov è una delle tante vittime delle purghe staliniane, assassinato nel 1938 dagli sgherri sovietici. Romantica, ma adorabile infedele: il letto di “Liza”, questo il nome in codice che i russi le hanno assegnato, è sempre affollato di nuovi visitatori. C’è persino tempo per il nipote dell’ultimo Kaiser, Luigi Ferdinando Hohenzollern, o magari per il regista
La copertina italiana del libro di Larson / Italian cover of the book by Larson
to collaborate with the NKVD and then the KGB. Their love relationship was both romantic and tragic: Vinogradov became one of the many victims of Stalin’s purges and was assassinated in 1938 by Soviet hired assassins. A romantic but an adorable infidel: “Liza’s” bed – the code name that the Russians gave her – is always crowded with new visitors. There’s even time for
Sidney Kaufman, fra le tante distrazioni della signora. Spericolata, ma non avventata, si potrebbe dire: al ritorno a New York nel 1938, Martha decide che l’uomo giusto per lei ora è il miliardario Alfred Stern. Detto fatto: non solo lo sposa, ma lo converte alla causa sovietica, chiedendogli di finanziare il microscopico Partito Comunista americano. Stern è una pedina preziosa, una miniera di informazioni e di contatti in questi anni che preludono alla Secon-
William Dodd arriva ad Amburgo con la famiglia, 1933 / William Dodd and his family arrive in Hamburg, 1933
the nephew of the last Kaiser, Louis Ferdinand Hohenzollern, or maybe for director Sidney Kaufman, among her many distractions. A daring, but not a reckless character, you might say: when she returned to New York in 1938, Martha decided that the right man for her was the billionaire Alfred Stern. Said and done: she not only got married to him, but
progetto repubblica ceca
she converted him to the Soviet cause, asking him to finance the microscopic American Communist Party. Stern was a valuable pawn, a mine of information, with many contacts in the years leading up to the Second World War. Convinced by his wife, Alfred agreed to cooperate with the Soviets, even inventing an alleged music publishing company. A perfect cover up for
47
48
da guerra mondiale. Convinto dalla moglie, Alfred accetta di collaborare con i sovietici, inventando dal nulla anche una presunta casa editrice musicale. Una perfetta copertura per i traffici di denaro che vanno e vengono dall’ambasciata russa di Washington. Fra un party, un nuovo libro o un film da commentare, la coppia conduce una vita dorata, con relazioni ad altis-
simi livelli: non riesce però a non farsi notare, ogni tanto segnala persino ai sovietici potenziali agenti da reclutare, ma soprattutto passa informazioni preziose negli anni della guerra. Oggi è difficile stabilire la portata del servizio reso al regime di Stalin. Karel Pacner nel suo libro Vyzvědačky pod rudou hvězdou (Le spie sotto la stella rossa) cita le parole di un alto fun-
zionario del ministero della giustizia americano secondo cui gli Stern erano illustri figure dello spionaggio sovietico, forse addirittura più importanti dei coniugi Rosenberg, giustiziati nel 1953 per aver svelato il segreto della fabbricazione della bomba atomica. L’FBI decide di metterli sotto sorveglianza sul finire degli anni ’40, sino a quando il cerchio si stringe. Altro che benefattori e benemeriti, si tratta di vere e proprie spie, coinvolte a pieno titolo nella rete Soble, circuito spionistico in territorio Usa, che risponde agli agenti di Mosca. Contro di loro, c’è poi la testimonianza decisiva di Boris Morros, un doppiogiochista che rivela al FBI tutte le trame dei due. Il terreno scotta, c’è il rischio serio di processo e di quasi certa sedia elettrica. Gli Stern in extremis fuggono in Messico, con falsi documenti del Paraguay volano ad Amsterdam dove li attendono i funzionari dei servizi
the trafficking of money that came and went out from the Russian embassy in Washington. Between a party, a new book or film to comment on, the couple led a gilded life, with top level relations, but failed to remain inconspicuous and sometimes even warned the Soviets to recruit potential agents, but most of all, they passed on valuable information during the war years. Nowadays, it is difficult to determine the scope of the service that was rendered to the Stalin regime. Karel Pacner in his book, Vyzvědačky pod rudou hvězdou (spies under the red star) cites the words of a senior official at the U.S. Department of Justice, according to whom, the Stern couple were illustrious figures of Soviet espionage, perhaps even more important than the Rosenbergs – who were executed in 1953 for revealing the secrets for the manufacture of the atomic bomb. The FBI decided to put them under surveillance in the late 1940s, until they tightened the circle. They were anything but benefactors and well-de-
serving citizens, they were true spies, fully involved in the Soble network, the spy circuit on U.S. soil, who reported to Moscow agents. Against them, is also the decisive testimony of Boris Morros, a double-crosser agent, who revealed their plots to the FBI. The situation was critical, with the serious risk of a trial and an almost certain execution on the electric chair. At the last moment, the Sterns flew to Mexico and then, with false Paraguayan documents, went to Amsterdam, where security services officials from communist Czechoslovakia, manage to take them to communist Europe. They arrived in Prague on a cold day in January, 1958. Almost two months had passed since the death of Antonín Zápotocký and the presidency election of Antonín Novotný. The highest official organ of the single Czechoslovakian Party accepted their demand for hospitality and assigned them a three-storey villa, with twelve rooms, servants and a personal chauffer. The couple even decided to get a brand new black Mercedes. They closed themselves in this sort of million-
aire bubble in the middle of the communist pond and remained there until almost the end of their lives. Somehow secluded, they were as prisoners in the red paradise they had always praised. They also toured the Eastern countries to do some propaganda and from 1963 to 1970, they spent seven years in Cuba, before taking refuge again in Prague. Formally, in the sixties, they were communist Yankees with a “nostalgia” for the old Country. They even presented a repatriation request, but the U.S. Justice Court refused to take it into consideration. Alfred then started work at the Research Institute of Construction and Architecture and Martha for the Writers’ Union. In record time, the Czech version of the novel “Sowing the Wind” was published and they earned an average salary, but were mainly able to get by with the millions of dollars they had been able to deposit in Switzerland before their escape. Their villa became a sort of prison. “We cannot say with a clear conscience that we enjoy staying in Prague”, wrote Martha in a letter to a friend. “It’s a life full
progetto repubblica ceca
storia history
di sicurezza della Cecoslovacchia che riescono a farli riparare nell’Europa comunista. Arrivano a Praga in una gelida giornata di gennaio del 1958. Sono passati quasi due mesi dalla morte di Antonín Zápotocký e dall’elezione a presidente di Antonín Novotný. Il più alto organo del partito unico cecoslovacco accoglie la loro richiesta di ospitalità e assegna loro una villa a tre piani, con dodici stanze, la servitù e un autista personale. I coniugi si procurano una Mercedes nera nuova di zecca. Si chiudono in questa bolla milionaria nel mezzo dello stagno comunista e vi restano praticamente fino alla fine della loro vita. Vivono insabbiati e prigionieri del paradiso rosso che avevano sempre osannato. Girano i paesi dell’Est compiendo qualche tour di propaganda, dal ’63 al ’70 trascorrono sette anni a Cuba, prima di decidere di rifugiarsi
nuovamente a Praga. Formalmente, negli anni Sessanta sono ormai due comunisti yankee che provano “nostalgia” per la vecchia America. Presentano persino una domanda di rimpatrio, che però la Corte di Giustizia Usa rifiuta di considerare. Alfred lavora all’Istituto di ricerca di costruzione e architettura, Martha all’Unione degli scrittori. A tempi record esce la versione in ceco del suo romanzo Sowing the Wind. Entrambi guadagnano uno stipendio medio ma vivono soprattutto con i milioni di dollari che prima di fuggire sono riusciti a depositare in Svizzera. La loro villa diventa una prigione. “Non possiamo dire con la coscienza pulita che ci piace stare qui a Praga” scrive Martha nella lettera a un amico. “È una vita piena di considerevoli limitazioni, intellettuali e creative (non sappiamo nemmeno la lingua locale, questo è un grande handi-
cap) e qui ci sentiamo separati dal mondo e spesso proviamo una grande solitudine”. Karel Pacner però afferma che con il tempo gli Stern fanno conoscenza con una serie di intellettuali comunisti: con il pittore e scrittore Adolf Hoffmeister, con i giornalisti Antonín J. Liehm e Stanislav Budín. Artisti occidentali di sinistra frequentavano la loro villa durante le loro visite a Praga. Così come gli scrittori sovietici Boris Polevoj e Ilja Erenburg. Fu nel periodo della normalizzazione comunista, dopo il 1968 e la invasione sovietica di Praga, che il loro ideale comunista comincia a vacillare, sino a quando giunsero a prodigarsi per aiutare i dissidenti perseguitati dal governo comunista in Cecoslovacchia. Molti loro amici di quel tempo firmano Charta 77. Martha rimane vedova nel 1986 e continua a vivere a Praga, convivendo con
un passato importante, e probabilmente qualche segreto troppo ingombrante. Troppo ingombrante e scomodo per essere scritto o solo almeno raccontato in tutta la sua portata. Nell’agosto del ’90, un anno dopo la caduta del Muro e il crollo dell’Urss, a 81 anni, la signora Dodd, la antica seduttrice di Berlino, la signora di tutte le spie, la amante più ricercata di New York, muore in circostanze misteriose nella sua villa praghese. Le scarne cronache del tempo, in una Praga ancora ubriaca d’entusiasmo per la caduta del Muro e la riconquistata libertà, liquidarono l’episodio come una rapina ad opera di ignoti. I ladri la picchiarono ferocemente. La casa devastata, i mobili spostati, i letti sventrati. Qualcuno, forse a Washington, forse a Mosca – chissà – cercava i segreti inconfessabili della miliardaria comunista, della donna dai mille volti che seppe beffare per anni la Gestapo e l’Fbi.
of considerable intellectual and creative limitations (we do not even know the local language and this is a big handicap) and here, we feel separated from the world and very often lonely”. Karel Pacner, however, affirmed that over time the Sterns got acquainted with a number of communist intellectuals: the painter and writer Adolf Hoffmeister, the journalists Antonín J. Liehm and Stanislav Budín. Western left-wing artists frequented their villa during their visits to Prague, as well as the Soviet writers Boris Polevoj and Ilya Ehrenburg. It was during the communist normalization period, after 1968 and the Soviet invasion of Prague, that their communist ideals began to falter, until they began to do what they could to help the dissidents who were persecuted by the communist government in Czechoslovakia. Many of their friends in that period also signed Charter 77.
