Progetto Repubblica Ceca (Novembre, Dicembre/ November, December) 2014

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Novembre – Dicembre / November – December 2014

Praga e Washington sempre più distanti Prague and Washington become more distant

Pervitin, il cristallo di Boemia che fa paura Pervetin, the Bohemian crystal which evokes fear

Natale ceco, la carpa è servita Czech Christmas, the carp is served


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Services

Industrial goods

Industrial gases

Healthcare

Engineering

SIAD Group Founded in Bergamo in 1927, the SIAD Group is one of the main operators in the industrial gases sector and it’s also present in the area of engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales ofďƒžces in twelve different Central and Eastern European Countries. In the Czech Republic it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established a production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units for the production of industrial gases in the entire nation. For further information: www.siad.cz

SIAD Group. Industrial gases, Engineering, Healthcare, Industrial goods and Services.

www.siad.com


sommario

pag. 6 Editoriale Editorial

politica politics

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Praga e Washington sempre più distanti Prague and Washington become more distant

pag. 12 Plzeň l’americana American Plzeň

pag. 16

Pervitin, il cristallo di boemia che fa paura Pervetin, the Bohemian crystal which evokes fear

pag. 20

pag. 21 Calendario Fiscale Tax Deadlines

pag. 22 Appuntamenti Events

pag. 24

Wall is (never) over Wall is (never) over

pag. 28

Soru a Praga, agli albori della new economy Soru in Prague, at the dawn of the new economy

pag. 32

Slovenské elektrárne - aiutiamo le aziende a risparmiare Slovenské elektrárne - we help businesses to economize

Il mese de La Pagina

Gruppo

@ProgettoRC

Progetto Repubblica Ceca

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Editore/Publishing House: EBS consulting s.r.o. Čelakovského sady 4 110 00 Praha 1 Tel. +420 246 030 909 www.gruppoibc.eu redakce@progetto.cz

Coordinamento redazionale Editorial Coordination Giovanni Usai Comitato di Redazione Editorial Staff Diego Bardini, Vojtěch Holan, Giovanni Piazzini Albani, Giovanni Usai

Hanno collaborato Contributors Daniela Mogavero, Gianluca Zago, Mauro Ruggiero, Edoardo Malvenuti, Giuseppe Picheca, Lawrence Formisano, Sabrina Salomoni, Jan Kolb, Christian Gargiulo, Alessandro De Felice, Ernesto Massimetti, Mario Carta, Dario Monti


Novembre – Dicembre / November – December 2014

economia e mercato / markets and data

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pag. 56

Come una musa vestita di fiori Like a muse dressed in flowers

Macroeconomia Economics

Il diritto ceco dopo 25 anni di libertà Czech law after 25 years of freedom

pag. 42

Natale ceco, la carpa è servita Czech Christmas, the carp is served

sport / sport

pag. 60

Carattere e spettacolo: la nuova Repubblica Ceca Personality and entertainment: the new Czech Republic

pag. 64

cultura / culture

Anniversari cechi Czech Anniversaires

pag. 46

pag. 66

pag. 52

pag. 68

Inserzioni pubblicitarie Advertisements Progetto RC s.r.o. redakce@progetto.cz

Progetto grafico Graphic design Angelo Colella Associati

Lo spirito fiabesco del Natale ceco The fairy tale spirit of the Czech Christmas Quel sapere nascosto nella pietra That knowledge hidden in stone

summary

pag. 40

Novità editoriali New Publications Note di fuoco Notes of fire

DTP / DTP Osaro

Stampa / Print Vandruck s.r.o. Periodico bimestrale / Bimonthly review ©2014 EBS consulting s.r.o. Tutti i‑diritti sono riservati. MK CR 6515, ISSN: 1213-8487

Chiuso in tipografia Printing End-Line 10.12.2014 Foto di copertina / Cover Photograph Luna di miele a Praga/Honeymoon in Prague (Bjørn Giesenbauer)

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editoriale

Cari lettori,

apriamo questo numero, l’ultimo del 2014, parlando del recente viaggio del premier Bohuslav Sobotka negli Usa e degli attuali rapporti fra Washington e Praga. Il motivo principale della missione transoceanica del Primo ministro ceco è stata la inaugurazione, presso la Sala del Congresso americano, di un busto dedicato a Václav Havel. Ebbene, proprio questo evento - celebrato 25 anni dopo la Rivoluzione di velluto - ha mostrato quanto oggi sia sbiadita, fra i due paesi, la sintonia che esisteva ai tempi di Havel. In primo piano anche l’emergenza pervitin, sostanza stupefacente di tipica produzione ceca, che comincia a diventare un problema perfino in Germania, complice la facilità con la quale questa droga invade Baviera e Sassonia, i Länder tedeschi che confinano con la Repubblica Ceca. In vista del nuovo anno, occhi poi puntati su Plzeň, “Capitale Europea della Cultura per il 2015”, carica che la città ceca condividerà con la belga Mons. Il nostro reportage vuole anche essere un invito a visitare il capoluogo

Dear readers,

we open this issue, the last of 2014, discussing the recent visit of Prime Minister Bohuslav Sobotka in the US and the current relations between Washington and Prague. The main reason for the Czech Prime Minister’s transoceanic trip was the inauguration of a bust dedicated to Václav Havel, at the Hall of the US Congress. It is precisely this event, celebrated 25 years after the Velvet Revolution, which shows what has faded between the two countries today, the harmony that existed at the time of Havel. We also focus on the pervitin emergency, a drug of typical Czech production, that has started to become a problem even in Germany, thanks to the ease with which this drug invades Bavaria

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Credit Pavel Dobrovsky

della Boemia occidentale, una città la cui importanza si è soliti limitare, troppo frettolosamente, alla birra di ottima qualità che vi si produce. Le pagine dedicate a Renato Soru sono un salto all’indietro di venti anni, agli albori della New Economy, quando l’imprenditore sardo, negli anni ’90, giunse a Praga nelle vesti di pioniere di Internet. Ad arricchire questo numero una serie di altri articoli, fra cui una passeggiata ideale alla scoperta della simbologia dei palazzi storici di Praga e il racconto del periodo parigino di Alfons

Mucha. Vi parliamo poi di come Jan Palach, con il suo sacrificio in nome della libertà, ha ispirato nel tempo più di un musicista italiano. Infine un articolo sul Muro di John Lennon, che di recente è stato provocatoriamente imbiancato, ma dove i turisti di tutto il mondo hanno subito ripreso a lasciare i loro messaggi di amore e fratellanza. In prossimità delle Feste, ringraziamo i lettori e gli amici per l’interesse con il quale seguono questa Rivista e la sostengono. Buon Natale e Felice 2015

and Saxony, the German Länder bordering with the Czech Republic. In view of the New Year, our eyes are also fixed on Plzeň, “European Capital of Culture for 2015,” a role that the Czech city will share with the Belgian town of Mons. Our report is also intended as an invitation to visit the capital of West Bohemia, a city whose importance is often limited, too hastily, to the beer of excellent quality that is produced there. The pages dedicated to Renato Soru are a leap twenty years back in the past to the dawn of the New Economy, when the Sardinian entrepreneur, came to Prague in the 90s in the role of an Internet pioneer. This issue is enriched with a range of further articles, including an ideal

walk to discover the symbology of the historical buildings of Prague, and the story of the Parisian period of Alfons Mucha. We then mention how Jan Palach, with his sacrifice in the name of freedom, has inspired more than a few Italian musicians over time. Finally, an article on the John Lennon Wall, which was recently provocatively painted in white, but where tourists from around the world have now immediately started to leave their messages of love and brotherhood. With the holidays approaching, we thank readers and friends for the interest in which they follow and support this Magazine. Merry Christmas and Happy 2015

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Praga e Washington sempre più distanti Le relazioni tra Repubblica Ceca e Stati Uniti sono entrate in un’epoca incerta, hanno abbandonato la strada dell’idillio legato anche alla figura iconica di Václav Havel per avventurarsi in un solco più complesso e tortuoso che ha dato i suoi primi frutti, difficili da digerire, in occasione della visita del primo ministro ceco Bohuslav Sobotka a Washington. Il premier è stato il primo capo di governo ceco a non essere ricevuto dal

presidente Usa in carica, in questo caso Barack Obama, un segnale più che concreto del raffreddamento dei rapporti. Un gesto che trova le sue cause in diversi avvenimenti e dichiarazioni dei mesi scorsi: dalle posizioni pro-Russia del presidente ceco Miloš Zeman sulla questione ucraina, all’affievolita difesa dei diritti umani di Praga, fino alla richiesta degli Stati Uniti di spendere di più nel settore della difesa.

Lo stesso Joe Biden, che ha incontrato Sobotka al posto di Obama, ha chiesto ancora una volta che la voce di spesa per la difesa ceca venga incrementata, senza ricevere una risposta affermativa. Sul colloquio tra i due ha pesato di certo anche la dichiarazione del premier ceco dello scorso giugno quando disse che Praga non avrebbe mai chiesto né avuto bisogno della presenza dell’esercito Usa sul suo territorio.

Il mito di Havel sembra lontano e il premier Sobotka non viene ricevuto da Obama di Daniela Mogavero by Daniela Mogavero

The legend of Havel seems far behind us and Prime Minister Sobotka is not being welcomed by Obama

Fonte: vlada.cz

Il primo ministro Sobotka all’inaugurazione del Busto di Václav Havel / Prime Minister Sobotka at the Unveiling of the Václav Havel Bust

Relations between the Czech Republic and the United States have entered into an era of uncertainty, abandoning the idyllic romantic road linked also to the iconic figure of Václav Havel, to venture into a more complex and tortuous rut that gave its first fruits, difficult to digest, during the Czech Prime Minister Bohuslav Sobotka’s visit to Washington. The prime minister was the first head of the Czech government not to be re-

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ceived by the US president in office, in this case Barack Obama, a more than concrete sign of the chilling in the relations. A gesture with reasons linked to various events and statements in recent months, from the pro-Russian position of the Czech President Miloš Zeman on the Ukrainian situation, to the weak defense of human rights in Prague, to the request of the United States to spend more in the defense sector.

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It was Joe Biden, who met Sobotka instead of Obama, who once again asked for the Czech defense expenditure to be increased, without receiving an affirmative answer. In the conversation between the two, a significant impact came from the statement of the Czech prime minister last June, in which Sobotka said that Prague would never have requested nor needed the US military presence in its territory.


politica politics

Prague and Washington become more distant A Washington, inoltre, non sono piaciute le dichiarazioni del nuovo inquilino del Hradčany sulla crisi ucraina. Zeman, in russo fluente, ha criticato le sanzioni occidentali contro la Russia, sottolineando che in Ucraina è in atto una guerra civile: “In tale situazione qualsiasi sostegno economico a Kiev significa esclusivamente buttare i soldi. Gli ucraini devono prima risolvere i loro problemi interni”. Il nuovo ambasciatore americano a Praga,

Andrew Schapiro, su questo tema è stato abbastanza chiaro sin dal suo insediamento: “Certe cose che dicono i leader cechi sulla crisi ucraina creano negli Stati Uniti un senso di confusione e di preoccupazione. Ascoltando i vari esponenti della amministrazione ceca non riusciamo a capire quale sia la reale posizione di Praga” sulla politica internazionale. C’è quindi da chiedersi se e quanto la visita di Sobotka a Washington avesse

anche l’intenzione di ristabilire il giusto grado di cordialità tra i due Paesi e correggere il tiro di alcune dichiarazioni. I malumori statunitensi, oltre alla sfera difesa-esteri, si rivolgono anche al settore energetico, economico e dei diritti umani: in particolare gli Usa non sono soddisfatti della decisione di Praga di interrompere la gara d’appalto per l’ampliamento della centrale nucleare di Temelín, nella quale la Westinghouse era uno dei contendenti.

Al centro delle critiche americane, inoltre, uno dei cavalli di battaglia del tanto caro Havel. Proprio quell’Havel a cui è stato appena intitolato un busto a Capitol Hill e di cui invece a Praga si sta smantellando il programma creato per sostenere le democrazie in transizione post-dittatura. L’ex presidente ceco, leader della Rivoluzione di Velluto di cui cade il 25esimo anniversario, è diventato la quarta figura di spicco internazionale a ricevere questo onore

Fonte: nato.int

Fonte: nato.int

I rapporti di cordialità fra Havel e i leader americani / Friendly relations between Havel and the american leaders

In addition, Washington did not appreciate the statements made by Hradčany’s new tenant on the Ukrainian crisis either. Zeman, in fluent Russian, criticized the Western sanctions against Russia, stressing that in Ukraine a civil war is underway. “In this situation any economic support to Kiev only means throwing away money. Ukrainians must first solve their internal problems”. The new

US ambassador in Prague, Andrew Schapiro, has been pretty clear about the issue since taking office: “Certain things that say the Czech leaders on the Ukrainian crisis create a sense of confusion and concern in the United States. When listening to various members of the Czech administration we cannot understand what the real position of Prague is” on international politics.

One must therefore ask whether and how much the visit of Sobotka in Washington was also intended to restore the right degree of friendliness between the two countries and fix certain statements made where necessary. The US discontent, in addition to foreign-and defense policy, refer also to the energy, economic and human rights sectors. The US in particular, is unsatisfied with Prague’s decision to terminate the ten-

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der for the expansion of the Temelín nuclear plant, in which the Westinghouse was one of the contenders. At the centre of the American criticism, moreover, is one of the flagships of their dearest Havel. It was indeed Havel, to whom a bust at Capitol Hill has just been entitled, and who created a program to support democracies in post-dictatorship transition, which is currently being dismantling. The

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politica politics

Le dichiarazioni pro-Russia di Zeman infastidiscono i fedeli alleati Usa The Pro-Russian statements from Zeman annoy the faithful US allies

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dopo Winston Churchill, Lajos Kossuth e Raoul Wallenberg. Un simulacro degli stretti rapporti tra i due Paesi che diventa ancora più imponente e difficile da ignorare in questo momento. Il rapporto che esisteva tra Praga e gli Stati Uniti ai tempi di Havel sembra logoro e ancora più lontane sembrano le parole dell’intellettuale e politico ceco quando tre mesi dopo la Rivoluzione aveva dichiarato davanti al Congresso Usa il debito di riconoscenza ceco nei confronti di Washington per aver difeso la democrazia in Europa in tre guerre, due mondiali e una fredda. Havel aveva più volte condannato la politica che pone l’interesse economico al di sopra dei diritti umani, come – aveva detto – accade in Russia e Cina. E proprio dalla Cina l’attuale presidente Zeman ha, invece, voluto sottolineare di essere in visita “non a dare lezioni di diritti umani, ma per imparare come si stabilizza una società e come si riesce ad aumentare lo sviluppo economico”. E oltre alle dichiarazioni apertamente pro-Mosca di Zeman, ad irritare gli Stati Uniti ci sono anche altri esempi come la recente visita ufficiale di un rappresentante del parlamento ceco, il vice presidente della Camera Vojtěch

Bohuslav Sobotka con il vice presidente americano Joe Biden / Bohuslav Sobotka meets U.S. Vice President Joe Biden

former Czech president, and leader of the Velvet Revolution of which reaches its 25th anniversary, has become the fourth leading figure internationally to receive this honor after Winston Churchill, Lajos Kossuth and Raoul Wallenberg. A simulacrum of the close relations between the two countries that is becoming even more impressive and hard to ignore right now. The relationship that existed between Prague and the United States at the time of Havel seems worn out and the words of the Czech intellectual and politician seem even more distant, from the time when three months after the revolution he declared, before the US Congress, the debt of Czech gratitude towards Washington for defending democracy in Europe in three wars, two world wars and the cold war. Havel had repeatedly condemned the policies

that put economic interests above human rights, as, he said “occurs in Russia and China”. It was precisely in China where the current president Zeman, on the other hand, wanted to emphasize he visited “not to give lessons in human rights, but to learn how to establish a society and how it manages to increase economic development”. In addition to the openly pro-Moscow statements from Zeman, other examples further irritate the United States such as the recent official visit by a Czech member of Parliament, the vice president of the Chamber Vojtěch Filip (head of the communist KSČM) in Moscow, authorized by the president of the lower house, the Social Democrat Jan Hamáček. Also the pro-Russia feelings make their way in the Czech Republic and this is being frowned upon by the United States: the local

Filip (capo dei comunisti del Ksčm) a Mosca, autorizzata dal presidente della Camera bassa, il socialdemocratico Jan Hamáček. Inoltre i sentimenti filo-Russia si fanno strada in Repubblica Ceca e questo non è visto di buon occhio dagli Usa: l’organizzazione locale del partito comunista di Frýdek-Místek, una delle più numerose e attive della Repubblica Ceca, ha aderito a una petizione anti Stati Uniti degli euroscettici di estrema destra di “Ne Brusel – Národní demokracie”. L’accusa rivolta agli Usa è di ingerenza nella politica ceca, come

dimostrerebbero le manifestazioni di protesta del 17 novembre e i presunti tentativi di Washington di reprimere in Repubblica Ceca i sentimenti filo russi. In occasione di una delle celebrazioni della Rivoluzione di Velluto Zeman era stato oggetto di un lancio di uova da alcuni manifestanti con slogan “Non vogliamo diventare una colonia russa”. Un Paese diviso tra ideali di un tempo e occasioni presenti, tra impegni di politica estera ed europea e interessi economici. Divisioni che Washington guarda con preoccupazione e scetticismo.

Fonte: vlada.cz

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organization of the Communist Party of Frýdek-Místek, one of the most numerous and active in the Czech Republic, has joined an anti US petition for the eurosceptic far-right of “Ne Brusel – Národní demokracie”. The accusation made towards the US is that of meddling in the Czech politics, as shown by the protests of 17 November and the alleged attempts by Washington to crack down on pro-Russian feelings in the Czech Republic. During one of the Velvet Revolution celebrations Zeman was the victim of egg throwing by demonstrators with slogans “We do not want to become a Russian colony”. A country divided between ideals of the past and present occasions, including commitments of European and foreign policy and economic interests. Divisions that Washington view with concern and skepticism.



Plzeň l’americana American Plzeň No, non furono loro, i colbacchi e i “katiuscia“ dell’Armata Rossa, a far sloggiare il 6 maggio del ‘45 gli ultimi soldati della Wermacht del generale Ferdinand Schörner dalla náměstí Republiky (Piazza della Re-

pubblica) e dalla chiesa di san Bartolomeo. Bugie della “storia ufficiale” verniciata per 40 anni dai comunisti al potere, cui oggi irride quest’angolo di Boemia placida e fiduciosa nel suo futuro.

Proprio così: se Plzeň ha un’anima che vive, se Plzeň oggi sfoggia vitalità pulsante e inattesa propensione cosmopolita lo deve anche, per certi aspetti, alle furie e alle jeep del generale George Patton.

Viaggio nella città capitale europea della cultura 2015 di Ernesto Massimetti by Ernesto Massimetti

A Trip to the 2015 European Capital City of Culture

La cattedrale di San Bartolomeo / The Cathedral of Saint Bartholomew

It was not them, the “bearskins” or “Katyusha” of the Red Army that dislodged on May 6, 1945 the last soldiers of the Wehrmacht - led by General Ferdinand Schörner - from náměstí Republiky (Republic Square) and the church of St. Bartholomew. It is simply a lie that was propagated by the communist regime for 40 years, that changed the

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“official version of the story”, which they ridicule in this part of Bohemia, that is now peaceful and confident of its future. Exactly: if Plzeň has a living soul, if Plzeň today possesses a pulsating vitality and an unexpected cosmopolitan propensity, it owes it also, to the rage and tanks of General George Patton.

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It was he, “the front-line general”, as his troops used to call him, who actually liberated the capital of West Bohemia, thus becoming, thanks to this gesture, a true local hero. Politics certainly took another direction for more than forty years, but today the Patton memorial, the museum dedicated to the iron General, shows otherwisei how things


reportage

Fu proprio lui, il “generale sempre avanti” come lo avevano battezzato i suoi soldati, a liberare la capitale della Boemia Occidentale. Diventandone, grazie a questo gesto, una vera gloria locale. Certo la politica poi prese un’al-

tra direzione per più di quarant’anni, ma oggi il Patton memorial, il museo dedicato al Generale d’acciaio, spiega in altro modo come andarono le cose: allora i russi pretesero addirittura di inscenare una “seconda liberazione”,

due giorni dopo l’arrivo dei combattenti a stelle e strisce. Ma ogni anno, a Plzeň, la Liberazione si festeggia con due giorni di anticipo rispetto al resto del Paese. E questo qualcosa vorrà pur dire. Presto, poi, in questo 2015 alle porte, ci sarà un motivo in più per brindare con birra e champagne: Plzeň sarà per dodici mesi “Capitale Europea della Cultura” e ospiterà manifestazioni, convegni, celebrazioni e dibattiti ove mostrare le sue tante glorie cittadine. Molta America, è probabile, ma non solo quella: all’ufficio del Turismo

mostrano orgogliosi il logo e le bandierine dell’evento, la comunità sarà addobbata a festa, arriveranno, una volta di più, i turisti mischiati ai reduci Usa con le lacrime agli occhi: questi, arrivano comunque tutti gli anni, ed evocano la città in macerie bevendo commossi boccaloni di birra. Plzeň cosmopolita, dicevamo, Plzeň l’operosa dove nacque la fabbrica Škoda nel 1859, mentre l'Italia tentava la sua faticosa unificazione. Parliamo della Boemia asburgica (e sarebbe già un altro capitolo), metallurgica e industriale.

Foto: Mirko Křen

Il museo Patton Memorial che rievoca la liberazione americana / Patton Memorial Museum that recalls American liberation

actually happened: the Russians even wanted to stage a "second liberation" two days after the arrival of the stars and stripes combatants. But every year, in Plzeň, the Liberation is celebrated two days earlier, compared to the rest of the country, and this will surely mean something. Quite soon then, in 2015, there will be one

more reason to celebrate with beer and champagne: Plzeň will be the “European Capital of Culture” for twelve months and will host events, conferences, celebrations and debates when it will be able to display its many town glories. Probably a lot from the US, but not only: the Tourist Agency is already proudly displaying the logo and flags

of the event; the community will be festively decorated and tourists will come once more, together with the US veterans with tears in their eyes: they come over every year anyway and evoke memories of the time when the city was in rubbles, drinking large jugs of beer and full of deep emotions.

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Plzeň, the cosmopolitan and industrious city is the birthplace of the Škoda factory that was opened in 1859, when Italy was still grappling with the unification of the country. We are referring to Habsburg Bohemia, (that by itself, would be another chapter) and its metallurgy and industry.

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Il birrificio Plzeňský Prazdroj / Plzeňský Prazdroj brewery complex

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E dove, fama imperitura e davvero internazionale, si produce la Pilsner Urquell, che qui chiamano Plzeňsky Prazdroj. Nettare ormai diffuso e imitatissimo su tutto il pianeta, questa birra è nata, almeno ufficialmente, il 6 ottobre 1842. Oggi nel mondo, quando una bottiglia riporta nell’etichetta la voce ‘pils’ o ‘pilsner’ non fa altro che rendere omaggio a Plzeň per aver inventato il modo moderno di produrre l’ambita e ambrata bevanda. La fabbrica Plzeňsky Prazdroj è forse l’attrattiva turistica di maggior richiamo della città. Da sottolineare che anche la Gambrinus, una birra forse più leggera e delicata, è prodotta qui in città, in quest’angolo di Boemia incuneata quasi fra Baviera e Turingia. “A Plzeň si parla inglese, perché serve sempre, ma si parla soprattutto tedesco perché siamo a due passi dalla Germania” spiegano in uno dei tanti caffè della vastissima piazza. Dunque, un giusto mix di cultura germanica, controriforma cattolica, ingegno boemo e creatività ebraica, se è vero

La stazione centrale di Plzeň / Plzeň’s main train station

And it is where, with its enduring international fame, they produce Pilsner Urquell, that is called here, quite rightly, “Plzensky Prazdroj”. A nectar that is now diffused and very imitated all over the world. This beer was created, at least officially, on October 6, 1842.

Today, around the world, when the label of a bottle bears the name ‘pils’ or ‘pilsner’, it is simply a tribute to Plzeň for inventing the modern way of producing the desired and amber-colored beverage. The Plzensky Prazdroj factory is perhaps the most appealing tourist attraction of the city. To be underlined is also Gambrinus, a lighter and milder beer, perhaps, that is produced in the city, in this wedged corner of Bohemia between Bavaria and Thuringia. “English is spoken in Plzeň, because it is always useful, but most people speak German, because we are quite close to Germany”, they explain to us, in one of the many cafes that you can find in the large square. Thus, the right mix of Germanic culture, Catholic Counter- Reformation, Bohemian ingenuity and Jewish creativity, if it is true that the sleepy town on the river Radbuza, hosts the third largest synagogue in the world,

che la città addormentata sul fiume Radbuza, ospita la terza sinagoga più grande del mondo, dopo Gerusalemme e Budapest. Le tracce ebraiche appaiono qui e là, sparse nel centro storico ancora un po’ barocco, nelle librerie che propongono il Talmud

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e testi della Kabbalah, nella storia lontanissima che risale alla fine del 1200, quando la città fu fondata da Václav II Premyslide, il re che ne fece la capitale della Boemia occidentale. Qualcuno dice anche nei vastissimi sotterranei che solcano il sottosuolo,

after Jerusalem and Budapest. Jewish traces may be found here and there, scattered around the historic center that is still somewhat baroque - and in the bookstores that propose the Talmud and Kabbalah texts, whose history dates back to 1200, when the city was founded by Vaclav II Přemyslid, the king who made it the capital of West Bohemia. Some people say even in the vast underground network, that has also become a museum for curious tourists. It is estimated that the network of tunnels extends to over 11 km. However, after crossing the impressive Republic Square - one of the largest in the country with its 25,000 square meters - and admiring the thirteenth century Gothic Church of St. Bartholomew with its dizzying spire, by passing along the straight and tidy streets of old Plzeň, just a hundred meters further on, there is a different atmosphere. It is the area of the


reportage

diventati anch’essi un museo per i turisti più curiosi. Si calcola che la rete di gallerie si estenda per 11 km. Eppure, attraversata l’imponente Piazza della Repubblica (una delle più vaste del paese coi suoi 25.000 metri quadrati), ammirata la chiesa gotica di San Bartolomeo, del XIII secolo, con la sua guglia vertiginosa, superate le vie diritte e ordinate della vecchia Plzeň, basta fare cento metri e si respira un’atmosfera ancora diversa. E’ la zona dell’Università, degli studenti che escono dai palazzi per riposarsi nei prati intorno alla Radbuza, che scorrazzano in bicicletta nei viali della Plzeň moderna, che si incontrano lungo l’Anglicke nábřeží, che parlano le lingue e vanno, quando possono, a studiare in America: “Non si può dire che dipenda solo da quello, certo la liberazione della città da parte degli americani ha creato una simpatia che evidentemente è rimasta - spiegano ancora all’Ufficio del Turismo - Bisogna anche ricordare che molte comunità arrivate proprio dalla Boemia Occidentale si stabiUniversity and students, who leave the buildings to go and rest on the lawns around the Radbuza, or on their bicycles along the boulevards of modern Plzeň, and that you can meet along the Anglicke nábřeží. They speak various languages and, when they can afford it, go to study in the United States: “we can’t say it is simply due to that, but surely, the liberation of the city by the Americans created a good feeling that is still vivid today - the Tourist Agency explains once again. We also have to keep in mind that many communities that came from West Bohemia, actually settled in the Midwest at the end of the mid-nineteenth century. Therefore, there are bonds that go even further back in time, that are now becoming even stronger”. Plzeň, a cosmopolitan city, we said, but also a cultured and humble Plzeň at the same time, that is proud and discrete of its many glories. We find, so

lirono nel Midwest, verso la metà dell’Ottocento. Quindi, esistono legami ancora più lontani, legami che si stanno rinsaldando”. Plzeň cosmopolita, abbiamo detto. Ma anche Plzeň colta e umile allo stesso tempo, orgogliosa e discreta

delle tante glorie locali. Troviamo, per dire, la casa che rende omaggio a Bedřich Smetana, il compositore che vi soggiornò nel 1840, altro nume dell’Ottocento musicale ceco. C’è un centro studi dedicato a Ota Šik, l’economista dei mesi della “Primavera di

Fonte foto: Matthew Black

La Sinagoga grande/ Great Synagogue (Plzeň)

to speak, the house that pays tribute to Bedrich Smetana, the composer who stayed here in 1840 and another 19th century luminary of Czech music. There is a research center dedicated to Ota Sik, the economist during the months

of the “Dubcek Spring”, who was actually born in Plzeň in 1919. There is also - and how could it be otherwise - an American cultural center, with buildings that celebrate the wall-painting art of Mikoláš Aleš, an artist of the

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Dubček “, che proprio a Plzeň nacque nel 1919. C’è pure – e d’altronde non potrebbe mancare - un Centro culturale americano, e ci sono gli edifici che celebrano l’arte murale di Mikoláš Aleš, artista del Risveglio Nazionale Ceco. Insomma, i gioielli di famiglia sono tanti, e nessuno qui vuol perdere l’occasione per mostrarli tutti e ricavare, com’è giusto, del profitto. Certo, l’anima commerciale e industriosa vien fuori comunque, eppure, qui più che altrove, “Má vlast” è molto più che un’armonia. E’ un sentire discreto, che ti fa capire come la storia del paese trasudi da ogni casa, da ogni monumento, senza per questo chiudersi al passato. La stazione centrale è un edificio monumentale che ricorda i palazzi della Secessione, all’interno statue di Masaryk e di Smetana, code ordinate e silenziose per un biglietto, al ristorante servono canederli e stinco. Orgogliosa e operosa, con apparente noncuranza, Plzeň aspetta soltanto di essere ancora una volta amata e riscoperta. Czech National Revival. In short, the family jewels are numerous and no one here wants to miss the opportunity of putting them on display and, quite rightly, reap the benefits. Certainly, its commercial and industrious soul is quite apparent and yet here, more than anywhere else, “Má Vlast " means a lot more than just harmony. It is a discreet feeling, that makes you understand how the history of the Country seeps from every house and every monument, but without clinging to the past. The central station is a monumental building that resembles the palaces of the Secession period, and there are statues of Masaryk and Smetana inside, where orderly and silent people queue up to get their ticket, while in the restaurants they serve dumplings and shin. Proud and industrious and with apparent nonchalance, Plzeň is just waiting to be loved and rediscovered once again.

