













































I purging compound sono diventati, soprattutto negli ultimi anni, uno strumento indispensabile per ottimizzare i processi di produzione, ridurre i tempi di fermo e garantire la qualità del prodotto finale. Grazie al loro impiego, oltre a migliorare l’efficienza operativa le aziende sono in grado di raggiungere i loro obiettivi in termini di sostenibilità.
L’uso sempre più consapevole dei purging compound ha contribuito a ridurre gli scarti di materiale durante il cambio di produzione e a facilitare il loro riutilizzo, incrementando così l’efficienza e riducendo i costi complessivi. La scelta del purging compound, in base alle specifiche esigenze del processo produttivo, rappresenta un investimento chiave per il successo e la competitività a lungo termine.
Ultra System si è sempre impegnata per offrire le migliori soluzioni e i prodotti più innovativi rispondendo alle esigenze dei suoi clienti e, proprio per questo, ha sviluppato due soluzioni diametralmente opposte: Ultra Plast HT-F e Ultra Plast Po-LT, materiali molto specifici per applicazioni di particolare complessità, adatti sia allo stampaggio a iniezione sia all’estrusione.
Ultra Plast HT-F è un materiale di ultima generazione che opta per una pulizia 100% chimica, adatto ad alte temperature, con assenza o riduzione di fumi.
Ultra System già disponeva di una famiglia di prodotti per temperature superiori ai 270 °C riutilizzabili per temperature ben superiori ai 400 °CS. Con HT-F si è voluto fare un passo avanti, modificando sia il carrier sia il principio attivo, risultando così meno liquido durante le operazioni di spurgo, garantendo di conseguenza una pulizia dei canali caldi più sicura ed evitando il rischio di over-flashing. Punto di forza del nuovo HT-F è la resa cristallo sui termoplastici trasparenti, quindi senza velo bianco o opaco né contaminazioni.
Il PO-LT è diametralmente opposto al precedente poiché è lavorabile dagli 80 °C fino a 160 °C, un aspetto che lo rende competitivo poiché altri purge iniziano a essere efficaci solamente intorno ai 150 °C. Riuscire a rendere iniettabile ed efficace un materiale purge a 80 °C è stata una sfida che i tecnici di Ultra System hanno vinto. La principale applicazione è senza dubbio il polimero EVA, lavorato intorno agli 80/90 °C nel settore calzaturificio. Finora il processo di cambio colore costava parecchio in termini di tempo e denaro, creando una notevole quantità di scarto. Ultra Plast PO-LT consente invece una produzione senza intoppi, risparmiando sull’uso di materia prima e riducendo notevolmente gli scarti.
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8 Verba volant, scripta manent
MARKETING
10 L’unione fa la forza 14 È tempo di agire
16 Sostenibilità sì, ma senza compromettere la competitività
18 La chimica da trent’anni a favore di uno sviluppo sostenibile
20 Piovan investe nell’Asia-Pacifico
21 Dopo il calo nel 2024, la ripresa nel 2025
22 Extrusion Consulting assiste Icma San Giorgio in Canada e Stati Uniti
22 Passaggio di consegne alla direzione generale di Sacmi
23 Fausto Savazzi nuovo direttore generale di Omso
23 Giro di poltrone ai vertici di Brückner
24 Eigenmann & Veronelli investe in Cornelius
24 Nuovo direttore della produzione europea di Covestro
25 Celanese: il COO nominato CEO
26 Women in Plastics Italy si è presentata ad Amaplast
26 80 candeline per Ucimu
27 L’Europa resta in svantaggio competitivo
27 Lanxess esce dall’industria dei polimeri
PLASTICA E AMBIENTE
28 Tendenze attuali e future del PET nel mondo 34 Riciclo, l’Italia c’è
38 A Berlino due giornate dedicate alle bioplastiche
42 A rischio gli obiettivi del PPWR?
43 Il PPWR pubblicato nella GUCE
44 In arrivo nuovi aumenti per gli imballaggi
44 Contrastare il degrado ambientale nella “terra dei fuochi”
45 Approvato piano da 500 milioni di euro per il riciclo chimico francese
46 Recuperare e riciclare oltre 22.000 Km di cavi sottomarini
46 Dai film in LDPE di scarto nuovi sacchetti per rifiuti
MACCHINE E ATTREZZATURE 48 Pionieri nella rivoluzione del riciclo della plastica 52 Un’eccellenza italiana che reinventa la produzione 56 Un anno di celebrazioni per cento anni di attività 58 Una tecnologia matura per molteplici applicazioni N. 405 - MARZO/APRILE 2025
62 Supervalutazione degli estrusori usati per affrontare la doppia transizione
63 Estrusione dinamica per la produzione di cateteri
64 La victory anche ad azionamento elettrico
65 Base per bottiglie al 100% in rPET
66 Stampaggio elettrico efficiente e preciso
66 Pressa elettrica snella
67 Movimentazione efficiente dei materiali
67 Calandratura per l’isolamento dei tetti
68 LSP certificata per il riciclo di PET alimentare
68 Cella robotizzata per il quarto stato della materia
MATERIALI E APPLICAZIONI
70 Un alfiere della transizione ecologica
74 UHMW-PE al posto del PTFE
75 Plastificante di origine vegetale per PVC e gomma
75 Più PSU negli Stati Uniti
76 Cuscinetti più salubri ed ecologici
76 Ottimizzare prestazioni ed estetica dei profili isolanti
77 Progetto pilota per prodotti in PVC
77 Logistica più sostenibile con i pallet in plastica
RUBRICHE E VARIE
78 Il futuro sostenibile della plastica prende forma a Milano
80 Annunciate date e sinergia con Xylexpo all’insegna dell’innovazione
81 Soluzioni green, intelligenti e ad alto tasso tecnologico
82 Compositi sul Lago di Como
83 Una nuova direttrice esecutiva per NPE
84 Corsi Cesap
85 Corsi SBS
10
28
52 70 78
Anno 50 - Numero 405 Marzo/Aprile 2025
Direttore responsabile
Mario Maggiani
Caporedattore
Luca Mei
Redazione
Giampiero Zazzaro
Segreteria di redazione Alice Polimeno
Ufficio commerciale
Roberta Pagan
Comitato di direzione
Massimo Margaglione, Gabriele Caccia, Barbara Ulcelli
Hanno collaborato a questo numero: Stefano Bertacchi, Girolamo Dagostino, Matteo De Molli Morandi
Editore Promaplast Srl Centro Direzionale Milanofiori - 20057 Assago (Milano, Italia)
Tel.: +39 02 82283735 - Fax: +39 02 57512490
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Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 68 del 13/02/1976
Iscrizione presso l’Ufficio Nazionale della Stampa N. 4620 del 24/05/1994
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ASSOGOMMA
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47; 69 AMAPLAST www.amaplast.org
IV Cop. BMB www.bmb-spa.com
83 CHINAPLAS www.chinaplasonline.com
41 FB BALZANELLI www.fb-balzanelli.it
45 GIBITRE www.gibitre.it
25 GRAFE www.grafe.com
II Cop. GREENPLAST www.greenplast.org
62 HS-UMFORMTECHNIK www.hs-umformtechnik.de
37 MACCHI www.macchi.it
61 MACPLAS www.macplas.it
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7 MORETTO www.moretto.com
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III Cop. PLAST 2025 www.plastonline.org
3 PRESMA www.presma.it
82 ROBOLINE SYTRAMA www.sytrama.com
43 TECHNOBINS www.technobins.it
I Cop. ULTRA SYSTEM www.ultrasystem.ch
9 ZAMBELLO www.zambello.it
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CLATORI E RIGENERATORI MATERIE PLASTICHE
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COUNCIL OF INTERNATIONAL PLASTICS ASSOCIATIONS
DIRECTORS
IIP
ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI
SPE ITALIA
SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERS
UNIONPLAST FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA
UNIPLAST ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE
Il proverbio latino da cui prendiamo spunto per questo editoriale esprime, nella seconda parte, ciò che la nostra rivista MacPlas pratica dal marzo/aprile 1976, la quale, dunque, più o meno nel momento in cui state leggendo queste righe, entra nel suo cinquantesimo anno di pubblicazione, come da inizio 2025 viene riportato in copertina. Infatti, traslitterando il suddetto proverbio dal latino all’italiano, anche se il suo significato è talmente noto che, ne siamo certi, non sarebbe necessario farlo, ciò che viene scritto resta nel tempo, al contrario, o quanto meno più a lungo, di ciò che invece viene proferito soltanto a parole. E Macplas da mezzo secolo, che, nell’ordine di grandezza degli uomini, comincia a essere non poco tempo, pubblica articoli divulgativi per l’industria delle materie plastiche e della gomma sui cui contenuti, proprio perché non si sono persi nel vento, ma sono ancora oggi tutti consultabili nella sua emeroteca, si è progressivamente costruita le proprie reputazione e, come tra poco vedremo, autorevolezza.
In questi anni la periodicità di pubblicazione è variata, seguendo le dinamiche del mercato editoriale, l’avvento delle nuove tecnologie e il cambiamento dei mezzi e dei codici di comunicazione. Così come, più o meno per le stesse ragioni, sono cambiate le edizioni internazionali in lingua straniera che hanno accompagnato quella in italiano e che hanno visto succedersi quelle in inglese, spagnolo, francese, cinese, tedesco, arabo, farsi e, in collaborazione con un editore locale, polacco. Inderogabili sono invece state, e continuano a esserlo, il rigore e la precisione di quanto pubblicato, intese come un misto di utilizzo diretto di fonti primarie, di essenzialità senza troppi giri di parole e lungaggini discorsive e di assenza di qualsivoglia piaggeria, tutte caratteristiche che, a nostro modo di vedere, anzi, potremmo dire, di scrivere e persino di leggere, sono tutte basi appunto di autorevolezza.
Senza però lasciarci andare all’autocompiacimento, anche perché, come dice un altro proverbio, chi si loda si imbroda, quella riassunta fin qui non è la parte più interessante della nostra storia. Lo è invece il fatto che le pubblicazioni di tutti questi anni sono state, e ancora sono, il frutto delle interazioni tra le tante figure professionali con specifiche personalità che si sono avvicendate nella nostra redazione e di quelle tra queste e aziende, università, associazioni, redattori, grafici, tipografie ecc. Un humus, la parte più attiva, sotto l’aspetto chimico e fisico, della sostanza organica dei terreni, fondamentale per l’esercizio del mestiere editoriale in un bacino ad ampio raggio sia per l’approvvigionamento della sua materia prima sia per la diffusione del suo prodotto finale, senza il quale niente di tutto ciò che è accaduto in questo lasso di tempo sarebbe stato possibile. E grazie al quale, invece, la nostra attività ha valicato i confini della quotidianità e del merito individuale e si è vestita di risvolti manuali ma anche intellettuali, commerciali ma anche culturali, tecnicistici ma anche creativi apportati da tutti e da ciascuno, facendoci crescere e maturare come professionisti e come persone. Senza dimenticare chi, ultimo ma non ultimo, di fatto legittima il nostro lavoro: i lettori, dulcis in fundo senza i quali le nostre pagine, anche se stampate, non avrebbero alcun valore né senso. Grazie a tutti e a ciascuno.
Battesimo ufficiale per Federazione Confindustria Macchine
Il presidente di Ucima, Riccardo Cavanna, è il primo presidente della neonata organizzazione associativa confindustriale. Sarà coadiuvato dai vicepresidenti Paolo Lamberti (Acimac), Enrico Aureli (Acimall) e Massimo Margaglione (Amaplast) e dal direttore Mario Maggiani.
L’unione fa la forza. Sulla base di questo ideale costitutivo si è tenuta ad Assago, alle porte di Milano, il 28 gennaio 2025 la prima assemblea della nuova Federazione Confindustria Macchine per Legno, Ceramica, Plastica e Gomma, Imballaggio e Confezionamento, più brevemente chiamata Federazione Confindustria Macchine, frutto della volontà di un gruppo di imprenditori le cui aziende fanno attualmente parte delle quattro associazioni di categoria di punta nel campo dei beni strumentali che ne rappresentano la compagine costitutiva: Enrico Aureli, presidente di Acimall (l’associazione costruttori italiani macchine per la lavorazione del legno), Paolo Lamberti, presidente di Acimac (l’associazione costruttori italiani macchine e attrezzature per la ceramica), Massimo Margaglione, presidente di Amaplast (l’associazione nazionale costruttori macchine e stampi per materie plastiche e gomma) e Riccardo Cavanna, presidente di Ucima (l’unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per confezionamento e imballaggio).
Un ideale che non è solo l’eco di un proverbio popolare, ma una vera e propria dichiarazione di intenti di tutti e quattro i presidenti, convintamente mossi da un profondo spirito associativo e fortemente persuasi che nel mondo attuale si lavori meglio e si vada più lontano insieme piuttosto che da soli. E da lontano ha origine questo progetto diventato realtà, la cui messa a punto ha richiesto molto tempo e ancor più impegno intellettuale e operativo da parte non solo dei suoi promotori, bensì anche di tutto il personale delle associazioni di cui essi si trovano a capo e chiama in causa tutte le aziende che di queste fanno parte. Ognuno dei settori federati rappresenta un’eccellenza del Made in Italy, un riferimento nel mondo per i rispettivi settori clienti con forti percentuali di export per i propri prodotti, che rappresentano delle vere e proprie locomotive del Made in Italy nel mondo. Il fatturato cumulato totale della nuova federazione su-
pera i 18 miliardi di euro (sulla base dei preconsuntivi 2024 pubblicati dalle quattro associazioni), generati da circa 1.300 aziende che occupano quasi 70.000 addetti.
Obiettivi e programma
La prima assemblea della neonata federazione si è svolta alla presenza di oltre 100 partecipanti provenienti dalle aziende operanti nei quattro settori industriali che al momento sono coperti dall’ombrello della nuova organizzazione, appunto legno, ceramica, plastica e gomma, imballaggio e confezionamento. Un numero di non poco conto che testimonia la buona risposta alla chiamata federativa il cui messaggio è evidentemente stato recepito fin da subito. E i 100 astanti hanno eletto Riccardo Cavanna primo presidente di Federazione Confindustria Macchine per il periodo 2025-2027, durante il quale sarà coadiuvato da Enrico Aureli, Paolo Lamberti e Massimo Margaglione in qualità di vicepresidenti. La direzione della nuova organizzazione invece è stata affidata a Mario Maggiani, direttore di Amaplast, presso i cui uffici avrà sede anche la federazione.
L’obiettivo di Federazione Confindustria Macchine è quello di rafforzare la rappresentatività dei settori che ne fanno parte e di farsi portavoce delle istanze dell’industria, anche auspicando un allargamento del novero delle associazioni federate, per affrontare le grandi sfide attuali e future della manifattura industriale, a cominciare dalla transizione ecologica e digitale e dall’applicazione dell’intelligenza artificiale alla produzione, grazie a una massa critica capace di reggerne l’urto e sfruttarne il potenziale dirompente.
e
I tre vicepresidenti di Federazione Confindustria Macchine: da sinistra, Enrico Aureli (presidente Acimall), Paolo Lamberti (presidente Acimac), Massimo Margaglione (presidente Amaplast).
Obiettivi e temi pregnanti e stringenti che non consentono di perdere tempo, come hanno intuito tutti coloro che hanno deciso di fare parte della partita, a cui si sono rivolte le prime parole del neopresidente Riccardo Cavanna: “Oggi diamo il via al futuro”. Il quale ha tracciato un trait d’union tra passato, presente e futuro aggiungendo: “Un futuro per il quale abbiamo lavorato tanto nel corso degli ultimi anni. La costituzione di Federazione Confindustria Macchine rappresenta un approdo in un nuovo mondo”.
“Qui potremo moltiplicare i nostri talenti e le nostre ambizioni, per rendere più forte ognuno dei comparti che rappresentia-
mo: servizi, comunicazione e promozione dei settori, attività di lobbying, sinergie per affrontare le grandi sfide del futuro della manifattura industriale, come la transizione ecologica e l’intelligenza artificiale. In un mondo che cambia velocemente sentivamo la necessità di una rappresentanza politica più forte e specifica per i nostri quattro settori specializzati nella produzione e fornitura di beni strumentali. Desidero anche ringraziare tutti i colleghi presidenti delle altre associazioni che mi hanno onorato della loro fiducia e indicato come unico candidato. Ovviamente grazie anche a tutti gli imprenditori che mi hanno votato in assemblea”, ha proseguito il primo presidente della federazione.
L’integrazione nella nuova federazione non toglierà indipendenza alle singole organizzazioni che ne fanno parte, le quali continueranno in totale autonomia a decidere e a perseguire le proprie strategie promozionali, a gestire le proprie fiere di settore e a mantenere la doppia appartenenza derivante dall’essere membri anche di Federmacchine, altra realtà federativa confindustriale nel settore dei beni strumentali. Tema subito affrontato da Cavanna, dichiarando che “chiarisco per l’ennesima volta che continueremo a riconoscere a Federmacchine (della quale tutte e quattro le nostre associazioni continuano a far parte) un importante ruolo nel settore italiano dei beni strumentali. Non a caso Acimac esprime attualmente il presidente di Federmacchine, nella persona di Bruno Bettelli. Ma tutti conveniamo che occorre fare un ulteriore passo in avanti perché questo modello non ci soddisfa e non è più sufficiente. Occorre pensare a una federazione più agile e vicina alle mutanti necessità delle aziende, più moderna e pronta a fornire servizi d’eccellenza ai nostri settori”.
“Lavorando sempre in modo propositivo e dialogante, con spirito costruttivo”, ha poi spiegato ancora Cavanna, “noi vediamo i prossimi due anni di Presidenza Federmacchine come un’opportunità preziosa per mettere a terra un’evoluzione che superi lo status quo e definisca un nuovo modello “a geometria variabile” che renda più efficiente la rappresentanza dell’intero settore dei beni strumentali, in termini sia di peso politico che di efficienza dei servizi offerti. Ecco il senso vero e profondo di questa nostra operazione di Federazione Confindustria Mac-
Neopresidente e neodirettore di Federazione Confindustria Macchine, rispettivamente Riccardo Cavanna (a destra) e Mario Maggiani.
chine, che non è un’alternativa a Federmacchine ma una “terza via” che vuole diventare un modello virtuoso per fare associazionismo e per avere una rappresentanza piena e vera dei nostri settori, dal consiglio generale di Confindustria fino alle istituzioni di ogni grado”.