Martha became a widow in 1986 and continued to live in Prague, with the important memories of her past, and probably also with a few cumbersome secrets that, perhaps, were too intrusive and inconvenient to be published, or at least, to be recounted in detail. In August, 1990, a year after the fall of the Berlin Wall and the collapse of the USSR, at the age of 81, Mrs. Dodd, the ancient seductress of Berlin, the lady of all spies, the most sought after lover in New York, was to die in mysterious circumstances at her villa in Prague. The meagre chronicles of the time, in Prague, a city that was still euphoric for the fall of the Berlin Wall and regained freedom, dismissed the incident as an ordinary burglary. The thieves had beaten her savagely, though and the house had been devastated, with its furniture scattered and the beds gutted. Someone, maybe, in Washington or Moscow – who knows – had perhaps been looking for the unconfessable secrets of the communist billionaire, the woman with a thousand faces, that for many years had been able to deceive the Gestapo and the FBI.
La villa dove viveva Martha Dodd a Praga Košíře / Villa where Martha Dodd lived in Prague Košíře
progetto repubblica ceca
49
La “bella” Poldi: ascesa e declino della regina dell’acciaio
Storia della fabbrica di Kladno, emblema industriale del secolo scorso, dalla potenza economica al fascino letterario
I forni non bruciano quasi più e nelle ciminiere in rovina crescono piante tra i mattoni. A centoventicinque anni dalla fondazione, la Poldi di Kladno (Boemia centrale) è oggi in buona parte un cimitero dell’industria pesante, un settore che un tempo era il fiore all’occhiello dell’economia ceca. In quest’enorme area industriale, distante 30 km da Praga ed estesa per almeno 500 ettari, sono in funzione oggi diverse nuove
aziende – dei settori della energia, della logistica, siderurgia – ma del vecchio colosso di un tempo rimangono in buona parte carcasse di capannoni, rotaie mangiate dalla vegetazione, vetrate scoppiate. E soprattutto un inquinamento ambientale, che richiederà anni di bonifica. Fondato il 18 maggio del 1889 nell’allora Impero austro-ungarico, l’impianto siderurgico nasce come
la scommessa imprenditoriale del magnate dell’acciaio austriaco Karl Wittgenstein. Nato a Lipsia nel 1847, Wittgenstein era uno degli uomini più ricchi di tutto l’impero. Padre di otto figli (fra cui il noto filosofo Ludwig), Karl è passato alla storia oltre che per il successo imprenditoriale per la sua fama di generoso mecenate, amante della musica e delle arti. Tutti gli artisti e gli intellettuali di Vienna di fine
di Edoardo Malvenuti by Edoardo Malvenuti
The story of the Kladno factory, the industrial emblem of the last century, from economic power to literary charm Il marchio delle Acciaierie Poldi / The trademark of Poldi Steelworks
The furnaces have almost been turned off and inside the broken down chimneys weeds are growing between the bricks. Today, one hundred and twentyfive years after its foundation, the Kladno Poldi (Central Bohemia) is to a large extent a sort of heavy industry cemetery, an industry that was once the pride of the Czech economy. In this huge industrial area, about 30 km from Prague that extends for at least 500 hectares,
50
several new companies operate there today in the field of energy, logistics, iron and steel – but the things left of the old giant are largely the carcasses of factory sheds, rusty rails covered by vegetation, as well as large broken windows. And above all, a level of environmental pollution that will require years of decontamination work. Founded on May 18th, 1889 in the then Austro-Hungarian Empire, the steel
progetto repubblica ceca
plant was conceived as a sort of entrepreneurial gamble by the Austrian steel magnate Karl Wittgenstein. Born in Leipzig in 1847, Wittgenstein was one of the richest men in the whole empire. The father of eight children (including the well-known philosopher Ludwig), Karl became famous for his entrepreneurial success, as well as for his reputation as a generous patron of the arts and for being a music and arts en-
marchio brand
The “beautiful” Poldi:rise and fall of the “queen” of steel XIX secolo sono passati per il salotto di casa Wittgenstein, personaggi come Sigmund Freud, Johannes Brahms, Gustav Mahler, Gustav Klimt, Egon Schiele, Rainer Maria Rilke e l’architetto Adolf Loos. Prima di fondare la Huť Poldi (Acciaierie Poldi), aveva già interessi economici in territorio boemo, dove era comproprietario del colosso Pražská železářská společnost (Prager Eise-
nindustrie-Gesellschaft) – gruppo carbonifero, metallurgico e siderurgico a cui appartengono anche le ferriere di Králův Dvůr, nel distretto di Beroun. L’acciaieria è una sua iniziativa personale, deciso com’era a fondare una nuova società privata. Il nome Poldi è ricalcato su quello della moglie Leopoldina. Quattro anni più tardi, nel 1893, Wittgenstein registra il marchio dell’acciaieria, quello
che si conosce ancora oggi, che consiste nella immagine del profilo di una donna, con ogni probabilità un ritratto della stessa signora Wittgenstein. L’acciaieria ha da subito un successo folgorante, imponendosi come azienda di riferimento all’interno dell’Impero e all’estero. Nel 1897 fornisce i pezzi di fucina per la prima nave da guerra austro-ungarica della classe Habsburg, la prima ad essere costru-
ita all’inizio del XX secolo dall’Impero. A quest’epoca la Poldi ha già sedi di rappresentanza in tutta Europa e in Russia. Karl Wittgenstein, il padre
Fonte: strojpoldi.cz
Karl Wittgenstein e la moglie Leopoldina / Karl Wittgenstein and his wife Leopoldine
Fonte: strojpoldi.cz
La seconda officina di ingegneria meccanica / The second mechanical engineering shop, 1893
thusiast. At the end of the nineteenth century, all the artists and intellectuals of Vienna had surely been guests at the Wittgenstein house, including personalities such as Sigmund Freud, Johannes Brahms, Gustav Mahler, Gustav Klimt, Egon Schiele, Rainer Maria Rilke and the architect Adolf Loos. Prior to establishing the Huť Poldi (the Poldi Steelworks), he already had other economic interests in Bohemia, where
he was co-owner of the giant Pražská železářská společnost (Prager Eisenindustrie-Gesellschaft) – a coal, iron and steel group, that also included the ironworks of Králův Dvůr, in the district of Beroun. The steel plant, in fact, derived from his personal initiative, that was based on his determination to establish a new private company. The Poldi name derives from his wife’s name Leopoldina. Four years later,
in 1893, Wittgenstein registered the trademark of the steel plant, known also today with the same name, which consists of a profile image of a woman, most probably a portrait of lady Wittgenstein. The steel plant gained immediate success, establishing itself as a leading company within the Empire and also abroad. In 1897 it provided the forged elements for the first Austro-Hungarian Habsburg class battle-
progetto repubblica ceca
ship, the first to be built for the Empire in the early twentieth century. In that period, Poldi already had representative offices throughout Europe and in Russia. Karl Wittgenstein, the founding father, remained at the helm of the company until 1898 – when he decided to sell the shares of the company and retire to Vienna, where he continued his life as a wealthy patron. Even after the retirement of its founder, Poldi remained a sort of battleship, that in early years of the twentieth century, employed 1,200 workers, produced 36,000 tons of steel and 16,000 tons of finished products. In addition to its extraordinary rate of production,
51
In passato una delle fucine più importanti d’Europa, oggi in buona parte relitto abbandonato. Ci vorranno decenni per assicurare la bonifica ambientale dell’intera zona It used to be one of the most important steelworks in Europe, but is now mostly an abandoned wreck. It will take decades to ensure the environmental cleanup of the entire area
52
fondatore, resta al timone dell’azienda fino al 1898, quando decide di vendere le proprie quote della società e si ritira a Vienna dove continua la sua vita da ricco mecenate. Anche dopo il passo indietro del proprio fondatore, la Poldi resta una corazzata che nel 1900 impiega 1.200 lavoratori e sforna 36.000 tonnellate di acciaio e 16.000 tonnellate di prodotti finiti. Oltre allo straordinario carico produttivo l’azienda è sempre all’avanguardia nel campo dell’innovazione e della ricerca: è la prima nel 1908 a installare una fornace elettrica nel territorio della attuale Repubblica Ceca e, nel 1922 brevetta l’acciaio refrattario Poldi Akc, la cui composizione influenza lo sviluppo di questo materiale a livello mondiale. In questi anni, e per tanti altri ancora, è facile immaginare questa azienda come il fulcro
della vita di Kladno, con gran parte della popolazione impiegata nelle sue fornaci e nei suoi capannoni. Subito dopo la nascita della Cecoslovacchia, gli operai dell’acciaieria sono più di quattromila. Due terzi della produzione partono verso l’estero e, in una Europa che politicamente s’avvia verso la Seconda guerra mondiale, l’acciaio della Poldi diventa fondamentale per l’industria degli armamenti. Ma non solo. Negli anni Trenta da questi forni è colata la lega di ferro e carbonio con cui è costruita l’auto da velocità Thunderbolt con cui il pilota inglese G.T.E. Eyston segna tre record mondiali di velocità, tutti superiori a 500 km/h. Poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale la Poldi è ormai una vera multinazionale: ha filiali con magazzini e rappresentanze commerciali in 39 Paesi.