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Pervitin, il cristallo di boemia che fa paura Droga tipica di questo paese sin dai tempi della Cecoslovacchia, la metanfetamina comincia ora a invadere la Germania

Senso di onnipotenza, grande energia, esaltazione, la capacità di non dormire anche per tre giorni di fila. Poi il vuoto più assoluto, con l’individuo che progressivamente si riduce al livello di uno zombie. Sono questi gli effetti normalmente ricollegati alla pervitin, una metanfetamina di cui la Repubblica Ceca detiene il primato in Europa nella produzione. Sin dai tempi della Cecoslovacchia, costituisce la sostanza stupefacente più tipica di questo paese, e ora, in conseguenza dei traffici nelle zone di confine, la pervitin comincia a impau-

rire anche i paesi circostanti, soprattutto la Germania. Si tratta di un potente stimolante, con immediate conseguenze di assuefazione, che causa problemi devastanti al sistema nervoso centrale, persino più gravi di quelli della strettamente imparentata anfetamina. Generalmente viene fumata o sniffata e gli effetti sono istantanei, con un senso di dipendenza che diventa subito incatenante. Nel resto del mondo la metanfetamina è storicamente diffusa negli Stati Uniti e nei paesi asiatici, mentre in Europa il polo di riferimento è appunto la Re-

pubblica ceca, come confermato anche di recente da Jakub Frydrych, il numero uno della Unità antidroga della polizia ceca. La produzione nazionale raggiunge una quantità di almeno dieci tonnellate all’anno, di cui un terzo destinato ormai alla esportazione. Lo psichiatra Tomáš Zábranský – responsabile del Centro di studi delle dipendenze della facoltà di farmacia della Università Carlo, nonché consulente del governo per le politiche antidroga – non mostra alcun dubbio nell’affermare: „oggi la Repubblica Ceca in campo mondiale produce

A sense of omnipotence, great energy, excitement, the ability to not sleep for three days straight. Then the most absolute emptiness, with the individual gradually being reduced to the level of a zombie. These are the effects usually linked to pervitin, a methamphetamine for which the Czech Republic holds the record in Europe in the production Since the era of Czechoslovakia, it has been the most typical drug of this coun-

try, and now, as a result of trafficking in border areas, the pervitin is starting to evoke fear even the surrounding countries, particularly in Germany. It is a powerful stimulant, with the immediate consequences of addiction, which causes devastating problems to the central nervous system, even more serious than those of the closely related amphetamines. It is usually smoked or snorted and effects are instantane-

ous, with a sense of dependency that becomes fettering. In the rest of the world, the methamphetamine is historically widespread in the United States and in Asian countries, while in Europe the point of reference is indeed the Czech Republic, as confirmed recently by Jakub Frydrych, the number one in the anti-drug unit of the Czech police. National production reaches a quantity of at least ten

di Giovanni Usai by Giovanni Usai

A drug typical of this country since the era of Czechoslovakia, the amphetamine is now starting to invade Germany

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Pervitin, the Bohemian crystal that evokes fear la qualità migliore e coi metodi più semplici di perník“. Perník (panpepato) è uno dei tanti modi gergali coi quali si definisce la pervitin, che viene chiamata anche piko, o peří (piuma). Nei paesi anglosassoni, ma anche in Germania, lo slang della strada prevede espressioni come crank, speed, meth e soprattutto crystal meth. La sostanza, che generalmente viene spacciata in forma di polvere di cristallo, ricorda infatti un pezzo di ghiaccio. In Repubblica Ceca, secondo le autorità e le statistiche, ne fa uso lo 0,7% della

tons per year, of which a third is now intended to be exported. The psychiatrist Tomáš Zábranský, the head of the Centre of Studies of the dependencies of the Faculty of Pharmacy of Charles University, as well as the government consultant for drug policies, shows no doubt in saying “today the Czech Republic produces the best quality worldwide, and with the simplest methods of producing perník”. Perník (gingerbread) is one of the many ways in which the slang pervitin is defined, which is also called the piko, or peří (feather). In Anglo-Saxon countries, but also in Germany, the slang of the street provides expressions as crank, speed, meth and especially crystal meth. The substance, which gener-

popolazione, di cui almeno 30 mila con gravi problemi di dipendenza. Un tunnel descritto in maniera molto incisiva dal giornalista d’inchiesta Radek John nel libro Memento, che narra appunto il dramma di un uomo schiavo di questo stupefacente. Nel cinema è stato invece il film Piko, di Tomáš Řehořek a raccontare i primi passi della pervitin nell’allora Cecoslovacchia. La storia della pervitin Questa metanfetamina venne per la prima volta preparata in Giappone alla fine del XIX secolo, ma è in

ally is passed off in the form of crystal powder, refers to a piece of ice. In the Czech Republic, according to authorities and statistics, 0.7% of the population uses them, of which at least 30,000 have serious addiction problems. A tunnel described quite dramatically by investigative journalist Radek John in the book Memento, which tells the drama of a man who is a slave to this drug. In the world of cinema, on the other hand, it was the film Piko, by Tomáš Řehořek which told the story of the first steps of pervitin in the then Czechoslovakia. The History of Pervitin This methamphetamine was prepared for the first time in Japan at the end

Germania, negli anni Trenta, che cominciò a essere prodotta con finalità commerciali, dalla società Temmler Werken. Veniva venduta in confezioni di pastiglie recanti il marchio Pervitin, il nome che, decenni dopo, si è trasmesso nella Cecoslovacchia comunista. Durante la Seconda guerra mondiale alle truppe naziste venivano somministrate dosi massicce di Pervitin per sconfiggere il sonno” e affrontare situazioni più disperate. Lo si ricava anche dai ricordi di guerra di Heinrich Böll, uno dei maggiori scrittori tedeschi del periodo post bellico: „una sola pillola mi aiutava a rimanere sveglio come avrebbe fatto un litro di caffè e dopo averla assunta, ogni preoccupazione sembrava sparire“. Le autorità militari tedesche somministravano la pervitin anche ai piloti, mischiandola alle tavolette di cioc-

colata, chiamate appunto “cioccolata dell’aviatore”. Esisteva persino una versione per i carristi, chiamata “panzer cioccolata”. L’attuale primato ceco Per comprendere il primato ceco nella produzione di questa droga bisogna risalire al periodo del regime, in modo particolare gli anni ‘70 e ’80, quando l’allora Cecoslovacchia era tagliata fuori dalle rotte del narcotrafico internazionale. A chi voleva far uso di sostanze stupefacenti rimaneva quindi solo la possibilità di prodursele in casa, in maniera artigianale. I pionieri del genere iniziarono così a ottenere questo stupefacente, sintetizzandola facilmente per riduzione chimica della efedrina, un alcaloide presente in comuni farmaci contro il raffreddore. Il tutto in modo estremamente facile, a prezzi irrisori. Tra l’altro in Cecoslovacchia, in quel periodo era in funzione, nei pressi

of the nineteenth century, but it was in Germany, in the thirties, where it began to be produced for commercial purposes, by the company Temmler Werken. It was sold in packs of tablets bearing the brand name Pervitin, which decades later, would also spread to communist Czechoslovakia. During the Second World War the Nazi troops were administered doses of Pervitin to overcome sleepiness and handle the most desperate situations. It is also apparent from the memories of war by Heinrich Böll, one of the leading German writers of the post-war period who stated, “a single pill helped me to stay awake as would a litre of coffee and after having taken it, all worries seemed to disappear.” The German military authorities were administering the pervitin also to pilots, mixing it into the tablets of chocolate bars, called precisely “Aviator chocolate”.

There was even a version for tank drivers, called “panzer chocolate”. The Current Czech supremacy To understand the Czech supremacy in the manufacture of this drug, one must go back to the period of the regime, particularly the 70s and 80s, when the then Czechoslovakia was cut off from the routes of international drug trade. For those who wanted to use drugs only the possibility of producing them at home remained, in the traditional, artisan way. The pioneers of the genre began to get hold of this narcotic, by easily synthesizing by chemical reduction of ephedrine, an alkaloid found in medication for a common cold. All this is achieved in a very easy way, and very cheaply. Among other things in Czechoslovakia at the time, near Prague, one of the world’s main factories of ephedrine, was in operation.

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di Praga, una delle principali fabbriche mondiali proprio di efedrina. Nacque così nel paese una prima rete di laboratori clandestini, anche se prima del 1989 in Cecoslovacchia il consumo di questa droga mantenne sempre un carattere piuttosto limitato.

Con la caduta del Comunismo, la produzione di pervitin è progressivamente passata sotto il controllo del crimine organizzato, soprattutto quello di origine asiatica, in particolare dei clan vietnamiti. Dei vecchi tempi è rimasta però la diffusa tradizione dei laboratori domestici di produzione, i cosiddetti kitchen laboratories, laboratori da cucina. La loro diffusione è ormai diventata capillare. La polizia ne scopre ogni anno alcune centinaia, ma si tratta pur sempre della punta dell’iceberg. L’export verso la Germania Per la facilità di produzione e per il costo considerato molto basso – un grammo, che consente la preparazione di almeno cinque dosi, costa al massimo 2.000 corone - la pervitin comincia sempre più ad affermarsi come una alternativa della cocaina, anche fuori da confini nazionali cechi. Ne sanno qualcosa la Baviera, la Sassonia e persino la Turingia, che negli ultimi tempi stanno combattendo una battaglia senza esito contro la metanfetamina importata dalla Repubblica Ceca. Nella sola Sassonia si calcola che il numero dei reati collegati all’uso di questa droga negli ultimi tre anni siano triplicati. In questi

Laender, che non a caso confinano con la Repubblica Ceca, è ormai divenuta una delle prime droghe per diffusione. Un grammo nel mercato tedesco costa fra 80 e 100 euro Di recente, allo scopo di fronteggiare in modo più adeguato il traffico di droga, è stato annunciato che al confine con la Germania verranno attivate squadre di agenti formate da specialisti della polizia ceca e di quella tedesca. Fra i due paesi sarà garantito anche un più intenso scambio di informazioni, come prevede un accordo raggiunto fra le autorità di governo della Repubblica Ceca e della Sassonia. Risale proprio allo scorso mese di novembre una clamorosa operazione della polizia, durante la quale in Germania sono state sequestrate quasi tre tonnellate di efedrina ed è stata sgominata una banda con arresti anche in Repubblica Ceca. La sostanza chimica, secondo gli inquirenti, sarebbe stata destinata ai laboratori cechi, dove attendeva di essere trasformata in pervitin. Lo spaccio, se si fosse realizzato, avrebbe consentito alla gang un introito di portata astronomica, pari alla cifra di 184 milioni di euro, quasi cinque miliardi di corone.

Consequently, a first network of clandestine laboratories was born in the country, although before 1989 in Czechoslovakia the consumption of this drug always remained rather limited. With the fall of Communism, the production of pervitin has gradually fallen under the control of organized crime, especially from Asia, in particular the Vietnamese clans. Yet from old times, the widespread tradition of domestic production laboratories has remained, as have the so-called kitchen laboratories. Their diffusion has become widespread. The police discover several hundred every year, but this is still only the tip of the iceberg. The Exports to Germany Due to the ease of production and what were considered low costs (a gram, which allows the preparation of at least five doses, costs a maximum

of 2,000 crowns), the pervitin increasingly began to establish itself as an alternative to cocaine, even outside national Czech borders. The regions of Bavaria, Saxony and even Thuringia, will know a thing about it, since in recent times they have been fighting an unsuccessful battle against methamphetamine imported from the Czech Republic. In Saxony alone, it is estimated that the number of crimes related to the use of this drug in the last three years has tripled. In these Länder, which uncoincidentally border with the Czech Republic, it has become one of the main drugs regarding diffusion. One gram in the German market costs between 80 and 100 euro. Recently, in order to deal with drug trafficking more adequately, it was announced that at the border with Germany, teams of agents consisting

of specialists from the Czech and German police will be activated. Between the two countries a more intensive exchange of information will also be guaranteed, as required according to an agreement reached between the government authorities of the Czech Republic and Saxony. A sensational police operation, dates back to last November, during which nearly three tons of ephedrine were seized in Germany, and a gang with a criminal record also in the Czech Republic was dismantled. The chemical, according to the investigator, was to be destined for Czech laboratories, where it would be transformed into pervitin. The deal, if it had gone through successfully, would have enabled the gang to leave with takings of an astronomical scale, equal to a sum of 184 million euro, almost five billion crowns.

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il mese de La Pagina

Ottobre – Novembre 2014

di GIOVANNI USAI

Le principali notizie pubblicate sulla rassegna stampa quotidiana La Pagina

Politica

(11 ottobre) Elezioni senatoriali e comunali. Il voto rafforza la coalizione di governo di centrosinistra, che difende la maggioranza alla Camera alta, ma l’affluenza è bassa a livelli record. Sette giorni dopo, al ballottaggio per il Senato, dove è in palio un terzo dei seggi, vota meno del 17% degli aventi diritto. Le elezioni comunali registrano nel complesso una affermazione delle liste locali e dei candidati indipendenti. Nelle principali città e soprattutto nella maggioranza dei capoluoghi di regione, ad affermarsi è Ano, il movimento del miliardario Andrej Babiš. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (27 ottobre) Zeman in Cina, è polemica. “Non sono venuto qui a dare lezioni di diritti umani, ma per imparare come si stabilizza una società e come si riesce ad aumentare lo sviluppo economico” afferma il presidente ceco durante il viaggio di stato nel paese asiatico, dove giunge alla guida di una folta delegazione economica. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (17 novembre) Piazza anti Zeman per anniversario Rivoluzione. Le proteste contro il Presidente caratterizzano le manifestazioni per i 25 anni dalla Rivoluzione di velluto. Fischi da stadio, urla e lancio di nuova scandiscono il discorso del capo dello stato a Praga. Migliaia di persone, con il mano un cartellino rosso nel gesto di espulsione, chiedono al presidente di dimettersi, rinfacciandogli di aver tradito gli ideali del 17.11.1989 e di simpatizzare per il Cremlino. Sondaggi danno in crollo la fiducia dei cittadini nei confronti di Zeman

Cronaca

(16 ottobre) Esplode deposito munizioni a Vrbětice. Due morti nella regione di Zlin per la misteriosa deflagrazione che distrugge una rimessa di ordigni bellici di proprietà di Imex Group, società che si occupa di commercio internazionale di materiale bellico. A perdere la vita sono due dipendenti dell’azienda. La vicenda si trasforma presto in un caso, anche di rilevanza politica. Per tutto ottobre e novembre proseguono le esplosioni, rendendo impossibile l’opera di bonifica della zona, dove si trovano una serie di altri depositi di munizioni. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (12 novembre) Cannabis in vendita per uso sanitario. La notizia delle prime due farmacie della Repubblica Ceca che, a seguito delle recenti modifiche di legge, rendono disponibile per i propri clienti l’acquisto di questa sostanza, previa prescrizione medica. Una è a Praga, l’altra a Uherske Hradiste. La vendita è consentita solo a pazienti che soffrono di particolari patologie. Il costo è di 273 corone per grammo.

Economia, affari e finanza

(2 ottobre) Produzione birra in calo. Sino a fine agosto si è verificata una diminuzione quest’anno in Repubblica Ceca dell’1%. Influiscono le condizioni atmosferiche, ma anche le nuove abitudini di vita, come sottolinea l’Unione dei birrifici e dei produttori di malto. Nel paese arriva una tendenza tipica della Europa occidentale, dove cresce il numero di quanti non considerano la birra una bevanda trendy. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (3 ottobre) Investimento in agricoltura bio. Il magnate del settore immobiliare Radovan Vítek, proprietario di Cpi Property Group, compra in Boemia del nord 20 mila ettari di terreno agricolo,

con le relative attività produttive, per 1,2 miliardi di corone. Diventa così uno dei principali produttori biologici del paese. L’operazione viene realizzata attraverso l’acquisto della Spojené farmy. Vitek si impegna anche a spendere, nei prossimi due anni, circa 500 milioni di corone per nuovo sviluppo. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (6 ottobre) A Praga nuovo ponte su Moldava. L’infrastruttura, nel quartiere di Troja, fa parte del nuovo complesso di viabilità cittadina Blanka e verrà utilizzata per la circolazione di automobili, tram e autobus. Inizialmente il ponte sarebbe dovuto costare 400 milioni di corone, ma il conto finale è salito a 1,3 miliardi. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (10 ottobre) A Kladno Internet gratis in fermate mezzi pubblici. Il comune della Boemia centrale prima città in Repubblica Ceca ad attivare questo tipo di servizio. L’iniziativa è nel quadro del progetto di rete in fibra ottica in città. I collegamenti non potranno essere di durata superiore a 30 minuti, perché il Comune non può fare concorrenza ai provider privati. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (13 ottobre) Riparte vendita appartamenti. Le compagnie di sviluppo immobiliare hanno venduto a Praga, nel periodo gennaio/settembre, 4.250 abitazioni di nuova costruzione (+22,7%). Per quanto riguarda il solo terzo trimestre, l’incremento è stato del 28%, per complessivi 1.400 appartamenti. E’ quanto emerge dalle statistiche delle principali società del settore. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (14 ottobre) Crisi di autisti camion. Il settore trasporti della Repubblica ceca risente attualmente della carenza di quasi cinquemila conducenti di mezzi pesanti (autoarticolati e autobus). L’associazione Česmad Bohemia pensa a una campagna attraverso billboard per esortare i cittadini a intraprendere questo mestiere. In difficoltà soprattutto le aziende al confine con la Germania, perché molti camionisti di quelle zone preferiscono lavorare per compagnie tedesche. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (23 ottobre) Iva, terza aliquota 10%. Il Senato approva l’applicazione a medicinali, libri e alimenti per neonati di una nuova aliquota del 10%, che va ad aggiungersi alle due già esistenti del 21 e del 15%. La normativa entrerà in vigore all’inizio del 2015, dopo la firma presidenziale di promulgazione. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (30 ottobre) Migliorano condizioni per fare impresa. La Repubblica Ceca guadagna tre posizioni, passando dal 47° al 44° posto, nella classifica Doing Business, il rapporto sulla attrattività degli investimenti stilato da Banca Mondiale. Nello speciale ranking - che mette in fila 189 paesi del mondo in virtù di una serie di parametri sulla facilità di “fare impresa” - al primo posto si conferma Singapore. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (3 novembre) Praga punta su nucleare e del carbone. Lo prevede l’aggiornamento della politica energetica nazionale, messa a punto dal governo, che decide invece di non seguire la strada degli impianti a gas e del sostegno in grande stile delle fonti rinnovabili. Lo dichiara Jan Mládek, ministro di Industria e Commercio, nel corso di una intervista in Tv. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (3 novembre) Aeroporto di Praga, passeggeri in aumento. In settembre, nello scalo internazionale Václav Havel della capitale ceca, si registra

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un incremento di +1% rispetto a stesso mese 2013, dopo la flessione dei mesi estivi. Merito soprattutto dei charter destinazione Egitto, dove la gente non ha più timore di recarsi in vacanza. In crescita anche l’interesse per Grecia, Italia e Gran Bretagna. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (5 novembre) Sbarco in Inghilterra per EPH. L’Energetický a průmyslový holding compra la centrale termoelettrica Eggborough (Leeds), un impianto di potenza paragonabile a Temelin. Per la holding energetico industriale - di proprietà di Daniel Křetínský, Patrik Tkáč e del gruppo finanziario J&T - si tratta di una nuova espansione in Europa occidentale, dopo aver comprato la Mibrag (centrale e giacimento carbonifero) in Germania, vicino ai confini cechi. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (5 novembre) Inaugurato il Quadrio di Praga. Si tratta del nuovissimo complesso polifunzionale, situato sopra la stazione metro di Národní třída. Aperta la parte riservata ai negozi e alle attività commerciali. Gli uffici e gli appartamenti dovrebbero essere consegnati all’inizio del prossimo anno. Società investitrice è Cpi Property Group. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (11 novembre) Cambio al vertice di České dráhy. L’amministratore delegato dell’azienda ferroviaria statale Daniel Kurucz viene rimosso e gli subentra Pavel Krtek, consigliere di amministrazione, responsabile sinora per questioni finanziarie ed economiche di ČD. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (18 novembre) Investitori russi comprano Slovanský dům. Il complesso, 22 mila mq di negozi e uffici, è situato sulla Na příkopě di Praga. Il corrispettivo non è noto. A vendere è la società americana Invesco Real Estate, che nel 2006 sborsò 2,5 miliardi per Slovanský dům. Si tratta della ennesima grossa operazione immobiliare compiuta quest’anno a Praga da investitori russi. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (19 novembre) Aziende edilizie riprendono ad assumere. Dopo anni di esuberi, la nuova tendenza emerge da un’analisi realizzata fra le compagnie del settore, ad opera di Ceec Research in collaborazione con Kpmg. Ad avere più necessità di nuovo personale sono le aziende operanti nel settore delle infrastrutture ferroviarie. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (25 novembre) Ocse ottimista per Repubblica Ceca. L’Organizzazione Europea per la Collaborazione e lo Sviluppo rivede al rialzo, +2,4%, la stima sulla crescita economica ceca nel corso di quest’anno, migliorando del doppio la precedente previsione di maggio (quando aveva indicato un possibile incremento di +1,2%). Le previsioni per i prossimi anni parlano di +2,3% nel 2015 e +2,7% nel 2016.

Varie

(23 ottobre) Assegnati i premi Václav Havel. I riconoscimenti vanno al ballerino e artista turco Erdem Gündüz, alle Pussy Riot russe e al dissidente tibetano Döndub Wangčhen. A darne notizia è la fondazione Human Rights Foundation che stabilisce l’assegnazione dei riconoscimenti. –––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (5 novembre) Praga candidata a ospitare sede Unicef. La capitale ceca è in short list insieme a Budapest, Nairobi e Kuala Lampur. Il Fondo Onu per l’Infanzia vuole infatti lasciare New York per motivi di budget. La decisione definitiva sarà presa a inizio 2015.