Quanto all’indipedenza e all’autonomia delle quattro associazioni neofederate non poteva essere previsto un modello integrativo differente, visto che ognuna rappresenta comparti industriali più o meno contigui (come dimostra il fatto che alcune aziende aderiscono a più di una di esse) ma connotati da peculiarità specifiche che richiedono una specializzazione dedicata. Ucima costituisce la compagine maggiore, rappresentante di un settore che conta 594 aziende e 38.219 addetti e che, in base al preconsuntivo 2024, ha registrato un fatturato di 9,5 miliardi di euro. In base a tali parametri seguono Amaplast (415 aziende operanti nel settore, 14.863 addetti, 4,5 miliardi di euro di fatturato), Acimall (200 aziende, 9.000 addetti, 2,4 miliardi di euro di fatturato), Acimac (138 aziende, 7.281 addetti, 1,8 miliardi di euro di fatturato). Dati che però in ambito federativo hanno un valore prettamente statistico, poiché le quattro compagini avranno ruoli e rappresentatività paritari, in ossequio allo spirito che ha mosso questa nuova aggregazione confindustriale.
A riguardo di questi temi, Riccardo Cavanna ha concluso che “ci tengo a lanciare quindi un messaggio di massima apertura e collaborazione rivolto a tutte le associazioni e le aziende degli altri settori dei beni strumentali che fossero interessate a questo progetto”. Quasi a sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, che la costituzione di Federazione Confindustria Macchine rappresenta non una linea d’arrivo ma un blocco di partenza. In chiusura, un sentito ringraziamento è stato rivolto a tutti i direttori, i presidenti e gli ex presidenti, così come ai vertici di Confindustria, per il prezioso lavoro svolto e il costante sostegno offerto per rendere possibile questo progetto. L’impegno, la visione e la determinazione di tutti e di ciascuno hanno permesso la nascita di questa federazione, che rappresenta il frutto di un grande sforzo collettivo.
A suggello della prima assemblea dei soci della neonata organizzazione si è svolta una tavola rotonda sul futuro della meccanica strumentale italiana: sono intervenuti Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria per la transizione ambientale e gli obiettivi ESG e Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria per le politiche industriali e per il Made in Italy.
I rappresentanti delle aziende aderenti ad Acimall, Acimac, Amaplast e Ucima alla prima assemblea di Federazione Confindustria Macchine, sotto il cui ombrello adesso rientrano le quattro associazioni.
Un momento della tavola rotonda animata da Maurizio Marchesini, Lara Ponti e Marco Nocivelli e moderata da Ilaria Vesentini (Il Sole 24 Ore), che ha chiuso l’assemblea di Federazione Confindustria Macchine.
Confindustria e Federmacchine hanno presentato a inizio anno il rapporto Ingenium. L’export dei macchinari vale 32,1 miliardi di euro, con un potenziale aggiuntivo di 8 miliardi. Barbara Cimmino, vicepresidente Confindustria: “Il tempo di agire è ora: imprese e istituzioni collaborino per consolidare il ruolo dell’Italia come leader globale”.
L’Grafico C
macchine industriali ACT italiane: quali sono i tratti distintivi?
export italiano di macchinari ad alta intensità di automazione, creatività e tecnologia (ACT) vale 32,1 miliardi di euro, con un potenziale di crescita stimato in 8 miliardi. Lo evidenzia la secon-
AUTOMAZIONE
Maggiore velocità nella produzione
Maggiori volumi prodotti
Ottimizzazione delle risorse
Inclusione della robotica nel processo di produzione
taggio competitivo sia in termini di prezzo applicato per la vendita, sia, a parità di prezzo, per le più elevate quantità di macchinari vendute.
Il rapporto mostra che i mercati avanzati assorbono 21,6 miliardi di euro, mentre quelli emergenti 10,5 miliardi. Le Americhe registrano la crescita maggiore, con
da edizione di Ingenium, il rapporto del Centro Studi Confindustria intitolato “Il potenziale dei beni strumentali italiani nel panorama internazionale” e realizzato con il sostegno di Federmacchine (a cui afferisce, tra lee altre associazioni, Amaplast), presentato a Milano il 21 gennaio scorso.
Innovazione costante dei macchinari
Soluzioni su misura per soddisfare la domanda
Servitizzazione dei prodotti
Reattività alla sfide imposte da esigenze di sostenibilità e risparmio energetico
Intelligenza artificiale
Industria IoT e realtà aumentata
Progettazione e assistenza da remoto
Schematizzazione dei tratti distintivi delle macchine industriali ACT (Automazione, Creatività, Tecnologia) suddivisi per ambito. (Fonte: Rapporto Ingenium, Confindustria-Federmacchine).
Le esportazioni di beni ACT frenano nella prima metà del 2024, rispetto alla buona performance del 2023 Nonostante l’elevato grado di incertezza, nel 2023 le aziende italiane del settore dei macchinari industriali ACT hanno registrato una crescita annuale a prezzi correnti del 7% rispetto al 2022, anno che
Grafico D - Le esportazioni di beni ACT nel mondo
(Esportazioni di macchinari ACT in dollari correnti, quote %, 2022)
Esportazioni di beni ACT nel mondo in dollari, quote %, 2022. (Fonte: elaborazione Centro Studi Confindustria su dati Cepii-BACI).
Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria su dati Cepii-BACI.
il Messico primo mercato di sbocco. Il potenziale aggiuntivo si distribuisce piuttosto equamente tra Paesi avanzati (4,6 miliardi) ed emergenti (3,3 miliardi), suggerendo alle imprese di accrescere le loro quote di mercato in entrambi. Inoltre, nei mercati avanzati, gli Stati Uniti guidano il gruppo (+760 milioni), seguiti da Germania e Francia (+470 milioni ciascuno); tra quelli emergenti spiccano Cina (+760 milioni), India (+472 milioni) e Turchia (+364 milioni).
Necessario uno sforzo coordinato
Realizzare il potenziale dell’export non è automatico, ma richiede un aumento della produzione, trainato dagli investimenti. È quindi necessario uno sforzo coordinato di imprese e istituzioni per favorire un irrobustimento generalizzato del sistema produttivo e della sua competitività: se da un lato le imprese dovrebbero impegnarsi nel destinare risorse a investimenti produttivi, dall’altro le istituzioni dovrebbero spronare questo processo mitigando gli elementi di incertezza e predisponendo incentivi per tutte le imprese che decidano di reinvestire i propri utili per l’acquisto di beni strumentali. La digitalizzazione, poi, riveste oggi un ruolo cruciale: rafforzarla è essenziale anche per integrare l’intelligenza artificiale nelle industrie esistenti. Nel 2023, il mercato italiano dell’intelligenza artificiale è cresciuto però solo del 52%, e, raggiungendo 760 milioni di euro, il divario rispetto a USA e Cina resta significativo. Con solo il 5% degli investimenti rispetto a quelli statunitensi, l’Europa è in ritardo e l’Italia fatica soprattutto tra le PMI: solo il 18% ha avviato progetti di IA contro il 61% delle grandi imprese.
In un contesto sempre più incerto è fondamentale utilizzare al meglio gli accor-
di di libero scambio già conclusi dalla UE e finalizzarne altri, come quello con il Mercosur, per ottenere ulteriore accesso preferenziale a mercati strategici. È inoltre necessario rafforzare i legami commerciali con i paesi europei e individuare ambiti di collaborazione avanzata con gli Stati Uniti, anche per fronteggiare la concorrenza di blocchi commerciali integrati come il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) in Asia.
Il contributo decisivo dei beni strumentali
“Il rapporto Ingenium sottolinea l’impatto decisivo dei fattori geopolitici sui flussi commerciali e di investimento. Tensioni, conflitti e sfide globali, come l’approvvigionamento energetico e tecnologico, influenzano le scelte di governi e imprese. Con l’insediamento della nuova amministrazione americana, ci aspettiamo un’accelerazione delle dinamiche globali, mentre auspichiamo che l’Europa ritrovi il coraggio di scelte epocali. Il tempo di agire è ora: imprese e istituzioni devono lavorare insieme per tradurre il potenziale individuato in esportazioni effettive e consolidare il ruolo dell’Italia come leader globale. È per questo che auspichiamo che venga al più presto organizzata una missione in Messico, che dalle analisi del Centro Studi Confindustria risulta tra i primi cinque paesi emergenti per potenziale dell’export di beni ACT, con un margine di miglioramento pari a 281 milioni di euro. Ogni ritardo potrebbe tradursi in opportunità perse per il nostro sistema industriale”, ha dichiarato Barbara Cimmino, vicepresidente per l’export e l’attrazione degli investimenti di Confindustria.
“L’industria italiana del bene strumentale assicura da sempre un contributo decisivo al saldo della bilancia commerciale del paese, operando su mercati molto varie-
3 Considerando i 225 prodotti che fanno parte del gruppo ACT e i 216 paesi nel mondo, il numero teorico di mercati potenziali è di 48.600 (ovvero 216 combinazioni di paesi per 225 prodotti). Tuttavia, molti di questi mercati sono solo ipotetici poiché non vi è una domanda di importazioni. Quando si restringe l’analisi ai mercati effettivamente disponibili, ovvero quelle combinazioni paese-prodotto servite da almeno un esportatore, il numero totale di mercati potenziali scende a 42.510.
gati per geografia, cultura e tipologia della domanda. La necessità sempre più forte di operare nell’arena internazionale e la crescente complessità che questa attività porta con sé, in parte determinata dalle generali condizioni di incertezza, impongono uno studio attento del contesto. I risultati emersi da questa seconda edizione di Ingenium sono un utile strumento per comprendere quali sono le aree a maggior potenziale e quali le direttrici di sviluppo del business da seguire per assicurare il miglioramento della competitività dell’offerta di made in Italy settoriale”, ha aggiunto Bruno Bettelli, presidente di Federmacchine.
All’assemblea pubblica di fine gennaio i due settori che costituiscono la federazione e che valgono 160.000 posti di lavoro hanno lanciato l’allarme: la crisi economica mondiale, l’impatto stringente del Green Deal europeo e i costi dell’energia mettono a rischio le rispettive industrie.
Si è svolta a Milano il 29 gennaio l’assemblea pubblica di Federazione Gomma Plastica, con la partecipazione dei principali esponenti di due settori cruciali per l’economia italiana, in cui operano oltre 160.000 lavoratori. Settori che, pur rimanendo all’avanguardia in sostenibilità e innovazione, si trovano ad affrontare sfide significative legate a una congiuntura economica difficile, a una contrazione dell’export, a normative europee sempre più stringenti e a un contesto geopolitico complesso. Difendere le industrie della gomma e della plastica significa tutelare non solo migliaia di imprese, ma anche filiere vitali per l’economia italiana, come l’automobile e l’alimentare.
“Oggi più che mai, è fondamentale difendere i settori della gomma e della plastica, pilastri strategici e trasversali a tutto il sistema manifatturiero italiano, di fronte alle sfide normative e di mercato”, ha
dichiarato Marco Do, presidente di Federazione Gomma Plastica, lanciando un chiaro e forte appello alle istituzioni.
“Le crisi internazionali”, ha proseguito Do, “hanno avuto un impatto considerevole: nel 2024 si è registrata una contrazione della produzione del 3,84% rispetto all’anno precedente e una riduzione dell’export dell’1,25%. A questo si aggiunge l’applicazione di un Green Deal europeo che, pur perseguendo obiettivi condivisibili, impone vincoli eccessivamente rigidi senza un adeguato piano di transizione. La sostenibilità ambientale è fondamentale, ma deve essere accompagnata da politiche industriali che supportino le imprese italiane nella transizione, senza metterne a rischio la competitività. La federazione chiede con forza un potenziamento degli investimenti
Il presidente di Federazione Gomma Plastica, Marco Do, durante la sua relazione.
Un momento dell’assemblea, a cui sono intervenuti Livio Beghini (primo da destra) e Marco Bergaglio (secondo da destra), rispettivamente presidenti di Assogomma e Unionplast, i due “rami” di Federazione Gomma Plastica.
europei e un dialogo costruttivo con la manifattura italiana per garantire una transizione sostenibile che non penalizzi la competitività delle imprese e tuteli i 160.000 lavoratori qualificati del settore”. Elemento di criticità non nuovo ma sempre impattante è costituito dai costi energetici, che in Italia rimangono meno competitivi rispetto a quelli di altri Paesi. “Le aziende energivore della gomma e della plastica”, ha sottolineato il presidente della federazione, “sono particolarmente esposte a questa criticità, e per questo la federazione chiede misure concrete per abbattere i costi dell’energia, agevolare lo sviluppo delle comunità energetiche e incentivare le fonti rinnovabili, garantendo così una base solida per la competitività industriale”.
Il presidente Marco Do ha tracciato un bilancio del quadriennio 2021-2025, mettendo in evidenza i risultati raggiunti dalla federazione, che nonostante le difficoltà congiunturali, ha rafforzato la propria struttura e i servizi offerti: una crescita data dall’adesione di 120 nuove aziende, raggiungendo così un totale di circa 50.000 lavoratori nelle 500 aziende associate. Questo rafforzamento testimonia il valore dell’azione federativa in un contesto di crescente complessità, dove sostenibilità e competitività devono procedere di pari passo.
Criticità specifiche
I presidenti delle due associazioni parte di Federazione Gomma Plastica hanno approfondito le criticità legate all’impatto del Green Deal europeo. Marco
Bergaglio, presidente di Unionplast, ha ricordato che l’industria della plastica in Italia è la seconda manifattura europea e leader nel riciclo, con il 90% dei rifiuti plastici raccolti e il 50% degli imballaggi riciclati, mentre sono oltre un milione e 300mila tonnellate le plastiche riciclate utilizzate per nuovi prodotti. “Siamo tra i più virtuosi in Europa nel riciclo, ma ci troviamo di fronte a normative che rischiano di penalizzare fortemente il settore, nonostante i nostri progressi concreti,” ha dichiarato Bergaglio.
Livio Beghini, presidente di Assogomma, ha ribadito la necessità di un approccio basato su dati scientifici per evitare misure punitive che penalizzano il settore, spiegando che “il nostro comparto genera un fatturato di 5-6 miliardi di euro senza contare l’indotto. La gomma naturale, che rappresenta oltre il 44% dei consumi del nostro settore, è un materiale intrinsecamente sostenibile, ma rischia di essere messo sotto pressione dalle normative sulla deforestazione”.
La discussione si è estesa anche al ruolo della plastica e della gomma in settori strategici come l’automobile e le bevande, con Roberto Vavassori, presidente di Anfia, e Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, che hanno messo in evidenza l’importanza di questi materiali per l’efficienza e la sostenibilità dei rispettivi prodotti.
A chiudere l’Assemblea, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha espresso il forte impegno della confederazione a difesa delle industrie della gomma e della plastica, ribadendo con
decisione che la sostenibilità deve coniugarsi con la competitività.
L’evento ha confermato il ruolo centrale di Federazione Gomma Plastica come punto di riferimento per il settore e interlocutore autorevole nelle dinamiche industriali e politiche. Il prossimo appuntamento sarà a giugno 2025, con l’insediamento del nuovo presidente e del nuovo consiglio di presidenza.
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, interviene all’assemblea pubblica di Federazione Gomma Plastica.
Rapporto Responsible Care
Presentato il Rapporto Responsible Care, trent’anni di impegno della chimica a supporto di uno sviluppo sostenibile. Buzzella, presidente di Federchimica: “Il primato del settore a favore di salute, sicurezza e ambiente va riconosciuto e sostenuto in termini sociali ed economici”.
“Da trent’anni con il Rapporto Responsible Care certifichiamo l’impegno delle imprese chimiche a favore dello sviluppo sostenibile: un valore che trasferiamo ai numerosissimi settori a valle e direttamente nei prodotti di consumo attraverso innovazioni di processo, di prodotto e nuove tecnologie, con risultati di assoluta eccellenza; è tempo che questo primato ci venga riconosciuto, accreditandoci come industria indispensabile per realizzare la transizione ecologica”. Così si è espresso Francesco Buzzella, presidente di Federchimica, nel corso della presentazione annuale del Rapporto Responsible Care, il programma volontario mondiale per la promozione dello sviluppo sostenibile dell’industria chimica.
“Dal Rapporto”, ha proseguito il presidente di Federchimica, “emerge chiaramente come sicurezza, salute e un elevato livello di benessere e salubrità sui luoghi di lavoro siano elementi distintivi del settore chimico. Un risultato che si deve anche all’impegno delle parti sociali settoriali nella promozione della responsabilità sociale e del welfare contrattuale, che ha contribuito a realizzare un rapporto di lavoro moderno, flessibile e inclusivo, finalizzato a dare risposte alle esigenze dei lavoratori e dei loro familiari”.
Nel 2023 l’industria chimica ha generato un valore della produzione pari a 67,4 miliardi di euro. Di questi, il 91,4% (61,6 miliardi di euro) viene distribuito agli stakeholder, sotto forma di acquisti di beni e servizi, spese per il personale e imposte versate alla pubblica amministrazione. L’industria chimica contribuisce al bilancio pubblico e all’offerta di servizi ai cittadini, versando tributi per 0,9 miliardi di euro, ai quali si aggiunge quasi un miliardo di euro in imposte e oneri sociali connessi alle spese per il personale. Gli investimenti e i costi operativi destinati alla sostenibilità sociale e ambientale delle imprese aderenti a Responsible Care rappresentano annualmente oltre il 2% del valore economico generato, per un ammontare complessivo di 763 milioni di euro, di cui 274 milioni in investimenti.
Il settore vanta da anni una posizione di primissimo piano nell’ambito della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro: l’incidenza degli infortuni nel settore è inferiore del 39% rispetto alla media manifatturiera. Dal 2010 il numero degli infortuni, a parità di ore lavorate, è diminuito del 44% e mostra un ulteriore calo del 10% rispetto al 2019, anche grazie alla sensibilizzazione dei dipendenti verso atteggiamenti sicuri e responsabili: negli ultimi
Da trent’anni il Rapporto
Responsible Care sintetizza e certifica annualmente l’indispensabilità e la sostenibilità dell’industria chimica.
13 anni il numero di ore di formazione per dipendente è cresciuto del 23%.
Anche l’innovazione introdotta grazie alle tecnologie digitali ha generato effetti positivi.
Sul fronte ambientale, i risultati del rapporto si confermano eccellenti in particolare nella riduzione di gas serra: nel 2022 l’industria chimica in Italia ha emesso direttamente 11,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (Scope 1), il 2,8% del totale del Paese (nel 1990 rappresentavano il 6,2%). Dal 1990 le emissioni della chimica sono diminuite del 64%, valore che pone l’industria chimica già in linea con l’ambizioso obiettivo del Green Deal europeo al 2030 (-55%).
Considerando le emissioni – dirette e indirette (Scope 1 e Scope 2) – negli ultimi trent’anni l’industria chimica ha ridotto i propri impatti sui cambiamenti climatici del 67%. L’industria chimica è impegnata a perseguire un modello economico sempre più circolare: il riciclo (45,5%) è la prima modalità di destinazione dei rifiuti, in significativo aumento rispetto al 2015 (era il 23%).