Finita la guerra, con l’avvento del regime comunista in Cecoslovacchia, l’azienda viene nazionalizzata. Presa in carica dallo Stato nel 1946 viene “fusa” con le ferrierie della Iron Company, presso Praga: insieme formano l’azienda delle Acciaierie di Stato. È in questi anni che il grande scrittore ceco Bohumil Hrabal finisce a lavorare alle acciaierie Poldi, o Poldinka come la chiamano affettuosamente i suoi operai. L’esperienza di questa fabbrica malsicura, inferno di fumo, calore e sudore, lascia una cicatrice emotiva nello scrittore che Hrabal decide di rendere eterna nel poema La Bella Poldi, scritto nel 1950. Come tante altre aziende cecoslovacche, la Poldi, anche durante il periodo dell’economia pianificata, continua a produrre copiosamente e il successo dei suoi prodotti non diminuisce. È l’azienda
the company was always at the forefront of innovation and research: it was the first company in 1908 to install an electric furnace in what is now the Czech Republic and in 1922, it patented the Poldi Akc refractory steel, whose composition eventually influenced the development of this material around the world. In those years, and years later, it is easy to imagine the company as being the fulcrum of life in Kladno, with much of the population employed in its furnaces and warehouses. Just after the birth of Czechoslovakia, the steelworks employees were more
than four thousand. Two thirds of its production went abroad and to Europe – which was politically moving towards World War II and, consequently, Poldi steel became crucial for the armaments industry. But not only. In the nineteen-thirties these same furnaces produced the iron and carbon alloy for the construction of the Thunderbolt speed car, with which the British pilot G.T.E. Eyston achieved three world speed records, all of them over 500 km/h. Just before the outbreak of the Second World War Poldi had already become a true multinational company:
it had branches with warehouses and representative offices in 39 countries. After the war, with the advent of the Communist regime in Czechoslovakia, the company became nationalized. Taken over by the state in 1946, it was “merged” with the foundries of the Iron Company, near Prague: together they formed the State steelworks company. It was also during those particular years that the great Czech writer Bohumil Hrabal ended up working at the Poldi steel-plant, or Poldinka, as its workers affectionately liked to call it. The experience of this insecure factory, an in-
progetto repubblica ceca
marchio brand
di Kladno a fabbricare le leghe di titanio speciali utilizzate per gli aerei acrobatici Zlín Z-50, con cui i piloti Tuček e Jirmus diventano campioni mondiali di acrobazie aeree. Durante tutto il periodo della Cecoslovacchia comunista l’azienda è il fulcro di una attività economica primaria, con lo stabilimento che lavora a pieno regime. Tuttavia, dopo il 1989, la caduta del muro, dell’Unione Sovietica e dei regimi comunisti nell’Est, la Poldi è all’improvviso confrontata all’avvento di una economia di libero mercato, con la quale da decenni non è più abituata a fare i conti.
La produzione siderurgica ceca cala sensibilmente e il colosso dell’acciaio, che nel 1989 dava lavoro a 20 mila persone, comincia ad andare in perdita, scendendo al minimo delle proprie capacità produttive. È l’inizio di un lento declino. Gli anni ’90 del XX secolo sono i più bui della storia dell’azienda: prima trasformata in società per azioni, sempre di proprietà dello Stato, poi dal 1993, un ulteriore peggioramento della situazione economica porta alla sospensione di tutta la produzione. La Poldi viene allora privatizzata e la maggioranza delle azioni passa nel
settembre dello stesso anno nelle mani della società Bohemia Art. La mancanza di esperienza nel settore e di risorse economiche sufficienti della nuova società segnano la fine della sua storia: il vecchio gigante siderurgico deve interrompere la produzione ed è avviato al fallimento. Negli anni successivi – in questa gigantesca area industriale, vicina al centro della città – l’attività produttiva è parzialmente ripresa. Una serie di aziende vi hanno creato i propri stabilimenti, utilizzando spesso alcuni degli antichi padiglioni, dopo averli ammodernati e restaurati. E anche il
Fornaci (della calce) della ex Vojtěch Ironworks di Kladno / Limekilns at former Vojtěch Ironworks (Poldi) in Kladno
ferno of smoke, heat and sweat, left an emotional scar in the writer and Hrabal made it eternal in his poem The Beautiful Poldi, written in 1950. Just like many other Czechoslovak companies, even during the period of the planned economy, Poldi continued to produce copiously and successfully. It was the Kladno company that also manufactured the titanium alloy used for the special aerobatic Zlín Z-50 aircraft, with which the pilots Tuček and Jirmus became world aerobatic champions. Throughout the Czechoslovak communist period, the company remained
the fulcrum of the economic activity, with the plant working at full capacity. However, after 1989, with the fall of the Berlin Wall, the Soviet Union and the communist regimes of the East, Poldi company was suddenly confronted with the advent of a free market economy, that for decades it had not been accustomed to. Thus, Czech steel production decreased significantly, and the steel giant – which employed 20 thousand people in 1989, started to decline and had to reduce its production capacity to the minimum. The ‘90s of the twentieth century be-
came the darkest years in the history of the company: at first transformed into a joint stock company, under the ownership of the state, and then since 1993 a further economic downturn that led to the suspension of all production. The company was then privatized and most of its shares – in September of the same year – passed into the hands of the Bohemia Art company. A lack of experience in the sector, and insufficient resources of the new company, marked the end of its life: the old giant steelworks was forced to stop production and failed.
progetto repubblica ceca
marchio Poldi continua, ancora oggi, a essere utilizzato per la produzione dell’acciaio, ma nulla è più come un tempo. L’Università Tecnica di Praga, la Čvut, di recente vi ha inaugurato un modernissimo centro di ricerca per l’efficienza energetica degli edifici, costato un investimento di 700 milioni di corone. Ma per il resto qui è terra di nessuno. Il Comune di Kladno si mostra intenzionato a riqualificare l’intera zona, pur consapevole che i costi di una completa bonifica ambientale sono enormi e insostenibili nel breve periodo. Senz’altro è forte la consapevolezza che la vecchia città dell’acciaio – una delle fucine più importanti d’Europa – non possa continuare a essere un relitto abbandonato, dove la notte qualche povero ladro di metalli s’avventura, per spogliarla degli ultimi rimasugli di un passato glorioso. In the following years – in this gigantic industrial area, close to the city centre – productive activity has partially recovered. A number of companies have created their factories, often utilizing some of the old pavilions that had been renewed and restored. Even the brand Poldi continues, even today, to be used for steel production, but nothing is more like a time. The ČVUT Technical University of Prague, has recently inaugurated a modern research centre for energy efficiency in buildings, that required an investment of 700 million crowns. But for the rest here is no man’s land. The City Council of Kladno wishes to redevelop the entire area, although it is well aware that the costs involved in decontaminating the whole area are unsustainable in the short term. They are certainly well aware that the old steel town – one of the most important steelworks in Europe – cannot be left in a state of abandonment, like an old wreck, where at times, even poor metal thieves venture into the area at night, to strip it of its last vestiges of a glorious past.
53
Un medico umanista tra Italia e Boemia
Fin dalla più remota antichità l’uomo ha stretto con il regno vegetale un legame indissolubile. Oltre ad essere un prezioso nutrimento per gli esseri umani, le piante hanno trovato largo impiego nei riti religiosi e magici di ogni cultura e, non ultimo, in campo
medico. Tra gli ingegni più brillanti di ogni tempo che seppero penetrare i segreti ben custoditi di boccioli, petali, steli e radici, particolare gloria ebbe il nome di un italiano: il medico e umanista senese Pietro Andrea Mattioli. Mattioli dedicò tutta la vita
Il senese Pietro Andrea Mattioli, lo scienziato che dedicò tutta la vita allo studio delle piante e che pubblicò a Praga nel XVI secolo un’opera immortale: l’Erbario di Mauro Ruggiero by Mauro Ruggiero
The Sienese Pietro Andrea Mattioli, the scientist who devoted his entire life to the study of plants and who published in the sixteenth century in Prague an immortal work: the Herbarium Since ancient times, man has established an unbreakable bond with the vegetable kingdom. Besides being a valuable food source for humans, plants have been widely used in religious and magic rites in every culture and, not least, in the medical field.
