MacPlas 404 (gennaio-febbraio)

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MACPLAS

RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

Battuta d’arresto Un cambiamento culturale delle attività industriali Innovazione e flessibilità, un binocolo per guardare al futuro Dallo scorporo a una crescita autonoma e sostenibile La seconda edizione di GreenPlast in collaborazione con AMI

N. 404 - GENNAIO/FEBBRAIO 2025

Euroviti, tra i leader europei nel settore dei gruppi di plastificazione, continua a crescere per gestire nuovi clienti e affrontare le sfide del mercato. Nonostante le difficoltà, soprattutto nel settore dell’iniezione in Europa centrale, l’azienda ha ottenuto ottimi risultati anche nel 2024, dimostrando affidabilità e solidità, riuscendo a rispondere prontamente alle esigenze dei propri clienti.

La missione dell’azienda si distingue per l’esperienza e la competenza dei suoi tecnici e commerciali, i quali collaborano strettamente con i clienti per raccogliere dati sui processi di stampaggio ed estrusione. Questa storica azienda bresciana, operante da oltre trent’anni a livello internazionale, possiede tutte le capacità necessarie per offrire soluzioni tecniche all’avanguardia ed è in grado di adattarsi alle esigenze del mercato, personalizzando i prodotti per i trasformatori.

Nell’ultimo triennio le richieste di aiuto e consulenza si sono concentrate sempre più sulla green economy e sull’economia circolare. L’azienda, che collabora da anni con realtà specializzate nel riciclo della plastica e nella produzione di materiali, anche biodegradabili, non si è fatta trovare impreparata. Da tempo affronta le sfide di questo panorama produttivo, aiutando i clienti a ottimizzare le risorse in modo sostenibile. Euroviti offre soluzioni innovative per la realizzazione di viti e cilindri adatti a riciclare o a processare materiali biodegradabili, contribuendo così al rispetto ambientale e al risparmio energetico.

La qualità delle viti e dei cilindri nuovi, la possibilità di rigenerare componenti usati, supportati dal servizio di assistenza tecnica avanzato che consente di incrementare la percentuale di materiale riciclato e/o ridurre la quantità di scarti, rappresentano un elemento cruciale per la competitività aziendale. Tra i prodotti di eccellenza spiccano i set vite e cilindro per estrusori bivite e le soluzioni tecniche su misura per l’iniezione. Un ulteriore punto di forza è costituito dall’ampio stock interno, con oltre mille pezzi disponibili, che permette di fornire gruppi di plastificazione completi con rapidità ed efficienza.

SOMMARIO

EDITORIALE

Editoriale senza autore!?

MARKETING

Battuta d’arresto

Con il flessibile si può! 18 Buzzella: “Più chimica per realizzare la transizione ecologica”

22 Macchine utensili, robot e automazione si affidano al 2025

24 Un impegno concreto nel rispetto dei centri ESG e GRI

25 Nasce l’Associazione Women in Plastics Italy

26 Plastica e chimica di base premiano le scuole primarie e secondarie

27 Piovan stabile nei primi nove mesi del 2024

27 Ultra-maggiorenne a servizio del packaging

28 Espansione nel mercato nordamericano

28 Rafforzamento strategico

29 Piano di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio

29 L’industria chimica europea nel segno della continuità

PLASTICA E AMBIENTE

30 Un cambiamento culturale delle attività industriali

34 Risparmiate 800 torri di Pisa di materiali e 8.000 voli intorno al mondo di CO2

36 L’Italia vincente della transizione ecologica

38 Ridurre sotto il 5% le impurità

40 In Europa plastica vergine e riciclato calano più del previsto

42 Industria del riciclo leva strategica per la decarbonizzazione

43 Quattro anni di Ecopolietilene

44 Italia al vertice del riciclo UE

45 Il riciclo della plastica oltre i confini della Terra

46 Rappresentare e valorizzare la filiera dei rifiuti in gomma

46 Stagna la capacità di riciclo di materie plastiche in Europa

47 Misure utili per salvaguardare il Vecchio Continente

MACCHINE E ATTREZZATURE

49 Bausano rivoluziona la produzione di profili in PVC per tapparelle

50 Innovazione e flessibilità, un binocolo per guardare al futuro

54 … and the Constantinus International Award goes to…

58 Efficienza per superare le inefficienze di mercato

62 Tecnologie per la produzione di adesivi

64 Innovare la miscelazione del PVC

66 Semplificare anche le operazoni complesse

68 Sviluppi futuri e futuribili della produzione additiva

72 Primi passi nel percorso di sostenibilità

73 Soluzioni a otturazione per applicazioni tecniche

74 Cavi ad alta e altissima tensione sotto controllo

75 Non c’è due senza tre

75 Piastre bipolari per il settore dell’idrogeno

76 Robot per test su cavi elettrici

76 Stufe per l’invecchiamento di gomma e materiali plastici

77 Dinamometro elettronico versatile

MATERIALI E APPLICAZIONI

78 Dallo scorporo a una crescita autonoma e sostenibile

82 Un EPS sempre più attento alle esigenze ambientali e sociali

84 Caschi di sicurezza con calotta interna in EPS da olio di pirolisi

86 Guanti per gare su sedia a rotelle e handbike stampati in 3D

88 Certificazioni certificate

89 Compound con ritardanti di fiamma sicuri e materiali senza PFAS

89 Più Ultem a Singapore

90 Riciclo avanzato per oltre 450 mila tonnellate all’anno entro il 2027

RUBRICHE E VARIE

92 La seconda edizione di GreenPlast in collaborazione con AMI

94 I compositi guidano la transizione industriale

96 Buyer sempre più globali

97 Cresce la fiera di Istanbul

98 La prima volta in India

99 Fakuma 2026 anticipata di un giorno, si svolgerà da lunedì a venerdì

100 Corsi Cesap

101 Corsi SBS

10

30

50 78 92

Anno 50 - Numero 404 Gennaio/Febbraio 2025

Direttore responsabile Mario Maggiani

Caporedattore

Luca Mei

Redazione

Giampiero Zazzaro

Segreteria di redazione

Alice Polimeno

Ufficio commerciale

Roberta Pagan

Comitato di direzione

Massimo Margaglione, Gabriele Caccia, Barbara Ulcelli

Hanno collaborato a questo numero: Stefania Arioli, Stefano Bertacchi, Stefano Lugli

Editore

Promaplast Srl

Centro Direzionale Milanofiori - 20057 Assago (Milano, Italia)

Tel.: +39 02 82283735 - Fax: +39 02 57512490

E-mail: macplas@macplas.it - www.macplas.it

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 68 del 13/02/1976

Iscrizione presso l’Ufficio Nazionale della Stampa N. 4620 del 24/05/1994

Impaginazione e prestampa Faenza Printing SpA

Stampa e inoltro postale Faenza Printing SpA

Prezzo copia: 5 euro

La direzione della rivista declina ogni responsabilità per quanto riguarda l’attendibilità degli articoli e delle note redazionali di fonte varia

ASSOCIATO A:

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE

AMAPLAST ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI DI MACCHINE E STAMPI PER MATERIE PLASTICHE E GOMMA

AIPE

ASSOCIAZIONE ITALIANA POLISTIRENE ESPANSO

ASSOGOMMA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRA LE INDUSTRIE DELLA GOMMA, CAVI ELETTRICI ED AFFINI

INSERZIONISTI

48; 103 AMAPLAST www.amaplast.org

49 BAUSANO www.bausano.com

99 CHINAPLAS www.chinaplasonline.com

39 DGTS www.dgts.it

I Cop. EUROVITI www.euroviti.com

73 FB BALZANELLI www.fb-balzanelli.it

67 GIBITRE www.gibitre.it

98 GRAFE www.grafe.com

13; 104 GREENPLAST www.greenplast.org

97 HS-UMFORMTECHNIK www.hs-umformtechnik.de

71 JEC WORLD www.jec-world.events

90 KRAIBURG TPE www.kraiburg-tpe.com

47 MAST www.mastsrl.it

II Cop. MECCANOPLASTICA www.meccanoplastica-group.com

9 MIXACO www.mixaco.com

91 NEGRI BOSSI www.negribossi.com

102 PACKAGING SPEAKS GREEN www.packagingspeaksgreen.com

7 PLASTIC SYSTEMS www.plasticsystems.it

3 PRESMA www.presma.it

77 ROBOLINE SYTRAMA www.sytrama.com

61 SITRA www.sitramasterbatch.com

21 VANETTI www.vanettimaster.com

SPONSOR ISTITUZIONALI

ASSORIMAP ASSOCIAZIONE NAZIONALE RICICLATORI E RIGENERATORI MATERIE PLASTICHE

CIPAD

COUNCIL OF INTERNATIONAL PLASTICS ASSOCIATIONS

DIRECTORS

ITALIANO DEI PLASTICI SPE ITALIA

CENTRALINA AUTOMATICA SERIE AMMP

MOTORIDUTTORE CON ENCODER PER UN PRECISO ALLINEAMENTO

NESSUNA PERDITA DI VUOTO GRAZIE ALLE GUARNIZIONI GONFIABILI

COMPONENTI ANTI-USURA SOSTITUIBILI

INTERFACCIABILE CON SISTEMA DI SUPERVISIONE EASY-WAY 4.0

Soluzione ideale per la distribuzione automatica dei materiali.

Editoriale senza autore!?

Che dire? Tutte le volte che mi viene chiesto di preparare l’editoriale per il primo numero dell’anno entro in crisi, anzi, direi quasi in depressione. In effetti, il rischio di cadere nel banale è sempre molto elevato ed è quasi una certezza. È vero che dando un’occhiata a quelli che sono il contesto politico e l’andamento economico nazionali e internazionali probabilmente ci sarebbero molti spunti per scrivere fiumi di parole e a ben guardare ci sono giornalisti e autori che hanno scritto libri interi su tali temi, però è altrettanto vero che basta ascoltare, per esempio, Radio 24 al mattino piuttosto che vedere qualsiasi telegiornale nazionale o locale e le informazioni si hanno subito di prima mano. Non parliamo poi di Internet e della sua velocità: oggi le informazioni anche se non le cerchiamo ci arrivano direttamente sul cellulare attraverso le notifiche che molti di noi utilizzano. Ecco, Internet e più ampiamente il tema digitale è sicuramente l’argomento di grande interesse che imperversa in questi tempi fino a sfociare ormai in quello dell’intelligenza artificiale, già alla portata di molti, se non di tutti, non solo per aiutare i nostri figli a fare i compiti quando noi per primi non ci ricordiamo più come fare una versione di latino o completare un’equazione di primo grado, ma anche e soprattutto nel lavoro quotidiano.

Pochi giorni fa parlavo con un consulente, il quale molto candidamente mi raccontava come buona parte delle relazioni scritte, delle presentazioni ecc. oggi venga creata attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Certo bisogna poi avere la capacità di capire se quanto prodotto sia corretto e, soprattutto, di modificarlo e integrarlo per il proprio scopo, ma i tempi per ottenere il risultato finale si vanno riducendo in maniera sempre più sensibile.

Poiché resto sostanzialmente una persona positiva e convinta che lo sviluppo tecnologico porti solo benefici, voglio pensare che nei prossimi anni l’intelligenza artificiale verrà utilizzata in modo ampio e massiccio, ma sempre per migliorare quanto l’uomo con la propria intelligenza, con il proprio intuito e, soprattutto, con la propria fantasia crea in qualsiasi contesto, da quello educativo a quello produttivo. Sono convinto che le macchine non riusciranno mai a sostituire l’uomo; probabilmente il loro impiego crescerà, ma sicuramente non rimpiazzeranno integralmente quello che l’ingegno umano è in grado di creare.

Senza banalizzare troppo un argomento che, comprensibilmente, necessiterebbe di ben altri approfondimenti, viva quindi l’intelligenza artificiale se essa consente a tutti noi di migliorare la qualità del nostro lavoro e al contempo di risparmiare tempo (magari avendone cosi un po’ di più per le nostre famiglie).

P.S. E se questo editoriale lo avesse scritto l’intelligenza artificiale?

MARIO MAGGIANI

Preconsuntivo Amaplast-MECS

Battuta d’arresto

Dopo tre anni di crescita sostenuta, nel 2024 frena l’industria italiana di macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma. Massimo Margaglione, presidente Amaplast: “Per il 2025 non è semplice fare previsioni”.

Di Stefania Arioli

Il preconsuntivo 2024 elaborato dal Centro Studi

Amaplast-MECS indica un calo di circa nove punti percentuali nella produzione italiana di macchine per plastica e gomma, il cui valore è stimato a 4,35 miliardi di euro. Tale dinamica riflette quella attesa per le esportazioni – storico motore del comparto, il cui trend si è via via indebolito nel corso dell’anno, pur in misura minore rispetto ad altri settori industriali e ad altri competitor internazionali – che dovrebbero fermarsi a 3,25 miliardi.

Le importazioni, invece, potrebbero chiudere l’anno con un calo più consistente, nell’ordine del 15%, alla luce di una domanda interna davvero debole. Del resto, il rimbalzo post-pandemico, progressivamente cresciuto nel triennio 2021-2023, sostenuto anche dagli incentivi fiscali, difficilmente avrebbe potuto protrarsi oltre. Peraltro, la definizione delle modalità di implementazione delle misure previste dal piano Transizione 5.0 ha richiesto tempi lunghi, causando una sospensione degli investimenti da parte dei clienti italiani. Anche il rallentamento dell’auto preoccupa non poco le imprese, soprattutto perché sta condizionando pesantemente diversi mercati europei, primo fra tutti quello tedesco, storico partner commerciale del nostro Paese. Le incognite economiche e geopolitiche del contesto internazionale non si limitano a impattare le destinazioni più prossime ma

caratterizzano anche quelle lontane ma comunque di riferimento per le aziende costruttrici di macchine per plastica e gomma.

I flussi dell’export

Infatti, l’analisi dei flussi dell’export – rilevati da Istat e riferiti al periodo gennaio-settembre 2024 – evidenzia come l’Europa, pur confermandosi primo quadrante di sbocco del Made in Italy di settore, perda cinque punti di valore complessivo, risultato che rispecchia l’andamento mostrato dall’ambito UE, in cui pesano gli arretramenti di mercati importanti quali Spagna e Polonia (mentre, paradossalmente, nel complesso tengono ancora le vendite italiane ai trasformatori tedeschi). Calo ancora maggiore per le forniture verso la CSI, che si dimezzano in funzione soprattutto di un crollo del flusso verso la Russia dove, perdurando l’embargo per i macchinari del settore, i concorrenti cinesi stanno sottraendo quote di mercato. Al contrario, si osserva un aumento dell’export in diverse destinazioni non-UE, in particolare Turchia e Regno Unito.

In media, risulta poco dinamico il trend delle esportazioni verso le Americhe: nel quadrante nord procede ancora bene il Messico mentre rallentano gli Stati Uniti e, nell’area a sud, tirano le vendite al Brasile ma in misura non sufficiente a controbilanciare l’arretramento di quelle a diversi altri partner storici quali l’Argentina, il Perù, il Cile. A conferma dell’interesse per il mercato messicano, che rappresenta anche un ponte verso gli altri dell’area, in collaborazione con l’associazione delle macchine utensili Ucimu, è stato recentemente costituito un nuovo desk, denominato Oficina Italiana de Promoción México, che supporterà le imprese nelle loro attività commerciali. Il comparto asiatico mostra un andamento decisamente positivo, soprattutto per quanto riguarda l’Estremo Oriente, dove spicca la forte accelerazione delle forniture in Cina (il cui valore, però è decisamente più contenuto di quello mediamente realizzato dalla Germa-

Frena l’industria italiana di macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma. Secondo le previsioni la ripresa dovrebbe cominciare a sentirsi nel 2025.

In termini di export, una controtendenza si registra con l’aumento delle forniture in diverse destinazioni extra-UE, in particolare Turchia e Regno Unito.

nia), nonostante le difficoltà dell’economia locale, ma anche in India, Tailandia, Indonesia, solo per citare i mercati più rilevanti. Accelerano le vendite in Medio Oriente, in funzione di una domanda vivace da Emirati Arabi Uniti e Israele (ma rallentata dall’Arabia Saudita).

Per quanto riguarda l’Africa, si osserva una forte dicotomia tra le due macro-aree di riferimento: flussi fortemente incrementati verso il Sub-Sahara (più che raddoppiate le forniture al Sudafrica ma anche picchi di commesse in Camerun, Angola, Tanzania) a fronte di un ripiego di quelli verso i Paesi che affacciano sul Mediterraneo, con l’unica eccezione positiva del Marocco; non a caso, insieme all’Algeria (che però soffre di altre problematiche), è l’unico Paese non travolto dalla cosiddetta “Primavera Araba”.

Le parole del presidente di Amaplast

“Quanto al 2025, non è semplice fare previsioni”, ha dichiarato Massimo Margaglione, presidente Amaplast. “La capacità dei costruttori italiani di tecnologia per plastica e gomma di adattarsi ai mutamenti dei mercati e proporre soluzioni tecnologicamente avanzate e flessibili deve fare i conti con la crescente complessità degli scenari mondiali. A oggi è ipotizzabile un modesto rimbalzo, con il ritorno al segno positivo dei principali indicatori di settore, nell’ordine di uno-due punti percentuali. L’auspicio è quello di una più decisa ripresa del mercato domestico, grazie a una efficace introduzione dei provvedimenti di Transizione 5.0, con l’adozione di tutte quelle misure indicate dalle direttive europee per la sostenibilità e il risparmio energetico nei processi produttivi. Tuttavia, un quadro più preciso si potrà delineare solo trascorsi i primi mesi dell’anno”.

Per Massimo Margaglione, presidente di Amaplast, nel 2025 “è ipotizzabile un modesto rimbalzo, con il ritorno al segno positivo dei principali indicatori di settore, nell’ordine di uno-due punti percentuali. L’auspicio è quello di una più decisa ripresa del mercato domestico”.

L’appuntamento con GreenPlast 2025

Sostenibilità e risparmio energetico che rappresenteranno il nucleo portante della seconda edizione della mostra-convegno GreenPlast, organizzata da Promaplast, la società di servizi di Amaplast, in programma presso il quartiere espositivo di Fiera Milano a Rho-Pero (Milano) dal 27 al 30 maggio 2025.

Accanto alla sessione espositiva – con aziende dell’intera filiera della plastica e della gomma, dai materiali ai macchinari, dai processi ai servizi – quella convegnistica, coordinata da AMI-Applied Market Information, affronterà aspetti chiave come la gestione dei rifiuti plastici, il riciclo meccanico e chimico, l’efficienza energetica di macchinari e processi, le bioplastiche ma non solo.

Foto Comac
Per le importazioni previsione di chiusura anno con un calo del 15%, a fronte di una domanda interna debole.
Foto Amut

27-30 MAGGIO 2025

Fiera Milano, Rho (MI)

FOCUS SU:

Convegno Giflex a Torino

Con il flessibile si può!

Imballaggio flessibile: un settore solido, sano e portatore di una cultura scientifica della sostenibilità. In questa direzione vanno le Linee Guida LCA tracciate dal Gruppo Imballaggio Flessibile per valutare l’impatto ambientale di tali semilavorati.

A c ura di Luca Mei

Si è svolto il 25 ottobre, presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino, il convegno di Giflex dal titolo “Con il flessibile si può!”, evento parte del programma di Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024. La giornata si è aperta con il messaggio del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha sottolineato il grande lavoro portato avanti in questi anni dalla filiera degli imballaggi, specialmente per l’impegno dimostrato nel cercare un dialogo con tutte le imprese e i distributori del settore. “Coltivare il dialogo e alimentare la cooperazione tra imprese e istituzioni è ancora più importante in questa fase, in modo da concretizzare strategie condivise e coerenti con l’attuale ciclo di vita degli imballaggi, dalla loro produzione fino al loro recupero e riuso, inseriti in un modello di economia circolare”, ha auspicato il Ministro.

Il programma del Gruppo Imballaggio Flessibile, parte di Assografici, ha posto al centro del dibattito la costruzione di una cultura per la sostenibilità e circolarità del packaging basata su scienza e competenze senza dimenticare il valore innovativo che esso offre in qualità di media verso il cittadino. Sul palco esempi di cultura, tradizione, lavoro, innovazione, valori che il settore condivide profondamente con Torino Capitale d’Impresa 2024.

“Sono lieto che l’associazione nazionale dei produttori di imballaggi flessibili abbia scelto Torino come sede di questo importante evento. Le novità in materia di normativa europea, le nuove tecnologie, il tema dell’educazione diffusa alla sostenibilità sono oggetto di confronto qui e oggi, ma sono tematiche di fondamentale importanza per tutte le nostre imprese, indipendentemente dal settore merceologico di appartenenza. Lavorare insieme, con impegno, a obiettivi comuni è l’unica strada per restare competitivi e crescere, nella consapevolezza che l’innovazione si sviluppa dall’incontro tra culture e dallo scambio di esperienze”, ha dichiarato Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino.

Un settore in crescita

L’industria dell’imballaggio flessibile in Italia registra un’occupazione di oltre 12.000 addetti, una produzione intorno a 450.000 tonnellate e un fatturato che supera i 4,5 miliardi di euro. “Siamo un settore solido e sano. Seppur i bilanci 2023 indichino che, dopo il boom del biennio precedente, il valore del fatturato si contrae, continua ad aumentare il numero degli addetti e cresce la robustezza finanziaria delle nostre imprese, complice anche il calo di costi di materie prime ed energia”, ha commentato Alberto Palaveri, presidente di Giflex.

L’evento di Torino ha portato all’attenzione, tra i temi più attuali, la presentazione delle Linee Guida LCA di Giflex per la valutazione su base scientifica dell’impatto ambientale degli imballaggi flessibili attraverso studi di Life Cycle Assessment. Lo studio, risultato del lavoro dei Gruppi Scientifici dell’Associazione, ha altresì lo scopo di fornire un documento di posizionamento strategico verso un modello di economia circolare coerente con i principi di sostenibilità internazionali. “In futuro la competitività delle nostre imprese si giocherà su modelli e soluzioni virtuose per l’ambiente. Rappresentiamo un settore altamente tecnologico che lavora dietro le quinte dei grandi brand. I nostri pack sono icone dei nostri tempi. Proprio per questo vogliamo essere portatori di una cultura scientifica della sostenibilità”, ha aggiunto Palaveri. Giflex sta lavorando per diventare un interlocutore competente per il legislatore al fine di favorire una politica ambientale che coniughi innovazione e sostenibilità. La presentazione delle prime Linee Guida LCA per l’imballaggio flessibile presentate alla Camera dei Deputati lo scorso 15 ottobre su iniziativa di Maria Chiara Gadda, vicepresidente Commissione Agricoltura Camera dei Deputati, è la dimostrazione che l’impegno delle industrie produttrici di packaging flessibile verso un cambiamento concreto e necessario è reale.

Gli interventi

Durante la prima sessione del convegno sono state approfondite le prospettive chiave per l’industria del packaging, con un focus su trend socioeconomici e innovazione. La mattinata è stata aperta da Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, illustrando la differenza di competitività in

Il presidente di Giflex, Alberto Palaveri.

Europa, tra costi energetici elevati e un mercato poco aperto a nuove tecnologie. Nel settore del packaging, la sfida principale è quella della transizione ecologica: “Non sempre possiamo fare delle cose che ci fanno diventare più sostenibili e insieme più competitivi; spesso c’è un trade-off, e affrontare questo trade-off è fondamentale”, ha dichiarato Stagnaro.

A seguire è intervenuto Fabio Gonzatto, area sales e marketing manager Italia di Windmoeller & Hoelscher Group, che ha illustrato le soluzioni per un packaging sostenibile, riciclabile e leggero basate su economia circolare, digitalizzazione ed efficienza, “un processo innovativo che Windmöller & Hölscher ha presentato come vero e proprio loop”, ha spiegato Gonzatto.

Con Christian Centonze di NIQ Brandbank e Mara Galbiati di GfK - An NIQ Company, è stata poi analizzata la complessità dei consumi in Italia, segnata da polarizzazione nella fiducia e nel potere d’acquisto, dove “registriamo, da una parte, una richiesta crescente di risparmio e, dall’altra, di valore in benessere e servizi”, hanno commentato i due relatori.

Una veduta della platea durante le sessioni del convegno torinese.

12.000 addetti, 450.000 tonnellate di produzione, 4,5 miliardi di euro di fatturato: questi alcuni numeri del settore dell’imballaggio flessibile presentati dal presidente di Giflex, che lo ha definito “solido e sano”.

Il tema dell’intelligenza artificiale, sempre più centrale, è stato esplorato da Marco Di Dio Roccazzella di Jakala e da Vittorio Di Tomaso di Maize - Designing Futurabilities, che hanno evidenziato impatti e applicazioni pratiche,osservando come “la chiave sta anche nelle persone, formandole e attraendo nuovi talenti”.

Infine, Erik Ciravegna dell’ Advanced Design Unit - Università di Bologna Osservatorio Innovazione Packaging, ha raccontato, attraverso il flexible packaging storytelling, il metodo narrativo “che mette al centro le qualità del flessibile nelle sfide quotidiane”, applicandolo, insieme a Marco Scatto, Polymer Scientist Tiberino 1888, che ha presentato una innovativa soluzione per il confezionamento di cibo nelle missioni aerospaziali, sottolineando che “per noi è molto importante portare leggerezza nello spazio: cosa meglio dell’imballaggio flessibile?”.

Nel pomeriggio il programma è proseguito con le Linee Guida LCA per l’imballaggio flessibile, di cui hanno parlato Andrea Cassinari, coordinatore dei Comitati Scientifici di Giflex, e Paola Riccardi, packaging consultant SRC Ingegneria, illustrando le potenzialità di tale strumento “nell’ottica di fornire linee guida misurabili, confrontabili e supportate scientificamente”. Il focus sulla misurabilità è continuato con Elisabetta Bottazzoli, responsabile sostenibilità di Federazione Carta e Grafica, che si è concentrata sui metodi di rendicontazione e trasparenza da attuare e ha evidenziato che il settore dell’imballaggio flessibile parte già da “un buon livello di trasparenza e conformità agli standard internazionali”.

Sante Conselvan, managing director di I&C Group, e Firas Masri, direttore di Sistrade, hanno approcciato i vantaggi offerti da big data, automazione e processo evolutivo industriale.

Un momento della tavola rotonda che ha chiuso il convegno.

“Il futuro saranno i dati oggettivi che ci permetteranno di agire meglio”, ha commentato Masri, ricordando come l’Industria 4.0 (e in prospettiva 5.0) sia la leva strategica per portare i dati dove servono.

Francesca Siciliano Stevens, segretario generale Europen (l’organizzazione europea per imballaggio e ambiente), ha fornito una panoramica sulle ultime novità del PPWR e sui temi che la nuova Commissione europea dovrà porsi. “Raggiungere gli obiettivi di riciclo richiede un impegno collettivo da parte dell’industria e degli Stati membri”, ha dichiarato Siciliano Stevens.

La giornata si è conclusa con una tavola rotonda, nel corso della quale Silvia Fregolent, componente della Commissione Ambiente e Industria del Senato della Repubblica, per quanto riguarda il riciclo degli imballaggi, ha spiegato che “abbiamo raggiunto le percentuali richieste dalla direttiva, dimostrando di essere virtuosi, ma ora possiamo migliorare ancora”. Federico Cavallo, responsabile public affairs & media relations di Altroconsumo, ha ricordato che “questa competizione si vince o si perde anche sulla capacità di comprendere e integrare il ruolo del consumatore all’interno della propria strategia”. Laura Brambilla, responsabile di Comuni Ricicloni di Legambiente, ha parlato della sinergia da coltivare tra associazioni ambientaliste e industria: “Crediamo che il dialogo e la collaborazione siano essenziali per portare avanti l’economia circolare”. Infine, Alberto Mattesco, capo della segreteria del viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha raccontato le strategie governative in atto: “L’Italia non riceve questo regolamento dal nulla, ma ha costruito una solida esperienza che ci permette di essere preparati. Se ci chiediamo se l’imballaggio flessibile possa essere una soluzione per ridurre l’immesso al consumo, la risposta è sì”.

Conferenza stampa alla Camera dei Deputati

Linee guida LCA per l’impatto degli imballaggi flessibili

Le prime, e uniche, linee guida LCA in Italia per la valutazione su base scientifica dell’impatto ambientale degli imballaggi flessibili attraverso studi di Life Cycle Assessment sono state presentate alla Camera dei Deputati il 15 ottobre nel corso della conferenza stampa “Misurare la sostenibilità, LCA come strumento per la definizione di policy”, organizzata su iniziativa di Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, in collaborazione con Giflex - Gruppo Imballaggio Flessibile. Tali linee guida LCA hanno altresì lo scopo di fornire un documento di posizionamento strategico verso un modello di economia circolare coerente con i principi di sostenibilità internazionali. “L’impatto ambientale delle produzioni non può essere approcciato con demagogia, ma con il buonsenso e le evidenze scientifiche. Le linee guida LCA elaborate da Giflex rappresentano uno strumento essenziale per misurare e rendicontare l’impatto ambientale, facilitando lo sviluppo di soluzioni sostenibili nel settore del packaging flessibile e garantendo una riduzione concreta dello spreco alimentare. Uno stimolo per le aziende ma anche per il legislatore. La sostenibilità non si declama a parole ma va praticata con azioni concrete e norme adeguate concertate tra pubblico e privato”, ha dichiarato Maria Chiara Gadda. L’incontro ha posto al centro del dibattito la costruzione di una cultura per la sostenibilità e circolarità del packaging basata su scienza e competenze. A tale proposito, dopo Maria Chiara Gadda e Alberto Palaveri, sono intervenuti e ne hanno discusso: Cristian Chiavetta, responsabile del Laboratorio Strumenti per la Sostenibilità e la Circolarità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di Enea, Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Candiani, membro della Commissione Politiche UE della Camera dei Deputati, Raffaele Nevi, segretario della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

La conferenza stampa alla Camera dei Deputati organizzata da Maria Chiara Gadda (nel riquadro), vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
Francesca Siciliano Stevens, segretario generale di Europen.

Buzzella: “Più chimica per realizzare la transizione ecologica”

Nel 2025 atteso un modesto recupero della produzione (+1,2%) senza una significativa ripresa della domanda. In base a uno studio di settore (The European House Ambrosetti) investire nella chimica genererebbe un valore aggiunto di 33,3 miliardi e la creazione di oltre 50.000 nuovi posti di lavoro in tutto il manifatturiero.

A c ura di Luca Mei

L’industria chimica in Italia - oltre 2.800 imprese per 112 mila addetti - oggi vale 67 miliardi di euro e quasi 40 miliardi di export, ma una politica industriale a favore del settore apporterebbe 22,2 miliardi di euro di valore aggiunto incrementale e un beneficio economico a tutto il sistema manifatturiero che, secondo le stime, varrebbe 33,3 miliardi di euro, oltre che decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, anche se permarrebbero le criticità dei settori della chimica a monte, esposti agli alti costi dell’energia e delle materie prime che hanno subito una continua perdita di competitività ormai strutturale (il costo del gas storicamente circa quattro volte superiori rispetto altre aeree). Questo lo scenario che emerge dallo studio “L’industria chimica come competenza abilitante per il Made In Italy e per lo Sviluppo Sostenibile”, realizzato da The European House Ambrosetti e presentato nel corso dell’ultima assemblea di Federchimica (la federazione nazionale dell’industria chimica). “Lo studio”, ha sottolineato Francesco Buzzella, presidente di Federchimica, “rappresenta una proposta

corale che tutte le parti sociali di settore mettono a disposizione del Governo per promuovere iniziative a favore di un settore strategico come la chimica”.

2025: possibile timida ripresa

Dopo due anni consecutivi di contrazione (-4,1% nel 2022 e -6,7% nel 2023), per il 2024 dovrebbe mettere a segno una sostanziale stabilizzazione della produzione chimica in Italia (+0,5%). Le possibilità di una timida ripresa sono rinviate al 2025 (+1,2%) e subordinate al contesto, che rimane denso di incognite e di intense pressioni competitive.

“La chimica vive in anticipo e in modo amplificato il nuovo scenario di “policrisi” che condiziona tutta l’industria, italiana ed europea, e che impatta prepotentemente sulle imprese in termini di costi dell’energia e del trasporto internazionale, accesso ai mercati di approvvigionamento e di esportazione, difficoltà di programmazione della produzione e degli investimenti. Paghiamo un prezzo carissimo, quello di una normativa che favorisce il primato ecologico dell’Europa a dispetto della competitività industria-

le, in un mercato che premierà invece altri Paesi, meno virtuosi sotto il profilo ambientale. Infatti, il 75% delle chiusure mondiali di stabilimenti riguarda l’Unione Europea, a fronte di nuovi investimenti che si concentrano nelle altre parti del mondo. La vera sfida è rendere la transizione ecologica sostenibile anche socialmente ed economicamente, senza rinunciare ai traguardi raggiunti in materia di qualità della vita”, ha avvertito il presidente di Federchimica.

Per far questo occorre rivedere tempi e modalità di attuazione del Green Deal, con particolare attenzione ai costi dell’energia, “perché”, come ha ricordato Buzzella, “la neutralità tecnologica va ricercata includendo tecnologie molteplici e individuando così le soluzioni migliori in funzione delle innumerevoli esigenze applicative, anche in relazione alle specificità dei singoli Paesi. Altrimenti, l’Europa rischia di impoverirsi al punto di non avere più le risorse da investire nelle tecnologie del futuro. In Italia il gap competitivo è anche nei confronti degli altri Paesi europei, dove il costo dell’energia è ben inferiore: serve un mercato unico europeo dell’elettricità. Valorizziamo il ruolo

Il presidente di Federchimica, Francesco Buzzella.

dell’Italia come hub energetico per l’area Sud dell’Europa - per il gas, lo stoccaggio della CO2 e le rinnovabili - in una strategia che comprenda il nucleare di nuova generazione e quello di fusione”.

Il presidente di Federchimica ha proseguito ribadendo quanto sia la chimica, ancora una volta, a fornire soluzioni: “Senza chimica non c’è industria: i prodotti chimici sono componenti essenziali del 95% dei manufatti di uso quotidiano o in applicazioni strategiche anche per la transizione, quali le batterie o i pannelli solari. La transizione ecologica richiederà non meno, ma più chimica: la mobilità sostenibile ne comporta almeno il 30% in più, ma lo stesso discorso vale per tutti gli altri ambiti, dall’agroalimentare all’edilizia”.

Eccellenza di competenze e capacità tecnologiche

La chimica in Italia si distingue come eccellenza in termini di competenze e capacità tecnologiche e può far leva sull’innovazione per spingersi verso la specializzazione, fattori abilitanti per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione e circolarità che stanno indirizzando l’industria europea nello sviluppo di un modello sempre più sostenibile. La transizione ecologica della chimica necessita sia di investimenti in tecnologie breakthrough (quali riciclo chimico, fonti rinnovabili e biotecnologie, idrogeno rinnovabile ed elettrochimica, recupero e riutilizzo della CO2), sia di investimenti in ambiti di innovazione continuativa, prioritariamente in efficienza energetica, eco-progettazione dei prodotti, sosteni-

bilità ambientale e digitalizzazione.

Per sostenere la decarbonizzazione, il settore chiede di rafforzare i finanziamenti dei progetti di transizione, a partire dalla destinazione dei proventi dei permessi per le emissioni di CO2 (ETSEmissions Trading System). “Tra costi diretti e indiretti (cioè, connessi all’acquisto di elettricità) le emissioni di CO2, costano alle nostre imprese oltre 600 milioni di euro all’anno, quasi quanto tutti gli investimenti in ricerca e innovazione del settore”, ha ricordato Buzzella. Le compensazioni dei costi indiretti della CO2 dovrebbero raggiungere anche in Italia il limite massimo del 70% ammesso dalla normativa, come avviene negli altri principali Paesi europei.

“Siamo un settore fondamentale per affrontare la sfida del cambiamento climatico e della tutela ambientale”, ha concluso il presidente di Federchimica, “nonché essenziale per garantire benessere, salute e sicurezza a un pianeta in costante crescita demografica: una politica industriale a favore della chimica è funzionale non solo alle imprese e agli addetti del settore, ma agli interessi di tutto il Paese”.

La chimica in Italia: tanti settori, tutti importanti

L’Italia è attiva in tutti i molteplici e diversificati settori nei quali si articola l’industria chimica.

La chimica di base riveste poco meno del 43% del valore della produzione chimica in Italia e, data la rilevanza delle economie di scala, si compone di un numero limitato di attori. I suoi prodotti sono i costituenti fondamentali per tutte le filiere a valle.

La chimica fine e specialistica rappresenta oltre il 43% del totale ed è estremamente diversificata in quanto rende disponibile una vasta gamma di prodotti intermedi caratterizzati dalle specifiche funzionalità richieste in relazione alla singola esigenza di applicazione.

Oltre ad alcune tipologie di pitture e vernici, detergenti e cosmetici sono destinati al consumatore finale e rappresentano il

14% della produzione.

Il confronto con la chimica europea rende evidente la specializzazione italiana nella cosiddetta “chimica a valle”, in particolare nella chimica delle specialità che rappresenta il 57% del valore della produzione rispetto al 37% nell’UE.

I settori di riferimento principali sono gli ausiliari e additivi per l’industria, le vernici e adesivi e la chimica destinata al consumo (cosmetica e detergenza), ossia quei settori dove le economie di scala sono meno rilevanti e conta la capacità di formulare prodotti caratterizzati da determinate prestazioni (chimica delle formulazioni).

In Italia la quota sugli occupati della chimica a valle tra il 2000 e il 2021 è aumentata dal 61% al 71%.

Nonostante i condizionamenti dettati dall’elevato costo dell’energia e dalle carenze infrastrutturali, l’Italia mantiene una presenza significativa anche nella chimica di base. Trattandosi di una filiera fortemente integrata, anche con riferimento alle attività di innovazione, l’indebolimento delle fasi a monte rappresenta un rischio anche per le attività a valle.

La chimica è “un settore fondamentale per affrontare la sfida del cambiamento climatico e della tutela ambientale, nonché essenziale per garantire benessere, salute e sicurezza a un pianeta in costante crescita demografica: una politica industriale a favore della chimica è funzionale non solo alle imprese e agli addetti del settore, ma agli interessi di tutto il Paese”, ha dichiarato Francesco Buzzella nel suo discoro all’assemblea di Federchimica.

Produzione chimica europea per Paese (miliardi di euro, anno 2023)

UE27 = 655 miliardi di euro

Germania

Francia

Italia

Spagna

Paesi Bassi*

Belgio

Polonia

(*) Il dato dei Paesi Bassi include attività puramente commerciali connesse all’attività portuale Fonte: elaborazioni su Cefic Chemdata International, Eurostat

Il valore della produzione chimica italiana è sul podio dei 27 Paesi dell’Unione Europea.