Processo virtuoso
Il rapporto sintetizza un processo virtuoso che certifica un impegno oneroso da parte delle imprese del settore e che va riconosciuto, anche alla luce delle sfide future. “Gli obiettivi del Green Deal, contestualizzati nello scenario geopolitico internazionale, ci spingono a considerare il tema della competitività del sistema economico europeo e a trovare, al contempo, soluzioni globali alle sfide della transizione energetica, climatica ed ecologica” ha aggiunto Buzzella. Un compito tutt’altro che banale, come emerso anche recentemente dai lavori del COP 29, che richiede un approccio scientifico, pragmatico e non ideologico; un ambiente favorevole alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione; la capacità di attrarre capitali, investimenti e risorse umane di eccellenza; un quadro legislativo chiaro, certo e snello; un’amministrazione pubblica efficiente.
“La chimica è indispensabile per un progresso compatibile con le nuove sfide ambientali e sociali. Serve però il supporto di tutti, in primo luogo di Governo e istituzioni, che devono essere al nostro fianco in questo percorso. È sicuramente fondamentale perseguire la transizione ecologica”, ha concluso il presidente di Federchimica Francesco Buzzella, “ma occorre considerare attentamente il rapporto tra benefici e costi, i tempi necessari di adeguamento e la salvaguardia della competitività delle imprese europee, che, in definitiva, equivale a tutelare il nostro benessere e la nostra aspirazione al progresso”.
Appello di Francesco Buzzella al Parlamento di Bruxelles
L’industria chimica è fondamentale per affrontare concretamente la transizione ecologica e digitale: il suo ruolo va riconosciuto e valorizzato nelle politiche economiche e ambientali della UE. È questo il messaggio che Francesco Buzzella, ha ribadito anche all’incontro con i politici europei al Parlamento di Bruxelles il 14 gennaio scorso. La chimica è un settore strategico per l’Europa e per l’Italia: con una quota pari a circa il 15% (655 miliardi di euro nel 2023), l’UE è il secondo produttore al mondo, mentre l’Italia, con 67 miliardi di euro di fatturato, è il terzo produttore europeo, con una quota pari a circa il 10% (dopo Germania e Francia), e il dodicesimo al mondo.
Il presidente di Federchimica ha sottolineato come la chimica sia il cuore pulsante dell’innovazione industriale e al centro di numerose soluzioni che guidano la transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile. Riciclo chimico, materiali innovativi, cattura e riutilizzo della CO2, biocarburanti e prodotti chimici da fonti rinnovabili sono essenziali per l’economia circolare e la transizione ecologica. Senza un’industria chimica forte, molti settori a valle non potrebbero evolvere verso modelli più sostenibili e competitivi.
Inoltre, ha ricordato come rallentamento della crescita economica, inflazione persistente e pressione crescente sui costi energetici siano elementi critici, specie in un contesto caratterizzato da tensioni geopolitiche e instabilità delle forniture di materie prime e sofferente per la crescente competizione dei Paesi emergenti, dove le condizioni di produzione risultano più vantaggiose a fronte di minori tutele ambientali e di welfare. Le imprese chimiche si trovano a dover bilanciare le necessità di innovazione e sostenibilità con la sopravvivenza economica, in un quadro normativo complesso e talvolta penalizzante. Le stringenti normative ambientali e di sicurezza, concepite come spinta verso la transizione ecologica, risultano in realtà spesso onerose, mettendo a rischio la competitività europea. È indispensabile trovare il giusto equilibrio tra promozione dell’innovazione e necessità di regolamentazione. Negli ultimi anni, l’industria chimica ha dimostrato come sia possibile coniugare crescita economica, innovazione e attenzione per l’ambiente. Dal 1990 a oggi, l’industria chimica italiana ha ridotto le proprie emissioni di gas serra del 64%.
Il settore è pronto a contribuire in modo significativo alla crescita dell’UE, ma è indispensabile un impegno congiunto con le istituzioni e sviluppare politiche che coniughino sostenibilità ambientale ed esigenze economiche e sociali. Per Francesco Buzzella solo così sarà possibile costruire un futuro prospero, innovativo e sostenibile per il settore.
Nuova sede in Cina
Venticinque anni dopo l’insediamento della prima filiale in Cina, Piovan Industrial Automation inaugura una nuova sede a Suzhou, in Cina, per un investimento complessivo di oltre dieci milioni di euro. Lo stabilimento di 15.000 metri quadrati è stato progettato per promuovere l’attività del Gruppo Piovan in Asia-Pacifico a livello di primario operatore nello sviluppo e nella produzione di sistemi di automazione completi per il trattamento di materie plastiche, polveri alimentari e soluzioni per la refrigerazione. La nuova sede è concepita per fornire impianti, consulenze ingegneristiche, formazione e assistenza post-vendita a tutte le filiali nell’area Asia-Pacifico del gruppo, tra cui Piovan Asia Pacific a Bangkok, Piovan Vietnam a Ho Chi Minh City, Piovan Giappone a Kobe, Piovan Korea a Seul, Piovan Indonesia a Giacarta e Conair Asia a Taiwan e Singapore. Lo sviluppo di una rete internazionale con filiali dirette è una strategia che ha permesso a PiovanGroup di essere sempre al fianco dei propri clienti e dare un supporto rapido ed efficace ai distributori. Il primo ufficio commerciale di PiovanGroup in Asia è stato aperto nel 1997 a Singapore; mentre i primi stabilimenti produttivi risalgono rispettivamente al 2005 a Zhuhai e al 2008 a Suzhou, in Cina. “La Cina è un mercato in cui il gruppo ha sempre creduto aprendo vent’anni fa il primo sito produttivo”, ha affermato il CEO di PiovanGroup, Filippo Zuppichin. “Eravamo convinti che la Cina diventasse il motore manifatturiero del mondo.
I fatti e la crescita degli ultimi anni lo hanno confermato e siamo sicuri dei successi futuri”.
Nella nuova sede di Suzhou, grazie al lavoro di 50 ingegneri (su 130 dipendenti totali), verrà dato rilievo a progetti di innovazione e sviluppo. L’impegno verso la sostenibilità troverà attuazione, per esempio, nella produzione di energia verde (1 MWh annuo stimato) garantita dall’impianto di pannelli solari. La Divisione Trasferimento di Calore all’interno di Piovan Industrial Automation fornirà anche una gamma completa di sistemi di raffreddamento per applicazioni industriali.
L’inaugurazione della nuova sede di Suzhou – alla presenza di Tiziana D’Angelo, console generale d’Italia, Mao Wei, vicesindaco di Suzhou, i rappresentanti di Camera di Commercio Italiana, Camera di Commercio Europea, Agenzia ICE, Sace e governo di Suzhou, insieme al CEO Filippo Zuppichin, al CCO Felice Meliti e al Regional CEO Asia Flavio Zaghini – a poco più di un mese dall’estensione dello stabilimento indiano Nu-Vu Conair, è un traguardo che consolida l’impegno del gruppo in uno dei mercati più strategici al mondo. Un passo avanti che guarda al futuro mantenendo salda la visione globale e l’attenzione alla qualità che contraddistingue PiovanGroup da novant’anni.
Una veduta della nuova struttura di Piovan a Suzhou, nella provincia cinese dello Jiangsu.
“Proprio la condizione generalizzata di complessità è l’elemento che più ci allarma rispetto al prossimo futuro”, ha dichiarato il presidente di Federmacchine Bruno Bettelli.
Nel 2024, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali ha registrato un calo generalizzato di tutti i suoi principali indicatori economici, segno della profonda difficoltà che il comparto ha attraversato nei 12 mesi dello scorso anno. Il 2025 dovrebbe essere di differente tenore, ma secondo le previsioni i risultati saranno decisamente inferiori a quelli registrati nel 2023. Questo, in sintesi, è quanto emerso dalle rilevazioni effettuate dal Gruppo Statistiche di Federmacchine, la federazione italiana delle imprese costruttrici di beni strumentali.
Secondo le stime, nel 2024, il fatturato dell’industria italiana di settore si è fermato a 52.207 milioni di euro, il 7,8% in meno rispetto al 2023. Sul risultato pesano i negativi riscontri raccolti dalle imprese sul mercato sia estero che interno. L’export dovrebbe essere calato a 36.213 milioni di euro (-3,9%). In particolare, secondo l’elaborazione del Gruppo Statistiche a partire dai dati Istat, principali mercati di sbocco del Made in Italy di comparto, nel periodo gennaio-settembre 2024 (ultimo dato disponibile), sono risultati: Stati Uniti (2.460 milioni di euro, +3,8%); Germania (1.850 milioni, -4,1%), Francia (1.213 milioni, - 1,3%), Cina (806 milioni, -4,7%), Spagna (730 milioni, +2,1%). Le consegne sul mercato interno si stima che siano scese a 15.994 milioni di euro, -15,5% rispetto allo scorso
anno, penalizzate dalla drastica riduzione del consumo domestico di macchinari che non andrà oltre 25.239 milioni di euro (-17,4%).
Il 2025 dovrebbe tornare di segno positivo. Secondo le previsioni, infatti, il fatturato crescerà a 53.255 milioni di euro, per un incremento del 2% rispetto al dato del 2024. L’export risulterà sostanzialmente stazionario attestandosi a 36.456 milioni di euro (+0,7%). Le consegne dei costruttori italiani registreranno una crescita del 5%, a 16.799 milioni di euro, trainate dalla ripresa del consumo domestico che, in virtù di un incremento del 4,3%, raggiungerà i 26.327 milioni di euro.
“Dopo gli anni di grande espansione, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali si è trovata ultimamente a fare i conti con una condizione di contesto profondamente differente. L’instabilità geopolitica, da un lato, e la debolezza della domanda interna, dall’altro, hanno inciso profondamente sui nostri risultati. Alla luce di questa situazione, al di là delle iniziative delle singole associazioni su mercati di specifico interesse, è evidente la necessità che la federazione lavori per supportare l’attività di internazionalizzazione dell’industria italiana di comparto”, ha commentato Bruno Bettelli, presidente di Federmacchine.
In seguito a un recente accordo, Extrusion Consulting, con sede a Longmont, in Colorado (Stati Uniti), fornirà a Icma San Giorgio supporto alle vendite e assistenza tecnica locale ai clienti del costruttore italiano in Canada e negli Stati Uniti. “Per oltre quarant’anni, Icma San Giorgio ha costruito una reputazione di fiducia nel mercato nordamericano, con forniture di successo nei settori della compoundazione e dell’estrusione con soluzioni ingegneristiche ad alte prestazioni. Questa partnership, con un team molto esperto, rafforza la nostra presenza locale e dimostra il nostro impegno nel supportare un mercato
attivo che valorizza l’innovazione e la crescita”, ha dichiarato Giorgio Colombo, amministratore delegato di Icma San Giorgio.
“Siamo entusiasti di annunciare il nostro accordo inerente alle attrezzature per l’estrusione costruite da Icma San Giorgio. La nostra consulenza nella miscelazione di materie plastiche e i nostri esperti di estrusione saranno in grado di offrire assistenza e gestire le attrezzature di Icma San Giorgio per intervenire e risolvere tempestivamente i problemi che potranno sorgere”, ha affermato Bryan Hauger, presidente di Extrusion Consulting.
Estrusione, compounding e riciclo sono i settori in cui trovano applicazione le linee e gli impianti di Icma San Giorgio, che da San Giorgio su Legnano (Milano), dove il costruttore ha sede, saranno distribuiti in Canada e Stati Uniti da Extrusion Consulting.
Dal 1° gennaio, Andrea Grandi ha assunto la carica di direttore generale del Gruppo Sacmi, succedendo a Mauro Fenzi, che ha concluso il proprio mandato il 31 dicembre 2024.
Ingegnere elettronico, 49 anni, Andrea Grandi ha iniziato la sua carriera in Sacmi nel 2001, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità all’interno del gruppo e distinguendosi in modo particolare per talento, competenze tecniche e manageriali nei settori della meccatronica e dell’automazione industriale.
Per 18 anni alla divisione Pressature Speciali, quindi manager PU Metals e dal 2020 general manager della divisione Advanced Technologies, Grandi ha ricoperto negli ultimi tre anni i ruoli di direttore impianto operation and plant e, in seguito, di corporate product supply manager, dando prova di eccellenti capacità nella gestione operativa e nello sviluppo di soluzioni
innovative. Oltre agli incarichi in Sacmi, il neodirettore generale è membro del Forming Committee di Ucimu e pastmember del comitato tecnico di AIM.
“Valorizzare le competenze interne, consolidando la leadership tecnologica nei diversi business di attività ed in un quadro di piena continuità nella visione strategica ed operativa dell’azienda”, ha sottolineato il presidente di Sacmi, Paolo Mongardi, “è alla base di questa scelta. Colgo l’occasione per augurare all’ingegner Grandi il pieno successo in questa nuova e stimolante sfida. La sua esperienza e il suo talento rappresentano una solida base per guidare il Gruppo Sacmi verso nuovi traguardi, nel segno dell’innovazione e della crescita sostenibile”.
Il consiglio di amministrazione di Sacmi ha ringraziato Mauro Fenzi per la dedizione e i risultati raggiunti, sottolineando che “durante il suo
Andrea Grandi, nel Gruppo Sacmi dal 2001.
mandato alla guida del Gruppo, Mauro Fenzi ha dimostrato straordinarie capacità di leadership e visione strategica, accompagnando il Gruppo Sacmi nel raggiungimento di importanti risultati in termini di crescita, innovazione tecnologica e organizzativa, reputazione sui mercati internazionali”.
gennaio 2025
Dall’inizio del 2025, Fausto Savazzi è il nuovo direttore generale di Omso, ruolo nel quale apporta una lunga esperienza nel settore e una visione strategica orientata all’innovazione. Questo ingresso rappresenta un passo significativo per il futuro di Omso nella costruzione di macchine ad alto tasso di automazione per la stampa diretta su packaging primari.
Con un percorso professionale internazionale e un solido background in posizioni di primo piano acquisiti in trent’anni di attività in Emmeti, Fausto Savazzi ha recentemente ricoperto il ruolo di area sales manager per il mercato USA presso Clevertech, dove ha contribuito alla crescita di un segmento strategico come quello del “wine & spirit”.
“Questa è una sfida che può dare continuità a un’azienda storica che ha
Gschwandtner succede a Huber
unito passione e tecnologia grazie a un team che ha legato la propria crescita professionale a quella aziendale, creando un connubio inscindibile da molti anni!”, ha dichiarato Fausto Savazzi. “Il mio obiettivo è quello di consolidare la posizione dell’azienda nei mercati internazionali, puntando su personalizzazione, sostenibilità e innovazione come pilastri della nostra strategia futura”.
“L’arrivo di Fausto Savazzi segna una tappa fondamentale per il nostro percorso di crescita”, ha commentato il CEO di Omso, Alfredo Campioli. “La sua visione strategica e il suo background internazionale rappresentano una risorsa preziosa per affrontare le sfide future e continuare a innovare, migliorando ulteriormente la nostra capacità di essere partner affidabili per i nostri clienti in tutto il mondo”.
nuovo direttore generale Fausto
Omso ha sede a Reggio Emilia, è presente negli USA con la filiale Omso North America in Kentucky e opera in oltre 85 Paesi in tutto il mondo.
Il direttore generale di vendite, progetti e prodotti del gruppo tedesco costruttore di impianti per l’estrusione di film
Brückner Maschinenbau, Helmut Huber, è andato in pensione alla fine del 2024, dopo 33 anni di attività nei quali ha giocato un ruolo fondamentale nella crescita dell’azienda, ricoprendo varie posizioni e mettendo a segno l’anno record del 2021, con quasi 80 linee vendute. Dal 1° gennaio 2025 è stato sostituito da Markus Gschwandtner, che vanta oltre 35 anni di esperienza in Brückner Maschinenbau dove dal 2016 ricopriva la carica di CEO di Brückner Servtec, supervisionando le vendite e la tecnologia e guidando la crescita dell’azienda.
Sempre dal 1° gennaio 2025 la carica di Markus Gschwandtner è stata assunta da Sebastian Lange, entrato in Brückner nel 2018 come Senior Sales Manager presso Brückner Maschinenbau per poi passare a Brueckner Group USA come vicepresidente della divisione film, di cui, negli ultimi cinque anni, ha ampliato
in modo significativo le competenze e rafforzato la presenza di Brückner Servtec nel mercato statunitense.
“Siamo lieti di gestire la successione delle posizioni chiave con tanta lungimiranza. Le nomine di Markus Gschwandtner e Sebastian Lange dimostrano che la pianificazione delle carriere a lungo termine è vantaggiosa
per tutti. L’esperienza internazionale acquisita dai nostri leader garantisce l’impegno del Gruppo Brückner verso l’eccellenza, a vantaggio dei nostri dipendenti, del nostro gruppo e dei nostri clienti in tutto il mondo”, ha commentato Axel von Wiedersperg, amministratore delegato del Gruppo Brückner.
Da destra: Markus Gschwandtner, Helmut Huber, Axel von Wiedersperg e Sebastian Lange.
Da destra: Gabriele Bonomi, CEO di Eigenmann & Veronelli, Cristina Colombo, CFO di Eigenmann & Veronelli, Ludovico Balbo di Vinadio, azionista e vicepresidente di Eigenmann & Veronelli, Neville Prior, presidente del consiglio di amministrazione di Cornelius Group, Phillip Gibbons, CoCEO di Cornelius Group, Darren Spiby, Co-CEO di Cornelius Group.
Partecipazione di minoranza con possibilità di incremento
Il distributore e produttore di specialità chimiche e ingredienti alimentari, Eigenmann & Veronelli Group, ha annunciato l’acquisizione di una quota di minoranza di Cornelius Group, distributore e produttore di additivi, ingredienti speciali per le scienze biologiche e di prodotti chimici ad alte prestazioni, che sarà poi incrementata nel corso dei prossimi due-tre anni. Questo investimento rafforzerà entrambe le società, grazie alle reciproche competenze tecniche e
i punti di forza complementari. Per Eigenmann & Veronelli Group, apre una rotta consolidata verso il mercato di Regno Unito e Polonia, mentre per Cornelius Group rappresenta l’accesso a una gamma più ampia di prodotti. L’integrazione dei marchi di Eigemann & Veronelli Group con l’offerta di Cornelius Group, creerà un portafoglio più solido di soluzioni nei mercati delle scienze biologiche, industriale, medicale e della nutrizione e, grazie al potenziamento degli asset, all’ampliamento delle infrastrutture commerciali e alla disponibilità di maggiori risorse finanziarie, entrambi i partner riusciranno ad avvantaggiarsi di nuove opportunità di mercato. “Questa partnership rafforza la posizione di Cornelius e fornisce la stabilità necessaria per realizzare la nostra visione per il futuro. Apprezzo da tempo lo spirito imprenditoriale e la solida competenza di Eigenmann & Veronelli nel settore della distribuzione
di specialità chimiche e sono lieto che supportino così chiaramente le nostre ambizioni a lungo termine”, ha dichiarato Phillip Gibbons , CEO di Cornelius Group. “Siamo lieti di investire in Cornelius Group per rafforzare la loro posizione e supportare la crescita di Eigenmann & Veronelli. Cornelius si adatta perfettamente alla nostra strategia; migliora significativamente le nostre capacità e arricchisce il nostro portafoglio prodotti. Rafforza ulteriormente la nostra presenza internazionale”, ha aggiunto Gabriele Bonomi, CEO di Eigenmann & Veronelli Group. Cornelius Group continuerà a concentrarsi sulle sue attività principali, ossia la fornitura di soluzioni innovative e sostenibili nei settori dei prodotti chimici ad alte prestazioni, delle scienze biologiche e delle applicazioni oculistiche. Il suo management continuerà a guidare l’azienda fino al completamento della transazione.