54
Among the most brilliant minds of all times, that were able to penetrate the well-kept secrets of buds, petals, stems and roots, special recognition goes to an Italian: the Sienese doctor and humanist Pietro Andrea Mattioli, who devoted all his life to the study of
progetto repubblica ceca
allo studio delle piante e al progresso della scienza e visse, non a caso, molto tempo a Praga, città dove pubblicò la sua opera più importante: il famoso “Erbario”, monumentale lavoro in lingua ceca ancora oggi molto conosciuto e apprezzato. Tra i molti illustri italiani che vissero tra il XVI e il XVII secolo nelle terre ceche e che con la loro opera contribuirono a tessere la fitta trama di rapporti culturali tra la Boemia e l’Italia, il dottore erborista senese fu tra i più amati, come testimonia anche lo storiografo ceco Bohuslav Balbín (16211688) che di Mattioli dice essere stato un “eccellente medico italiano che con il suo lungo soggiorno da noi, divenne quasi un nostro concittadino”. Pietro Andrea Mattioli nacque a Siena nel 1501, figlio insieme a 12 fratelli di Francesco e Lucrezia Buoninsegna. Spirito irrequieto fin dalla giovane età plants and the progress of science and who lived, not by chance, a long time in Prague, the city where he published his most important work: the famous “Herbarium”, a monumental work written in Czech, which is still widely known and appreciated today. Among the many illustrious Italians who lived in the sixteenth and seventeenth century on Czech lands, and who contributed through their work to weave a dense network of cultural relations between Bohemia and Italy, the Sienese herbalist doctor was one of the most beloved, as reported by the historian Bohuslav Balbín (1621- 1688), who stated that Mattioli was an “excellent Italian physician that due to his long stay in our Country, had became almost one of our fellow citizens”. Pietro Andrea Mattioli was born in Siena in 1501, the son, along with 12 brothers, of Francesco and Lucrezia
cultura culture
A humanist doctor between Italy and Bohemia e amante della natura, Pietro Andrea studiò latino, greco, retorica e filosofia a Siena e Venezia, per poi concludere gli studi di medicina a Padova nel 1523. Viaggiò molto per l’Italia al fine di perfezionare la sua segreta arte: Perugia, Roma, Trento e Gorizia lo videro esercitare tra successi e riconoscimenti la scienza di Asclepio, stimato dai potenti e amato dal popolo, mentre la sua fama di grande medico valicava i confini di città e regni. Mattioli si dedicò molto agli studi sulla cura della peste, che in quel tempo mieteva vittime in tutta Europa, e di altre malattie come, ad esempio, la sifilide. Intorno al 1544 era già molto famoso anche come botanico, grazie alla sua traduzione in lingua italiana dell’opera del greco Dioscoride sulla botanica dal titolo: “Sulla materia medica” che Mattioli pubblicò con il titolo: “Di Pedacio Dioscoride Ana-
zarbeo libri cinque Della historia & materia medicinale…”. Mattioli continuò per tutta la vita a pubblicare nuove versioni ampliate, rivedute e migliorate di questo importante volume al quale diede il nome di “Commentarii” alias “Erbari”, volto ad analizzare le esperienze in campo erboristico maturate nei tempi antichi, confrontandole e arricchendole con le moderne conoscenze sulle piante officinali. La svolta importante nella vita del dottore vagante avvenne nel 1550 quando Mattioli fu chiamato come medico personale dell’imperatore Ferdinando I a Innsbruck. Ferdinando favorì molto lo studioso italiano e offrì lui la possibilità, nel 1555, di diventare medico personale di suo figlio Ferdinando del Tirolo. Al seguito dell’arciduca Ferdinando, luogotenente delle terre ceche, ma anche amante dell’arte e del sapere,
Buoninsegna. A restless spirit from a very young age and a lover of nature, Pietro Andrea studied Latin, Greek, rhetoric and philosophy in Siena and Venice and then finished his studies in medicine at Padua in 1523. He travelled extensively around Italy in order to improve his secret art: Perugia, Rome, Trento and Gorizia saw him exercising the science of Asclepius, with great successes and recognition, held in high esteem by the powerful and loved by the people, while his reputation as a great doctor also crossed the boundaries of cities and kingdoms. Mattioli spent much of his studies on treating plague, which at that time claimed numerous victims across Europe, as well as other diseases, such as syphilis. Around 1544 he was already very famous also as a botanist, thanks to his Italian translation of the work of the Greek Dioscorides on botany entitled: “On medi-
cal matters”, that Mattioli published under the title: “Di Pedacio Dioscoride Anazarbeo libri cinque Della historia & materia medicinal.e..”. Mattioli continued throughout his life to release new expanded versions of it and revised and improved this important volume to which he gave the name “Commentaries” alias “Herbals”, aimed at analyzing the experiences gained in the herbal field in ancient times comparing it and enriching it with modern knowledge of medicinal plants. The major turning point in the life of the wandering doctor took place in 1550, when Mattioli was asked to be the personal physician of Emperor Ferdinand I in Innsbruck. Ferdinand greatly favoured the Italian scholar and offered him the opportunity in 1555 to become the personal physician of his son Ferdinand of Tyrol. In the wake of Archduke Ferdinand, lieutenant of Czech lands, but also a
La copertina dell’Erbario / Frontpage of the Herbarium, 1562
lover of art and knowledge, Mattioli arrived in Prague, where he found a large community of Italian artists, architects, bricklayers and stonemasons, who built palaces and noble residences and that, shortly thereafter, were to found in 1573, on the aegis of the Society of Jesus, the “Congregation of the Blessed Virgin Mary of the Assumption”, better known as “the Italian Congregation of Prague”. The Archduke had sincere and profound respect for the Sienese therapist and when his wife gave birth to his first son, Ferdinand called him Andrea, just as his personal physician. In Bohemia Mattioli tightened his relations
progetto repubblica ceca
with humanists and scientists and married for the second time. He corresponded with doctors and herbalists from various countries, who sent to Prague known and unknown species of herbs, which he studied with great care. Jiří Melantrich from Aventine was a Czech publisher and printer, owner of the most famous and important printing house in Prague, known not only in Bohemia but also in the whole Europe of the time. He carried out his work in a crucial period for Czech literature, which saw the birth of some of the greatest masterpieces in the national language. Melantrich ob-
55
Mattioli arrivò a Praga dove trovò una nutrita comunità di italiani: artisti, architetti, muratori e scalpellini che costruivano palazzi e residenze nobiliari e che, di lì a poco, avrebbero fondato per impulso della Compagnia di Gesù, nel 1573, la “Congregazione della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo”, meglio nota come “Congregazione Italiana di Praga”. L’Arciduca nutriva per il terapeuta senese sincera e profonda stima, e quando sua moglie diede alla luce il suo primogenito, Ferdinando volle chiamarlo proprio come il suo medico personale: Andreas. In Boemia Mattioli strinse rapporti con umanisti e uomini di scienza e prese moglie per la seconda volta. Intratteneva scambi epistolari con dottori ed erboristi di vari paesi che gli inviavano a Praga esemplari di erbe note e ignote che lui studiava con grande attenzione. Jiří Melantrich da Aventino era un editore e stampatore ceco, proprietario della più famosa e importante stamperia praghese, nota non solo in Boemia, ma in tutta l’Europa del tempo. Svolse la sua attività in un arco temporale fondamentale per la
Matthiola incana
tained from the Emperor the privilege of publishing Mattioli’s “Herbals” for five years in an illustrated edition of great value, which involved the investment of a substantial capital on his part, as well as that of Mattioli and the Emperor. During the Diet in 1558, the Czech States established that from the tax money, a large sum should be paid to Mattioli for the publication of the treatise. And this great effort was amply rewarded. Mattioli accepted his work to be published in Czech in order to better serve the people of the kingdom. The preparation work lasted eight years and the volume saw the light of day only in 1562 with the title “Herbář jinak bylinář velmi užitečný”. The novelty of this edition of great worth and scientific value were its rich illustrations, painted on the bases of close, direct observations of plants, for
56
which artists from all over the kingdom were called to work on the xilography under the direct control of Mattioli. The book is also remembered for being one of the first works in which art and science are brought closely together, thanks to the shift from a symbolicallegorical depiction to that of a real natural element. The “Herbarium” was a compendium of the knowledge of the period on medicinal plants and their daily use in the medical, food and cosmetic field. The book included plants that had been introduced into Europe from the Americas, such as the tomato, the sunflower and corn. In the Czech preface, Mattioli states that he wrote it out of gratitude to the Czech people, with whom he lived for a long time: “So that they may heal and protect themselves from illness”. The
progetto repubblica ceca
Czech translation was done by the Bohemian doctor and astronomer Tadeáš Hájek from Hájek, who then became the personal physician of Emperor Rudolph II. Hájek did not simply limit himself to translating the text, but enriched it with valuable information about the native plants of Bohemia and their use. In addition, with his translation, the Bohemian physician and astronomer laid down the foundation for Czech botanic terminology. Following the publication of the work, Mattioli was elevated to the rank of a noble. During his years in Prague, the Sienese therapist published five volumes, but other writings by him were published in the Czech language even after his death. Mattioli left Prague and Bohemia around 1566 and settled in Tyrol, where he married again, but continued
cultura culture
letteratura ceca che vide la nascita di alcuni dei più grandi capolavori in lingua nazionale. Melantrich ottenne dall’Imperatore il privilegio di pubblicare per cinque anni gli “Erbari” di Mattioli, in un’edizione illustrata di grande pregio che comportò l’investimento di ingenti capitali da parte sua, di Mattioli e dello stesso Imperatore. Durante la Dieta del 1558, gli Stati Cechi stabilirono che dal denaro proveniente dalle imposte venisse versata a Mattioli una grossa somma per la pubblicazione del trattato. Ma lo sforzo fatto venne ampiamente ripagato. Mattioli accettò che la sua opera venisse pubblicata in lingua ceca, per poter meglio servire agli abitanti del regno. Il lavoro di preparazione durò otto anni e il volume vide la luce solo nel 1562 con il titolo “Herbář jinak bylinář velmi užitečný”. La novità di questa edizione di grande pregio e valore scientifico fu il ricco apparato illustrativo, dipinto sulla base dell’osservazione diretta delle piante, per il
quale furono chiamati in causa artisti provenienti da tutto il regno che lavorarono alle xilografie sotto il controllo dello stesso Mattioli. Il libro è ricordato anche per essere stato una delle prime opere nelle quali avviene un avvicinamento tra arte e scienza, grazie al passaggio da una raffigurazione simbolico-allegorica a una realistica degli elementi naturali. L’“Erbario” era un compendio di tutte le conoscenze del tempo sulle piante officinali e il loro uso quotidiano in campo medico, alimentare e cosmetico. Nel libro erano annoverate anche piante che da poco erano state introdotte in Europa dalle Americhe come il pomodoro, il girasole e il mais. Nella prefazione all’edizione ceca, Mattioli afferma di aver scritto l’opera per riconoscenza verso i cechi, popolo presso il quale viveva ormai da molto tempo: “Perché possano curarsi e proteggersi dai malanni”. Artefice della traduzione in ceco fu il dottore e astronomo boemo Tadeáš Hájek
di Hájek, che sarà in seguito anche medico personale dell’imperatore Rodolfo II. Hájek non si limitò semplicemente a tradurre il testo, ma lo arricchì di informazioni preziose relative alle piante autoctone della Boemia e al loro utilizzo. Inoltre, con la sua traduzione, il medico e astronomo boemo pose le basi per la terminologia botanica in lingua ceca. In seguito alla pubblicazione dell’opera, Mattioli venne elevato al rango di nobile. Negli anni di permanenza a Praga il terapeuta senese diede alle stampe ben cinque volumi, ma altri suoi scritti vennero pubblicati in lingua ceca anche dopo la sua morte. Mattioli lasciò Praga e la Boemia intorno al 1566. Si stabilì in Tirolo, dove si sposò nuovamente, continuando però a esercitare la professione di medico presso la famiglia imperiale. Nel 1578 l’arciduca Ferdinando lo inviò a Roma al fine di curare suo figlio Andreas che nel frattempo era stato nominato cardinale. Mattioli obbedì,
ma fermatosi a Trento fu contagiato, ironia della sorte, proprio da quella malattia per la quale aveva cercato tutta la vita un rimedio e che, invece, la vita gliel’avrebbe tolta: la peste. Molto si deve, ancora oggi, al brillante botanico e dottore italiano vissuto in Boemia per più di due lustri al servizio degli Asburgo. Egli, infatti, diede con le sue opere un contributo importante allo sviluppo della scienza delle erbe medicinali a uso terapeutico, e alla divulgazione della conoscenza scientifica nell’Europa del tempo. La “Matthiola” è un genere di piante erbacee perenni originarie delle regioni mediterranee. Queste piante producono fiori profumati che vanno dal giallo al rosso e dal blu al viola, e sono molto apprezzate come piante ornamentali. A dargli questo nome fu il botanico britannico Robert Brown, vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, proprio in onore del grande Pietro Andrea Mattioli, medico e botanico senese.