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Appuntamenti futuri dal 9 dicembre Eunic App

dal 29 dicembre al 2 gennaio Pellegrinaggio di fiducia

dal 9 all’11 gennaio Jizerská 50

from 9 December Eunic App

from December 29 to January 2 Pilgrimage of Trust

from 9 to 11 January Jizerská 50

In Prague we will be witnessing the showcase of the EUNIC App, the free application for Android and iOS devices, that allows you to download the calendar of cultural events promoted or organized by national cultural institutes and embassies active in the Czech Republic. The project, presented on 9 December at the Café Nona of Prague, is the result of a collaboration between the Italian Cultural Institute, Camoes Institute, Institut français, the Goethe Institute and the Estonian Embassy. It is the first App in Europe that brings the efforts of these partners together into a single agenda, that the user sees on his smartphone or tablet. Its use streamlines the loading of data, identified by the program itself. The success is proven by the interest of institutions, cinemas, theatres and museums to use the services offered by the platform. www.eunicapp.eu

The next “Pilgrimage of Trust on Earth”, organized by the ecumenical community of Taizé at the invitation of the Czech Bishops’ Conference and the Council of Czech Churches, will be held in Prague. After the foundation by Brother Roger in 1978, it has become a gathering of young people who at the end of each year meet for five days in a European metropolis. Tens of thousands of young people from all over Europe and also outside, will be welcomed by the parishes and the inhabitants of Prague and its surroundings. The days will provide moments of prayer in the churches of the capital, groups of reflection on social and spiritual themes in reception centres and in the halls of the exhibition centre in Letňany, while on New Year’s Eve the prayer vigil for peace and the Festival of nations, will take place. www.taize.fr

Having cancelled last year due to lack of snow, Jizerská 50, the third oldest classic technique long-distance ski race of Europe, is back. The Czech cross-country race, which started in 1968, has been part of the Worldloppet circuit since 1999 and one of the stages in the FIS Marathon Cup and Swix Ski Classics. The 48th edition has been sold out for the fifth consecutive year, with 4800 skiers ready to face the 50 km long-distance route that begins and ends in Bedřichov, in the Jizera Mountains. In addition to the main race other shorter races have been scheduled: the Intersport 25 km, the 4x3km relay groups, the Bedřichovská 30 freestyle race and a double poling sprint, which is new this year. Finally, another integral part of the weekend will be the race for children, the opening ceremony with historical skiers and a concert. www.jiz50.cz

Si diffonde da Praga Eunic App, applicazione gratuita che consente di scaricare su dispositivi Android e iOS il calendario di eventi culturali promossi o realizzati da Istituti di cultura nazionali e Ambasciate attivi in Repubblica Ceca. Il progetto, presentato il 9 dicembre al Café Nona di Praga, è frutto del lavoro comune di Istituto Italiano di Cultura, Istituto Camoes, Institut français, Goethe Institut e Ambasciata d’Estonia. È la prima App a livello europeo che riunisce le iniziative dei partner in un’unica agenda, che l’utente visualizza sul suo smartphone o tablet. Il suo uso snellisce il carico dei dati, individuati dal programma stesso. Il successo è provato dall’interesse di istituzioni, cinema, teatri e musei ad utilizzare i servizi offerti dalla piattaforma. www.eunicapp.eu

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Sabrina Salomoni

Si terrà a Praga il prossimo “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”, organizzato dalla Comunità ecumenica di Taizé su invito della Conferenza Episcopale Ceca e del Consiglio delle Chiese Ceche. Iniziato dal fondatore frère Roger nel 1978, è un incontro dei giovani che alla fine di ogni anno si riuniscono per cinque giorni in una metropoli europea. Decine di migliaia di ragazzi da tutta Europa e non solo, saranno accolti dalle parrocchie e dagli abitanti di Praga e dintorni. Le giornate prevedono momenti di preghiera nelle chiese della capitale, gruppi di riflessione su temi sociali e spirituali nei centri di accoglienza e nei padiglioni del polo fieristico di Letňany mentre la notte di Capodanno avranno luogo la Veglia di preghiera per la pace e il Festival delle nazioni. www.taize.fr

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Annullata lo scorso anno per scarsità di neve, torna Jizerská 50, la terza gara di sci su lunga distanza a tecnica classica più datata d’Europa. La granfondo ceca, nata nel 1968, è parte del circuito Worldloppet dal 1999 e una delle tappe di FIS Marathon Cup e Swix Ski Classics. La 48a edizione segna il tutto esaurito per il quinto anno consecutivo, con 4800 sciatori pronti ad affrontare la 50 km di fondo che inizia e si conclude a Bedřichov, nei Monti Iser. Oltre alla gara principale sono in calendario altre corse più brevi: la 25 km, la staffetta a gruppi sui 4x3km, la Bedřichovská 30 a tecnica libera e una gara a passo spinto, novità di quest’anno. Parte integrante del weekend saranno infine le gare per bambini, la cerimonia di apertura con gli sciatori storici e un concerto. www.jiz50.cz


appuntamenti events

Future events

Sabrina Salomoni

il 10 gennaio Duo Biondi & Brunialti

dal 16 al 18 gennaio Plzeň 2015

dal 6 al 17 febbraio Carnevale di Praga

10 January Duo Biondi & Brunialti

from January 16 to 18 Plzeň 2015

from February 6 to 17 Prague Carneval

As part of “The World’s Piano Production” series of concerts, of the Prague Symphonic Orchestra, the Rudolfinum hosts the piano recital of the Duo Biondi & Brunialti. The artists, who have played in the duo since their years in the Conservatory, have won major awards in international competitions with a repertoire that combines classical and romantic music with twentieth century and contemporary composers. In Prague they will perform music by Francis Poulenc and Claude Debussy, the Subsongs composition written by their compatriot Giovanni Sollima concluding with Rhapsody in Blue by George Gershwin, a quintessential fusion of jazz and classical music. The concert, sponsored by the Italian Ambassador Aldo Amati, will be held in collaboration with the Italian Cultural Institute. www.biondibrunialti.it

After five years of preparation, Plzeň inaugurates its role as European Capital of Culture with three days of celebrations. It will kick off on a Friday with the concerts of Art’s Birthday and the exhibition dedicated to Jiří Trnka, the animation director born in Plzeň. Other citizens, the painter Bohumír Lindauer and the designer Ladislav Sutnar, will have two exhibitions dedicated to them later. On Saturday, January the 17th the party will be divided into three areas: options that include theatres, cultural centres and associations which entertain with the best the city has to offer; music and pictures in the main square, for the largest video mapping produced in the country; an evening with beer, music and poetry in the suburbs. It ends on Sunday with walks in less known corners and a concert of the group of Plzeň Mandrage. www.plzen2015.cz

The festival Carnevale Praha revives the popular celebrations that animated the Czech lands in the Middle Ages. A dozen days of happiness, a lively festival of masquerade balls, concerts, stage performances in the squares and traditional cuisine. The event is sponsored by the Italian Cultural Institute and this year, Italian street musicians return to animate the streets of the capital with carnival and medieval songs. The Crystal Ball that illuminates the halls of the Clam Gallas Palace on Valentine’s day cannot be missed, while the festival of Baroque culture brings music, dance and costumes to the places of the Bohemian Carnival of yore. As per tradition, the opening ceremony will be dedicated to the parade of masks in the Old Town Square. www.carnevale.cz

Nell’ambito del ciclo di concerti “La produzione pianistica mondiale” dell’Orchestra sinfonica di Praga, il Rudolfinum ospita il recital pianistico del Duo Biondi & Brunialti. Le artiste, che suonano in duo dagli anni del Conservatorio, hanno ottenuto importanti premi in concorsi internazionali con un repertorio che unisce la musica classica e romantica ai compositori del Novecento e contemporanei. A Praga eseguiranno musiche di Francis Poulenc e Claude Debussy, la composizione Subsongs scritta dal connazionale Giovanni Sollima per concludere con Rhapsody in Blue di George Gershwin, fusione per eccellenza fra jazz e musica colta. Il concerto, patrocinato dall’Ambasciatore d’Italia Aldo Amati, si svolge con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura. www.biondibrunialti.it

Dopo cinque anni di preparativi Plzeň inaugura il suo ruolo di Capitale europea della cultura con tre giorni di celebrazioni. Si apre venerdì con i concerti di Art’s Birthday e la mostra dedicata a Jiří Trnka, regista d’animazione nato a Plzeň. Ad altri concittadini, il pittore Bohumír Lindauer e il designer Ladislav Sutnar, saranno rivolte due esposizioni in seguito. Sabato 17 gennaio la festa si divide in tre aree: percorsi che includono teatri, centri culturali e associazioni varie per intrattenere con il meglio che offre la città; musica e immagini sulla piazza principale per il maggior video mapping realizzato nel Paese; una serata tra birra, musica e poesia nei quartieri periferici. Si conclude domenica con passeggiate negli angoli meno noti e il concerto del gruppo di Plzeň Mandrage. www.plzen2015.cz

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Il festival Carnevale Praha fa rivivere le popolari feste che animavano le terre ceche già nel medioevo. Una dozzina di giorni all’insegna dell’allegria, una vivace rassegna di balli in maschera, concerti, spettacoli scenici sulle piazze e tradizionali specialità gastronomiche. L’evento gode del patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura e anche quest’anno musicisti di strada italiani tornano ad animare le vie della capitale con arie carnevalesche e medievali. Non può mancare il Crystal Ball che nel giorno di S. Valentino accende i saloni del Palazzo Clam Gallas mentre il festival della cultura barocca porta musiche, danze e costumi d’epoca nei luoghi del carnevale boemo di un tempo. Come da tradizione, l’apertura è affidata alla sfilata di maschere in Piazza della Città Vecchia. www.carnevale.cz

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Wall is (never) over Lo scorso 17 novembre, 25esimo anniversario della Rivoluzione di Velluto, un collettivo di studenti ha imbiancato il celebre Muro di John Lennon di Praga. Riconsegnando ai mattoni un’eredità da provocatori

8 dicembre 1980, New York. Sono circa le 22.50, quando una limousine percorre la 72esima di Manhattan e accosta di fianco al grande edificio residenziale di fine Ottocento, il “Dakota”. Un uomo esce dalla vettura nella sua giacca di pelle nera, con in mano delle musicassette. Ad attenderlo da ore sulla strada che fronteggia il Central Park, una guardia giurata di 25 anni di nome Mark David Chapman. Ai primi passi dell’uomo, Chapman lo segue, e dalla distanza di circa tre metri esplode cinque colpi di pistola

verso la schiena del malcapitato. Nel trambusto che ne viene, il 25enne è disarmato e immobilizzato dal portiere del Dakota, che gli grida in faccia “Lo sai cosa diavolo hai fatto?”. “Sì,” risponde calmo il ragazzo, “ho appena ucciso John Lennon”. Il giorno successivo la notizia è sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo: tanto ad est, quanto ad ovest, della cortina di ferro. La leggenda dei Beatles, la rock star, il pacifista John Lennon assassinato da uno squilibrato a New York.

Dal 9 dicembre 1980, l’artista di Liverpool entrava definitivamente nella mitologia della cultura pop, ed alla commozione seguiva la commemorazione. Nella grigia Praga della Normalizace i graffiti rimanevano il metodo preferito, soprattutto dai giovani, per esprimere le emozioni che difficilmente avrebbero trovato un lasciapassare nella “rispettabilità” del regime. Un muro in particolare, alto quattro metri e lungo più di venti, nel quartiere di Malá Strana e a pochi passi dall’isola di Kampa, era il

It is December the 8th, 1980, New York, at around 22:50, when a limousine drives along the 72nd street of Manhattan and pulls over next to large, late nineteenth century style residential building, the "Dakota". A man comes out of the car in his black leather jacket, holding audiocassettes. Meanwhile, on the street facing Central Park, a 25-year-old security guard, has been waiting for hours, named Mark David Chapman. As the man takes his first steps, Chapman follows him, and

from a distance of about three metres fires five shots to the back of the victim. In the confusion that follows, the 25 year old is disarmed and immobilized by the doorman of the Dakota, who screams, "Do you know what the hell have you done?". "Yes," the man calmly replies, "I just shot John Lennon." The following day the news is on the front pages of newspapers all over the world, as much east as it is west of the Iron Curtain. The Beatles legend, the rock star, and pacifist John

Lennon murdered by a deranged man in New York. From 9 December 1980 the Liverpudlian artist entered into the mythology of pop culture, and the commotion was followed by commemoration. In the grey Prague of the Normalizace, graffiti remained the preferred method, especially of young people, to express the emotions which would have found acceptance within the "respectability" of the regime with great difficulty. A wall, four metres high and over twenty

di Giuseppe Picheca by Giuseppe Picheca

Last November 17, on the 25th anniversary of the Velvet Revolution, a group of students whitened the famous John Lennon Wall of Prague, thus giving back the legacy of a provocative role to the bricks

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diario preferito dall’impeto giovanile della capitale. Al tempo era chiamato “il muro del pianto”, e raccoglieva per lo più struggenti poesie e messaggi amorosi. A qualcuno sembrò naturale, in una notte di dicembre, fare due passi fino in Velkopřevorské náměstí (il nome della piazza dove si trova il muro) e scrivere un messaggio di ricordo per il musicista. In basso, a partire dal marciapiede, faceva parte del muro una lastra bianca, perfetta come simbolica lapide di Lennon. Quel qualcuno non

fu il solo, e in poche settimane la parete si riempiva di testi dei Beatles e della Lennon / Plastic Ono Band, di ritratti, disegni, messaggi di speranza, messaggi diretti a tutti. Il muro cominciò ad assorbire tutta la voglia di libertà dei tempi. Bisogna tener presente che il mito dell’ex-Beatles non era una semplice icona dell’Ovest, un prodotto del marketing da “vita migliore”, né tantomeno una figurina patinata dell’industria dello spettacolo. Lennon era prezioso proprio per essere un esponente critico

Il “Dakota” a New York, dove fu ucciso John Lennon / The “Dakota” in New York, where John Lennon was killed

in length, in the area of Malá Strana, a short walk from the island of Kampa, which was in particular the preferred form of diary of the youth movement in the capital. At the time it was called "the Wall of weeping", and mainly collected poignant poems and messages of love. For someone it seemed natural, on a December night, to take a stroll in Velkopřevorské náměstí (the name of the square where the wall is found) and write a message paying homage to the musician. Below, from the pave-

ment, a white plate formed part of the wall, which was perfect as a symbolic tombstone of Lennon. That someone was not alone, and in a few weeks the wall was filled with lyrics from the Beatles and the Lennon/Plastic Ono Band, portraits, drawings, messages of hope, messages directed at everyone. The wall began to absorb all of the longing for freedom of the period. One must bear in mind that the myth of the former Beatle was not just an icon of the West, a product of market-

ing of a “better life”, nor a glossy star of the entertainment industry. Lennon was precious, precisely for being a spokesman critical of the world beyond the Iron Curtain, a pacifist, hippie, protester, and yet also contested, a thorn in sides. He was not a sponsor of capitalism, he was not tightly grasped in the palm of the other hand of the Cold War. John Lennon was the chance to express opposition to a system, while living inside it. John Lennon was the most absolute freedom.

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del mondo al di là della cortina di ferro, pacifista, hippie, contestatore, contestato, fastidioso: non era uno sponsor del capitalismo, non era stretto nell’altro pugno della guerra fredda. John Lennon era la possibilità di esprimere la propria contrarietà ad un sistema, pur vivendoci dentro. John Lennon era la libertà più assoluta. Il muro non era ben visto dalle autorità, che tentarono, in principio debolmente e senza troppa convinzione, di osteggiare le azioni dei writers. Nel 1981 i graffiti furono cancellati, tuttavia fu poi permessa una manifestazione nel primo anniversario. Le autorità non si interessarono al muro per qualche anno. La situazione cominciò a farsi più seria per il regime quando questo divenne non solo un raccoglitore di messaggi, quanto un catalizzatore di proteste. L’8 dicembre 1987, diverse centinaia di giovani si riunirono all’ombra del muro per dare vita ad una manifestazione pacifista non autorizzata. Sfilando per la città, tra slogan per i diritti civili e per il ritiro delle forze sovietiche nel The wall was not viewed well by the authorities, who attempted, though feebly and without much conviction, to oppose the actions of the writers. In 1981 graffiti was erased. However, a demonstration was permitted on the first anniversary. The authorities lost interest in the wall for a few years. The situation began to get more serious for the regime when it became not only a collection of messages, but also a catalyst of the protests. On December the 8th, 1987, several hundred young people gathered in the shadow of the wall to give life to an unauthorized peace demonstration. Parading around the city, among slogans for civil rights and the withdrawal of Soviet forces in the country, singing the famous '69 musical piece "Give peace a chance". From this moment onwards the term "Lennonist" was born. It is said that it was Gustáv Husák in person, the party secretary, who coined

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La spettacolarizzazione del muro è parte integrante dell’economia di mercato. La logica turistica, in una città come Praga (da sei milioni di turisti l’anno), ha fatto del muro un passaggio obbligato nelle guide dei viaggiatori The transformation of the wall into a major attraction is an integral part of the market economy. The logic of the tourist, in a city like Prague (six million tourists a year), has made the wall a necessary sight in travel guides

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paese, cantavano il celebre prezzo del ‘69 “Give peace a chance”. Da questo momento in poi nacque il termine “lennoniani”. Si dice che fosse stato Gustáv Husák in persona, il segretario del Partito, a coniarlo: un termine in principio sarcastico e derogativo, un mix tra capelloni, hippie, sociopatici, alcolizzati e, ça va sans dire, controrivoluzionari agenti del capitalismo. A maggio 1988, un articolo sulle disobbedienze civili nell’Europa orientale apparso sul “Bollettino degli scienziati atomici” (una rivista pacifista americana), individuava in un migliaio il gruppo di lennoniani cecoslovacchi: pacifisti, ecologisti, libertari. Seppur modesto, il gruppo era un grattacapo per il Partito, che decise nuovamente di cancellare i graffiti dietro un cupo verde militare. Il giorno dopo i lennoniani tornarono a colorarlo, e così per diverse volte nel corso degli ultimi due anni socialisti, l’ottusità del regime non si rese conto che ad ogni censura, sarebbe tornata più forte la voglia di scrivere. it – a sarcastic and derogative term in principle, a mix of hippies, sociopaths, alcoholics, and needless to say, also counterrevolutionary agents of capitalism. In May 1988, an article on civil disobedience in Eastern Europe appeared in the "Bulletin of Atomic Scientists"(an American pacifist magazine), identified the Czechoslovak Lennonist groups as a thousand pacifists, ecologists, libertarians. Although modest, the group was a headache for the party, which decided once again to remove the graffiti behind a dark military green. The day after the Lennonist group returned to color it, and therefore several times over the last two socialist years, the stupidity of the regime did not realize that every form of censorship would make the desire to write even stronger. With the arrival of the 1989 events, the wall acquired its status as a symbol of peace and freedom. Such were the oddities of the time: walls to knock

Con l’arrivo dell’89, il muro acquisì di diritto il suo status di simbolo di pace e libertà. Stranezze dei tempi: muri da far cadere, muri da colorare, muri come divisione, muri come unione. La fama del muro di Praga, caduto quello di Berlino, si estese tra le macerie dell’impero sovietico. Proprio a Mosca, sul suo esempio, nacque nel

1990 il muro di Tsoi, dedicato alla prematura morte della leggenda del rock underground Viktor Tsoi, che aveva infiammato gli scantinati degli anni Ottanta. Nella centrale via Arbat, un tempo il passeggio della nobiltà moscovita e poi sede delle gerarchie del Politburo, è diventato un landmark turistico cittadino.

down, walls to paint, walls as division, walls as a union. The fame of the wall in Prague, following the fall of Berlin’s, spread through the rubble of the Soviet empire. In Moscow, following its example, the Tsoi wall was born in 1990, dedicated to the prema-

ture death of rock underground legend Viktor Tsoi, who had set the basements of the eighties alight. In central Arbat Street, once strolled through by the Moscow nobility, back then headquarters of the hierarchies of the Politburo, it has become a tourist landmark of the city.

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La spettacolarizzazione del muro è parte integrante dell’economia di mercato. La logica turistica, in una città come Praga (da sei milioni di turisti l’anno), ne ha fatto un passaggio obbligato nelle guide dei viaggiatori. Ai vecchi lennoniani si sono aggiunti graffitari in vacanza, ai messaggi politici le semplici firme delle gite scolastiche, mentre il muro cambia versi e colori, pur mantenendo costante la sua “dedizione” all’ex-Beatles. Ma la decadenza del motivo politico è un tema che si ripropone, una riflessione obbligata sul significato originario e odierno della memoria storica, dei The transformation of the wall into a major attraction is an integral part of the market economy. The logic of the tourist, in a city like Prague (six million tourists a year), has made the wall a necessary sight in travel guides. Besides the old Lennonists, graffiti artists in holiday have joined in, to the political messages the simple signatures of school trips have been added, while the wall changed faces and colors, yet constantly maintaining its “dedication” to the former Beatle. However, the decline of the political motive is a recurring theme, a forced reflection on the original and current meaning of the historical memory, of the symbols and myths of civil disobedience. Having perhaps been driven by a similar reflection, by this desire to “update” the wall and free it from tourism, a group of students decided to carry out the work of the old regime-to whiten it. At dawn on November 17, the 25th anniversary of the Velvet Revolution, the

simboli e dei miti della disobbedienza civile. Forse spinti da una riflessione simile, da questa voglia di “attualizzare” il muro e liberarlo dal turismo, un collettivo di studenti ha deciso di fare il lavoro del vecchio regime: imbiancarlo. All’alba del 17 novembre, 25esimo anniversario della Rivoluzione di Velluto, gli studenti hanno cancellato il collage di graffiti e disegni, per lasciare una semplice scritta: “Wall is over”, il muro è finito, parafrasando la celebre canzone di Lennon contro la guerra in Vietnam, “Happy Xmas – War is over”. Così come la grande scritta su sfondo bianco “War is over” apparve prima del natale 1969 a Times Square, così si è svegliata Velkopřevorské náměstí il 18 novembre. Il collettivo, dal nome “Pražská služba” (Servizi praghesi), ha dichiarato di

aver compiuto il gesto per dare spazio alle voci della nuova generazione; una ripartenza. Gesto concordato e sostenuto dall’accademia del cinema praghese, la Famu, di cui sono studenti; “Senza la scuola,” ha dichiarato a Radio Praha lo studente Mikuláš Karpeta a nome del collettivo, “non avremmo fatto nulla”. L’obiettivo artistico si è scontrato subito con l’epiteto di “van­dali”: declamato, in primo luogo, dai legittimi proprietari. In effetti, cosa ci sia al di là della parete non è interessato mai a nessuno, o quasi. Con il “fattaccio di piazza Velkopřevorské“ si viene a scoprire che il muro non è totalmente un bene comune. È infatti proprietà del Sovrano Militare dell’Ordine di Malta, l’ordine religioso di origine medievale dei cavalieri ospitalieri –

asimmetrie storiche degne di Praga! – che in un primo momento voleva sporgere denuncia verso gli studenti. L’idea è sembrata poi eccessiva, la denuncia ritirata, ma la reazione ha fatto inarcare non poche sopracciglia, che si son chieste quali siano gli interessi dietro l’attrazione-muro. D’altra parte, essere chiamati vandali è un’azione degna dei mattoni in questione, e in un certo senso, qui si chiude il cerchio. Le polemiche si sono calmate, e il muro è tornato a parlare. Facile pensare che, prima di Natale, sarà già ricoperto di nuovi graffiti. Che siano le voci dei sogni della nuova gioventù, o quelle di turisti noncuranti, il muro di John Lennon rimarrà vivo. Come dice il primo messaggio dopo la passata di bianco, the wall is never over.

students deleted the collage of graffiti and drawings, leaving a simple inscription: “Wall is over”, the wall is finished, to paraphrase the famous song by Lennon against the war in Vietnam, “Happy Xmas – war is over.” Like the large writing on the white background “War is over” appeared before Christmas 1969 in Times Square, Velkopřevorské náměstí was woken up the same way on 18 November. The group, named “Pražská služba” (Prague Services), declared to have carried out the act to give way to the voices of the new generation, a restart. The gesture was accepted and supported by the Academy of cinema in Prague, the Famu to which the stu-

dents belong. “Without the school,” the student Mikuláš Karpeta told Radio Praha on behalf of the group, “we would not have done anything.” The artistic goal immediately clashed with the epithet of “vandals”, which was declaimed, firstly, by its owners. In fact, what is beyond the wall has never interested anyone, or almost. With the “nasty business of Velkopřevorské square” it turns out that the wall is not completely a common good. It is in fact owned by the Sovereign Military Order of Malta, the religious order of the Knights Hospitaller of medieval origin – historic asymmetries worthy of Prague! – that at first wanted to file a complaint against the students. The idea then

seemed excessive, the complaint was withdrawn, but the reaction raised more than a few eyebrows, one asked what the interests behind the attraction of the wall actually were. On the other hand, being called vandals is an action worthy of the bricks in question, and in a certain sense, closes the circle. The controversies have calmed down, and the wall has returned to talking. It is easy to think that before Christmas, it will already be covered with new graffiti. Whether they are the voices of the dreams of the new youth, or those of thoughtless tourists, the wall of John Lennon will remain alive. As the first message said after the coating of white, the wall is never over.

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Soru a Praga, agli albori della new economy

L’imprenditore e politico sardo, venti anni fa, profeta di Internet a Praga con la sua Czech On Line di Mario Carta by Mario Carta

The Sardinian entrepreneur and politician, twenty years ago, the prophet of the Internet in Prague with his Czech On Line

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Era il 1995, al 14 di Rybná ulice - ieri come oggi il Burzovní palác - la Czech On Line, una società ceca a capitale interamente italiano, tentava l’impresa che mai nessuno in Repubblica Ceca prima aveva osato: Internet. Nell’ufficio, un open space al centro della vecchia Praga, vi lavoravano sopratutto giovani studenti di economia e informatica, una quindicina fra cechi e italiani, tutti molto in gamba, ambiziosi e con la passione per quelle nuove tecnologie della comunicazione che proprio allora stavano emergendo da più parti del globo. A capo della compagnia vi era Renato Soru, neanche quarantenne, pioniere del web e visionario della prima ora, si era formato alla Bocconi di Milano che aveva lasciato anticipatamente per iniziare a lavorare.

It was 1995, at 14 Rybná ulice, which back then like now, was the Burzovní palác, the Czech On Line, a Czech company of entirely Italian capital, attempted to succeed where no one in the Czech Republic before had dared -in the Internet. In the office, an open space in the centre of old Prague, there were particularly young students of economics and computer science working, fifteen Czechs and Italians, all very smart, ambitious and with a passion for the new communication technologies that were just emerging at the time, from several parts of the globe. Heading the company at the time was Renato Soru, a not even forty-year-old web pioneer and early visionary, who had studied at the Bocconi University in Milan which he had left early to start working. “Correct and very intelligent, the ability of his staff meant a lot to him, as did

“Corretto e molto intelligente, teneva molto all’abilità del suo staff, alla professionalità e alle prestazioni – come ricorda Yveta Kasalická, che in quel periodo affiancava spesso Soru a Praga, in veste di interprete – non sopportava il disordine e aveva molta attenzione alla qualità e alla buona presentabilità dell’ufficio. Il viso, poker face, durante

le trattative con partner e clienti, sempre concrete e fondate, condotte senza chiacchiere inutili e con la massima correttezza, era a volte intransigente”. Fu uno dei pochi, che negli anni successivi alla Rivoluzione di Velluto, rischiando, riuscì a portare a buon fine i suoi progetti e questo in leggero contrasto con quell’ambiente che si era venuto a

their professionalism and performance”, as recalled Yveta Kasalická, who at that time often backed Soru in Prague as an interpreter “he could not stand disorder and paid much attention to the quality and presentability of the office. The face, poker face seen during negotiations with partners and customers, always concrete and founded, conducted with-

out useless chitchat and with the utmost fairness, was sometimes intransigent”. He was one of the few, who in the years after the Velvet Revolution, managed, partly by taking risks, to make a success of his projects despite the slight contrast with the environment created in the first phase of the newborn capitalism of nineties, when Prague

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focus focus

Soru in Prague, at the dawn of the new economy creare nella prima fase del neonato capitalismo degli anni novanta, quando Praga diventò il punto di riferimento di un ambiente di business a dir poco selvaggio, terra di conquista anche per spregiudicati avventurieri. “Avevo voglia di confrontarmi con i nuovi paesi dell’Europa, con quello che stava accadendo fuori dai confini italiani e con questa nuova tecnologia … della rete” ricorda Soru, oggi europarlamentare a Bruxelles. In quegli anni Praga e la Repubblica Ceca non erano certo come le conosciamo oggi. Ora la capitale può vantare trenta e più Internet Service Provider, accessi digitali agli edifici, banche più online che onsite e domini web esposti sulle vetrine dei negozi e sulle targhe cromate del centro storico come fossero numeri civici. Praga e la rete oggi convivono in grande armonia, ma a quel

tempo il tono scuro dei palazzi, colpiti per troppi anni dallo smog di un sistema energetico obsoleto, raccontava bene la difficoltà del vivere quotidiano e di portare avanti qualsiasi tipo di impresa. Anche soltanto ottenere l’allaccio telefonico per il proprio appartamento era faticoso, si impiegavano mesi e l’unico edificio fra istituzioni pubbliche e private, dotato di una connessione a Internet alla quale un comune mortale potesse accedere era quello dell’Università. La Czech On Line lanciò l’offerta con otto linee telefoniche e otto rispettivi modem, al costo eccezionalmente competitivo di 495 Kc al mese. Con la connessione forniva il browser, il software per navigare su Internet, ma già allora, dava a ogni azienda la possibilità di rendersi visibile creando un proprio sito web e per questo forniva alcuni megabyte di spazio e cinque ca-

selle email, senza occuparsi di grafica e design. E fu così che la Borsa di Praga iniziò a pubblicare sul web informazioni sui mercati finanziari in tempo reale, gli utenti della Czech On Line divennero presto alcune migliaia e la società si attestò negli anni successivi terza nella Repubblica Ceca per numero di utenti. La velocità di connessione era naturalmente molto lenta, la più veloce era quella a 64k al secondo, l’Adsl era una chimera che arrivò solo nel 2000. In Italia le caselle di posta elettronica erano poche e a pagamento, non esisteva ancora un concetto di Portale Internet, ma forse neanche di Internet Service Provider o Gestore Telefonico e le connessioni erano talmente lente che veniva voglia di tornare bambini, riattaccare il mangia nastri e caricare il videogioco sul Commodore 64, tanto l’attesa era lunga e forte la speranza di

vedere comparire qualcosa sullo schermo. Le camere dei più giovani erano colme di floppy disk che contenevano videogiochi, ma il passaggio dall’analogico al digitale non vi era ancora stato e certamente non capitava di perder tempo su Internet. Ma facciamo un passo indietro: Tim Berners Lee conia il nome di World

became the reference point of a business environment which was to say the least, wild, a land of conquest for unscrupulous adventurers. “I wanted to compete with the new countries of Europe, with what was happening outside the Italian borders and with this new technology ... of the network,” remembers Soru, who today is a member of the European Parliament. In those years, Prague and the Czech Republic were not as we know them today. Now the capital can boast thirty or more Internet Service Providers, digital access to the buildings, more online than onsite banks, web domains exposed in shop windows and chrome plates of the historic centre as if they were street numbers. Prague and the network now co-exist in great harmony, but at that time the dark tone of the buildings, affected by the smog of an obsolete energy system for too many years, told the difficulties of

everyday life, as well as of progressing in any kind of business, very well. Even just getting the telephone connection for your apartment was tiring, it took months and the only building among the public and private institutions with an Internet connection to which an ordinary citizen could access, was the University. The Czech On Line launched the offer with eight telephone lines and eight respective modems, at the exceptionally competitive cost of 495 Kc per month. With the connection it provided the browser, the software to surf the Internet, but even then, it gave each company the opportunity to become visible by creating their own website and this provided a few megabytes of space and five mailboxes, without taking care of graphics and design. It was this way that the Prague Stock Exchange began publishing information on financial markets in real time on

the web, users of Czech On Line soon became a few thousand and the company which stood third in the following years in the Czech Republic for the number of users. The connection speed of course was very slow, the fastest was at 64k per second, the ADSL was a chimera that came only in 2000. In Italy the e-mail inboxes were few and had to be paid, there still was no concept of an Internet portal, but perhaps not even of an Internet Service Provider or the Telephone Company and the connections were so slow that one desired to return to childhood again, and reattach the tape on cassette players, and load video games on the Commodore 64, since the wait was so long to see something appear on the screen. The rooms of the youngest were full of floppy disks containing video games, but the transition from analogue to digital had not happened yet, and nobody certainly wasted time on the Internet.