“Chimica e fantasia”, Michele CascellaFoto Federchimica

Chimica, transizione, futuro

L’importanza di una corretta concezione

Con il termine sostenibilità viene definita la condizione di sviluppo che assicuri il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future. Per molti, però, la parola sostenibilità è, di fatto, un più semplicistico sinonimo di tutela dell’ambiente: è sostenibile ciò che è green, quindi naturale, non industriale e, il più delle volte, non chimico. Anche la natura però è chimica, eppure si continua a contrapporre ciò che è naturale a ciò che è chimico, ovvero ciò che è buono a ciò che è cattivo. In base a vecchi e infondati pregiudizi, quindi, chimica e sostenibilità sarebbero agli opposti. Nulla di più inesatto. All’origine di queste convinzioni, diffuse quanto immotivate, ci sono orientamenti pseudoscientifici e populisti che, facendo leva sull’emotività e non su dati concreti, penalizzano i prodotti chimici, disconoscendone il ruolo fondamentale per il nostro benessere e il nostro progresso tecnologico. Con il riscontro negativo di danneggiare un’industria così strategica per lo sviluppo sostenibile. Demonizzare la chimica significa anzitutto ignorare un’esigenza del presente: oggi il 95% dei manufatti contiene almeno una sostanza chimica e sarebbe davvero impossibile farne a meno. Rinunciare alla chimica nel nome di una concezione green suggestiva quanto miope, però, tradisce anche una promessa di futuro: infatti, la tanto auspicata - e necessaria - transizione ecologica non ha possibilità di realizzarsi senza il contributo prezioso di questa scienza e del suo settore industriale. È necessario che si affermi non solo quanto la chimica - e la sua industria - contribuisca a migliorare la qualità della vita, ma anche a preservare le risorse naturali, a fornire soluzioni alle grandi sfide che ci attendono - quella climatica anzitutto - ma anche alla necessità di sfamare una popolazione mondiale in aumento. L’Industria chimica, con la sua pervasività, si colloca a monte di moltissime filiere produttive e va perciò considerata una competenza abilitante per il Made in Italy e per lo sviluppo sostenibile, capace di trasferire tecnologia e innovazione a tutti i settori che alimenta. Dunque, un futuro senza chimica, ma anche solo con meno chimica, sarebbe certamente un futuro peggiore: queste le parole chiave della comunicazione, da ribadire anche in ambito istituzionale e in contesti di dibattito pubblico, affinché il settore si appropri pienamente del ruolo fondamentale che gli compete.

Anche la chimica è naturale perché la natura è chimica: un cambiamento di paradigma comunicativo è importante per rivalutare l’importanza di un settore industriale fondamentale alla vita quotidiana e adesso sempre più centrale nella transizione in atto.

Produzione chimica in Italia per settore (quote % in valore)

Chimica per il consumo 14,0%

Chimica di base e fibre 42,8%

Profumi e cosmetici 9,3% Detergenti per la casa 4,7%

Agrofarmaci 1,6%

Intermedi e principi attivi farmaceutici 10,0%

Altri prodotti di chimica fine e specialità 19,8%

Vernici, adesivi e inchiostri da stampa 11,8% Gas tecnici 3,8% Coloranti e pigmenti 1,3%

Chimica fine e specialistica 43,2%

In Italia, l’industria delle materie plastiche e della gomma è quella che assorbe la quota maggiore (16%) della chimica di base e fibre e la seconda della produzione chimica totale, dopo i prodotti di chimica fine e specialità, che assorbono il 19,8% della chimica fine e specialistica.

Chimica 5.0 al centro di economia circolare e digitalizzazione

L’industria chimica affronta una stagione di grandi cambiamenti. Nel lungo cammino del proprio sviluppo - dalla chimica del carbone alla petrolchimica, fino alle sfide della globalizzazione e specializzazione - la chimica si appresta ad affrontare la fase 5.0.

Chimica 5.0 comporta l’interazione tra digitalizzazione ed economia circolare per “fare di più con meno”. A partire dalle fasi di progettazione vengono messi a punto nuovi paradigmi produttivi e di recupero dei materiali per massimizzare l’utilizzo delle molecole già esistenti: da modelli di produzione lineari si passa a modelli circolari. La chimica gioca un ruolo essenziale essendo a monte di numerose filiere e dotata delle competenze tecnologiche per guidare il cambiamento.

Approcci diversi e innovativi si stanno delineando per riutilizzare i rifiuti o trasformarli in nuove risorse: dal riutilizzo vero e proprio al riciclo, fino al recupero energetico e al riutilizzo della CO2. Accanto al riciclo meccanico, lo

sviluppo del riciclo chimico è indispensabile per evitare che i rifiuti in plastica siano avviati a discarica.

La digitalizzazione offre nuove e preziose opportunità per favorire lo sviluppo di modelli di economia circolare, con la facilitazione della raccolta e condivisione di grandi volumi di dati tra gli attori della filiera e il miglioramento dei processi lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti.

Anche la chimica si appresta ad affrontare la fase 5.0 come settore chiave per la transizione ecologica e tecnologica.

Fonte: elaborazione su Istat; anno 2021, ultimo anno disponibile

Vanetti s.p.a., fondata nel 1971, produce Masterbatches, Biomasterbatches®, Additivi, MasterbatchRecy® per materie plastiche. Il Colore comunica, trasmette emozioni e stati d’animo straordinari. Con oltre cinquanta anni di esperienza nel settore, i prodotti Vanetti vengono utilizzati per la colorazione

e additivazione di qualsiasi resina termoplastica e dei nuovi biopolimeri. La passione per il colore, l’esperienza ed il servizio verso i clienti sono i punti di forza dell’azienda. Impianti di nuova tecnologia oltre a materie prime selezionate ed ecosostenibili garantiscono elevate prestazioni dei prodotti realizzati.

Macchine utensili, robot e automazione si affidano al 2025

Nel 2024 netto calo per l’industria italiana delle macchine utensili, dei robot e dell’automazione. Nel 2025 prevista crescita a ritmi modesti. Queste le risultanze dell’anno da poco conclusosi, che per il presidente di Ucimu, Riccardo Rosa, è stato “completamente perso”, e le attese per quello nuovo appena iniziato.

S“Il ritmo del biennio 2021-2022 non era sostenibile oltre un certo limite di tempo”, ha dichiarato Riccardo Rosa nel suo intervento.

Ucimu

i è chiuso con un calo consistente di quasi tutti gli indicatori economici il 2024 dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione. Il 2025 non sarà brillante ma è attesa comunque una timida inversione di tendenza. Questo, in sintesi, quanto illustrato da Riccardo Rosa, presidente Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno tenutasi a Milano l’11 dicembre.

Come emerge dai dati di preconsuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre, nel 2024, la produzione si è attestata a 6.745 milioni di euro, segnando un calo dell’11,4% rispetto all’anno precedente. Il calo è stato determinato esclusivamente dalla forte contrazione delle consegne dei costruttori sul mercato interno il cui valore si è fermato a 2.255 milioni di euro, pari al 33,5% in meno del 2023, zavorrate dalla bassa propensione agli investimenti da parte degli utilizzatori italiani.

La misura di questa debolezza si esprime con il dato del consumo domestico crollato, del 34,8%, a 3.795 milioni di euro. Questo trend ha avuto impatto anche sull’andamento dell’import che si è ridotto, del 36,5%, a 1.540 milioni. Differente la prestazione dei costruttori italiani sul mercato estero, come dimostra il dato di export cresciuto, del 6,3% rispetto al 2023, a 4.490 milioni di euro, nuovo valore record mai raggiunto prima di ora.

Secondo l’elaborazione Ucimu sui dati Istat, nel periodo gennaio-agosto 2024 (ultimo dato disponibile), principali mercati di sbocco dell’offerta italiana di sole macchine utensili sono risultati: Stati Uniti (419 milioni di euro, +17,8%), Germania (243 milioni di euro, +12,3%); Cina (138 milioni, -15,3%), India (132 milioni +100%), Francia (125 milioni, -9,3%). Il dato di export/produzione è salito a 66,6%.

Per il 2025, i risultati attesi prevedono un ritorno al campo positivo ma con incrementi decisamente moderati. In particolare, secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi Ucimu, nel 2025, la produzione tornerà a crescere, attestandosi a 6.940 milioni (+2,9% rispetto al 2024).

Tale risultato dovrebbe essere determinato sia dal positivo andamento delle esportazioni che registreranno stazionarietà (+0,3%) rispetto al valore del 2024, attestandosi a 4.505 milioni di euro (nuovo record), sia dalla timida ripresa delle consegne dei costruttori italiani che cresceranno a 2.435 milioni di euro (+8% rispetto al 2024), trainate dal riavvio della domanda domestica. Il consumo italiano di macchine utensili, robot e automazione crescerà a 4.070 milioni, pari al 7,2% in più rispetto al 2024. Anche le importazioni potranno giovarsi della (debole) ripresa della domanda interna, come dimostra il dato di previsione che indica una crescita del 6,2% a 1.635 milioni di euro. Il dato di export/produzione scenderà leggermente, fermandosi a 64,9%.

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Le parole del presidente

“Dopo l’estate è apparso chiaro che il 2024 sarebbe stato “un anno completamente perso” per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili che ha comunque provato a salvare (senza riuscirci) il risultato finale grazie all’attività oltreconfine. E così è stato ma il nostro Centro Studi ha dovuto comunque rivedere ulteriormente al ribasso le stime presentate a settembre, segno della difficoltà che le nostre imprese si trovano a fronteggiare. L’anno che si conclude mette in evidenza ancora una volta la capacità dei costruttori italiani di orientare la propria attività in modo repentino verso le aree più dinamiche del mondo a partire proprio dagli USA dove stiamo lavorando bene ormai da parecchi anni. Guardando però oltre, il timore che la nuova amministrazione americana possa decidere di attuare una nuova politica di dazi per beni legati alla nostra produzione ci mette in allerta e ci impone un ragionamento puntuale sulle nostre attività di internazionalizzazione”, ha commentato Riccardo Rosa, presidente di Ucimu.

“Proprio in questi ultimi mesi è stato costituito Oficina Italiana de Promotiòn Mexico, un desk che opera per supportare le aziende italiane associate a Ucimu e Amaplast, nell’attività di conoscenza e penetrazione del mercato rilevante, anche per l’area del Centro e Nord- America. D’altra parte, il grande problema dei costruttori resta il mercato domestico che, dopo aver consumato a ritmi mai visti prima, fatica a ripartire, complici anche le lunghe attese per il perfezionamento e la semplificazione di Transizione 5.0 annunciate dalle autorità di governo nel mese di novembre ma non ancora rese effettive. E se è vero che il ritmo del biennio 2021-2022 non era sostenibile oltre un certo limite di tempo, è altrettanto vero che ora il valore del mercato italiano si è profondamente ridotto, tornando sui livelli del 2016. Troppo poco direi. Per questo occorrono interventi e misure importanti”, ha continuato Riccardo Rosa.

“Transizione 5.0 è sicuramente una grande opportunità perché spinge le aziende a ragionare su un nuovo e necessario approccio di corretto uso delle risorse, risparmio energetico e produzione sostenibile come richiesto dalle direttive europee. Le imprese credono nella potenzialità di questo strumento ma occorre che i correttivi arrivino al più presto. Altrimenti, l’opportunità rischia di rimanere ancora una volta solo sulla carta. Apprezziamo in particolare l’idea di sostituire l’obbligo di certificazione del risparmio energetico con la possibilità di abbinare il nuovo acquisto alla sostituzione di un macchinario obsoleto (il cui ammortamento è stato completato da almeno 24 mesi). Questo vorrebbe dire che si potrebbe acquistare un nuovo macchinario in regime 5.0 se l’acquisto fosse legato al rimpiazzo di una macchina con almeno 7 anni di età. Ma apprezziamo anche l’innalzamento delle aliquote, la possibilità di cumulare la misura con gli incentivi per la ZES o con altri incentivi finanziati con risorse non nazionali e l’allungamento della misura al primo quadrimestre 2026. Se questi aggiustamenti saranno effettivamente presenti in Legge

di Bilancio, la domanda dovrebbe di fatto ripartire a beneficio di tutto il manifatturiero del paese che ha necessità di innovare per mantenere la propria offerta competitiva anche in linea con le direttive di sostenibilità definite dall’Unione Europea”, ha aggiunto il presidente di Ucimu.

“E a proposito di Green Deal non possiamo che rilevare che la posizione dell’Unione che intende procedere con il piano di transizione elettrica del motore endotermico con i tempi e le modalità attualmente stabilite, sta mettendo a dura prova il manifatturiero del vecchio continente. Quello a cui stiamo assistendo oggi, con la chiusura di alcune fabbriche automotive e la fuoriuscita di migliaia di lavoratori anche dell’indotto, rischia di innescare un effetto domino che porterebbe un grave problema sociale per la gran parte dei paesi dell’area, a partire proprio dall’Italia. Non possiamo assolutamente permetterlo, per questo ritengo sia necessario che tutti gli organismi di rappresentanza del mondo industriale facciano sentire la loro voce prima che sia davvero troppo tardi. Si tratta di una partita che vede imprenditori, manager, maestranze, istituzioni di governo, tutti coinvolti per il comune interesse di difendere l’industria che è la base del sistema economico del paese e dell’Europa. Il sistema manifatturiero è elemento imprescindibile per il benessere della società. Per questo alle autorità di governo ribadiamo la necessità di ragionare fin dall’inizio dell’anno su un nuovo programma di politica industriale che accompagni e sostenga lo sviluppo delle imprese dal 2026 in avanti”, ha concluso Riccardo Rosa.

Il comparto di macchine utensili, robot e automazione rappresentato da Ucimu ripone ora la propria fiducia nel 2025, quando, secondo le previsioni, dovrebbe verificarsi una, seppure timida, ripresa.

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Linkedin/Ucimu
Un momento della conferenza stampa di fine anno tenuta da Riccardo Rosa, presidente UcimuSistemi per Produrre. Foto

Con il Bilancio di Sostenibilità l’azienda intraprende un percorso trasparente e condiviso verso lo sviluppo sostenibile inteso come opportunità per rafforzare la propria organizzazione e creare valore per gli stakeholder.

Moretto presenta il suo Bilancio di Sostenibilità

Un impegno concreto nel rispetto dei criteri ESG e GRI

Il costruttore sistemi ausiliari e di automazione per la trasformazione delle materie plastiche Moretto presenta il suo Bilancio di Sostenibilità, che, riferito al 2023, basato sui criteri ESG (Environmental, Social and Governance) e conforme con gli standard internazionali GRI (Global Reporting Initiative), rappresenta il coronamento del percorso, formale e strutturato, dell’azienda verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

“Il bilancio di sostenibilità è per noi uno strumento di dialogo, per far conoscere quello che facciamo e misurarci con nuove sfide in campo socio-ambientale. Un impegno che vede il coinvolgimento attivo e motivato di tutte le aree aziendali e un punto di partenza che ci porterà a fissare nuovi ambiziosi obiettivi per il futuro, sottolineando il nostro orientamento al miglioramento continuo”, ha affermato Renato Moretto, fondatore e presidente dell’azienda. La pubblicazione volontaria, in anticipo rispetto alle richieste normative, sottolinea inoltre la volontà di attuare una comunicazione trasparente volta a rendere note le proprie scelte e azioni orientate a minimizzare l’impatto ambientale, generare valore e migliorare il benessere della collettività.

Per Moretto la sostenibilità è un valore che ha contraddistinto l’azienda e il prodotto nel corso di tutta la sua storia. Da sempre, infatti, l’azienda ha tra i suoi driver di sviluppo strategico l’efficienza energetica dei propri prodotti. Un percorso in cui il suo impegno, i bisogni dei clienti e lo sviluppo tecnologico hanno portato alla realizzazione di soluzioni innovative in linea con il contesto economico attuale. Il settore dell’industria manufatturiera ha fra i suoi costi più elevati

quello dell’energia elettrica e dotarsi di soluzioni in grado di ridurli in modo significativo rappresenta un vantaggio competitivo irrinunciabile. Sono molteplici le automazioni Moretto brevettate che si distinguono per la loro efficienza energetica, tra cui la tramoggia di deumidificazione OTX, i turbocompressori Hyper Flow, i dryer che adottano la X Technology ecc. Guardando all’ambiente, l’azienda promuove la gestione e l’utilizzo efficiente delle risorse all’interno delle proprie attività e lungo la propria filiera. Tra le iniziative messe in atto, la scelta di utilizzare solo energia da fonti rinnovabili, come l’energia elettrica a marchio 100% Energia Pulita delle centrali idroelettriche situate nelle Dolomiti. Anche la certificazione UNI EN ISO 50001 conferma l’adozione di un sistema di gestione energetica conforme alle migliori pratiche internazionali che assicura una riduzione degli sprechi e un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse. Queste e altre soluzioni come, per esempio, l’adozione di illuminazione LED negli stabilimenti, hanno consentito a Moretto di diminuire del 13% i consumi complessivi del 2023 rispetto al 2022.

In termini di responsabilità sociale, Moretto considera il rispetto dell’individuo, il miglioramento continuo della sicurezza e l’attenzione al benessere dei propri dipendenti e collaboratori come parti integranti della cultura aziendale. La gestione delle risorse è condotta applicando il principio dell’inclusione e del rispetto del valore della diversità. Inoltre, l’impegno per raggiungere gli obiettivi di qualità e sostenibilità richiede un largo coinvolgimento dei dipendenti, sostenuto con campagne di formazione e sensibilizzazione.

L’industria della plastica scrive un nuovo capitolo tutto al femminile

Nasce l’associazione Women in Plastics Italy

Dalle imprenditrici alle dipendenti, dalle manager alle libere professioniste, le socie della nuova associazione si impegnano a creare un ambiente basato sul rispetto, prevenendo ogni forma di violenza, stereotipo, discriminazione o pregiudizio.

Women in Plastics Italy (WIP-IT) è la nuova associazione che riunisce donne professioniste che, con vari ruoli e diverse competenze, operano all’interno del settore delle materie plastiche. Dopo un primo anno di attività svolte in modo informale in cui si sono gettate le basi per questa nuova avventura, ora l’associazione è stata costituita formalmente e si è dotata di atto costitutivo e uno statuto, oltre che di un manifesto, un regolamento e un codice etico.

Dalle imprenditrici alle dipendenti, dalle manager alle libere professioniste, le socie si impegnano a rispettare i valori e i principi dell’associazione per generare un reale e pervasivo cambiamento culturale, ambientale e sociale in un settore che, storicamente, è sempre stato fortemente “maschile”.

Gli obiettivi primari dell’associazione sono quelli di promuovere una cultura di inclusività e di sostenibilità sociale e ambientale; educare per migliorare l’immagine della plastica attraverso i suoi utilizzi più virtuosi e incentivare contatti e relazioni per creare reti di scambio professionali e solidali tra tutti coloro che aderiranno all’associazione e ne condivideranno il manifesto. Il 29 ottobre si è svolta a Cremona la prima assemblea associativa a cui hanno partecipato oltre 50 neo-associate: sono le prime donne che hanno già confermato con entusiasmo la loro volontà di far parte di questa neonata associazione e che si impegneranno a promuovere la partecipazione alla vita associativa e a diffondere i valori di Women in Plastics Italy.

All’associazione possono aderire singole persone fisiche, ma anche imprese, associazioni ed enti con personalità giuridica come soci sostenitori o aggregati.

Tutti i soci si impegnano a promuovere una cultura di sostenibilità per diffondere un’immagine positiva della plastica sottolineandone l’essenzialità e il pregio, e a creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso garantendo

pari opportunità a tutti. Alle aziende sostenitrici si richiede - dotandosi di obiettivi chiari e misurabili, graduali e compatibili con le proprie specificità - di promuovere una cultura inclusiva e creare un ambiente basato sul rispetto prevenendo ogni forma di violenza, stereotipo, discriminazione o pregiudizio, di definire una equa rappresentanza nella governance, garantire pari opportunità ed equità salariale ai propri dipendenti e sviluppare iniziative per conciliare lavoro e vita privata.

La prima assemblea di Women In Plastics Italy è stata anche l’occasione per l’elezione dei membri del consiglio direttivo e degli altri organi, che rimarranno in carica per il prossimo mandato fino al 2028.

L’assemblea ha eletto: Miriam Olivi presidente, Erica Canaia e Clelia Petri vicepresidenti, Maria Elena Veronese segretaria, Emanuela Balzanelli tesoriera.

Nel corso della prima assemblea sono state illustrate anche le attività su cui il gruppo ha egregiamente lavorato nel 2024 e che WIP-IT porterà avanti nel corso del prossimo anno: il focus sarà su iniziative di formazione e informazione, con l’organizzazione di eventi e corsi che permettano alle donne di accrescere il proprio talento, acquisire consapevolezza, ma anche approfondire le conoscenze delle materie plastiche e delle innovazioni tecnologiche, guidando alle buone pratiche di uso e riciclo.

Una attenzione particolare sarà dedicata alle iniziative di sostegno e formazione per le nuove generazioni.

L’associazione lavorerà inoltre per intensificare le relazioni tra donne, in particolare nel settore materie plastiche, oltre che nei confronti di istituzioni, pubbliche e private, per lavorare insieme sugli stessi obiettivi.

L’evento si è concluso con il rimando al prossimo appuntamento, a maggio 2025 in concomitanza con la fiera GreenPlast.

Foto Linkedin/Women in Plastic Italy

Festival della Scienza di Genova

Plastica e chimica di base premiano le scuole primarie e secondarie

Sono stati 17 i premi assegnati ai vincitori della XXVII edizione del Premio Nazionale Giovani - Il contributo della Chimica di Base e della Plastica. Oltre 3.000 studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado hanno partecipato, durante l’anno scolastico 2023-24, al concorso realizzato da Assobase e PlasticsEurope Italia - le associazioni di Federchimica che rappresentano il comparto industriale della chimica di base e delle materie plastiche - da Amaplast - l’associazione dei produttori di macchine per la lavorazione delle materie plastiche e gomma - e dalla Società Chimica Italianal’associazione scientifica che ha lo scopo di promuovere lo studio ed il progresso della chimica e delle sue applicazioni. Gli studenti lucani della scuola San Giovanni Bosco di Pisticci (Matera), dell’Istituto Comprensivo Quinto Orazio Flacco, si sono classificati al primo posto nella categoria Plastica scuole primarie con il progetto “Plastich…iamo!”, un video sulla plastica che ha consentito ai giovani protagonisti di cambiare il proprio punto di vista su questo materiale: risorsa chiave per un futuro sostenibile. Nella categoria Plastica scuole secondarie di primo grado gli alunni dell’Istituto Comprensivo Amedeo Duca D’Aosta Ossona di Santo Stefano Ticino hanno vinto il primo premio con il video gioco “Plastica in gioco”, focalizzato sull’importanza di una “corretta” raccolta differenziata per un futuro più attento all’ambiente.

Gli alunni del Primo Circolo Didattico De Amicis di Trani, invece, si sono classificati al primo posto nella categoria

Chimica di Base scuole primarie con il progetto “Ammoniaca Quiz”, per sottolineare i tanti utilizzi di questo prodotto. Nella categoria Chimica di Base scuole secondarie di primo grado il primo premio è andato agli alunni della scuola dell’Istituto Comprensivo Giacomo Zanellato di Monselice per il progetto “Disco Mendeleev-Il Juke-box della Tavola Periodica”, che vede gli studenti protagonisti di un viaggio finalizzato alla scoperta della chimica passando dalla musica con la realizzazione di un vero juke-box.

Con i premi ottenuti, i vincitori riceveranno in dotazione materiale didattico da utilizzare all’interno delle proprie scuole. I giovani campioni, che hanno descritto in modo creativo - con video, quiz, racconti, articoli ecc. - le conquiste tecnologiche e scientifiche che hanno migliorato il nostro mondo, con particolare riferimento al ruolo fondamentale

della chimica di base e della plastica, sono stati premiati durante una cerimonia che ha avuto luogo come di consueto nel corso del Festival della Scienza di Genova.

Più di 300 i presenti: studenti di età compresa tra i 6 e i 14 anni, provenienti da 17 scuole del Paese, accompagnati da insegnanti e genitori.

Questa iniziativa costituisce un valido strumento a supporto dell’insegnamento, in particolare di quelle scientifiche e valorizza il lavoro dei docenti che vogliono utilizzare metodi innovativi, in grado anche di divertire, interessare e stimolare gli studenti a una comprensione più approfondita. Nel corso della cerimonia di premiazione è stata presentata la XXVIII edizione del concorso, per continuare a dialogare con la scuola, far conoscere un po’ più da vicino la chimica di base e i suoi prodotti, la plastica e le sue tante applicazioni, per sensibilizzare gli studenti sul ruolo della chimica, su quanto e come contribuisca al benessere, alla qualità della vita e a superare le tante sfide che tutti noi ci troviamo oggi ad affrontare.

PLASTICA CHIMICA DI BASE

Scuole primarie

Primo premio

“Plastich…iamo”

Istituto Comprensivo Quinto Orazio Flacco, Marconia di Pisticci (Matera)

Scuole secondarie di primo grado

Primo premio

“Plastica in gioco”

Istituto Comprensivo Amedeo Duca D’Aosta, Ossona (Milano)

Scuole primarie

Primo premio

“Ammoniaca Quiz”

Primo Circolo Didattico De Amicis, Trani

Scuole secondarie di primo grado

Primo premio

“Disco Mendeleev-Il Juke-box della Tavola Periodica”

Istituto Comprensivo Giacomo Zanellato di Monselice (Padova)

Un momento della cerimonia di premiazione durante il Festival della Scienza di Genova.
I VINCITORI

Risultati finanziari

Piovan stabile nei primi nove mesi del 2024

Il consiglio di amministrazione di Piovan ha approvato i risultati finanziari consolidati dei primi nove mesi del 2024, nei quali il totale di ricavi e altri proventi consolidati risulta pari a 419,9 milioni di euro, in calo dell’1,7% rispetto al 30 settembre 2023. Il risultato netto “adjusted” consolidato nei primi nove mesi del 2024 è di 32,7 milioni di euro, il 7,8% del totale dei ricavi e altri proventi (+4,1% sui primi nove mesi del 2023).

L’Ebitda “adjusted” consolidato è pari a 55,7 milioni di euro, stabile rispetto al 30 settembre 2023 (13,3% dei ricavi e altri proventi), mentre l’Ebit (risultato operativo) consolidato, escludendo gli effetti della Purchase Price Allocation (PPA) di Ipeg e di NuVu, è pari a 47 milioni di euro (11,2% del totale ricavi e altri proventi).

L’Ebit, in particolare, ha risentito di costi connessi ad acquisizioni, riorganizzazioni e processi di integrazione. La posizione finanziaria netta negativa si attesta a 50,5 milioni di euro (il 30 settembre 2023 era negativa per 87,3 milioni di euro) e conferma l’eccellente generazione di cassa. L’utile per azione base al 30

Gefit festeggia vent’anni di DAV

settembre 2024 è pari a 0,66 euro. La prestazione finanziaria del Gruppo Piovan al 30 settembre 2024 si conferma soddisfacente, soprattutto in termini di profittabilità grazie all’aumento del market share in un mercato in contrazione e all’integrazione delle società acquisite. Il gruppo dimostra capacità di adattamento e competitività in un quadro macroeconomico in miglioramento ma ancora instabile. Punto di forza e di distinzione è la presenza internazionale capillare, con società controllate e siti produttivi, in una pluralità di aree geografiche - tra cui quelle in maggiore sviluppo - e in settori diversificati. Inoltre, una rete globale di assistenza tecnica e commerciale garantisce grande supporto ai clienti in tutto il mondo.

In termini di ricavi per mercato, l’area Technical Polymers (il 75% del totale) registra una flessione del 4%, che risente dell’andamento del mercato, debole dalla metà del 2023, e degli alti tassi d’interesse. L’area Food & Industrial Applications è cresciuta dell’11,5% rispetto ai primi nove mesi

del 2023, con incrementi del portafoglio ordini per importanti progetti e della base clienti. Anche l’area Services è cresciuta del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, anche grazie alla strategia del gruppo volta alla crescita di questo segmento, che mantiene buone performance. Per quanto riguarda le aree geografiche, aumento i ricavi nel mercato APAC (+14,9%) coerentemente con gli interessi del gruppo e in linea con il consolidamento di NuVu e la ripresa delle attività in Cina; crescenti quote di mercato sono registrate anche in area EMEA (+3,6%), mentre risultano in contrazione dei mercati in Nord America (-7,3%) e in Sud America (-15,7%) che riflettono rispettivamente il calo dell’ordinato e la contrazione della domanda.

Ultra-maggiorenne a servizio del packaging

Con l’augurio “Happy 20th birthDAV”, Gefit ha recentemente festeggiato i vent’anni di attività della sua divisione DAV dedicata alla costruzione di celle e sistemi di assemblaggio ad alta cadenza destinate al settore del packaging, in particolare alimentare, cosmetico, farmaceutico e medicale.

“Impegno, fantasia, intraprendenza, tenacia e dedizione sono da sempre pilastri insostituibili della principale risorsa su cui Gefit possa contare, ovvero un fantastico e dinamico capitale umano che da sempre ha colto con spirito collaborativo e propositivo le sfide del mercato. La capacità innovativa è una virtù di cui l’intera Gefit è pregna e di cui è profondamente fiera, perché figlia degli intenti e dei talenti diffusi tra tutte le persone che hanno scelto di condividere

la loro genialità con la nostra azienda e con il nostro progetto imprenditoriale”, si legge in una nota dell’azienda.

Il Gruppo Gefit (acronimo di Gruppo engineering forniture impianti e tecnologie) è stato fondato nel 1967 e oggi comprende Gefit Automation, con sede ad Alessandria, e Gefit

Moulds & Assembly, con sede a Fubine (Alessandria). Gefit Automation progetta e costruisce linee per l’assemblaggio di componenti complessi, principalmente per l’industria dell’auto, integrando sofisticati sistemi di controllo e accompagnando i trasformatori dalla prototipazione alla produzione. Gefit

Moulds & Assembly invece progetta e realizza stampi per la lavorazione di termoplastici nella lavorazione di chiusure più o meno complesse

per il settore alimentare, cosmetico, farmaceutico e medicale, oltre a macchine di assemblaggio ad alta velocità e precisione per componenti in plastica di vario genere. Il gruppo oggi conta oltre 400 dipendenti in tutto il mondo ed esporta oltre il 90% della propria produzione.

I risultati del Gruppo Piovan al 30 settembre 2024 sono stati soddisfacenti, soprattutto in termini di profittabilità grazie all’aumento del market share in un mercato in contrazione e all’integrazione delle società acquisite.

La divisione DAV del Gruppo Gefit costruisce celle e sistemi di assemblaggio ad alta cadenza per il settore dell’imballaggio.

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Saip servirà il mercato nordamericano, dove si registra oltre il 65% del consumo globale di

Saip

nel mercato nordamericano

Il costruttore italiano di impianti e macchine per poliuretano Saip ha acquisito la partecipazione di maggioranza in Linden Polyurethane, produttore di attrezzature per poliuretano con sede ad Akron, in Ohio (Stati Uniti) e un servizio di assistenza tecnica attivo in tutto il Nord America. Con l’operazione la società italiana amplierà la propria gamma di prodotti e rafforzerà la sua presenza

Linden Polyurethane potrà contare sulla presenza globale di Saip per allargare la propria presenza nei mercati europei e asiatici. Le due società contano di sfruttare le sinergie derivanti dalle rispettive competenze per consolidare reciprocamente le proprie capacità di fornire ai trasformatori sistemi chiavi in mano innovativi, sostenibili e personalizzabili così come assistenza, riparazione e supporto tecnico. In qualità di operatore nella progettazione e costruzione di impianti per la produzione di pannelli isolanti strutturali, con linee di produzione sia in continuo sia in discontinuo, Saip sarà ben posizionata per servire al meglio il mercato del Nord America, dove si registra oltre il 65% del consumo globale di tali manufatti. L’azienda italiana inoltre ottimizzerà la nuova impronta operativa globale con capacità produttive sia in Europa sia in Nord America, anche alla possibilità di avvalersi dell’esperienza

Cannon acquisisce Polytec EMC Engineering

Rafforzamento strategico

Cannon Afros amplia la propria gamma con macchine multicomponente a bassa pressione per PUR e BDO/ Amin/MOCA.

Nell’ambito di un rafforzamento strategico di Cannon Afros nel settore delle macchine per elastomeri a base di PUR, il Gruppo Cannon ha acquisito Polytec EMC Engineering, con sede a Marchtrenk, in Austria, da PUR Holding, che mantiene una quota di proprietà del 25%. Con l’operazione Cannon Afros amplia gamma e offerta con macchine multicomponente a bassa pressione per PUR e BDO/Amin/MOCA, mentre i

dipendenti di Polytec EMC Engineering entreranno a far parte del Gruppo Cannon.

“In linea con la nostra strategia di crescita e per consolidare la nostra posizione di leadership nel settore dei PU, volevamo rafforzare la nostra offerta nelle macchine per elastomeri”, ha dichiarato Marco Volpato, presidente del Gruppo Cannon. “L’acquisizione di un’azienda leader del settore con una tecnologia complementare alla nostra è stata la scelta ottimale per raggiungere questo obiettivo. In Cannon siamo orgogliosi del nostro assoluto rispetto per le persone. Questo valore, per noi estremamente importante, sarà la base del rapporto con la nuova azienda acquisita”.

L’attività di Polytec EMC Engineering proseguirà presso la sede di Marchtrenk sotto il nome di Cannon Polytec EMC, rimanendo però tecnicamente indipendente,

di Linden Polyurethane nell’assistenza e nelle riparazioni a livello locale. La società statunitense potrà invece fornire prodotti complementari ai propri, come, ad esempio, stampi, presse, caroselli ecc. per la messa a punto di soluzioni complete chiavi in mano.

“Questa transazione rappresenta un accordo vantaggioso per tutte le parti coinvolte. L’investimento migliorerà il servizio al cliente e accelererà lo sviluppo di entrambe le società, creando nuove opportunità di crescita e innovazione”, ha dichiarato Walter Pozzi, amministratore delegato di Saip. “Questa aggregazione aziendale dimostra l’attenzione e la dedizione che entrambe le aziende hanno nel fornire prodotti e servizi di livello mondiale ai nostri clienti”, ha aggiunto Jon Cocco, CEO di Linden Polyurethane, che continuerà a guidare l’azienda insieme al suo team, senza conseguenze per dipendenti, fornitori e clienti.

pur avvalendosi dell’esperienza e della disponibilità di risorse del dipartimento ricerca e sviluppo di Cannon Afros.

Inoltre, i clienti di Polytec EMC Engineering potranno contare sulla presenza globale di personale tecnico di Cannon Afros.

“La decisione di fare un passo indietro è stata presa per trovare la soluzione perfetta per il futuro di Polytec EMC Engineering. Siamo un’azienda di nicchia con una forte competenza tecnica e una solida posizione sul mercato. Con i suoi 60 anni di esperienza sul mercato, un’ampia gamma e una presenza globale attraverso filiali e consociate, Cannon è il partner ideale per consolidare l’attività di Polytec EMC in futuro”, ha dichiarato Peter Stinshoff, amministratore delegato di Polytec EMC Engineering, che per garantire una transizione fluida e completa continuerà a fornire il suo apporto dal punto di vista manageriale e commerciale, mentre Johannes Winkler è stato confermato come CTO nel lungo periodo.

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Saip

Eni investe 2 miliardi per Versalis

Piano di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio

Nel terzo trimestre del 2024, Versalis, il business della chimica di Eni, ha registrato una perdita operativa proforma adjusted pari a 193 milioni di euro, in leggero calo rispetto alla perdita del terzo trimestre 2023. Tale risultato riflette una riduzione della domanda in tutti i segmenti di attività, dovuta al rallentamento macroeconomico e ai maggiori costi di produzione in Europa che hanno ridotto la competitività delle produzioni di Versalis rispetto ai concorrenti americani e asiatici in un contesto di eccesso di offerta. Per quanto riguarda i primi nove mesi del 2024, la perdita proforma adjusted è stata di 583 milioni di euro, in confronto ai 377 milioni di euro nei primi nove mesi 2023, e riflette condizioni di mercato

eccezionalmente avverse.

A fronte di tali risultati, Eni ha messo a punto un piano di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio di Versalis, che prevede investimenti per circa 2 miliardi di euro e la riduzione di circa un miliardo di tonnellate delle emissioni CO2, pari a circa il 40% del totale Versalis. Gli investimenti riguarderanno lo sviluppo di nuove piattaforme di prodotto in attività downstream a elevato valore quali le rinnovabili, l’economia circolare e i mercati in crescita dei prodotti specializzati, dove Versalis ha acquisito un eccellente posizionamento competitivo, riducendo nel contempo l’esposizione alla chimica di base. Il piano di trasformazione comprende anche lo sviluppo di attività

Ilham Kadri confermata alla presidenza di Cefic

nella bio-raffinazione e nell’accumulo di energia presso gli esistenti siti industriali. Il piano si propone di recuperare la profittabilità con ricadute positive sui livelli occupazionali, allineando il business con la strategia Eni improntata alla tecnologia e focalizzata sulle attività legate alla transizione energetica con vantaggi competitivi.

L’industria chimica europea nel segno della continuità

La CEO di Syensqo, Ilham Kadri, è stata recentemente confermata alla presidenza di Cefic (il Consiglio europeo dell’industria chimica) per un nuovo mandato di altri due anni. “È un onore servire questo straordinario settore in un momento così critico. Insieme, stiamo dimostrando la forza del partenariato, promuovendo l’innovazione e affrontando le più grandi sfide dell’Europa, dai cambiamenti climatici alla resilienza industriale. Il mondo sta guardando all’Europa e l’industria chimica, “la madre di tutte le industrie”, è la base di un futuro sostenibile e competitivo. Il mio impegno rimane fermo: sostenere la transizione del nostro settore, garantendo nel contempo che l’Europa rimanga un polo competitivo per l’innovazione, gli investimenti e le opportunità”, ha dichiarato Ilham Kadri. Il suo incarico alla guida di Cefic è risultato fondamentale per la sostenibilità dell’industria chimica europea tra sfide complesse e mutevoli dinamiche globali. La sua adesione alla

Dichiarazione di Anversa ha mobilitato sia i leader del settore sia i responsabili politici sull’urgente necessità di accrescere la competitività come priorità in Europa. In concomitanza con il mandato alla guida di Cefic, Ilham Kadri dal primo gennaio 2025 assumerà anche la presidenza di ICCA (International Council of Chemical Associations).

“La passione e l’impegno di Ilham Kadri per il nostro settore non hanno eguali. Ha ispirato una visione unitaria all’interno del Cefic e ha rafforzato le nostre relazioni con i principali responsabili decisionali europei. La sua leadership dà al nostro settore una voce forte mentre sosteniamo soluzioni pratiche che mantengano l’Europa competitiva e sostenibile. Siamo fortunati ad avere la sua leadership mentre rendiamo gli appelli della Dichiarazione di Anversa una realtà per l’industria europea e i suoi lavoratori”, ha dichiarato Marco Mensink, direttore generale del Cefic.

La rielezione di Kadri riflette l’adesione

dei membri del Cefic a una visione condivisa del progresso e della resilienza europea. La sua presidenza continuerà a rappresentare le priorità del settore ai massimi livelli, garantendo che l’industria chimica non solo soddisfi ma guidi la trasformazione dell’Europa verso un futuro più sostenibile, più competitivo e più resiliente.

Ilham Kadri è stata confermata alla presidenza di Cefic (il Consiglio europeo dell’industria chimica) per un nuovo mandato di altri due anni.

Versalis, il business della chimica di Eni, risulta in leggero calo rispetto al terzo trimestre 2023.
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Linkedin/Ilham Kadri

Indicazioni sul Piano Transizione 5.0

Un cambiamento culturale delle attività industriali

Il Piano Transizione 5.0 non sembra essere decollato del tutto. A rallentarlo, la complessità tecnica e il tempo a disposizione delle aziende per la sua messa in pratica. Misure importanti per l’efficientamento energetico delle attività produttive che mirano a introdurre un cambiamento culturale e non solo industriale in ambito manifatturiero. Su tutto ciò, ecco alcuni chiarimenti da parte di un esperto.