his practice as a physician for the Imperial family. In 1578 Archduke Ferdinand sent him to Rome in order to cure his son Andreas, who in the meantime had been appointed cardinal. Mattioli obeyed, but stopping at Trento, he was infected, ironically, by the very same disease for which he had sought a
remedy all of his life and which was to kill him: plague. Even today, we owe a great deal to the brilliant Italian botanist and doctor who lived in Bohemia for more than two decades in the service of the Habsburgs. He gave, with his studies and work, an important contribution to the develop-
ment of the science of medicinal herbs for therapeutic use and the dissemination of scientific knowledge throughout Europe at the time. The “Matthiola” is a type of herbaceous perennial plant from the Mediterranean regions. These plants produce fragrant flowers ranging from yellow
to red and from blue to purple, and are very popular as ornamental plants. To give it its name was the British botanist Robert Brown, who lived between the eighteenth and nineteenth century, in honour to the great Pietro Andrea Mattioli, the physician and botanist from Siena.
57
Un incontro a Praga fra jazz e musica classica A meeting in Prague between jazz and classical music
di Sabrina Salomoni by Sabrina Salomoni
58
Un pianista di spicco del panorama jazzistico internazionale e un direttore d’orchestra con il gusto delle sfide coraggiose. È dall’incontro fra Danilo Rea e Walter Attanasi che è nato Classic & Jazz, concerto di inaugurazione della nuova stagione di Italia Arte Fest, il festival che dal 2011 porta la musica italiana in Repubblica Ceca. Un’intuizione che ha dato vita a Pra-
ga, il 28 aprile, a un divertissement fra due generi musicali a prima vista inconciliabili. Direttore del festival e organizzatore del concerto, il Maestro Attanasi ha spiegato così il senso dell’evento: “L’idea trae origine da una considerazione: in quasi tutte le lingue il verbo “suonare” significa “giocare”. Come per autentico gioco, ognuno nel
rispetto del linguaggio dell’altro, abbiamo ideato un programma che intende dimostrare quanto possa essere armonioso e divertente l’inserimento di un’improvvisazione jazz all’interno di un repertorio classico”. L’iniziativa, allestita con il patrocinio e la cooperazione dell’Ambasciata Italiana a Praga, dell’Istituto Italiano di Cultura e il sostegno del Gruppo
A leading pianist on the international jazz scene and a conductor with a taste for challenges. It is from a meeting between Danilo Rea and Walter Attanasi that Classic & Jazz was born, the opening concert of the new Italia Arte Fest season, the festival that since
2011 brings Italian music to the Czech Republic. A great intuition that in Prague on 28th April gave birth to an exciting divertissement between the two musical genres which at first glance seemed incompatible.
The festival director and organizer of the concert, Maestro Attanasi, explained the sense of the event: “The idea stems from an observation: in almost all languages the verb “play” music also means “play” games. Therefore, as with an authentic game,
progetto repubblica ceca
attualità current affairs
Italian Business Center, si è svolta nella prestigiosa cornice della Sala Josef Suk del Rudolfinum di Praga, davanti al bel mondo della capitale ceca, fra esponenti dell’ambiente politico e della diplomazia, importanti figure del business e celebrità del mondo dell’arte e della cultura. Guidata dalla bacchetta di Attanasi, l’orchestra d’archi Czech Virtuosi apre il programma con il Divertimento K136 di Mozart. Dopo una musica improntata al classicismo, la scaletta prosegue con la Sinfonia degli addii di Haydn, partitura che ben si presta al “gioco”, filo conduttore della serata. All’inizio tutto appare regolare finché, con non-
chalance, alcuni strumentisti si alzano e abbandonano la sala richiudendosi la porta alle spalle. Il gioco scenico continua, i musicisti smettono a turno di suonare e quando gli ultimi due violini non mostrano alcuna intenzione di fermare la musica il Maestro, con un gesto rassegnato e fra le risatine del pubblico, lascia il palcoscenico. A sostegno dei violini entra in scena Danilo Rea, l’ospite d’onore che, concluso il tema di Haydn, propone un’incursione nella musica di Fabrizio De André con un assolo che ne conferma il virtuosismo e si merita il caloroso applauso del pubblico. Il pianista vicentino è sbarcato nella capitale ceca dopo la recente partecipazione al
Festival di Sanremo in duetto con Gino Paoli e la firma della colonna sonora del film “Quando c’era Berlinguer”. Il Maestro Attanasi non poteva scegliere un artista più adatto con cui dividere la scena. Rea, diplomato in pianoforte classico e noto interprete jazz, trova infatti nell’improvvisazione sui temi dei grandi compositori del passato la via per conciliare le due facce della sua personalità musicale. Lo stile gioioso del Concerto per viola e orchestra di Telemann conclude la prima parte della serata e introduce l’ultima ospite, la violista ceca Jitka Hosprová che si alterna all’orchestra nei quattro movimenti del brano. Dopo
l’intervallo Rea accompagna l’orchestra o le si avvicenda con assoli e variazioni sul resto del programma che prevede la Serenata Op. 22 di Dvořák, l’Adagio di Barber e l’elegia Crisantemi di Puccini. Il cerchio si chiude, sono di nuovo le note di Mozart a concludere l’evento con la celebre Piccola serenata notturna che riunisce sul palco tutti i protagonisti della serata. Il pubblico sembra appagato, la ricchezza e varietà delle atmosfere del divertissement, i giochi armonici eseguiti da artisti di varie nazionalità hanno dimostrato ancora una volta quanto la musica sia anche strumento di scambio culturale fra i Paesi.
Il Maestro Attanasi dirige l’orchestra / Maestro Attanasi conducting the orchestra
Da destra, Walter Attanasi e l’ospite d’onore Danilo Rea / From the right, Walter Attanasi and the guest of honour Danilo Rea
and respecting each other’s language, we devised a program that intends to demonstrate how the introduction of a jazz improvisation into a classical repertoire could be a harmonious and enjoyable experience”. The initiative, organized with the support and cooperation of the Italian Embassy in Prague, the Italian Cultural Institute and the support of the Italian Business Center Group, took place inside the prestigious Josef Suk Hall of the Rudolfinum in Prague, before the “beau monde” of the Czech capital, among political and diplomatic representatives, as well as important business people and celebrities from the world of art and culture. Directed by Attanasi, the Czech Virtuosi string orchestra opened the program
a solo that affirms his great virtuosity and attracts a well-deserved applause from the audience. The pianist from Vicenza came to the Czech capital after his recent participation at the Sanremo Festival in a duo with Gino Paoli and the soundtrack from the movie “Quando c’era Berlinguer”. Director Attanasi could not have chosen a more suitable artist with whom to share the scene. Rea, who graduated in classical piano and is well known as a jazz performer, finds in the improvisations of the themes of the great composers of the past, the way to reconcile the two sides of his musical personality. The joyful style of the Concert for viola and orchestra by Telemann concluded the first part of the evening with a last guest, the Czech viola player Jitka
with Mozart’s Divertimento K136. After a classical piece, the playlist continued with Haydn’s Farewell Symphony, a score that well lends itself to “playing”, the main thread of the evening. At first, everything seems normal until, with nonchalance, a few musicians get up and leave the room, closing the door behind them. The scenic game continues, and one after the other, the musicians stop playing. When the last two violin players show to have no intention of stopping the music, the conductor, with a resigned gesture, among giggles from the public, finally abandons the stage. To support the violins, Danilo Rea, the guest of honour, comes onto the scene and after the conclusion of Haydn’s theme, proposes an excursion into the music of Fabrizio De André with
progetto repubblica ceca
Hosprová, who alternated with the orchestra during the four movements of the piece. After the interval, Rea accompanied the orchestra and alternated with solos and variations from the rest of the program, that included the Serenade Op. 22 by Dvořák, Barber’s Adagio and Puccini’s elegy Crisantemi (Chrysanthemums). The event drew to a close on the notes of Mozart’s A little night music, with all the protagonists of the evening on the stage. The public seemed gratified. The rich and varied atmosphere of the divertissement and the harmonious “amusements” performed by the artists from various nationalities, demonstrate once more that music is also an instrument of cultural exchange between countries.
59
Anniversari cechi Czech Anniversaries
di Mauro Ruggiero
Moriva Ferdinando I d’Asburgo Ferdinand I of Habsburg died 450 anni fa 450 years ago
Nato ad Alcalá de Henares, in Spagna, il 10 marzo del 1503, Ferdinando era figlio di Filippo d’Asburgo e di Giovanna di Castiglia e fu sovrano di Boemia e di Ungheria dal 1526 e Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1556 al 1564. Durante il suo regno dovette contrastare l’ascesa dell’impero ottomano e le sue mire espansionistiche verso l’Europa Centrale, nonché il fenomeno della riforma protestante che diede origine a sanguinose guerre di religione e a un periodo di grande instabilità. Ferdinando apportò all’organizzazione dell’Impero importanti cambiamenti: fu stabilita la creazione di un esercito unico agli ordini dell’imperatore all’interno dei domini austriaci; furono creati un unico sistema finanziario per la riscossione dei tributi e il controllo delle proprietà e tutta una serie di altre riforme volte ad un maggiore accentramento amministrativo del potere nelle mani dell’imperatore. Morì a Vienna il 25 luglio del 1564, ma le sue spoglie sono sepolte all’interno della Cattedrale di San Vito a Praga.