However let’s leap into the past. Tim Berners Lee coined the name World Wide Web only in 1990, the period in which he also wrote the first draft of HTML, the leading language of the network, which has diffused since 1994. Through the CERN in Geneva, Carlo Rubbia, Nobel Prize winner for physics, a few months later, brought this technology to CRS4, the research centre of Sardinia, which launched the first website in Italy, on the address www.crs4.it which is still in use. And so began the era of the great technological achievements in Sardinia. Mosaic became the first Internet browser, Luca Manunza created the first Webmail, L’Unione Sarda (The Sardinian Union), under the leadership of Nicola Grauso, the first online newspaper in Europe, and it was with Grauso that Video online was born, the first Internet Service Provider in Italy and its Czech counterpart, Czech on Line, the first provider in

progetto repubblica ceca

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focus focus

“Avevo voglia di confrontarmi con i nuovi paesi dell’Europa, con quello che stava accadendo fuori dai confini italiani e con questa nuova tecnologia … della rete” racconta oggi Soru “I wanted to compete with the new countries of Europe, with what was happening outside the Italian borders and with this new technology ... of the network” says Soru today

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Wide Web solo nel 1990, periodo nel quale scrive anche la prima stesura dell’Html, linguaggio principe della rete, che si diffonde dal 1994. Attraverso il Cern di Ginevra, Carlo Rubbia, premio nobel per la fisica, pochi mesi dopo, porta questa tecnologia al CRS4, il centro di ricerca della Sardegna, che lancia il primo sito internet in Italia, al proprio indirizzo www.crs4.it ancora in uso. È così che inizia l'epoca dei grandi primati tecnologici in Sardegna: Mosaic diviene il primo Internet Browser, Luca Manunza crea la prima Webmail, L'Unione Sarda, sotto la guida di Nicola Grauso, il primo giornale online in Europa, ed è con Grauso che nasce quindi Video on Line, il primo Internet Service

Provider in Italia e il suo omologo ceco, Czech on Line, il primo provider della Repubblica Ceca, la prima offerta commerciale di connessione a Internet. Certo Renato Soru non era venuto a Praga con l’intenzione di prodursi in quell’impresa, ma se ne innamorò presto. Come molti italiani infatti la curiosità che inizialmente l’aveva portato qui nel 1994, era proprio nella città e i suoi palazzi, il real estate, del resto chi non ne resterebbe affascinato. Prima ancora il giovane Soru non si era avventurato nell’IT, ma piuttosto aveva preferito occuparsi di grande distribuzione, ancora studente, passando dalla gestione di un negozio di alimentari, alla carriera nel settore bancario a Londra e Milano, creando infine una piccola catena di super mercati che poi vendette. Ma visto dalla prospettiva praghese il miraggio Internet apparì un’idea più solida, che poté condividere con altri sardi che come lui avevano necessità di pensarsi connessi con le altre nazioni oltre il mare, attraverso un’invisibile rete che potesse concedergli di vivere e lavorare in Sardegna interfacciandosi al resto del mondo, senza perdita di relazioni e di qualità nella comunicazione. Le otto linee della Czech on Line si moltiplicarono velocissimamente diven-

tando in alcuni periodi anche ottomila. Video On Line, la capogruppo, decise così di aprire il web a tutti e offrì gratuitamente l’accesso a Internet e con esso le prime caselle di posta elettronica gratuite, chiave di volta e nucleo propulsore agli albori della new economy. E fu così che la compagnia ceca solo tre anni dopo venne venduta a un fondo Private Equity statunitense e tedesco e quindi ad una società austriaca che ancora oggi ne detiene la proprietà, mentre Video On Line, acquisita da Telecom Italia, divenne Tin.it. Con il guadagno di quella vendita però Renato Soru decide di tornare in Sardegna e fondare Tiscali, che lo renderà famoso come l’uomo più ricco d’Italia. I collegamenti e le connessioni, sia spaziali che simboliche, fra Repubblica Ceca e Italia, Praga e Cagliari, dal 1994 ad oggi sono quindi state tante nel settore dell’information technology, ed è curioso pensare che una serie di occasioni, di invenzioni, di eventi ed energie, colte e incanalate in un progetto modificato tante volte nel tempo abbiano creato così belle rivoluzioni tecnologiche e umane che hanno inciso con tale forza nel nostro modo di rapportarci all’informazione e alla comunicazione.

the Czech Republic, the first commercial Internet connection. Of course, Renato Soru had not come to Prague with the intention of developing in that company, but he fell in love with it quickly. In fact, like many Italians the curiosity that had initially brought him here in 1994, was indeed in the city and its buildings, the real estate, after all who would not be fascinated by it?. Even before the young Soru had not ventured in IT, but instead preferred to deal with large-scale distribution, still a student, going from the management of a grocery store, to a career in banking in London and Milan, eventually creating a small chain of supermarkets which he then sold. Yet, when seen from Prague’s perspective the Internet mirage appeared to be a more solid idea,

which he could share with other Sardinians, who like him, had also needed to be thought to be connected with other nations beyond the sea, through an invisible network that would allow him to live and work in Sardinia interfacing with the rest of the world, without loss of relationships and quality in communication. The eight lines of Czech On Line multiplied very fast, in some periods they even reached eight thousand. Video On Line, the parent company, decided to open the web to all, and offered free access to the Internet, and with it the first free inboxes, keystone and core engine at the dawn of the new economy. It was therefore in this way that the Czech company only three years later was sold to a US and German private equity fund and

then to an Austrian company that still owns the property, while Video On Line, acquired by Telecom Italy, became Tin.it. With the gain of the sale, however, Renato Soru decided to return to Sardinia and founded Tiscali, which would make him famous as the richest man in Italy. The links and connections, both spatial and symbolic, between the Czech Republic and Italy, Prague and Cagliari, from 1994 to today, have been so many in the field of information technology, and it is curious to think that a series of occasions, inventions, events and energies, educated and directed, in a project modified many times over time have created such beautiful human and technological revolutions that have so strongly affected our way of relating to information and communication.

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WINTER SCHEDULE 2014-15

SUMMER SCHEDULE 2015

Prague - Rome Fiumicino

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Milan Linate - Prague 4,6

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Slovenské elektrárne aiutiamo le aziende a risparmiare Un intervento di Andrea Pancotti, di Slovenské elektrárne, sull’efficienza energetica come strada verso una riduzione sostenibile dei costi e un aumento della competitività in un mercato globalizzato

Ormai da tempo l’industria europea si lamenta per gli elevati costi dell’energia elettrica pagati dal consumatore rispetto alla concorrenza, ormai diventata di scala globale. Nonostante il prezzo “wholesale” di questa commodity sia ai minimi storici, le tasse relative alla regolazione e alla distribuzione spingono il prezzo finale al rialzo.

Slovenské elektrárne è consapevole della situazione non facile dell’industria ceca e propone pertanto alle aziende diverse possibilità di risparmio. Il maggior produttore di energia elettrica slovacco ha ampliato la propria gamma di servizi energetici, dagli audit fino alla realizzazione di progetti complessi, come la modernizzazione

degli impianti di illuminazione, riscaldamento, refrigerazione, condutture dell’aria e altri servizi su misura. Insieme ad Andrea Pancotti, manager della divisione Sales and Energy Services, abbiamo parlato dei nuovi progetti di Slovenské elektrárne. Cosa ha portato un tradizionale produttore di energia elettrica

For some time now European industry has been complaining about the high cost of electricity paid by consumers in relation to competition, which is now global. In spite of the fact that the “wholesale” price of this commodity has reached its lowest historic level, regulation and distribution taxes push up the final price. Slovenské elektrárne is well aware of the difficult situation

affecting the Czech industry and has therefore begun to propose various saving opportunities to companies. The largest Slovak producer of electricity has thus expanded its range of energy services, from audits to complex projects such as the modernization of lighting, heating, refrigeration, air ducts and other customized services. With Andrea Pancotti, manager of the

Sales and Energy Services division, we talked about Slovenské elektrárne’s new projects. As a traditional producer of electricity, what made you decide to offer energy services? In the last few years, the market price of electricity, also due to large subsidies in favor of renewable sources, has undergone a rapid decline. In 2009

di Andrea Sguazzi by Andrea Sguazzi

A discussion with Andrea Pancotti of Slovenské elektrárne, on energy efficiency as a mean towards a sustainable reduction in costs and an increase in competitiveness in a globalized market

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economia e mercato markets and data

Slovenské elektrárne we help businesses to economize a decidere di offrire servizi energetici? Negli ultimi anni il prezzo di mercato dell’elettricità, anche in conseguenza delle ingenti sovvenzioni alle fonti rinnovabili, ha subito dei rapidi cali. Nel 2009, un MWh di energia elettrica costava in borsa circa 1.700 Corone, mentre il prezzo attuale si aggira

the stock price of a MWh of electricity used to cost about 1,700 crowns, while the current price is around 830 crowns/MWh. Unfortunately, Czech consumers have not benefited from low wholesale prices, because these have not led to a significant reduction in costs for the end-consumer. If on the one hand the cost of the commodity has diminished, on the other, regula-

attorno alle 830 Corone/MWh. Purtroppo i consumatori cechi non hanno tratto alcun beneficio dai bassi prezzi all’ingrosso, poiché questi non si sono tradotti in una significativa riduzione delle spese per il consumatore finale. Se da un lato infatti è diminuito il costo del prodotto, dall’altro gli oneri regolatori, sia per la trasformazione

che per la distribuzione, non hanno seguito la stessa evoluzione. Quanto a noi, come produttori, il calo dei prezzi ci spinge ad abbassare i costi. Ciò si riflette in una continua ottimizzazione in tutte le aree della nostra attività imprenditoriale. Se i consumatori vogliono risparmiare sui pagamenti complessivi per l’energia, devono

Andrea Pancotti – Manager Retail Slovenské elektrárne

pensare anch’essi ad ottimizzare. E noi siamo pronti ad aiutarli. Se da una parte ottimizza i costi, dall’altra ricerca nuove opportunità di creazione di utili? Se vogliamo continuare ad essere un attore di primo rilievo sul mercato centroeuropeo, dobbiamo cercare delle modalità per incrementare la nostra competitività. La mera riduzione dei costi non ci assicura una crescita sostenibile. Ricerchiamo nuove opportunità di business e la maniera migliore di condurre attività imprenditoriali. I servizi energetici sono una di queste opportunità che attualmente stiamo sviluppando. L’efficienza energetica è un tema alquanto forte anche a livello europeo. Sì. Bruxelles fa pressioni sugli Stati membri affinché partecipino a diverse iniziative finalizzate alla riduzione delle emissioni di CO2, all’abbassamento del

tory, transformation and distribution charges have not followed the same trend. As for producers like us, the drop in prices has obliged us to lower our costs. This pushes us towards continuous optimization in all areas of business. If consumers want to save on overall payments for energy, they also have to start optimizing. And we are ready to assist them.

business opportunities and to find the best way to conduct entrepreneurial activities. Energy services are one of the opportunities that we are currently developing. Energy efficiency is quite a strong issue even at European level. Yes, it is. Brussels is putting pressure on Member States to take part in a number of initiatives aimed at reducing CO2 emissions, lowering energy consumption, and in general, to achieve a more efficient management of energy. These initiatives are closely related to environmental, economic, political and security aspects. The topic is of great relevance. Let’s take as an example the current situation regarding natural gas supplies in Europe. Energy efficiency is one of the sustainable ways by which the Czech Republic can reduce its dependence on imported fuels and, at the same

If on the one hand you optimize your costs, on the other you are seeking new profit opportunities, is that correct? If we wish to continue being a major player in the Central European market, we have to look for ways to improve our competitiveness. The mere reduction of costs does not ensure a sustainable growth. We are looking for new

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consumo energetico e in generale ad una gestione più efficiente dell’energia. Queste iniziative sono strettamente legate a motivazioni ambientali, economiche, politiche e di sicurezza. Il tema è di forte attualità. Prendiamo come esempio la situazione corrente nel campo delle forniture di gas naturale in Europa. L’efficienza energetica è una delle modalità sostenibili mediante cui la Repubblica Ceca può ridurre la

propria dipendenza dalle importazioni di idrocarburi e al tempo stesso trasformare la propria industria, ottenendo così migliori opportunità nell’ambito della concorrenza globale. I servizi energetici comprendono una gamma di attività relativamente ampia. Verso cosa si orienta Slovenské elektrárne? Nella fase iniziale di qualsiasi tipo di servizi vi sono l’identificazione delle

esigenze e la proposta di misure da adottare. Ecco perché anche noi iniziamo con degli audit, o meglio con attività di consulenza. Cerchiamo dunque opportunità di miglioramento, dalla riduzione delle esigenze energetiche degli edifici, alle reti intelligenti, decentralizzazione della gestione energetica, immagazzinamento di energia, efficientamento delle tecnologie industriali, recupero

time, transform its own industry, thus achieving better opportunities within global competition. Energy services include a relatively wide range of activities. What is Slovenské elektrárne offering? The initial phase of any type of service includes identifying the main require-

ments and the relative measures to be taken. That is why we start with audits, or better still with consultancy work. We thus seek opportunities for improvement, from the reduction of energy requirements in buildings, to smart grids, decentralization of energy management, energy storage,

efficient use of industrial technologies, heat recovery and the renewal of lighting. Thanks to energy efficiency, consumers can save on energy costs in their entirety. For this purpose we provide a complete energy service, where the customer receives both the commodity as well as the new

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articolo pr


economia e mercato markets and data

di calore, fino al rinnovamento dell’illuminazione. Grazie all’efficienza energetica i consumatori risparmiano sui costi dell’energia nella loro totalità. Per questo forniamo un servizio energetico complesso, dove il cliente riceve da noi sia la commodity sia nuove tecnologie. In questa maniera costruiamo un rapporto a lungo termine tra noi e gli utenti. Non solo li aiutiamo a risparmiare, ma garantiamo loro anche forniture durature e stabili di energia elettrica. Cosa motiva l’industria ceca a muoversi in direzione dell’efficienza energetica? Insieme ai salari e al materiale, le spese in energia rappresentano una delle voci di costo principali per le aziende. Non c’é da stupirsi dunque che le aziende siano alla ricerca di possibilità che permettano di ridurre tali costi. Va però riconosciuto che quanto ad un impiego efficiente dell’energia, in tutte le sue forme, le imprese ceche technology. In this way, we are able to build a long term relationship with our clients. And that means not only helping them to save money, but also providing them with a long-term and stable supply of electricity. What is it that motivates the Czech industry towards energy efficiency? Together with salaries and materials, energy costs represent one of the main burdens for companies. No wonder then if companies are looking for opportunities to reduce these costs. We should be aware though that Czech companies still have a number of gaps in the way they use all forms of energy efficiently. And that is where we come in. We support companies to identify the problems and propose solutions. In which areas do Czech Companies show to have major deficien-

presentano ancora varie lacune. E qui entriamo in gioco noi. Sosteniamo le aziende nell’identificazione del problema e proponiamo una soluzione. In quali ambiti le aziende ceche presentano le lacune maggiori, quando parliamo di efficienza nell’uso dell’energia? Molte aziende sottovalutano l’apporto dei sistemi di gestione e misurazione del consumo energetico. Per

cies, when we talk about energy efficiency? Many companies underestimate the importance played by management systems and the measurement of energy consumption. To save money, you have to know exactly where and what you are spending too much on. If

risparmiare, bisogna conoscere esattamente dove e per cosa si spende molto. Ho quantità elevate di calore di scarto e, nonostante questo, continuo a usare il gas per riscaldare? I miei compressori consumano troppa energia, ma continuo ad avere frequenti interruzioni nella fornitura di aria compressa per via di condutture poco idonee? I dipendenti responsabili hanno sempre a disposizione in-

I have large amounts of wasted heat, why do I continue to use gas to heat my premises? Are my compressors using too much energy, but I continue to have frequent interruptions in the supply of compressed air because of unsuitable pipelines? Do the technicians involved receive regular updates on

formazioni aggiornate sulle condizioni degli impianti e sul loro consumo? Come vedete, nel contesto industriale ceco, lo spazio per migliorare l’efficienza non manca. Ma le aziende non possono fare affidamento sulla riduzione dei prezzi dell’energia? Già solo nel breve periodo si tratta di un’impressione fallace. Il mercato mondiale ed europeo dell’energia e delle commodity è sensibile alla situazione politica e di sicurezza dei principali produttori. Oggigiorno assistiamo ad una riduzione delle esportazioni di gas dalla Russia verso determinati Paesi. All’aumento dei prezzi contribuiscono anche nuove limitazioni di carattere ambientale o ancora la chiusura di alcune centrali elettriche europee obsolete e inefficienti. A risparmiare in maniera sostenibile sono solo quelle aziende che riescono a ridurre i propri consumi generali. the conditions of the plants and their consumption? As you can see, there is great scope for improving efficiency in the Czech industrial context. But can’t the companies rely on lower energy prices? Even in the short term, it turns out to be a fallacious impression. The international and European markets of energy and commodities are sensitive to the political and security situation of the leading producers. Nowadays, we are witnessing a reduction in gas exports from Russia towards certain countries. Besides rising prices there are also environmental restrictions or even closures of a number of obsolete and inefficient European power plants. Thus, substantial savings will only be attained by those companies that are able to reduce their overall consumption. 35

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Siad gas tecnici, speciali, medicinali, alimentari technical, specialty, medical and food gases Fondato a Bergamo nel 1927, SIAD è uno dei principali gruppi chimici italiani ed è attivo nei settori gas industriali, engi­ neering, healthcare, servizi e beni industriali. SIAD è presente nel Centro-Est Europa in dodici diversi Paesi, con siti produttivi e filiali commerciali. In Repubbli­ca Ceca opera dal 1993 con SIAD Czech e, nel 2005, ha realizzato a Rajhradice, vicino a Brno, uno stabilimento di produzione dei gas industriali tra i più tecnologicamente avanzati di tutto il Paese. Founded in Bergamo in 1927, SIAD is one of the most important Italian chemical groups and it is present in the area of industrial gases, engineering, healthcare, services and industrial goods. SIAD has production facilities and sales offices in twelve different Central and Eastern European countries. In the Czech Republic, it has been operating since 1993 through its branch SIAD Czech; in 2005, it established an industrial gases production plant at Rajhradice, near Brno, which is one of the most technologically advanced units in the entire nation. www.siad.cz siad@siad.cz

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MACROECONOMIA

di Gianluca Zago

Disoccupazione Produzione industriale Unemployment Industrial Output

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Il numero degli occupati è in crescita, anche in ottobre. Il tasso di disoccupazione ufficiale, calcolato cioè sulla popolazione attiva, è sceso al 5.8% su base annua. Il dato più generale, sull’intera popolazione, è sceso leggermente, al 7.1%. Dati preliminari indicano per novembre un tasso di disoccupazione invariato. L’altra faccia della medaglia è che purtroppo la creazione di nuovi posti di lavoro è concentrata nel segmento meno qualificato e dunque meno remunerato. Si tratta di lavori con stipendi sotto la media, in manifatture di scarso valore aggiunto, destinate alla esportazione di beni economici o ad alto input di manodopera. Nondimeno, sembra trattarsi di occupazioni non stagionali ma con buone speranze di essere permanenti. Considerando lo stato dell’occupazione in Europa, meglio un lavoro pagato poco, che nessun lavoro. Purtroppo però per molti, soprattutto nelle zone più disagiate anche dal punto di vista logistico, rimane conveniente la disoccupazione assistita rispetto ad un lavoro pagato poco e lontano da casa. Fino a che la mobilità territoriale non sarà stimolata positivamente, questa paradossale situazione rimarrà irrisolta.

Crescita inferiore alle aspettative in ottobre, secondo alcuni osservatori. In realtà il valore di +3.2% su base annua è molto buono. Soprattutto se confrontato con lo striminzito +0.6% della UE. Al solito, è preponderante il traino del settore automobilistico cresciuto del 9.9%. Le aspettative sono per una ottima fine dell’anno, con ordinativi in crescita del 8.3%, e un generale sentimento positivo da parte di pressoché tutti gli attori principali. La piccola ripresa nella occupazione e nei salari, potrebbe portare anche a un leggero miglioramento della domanda interna, come al solito il tallone d’Achille dell’economia ceca e del settore industriale. Infatti la produzione industriale dedicata al mercato interno è ancora una volta stagnante in ottobre, a crescita zero su base annua. Ciò chiaramente costituisce un enorme problema, purtroppo totalmente inaffrontato da parte delle autorità che invece tendono a concentrarsi esclusivamente sulla promozione delle esportazioni con riduzioni artificiose del cambio e degli stipendi reali, a danno delle famiglie e dei consumatori cechi.

The occupied population figures grew in October, too. The official unemployment rate, that is calculated on the active population only, decreased to 5.8% on a yon-y basis. The more general figure, on the total population, remained steady at 7.1% and preliminary data for November indicate as well a 7.1%. The other, less bright side of the coin is that unfortunately, the new jobs are mainly concentrated in the lower tier of non-skilled labour, with low salaries. They are positions with below average pay, mainly in manufacturing either cheap or labour-intensive goods for export. Nevertheless, they seem not to be just seasonal jobs, but instead with strong expectations of becoming long-term jobs. In addition, considering the level of unemployment in Europe, a low-paid job is certainly better than nothing. Unfortunately though for many, especially in the less developed and more logistically difficult areas of the country, it is still more convenient to survive on welfare than work far from home for a meager pay. Unless policymakers implement some positive developments on the territorial mobility, this paradox will remain unresolved.

In October industrial production grew, but less than expected, according to some analysts. The figure is actually very good, +3.2% y-on-y. Especially if compared to the meagre 0.6% of the EU area. As usual, the trailer of the automotive sector is prevalent, which grew by 9.9% y-on-y. Almost all major players currently show a very positive sentiment for the end of year season, and industrial orders are growing by 8.3%. There is also a slight improvement in industrial job creation and salaries, which might even bring some breath to the domestic demand; it is as usual the Achille’s heel of the Czech economy and the industrial sector itself: as a matter of fact the industrial production dedicated to domestic demand was once again stagnating in October, with zero growth. This is clearly a heavy problem, which unfortunately is being ignored by the authorities. They tend to focus exclusively on fostering exports, thanks to artificial currency devaluation and real salaries compression, all detrimental to Czech families and consumers.

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economia e mercato markets and data

Economics

by Gianluca Zago

Inflazione Commercio estero Inflation Foreign Trade

Bruttissime notizie sul versante dell’inflazione. La deflazione in termini reali continua ad intensificarsi, a danno delle famiglie ceche e a solo vantaggio di pochi grandi esportatori. La domanda interna è ancora flebile, e dunque non esiste alcuno spazio per una salutare crescita dei prezzi. Purtroppo le politiche miopi e ideologiche della UE continuano a deperire l’economia reale, disincentivando gli investimenti in un mercato dalla domanda interna asfittica, e dalla notevole disoccupazione. In novembre i prezzi al consumo sono scesi su base mensile dello 0.2% in un pericolosissimo trend deflattivo, e su base annua dello 0.6%, in calo quindi. Se consideriamo la massiccia svalutazione della corona negli ultimi 12 mesi, la situazione è molto preoccupante. Le famiglie si impoveriscono in termini reali, i prezzi scendono e con essi l’attrattività economica del mercato interno ceco, in una spirale negativa per cui il paese sembra essere destinato a divenire un mero serbatoio di manodopera per prodotti destinati all’esportazione verso i paesi ricchi del nord Europa.

La bilancia commerciale continua ad essere fortemente in attivo. In ottobre è cresciuta in termini nominali di 1,7 miliardi di CZK rispetto al 2013, registrando un attivo di 10,2 miliardi. Si tratta di dati che risentono della svalutazione della corona, naturalmente, quindi la performace reale è meno positiva, ma pur sempre significativa. In particolare verso l’area UE, l’attivo di ottobre è di ben 52 miliardi di Corone. Il deficit con l’Asia invece è aumentato, anche a seguito della crescita del dollaro rispetto alla moneta ceca, che ha più che compensato il crollo del prezzo del petrolio. Si conferma ancora una volta come le esportazioni siano vitali per l’economia ceca. Dunque, sia per scelta autonoma o imposta a livello comunitario, sia per necessità oggettiva data la dimensione limitata del paese e della economia locale, ogni misura della banca centrale e del governo ceco è indirizzata all’aiutare le esportazioni. Con la evidente conseguenza dell’impoverimento sia del mercato interno che delle famiglie ceche, che in buona sostanza sostengono le esportazioni riducendo il loro potere di acquisto a volte in modo anche pesantissimo, come è stato nel 2014.

Very bad news on the inflation front. The actual deflationary state keeps getting heavier, to the detriment of families and benefit only of few large exporters. Domestic demand is still very weak, therefore there is no room for a healthy moderate price increase on the domestic market. Unfortunately the ideological and short-sighted EU policies keep depressing the real economy, discouraging investments in such a cold market. In November the prices decreased on a monthly basis by 0.2%, into a dangerous deflationary spiral, and on a y-on-y CPI of 0.6%. Keeping into account the Crown devaluation during the last 12 months, the situation is quite dire. Families are getting poorer in real terms, prices are depressed and with them the attractiveness of the domestic market. A route that suggests the country is deemed to become a mere reservoir of cheap labour for products made for Europe’s northern rich countries.

The Czech trade balance keeps posting strong figures. In October the surplus grew by nominal 1.7bn CZK on a y-on-y basis, recording a total surplus of 10.2bn. The figures are inflated by the CZK devaluation of course, and the real performance is less brilliant, yet still very strong. Especially towards the EU area, where the surplus is by 52bn CZK, a very bright figure. The trade deficit with Asia has increased. This is due in good measure to the strengthening of the dollars vs the Czech Crown, which more than compensated the major fall of oil prices. Once again, we see how exports are vital for the Czech economy. Therefore, each intervention or decision by the Central Bank of the Government -being it an independent decision of forced by the EU- is pragmatically aimed at fostering and subsidizing exports. The consequence is the impoverishment of the domestic markets and the Czech families, which in the end are subsidizing exporters compressing their own power of purchase, sometimes in dramatic fashion as was in 2014.