Yu Chen ha sostituito Daniel Koch
Dal 1° febbraio Yun Chen ha assunto la direzione dei siti produttivi di Covestro in Europa, succedendo a Daniel Koch, che aveva deciso di lasciare l’azienda alla fine di gennaio. Nei suoi quasi trent’anni di esperienza, Yun Chen ha ricoperto numerose posizioni all’interno del gruppo. Dopo aver studiato ingegneria chimica a Pechino e Shanghai, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Istituto di Chimica Organica dell’Università Tecnica di Darmstadt. Nel 1994 ha iniziato la sua carriera presso la sede di Bayer a Krefeld-Uerdingen, ricoprendo diversi incarichi con responsabilità crescenti. Nel 2001 si è trasferito a Shanghai, dove ha contribuito allo sviluppo della produzione di policarbonato come direttore di stabilimento, e dal 2008 ha assunto la gestione della produzione e della tecnologia della
divisione corrispondente. Nel 2017 è stato nominato senior vicepresidente e direttore di Covestro Integrated Site Shanghai, il più grande sito di produzione dell’azienda in tutto il mondo, mentre nel 2021 ha assunto il ruolo aggiuntivo di Production Manager Performance Materials Asia Pacific. “Ringrazio Daniel Koch per l’eccellente lavoro e l’impegno profuso negli ultimi anni. Gli auguro tutto il meglio per la sua futura carriera. Allo stesso tempo, do il benvenuto a Yun Chen nel suo nuovo ruolo di direttore della nostra produzione in Europa. Le sue capacità di leadership, la sua vasta conoscenza del settore e, non da ultimo, i suoi eccellenti risultati come responsabile della produzione nella regione AsiaPacifico lo rendono il candidato ideale per questa importante posizione. Con i suoi molti anni di esperienza
e la sua prospettiva internazionale, sono fiducioso che Yun guiderà e svilupperà con successo i nostri siti europei attraverso le sfide attuali”, ha affermato Hermann Dörholt, Head of the Performance Materials Business Entity di Covestro.
“L’industria chimica in Europa deve affrontare numerose sfide e, come Covestro, è nel pieno di una trasformazione. Nei prossimi anni renderemo la nostra produzione ancora più affidabile ed efficiente e guideremo la transizione verso la neutralità climatica e un’economia circolare. Voglio portare le mie esperienze dall’Asia, beneficiando anche dell’esperienza dei nostri colleghi europei. Intendo concentrarmi in particolare sulla sicurezza dei nostri dipendenti e degli impianti di produzione”, ha dichiarato Yun Chen.
Richardson subentrato a Ryerkerk
Dal primo gennaio 2025, il COO (Chief Operating Officier) di Celanese, Scott Richardson, è stato nominato CEO (Chief Executive Officier) ed è entrato a far parte del consiglio di amministrazione della multinazionale. Richardson ha preso il posto di Lori Ryerkerk, che ha lasciato le posizioni di presidente, CEO e direttore di Celanese alla fine del 2024. Contestualmente Edward Galante, membro indipendente del consiglio di amministrazione dal 2013, è subentrato nella carica di presidente. In Celanese da vent’anni, Scott Richardson ha ricoperto numerosi ruoli dirigenziali, tra cui, oltre a quello di COO, quello di CFO (Chief Financial Officer), e posizioni di primo piano come supervisore direttamente coinvolto nell’implementazione dei modelli operativi delle attività globali Engineered Materials (EM) e Acetyl Chain (AC). “È un onore incredibile essere nominato
CEO di Celanese e sono grato al nostro consiglio di amministrazione per avermi affidato questa responsabilità”, ha affermato Richardson. “Celanese è nota per la sua tenace attività, anche in tempi difficili, e sono sicuro che abbiamo tutte le capacità necessarie per creare valore per i nostri azionisti, clienti, dipendenti e partner. Sono profondamente coinvolto a guidare i cambiamenti necessari alla luce delle sfide attuali, compresi gli incessanti sforzi per migliorare la nostra struttura dei costi e la generazione di cassa. Eseguendo il nostro piano d’azione e controllando ciò che possiamo controllare, stiamo lavorando per posizionare Celanese in modo da capitalizzare il suo significativo potenziale di sviluppo, il flusso di cassa libero resiliente e la creazione di valore a lungo termine”.
“Uscire dal pensionamento per guidare Celanese dal 2019 come CEO è stato il
vero momento clou della mia carriera e sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato insieme”, ha commentato Ryerkerk. “Scott Richardson è un dirigente collaudato che porta una profonda competenza in tutta l’attività della società e nuove prospettive al ruolo di CEO”.
“La nomina di Scott Richardson da parte del consiglio rappresenta il culmine di un processo di pianificazione della successione deliberato e ponderato e siamo lieti di avere un dirigente del suo calibro”, ha dichiarato Kim Rucker, membro indipendente del consiglio di amministrazione di Celanese. “A nome del consiglio, ringrazio Lori Ryerkerk per il suo lavoro e i suoi significativi contributi negli ultimi cinque anni. Con lei al timone, Celanese ha affrontato i difficili contesti macroeconomici rafforzando al contempo la sua posizione competitiva”.
Incontro tra due associazioni
In occasione del consiglio di Amaplast, tenutosi presso la sua sede di Assago il 5 febbraio, l’associazione Women in Plastics Italy è stata presentata
1945-2025
L’atto costitutivo di Ucimu datato venerdì 21 dicembre 1945
ufficialmente dalla sua presidentessa Miriam Olivi. La presidentessa ha raccontato la storia dell’associazione e illustrato le sue attività e i suoi scopi ai membri del consiglio di Amaplast, al suo presidente Massimo Margaglione e al suo direttore Mario Maggiani. Accolta con grande considerazione, il presidente Massimo Margaglione si è congratulato per un progetto di alto significato per il settore della plastica e della gomma. Il consiglio Amaplast ha offerto il proprio supporto con diverse iniziative che verranno via via rese note nel corso dei prossimi mesi.
Oltre alla presidentessa Miriam Olivi, all’incontro hanno preso parte anche Luna Artico, collegata da remoto, consigliera sia di Amaplast sia di Women in Plastics Italy, e Fabiola Plebani, consigliera di Amaplast e associata a Women in Plastics. L’associazione Women in Plastics Italy si impegna a valorizzare il ruolo
Nel 2025 Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione che raggruppa i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, spegne 80 candeline. Fondata il 21 dicembre 1945 da un piccolo gruppo di imprenditori, nell’immediato dopoguerra la giocane organizzazione aveva l’ambizione di contribuire con il proprio operato alla ricostruzione del Paese.
In questi 80 anni, l’industria italiana delle macchine utensili - al di là delle fasi cicliche, con periodi di recessione e di espansione - è stata protagonista di un importante percorso di sviluppo che le ha permesso di affermarsi tra i grandi protagonisti mondiali e di mantenere le posizioni di rilievo acquisite nel tempo anche oggi che, nello scenario
competitivo, si sono affacciati nuovi attori.
E in questi 80 anni, Ucimu ha lavorato a fianco e a supporto delle imprese italiane e ha saputo tutelare gli interessi della categoria, promuovendo la crescita e la diffusione della cultura imprenditoriale con l’offerta di servizi costantemente aggiornati e interloquendo direttamente con le autorità e le istituzioni italiane ed estere per sottolineare istanze e punti di forza del settore, che è la base della quasi totalità dei processi manifatturieri.
L’idea iniziale era quella di creare una organizzazione che fosse la casa delle imprese delle macchine utensili dove incontrarsi, confrontarsi e dar vita a un progetto che da un lato permettesse al settore fatto da una miriade di piccole realtà di essere riconosciuto in Italia e
delle donne nel contesto lavorativo e sociale, promuovendo principi di pari opportunità, libertà e rispetto reciproco, con la priorità di aiutare le donne a far emergere il proprio talento comunicativo, espressivo ed empatico. Inoltre, essa mira a cambiare l’immagine della plastica così come viene oggi percepita, a sottolinearne il pregio e a promuoverne i suoi utilizzi virtuosi all’insegna della sostenibilità, implementando attività di comunicazione, formazione e promozione. Infine, l’associazione incentiva associate e associati a fare rete, sviluppando relazioni costruttive basate sul dialogo costante, sulla valorizzazione del proprio essere e sul rispetto delle diversità in un clima di rispetto e fiducia reciproca e facilitando il confronto intergenerazionale con l’apertura e il supporto del mondo della plastica ai giovani.
all’estero e dall’altro consentisse a tali imprese di accedere a servizi di cui, considerata proprio la loro dimensione medio-piccola, singolarmente non avrebbero potuto fruire. In questo modo le imprese associate hanno potuto, e possono tuttora, contare su servizi, approfondimenti, consulenze che sarebbero, per costi, appannaggio solo delle grandi aziende. In ragione di ciò, l’associazione è parte attiva dello sviluppo e della crescita di questo settore. Per celebrare l’importante traguardo degli 80 anni, che Ucimu raggiunge insieme alle sue 250 associate, è prevista una serie di iniziative che si snoderanno lungo tutto il 2025. Tra queste viene anticipata la pubblicazione di un volume che racconterà gli ultimi dieci anni di attività di questo settore.
Il rapporto “Facts & Figures 2024” di Cefic
Con oltre 1,2 milioni di lavoratori, 655 miliardi di euro di fatturato e 10,2 miliardi di euro di investimenti in ricerca e innovazione, l’industria chimica europea è un settore economico capace di generare ricchezza e contribuire in modo significativo alla costruzione di un futuro sostenibile per l’Europa.
A fronte di queste premesse, il rapporto “Facts & Figures 2024” di Cefic evidenzia che il Vecchio Continente rimane in una posizione di svantaggio competitivo rispetto a USA, Cina e Medio Oriente a causa degli elevati costi energetici, normativi, di manodopera e di materie prime. Ciò è dimostrato per esempio dal fatto che nel 2023 la produzione di etilene in Europa è risultata fino a 3,2 volte più costosa rispetto agli USA. Insieme alla limitata crescita della domanda globale e alla elevata spesa in conto capitale in altre regioni, il mercato chimico globale è sempre più competitivo e l’Europa si trova pagarne il prezzo elevato.
Dal rapporto emerge anche che con un’oscillazione attorno al 75%, l’utilizzo della capacità produttiva dell’UE27 rimane ben al di sotto della media storica e, sebbene l’Europa mantenga una bilancia commerciale positiva, le esportazioni non crescono allo stesso ritmo del mercato globale, con uno spostamento della produzione verso le regioni dell’Asia, con la Cina che supera tutte le altre aree di dislocazione. Nel quadro generale europeo la produzione di polimeri è pari a circa il 18% del totale, quota che, con il 16% è appannaggio della plastica, cui si aggiunge un 1% rispettivamente di gomma sintetica e fibre artificiali.
Il rapporto rilancia, quindi, ancora una volta, la necessità di intraprendere azioni urgenti e coraggiose per garantire il futuro industriale generale dell’Europa, non soltanto in termini di implementazione del Green Deal, bensì anche di prevenzione di un’ulteriore deindustrializzazione a livello
Urethane System a UBE Corporation
continentale. I dati emersi sostengono altresì la Dichiarazione di Anversa del febbraio 2024, che invita a un rilancio delle attività commerciali al fine di attrarre investimenti in Europa e di realizzare proprio il Green Deal dell’UE, così come salvaguardare posti di lavoro in tutto il continente.
Alla fine del 2024 Lanxess ha venduto le sue attività Urethane System alla giapponese UBE Corporation. Valutata approssimativamente 460 milioni di euro e con vendite pari a 250 milioni di euro nell’ultimo esercizio chiuso a giugno 2024, la divisione ceduta, secondo lee stime, dovrebbe fruttare circa 500 milioni di euro, che verranno impiegati da Lanxess per ridurre il proprio debito netto. Con la cessione la multinazionale tedesca è uscita definitivamente dall’industria dei polimeri. Urethane
Systems comprende cinque siti produttivi a livello globale e laboratori applicativi negli Stati Uniti, in Europa e
in Cina. UBE Corporation rileverà tutte le operazioni e le strutture in cui sono impiegati all’incirca 400 dipendenti.
Foto Lanxess
Nel quadro produttivo generale europeo, i polimeri detengono una quota del 18% del totale, di cui il 16% è appannaggio della plastica, mentre un 1% è detenuto rispettivamente da gomma sintetica e fibre artificiali.
Con la vendita dei poliuretani, la multinazionale tedesca ha definitivamente ceduto anche l’ultima attività nell’industria dei polimeri.
L’articolo di apertura del numero 404 – gennaio/febbraio 2025 affianca alla pagina con il titolo “Battuta d’arresto” una pagina con una fotografia che raffigura una macchina CMS chiaramente identificabile dal logo aziendale.
A tale riguardo, precisiamo che titolo e contenuto dell’articolo non hanno nulla a che vedere né con la macchina raffigurata né con l’azienda costruttrice e che la fotografia in questione è stata utilizzata in assoluta buona fede unicamente a corredo iconografico del suddetto articolo (così come peraltro tutte le altre in esso inserite).
Pertanto, ci scusiamo con CMS (e con le aziende costruttrici delle macchine raffigurate nelle altre fotografie) se ciò può avere indotto il lettore a fraintendere il mero contenuto dell’articolo e a ritenere che quanto in esso esposto riguardi invece l’azienda.
L’annuale appuntamento organizzato da Petcore, l’associazione che rappresenta la filiera europea del PET, si è svolto quest’anno a Bruxelles, dove è emerso lo stato di salute di un settore importante come quello del PET, le cui spinte all’innovazione devono destreggiarsi, come al momento (quasi) ogni ambito economico-produttivo, tra tensioni geopolitiche, costi energetici e delle materie prime e concorrenza estera.
L’edizione annuale del convegno di Petcore si è tenuta nella fredda ma comunque bella Bruxelles dal 4 al 5 febbraio 2025 e partecipare a un evento così rappresentativo di una filiera importante come quella del PET nella città sede del Parlamento europeo ha conferito rilevanza all’appuntamento ricco di spunti di riflessione e tensione positiva. I contenuti proposti hanno confermato ancora una volta le criticità causate dalla situazione geopolitica contemporanea e i disagi di un mercato europeo in chiara difficoltà. L’industria del PET sembra reagire con forza, in un contesto, quello di Petcore 2025, dove gli intervenuti si sono sentiti coinvolti e partecipi all’impegno che l’industria, le istituzioni comunitarie e gli operatori del settore stanno generando per tentare di arginare la crisi del comparto petrolchimico europeo. L’organizzazione dell’evento da parte di Petcore Europe, l’associazione che rappresenta tutta la filiera europea del PET, è stata come sempre impeccabile.
Antonello Ciotti, presidente di Petcore, ha aperto i lavori insieme al direttore generale Roberto Bertaggia, trasmettendo ai 400 presenti nella sontuosa sala del Le Plaza Hotel la delicatezza del difficile momento storico che sta vivendo il Vecchio Continente. Il ruolo di Petcore Europe, ha evidenziato Ciotti, è quello di essere l›interfaccia fra industria e istituzioni europee, presenti a questa edizione di Petcore in maniera cospicua e in rappresentanza di ben quattro Direzioni Generali della Commissione UE. L’associazione sente tutto il peso di questo ruolo e ha comunicato alla platea con orgoglio che la stessa Commissione UE ha scelto Petcore quale interlocutore più appropriato per tutta la filiera del PET. A questo proposito, ha informato Ciotti, Petcore è stata accettata nel Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) come osservatore del processo volto a scrivere il trattato globalmente vincolante sulla riduzione dell’inquinamento da plastica. Intento che trova origine formale nella
storica Risoluzione ONU 5/14 del marzo 2022 che interessò ben 20 Paesi. A gennaio Petcore è stata nominata anche membro del gruppo di lavoro in seno a tre DG europee: DG Grow, DG Santé e DG ENV per i lavori sull’ecodesign dei prodotti, altro punto cardine delle politiche UE per l’economia circolare.
Il presidente Ciotti nel suo discorso di apertura ha citato anche uno scambio con l’ufficio della presidenza della Commissione UE che avrebbe confermato l’intenzione di velocizzare i processi per l’approvazione delle autorizzazioni delle nuove tecnologie per il riciclo di materie plastiche destinate al diretto contatto con alimenti (riferimento che sembra rivolto al Regolamento 2022/1616 relativo ai materiali e agli oggetti di materia plastica riciclata destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, rispetto al quale esistono alcune criticità relative alla lentezza delle procedure autorizzative di alcune tecnologie di riciclo). Non da ultimo, a ulteriore conferma dell’alta considerazione di Petcore nelle sedi istituzionali di Bruxelles, Petcore potrebbe diventare l’associazione referente anche per il settore del tessile sintetico in poliestere, possibilità che piace alla Commissione EU in quanto avrebbe un interlocutore unico per la filiera del poliestere.
Il Green Deal è ancora attuale?
Le recenti posizioni assunte dall’amministrazione americana rispetto alla scarsa importanza conferita alle sfide ambientali pongono alcuni importanti interrogativi che non faticano ad arrivare oltreoceano. L’Europa si trova a un bivio e deve chiedersi se il Green Deal dell’era von der Leyen, sebbene semplificato in alcune sue parti e alleggerito sotto la pressione degli operatori economici, sia la strada giusta da seguire. Il programma della Commissione UE per il 2025, pubblicato l’11 febbraio, evidentemente non può permettersi di abbandonare ora la scelta di perseguire obiettivi virtuosi di sostenibilità e decarbonizzazione dell’industria europea. La
sfida, tuttavia, sembra di difficile soluzione se si riflette sulla reticenza e il ritardo con cui alcuni Stati, anche europei, ancora ignorano la questione ambientale. Da qui i dubbi riguardo l’opportunità degli sforzi che si chiedono alle aziende europee e che non trovano riscontro negli altri Paesi extra-UE. Cresce infatti l’esigenza di semplificazione, richiamata con forza dal recente Rapporto Draghi sul futuro della competitività europea. Facilitazioni che hanno trovato forma nel soprannominato “Pacchetto Omnibus” (la pubblicazione del primo dei tre step è avvenuta il 26 febbraio), recante una serie di atti legislativi finalizzati appunto a semplificare attività e incombenze delle aziende europee.