Born in Alcalá de Henares in Spain, on 10th March 1503, Ferdinand was the son of Philip of Habsburg and Joanna of Castile, and was king of Bohemia and Hungary since 1526 and Emperor of the Holy Roman Empire from 1556 to 1564. During his reign he had to fight against the rise of the Ottoman Empire and its expansionistic ambitions towards Central Europe, as well as the phenomenon of the Protestant Reformation, which gave rise to bloody religious wars and a period of great instability. Ferdinand brought about important changes to the organization of the Empire: the creation of a single army was established under the orders of the Emperor within the Austrian domains; a single financial system was developed for the collection of taxes, together with the control of property and a host of other reforms aimed at greater centralization of administrative power into the hands of the emperor. He died in Vienna on 25th July 1564, but his remains are buried in St. Vitus Cathedral in Prague.
450
Jiří Deodatus apriva a Praga la prima caffetteria Jiří Deodatus opened the first café in Prague 300 anni fa 300 years ago
60
Nel 1714 l’autorità pubblica di Praga diede al turco-armeno Gorgos Hatalah el Demöki, nato a Damasco, l’autorizzazione ad aprire a Malá Strana, a pochi passi dal Ponte Carlo, la prima caffetteria (“kafírna”) della città. Gorgos, che latinizzò il suo nome in Georgius Deodatus Damascenus – ed è ancora oggi noto con quello di Jiří Deodatus – aveva studiato a Damasco e poi assecondato la volontà dei suoi genitori che lo volevano uomo d’affari. Viaggiò molto in Asia e in Europa prima di stabilirsi definitivamente a Praga per gestire la sua attività. All’inizio, quando ancora non aveva affittato il locale, vendeva il suo caffè ai passanti girando per strada in abiti tradizionali arabi, portando con sé tazze, zucchero e un fornellino a carbone per riscaldare l’acqua. Fece molta fortuna, si convertì al cristianesimo e sposò una donna ceca dalla quale ebbe tre figli. Era un lettore appassionato e si interessava anche di medicina. Morì il 2 dicembre del 1730 e fu sepolto nel chiostro del Monastero di San Tommaso a Malá Strana.
In 1714 the public authority of Prague gave the Armenian-Turk Gorgos Hatalah el Demöki, born in Damascus, permission to open in Malá Strana – a few steps from Charles Bridge – the first coffee shop (“kafírna”) of the city. Gorgos, who Latinized his name to Georgius Deodatus Damascenus, and who is still known today as Jiří Deodatus, had studied in Damascus and later, following the wishes of his parents, became a businessman. He travelled widely to Asia and Europe before finally settling down in Prague to run his business. At first, when he had not yet rented a place, he sold his coffee to passers-by on the streets, going around in traditional Arab clothes, carrying cups, sugar and a coal stove to heat the water. He was to make a fortune, then converted to Christianity and married a Czech woman, with whom he had three children. He was an avid reader and was interested in medicine. He died on 2nd December, 1730 and was buried in the cloister of the St. Thomas Monastery in Malá Strana.
300
progetto repubblica ceca
storia history
Nasceva il poeta ceco Antonín Sova The Czech poet Antonín Sova was born 150 anni fa 150 years ago
Antonín Sova è stato un poeta ceco e direttore della Biblioteca Municipale di Praga. Nacque il 26 febbraio del 1864 a Pacov, in Vysočina, e studiò prima a Tábor e poi a Písek. In questa città frequentò il poeta ceco Adolf Heyduk, i cui componimenti vennero adattati musicalmente da Antonín Dvořák. Heyduk aiutò Sova a pubblicare le sue prime creazioni poetiche in riviste letterarie del tempo. In seguito Sova si trasferì a Praga per studiare legge, ma per questioni di natura economica non riuscì a portare a termine gli studi. Trovò impiego nel dipartimento editoriale dell’Ottův slovník naučný, la più grande e completa enciclopedia scritta in lingua ceca, e dal 1898 lavorò presso la Biblioteca Municipale di Praga come direttore. Visse a Praga ed ebbe contatti con molti poeti e letterati del nuovo stato cecoslovacco. Nel 1897 era stato tra i creatori della prima associazione letteraria ufficiale ceca. Inoltre, fu sempre un sostenitore dei movimenti nazionalisti del paese. Tra le sue opere ricordiamo le raccolte: “Realistické sloky”, “Květy intimních nálad” e “Z mého kraje”. Morì il 16 agosto del 1928.
Antonín Sova was a Czech poet and the director of the Municipal Library of Prague. He was born on 26th February, 1864 in Pacov, Vysočina, and studied at first in Tábor and then in Písek. In this city he often met up with the Czech poet Adolf Heyduk, whose compositions were adapted musically by Antonín Dvořák. Heyduk helped Sova to publish his first poetic creations in the literary magazines of the time. Later on, Sova moved to Prague to study law, but due to economic reasons, he could not complete his studies. He found a job in the editorial department of the Ottův Slovnik naučný, the largest and most comprehensive encyclopaedia written in Czech, and from 1898 he worked as director at the Municipal Library of Prague. He lived in Prague and had contacts with many poets and writers of the new Czechoslovak state. In 1897 he was one of the creators of the first official Czech literary association and had always been a supporter of the nationalist movements in the Country. Among his works are the collections: “Realistické sloky”, “Květy intimních nálad” and “Z mého kraje”. He died on August 16, 1928.
150
Nasceva il compositore ceco Rafael Jeroným Kubelík The Czech composer Rafael Jeroným Kubelík was born
100 anni fa 100 years ago
Rafael Jeroným Kubelík, famoso compositore e direttore d’orchestra ceco, nacque il 29 giugno del 1914 ed era figlio del violinista e compositore Jan Kubelík. Rafael completò i suoi studi di musica a Praga e iniziò presto una lunga e strepitosa carriera nel campo della direzione d’orchestra. Emigrò negli USA nel 1948 e poi, nel 1967, a Lucerna in Svizzera, dove acquisì la cittadinanza elvetica. Diresse l’Orchestra Filarmonica Ceca nel periodo 1936-1939 e 1942-1948 e, successivamente, fu direttore della Chicago Symphony Orchestra (1950-1953), dell’orchestra del Metropolitan di New York (1972-1974), della Royal Opera House di Londra (1955-1958) e dell’Orchestra Sinfonica della Bayerischer Rundfunk (1961-1979). In Italia diresse due concerti al Teatro alla Scala di Milano nel 1953, lo Stabat Mater di Dvořák nel 1959 e Les Troyens nel 1960. Autore di una vasta discografia amò particolarmente Antonín Dvořák. Compose musica sinfonica, corale e operistica. È famoso anche per aver diretto nel 1946 i concerti di apertura e di chiusura della prima edizione de “La Primavera di Praga”, il più importante festival ceco di musica classica.
Rafael Jeroným Kubelík, the famous Czech composer and conductor, was born on 29th of June, 1914 and was the son of the violinist and composer Jan Kubelík. Rafael completed his music studies in Prague and soon began a long and successful career as a musical director. He emigrated to the USA in 1948 and then to Lucerne, Switzerland in 1967, where he acquired Swiss citizenship. He directed the Czech Philharmonic Orchestra in the period 1936-1939 and 1942-1948, and later served as director of the Chicago Symphony Orchestra (1950-1953), the New York Metropolitan Opera orchestra (1972-1974), the London Royal Opera House (1955-1958) and the Bavarian Radio Symphony Orchestra (1961-1979). In Italy, he directed two concerts at the Theater La Scala in Milan in 1953, the Stabat Mater by Dvořák in 1959 and Les Troyens in 1960. Author of a vast discography, he particularly liked Antonín Dvořák. He composed symphonic, choral and operatic music and is also famous for directing the concerts in 1946 for the opening and closing of the first edition of “The Prague Spring”, the most important Czech festival of classical music.
100
progetto repubblica ceca
61
novità editoriali new publications
62
di Mauro Ruggiero
Tradotto da Marina Feltlová è uscito in lingua ceca, per la casa editrice Paseka, il romanzo “Accabadora” della scrittrice sarda Michela Murgia. Il libro, pubblicato in Italia nel 2009 dalla casa editrice Einaudi, ha vinto numerosi premi tra cui la 48/a edizione del Premio Campiello nel 2010. “Accabadora”, ambientato nei primi anni ‘50 del ‘900 in un piccolo paesino della Sardegna, racconta la storia della giovane Maria e della sua madre adottiva, la sarta Bonaria Urrai, “Tzia Bonaria”, legate insieme nella vita e nell’anima da un insolito destino. Sullo sfondo una Sardegna arcaica, con le sue regole e la sua lingua atavica. Quando Maria scoprirà il segreto della vecchia donna che le ha fatto da madre, ne sarà scossa e inizierà un viaggio per fuggire da ciò che non comprende; un viaggio che, però, la ricondurrà nuovamente al punto dal quale era partita. Con una lingua letteraria semplice e penetrante insieme, Michela Murgia affronta un tema complesso e sempre attuale: quello dell’eutanasia, e ci invita a riflettere sull’universo umano con la forza poetica della suggestione.
Translated into Czech by Marina Feltlová and just published by Paseka is the novel “Accabadora” by the Sardinian writer Michela Murgia. The book, which was published in Italy in 2009 by Einaudi, has won numerous awards, including the 48th edition of the 2010 Campiello award. “Accabadora”, set in a small village in Sardinia during the early 1950s, tells the story of a young girl called Maria and her adoptive mother, a dress maker named Bonaria Urrai, “Tzia Bonaria”, who are bound together, life and soul, by an unusual destiny. In the background, an archaic Sardinia, with its rules and atavistic language. When Maria discovers the secret of the old woman, who was a mother to her, she is shocked and goes on a journey to escape from what she does not understand; a journey, however, that will bring her right back to where she left. With a simple, but acute literary language, Michela Murgia delves into the complex and ever present theme: that of euthanasia, and with a strong poetic power of suggestion, invites us to reflect on the human universe.
Michela Murgia, Accabadora, Paseka: Praga 2014, pp. 160
Michela Murgia, Accabadora, Paseka: Prague 2014, 160 pp.