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Il diritto ceco dopo 25 anni di libertà

Mgr. Martin Holub, advokát Studio Legale Šafra & partneři Martin.Holub@safra-advokati.cz Mgr. Martin Holub, advokát Law Firm Šafra & partneři Martin.Holub@safra-advokati.cz

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Venticinque anni fa eravamo ancora nel XX secolo e vivevamo in un mondo diviso. Nella nostra parte, l’allora Cecoslovacchia, il mondo era più grigio che dall’altro lato. Bevevamo vino che non aveva molto in comune con il vero vino. Le etichette più note erano Svíčka (La Candela) oppure Sklepmistr (Il Cantiniere). Gli unici svaghi consentiti erano stabiliti dall’unico partito al governo e la gente viveva, lavorava, si vestiva e si pettinava in maniera quasi del tutto simile. Anche il diritto rifletteva questa situazione sociale. Il codice civile del 1950 imponeva il concetto del collettivismo (pubblico) che poggiava su basi classiste. Esso derivava da un principio che poneva l’accento sulla proprietà statale, sulle priorità del piano governativo al quale tutta la vita economica doveva piegarsi, sulla repressione e la graduale liquiTwenty-five years ago, we were still in the twentieth century, but living in a divided world. In our part, the then Czechoslovakia, the world was gloomier compared to the other side. We used to drink wine that had very little in common with original wine. The best known labels were Svíčka (Candle) or Sklepmistr (The Cellarman) and the only permitted amusements were established by the sole ruling party, so people lived, worked, dressed and combed their hair almost all in the same way. Even the law reflected this social situation. The 1950 Civil Code imposed the concept of (public) collectivism, which was based on a sort of classist foundation. It stemmed from a principle that was based on state property, on government plan priorities, that all economic life was subject to, including

dazione dell’attività imprenditoriale privata. Si rifaceva ai principi fondanti del diritto sovietico. Di recente abbiamo ricordato i 25 anni dal momento in cui è cambiato l’orientamento del nostro Paese e non solo. Sono cambiate anche l’offerta e la domanda, i prodotti, la loro qualità, il divertimento è diventato più variegato, le persone più libere. Sullo sfondo di tutto ciò si è

trasformato anche il diritto. Subito dopo la Rivoluzione di Velluto in modo parziale e successivamente attraverso una grande quantità di modifiche delle disposizioni giuridiche. Un passo fondamentale può essere ravvisato nell’approvazione dei due codici basilari dell’attuale ordinamento, entrambi in vigore dal gennaio 2014: il codice civile e la legge sulle corporazioni commerciali.

repression and the gradual liquidation of private business. It was based on the founding principles of Soviet law. We have recently commemorated 25 years from the time in which a change in trend took place in our country and not only. This change had an impact on supply and demand and things in general, as well as their quality; entertainment has become more diverse and people have greater

freedom. In the background of all this even the laws began to change. Immediately after the Velvet Revolution, a partial change began to take place, but this was followed, later on, by a greater number of legal provisions. A key modification of the law was the approval of the two basic codes in the current legal system, which came into force in January 2014: the Civil Code and Law on commercial corporations.

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panorama legislativo laws and rules

Czech law after 25 years of freedom Siamo testimoni di uno spartiacque fondamentale nella percezione del singolo e dei suoi diritti da parte del legislatore e del potere statale. Questo passo è oggetto di critiche, spesso legittime, da parte di molti. In particolare se ne criticano i singoli istituti, gli errori di battitura, le ambiguità del testo, ovvero aspetti spesso marginali in una ottica più generale dell’intera concezione del diritto.

We are witnesses to a fundamental watershed in the perception of the individual and his rights by the lawmaker and state powers. These measures have been subject to criticism, often legitimate, by many people. In particular, they criticize the single institutions, typing errors and ambiguities in the single acts of law, that is, aspects that are often marginal if compared to the general conception of jurisprudence.

Sì, è vero, ci aspettano lunghi anni durante i quali dovremo imparare a conoscere il nuovo diritto provando in che modo funziona e come deve essere applicato. Ma se guardiamo il diritto romano, che alle nostre latitudini può essere visto come una sorta di piedistallo al quale ancora ispirarsi, ci rendiamo conto che il suo sviluppo è stato molto lungo. Le prime fondamenta erano tradizioni universalmente accettate secondo le usanze degli antenati. La versione scritta risale al 449 a.C. quando vennero redatte le Leggi delle XII tavole per continuare fino all’epoca della Codificazione di Giustiniano intorno al 530, divenuta poi la base del sistema giuridico dell’Impero bizantino. Non pretendiamo troppo quando ci aspettiamo nell’arco di un decennio la stesura di un testo giuridico così perfetto da sostituire un codice nato

da una concezione completamente diversa? Non siamo troppo esigenti nell’aspettarci che cambi il modo di pensare di una società in cui per vari decenni sono state propagandate idee del tutto differenti? Il punto di partenza del nuovo codice civile della Repubblica Ceca consiste soprattutto nell’avvicinamento agli ordinamenti dell’Europa continentale, nel rinnovamento dei principi del diritto privato, nella promozione della libertà, dell’autonomia della volontà in opposizione a un’eguaglianza che non trova riscontro nella realtà, e parimenti nella difesa dei più deboli. Tali basi sono importanti e devono determinare non solo la direzione delle singole modifiche parziali del testo di legge ma soprattutto l’attitudine delle persone nei confronti dell’ambiente, del lavoro, della vita e verso se stessi.

La realtà è molto più colorita di quanto non fosse lo stato del diritto prima del 2014. Possiamo scegliere per esempio tra una grande quantità di ottimi vini nazionali ed esteri. I nostri vini vincono i premi in competizioni internazionali. Persino gli italiani, che vengono da un Paese famoso per i vini di qualità, quando giungono in Repubblica Ceca vanno alla scoperta dei nostri viticoltori e della nostra produzione enologica. Anche gli svaghi hanno raggiunto livelli tali per cui non ci si può più nemmeno riposare. L’ordinamento giuridico riflette questa situazione. Oggi consente all’individuo di muoversi, pensare e decidere autonomamente, di esercitare i propri diritti e doveri in un modo più libero e a lui più congeniale. E questo è un grande progresso per questi 25 brevi anni di libertà.

Yes, it is true. A lot of years still lie ahead, during which we will have to learn to understand the new jurisprudence, by analyzing how it works and how it should be applied. But if we look back at Roman law, which at our latitudes might seem like an inspirational pedestal, we become aware that its course has been long. Its first foundations were based on universally accepted traditions and old customs. The written version dates back to 449 BC when the laws of the Twelve Tables were drawn up, that continued until the Justinian Codification around 530, which then became the basis for the legal system of the Byzantine Empire. Aren’t we asking too much by expecting a perfect code of law to be drawn up in just under ten years, to replace a code that had been thought of on the basis of a completely different con-

ception? Aren’t we too demanding in expecting the mentality of our society to change so radically, after decades when completely different ideals had been propagated? The starting point of the new Czech Republic Civil Code is mainly that of an approach to the legal systems of continental Europe, regarding the renewal of the principles of private law, the promotion of freedom and autonomy of will, as opposed to an equality that has no basis in reality and the defense of the weak. Such bases are fundamental and need to determine - not only the direction of the single partial modifications of the letter of the law - but above all the people‘s attitude towards the environment, work, life, and towards themselves. However, reality is much more colorful than the state of the law before

2014. We may choose, for example, between a large number of excellent domestic and foreign wines. Our wines win numerous prizes in international competitions. Even the Italians, who come from a country that is famous for its high-quality wines, when they arrive in the Czech Republic, often set out to discover our local wine growers and wine production. And even our entertainment business has reached high-record levels, that at times, makes it even difficult for us to rest. The legal system reflects this situation. Today, it allows individuals to move around, think and decide for themselves and exercise their rights and duties in a freer and more congenial form. And that is an extraordinary improvement, considering these 25 short years of freedom.

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Natale ceco, la carpa è servita Czech Christmas, the carp is served Alimento tradizionale dell’Europa centrale, la carpa è la vera protagonista della cena della Vigilia

Labbra marcate, occhi rotondi e pancia grossa, la carpa riveste un ruolo significativo nella cultura ceca. L’aspetto ne fa un eroe delle favole illustrate ma soprattutto è il simbolo

per eccellenza delle festività natalizie e la specie che domina il mercato ittico. Chi risiede in località marittime storce il naso davanti a questo pesce grasso e ricco di spine che vive tra

fango e acqua stagnante ma per un Paese senza accesso al mare, presenta il vantaggio di essere allevata in laghi artificiali. Diffusa già nel medioevo, era una preziosa fonte di proteine per

di Sabrina Salomoni by Sabrina Salomoni

A traditional food of Central Europe, the carp is the true protagonist of the Christmas Eve dinner Pesca allo Stagno Grande di Jesenice / Fishing at the Big Pond in Jesenice

Marked lips, round eyes and a big belly, the carp plays a significant role in Czech culture. Its appearance makes it the hero of illustrated fairy tales, but it is above all the symbol par excellence of the Christmas festivities and the species that dominates the fish market. Those who reside at seaside resorts, turn up their nose at this fat fish, full of spines, that lives in mud and stagnant water,

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but for a country that does not have an access to the sea, it has the advantage that it can be reared in artificial lakes. Already widespread in the Middle Ages, it was a valuable source of protein during the days of abstinence imposed by Christianity. Freshwater aquaculture is an important part of the Czech Republic agricultural sector. Ponds and lakes cover an

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area of 52 thousand hectares, of which 41 thousand are dedicated to fish breeding. The annual production exceeds 20 thousand tons and the common carp accounts for 90% of this. About 40% of the total is exported, mainly to Germany, Poland and Slovakia, the rest is sold directly to the public and to local restaurants, primarily to Vietnamese customers, who are fond of carps.


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i giorni di magro imposti dal cristianesimo. L’acquacoltura d’acqua dolce è una parte importante del settore agricolo della Repubblica Ceca. Stagni e laghi coprono una superficie di 52mila ettari, di cui 41mila adibiti all’allevamento. La produzione annua supera le 20mila tonnellate e la carpa comune costituisce circa il 90%. Il 40% circa del totale è esportato, perlopiù in Germania, Polonia e Slovacchia, il resto si vende direttamente al pubblico e alla ristorazione locale, in primis alla clientela vietnamita, ghiotta di carpe. Nonostante la siccità dei mesi estivi e un inverno mite, quest’anno la produzione è nella media e i prezzi delle carpe di Natale non subiranno rinca-

Despite the summer droughts and a mild winter, this year’s production is within average and the price of a Christmas carp will not be subject to increases. The cheapest ones are from Nové Hrady, while the most expensive are from Třeboň, famous throughout the country as the homeland of local carp, so much so that a statue of a carp has been placed at the doors of the town to welcome tourists. A visit to the ponds during the autumn fishing period, that from October to November marks the peak of the fishing industry, allows you to buy fish at very affordable prices, see demonstrations of the activities of fishermen and enjoy the various specialties of the stalls.

ri. Le più economiche sono quelle di Nové Hrady, le più costose quelle di Třeboň, famosa in tutto il Paese come la patria della carpa locale, tanto che è proprio una statua che la raffigura a dare il benvenuto in città ai turisti. Una visita agli stagni nel periodo della pesca autunnale, che fra ottobre e novembre segna il culmine dell’attività ittica, consente di acquistare il pesce a prezzi molto convenienti, assistere alle dimostrazioni del mestiere di pescatore e gustare le varie specialità dei chioschi. L’azienda Rybářství Třeboň è il maggior produttore di pesce d’acqua dolce in Repubblica Ceca, fornisce 3200 tonnellate annuali di pescato, il 15% della produzione totale. Gestisce

The Rybářství Třeboň company is the largest producer of freshwater fish in the Czech Republic and provides 3.200 tons of fish yearly, that is 15% of total production. It manages hundreds of fish ponds and fish farms, that were developed at the end of the Middle Ages, which occupy the area of south Bohemia, between the districts of Jindřichův Hradec, České Budějovice and Tábor, which is now the protected landscape of Třeboňsko, a UNESCO biosphere reserve. The “Třeboň carp” is a guarantee of quality and since 2007 is a Protected Geographical Indication product. The brand name goes further back in time, in 1939, it had already registered the

centinaia di stagni e peschiere, sorti alla fine del medioevo, che occupano l’area della Boemia del sud fra i distretti di Jindřichův Hradec, České Budějovice e Tábor, ovvero la Zona paesaggistica protetta Třeboňsko e riserva della biosfera Unesco. La “carpa di Třeboň” è garanzia di qualità, dal 2007 vanta l’Indicazione geografica Protetta. Il marchio è ben più datato, già nel 1939 fu registrato il marchio illustrato “La carpa di Třeboň è l’orgoglio della cucina”. La qualità si deve all’habitat puro del bacino di Třeboň, a un’alimentazione naturale e all’uso di moderne tecnologie. Le carpe destinate al mercato pesano da 1 a 3 kg ma possono raggiungerne anche 20. Il più grosso esemplare ceco pesa

illustrated mark “Třeboň carp is the pride of the kitchen”. Its quality is due to the pure habitat of the Třeboň basin, the natural feed and use of modern technologies. The carps that are destined to the market weigh from 1 to 3 kg, but they may also reach 20kg. The biggest Czech specimen weighs 24 kg and is the new guest of the “Living Water” exhibition at Modrá, in the district of Uherské Hradiště, where you may also observe the life of the ponds eight meters below the surface. Fishing spread in the fourteenth century, when the knights returned from the war expeditions, with greater knowledge on the subject. Like in other cultural and economic fields, even carp breeding ex-

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24 kg; è il nuovo ospite dell’esposizione “Acqua viva” a Modrá, distretto di Uherské Hradiště, dove si può osservare la vita degli stagni otto metri sotto la superficie. La pesca si diffonde nel Trecento, quando i cavalieri tornano dalle spedizioni di guerra con nuove conoscenze a riguardo. Come altri campi culturali ed economici, anche l’allevamento delle carpe decolla sotto il regno di Carlo IV. Attento alla prosperità delle terre, il re fa costruire laghi e stagni, soprattutto nell’area di Třeboň. L’epoca d’oro è però legata a noti mastri del XVI secolo, Štěpánek Netolický e Jakub Krčín di Jelčany. Netolický, al servizio dei Rožmberk, all’inizio del secolo introduce migliorie nel metodo di allevamento, fa realizzare la rete di stagni e fonda il canale Zlatá stoka che li alimenta con l’acqua del fiume Lužnice. Riprende la sua opera Jakub Krčín di Jelčany, nella seconda metà del Cinquecento. Amplia gli stagni esistenti e fonda altri dalle dimensioni imponenti, come Svět e Rožmberk, che con 647 ettari è il più grande del Paese, soprannominato “il mare ceco”. panded under the reign of Charles IV. Attentive to the prosperity of the land, the king commissioned the construction of lakes and ponds, especially in the area of Třeboň. The golden age, however, is linked to the well-known masters of the sixteenth century: Štěpánek Netolický and Jakub Krčín of Jelčany. Netolický, at the service of the Rožmberk, at the beginning of the century, introduced improvements in farming methods, created a network of ponds and the Zlatá stoka canal that supplied them with water from the river Lužnice. Jakub Krčín of Jelčany took up his work in the second half of the sixteenth century. He enlarged the existing ponds and built other huge ones, such as Svět and Rožmberk, that with 647 hectares is the largest in the country, nicknamed “the Czech sea”. At the time, it was twice as large, but the surface was reduced to promote fish breeding.

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Gli allevamenti della Boemia meridionale, traino dell’economia ittica, sono un patrimonio con oltre sette secoli di storia The southern Bohemia fish farms are the driving force of the fishing economy, a heritage with more than seven centuries of history

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All’epoca era due volte più vasto ma la superficie è stata ridotta per favorire l’allevamento. Dopo il lungo arresto dovuto alla Guerra dei trent’anni, la rinascita arriva nella seconda metà dell’Ottocento, quando a guidare il dominio di Třeboň c’è Josef Šusta, fondatore della moderna attività ittica ceca. Pubblica studi storici sulle nozioni di pesca, introduce nuovi metodi tuttora in uso e la carpa liscia, è lui a ingentilire la razza che in seguito sarà denominata “carpa di Třeboň”. Frutto degli studi attuali, la novità del 2014 è una carpa più sana. Gli esperti della Facoltà di piscicoltura e tutela delle acque dell’Università della Boemia del sud ne mettono in vendita dieci tonnellate. Assieme agli specialisti dell’ospedale Ikem di Praga hanno ideato un mangime che aumenta la quantità di omega3 contenuta nella loro carne, sostanza che protegge il cuore e abbassa il livello di grassi e After a long interval due to the Thirty Years’ War, a revival took place during the second half of the nineteenth century, when the Třeboň domain was led by Josef Šusta, the founder of the modern Czech fishing industry. He published historical studies on the notions of fishing and introduced new methods that are still in use today, as well as the smooth carp. It is he, in fact, who refined the breed, that will later be known as “Třeboň carp”. The result of current studies is the novelty of 2014, a healthier carp. The experts from the Faculty of Fisheries and Protection of Waters at the University of South Bohemia put on sale around ten tons of them. Together with specialists from the Ikem hospital in Prague, they have devised a feed that increases the amount of omega3 contained in their flesh, a substance that protects the heart and lowers the level of fats and cholesterol in the blood. “Special might be its higher price”, was the most widespread comment that accompanied the news on the net.

colesterolo nel sangue. “Speciale sarà solo il prezzo più alto”, il commento più diffuso che accompagna la notizia in rete. I cechi tuttavia non rinunciano alla carpa, immancabile ospite d’onore del banchetto natalizio. Il piatto principale della cena della vigilia consiste in carpa fritta e insalata di patate. Mangiare pesce è una tradizione piuttosto recente, si è imposta solo nella seconda metà del XIX secolo, prima potevano permetterselo solo le famiglie più

ricche. Un tempo la pietanza classica era la carpa “in nero” che si cuoceva tre giorni prima in una salsa di prugne, uvetta, noci e mandorle, pan di zenzero sbriciolato e birra. La più antica ricetta fu scritta nel 1810. La lunga preparazione portò a sostituirla con la versione fritta, attinta dalle ricette austriache e già presente nel ricettario Domácí kuchařka di Magdaléna Dobromila Rettigová del 1895, il primo libro di cucina scritto in ceco all’epoca della rinascita nazionale.

La vendita delle carpe in un’illustrazione di Josef Lada / Street sale of carps in a picture by Josef Lada

The Czechs, however, will not give up their carps, the inevitable guest of honor for the Christmas feast. The main Christmas Eve dinner dish consists of fried carp with potato salad. Eating fish, however, is a fairly recent tradition and

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emerged only in the second half of the nineteenth century. Before that, it could be afforded only by wealthy families. Once, however, the typical food was the classic carp in black sauce, which used to be cooked three days earlier, in


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Alla carpa è anche legato uno dei riti che accompagnano il Natale. È consuetudine mettere una squama, simbolo di ricchezza, sotto i piatti dei commensali che la conservano nel portafoglio perché porti fortuna e guadagno nell’anno che verrà. In campagna si seppellivano sotto gli alberi da frutto per avere un buon raccolto. Un’altra tradizione riguarda la vendita. Ogni anno, a dicembre, le strade e le piazze di ogni angolo del Paese

sono affollate da ampi contenitori pieni d’acqua e di carpe e milioni di cechi fanno la fila per comprarsi la cena di Natale. Al momento di servirli il pescivendolo, con i vestiti imbrattati di sangue, pone la fatidica domanda: la ammazziamo o no? L’usanza più colorita consiste infatti nel portare a casa il pesciolone e lasciarlo sguazzare nella vasca da bagno fino alla vigilia. Il massacro delle carpe senza dubbio sorprende gli stranieri. Alla domanda di un noto quotidiano “cosa vi ha

stupito di più alla vostra prima visita in Cechia?”, l’ex direttore artistico dell’Opera di Praga, lo sloveno Rok Rappl, ha risposto: “L’assassinio delle carpe nel periodo natalizio e la neve insanguinata sulle strade. In Slovenia non si vede una cosa così”. Uno spettacolo che può anche infastidire. Lo scorso anno ha destato polemiche uno stand sistemato davanti all’entrata di un ristorante vegetariano, i clienti erano costretti a pranzare con la terribile scena di fronte alle vetrate.

Fonte: Petr Beránek,

La vendita delle carpe natalizie nel 1978 / Christmas sales of carp in 1978

prune sauce, currants, walnuts and almonds, gingerbread crumbs and beer. The oldest recipe was written in 1810. The long preparation led to it being replaced by a fried version, drawn from Austrian recipes and already present in the cookbook Domácí kuchařka by Magdaléna Dobromila Rettigová in 1895, the first cookbook to be written in Czech language at the time of national revival. The carp is also tied to a Christmas ritual. It is customary to put a scale, symbol of wealth, under the diners’ plates, who then put in their wallets in the hope that it will bring them

luck and richness in the year to come. In the countryside they used to bury them under fruit trees in order to have a good harvest. Another tradition concerns its sale. Every year in December, streets and squares all over the country are crowded with large containers filled with water and carps and millions of Czechs queue up to buy their Christmas dinner. When it is served, the fishmonger, with his clothes smeared with blood, raises the question: shall we kill it or not? The most colorful custom is taking the big fish home and letting it swim in the bath until Christmas Eve.

The slaughter of carps undoubtedly shocks foreigners. In reply to a question made by a well-known newspaper “What has surprised you most about your first visit to the Czech Republic?”, the former artistic director of the Prague Opera, Slovenian Rok Rappl, replied: “The killing of a carp during Christmas and the blood stained snow on the roads. In Slovenia you do not see things like that”. A sight that can also be very disturbing. Last year a stand, placed in front of the entrance of a vegetarian restaurant, caused great uproar among clients, who were obliged to have lunch with this terrible scene in front of the windows.

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Le opere letterarie testimoniano invece i tentativi di truffare i clienti. Jiří Krampol racconta del venditore che riempie le carpe di pietre e manomette la bilancia per far salire i prezzi. In un racconto di Má veselá jitra (I miei allegri mattini) di Ivan Klíma, il narratore, novello aiutante del pescivendolo, scopre i trucchi per fregare i clienti senza dare nell’occhio e si sente un vero cospiratore. Non sa che gli altri lo trattano come i clienti e gli rubano la sua parte di carpe. Più allegro il racconto di Ota Pavel Le carpe per la Wehrmacht, inserito in La morte dei caprioli belli. Durante la seconda guerra mondiale al padre ebreo dell’autore sequestrano il laghetto di carpe di Buštěhrad. Una notte il padre le cattura tutte e al momento della pesca i soldati della Gestapo trovano lo stagno vuoto. Non poteva lasciare ai tedeschi le sue carpe, allevate “come se fossero state i suoi bambini, dorate e argentate in quel chiaro di luna”. Various literary works testify, instead, the attempts to defraud customers. Jiří Krampol tells the story of a seller who fills carps with stones and tampers with the balance in order to raise the price. In a tale of Má veselá jítra (My merry mornings), by Ivan Klíma, the narrator, the new assistant of the fishmonger discovers various tricks to unobtrusively cheat his clients and feels to be a true conspirator. However, he is not aware that the others are treating likewise by stealing his portion of carp. Rather more cheerful is the story by Ota Pavel, The carps for the Wehrmacht, inserted into How I came to know fish. During World War II, they seized the carp pond of Buštěhrad from the author’s Jewish father. One night his father catches all of the carps and when they are fishing, the soldiers of the Gestapo discover that the pond is empty. He could not allow the Germans to take his carps, which he had grown “as if they had been his own children, gleaming like gold and silver in the moonlight”.

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Lo spirito fiabesco del natale in Repubblica Ceca The fairy tale spirit of the Czech Christmas Ogni anno per le Feste si rinnova una tradizione che illumina di gioia bambini e adulti

Il Natale ceco non potrebbe mai essere completo senza le favole trasmesse alla tv durante le feste. Un po’ come la carpa, fanno ormai una parte delle tradizioni natalizie dai tempi del Comunismo e il genere della Pohádka non mostra ancora segni di tramonto.