Perturbazioni e instabilità del mercato mondiale del poliestere
L’industria europea, compreso quella delle materie plastiche, specificamente quella del poliestere, soffre principalmente due fattori: la crisi energetica che, più che altrove, pesa sulle imprese europee, e la concorrenza orientale, in particolare cinese, che trova terreno fertile per spingere l’esportazione dei propri prodotti, più competitivi rispetto a quelli del Vecchio Continente, ai massimi livelli. Inoltre, il “governo” europeo faticherebbe a “trovare la quadra”, dovendo mantenere alta l’asticella sugli imperativi ambientali, imprescindibili e sempre più sfidanti e allo stesso tempo salvaguardare la competitività della propria economia e proteggere le aziende europee con gli strumenti che riesce a introdurre, come le politiche antidumping di cui si auspica l’efficacia.
L’intervento di Patrick Bouzekri di SBA-CCI, un habitué degli appuntamenti a Bruxelles, ha messo il dito nella piaga, confermando una situazione del mercato del poliestere che trova riferimento nella crisi del settore petrolchimico e che perdura da qualche anno. Eccesso di offerta e domanda debole è, in sintesi, il quadro che descrive la situazione del mercato del poliestere. Nel 2025 la crescita e l’espansio-
ne della capacità produttiva di PET e PTA, in particolare in Asia (che sta diventando il principale attore nel mercato globale) raggiungerà 162 milioni di tonnellate contro una domanda di circa 132 milioni di tonnellate. Solo in Asia la capacità di produzione stimata nel 2025 sarà di circa 134 milioni di tonnellate (75% fibre e 25% PET), con un tasso di utilizzo degli impianti dell’86%. L’Europa conta 4,4 milioni di capacità produttiva di cui 3/4 dedicati al PET e il resto alla fibra, con un tasso di utilizzo degli impianti circa del 67%.
Il tasso di crescita della capacità produttiva globale stimato per il 2028 sarà in costante aumento con una domanda di PET per il settore dell’imballaggio che continuerà a crescere, ma resterà sotto i livelli di capacità produttiva installata, confermando la situazione dell’eccesso di offerta e domanda debole. Si prevede un surplus impiantistico che conterà circa 8,2 milioni di tonnellate nel 2026 per una domanda di PET per imballaggio di circa 48,9 milioni di tonnellate; surplus che salirà fino a 11,9 milioni di tonnellate nel 2028 per una domanda che toccherà quota 53,5 milioni di tonnellate. Cina, In-
dia e Turchia saranno i maggiori player dei prossimi anni e si stima che l’Asia toccherà quota 48,6 milioni di tonnellate di capacità produttiva di PET nel 2035 contro i 2,9 milioni della UE + UK. Nel 2023-2024, i produttori europei di PTA/PET hanno ridotto significativamente (circa 2,2 milioni di tonnellate) la propria capacità produttiva. I tagli alla produzione hanno riportato la produzione regionale di PET ai livelli precedenti al 2013. L’elevato costo delle materie prime, dell’energia e della produzione ha reso il prezzo del PET europeo non competitivo rispetto alle importazioni, principalmente dall’Asia, dove le materie prime hanno un costo inferiore. Le importazioni rappresentano oggi circa un terzo della domanda europea di PET. I dazi antidumping sulle importazioni cinesi hanno spostato l’origine dell’import su Vietnam, Turchia ed Egitto, da cui ora proviene circa l’82% del volume totale importato. In questa situazione i margini per i produttori europei sono assenti, con la conseguenza della chiusura di diversi impianti. Per ciò che riguarda l’impiego di PET riciclato (rPET) in Europa, il 2024 ha registra-
to la presenza di rPET di grado alimentare per il 24% della domanda. Per gli anni a venire SBA-CCI stima una riduzione dell’impiego di riciclato che rimarrebbe stabile al 20% fino al 2027, in ragione degli alti costi di produzione del riciclato e del suo prezzo finale.
Italia, maggior consumatore al mondo di acqua minerale
Il quadro su consumo di acqua minerale e impiego di PET mostra qualche aspetto positivo. Il consumo mondiale pro-capite di acqua minerale conta mediamente 40 litri, con un dato sorprendente dell’Italia, primo Paese al mondo in questa classifica, dove si bevono circa 249 litri pro-capite, in crescita del 7% rispetto al 2019. Francia e Germania seguono, rispettivamente con 132 e 136 litri pro-capite, ma il consumo è in calo in entrambi i Paesi (-3% Francia, -20% Germania), che presumibilmente utilizzano più acqua da rete pubblica. La Cina conta solo 44 litri pro-capite con +33% di consumo pro-capite rispetto al 2019; l’india conta 19 litri pro-capite e una crescita del 45% rispetto al 2019. Il consumo di PET per bevande è cresciuto nel 2024 a livello mondiale circa dell’1,6%. Tuttavia, è in diminuzione la quota parte dei Paesi europei per ciò che riguarda l’utilizzo di PET negli imballaggi per bevande, che segnano tutti percentuali negative (-5,9% Germania; -0,9% Francia; -0,1% Italia); in crescita invece il consumo in UK (+1,3%). Il confronto con gli altri materiali per bevande mostra che il materiale per eccellenza utilizzato per le bottiglie è ancora il PET con percentuali mediamente superiori al 90% e una previsione che al 2025 vede una crescita della produzione di PET del 2,2%. Petcore ha sottolineato che ancora è difficile
sostituire un materiale così performante come il PET, soprattutto in considerazione dei formati più diffusi di bottiglie da 1,5 litri difficilmente riproducibili con altri materiali a parità di impatto ambientale e caratteristiche tecniche.
Più in generale, si stima comunque una crescita dell’utilizzo di acqua minerale e maggior attenzione ai “claim” ambientali, ma per contro si rileva una crescente preferenza nel consumatore per un maggior impiego di acqua da rete pubblica che potrebbe incidere sulla domanda di bottiglie. L’incremento ipotizzato di attività all’aria aperta, che si prevede saranno più frequenti, potrebbe avere come conseguenza un impiego maggiore di formati di bottiglia più piccoli. Si conferma la previsione della crescente presenza di materiale riciclato dovuta alle spinte legislative, fermo restando le difficoltà derivanti dagli alti costi della plastica riciclata che, secondo le previsioni, persisteranno ancora per molto.
Aumentare la competitività europea è più importante che perseguire obiettivi ambientali?
Competitività e ambiente non deve essere un binomio dai fattori che puntano in direzioni opposte. Tale assunto si evince dal recente Rapporto Draghi che illustra la “road map” per l’Europa per rafforzare la competitività. Il documento è stato efficacemente illustrato nelle parti di interesse della platea di Petcore da Joseph Tayefeh della European Plastics Alliance Plastalliance ed evidenzia anzitutto un’esigenza di armonizzazione fra le differenti legislazioni europee, identificata come primo step per creare le condizioni dirette a riconquistare la competitività persa.
L’armonizzazione va di pari passo con la riduzione dell’eccesso di regolamentazione; in altre parole, inizia a prendere forma la necessità di semplificazione richiamata anche dal programma di lavoro della Commissione europea per il 2025. Il Rapporto Draghi tratta specificamente anche la plastica in un contesto dove si auspica l’impiego di energia a basso impatto quando economicamente conveniente, come idrogeno, biogas, biometano ecc. Il Rapporto considera la plastica “vitale” per l’economia, l’indipendenza e il sostegno all’innovazione e occupazione, sebbene essa rientri fra i settori definiti “energy-intensive industries”, seppure non fra i primi quattro che sono chimica (che il Rapporto differenzia dal settore della plastica), metalli di base, minerali non metallici e pasta di legno, carta e stampa. La plastica non compare. Sulla decarbonizzazione il Rapporto dichiara: “Poiché la gomma e le materie plastiche sono prodotti a base di carbonio, l’obiettivo della transizione verde dell’industria non è la “decarbonizzazione”, ma la riduzione della dipendenza dai combustibili
fossili come materia prima di carbonio”. Draghi, in maniera abbastanza innovativa, pone quindi un interrogativo sul concetto stesso di decarbonizzazione applicato alla riduzione dell’inquinamento e fino a ora considerato il cardine della transizione verde declamata dalle politiche UE.
Un importante passaggio del Rapporto rispetto alle dichiarazioni che additano la plastica come una delle maggiori cause del “global warming” recita: “La produzione di gomma e materie plastiche genera molte meno emissioni dirette di gas a effetto serra rispetto alle quattro industrie ad alta intensità energetica classificate a livello NACE 2 (chimica, metalli di base, minerali non metallici e pasta di legno, carta e stampa) sia in termini assoluti che in relazione al valore aggiunto del settore”. Emerge qui la necessità che approcci analitici basati sull’Analisi del Ciclo di Vita (LCA) di un materiale siano più frequenti e diffusi con una comunicazione adeguata e alla portata dell’opinione pubblica.
Nel Rapporto Draghi c’è anche una con-
siderazione riguardo i costi dell’incenerimento e della discarica che, attualmente, sono inferiori a quelli del riciclo delle materie plastiche (questi ultimi sono purtroppo ancora superiori a quelli del la produzione di plastiche “vergini”). Il Rapporto suggerisce implicitamente di rivedere il rapporto fra costi della discarica e dell’incenerimento e quelli del riciclo, strizzando l’occhio all’ipotesi, neanche troppo velata, di una possibile tassazione per la destinazione a incenerimento o discarica, a favore della circolarità delle materie plastiche.
In conclusione, se il Rapporto Draghi sarà considerato, come sembra, il nuovo timone per l’Europa, la circolarità del sistema plastica e le azioni per rafforzare la competitività delle aziende del settore sono le direzioni da percorre. La parola “riduzione” riferita alle materie plastiche, come è stato giustamente notato a Bruxelles, non compare mai nel Rapporto in oggetto.
Citiamo per dovere di cronaca la presenza di quattro DG della Commissione europea a Petcore 2025 (DG Santé, DG Grow, DG Ttrade e DG ENV), a prova di un dialogo aperto con le istituzioni europee che conferma la volontà di mantenere il confronto con l’industria. Tuttavia, con rammarico, non possiamo dire che tale partecipazione abbia soddisfatto le aspettative dei presenti in sala, forse troppo alte rispetto a una situazione politica globale molto complicata che oggettivamente affossa l’Europa. Quanto alla competitività, l’intervento delle DG Grow e Trade hanno confermato la valenza del Rapporto Draghi (che tuttavia deve essere ancora implementato) e, sostanzialmente, ripropongono le soluzioni antidumping, già citate, che a oggi hanno frenato l’export cinese ma spostato le importazioni dalla Cina ad altri Paesi (Vietnam e India in primis).
Le azioni antidumping sono un tentativo di arginare la concorrenza orientale; tuttavia, non possono essere estese al resto
del mondo. Gli interventi della DG Santé riguardo la regolamentazione del contatto con alimenti, riciclato compreso, mostrano la volontà della Commissione di procedere con azioni per facilitare i processi che rendono operativi gli impianti di cui si chiede autorizzazione. Rimangono tuttavia i tempi lunghi della macchina amministrativa europea i cui danni si riversano sulle aziende. La Commissione si è espressa anche riguardo gli imballaggi “ABA” (vergine-riciclato-vergine) che impiegano riciclato con barriera funzionale. Tale opzione, sebbene in commercio da anni, come le tecnologie per produrla, desta ancora dubbi in seno alla Commissione che ne sta valutando l’effettiva idoneità quanto a sicurezza alimentare. L’ultimo intervento della DG ENV sul Regolamento (UE) 2025/40 (PPWR) ha visto un più rilassato Wolfang Trunk, che si è limitato a informare la platea dei numerosi Atti Delegati che andranno scritti e approvati nei prossimi anni, ora che il documento ha una base legislativa formalmente approvata e pubblicata in GUCE (ricordiamo solo a titolo di cronaca l’intervento di Trunk a Petcore 2024 durante il periodo di intensa negoziazione prima della pubblicazione in GUCE del PPWR, che lo aveva visto rendicontare con un certo imbarazzo sull’avanzamento dei lavori del Regolamento, all’epoca ancora una proposta).
Innovazione a testimonianza di un settore vivo
A Petcore 2025 non sono mancati gli spazi dedicati all’innovazione, in gran parte nel corso della seconda giornata, che hanno trattato soluzioni rivolte principalmente a rendere l’intera filiera del PET più circolare e competitiva; dall’impiego di riciclato, al design per il riciclo e linee guida dedicate, alla garanzia di una buona resa del materiale (in termini di risposta a sollecitazioni fisico-meccaniche, lucentezza, estetica, riciclabilità ecc.), al riciclo chimico. Tra gli interventi chiave, i relatori hanno illustrato: le applicazioni dell’intelligenza artificiale con soluzioni innovative per
ottimizzare i processi lungo tutta la filiera del PET, dall’approvvigionamento alla trasformazione, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e la competitività europea; la tracciabilità e la qualità del riciclato grazie a nuovi sistemi e tecnologie per migliorare la tracciabilità dei contenuti riciclati e garantire una qualità superiore del PET riciclato, elemento cruciale per un riciclo sempre più efficiente; le innovazioni nei processi di raccolta e trasformazione, con progetti che introducono metodologie all’avanguardia per la raccolta dei materiali post-consumo e per il loro successivo trattamento, favorendo una gestione più sostenibile del materiale; gli avanzamenti nel riciclo chimico (depolimerizzazione), illustrando nuove tecnologie che permettono di “spezzare” il PET fino ai suoi monomeri di base, aprendo la strada a un riciclo chimico più efficace e a una maggiore circolarità del materiale. Tra le aziende che hanno presentato innovazioni si ricordano, a titolo di esempio: Husky Technologies, che ha illustrato soluzioni innovative che integrano tecnologia e sostenibilità per abilitare un’economia circolare nel settore del PET; Alpla e Sipa, che hanno proposto nuove tecnologie (come nuovi chiarificanti), per migliorare i processi di riciclo e aumentare la produttività, contribuendo a garantire una qualità superiore del PET riciclato; Avery Dennison, Itene, Getec e Pellenc ST tra i vincitori della “call for innovation papers” con progetti focalizzati su applicazioni dell’intelligenza artificiale, la tracciabilità dei contenuti riciclati e l’ottimizzazione dei processi lungo l’intera filiera del PET; Finboot, Ecosence e KP, che hanno presentato proposte volte a rendere l’industria più resiliente e in linea con le sfide normative e di mercato.
L’aspetto della ricerca portato a Petcore è stato proposto anche attraverso il lavoro svolto dai numerosi gruppi di lavoro in seno a Petcore Europe, che non hanno mancato di rendicontare sulla loro attività in testimonianza di un settore vivo che guarda al futuro con forza e ottimismo.
Il nostro Paese leader europeo
La fotografia del riciclo e dell’utilizzo di materiali riciclati conferma la posizione di primordine della nostra penisola a livello continentale nella circolarità. I target europei non sono ancora raggiunti in tutti i settori, ma quelli più avanti trainano gli altri verso l’incremento dei tassi di riciclo rispetto all’immesso al consumo.
A c ura di Luca Mei
L’Italia si conferma leader europeo del riciclo e dell’utilizzo di materie riciclate. Con 137 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati, che corrispondo all’85,6% del totale dei rifiuti trattati (tra urbani e speciali compresi i rifiuti inerti) l’Italia guida, infatti, la classifica europea, con la media UE ferma al 40,8%. E il nostro Paese primeggia anche con il tasso di utilizzo di MPS (materie prime seconde) derivate dal riciclo sul totale dei materiali consumati (tasso di utilizzo circolare di materiali): il 20,8% dei materiali utilizzati dall’industria nel 2023 proveniva dal riciclo dei rifiuti, quasi il doppio rispetto alla media europea (11,8%), cresciuto partendo dal 18,8% del 2019, (13,9% in Germania, 17,6% in Francia, 8,5% in Spagna). Un’eccellenza che si conferma anche con 10.500.000 tonnellate di rifiuti d’imballaggio riciclati nel 2023, con un tasso di riciclo pari al 75,3%, in aumento del 4,2% rispetto al 2022, oltre l’obiettivo europeo di riciclo del 65% al 2025 e anche oltre quello del 70% al 2030. Meno brillante, invece, è il riciclo dei rifiuti urbani, specie applicando il nuovo metodo di calcolo europeo: nel 2022 il 49,2%, con un obiettivo europeo del 55% al 2025, del 60% al 2030, del 65% al 2035.
La fotografia dell’Italia del riciclo emerge dal rapporto “Il Riciclo in Italia 2024”, che ha preso in esame 19 filiere del rici-
clo nel nostro Paese. Il rapporto è stato presentato alla conferenza nazionale dell’industria del riciclo, giunta nel 2024 alla sua terza edizione, intitolata “L’Europa e l’industria del riciclo” e promossa da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Conai e Pianeta2030, mensile de Il Corriere della Sera, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di Ispra e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. In tale occasione è stata presentata anche la nuova piattaforma interattiva, disponibile nel sito Ricicloinitalia.it, con i dati del rapporto di tutte le filiere del riciclo, i dati sulla gestione dei diversi flussi di rifiuti negli ultimi dieci anni, la rete impiantistica nazionale e il confronto tra le prestazioni di riciclo dei principali Paesi UE; la nuova piattaforma si pone l’obiettivo di fornire, con una navigazione semplice e interattiva, una visione d’insieme dell’industria del riciclo italiano.
“Per aumentare la circolarità e i tassi di riciclo è fondamentale assicurare stabilità, volumi adeguati di domanda e prezzi remunerativi per le MPS generate dal riciclo”, ha dichiarato il presidente di Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi. “Per questo assume rilevanza strategica la nuova proposta annunciata dalla commissaria Von der Leyen di una nuova legge europea sull’economia circolare, che contribuirà a rafforzare la domanda di mercato per materiali secondari. Ma oltre alle misure
europee, servirebbero anche iniziative nazionali per aumentare la domanda interna di materiali provenienti dal riciclo”.
“Con l’avvio del nuovo corso della Commissione europea diretta dalla Von dr Leyen”, ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nel suo video messaggio alla conferenza, “c’è una nuova occasione su cui puntare per lo sviluppo di una economia circolare nell’obiettivo di una economia decarbonizzata”.