Di Stefano Lugli*

Il settore della trasformazione della gomma e della plastica, tradizionalmente “energivoro”, ha sempre posto attenzione al tema dell’efficientamento energetico e, in generale, della sostenibilità ambientale. Esso, quindi, ha sempre guardato con favore a tutti i provvedimenti agevolativi europei e nazionali che li supportassero e, non appena si è diffusa, nel dicembre 2023, la notizia che l’Italia aveva concordato con l’Unione Europea lo stanziamento di 6,3 miliardi di euro da destinare esclusivamente all’efficientamento energetico dell’industria del nostro Paese, è stato permeato da una trepidante attesa. Questa ambiziosa misura coniuga le sfide della sostenibilità energetica con le opportunità offerte dalla digitalizzazione avanzata: la Transizione 5.0 non rappresenta solo un’occasione per ridurre consumi ed emissioni, ma un movimento strategico per valorizzare le eccellenze italiane in chiave innovativa e sostenibile. Il piano risponde alla necessità europea di una maggiore indipendenza energetica, ponendo le basi per una trasformazione produttiva all’avanguardia. La dotazione finanziaria prevista per il Piano italiano Transizione 5.0 trova infatti il suo presupposto nel Piano europeo REPowerEU

Tra i paradigmi del Piano, volto a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle forniture di gas russo, vi è anche quello di migliorare l’efficienza energetica e promuovere la circolarità. Con la Decisione di esecuzione del Consiglio europeo 2023/16051 dell’8 dicembre 2023 è stato introdotto nel PNRR una nuova misura che mira a favorire la transizione digitale ed energetica delle imprese

tramite la concessione di crediti d’imposta. L’attuazione in Italia di tale Piano, supportato per il biennio 2024-2025, appunto con una più che significativa dotazione complessiva di 6,3 miliardi di euro concordata con l’UE, dovrebbe determinare per il nostro Paese un risparmio di 0,4 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti petrolio) nel consumo di energia finale nel periodo 2024-2026.

Da allora si sono succeduti una serie di provvedimenti nazionali per dare attuazione al piano: l’ultimo, che ha determinato l’apertura della piattaforma digitale sulla quale presentare i progetti, è del 6 agosto scorso; da tale data si sono succedute circolari applicative e FAQ per risolvere i principali dubbi che il nuovo strumento ha suscitato tra esperti e operatori.

Per una serie di motivazioni legate alla complessità della procedura, ma anche agli obblighi di monitoraggio quinquennali posteriori all’investimento, ai costi non indifferenti della pratica ecc., il Piano Transizione 5.0 sta in generale facendo molto fatica a decollare in questi primi mesi di applicazione. Tanto è vero che il Governo italiano ha provato a correre ai ripari introducendo in sede di Legge di Bilancio 2025 alcuni correttivi e semplificazioni, in primis l’automaticità della procedura nel caso di sostituzione di macchinari vetusti, che dovrebbero consentire un rilancio della misura agevolativa.

A maggior ragione, quindi, si tratta di uno strumento agevolativo che tutte le aziende di trasformazione della gomma e della plastica stanno attentamente valutando. Infatti, a titolo di esempio, un investimento di 2,5 milioni di euro, a seconda della

soglia di risparmio raggiunta, può usufruire di un credito d’imposta pari a 875.000 euro se la soglia di risparmio energetico raggiunta è compresa tra 5 e 10%, di un milione di euro se la soglia di risparmio energetico raggiunta è compresa tra 10 e 15%, di 1.125.000 euro se la soglia di risparmio energetico raggiunta è superiore al 15%.

L’applicazione del Piano Transizione 5.0 nelle aziende trasformatrici di gomma e plastica

L’Industria 4.0 aveva già rappresentato una “rivoluzione” introducendo automazione avanzata, robotica e gestione dei dati in real-time. La Transizione 5.0 spinge ancora più in là questi concetti, non limitandosi a migliorare i processi ma promuovendo una produzione interconnessa e sostenibile. L’integrazione di strumenti di analisi predittiva, intelligenza artificiale (IA) e Internet of Things (IoT) con sistemi di gestione dell’energia verde consente di ottenere un’efficienza ottimale senza compromettere l’ambiente. Inoltre, l’attuale spinta legislativa verso l’intensificazione dell’impiego di plastica da riciclo pone tutti i processi dedicati, anch’essi caratterizzati da elevato fabbisogno energetico, in una condizione ottimale per beneficiare delle agevolazioni finanziarie previste dal Piano 5.0.

Punto di partenza fondamentale per valutare il progetto 5.0 è il suo corretto inquadramento all’interno della definizione di processo produttivo interessato all’investimento e alla sua classificazione/suddivisione (gli interventi devono riguardare un solo processo produttivo alla volta).

Questa concezione nel mondo della gomma-plastica si potrebbe riassumere nella seguente suddivisione: 1) sistemi di stoccaggio e trasporto della materia prima; 2) processi di preparazione della materia prima: deumidificazione e dosaggio/alimentazione della macchina; 3) processi di trasformazione del polimero (estrusione, soffiaggio, stampaggio a iniezione, termoformatura ecc.); 4) operazioni di finitura (raffreddamento, sbavatura, taglio, saldatura, stampa ecc.); 5) attività di movimentazione e stoccaggio del prodotto finito; 6) controllo, scelta, confezionamento e pallettizzazione (fine linea); 7) logistica e magazzino.

Come si è detto, anche il processo di riciclo meccanico dei rifiuti plastici individua operazioni ad alto impatto energetico. Indicativamente, i processi che potrebbero essere oggetto di investimento in ottica 5.0 si possono riassumere per grandi linee come segue: 1) processi di movimentazione e prime fasi di selezione del rifiuto (manuali, ottiche, balistiche ecc.); 2) triturazione, riduzione volumetrica, seconda selezione; 3) processi di lavaggio e asciugatura; 4) estrusione; 5) pellettizzazione; 6) attività di movimentazione e stoccaggio della materia prima seconda (MPS); 7) logistica e magazzino.

Via libera, dunque, a tutte quelle operazioni progettuali finalizzate alla produzione di una tecnologia a minor impiego di energia, più efficiente sotto il profilo energetico e meno impattante

in termini di emissioni di CO2 equivalente quale risultato dell’analisi dell’inventario dei cosiddetti gas serra.

La raccomandazione è che tutto sia sempre valutato caso per caso e non va escluso che si possano correttamente presentare progetti anche relativi a due o più processi di cui sopra in continuità tra loro oppure progetti con processi ulteriormente segmentati rispetto alla soluzione prospettata. Infatti, come per la precedente 4.0 (tuttora applicabile, ma alternativa e non cumulabile con la 5.0) il perimetro dei beni agevolabili su cui si fonda la misura sono ancora proprio i beni strumentali, accompagnati dai software per il monitoraggio e il miglioramento energetico e i sistemi per la qualità e l’ambiente.

E la cosa interessante è che il risparmio energetico da ottenersi non è in valore assoluto (minimo di kwh risparmiati), ma sempre relativo a una percentuale di aumento del risparmio energetico (minimo 5% nel caso di interventi sul singolo processo produttivo) rispetto alla situazione esistente in azienda prima dell’intervento. Appare quindi evidente che più si interviene su processi obsoleti e non più tecnologicamente all’avanguardia più normalmente è facile centrare gli obiettivi previsti per il raggiungimento dei valori di risparmio che consentono l’ottenimento del beneficio fiscale.

Non solo. Un fondamentale aspetto da considerare (che Amaplast ha fin dall’inizio fortemente rimarcato con il ministero competente) è quello della normalizzazione del dato di consumo energetico: il risparmio va sempre correlato al dato di produzione ottenuto sia prima dell’intervento che successivamente; in altre parole, anche a parità di consumo energetico un progetto

L’Industria 4.0 aveva già rappresentato una “rivoluzione” introducendo automazione avanzata, robotica e gestione dei dati in real-time. La Transizione 5.0 spinge ancora più in là questi concetti, promuovendo una produzione interconnessa e sostenibile.

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Nel dicembre 2023

l’Italia ha concordato con l’UE lo stanziamento di 6,3 miliardi di euro da destinare all’efficientamento energetico dell’industria del nostro Paese.

TABELLA 1 - ESEMPI RELATIVI AL SETTORE GOMMA-PLASTICA TRATTI DALLA CIRCOLARE APPLICATIVA MIMIT/GSE (GESTORE SERVIZI ENERGETICI) DEL 16 AGOSTO 2024

Settore/Impianto

Descrizione indicatori di prestazione

Indicatori di prestazione Plastica

Gomma-platica

Consumo di energia elettrica rispetto ai chilogrammi di PET prodotto o rispetto al volume di liquido imbottigliato [tep/kg]; [tep/t]

Consumo di energia termica rispetto alla quantità di pneumatici prodotti [tep/t]

può centrare l’obiettivo e quindi ottenere il beneficio anche solo grazie al fatto che la produzione annua aumenta significativamente (oppure diminuiscono tempi di manutenzione, tempi per gli attrezzaggi della linea, scarti ecc.) (tabella 1).

Infine, interessante risulta il fatto che al progetto principale, cosiddetto “trainante”, e basato sui beni strumentali è possibile a quel punto aggiungere anche un proge5tto di beni “trainati” consistenti essenzialmente nell’introduzione/implementazione di sistemi fotovoltaici oppure progetti formativi, tutti finanziati con le stesse aliquote dei beni trainanti, con l’esclusione del fotovoltaico, che ha addirittura un’ulteriore maggiorazione, peraltro ulteriormente maggiorata dalla recente Legge di Bilancio 2025.

Riflessioni sulle procedure applicative

Il Piano Transizione 5.0 terminerà il 31 dicembre 2025; fatta salva una coda di due mesi (febbraio 2026) per la presentazione da parte delle aziende della documentazione richiesta (molto corposa), entro tale scadenza i beni devono essere consegnati, installati, collaudati e interconnessi (la perizia 4.0 è comunque richiesta). Sapendo quanto a volte sono lughi i tempi di consegna delle tecnologie, soprattutto nel caso di intere linee produttive, è evidente che il tempo è tiranno già da ora. Per questo motivo, è stata richiesta da più parti, anche da Amaplast, una proroga della scadenza del 31 dicembre 2025. Si tratta però di convincere i vertici delle istituzioni europee, cosa non banale, e al momento la possibilità più concreta sembra essere una “mini-proroga” di circa 4 mesi, anche se in sede di stesura della Legge di Bilancio 2025 tale misura non è stata purtroppo recepita.

Circa gli aspetti procedurali, seppure non sia questa la sede per un loro approfondimento, si tenga conto che:

- il riferimento è relativo ai consumi annui (2024 su 2023 ecc.);

- non è necessaria una temporalità di misurazione dei consumi particolarmente prolungata, né è prevista una frequenza minima nei campionamenti: si può procedere per stime, supportate (è consigliato) da misurazioni in grado di fotografare correttamente il ciclo produttivo e la sua intensità;

- non è possibile presentare più di un progetto alla volta per singolo stabilimento; prima di presentarne altri è necessario che sia ultimato quello precedente;

- la certificazione energetica ex ante e ex post che attesta i valori progettuali di risparmio energetico e giustifica tecnicamente i risultati raggiunti deve essere predisposta da uno specifico soggetto abilitato, che dovrà attestare la sua terzietà rispetto al beneficiario ed essere dotato di apposita copertura amministrativa;

- è prevista una procedura di accesso al beneficio anche nei casi (per esempio, nuovo stabilimento) in cui manchi la possibilità di un confronto con una situazione iniziale pregressa, ricorrendo al cosiddetto scenario controfattuale.

Per i cinque anni successivi alla conclusione dell’investimento il GSE (Gestore Servizi Energetici nazionali), organismo tecnico del ministero incaricato della gestione della procedura e delle verifiche, potrà effettuare controlli finalizzati alla verifica del mantenimento anche ex post dei valori di risparmio energetico dichiarati in sede di progetto.

A maggior ragione diventa importante, per esempio, che le macchine per la trasformazione di gomma e plastica siano dotate di dispositivi di misura dei consumi energetici minimi tramite PLC, ma anche di veri e propri strumenti di misura dei consumi energetici da relazionare poi al numero di chili prodotti e alle ore lavorate. Questo monitoraggio accurato non solo facilita la rendicontazione del risparmio, ma contribuisce anche alla verifica continua della sostenibilità del progetto.

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TABELLA 2 - ATTESTAZIONE TECNICA DI EFFICIENZA ENERGETICA

Informazioni chiave incluse nelle attestazioni

Stime/misure sui principali parametri di efficienza energetica del macchinario (per esempio, potenza assorbita) relativamente a consumi elettrici, aria compressa, energia termica ecc.

Stima/misura dei consumi energetici complessivi per ora di produzione

Calcolo del consumo energetico per singola unità prodotta, fondamentale per valutare/confrontare il risparmio energetico rispetto alla situazione precedente

Caratteristiche tecniche dei componenti più rilevanti (motori elettrici ecc.) e loro valutazione in ottica di efficienza energetica

Misure adottate dal costruttore per ridurre i consumi energetici dei macchinari rispetto al passato

Il ruolo e le responsabilità del costruttore

Facciamo subito chiarezza: non è a seguito del Piano Transizione 5.0 che sono sorti specifici e obblighi di efficientamento energetico aggiuntivi in capo al costruttore: le proposte tecnologiche più recenti sono tutte “candidate” a poter garantire i risparmi necessari per ottenere il beneficio. Anche perché a differenza di Industria 4.0 dove le caratteristiche tecniche dei macchinari erano del tutto predominanti, qui il tema va necessariamente correlato alla situazione ante investimento. Non potranno in altre parole esistere macchine “5.0 ready”, per usare un termine di marketing, ma “soltanto” tecnologie in grado di garantire un’adeguata efficienza energetica. Né si potranno contestare le forniture perché non raggiungono determinate soglie o valori di efficienza, magari tratti dalla letteratura. Al di là dei dati di letteratura, quello che conta è la realtà, quindi il raffronto tra consumi ex ante del ciclo produttivo in uso e quelli all’introduzione delle nuove tecnologie. Quindi, il compito e il ruolo del costruttore sarà fondamentale perché nessun altro potrà fare in mod che vengano forniti i dati di consumo “normalizzati” della nuova offerta tecnologica.

Peraltro, come ben espresso nella Circolare Operativa del 16 agosto 2024, nelle certificazioni ex ante ed ex post ci si dovrà basare su dati tracciabili desunti da opportuna documentazione tecnica. Commercialmente, i costruttori non potranno quindi limitarsi a fornire i valori di consumo “di targa” (tante volte inutilmente sovradimensionati), ma si dovrà puntare a fornire: una stima/misura dei consumi energetici complessivi per ora di produzione; (ancor meglio) una stima/misura dei consumi energetici per unità/peso/m3 prodotta. Amaplast, in quanto associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per la lavorazione di plastica e gomma, può predisporre per le aziende fornitrici di tecnologia un documento denominato “Attestazione tecnica di efficienza energetica” (tabella 2) che riporterà le informazioni ritenute più probanti e qualificanti al fine di fornire un dato di consumo corretto, ottenuto dai nostri esperti in materia, sempre utilizzando apparecchiature di misura certificate

MID, come emergerà dai test di prova allegati alle attestazioni. L’attestazione potrà anche essere relativa alla singola fattispecie presente nello stabilimento interessato, diventando quindi una validazione a priori da consegnare al cliente di supporto alla sua pratica.

Conclusioni

La Transizione 5.0 introduce un cambiamento significativo, non solo tecnologico ma culturale, con l’obiettivo di integrare sostenibilità e innovazione digitale nelle attività industriali. Pur presentando alcune complessità operative e regolamentari, con le dovute precauzioni può rappresentare un’opportunità di evoluzione per il settore.

Grazie a un’attenta pianificazione e alla collaborazione tra trasformatori, costruttori e istituzioni, il comparto può avviare un percorso di adattamento graduale, contribuendo a ridefinire il proprio ruolo in un contesto produttivo sempre più orientato all’efficienza e alla sostenibilità.

* Responsabile area tecnico-economica Amaplast, Ucima, Acimac.

Dal cambiamento tecnologico un cambiamento culturale delle attività produttive, integrando sostenibilità e digitalizzazione: questo uno degli obiettivi della Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 terminerà il 31 dicembre 2025, scadenza entro la quale i beni dovranno essere consegnati, installati, collaudati e interconnessi.

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Il Rapporto di Sostenibilità 2024 di Conai

Risparmiate 800 torri di Pisa di materiali e 8.000 voli intorno al mondo di CO2

Il report annuale sui benefici del riciclo mostra che i posti di lavoro sostenuti dal sistema consortile siano 23.199 e il contributo al PIL sfiori i 2 miliardi.

Il presidente Ignazio Capuano: “Ogni euro di contributo ambientale versato dalle imprese ne genera oltre quattro e mezzo per l’economia. L’impegno per la sostenibilità è mandato istituzionale, ma anche visione su un futuro in cui le risorse vengono usate in modo più efficiente”.

Nel 2023, Conai ha generato in Italia un giro d’affari totale di oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro. Cifra, questa, che è la somma di tre valori: un volume d’affari diretto di un miliardo e 289 milioni di euro, provenienti dal Contributo Ambientale Conai (CAC) e dai ricavi da vendita

dei materiali; un impatto indiretto pari a un miliardo e 701 milioni di euro, legato all’attivazione delle filiere di fornitura; un impatto indotto di 346 milioni di euro, derivante dai consumi delle famiglie dei lavoratori e delle aziende fornitrici. I soli ricavi da CAC sono stati pari a 718 milioni di euro, ossia ogni euro di contributo ambientale ha un moltiplicatore pari a 4,6 in termini di valore generato per l’economia italiana. Sono questi i dati che emergono dal nuovo Rapporto di Sostenibilità di Conai che, come ogni anno, quantifica i benefici economici e ambientali del riciclo degli imballaggi in Italia.

“Ogni euro di contributo ne genera altri quattro e mezzo per l’economia: è ormai evidente come l’uso di materia di secondo utilizzo in sostituzione di materia prima vergine abbia ripercussioni importanti sul nostro sistema economico”, ha commentato il presidente di Conai, Ignazio Capuano. “Il nostro impegno per la

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è intervenuto alla presentazione del Rapporto di Sostenibilità di Conai; alla sua destra la direttrice generale di Conai, Simona Fontana.

sostenibilità è un mandato istituzionale, ma anche la visione su un futuro in cui le risorse del pianeta vengono usate in modo più efficiente, tutelando l’ambiente. Per la prima volta, quindi, abbiamo adottato una nuova metodologia di calcolo per rendicontare il valore generato dalla corretta gestione degli imballaggi: i benefici sono di natura sia economica sia ambientale. Lo certifica un nuovo studio condotto da The European House - Ambrosetti, di cui abbiamo presentato un’anteprima a Ecomondo e che oggi includiamo integralmente nel Rapporto”. Il contributo effettivo del sistema Conai al PIL nazionale, ossia il valore aggiunto generato, è invece stato pari a un miliardo e 924 milioni di euro. Infine, vi è anche l’impatto occupazionale: nel 2023 il sistema ha sostenuto un totale di 23.199 posti di lavoro, tra occupazione diretta (lavoratori impiegati in modo continuativo nelle strutture e nei processi gestiti direttamente dal consorzio), indiretta (grazie all’attivazione delle filiere collegate) e indotta (che riguarda essenzialmente i settori della gestione dei rifiuti, della manifattura industriale e dei trasporti).

Benefici ambientali

Grazie al riciclo di imballaggi, nel 2023 è stato possibile evitare di estrarre e utilizzare 11 milioni e 724.000 tonnellate di materia vergine, che, per rendere l’idea, sono pari al peso di 800 torri di Pisa. Il riciclo si conferma anche una pratica importante contro l’emissione in atmosfera di CO2 per contrastare il cambiamento climatico. E il Rapporto di Sostenibilità di Conai mostra come nel 2023, grazie al riciclo, sia stata evitata l’emissione di più di 10 milioni di tonnellate di CO2eq, pari alle emissioni generate da oltre 8.000 voli intorno al mondo.

Un dato che rappresenta il saldo tra la mancata produzione di gas serra per aver evitato la produzione di materiale primario e all’emissione di gas serra per le sole operazioni di preparazione al riciclo di imballaggi già utilizzati, ossia il trasporto e il trattamento per trasformare il rifiuto d’imballaggio in nuova materia prima.

Il contributo delle imprese italiane alla corretta gestione del fine vita degli imballaggi si sostanzia anche in un risparmio di energia primaria, cioè l’energia generata da fonte fossili che sarebbe necessaria per la produzione di tutto il materiale primario risparmiato. Un dato che, proprio da quest’anno, è stato affinato introducendo nel computo i consumi di energia primaria relativi alle operazioni di preparazione al riciclo e al trasporto dei rifiuti di imballaggio. Secondo le stime, nel 2023 sono stati risparmiati 50 terawattora, che equivalgono al consumo domestico annuo di metà delle famiglie italiane.

“Da anni il Rapporto è importante veicolo di un approccio documentato al tema della tutela ambientale, basato su numeri e risultati oltre che su concrete prospettive di miglioramento”, ha affermato la direttrice generale di Conai, Simona Fontana. “Condividerlo rappresenta un momento di trasparenza che prova quanto il lavoro del Consorzio possa e soprattutto voglia essere

Il presidente di Conai, Ignazio Capuano, nel corso della presentazione del Rapporto di Sostenibilità 2024 a Palazzo Doria Pamphilj di Roma.

misurato e misurabile, in un’ottica di condivisione sinergica fra tutti gli attori e gli stakeholder della filiera. Ma è un documento che va oltre la misurazione dei risultati e che testimonia un impegno più profondo: diffondere una cultura ambientale che permei il tessuto sociale resta parte essenziale dei compiti che ci sono assegnati”.

Il Sistema che fa bene all’Italia

Il contributo delle imprese nel proteggere la materia

Risparmio

Foto Linkedin/Conai

Ecomondo in crescita

L’Italia vincente della transizione ecologica

Indicatori tutti in crescita per la ventisettesima edizione dell’evento internazionale dedicato alle tecnologie verdi. Sostenuta presenza internazionale con un +4% sul 2023: Germania, Spagna, Romania, Francia, Croazia, Grecia, Serbia, Egitto, Turchia e Tunisia i Paesi esteri più rappresentati.

A c ura di Luca Mei

La sostenibilità è il tema del momento ed è al centro delle strategie future della società e delle imprese a livello globale. Forte di tale urgenza, la fiera Ecomondo 2024 ha messo a segno un incremento del 5% di visitatori totali rispetto all’edizione precedente (+4% quelli estere), richiamati da 1.620 espositori, in crescita del 10% rispetto allo scorso anno, su una superficie di 166.000 metri quadrati. In aumento gli operatori esteri, prevalentemente dall’area euromediterranea e in particolare da Germania, Spagna, Romania, Francia, Croazia, Grecia, Serbia, Egitto Turchia e

Tunisia. I numeri riferiscono anche che sono stati accolti operatori internazionali da 121 Paesi, 72 associazioni di settore e istituzioni a livello globale, 650 buyer provenienti da 65 Paesi, in particolare da Nord Africa, Europa, America e, in notevole aumento, Asia.

Hub internazionale della sostenibilità

Tali numeri hanno confermato la ventisettesima edizione di Ecomondo come luogo di incontro per innovazione tecnologica delle imprese, mondo della ricerca, professionisti e delegazioni internazionali nel settore dell’economia verde e circolare. La fiera è risultata un hub internazionale di primaria importanza anche grazie alla sinergia con Agenzia ICE e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), in collaborazione con la rete globale di regional advisor di IEG e della Regione Emilia-Romagna. I risultati raccolti a chiusura della manifestazione hanno confermato anche il valore della rete di relazioni che Ecomondo da sempre alimenta, agendo da

vero e proprio “community catalyst” per la green economy a livello internazionale. La presenza di rappresentanti delle istituzioni ha aggiunto rilievo a Ecomondo come luogo di confronto sui grandi temi in agenda per il nostro Paese in relazione anche agli scenari internazionali. Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha inaugurato la manifestazione, ha ricordato come Ecomondo sia “un osservatorio privilegiato sull’economia nazionale. Qui c’è l’Italia vincente della transizione ecologica, rivolta alla decarbonizzazione, all’efficienza, all’uso ragionato delle risorse naturali, all’innovazione”.

Innovazione, chiave per la sostenibilità

L’innovazione come chiave per la sostenibilità è stata il fil rouge che ha caratterizzato fortemente Ecomondo 2024, declinato nel fenomeno delle start-up, ma anche dei brand espositori: secondo un’indagine Ecomondo-Unioncamere condotta su un campione di imprese dell’ecosistema della manifestazione, negli ultimi cinque anni

“Qui c’è l’Italia vincente della transizione ecologica”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, alla cerimonia inaugurale di Ecomondo 2024.

il 78,4% delle imprese ha investito in innovazione per la sostenibilità. Innovazione che alla manifestazione è stata anche riconosciuta con l’assegnazione del Premio Lorenzo Cagnoni per l’innovazione green a start-up che hanno presentato soluzioni e prodotti all’avanguardia. L’eco-innovazione di imprese e pubbliche amministrazioni è stata invece riconosciuta con il Premio Sviluppo Sostenibile, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed Ecomondo.

Lo stato della transizione verde internazionale

Oltre 200 appuntamenti distribuiti nelle quattro giornate della fiera hanno offerto una panoramica completa sulle ultime tendenze e sulle sfide nel campo della sostenibilità a livello internazionale: dall’economia circolare alla bioeconomia, dalla “water & blue economy” al monitoraggio del cambiamento climatico, fino alla finanza sostenibile. Un ricco programma di eventi coordinato dal comitato tecnico scientifico di Ecomondo, presieduto da Fabio Fava dell’Università di Bologna.

Anche quest’anno Ecomondo è stata aperta dagli Stati Generali della Green Economy, giunti alla loro tredicesima edizione, che hanno inquadrato i temi della fiera in una cornice di dati di scenario nazionale: riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 6%, Italia Paese leader nell’economia circolare (3,6 euro di PIL per ogni

kg di risorsa consumata), oltre il 44% di produzione di elettricità da fonti rinnovabile sulla generazione totale, produzione biologica nazionale in crescita, ma anche sfide aperte, come il progressivo aumento del consumo di suolo e l´obiettivo di una mobilità sostenibile.

Una finestra aperta sulle professioni verdi

Grande attenzione è stata data anche ai temi di formazione e qualificazione professionale per l’orientamento dei giovani verso le professioni verdi. Su questo argomento è intervenuto il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per delineare le strategie formative del futuro. È già in atto una significativa domanda di “upskilling” e “reskilling” per fare fronte alla difficoltà di reperire professionalità verdi, in linea con investimenti e progetti delle aziende. Studenti universitari e professionisti hanno visitato Ecomondo e partecipato alle iniziative di formazione e orientamento, insieme a 2.800 studenti delle scuole superiori.

Anche l’edizione 2024 si è avvalsa di storiche e importanti partnership: i consorzi di filiera e le associazioni di impresa, a partire da Conai, Utilitalia e Assoambiente, Confindustria, oltre alle istituzioni nazionali, MASE, MIMIT, Agenzia ICE, Commissione europea, OCSE, FAO, European Environment Agency, ISWA. Ecomondo tornerà alla Fiera di Rimini dal 4 al 7 novembre 2025.

Gli Stati Generali della Green Economy 2024

Due giorni di dibattiti e panel, protagonista il Green Deal

Gli Stati Generali della Green Economy, che si sono svolti nei primi due giorni di Ecomondo 2024, hanno registrato grande successo di pubblico in presenza e interazioni social, con oltre 1500 partecipanti e 100 fra relatrici e relatori, più di un migliaio di contatti con l’hashtag #statigreen24, e domande e commenti che hanno generato una copertura di oltre 255.000 utenti.

“Anche quest’anno vi è stata una ampia partecipazione e grande interesse del mondo delle imprese sugli approfondimenti sul Green Deal”, ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, al termine dei due giorni. “Questa attenzione è aumentata per la preoccupazione crescente per i disastri climatici, che sollecita una accelerazione delle misure per porre fine a una situazione di schizofrenia climatica, per cui si assiste ad un disallineamento fra quello che accade e l’impegno delle politiche per il clima”.

Gli Stati Generali della Green Economy 2024 hanno presentato, oltre al report annuale sullo stato della green economy, un pacchetto di otto proposte prioritarie per la transizione ecologica, fra cui, oltre alla rinnovata richiesta di un maggiore impegno per il clima - con la crescita di rinnovabili, edifici green, auto elettriche e mobilità sostenibile - anche la rinnovata richiesta di un maggior coinvolgimento delle imprese, mettendo a disposizioni maggiori risorse anche ricorrendo a nuovi strumenti di debito comune europeo per il sostegno al Green Deal.

La fotografia dell’Italia contenuta nella relazione sullo stato della green economy mostra come quest’ultima nel nostro Paese siano stati raggiunti risultati importanti in settori come l’economia circolare e il biologico e, addirittura, nel 2023 siano diminuite di oltre il 6% le emissioni di CO2, tanto che, se questo andamento fosse mantenuto, potrebbe essere raggiunto il calo del 55% nel 2030. Accanto a questi primati in alcuni settori permangono però alcune criticità: non si arresta il consumo di suolo che interessa il 7,14% del territorio nazionale e si estende anche in aree di fragilità idraulica e sono aumentate le immatricolazioni delle auto, ma sono ancora poche quelle elettriche.

Generali della Green Economy

Foto Stati

Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, interviene agli Stati Generali della Green Economy 2025, svoltisi il 5 e 6 novembre 2024 nell’ambito di Ecomondo 2024.

La ventottesima edizione di Ecomondo tornerà alla Fiera di Rimini dal 4 al 7 novembre 2025.
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Ecomondo

Nasce l’Osservatorio Bioriciclo

Ridurre sotto il 5% le impurità

A Ecomondo è stato presentato da Biorepack e Consorzio Italiano Compostatori (CIC) l’Osservatorio Bioriciclo, ideato per diffondere le buone pratiche di raccolta differenziata e riciclo dei materiali organici e delle bioplastiche compostabili. Esso fornirà informazioni su normative, approfondimenti scientifici e chiarimenti e risposte a dubbi per aumentare qualità e quantità della raccolta della FORSU. Secondo le analisi condotte dal Centro Studi CIC, il tasso di materiali non compostabili (MNC) nell’umido è pari al 7,1% e causa in media una rimozione del 21,9% dei rifiuti conferiti agli impianti di trattamento.

Fornire al sistema Paese uno strumento strategico per diffondere le buone pratiche di raccolta e riciclo dei rifiuti organici e degli imballaggi in bioplastica biodegradabile e compostabile. Nasce con questo obiettivo l’Osservatorio Bioriciclo, voluto da Consorzio Italiano Compostatori (CIC) e Biorepack e presentato all’ultima edizione di Ecomondo. L’urgenza di un organismo che rafforzi la transizione all’economia circolare nell’ambito della raccolta dei rifiuti organici

è tutta nei numeri. La raccolta differenziata dell’umido e degli imballaggi compostabili è obbligatoria in Italia da più di due anni e nel resto della UE da gennaio 2024. Tuttavia, ancora oggi, all’interno dei rifiuti organici conferiti agli impianti di trattamento sono presenti importanti quantità di materiali non compostabili (MNC), che possono compromettere in maniera tangibile l’efficienza e la sostenibilità dell’intero sistema di gestione dei rifiuti organici: si tratta in particolare di plastica tradizionale, vetro e metalli. Secondo recenti analisi condotte dal Centro Studi CIC, la percentuale media degli MNC in ingresso negli impianti è del 7,1% del totale, superiore quindi al limite obbligatorio del 5% previsto dai Criteri Ambientali Minimi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Una quantità ancor più preoccupante se si considera che essa causa uno scarto medio nazionale di materia durante le fasi di trattamento pari al 21,9%, riducendo sensibilmente la quantità di compost prodotto alla fine del processo nonché la percentuale di effettivo riciclo, vero obiettivo da porsi come Comuni e operatori del trattamento.

Circa il 7% di frazione organica e bioplastiche compostabili in entrata negli impianti per il loro trattamento e recupero è costituito da MNC, ossia materiali non compostabili; uno degli obiettivi dell’Osservatori Bioriciclo è quello di portare tale percentuale sotto il 5% previsto dai Criteri Ambientali Minimi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Foto Linkedin/CIC
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Linkedin/CIC

Punto di riferimento

Attraverso l’Osservatorio Bioriciclo i due consorzi fondatori intendono pertanto creare un punto di riferimento in grado di fornire informazioni utili, chiare ed efficaci per migliorare quantità e qualità della raccolta differenziata dell’umido e al tempo stesso per il corretto conferimento, insieme al resto dei rifiuti organici, di sacchetti, piatti, bicchieri e altri manufatti in bioplastica compostabile: questi ultimi infatti non creano problemi di riciclabilità dell’organico, anzi sono stati concepiti proprio per agevolare la corretta raccolta da parte dei cittadini. Inoltre, rappresentano attualmente poco più dell’1% in peso secco su oltre otto milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica gestiti annualmente in Italia.

“L’Osservatorio si propone di fornire informazioni su eventi, normative, approfondimenti scientifici e novità del settore”, ha spiegato Lella Miccolis, presidente del CIC, “generando consapevolezza e diffondendo nuove prospettive che puntano sempre più a un’economia circolare e a una transizione verde. In linea con gli obiettivi dell’Unione Europea, l’Osservatorio si impegnerà nel fornire chiarimenti e risposte a dubbi e domande, contribuendo

Nella foto e in quella di apertura, la presentazione dell’Osservatori

Bioriciclo a Ecomondo 2024.

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attivamente a migliorare la gestione dei rifiuti organici”. Per raggiungere l’obiettivo di ridurre i materiali non compostabili sotto il 5%, una delle priorità è quella di sensibilizzare la cittadinanza. “Le attività di informazione ed educazione produrranno benefici altissimi, dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Agevoleranno infatti la produzione di compost di qualità ed eviteranno che, durante il trattamento organico, si producano scarti di materia che devono poi essere inceneriti o smaltiti in discarica”, ha aggiunto Marco Versari, presidente di Biorepack. “Proprio per questo, il nostro consorzio già da tempo ha avviato un’intensa campagna di comunicazione multicanale, per aiutare i cittadini a fare chiarezza non solo sul corretto conferimento dei manufatti in bioplastica compostabile ma più in generale di tutta la frazione organica dei rifiuti, che ricordiamo rappresenta tra il 30 e il 40% di tutti i rifiuti separati nelle case italiane”.

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Dati Plastics Europe

In Europa plastica vergine e riciclato calano più del previsto

La tendenza evidenziata dagli ultimi dati di Plastics Europe mette a rischio la competitività e la transizione verso una economica circolare della plastica nel Vecchio Continente. Per i vertici dell’associazione europea dei produttori di materie plastiche il momento per un’azione coraggiosa non può più essere rimandato e sono necessarie misure urgenti.

Gli ultimi dati di Plastics Europe sullo stato di salute del sistema europeo della plastica evidenziano un calo più marcato del previsto nella produzione di plastica e, per la prima volta, nella produzione di plastica riciclata meccanicamente nel 2023 in Europa. Rispetto al 2022, la produzione totale di materie plastiche dell’Unione Europea ha registrato un forte calo dell’8,3%, scendendo a 54 milioni di tonnellate, mentre la produzione di materie plastiche riciclate meccanicamente post-consumo è diminuita anch’essa del 7,8%, raggiungendo i 7,1 milioni di tonnellate. Queste cifre contrastano con un aumento globale del 3,4% nella produzione di materie plastiche e mostrano che la quota europea nel mercato globale è ulteriormente scesa al 12%. Mentre l’Europa ha mantenuto una bilancia commerciale positiva in termini di valore, in termini di tonnel-

laggio è diventata un importatore netto di resine plastiche nel 2022 e di prodotti finiti in plastica nel 2021, mentre le esportazioni di resine plastiche sono diminuite del 25,4% tra il 2020 e il 2023. L’erosione della competitività dell’Europa minaccia la transizione circolare della plastica del nostro settore. La plastica è essenziale per l’economia europea, fornendo molteplici settori con applicazioni in quasi tutti i settori, tra cui sanità, auto, edilizia, elettronica, infrastrutture per le energie rinnovabili, beni di consumo e imballaggio. Questo andamento minaccia la sostenibilità della filiera della plastica europea che attualmente supporta oltre 1,5 milioni di posti di lavoro in 51.700 aziende e ha generato oltre 365 miliardi di euro di fatturato all’interno dell’Unione Europea nel 2023. Senza un quadro competitivo, l’Europa rischia di perdere la sua leadership nell’innovazione per una plastica soste-

nibile, insieme ai vantaggi economici e ambientali che ne derivano.

Così i vertici

“La trasformazione dell’UE in un sistema circolare della plastica è in grave pericolo a causa delle materie plastiche importate che non sempre soddisfano gli standard UE. La dura verità è che vediamo già impianti di produzione dell’UE chiudere, portando alla delocalizzazione dell’industria, dei posti di lavoro e degli investimenti sostenibili. La transizione verso la circolarità avrà successo solo se i decisori politici implementeranno con urgenza le condizioni quadro necessarie per riconquistare la nostra competitività e fornire una prospettiva a lungo termine interessante per gli investimenti nella circolarità. La finestra di opportunità è stretta e il momento per un’azione coraggiosa è adesso”, ha dichiarato Marco ten Bruggencate, presidente di Plastics Europe.

Foto Plastics Europe
Marco ten Bruggencate, presidente di Plastics Europe.
Foto

“Per evitare un preoccupante rallentamento della transizione in Europa, abbiamo bisogno di misure urgenti per rendere più attraenti gli investimenti nella produzione circolare di plastica, ridurre la burocrazia, ad esempio a causa di procedure di autorizzazione eccessivamente lunghe, e creare condizioni di parità con i nostri concorrenti internazionali. Nonostante le sfide, rimaniamo pienamente impegnati per progredire verso la circolarità e l’obiettivo di emissioni zero, che restano nella nostra tabella di marcia “Plastics Transition”. Ora abbiamo bisogno che i decisori politici dell’UE e degli Stati membri inviino un messaggio immediato e inequivocabile agli investitori e al mercato, affermando che anche loro rimangono focalizzati sulla produzione di plastica in Europa e sul nostro percorso di transizione”, ha aggiunto Virginia Janssens, direttrice generale di Plastics Europe.

Conferme che preoccupano

I contributi e le analisi dei membri di Plastics Europe confermano che un forte aumento delle importazioni di plastiche e prodotti finiti da regioni con standard ambientali meno rigorosi, causato dalla sovracapacità globale nella produzione di materie plastiche, sta minando il riciclo della plastica in Europa e la transizione verso un sistema circolare per le materie plastiche. Conferma, inoltre, che, come gran parte della base industriale dell’UE, i produttori di materie plastiche stanno attualmente affrontando costi di produzione elevati, determinati da fattori quali prezzi elevati dell’energia e delle materie prime, inflazione persistente e limitata disponibilità di materie prime circolari. Ciò coincide con una scarsa crescita europea e con la recessione in alcune economie e settori chiave europei.

Secondo Plastics Europe, un quadro normativo e politico dell’UE deve includere, ad esempio, obiettivi obbligatori di contenuto riciclato, accettazione tempestiva del bilancio di massa e metodi di

riciclo innovativi, come quello chimico, procedure di autorizzazione semplificate per installazioni industriali circolari a basse emissioni di carbonio e sistemi di monitoraggio e certificazione per garantire che le importazioni rispettino gli standard dell’UE. C’è anche la necessità di valutare ulteriormente le misure fiscali ed economiche nell’UE e negli Stati membri per rendere urgentemente competitiva la produzione di plastica circolare in Europa.