Questo volume di Antonello De Oto, ricercatore presso l’Università di Bologna, intende affrontare il tema delle relazioni tra Stato e Chiesa nella Repubblica Ceca e la regolamentazione del diritto fondamentale di libertà religiosa in quella realtà fornendo, per quanto possibile, il dettaglio storico-culturale e normativo dell’incidenza del fattore religioso in Boemia e Moravia. L’odierna Repubblica Ceca è da sempre cerniera tra due mondi, l’Occidente e l’Oriente, segnata da tensioni religiose nella dinamica Riforma-Controriforma e dai confini dell’ortodossia. In era moderna è stata suo malgrado anche periferia di due Imperi: quello Austro-Ungarico prima e quello Sovietico dopo. In definitiva la Repubblica Ceca risulta essere un piccolo ma eccellente angolo prospettico per studiare le future possibili evoluzioni della società europea in materia di interazione religiosa e culturale in un territorio che è stato per più di sei secoli un crocevia di esperienze intellettuali, una terra di mezzo nel cuore dell’Europa, ma anche teatro di scontri politici e religiosi che hanno segnato la sua storia.
This volume by Antonello De Oto, a researcher at the University of Bologna, aims to tackle the subject of relations between State and Church in the Czech Republic and set of rules concerning the fundamental rights of religious freedom in that country, by providing, as far as possible, the historical-cultural and normative aspects of religious incidence in Bohemia and Moravia. The Czech Republic has always been a link between West and East, and has been marked by religious tensions in the dynamics of the Reform and Counter-Reform process and the boundaries of orthodoxy. Despite itself, in modern times it has also been the periphery of two empires: firstly, the Austro-Hungarian empire and then the Soviet one. However, the Czech Republic is a small but excellent perspective angle from which to study the future possible evolution of European society in matters related to religious and cultural interaction, in a land that for more than six centuries, has been a crossroads of intellectual experiences, a sort of middle ground in the heart of Europe, but also the scene of political and religious clashes that have marked its history.
Antonello De Oto, Diritto e religione nell’Europa di mezzo: la Repubblica Ceca, Bononia University Press: Bologna 2012, pp. 200
Antonello De Oto, Diritto e religione nell’Europa di mezzo: la Repubblica Ceca, Bononia University Press: Bologna 2012, 200 pp.
progetto repubblica ceca
cultura culture
Il volume ricostruisce la genesi politica e la storia del complotto internazionale che portò al rapimento dell’onorevole Aldo Moro. “Storia segreta del PCI” è un libro documentato e l’ultimo atto di una vicenda descritta attraverso migliaia di carte ufficiali del Governo italiano (che solo Wikileaks, probabilmente, avrebbe pubblicato) e attraverso il racconto di numerosi osservatori diretti e partecipanti, come i partigiani italiani fuggiti dal nostro Paese – residenti in Cecoslovacchia – e personalità della nostra Ambasciata a Praga. Rudolf Barák, ex Ministro dell’Interno cecoslovacco negli anni cinquanta – che mai aveva accettato di incontrare uno studioso straniero – confermò personalmente a Rocco Turi che i partigiani italiani furono al servizio del Kgb e della polizia segreta cecoslovacca. Negli otto anni del Ministero di Rudolf Barák (1953-1961) i nostri partigiani furono proprio al suo servizio. L’eredità fu raccolta dai suoi successori in tutti gli anni della Guerra fredda e la Cecoslovacchia fu meta per l’addestramento di terroristi provenienti da tutto il mondo.
The book reconstructs the political genesis and history of the international conspiracy that led to the kidnapping of Aldo Moro. “Storia segreta del PCI” is a documented book and the final act of a story that is described through thousands of official Italian government documents (which only Wikileaks, perhaps, would have published) and through the testimonies of many direct observers and participants, such as the Italian partisans who fled our Country – resident in Czechoslovakia – and personalities from our Embassy in Prague. Rudolf Barák, former Czechoslovak Interior Minister in the nineteen-fifties – who had never agreed to meet a foreign scholar – confirmed personally to Rocco Turi that the Italian partisans reported to the KGB and the Czechoslovak secret police. During the eight years of Rudolf Barák’s Ministry (1953-1961) our partisans were actually at his service. This was taken over by his successors during all the years of the Cold War and Czechoslovakia became a training camp for terrorists from all over the world.
Rocco Turi, Storia segreta del PCI. Dai partigiani al caso Moro, Rubbettino Editore: Catanzaro 2013, pp. 328
Rocco Turi, Storia segreta del PCI. Dai partigiani al caso Moro, Rubbettino Editore: Catanzaro 2013, 328 pp.
In libreria l’ultimissima guida del Touring Club su Praga e la Repubblica Ceca. Sospesa tra la materia e il sogno, Praga è composita e sfuggente come la sua storia. Accanto ai restaurati quartieri, alle architetture barocche e alle estrose forme del Novecento cubista e post moderno, le nuove icone sono il Lennonova Zed’, il Muro di John Lennon, sacrario del pop in memoria di un’epoca in cui anche la musica era soggetta a censura, la Casa danzante di Frank O. Gehry che simula l’abbraccio di due ballerini, le affollate birrerie tradizionali, i caffè letterari. Per chi ha più tempo, Praga è la “porta” di Boemia e Moravia, regioni d’arte e cultura, integre dal punto di vista dell’ambiente e forti di proposte che coniugano turismo termale, escursioni, natura. 6 itinerari di visita a Praga e una rassegna delle principali località turistiche di Boemia e Moravia, 120 foto a colori, 20 tra carte e piante e una sezione con tutti i consigli per organizzare il viaggio. 82 notizie utili, 217 indirizzi per dormire, 175 ristoranti e brasserie, 134 spunti per il tempo libero e la sera, 67 negozi, 33 eventi e manifestazioni (cit. Touring).
Now available in the bookshops is the latest Touring Club guide of Prague and the Czech Republic. Suspended between substance and dream, Prague appears composite and elusive, just as its history. Besides the restored districts, its baroque architecture and bizarre twentieth century cubist and post-modern styles, the new icons are the Lennonova Zed’, the John Lennon Wall, the pop shrine in memory of a period when also music was subject to censorship, the dancing House by Frank O. Gehry that simulates the embrace of two dancers and the crowded traditional beer houses and literary cafes. For those who have more time to spare, Prague is the “door” towards Bohemia and Moravia, well-preserved regions of art and culture, from an environmental point of view, and with attractive proposals that combine spa tourism, hiking and nature. Six itineraries in Prague alone and an overview of the main tourist areas of Bohemia and Moravia, with 120 colour photos, 20 maps and plans and a section full of advice on how to organize your trip. 82 useful pieces of information, 217 accommodation addresses, 175 restaurants and brasseries, 134 ideas for your leisure and places where to spend the evening, 67 shops and 33 events (cit. Touring).
Touring Club, Praga e la Repubblica Ceca. Città Vecchia e Città Nuova, il meglio di Boemia e Moravia, Touring Editore: Milano 2013, pp. 240
Touring Club, Praga e la Repubblica Ceca. Città Vecchia e Città Nuova, il meglio di Boemia e Moravia, Touring Editore: Milan 2013, 240 pp.
progetto repubblica ceca
63
Lo Sparta torna a guidare il calcio ceco
Cuore, orgoglio e superiorità tecnica: è questa la ricetta vincente dei granata di Letná. L’analisi della stagione 20132014 della Liga, che ha visto il dominio in lungo e in largo della formazione capitolina di Alessandro De Felice by Alessandro De Felice
Heart, pride and technical superiority: this is the winning recipe of the maroon coloured Letná team. The analysis of the 2013-2014 season in La Liga, which saw the complete domination the team from the capital
64
Arrivare secondi può rappresentare in alcuni casi un fallimento, soprattutto se ti chiami Sparta Praga e sei storicamente abituato a vincere. Quest’anno però – dopo tre deludenti secondi posti consecutivi – i granata della Capitale sono riusciti a riportare il titolo alla Generali Arena, grazie a una rosa ricca di talenti e all’acume tattico del tecnico Vítězslav Lavička. Per la società, guidata dal giovane presidente Daniel Křetínský, si è trattato del titolo numero 36 della sua storia. Nonostante la massima divisione ceca sia uno dei tornei emergenti del calcio europeo, la differenza tecnica e organizzativa tra Sparta Praga e Viktoria Plzeň, da una parte, e le altre è ancora molto marcata. Le due squadre hanno condotto un campionato a sé,
Second place in some cases can be a failure, especially if your name is Sparta Prague and you are historically accustomed to winning. This year however, after three consecutive disappointing second places, the maroon team from the capital, were able to bring the title to the Generali Arena, thanks to a rich squad of talent and the tactical acumen of coach Vítězslav Lavička. For the club, led by the young President Daniel Křetínský, it was 36th league title in their history. Despite the Czech top division being one of the emerging European football championships, the technical and organizational differences between Sparta Prague and Viktoria Plzeň, and the rest of the teams, is still very noticeable. The two teams have fought alone in a separate league, a thrilling head-to-head clash from which the other participants of the Gambrinus Liga were excluded due to their evident inferiority. The duel at the top lasted 19 days, until the 4th week of the second
un avvincente testa a testa dal quale le altre partecipanti della Gambrinus Liga sono rimaste escluse per manifesta inferiorità. Il duello al vertice è durato 19 giornate, fino al 4° turno del girone di ritorno, quando nello scontro tra titani, il gol di Přikryl ha definitivamente lanciato la formazione granata verso il titolo, spezzando i sogni di gloria del Viktoria Plzeň. Lavička ha fatto leva sulla voglia di
rinascita che dalle parti della Generali Arena era forte, mettendo in campo un undici sempre quadrato e consapevole dei propri mezzi. Una macchina perfetta che ha permesso agli uomini del tecnico nato a Plzeň (strano scherzo del destino) di conquistare anche la Pohár České Pošty, la Coppa Nazionale, vinta lo scorso 17 maggio a Praga proprio contro il Viktoria. Certamente le straordinarie doti tecniche
round, when in the clash of the titans, Přikryl’s goal finally launched the dark red team towards the title, shattering Viktoria Plzeň’s dreams of glory. Lavička has made great use of the strong desire for rebirth coming from the Generali Arena, fielding a very dependable eleven and always aware of their own abilities. A perfect machine that has allowed the men of the coach from Plzeň (a strange twist of Fate) to
conquer the Pohár České Pošty, the National Cup, which was won last May 17 in Prague, again against Viktoria. Certainly the extraordinary coaching ability and above all an impressive goalscoring tendencies of players like Josef Hušbauer David Lafata and Ladislav Krejčí, have been vital over the course of the season. The three together, have scored no less than 42 goals, more than half the total scored by Sparta.