“Un’occasione necessaria per parlare di economia circolare e riflettere su come si stia evolvendo nel nostro Paese”, ha commentato Ignazio Capuano, presidente di Conai. “Se pensiamo al riciclo degli imballaggi, l’Italia è oggi un punto di riferimento a livello europeo e questo risultato è frutto dell’impegno di tutti gli attori della filiera, dalle imprese alle istituzioni fino ai cittadini. L’augurio ora è che sempre più materiali, non solo quelli da imballaggio, siano valorizzati a fine vita e trovino nuova vita grazie al riciclo”.
Nel rapporto, in cui è inclusa la rassegna dei 19 settori industriali coinvolti, per quanto riguarda la plastica si registra un lieve incremento delle quantità di riciclo effettivo pari all’1,4%, raggiungendo il 48% di riciclo degli imballaggi immessi al consumo (50% il target UE al 2025). Rispetto al 2022 le quantità avviate a riciclo meccanico sono aumentate del 2,5%. Sul fronte delle bioplastiche, gli imballaggi in bioplastica compostabile conferiti agli impianti di riciclo dell’organico sono stati pari a 44 kt, ossia circa il 57% dell’immesso al consumo.
L’Europa, con 59 milioni di tonnellate nel 2022 (14% del totale), riduce ulteriormente la sua quota di produzione globale di materie plastiche, scesa tra il 2006 e il 2022 dal 22% al 14%. Il primo produttore mondiale rimane la Cina, con il 32% della quota totale (128 milioni di tonnellate), mentre la produzione europea di plastica circolare ha raggiunto nel 2022 11,7 milioni di tonnella-
te, pari al 19,7% della produzione totale. Nel 2022, gli imballaggi (39%) e le applicazioni per l’edilizia e le costruzioni (22,9%) rappresentavano di gran lunga i maggiori mercati finali per le materie plastiche nell’UE27+3, con il settore automobilistico (8,3%) terzo mercato di utilizzo finale.
L’UE27 si trova ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi di riciclo fissati per il 2025, con solo il 40,7% dei rifiuti di imballaggio in plastica avviato a riciclo. Tra i Paesi presi in esame la Francia risulta essere quello più indietro, riciclando infatti appena il 25,2% del totale, mentre la Germania (51,1%) risulta l’unico a raggiungere e superare il target fissato al 50% entro il 2025.
In Italia la gestione dei rifiuti degli imballaggi in plastica è garantita da Corepla, a cui partecipa l’intera filiera industriale: produttori e trasformatori di materie plastiche per la fabbricazione di imballaggi, imprese utilizzatrici e recuperatori/riciclatori di rifiuti di imballaggi in plastica. Il consorzio assicura il ritiro nel 92% dei comuni italiani, garantendo l’avvio a riciclo e
SETTORE
Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica in Europa
FIGURA 23 Fonte: Eurostat
Tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica nei principali Paesi europei, 2022 (%)
Nel 2023 (fonte Plasticonsult per UNIONPLAST) le 4.850 aziende trasformatrici, che complessivamente occupano 105.500 addet-
L’UE27 si trova ancora raggiungere gli gio fissati per il dei rifiuti di imballaggio ca vengono avviati paesi analizzati essere quello più ricicla appena il mentre la Germania nico a raggiungere target fissato al La Spagna, tra è quello che esporta quantità di imballaggi da riciclare al di nazionali (nel 2022 Grafico il Riciclo in Italia
post-consumo (fonte IPPR). Il settore della trasformazione è caratterizzato molte piccole e
In Italia la plastica registra un lieve incremento delle quantità di riciclo effettivo, pari all’1,4%, raggiungendo il 48% di riciclo degli imballaggi immessi al consumo, a fronte di un target UE che per il 2025 è fissato al 50%.
Il presidente di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, durante la conferenza nazionale dell’industria del riciclo, illustra i dati del rapporto “Il Riciclo in Italia 2024”.
recupero del materiale raccolto. Inoltre, sono operativi quattro consorzi autonomi per la valorizzazione a riciclo di specifiche tipologie di imballaggi in plastica: Aliplast, Conip, Coripet ed Erion Packaging.
Per la filiera degli imballaggi in plastica il primo nuovo obiettivo di riciclo da raggiungersi nel 2025 è fissato al 50%, mentre il nuovo metodo di calcolo è stato applicato già a partire dalla rendicontazione relativa all’anno solare 2020. Lo spostamento del punto di calcolo dell’obiettivo di riciclo a valle del precedente, all’interno e non più all’ingresso dell’impianto di riciclo, rende il raggiungimento dei nuovi obiettivi ancora più impegnativo. Nel 2023 la filiera della plastica ha registrato un
leggero incremento delle quantità a riciclo effettivo del 1,4% rispetto al 2022, portando il tasso di riciclo al 48% dell’immesso al consumo, per un totale di oltre 1,1 milioni di tonnellate avviate a riciclo.
I
settori più connessi alla plastica
Nel rapporto “Il Riciclo in Italia 2024” viene presentata la rassegna dei 19 settori industriali coinvolti, dei quali solo alcuni superano i target europei (segnatamente carta e cartone –tasso di riciclo del 92% dell’immesso al consumo – acciaio – 88% – vetro – 77,4% – alluminio – 70,3 – legno –65% – e bioplastiche). Come visto, un incremento dell’1,4% delle quantità di plastica a riciclo effettivo ha portato al 48% il riciclo degli imballaggi immessi al consumo, a fronte di un target UE del 50% al 2025. Rispetto al 2022 le quantità
avviate a riciclo meccanico sono comunque aumentate del 2,5%.
Per quanto riguarda i comparti più strettamente connessi a quello della plastica, gli imballaggi in bioplastica compostabile conferiti agli impianti di riciclo dell’organico sono stati pari a 44 kt, corrispondenti a circa il 57% dell’immesso al consumo, mentre sono state prodotte 530 kt di pneumatici fuori uso, in aumento del 7,8% rispetto al 2021. Infine, la raccolta di RAEE si attesta al 30%, molto lontano dal target europeo del 65% in vigore dal 2019.
European Bioplastics Conference 2024
European Bioplastics ha organizzato l’evento di due giorni nella capitale tedesca con presentazioni approfondite, tavole rotonde e analisi dei dati di mercato. In tale occasione presentata l’edizione 2024 dell’aggiornamento sullo sviluppo del mercato delle bioplastiche, che conferma la continua crescita delle capacità produttive globali.
Secondo il rapporto sul mercato delle bioplastiche nel 2024 presentato da European Bioplastics nel corso dell’evento annuale European Bioplastcis Conference 2024, svoltosi a Berlino il 10 e l’11 dicembre 2024, la capacità produttiva globale di bioplastiche risulta in crescita, trainata dall’aumento della domanda e dall’emergere di nuove applicazioni. E, in base alle previsioni, la produzione dovrebbe continuare a crescere ulteriormente, passando da circa 2,47 milioni di tonnellate nel 2024 a 5,73 milioni di tonnellate nel 2029.
“La crescita della capacità di produzione di bioplastiche dovrebbe essere vista nel contesto di una crescente consapevolezza dei consumatori sull’impatto ambientale associato al consumo complessivo di plastica, sottolineando non solo la resilienza ma anche l’importanza del nostro settore nel contribuire a soluzioni sostenibili”, afferma Hasso von Pogrell, direttore generale di European Bioplastics. Per quasi tutti i materiali plastici e le relative applicazioni esistono bioplastiche alternative. I idati mostrano che, grazie al consistente sviluppo di polimeri biodegradabili e a base biologica, come acido polilattico (PLA), poliidrossialcanoati (PHA), polietilene e polipropilene a base biologica, le capacità produttive sono destinate a crescere in maniera significativa entro i prossimi cinque anni.
Le bioplastiche trovano impiego per una crescente varietà di applicazioni, che vanno dagli imballaggi ai beni di consumo, ai componenti auto e ai prodotti per agricoltura. Gli imballaggi
Mariagiovanna Vetere e Franz Kraus, copresidenti di European Bioplastics, durante il loro intervento di apertura della conferenza berlinese.
rimangono il più grande segmento di mercato per le bioplastiche, con una quota del 45% (pari a 1,12 milioni di tonnellate) del totale nel 2024.
Il confronto tra capacità e produzione effettiva nel 2024 mostra che gli impianti per bioplastiche vengono utilizzati a un regime di circa il 60% del totale. Sebbene in alcuni casi si registrino variazioni significative dal 35 al 100% a seconda del polimero, il tasso medio di utilizzo nel 2024 risulta del 58% (pari a 1,44 milioni di tonnellate prodotte contro 2,47 milioni di tonnellate di capacità).
“Un potenziale ulteriore avvicinamento della produzione effettiva alle capacità produttive esistenti dipende in gran parte dall’interpretazione specifica delle recenti normative - parola chiave PPWR - e di altre future normative europee relative al mercato delle materie plastiche”, ha aggiunto von Pogrell.
La conferenza
Circa 350 partecipanti si sono riuniti a Berlino e online il 10 e l’11 dicembre 2024 per partecipare alla diciannovesima edizione della European Bioplastics Conference, organizzata da European Bioplastics. Inoltre, quest’anno, la conferenza ha registrato la partecipazione di quasi 50 relatori, tra cui esperti di spicco del settore, ricercatori e operatori a vario titolo nel campo delle bioplastiche. A questo si sono aggiunte 53 aziende, ricercatori e istituzioni che hanno presentato anche un’ampia varietà di nuovi prodotti, materiali e applicazioni.
Nel loro discorso di benvenuto, Mariagiovanna Vetere e Franz Kraus, copresidenti di European Bioplastics, hanno evidenziato i cambiamenti positivi nell’industria europea: “Arriviamo alla fine di un anno impegnativo con l’entrata in vigore delle normative che impongono applicazioni di imballaggi compostabili, forniscono un percorso di crescita per le plastiche bio-based e potenziano le applicazioni agricole biodegradabili”.
“Riponiamo molte speranze in questi Parlamento europeo e Commissione europea, nella nuova strategia industriale, nel Clean Industrial Deal e nel rilancio di una strategia dell’UE per la bioeconomia come uno dei suoi pilastri. Le plastiche bio-based, biodegradabili e compostabili sono parte integrante della bioeconomia e siamo disposti a fare la nostra parte nell’affrontare il problema dell’inquinamento da plastica nel suolo e nel mare. Le bioplastiche sono qui per restare e per crescere”, hanno aggiunto i due copresidenti.
Le sessioni hanno evidenziato i progressi compiuti nelle bioplastiche, valutato il loro impatto ambientale e le tappe fondamentali della sostenibilità e fornito una panoramica completa
del panorama industriale globale. Oltre al mercato europeo, sono stati presentati approfondimenti e tendenze chiave dai principali mercati come Stati Uniti, Medio Oriente e Cina. Nel suo intervento, Kristin Schreiber, direttrice della DG Grow F della Commissione europea, ha sottolineato che la transizione verso un’economia circolare a base biologica più sostenibile è uno dei pilastri centrali della visione a lungo termine dell’Unione Europea e che i materiali a base biologica svolgeranno un ruolo cruciale nel raggiungimento di un’economia dell’UE competitiva e sostenibile. Kristin Schreiber ha anche spiegato l’importanza di gestire strategicamente le risorse della biomassa e ha invitato i partecipanti a condividere intuizioni e contributi su come far prosperare il mercato delle bioplastiche.
La parte dedicata ai dati di mercato ha rivelato che la produzione globale complessiva di plastica continua ad aumentare costantemente e che c’è ancora spazio per la crescita e l’innovazione. “La crescita della capacità di produzione di bioplastiche dovrebbe essere vista sullo sfondo di una crescente consapevolezza dei consumatori sull’impatto ambientale associato al consumo complessivo di plastica, sottolineando non solo la resilienza ma anche l’importanza del nostro settore nel contribuire a soluzioni sostenibili”, ha affermato Hasso von Pogrell, direttore generale di European Bioplastics.
Un momento del convegno di Berlino del 10 e 11 dicembre 2024; la prossima edizione di European Bioplastics Conference si terrà nella capitale tedesca il 2 e il 3 dicembre 2025.
Per Assorimap il caro energia mina la sostenibilità
In una recente nota stampa il presidente di Assorimap, Walter Regis, ha dichiarato che “se i prezzi dell’energia salgono saremo di nuovo costretti a sospendere alcune linee produttive”. Aggiungendo, a proposito dell’informativa alla Camera del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che “dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale europea del Regolamento imballaggi, che finalmente stabilisce regole per riciclabilità e contenuto di riciclato, elementi essenziali della circolarità, la previsione dei prezzi
dell’energia al rialzo rischia di mettere di nuovo in crisi l’intero comparto del riciclo”.
“Le nostre aziende da anni attendevano gli obblighi per la progettazione di imballaggi riciclabili e obiettivi di contenuto minimo obbligatorio di riciclato nella produzione degli imballaggi in plastica, così come avevamo richiesto”, ha spiegato Regis, in merito alla pubblicazione del Regolamento imballaggi del 22 gennaio e alla sua entrata in vigore tra venti giorni in tutti gli Stati europei. Anche se i tempi di applicazione delle norme per i produttori di imballaggi sono dilazionati fino al 2040 “poter risolvere i problemi di approvvigionamento di materie dava speranza al mercato”, ha proseguito il presidente di Assorimap. Ma le imprese del riciclo di materie plastiche sono energivore e provengono dal biennio 2022-2023 in cui sono state costrette a sospendere alcune linee produttive a causa dei prezzi. “In uno scenario economico incerto, con i prezzi dell’energia previsti al rialzo per i prossimi mesi, le norme del PPWR, fondamentali per sostenere il comparto del riciclo meccanico delle materie plastiche, rischiano di non poter portare i benefici auspicati”, ha concluso Walter Regis. Il presidente dell’associazione nazionale dei riciclatori e dei rigeneratori di materie plastiche, nel frattempo, ha annunciato che dal primo gennaio 2025 Marilena Di Brino è la nuova direttrice di Assorimap, congratulandosi con l’interessata per la nomina, che arriva come riconoscimento della professionalità e della dedizione in oltre dieci anni di lavoro in associazione da parte della neodirettrice. Laureata in lingue e letterature Moderne all’Università Sapienza di Roma, la nuova direttrice infatti lavora in Assorimap dal 2015, dove nell’ultimo anno ha ricoperto il ruolo di vicedirettore.
Le imprese del riciclo di materie plastiche sono energivore e nel biennio 2022-2023 sono state costrette a sospendere alcune linee produttive a causa dei prezzi elevati dell’energia.
Iter legislativo
Il Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWR) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUCE). Il testo era stato approvato dal Parlamento europeo il 24 aprile 2024 e adottato formalmente dal Consiglio europeo il 16 dicembre 2024. A questo punto, dopo essere entrato in vigore l’11 febbraio, esso sarà applicabile a decorrere dal 12 agosto 2026. Il Regolamento mira a ridurre la generazione di rifiuti di imballaggio, stabilendo obiettivi vincolanti di riutilizzo, limitando determinati tipi di imballaggi monouso e richiedendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi. Il regolamento copre l’intero ciclo di vita degli imballaggi.
L’atto stabilisce nuovi obiettivi vincolanti di riutilizzo per il 2030 e obiettivi indicativi per il 2040. Gli obiettivi variano a seconda del tipo di imballaggio considerato (per esempio, obiettivi vincolanti del 40% per gli imballaggi destinati a trasporto e vendita).
Tra le principali norme introdotte rientrano: obiettivi di percentuale minima di contenuto riciclato entro il 2030 e il 2040 (fino al 65% per le bottiglie di plastica monouso entro il 2040); riduzione al minimo di peso e volume degli imballaggi ed eliminazione dell’adozione di imballaggi non necessari; riduzione al minimo dell’utilizzo di sostanze pericolose e limitazione dell’immissione sul mercato di imballaggi a contatto con gli alimenti contenenti PFAS che superano determinate soglie. A tali fini dovrebbero guardare i requisiti di etichettatura, marcatura e informazione (per esempio sulla composizione dei materiali o sul contenuto di riciclato) per facilitare la selezione e le scelte da parte dei consumatori.
Inoltre, il Regolamento introduce restrizioni sugli imballaggi in plastica monouso per impieghi specifici: frutta e verdura preconfezionate di peso inferiore a 1,5 kg; alimenti e bevande consumati
all’interno di hotel, bar e ristoranti; porzioni singole di condimenti, salse, panna e zucchero consumati in alberghi, bar e ristoranti; prodotti monouso per la cura della persona e cosmetici utilizzati nel settore alberghiero; sacchetti di plastica ultraleggeri per prodotti sfusi. Infine, secondo le nuove norme, nella ristorazione da asporto ai consumatori dovrà essere offerta la possibilità di utilizzare propri contenitori da riempire senza costi aggiuntivi.
Prosegue l’iter legislativo che porterà il Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi a diventare definitivamente legge.
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Conai ha approvato le richieste di rimodulazione del contributo ambientale e le relative motivazioni presentate dai consorzi per gli imballaggi in legno, plastica e vetro e per quelli compositi a prevalenza carta.
Contributo ambientale
I consorzi Corepla, Rilegno e Coreve hanno aggiornato le stime sulla loro situazione patrimoniale e sulle conseguenti proiezioni finanziarie per il 2025, che richiedono un aumento dei contributi ambientali per garantire la loro gestione operativa. Negli ultimi mesi si è assistito a una serie di rialzi dei costi legati alla raccolta dei rifiuti di imballaggio e alle conseguenti attività legate al riciclo degli stessi, sempre più complesse per alcuni materiali. Contestualmente, si è osservata, soprattutto per i rottami di vetro, una
Prosegue la raccolta di
diminuzione dei ricavi derivanti dalla vendita post-consumo dei materiali. Conai ha valutato e approvato le richieste di rimodulazione del contributo ambientale (o CAC) e le relative motivazioni presentate dai suddetti consorzi. Tutte le variazioni decorreranno dal 1° luglio 2025, con un secondo aumento previsto per il contributo ambientale vetro a partire dal 1° gennaio 2026. Conai continuerà a monitorare l’andamento delle filiere dei materiali interessati da queste rimodulazioni.
Nel 2024 Corepla ha registrato uno straordinario incremento degli imballaggi in plastica a fine vita rinvenuti nella raccolta differenziata (+4,6% stimato sull’intero anno) con notevoli impatti anche sulle ulteriori fasi di gestione quali la selezione e l’avvio a riciclo (con frazioni sempre più complesse e attività sperimentali in corso) o a recupero energetico. Una notizia positiva da un punto di vista
Ecopneus ha completato la raccolta di 1.920 kg di pneumatici fuori uso (PFU) abbandonati illegalmente.
ambientale, considerata la necessità di continuare a far crescere i tassi di intercettazione - anche tramite raccolte selettive delle bottiglie - alla luce dei prossimi obiettivi che saranno richiesti agli Stati dell’Unione. Nonostante i prezzi medi delle aste abbiano avuto un effetto positivo sui ricavi e contemporaneamente i ricavi da CAC risultino in linea con quelli a budget, l’imprevedibile aumento dei volumi di rifiuti gestiti dal consorzio in tutto il 2024 ha reso necessaria una rimodulazione del contributo ambientale per gli imballaggi in plastica. Anche per l’anno 2025 restano confermate le nove fasce in vigore dal 2023, con valori sempre più legati ai costi necessari per avviare a riciclo le tipologie di imballaggi inclusi in ciascuna fascia. Per sei fasce si registra un aumento e per tre una lieve diminuzione che è espressione del deficit di catena (saldo tra costi ed eventuali ricavi da cessione a riciclo), sempre a partire dal 1° luglio 2025.