Decelerazione della circolarità

Nonostante l’Europa mantenga la quota più elevata di plastica circolare rispetto alla sua produzione totale del 14,8%, l’aumento dello 0,7% dal 2022 indica una tendenza in decelerazione e non raggiunge la crescita necessaria per soddisfare gli obiettivi della tabella di marcia della transizione alla plastica. Oltre a un calo della produzione di materiale riciclato meccanicamente, nel 2023 in Europa sono stati prodotti solo 0,12 milioni di tonnellate di plastica riciclata chimicamente, mentre la produzione di plastica di origine biologica e bio-attribuita è leggermente au-

mentata fino a raggiungere 0,8 milioni di tonnellate.

A fronte di tutto ciò, dunque, Plastics Europe accoglie con grande favore il rapporto Draghi su “Il futuro della competitività europea”, che riconosce il “potenziale inutilizzato per la circolarità” e la sua valutazione secondo cui “il riciclo della plastica non ha al momento un solido business”. Riconosce, inoltre che, sebbene una regolamentazione efficace sia essenziale, questa non è una panacea e l’Europa deve perseguire un approccio più olistico per affrontare i problemi di competitività che affliggono la plastica e altre industrie. Infine, ritiene incoraggiante l’annuncio di Ursula von der Leyen di un nuovo Green Deal orientato all’industria in risposta alla Dichiarazione di Anversa.

Virginia Janssens, direttrice generale di Plastics Europe.
Produzione di materie plastiche in Europa nel 2023.

Il rapporto annuale di Assoambiente

Industria del riciclo leva strategica per la decarbonizzazione

L’industria italiana del riciclo si conferma un’eccellenza del nostro Paese e una risorsa strategica per l’economia circolare e la decarbonizzazione dell’economia nazionale ed europea; un prezioso strumento per ridurre la nostra tradizionale dipendenza energetica. Dal 2020 l’uso circolare di materia in Italia sta vivendo una fase di contrazione. Per rafforzare il ruolo strategico del settore e dare sostanza all’economia circolare è oggi necessario seguire un’agenda di riforme che veda impegnate istituzioni nazionali ed europee e operatori del settore. Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione del rapporto annuale “L’Italia che Ricicla”, promosso dalla sezione Unicircular di Assoambiente, l’associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento di rifiuti, nonché bonifiche.

Il settore dell’economia circolare rappresenta un importante volano economico per l’economia italiana: il valore aggiunto del settore (ossia il reddito lordo dalle attività operative) si attesta al 2,5% del PIL. Un dato più alto della media europea che trova conferma anche sul fronte dell’occupazione:

nel Belpaese lavorano circa 613 mila persone a tempo indeterminato nel comparto dell’economia circolare, circa il 2,4% degli occupati a tempo indeterminato. Sino alla pandemia, il nostro Paese aveva registrato un costante aumento dell’utilizzo di materiali riciclati nei processi produttivi, dal 2020 questa tendenza si è invertita, con un aumento dei consumi, cui ha fatto da contraltare una riduzione dell’utilizzo di materie prime ottenute dal riciclo. Per riprendere un percorso virtuoso da un punto di vista ambientale, l’uso circolare della materia deve essere supportato in modo più incisivo. Sono necessari nuovi investimenti: secondo gli ultimi dati, la quota di PIL investita in economia circolare in Italia è pari allo 0,7%, inferiore sia alla media europea (0,8%), che a quella delle principali economie come Germania (0,9%) e Francia (0,8%). Nel 2023 l’Italia è risultata importatrice netta di materie prime seconde per circa otto milioni di tonnellate, a testimonianza di un potenziale di crescita che potrebbe essere sfruttato dall’industria del riciclo, se adeguatamente sostenuta, soprattutto nei settori dell’organico, dei metalli ferrosi e non ferrosi e del vetro. I flussi di materie in entrata provengono principalmente dall’Europa continentale e dal continente americano, mentre i flussi in uscita sono diretti principalmente verso Turchia, India e Cina.

La risposta alle sfide a cui l’industria italiana del riciclo è chiamata ad affrontare nei prossimi anni è contenuta nell’“Agenda 2030 per il Riciclo”, formulata da Assoambiente attorno a cinque punti strategici, per delineare il piano di transizione verso un’economia circolare matura: - completamento del mercato unico europeo per i prodotti riciclati: vanno rimossi gli ostacoli normativi, burocratici e regolamentari, uniformando le normative dell’End of Waste; - riconoscimento del contributo del riciclo alla decarbonizzazione, con il conseguente sostegno economico a queste attività per la capacità di ridurre o evitare emissioni; - rivoluzione fiscale per il riciclo: vanno ripensati i regimi a sostegno di questi beni, prevedendo strumenti come il credito d’imposta per l’economia circolare, l’IVA agevolata su materie prime seconde e la revisione della tassazione ambientale; - rafforzamento delle attività complementari al riciclo: occorre migliorare quantità e qualità delle raccolte differenziate e potenziare il recupero energetico per le frazioni non riciclabili; - ripensamento normativo e amministrativo delle regole per il riciclo: vanno recepite in modo efficace le prescrizioni europee, anche attraverso un maggiore coinvolgimento degli operatori e rafforzati gli appalti green delle PA e i Criteri Ambientali Minimi (CAM).

“L’industria del riciclo oggi può rivelarsi strategica anche per ridurre la dipendenza del nostro Paese dall’importazione di materie prime (anche “critiche”) e di energia da altri Paesi, portando a compimento finalmente l’atteso disaccoppiamento tra andamento delle attività economiche e consumo di materia, già raggiunto da altre economie europee”, ha dichiarato Chicco Testa, presidente di Assoambiente.

Foto Linkedin/Assoambiente

Quattro anni di Ecopolietilene

Il consorzio Ecopolietilene, parte del Sistema Ecolight che affianca produttori, importatori, distributori e riciclatori nella gestione dei rifiuti di beni in polietilene, creato nel 2020, fa un bilancio dei suoi primi quattro anni di attività sottolineando la crescita significativa e l’impegno costante nel promuovere l’economia circolare che li hanno caratterizzati. Riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente a metà 2020 come sistema autonomo per la raccolta e il riciclo dei beni in polietilene, il consorzio ha raggiunto importanti traguardi, rafforzando il proprio ruolo di riferimento per le aziende nel settore del recupero dei rifiuti di beni in polietilene. Il numero di aziende consorziate è cresciuto del +73% dal 2021, puntando a superare quota 200 entro la fine del 2024. Questo aumento di rappresentatività ha portato Ecopolietilene a registrare un incremento del 55,8% dei beni in polietilene immessi sul mercato dalle aziende consorziate, per un totale di 265.700 tonnellate, con una crescita equilibrata ripartita tra beni rigidi (47%) e flessibili (53%). Parallelamente, la raccolta complessiva ha raggiunto le 90.500 tonnellate, di cui il 62% di beni rigidi e il 38% di beni flessibili, con un aumento del 13,2% nel 2024. In particolare, la raccolta si è distribuita tra Nord Italia, con 24.200 tonnellate di beni rigidi e 8.800 beni flessibili, Centro Italia, con 9.500 tonnellate di beni rigidi e 7.400 beni flessibili, e Sud Italia e Isole, con 5.650 tonnellate di beni rigidi e 35.000 beni flessibili. In totale, la raccolta nell’ultimo triennio rappresenta il 48% dell’immesso sul mercato, un dato superiore agli obblighi normativi.

La definizione di bene in polietilene racchiude un’ampia e diversificata tipologia di oggetti plastici, suddivisi tra beni flessibili e rigidi. I beni flessibili derivano prevalentemente dal settore agricolo e includono teli per pacciamatura e copertura di serre, motivo principale della significativa raccolta al Sud e nelle Isole. A questi si aggiungono reti, teli e sacchi utilizzati in edilizia e in ambito domestico, oltre a film tecnici impiegati anche nello sport. I beni rigidi

“Dal riconoscimento ministeriale a oggi, il consorzio ha fatto un importante percorso di crescita. Sono stati quattro anni di crescita e consolidamento, grazie anche alle aziende consorziate che nell’economia circolare. Il nostro impegno continua con l’obiettivo di rafforzare il sistema e ampliare la partecipazione delle imprese. Riteniamo importante che l’intero ambito dei beni in polietilene debba essere meglio circoscritto da un quadro normativo puntuale e lungimirante, con una migliore identificazione dei beni in polietilene e l’avvio di una raccolta differenziata. I produttori possono giocare un ruolo di primo piano in un ambito, quale è quello delle plastiche, nodale nel processo di economia circolare in atto”, ha dichiarato Giancarlo Dezio (nella foto), direttore generale di Ecopolietilene.

spaziano invece dagli attrezzi per l’irrigazione, contenitori e vasi utilizzati in agricoltura e giardinaggio, a tubi, cassette e raccordi per edilizia e termotecnica, casalinghi, attrezzature per sport e pesca, mobili e oggetti di uso professionale, giocattoli e contenitori per rifiuti. L’impegno di Ecopolietilene nella gestione di questi rifiuti va nella direzione di rispettare tutti gli obblighi normativi imposti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) al momento del suo riconoscimento a operare su tutto il territorio nazionale.

Tra le iniziative principali, il consorzio ha promosso progetti pilota per rafforzare la filiera circolare, in particolare sia per utilizzare le materie prime seconde ottenute dal riciclo dei teli agricoli e dai tubi per la produzione di altri oggetti plastici, sia per monitorare il conferimento dei beni in polietilene nei centri di raccolta comunali. Ecopolietilene è fortemente impegnato nel miglioramento continuo delle modalità di gestione e valorizzazione dei beni in polietilene. Tra le istanze portate avanti, spiccano: la migliore identificazione dei beni in polietilene, anche attraverso l’ipotesi di una raccolta differenziata più efficace; il coinvolgimento proattivo dei produttori, affinché possano giocare un ruolo determinante nell’intero ciclo di vita del prodotto, favorendo pratiche sostenibili.

Rapporto Circonomia

Italia al vertice del riciclo UE

In occasione dell’evento “Economia circolare, transizione ecologica, riciclo dei materiali: l’Italia in Europa è ancora “regina”?”, svoltosi a Ecomondo (Fiera di Rimini, 5-8 novembre) e realizzato in collaborazione con Corepla, è stato presentato il rapporto di Circonomia, il festival dell’economia circolare e della transizione ecologica promosso da Gmi (Greening Marketing Italia), Cooperativa Erica, Aica (associazione internazionale per la comunicazione ambientale) ed Eprcomunicazione, che propone la classifica delle prestazioni nell’economia circolare e nella transizione ecologica dei 27 Paesi dell’Unione Europea. Il rapporto restituisce una fotografia che vede l’Italia sempre leader nell’economia circolare, prima nel tasso di riciclo dei rifiuti (sia urbani che speciali), tra i tre migliori nel consumo di materia sia pro-capite sia per unità di PIL, davanti a grandi Paesi europei. L’Italia conserva inoltre il primato nella capacità di riciclo di materia e distanzia gli altri Paesi europei con ampi margini, vantando risultati particolarmente brillanti nel settore degli imballaggi (9 punti al di sopra della media europea). Lo scarto più vistoso a favore dell’Italia rispetto alla media UE si registra per la plastica, con un 14% in più. Questi risultati sono stati raggiunti grazie al lavoro dei consorzi di filiera come Corepla, che nel 2023 ha recuperato oltre 1,25 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica. Nel corso dell’anno, il consorzio ha avviato al riciclo più di 1,04 milioni di tonnellate di imballaggi, con un risparmio complessivo di materie prime vergini pari a 533.000 tonnellate, che equivale 11 miliardi di flaconi in PET per detersivo da un litro. È dal 2021 che Corepla avvia quantitativi sperimentali di rifiuti anche a processi di riciclo diversi rispetto a quello tradizionale di tipo meccanico. Nel 2023 la quantità di plastica destinata al riciclo

chimico è stata pari a 4.209 tonnellate con un aumento del 145% rispetto al 2022, mentre quella avviata a riciclo come agente riducente secondario (SRA, Secondary Reducing Agent) nelle acciaierie è stata pari a 38.456 tonnellate. Una crescita che dimostra come Corepla sia motore dell’economia circolare e leader nell’innovazione sostenibile, un vero e proprio passo avanti verso un’economia autonoma dai combustibili fossili. Infine, l’Italia è il Paese che fa meglio della media europea e svetta in 14 indicatori su 17. Dietro il nostro Paese, rispettivamente con 13 e 12 indicatori, si posizionano Olanda, Austria e Danimarca. Differenziando il dato italiano per macroregioni, si vede che il Centro (Lazio, Toscana, Marche e Umbria) se fosse uno Stato a sé guiderebbe il ranking europeo, seguito dal Nord al quinto posto e dal Sud con le Isole al settimo posto.

I buoni risultati dell’Italia nell’economia circolare sono però mitigati dall’andamento lento e incerto della nostra transizione energetica, in particolare dal dato relativo alla decarbonizzazione, cioè al trend di diminuzione dell’utilizzo di energia fossile che è la causa principale della crisi climatica. Nel confronto tra il 2022 e il 2021, la riduzione del consumo pro-capite di energia non rinnovabile (che comprende quella sia fossile che nucleare) è soltanto metà di quella registrata in media nell’UE e ancora meno rispetto a Germania e Olanda. Nel ranking dei 27 Paesi dell’Unione Europea il trend dell’Italia nella transizione energetica negli ultimi cinque e dieci anni si colloca rispettivamente al 22° e all’ultimo posto.

L’Italia conserva il primato nella capacità di riciclo di materia e distanzia gli altri Paesi europei con ampi margini, vantando risultati particolarmente brillanti nel settore degli imballaggi, soprattutto quelli in plastica.

Il riciclo della plastica oltre i confini della Terra

L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di rendere tutti gli imballaggi riciclabili su scala industriale entro il 2030, spingendo verso un modello di economia circolare e ponendo particolare attenzione al ruolo della plastica. Questo materiale, che rappresenta una risorsa fondamentale per il packaging, potrebbe diventare protagonista di una rivoluzione che va ben oltre i confini terrestri.

Di fatto, la NASA sta esplorando soluzioni che potrebbero trasformare i rifiuti spaziali in risorse utili, pertanto, la plastica degli imballaggi potrebbe non solo essere riutilizzata sulla Terra, ma trovare applicazione nello spazio, contribuendo a garantire la sostenibilità delle missioni spaziali e la sopravvivenza degli astronauti. Tra le iniziative più significative c’è la Waste to Base Materials Challenge, volta a sviluppare tecnologie capaci di convertire rifiuti come imballaggi, polimeri, avanzi di cibo e materiali danneggiati in nuovi materiali e fonti di energia. Questa ricerca si focalizza anche sulla plastica, sfruttandone la versatilità e il potenziale per creare cicli chiusi, che potrebbero rivelarsi fondamentali sia per le missioni interplanetarie sia per l’economia terrestre. Sebbene sulla Terra il riciclo della plastica abbia fatto notevoli progressi, permangono limiti tecnici e logistici che spingono a cercare soluzioni innovative. La prospettiva del riciclo spaziale potrebbe aprire nuovi orizzonti: la LunaRecycle Challenge, ad esempio, punta a trasformare anche i rifiuti plastici generati nello spazio in risorse indispensabili per la vita umana. Queste tecnologie, una volta perfezionate, potrebbero essere applicate anche sulla Terra, migliorando la gestione dei rifiuti e riducendo l’impatto ambientale. Immaginare un futuro in cui gli imballaggi plastici non solo si degradano in modo naturale, ma diventano risorse per l’energia o nuovi materiali, rappresenta un passo verso un’economia realmente circolare.

La plastica, spesso criticata per il suo impatto ambientale, potrebbe dimostrarsi una risorsa strategica per affrontare le sfide del futuro. Le innovazioni sviluppate nello spazio, come il riciclo a basso consumo energetico e l’ottimizzazione dei polimeri, potrebbero fornire soluzioni anche per la crisi delle risorse terrestri.

Nel contesto delle nuove frontiere del riciclo, la plastica non è solo un simbolo del presente, ma la chiave per un futuro sostenibile. Per il momento, all’essere umano non resta che volgere lo sguardo verso l’eterno e placido cosmo, osservando i progressi dei propri simili anche oltre i confini terrestri, per trarre ispirazione su come preservare il pianeta.

La plastica degli imballaggi potrebbe trovare applicazione nello spazio, contribuendo a garantire la sostenibilità delle missioni spaziali e la sopravvivenza degli astronauti.

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L’obiettivo di GommAmbiente è trasformare le sfide del settore in opportunità, riducendo l’impatto ambientale e garantendo benefici concreti alle aziende.

Rappresentare e valorizzare la filiera dei rifiuti in gomma

All’interno di Confindustria Cisambiente nasce GommAmbiente, nuova area pensata per rappresentare e valorizzare l’intera filiera dei rifiuti in gomma, in particolare gli pneumatici fuori uso (PFU).

Alla guida di GommAmbiente, presentata il 7 novembre a Ecomondo, è stato chiamato Roberto Bianco, presidente di Greentire, società consortile che si occupa della gestione dei PFU. GommAmbiente si propone come punto di riferimento per il comparto, promuovendo collaborazioni con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e con tutti i principali attori del settore. L’obiettivo è quello di rafforzare, anche a livello internazionale, l’Industria della gomma e del suo recupero, per promuoverne un ciclo virtuoso e affrontarne le criticità. Tra le priorità, l’elaborazione di un quadro

La capacità di riciclo installata per tipo di polimero (%) nell’UE a 27+3.

normativo moderno, l’introduzione di nuove tecnologie e il miglioramento e la tracciabilità dei processi della filiera, con attenzione alla conformità normativa. “L’obiettivo di GommAmbiente è trasformare le sfide del settore in opportunità, riducendo l’impatto ambientale e garantendo benefici concreti alle aziende”, ha evidenziato Roberto Bianco. “Dopo dodici anni di esperienza nel settore conosco bene le problematiche che affrontano le imprese della filiera, dall’insufficiente raccolta alle difficoltà di controllo di alcuni flussi. Il nostro impegno è quello di riunire le imprese sotto un’unica visione, basata su pragmatismo e competenza, per costruire un sistema di riciclo sostenibile e innovativo, nel totale e inderogabile rispetto della normativa e del nostro codice etico. Confido che altre aziende

del settore si uniscano a noi, consapevoli che una gestione responsabile dei rifiuti è cruciale per rappresentare le necessità di tutta la categoria”.

“Il settore dei rifiuti in gomma e degli pneumatici fuori uso rappresenta una sfida e un’opportunità”, ha dichiarato il direttore generale di Confindustria Cisambiente, Lucia Leonessi. “L’obiettivo è di incrementare la percentuale di riciclo. Ogni anno vengono prodotte migliaia di tonnellate di PFU e una gestione efficiente di questi materiali può avere benefici significativi. Grazie al lavoro delle aziende specializzate di GommAmbiente i PFU possono essere trasformati in materie prime seconde e impiegati in diversi settori, dall’ambito sportivo all’edilizia, con un ritorno sia in termini ambientali per una riduzione dell’inquinamento, sia sotto il profilo economico e occupazionale”.

Stagna la capacità di riciclo di materie plastiche in Europa

I dati più recenti di Plastics Recyclers Europe, l’associazione dei riciclatori di materie plastiche europei, indicano un rallentamento della crescita della capacità di riciclo di materie plastiche installata in Europa. Nell’UE a 27+3 Stati nel 2023 la capacità totale ha raggiunto 13,2 milioni di tonnellate, pari a un aumento del 6% su base annua, ossia l’incremento più basso dal 2017. Fino a

oggi, la capacità di riciclo installata era raddoppiata in cinque anni, con una crescita media del 17%.

“Le sfide che il settore del riciclo della plastica dell’UE ha dovuto affrontare nel 2022 sono state confermate dagli ultimi dati relativi al 2023”, ha dichiarato Ton Emans, presidente di Plastics Recyclers Europe. “Inoltre, gli investimenti si sono dimezzati, con soli 500 milioni di euro nel 2023 rispetto a un miliardo di euro iniettato nel 2022”.

Analizzando i dati, la capacità complessiva resta più elevata per i film poliolefinici, seguiti da PET e poliolefine rigide, che rappresentano oltre i tre quarti della capacità complessiva europea. A livello nazionale, la Germania detiene la più alta capacità di riciclo di materie plastiche installata nel continente, con una percentuale compresa tra 2 e 2,5 milioni di tonnellate, seguita dalla Spagna con circa 2 milioni di tonnellate.

Questi dati mostrano un rallentamento generale delle attività dei riciclatori, sollevando preoccupazioni sulla fattibilità del raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di riciclo e contenuto riciclato. Alcune delle cause di questa situazione sono rappresentate da aumento dei costi di produzione e dell’energia per le aziende europee, mancanza di domanda di plastica riciclata nell’UE e aumento delle importazioni di plastica vergine e riciclata da paesi terzi, spesso non sono verificate e non all’altezza dei requisiti a cui sono conformi le plastiche riciclate nell’UE.

Plastics Recyclers Europe esorta gli Stati membri e le istituzioni europee ad agire ora e ad applicare la legislazione esistente per garantire la competitività dell’industria dell’UE e la crescita costante delle capacità di riciclo di materie plastiche in Europa.

Da EuRIC una roadmap per la competitività del riciclo europeo

Misure utili per salvaguardare il Vecchio Continente

Attraverso la propria sezione interna Plastics Recycling Branch (EPRB), EuRIC, la federazione dell’industria europea del riciclo, ha pubblicato una tabella di marcia sul futuro dell’industria europea del riciclo delle materie plastiche, attualmente alle prese con una domanda estremamente bassa di materiali riciclati e con la concorrenza sleale di Paesi terzi che minacciano la circolarità in Europa.

Nella tabella di marcia, EPRB sostiene la necessità di una rapida attuazione degli obiettivi obbligatori di contenuto riciclato per la plastica, al fine di stimolare la domanda e incoraggiare gli investimenti per aumentare le capacità di riciclo in tutto il continente, e di incentivi sia fiscali sia di mercato, per colmare il divario di prezzo tra plastica vergine e riciclata. Per fornire materiali riciclati di alta qualità è necessario stabilire obiettivi di raccolta obbligatori e criteri di riciclabilità in grado

sia di incrementare la qualità stessa sia la quantità e la qualità dell’immesso nei processi di riciclo.

Inoltre, risulta fondamentale per l’economia circolare trovare il giusto equilibrio tra misure precauzionali e gestione responsabile del rischio, il che significa che le attività di riciclo potrebbero fermarsi se vengono fissate soglie sproporzionate senza che sia disponibile un metodo analitico di conformità armonizzato su scala industriale.

Con le nuove restrizioni alle esportazioni di rifiuti plastici introdotte dal Regolamento sulle Spedizioni di Rifiuti (WSP), un mercato unico ben funzionante per la plastica riciclata nell’UE è imperativo. Per questo motivo è più che mai necessario stabilire a livello europeo criteri di End-of-Waste (EoW) per le plastiche, così da facilitare la reintroduzione di prodotti riciclati di alta

qualità nei nuovi prodotti. “La scarsa domanda di plastica riciclata e le importazioni a basso costo da Paesi terzi con standard ambientali e di sicurezza insufficienti minacciano la crescita e la competitività dell’industria europea del riciclo della plastica. Per proteggerla, abbiamo bisogno di misure di vigilanza decisive e coraggiose che sostengano realmente una delle industrie chiave dell’Europa nella transizione verso un’economia circolare e a zero emissioni di carbonio”, ha dichiarato Julia Ettinger, segretario generale di EuRIC.

EuRIC, la federazione dell’industria europea del riciclo, ha pubblicato una tabella di marcia sul futuro dell’industria europea del riciclo delle materie plastiche.

Foto
EuRIC/EPRB

LISTENING TO USERS’ NEEDS

LOOKING FORWARD DIALOGUE WITH CUSTOMERS

Efficienza, flessibilità, qualità

Bausano rivoluziona la produzione di profili in PVC per tapparelle

L’estrusione di profili in PVC per tapparelle richiede un perfetto equilibrio tra efficienza, flessibilità e qualità del prodotto finale. A tal scopo, Bausano ha sviluppato un innovativo impianto per la produzione di nastri avvolgibili, assemblati in modo automatico: un’unica linea, in grado di generare fino a 5 metri di profilo al minuto, che gestisce l’intero ciclo produttivo della tapparella, pronta per l’installazione. L’unicità di questa proposta risiede nell’unità di punzonatura, taglio e infilaggio, che consente di gestire questi processi in modo totalmente automatico. Prevista in linea, è sinonimo di elevate prestazioni e perfetta integrazione dei componenti, in base alle specifiche fornite dal Cliente.

Nel dettaglio, la soluzione si compone di un estrusore monovite della gamma EGO 60/25, alimentato da un sistema di dosaggio gravime-

trico a perdita di peso. Quest’ultimo, progettato per gestire PVC rigido ad alta resistenza e ottimizzato per carichi specifici, assicura una composizione del materiale in ingresso sempre costante. Successivamente, il polimero fuso scorre attraverso una filiera personalizzata, sviluppata per ottenere un profilo uniforme. L’impianto è inoltre dotato di un banco di raffreddamento di 6 metri per la calibrazione dei profili e un sistema di raffreddamento a circuito chiuso con scambiatore di calore, che permette un controllo preciso della temperatura durante l’estrusione, a garanzia di output di elevata qualità.

Una volta estruso, il profilo viene trasportato da un sistema di traino con cingoli sagomati, che consente di prevenire la formazione di segni e imperfezioni superficiali attraverso un tiro continuo e uniforme. Calibrato per essere

idoneo anche per profili di colore bianco, garantisce un risultato dall’estetica impeccabile. Completa la soluzione l’unità di punzonatura, taglio e infilaggio automatico, progettata su misura da Bausano. Tra i plus, la taglierina a lama calda permette di effettuare un taglio preciso e privo di sbavature, riducendo gli scarti di produzione. Infine, il sistema di infilaggio in linea consente di ottenere nastri di profili assemblati secondo le lunghezze richieste dal cliente, completando l’operazione con rapidità e precisione. L’intero ciclo produttivo è monitorato tramite PLC, in conformità con i principi dell’Industry 4.0, per garantire massima efficienza e qualità dei processi, in ogni momento. Grazie all’inedita combinazione tra tecnologie avanzate e personalizzazione dei componenti, la proposta di Bausano ottimizza ogni fase della produzione, a vantaggio di un controllo di processo senza eguali. Il risultato è un impianto integrato ed efficiente, studiato per assicurare eccellenti standard di qualità e durabilità del prodotto finale.

L’unità di punzonatura in linea.
Una sezione della linea messa a punto da Bausano per la produzione di profili in PVC per tapparelle (nel riquadro un dettaglio).

Recente open house in casa Colines

Innovazione e flessibilità, un binocolo per guardare al futuro

Un impianto della nuova serie Polyblown esposto in funzione per tre giorni presso lo stabilimento di Marano Ticino (Novara) ha permesso a Colines di far vedere dal vivo lo stato dell’arte della sua tecnologia in bolla, che in poco tempo è cresciuta per numero e quote di mercato, anche grazie alla solida reputazione dell’azienda in ambito cast. Ce ne ha parlato Gabriele Peccetti.

Di Luca Mei e Stefano Bertacchi

Il mondo della plastica continua a essere uno dei settori industriali con le più profonde trasformazioni tecnologiche, trainate da esigenze di sostenibilità, flessibilità produttiva e innovazione senza sosta. Colines, tra le principali aziende italiane operanti a livello globale nella costruzione di linee per l’estrusione, ha dimostrato ancora una volta la propria capacità di guardare al futuro nel corso di una recente open house dedicata alla tecnologia per l’estrusione in bolla. Nata a Novara, Colines, infatti, è oggi un punto di riferimento mondiale nella progettazione e costruzione di impianti per l’estrusione delle materie plastiche. Un successo costruito su una solida base di ricerca e sviluppo, che ha permesso e tutt’oggi permette all’azienda di anticipare le tendenze del mercato e di proporre soluzioni sempre più all’avanguardia. Ma Colines non è solo un’azienda che guarda al futuro. Le sue radici sono profondamente ancorate al territorio e alla sua storia industriale. La capacità di coniugare tradizione e innovazione è uno dei tratti distintivi di questa realtà, che ha saputo valorizzare il know-how acquisito nel corso degli anni integrandolo con le più moderne tecnologie. In un mondo sempre più attento alle tematiche ambientali, l’azienda piemontese si presenta come un protagonista attivo del cambiamento.

Gabriele Peccetti, marketing e communication director di Colines, ci ha accompagnato tra le peculiarità dell’impianto esposto durante l’open house e le innovazioni che stanno trasformando il settore.

Flessibilità e produttività: le chiavi del successo

“La macchina che abbiamo presentato durante questa open house ha un focus particolare: la flessibilità,” ha spiegato Gabriele Peccetti. “Quello che abbiamo voluto mostrare in questa open house rappresenta un impianto estremamente flessibile, in grado di realizzare cinque o sei prodotti differenti”, ha aggiunto Gabriele Peccetti.

“I clienti oggi hanno esigenze specifiche e richiedono flessibilità per produrre lotti di dimensioni variabili. Il nostro impianto risponde a queste esigenze, consentendo un cambio di produzione veloce e senza intoppi”. Questo aspetto illustrato dal marketing e communication director di Colines non è un mero dettaglio, ma una risposta diretta alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, dove i clienti necessitano di produzioni su misura, capaci di rispondere rapidamente a richieste diversificate. L’impianto esposto era un esemplare della famiglia Polyblown, con fascia di 2.300 mm in configurazione con cinque estrusori, sistema di soffietti innovativo e design che privilegia la compattezza e la facilità di manutenzione. Ma il vero punto di forza, come sottolineato da Gabriele Peccetti, risiede nella capacità di lavorare diverse tipologie di materiali, incluse resine PCR (Post-Consumer Recycled).

“Abbiamo effettuato test con diversi tipi di prodotti prima

dell’open house e poi durante l’evento abbiamo mostrato in diretta la versatilità della macchina”, ha proseguito Gabriele Peccetti, evidenziando la possibilità di passare rapidamente da una produzione all’altra, elemento cruciale per rispondere a richieste particolari.

L’intelligenza artificiale e il mondo della plastica

L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando profondamente il settore della plastica, in particolare quello dell’estrusione. Le sue applicazioni sono molteplici e promettenti.

Immaginiamo una linea di produzione dove i sensori, collegati a sofisticati algoritmi di apprendimento automatico, monitorano costantemente ogni fase del processo. L’IA, analizzando i dati in tempo reale, è in grado di prevedere eventuali anomalie e di intervenire tempestivamente, evitando fermi macchina e garantendo un prodotto finale di alta qualità. Ma le potenzialità dell’IA vanno ben oltre il semplice controllo di qualità. Gli algoritmi possono essere utilizzati per ottimizzare i parametri

Una veduta d’insieme dell’impianto Polyblown in funzione durante l’open house.

di processo, come la temperatura e la pressione, in base alle specifiche caratteristiche del materiale e del prodotto finito. Inoltre, l’IA può contribuire allo sviluppo di nuovi materiali plastici, simulando le loro proprietà e accelerando notevolmente i tempi di ricerca e sviluppo. Un altro campo di applicazione molto interessante è quello del riciclo. Sistemi di visione artificiale basati sull’IA possono identificare e separare con precisione i diversi tipi di plastica, facilitando il processo di riciclo. Ma i benefici dell’IA non si limitano alla produzione. L’ottimizzazione della logistica e della supply chain è un altro ambito in

Un primo piano di tre dei cinque estrusori con cui era configurato l’impianto Polyblown in open house che convogliano alla testa di estrusione.

cui essa può fare la differenza. Prevedendo la domanda futura, le aziende possono gestire in modo più efficiente le loro scorte e ridurre i costi. Grazie all’IA, le aziende possono diventare più competitive, sostenibili e innovative. L’automazione dei processi, il miglioramento della qualità, la riduzione dei costi e lo sviluppo di nuovi materiali sono solo alcune delle tante opportunità offerte da questa tecnologia. L’automazione e i primi passi verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale sono altri capisaldi del percorso evolutivo intrapreso da Colines. Un altro aspetto cruciale del nuovo impianto è infatti l’integrazione di avanzate tecnologie di automazione. “Stiamo lavorando per implementare sistemi di intelligenza artificiale sulle nostre macchine. Sulle linee cast, per esempio, abbiamo già il sistema chiamato “Mastermind” che mappa automaticamente la testa e gestisce l’intero processo di estrusione”, ha affermato Gabriele Peccetti. “L’obiettivo è quello di ridurre gli scarti e migliorare la ripetitività della produzione. Questo è essenziale per garantire la qualità costante del prodotto, anche quando il personale cambia”. L’automazione è particolarmente significativa nel contesto di un mercato sempre più orientato alla sostenibilità. Questa filosofia è chiara anche nel design della macchina Polyblown. Il cambiafiltri dedicato, integrato sull’estrusore principale, consente di processare con efficienza resine PCR, riducendo al minimo gli scarti e migliorando la gestione dei materiali riciclati.

Tecnologia avanzata e sostenibilità

“Un elemento che ci contraddistingue è la capacità di lavorare diverse tipologie di resine PCR”, ha precisato Gabriele Peccetti. Non tutti i materiali riciclati, infatti, sono uguali e Colines ha sviluppato viti per gli estrusori capaci di trattare efficacemente materiali complessi. “Abbiamo testato più fornitori di PCR per verificarne le caratteristiche e siamo riusciti a ottenere risultati sorprendenti”, ha spiegato il marketing e communication director. Questo approccio permette all’azienda di offrire ai propri clienti linee di estrusione in grado di trattare i materiali riciclati mantenendo alte prestazioni e qualità del prodotto.

La sostenibilità si concretizza anche nella capacità di produrre film con PCR sfruttando la coestrusione, rendendoli idonei persino per applicazioni alimentari. “Questo tipo di innovazione permette di trasformare il materiale riciclato senza compromettere la sicurezza e la qualità del prodotto finale,” ha affermato Gabriele Peccetti.

Dettagli tecnici e progettazione avanzata

L’aspetto tecnico non passa in secondo piano: l’impianto Polyblown esposto in funzione durante l’open house rappre-

La testa di estrusione d 350 mm per la produzione di film fino a cinque strati. Il complesso estrusori-testa sviluppato per questo impianto consente di lavorare diversi tipi di materiali, riciclati inclusi.

senta un esempio di ingegneria avanzata. Dotato di una testa di estrusione di 350 mm di diametro, esso è concepito per produrre diversi tipi di film, dal laminato allo stretch-hood. La configurazione dei cinque estrusori e la progettazione innovativa della testa permettono una migliore distribuzione del materiale, garantendo un raffreddamento più rapido e una maggiore produzione, grazie anche a un anello a doppio flusso molto performante.

Un’altra caratteristica distintiva è costituita dal sistema di misurazione automatica molto reattivo e dai soffietti integrati di design innovativo, che consentono di adattare la produzione in tempo reale. Peccetti ha descritto con orgoglio i vantaggi di una progettazione compatta e modulare: “Abbiamo progettato un traino oscillante compatto per rispondere alle esigenze di clienti che operano in stabilimenti con limiti di altezza.”

La macchina è equipaggiata con avvolgitori in grado di lavorare in tre modalità differenti: a contatto, misto motorizzato o in gap. Questi componenti garantiscono un’elevata precisione nell’avvolgimento e una maggiore versatilità operativa.

Espansione globale e strategia di mercato

Parlando di mercato, Colines non si ferma al solo miglioramento tecnologico. “Il nostro focus è quello di espanderci geograficamente, sviluppando strutture di agenzia e assistenza capaci di garantire supporto ovunque”, ha illustrato Peccetti. Stati Uniti, Italia e Brasile rappresentano attualmente i mercati principali per l’azienda, ma l’attenzione si estende a tutto il mondo, con l’obiettivo di diversificarne geograficamente la presenza e ridurre i rischi legati a eventuali contrazioni in aree specifiche. “La presenza nei mercati è molto bilanciata” ha spiegato Peccetti “con alcune aree di nuovo interesse, tipo il Maghreb, e altre in cui siamo storicamente forti come l’India in cui collaboriamo con un partner prestigioso dagli anni ‘80”. Questo ci consente di essere capillari e di offrire un servizio post-vendita efficace”.

Gabriele Peccetti, marketing e communication director di Colines.

Gabriele Peccetti ha anche evidenziato l’importanza della reputazione di Colines, consolidata in decenni di leadership nel settore degli impianti con tecnologia a testa piana. La crescita del mercato degli impianti per l’estrusione in bolla per Colines è stata esponenziale negli ultimi anni, arrivando a un 15% sul fatturato. “Abbiamo costruito una solida reputazione nel settore del cast e questo ci ha permesso di conquistare rapidamente la fiducia dei clienti anche nel segmento della bolla”, ha specificato Peccetti.

Uno sguardo al futuro: sfide e opportunità

Guardando avanti, il marketing e communication director si dice fiducioso sulle prospettive del mercato. Nonostante la contrazione del settore, Colines ha saputo diversificare le sue attività, puntando su macchine di nicchia e tecnologie avanzate. “L’obiettivo è quello di minimizzare i rischi diversificando le aree geografiche e le tipologie di macchine offerte. Stiamo lavorando per essere sempre più presenti in nuovi mercati e per offrire soluzioni che soddisfino le esigenze dei nostri clienti, sia dal punto di vista tecnologico sia in termini di sostenibilità”, ha concluso Gabriele Peccetti.

La strategia di Colines, basata su innovazione e flessibilità, così come un approccio su misura al cliente, rappresenta un esempio di come un’azienda storica possa affrontare con successo le sfide di un mercato in continua evoluzione. Grazie all’impegno per l’innovazione e la sostenibilità, Colines rimane un punto di riferimento nel settore dell’estrusione e si prepara a conquistare nuove vette nel mercato globale.

L’impianto esposto in funzione durante l’open house rappresenta un esempio di ingegneria avanzata e applicata da parte del costruttore Colines.

Specialisti nella riorganizzazione industriale

… and the Constantinus International Award goes to…

Un prestigioso premio e una tappa importante della propria attività hanno illuminato il 2024 di SGC Grecu Consulting, società da vent’anni attiva in campo consulenziale. Ci racconta tutto il suo CEO Alessandro Grecu.

Dal 2004 SGC Grecu Consulting opera nella riorganizzazione ingegneristica industriale per il miglioramento delle prestazioni nelle aree progettuali, manifatturiere e logistiche, e ha sviluppato una speciale competenza nell’industria delle materie plastiche con metodologie specifiche per le aziende che vi operano. La società, dunque, vanta lunghe eccellenza ed esperienza nell’ambito della produzione industriale per proporsi come partner in grado di supportare le aziende nel raggiungimento di prestazioni e standard superiori, dalla crescita organizzativa e manageriale al recupero di produttività ed efficienza, dalla riduzione dei costi industriali al globale incremento della competitività. L’intervento di ingegneri e consulenti di SGC Grecu Consulting consiste nell’affiancare le aziende nel raggiungimento di cambiamenti e obiettivi ingegneristici, produttivi, manageriali e imprenditoriali con standard elevati grazie a ventennale esperienza, know-how e leadership in progettazione, erogazione, studio e miglioramento delle prestazioni imprenditoriali e industriali. Due importanti avvenimenti hanno segnato la storia recentissima di SGC Grecu Consulting: l’ottenimento di quello che è considerato l’Oscar della consulenza manageriale, il Constantinus International Award, conferito per la prima volta a una società italiana, e i vent’anni di attività nel settore specifico delle mate-

rie plastiche. Motivi, questi, che ci sono sembrati più che validi per intervistare il suo CEO Alessandro Grecu.