progetto repubblica ceca
sport
Sparta returns to the top of Czech football ma soprattutto una spiccata vena realizzativa di giocatori come Josef Hušbauer, David Lafata e Ladislav Krejčí sono risultate fondamentali nel corso della stagione: i tre hanno segnato insieme ben 42 gol, più della metà del bottino totale dello Sparta. I numeri dimostrano d’altronde l’ottimo lavoro di Lavička che ha saputo creare una grande solidità difensiva unita ad una capacità realizzativa no-
tevole: 25 vittorie, 4 pareggi e 1 sola sconfitta, miglior attacco e miglior difesa del campionato. Promosso, ma non a pieni voti, il Viktoria Plzeň, autore di una bella ma travagliata stagione, complice il doppio impegno e il cambio d’allenatore, con l’ex tecnico dei rossoblù Pavel Vrba passato a gennaio sulla panchina della Nazionale Ceca. La società ha allora affidato la squadra al giovane Dušan
fonte: sparta.cz
The numbers show the excellent work of Lavička, who has created a great defensive solidity combined with a considerable scoring ability, as shown by the 25 wins, 4 draws and just 1 defeat, with the best attack and best defense in the league. Regarding Viktoria Plzeň, a good year but not with flying colors, after a decent but troubled season, due to the dual commitment and change of
coach, with the former coach Pavel Vrba in January becoming the coach of the Czech National team. The club entrusted the team to young Dušan Uhrin Jr., following his father’s profession, who despite his young age, has a CV with international experience in Romania, Cyprus and Georgia. In the second part of the season Viktoria however, have not able to maintain the consistency in results and surren-
Uhrin Jr., figlio d’arte che, nonostante la giovane età, vanta un curriculum internazionale con esperienze in Romania, Cipro e Georgia. Nella seconda parte della stagione il Viktoria non è però riuscito a mantenere la giusta continuità di risultati e si è arreso allo strapotere dello Sparta. La formazione rossoblù è comunque una realtà del calcio ceco, e lo dimostra l’ottima qualificazione agli ottavi di finale di Europa League. L’eliminazione ad opera dei francesi del Lione, resta un buon risultato da cui ripartire per le prossime stagioni. Tra le note liete di questa annata bisogna citare il Mladá Boleslav e lo Slovan Liberec, due squadre che al termine di una lotta serrata hanno conquistato il pass per i preliminari della prossima
Europa League. Competizione alla quale parteciperà anche il Viktoria, in virtù della seconda posizione, mentre i campioni dello Sparta partiranno dal secondo turno preliminare della Champions League. Se le squadre citate in precedenza possono ritenersi complessivamente soddisfatte, non si può dire la stessa cosa dello Slavia Praga. La squadra capitolina nelle ultime stagioni si è trasformata nella brutta copia della corazzata che nei 122 anni di storia ha quasi sempre rivaleggiato con lo Sparta per il dominio nel calcio ceco. Una stagione disastrosa per il secondo club più titolato della Repubblica Ceca. Nonostante la buona campagna acquisti – con gli arrivi di Tomáš Necid, tornato in patria dopo
dered to the overwhelming power of Sparta. The Red and blue striped team is still a protagonist of Czech football, and the impressive qualification to the knockout stage of the Europa League shows this. The elimination at the hands of the French team the Lyon, is a good result from which to pick up in the coming seasons. Among the happy notes of this vintage year, we have to mention Mladá Boleslav and Slovan Liberec, two teams who at the end of a tight battle conquered places in the preliminary round of the next Europa League. The competition will also witness the participation of Viktoria, having earned the second position, while the champions Sparta will start from the second qualifying round of the Champions League. If the aforementioned teams can consider themselves satisfied overall, you can not say the same thing about Slavia Prague. The team from the capital in recent seasons has transformed into the shadow of the battleship that in
122 years of history has almost always fought with Sparta for dominance in Czech football. It was a disastrous season for the second most successful club in the Czech Republic. Despite the good transfer market with the arrival of Tomáš Necid, having returned to his homeland after an experience in Russia, and the Moroccan playmaker Damien Boudjemaa, Slavia have been unable to impose their own game, showing serious lapses in concentration in defense and a lack of clear ideas in attack, with 24 goals scored, against 51 conceded in 30 matches. A not simple situation that led the formation of Koubek, later replaced by Dutchman Alex Pastoor, to only avoid relegation by a whisker. Together with Slavia, 4 other teams took part in a thrilling fight to avoid relegation. Příbram and Bohemians were saved in last second while Znojmo and Sigma Olomouc were relegated to Druhá Liga. If for the former relegation was conceivable, for the latter, who
progetto repubblica ceca
65
sport
l’esperienza in Russia, e del fantasista marocchino Damien Boudjemaa, lo Slavia non ha imposto il proprio gioco, mostrando gravi disattenzioni a livello difensivo e poca lucidità offensiva: 24 reti realizzate al fronte di 51 subite in 30 incontri. Una situazione tutt’altro che facile che ha portato la formazione di Koubek, poi sostituito dall’olandese Alex Pastoor, a sfiorare la retrocessione. Insieme allo Slavia hanno partecipato ad un’avvincente lotta per non retrocedere altre 4 squadre. Příbram e Bohemians si sono salvate all’ultimo respiro mentre Znojmo e Sigma Olo-
mouc sono retrocesse in Druhá Liga. Se per la prima la retrocessione era ipotizzabile, per la seconda, abituata a navigare in acque tranquille, si è rivelata del tutto inaspettata. Accanto alla crescita a livello tecnico del calcio ceco, bisogna però evidenziare alcuni episodi di violenza. Il 22 marzo scorso, durante l’incontro disputato al Bazaly Stadion di Ostrava tra i padroni di casa e lo Sparta Praga, le due tifoserie sono venute a contatto, creando attimi di panico. I disordini si sono conclusi con 31 arresti. Si riparte ora dalla promessa degli organi competenti di adottare
fonte: sparta.cz
were used to sailing in calm waters, it was entirely unexpected. However, alongside the growth in the technical level of Czech football, we must highlight some episodes of violence. On 22 March, during the match played at the Bazaly Stadion in Ostrava between the hosts and Sparta Prague, the two sides came to blows, creating moments of panic. The riots ended with 31 arrests. The authorities now aim to pick up by promising to introduce appropriate legislations against violence in stadiums. On the other hand, there are happy notes regarding hopeful young talent.
66
This season, the number of under-21 players utilized permanently by Gambrinus Liga clubs grew considerably, with more and more opportunities being offered to young players from the youth teams trying to measure themselves up in the top division. The Baník Ostrava goalkeeper Jiří Pavlenka, Jakub Brabec, a defensive rock for Sparta Prague, and David Pavlenka (Slovan Liberec), Tomáš Přikryl (Sparta Prague), and Ondřej Zahustel (Mladá Boleslav), all midfielders able to combine important technical skills with extraordinary physical qualities, are just some of the many young players.
progetto repubblica ceca
una opportuna normativa contro la violenza negli stadi. Note liete invece per quanto riguarda le giovani promesse. In questa stagione il numero di under utilizzati in pianta stabile dalle formazioni di Gambrinus Liga è cresciuto di gran lunga, offrendo sempre più possibilità a ragazzi provenienti dai vivai di misurarsi con il massimo campionato. Il portiere del Baník Ostrava Jiří Pavlenka, Jakub Brabec, diga difensiva dello Sparta Praga, e David Pavlenka (Slovan Liberec), Tomáš Přikryl (Sparta Praga), e Ondřej Zahustel (Mladá Boleslav), centrocampisti in grado di abbinare importanti doti tecniche a qualità fisiche straordinarie, sono solo alcuni tra i tanti giovani protagonisti. Sul fronte Nazionale, le ottime prestazioni di Ladislav Krejčí, considerato il miglior calciatore della Gambrinus Liga a soli 21 anni, e Josef Hušbauer, capocannoniere con 18 reti, rappresentano la speranza del popolo ceco in vista delle qualificazioni agli Europei 2016. Krejčí, Hušbauer, ma anche Vaclík, Hejda, Kadeřábek, Vydra e Tecl: profili giovani ma già in piena maturità calcistica al servizio della selezione ceca. E chissà se tra questi ci sono nuove stelle: i nuovi Nedvěd, Poborský o Šmicer che potranno riportare la Nazionale della Repubblica Ceca nuovamente ai vertici del calcio internazionale. Regarding the national team, the excellent performances of Ladislav Krejčí, considered the best player in the Gambrinus Liga at the age of 21, and Josef Hušbauer the top scorer with 18 goals, represent the hope of the Czech people with the 2016 European Championship qualifiers approaching. Krejčí, Hušbauer, but also Vaclík, Hejda, Kadeřábek, Vydra and Tecl: young faces but already mature as footballers at the service of the Czech national team. Who knows if among them are the new stars: the new Nedvěd, Poborský or Šmicer who will again bring the Czech National team back to the summit of international football.
WWW.ACERBIS.COM ACERBIS CZECH S.R.O UL. 9 KVETNA 363 53372 MORAVANY - CZECH REPUBLIC - PHONE 00420 466265856 - FAX 00420 466414391
Ci sono dei luoghi in cui non si capisce l’italiano.
UniCredit Bank parla italiano! A Nam. Republiky 3a, Praga 1, Centro per la clientela internazionale. I nostri contatti: Privati e piccole imprese: +420 955 962 062 e-mail: ICC@unicreditgroup.cz Medie e grandi imprese: +420 955 960 531 e-mail: international.desk@unicreditgroup.cz