Presso l’Oasi delle Salicelle, lungo il fiume
Volturno, nelle vicinanze del Ponte di Annibale nel territorio comunale di Capua (Caserta), Ecopneus ha completato la raccolta di 1.920 kg di pneumatici fuori uso (PFU) abbandonati illegalmente.
L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione tra la provincia di Caserta, il consorzio di bonifica del Basso Volturno ed Ecopneus.
L’operazione, che ha liberato un’area di oltre 1.000 metri quadrati prima
del riempimento dell’invaso, previsto con la riapertura della diga sul fiume Volturno, si è rivelata cruciale per evitare che i rifiuti, se non rimossi, venissero trascinati dalle acque fino al mare, con gravi rischi per l’ecosistema e la fauna acquatica. L’iniziativa rientra nelle attività previste dal “Protocollo di Intesa per l’attuazione di interventi di prelievo e gestione di pneumatici fuori uso abbandonati nel territorio delle province di Napoli e Caserta”, sottoscritto nel 2013 dall’allora ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, insieme all’incaricato del ministro dell’Interno per il contrasto agli incendi dolosi di rifiuti in Campania, ai prefetti di Napoli e Caserta, ai sindaci di Napoli e Caserta ed Ecopneus.
“Interventi come quello presso l’Oasi delle Salicelle non si limitano alla rimozione di pneumatici fuori uso abbandonati, ma rappresentano una
risposta concreta a problematiche che minacciano la sicurezza ambientale e la biodiversità. Grazie alla sinergia creata dal Protocollo d’Intesa, abbiamo dimostrato che un dialogo costruttivo tra istituzioni e privati può generare risultati straordinari: oltre 23 mila tonnellate di PFU recuperate dal 2013, con la liberazione del territorio da accumuli storici, la bonifica di aree particolarmente compromesse e l’investimento di risorse significative per garantire interventi tempestivi ed efficaci. Il nostro impegno comprende azioni concrete di raccolta e attività di sensibilizzazione alla cultura della prevenzione, consapevoli che solo attraverso l’educazione e la sensibilizzazione si può contrastare il fenomeno dell’abbandono illegale e prevenire il degrado ambientale”, ha dichiarato Giuseppina Carnimeo, direttrice generale di Ecopneus.
Dalla Commissione europea
“Il piano francese approvato sosterrà gli investimenti per il riciclo chimico della plastica. Contribuirà all’obiettivo dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, promuovendo l’uso delle risorse esistenti attraverso pratiche efficienti e l’economia circolare. Allo stesso tempo, esso garantirà che qualsiasi potenziale distorsione della concorrenza sia ridotta al minimo”, ha dichiarato Teresa Ribera, vicepresidentessa esecutiva per la transizione pulita, giusta e competitiva.
La Commissione europea ha approvato un piano francese da 500 milioni di euro per sostenere il riciclo chimico di alcuni tipi di rifiuti plastici. La misura si inquadra tra le priorità della Commissione europea da realizzare nel periodo 2024-2029, che mirano a incentivare una economia circolare e resiliente.
La Francia ha notificato alla Commissione europea i suoi piani per introdurre un piano da 500 milioni di euro a sostegno degli investimenti per il riciclo chimico di determinati tipi di rifiuti di plastica, come vaschette, pellicole, bottiglie non per bevande e materiali tessili contenenti una certa quantità di poliestere. Il regime mira a sostenere le tecnologie per il riciclo chimico che convertano i rifiuti di plastica misti e/o contaminati in materie prime seconde con proprietà “simili a quelle vergini”. Il regime contribuirà all’obiettivo dell’UE di circolarità dei processi di produzione e consumo come parte di una più ampia trasformazione del settore verso la neutralità climatica.
Nell’ambito di tale piano, l’aiuto
assumerà la forma di sovvenzioni dirette ed è aperto alle aziende di tutte le dimensioni e operanti in tutti i settori. L’importo massimo dell’aiuto è pari al 40% dei costi ammissibili, ossia i costi di investimento aggiuntivi calcolati confrontando i costi di investimento totali per un progetto di riciclo chimico di rifiuti plastici con quelli totali per progetti meno rispettosi dell’ambiente.
La Commissione europea ha constatato che il piano risulta necessario e opportuno per consentire il riciclo chimico della plastica e procura un “effetto incentivante” in quanto i beneficiari non sarebbero in grado di realizzare gli investimenti pertinenti senza il sostegno pubblico. La Francia ha messo in atto sufficienti misure di salvaguardia per garantire che il piano abbia un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’UE. In particolare, il piano è aperto a tutte le aziende che operano in tutti i settori e l’aiuto è limitato al minimo necessario per intraprendere i relativi progetti.
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un passo concreto verso un futuro più sostenibile.
Società del gruppo TIM fornitrice di servizi internazionali in Italia e tra i primi operatori a livello mondiale, Sparkle ha siglato un accordo con Oceanic Environmental Cables (OEC) per il recupero e il riciclo di cavi sottomarini per telecomunicazioni inutilizzati. OEC recupera e ricicla cavi sottomarini fuori servizio grazie a una metodologia in attesa di brevetto che consente di smontare, separare e ordinare tutti
GDO circolare
Michele Petrone, a sinistra, amministratore delegato di Aliplast e Stefano Altissimo, a destra, amministratore delegato di Sacme.
i componenti dei cavi riutilizzandoli nella filiera, riducendo così al minimo gli sprechi e massimizzando l’utilizzo delle risorse. La collaborazione con OEC rientra nel più ampio impegno di Sparkle per rendere più efficienti le risorse, ridurre le emissioni e creare una filiera sostenibile, in linea con i principi di sostenibilità e responsabilità del gruppo TIM.
In base all’accordo, OEC acquisirà da Sparkle oltre 22.000 km di cavi sottomarini telegrafici, coassiali e in fibra ottica posati nel Mediterraneo, generando un risparmio stimato di oltre 35.000 tonnellate di CO2 e attraverso il riutilizzo di materiali secondari nella produzione. I cavi sottomarini fuori servizio Sparkle saranno prelevati dal fondale marino e trasportati presso le strutture di OEC e dei suoi partner, che smantelleranno, separeranno, puliranno e analizzeranno i vari componenti, quali fibra ottica, rame, acciaio, alluminio, HDPE e LDPE, da recuperare e trasformare in materiali riciclati di alta
qualità da reimmettere nella catena della produzione industriale.
“Siamo orgogliosi di essere tra i primi operatori globali a intraprendere un’iniziativa così innovativa, promuovendo pratiche di economia circolare e riducendo l’impatto ambientale”, ha affermato Enrico Bagnasco, CEO di Sparkle. “La collaborazione con OEC rappresenta un passo concreto verso un futuro più sostenibile, in cui le risorse del passato possono essere recuperate e trasformate in opportunità per il presente e il futuro”.
“Siamo entusiasti di collaborare con Sparkle a questa importante iniziativa. Recuperando e riciclando questi cavi ridondanti, non solo stiamo riducendo la congestione e i rifiuti sui fondali del Mediterraneo, ma stiamo anche riducendo la necessità di materiali vergini nella produzione. Questo processo riduce significativamente le emissioni di carbonio e incarna i principi di un’economia circolare”, ha aggiunto Horst Brockmueller, CEO di OEC.
Sacme e Aliplast hanno sottoscritto un accordo per la raccolta e il riciclo dei film plastici di scarto della GDO per realizzare nuovi sacchetti per la raccolta della spazzatura.
Ogni giorno nella GDO italiana centinaia
di tonnellate di imballaggi in plastica si trasformano in rifiuti. Si tratta per lo più di film termoretraibili o estensibili in LDPE che in larga parte vengono avviati a riciclo. Le due società con l’accordo intendono offrire alla rete di supermercati del nostro Paese un’alternativa in chiave spiccatamente circolare: trasformare il rifiuto in LDPE in un prodotto da rivendere all’interno degli stessi negozi in cui è stato generato, evitando a monte la produzione di rifiuti.
Lo schema è semplice: Aliplast raccoglierà presso i centri di distribuzione i film di scarto da rigenerare attraverso le proprie piattaforme in LDPE che Sacme utilizzerà per produrre sacchi per rifiuti contenenti almeno l’80% di riciclato. Questi sacchi
verranno poi commercializzati con private label della catena GDO partner, supportati da una tracciabilità in grado di garantire che l’LDPE riciclato provenga effettivamente dagli scarti della catena stessa.
Grazie all’accordo, dunque, la catena GDO partner potrà mettere in atto un vero e proprio ciclo chiuso della plastica consentendo ai clienti di effettuare un consumo consapevole attraverso prodotti a marchio, con un impatto ambientale facilmente misurabile. Secondo uno studio LCA è stato calcolato che ogni tonnellata di sacchetti realizzati con film riciclato, infatti, consente una riduzione di 2,456 tonnellate di CO2 equivalente emesse in atmosfera.
LISTENING TO USERS’ NEEDS
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Amut e i Green Extrusion Days
Un’immersione profonda nel mondo del riciclo della plastica e dell’innovazione grazie a un incontro con Piergianni Milani, presidente della società novarese. Che ha illustrato le più recenti innovazioni di Amut per il riciclo alla luce delle molte opportunità che esso offre e delle normative che lo regolano.
Il settore della plastica si trova a un punto di svolta cruciale. Con la crescente preoccupazione per l’ambiente, la domanda di soluzioni sostenibili non è mai stata così alta. Amut, primaria azienda nel settore delle tecnologie per il riciclo della plastica, è in prima linea in questa rivoluzione e in un’intervista esclusiva con il suo presidente Piergianni Milani abbiamo approfondito le ultime innovazioni introdotte a tale scopo dall’azienda, come queste siano funzionali alle sfide che il settore deve affrontare e quali potenzialità offra il futuro del riciclo della plastica al loro ulteriore sviluppo.
Amut, azienda italiana con radici profonde nel cuore dell’industria plastica, è oggi un punto di riferimento a livello globale per le soluzioni innovative nel riciclo e nella trasformazione delle materie plastiche. Fondata nel 1958, essa ha saputo evolversi nel corso degli anni anticipando le tendenze del mercato e investendo costantemente in ricerca e sviluppo. Dalle prime linee di estrusione alle sofisticate tecnologie per il riciclo meccanico e chimico, Amut ha sempre dimostrato una forte vocazione all’innovazione. L’azienda è stata tra le prime a comprendere l’importanza di un approccio sostenibile alla gestione dei rifiuti plastici, sviluppando soluzioni in grado di trasformare un problema ambientale in una risorsa economica. Il core business di Amut si concentra su due aree principali: riciclo e trasformazione. L’azienda offre una gamma completa di impianti e tecnologie per il riciclo di diverse tipologie di plastica, dagli scarti di produzione ai rifiuti post-consumo. I suoi impianti sono progettati per garantire la massima efficienza energetica e la produzione di granulati riciclati di alta qualità, pronti per essere riutilizzati nei processi produttivi. Oltre al riciclo, Amut è specializzata nella produzione di linee complete per la trasformazione delle materie plastiche, dalla produzione di film e foglie alla realizzazione di tubi e profili.
Abbiamo incontrato Piergianni Milani durante i recenti Green Extrusion Days organizzati da Amut per proporre una vetrina delle sue tecnologie all’avanguardia destinate al riciclo. Il presidente ha spiegato che l’evento mirava a evidenziare l’intero processo di riciclo, dalla raccolta e selezione dei materiali all’estrusione finale di prodotti riciclati di alta qualità. “Non ci occupiamo solo della fase finale”, ha sottolineato Piergianni Milani. “Amut è coinvolta in ogni fase del processo di riciclo, dalla selezione e lavaggio all’estrusione. Questa open house ci permette di connetterci con i clienti in ogni fase della catena”. Uno dei principali fattori che alimentano l’interesse per il riciclo della plastica è la crescente pressione delle normative ambientali. L’Unione Europea, ad esempio, ha fissato obiettivi ambiziosi introducendo una serie di direttive e regolamenti volti a promuovere l’utilizzo di materiali riciclati negli imballaggi e a ridurre la dipendenza dalle materie prime fossili. Tra le principali misure, si segnalano gli obiettivi vincolanti di raccolta e riciclo dei rifiuti plastici, nonché i requisiti di qualità per la plastica riciclata destinata a venire a contatto con gli alimenti. Queste normative, oltre a stimolare l’innovazione tecnologica nel settore del riciclo, contribuiscono a creare un mercato competitivo per i materiali riciclati, incentivando le imprese a investire in soluzioni sostenibili. “C’è un’enorme opportunità di mercato, ma comporta delle sfide. Però c’è tutta una spinta green nel mondo, soprattutto in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Nord America in generale, ma vediamo che si sta spostando anche in altri continenti”, ha osservato il presidente di Amut al riguardo. Punto culminante dei Green Extrusion Days è stata la nuova linea di estrusione di Amut, progettata per produrre PET riciclato di grado alimentare da scaglie post-consumo. Questa linea è dotata di una tecnologia avanzata che consente la produzione
Veduta complessiva della linea in funzione nelle giornate di open house.
di film sottili e di alta qualità, anche da materiali difficili come il polipropilene. “Abbiamo investito molto in ricerca e sviluppo per creare macchine che siano non solo efficienti ma anche altamente flessibili”, ha affermato Milani. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare i nostri clienti a realizzare prodotti riciclati di alta qualità che soddisfino i più elevati standard”.
La linea di estrusione Amut offre una flessibilità eccellente nella produzione di laminati, consentendo di ottenere spessori che variano da un minimo di 100 micron a un massimo di 1.500 micron. Questa vasta gamma di spessori soddisfa le esigenze di un’ampia varietà di applicazioni, dalla termoformatura di vaschette per alimenti alla produzione di film per imballaggi in-
dustriali. In particolare, la possibilità di produrre laminati con spessori inferiori a 300 micron, un obiettivo particolarmente sfidante per il polipropilene, rappresenta un importante vantaggio competitivo.
Inoltre, la linea è attrezzata anche con un coestrusore, permettendo di introdurre strati funzionali come l’antiblocking, indispensabile per evitare l’adesione tra foglie durante lo stoccaggio e la lavorazione successiva. Questa caratteristica è particolarmente utile per applicazioni in cui l’utilizzo di agenti antiblocking liquidi non è consentito, come nel caso di alcuni alimenti. La combinazione di spessori sottili, precisione nel controllo dello spessore e possibilità di coestrudere rende la linea Amut una soluzione ideale per la produzione di laminati personalizzati e ad alte prestazioni, rispondendo alle esigenze più specifiche dei clienti”.
Innovazioni di frontiera: delaminazione e film sottili in riciclato
Amut, guidata dalla visione di Piergianni Milani, si posiziona all’avanguardia nel settore del riciclo della plastica, offrendo soluzioni innovative per affrontare alcune delle sfide più complesse dei nostri giorni. In particolare, le tecnologie sviluppate da Amut per la delaminazione dei vassoi in PET sigillati con pellicole laminate e la produzione di film sottili a partire da materiale riciclato rappresentano un punto di svolta nel settore. Come ha sottolineato il presidente di Amut, “la delaminazione dei vassoi è una sfida complessa, ma fondamentale per aumentare la quantità e la qualità del materiale riciclabile”.
Amut ha messo a punto un sistema che combina trattamenti meccanici e chimici per separare efficacemente i diversi strati dei vassoi con pellicole laminate. Questo processo consente di recuperare il materiale poliestere (PET) principale, spesso utilizzato per gli imballaggi alimentari, con un alto grado di purezza. “Il nostro obiettivo è quello di ottenere un materiale riciclato di alta purezza, pronto per essere riutilizzato in applicazioni ad alto valore aggiunto”, ha affermato Piergianni Milani. La produzione di film sottili a partire da materiale riciclato è un’altra sfida che Amut ha affrontato con successo. “La produzione di film sottili richiede un controllo preciso delle condizioni di processo e una profonda conoscenza dei materiali”, ha spiegato il presidente di Amut.
Grazie a una linea di estrusione dedicata, Amut è in grado di produrre film sottili di alta qualità, con caratteristiche meccaniche e ottiche comparabili a quelle dei prodotti vergini. “La nostra linea di estrusione è stata progettata per garantire la massima flessibilità e adattabilità alle diverse esigenze dei clienti”, ha continuato Milani. “Siamo in grado di lavorare con una vasta gamma di materiali riciclati”.
Efficienza come elemento competitivo
Una delle caratteristiche distintive delle linee di estrusione Amut è l’elevata efficienza energetica. “Grazie a un’attenta progettazione e all’ottimizzazione dei processi, le nostre soluzioni consentono di ridurre significativamente il consumo energetico.” Per esempio, la linea presentata durante i Green Extrusion Days registra un consumo di soli 0,3 kW/kg, rispetto a una media di 0,5 kW/kg delle tecnologie tradizionali. Questo significa un risparmio energetico del 40%, con conseguenti benefici in termini sia economici che ambientali. Inoltre, l’integrazione di diverse fasi del processo produttivo in un unico impianto, come la delaminazione e l’estrusione, contribuisce a ridurre le dispersioni energetiche e ad aumentare l’efficienza complessiva del sistema. Le macchine automatiche e semiautomatiche sviluppate dall’azienda sono dotate di sistemi di controllo avanzati, che permettono di ottimizzare i processi produttivi e di garantire la massima efficienza. L’interfaccia utente intuitiva e la possibilità di programmare la macchina per eseguire automaticamente diverse operazioni semplificano il lavoro degli operatori e riducono il rischio di errori. Inoltre, l’integrazione di sensori e sistemi di monitoraggio consente di raccogliere dati in tempo reale e di effettuare una manutenzione predittiva, massimizzando la disponibilità della macchina e riducendo i costi di produzione.
Mercati esteri e futuro del riciclo
Il mercato del riciclo della plastica presenta un panorama dinamico e in continua evoluzione. Negli ultimi anni si è assistito a una crescente domanda di soluzioni sostenibili e a una maggio-
La linea in funzione ai Green Extrusion Days era equipaggiata con attrezzature Erema, costruttore, con cui Amut collabora da lungo tempo.
re consapevolezza dell’importanza del riciclo. Tuttavia, la situazione geopolitica globale ha influenzato significativamente questo settore.