Partiamo dalla recente medaglia d’oro che avete vinto al Constantinus

International Award: siete la prima società di consulenza italiana che riceve questo riconoscimento internazionale nel settore della consulenza manageriale. Innanzitutto, di cosa si tratta e che sensazioni ed emozioni ha vissuto?

“Vincere tale premio e, per giunta, essere stato il primo italiano è stato un momento di enorme soddisfazione sia personale sia per il mio team. Ho provato tanta emozione: il Constantinus International Award è considerato l’Oscar della consulenza manageriale, un riconoscimento di prestigio che premia l’eccellenza nei progetti di consulenza aziendale a livello globale. Questo premio che abbiamo ricevuto costituisce il culmine di anni di lavoro, impegno e studi approfonditi. Durante la cerimonia di premiazione, che si è svolta in Armenia, ho sperimentato un mix di sensazioni: erano in gara grandi nomi e progetti da tutto il mondo e arrivare a essere scelto tra loro per ricevere la medaglia d’oro è stato un grande onore.

Il mio progetto, “Ridisegno Lean Plastic dell’insediamento industriale”, rappresenta un traguardo tecnico e professionale, perché combina innovazione e personalizzazione. La sfida era quella di “fondere” tre stabilimenti in un unico sito industriale, adottando soluzioni di layout snello e ottimizzato che rispondessero alle esigenze della produzione nel settore medicale. Lavorare a questo progetto ha richiesto mesi di lavoro: analisi, simulazioni e molte ore di lavoro fianco a fianco tra la squadra SGC e il team cliente, che ha partecipato con grande impegno e coinvolgimento.

Quello che mi gratifica è, da una parte, il riconoscimento del valore del progetto, e contemporaneamente pensare a come l’azienda cliente, IBS Moulding, abbia tratto vantaggi concreti dal ridisegno dell’insediamento, migliorando significativamente la propria competitività e la gestione dei propri processi”.

La medaglia d’oro le è stata conferita per il citato progetto “Ridisegno Lean Plastic dell’insediamento industriale”: ci illustra più in dettaglio in cosa consiste e quali sono stati gli aspetti che hanno fatto la differenza rispetto agli altri concorrenti?

“Il progetto si è concentrato sulla riorganizzazione di un’azienda di stampaggio a iniezione della plastica nel settore medicale: si tratta di un ambito particolarmente delicato ed esigente per la sua attenzione a standard qualitativi e normativi. Abbiamo progettato completamente il layout dello stabilimento nuovo puntando sulla riduzione degli sprechi e sull’ottimizzazione dei flussi, implementando i princìpi della Lean Plastic. Una fase fondamentale del progetto è stata l’assessment tec-

nico, logistico, gestionale e produttivo, che ci ha permesso di identificare le criticità interne, dal flusso dei materiali ai tempi di lavorazione, permettendoci poi di integrare soluzioni specificamente pensate per le esigenze di una camera bianca medicale e dello stampaggio plastico. Anche la fusione di tre stabilimenti in una nuova, unica sede è stato un traguardo significativo; l’intera operazione è stata condotta con l’obiettivo di semplificare flussi logistico-produttivi complessi e migliorare la capacità operativa.

In fase di esame da parte della giuria, il nostro progetto si è distinto per la complessità e la personalizzazione delle soluzioni applicate ed è stato riconosciuto il valore pratico e innovativo dei risultati. La nostra capacità di eliminare ritardi, sprechi e inefficienze, unendo gli approcci Lean tradizionali e quelli specifici per il mondo plastico, ci ha permesso di posizionarci come pionieri di un approccio unico nel suo genere. Inoltre, la collaborazione con IBS Moulding è stata estremamente arricchente: ringrazio il loro team per la fiducia accordataci, che ci ha permesso di implementare soluzioni sfidanti e di largo impatto.

Riteniamo che sia stata premiata la concretezza dei risultati del nostro progetto e la nostra competenza specifica nel mondo delle materie plastiche. Ciò, unito a una profonda attenzione al dettaglio e all’effettiva fattibilità, ha portato il nostro lavoro al top della competizione”.

Un progetto di questo genere come nasce e si sviluppa? Quali sono stati i suoi aspetti più impegnativi e perché?

“Un progetto di questo livello muove sempre dalla comprensione e definizione precisa del bisogno specifico dell’azienda committente. Nel caso di IBS Moulding, l’input iniziale era migliorare

La cerimonia di premiazione del Constantinus International Award 2024 a Yerevan, in Armenia, con Alessandro Grecu, ottavo da destra, insieme agli altri partecipanti alla competizione.

SGC Grecu Consulting ha ottenuto il premio Constantinus International Award 2024 per il progetto “Ridisegno Lean Plastic dell’insediamento industriale”, sviluppato per IBS Moulding, azienda operante nel settore dello stampaggio a iniezione medicale.

l’efficienza produttiva e logistica, ridurre gli sprechi e garantire la fusione efficace delle tre fabbriche, aumentandone la resa complessiva.

Lo sviluppo del progetto ha previsto l’analisi preliminare come fase cruciale, volta a comprendere il contesto, i punti critici e le opportunità di miglioramento. È stata una fase imprescindibile, che ha richiesto tempo e precisione, poiché qualsiasi errore in questa fase poteva compromettere i risultati finali. Man mano che il progetto si sviluppava, ci siamo concentrati sugli aspetti logistici e produttivi, cercando soluzioni innovative per ottimizzare i flussi di lavoro e ridurre i tempi morti.

Un aspetto sfidante è stato sicuramente armonizzare le esigenze di una camera bianca medicale – che richiede standard di pulizia e sterilità rigorosi – con le dinamiche operative dello stampaggio a iniezione plastico, che ha le sue peculiarità. La nostra capacità di adattarci, comprendere i vincoli normativi e proporre soluzioni su misura si è rivelata determinante per la riuscita del progetto. Oltre agli aspetti più pratici e misurabili, c’è sempre la sfida legata al capitale umano: per noi è sempre fondamentale implementare soluzioni che siano percepite come utili da tutto il team aziendale. L’adozione di nuove metodologie, infatti, richiede spesso un cambio di mentalità, e proprio per quello ci siamo concentrati molto sull’aspetto formativo e motivazionale, assicurando che ogni step fosse compreso e supportato, per porre le basi di un mantenimento nel tempo di tutti i risultati raggiunti”.

SGC Grecu Consulting nel 2024 ha festeggiato vent’anni di attività nel campo della consulenza aziendale. Ci riassume brevemente la vostra storia e quali sono i vostri obiettivi futuri che sulla sua base vi prefiggete?

“Nel 2024, SGC Grecu Consulting ha celebrato i suoi primi 20 anni nel settore della consulenza aziendale. Un percorso costruito sulla fiducia dei nostri clienti, durante il quale abbiamo sviluppato approcci unici come il Lean Plastic e “Be Manager in a Lean Way”, per aiutare le imprese a ottimizzare i processi produttivi e logistici, ridurre gli sprechi e migliorare l’organizzazione manageriale.

Guardando al futuro, ci impegniamo a rafforzare la formazione per imprenditori e manager, integrando digitalizzazione e Lean, e a innovare continuamente i nostri metodi consulenziali. Anche per il 2025 siamo carichi di entusiasmo e pronti a lanciare iniziative di valore per accompagnare le aziende verso il successo in un mercato in costante evoluzione. Siamo grati a tutti coloro che hanno fatto parte di questo viaggio e sono pronti a scrivere insieme il prossimo capitolo”.

Il vostro portafoglio consulenziale è composto di vari approcci: Lean Production, Lean Plastic, Be Manager in a Lean Way ecc. Ci spiega gli aspetti principali di ciascuno?

“Ogni approccio è nato per rispondere a esigenze specifiche, ma insieme rappresentano un ecosistema metodologico solido e complementare. Lean Production è la base, un sistema originato nel contesto del Toyota Production System, che mira a ottimizzare i processi produttivi eliminando sprechi e inefficienze. Lean non è solo un metodo, ma una filosofia aziendale che cambia il modo di pensare e lavorare, sensibilizzando alla caccia agli sprechi e al miglioramento continuo. Questo approccio sviluppato da Toyota nel secolo scorso porta rapidamente miglioramenti tangibili in termini di efficienze, tempi di attraversamento, costi e qualità.

Lean Plastic (la Lean per materie plastiche), invece, è la nostra interpretazione, unica e originale per poter applicare con successo ed efficacia i principi di snellimento Lean per il settore delle materie plastiche. Si tratta di una metodologia di consulenza dove l’attenzione si sposta sulle peculiarità specifiche di questo settore, come ad esempio la gestione dei processi produttivi e della tipica instabilità di questo tipo di industria, o il flusso operativo in ambienti complessi, tra i quali gli ambiti packaging, auto, medicale, casalinghi e così via. È un approccio che si plasma sulle necessità dell’industria plastica, permettendo di ottenere efficienze e risultati significativi.

Il percorso formativo Be Manager in a Lean Way è un pacchetto di sentieri formativi, strutturati con una logica di “percorso a step”, che si occupano della formazione dei manager a tutti i livelli: coordinatori, middle manager, top manager, imprenditori e CEO. Abbiamo sviluppato questi corsi perché spesso, nelle aziende, il miglioramento operativo della fabbrica non basta. O meglio: si basa anche, e soprattutto, sullo sviluppo delle competenze e capacità delle persone, che rappresentano il vero e

Alessandro Grecu, managing partner di SGC Grecu Consulting, con il Constantinus International Award 2024, l’Oscar della consulenza manageriale in ambito industriale.

proprio motore del cambiamento. I manager devono acquisire competenze che li rendano capaci di “vedere” gli sprechi, e guidare i team verso una cultura aziendale Lean; questo significa sviluppare soft skill, capacità di leadership, delega, problem solving, gestione strategica, mantenendo sempre l’azienda orientata al “Kaizen”, il miglioramento continuo”.

Può offrirci una sintesi dei contenuti dell’approccio Lean Plastic?

“L’industria della plastica affronta sfide importanti, in termini di sprechi, qualità dei prodotti e costi operativi. L’approccio Lean Plastic rappresenta una soluzione consulenziale innovativa e sostenibile, ispirata ai principi della Lean Production, per ottimizzare i processi produttivi e migliorare le performance aziendali. Attraverso un metodo strutturato in cinque step e l’utilizzo di strumenti avanzati, quali la Plastic Stream Map, Lean Plastic individua 21 aree critiche da ottimizzare per ridurre scarti, tempi di consegna, inefficienze ed in generale problematiche. Ne risultano coinvolgimento del personale, maggiore qualità/stabilità, costi contenuti e migliore posizionamento sul mercato.

Grazie a corsi di formazione, consulenze strategiche e affiancamento operativo, Lean Plastic non solo lavora per il miglioramento dei risultati aziendali, ma promuove un processo di miglioramento continuo, essenziale per accrescere la competitività nel lungo termine. Un’opportunità concreta per imprenditori e manager che desiderano trasformare la loro azienda in un modello di efficienza e sostenibilità”.

Come avviene la crescita delle competenze manageriali e delle prestazioni produttive all’interno di un team o di un’azienda in seguito al vostro intervento?

Il cambiamento avviene secondo un processo a fasi strettamente interconnesse. La prima consiste sempre in una “diagnosi”: grazie a check-up approfonditi, valutiamo le performance attuali e identifichiamo i punti critici da migliorare. Questa fase è cruciale perché pone le basi di un percorso di cambiamento solido e mirato.

Successivamente, lavoriamo sulla formazione: crediamo fermamente che il cambiamento parta dalle persone. Progettiamo percorsi formativi personalizzati per i manager e i team operativi, dove non ci limitiamo a fornire nozioni teoriche, ma li mettiamo direttamente alla prova con simulazioni e casi reali. Siamo profondamente convinti che “comprendere la pratica” delle cose sia fondamentale.

Infine, applichiamo il miglioramento continuo. Ogni cambiamento implementato viene monitorato e affinato nel tempo per massimizzarne l’efficacia. Il fattore umano è determinante in ogni fase, ed è qui che troviamo uno dei benefici più grandi:

quando il team sente di essere coinvolto e valorizzato, la crescita non riguarda solo l’efficienza produttiva ma anche la soddisfazione lavorativa e il senso di appartenenza. E tutto questo genera benessere, risultati e motivazione, insomma l’ambiente ideale per lo sviluppo di grandi performance e grandi idee”.

Infine, quali consigli darebbe agli imprenditori e ai manager che oggi desiderano migliorare l’efficienza produttiva delle proprie aziende?

“Il miglior consiglio che posso dare è di abbracciare il cambiamento come un’opportunità e non come una minaccia. Spesso ci troviamo di fronte ad aziende che si trovano con un primo, grande ostacolo da superare: si tratta del timore di mettere in discussione il concetto “abbiamo sempre fatto così”. Questa resistenza al cambiamento è un fattore estremamente penalizzante e molto pericoloso, perché solo chi ripensa i propri processi cercando nuovi punti di vista riesce a migliorare davvero.

Inoltre, è fondamentale affidarsi alla guida di esperti per avviare il percorso di ottimizzazione. Infatti, un progetto di miglioramento ben strutturato inizia sempre da un’analisi approfondita delle necessità aziendali e individua le opportunità più promettenti (e prioritarie), definendo gli interventi in modo chiaro e dettagliato; una analisi di questo tipo è sempre da affidare a esperti con conoscenze specifiche ed esperienza comprovata. Un altro consiglio è quello di coinvolgere il proprio team. Il miglioramento continuo non è mai il lavoro di un solo individuo, è un viaggio condiviso. Infine, a manager e imprenditori posso consigliare di non avere paura di investire nella formazione e nella digitalizzazione; anche se queste azioni possono sembrare onerose nel breve termine, rappresentano un asset inestimabile per la competitività aziendale futura”.

L’intervento realizzato con il progetto vincitore ha riguardato aspetti tecnico-tecnologici, logistici, gestionali e produttivi, identificando le criticità interne e integrando soluzioni specificamente pensate per le esigenze di una camera bianca medicale e dello stampaggio plastico, oltre alla “fusione” di tre stabilimenti in una nuova, unica sede.

Entrata nell’industria delle materie plastiche nel 2004, la società di consulenza ha sviluppato per questo settore il metodo Lean Plastic, ispirato direttamente alla Lean Productioin, messo a sua volta a punto da Toyota Production System nel secolo scorso.

Soluzioni chiavi in mano di Witttman per lo stampaggio di Zeca

Efficienza per superare le inefficienze di mercato

Lotti di piccole dimensioni, ampia gamma di materiali e colori e frequenti cambi stampo contrastano con l’obiettivo di tenere bassi i costi unitari. L’azienda italiana Zeca ha raccolto questa sfida, riuscendo anche a rafforzare i propri margini di competitività, grazie alla produzione interna di parti stampate a iniezione con le soluzioni chiavi in mano fornite da Wittmann.

Un’intera fabbrica creata da un’unica mano: questo viene in mente entrando nello stabilimento Zeca di Feletto Canavese, a mezz’ora di macchina da Torino. Otto presse a iniezione di Wittmann di diverse taglia e caratteristiche costruttive disposte in fila al termine della quale si trova un grande sistema centralizzato per l’essiccazione e il trasporto dei granuli plastici. Tutte le macchine sono dotate di dispositivi periferici e di automazione forniti anch’essi da Wittmann. Inoltre, uno sguardo al monitor centrale rivela come la digitalizzazione si stia facendo strada nel reparto di produzione. Tutte le isole di stampaggio sono infatti connesse tramite la rete Wittmann 4.0 e integrate in Temi+, il sistema MES del Gruppo Wittmann. “I nostri clienti rimangono impressionati quando vengono in visita al nostro stabilimento”, spiega Paolo Chiarabaglio che, insieme al fratello Marco, rappresenta la quarta generazione al timone dell’azienda di famiglia con quasi cento anni di storia. “Ci presentiamo ai nostri clienti con un aspetto molto pulito e moderno. Tutto è perfettamente coordinato, anche i colori. Sono convinto che le persone siano più motivate quando si trovano a lavorare in un ambiente curato”.

I pezzi depositati dalle presse a iniezione sui nastri trasportatori sono dominati dai colori della stessa Zeca, giallo (foto di apertura), grigio e nero. L’azienda è specializzata in equipaggiamenti sia per officine professionali sia per il fai-da-te, nonché per le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. Tra i prodotti più noti ci

sono i sistemi per avvolgere cavi e tubi. In Italia, il marchio si è affermato da tempo come sinonimo di un intero gruppo di prodotti. “Quando hanno bisogno di un avvolgicavo, i clienti entrano in negozio e chiedono “uno Zeca””, sottolinea Chiarabaglio.

Pieno controllo di qualità e costi

Per molto tempo Zeca ha acquistato le parti stampate a iniezione da stampatori esterni, ma nel 2022 è stata presa la decisione di portare la produzione all’interno dell’azienda. Sebbene lo stabilimento non sia stato costruito ex novo (Zeca ha acquistato un edificio industriale dismesso) il reparto di stampaggio si caratterizza per un layout votato a sfruttare tutte le potenzialità di efficientamento.

La concorrenza è agguerrita. In molti casi, il mercato propone articoli simili realizzati in Asia, “a metà prezzo, ma di qualità inferiore”, dichiara Chiarabaglio. “Il buon nome di Zeca si basa sull’ottima qualità dei nostri prodotti, ma dobbiamo comunque produrre a prezzi competitivi”. Avere il pieno controllo della qualità e dei costi è stata la ragione principale alla base della decisione di entrare in prima persona nello stampaggio a iniezione. “In passato, a causa di problemi di qualità, eravamo costretti a scartare molte parti acquistate presso i fornitori esterni”, puntualizza Chiarabaglio. “In alcuni casi, i materiali specificati nei nostri ordini non venivano utilizzati e la struttura dei costi era poco trasparente”.

Portando la produzione al proprio interno, Zeca è diventata

Con otto presse a iniezione automatizzate e integrate di Wittmann (4 Smartpower, 2 MacroPower e 2 EcoPower), Zeca possiede la flessibilità non solo per i propri prodotti, ma anche per quelli realizzati per conto terzi. Gli alloggiamenti per i sistemi di avvolgimento di cavi e tubi in PP (nel riquadro) sono attualmente tra i pezzi più grandi prodotti dalle macchine MacroPower.

anche più flessibile, soprattutto quando si tratta di gestire una grande varietà di colori. Infatti, mentre gli articoli con il marchio dell’azienda vengono prodotti in soli tre colori, il reparto di stampaggio per conto terzi opera con innumerevoli colori e materiali. Il ricorso a fornitori esterni per la produzione di articoli in molti colori diversi si riflette in lotti di piccole dimensioni e costi unitari relativamente elevati. In passato quindi per contenere i costi Zeca spesso ordinava lotti più grandi che comportavano però costi aggiuntivi di magazzinaggio. “È un’inefficienza a livello di mercato”, afferma Paolo Chiarabaglio per descrivere questa situazione.

A determinare l’internalizzazione della produzione è stato anche un altro motivo, più personale. “Quando ero bambino, spesso mio padre mi portava con sé nelle sue visite ai clienti. Quando presentava l’azienda, diceva sempre che ci occupavamo di assemblare prodotti. La cosa mi dava fastidio già allora”, racconta Chiarabaglio. “Questi prodotti invece sono nostri, anche il design è nostro: insomma ora posso finalmente dire che siamo i produttori”.

Fornirsi da un’unica fonte è meno oneroso

Giacomo Meaglia è responsabile della neonata Divisione Plastica e, questo, nelle parole di Paolo Chiarabaglio, è un “colpo di fortuna” per Zeca. “Giacomo ci ha portato in dote un grande bagaglio di conoscenza ed esperienza nello stampaggio a iniezione”. Il giovane tecnologo delle materie plastiche si è formato nell’azienda di stampaggio a iniezione di proprietà del padre. Fin dall’inizio ha così imparato a pensare in termini non solo di parametri tecnici, ma anche di indicatori economici. Questa formazione lo ha reso un predestinato a guidare le attività del nuovo stabilimento produttivo di Zeca.

Insieme agli esperti di Wittmann, Meaglia ha sviluppato il layout del nuovo reparto di stampaggio e messo a punto procedure di lavoro efficienti. “Il migliore aiuto che abbiamo potuto offrire a Zeca è stato quello di fornire isole di stampaggio complete chiavi in mano”, sottolinea Gianmarco Braga, amministratore delegato di Wittmann Battenfeld Italia. “Coordinarsi con i singoli fornitori richiede molto tempo e noi vogliamo sollevare i nostri clienti da questo compito oneroso”.

Tempi di attrezzaggio abbreviati del 40%

La chiave per ottenere costi unitari competitivi è rappresentata da un’elevata efficienza dei processi produttivi. Date le pic-

cole dimensioni dei lotti, la fase di attrezzaggio dei macchinari riveste grande importanza in Zeca. Per riuscire a montare rapidamente gli stampi, tutte le presse a iniezione sono dotate di piani portastampo magnetici, scopo per cui Wittmann ha progettato macchine complete delle necessarie interfacce. “I piani magnetici ci consentono di ridurre i tempi di attrezzaggio anche del 40%”, riferisce Andrea Landriscina, COO di Zeca. La scheda tecnica digitale con i dati stampo riconosce gli stampi dal secondo ciclo di attrezzaggio e consente di impostare automaticamente i parametri di lavorazione ottimali. Questo metodo “plug & produce” non solo permette di abbattere i tempi, ma aumenta anche l’affidabilità del processo. Il rischio di errori, che non può mai essere totalmente escluso in caso di impostazioni manuali, viene così eliminato. Poiché tutti i componenti delle isole di stampaggio sono connessi nella rete Wittmann 4.0, anche le periferiche e i dispositivi di automazione possono essere gestiti facilmente dal sistema di controllo centrale della macchina. Il sistema MES Temi+ contribuisce anche all’ottimizzazione dei tempi di attrezzaggio in quanto i cambi stampo possono essere pianificati più facilmente, come spiega Landriscina: “Lo scenario peggiore sarebbe quello di dovere effettuare quattro cambi stampo in contemporanea, ma con Temi+ possiamo evitare questa evenienza perché possiamo vedere e controllare a colpo d’occhio lo stato di utilizzo di tutte le macchine. In questo modo, riusciamo a ottimizzare i tempi produttivi delle nostre presse”.

Tutte le presse a iniezione sono dotate di robot lineari Wittmann.

Foto Zeca
Foto Wittmann
Foto Wittmann

Da destrra: Andrea Landriscina, Giacomo Meaglia e Paolo Chiarabaglio di Zeca; Gianmarco Braga, Francesco Resteghini, Edoardo Tettamanti e Luca Del Gaudio di Wittmann.

di scarto e materozze vengono rimacinati direttamente accanto alla macchina e, per molti prodotti, il granulato può essere miscelato con la materia prima vergine.

Consumi

energetici ridotti al minimo

Un ulteriore fattore decisivo nella scelta delle otto presse a iniezione installate in Zeca è rappresentato dalla varietà degli stampi utilizzabili. Con una gamma di forze di chiusura compresa tra 60 e 700 tonnellate, è possibile gestire in modo efficiente gli stampi sia piccoli che più ingombranti. Le diverse tecnologie scelte per gli azionamenti coprono un’ampia gamma di requisiti. Nello specifico, la scelta è ricaduta su quattro presse SmartPower e due MacroPower, tutte servo-idrauliche, oltre a due presse EcoPower elettriche. Adottando la tecnologia di azionamento elettrico, Zeca sta già pianificando il proprio futuro nel settore dello stampaggio conto terzi, attività attualmente in fase di espansione. “Grazie alle nostre macchine riusciamo a essere molto flessibili nella gestione degli ordini di clienti operanti in diversi settori di applicazione”, afferma Landriscina. Per quanto riguarda i consumi energetici, le presse servo-idrauliche di Wittmann hanno dimostrato di essere estremamente parche. “Ho sempre pensato che la lavorazione delle materie plastiche fosse un processo ad alta intensità energetica”, afferma Giacomo Meaglia. “Quindi sono stupito di quanta poca energia richiedano le nuove macchine Wittmann. In termini di consumi totali, rimaniamo ben al di sotto dei livelli assicurati dal fornitore di rete”.

Prodotti durevoli per una elevata sostenibilità

Il polipropilene rappresenta la materia plastica più comune lavorata in Zeca. Tra i materiali che vengono utilizzati in minori quantità c’è il PETG, che si caratterizza per l’elevata trasparenza ma è anche più difficile da trattare a causa della bassa viscosità e della sensibilità al taglio. I cambi stampo non richiedono tuttavia il riattrezzaggio in parallelo delle unità di plastificazione. “Grazie alle viti standard delle macchine Wittmann otteniamo un fuso assolutamente omogeneo sull’intera gamma dei ma-

teriali. La massima uniformità cromatica rappresenta per noi l’elemento fondamentale”, afferma Landriscina. I dosatori gravimetrici Wittmann della serie Gravimax vengono utilizzati per il dosaggio dei masterbatch. Sempre più spesso è necessario aggiungere, in percentuali definite, anche materiali di riciclo. A volte le materozze vengono prima direttamente macinate e poi immediatamente lavorate sulla macchina di produzione.

La sostenibilità ha molte facce in Zeca. “I nostri prodotti si possono riparare”, precisa Paolo Chiarabaglio, sottolineando una scelta che in generale, purtroppo, non sta ancora prendendo piede. “Questa scelta è molto importante per noi. Dopotutto, realizziamo prodotti in plastica che molte persone pensano non siano sostenibili. Noi vogliamo dimostrare il contrario e questo implica anche l’offerta di prodotti di lunga durata”. Gli utilizzatori professionali possono rispedire le carcasse degli avvolgicavi Zeca alla fabbrica per la riparazione, oppure possono ordinare i pezzi di ricambio necessari per effettuare la riparazione da sé. “Anche questo è possibile grazie al fatto che siamo i produttori dei pezzi”, afferma Chiarabaglio. “Abbiamo sempre a disposizione tutti gli stampi e, con breve preavviso, possiamo produrre i ricambi anche per i modelli più datati”.

Creatività per stimolare lo sviluppo dei prodotti

I macchinari dell’azienda favoriscono la creatività. Alla fine, ne beneficia anche lo sviluppo del prodotto. Prendiamo l’esempio dell’etichettatura nello stampo (IML). “Non ci avevamo mai pensato perché semplicemente non conveniva nel caso di lotti di piccole dimensioni prodotti con pezzi acquistati presso fornitori esterni”, commenta Chiarabaglio. “Ora invece stiamo pensando di non incollare più l’etichetta con il nostro logo sulle carcasse degli avvolgicavi e degli avvolgi-tubo, ma di utilizzare invece il metodo IML per imprimerlo in modo indissolubile. Oltre a farci risparmiare un’intera fase di lavoro questa soluzione ci renderebbe ancora più efficienti”.

Oggi, quando Paolo Chiarabaglio visita i clienti, può descrivere con orgoglio la propria produzione e attingere all’intera gamma delle tecnologie a disposizione di Zeca per proporre nuovi progetti. La produzione di manufatti stampati all’interno dell’azienda ha aumentato la flessibilità, massimizzato l’omogeneità qualitativa e garantito quindi la competitività. “Ormai abbiamo raggiunto livelli di efficienza tali da superare anche le inefficienze di mercato”, conclude Chiarabaglio.

Foto Wittmann
Pezzi
Foto Wittmann

Alcune domande ai tecnici del Technological Center di Maris

Tecnologie per la produzione di adesivi

Esperienza e ricercar. Sono queste le basi su cui poggiano gli estrusori proposti da Maris per la produzione di adesivi. Vediamo come questo avviene e quali sono gli sviluppi che lo supportano.

O“Mentre in passato gli adesivi venivano prodotti principalmente con sistemi discontinui (batch), ora si utilizzano sempre di più gli estrusori bivite corotanti”, spiegano i tecnici del Technological Center di Maris.

ggi Maris è uno dei più importanti produttori mondiali di linee complete per l’estrusione, in particolare di linee bivite co-rotanti, per il compounding e la granulazione di materiali plastici riciclabili e non riciclabili. Il costante impegno nella ricerca e la vasta esperienza acquisita nel corso degli anni hanno rafforzato il ruolo dell’azienda e la sua posizione di leader di mercato nel settore del compounding. Quando si tratta di miscelazione di elevata qualità di materie plastiche e gomma, gli estrusori di Maris sono oggi riconosciuti come uno standard.

Partendo da queste premesse, abbiamo rivolto ai tecnici del Technological Center di Maris alcune domande sulle soluzioni, e sui relativi processi, messe a punto per la produzione di adesivi.

Iniziamo con i punti di forza degli estrusori bivite co-rotanti nella produzione di adesivi: quali sono e perché?

“Si possono identificare tre principali vantaggi. Il primo di essi è relativo al fatto che gli estrusori Maris lavorano con un processo in continuo e tale modello di lavoro favorisce la riproducibilità delle caratteristiche del prodotto, garantendo una qualità costante. Il secondo riguarda la geometria costruttiva delle viti: grazie al loro profilo autopulente è possibile processare diverse formulazioni (per viscosità, colore ecc.) senza un consumo eccessivo di materiali. Il terzo vantaggio concerne i tempi di residenza, i quali si distinguono per la loro brevità; questo aspetto, unitamente al fatto che il processo viene realizzato in un sistema chiuso, evita il verificarsi di particolari fenomeni termo-degradativi”.

Qual

è il sistema più utilizzato per la produzione di adesivi?

“Mentre in passato gli adesivi venivano prodotti prevalentemente con sistemi discontinui (batch) attualmente vengono impiegati in misura crescente gli estrusori bivite co-rotanti. Occorre tener presente che i sistemi discontinui comportano diverse implicazioni e criticità sotto il profilo del mantenimento di una qualità costante del prodotto e della sicurezza negli ambienti di lavoro. A questo punto possono risultare utili due esempi: quello degli Hot Melt Pressure Sensitive Adhesive (HMPSA) e quello dei Solvent Based Adhesives.

Nel primo caso abbiamo un materiale che deve essere mantenuto ad alte temperature per essere processato. Una sostanza organica che rimane in tali condizioni termiche e in un contenitore aperto presenta fenomeni di termo- e oxo-degradazione che portano a variazioni di peso molecolare nello stesso lotto di materiale. Per quanto riguarda gli adesivi a base solvente i vantaggi maggiori sono riscontrabili in termini di sicurezza, in quanto con l’estrusore bivite co-rotante si confina il

Uno dei più importanti produttori mondiali di linee complete per l’estrusione, in particolare di linee bivite co-rotanti, per il compounding e per la granulazione di materiali plastici riciclabili e non riciclabili: questo è Maris oggi.

solvente in un sistema chiuso e, pertanto, si riducono le quantità di solvente disperso nell’ambiente di lavoro e nell’atmosfera, ottimizzando in questo modo anche i costi di ripristino del solvente nel ciclo.

Non dimentichiamo, infine, che un sistema batch prevede numerose operazioni manuali, difficoltà di pulizia e di riproducibilità”.

L’esempio degli adesivi a base solvente è interessante e merita sicuramente un approfondimento. Come si svolge questo processo con gli estrusori Maris?

“Maris ha messo a punto e brevettato due processi diversi. Il primo, a passaggio singolo, è senz’altro un sistema fuori dall’ordinario; esso si basa su un estrusore con rapporto L/D pari a 100, a fronte di estrusori che prevedono rapporti L/D mediamente tra 40 e 52. Lo sviluppo ulteriore di questo primo sistema ha dato origine a un altro tipo di processo che si realizza in due fasi, che consente di ottenere una maggiore flessibilità produttiva. Entrambi i processi sono stati realizzati in collaborazione con un nostro consolidato cliente presso il quale abbiamo installato due linee di produzione per adesivi a base solvente in sostituzione a sistemi batch ormai sorpassati.

L’adesivo prodotto risulta qualitativamente compatibile con quello del sistema batch ma con l’ulteriore vantaggio che è possibile processare tutti i tipi di gomma naturale con una ridotta percentuale di solvente (con ricadute positive sulla sicurezza degli ambienti e sul contenimento dei costi). Il sistema, inoltre, è completamente automatizzato: dal mulino, che riduce i pani di gomma naturale in una pezzatura compatibile con l’alimentazione dell’estrusore, fino alla spalmatrice”.

La gomma naturale ha proprietà differenti a seconda della sua provenienza geografica e le sue caratteristiche possono essere legate a fattori stagionali: come è possibile mantenere costanti le proprietà del prodotto finale?

“Occorre mantenere costante la viscosità. Ciò è fattibile per mezzo di un reometro in linea che monitora in continuo tale proprietà. In questo modo è possibile regolare i parametri di processo quali la ripartizione del solvente e la velocità delle viti. Quindi, alla spalmatrice arriverà sempre un materiale conforme”.

Se ne deduce che l’intervento dell’operatore risulta minimo.

“Esatto. Naturalmente, la contemporanea presenza sulla linea di diversi equipaggiamenti che si “interfacciano” tra loro, implica la necessità di livelli di attenzione e monitoraggio ottimali. Ciò nonostante, l’impegno richiesto all’operatore è piuttosto limitato”.

Prima abbiamo parlato di “flessibilità”. In che modo gli estrusori bivite corotanti consentono una maggiore flessibilità?

“Nel processo di produzione di adesivi a base solvente in due passaggi, per esempio, la flessibilità sta nel fatto che un estrusore è dedicato alla lavorazione della parte solida della ricetta con poco solvente. Nel secondo, la formulazione viene definita in termini di percentuale di solvente. I due estrusori, per quanto riguarda lo stress del materiale, lavorano in condizioni diverse. La diversificazione delle condizioni, mediante l’utilizzo di due estrusori (anziché di uno solo), consente di operare con maggiore flessibilità in termini di scelta dei materiali e delle capacità produttive.

Nel caso degli Hot Melt, invece, la flessibi-

lità riguarda l’alimentazione della resina, il cui quantitativo può essere ripartito in diversi punti dell’estrusore. In questo modo, è possibile aumentare il numero delle ricette processabili con una sola linea di produzione”.

Quali sono le nuove tendenze nel settore della produzione di adesivi?

“Si riscontra un crescente interesse per la produzione di quelli che vengono chiamati adesivi “total solid”. Tali adesivi sono caratterizzati dall’impiego di gomma naturale ma, contrariamente a quanto avviene negli adesivi a base solvente, senza l’impiego di solvente. Anche tale tipologia di adesivo può essere prodotta con i nostri macchinari”.

In che modo il Technological Center di Maris supporta le aziende nello sviluppo di nuovi progetti? È possibile effettuare dei test?

“Il nostro Technological Center di Maris è a completa disposizione al fine di effettuare prove di processo utilizzando i materiali messi a disposizione dai clienti. Siamo in grado di supportare ogni tipo di progetto con quattro linee, complete degli equipaggiamenti che si possono rivelare necessari di volta in volta. Il primo passo per la realizzazione delle prove è l’individuazione delle formulazioni di maggior interesse per il progetto, con i relativi materiali che le compongono. A questo punto, definita la quantità di campioni che si intendono produrre, si procede alla corretta configurazione della linea da utilizzare nei test. Il cliente viene coinvolto in ogni fase e può anche assistere persona all’esecuzione delle prove. Si tratta dunque di un’esperienza di totale costruttiva condivisione delle informazioni e dei dati, che porta a un accrescimento professionale di entrambe le parti coinvolte nel progetto; in questo modo il reciproco successo è garantito”.

Le combinazioni HM/KMH di Mixaco

Innovare la miscelazione del PVC

A colloquio con il CTO di Mixaco, Marco Marinello. Che parla di miscelazione industriale, in particolare del PVC, e degli sviluppi più recenti e innovativi della sua azienda in questo settore.

Nell’industria delle materie plastiche in continua evoluzione, efficienza e innovazione risultano sempre più fondamentali. Mixaco, che ha sede a Neuenrade, in Germania, e la cui storia inizia nel 1965, è un costruttore di primo piano nel campo delle tecnologie di miscelazione industriale con una solida reputazione per innovazione e qualità nelle soluzioni per la miscelazione, in particolare nell’industria del PVC.

I miscelatori del costruttore tedesco vengono progettati per gestire una vasta gamma di applicazioni in PVC, da quello rigido e flessibile ai compositi come WPC (Wo-

od-Plastic Composites) e SPC (Stone-Plastic Composites), e le sue attrezzature sono apprezzate per efficienza, affidabilità e capacità di soddisfare le esigenze specifiche dei produttori di PVC, garantendo qualità e prestazioni ottimali del prodotto.

L’impegno da sempre messo in campo da Mixaco in termini di innovazione continua e soddisfazione del cliente ne fanno un partner affidabile per le principali aziende del settore PVC in tutto il mondo.

I miscelatori del costruttore sono progettati, oltre che per assicurare efficienza, anche per risultare facili da utilizzare, anche grazie a sistemi di controllo avanzati che migliorano sicurezza operativa e produttività.

Nel settore dei miscelatori per PVC, il CTO di Mixaco, Marco Marinello, ha risposto ad alcune domande che permettono di entrare un po’ più nel merito di tutti questi aspetti tecnologici.

Quali sono le caratteristiche principali delle combinazioni di miscelazione per PVC dei sistemi HM/KMH di Mixaco?

“Negli ultimi cinque anni abbiamo introdotto molte caratteristiche chiave: dalla nuova geometria delle lame, alla nuova struttura meccanica che aumenta l’affidabilità e riduce i tempi di inattività per la manutenzione, alle caratteristiche di risparmio energetico, ai nuovi raffreddatori con maggiore efficienza nel raffreddamento, ai nuovi sistemi di controllo e software moderni, agli spessori maggiorati sui recipienti di miscelazione e raffreddamento, a tutti i tipi di opzioni che rendono la combinazione HM/KMH altamente personalizzabile per ogni singola esigenza, che è sempre il nostro obiettivo. E altre innovazioni sono al momento all’esame della nostra ricerca e sviluppo

Le macchine Mixaco (nella foto Heating/Cooling Mixer Horizontal - HMKM+H) sono utilizzabili per diverse applicazioni come riscaldamento, agglomerazione e legatura. L’aspirazione integrata con flusso d’aria mirato garantisce un’evacuazione ottimale delle particelle di polvere e umidità, evitando la formazione di depositi nelle formulazioni di PVC con stabilizzanti igroscopici e prevenendo difetti sul prodotto finale.

Il 2025 è un anno importante per Mixaco, azienda fondata nel 1965 che compie sessant’anni di attività.

per essere implementate quanto prima, alcune piuttosto uniche”.

Come beneficiano di queste caratteristiche gli utilizzatori delle vostre soluzioni nelle loro applicazioni specifiche?

“Dalla produttività all’affidabilità, all’eliminazione dell’esigenza di pezzi di ricambio, solo per citarne alcune, abbiamo preso in considerazione ogni aspetto delle necessità dei nostri clienti. Per maggiori dettagli, bisognerebbe chiederlo direttamente proprio a loro”.

I miscelatori HM/KMH come migliorano l’efficienza nel processo di miscelazione del PVC?

“Una combinazione miscelatore/raffreddatore capace di fornire un maggiore rendimento con una qualità di miscelazione senza pari e ottimizzata dal punto di vista energetico parla da sola. Ora siamo al 100% dell’obiettivo con ogni singolo cliente soddisfatto. Questa è la nostra motivazione per migliorare continuamente”.

Quali feedback avete ricevuto dai clienti riguardo alle prestazioni di questi miscelatori?

“Come accennato, il livello di soddisfazione è attualmente del 100%, a volte anche superando le aspettative, e questo è il mi-

glior “premio” per il nostro team tecnico e di produzione. La motivazione all’interno dell’azienda al momento è molta alta”.

Quali tendenze state osservando nel mercato delle soluzioni per la miscelazione del PVC?