Se la parola Natale nei paesi occidentali evoca atmosfere corrispondenti a quelle di film classici come “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, o Il Grinch, per una famiglia ceca si può dire che è sinonimo di pellicole come Tři oříšky pro Popel-

ku, Princ a Večernice o S čerty nejsou žerty. Per capire la rilevanza delle fiabe nella cultura cecoslovacca bisogna solo controllare la banconota da 500 corone. La faccia che appare è quella della leggendaria scrittrice Božena Němcová,

The Czech Christmas would never be complete without classic fairy tales which are broadcast on TV during the holidays. A little bit like carp, they have now become part of the Christmas traditions since the days of Communism, and the Pohádka film still does not show signs of fading. If the word Christmas in Western countries, evokes memories of clas-

sic films such as Frank Capra’s “It’s a Wonderful Life”, or “The Grinch”, for a Czech family you can say that is synonymous with films such as “Tři oříšky pro Popelku”, ”Princ Večernice”or “S Certy nejsou žerty.” To understand the importance of fairy tales in the Czechoslovak culture one only needs to take a glance at he 500 crown note. The face that appears

is that of legendary writer Božena Němcová, known for the lyricism of her poetry, but also primarily for her fairy tales, many of which have been successfully adapted into films. Those who know the Czech Republic and Slovakia will be aware they are lands of castles and that these places inspire tales of princes, princesses and witches. However, this does not explain

di Lawrence Formisano by Lawrence Formisano

Each year a holiday tradition is renewed which fills both adults and children with joy

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cinema

conosciuta per il lirismo delle sue poesie, ma soprattutto per le sue favole, molte delle quali hanno avuto una trasposizione cinematografica. Chi conosce la Repubblica Ceca e la Slovacchia sa che sono terre di castelli e che questi luoghi ispirano racconti di principi, principesse e streghe. Ma da dove nasce la tradizione natalizia e quali sono i punti di riferimento di questo genere? Non è facile determinarne le origini precise, ma crediamo sia giusto partire dagli anni del Comunismo e della segregazione della religione, quando non esistevano le condizioni adatte the Christmas tradition, and what are the benchmarks of the genre? It is not easy to determine the exact origins, but we believe it is correct to refer to the early years of Communism and the segregation of religion, in which the conditions made it impossible to confront the theme of Christmas in a style similar to the one seen in typical American films. Consequently, in Czechoslovakia an alternative Christmas genre was born a kind, but one equally capable of illuminating the audience with joy and optimism, as was the case in America. The first tale film to have a significant impact in the country dates back to more than fifty years ago. Pyšná princezna (Proud princess) from 1952, was directed by the father of the genre Bořivoj Zeman. The film, shot in black and white, like most of the films in the genre, was based on a story by Božena

per affrontare il tema del Natale con uno stile simile a quello tipico americano. In Cecoslovacchia nacque così un genere natalizio alternativo, diverso, capace però ugualmente di illuminare il pubblico di gioia e di ottimismo, così come avveniva in America. La prima favola cinematografica ad avere un impatto significativo in patria risale a più di cinquanta anni fa. Pyšná princezna (La principessa orgogliosa) del 1952, è stato diretto dal padre di questo genere cinematografico Bořivoj Zeman. Si trattava di una pellicola in bianco e nero, tratta, come la maggior parte di questi film, da un racconto di Božena Němcová. La storia è incentrata su un Re che

tenta di conquistare una principessa altezzosa di nome Krasomila travestendosi da giardiniere, nel tentativo di addolcirne i modi. Come ad altri film dell’epoca, non mancavano gli intenti propagandistici. Era una lode della classe operaia e lavoratrice, in contrapposizione alla vita della aristocrazia. Tuttavia, in genere per gli spettatori più anziani il fascino dell’opera ha sempre eclissato i messaggi imposti dal regime, mentre le nuove generazioni raramente riescono a coglierli. Nonostante tutto rimane ancora oggi una delle trasposizioni da grande schermo più popolari di una Pohádka. Zeman trasse ispirazione di nuovo da un’opera di Němcová due anni dopo

con Byl jednou jeden kral (C’era una volta un re) in cui troviamo il leggendario Jan Werich nei panni del Re Král Já I. Una ottima produzione che sfrutta anche la collaborazione artistica dell’animatore Jiří Trnka. Il film, trasmesso regolarmente a Natale, è famoso anche per la battuta della figlia del re, Maruška, la quale gli dice “Mám tě ráda jako sůl,” (Ti voglio bene tanto quanto il sale), una battuta che piacerà molto a chi conosce bene la cucina ceca. Queste parole prima fanno infuriare il padre, il quale poi capisce di poter vivere senza oro, ma non senza sale. Zeman tornò al medesimo genere anche nel 1968 con la commedia Šílene smutná princezna (La principessa per-

Němcová.. The story centers on a king who tries to win the heart of a haughty princess named Krasomila, whilst disguising as a gardener, in an attempt to get her to change her ways. As with other films of the time, there were also elements of propaganda. It is a certainly a work praising working class people, as opposed to the life of the aristocracy. However, generally for

older viewers the charm of the work has always eclipsed the messages imposed by the regime, while the younger generations rarely manage to catch them. Despite this, it still remains one of the most popular big screen adaptations of a Pohádka. Zeman would draw inspiration from the work of Němcová again two years later with Byl jeden jednou kral (Once

Upon a Time, There Was a King...) in which we see the legendary Jan Werich in the role of the King Král Já I. It is an excellent production that also exploits the artistic collaboration of animator Jiří Trnka. The film, broadcast regularly at Christmas, is also famous for the line delivered by the king’s daughter, Maruška, who tells him “Mám tě ráda jako sůl,” (I love you as much as salt), a

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dutamente triste), ma ormai questo tipo di film era diventato cosi popolare che tutti i registi più famosi volevano provare a realizzare una Pohádká. Anche Martin Frič, il Re della commedia cecoslovacca ha avuto successo nel 1958 con Princezna se zlatou hvězdou (La principessa con una stella d’oro). Persino i registi della Nova Vlna capirono le possibilità del genere. E’ il caso dello slovacco Jaromil Jireš si è reso conto che una Pohadka non doveva essere per forza un film per tutta la famiglia. Il suo capolavoro surreale Valerie a týden divů (Fantasie di una tredicenne: 1970) sulle fantasie di una ragazza adolescente in un mondo popolato da personaggi vampire-

schi e surreali, rimane ad oggi uno dei migliori film della Nova Vlna, e dimostra anche che oltre ad essere belle e romantiche, le radici del genere sono anche molto cupe. Juraj Herz e Karel Kachyňa sono altri esponenti della Nova Vlna che si sono avventurati nel genere senza però l’audacia di Jireš. Curiosamente, in Repubblica ceca ancora oggi il Natale ceco non può essere autentico senza la trasmissione in tv di Morozko, o Mrazík, come è intitolato in ceco questo film. La pellicola russa, del ‘64, è infatti più famosa in riva alla Moldava che a Mosca e dintorni. Si tratta di un mix straordinario di tutti gli elementi popolari delle fiabe cinematografiche e ha

un posto speciale nei cuori dei cechi, anche dei più giovani, i quali ne apprezzano l’umorismo nero e cupo. Il film riprende i personaggi più famosi delle fiabe russe: Děda Mráz, il Nonno Gelo - tradizionale portatore di doni nel folklore natalizio russo, la personificazione dell’inverno - e la famosa strega russa Baba Yaga. Per parlare dei tratti più specificamente cechi del genere, bisogna evidenziare la figura dei diavoli spesso nei ruoli di personaggi inutili e comici. “S čerty nejsou žerty” (Coi diavoli non si scherza), la commedia di Hynek Bočan del 1984 costituisce uno tra gli esempi più amati. I cechi sono tra i tre popoli più atei del mondo, e quindi non hanno paura di includere i diavoli anche in ruoli comici e simpatici. Infatti costituiscono una parte fondamentale del genere. Se invece dovessimo nominare la favola cinematografica per eccellenza, non ci sarebbero però dubbi, perché il livello di popolaritá di Tři oříšky pro Popelku (Tre nocciole per Cenerentola, 1973) è tale che i cechi di tutte le generazioni sono capaci di citare a memoria intere battute del film. Quando

joke that will delight those who knows Czech cuisine. These words first infuriate his father, who then realizes he can live without gold but not without salt. Zeman returned to the same genre also in 1968 with the comedy Šílene smutná princezna (The Incredibly sad princess), but by now this kind of film had become so popular that all the most famous directors wanted to produce a Pohádka. Martin Frič, the King of Czechoslovak comedy also had a success in 1958 with Princezna se zlatou hvězdou (The princess with a gold star). Even the directors of Nova Vlna understood the possibilities of the genre. In the case of the Slovak directorJaromil Jireš, he realized that a Pohadka did not necessarily have to be a film for the family. His surreal masterpiece Valerie a týden divů (Valerie and Her Week of

Wonders: 1970) on the fantasies of a teenage girl in a world populated by surreal and vampiresque characters, remains one of the best films of the Czechoslovak New Wave, and also it also proves that in addition to being beautiful and romantic, the roots of the genre are also very dark. Juraj Herz and Karel Kachyňa are other members of the Nova Vlna who have ventured into the genre although perhaps without displaying the same level of audacity as Jireš. Curiously, in the Czech Republic, the Czech Christmas cannot be authentic without the film Morozko, or Mrazík, as it is called in Czech, to be broadcast on television. The 1964 Russian film, is in fact more famous on the banks of the Vltava, than in Moscow and its surroundings. It is a remarkable mix of all the elements of the popular

fairy tale film and holds a special place in the hearts of the Czechs, even the youngest, who appreciate the dark and strange humour. The film incorporates the most famous characters and elements of Russian fairy tales: Deda Mráz- the Grandfather Frost, the traditional bringer of Christmas gifts in Russian folklore, the personification of winter, and the famous Russian witch Baba Yaga. To speak of the more specifically Czech features of the genre, the use of the figure of the devils often in the roles of comic or “useless” characters comes to mind. “S Certy nejsou žerty” (Give the Devil His Due), Hynek Bočan’s 1984 comedy is one of the most beloved examples. The Czechs are said to be among the three most atheist countries in the world, and therefore are not afraid to include devils also in

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venne presentato per la prima volta, 40 anni fa, le sale furono affollate da 2,8 milioni di spettatori. Cifra da moltiplicare per tutti i Natali durante i quali la pellicola è stata nuovamente trasmessa dalla televisione ceca. La coproduzione ceca-tedesca diretta da Václav Vorlíček, e basata su un’altra favola di Božena Němcová (una versione boema della fiaba di Cene-

rentola), ed è stato girato sia negli studi di Barrandov che in quelli di Babelsberg, in Germania, oltre al Castello di Švihov, nella Selva Boema e al Castello di Moritzburg in Sassonia. Il film si distingue per le location, per l’ottimo lavoro del costumista Theodor Pištěk (vincitore di un Oscar, 11 anni dopo, con l’Amadeus di Miloš Forman) e per il cast di primo livel-

lo. L’attore tedesco Rolf Hoppe nella parte del Re è stato fondamentale per il successo in Germania, così come l’attore comico ceco Vladimír Menšík ha portato anche molto umorismo al film. Tuttavia, fondamentale è la Cenerentola, dolce ed intelligente, interpretata come protagonista da Libuše Šafránková. L’attrice è diventata un punto di riferimento per tutte le

comic and sympathetic roles. In fact, they constitute a fundamental part of the genre. However, if we were to nominate the Czech film fairy tale par excellence, there would be no doubt, however, since the level of popularity of Tři oříšky pro Popelku (Three Wishes for Cinderella, 1973) is such that Czechs of all generations are able to quote lines from the film, which are known almost by heart. When it was presented for the first time 40 years ago, the screening rooms boasted 2.8 million viewers. The figures have multiplied over the years by after all the Christmases in which the film was broadcast by Czech television. The Czech-German co-production directed by Václav Vorlíček, based on another Božena Němcová story (a bohemian version of the fairy tale of

Cinderella), was shot both in the Barrandov studios as well as those of Babelsberg, Germany, in addition to sites such as the Švihov Castle, Šumava (the Bohemian forest) and the Moritzburg Castle in Saxony. The film is notable for the locations, the excellent work of the costume designer Theodor Pištěk (Oscar winner, 11 years later, with Miloš Forman’s Amadeus) and the first rate cast. The German actor Rolf Hoppe in the role of the King was pivotal to the success in his homeland, whilst as the Czech comedian Vladimír Menšík brought a necessary touch of humour to the movie. However, the key was naturally the protagonist, the sweet and intelligent Cinderella, played by Libuse Šafránková. The actress became a benchmark for all subsequent Czech princesses, being a typically fairy tale-like princess,

but also a bit a bit of a tomboy. This feature in fact, is perhaps one of the touches of propaganda in the film. If the Western Cinderella wore only beautiful, elegant dresses, Popelka, the Czech version, can also be seen in the costume of a huntress. She rides a horse, hunts with a bow and arrow, and in some respects, is more emancipated and skillful than the Prince. A princess in short, that resonated with the communist ideology of the period, which was inclined to allow women to try trades traditionally considered more masculine. Currently, there is already a new project in the pipeline Zlatovláska, based on a story by Karel Jaromír Erben, which has already inspired a 1970s Czech fairy tale of great popularity. It promises to be a high profile production and will boast the participation of actors like

successive principesse ceche, essendo una principessa da favola, ma anche un po’ un maschiaccio. Questo ultimo tratto forse rappresenta uno di quelli più propagandistici del film. Se la Cenerentola occidentale indossava solo vestiti belli, Popelka, la versione ceca, può essere vista anche nel costume di una cacciatrice. Va a cavallo, caccia con arco e frecce e - per certi aspetti - è più emancipata ed abile del principe. Una principessa insomma che trovava anche il favore dell’ideologia comunista del periodo, propenso a permettere alle donne mestieri tradizionalmente considerati più adatti per gli uomini. Oggi, già in cantiere è il nuovo progetto Zlatovláska, basato su un racconto di Karel Jaromír Erben che ha già ispirato negli anni ’70, una favola televisiva di grande popolarità. Promette di essere una opera di grande rilievo e vanterà la partecipazione di attori del calibro di Karel Roden, Marián Labuda st. e Viktor Preiss. Il regista sta cercando i castelli ideali per le riprese che finiranno l’anno prossimo. Fino a quel momento avremo comunque ancora un nuovo Natale per rivedere i gustarci i vecchi film, classici del genere.

Karel Roden, Marián Labuda st. and Viktor Preiss. The director is now looking for ideal castles for the shooting which will take place next year. Until then however, we have yet another Christmas ahead of us to revisit and enjoy the old classics of the genre.

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Legal services, Consultancy 50

Alchymist Grand Hotel & Spa

La Ballerina Hotel

HOTEL

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Sardegna Travel è il principale tour operator per la destinazione Sardegna in Repubblica Ceca. Nella stagione estiva garantisce tre voli diretti alla settimana, da Praga su Cagliari e Olbia. I suoi pacchetti turistici offrono una vacanza in alberghi e appartamenti di ogni categoria, oltre a vari servizi turistici: transfer, escursioni ed eventi culturali. Nel 2010 Sardegna Travel ha inaugurato lo showroom DI, esclusiva vetrina di prodotti sardi, dalla gastronomia alle opere di qualificati maestri artigiani. Sardegna Travel is the leading tour operator in the Czech Republic for Sardinian destinations. In the summer season it runs three direct flights a week from Prague to Cagliari and Olbia. Our tour packages offer vacations in various categories of hotels and apartments, as well as tourist services: transfers, excursions and cultural events. In 2010, Sardegna Travel opened the DI showroom, an exclusive showcase of traditional Sardinian products, ranging from gastronomy to art-works made by local skilled craftsmen.

È il primo hotel della catena Alchymist Group di Giorgio Bonelli. Situato nel centro di Praga, ai piedi del Castello e a pochi minuti dal Ponte Carlo, sorge in un palazzo cinquecentesco. Arredo barocco, camere spaziose e lussuose, confort all’avanguardia, personale attento a ogni esigenza. L’hotel ospita il ristorante Aquarius per viziare gli ospiti con pasta fatta in casa e pregiati vini italiani, e l’Ecsotica Spa, che garantisce un totale relax con le sue strutture per la sauna, il fitness e le piscine. It is the first hotel in the chain of Giorgio Bonelli's Alchymist Group. Located in the centre of Prague, at the foot of the Castle, a few minutes from Charles Bridge, it appears in a sixteenth century palace. Baroque furnishings, spacious rooms and avantgarde luxurious comfort, attentive to all needs. The hotel houses the restaurant Aquarius to pamper guests with homemade pasta and fine Italian wines, and the Ecsotica Spa, which guarantees total relaxation with its sauna facilities, gym and swimming pools.

La Ballerina è l’ultimo hotel dell’Alchymist Group. A pochi passi dalla casa danzante e dalla Moldava, l’albergo è situato in un palazzo neoclassico, con trenta camere all’insegna del gusto italiano. Raffinato ma sobrio, con una politica dei prezzi moderata, la Ballerina è un urban concept: un hotel elegante con il servizio e l’ospitalità garantiti dal gruppo Alchymist. Gli ospiti possono usufruire di servizi aggiuntivi, come spa o ristorante, negli altri alberghi praghesi della catena Alchymist. La Ballerina is the last hotel of the Alchymist Group. A few steps from the Dancing house and from the Vltava River, the hotel is situated in a neoclassical building, with thirty rooms with an Italian flavour. Refined yet understated, with a moderate pricing policy, la Ballerina is an urban concept: a stylish hotel with the service and hospitality guaranteed by the Alchymist group. Guests can take advantage of additional services such as spa or restaurant, in the other hotels in Prague of the Alchymist chain.

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Alitalia Compagnia aerea Airline company Alitalia Compagnia Aerea Italiana (www.alitalia.com) è una compagnia privata che ha iniziato ad operare il 13 gennaio 2009. Alitalia è la compagnia di bandiera italiana e serve 103 destinazioni durante la stagione estiva che includono 26 voli sull’Italia e 77 nel resto del mondo. Alitalia opera 186 rotte per un totale di 2361 voli. La flotta di Alitalia è una delle più giovani in Europa, i suoi aerei hanno un’età media di sette anni. Nel 2012 Alitalia ha trasportato 24,3 milioni di passeggeri. Alitalia Compagnia Aerea Italiana (www.alitalia.com) is a private company that began operations on January 13, 2009. Alitalia is Italy’s flagship carrier and serves 103 destinations during the summer season, including 26 in Italy and to 77 destinations worldwide. Alitalia operates 186 routes for a total of 2361 flights. Alitalia’s fleet is among the youngest in Europe, with an average aircraft age of seven years. In 2012, Alitalia transported 24.3 million passengers.

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Italia Arte Fest è un festival che dal 2011 porta in Repubblica Ceca e Slovacchia la musica italiana. L’iniziativa - ideata e diretta dal celebre maestro Walter Attanasi - ha l’obiettivo di creare un network internazionale che, a partire dalla musica, promuova l’arte italiana. Il festival si avvale della collaborazione di prestigiose realtà artistiche e si è ormai imposto come un importante strumento di scambio culturale fra i Paesi. È realizzato in collaborazione con UmbriaMusicFest e con IBC Group. Italian Art Fest is a festival that since 2011 brings Italian music to the Czech Republic and Slovakia. The initiative - conceived and directed by the famous director Walter Attanasi - aims to create an international network that, starting from music, will promote Italian art. The festival relies on the collaboration of prestigious artistic realities and has established itself as an important instrument of cultural exchange between various countries. It is produced in collaboration with UmbriaMusicFest and the IBC Group.

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La Trattoria Rugantino II nasce a Praga per far apprezzare la più genuina tradizione gastronomica italiana. Basa la propria filosofia sull’offerta di un menù che propone esclusivamente le ricette italiane preparate con i migliori prodotti, molti dei quali si possono acquistare direttamente nel locale. Oltre a un’ampia scelta di pizze cotte in forno a legna, offre pasta fresca, piatti tipici regionali accompagnati da eccellenti vini italiani e da un ottimo caffè. The Trattoria Rugantino II was opened in Prague to allow people to enjoy truly authentic Italian culinary traditions. It bases its philosophy on a menu that offers exclusively Italian recipes, prepared with the best products, many of which can be bought directly on the premises. In addition to a wide selection of pizzas cooked in a wood oven, it offers fresh pasta and traditional regional dishes accompanied by excellent Italian wines and coffee.

ASSIS è una Onlus con sede a Bratislava nata nel 2006 per promuovere le relazioni culturali fra Slovacchia e Italia. Fin dalla sua nascita ha avviato una collaborazione con enti locali, organizzazioni e imprese a livello europeo ed internazionale. A tale scopo ha organizzato una serie di eventi per sostenere progetti e attività in tutte le sfere della vita sociale, culturale, educativa ed economica. ASSIS is a non-profit organization based in Bratislava, founded in 2006 to promote cultural relations between Slovakia and Italy. Since its inception, it started collaborations with local authorities, organizations and businesses at European and international level. To this end, it has organized a series of events to support projects and activities in all spheres of social, cultural, educational and economic life.

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Quel sapere nascosto nella pietra That knowledge hidden in stone

Simbologia e arte sui palazzi praghesi (prima parte) di Mauro Ruggiero by Mauro Ruggiero

Symbolism and art on the buildings of Prague (part one)

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Il centro storico di Praga è ricco di meraviglie architettoniche i cui dettagli artistici rivelano, nella lingua muta dei simboli e delle decorazioni, storie di tempi che furono ed echi di dottrine e conoscenze antiche abilmente dipinte e scolpite sulle facciate dei suoi palazzi. Nel suo ventre di pietra fatto di stradine che s’intersecano, si celano quasi ad ogni angolo enigmi da svelare per chi, alzando appena lo sguardo verso i prospetti esterni degli edifici, sospende per un attimo il pensiero logico e si abbandona invece all’intuizione e alle emozioni. Dal romanico al gotico, dal barocco all’Art Nouveau, passando per il cubi-

Particolari delle case Al pavone bianco e All’angelo d’oro / Details from the houses At the White Peacock and At the Golden Angel

The historic center of Prague is full of architectural wonders whose artistic details reveal, through the silent language of symbols and decorations, stories of times gone by and echoes of ancient knowledge and doctrines that were skillfully painted and carved on the facades of its buildings. In the heart of the city, consisting of small intersecting streets, and almost at every corner, there are enigmas to be solved for those who, glancing at the external facades of the buildings, abandon for an instance their logical thinking and allow their intuition and emotions to take over. From Romanesque to Gothic, from Baroque to Art Nouveau, through Cubism, the architectural styles and changing aesthetic tastes have shaped the stones of the buildings in Prague that,

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cultura culture

smo, gli stili architettonici e il mutare dei gusti estetici hanno plasmato la pietra delle costruzioni praghesi che, abitative o amministrative che fossero, sono state costruite per vincere l’incedere risoluto dei secoli. Camminando per le strade di Hradčany, Malá Strana e Staré Město non si può fare a meno di notare i simboli meravigliosi posti sui portoni e sulle facciate dei palazzi, raffiguranti elementi tratti dal mondo vegetale, da quello animale, celeste, ma anche immagini che rappresentano figure umane o semplici oggetti di uso quotidiano. Ciascuno di questi strani e affascinanti simboli racconta una storia o allude a corrispondenze segrete cromatiche e numerologiche in questa città, Praga, per cui come per nessun’altra al mondo è stato così tante volte usato l’aggettivo “magica”. Nel centro storico di Praga ci sono 264 edifici caratterizzati da simboli posti sulle proprie facciate. Di questi i più antichi risalgono ai secoli XIII e XIV. Furono i commercianti e gli artigiani i primi a decorare con queste particolari raffigurazioni i palazzi che ospitavano le loro botteghe quando

ancora non era stata adottata l’usanza di contrassegnare le abitazioni con un numero progressivo, cosa che in Boemia avvenne sotto il regno di Maria Teresa d’Austria nel 1770. La nostra passeggiata alla scoperta di alcune di queste piccole opere d’arte inizia dall’antica Via Reale, a pochi passi dalla Torre delle Polveri e dalla Piazza dell’Orologio. Questo cammino, che gli antichi re dovevano percorrere per essere incoronati, è ricco di simboli e allegorie che dovevano servire a risvegliare, in chi lo intraprendeva, uno stato superiore di coscienza. Al n. 29 di via Celetná, appoggiato sull’ingresso di quello che un tempo fu l’albergo dove alloggiarono, tra tanti altri nomi illustri, prima Mozart e poi Bakunin, troviamo la statua di un angelo dorato con una corona di alloro stretta nella mano destra, e una cornucopia colma di frutta con un piccolo caduceo nella mano sinistra. Le cantine in stile gotico di questo edificio, che nel corso dei secoli ha cambiato spesso funzione e aspetto, facevano parte, nel XIII sec., di una commenda dei Cavalieri Templari che si estendeva

whether for housing or administrative purposes, were built to withstand the unwavering pace of time. Walking along the streets of Hradčany, Malá Strana and Staré Město, you cannot help noticing the wonderful symbols placed on the doors and facades of buildings, depicting various elements from plants to animals and the celestial world, but also images depicting human figures or simple everyday objects. Each of these peculiar and fascinating symbols tells a story or alludes to secret, chromatic and numerological correspondences in this city, Prague, for which - as for no other city in the world - people have often used the word “magical...”. In the old town centre of Prague, there are 264 buildings with symbols on their facades. Of these, the oldest date

back to the thirteenth and fourteenth centuries. Traders and craftsmen were the first to use these particular decorations on buildings, some of which were also the place in which they had their workshops, when the custom of marking houses with a progressive number had not yet been adopted, but which took place in Bohemia under the reign of Maria Theresa of Austria in 1770. Our walk to discovery a few of these small works of art starts from the ancient Royal Street, just a few steps from the Powder Tower and the old Town Clock Square. This route, which ancient kings used to take on the day of their coronation, is full of symbols and allegories that were meant to arouse the awareness of those who undertook it. At 29 Celetná street, leaning at the entrance of what was once a hotel, where

nella vicina via Templová. L’angelo, messaggero tra cielo e terra, allude forse alla ricompensa per coloro i quali non si arrendono davanti alle difficoltà sul tortuoso cammino verso la conoscenza. Più avanti, proseguendo sulla via Celetná, al n. 10, su una bellissima facciata barocca, si trova la raffigurazione di un pavone bianco che dà nome all’edificio. Il bianco, secondo gli alchimisti, è il colore della secon-

da fase della Grande Opera: l’“Albedo”, e il pavone bianco è un simbolo di purezza e nobiltà d’animo, doti necessarie a colui il quale tenta le operazioni ermetiche. Pochi passi più avanti, al n. 8, in direzione di Piazza dell’Orologio, si trova la casa “Al Sole nero”. Il misterioso simbolo posto sulla sua facciata raffigurante un sole dal volto umano completamente nero, che irradia 16 fasci di raggi dello stesso colore, è con mol-

La casa Al sole nero / The house At the Black Sun

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ta probabilità anch’esso un simbolo ermetico che allude alla prima fase della Grande Opera: la cosiddetta “Nigredo”. Praticamente contigua a questo palazzo si trova un’altra elegante facciata con il simbolo di un grande leone bianco coronato su sfondo rosso. Come è noto, questo è l’emblema della Boemia, ma è anche un simbolo alchemico legato alla terza fase della Grande Opera:

la “Rubedo”, caratterizzata, appunto, dal rosso. Procedendo verso Piazza dell’Orologio, luogo dove i simboli sugli edifici sono apparsi per la prima volta tra il XIII e il XIV secolo, ci fermiamo al n.17 dove troviamo un altro interessante e strano simbolo scolpito sulla facciata: un agnello con un corno in testa accanto ad una giovane donna dai capelli lunghi. L’edificio, che

oggi si chiama “All’unicorno bianco”, una volta si chiamava “All’agnello di pietra”. L’unicorno è simbolo di nobiltà e purezza e rappresenta la penetrazione del divino nelle creature, ma nasconde anche una complessa simbologia alchemica. Secondo la leggenda questo animale si farebbe avvicinare solo da fanciulle vergini, e questo spiega la presenza dell’altro elemento nella rappresentazione.

Al serpente d’oro / At the Golden Snake

many illustrious figures stayed, such as Mozart and then Bakunin, is the statue of a golden angel with a laurel wreath in his right hand, and a cornucopia full of fruit with a small caduceus in his left hand. The gothic style cellars of this building, which over the centuries has often changed its function and appearance, formed part in the thirteenth century of a commenda of Templar Knights and extended to adjoining Templová street. The angel, a messenger between heaven and earth, perhaps alludes to the reward given to those who do not surrender in the face of hardship in their effort towards knowledge.

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Further on, proceeding to n°10 Celetná Street, on a beautiful baroque facade, is the depiction of a white peacock that gives its name to the building. White, according to alchemists, is the color of the second phase of the Great Work: “Albedo”, and the white peacock is a symbol of purity and nobility of spirit, qualities necessary to those who try hermetic operations. A few steps further to n° 8, in the direction of the Old town Clock Square, is the house “At the Black Sun”. The mysterious symbol on its facade, that depicts a sun with a completely black human face, radiating 16 ray beams of the same color, is also most probably a hermetic symbol alluding to the first phase of the Great

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Work: the so-called “Nigredo”. Practically adjacent to this building is another elegant façade with the symbol of a great white crowned lion on a red background. As we know, this is the emblem of Bohemia, but it is also an alchemic symbol linked to the third stage of the Great Work: the “Rubedo” characterized exactly by the color red. Proceeding to the Old Town Clock Square, where the symbols of the buildings appeared for the first time between the thirteenth and fourteenth centuries, we stop at n°17, where there is another interesting and strange symbol carved on the facade: a lamb with a horn on its head next to a young woman with long


cultura culture

Normalmente l’unicorno viene raffigurato con il corpo di cavallo, ma nell’arte medievale assumeva spesso le fattezze di una capra. Da qui probabilmente i due nomi diversi dell’edificio. Poco distante dalla grande Piazza c’è una via stretta tra gli antichi palazzi che collega le vie Linhartská e Karlova. Si tratta della via “Seminářská“, dove al n. 6 si trova uno dei simboli

più belli e interessanti tra quelli sui palazzi praghesi: una stella nera a otto punte iscritta in una circonferenza. Questo simbolo è il primo ad essere stato datato con certezza e risale al 1356. La stella nera a otto punte è un simbolo legato alle divinità femminili di ogni tempo e cultura. Dalla dea mesopotamica Ishtar, dea dell’amore e della fertilità, passando per l‘egizia Iside e la greca Afrodite,

Alla stella nera / At the Black Star

hair. The building, which is now called “At the White Unicorn”, once used to be called “At the stone Lamb”. The unicorn is a symbol of nobility and purity and represents the penetration of the divine into the human, but also hides a complex alchemic symbolism. According to legend, this animal would allow only young virgins to approach it, and this

explains the presence of the second element in the representation. Normally, a unicorn is depicted with the body of a horse, but in medieval art it often took on the features of a goat. Hence the possible reason for the two different names of the building. Quite close to the large square is a narrow street between the ancient build-

fino alla Vergine Maria dei cattolici, questo simbolo rappresenta in realtà il pianeta Venere, le cui fasi hanno un ciclo di otto anni, da cui le sue otto punte. Non è un caso, quindi, che poco più avanti, al n.2, sulla facciata principale di un altro palazzo appare, al centro di una stella dorata a otto punte, più moderno del simbolo precedente, una Madonna con un bambino. Proseguiamo fino all’incrocio delle vie Karlova e Liliová dove, al n.18 di quest’ultima, l’edificio che fa angolo

- un tempo sede della prima caffetteria della città - è decorato con un altro simbolo ricco di significato, particolarmente affascinante e di non facile interpretazione. Si tratta di un serpente dorato con in testa una corona a tre punte intento a divorare (o a rigurgitare) una figura vagamente umana. Questo stesso simbolo fu adottato anche dai Visconti di Milano nel XIII sec., ma è sicuramente più antico. Il simbolo è ambivalente: può alludere sia alla fertilità (l’uomo che esce dalla sua bocca), sia alla “corrente astrale”, la forza vitale che l’iniziato deve imparare a padroneggiare. Continuando sulla via Karlova si arriva al leggendario Ponte di pietra voluto da Carlo IV per collegare la Città Vecchia e il quartiere di Malá Strana. Con i suoi tanti palazzi ricchi di simboli, anche questa parte della città nasconde segreti e storie affascinanti da raccontare il cui fascino cresce sempre di più, con il trascorrere inesauribile del tempo.

ings that connects the streets of Linhartská and Karlova. It is “Seminářská” street, where at n° 6 there is one of the most beautiful and interesting symbols among the buildings of Prague: a black star with eight points inscribed inside a circle. This symbol is the first to have been dated with certainty, and dates back to 1356. The eight-pointed black star is a symbol related to the female deities of all times and culture. From the Mesopotamian goddess Ishtar, the goddess of love and fertility, through the Egyptian Isis and the Greek Aphrodite, up to the Virgin Mary of the Catholics, this symbol actually represents the planet Venus, whose phases have an eight year cycle and is the reason for its eight points. It is not by chance, therefore, if a little further on at n°2, on the main facade of another building, there is a more modern symbol with a Madonna and child at the center of the golden star with eight points. We go along to the crossing between Karlova and Liliová street, and at n°18

in Liliová street, the building on the corner - which used to be the premises of the first café of the city - there is another symbol full of meaning that is particularly fascinating and not easy to interpret. It consists of a golden snake with a crown on its head, with three points, and is about to devour (or regurgitate) a vaguely human figure. This same symbol was also adopted by the Visconti family from Milan in the thirteenth century, but it is surely more ancient. The symbol is ambivalent: it might refer to fertility (the man coming out of its mouth), or to the “astral current”, the vital force that an initiate has to learn to master. Continuing along Karlova street, you come to the legendary stone Bridge commissioned by Charles IV to connect the Old Town to Malá Strana. With its many buildings full of symbols, even this part of the city has fascinating secrets and stories to tell, whose charm grows more and more with the passing of time.