“Di tutti i tipi, come negli ultimi trent’anni, ma con molta più attenzione a produttività, affidabilità e tempi di risposta del servizio. Questo, tra l’altro, in Mixaco si sta espandendo costantemente con una sempre maggiore capacità di fornire più servizio in qualsiasi momento”.

I vostri miscelatori in che modo soddisfano le esigenze in evoluzione dei vostri clienti?

“Il mercato è ben consolidato con vecchi sistemi di miscelazione ora obsoleti, usurati e giunti alla fine del loro ciclo di vita. Pertanto, la nostra capacità/flessibilità di mettere a punto soluzioni in grado di adattarsi alle condizioni esistenti del cliente e rappresentare un sostituto plugand-play per minimizzare i tempi di inattività rappresenta uno sforzo cruciale. Lo stiamo facendo, ma non c’è un singolo lavoro standard e il nostro team è ben addestrato a rispondere in modo accurato e rapido”.

Qual è la tecnologia dietro i miscelatori HM/KMH e

come migliora il processo di miscelazione?

“I miscelatori riscaldanti/raffreddanti sono attrezzature essenziali nel processo di produzione del PVC, in particolare per la miscelazione dei composti di PVC prima che subiscano estrusione o stampaggio. Questa tecnologia combina fasi di riscaldamento e raffreddamento all’interno di un sistema continuo o strettamente collegato, garantendo una preparazione efficiente e un’omogeneizzazione del PVC con additivi come stabilizzanti, plastificanti, riempitivi e pigmenti”.

Il miscelatore riscaldante/ raffreddante (nella foto Heating/Cooling Mixer Vertical - HMKM+V) è ideale per compiti di miscelazione impegnativi. Garantisce una preparazione del prodotto eccellente nel riscaldamento e un’alta efficienza nel raffreddamento.

Il CTO di Mixaco, Marco Marinello.

Campetella Robotic Center: echi da Fakuma

Semplificare anche le operazioni complesse

Per il costruttore marchigiano di robot e sistemi di automazione l’edizione 2024 della fiera sulle rive del Lago di Costanza è stata una delle più interessanti e di maggior successo cui abbia partecipato negli ultimi anni. Riflettori puntati, in particolare, sugli avvolgitori automatici per tubi flessibili e sui robot ad alta velocità per operazioni di inscatolamento più efficienti e sicure.

Interessanti interazioni con quasi tutti i principali trasformatori dell’industria delle materie plastiche. Questo, in sintesi, l’esito ottenuto da Campetella Robotic Center all’ultima edizione di Fakuma, che, come ha riferito l’azienda marchigiana, è risultata una del-

le fiere di settore di maggior successo cui essa abbia preso parte negli ultimi anni. Tra i prodotti esposti dal costruttore di robot e sistemi di automazione, particolare attenzione ha richiamato la nuova serie Gyre di avvolgitori automatici (nella foto di apertura) per tubi flessibili, di cui spiccava l’elevata velocità operativa. Non meno interesse hanno attirato le soluzioni di automazione per le operazioni di imballaggio, montaggio e pallettizzazione, che si distinguono per l’elevato potenziale in termini di risparmio, che si traduce in un rapido ammortamento.

“Più velocità a valle e un intervento umano ridotto al minimo in processi complessi e diversificati: questi sono gli obiettivi che le nostre soluzioni di automazione permettono di raggiungere ai nostri clienti. Su questo fronte, le indu-

strie alimentare, medicale e farmaceutica possono giocare un ruolo pionieristico. La maggior parte dei nostri prodotti è costituita da soluzioni standard con un eccellente rapporto qualità/prezzo e brevi tempi di consegna. Il volume di ordini attualmente acquisiti non solo è più alto del 2023, ma supera già gli ambiziosi obiettivi che ci eravamo prefissati per il 2024, a riprova della soddisfazione dei nostri clienti. La natura delle conversazioni avute incoraggia aspettative molto positive per il 2025”, ha spiegato il CEO Elia Campetella.

Inscatolamento, assemblaggio, pallettizzazione

Alla fiera sulle rive del Lago di Costanza Campetella Robotic Center ha puntato i riflettori anche sui suoi robot Scara Spin

Lo stand di Campetella Robotic Center a Fakuma 2024, per l’azienda una delle fiere di settore di maggior successo cui essa abbia preso parte negli ultimi anni.

Inscatolamento automatico: due robot Scara Spin di Campetella Robotic Centeer con ridotto ingombro a terra e basso tempo ciclo si occupano dell’estrazione automatica, dell’impilamento e dell’inscatolamento di bicchieri con etichette e grafiche differenti.

di ultima generazione, che, con un design compatto e salvaspazio, risultano ideali per le operazioni di inscatolamento, assemblaggio e pallettizzazione. Questi robot si distinguono anche per il risparmio energetico che si traduce in un ritorno dell’investimento iniziale nel breve periodo.

L’azienda ha offerto una dimostrazione della precisione dei robot Scara Spin attraverso la riproduzione di una linea per l’inscatolamento verticale di bicchieri. Il modello più grande estraeva bicchieri da 400 ml con due grafiche differenti da una scatola e li posizionava su un nastro trasportatore. Un sistema di visione verificava la qualità del prodotto finito, il modello più piccolo smistava i bicchieri in base alla grafica e, infine, il robot più grande li impilava separatamente. Inoltre, a determinati orari della giornata alcuni bicchieri venivano prelevati dallo Scara più grande, posizionati sul nastro trasportatore e distribuiti come gadget ai visitatori attraverso un’apposita apertura nelle protezioni di sicurezza.

Le operazioni di presa, deposito e pallettizzazione rapide rappresentano le principali applicazioni dei robot industriali Scara, dotati di tre servo-assi e un asse lineare per movimenti verticali. Con una robusta colonna verticale e assi rotanti in fibra di carbonio superleggera, gli Scara Spin X-Series di Campetella, a seconda del modello, consentono la movimentazione verticale con corse fino a 3.000 mm e una portata massima fino a 50 kg. Grazie a movimenti estremamente rapidi, posso-

no essere utilizzati anche con tempi di ciclo particolarmente brevi e per la gestione simultanea di linee di produzione separate. Questi robot si caratterizzano anche per un ridotto ingombro a terra e a bordo pressa e garantiscono elevata precisione anche nelle operazioni di assemblaggio.

Tutti e tre i modelli Scara Spin di Campetella Robotic Center sono dotati di assi in fibra di carbonio e componenti realizzati mediante produzione additiva, così da ridurne il peso, assicurare prestazioni elevate e limitare i consumi energetici. Questi robot industriali possiedono una cinematica simile a quella del braccio umano e sono dotati di tre assi di rotazione - spalla, gomito, polso - e uno lineare per i movimenti verticali, normalmente utilizzato in applicazioni di presa, deposito e pallettizzazione rapide. Tra i punti di forza di queste soluzioni, l’asse verticale raggiunge 3.000 mm di lunghezza e supporta una portata massima di 50 kg, rendendole, in alcune applicazioni, una valida alternativa con un minore ingombro a terra rispetto ai robot a sei assi. Alla fiera di Friedrichshafen i robot di Campetella saranno esposti anche presso gli stand dei suoi partner. Toyo Europe proponeva il modello GS2 X-Series che eseguiva l’estrazione rapida di cassette per frutta da uno stampo di SCS, mentre KT-Sakkas esponeva il nuovo robot CX0 X-Series che effettuava presa e deposito di pinze da una pressa JSW elettrica, incidendole con laser e posizionandole in un sistema di accumulo scatole.

le misure che aspettavate

La misura delle caratteristiche fisiche di prodotti polimerici richiede misure accurate ed affidabili. Gibitre Instruments propone una gamma di strumenti dotati di softrware ed automazioni destinati e semplificare il vostro lavoro e garantire la tracciabilità dei risultati:

• Pressa da laboratorio per preparazione provini

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• Densimetro automatico Durometro automatico

• Strumento per prova di resistenza alla fiamma

Considerazioni di SKZ su una tecnologia affermata ma in continua evoluzione

Sviluppi futuri e futuribili della produzione additiva

Vari sono i modi di chiamare una tecnologia che negli ultimi anni si è evoluta incessantemente ma che non sembra rallentare il suo sviluppo e il proprio potenziale applicativo. La produzione o manifattura additiva o, ancora, stampa 3D, adesso si apre all’intelligenza artificiale e futuribilmente addirittura alla stampa 4D, con l’introduzione della quarta dimensione: il tempo.

La produzione additiva, o stampa 3D, si è ricavata uno spazio sempre più importante in campo industriale, sviluppando soprattutto velocità e precisione del processo di stampa. Il passaggio del suo impiego dalla prototipazione rapida alle applicazioni su scala industriale rappresenta una fase importante e tale tecnologia sta prendendo piede anche per realizzare componenti complessi o personalizzati. Inoltre, la produzione di pezzi multimateriale in un unico ciclo di stampa apre la strada a nuove possibilità di progettazione. La stampa 3D si rivela particolarmente adatta ad applicazioni con proprietà diversificate, come i dispositivi medicali o gli alloggiamenti di componenti elettronici, e svolge un ruolo importante nella ricerca di sostenibilità e di design innovativi. Tuttavia, sebbene le possibilità applicative siano in costante aumento, vi è ancora spazio per implementare questa tecnologia su larga scala.

L’istituto tedesco SKZ Plastics Center di Würzburg, rappresentato in Italia da Prochema, offre un’ampia gamma di servizi e consulenze nel campo della produzione additiva, con tecnologie all’avanguardia per lo sviluppo di nuovi materiali e applicazioni. Utilizzando sistemi di compoundazione ed estrusori in dotazione, realizza formule personalizzate sotto forma di polveri o filamenti, mentre la successiva caratterizzazione dei materiali può essere eseguita utilizzando la gamma di attrezzature a disposizione per le analisi. È inoltre in grado di produrre resine formulate per applicazioni specifiche e personalizzate con l’aggiunta di additivi. SKZ esegue anche l’analisi dei processi per studiare

e ottimizzare quello più adatto a ogni prodotto e garantire qualità, efficienza e ripetibilità delle parti prodotte. Oltre a questi servizi, l’istituto è in grado di eseguire una serie di studi specifici che possono essere richiesti gratuitamente, oltre a offrire una varietà di opzioni per l’e-learning e corsi online dal vivo. L’introduzione di nuovi materiali, l’evoluzione delle nanotecnologie e l’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA), hanno fatto emergere nuove opportunità per la stampa 3D che potrebbero ampliarne la sua applicazione.

IA nella stampa 3D

Utilizzando le tecniche di apprendimento automatico e algoritmi avanzati, è possibile ottimizzare i processi di stampa 3D, rilevare gli errori più tempestivamente e aumentare l’efficienza produttiva. I sistemi basati sull’intelligenza artificiale possono regolare automaticamente i parametri per migliorare la qualità di stampa e consentire la manutenzione predittiva per prevenire i guasti. Questo può incrementare i volumi di produzione e migliorare la facilità d’uso. Gli algoritmi avanzati dell’IA possono generare automaticamente progetti complessi in base a determinati parametri e requisiti, accelerando notevolmente le fasi di sviluppo e consentendo la creazione di design ottimizzati. Durante il processo di slicing, nel quale il modello 3D digitale viene suddiviso in strati, l’IA può aiutare a identificare le impostazioni ottimali per un determinato spessore di strato, densità di riempimento e velocità di stampa, a vantaggio dell’efficienza del processo di stampa e della precisione a livello di prodotto.

È perfino possibile identificare automaticamente le posizioni migliori per le strutture di supporto per elementi a sbalzo o per cavità complesse, migliorando la qualità di stampa e riducendo la necessità di lavorazioni di ripresa manuali. Inoltre, è possibile prevedere il comportamento e le proprietà dei materiali, particolarmente utile allorché si impiegano nuovi materiali. Le simulazioni supportate dall’IA possono prevedere il comportamento di materiali diversi in condizioni diverse, accelerandone lo sviluppo e riducendone al minimo i costi. L’integrazione dell’IA nella stampa 3D sta quindi aprendo le porte a tecnologie di produzione intelligenti e auto-ottimizzanti. Il rovescio della medaglia è rappresentato da sfide altrettanto importanti in termini di sicurezza dei dati, aspetti etici e formazione di esperti qualificati in grado di padroneggiare l’interfaccia tra IA e produzione additiva.

Tecnologie di stampa 4D

Dallo scenario fin qui descritto, gli sviluppi futuri della stampa 3D potrebbero portare all’introduzione di tecnologie di stampa 4D, ossia la produzione di oggetti che cambiano forma nel tempo. Questa peculiarità potrebbe essere sfruttata in applicazioni come le strutture autoassemblanti o i materiali reattivi che rispondono alle sollecitazioni ambientali. Rispetto a quella 3D, la stampa 4D compie un ulteriore passo avanti integrando la quarta dimensione, ossia il tempo, nel processo di produzione. Questa tecnologia innovativa consente agli oggetti stampati di cambiare nel tempo forma, proprietà o funzioni in risposta a stimoli esterni come le variazioni di temperatura, umidità o luce. Nonostante le promettenti prospettive in termini di applicazioni, la tecnologia della stampa 4D è ancora agli albori e deve affrontare diverse sfide. Tra queste lo sviluppo di processi di stampa ad alta precisione e di materiali intelligenti e affidabili e l’integrazione nei processi di produzione esistenti. Nel complesso, la stampa 4D rappresenta un’affascinante interfaccia tra scienza dei materiali, ingegneria e tecnologia.

Sfide principali

Lo sviluppo di materiali più robusti, durevoli e resistenti è fondamentale per ottimizzare la produzione additiva nelle applicazioni industriali. Anche i materiali sostenibili ed economici che soddisfano i requisiti della produzione di massa svolgono un ruolo chiave, come pure le tecnologie utilizzate per l’adesione degli

strati dal momento che possono influire sull’integrità strutturale dell’oggetto stampato. Un’adesione insufficiente tra gli strati può infatti provocare difetti e imprecisioni. I progressi nello sviluppo di tecnologie di stampa in grado di assicurare proprietà coerenti e riproducibili sono necessari per garantire l’affidabilità dei componenti prodotti.

Precisione e qualità delle superfici

Precisione e qualità delle superfici sono cruciali nella stampa 3D che determinano idoneità e applicabilità della tecnologia di produzione. La precisione, ossia la capacità di riprodurre dimensioni e geometrie in modo esatto, rappresenta un parametro chiave e dipende da vari fattori, tra cui risoluzione di stampa, spessore di strato e calibrazione della stampante 3D. La realizzazione di strati più sottili e parametri di stampa precisi portano a prodotti finali più dettagliati e accurati. Anche la scelta della tecnologia di stampa risulta decisiva. I diversi processi di stampa offrono caratteristiche diverse in termini di precisione. Anche la qualità superficiale delle parti stampate costituisce un parametro fondamentale. Tipo di materiale di stampa, velocità del processo e lavorazioni di ripresa influiscono in modo signi-

La stampa 3D si rivela particolarmente adatta ad applicazioni con proprietà diversificate, come quelle in ambito medicale e sanitario.

Uno dei ruoli di primo piano giocato dalla stampa 3D è quello di permettere design innovativi e ottimizzati; un design razionale consente di ridurre al minimo il consumo di materiale e quindi i costi.

L’istituto tedesco SKZ è in grado di formulare e caratterizzare materiali personalizzati in forma di polveri o filamenti grazie a una dotazione di sistemi di compoundazione, estrusori e attrezzature.

ficativo sulla finitura superficiale e, in alcuni casi, per ottenere una superficie più liscia, potrebbe essere necessario ricorrere a lavorazioni di ripresa manuali. In futuro automatizzazione dei processi e miglioramenti nell’ambito dei materiali potrebbero mitigare tali aspetti.

Rapida e scalabile

La velocità di stampa varia a seconda di processo, materiale e precisione desiderata. I progressi tecnologici nel settore della produzione additiva si concentrano sull’aumento dell’efficienza dei processi di stampa senza compromettere la qualità delle parti. Movimenti ottimizzati e tecnologia delle testine di stampa svolgono un ruolo decisivo da questo punto di vista, mentre la scalabilità, ossia la capacità di utilizzare la stampa 3D per la produzione di massa e di grandi volumi, rappresenta un’ulteriore sfida importante.

I processi di produzione tradizionali come lo stampaggio a iniezione possono spesso essere più rapidi ed economici quando si tratta di fabbricare pezzi in grandi volumi. È quindi essenziale sviluppare ulteriormente la stampa 3D in modo tale da renderla economica e competitiva anche nella produzione di massa.

Costi

Sebbene i costi dei processi di produzione additiva siano diminuiti in modo significativo, vi sono ancora diversi aspetti da considerare da questo punto di vista. La prima e più significativa voce di costo è rappresentata dall’acquisto della stampante 3D. Oltre a questa, strumenti e accessori speciali come piani di stampa riscaldati, estrusori o moduli laser possono estendere le funzionalità e aumentare la versatilità del sistema di produzione additiva. Anche il consumo di materiale influenza il costo complessivo. Un design di prodotto razionale e l’ottimizzazione dei parametri di stampa possono ridurre al minimo il consumo di materiale e quindi i costi. In alcuni casi, per conferire le proprietà desiderate, le parti stampate in 3D richiedono lavorazioni

di ripresa, il che può comportare il ricorso alla manodopera e i relativi costi, soprattutto nel caso di tecniche di ripresa complesse come la rimozione manuale del supporto, le lavorazioni meccaniche aggiuntive o la colorazione.

Il software svolge un ruolo centrale nelle varie fasi dei processi di produzione additiva, dalla creazione del modello 3D al controllo della stampante e alle lavorazioni di ripresa. L’acquisto di licenze software di modellazione 3D professionali ha un costo elevato e l’implementazione di misure specifiche per il controllo della qualità al fine di garantire che le parti prodotte soddisfino i requisiti richiesti può comportare costi aggiuntivi, ad esempio per l’acquisto e l’uso di apparecchiature di prova, strumenti di misura o tecnologie di imaging.

Design complessi

La produzione additiva consente la realizzazione di progetti che spesso sarebbero difficili o impossibili da implementare con i metodi di produzione convenzionali. Strutture complesse, geometrie cave e forme inusuali possono essere realizzate in modo preciso ed efficiente. Ciò consente maggiore creatività e i componenti possono essere ottimizzati in termini di peso, resistenza e funzioni.

Tuttavia, la creazione di modelli 3D digitali richiede competenze e parametri di stampa specifici. Le strutture a sbalzo, gli elementi di supporto e la scelta dei materiali sono solo alcuni dei molti aspetti che devono essere considerati a livello di design di prodotto.

Controllo qualità

Per garantire che le parti stampate in 3D soddisfino i requisiti, è necessario allestire un sistema completo di controllo della qualità che comprenda misurazioni e controlli ad alta precisione. L’implementazione di tecnologie di imaging, metodi di test avanzati e sistemi di ispezione automatizzati è fondamentale per garantire la qualità dei prodotti. Data la varietà dei possibili processi di stampa, materiali e applicazioni, sviluppo e implementazione di standard di qualità sono fondamentali per realizzare il pieno potenziale della produzione additiva.

Le possibilità applicative della manifattura additiva sono in costante aumento, ciononostante vi è ancora spazio per implementare l’impiego di questa tecnologia su larga scala, soprattutto in applicazioni estremamente impegnative, come, oltre a quelle medicali, quelle tecniche, dove devono essere rispettati standard rigorosi.

Accade in Meccanoplastica

Primi passi nel percorso di sostenibilità

L’azienda fiorentina Meccanoplastica, specializzata nella costruzione di impianti di estrusione, iniezione e stiro soffiaggio, ha intrapreso fin dal 2023 il suo percorso di sostenibilità e, al momento, vanta già la certificazione “bronze” di Ecovadis, uno dei primari operatori a livello internazionale per la valutazione della sostenibilità aziendale. Dopo il primo anno dedicato all’acquisizione di consapevolezza e autovalutazione, nel 2024 il management direzionale ha sviluppato un vero e proprio “piano di sostenibilità” che guiderà l’azienda nei prossimi anni in modo razionale e trasparente. Il 2025 da poco iniziato sarà un anno cruciale per raccogliere i frutti delle prime importanti azioni svolte e per programmare altre decisive iniziative. Tra le prime azioni intraprese da Meccanoplastica all’inizio del percorso di sostenibilità rientra l’analisi di materialità, uno studio ragionato basato su questionari inviati a dipendenti, clienti, fornitori, istituti di credito partner e altri stakeholder per comprendere quali fossero gli ambiti più importanti in materia di ESG sui quali concentrarsi. In questo modo l’azienda ha potuto comprendere le principali opportunità e gli ambiti di manovra, per poter direzionare il proprio percorso di sostenibilità d’impresa. Inoltre, Meccanoplastica ha effettuato, prima su dati 2022 e poi su dati 2023, la misurazione della propria impronta carbonica, con un approccio sistematico e trasparente, in linea con lo standard internazionale GHG Protocol.

Lo sviluppo del percorso, che sta richiedendo grande impegno da parte di tutta l’azienda, sta avvenendo in

totale trasparenza seguendo i rigorosi e razionali criteri stabiliti dal GRI (Global Reporting Initiative). Il 2025 vedrà Meccanoplastica impegnata su tre fronti principali:

- il monitoraggio della catena di fornitura; già nel 2024 l’azienda ha proceduto con lo sviluppo dell’inventario dei gas serra della catena di fornitura riferito all’esercizio 2023 includendo prime stime sullo Scope 3 (sigla che definisce appunto l’impatto ambientale dei fornitori);

- l’implementazione di un sistema di gestione ambientale secondo la ISO 14001;

- il rafforzamento della bontà delle condizioni lavorative tramite attivazione di un piano di welfare, la pubblicazione di un codice etico con estensione a temi di inclusione, diversità e pari opportunità e attivazione di corsi di formazione su temi ESG.

Inoltre, al termine del 2025 è prevista la pubblicazione del primo Bilancio di Sostenibilità di Meccanoplastica secondo standard GRI, un prestigioso traguardo basato sulla responsabilità sociale di impresa, la responsabilità e la trasparenza. Sempre nel corso del 2025 l’azienda ha pianificato un’accurata rimisurazione e monitoraggio dei consumi di tutti gli impianti prodotti, per la classificazione di consumo energetico Euromap 10+.

L’analisi di materialità, tra le prime azioni intraprese da Meccanoplastica all’inizio del percorso di sostenibilità, ha coinvolto dipendenti, clienti, fornitori, istituti di credito partner e stakholder.

Oerlikon HRSflow progetta nuove ghiere

Soluzioni a otturazione per applicazioni tecniche

Azienda specializzata nella progettazione e produzione di camere calde, Oerlikon HRSflow ha sviluppato le nuove ghiere a otturazione esterne, per le serie di ugelli Tp e Vp, così come quelle TTC (Through the Cavity), anche queste per la serie di ugelli Tp. Caratteristica comune di queste soluzioni è la maggiore resistenza all’usura durante il processo di lavorazione dei termoplastici rinforzati e la possibilità di riavviare la produzione a temperature relativamente basse. Le nuove ghiere della linea Multiflow HRS sono state progettate per la produzione di componenti tecnici, tra cui ingranaggi e parti strutturali destinati a diversi settori come automotive ed elettronica.

Grazie alla maggiore resistenza all’usura e alla corrosione delle nuove ghiere, è possibile processare materiali come PA6/PA66, PBT, POM, PPA e PPS, rinforzati con fibre di carbonio o vetro per migliorarne le proprietà meccaniche. Mentre questi materiali abrasivi comportano solitamente un’usura prematura delle ghiere tradizionali, le nuove soluzioni della linea Multiflow HRS offrono un’alternativa più duratura dei componenti della camera calda grazie all’utilizzo di materiali particolarmente resistenti.

Il design robusto delle nuove ghiere esterne per le serie di ugelli Tp/Vp consente di riavviare la produzione con temperature del materiale significativamente più basse dopo fermi o interruzioni. Ciò riduce il rischio di degradazione termica di materiali sensibili alla temperatura, inclusa la produzione di gas corrosivi durante la lavorazione di materiali ignifughi. Inoltre, il diametro ridotto delle ghiere garantisce maggiore flessibilità e precisione durante il processo di iniezione, assicurando un riempimento uniforme delle cavità - ideale per applicazioni che richiedono ottime proprietà meccaniche

le recenti

di Oerlikon HRSflow rientra il canale caldo a 16 ugelli a flusso libero della serie Sa (nella foto, presentato dall’azienda a Fakuma 2024 mentre produceva un fermacavo di 1,2 grammi) sviluppata per la lavorazione di materiali rinforzati con fibra di vetro, garantendo il perfetto riempimento delle cavità e una elevata ripetibilità di processo.

combinate con un’alta qualità estetica nel punto di iniezione.

La speciale geometria della nuova ghiera TTC garantisce inoltre una finestra di stampaggio più ampia e una temperatura uniforme vicino al punto di iniezione, favorendo il riavvio della produzione anche a basse temperature per prevenire la degradazione del materiale. La riduzione di 4 mm del diametro della bussola aumenta la flessibilità nel posizionamento del punto di iniezione e semplifica la produzione e la manutenzione. Il risultato è una riduzione dei tempi di configurazione e dei costi di manodopera, con un incremento della produttività complessiva.

Tra
soluzioni

L’integrazione intelligente dei sistemi di ispezione e misurazione

Sikora lungo l’intera linea CV garantisce una qualità costante dei cavi HV ed EHV.

Sikora: sistemi di ispezione e misurazione

Cavi ad alta e altissima tensione sotto controllo

I cavi ad alta tensione (HV) e ad altissima tensione (EHV) richiedono standard estremamente elevati in termini di funzionalità e produzione. Come cavi sottomarini e interrati, garantiscono che l’energia elettrica venga trasportata in modo affidabile laddove è necessaria. Un recente rapporto identifica i guasti ai cavi come una delle maggiori sfide future per l’energia eolica offshore, prevedendo circa 3.600 guasti tra il 2024 e il 2035, con costi potenziali di circa 61,5 miliardi di euro.

In questo ambito, le più recenti soluzioni di ispezione e misurazione di Sikora monitorano sia il materiale plastico per l’isolamento sia le dimensioni del cavo in posizioni cruciali lungo le linee CV.

Maggiore è la purezza del materiale XLPE utilizzato, minore è il rischio di guasto del cavo e maggiore è la sua aspettativa di vita. In particolare, nella produzione di lunghezze elevate di cavi, i produttori mirano a ridurre al minimo il numero di giunzioni, rendendo la purezza del materiale un fattore essenziale. Oltre all’utilizzo di filtri di fusione dopo l’estrusore, il test e la selezione dei granuli prima dell’estrusione assumono un’importanza centrale.

Il Purity Scanner Advanced garantisce un’ispezione senza soluzione di continuità: controlla il 100% del materiale per verificarne la purezza già prima dell’estrusione e rimuove automaticamente i granuli contaminati, come quelli con impurità metalliche a partire da 50 μm. Questo assicura che solo materiale di alta qualità e puro entri nell’estrusore. Un altro aspetto rilevante è la temperatura di fusione del materiale XLPE durante l’estrusione. La temperatura corretta garantisce una fusione omogenea del polimero e previene una reticolazione prematura. In questo processo, il Ultratemp

6.000, posizionato nel canale di flusso tra l’estrusore e la testa di estrusione, svolge un ruolo centrale. Misura continuamente la temperatura della fusione, assicurando condizioni ottimali e consentendo un aumento della produttività dell’estrusore fino al 15%. Inoltre, grazie all’ottimizzazione offerta dal Ultratemp 6.000, la lunghezza di produzione può aumentare fino al 115% prima che sia necessaria la pulizia dell’estrusore, dei filtri e degli strumenti di estrusione. Questo non solo migliora l’efficienza, ma riduce anche il numero di giunzioni del cavo, ottimizzando sia la qualità che i costi. Subito dopo la testa di estrusione, entra in funzione il sistema di misurazione a raggi X X-RAY 8.000 Advanced, che rileva con precisione le dimensioni del cavo, comprese spessore della parete, eccentricità, diametro e ovalità, direttamente nel tubo CV. Visualizzati in tempo reale, i valori misurati consentono un rapido centraggio degli strumenti di estrusione e un controllo privo di distorsioni rispetto alle dimensioni nominali. Alla fine della linea CV, il sistema di misurazione X-RAY 8.700 NXT garantisce la misurazione precisa dei “valori a freddo” del cavo. In combinazione con l’X-RAY 8.000 Advanced all’inizio della linea, è possibile determinare con precisione i valori di restringimento di tutti e tre gli strati di isolamento del cavo. Inoltre, l’operatore può verificare se l’eccentricità degli strati individuali e l’ovalità tra i punti di misurazione a caldo e a freddo siano cambiate, fornendo informazioni preziose sul processo di reticolazione nel tubo CV.

Infine, il sistema di misurazione della lunghezza LM Smart, posizionato alla fine della linea CV, assicura che la lunghezza richiesta del cavo venga mantenuta con precisione, contribuendo ulteriormente al controllo qualità e alla conservazione delle risorse.

Amut: riciclo di PET in America Latina Non c’è due senza tre

Amut ha recentemente completato l’avviamento a Bogotà (Colombia) del secondo di tre impianti chiavi in mano per il Gruppo SMI, attivo nell’industria alimentare e delle bevande, con capacità produttiva di 3.000 kg all’ora di materiale riciclato da bottiglie in PET post-consumo. L’impianto comprende una efficiente sezione iniziale per la preselezione e il prelavaggio del flusso di bottiglie, incluso il sistema brevettato Delabeller a umido.

L’efficienza idrica, energetica e chimica, grazie ai sistemi Friction Washer brevettato, Turbo Washer e Turbo dryer di nuova concezione sviluppati da Amut, che riducono il consumo di acqua dolce a 1,1 litri per kg di scaglie di rPET prodotto, rendono l’impianto ecosostenibile e garantiscono elevate produttività e qualità delle scaglie, che

risultano adatte per il processo bottleto-bottle.

Nel dicembre 2023 SMI aveva avviato a Lima (Perù) il primo dei tre impianti per il riciclo di PET forniti da Amut come parte del progetto, che, con una capacità produttiva di 6.000 kg all’ora, è attualmente il più grande in funzione

nel Paese sudamericano. A Guatemala City (Guatemala), invece, è in corso da parte di Amut la realizzazione della terza linea, anche questa con capacità fino a 3.000 kg all’ora.

Tre impianti per il riciclo sono stati commissionati ad Amut da Gruppo SMI in America Latina, rispettivamente in Perù, Colombia e Guatemala.

Partnership tecnologica tra Engel e Università di Chemitz

Piastre bipolari per il settore dell’idrogeno

L’Università di Tecnologia di Chemnitz (Germania) ed Engel stanno collaborando per lo sviluppo di soluzioni di ingegneria di processo. La società austriaca ha recentemente consegnato all’Istituto per strutture leggere una pressa a iniezione a due piani duo 450 per realizzare piastre bipolari in polimero rinforzato fino all’80% con grafite, destinate alle celle a combustibile per la produzione di idrogeno.

La pressa è dotata di unità d’iniezione specifica per la produzione di tali piastre e di una seconda unità per applicazioni di ricerca aggiuntive. Grazie alle sue interfacce avanzate e ai sistemi di assistenza digitale, essa può essere integrata in ambienti di ricerca e produzione digitali. Inoltre, la tecnologia di azionamento a risparmio energetico, con potenti servo-pompe, consente una produzione efficiente in termini di risorse.

“Engel è un partner ideale per noi, poiché comprende esattamente le nostre esigenze, opera con grande

flessibilità e fornisce le soluzioni richieste per la nostra ricerca su piastre bipolari di ampia superficie ottenute con polimeri”, ha sottolineato Jens Emmrich, responsabile della ricerca in tecnologie polimeriche e progettazione leggera multifunzionale presso la TU

Chemnitz. “Il nostro lavoro congiunto su soluzioni all’avanguardia è vantaggioso per il settore dell’idrogeno, dove le piastre bipolari polimeriche sono utilizzate in varie applicazioni, come camion, autobus, treni e sistemi energetici stazionari”.

Le piastre bipolari realizzate per migliorare l’efficienza e ridurre il peso delle celle a combustibile.

Foto Amut

Sytrama: impianti customizzati

Robot per test su cavi elettrici

Oltre alla propria gamma di robot standard, Sytrama propone soluzioni su misura efficaci in termini tecnici e di produttività, adattando i propri impianti in base alle esigenze del cliente e al tipo di applicazioni richieste. Ne è un chiaro esempio il robot

DGTS distribuisce Elastocon

cartesiano con asse lineare creato per testare la resistenza meccanica dei cavi elettrici industriali prima di essere immessi sul mercato. Insieme al proprio cliente, Sytrama ha studiato e realizzato un impianto ad hoc, trasformando così una sfida in un’opportunità per sviluppare i propri prodotti in una nicchia di mercato.

La cella automatizzata include un robot cartesiano con un asse lineare con trave in alluminio, trasmissione a cinghia e corsa effettiva di 5 metri. Le prestazioni sono: velocità di 5 m/s e accelerazione fino a 20 m/s² (in funzione del carico applicato). Il robot si può adattare a diversi raggi di curvatura testando diversi tipi di cavi elettrici.

L’intero sistema è completo di quadro

con PLC e dispositivo per l’assistenza remota, tramite l’utilizzo del modulo Site Manager, che rendono il robot conforme alla normativa in ambito Industria 4.0. Ciò consente un collegamento diretto fra robot e servizio di assistenza. Il tecnico, da remoto, è quindi in grado di visualizzare sul proprio schermo il pannello operatore del robot, identificando le problematiche in corso e, in caso di necessità, intervenendo con modifiche al programma, esattamente come se fosse in presenza.

Tramite Site Manager, i robot dell’azienda possono essere collegati con il sistema di rete aziendale, permettendo al software gestionale del cliente di raccogliere dati significativi in ogni fase della produzione.

Stufe per l’invecchiamento di gomma e materiali plastici

Sviluppate da Elastocon e distribuite in Italia da DGTS le stufe ad alta precisione Cell Oven, Cabinet Oven e Test Tube Oven per l’invecchiamento dei materiali, conformi alle normative ISO 188, IEC 811 e ad altre del settore, si contraddistinguono per variazioni di temperature molto ridotte nello spazio e nel tempo, bassa o alta velocità dell’aria e gestione dei ricambi d’aria: è stato infatti dimostrato che un buon controllo di questi parametri risulta molto importante per ottenere buone ripetibilità e riproducibilità dei risultati quando si fanno prove di invecchiamento. Il modo più comune per investigare gli effetti dell’invecchiamento sulla gomma e sulle materie plastiche

CONFRONTO TRA DUE TIPI DIFFERENTI DI STUFA

Prestazione

Stufa per invecchiamento ad alta precisione Stufa da laboratorio

Accuratezza temperatura nel tempo Sì, alta prestazione Sì

Accuratezza temperatura nello spazio Sì No

Specifica velocità dell’aria Sì No

Specifica direzione dell’aria Sì No

Specifico ricambio d’aria Sì No

Specifica sensori aggiuntivi temperatura Sì No

consiste nell’eseguire prove di trazione e di durezza sui provini invecchiati.

L’accuratezza della temperatura risulta un parametro molto importante: errori di temperatura di 1 °C corrispondono a un errore di circa il 10% in termini di tempo di invecchiamento.

Sul mercato è possibile trovare una grande varietà di stufe per specifici campi

di impiego: stufe per l’invecchiamento, stufe per laboratorio, stufe per l’essicazione, stufe per riscaldamento ecc. Ciascun tipo di stufa offre particolari vantaggi per l’utilizzo cui è destinata, mentre non è adatta per impieghi differenti. Le stufe Cell Oven sono disponibili con 4-6 celle a temperatura unica o indipendenti nel ventaglio 40-300 °C, che presto sarà esteso fino a 350 °C. Le stufe Cabinet Oven, ideali per prodotti finiti o provini di grosse dimensioni, sono disponibili in vari modelli con specifiche peculiarità nel ventaglio 40-300 °C. Le Test Tube Oven infine sono disponibili con 24 tube a unica temperatura e a 4x6 tube a temperature differenti nel ventaglio 40-300 °C.

Un asse completo per testare la resistenza meccanica dei cavi elettrici.
Da sinistra, stufe Cell Oven, Cabinet Oven e Test Tube Oven.

Da Gibitre nuovo sistema di misurarazione

Dinamometro elettronico versatile

Gibitre Instruments produce un dinamometro elettronico avanzato, controllato tramite software, con una capacità di 20 kN. Questo strumento è stato progettato per la misurazione di provini e prodotti finiti in plastica e gomma, in conformità con le normative internazionali. È altamente configurabile, adattandosi alle necessità del cliente e ai prodotti da testare grazie all’installazione di accessori come celle di carico, morsetti, estensimetri, spessimetri e camere climatiche.

Collegato a un PC con sistema operativo Windows 11, il dinamometro è controllato dal software Tensor Check - 11, che offre una vasta gamma di funzionalità, tra cui: selezione del metodo di prova per eseguire test in conformità con le principali normative internazionali; creazione di metodi di prova personalizzati per rispondere a

esigenze specifiche; identificazione dei provini tramite inserimento manuale o lettore di codici a barre; registrazione delle caratteristiche dimensionali dei provini; verifica della conformità dei risultati con i limiti di tolleranza definiti; salvataggio dei risultati e delle curve di prova nel database SQL Gibitre; creazione di report di prova personalizzati, statistiche e esportazioni dei dati tramite il software LIMS Datagest_11. Lo strumento può essere equipaggiato con morsetti specifici per ciascun tipo di prodotto da testare. Oltre ai morsetti standard per prove di trazione, compressione, flessione, peeling, attrito e isteresi su provini in plastica rigida, gomma e materiali espansi, Gibitre offre morsetti customizzati per test su prodotti finiti, come o-ring, tubi, cavi e altro.

L' ESPERIENZA CONTA

Oltre 40 anni di presenza sul mercato

Più di 7000 automazioni in ogni parte del mondo

Un servizio di assistenza sempre presente ed efficace

Il vostro partner per l'automazione

Roboline S.r.l. - SYTRAMA Brand Via Lombardia, 30 20052 - Vignate (MI) www.sytrama.com

Un’opzione aggiuntiva del dinamometro è la camera climatica, che può essere installata anche successivamente all’acquisto e include un gruppo frigorifero. Questa permette di eseguire prove a temperatura controllata, con un intervallo che va da -40 a +250 °C.

Nuove sfide per Syensqo

Dallo scorporo a una crescita autonoma e sostenibile

Syensqo celebra un 2024 di sfide e successi, affermandosi tra i leader delle specialità chimiche. La CEO Ilham Kadri ha risposto alle nostre domande sui risultati ottenuti, le strategie messe in atto per affrontare l’incertezza macroeconomica e i piani futuri, con gli occhi puntati su sostenibilità e innovazione.

Di Giampiero Zazzaro

Da dicembre 2023, Syensqo ha intrapreso un percorso indipendente dopo lo scorporo da Solvay affrontando un mercato complesso con determinazione e visione strategica. Nell’intervista, la CEO Ilham Kadri traccia un bilancio del primo anno di attività della società, descrivendo gli obiettivi raggiunti e delineando le

sfide future, tra ristrutturazioni, innovazione e leadership nel settore chimico.

Partiamo dall’inizio della vostra storia come Syensqo, ossia la separazione da Solvay come società indipendente divenuta operativa nel dicembre 2023. In generale che bilancio può tracciare di questo primo anno di attività?

“Ripercorrendo il nostro primo anno di attività come Syensqo dopo lo scorporo da Solvay nel dicembre 2023, possiamo dire che il 2024 è stato un anno denso di sfide e risultati significativi. Siamo orgogliosi dei progressi compiuti nonostante la crescente incertezza che caratterizza il settore e il difficile scenario economico. Abbiamo costruito e lanciato con buoni risultati un’azienda partendo da zero. Inoltre, continuiamo ad adattare, migliorare e perfezionare la nostra organizza-

zione, anche ragionando in maniera più approfondita sulle differenze tra i nostri segmenti di attività e le nostre tre aree chiave: Stati Uniti, Asia ed Europa. Stiamo ricostruendo i nostri sistemi IT e la rete di assistenza Global Business Support in modo tale da diventare completamente autonomi entro la fine del 2025, il che comporterà l’assunzione di centinaia di nuovi dipendenti in queste aree di attività.

L’innovazione è al centro dei nostri sforzi, con il lancio di Syensqo.ai che mira a implementare le risorse tecnologiche in tutta l’azienda, aprendo nuove strade per progetti di ricerca e innovazione, per la gestione della catena di approvvigionamento e l’ottimizzazione degli impianti, oltre che per iniziative di sostenibilità e altro ancora.

Abbiamo anche rivisto i nostri progetti di investimento, accelerando le iniziative che promettono una crescita più rapida e mettendone altre in standby in modo da poterle adattare alle mutevoli esigenze del mercato, in particolare nel

Ilham Kadri, CEO di Syensqo.

segmento dei veicoli elettrici.

Tutto ciò è sostenuto da uno dei bilanci più solidi del settore, il che ci mette a disposizione un maggior numero di opzioni per creare valore e implementare la nostra strategia di crescita mantenendo nel contempo una forte attrattività per i potenziali investitori.

Nel complesso, questo primo anno ha dimostrato la nostra resilienza e dedizione nell’assicurare a Syensqo una posizione tra i leader nel settore delle specialità chimiche, a dispetto di una ripresa economica più lenta del previsto. Abbiamo quindi tutte le intenzioni di proseguire questo nostro viaggio”.

Nel terzo trimestre del 2024 i vostri volumi sono tornati a crescere, anche in un contesto di mercato difficile. Quali anticipazioni può darci sul quarto trimestre e sulla chiusura del 2024?

“Permettetemi di ricordare i risultati del terzo trimestre 2024, pubblicati all’inizio di novembre. Come molte altre aziende del settore, negli ultimi trimestri stiamo scontando un periodo di incertezza macroeconomica e a livello della domanda, con una persistente riduzione delle scorte in diversi mercati finali. In Syensqo, registriamo un miglioramento costante dei volumi dalla fine del 2023, e siamo tornati alla crescita nel corso del terzo trimestre 2024 con margini robusti in tutta l’organizzazione. Nonostante le previsioni indichino una crescita dei volumi su base annua anche nel quarto trimestre del 2024, seppure modesta, alcuni dei nostri mercati finali continuano a subire gli effetti delle incertezze macroeconomiche e di settore, in particolare l’automotive e l’aerospaziale.

Guardando al percorso che abbiamo seguito a partire dallo scorporo a fine 2023, oggi riusciamo a operare con una maggiore concentrazione e agilità, inoltre abbiamo acquisito più responsabilità e un discreto numero di opzioni in termi-

ni di impiego del capitale, e questo ci ha reso un leader ancora più forte nel nostro settore”.

Quali sono le misure che avete adottato e che adotterete per contrastare l’incertezza macroeconomica e della domanda in atto negli ultimi mesi?

“Il 2024 è stato un anno impegnativo, in particolare nel contesto della blanda crescita registrata nel nostro settore e della crescente incertezza circa la sua traiettoria futura, trainata dall’evoluzione delle esigenze dei nostri clienti. Lo scorporo da Solvay ci ha assicurato maggiore visibilità e agilità, consentendoci di adattarci e rispondere in modo più efficace all’evoluzione del contesto macroeconomico e alle esigenze dei clienti.

Stiamo dando priorità agli investimenti nei progetti più attraenti e a più alto rendimento, garantendo in tal modo che

il nostro capitale sia impiegato in modo efficiente e in linea con la domanda del settore, massimizzando la creazione di valore. Inoltre, stiamo accelerando la nostra azione di allineamento del modello operativo al target prefissato e continuiamo ad assumere personale nelle aree geografiche che offrono il maggiore potenziale di crescita. Allo stesso tempo, abbiamo messo un freno alle assunzioni in altre regioni al fine di garantire che il capitale umano si mantenga al passo con le esigenze dei clienti e le opportunità di mercato.

Nonostante le sfide in ambito economico, continuiamo a focalizzarci sullo sviluppo sostenibile e sulla redditività. Crediamo che concentrarci sull’innovazione, sulla collaborazione e su politiche intelligenti ci aiuterà ad affrontare le sfide del settore e a progredire nei nostri obiettivi di sostenibilità. Il nostro progetto è fornire soluzioni responsabili nei confronti dell’ambiente ed economicamente competitive, garantendo un futuro sostenibile

Nel primo anno come sosietà indipendente, Syensqo ha lavorato per diventare leader nel settore delle specialità chimiche, facendo leva sull’innovazione e sulla crescita.

Il laboratorio per batterie ad Aubervilliers, Francia.

Sempre con un occhio di attenzione alla sostenibilità, Syensqo sponsorizza il team DS Penske di Formula E, categoria di auto da corsa a propulsione elettrica.

sia per il nostro settore sia per la società in cui viviamo”.

In questo quadro come si colloca il piano di ristrutturazione da voi recentemente annunciato, che comporterà anche il taglio di qualche centinaio di posti di lavoro in alcuni Paesi in cui operate, Italia compresa? Quale sarà il futuro per i dipendenti interessati?

“Noi di Syensqo ci sentiamo un po’ come degli esploratori e, a volte, il terreno si rivela più difficile del previsto. Questo è proprio ciò che sta accadendo oggi. Siamo giovani e ambiziosi e lavoriamo costantemente per diventare leader nel settore delle specialità chimiche, facendo leva come mai prima d’ora sull’innovazione e sulla crescita.

Nel frattempo, il mondo cambia e dobbiamo continuare ad adattarci per soddisfare le esigenze dei nostri clienti e accelerare il time-to-market. Inoltre, la difficile situazione economica si ripercuote duramente sull’intero settore e la sperata ripresa non si sta ancora concretizzando. Ciò significa che dobbiamo adeguare la nostra organizzazione, ripensare i nostri investimenti e ridurre la nostra esposizione. Siamo anche profondamente consa-

pevoli che le persone di talento sono al centro del successo e della crescita futura della nostra azienda, quindi, qualsiasi decisione che li riguardi non viene mai presa alla leggera”.

Temi quali riciclo, efficientamento produttivo, fonti rinnovabili, digitalizzazione, intelligenza artificiale sono alcuni di quelli che oggi definiscono le strategie delle aziende e riempiono le agende delle istituzioni nazionali e internazionali. Essi quanto e come influiscono sulla vostra attività e quanto e come invece offrono delle opportunità?

“Queste tendenze rappresentano la base della strategia di Syensqo. L’azienda è stata creata con l’obiettivo di produrre un elevato impatto come partner principale dell’innovazione per i nostri clienti. Syensqo è un’azienda che opera in ambito scientifico ed è votata allo sviluppo di soluzioni innovative con l’obiettivo di cambiare in meglio il modo in cui viviamo, lavoriamo, viaggiamo e ci divertiamo. Le nostre soluzioni contribuiscono a rendere più sicuri, puliti e sostenibili

i prodotti che si trovano nelle case, negli alimenti e nei beni di consumo, negli aerei, nelle automobili, nelle batterie, nei dispositivi intelligenti e nelle applicazioni sanitarie. Siamo presenti con i nostri prodotti: in quasi tutti i velivoli; nel 50% dei veicoli elettrici; nell’80% delle confezioni dei medicinali; nel 20% dei prodotti per la cura dei capelli.

Ci concentriamo su tecnologie che hanno un impatto sull’alleggerimento dei prodotti, l’elettrificazione, la digitalizzazione, l’efficienza delle risorse e i biomateriali. Le nostre soluzioni sostenibili contribuiscono a ridurre le emissioni e gli sprechi a fronte di un minore costo totale di proprietà. Ciò ci permette di posizionarci tra i leader nel campo della transizione energetica.

Queste tendenze non solo plasmano la nostra attività, ma offrono anche significative opportunità di crescita”.

Lei è appena stata confermata alla presidenza di Cefic.

Cosa ci può dire del suo primo mandato e come intende portare avanti il lavoro iniziato anche nel secondo? Quali sono le sfide più impegnative con cui si è confrontata e si confronterà in tale ruolo?

“Sono onorata di essere stata rieletta presidente di Cefic in un momento così cruciale per l’Europa e la sua industria chimica e manifatturiera. Il mio primo mandato si è svolto in un periodo di grandi sfide e opportunità. Una delle questioni più critiche che stiamo affrontando è la crisi energetica, che impatta sulla competitività del nostro settore, soprattutto in Europa.

Negli ultimi mesi, di concerto con il team Cefic e i nostri membri, mi sono impegnata a porre la competitività dell’industria al centro dei processi decisionali dell’Unione Europea.

Abbiamo reso la Dichiarazione di Anversa una realtà concreta con più di 1.280

Il laboratorio dedicato ai prodotti per la cura e i trattamenti di bellezza, sempre ad Aubervilliers.

firmatari, comprese le parti sociali. Ho invitato i leader dell’UE ad ascoltare le esigenze dell’industria per ridefinirne il futuro in Europa. Ho sottolineato l’importanza di avere una solida base industriale per la forza complessiva dell’Europa e ho sostenuto le politiche a favore della competitività energetica, la concorrenza leale, l’economia circolare, la creazione di infrastrutture efficienti e la decarbonizzazione, al centro delle quali vi sono le soluzioni a basse emissioni di carbonio, la creazione di domanda e la semplificazione del quadro regolamentativo.

Guardando al futuro, sono ansiosa di continuare a sostenere la Dichiarazione di Anversa. Il 2025 si prospetta come un anno di grandi traguardi, a partire dalla pubblicazione del Clean Industrial Deal, ora annunciata per il 26 febbraio, e l’imminente Chemical Industry Package. In Europa non esiste un’economia forte senza un’industria forte. L’industria chimica è “la madre di tutte le industrie”, è la base di un futuro sostenibile e competitivo. Il settore conta migliaia di aziende in Europa, dalle grandi multinazionali come Syensqo alle piccole aziende a conduzione familiare. Il mio impegno rimane fermo: sostenere la transizione del nostro settore, garantendo nel contempo che l’Europa rimanga un hub competitivo in termini di innovazione, investimenti e opportunità”.

Cosa ci può dire a proposito del Rapporto Draghi che Cefic ha fin da subito accolto favorevolmente?

Secondo lei quali sono effettivamente le criticità per la competitività europea e come possono essere superate?

“Il Rapporto Draghi propone una nuova strategia industriale globale per l’Euro-

pa, incentrata su tre pilastri: l’innovazione, la decarbonizzazione come motore della crescita e l’aumento della sicurezza energetica con la contemporanea riduzione delle dipendenze. Cefic ha accolto positivamente il Rapporto in quanto è in linea con la Dichiarazione di Anversa e con la nostra visione che punta a trasformare l’Europa in un leader globale dell’innovazione.

Le principali sfide alla competitività europea sono il quadro normativo pesante e talvolta incoerente, i prezzi elevati dell’energia e l’inflazione. Questi fattori insieme pongono le industrie europee in una posizione di svantaggio rispetto a quelle operanti in altre regioni del mondo. Per vincere queste sfide, abbiamo bisogno di un quadro normativo coerente che sostenga la crescita e gli investimenti del settore. L’Europa deve adottare politiche in grado di bilanciare sostenibilità e competitività, premiare il rispetto delle regole attraverso la garanzia di condizioni di parità, creare un mercato unico dei capitali e sostenere i settori dove la transizione si rivela più difficile. Rimango ottimista riguardo all’Europa. È il continente dell’industria, dell’innovazione e del talento, ma ha bisogno di un concreto rilancio industriale se vogliamo rimanere performanti a lungo termine”.

Chiudiamo tornando a Syensqo: ci può anticipare qualche investimento o novità di prodotto importanti, magari anche in vista del K 2025?

“Syensqo è attivamente impegnata a guidare l’innovazione e a supportare i nostri clienti nell’affrontare le sfide dell’elettrificazione, della ricarica rapida, dell’efficienza dei costi e della sicurezza. Vantiamo un’esperienza ultratrentennale nella fornitura di soluzioni di materiali

di cui hanno bisogno gli OEM e le aziende di servizi di trasporto Tier 1. I nostri leganti PVDF Solef sono i più avanzati sul mercato: assicurano un’adesione superiore come componente integrante nella produzione di catodi, e le funzionalità critiche necessarie per tenere insieme il catodo, offrendo nel contempo versatilità per adattarsi a qualsiasi sostanza chimica, inclusi il litio ferro fosfato (LFP) e il nichel manganese cobalto ossido (NMC).

Mentre attendiamo con impazienza la fiera K 2025, voglio anticipare alcune delle nostre novità più significative.

Attualmente stiamo progettando nuove tipologie di materiali per soddisfare le esigenze del settore dei veicoli elettrici (EV) in rapida evoluzione. Degna di nota tra questi è la resina Ryton PPS XE, concepita specificamente per i busbar delle batterie a ricarica rapida al fine di migliorare l’efficienza e l’affidabilità dei veicoli elettrici.

Inoltre, stiamo lavorando sul PPSU Ajedium per il rivestimento degli slot dei motori elettrici. Questo prodotto fa parte del nostro portafoglio ECHO che offre soluzioni sostenibili senza tuttavia scendere a compromessi riguardo alle prestazioni.

Un’altra interessante novità è Ryton Supreme, pensato su misura per i busbar a corrente continua/alternata nell’elettronica di potenza, che garantisce prestazioni inedite nei sistemi di gestione della potenza.

Questi materiali d’avanguardia dimostrano il nostro impegno verso il progresso tecnologico e a supporto dei nostri clienti mediante soluzioni che soddisfano le esigenze in continua evoluzione del settore. Non vediamo l’ora di svelare altri entusiasmanti sviluppi in occasione di K 2025, dove presenteremo i nostri ultimi contributi alla tecnologia dei materiali sostenibili e ad alte prestazioni”.

Syensqo produce materiali avanzati per aeromobili leggeri e ad alte prestazioni.

Quarant’anni di AIPE

Un EPS sempre più attento alle esigenze ambientali e sociali

AIPE, l’associazione italiana del polistirene espanso nata per promuovere e tutelare l’immagine dell’EPS, ha recentemente celebrato quarant’anni di attività. Un momento importante per fare il punto della situazione sul comparto di riferimento e rilanciare il proprio impegno per un impiego sostenibile dell’EPS, attraverso la sua diffusione e il suo riciclo secondo i principi di economia circolare.

Ivolumi di EPS riciclato in Italia hanno registrato un balzo del 25% nel periodo 2019-2022, superando le 20.000 tonnellate. Lo attestano i dati dell’indagine promossa da AIPE, l’associazione italiana del polistirene espanso che rappresenta le aziende del comparto, (e condotta da Plastic Consult) presentati in occasione della celebrazione dei suoi quarant’anni di attività e discussi nell’ambito del convegno “AIPE 40: una storia per un futuro di sostenibilità”.

Guardando in generale al mercato delle materie plastiche, anche nel 2023 si è registrata una crescita dei riciclati pre e post-consumo rispetto all’anno precedente (1.337 kton, +0,8% rispetto al 2022), a fronte di volumi di produzione dei materiali termoplastici leggermente in diminuzione (5,05 milioni di tonnellate in confronto a 5,4 milioni nel 2022). Per quanto riguarda l’andamento dei due principali settori applicativi dell’EPS, l’edilizia e l’imballaggio, in base alle stime il 2024 dovrebbe aver registrato una lieve crescita dei consumi del polistirene espanso sinterizzato nel settore imballaggio, mentre l’edilizia tiene con volumi che si attestano comunque sopra livelli pre-superbonus.

Al fianco delle istituzioni per la sostenibilità

“In questi anni, AIPE ha lavorato instancabilmente per lo sviluppo sostenibile del settore, affiancando le istituzioni nella definizione delle normative per l’edilizia, l’imballaggio e l’economia circolare, impegnandosi attivamente nel recupero e nel riciclo dell’EPS, promuovendo l’innovazione tecnologica e supportando l’aggiornamento professionale”, ha dichiarato Alessandro Augello, presidente di AIPE. “Per il futuro a venire, intendiamo proseguire il nostro commitment, consapevoli delle sfide complesse che ci attendono: consolidare le alleanze già in essere, sensibilizzare e accrescere la conoscenza, fondata su evidenze

Giuseppe Augello durante il suo intervento alle celebrazioni dei quarant’anni di AIPE.

scientifiche, dei benefici del polistirene espanso, un materiale unico, insostituibile in tante applicazioni, sostenibile e riciclabile al 100%, aumentare l’attenzione per la raccolta e il corretto smaltimento dell’EPS. Guardiamo al futuro con fiducia, certi che la sensibilizzazione di tutti gli attori della filiera, collaborazioni virtuose e l’innovazione ci permetteranno di raggiungere obiettivi concreti per un settore più resiliente e attento alle esigenze ambientali e sociali”.

Ai numeri positivi sul riciclato ha contribuito primariamente il circuito delle PEPS - Piattaforme Corepla per il riciclo degli imballi in EPS, a cui partecipano anche diverse aziende associate AIPE - insieme ad altri operatori, senza dimenticare l’apporto tramite i Criteri Minimi Ambientali - CAM edilizi e CAM arredi promossi dal Ministero dell’Ambiente e previsti dal superbonus - che richiedono l’utilizzo di riciclati e/o di sottoprodotti con specifiche percentuali di riciclati nei nuovi manufatti immessi nel mercato. “Aumentare l’efficienza energetica degli edifici e, più in generale, il comfort abitativo è uno degli obiettivi della riqualificazione edilizia in atto. L’impiego dell’EPS per l’isolamento dell’involucro, grazie alle proprietà termiche e acustiche uniche del materiale, rappresenta una soluzione ideale su più fronti: dal benessere abitativo al risparmio in bolletta, passando per la riduzione delle emissioni di CO2 e della dipendenza energetica dai Paesi esteri”, ha commentato Giuseppe Rinaldi, vicepresidente edilizia di AIPE, assicurando che l’impegno dell’associazione per la decarbonizzazione proseguirà anche in relazione alla Direttiva europea “Case Green”. “L’EPS è un materiale da imballaggio sostenibile e riciclabile al 100%; lo confermano anche i recenti sviluppi normativi che a livello europeo e globale hanno visto il ritiro di alcuni tentativi di restrizione riconoscendone l’insostituibilità in numerose applicazioni e settori”, ha aggiunto Paolo Garbagna, vicepresidente imballaggio di AIPE. “Naturalmente occorre proseguire nell’impegno per la sostenibilità e il riciclo, puntando in particolare sulla ricerca e sviluppo e sulle nuove tecnologie per massimizzare il ruolo che il materiale ha già in ambiti come il food waste, grazie al mantenimento della catena del freddo”.

Una storia per il futuro

Il convegno “AIPE40: una storia per un futuro di sostenibilità” in cui si sono celebrati i quarant’anni di attività dell’associazione ha avuto luogo alla presenza dei suoi rappresentanti, di attori istituzionali e operatori del comparto. Esso ha offerto l’occasione per ripercorrere le tappe principali della storia con lo sguardo al futuro e alle prossime sfide sostenibili per il settore, per fare il punto sulle normative che interessano edilizia e imballaggio, sulle tendenze del mercato, sul futuro dell’efficientamento energetico e del riciclo e sui progetti di raccolta e smaltimento.

AIPE è un’associazione senza fini di lucro costituita nel 1984 per promuovere e tutelare l’immagine del polistirene espanso sinterizzato e per svilupparne l’impiego e il riciclo secondo princi-

pi che oggi sono quelli dell’economia circolare. All’associazione aderiscono le aziende produttrici di materia prima, il polistirene espandibile, i trasformatori del polimero e i riciclatori. Un gruppo di soci è costituito, infine, dalle aziende costruttrici di attrezzature per la lavorazione del polistirene espanso sinterizzato e per la produzione di sistemi per l’edilizia.

A livello internazionale AIPE rappresenta l’Italia in seno a Eumeps, l’organizzazione europea che raggruppa le associazioni nazionali dei produttori di EPS. L’associazione, inoltre, opera a stretto contatto con enti e istituzioni finalizzando la propria attività alla redazione di norme e protocolli nei settori edilizia, imballaggio ed economia circolare. Collabora attivamente alla promozione della raccolta e riciclo dell’EPS in sinergia con Corepla e, in qualità di partner tecnico, con Cortexa (consorzio che riunisce le più importati aziende specializzate nel settore dell’isolamento termico a cappotto in Italia) per veicolare, diffondere e condividere la cultura dell’isolamento a cappotto di qualità. Infine, sostiene e promuove la ricerca di nuovi progetti di riciclo a livello nazionale ed europeo, partecipa a Icesp (la piattaforma italiana degli operatori dell’economia circolare) e in circuiti virtuosi per il riciclo di alcune tipologie di manufatti, tra cui cassette per il pesce e imballaggi di vario genere.

Un momento del convegno “AIPE40: una storia per un futuro di sostenibilità”.

Il presidente di AIPE, Giuseppe Augello (al centro), con Paolo Garbagna (a destra) e Giuseppe Rinaldi (a sinistra).
Foto Linkedin/AIPE

Caschi di sicurezza con calotta interna in EPS da olio di pirolisi

Il produttore italiano di caschi di sicurezza Kask ha scelto i materiali di Basf per garantire la sicurezza dei lavoratori e contribuire all’economia circolare della plastica. La calotta interna delle collezioni Primero, Zenith X e Superplasma è ora realizzata con Neopor Ccycled. Nella sua produzione, le materie prime fossili sono sostituite da olio di pirolisi ottenuto dal riciclo chimico di rifiuti plastici post-conusmo.

A c ura di Luca Mei

Azienda italiana specializzata nella progettazione e nella produzione di caschi, Kask ha scelto i granuli di polistirene espanso (EPS) Neopor Ccycled di Basf per la produzione di caschi di sicurezza per i lavoratori. Nel processo di produzione di Neopor Ccycled le materie prime fossili vengono sostituite, fin dall’inizio della filiera, con olio di pirolisi ottenuto dal riciclo chimico di rifiuti plastici post-consumo, utilizzando l’approccio del bilancio di massa. Questo permette a Basf di realizzare un materiale che riduce l’impronta di carbonio di circa il 90% rispetto al Neopor convenzionale.

Kask ha iniziato a utilizzare questo EPS a ridotto impatto ambientale per la calotta interna della gamma Primero e, da fine ottobre 2024, ha esteso questa scelta anche ai modelli Zenith X e Superplasma. Questi caschi continueranno a garantire le stesse prestazioni in termini di qualità e sicurezza, riducendo al contempo l’impronta di carbonio rispetto all’utilizzo di un EPS convenzionale. Grazie a questa scelta, l’azienda punta a massimizzare il proprio impatto positivo a supporto dell’economia circolare.

Da sempre elevati standard di sicurezza

La gamma di caschetti Primero è stata la prima a integrare la calotta interna in Neopor Ccycled, nella foto visibile in grigio.

Nel 2024 Kask ha celebrato il 20° anniversario e fin dall’inizio della sua attività l’azienda è stata una pioniera nella sicurezza sul lavoro e nello sport, contribuendo a definire un nuovo approccio alla protezione della testa per garantire la massima sicurezza senza compromettere comfort, design e prestazioni. Tutti i caschi Kask superano i più elevati standard di sicurezza europei e internazionali.

“In Kask siamo costantemente impegnati nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie e soluzioni innovative volte a un miglioramento continuo della sicurezza, del comfort e del design dei nostri caschi”, ha affermato Angelo Gotti, fondatore e CEO di Kask. “Il nostro obiettivo è permettere a ogni lavoratore di massimizzare le proprie performance per tutta la giornata, nella consapevolezza di sentirsi protetto anche nei contesti più sfidanti”.

Ridurre l’impiego di materie prime fossili

La decisione di utilizzare Neopor Ccycled per la calotta interna dei caschi di sicurezza è stata presa dopo molteplici test di pre-

Foto Kask

stazione, che hanno dimostrato che tale materiale è in grado di garantire le stesse caratteristiche meccaniche del Neopor convenzionale, quali l’elevata capacità di assorbimento dell’energia d’impatto.

“In Kask la sicurezza è la nostra massima priorità. Nella ricerca di soluzioni più sostenibili, ci siamo rivolti a Basf per trovare i migliori materiali che potessero garantire un minore impatto ambientale, mantenendo lo stesso elevato livello di protezione e comfort per i lavoratori. Siamo orgogliosi di questa collaborazione che ci aiuta a ridurre l’uso di materie prime vergini e supportare la transizione verso alternative più sostenibili”, ha commentato Marta Beltramello, sales & marketing director di Kask.

“La collezione Primero, lanciata nel 2023, è stata la prima ad avere l’EPS Ccycled di Basf. Ma non ci siamo fermati lì: ora anche le collezioni Zenith X e Superplasma avranno la calotta interna realizzata in Neopor Ccycled”.

Nella produzione di Neopor Ccycled, le materie prime fossili sono sostituite da olio di pirolisi nelle prime fasi della filiera. Questo materiale alternativo è ottenuto dalla pirolisi di rifiuti plastici che, altrimenti, verrebbero utilizzati per il recupero energetico o destinati alla discarica. L’utilizzo dell’olio di pirolisi per il Neopor Ccycled, basato sull’approccio del bilancio di massa, è certificato in modo indipendente da REDcert.

“Per Basf è di fondamentale importanza contribuire con i propri prodotti a ridurre il consumo di risorse fossili e favorire la transizione verso un’economia circolare, senza comprometterne la qualità o la sicurezza”, ha dichiarato Alessandro Gandini, commercial manager Styrenic Foams Mediterranean Area di Basf. “Siamo davvero orgogliosi che Neopor Ccycled sia stato scelto da Kask per i suoi caschi di sicurezza di alta qualità e quindi contribuire a garantire la sicurezza dei lavoratori, ogni giorno”.

Più Neopor a Ludwigshafen

Basf ha recentemente rafforzato la produzione di stirene presso il sito di Ludwigshafen espandendo la capacità di Neopor di 50.000 tonnellate l’anno, allo scopo di soddisfare la crescente domanda di mercato di tale gamma di materiali. L’avvio dei nuovi impianti produttivi è previsto per l’inizio del 2027. Neopor è un granulato di EPS contenente grafite e viene principalmente impiegato per la produzione di materiali isolanti ad alta efficien-

za energetica impiegati, per esempio, per il sistema cappotto in edilizia. La grafite conferisce al materiale il tipico colore grigio e ne migliora le prestazioni di isolamento fino al +30% rispetto all’EPS bianco - ovvero privo di grafite.

“In base al metodo Basf di valutazione della sostenibilità TripleS (Sustainable Solution Steering), Neopor è classificato come Pioneer, cioè di categoria top, e fa parte delle nostre “Sustainable-Future Solutions”. Vogliamo continuare a essere l’azienda chimica di riferimento e contribuire alla trasformazione verde dei nostri clienti. In quest’ottica, Neopor è un ottimo esempio per raggiungere l’obiettivo”, ha commentato Stephan Kothrade, del consiglio di amministrazione e CTO di Basf.

Già nella forma tradizionale, i materiali isolanti in Neopor offrono un contributo significativo all’edilizia sostenibile. Con Neopor BMB e Neopor Myclide, Basf porta sul mercato nuovi prodotti con profili di sostenibilità ulteriormente ottimizzati. Neopor BMB ha un’impronta di carbonio significativamente ridotta rispetto a Neopor classico. Per la sua produzione, infatti, le materie prime fossili vengono sostituite con una quantità corrispondenti di materie prime rinnovabili. L’allocazione della quota di materie prime rinnovabili al prodotto secondo l’approccio del bilancio di massa è certificata in modo indipendente da REDcert2. Nella produzione di Neopor F5 Mcycled sono invece i rifiuti in EPS riciclati meccanicamente a essere parzialmente utilizzati come materia prime, chiudendo il cerchio. Sia il materiale riciclato utilizzato, che le materie prime isolanti sono certificati REDcert2.

Dopo Ia serie Primero, anche i caschetti Superplasma e Zenitth X hanno una calotta interna realizzata in Neopor Ccycled.

Foto Kask
Foto Kask
Un caschetto di sicurezza della gamma Primero.

Collaborazione tra CRP USA e l’atleta statunitense paralimpica Tatyana McFadden

Guanti per gare su sedia a rotelle e handbike stampati in 3D

Azienda fornitrice di servizi di stampa 3D, CRP USA ha recentemente collaborato con Tatyana McFadden, atleta statunitense otto volte medaglia d’oro paralimpica, per creare innovativi guanti per competizioni in carrozzina e handbike. Questi guanti sono stati realizzati mediante stampa 3D con processo di sinterizzazione laser selettiva e materiale composito Windform XT 2.0. La collaborazione ha affrontato sfide di produzione impegnative, stabilendo un nuovo standard per tali attrezzature sportive.

Le competizioni su sedia a rotelle e le gare di handbike richiedono prestazioni eccezionali dagli atleti a causa dell’elevato attrito generato dal contatto costante tra mano e ruota e i guanti tradizionali spesso non soddisfano gli standard richiesti, come nel caso dell’atleta paralimpica statunitense Tatyana McFadden (nella foto di apertura). Prima di adottare la soluzione sviluppata da CRP USA (società parte, insieme all’italiana CRP Technology e all’emiratina CRP Gulf, di CRP Group, specializzato nelle fornitura di servizi per la stampa 3D) l’atleta utilizzava kit di stampi standard per i suoi guanti, ma la qualità risultava inadeguata poiché i metodi convenzionali stentavano a produrre guanti in grado di resistere all’intenso stress delle gare in handbike mantenendo al contempo precisione e comfort.

“I miei primi guanti da corsa per sedia a rotelle si chiamavano “guanti a imbracatura”. Avevano la forma del pollice ed erano fatti di tessuto resistente con imbottitura in gomma. La loro morbidezza mi faceva sentire l’impatto ogni volta che colpivo l’anello corrimano. Ai Giochi Paralimpici del 2008, insieme al mio team, ho iniziato a creare guanti rigidi. Prendevamo granuli di plastica, li fondevamo in una pentola di acqua bollente e poi modellavamo la plastica sulle mie mani. Questo processo richiedeva giorni. A volte dovevamo ricominciare da capo, rigettare i guanti nell’acqua e rimodellarli. Una volta perfezionati, non li perdevo mai di vista perché rischiavano di sciogliersi se lasciati in auto o al caldo troppo a lungo. Con il tempo, la plastica si consumava, quindi facevamo i guanti spessi, ma erano pesanti”, ha raccontato Tatyana McFadden. Anche questi guanti si rivelarono inadeguati per rispondere alle esigenze dell’atleta.

La svolta

Nel 2015, la prima svolta: Tatyana ha iniziato a utilizzare guanti realizzati con la stampa 3D. L’anno seguente ha contattato l’azienda fornitrice di servizi per la stampa 3D CRP USA per investigare nuove potenzialità di tale tecnologia, con l’obiettivo di rendere i suoi guanti “più forti e più durevoli” rispetto a quelli del 2015. “Fu un mio amico a parlarmi di CRP USA”, ha proseguito Tatyana McFadden. “Così li ho contattati e ho condiviso con loro la mia storia. Ero così entusiasta quando li ho potuti incontrare di

Tayana McFadden
alla maratona di Chicago, alle mani ha i nuovi guanti.

Fronte e retro dei guanti stampati in 3D con Windform XT 2.0, usati in allenamento e gara da Tatyana McFadden.

persona. Sono incredibili e mi hanno aiutato davvero tanto. Non solo per i prodotti innovativi che riescono a realizzare, ma anche per la sicurezza che continuano a infondermi, perché non devo più preoccuparmi delle prestazioni dei miei guanti da corsa”. Resistenza e durabilità sono indubbiamente caratteristiche importanti che Tatyana McFadden ha richiesto a CRP USA per competere al meglio, ma non sono le uniche. Leggerezza, rigidità, resistenza all’usura e alle intemperie sono altre qualità essenziali che Tatyana desiderava per i suoi nuovi guanti. “Quando ho incontrato il team di CRP USA,” ha specificato, “abbiamo parlato anche di calore, gomma, effetti atmosferici e cinturini per fissare meglio i guanti alle mie mani. Quando gareggiamo all’aperto, affrontiamo varie condizioni meteorologiche e voglio sempre essere pronta a tutto. In passato i miei guanti si sono crepati più volte, soprattutto a causa delle mie spinte, che generano molta forza quando colpisco l’anello della ruota; è successo più di una volta che i guanti siano durati meno di un anno. Il team di CRP USA ha ascoltato le mie esigenze ed è riuscito a soddisfarle nel miglior modo possibile”. Prima di procedere con la realizzazione di parti e componenti, è fondamentale parlare con i clienti per comprendere le loro esigenze e soddisfarle nel miglior modo possibile. Dopo diversi incontri con Tatyana Mc Fadden, CRP USA ha optato per utilizzare la tecnologia di sinterizzazione laser e Windform XT 2.0 come materiale di produzione. Questa soluzione è stata selezionata come la migliore per consentire all’atleta di affrontare al meglio le sue sfide quotidiane. In questo caso specifico, la gomma utilizzata nei guanti stampati in 3D è un articolo standard disponibile in commercio. CRP USA la taglia su misura e la applica ai guanti in Windform utilizzando un adesivo strutturale. Questa operazione dimostra la compatibilità del Windform XT 2.0 con vari componenti, garantendo un’adesione perfetta senza alcun problema.

Il materiale

“Durante la sua carriera, Tatyana McFadden ha scoperto che la qualità e i dettagli dei suoi guanti non erano all’altezza dello standard elevato di cui aveva bisogno. È qui che è entrata in gioco la gamma di compositi Windform per stampa 3D, creata dal nostro partner italiano CRP Technology. In CRP USA, abbiamo provato diversi materiali Windform per lei, e il Windform XT 2.0 è risultato il più adatto”, ha spiegato Nathan Baker, senior project coordinator di CRP USA.

Windform XT 2.0 si caratterizza per eccellenti proprietà meccaniche, che garantiscono ai guanti di resistere all’elevata e costante frizione generata dalla spinta sul corrimano senza deteriorarsi. Questa caratteristica ha significativamente esteso la durata dei guanti rispetto ai materiali tradizionali. Inoltre, le sue proprietà di flessibilità e assorbimento degli urti assicurano il massimo comfort, consentendo all’atleta di concentrarsi esclusivamente sulla sua prestazione sportiva senza disagi o distra-

zioni. CRP USA ha inoltre svuotato i guanti e inserito una struttura interna. Ciò ha permesso di ridurne il peso, mantenendo al contempo resistenza e integrità e migliorando la durabilità. Questo ha contribuito significativamente a migliorare l’agilità e la velocità di Tatyana McFadden in gara. La riduzione di peso è stata infatti sostanziale: i nuovi guanti in Windform XT 2.0 pesano circa 100 grammi, con una riduzione del 50% rispetto a quelli tradizionali. Una volta completati, i guanti da corsa in Windform XT 2.0 sono stati sottoposti a test di peso e durabilità, con eccellenti.

“Ricordo ancora”, ha proseguito l’atleta, “quando ho usato i guanti in Windform XT 2.0 per la prima volta, sia in pista che su strada. Sono rimasta così colpita da quanto fossero leggeri e resistenti. Appena indossati, ho subito sentito una sensazione di estrema levigatezza. Sembrava di non avere nulla a contatto con le mani. Il team di CRP USA ha anche creato due fori per poter legare meglio i guanti invece di usare clip aggiuntive.” CRP USA e Tatyana McFadden continuano a collaborare per migliorare i guanti da corsa per sedia a rotelle stampati in 3D, concentrandosi sul miglioramento della presa e del comfort, soprattutto durante le competizioni sotto la pioggia. Questa partnership continua assicura che l’atleta abbia accesso agli ultimi progressi nella tecnologia di produzione additiva, permettendole di mantenere il suo vantaggio competitivo. “Il team di CRP USA continua a trovare modi per perfezionare i miei guanti. Insieme, uniamo le nostre forze per potenziare le mie prestazioni sportive”, ha concluso McFadden.

Tatyana McFadden in una pausa di allenamento: i nuovi guanti pesano circa 100 g, risultando più leggeri del 50% rispetto a quelli tradizionali.

Franplast è un’eccellenza IMQ

Certificazioni certificate

Alla presenza delle autorità locali, di clienti e fornitori, della stampa generalista locale e specializzata di settore, oltreché del personale aziendale, il 29 novembre si è tenuta la cerimonia di consegna a Franplast, azienda di Provaglio d’Iseo (Bresca), del Certificato di Eccellenza di IMQ per cinque certificazioni ottenute dall’azienda nell’ultimo anno. Fondata nel 1966 da Giacomo Franceschetti e oggi guidata dalla CEO Elena Franceschetti, Franplast, specializzata nella compoundazione di gomme termoplastiche a base stirenica, TPE altamente performanti, nell’ultimo decennio, infatti, ha intrapreso un percorso di sostenibilità ambientale

e sociale, a cominciare dai propri prodotti con compound ecosostenibili.

In tal senso, Franplast ha sviluppato e industrializzato la famiglia Chemiton Life di compound con contenuto di materie prime da fonti rinnovabili tra 20 e 60% e/o di materiali provenienti dalla filiera del riciclo della plastica fino all’80%. Una ulteriore conferma dell’impegno dell’azienda in tale percorso di crescita green è testimoniata dalle azioni e dagli investimenti intrapresi per promuovere uno sviluppo sostenibile a 360 gradi. Il primo esempio concreto risale alla primavera 2023 con l’installazione di un impianto fotovoltaico in sede per produrre oltre un milione di kWh di energia pulita all’anno, equivalente all’assorbimento di CO2 di oltre 22.000 alberi in un anno. Questo passo verso l’autosufficienza energetica si inserisce all’interno di una più ampia strategia di responsabilità sociale d’impresa (RSI) seguito da Franplast come uno tra gli obiettivi primari.

In seguito, l’azienda ha valutato un importante investimento che nell’arco di meno di un anno ha condotto all’ottenimento di cinque certificazioni che attestano il suo impegno in tema di ambiente, salute e sicurezza sul lavoro. A dicembre 2023 Franplast ha ottenuto la certificazione Carbon Footprint secondo la norma ISO 14064-1, al fine di calcolare e gestire la propria impronta di carbonio, e contestualmente la certificazione UNI PdR 125:2022 per la parità di genere, poiché l’azienda si prefigge principi di parità, non discriminazione e inclusività. A maggio 2024 l’azienda ha certificato il proprio sistema di gestione ambientale ed energetica secondo le due normative internazionali ISO 14001 e ISO 50001, cui ha fatto seguito la certificazione ISO 45001 del sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei rischi sul luogo di lavoro. Ecco dunque composta la cinquina che ha consentito a Franplast di ottenere il Certificato di Eccellenza di IMQ, ente internazionale per la valutazione della conformità e della certificazione di prodotti e di sistemi di qualità e di gestione aziendale.

Si tratta di un riconoscimento che conferma l’impegno concreto dell’azienda verso una sostenibilità ambientale e sociale nell’accezione più ampia possibile, che per essa rappresenta un importante valore aggiunto e che dimostra come anche le piccole-medie imprese italiane siano in grado di giocare un ruolo fondamentale nel processo di transizione in atto verso un futuro sempre più sostenibile. Franplast oggi costituisce un esempio virtuoso di come l’impegno ambientale e sociale possano andare di pari passo con la crescita e il successo imprenditoriale. L’attestato è stato consegnato a Elena Franceschetti da Francesca Valente, head of sales di IMQ Italia.