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Come una musa vestita di fiori I vent’anni di Alfons Mucha nella ville lumière: il padre dell’Art Nouveau tra dive dell’opera, boutique di gioielli e sedute spiritiche nella Parigi dell’esposizione universale di Edoardo Malvenuti by Edoardo Malvenuti

The twenty years of Alphonse Mucha in the “Ville-Lumière”. The father of Art Nouveau told through opera divas, jewelry boutiques and seances in the Paris of the Exposition Universelle

I manifesti dedicati agli spettacoli di Sarah Bernhardt / Posters advertising the performances of Sarah Bernhardt

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Like a muse dressed in flowers «Non avevo abiti. Così mi arrangiai con un frac preso a nolo per dieci franchi. Visto che nessuno dei pantaloni m’andava bene, mi sono deciso a metterne uno dei miei, accettabili se non li si guardava da vicino. Così vestito, e abbandonata l’idea dell’anatra arrosto, mi sono seduto in un angolo della sala con un quaderno per bozze

e un pugno di matite». È il giorno di Santo Stefano del 1894, o piuttosto la sera, sui gradini dell’opera, è allora che il destino artistico d’Alfred Mucha cambia per sempre. Al teatro de la Renaissance è in cartellone Gismonda, con protagonista Sarah Bernhardt, la Divina dell’opera parigina, lei che Victor Hugo amava chiamare «la voce

d’oro». Lo stampatore Brunhoff, sollecitato dall’attrice a creare un nuovo manifesto per lo spettacolo prima della fine dell’anno non ha illustratori a disposizione. L’unico disponibile durante le feste è il giovane artista d’Ivančice, che fino ad allora non ha mai realizzato niente del genere. Già dopo la rappresentazione Mucha si

mette al lavoro, notte e giorno. Così, in un baleno, prima della fine dell’anno, qualcosa di rivoluzionario è già pronto a tappezzare Parigi. È un’immagine della Bernhardt vestita d’una tunica cesellata d’oro, con una ghirlanda di fiori posata su una cascata di capelli rossi, e un ramo di lauro portato con delicatezza. È uno stile nuovo, qualco-

Alfons Mucha e Berthe de Lalande nell’atelier dell’artista / Alphonse Mucha and Berthe de Lalande in the artist’s atelier

“I had no clothes. So I made do with a tail coat hired for ten francs. Since none of the trousers suited me, I decided to put on one of my own, which were acceptable if you didn’t look at them from close up. Having dressed up, and abandoned the roast duck idea, I sat in a corner of the room with a notebook for sketches and a handful of pencils”. It

was the day after Christmas of 1894, to be precise in the evening, at the peak of his career. It was then that the artistic fate of Alfred Mucha would change forever. At Theatre de la Renaissance, Gismonda, is on the bill, with the Divine of Parisian melodrama, Sarah Bernhardt, who Victor Hugo loved to call "the golden voice." The Printer Brunhoff, urged

by the actress to create a new poster for the show before the end of the year had no illustrators available. The only one available during the holidays was the young artist of Ivančice, who until then had never produced anything of the kind. Right after the performance, Mucha got to work, night and day. So, in a flash, before the end of the year,

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something revolutionary was ready to cover Paris. It was an image of Bernhardt dressed in a tunic carved in gold, with a garland of flowers resting on a cascade of red hair, and a laurel branch carried gently. It was a new style, something never seen before, Golds, spirals, carvings, pastel colors, all details that would soon become the trademarks

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sa di mai visto: ori, spirali, cesellature, colori pastello, tutti dettagli che diventeranno presto il marchio di fabbrica dell’artista e che i contemporanei battezzeranno “le style Mucha”. L’immagine conquista la Bernhardt che, innamorata del manifesto, lo mette sotto contratto per sei anni, perché diventi il suo creatore personale: da quel giorno in avanti Mucha avrebbe disegnato i suoi costumi, i suoi gioielli e diversi decori dei suoi spettacoli.

Così all’artista semi squattrinato, che viveva in un piccolo studio sopra un ristorante dove era solito andare a credito, si spalancano le porte della bella società parigina. Si trasferisce in un appartamento lussuoso di rue Vavin, riceve artisti e personalità del gran mondo. Affascinato dallo spiritismo, organizza con i suoi ospiti serate semiserie dove si prova a comunicare con l’aldilà: il suo interesse per i culti antichi e misteriosi si mescola ad una

Il manifesto per Ferdinand Champenois, tipografo di Mucha 1898/ Poster for Mucha’s printer Ferdinand Champenois, 1898

of the artist and his contemporaries baptize "le style Mucha". The image won over Bernhardt, who being in love with the poster, signed a contract for six years, so he became her personal creator: from that day on Mucha would have designed her costumes, her jewelry and other decorations of her shows. This way, semi penniless artist, who lived in a small studio above a restaurant where he used to go, caused the

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doors of the beautiful Parisian society to open wide. He moved into a luxurious apartment in the rue Vavin, receiving artists and personalities of the great world. Fascinated by spiritualism, he arranged semi-serious evenings with his guests, where they tried to communicate with the beyond. His interest in ancient and mysterious cults blended with a typically mundane practice in vogue in those years. Mucha, who al-

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pratica tipicamente mondana in voga in quegli anni. Mucha, già dagli esordi nella capitale, aveva sempre amato circondarsi di espatriati cechi e amici pittori. Tra questi Paul Gauguin e il polacco Wladyslav Slewinski, assieme al quale aveva decorato la facciata del ristorante sotto il suo primo alloggio, punto di ritrovo degli artisti del quartiere. Dopo i primi anni da studente, si era impegnato nella creazione di manifesti pubblicitari, cataloghi e calendari, un’occupazione che non abbandonerà mai durante tutto il suo soggiorno francese. Le sue opere nascono dentro uno studio che con il passare degli anni si trasforma sempre di più in una stanza delle meraviglie. Gli oggetti stravaganti lo ispirano nella sua creazione. In più, è dentro queste stanze che prende numerosi ritratti fotografici delle sue modelle. Queste immagini costituiscono un importante archivio personale e un documento prezioso sulle donne della sua epoca. Mucha le utilizzerà duranready from the beginning in the capital, had always loved to be surrounded by Czech expatriates and artist friends. Among them was Paul Gauguin and the Polish artist Wladyslav Slewinski, with whom he had decorated the facade of the restaurant in his first lodging, a meeting place of artists in the neighborhood. After the first years as a student, he was involved in the creation of advertising posters, catalogs and calendars, a job that he would never abandon during his stay in France. His works were born in a studio that over the years transformed more and more into a room of wonders. Extravagant objects inspired him in his creation. In addition, it was in these rooms where he took numerous photographic portraits of his models. These images make up an important personal library and a valuable document on women of his time. Mucha would use them throughout his career as an artist. However, his true muse was Sarah Bernhardt. After Gismonda, the artist created a series of other posters for the actress: Lorenzac-


cultura culture

te tutta la sua carriera d’artista. Ma la sua vera musa resta Sarah Bernhardt. Dopo Gismonda, l’artista realizza per l’attrice una serie d’altri manifesti: Lorenzaccio, La dame aux camélias, Hamlet et Médée. Questi fanno del ceco una celebrità: si racconta che la gente amasse a tal punto i suoi affiche da ritagliarli dai muri con il rasoio e collezionarli. Tutto questo succede in una città in grande fermento culturale, che si prepara ad ospitare l’esposizione universale del 1889. Parigi è l’epicentro di tutte le avanguardie artistiche

e le rivoluzioni tecnologiche di fine secolo. È in questo momento che il suo stile s’afferma, per fare scuola: è la cosiddetta Art Nouveau, dalle forme vaporose, avviluppate, come nelle pieghe di una gonna, o nelle cascate di capelli. La donna e il fascino femminile sono l’emblema di queste composizioni. Il successo dell’artista è tale che il famoso gioielliere Fouquet chiede a Mucha di disegnare la sua nuova boutique in rue Royale. Il risultato è straordinario: dalle lampade, ai pavimenti in mosaico, dagli specchi cesellati al bronzo di un pavone che fa

la ruota, l’ambiente è un trionfo della sua arte. Nel momento in cui è all’apice del successo, quando una relazione lo lega alla misteriosa Berthe de Lalande, che posa come modella per diversi suoi scatti e ritratti, l’artista incontra Maruska, una giovane ceca che sposerà qualche anno dopo in un villaggio vicino a Praga. È a partire da questa nuova relazione, che lo porta ad avvicinarsi ancor di più alle sue origini e alla sua patria, e dalla frustrazione crescente d’essere diventato un artista commerciale, che in Mucha va

L’edizione del New York Daily News dedicata a Mucha nel 1904 / 1904 edition of New York Daily News dedicated to Mucha

cio, La dame aux camelias, Hamlet et Médée. These would make the Czech a celebrity. It is said that people loved his wall posters so much that they cut them off with a razor and collected them. All this happened in a city in great cultural ferment, which was preparing to host the Universal Exhibition of 1889. Paris was the epicentre of all the artistic avant-garde and the technological revolutions of the century. It was at this time that his style had been affirmed, and was des-

tined to inspire. It was the so-called Art Nouveau, consisting of vaporous forms, enveloped as in the folds of a skirt, or in cascades of hair. The woman and her feminine charms are the emblem of these compositions. The success of the artist was such that the famous jeweler Fouquet asked Mucha to design his new boutique on Rue Royale. The result was extraordinary, from the lamps, the mosaic floors, to the mirrors chiseled from the bronze of a peacock that

made the wheel, the environment is a triumph of his art. In the moment of the peak of his success, when a relationship linked him to the mysterious Berthe de Lalande, who posed as a model for many of his shots and portraits, the artist met Maruska, a young Czech woman who he married a few years later in a village near Prague. It was from this new relationship, which brought him even closer to his roots and homeland, and the growing frustration of having become a commercial artist,

crescendo una nuova consapevolezza artistica e umana. Mentre le comande per illustrazioni pubblicitarie continuano ad affluire, il suo interesse è ormai orientato verso la pittura, i culti antichi, la storia slava. È così che nel 1906, su suggerimento della baronessa Rothschild, decide di imbarcarsi per gli Stati Uniti. Il suo sogno americano è fare tanti soldi in poco tempo per potersi infine dedicare ad un’arte più intima e storica, e fare ritorno in patria. Chiuso lo studio parigino, teatro delle sue più gradi creazioni, si imbarca per New York con Maruska. Allora Mucha è un artista di fama internazionale tanto che prima del suo arrivo il New York Daily News gli dedica un’edizione speciale. Ma questa è una storia dal nuovo mondo, lontana dalla bohème e dagli sfarzi, dalle prime all’opera e dagli atelier mal riscaldati della Parigi di fine secolo. Lontana dalla città che ha consacrato Mucha come il padre, visionario, di quella che oggi chiamiamo Art Nouveau. that a new artistic and human awareness starts to grow in Mucha. While the orders for advertising illustrations continued to flourish, his interests were now oriented towards painting, ancient cults, and Slavic history. That is how in 1906, at the suggestion of the Baroness Rothschild, he decided to head for the United States. His American dream was to make a lot of money in a short time in order to be able to finally devote time to a more intimate and historical art form and to return home. Having closed the Parisian studio, theatre of his most appreciated creations, he set off for New York with Maruska. By the time, Mucha was such an internationally renowned artist, that before his arrival, the New York Daily News dedicated a special edition to him. However, this is a story from the new world, far from the bohème and the splendour, the early work and the poorly heated ateliers of Paris at the end of the century. Far from the city which enshrined Mucha as the father, and visionary, behind what is now called Art Nouveau.

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Carattere e spettacolo: la nuova Repubblica Ceca Personality and entertainment: the new Czech Republic Vi sveliamo tutte le novità della Nazionale targata Pavel Vrba, vera e propria sorpresa di queste qualificazioni di Alessandro De Felice by Alessandro De Felice

We reveal all the facts regarding the National team under Pavel Vrba, a genuine surprise in these qualifications

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Cuore e grinta, uniti ad una mentalità costantemente offensiva e propositiva. Sono queste le caratteristiche principali della Repubblica Ceca di Pavel Vrba che, con i suoi 12 punti, guida il Girone A delle qualificazioni agli Europei 2016, in programma in Francia. Il tecnico ex Plzeň ha riportato fiducia ed entusiasmo all’intero ambiente, dopo la delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali 2014 e le conseguenti dimissioni dell’ex CT Michal Bílek. Tutto questo grazie ad alcune scelte tattiche molto rischiose, Courage and determination, combined with a constantly offensive and positive mentality. These are the main features of the Czech Republic of Pavel Vrba, who with 12 points, leads Group A of the 2016 European Championship qualifiers, to be held in France. The former Plzeň coach has brought back confidence and enthusiasm to the environment, after the disappointment of the failure to qualify for the 2014 World Cup, and the subsequent resignation of former coach Michal Bilek. All this thanks to some very risky tactical choices, which however, have “paid off”, as demonstrated by the four wins in four official matches played. After the splendid four seasons at the helm of Viktoria Plzeň, where he twice won the league titles, the coach from Přerov unanimously convinced the members of the Czech Football Association, who chose him in order to make the national team strong again after the recent big flop.

Illustrazione: Dario Monti

Vrba did not disappoint the expectations, completely changing the face of a lifeless national team with no ideas. Always faithful to his 4-2-3-1, based on the model of Luciano Spalletti’s Roma team from the 2005-2006 season, he has managed to transform the defensive mentality and counterattack

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era Bilek, replacing it with a continuously positive, attack-minded philosophy of play. As for the performers, the new manager hasn’t revolutionized the squad, focusing on the “usuals”. Petr Čech continues to be a certainty between the posts, despite limited playing time with Chelsea. Kadeřábek,


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ma che hanno “pagato”, come dimostrano le quattro vittorie su quattro incontri ufficiali disputati. Dopo le splendide quattro stagioni alla guida del Viktoria Plzeň, in cui ha conquistato per due volte il campionato, il tecnico di Přerov ha convinto all’unanimità i membri della Federcalcio Ceca, che lo hanno scelto per far tornare grande la Nazionale dopo gli ultimi flop. Vrba non ha deluso le attese cambiando completamente il volto a una nazionale spenta e senza idee. Sempre fedele al suo 4-2-3-1, sul modello della Roma Spallettiana stagione 2005-2006, è riuscito a ribaltare la mentalità difensiva e contropiedista dell’era Bílek, sostituendola con una filosofia di gioco continuamente propositiva e votata all’attacco. Per quanto riguarda gli interpreti, il neo CT non ha stravolto la lista dei convocati, puntando sui “soliti”: Petr Čech continua a essere una sicurezza tra i pali, nonostante un minutaggio limitato con il Chelsea; Kadeřábek, Kadlec Kadlec and Limbersky represent the fixed players in the defensive department, while in front of them, Darida and Vácha guarantee both the ball winning and the construction parts of the game, while the offensive poker of aces consists of Dočkal, Krejčí, the immortal Rosicky and Lafata, captain and scorer of Sparta Prague. As we said the main characteristic of the team are the ability to keep hold of the ball and to offer offensive action for the full 90 minutes, which has enabled them to score 10 goals in 4 games (an average of 2.5 per game). Yet it is not only this; high and suffocating pressing when not in possession, but also a great temperament, which allowed the National team of Lions to come back twice from initial disadvantages and bring home the three points, conquering the Sürü Saracoglü of Istanbul and beating Iceland, the real surprise of the qualifiers. This is all thanks to the constant movement of the three midfielders,

e Limbersky rappresentano le certezze del reparto difensivo; davanti a loro Darida e Vácha garantiscono sia l’interdizione che la costruzione del gioco, mentre il poker d’assi offensivo è formato da Dočkal, Krejčí, l’intramontabile Rosicky e Lafata, capitano e goleador dello Sparta Praga. Come dicevamo la caratteristica principale di questa squadra è la capacità di tenere sempre in mano il pallino del gioco e di proporre per tutti i 90 minuti azioni offensive, che le ha permesso di realizzare 10 gol in 4 incontri (media di 2,5 a partita). Ma non solo: pressing alto e asfissiante nella fase di gioco passiva, ma soprattutto un gran temperamento, che ha permesso alla Nazionale del Leone di rimontare per ben due volte lo svantaggio iniziale e portare a casa i tre punti, espugnando

il Sürü Saracoglü di Istanbul e battendo l’Islanda, la vera sorpresa delle qualificazioni. Tutto questo grazie al movimento costante dei tre trequartisti, che si scambiano costantemente la posizione, provando a non dare punti di riferimento agli avversari. Ed è proprio sulle fasce laterali che si sviluppa gran parte del gioco della Repubblica Ceca, con accelerazioni improvvise che mettono in seria difficoltà avversari di alto livello, com’è successo con l’Olanda nel primo match di qualificazione. Ma l’altra faccia della medaglia mostra un reparto difensivo tutt’altro che solido, capace di subire gol alla prima occasione a disposizione degli avversari e salvato più volte dal grande Petr Čech. Lui e Tomás Rosicky rappresentano le colonne portanti di questa squadra grazie al loro tempe-

ramento, alla classe e alla esperienza in campo internazionale, acquisita nelle rispettive carriere fatte di trofei e match d’altissimo livello disputati. Ma accanto a loro, spiccano giovani dal profilo molto interessante, già capaci di mettersi in mostra con la maglia dei vari club d’appartenenza. A destra il fluidificante Pavel Kadeřábek, classe 1992, di proprietà dello Sparta Praga. La sua facilità di corsa gli permette di spingere costantemente sulla fascia di competenza, proponendosi in ogni azione offensiva della propria squadra; nel contempo però, il 22enne di Praga risulta abile anche in fase difensiva, come dimostra l’eccellente prova offerta contro l’Olanda, al cospetto del temibilissimo Memphis Depay, mai in grado di metterlo in seria difficoltà. Con il contratto in scadenza nel

who interchange positions constantly, trying not to give any reference points to their opponents. It is indeed on the wings where much of the play of the Czech Republic is developed, with sudden accelerations that put even top level opponents in serious difficulty, as was the case with the Netherlands in the first qualifying match. However, the other side of the coin shows a defensive unit which is anything but solid, capable of conceding a goal at the first opportunity available to opponents, and saved many times by the great Petr Čech. He and Tomas Rosicky are the pillars of this team due to their temperament, class and international experience, gained in their trophy-filled

careers, and matches of the highest level played. However, alongside them, are young people with a highly interesting profile who stand out, already capable of attracting attention in the colours of various club. On the right is the attacking fullback Pavel Kadeřábek, born in 1992, and owned by Sparta Prague. The ease with which he sprints allows him to constantly push on the wing and make himself available in any offensive action of his team. At the same time, however, the 22 year old from Prague is also skilled in defense, as displayed by the excellent performance provided against the Netherlands, in the presence of the genuine threat Memphis Depay, who was never able to put him

in serious difficulty. With his contract expiring next June and a renewal currently in a stalemate, who knows if Kadeřábek could also be a good opportunity for Italian clubs, who from February will be able to sign him on a free transfer. In front of him is Borek Dočkal, who is also owned by Sparta. A genuine goalscorer and the top scorer of the National team with his three goals in four matches, Dočkal is a key player for this team, with his constant movement off the ball, finding space, and fast accelerations with the ball, creating havoc in the opposing defenses. The playmaker from Městec Králové seems to have reached a definitive maturity, and is ready to make the jump to a European

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prossimo giugno e un rinnovo in fase di stallo, chissà che Kadeřábek non possa rappresentare un’occasione per i club italiani, che da febbraio potranno acquistarlo a parametro zero. Davanti a lui Borek Dočkal, anche lui di proprietà dello Sparta. Autentico goleador e capocannoniere della nazionale con i suoi tre gol in quattro incontri, Dočkal è un giocatore chiave di questa squadra, con i suoi continui movimenti senza palla, nello spazio, e le accelerazioni palla al piede, che creano scompiglio nelle difese avversarie. Il trequartista di Městec Králové sembra aver raggiunto la definitiva maturazione ed è pronto al grande salto in un club europeo di prima fascia, che possa assicurargli visibilità a livello internazionale. Sull’altra fascia c’è Ladislav Krejci che, nonostante i suoi 22 anni, può già essere considerato un veterano della nazionale di Vrba e dello Sparta, che continua a sfornare talenti a servizio del calcio ceco. Talento purissimo, Krejci unisce

Credit: Česká fotbalová reprezentace

club of the highest order, who can assure him with international visibility. On the other flank there is Ladislav Krejci who, despite his 22 years, can already be considered a veteran of Vrba’s National team and Sparta, who continue to

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una grande velocità palla al piede con una tecnica sopraffina. Può giocare in tutti e tre i ruoli sulla trequarti offensiva e il modulo utilizzato da Vrba, con i tre rifinitori, risalta ancor di più le caratteristiche di questo ragazzo, grazie al suo movimento costante tra le linee e la capacità di creare superiorità numerica superando in dribbling gli avversari. Nelle ultime due stagioni si sta facendo notare con la maglia dello Sparta Praga, sia in campionato che al livello internazionale, in Europa League. Giovane ma già maturo, ad un prezzo relativamente basso: un mix perfetto per un calciatore destinato a diventare un crack del calcio internazionale. Ultimo, ma non per importanza, Vladimir Darida, classe 1990. Il centrocampista centrale del Friburgo sta disputando un’ottima stagione e sembra essere in testa alle gerarchie di Vrba, che lo ha utilizzato ben quattro volte su quattro nelle gare ufficiali. Regista dal piede vellutato, non disdegna nemmeno la fase difensiva.

Acquistato dal Friburgo due estati fa per la cifra di 7.5 milioni di euro dal Viktoria Plzeň, Darida sta vivendo una grande stagione da protagonista sia con la squadra di club che con la nazionale. Collocato molto spesso in panchina dall’ex CT Bilek, con l’arrivo di Vrba si è fatto subito notare, conquistando il posto da titolare. Vrba ha creato dunque un mix perfetto, tra giocatori d’esperienza e giovani di qualità. Ha saputo coinvolgere nuovamente i tifosi cechi, con un gioco spettacolare e soprattutto con i risultati. L’inizio di questa nuova avventura è scintillante. Non resta che aspettare i prossimi match per capire se questa Repubblica Ceca può far tornare a sognare i suoi tifosi, affamati in campo internazionale e vogliosi di “vendicare” quel secondo posto conquistato agli Europei 1996 in Inghilterra, nella finale persa contro la Germania nei tempi supplementari con un Golden Gol di Oliver Bierhoff.

churn out talents at the service of Czech football. A pure talent, Krejci combines great speed with the ball at his feet and refined technique. He can play in all three roles on the offensive frontline and the formation used by Vrba, with the three finishers, the features of this kid stand out even more, thanks to his constant movement between the lines and the ability to create numerical superiority in dribbling past opponents. In the last two seasons, has been getting himself noticed in the colours of Sparta Prague, both at league and international level, in the Europa League. Young but mature at a relatively low price, a perfect mix for a player to become a crack in international football. Last, but not least, Vladimir Darida, born in 1990. The central midfielder of Freiburg is having a great season, and seems to be leading in the hierarchies of Vrba, who used him four out of four times in official matches. A playmaker of velvety feet, who does not disdain defense either. Having been purchased

from Freiburg two summers ago to the sum of the 7.5 million euros of Viktoria Plzeň, Darida is enjoying a great season as a protagonist of both club and country. Having often been left on bench by former coach Bilek, with the arrival of Vrba he managed to make a splash immediately, consequently earning a starting spot. Vrba has therefore created a perfect mix between experienced players, and quality young footballers. He has been able to re-engage the Czech fans, with a spectacular game and above all with results. The glittering start of this new adventure has been brilliant. One can only wait for the next match to see if this Czech Republic side can return to making their fans dream, with their great hunger in the international arena, and eagerness to “avenge” the second place at Euro 1996 in England, following the final lost against Germany in extra time with a Golden Goal from Oliver Bierhoff.

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Anniversari cechi Czech Anniversaries

di Mauro Ruggiero

Nasceva Leóš Janáček Leóš Janáček was born 160 anni fa 160 years ago

La battaglia di Dukla The Battle of Dukla

70 anni fa 70 years ago

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Il compositore ceco Leóš Janáček nacque a Hukvaldy, un comune della Repubblica Ceca parte del distretto di Frýdek-Místek, il 3 luglio 1854. È ritenuto uno dei massimi compositori degli inizi del XX secolo ed è noto in particolare per la sua Sinfonietta e per i suoi lavori operistici. Dopo essersi diplomato a diciotto anni presso il convento di Brno, tra il 1874 e il 1875 proseguì gli studi musicali presso la scuola d’organo di Praga. Da giovanissimo visse in povertà ricevendo dal padre, musicista dilettante, le prime lezioni di violino e di organo. Non potendo disporre di un pianoforte, nei primi tempi del suo apprendistato musicale, si esercitava su una tastiera finta disegnata su di un cartone, ma nonostante le difficoltà e i duri sacrifici, continuò nei suoi studi. Strinse amicizia con il compositore ceco Antonín Dvořák di cui risentì l’influenza. Viaggiò molto in Austria e Germania per perfezionare la tecnica, ma il grande successo e i riconoscimenti artistici arrivarono tardi. Nel 1919 fu nominato professore presso il conservatorio di Praga. Morì a Ostrava il 12 agosto del 1928.