Elena Franceschetti (prima a destra), CEO di Franplast, nel momento della consegna del Certificato di Eccellenza da parte di Francesca Valente (terza da destra), head of sales di IMQ Italia.

Progetto Desiderata di Lati

Compound con ritardanti di fiamma sicuri e materiali senza PFAS

Finanziato dal programma Horizon Europe, il progetto quadriennale (20252029) Desiderata avviato da Lati, con un investimento di oltre 400.000 euro, punta a rispondere alle sfide globali legate alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza dei materiali. L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni all’avanguardia che non solo migliorino le prestazioni dei materiali, ma che siano anche sostenibili. Il progetto Desiderata si concentra su due ambiti principali: lo sviluppo di compound con ritardanti di fiamma sicuri e sostenibili, ideali per applicazioni di stampaggio a iniezione e stampa 3D; la creazione di materiali privi di PFAS per la stampa 3D come alternativa ecologica alle sostanze chimiche tradizionalmente utilizzate in molti settori industriali.

“La sostenibilità è nel DNA di Lati, e con il progetto Desiderata dimostriamo concretamente il nostro impegno nel promuovere soluzioni più sicure e responsabili per l’ambiente. In un

contesto globale in cui la domanda di materiali sostenibili è in forte crescita, siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo a un futuro più sicuro per l’industria dei materiali plastici”, ha dichiarato Michela Conterno, amministratrice delegata di Lati.

“Questo progetto non solo risponde alle esigenze del mercato, ma anche ai principi che guidano la nostra missione aziendale: innovare in modo responsabile, con un forte impegno verso la sostenibilità”.

Il progetto Desiderata è il frutto di una collaborazione internazionale tra eccellenze europee, con la partecipazione del Luxembourg Institute of Science and Technology e dello Swedish Environmental Research Institute (IVL), che apportano competenze scientifiche e tecnologiche fondamentali per il successo dell’iniziativa. Questo approccio multidisciplinare rappresenta una forza

Investimento multimilionario di Sabic

Più Ultem a Singapore

Per soddisfare la crescente domanda nella regione Asia-Pacifico, Sabic ha inaugurato a Singapore un nuovo impianto per la produzione di resine termoplastiche ad alte prestazioni della gamma Ultem. La nuova struttura rappresenta anche una mossa strategica per aumentare di oltre il 50% la produzione globale di tali resine speciali, così da rispondere all’incremento della domanda da parte delle industrie manifatturiere altamente tecnologiche, oltre che nella regione Asia-Pacifico, anche in Giappone e Cina. Il nuovo impianto ha richiesto un investimento di circa 170 milioni di dollari e con il supporto dell’Economic Development Board (EDB) di Singapore si prefigge di rafforzare l’impegno della multinazionale di localizzare nella regione produzione e fornitura affidabili di materiali ad alte prestazioni che assecondino gli alti requisiti della filiera.

fondamentale per sviluppare soluzioni che abbiano un impatto positivo sull’intero settore dei materiali.

Il progetto Desiderata avrà durata quadriennale, dal 2025 al 2029, prevede un investimento di 400.000 euro ed è frutto di una collaborazione con la partecipazione del Luxembourg Institute of Science and Technology e dello Swedish Environmental Research Institute.

“Siamo entusiasti di sfruttare le avanzate capacità produttive di Sabic per produrre a Singapore una delle materie plastiche più avanzate al mondo. L’impianto per la gamma Ultem riflette il nostro impegno a lungo

termine nei confronti delle economie high-tech e dei settori manifatturieri avanzati della regione, supportando la crescita delle applicazioni innovative”, ha dichiarato Abdulrahman Al-Fageeh, CEO di Sabic.

L’inaugurazione dell’impianto a Singapore.

“La sfida globale dei rifiuti plastici sarà risolta con innovazione, collaborazioni e politiche governative di supporto per migliorare la gestione dei rifiuti e la circolarità”, ha affermato

Karen McKee. “ExxonMobil sta facendo la sua parte sviluppando una tecnologia scalabile, investendo in infrastrutture di riciclo e aiutando i clienti a raggiungere i loro obiettivi di circolarità”.

ExxonMobil investe in Texas

Riciclo avanzato per oltre 450 mila tonnellate all’anno entro il 2027

Ammonterà a circa 200 milioni di dollari l’investimento complessivo di ExxonMobil per espandere la sua capacità di riciclo avanzato nei siti di Baytown e Beaumont, in Texas (Stati Uniti). L’ampliamento dovrebbe diventare operativo entro il 2026, consentendo alla multinazionale di accrescere in modo consistente i propri

tassi di riciclo e ridurre le quantità di plastica conferita alle discariche, così da raggiungere una capacità globale di riciclo di materie plastiche superiore a 450 mila tonnellate all’anno entro il 2027. “Questo investimento multimilionario migliorerà la nostra capacità di convertire la plastica difficile da riciclare in materie prime con cui realizzare nuovi prodotti di valore”, ha affermato Karen McKee, presidentessa di ExxonMobil Product Solutions. “Nel nostro sito di Baytown il riciclo avanzato funziona su larga scala, il che ci rende fiduciosi di arrivare a riciclare oltre 450 mila tonnellate di plastica all’anno in tutto il mondo. La nostra tecnologia proprietaria può giocare un ruolo importante per la riduzione di rifiuti di plastica e la sua economia circolare”. L’investimento amplierà di quasi 160 mila tonnellate la capacità annua di riciclo avanzato a Baytown e Beaumont,

portando il totale della società a quasi 227 mila tonnellate all’anno. Per raggiungere l’obiettivo di 450 mila tonnellate all’anno di capacità di riciclo a livello globale entro il 2027, ExxonMobil, oltre a questo investimento, sta portando avanti ulteriori progetti di sviluppo del riciclo avanzato presso i propri siti produttivi in Nord America, Europa e Asia.

Il riciclo avanzato, che integra quello meccanico tradizionale, converte i rifiuti plastici nei loro blocchi molecolari da utilizzare come materia prima per produrre nuove plastiche, carburanti, lubrificanti, prodotti chimici ecc. Esso consente di trattare una gamma più ampia di rifiuti plastici non riciclabili meccanicamente e altrimenti da smaltire attraverso il conferimento in discarica o la termovalorizzazione, risultando un processo chiave per l’economia circolare.

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Appuntamento dal 27 al 30 maggio a Milano

La seconda edizione di GreenPlast in collaborazione con AMI

Si è svolta il 26 novembre la conferenza stampa ufficiale in streaming di presentazione di GreenPlast 2025, in programma a Milano dal 27 al 30 maggio 2025. Alla presenza di circa 20 giornalisti di testate nazionali e internazionali è emerso come la mostraconvegno si stia confermando una piattaforma fondamentale per promuovere l’innovazione e la sostenibilità dell’intera filiera della plastica.

GMario Maggiani, amministratore delegato di Promaplast, società organizzatrice della mostraconvegno GreenPlast 2025.

razie alla sua formula esclusiva di mostra-convegno, GreenPlast rappresenta un’opportunità unica per le aziende del settore, combinando la possibilità di esporre i propri prodotti e approfondire i temi green attraverso gli speech di esperti del mondo imprenditoriale e accademico. Con questa premessa Mario Maggiani, amministratore delegato di Promaplast, società organizzatrice dell’evento, ha aperto la conferenza stampa di presentazione di GreenPlast 2025.

Un ecosistema di eccellenza della meccanica strumentale

Un tema centrale dell’incontro con la stampa è stato il ruolo di GreenPlast all’interno di The Innovation Alliance, una rete di quattro fiere prestigiose e, soprattutto, in filiera. GreenPlast, Ipack-I-

ma, Print4All e Intralogistica si terranno in contemporanea occupando quasi tutta la superficie del polo Rho Pero di Fiera Milano, ma soprattutto consentiranno ai visitatori la libera circolazione in tutti i padiglioni.

Un convegno per anticipare le tendenze del settore

A seguire, Andy Beevers, direttore delle divisioni eventi ed editoria di AMI, ha presentato il convegno intitolato “Shaping a Sustainable Future for Plastics”, in programma nelle stesse date della fiera, a Milano dal 27 al 30 maggio 2025, anticipando alcuni degli argomenti che verranno trattati.

L’evento esplorerà aspetti essenziali come la sostenibilità, l’evoluzione delle normative, il design per il riciclo, e l’automazione nella separazione dei materiali, ponendo un forte accento sulle tenden-

ze di mercato e sulle innovazioni che influenzeranno il futuro del settore. Ampio spazio verrà riservato anche alle frontiere del riciclo meccanico e chimico, esplorando i progressi dal punto di vista tecnico e favorendo il confronto tra i diversi attori dell’industria. Questo focus sarà un’occasione unica per analizzare le potenzialità dei diversi approcci di riciclo, discutere delle sfide tecnologiche e promuovere soluzioni che possano contribuire a rendere l’industria della plastica sempre più circolare ed efficiente. Con l’Europa in prima linea nell’adozione di pratiche sostenibili e un contesto normativo in continua evoluzione, la parte convegnistica rappresenta una piattaforma ideale per lo scambio di idee e un’occasione per dare vita a collaborazioni internazionali. I coordinatori, AMI (Applied Market Information), leader riconosciuto nella consulenza e nell’organizzazione di convegni dedicati all’industria delle

materie plastiche, e Promaplast, hanno lavorato insieme per curare un programma esaustivo, articolato in sessioni tematiche, che copre aspetti chiave come: gestione dei rifiuti plastici, riciclo dei materiali, efficienza energetica, sostenibilità della plastica e bioplastiche. Relatori di varia provenienza hanno confermato la loro partecipazione con interventi su diversi argomenti di attualità che saranno proposti nell’arco dei quattro giorni. Il primo giorno il convegno verrà aperto con la presentazione delle strategie per la sostenibilità proposte da esperti e leader del settore provenienti da aziende come Lavazza, Gruppo Happy e dall’associazione europea dei trasformatori di materie plastiche EuPC - European Plastics Converters, che discuteranno degli aspetti legislativi legati ai rifiuti plastici. A seguire, un workshop a cura dello studio legale internazionale Keller and Heckman approfondirà alcuni aspetti sulle attuali normative europee.

Il secondo giorno si concentrerà sul tema del reperimento di rifiuti plastici e sull’approvvigionamento di materiali sostenibili, con una panoramica iniziale sui mercati europei, a cura di AMI e interventi di esperti del settore della gestione dei rifiuti, a cui seguirà una presentazione sulla selezione automatizzata dei rifiuti plastici. Tra i relatori figurano Nextek, Nextloopp e CotoClean. Successivamente, è previsto un focus sui principi fondamentali dell’ecodesign, con un seminario formativo e un panel con la presenza di tutti gli attori della filiera.

Il terzo giorno inizierà con uno sguardo sul futuro del riciclo meccanico, in particolare sulle prospettive del riciclo della plastica, a cura di AMI, e sulla chiusura del ciclo nei processi di recupero delle materie plastiche, con interventi di esperti come Antonio Protopapa, direttore operativo di Corepla, e Bernardo Greenham, CEO di Basuracero Plastics Recycling. La giornata si concluderà con una presentazione tecnologica sull’upcycling, con casi studio di Sirmax.

Il quarto giorno sarà dedicato al riciclo

chimico e al suo ruolo nella trasformazione dei rifiuti plastici in risorse di valore. Le presentazioni esamineranno i progressi più rilevanti nelle tecnologie di riciclo e nei progetti di sostenibilità legati al riutilizzo degli imballaggi. Interverranno alcuni dei principali produttori di polimeri al mondo, tra cui LyondellBasell, e società come Trinseo, che illustreranno i progressi nella ricerca e sviluppo di materiali sostenibili. La loro partecipazione rafforza uno degli obiettivi della conferenza, ossia colmare le lacune conoscitive e offrire soluzioni pratiche per un’economia circolare della plastica.

Le normative europee trainano l’evoluzione del riciclo

La conferenza è proseguita con l’intervento di Elizabeth Carroll, consulente AMI, riguardo i cambiamenti guidati dalle normative UE e i progressi tecnologici che stanno trasformando l’industria del riciclo. Tra i temi affrontati, particolare attenzione è stata dedicata agli obiettivi per il contenuto di materiale riciclato. Come sottolineato nella presentazione, l’impegno congiunto di normatori, produttori e consumatori sarà fondamentale per raggiungere traguardi ambiziosi.

Appuntamento imperdibile

La conferenza stampa ha ribadito il ruolo di GreenPlast come evento centrale per tutte le aziende, i professionisti e i

leader del settore impegnati nella sostenibilità della plastica. Mario Maggiani ha affermato:

“In termini di vendita degli spazi espositivi, siamo piuttosto soddisfatti dei risultati ottenuti finora, anche in considerazione della situazione economica che stiamo vivendo. Alcune difficoltà sono legate principalmente al settore dell’iniezione che subisce i contraccolpi della crisi dell’automotive. Ad ogni modo, il numero di espositori risulta essere in linea con quello registrato a novembre 2021. Il punto di forza di GreenPlast è la sua competitività grazie ai prezzi ridotti degli stand. L’area nuda ha un prezzo di 185 euro a m2, a cui va aggiunto il prezzo dello stand preallestito che è di 80 euro a m2. Per aree fino a 64 m2 sono previsti solo preallestiti, con l’obiettivo di avere stand tutti simili, caratteristica peculiare delle mostre-convegno”.

Grazie alla collaborazione con The Innovation Alliance e alla conferenza Shaping a Sustainable Future for Plastics, la mostra-convegno si prepara a essere un evento di rilievo internazionale per l’intera filiera della plastica e un’opportunità unica di networking.

La prima edizione di GreenPlast nel 2022 ha visto la partecipazione di 170 espositori su un’area di 6.000 metri quadrati netti, richiamando oltre 20.000 visitatori provenienti da 55 Paesi.

Il convegno, intitolato “Shaping a Sustainable Future for Plastics”, è in programma nelle stesse date della fiera, a Milano dal 27 al 30 maggio 2025.

I compositi guidano la transizione industriale

Nel 2025 JEC World celebra la sua sessantesima edizione, offrendo uno sguardo più che mai approfondito sull’innovazione dei materiali compositi. Questo evento, tra i più prestigiosi a livello globale, riunisce professionisti da tutto il mondo per esplorare soluzioni sostenibili e applicazioni in diversi settori, tra cui edilizia, trasporti e aerospaziale.

Di Giampiero Zazzaro

Il 17 dicembre, JEC World ha presentato le sue novità alla stampa tecnica italiana presso il Politecnico di Milano. L’incontro, organizzato da Saloni Internazionali Francesi, delegazione italiana di Promosalons, si è tenuto nella suggestiva Biblioteca Giulio Natta del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica. Durante l’evento, Nelly Baron, vicepresidente marketing e comunicazione di JEC World, ha dialogato con i presenti, sottolineando il ruolo strategico dell’evento nel mercato globale dei compositi.

Tra i temi chiave affrontati: il mercato in evoluzione e la sostenibilità. Particolare attenzione è stata dedicata ai settori strategici come l’automotive e l’aerospaziale, che continuano a crescere nonostante le sfide globali.

Numeri in crescita

Giunta alla sua sessantesima edizione, JEC World 2025, in programma a Parigi

dal 4 al 6 marzo, offrirà uno sguardo approfondito sulla straordinaria versatilità e innovazione dei compositi, che continuano a ridefinire la leggerezza, le prestazioni, le opportunità di design e a fornire soluzioni sempre più sostenibili per numerose applicazioni.

In fiera sono attesi circa 1.400 espositori, con una partecipazione record prevista di 45.000 visitatori provenienti da oltre 100 paesi.

L’edizione 2025 metterà in evidenza più di 600 nuovi prodotti, molti dei quali progettati per far progredire le 9 R della circolarità (Rifiutare, Ripensare, Ridurre, Riutilizzare, Riparare, Ricondizionare, Ricostruire, Riutilizzare, Riciclare). Dalla riduzione del consumo di energia e materiali all’utilizzo di materiali di origine biologica, comprese le fibre naturali, fino al riciclo di fibre, la sostenibilità dei materiali compositi e il loro ciclo di vita sono al centro delle tematiche di JEC World 2025.

Una lunga storia

JEC nasce nel 1963 come associazione dedicata alla promozione dell’industria dei materiali compositi. Le sue prime

JEC World 2025
Nelly Baron, vicepresidente marketing e comunicazione di JEC World.

attività si concentravano su una newsletter, inizialmente pubblicata in lingua francese e focalizzata sulle innovazioni nel settore dei compositi, principalmente in Europa.

Nel 1965, l’organizzazione ha mosso i primi passi nel mondo degli eventi con la realizzazione delle sue prime conferenze, segnando l’inizio di un percorso di crescita che avrebbe consolidato la sua posizione nel panorama industriale internazionale.

Oggi, JEC World rappresenta uno degli appuntamenti più prestigiosi a livello mondiale per l’industria dei materiali compositi, riunendo professionisti e leader di settore da tutto il mondo.

La versatilità dei compositi

Durante la sua presentazione, Nelly Baron ha affermato che “attualmente, i materiali compositi trovano la loro principale applicazione nei trasporti e nell’aerospaziale. Tuttavia, esistono almeno 14 settori (come edilizia, energia eolica, sport e architettura) in cui potrebbero essere impiegati, e la nostra missione è proprio quella ampliare la loro adozione in questi ambiti”.

Baron ha sottolineato che il 50% degli espositori proviene dall’Europa, mentre il resto è distribuito tra Asia e Nord America.

L’Italia si conferma tra i primi cinque Paesi per numero di espositori, con 38 aziende già registrate, mentre sul fronte dei visitatori si posiziona tra i primi tre, subito dopo Francia e Germania.

Nelly Baron ha evidenziato come la tecnologia sviluppata per un settore, ad esempio quello sportivo, possa trovare spesso applicazione in ambiti diversi, come l’automotive o l’edilizia, dimostrando la straordinaria versatilità dei compositi.

Il ruolo nel settore dei trasporti

Per quanto riguarda gli interessi dei visitatori, i trasporti rappresentano circa il

40% delle richieste. I materiali compositi si confermano infatti essenziali per i veicoli elettrici e i serbatoi per l’idrogeno. Le nuove motorizzazioni richiedono sempre più compositi per soddisfare le esigenze di elettrificazione e alleggerimento, fondamentali per ridurre i consumi e rispettare le normative ambientali.

A tale riguardo, Nelly Baron ha commentato che “sebbene la vendita di automobili stia attraversando una fase complessa, la produzione di materiali compositi per l’automotive è in crescita, riflettendo la necessità di innovazioni che rendano tutti i veicoli più efficienti. Infatti, i compositi stanno giocando un ruolo fondamentale nei trasporti pesanti, come treni e camion, dove la riduzione del peso è altrettanto fondamentale per migliorare l’efficienza energetica e rispettare le normative sempre più stringenti imposte in Europa e Stati Uniti”.

Questa capacità di adattarsi alle esigenze in evoluzione del mercato rende i compositi un pilastro strategico per il futuro della mobilità sostenibile.

Alla conquista dello spazio

La corsa allo spazio non comporta necessariamente un incremento diretto nel consumo di materiali compositi, ma rappresenta un potente motore per l’innovazione in questo settore. L’idea di abitare sulla Luna o su Marte stimola la riflessione sull’utilizzo dei compositi per la costruzione di abitazioni spaziali, grazie alle loro caratteristiche uniche: elevata resistenza e capacità di essere riparati anche in ambienti estremi come lo spazio

La ricerca in questo ambito potrebbe generare sviluppi tecnologici sorprendenti, con potenziali ricadute anche sull’edilizia terrestre, dimostrando ancora una volta l’adattabilità e il valore strategico di questi materiali.

Nell’ambito di progetti che riguardano il recupero di satelliti in orbita, i compositi si rivelano essenziali grazie alla loro resistenza e di essere riparati quando necessario. Questi sviluppi non solo migliorano la gestione dei rifiuti spaziali,

“La nostra missione è quella di promuovere l’uso dei materiali compositi nei settori in cui non vengono ancora utilizzati”, ha commentato Nelly Baron.

ma favoriscono anche l’efficienza delle future missioni.

Un altro ambito di ricerca è la riduzione dell’impatto ambientale delle navette spaziali, con l’obiettivo di renderle riutilizzabili per più missioni. Questo traguardo dipende in larga parte dai compositi ceramici, capaci di resistere alle alte temperature del rientro nell’atmosfera. La possibilità di utilizzare una navetta per trasportare più equipaggi sulla Luna o su Marte in diverse missioni rappresenta uno dei più grandi obiettivi dell’industria aerospaziale, mettendo i materiali compositi al centro di una rivoluzione sostenibile nello spazio.

“Bisogna ridurre il peso dei velivoli anche nell’aviazione civile, poiché gli aerei sono tra le fonti di inquinamento più rilevanti.

Europa e Stati Uniti continuano a chiedere alle compagnie aeree di ridurre il loro impatto ambientale, rendendo necessaria la produzione di nuovi motori a idrogeno, elettrici o ibridi”, ha aggiunto la responsabile marketing e comunicazione.

Questo rappresenta un ulteriore passo in avanti nel processo di transizione ecologica di un’industria come quella dei compositi, funzionale a diversi settori applicativi, indispensabili per il benessere del sistema economico globale.

Riduzione del consumo di energia, utilizzo di materiali biologici, riciclo di fibre e sostenibilità dei compositi sono alcuni dei temi protagonisti di JEC World 2025.

Chinaplas 2025, in programma dal 15 al 18 aprile 2025 a Shenzhen, si preannuncia come un evento imperdibile per l’industria della plastica e della gomma.

Chinaplas 2025

Buyer sempre più globali

Con il graduale recupero dell’economia mondiale, la Cina continua a guidare la crescita economica globale. Chinaplas 2025, in programma dal 15 al 18 aprile 2025 a Shenzhen, si preannuncia come un evento imperdibile per l’industria della plastica e della gomma.

L’edizione 2024 ha accolto 321.879 visitatori, di cui 73.204 provenienti da 171 Paesi: un record che rappresenta il 22,74% del totale e conferma il profilo internazionale della manifestazione.

Chinaplas 2025 ospiterà oltre 4.000 espositori internazionali, presentando le “Nuove Forze Produttive” delle industrie della plastica e della gomma. Attualmente sono oltre 1.300 gli espositori confermati riconosciuti come aziende PRSI (Professionalizzazione, Raffinatezza, Specializzazione e Innovazione), rappresentando un terzo del totale degli espositori. Questo non solo metterà in luce le solide capacità della Cina nelle tecnologie della plastica e della gomma, ma aumenterà anche l’attrattività della fiera per i buyer internazionali.

L’organizzatore Adsale sta ampliando il raggio d’azione della fiera, puntando su mercati emergenti come Thailandia, Vietnam, Malesia, Kazakhstan, Polonia, Pakistan, Stati Uniti, Argentina, Messico, Colombia e Taiwan. Attraverso collaborazioni con circa 40 associazioni industriali di 14 Paesi, Chinaplas 2025 si prepara ad accogliere delegazioni e imprese leader, promuovendo scambi tecnologici e nuove partnership. In un contesto di crescente competitività locale, molte aziende cinesi stanno espandendo le loro attività sui mercati esteri, specialmente nei settori dell’elettronica, dell’automotive e delle energie rinnovabili. Le esportazioni di elettrodomestici, ad esempio, hanno raggiunto 3,33 miliardi di unità da gennaio

a settembre 2024 (+21,8% su base annua), mentre quelle di automobili hanno toccato 4,31 milioni di unità (+27,3%).

La situazione attuale del mercato locale sta assistendo a un aumento della competitività, spingendo le imprese a muoversi su mercati esteri, un’opzione strategica che permette una costante crescita per le imprese cinesi. Cogliendo tali opportunità, le aziende locali si sono orientate sui mercati esteri, specialmente in settori come elettronica, automotive ed energie rinnovabili. I loro prodotti non solo vendono bene all’estero, ma stanno anche investendo per aprire nuove filiali nei vari Paesi destinatari dell’export.

Da gennaio a settembre 2024, le esportazioni di elettrodomestici hanno raggiunto oltre 3,3 miliardi di unità, con un aumento annuo del 21,8%, mentre le esportazioni cumulative di automobili hanno raggiunto 4,312 milioni di unità, con una crescita del 27,3%. Molte aziende stanno espandendosi attivamente a livello globale, aumentando il numero di impianti prodotti all’estero.

Con il tema “Trasformazione, Collaborazione, Sostenibilità”, Chinaplas 2025 metterà in evidenza innovazioni di alta gamma, intelligenti e sostenibili. Tra le soluzioni esposte spiccano materiali avanzati come compositi in fibra di carbonio per l’economia a bassa quota, film fotovoltaici ad alte prestazioni, rPET per uso alimentare e tessuti resistenti ai raggi UV.

La politica commerciale cinese “vecchio per nuovo” sta inoltre incentivando la domanda di nuovi prodotti tecnologici, mentre il progresso nell’intelligenza artificiale e nei veicoli a energia rinnovabile stimola ulteriormente il mercato. Chinaplas 2025 sarà una piattaforma strategica per connettere fornitori e buyer, aprendo nuove opportunità di crescita per l’industria della plastica e della gomma.

La trentatreesima Plast Eurasia

Cresce la fiera di Istanbul

Con una marcata focalizzazione su bioplastiche e sostenibilità, la trentatreesima edizione di Plast Eurasia, co-organizzata da Tüyap Exhibition Group e Turkish Plastics Industry Foundation (Pagev), è andata in scena presso il Tüyap Fair and Congress Center di Istanbul dal 4 al 7 dicembre, dove 1.606 espositori da 48 Paesi hanno presentato tecnologie, materiali e prodotti all’avanguardia e richiamato 75.239 visitatori da 114 Paesi, dei quali 62.857 locali e 12.382 esteri, con un incremento del 30% circa di quelli europei. La fiera turca si è confermata un appuntamento importante che intende affermarsi sempre più come hub di primo piano nel panorama fieristico internazionale dell’industria della plastica e della gomma. A riprova di ciò, nel corso dell’edizione 2024 è stato inaugurato il padiglione 12A, un importante ampliamento del quartiere fieristico a beneficio tanto di espositori quanto di visitatori. Il nuovo spazio espositivo ha accolto un’area speciale dedicata alle bioplastiche, con focus sulla loro produzione, sul riciclo dei rifiuti di caffè da cui ottenere materiali per la produzione di contenitori e sul loro contributo alla sostenibilità.

Attraendo aziende di spicco da Paesi chiave, la fiera ha rappresentato una solida piattaforma per rafforzare partnership e per incontri e confronti approfonditi tra partecipanti e visitatori capaci di stimolare iniziative commerciali e scambi. L’Italia è stata rappresentata da una ventina di partecipanti diretti e almeno altrettanti ospitati dai loro agenti locali, che, mediamente, hanno confermato una certa soddisfazione per i risultati della fiera, soprattutto in termini di livello quantitativo e qualitativo degli operatori. Il contributo del settore delle materie plastiche e della gomma all’economia della Turchia è in costante aumento di anno in anno, con un contributo significativo sulla crescita del Paese. In Turchia il settore della plastica negli ultimi dieci anni è cresciuto più del PIL del Paese e ha raggiunto una capacità produttiva di oltre 10 milioni di tonnellate nel 2023 e un fatturato, secondo le stime, di 53 miliardi di dollari per il 2024. Con un export superiore a 7 miliardi di dollari, la Turchia è il secondo produttore di plastica in Europa e il sesto a livello globale.

Questi risultati sono frutto dell’adozione di progetti innovativi e sostenibili, che rafforzano la competitività del Paese nel mercato internazionale. Nel 2024, il settore ha attraversato un periodo di trasformazione. Nonostante una riduzione della produzione del 5,3% in volume e del 7,1% in valore nella prima metà dell’anno, una ripresa significativa dovrebbe essere conseguenza di un incremento del valore complessivo della produzione. Questo andamento riflette un orientamento verso produzioni di maggiore qualità e valore aggiunto. Per quanto riguarda il commercio internazionale, Germania, Regno Unito, Iraq, Italia e Stati Uniti si confermano i principali mercati di esportazione, con la Germania in testa sia per volume sia per valore. Sul fronte delle importazioni, la Cina domina con una quota significativa sia in termini di quantità (26,6%) sia di valore (19,4%).

La trentaquattresima Plast Eursia è in programma sempre presso il Tüyap Fair Convention and Congress Center di Istanbul dal 3 al 6 dicembre 2025.

L’Italia con oltre 112 milioni di euro nel 2023 è stato il terzo maggiore fornitore di macchine e stampi per materie plastiche e gomma dei trasformatori turchi dopo Cina (481 milioni) e Germania (298 milioni). Nel periodo gennaio-giugno 2024, l’export italiano verso la Turchia ha quasi raggiunto i 90 milioni di euro.

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Con la mostra-convegno svoltasi a Mumbai lo scorso dicembre, PRS è approdata per la prima volta nel subcontinente indiano.

PRS approda a Mumbai

La prima volta in India

Si è svolta a Mumbai, presso il Bombay Exhibition Centre, dal 4 al 6 dicembre la prima edizione di Plastics Recycling Show India (PRS India), evento di tre giorni che ha messo in evidenza i più recenti progressi nel riciclo della plastica, con innovazioni all’avanguardia, importanti marchi e principali stakeholder attivi nell’ecosistema del riciclo. La tre giorni di mostraconvegno ha rappresentato un momento ideale d’incontro per riciclatori di materie plastiche, produttori di

macchinari, fornitori di materie prime, specialisti dell’economia circolare, aziende di imballaggio, proprietari di marchi, società di gestione dei rifiuti, commercianti di scarti in plastica, fornitori di servizi logistici e molti altri operatori

La conferenza ha offerto per tre giorni una piattaforma di dialogo e confronto basata su una visione olistica dell’intera catena del valore del riciclo della plastica, riunendo legislatori, grandi marchi, riciclatori e industria del riciclo

e della produzione della plastica. Le ultime tendenze nel settore del riciclo della plastica sono state esplorate in modo approfondito, con esperti locali e internazionali che hanno affrontato temi chiave, quali normative EPR, sfide del riciclo, economia circolare, tecnologie emergenti, opportunità, innovazioni e tendenze in atto, condividendo intuizioni ed esperienze da tutto il settore per promuovere un uso sostenibile della plastica.

PRS India è parte di una serie globale di eventi che si tengono in Europa (Amsterdam), Asia (Singapore) e Medio Oriente (Dubai). Unisce leader del settore, fornitori, produttori e responsabili politici per far progredire l’industria del riciclo e l’economia circolare, nellop specifico in India. L’evento è stato organizzato da Crain Communications e Media Fusion, che hanno già organizzato anche due edizioni di PRS a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

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PRS India

L’appuntamento di Friedrichshafen

Fakuma 2026 anticipata di un giorno, si svolgerà da lunedì a venerdì

La trentesima edizione di Fakuma, che era stata annunciata dal 13 al 17 ottobre 2026, è stata anticipata di un giorno e avrà quindi luogo dal 12 al 16 ottobre 2026. Cambia dunque la collocazione settimanale della fiera di Friedrichshafen che si svolgeva tradizionalmente da martedì a sabato e che fra due anni andrà invece in scena da lunedì a venerdì. Restano comunque confermati i cinque giorni di manifestazione e il salto dell’anno del K di Düsseldorf: nel 2025, infatti, Fakuma non si svolgerà.

La decisione di anticipare le date e di spostare la collocazione settimanale della fiera sulle rive del Lago di Costanza è stata presa dall’organizzazione PE Schall a seguito di un sondaggio condotto tra gli espositori. A tale proposito Bettina Schall, CEO di PE Schall, ha dichiarato che la decisione è stata concordata dal “comitato

consultivo degli espositori di Fakuma. Tutte le parti coinvolte si sono espresse a favore della conduzione di un sondaggio tra gli espositori in merito alla programmazione dell’evento. Il risultato è stato inequivocabile: la maggioranza

Bettina Schall, CEO di PE Schell, organizzatore di Fakuma: l’ultima edizione della fiera di Friedrichshafen, svoltasi dal 15 al 19 ottobre 2024, ha totalizzato 1.639 espositori, di cui 142 dall’Italia, che hanno richiamato 36.675 visitatori.

ha votato a favore della revisione della programmazione della fiera”.

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Fakuma

CORSI OPERATIONAL EXCELLENCE

Cesap e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno siglato un accordo strategico per l’erogazione, presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e sulle tematiche del mondo di plastica e gomma.

World Class Manufacturing

I principali strumenti di problem solving 13 febbraio 2025

La programmazione della produzione 21-28 marzo e 4-11 aprile 2025 (h 09-13)

Design of Experiments (DOE)

6 febbraio 2025

FMEA (Failure Mode and Effect Analysis)

6 marzo 2025

Il product costing e la contabilità industriale

17-24 febbraio e 3-10 marzo 2025 (h 09-13) Il processo di acquisto e il benchmarking dei fornitori

7-14-21-28 aprile 2025 (h 09-13)

Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt) Cesap ha ottenuto il riconoscimento “Accredited Training Organization” (ATO, ovvero organizzazione accreditata per la formazione), per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione Lean Six Sigma, da parte dell’International Association For Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente) nel campo di formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma.

Lean Six Sigma - Yellow Belt

Lean Six Sigma - Green Belt

Lean Six Sigma - Black Belt

CORSI CESAP

SEGNALIAMO DI SEGUITO GLI APPUNTAMENTI FORMATIVI EROGATI

DA CESAP, IN AULA E VIA WEBINAR, CHE SI SVOLGERANNO NEI PROSSIMI MESI

Materiali

Corso base sui polimeri 10 marzo 2025

Corso approfondito sui polimeri 10-11 marzo 2025

La colorazione dei polimeri 15 aprile 2025

Stampaggio termoplastici

Stampaggio a iniezione - Corso base 13-14 marzo 2025

Stampaggio a iniezione - Simulazione CAE 24-25 marzo 2025 (h 09-13)

Stampaggio a iniezione - Corso approfondito 26-27-28 marzo 2025

Altre tecnologie

Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software 4 febbraio 2025 (h 09-17)

Termoformatura: processo e analisi delle criticità

2 aprile 2025 (h 09-17)

Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità 28-29 aprile 2025

Attrezzature - Progettazione

Stampi per iniezione - Corso base 27-28 febbraio 2025

Testing e regulatory

Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici

5 marzo 2025

Materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) 22-23 aprile 2025 (h 09-13)

Sostenibilità e assicurazione qualità

Materie plastiche riciclate: come impiegarle correttamente 10 febbraio 2025

Riciclo e recupero di rifiuti in plastica e sottoprodotti di materie plastiche 26 febbraio 2025

Difetti di stampaggio: come evitarli agendo sui parametri macchina 10 aprile 2025

NOTA: Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” ed “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti sulla programmazione, e per i webinar gratuiti

CESAP c/o IIP

(ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI) Via Velleia, 4 - 20900 Monza (MB) Tel.: +39 039 2045700 - Fax: +39 039 2045784

E-mail: info@cesap.com www.cesap.com - www.iip.it

CORSI SBS

SBS-Scuola Beni Strumentali organizza corsi di formazione su misura per le aziende costruttrici di macchine e impianti per materie plastiche e gomma (e della meccanica strumentale più in generale). Qui di seguito i prossimi appuntamenti, online ed in presenza (presso le sedi SBS di Modena e Milano)

TECNICA E NORMATIVA

La nuova norma EN 415-4 sulla sicurezza dei pallettizzatori

27 febbraio (9:00-18:00) a Modena

Gli interblocchi dei ripari mobili, il posizionamento dei dispositivi di protezione e l’accesso con tutto il corpo (norme ISO 14119, ISO 13855 e ISO/DIS 12895)

6 marzo (09:00-13:00) Online

Gli arresti di emergenza nelle macchine e impianti

13 marzo (09:00-13:00) Online

Il Manuale di istruzioni e le dichiarazioni di conformità

24 e 25 marzo (14:00-18:00) Online

SUPPLY CHAIN

Excel per ufficio acquisti

12 e 18 febbraio (14:00-18:00) Online

Stesura corretta dei contratti d’acquisto 18 e 25 marzo (9:00-13:00) Online

AMMINISTRAZIONE E FINANZA

Il bilancio per non esperti 24 febbraio (14:00-18:00) e 28 febbraio (9:00-13:00) Online

Finance for non financial manager dal 24 marzo al 4 aprile (16 ore) Online

AMBIENTE E SOSTENIBILITÀ

Best practice e aspetti tecnici per il settore dei beni strumentali

20 e 27 febbraio (9:00-18:00) GTH Varese Principi di accountability e reporting 7 marzo (9:00-18:00) GTH Varese

La tassonomia europea come strumento per valutare la sostenibilità ambientale 15 aprile (9:30-12:30) Online

COMMERCIALE E MARKETING

Concorrenti senza segreti: Competitive intelligence con AI 24 e 26 febbraio (14:00-18:00) Online

Conoscere la Buyer persona con AI 11 e 14 marzo (14:00-18:00) Online

Strategie di comunicazione digitale: dal pensiero al risultato

19 e 26 marzo (9:00-13:00) Online

Excel per le vendite: analizzare e interpretare i dati - base

20 e 27 marzo (9:00-13:00) Online

Excel per le vendite: analizzare e interpretare i dati - avanzato

3 e 10 aprile (9:00-13:00) Online

OPERATIONS

Pianificazione e gestione della produzione dall’11 al 14 febbraio (16 ore) Online

Trouble Shooting: trovare la causa radice dei guasti in manutenzione 19 e 20 febbraio (14:00-18:00) Online

Vendere servitization nel settore machinery dal 4 al 27 marzo (16 ore) Online

Controllo di gestione per le imprese che lavorano su commessa 11 e 13 marzo (9:00-17:00) a Modena

Manutenzione efficiente: tools e report per manutentori e trasfertisti

26 marzo (9:00-13:00) e 17 marzo (14:00-18:00) Online

Project Management

Dal 8 al 16 aprile (21 ore) a Modena

DIGITAL TRANSFORMATION

Power BI: beginners

28 febbraio e 4 marzo (9:00-12:00) e 13 marzo (14:00-17:00) Online

NOTA: Il calendario delle attività è in costante aggiornamento sul sito: www.scuolabenistrumentali.it

Power BI: advanced

31 marzo e 7 aprile (9:00-12:00) e 3 aprile (14:00-17:00) Online

EXPORT, FISCO, DOGANE E CONTRATTI

Il contratto nazionale e internazionale di agenzia

3 marzo (9:30-11:30) Online

Incoterms e pagamenti internazionali: quale l’impatto

13 e 21 marzo (9:30-12:30) Online

Fiscalità internazionale

18 marzo (9:30-12:30) Online

Incoterms 2020

25 marzo (9:30-12:30) Online

Tecnica e legislazione doganale

1 aprile aprile (9:30-12:30) Online

Origine della merce 8 aprile (9:30-12:30) Online

HR & SOFT SKILLS

Il change management per valorizzare i processi di innovazione 6, 13 e 20 febbraio (14:30-17:30) Online

Time management con AI 17 febbraio (9:00-13:00) Online

Meeting online e riunioni in presenza

25 febbraio (9:00-13:00) Online

Officina delle abilità manageriali

10, 17, 24 e 31 marzo (11:00-13:00) Online

Intergenerazionalità

27 e 28 marzo (9:00-13:00) Online

I nuovi trend del Recruiting e l’analisi del fabbisogno

7 aprile (9:00-13:00) Online

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: formazione@scuolabenistrumentali.it - www.scuolabenistrumentali.it

& VARIE

IL web magazine dedicato alla filiera degli Imballaggi Sostenibili

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