The Czech composer Leóš Janáček was born in Hukvaldy, a town in the Czech Republic in the district of Frýdek-Místek, July 3, 1854. He is considered one of the greatest composers of the early twentieth century and is known in particular for his Sinfonietta and for his operatic works. After graduating at the age of eighteen at the convent of Brno, between 1874 and 1875 he continued his musical studies at the organ school in Prague. From a very young age he lived in poverty, and received his first violin and organ lessons from his father, an amateur musician. Being unable to have a piano, in the early days of his musical apprenticeship, he practiced on a fake keyboard drawn on cardboard, but despite the difficulties and sacrifices, he continued in his studies. He made friends with the Czech composer Antonín Dvořák who influenced him. He traveled extensively in Austria and Germany to perfect his technique, but his great success and artistic recognition came late. In 1919 he was appointed professor at the Prague Conservatory. He died in Ostrava on August the 12th, 1928.

Il passo di Dukla è un valico montano situato sui Carpazi al confine tra Polonia e Slovacchia ed è noto per essere stato teatro di battaglie sia durante la Prima, sia durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui, tra l’8 settembre e il 28 ottobre del 1944, venne combattuta una cruenta battaglia che vide protagonisti da una parte le divisioni corazzate tedesche e dall’altra l’Armata Rossa affiancata dal I Corpo d’Armata cecoslovacco. I russi e i cecoslovacchi avevano schierato in battaglia circa 150.000 soldati, oltre 1.500 pezzi di artiglieria pesante e 1.000 carri armati. I tedeschi rispondevano con 100.000 uomini, 2.000 pezzi di artiglieria e 350 carri armati. I sovietici stavano portando avanti un’offensiva sul fronte orientale con lo scopo di penetrare in Slovacchia ma, nonostante la superiorità numerica, l’assalto fallì a causa della resistenza tedesca che aveva fortificato la zona denominata “Linea Arpad”. La battaglia è ricordata come una delle più sanguinose sul fronte orientale. Morirono 130.000 uomini. La zona è nota ancora oggi con il nome di “Valle della morte”.

The Dukla Pass is a mountain pass located in the Carpathian Mountains on the border between Poland and Slovakia and is known for being the location of the battles during both the First and the Second World Wars. Here, between September 8 and October 28, 1944, a bloody battle was fought which saw on the one side the German armored divisions as protagonists, and on the other the Red Army backed by the I Czechoslovak Army Corps. The Russians and Czechs had deployed some 150,000 soldiers in battle, over 1,500 pieces of heavy artillery and 1,000 tanks. The Germans responded with 100,000 men, 2,000 artillery pieces and 350 tanks. The Soviets were carrying out an offensive on the eastern front in order to penetrate in Slovakia, but despite the numerical advantage, the assault failed because of German resistance who had fortified the area known as the “Arpad line”. The battle is remembered as one of the bloodiest on the eastern front. 130,000 men died. The area is still known as the “Valley of Death”.

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storia history

Moriva l’architetto Josef Fanta The architect Josef Fanta died 60 anni fa 60 years ago

Josef Fanta è stato un architetto, scultore, progettista e pittore ceco nato il 7 dicembre del 1856 a Sudoměřice u Tábora. In gioventù fu studente del grande architetto Josef Zítek, il cui nome è associato ad opere come il Rudolfinum, il Teatro Nazionale di Praga e altre di grande importanza. Fanta, che aiutò il suo maestro nella realizzazione di alcuni dei suoi progetti, è stato uno dei più importanti rappresentanti cechi dell’Art Nouveau. Professore presso la Čvut di Praga, nel 1918 divenne membro dell’Accademia ceca delle Scienze e delle Arti. Realizzò molte importanti opere pubbliche tra cui si ricordano: la Stazione centrale di Praga (oggi Hlavní Nádraží), tra il 1901 e il 1909; l’edificio che oggi ospita il Ministero per l’Industria e il Commercio in riva alla Vltava, nella zona della Città Vecchia, tra il 1925 e il 1932; parti dell’Osservatorio astronomico di Ondřejov, non lontano da Praga, e molte altre. Inoltre collaborò alla realizzazione del meraviglioso Palazzo Hlahol di Praga. Morì il 20 giugno del 1954.

La santificazione di S. Agnese di Boemia The sanctification of St. Agnes of Bohemia

25 anni fa 25 years ago

Josef Fanta was an architect, sculptor, designer and Czech painter, born on 7 December 1856 in Sudoměřice u Tábora. In his youth he was a student of the great architect Josef Zítek, whose name is associated with works such as the Rudolfinum, the National Theatre and others of great importance. Fanta, who helped his master in the creation of some of his projects, was one of the most important Czech representatives of Art Nouveau. A professor at the ČVUT in Prague, in 1918 he became a member of the Czech Academy of Sciences and Arts. He made many important public works among which include: the Central Station in Prague (todays Hlavní Nádraží), between 1901 and 1909; the building that now houses the Ministry of Industry and Commerce in the banks of the Vltava, the Old Town area, between 1925 and 1932; parts of the Astronomical Observatory of Ondřejov, not far from Prague, and many others. He also collaborated on the wonderful Palace Hlahol in Prague. He died on June 20, 1954.

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Il 12 novembre del 1989, a pochi giorni dalla caduta del regime comunista, veniva canonizzata dal Pontefice Giovanni Paolo II, la badessa Agnese di Boemia, religiosa ceca dell’Ordine di Santa Chiara. Agnese, nata a Praga nel 1211, fu oggetto di devozione popolare a partire dall’anno della sua morte, avvenuta nel 1282. Papa Pio IX ne approvò il culto nel 1874 e la dichiarò “beata”. Agnese era figlia del re di Boemia Ottocaro I e di Costanza d’Ungheria. Era imparentata ai santi Ludmila, Venceslao, Edvige e Margherita d’Ungheria. Crebbe nel monastero cistercense di Trzebnica e all’età di otto anni venne promessa in sposa al figlio dell’Imperatore Federico II di Svevia, Enrico. Devota di San Francesco d’Assisi, ruppe il fidanzamento con Enrico e si consacrò alla vita religiosa a Praga dove fondò il convento e l’ospedale di San Francesco nel 1232, la cui gestione fu affidata alla confraternita laica dei Crocigeri della Stella Rossa, in seguito elevata al rango di ordine religioso dal pontefice Gregorio IX.

On 12 November 1989, a few days after the fall of the communist regime, the abbess Agnes of Bohemia, Czech religious Order of St. Clare, was canonized by Pope John Paul II. Agnes, born in Prague in 1211, was the object of popular devotion since the year of her death in 1282. Pope Pius IX approved the cult in 1874 and declared her “beatified”. Agnes was the daughter of the King of Bohemia Ottokar I and Constance of Hungary. She was related to the saints Ludmila, Wenceslas, Hedwig and Margaret of Hungary. She grew up in the Cistercian monastery of Trzebnica and at the age of eight, was betrothed to the son of Emperor Frederick II of Swabia, Henry. A devotee of St. Francis of Assisi, she broke off the engagement with Henry and devoted herself to religious life in Prague where she founded the monastery, and the hospital of St. Francis in 1232, the management of which was entrusted to the lay confraternity of the Knights of the Cross with the Red Star, later elevated to the rank of a religious order by Pope Gregory IX.

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novità editoriali new publications

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di Mauro Ruggiero

Esce una nuova traduzione in lingua italiana di un classico della letteratura ceca: “Povídky malostranské (1878)” dello scrittore e poeta ceco Jan Neruda. Il volume, curato da Alena Wildová Tosi e tradotto da Annalisa Cosentino, contiene i più bei racconti della celebre raccolta di Neruda, nei quali il lettore ritroverà personaggi indimenticabili come il nobile mendicante Vojtíšek, il commerciante Vorel con la sua pipa e la piagnucolosa signora Ruska. Nel libro sono presenti altri scritti di Neruda fino a questo momento inediti in lingua italiana. Di questo capolavoro della letteratura ceca, Claudio Magris ha scritto: “I racconti di Jan Neruda sono una lieve e discreta summa dei motivi ricorrenti in tutta la letteratura praghese posteriore: la mescolanza di pietà ed umorismo, la comprensione e l’amore del prossimo nascosti sotto la ruvida battuta (...), l’epopea della piccola vita di ogni giorno che sembra soffermarsi sul modesto o comico dettaglio quotidiano e intanto abbraccia, in quella concretezza, il senso e il respiro della storia”.

A new translation into Italian of a Czech literary classic: “Povídky Malostranské” (1878) by the Czech writer and poet Jan Neruda is being issued. The volume, edited by Alena Wildová Tosi and translated by Annalisa Cosentino, contains the most beautiful stories of Neruda’s famous collection, in which the reader will be able to rediscover the unforgettable characters, such as the noble beggar Vojtíšek, the merchant Vorel with his pipe, and the weepy lady Ruska. The book contains other writings by Neruda that had never been published in Italian before now. Of this masterpiece of Czech literature, Claudio Magris has written: “Jan Neruda’s stories are a light and discreet summa of the recurring motifs of all posterior Prague literature: a mix of humor and compassion, understanding and love of others, buried under rough quips (...), the everyday deeds of our petty life that seems to dwell on the modest or comic details, and yet embraces, in that concrete aspect, the sense and breath of history”.

Alena Wildová Tosi (a cura di), Racconti di Malá Strana e altre storie praghesi, Marsilio: 2014, pp. 198

Alena Wildová Tosi (edited by), Racconti di Malá Strana e altre storie praghesi, Marsilio: 2014 198 pp.

La casa editrice Lindau ha ripubblicato in una nuova edizione un’opera su Praga intelligente e sicuramente utile a coloro i quali, al di là delle suggestioni offerte da un certo tipo di letteratura sulla “Città magica”, vogliono penetrare più a fondo nella storia e nella cultura passate della capitale boema. Si tratta del libro “Praga al tempo di Kafka. Una guida culturale”, di Patrizia Runfola, uscito per la prima volta nel 1990. In questa sua opera, la Runfola, sul filo di un racconto suggestivo e intenso rivive un momento preciso nella storia di Praga: gli anni di Kafka, un periodo centrale per la storia della letteratura europea che si è svolto nei circoli letterari, per le strade e nei café di Praga, allora crogiolo di lingue, culture e tradizioni diverse. Kafka, Max Brod, i fratelli Čapek, Jaroslav Hašek e Gustav Meyrink sono solo alcuni dei protagonisti di questo indimenticabile racconto, l’immagine di un mondo in dissoluzione che dovrà presto soccombere alla follia di una guerra mondiale e ad altre tristi vicende storiche.

The publishing house Lindau has just re-published a new edition of an intelligent book on Prague that will surely be useful to those who – beyond the suggestions offered by a certain type of literature on the “Magic Town” – wish to delve into the past history and culture of the Bohemian capital. We are referring to the book “Praga al tempo di Kafka. Una guida culturale”, by Patrizia Runfola, issued for the first time in 1990. In this literary work, on the thread of an intense and suggestive story, Runfola relives a particular moment in the history of Prague: the years of Kafka, a central period for the history of European literature, which took place in literary circles, on the streets and in the cafes of Prague, that was then a melting pot of languages, cultures and traditions. Kafka, Max Brod, the Čapek brothers, Jaroslav Hašek and Gustav Meyrink are just a few of the protagonists of this unforgettable story, the image of a dissolute world that will soon succumb to the madness of a world war and other sad historical events.

Patrizia Runfola, Praga al tempo di Kafka. Una guida culturale, Lindau: 2014, pp. 280

Patrizia Runfola, Praga al tempo di Kafka. Una guida culturale, Lindau: 2014 280 pp.

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cultura culture

Petr Hruška, classe 1964, è un poeta, sceneggiatore e critico letterario ceco membro del Dipartimento di Letteratura Ceca dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. La sua opera “Auta vjíždějí do lodí (2007)” (Le macchine entrano nelle navi), è stato tradotto in italiano dalla casa editrice “Valigie Rosse”. Pur non trattando argomenti politici, Hruška non poté pubblicare negli anni della “normalizzazione”. Per il regime la sua poesia sarebbe stata troppo cruda e sincera. In questa antologia, vincitrice del premio Ciampi 2014, “I componimenti si snodano con un potente piglio affabulatorio che sa raggrumarsi in suggestive sintesi liriche, come pure mimare il parlottio delle città contemporanee, con l’irrespirabile inquinamento dei luoghi comuni e di una gremita solitudine. Con una sorta di delicata crudezza di accenti e di dettagli, Hruška non di rado ricorderà ai lettori l’impeto disarmato di certe immagini di Piero Ciampi. Fenomenico e frizzante, questo libro, di stampo fortemente ciampiano, va a indagare quel reticolato vivo e incostante che è l’umanità”.

Petr Hruška, born in 1964, is a Czech poet, screenwriter, literary critic and member of the Department of Czech Literature at the Academy of Sciences in the Czech Republic. His work “Auta vjíždějí do lodí” (2007) (Cars enter the Ship), has been translated into Italian by the publishing house “Valigie Rosse”. Although it does not deal with political issues, Hruška could not publish it during the “normalization” years. According to the regime his poetry was too crude and earnest. In this anthology, winner of the Ciampi 2014 award, “Its components unwind with great story-telling power, that is able to break into evocative lyrical synthesis and mimic the chatter of contemporary cities, with the stifling contamination of clichés and a profound solitude. With a sort of delicate crudeness of highlights and details, Hruška often reminds the reader of the defenceless impetus of certain images of Piero Ciampi. This phenomenal and sparkling book is strongly “ciampian”, it delves into the living and inconsistent reticulate, which is humankind”.

Petr Hruška, Le macchine entrano nelle navi, Valigie Rosse: 2014, pp. 24

Petr Hruska, Le macchine entrano nelle navi, Valigie Rosse: 2014 24 pp.

Nel centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale esce, nella prestigiosa collana “I Meridiani” di Mondadori, il nuovo volume delle opere dello scrittore ceco Jaroslav Hašek, che deve la sua notorietà soprattutto al romanzo satirico “Le avventure del bravo soldato Švejk nella Grande Guerra” (1921-1923), capolavoro della letteratura europea del Novecento, tradotto in tutto il mondo. Il prezioso volume, curato da Annalisa Cosentino, docente di Lingua e Letteratura ceca alla Sapienza di Roma, intende documentare l’intensa e variegata attività letteraria di Hašek e contiene, oltre al noto romanzo, anche una selezione di racconti della produzione dell’autore nel ventennio 1902-22, alcuni versi giovanili e altro. Inoltre è arricchito da un cospicuo apparato di note critiche al testo. Personaggio eccentrico, anarchico e assiduo frequentatore delle osterie praghesi, Hašek, partito nel 1915 per la guerra, viene fatto prigioniero dai russi e, tornato a Praga nel dicembre del 1920, scrive il suo capolavoro rimasto incompiuto.

On the centenary of the outbreak of the First World War and in the prestigious series of “I Meridiani” by Mondadori, a new volume has just been published with the works of the Czech writer Jaroslav Hašek, who owes his fame mainly to the satirical novel “The adventures of the good soldier Švejk during the Great War” (1921-1923), a masterpiece of twentieth century European literature, that has been translated all over the world. The precious volume, edited by Annalisa Cosentino, professor of Czech Language and Literature at the University of Rome, aims to report on the intense and varied literary activity of Hašek and, in addition to the well-known novel, also contains a selection of short stories produced by the author from 1902 to 1922, as well as a few of his early works and more. It is also enriched with a substantial set of critical notes on the text. Considered as a rather eccentric and anarchic character, and a frequent visitor to the taverns in Prague, Hašek, who went to war in 1915 was taken prisoner by the Russians, and on his return to Prague in December 1920, wrote his unfinished masterpiece.

Annalisa Cosentino (a cura di), Hašek - Opere, Mondadori: 2014, pp. 1519

Annalisa Cosentino (edited by), Hašek - Opere, Mondadori: 2014 1519 pp.

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Note di fuoco Notes of fire

Suicidatosi per protestare contro l’invasione sovietica, negli anni la figura di Jan Palach ha ispirato più di un musicista italiano di Christian Gargiulo by Christian Gargiulo

He committed suicide to protest against the Soviet invasion and over the years, the figure of Jan Palach has inspired a number of Italian musicians

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“Quando la piazza fermò la sua vita/ sudava sangue la folla ferita/quando la fiamma col suo fumo nero/lasciò la terra e si alzò verso il cielo/quando ciascuno ebbe tinta la mano/quando quel fumo si sparse lontano/Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava”. È al teologo boemo, scomunicato dalla Chiesa cattolica, che Francesco Guccini paragona Jan Palach. Nel gesto compiuto il 16 gennaio del 1969 dal giovane studente di filosofia della Univerzita Karlova di Praga, il cantautore modenese rivede quindi le fiamme a cui il Concilio di Costanza condannò l’“eretico” Hus nel 1415. “Primavera di Praga”, che contiene i versi posti in apertura, è forse la canzone italiana più celebre dedicata alla figura di Jan Palach, e a quanto accaduto nella Capitale dell’allora Cecoslovacchia in quel gennaio del ‘69. Se la canzone di Guccini è quella più famosa, non è però l’unica. Altri artisti italiani hanno dedicato versi e note al gesto estremo di Palach, compiuto

“When life came to a standstill in the square / the wounded crowd was sweating blood, when the flames, with their black smoke left the ground and soared to the sky / when everyone saw their hands stained / when the smoke spread far into the distance / Jan Hus was burning again at the stake”. It is to the Bohemian theologian, excommunicated by the Catholic Church, that Francesco Guccini compares Jan Palach. In the dramatic gesture of 16 January, 1969 by the young philosophy student from Karlova University in Prague, the Modenese songwriter relives the burning flames of the stake, to which the Council of Constance had condemned the ‚‘heretic“ Hus in 1415. „Primavera di Praga“, whose verses

in piazza San Venceslao per protestare contro i carri armati di Mosca che, nell’agosto 1968, soffocarono la stagione riformista voluta da Alexander Dubček. La Compagnia dell’anello per esempio, un gruppo vicino al Movimento sociale italiano, tutt’ora attivo, che prende il nome in prestito dall’omonimo romanzo di J.R.R. Tol-

kien. Nelle sue canzoni celebra ideali e valori considerati di destra, e allo studente cecoslovacco dedica una canzone che reca come titolo il suo nome e cognome. “Fame, morte, schiavitù: il coraggio nasce a volte così/bandiere rosse su una città e in Occidente c’è solo viltà/Primavera di libertà, carri armati

are written at the top of the article, is perhaps the most famous Italian song dedicated to the figure of Jan Palach and to the events that took place in January 1969 in the capital of the then Czechoslovakia.

Although the song by Guccini is the most popular, it is not the only one. Other Italian artists have dedicated verses and songs to Palach’s extreme gesture, that took place in Wenceslas Square, to protest against the Mos-

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musica music

nelle strade”: è in questo modo che descrivono la situazione socio-politica a Praga e al di qua della cortina di ferro. L’invasione sovietica offre loro lo spunto per prendere posizione contro il regime comunista. Un regime che provoca orrore e che fa versare lacrime e spargere fiori sul selciato. Un regime contro cui “solo un uomo” si ribella; immagine, questa, posta in contrapposizione con le “strade vuote”. “È morto sotto i carri armati il futuro che avete sognato/ nella gola vi hanno cacciato le grida di un corpo straziato”. Sempre a destra, politicamente parlando, si pone il cantautore di rock “identitario” (come lo definisce lui)

Piero Pelù, leader dei Liftiba / Piero Pelù, leader of Litfiba

cow’s invading tanks, that in August 1968 quashed the reformist movement of Alexander Dubček. The Compagnia dell’anello, for example, a group close to the Italian Movimento Sociale, which is still active, borrowed its name from the homonymous novel by JRR Tolkien. In the songs they celebrate what might be considered right-wing ideals and dedicate a song to the Czechoslovak student, the title of which bears his name and surname. “Hunger, death and slavery: courage at times is born that way / red flags over a city and in the West only cowardice / Spring of freedom, and tanks in the streets”: this is how they described the socio-political situation in Prague and on this side of the Iron Curtain. The

Skoll. Nella sua “Le fate di Praga” si sofferma soprattutto sulle ragazze praghesi – che identifica come “le fate” – sui loro occhi profondi e di come essi profumino di libertà: “Le fate danzano intorno a Ian!/E quelle fate cantano insieme a Ian!/Le nostre fate pregano insieme a Ian!/Ian è un segno che non passerà, Ian ha il profumo della primavera, la primavera!”. Skoll tra l’altro è un buon esempio di artista che ha dedicato versi e note alla figura di Jan Palach nonostante non abbia vissuto gli avvenimenti del ‘69 da contemporaneo. Avrà letto qualcosa nei libri di storia o magari sarà rimasto affascinato dai racconti di chi, all’epo-

ca, c’era. Vi sono poi quegli artisti che, in quell’anno, erano troppo piccoli per ricordare. Prendiamo i Litfiba, il gruppo rock dalla storia più che trentennale originario di Firenze. Piero Pelù, il loro cantante e autore dei testi, non aveva neanche sette anni quando lo studente praghese si suicidò. Eppure, in “A Satana”, afferma: “La torcia di Palach a nulla è servita”. Chiaro il riferimento alle parole rinvenute nei suoi diari: “Poiché ho avuto l’onore di estrarre il numero 1 è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana”. Sembra che esistesse un’organizzazione composta da diverse persone pronte ad

immolarsi per la causa della libertà, anche se non n’è mai stata rinvenuta alcuna traccia. È vero però che almeno altri sette studenti, tra cui l’amico Jan Zajíc, seguirono il suo esempio e si tolsero la vita. Continua la canzone: “Satana padrone/è a capo del suo carro di teste umane/Non c’è guerra senza odio/Non c’è guerra senza affari”. Ancora più giovani dei Litfiba sono gli abruzzesi Management del dolore post-operatorio, un gruppo attivo dal 2006. “Norman/Primavera a Praga/il fuoco di Jan Palach te lo ricordi?” chiede la voce narrante a Norman Zarcone, nell’omonima “Norman”. Zarcone è, o meglio era, un giovane ricercatore universitario di 27 anni, morto suicida nel 2010 come Palach, non dandosi fuoco bensì gettandosi dal settimo piano dell’Università di Lettere e Filosofia di Palermo. Fu il suo modo di protestare, di scuotere un sistema marcio dominato dalle baronie. Un gesto per niente fine a sé stesso, come quello di Palach che provò a scuotere i suoi connazionali. “Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo” scriveva nei suoi diari. Composta dall’ormai scomparso Giampaolo Coral ed eseguita il 7 di-

sing along with Ian! / Our fairies pray together with Ian! / Ian is a sign that it will never wane, Ian has the scent of spring, of spring!”. Among other things, Skoll is a good example of an artist who has dedicated his verses and music to the figure of Jan Palach, although he has never experienced the events of 1969 himself. He may have read something in the history books or was probably fascinated by the stories of those who actually lived through that experience. Then, there are also artists who, in that particular year, were too young to remember. Let’s take, for example, the Litfiba, the rock group from Florence with a thirty-year history. Piero Pelù, their singer and songwriter was not

yet seven years old when the Prague student took his life. Yet, in “To Satan”, he states: “Palach’s human torch has served no purpose”. The reference to the words found in his diaries are quite clear: “Since I had the honor of extracting number 1 I have the right to write the first letter and be the first human torch”. It seems there had been some kind of organization made up of different people who were ready to sacrifice themselves for the cause of freedom, even if no trace of it has actually been found. It is true, however, that at least seven other students, including his friend Jan Zajíc, followed his example and took their own lives. The song continues: “Satan master / is at the head of his chariot of human

Francesco Guccini

Soviet invasion offered them an opportunity to take a stand against the communist regime. A regime that brought horror and great pain, causing tears to be shed and flowers to be scattered on the ground. A regime against which “only one man” rebelled; an image that contrasts with the “empty streets”. “The future you had dreamed of has been crushed by the tanks / they have suppressed the cries of a torn body”. Right-wing, from a political point of view, is the singer of “identity” rock (as he defines it) Skoll. In his “The fairies of Prague” he focuses especially on the Prague girls - whom he identifies as “the fairies” - their deep eyes and on how they smell of freedom: “The fairies dance around Ian! / And those fairies

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musica music

cembre 1970, in prima assoluta, dalla Städtisches Orchester Gelsenkirchen di Germania, “Requiem per Jan Palach e altri” chiude idealmente questa panoramica dedicata a Jan Palach nella musica italiana e cantata in italiano. “Mourir dans tes bras” non sarà scritta nella lingua di Dante, ma nelle vene

Salvatore Adamo

Serge Pizzorno, paroliere del gruppo Kasabian / Serge Pizzorno, songwriter of the band Kasabian

heads / There is no war without hate / There is no war without business”. Even younger than the Litfiba are the Management of post-operative pain from Abruzzi, a group that has been active since 2006. “Norman/Prague Spring/Do you remember the fire of Jan Palach?” asks the narrator to Norman Zarcone, in the homonymous “Norman”. Zarcone is, or rather was, a young 27 year old university assistant, who committed suicide in 2010 just as Palach had done, but not by setting himself on fire, but by jumping from the seventh floor of the University of humanities, in Palermo. This was his personal way of protesting and shaking up a corrupt system that was dominated by baronies. A gesture that was not in the least an end to itself, but just like that of Palach, was an attempt to rouse the spirit of his countrymen. “As our people are on the brink of despair and resignation, we have decided to express

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del suo autore scorre (anche) sangue italiano. Parliamo di Salvatore Adamo, cantautore italo-belga che, al giovane Palach, dedica appunto “Morire nelle tue braccia”. “C’è chi muore in primavera come una torcia, sbarrando la strada per un istante ai carri armati ” è il verso che fa riferimento al

our protest and rouse the conscience of our people”, he wrote in his diaries. Composed by the now deceased Giampaolo Coral and first performed on 7 december 1970 by the Städtisches Orchester Gelsenkirchen of Germany, “Requiem for Jan Palach and the others” is an ideal way to close this overview of Italian music and/or music sung in Italian that was dedicated to Jan Palach. “Mourir dans tes bras” was not written in the language of Dante, but in the veins of its author there flows (also) Italian blood. We are talking about Salvatore Adamo, the Italo-Belgian singer who dedicated “Dying in your arms” to the young Palach. “There are those who die in spring like a burning torch, staving off for an instant the advancing tanks” are the verses that refer to the desperate cry that was launched in Wenceslas Square. A cry that was to die away after three days of conscious

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grido disperato lanciato in piazza San Venceslao. Grido che poi si spense di lì a tre giorni di agonia – cosciente, nei quali spiegò ai medici le ragioni dietro il suo gesto – in ospedale. E rimanendo in tema di musica straniera, anche i Kasabian, gruppo inglese attivo dal 1997 ma che ha pubblicato il proprio esordio nel 2004, ha dedicato una canzone allo studente cecoslovacco. Il titolo è “Club foot” e si tratta del primo singolo estratto dal loro primo album. Il video che l’accompagna – oltre a una foto in bianco e nero di Palach sul vetro di una cabina di regia – è un insieme di immagini che fa riferimento all’invasione da parte di Mosca, non della Cecoslovacchia, bensì dell’Ungheria. Succedeva dodici anni prima, nel 1956: cambiavano il contesto nazionale e gli interpreti da una parte e dall’altra (Imre Nagy, leader ungherese, invece di Dubček; Nikita Chruščëv, leader dell’URSS, al posto di Leonid Brežnev), solo una cosa rimaneva costante: il carattere illiberale del colosso sovietico. agony, during which he explained to the doctors in hospital the reasons behind his gesture. And on the subject of foreign music, even the Kasabian, the English group that has been active since 1997 - but had its debut in 2004 - dedicated a song to the Czechoslovakian student. The title is “Club Foot” and is the first single from their first album. The accompanying video - besides a black and white photo of Palach placed on the glass of a recording room - is a set of images that refers to the invasion by Moscow, but not of Czechoslovakia, but of Hungary. It took place twelve years earlier, in 1956: the national context and the protagonists on both sides were different (Imre Nagy, the Hungarian leader, instead of Dubček, Nikita Khrushchev, leader of the USSR, instead of Leonid Brezhnev), but one thing remained constant: the illiberal nature of the Soviet colossus.


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