“La Russia, che rappresentava circa il 10-15% del nostro fatturato annuale, era un mercato in forte crescita. Tuttavia, a seguito del conflitto in Ucraina, si è registrato un forte rallentamento delle attività in questa regione. Questo ha inevitabilmente impattato sui nostri volumi di vendita e ha reso necessario ricalibrare la nostra strategia commerciale”, ha messo il luce Piergianni Milani. Nonostante queste sfide, Amut continua a investire in nuovi mercati, come il Sud America e l’Asia, dove la domanda di soluzioni per il riciclo è in costante aumento.
“Inoltre, stiamo intensificando gli sforzi per sviluppare nuove tecnologie e applicazioni per il riciclo della plastica, al fine di mantenere la nostra leadership di mercato”, ha aggiunto Milani. Le soluzioni sviluppate da Amut rappresentano un passo avanti significativo verso un’economia circolare per la plastica. “Il futuro del riciclo passa attraverso l’innovazione e la collaborazione”, ha concluso il presidente di Amut, Piergianni Milani. “Amut è impegnata a investire in ricerca e sviluppo per mettere a punto nuove tecnologie e soluzioni che contribuiscano a ridurre l’impatto ambientale della plastica”.
Il presidente di Amut, Piergianni Milani, a “bordo” della linea esposta durante i Green Extrusion Days.
Tecnologie di CMS in open house
Termoformatura, taglio, stampa 3D di grandi dimensioni. Le soluzioni per questi processi sotto i riflettori nei tre giorni di porte aperte in casa CMS. Tecnologie diverse ma accomunate dall’intensa attività ricerca e sviluppo da cui nascono e dall’innovazione che apportano nei rispettivi campi applicativi.
Affermata a livello internazionale come punto di riferimento nel settore delle macchine a controllo numerico per la lavorazione di materiali compositi e con oltre mezzo secolo di esperienza, CMS ha saputo evolversi e adattarsi ai continui cambiamenti del mercato anticipando le tendenze e offrendo soluzioni sempre più avanzate ai trasformatori. Dalle prime macchine per la lavorazione della plastica, l’azienda ha ampliato costantemente il proprio portafoglio prodotti, investendo in ricerca e sviluppo per sviluppare tecnologie all’avanguardia.
Oggi, l’azienda è in grado di offrire una gamma completa di soluzioni per la lavorazione di materiali compositi in svariati settori, dall’aerospazio all’aut, passando per la nautica e l’industria energetica. Anche la recente decisione di investire nella stampa 3D di grandi dimensioni si inserisce perfettamente in questa strategia di continua evoluzione. Con le nuove macchine, il costruttore di Zogno (Bergamo) conferma la vocazione all’innovazione e la capacità di anticipare le esigenze del mercato. In occasione di una recente open house di tre giorni, organizzata per presentare le soluzioni destinate alla lavorazione di materiali avanzati e plastica, abbiamo incontrato tre responsabili di prodotto che ci hanno illustrato le ultime novità proposte dall’azienda in altrettanti campi applicativi.
La nuova termoformatrice Eidos SE di CMS costituisce una soluzione innovativa e accessibile dedicata alle piccole e medie imprese. Questa macchina, erede della performante “sorella maggiore” Eidos, si posiziona come scelta ideale per chi desidera entrare nel mondo della termoformatura o aggiornare i
propri impianti esistenti. “Con Eidos SE, CMS ha voluto offrire una soluzione completa e competitiva per le aziende che cercano una macchina affidabile e versatile”, ha spiegato Fabio Gaiazzi, product manager per la termoformatura di CMS. “Questa nuova macchina, pur essendo posizionata nella fascia “entry level”, eredita le caratteristiche distintive della gamma Eidos, garantendo un’eccellente qualità del prodotto finito e una grande facilità d’uso”.
Una delle principali novità di Eidos SE è rappresentata dalla sua configurazione fissa, scelta per ottimizzare i costi di produzione e rendere la macchina ancora più competitiva. “Abbiamo raccolto le richieste più comuni del mercato e le abbiamo integrate in una configurazione standard, che può essere facilmente adattata alle diverse esigenze produttive”, ha proseguito Gaiazzi. “Questa scelta ci ha permesso di offrire un prodotto altamente performante a un prezzo più accessibile”.
Le caratteristiche distintive di Eidos SE comprendono la versatilità, in quanto, grazie alla sua configurazione modulare, la macchina può essere adattata a una vasta gamma di applicazioni, dalla produzione di imballaggi alla realizzazione di componenti per l’auto e l’arredamento, e la facilità d’uso, alla luce dell’interfaccia utente intuitiva e il sistema di controllo avanzato, che contribuiscono a rendere Eidos SE facile da utilizzare anche da operatori non esperti. Questa termoformatrice garantisce una qualità del prodotto finito elevata, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative e di materiali di alta qualità. Eidos SE è anche compatibile con il sistema CMS Connect, che consente di monitorare e ottimizzare i processi produttivi da remoto, garantendo la massima efficienza e produttività.
La nuova termoformatrice è ideale per le aziende che operano
in settori come l’auto, l’arredamento, l’agricoltura e il packaging. “La termoformatura dispone di una tecnologia che consente di realizzare prodotti con forme complesse e superfici di alta qualità”, ha aggiunto Gaiazzi. “Eidos SE è la scelta perfetta per chi desidera produrre componenti esteticamente accattivanti e funzionali, con costi di produzione contenuti”. Con Eidos SE, il costruttore conferma la propria posizione di rilievo nel settore della termoformatura, offrendo una soluzione innovativa e competitiva per le piccole e medie imprese. Grazie alle sue caratteristiche distintive e alla sua versatilità, Eidos SE punta a diventare un punto di riferimento nel suo segmento di mercato.
L’azienda ha presentato anche la nuova Tracer 200X, che, come ha spiegato Gian Battista Rota, product manager per la linea “Z bassa” di CMS, “è il risultato della nostra continua ricerca per offrire soluzioni sempre più innovative e performanti ai nostri clienti. Con la Tracer 200X abbiamo voluto creare una macchina che unisse la precisione della fresatura alla versatilità del taglio
a lama. Il risultato è un ibrido perfetto, capace di soddisfare le esigenze più diverse dei nostri clienti”.
Una delle caratteristiche più innovative della Tracer 200X è il sistema GIS, che permette di passare rapidamente da una lavorazione all’altra, senza dover fermare la macchina e sostituire manualmente gli utensili. Questo si traduce in un notevole risparmio di tempo e in una maggiore produttività. Ma la versatilità della Tracer 200X non si ferma qui. “La funzione Overcut Compensation”, ha proseguito Rota, “è un’altra delle nostre innovazioni. Grazie a questa tecnologia, siamo in grado di ottenere tagli precisi e senza sbavature, anche su materiali complessi come gli espansi”.
Le potenzialità della Tracer 200X sono legate in particolare alla versatilità, alla precisione e alla produttività. “La Tracer 200X è una macchina estremamente versatile, capace di lavorare una vasta gamma di materiali, dai plastici agli espansi. Grazie al sistema GIS e alla funzione Overcut Compensation, la Tracer 200X garantisce una precisione di taglio senza precedenti. La rapidità di cambio utensile e l’ottimizzazione dei processi produttivi rendono la Tracer 200X una macchina estremamente produttiva”, ha aggiunto Rota al riguardo.
La Tracer 200X trova applicazione in numerosi settori industriali, tra cui la cartellonistica per la realizzazione di insegne ed espositori, l’elettronica per la lavorazione di schede e componenti plastici con la massima precisione e la nautica grazie alla sua capacità di lavorare materiali compositi e termoformabili. “Siamo convinti che la Tracer 200X rappresenti il futuro della lavorazione dei materiali plastici”, ha concluso Gian Battista Rota. “Una macchina innovativa, versatile e performante, in grado di soddisfare le esigenze anche dei clienti più esigenti”.
a3: la “nuova frontiera” per la stampa 3D di grandi dimensioni
Il costruttore di Zogno ha presentato anche la “nuova frontiera” nella stampa 3D di grandi dimensioni: la macchina Kreator a3. Con questa soluzione, CMS punta a innovare profondamente la realizzazione, tra le varie applicazioni, di stampi e attrezzature, offrendo soluzioni più efficienti e sostenibili. “Siamo di fronte
a una nuova era della produzione”, ha affermato Giacomo Barera, product manager per la manifattura additiva di CMS. “La nostra nuova macchina per la stampa 3D di grandi dimensioni ci permette di creare prototipi e stampi complessi in modo rapido ed efficiente”.
La nuova kreator a3, un colosso in grado di lavorare volumi di 3,5 x 2,5 x 1,3 metri, utilizza un processo di stampa a filamento con granulato termoplastico. “Utilizzando materiali come l’ABS rinforzato con fibra di carbonio”, ha illustrato Barera, “possiamo produrre stampi per la laminazione di componenti auto, con un’eccellente resistenza termica e meccanica”. Oltre al grande formato, poiché la macchina è in grado di stampare in 3D pezzi di dimensioni considerevoli, aprendo nuove possibilità applicative, le caratteristiche distintive della nuova soluzione comprendono anche la versatilità, grazie alla vasta
gamma di materiali utilizzabili, che permette di impiegare la macchina in diversi settori industriali. Grande formato e versatilità che non vanno a scapito della precisione, altra caratteristica chiave di questa macchina, grazie al software dedicato Icarus che garantisce una precisione elevata e una finitura superficiale ottimale. Inoltre, l’utilizzo di materiali riciclabili e la possibilità di produrre stampi direttamente, senza scarti, contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale del processo, completando così un corredo di caratteristiche di tutto rilievo.
Le applicazioni della nuova macchina del costruttore di Zogno sono molteplici e vanno dal settore auto (per esempio, la produzione di stampi per la laminazione di componenti in fibra di carbonio) a quello aerospaziale (per esempio, la creazione di prototipi e attrezzature per la costruzione di velivoli), da quello nautico (per esempio, la realizzazione di stampi per la produzione di imbarcazioni) a quello industriale (per esempio la produzione di attrezzature e prototipi su misura). “Questa nuova tecnologia”, conclude Barera, “rappresenta un passo avanti significativo verso una produzione più flessibile e sostenibile. Siamo convinti che la stampa 3D di grandi dimensioni avrà un impatto profondo su diversi settori industriali. Con la sua nuova macchina per la stampa 3D di grandi dimensioni, CMS scrive un nuovo capitolo nella storia della produzione, dimostrando ancora una volta la sua capacità di innovare e di anticipare le esigenze del mercato. Un futuro in cui la produzione additiva sarà sempre più integrata nei processi produttivi, offrendo nuove opportunità per le aziende di tutto il mondo”.
Una veduta completa della macchina Kreator a3 per la stampa 3D di grandi dimensioni e, nel riquadro, una “matrice” stampata per la realizzazione di stampi automobilistici.
Festo: 1925-2025
Azienda indipendente a conduzione familiare con sede a Esslingen am Neckar, in Germania, Festo opera a livello globale nel campo della tecnologia dell’automazione industriale e della formazione tecnica. I suoi prodotti e servizi sono disponibili in 176 Paesi. Oggi fornisce tecnologia di automazione pneumatica ed elettrica a 300.000 clienti di automazione di fabbrica e di processo in oltre 35 industrie. Con circa 20.600 dipendenti in oltre 250 filiali in circa 60 Paesi, nel 2023 ha realizzato un fatturato di circa 3,65 miliardi di euro nel 2023.
Azienda a conduzione familiare, Festo celebra cento anni di attività con un forte impegno verso innovazione e responsabilità, valori che hanno guidato la società sin dalla sua fondazione e che continuano. Costantemente impegnata a semplificare il lavoro delle persone e aumentare l’efficienza, oggi l’azienda è una dei principali operatori a livello globale nel settore della tecnologia di automazione, nonché un punto di riferimento nella formazione e nell’educazione tecnica. Durante tutto il 2025, Festo festeggia questo importante traguardo con collaboratori, clienti e partner in tutto il mondo.
Fin dall’inizio della sua attività, Festo ha posto l’accento su innovazione, responsabilità sociale e futuro. Ed è proprio il contributo delle persone a fare la differenza. L’affermazione di Gottlieb Stoll, uno dei due fondatori, “Festo è il lavoro di molte mani” rimane tutt’ora il principio guida per la direzione e il personale a livello globale. Nel 1925, Gottlieb Stoll e Albert Fezer fondavano a Esslingen am Neckar (Germania) l’azienda Fezer & Stoll per macchine per la lavorazione del legno, che Albert Fezer avrebbe lasciato poco dopo. La seconda generazione di proprietari ha gettato le basi per l’azienda che conosciamo oggi. Kurt Stoll ha importato l’idea della pneumatica dagli Stati Uniti in Germania nel 1950, sviluppandola ulteriormente, segnando l’inizio della pneumatica in Festo e aprendo la strada al suo utilizzo nell’automazione industriale. L’internazionalizzazione ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo continuo di Festo. Il Wilfried Stoll si è concentrato sull’espansione nei mercati internazionali e sull’istituzione di aziende nazionali. Nel 2000, i proprietari hanno separato la divisione utensili elettrici dal resto della produzione, creando la società indipendente Festool.
L’apprendimento continuo è saldamente radicato nella cultura aziendale di Festo, nella convinzione che le aziende necessitano di persone che comprendano, sviluppino e possano applicare tecnologie. In questo contesto, la formazione e lo sviluppo delle
Thomas Böck, membro del consiglio di amministrazione
competenze sono fattori fondamentali per una forza lavoro fiorente. Per rispondere a queste esigenze, nel 1965 è stata istituita Festo Didactic come divisione indipendente, a livello mondiale. Lo spirito inventivo di Wilfried Stoll e Kurt Stoll, il loro approccio olistico e la loro prospettiva positiva orientata al cliente hanno avuto un’impronta duratura sull’azienda. Oggi, Festo rientra tra le principali aziende di automazione a livello globale e, con Festo Didactic, svolge un ruolo di primo piano nel mercato nella formazione tecnica.
Un anno di celebrazioni
“Nel 2025, vogliamo ringraziare i nostri clienti, partner e collaboratori e celebrare insieme quest’anniversario indimenticabile”, ha dichiarato Thomas Böck, membro del consiglio di amministrazione di Festo. Le celebrazioni si svolgeranno durante tutto l’anno, sia in Germania che nelle oltre 60 aziende del gruppo nel mondo, con feste di ringraziamento per i collaboratori, giornate scolastiche per i giovani talenti di domani, eventi per i clienti e conferenze stampa. In occasione della fiera Hannover Messe (Hannover, 31 marzo-4 aprile), l’azienda mette in mostra la vasta gamma di competenze, esperienza e prodotti per l’innovazione.
L’anniversario come slancio per il futuro
Hannover Messe rappresenta un importante inizio e questo slancio continuerà per tutto l’anno. Ci saranno, ad esempio, “Giornate dell’Innovazione” in tutto il mondo, durante le quali Festo condividerà tendenze future, tecnologie e innovazioni con clienti e partner. “Per il nostro anniversario guardiamo molto al futuro, perché riteniamo sia nostra responsabilità utilizzare le innovazioni nell’automazione e nella formazione tecnica per rispondere alle sfide più urgenti che l’industria e la società
devono affrontare, e per svolgere un ruolo chiave nella trasformazione industriale come fornitori di soluzioni,” ha affermato Thomas Böck.
In futuro, temi come digitalizzazione, intelligenza artificiale, biologizzazione ed economia circolare daranno una nuova spinta all’automazione, sviluppi che Festo contribuirà in modo significativo a promuovere.
L’anniversario sarà anche il punto di partenza per un’iniziativa aziendale volta a rafforzare il principio guida di responsabilità sociale di Festo per uno sviluppo sostenibile. “Il nostro Programma di Corporate Citizenship sottolinea la nostra convinzione che le aziende non debbano perseguire solo obiettivi economici, ma anche svolgere un ruolo significativo nella società,” ha aggiunto Thomas Böck. Nell’ambito del programma, tutti i 20.000 collaboratori a livello mondiale potranno dedicare un giorno a un’iniziativa benefica. “Quest’anniversario non è solo occasione di celebrazione, ma anche un promemoria di ciò che è possibile grazie a solidarietà, fiducia, passione, qualità e innovazione. Insieme, guardiamo con fiducia a un futuro promettente”, ha concluso Thomas Böck.
Il consiglio di amministrazione di Festo.
Il logo celebrativo dei cento anni di attività dell’azienda, fondata nel 1925 da Gottlieb Stoll e Albert Fezer
Additive Manufacturing R-Evolution
Un recente evento organizzato da Energy Group e Stratasys ha fatto il punto sull’impiego della stampa 3D in molteplici settori applicativi, attraverso le varie tecnologie presentate e il loro impiego concreto nello sport e in tanti altri ambiti produttivi.
La Fondazione Sportsystem di Montebelluna (Treviso) è stata recentemente teatro dell’incontro Additive Manufacturing R-Evolution organizzato da Energy Group, divisione di SolidWorld Group specializzata in additive manufacturing per l’industria, e Stratasys, che ha messo al
centro dell’evento manifattura additiva, calzature e articoli sportivi in generale (ma non solo) attraverso tecnologia e casi applicativi. Il luogo scelto ha voluto mettere in evidenza la peculiare specializzazione del territorio nella produzione di calzature sportive e sottolineare come il mondo dello sport oggi possa trarre benefici dall’additive manufacturing: prototipazione, customizzazione, soluzioni per l’agonismo, produzione di singole parti funzionali e persino di interi lotti. Questo affidandosi alla tecnologia e ai materiali più adatti a ogni particolare esigenza. Nell’area compresa tra il colle Montello e il fiume Piave si realizza il 65% della produzione mondiale di scarponi da sci, l’80% delle calzature da motociclismo e il 25% dei pattini in linea, oltre a una quota importante di scarpe da calcio, ciclismo, basket, tennis, atletica leggera, escursionismo ecc.
Energy Group si candida come partner di riferimento nel mondo dei processi innovativi e digitali: servizi, soluzioni, software, stampanti 3D, scanner, automazione e materiali di consumo rientrano nell’offerta della società di Solidworld Group. “L’additive manufacturing trova sbocco in ogni settore applicativo e
Componente strutturale di una sella per biciclette da corsa realizzato con la stampa 3D.
si distingue per la capacità di offrire risposte a ogni sfida”, ha spiegato Lucio Ferranti, presidente e CEO di Energy Group, durante l’evento di Montebelluna. “In particolare, da circa 20 anni abbiamo stretto una relazione privilegiata con Stratasys e oggi siamo in grado di offrire una consulenza mirata ai nostri clienti per la scelta della migliore tecnologia in funzione delle specifiche esigenze: dalla costruzione di prototipi estetici a quelli funzionali, dalle parti finite a quelle che richiedono verniciature o altre finiture, fino alla stampa su tessuti e altri supporti non convenzionali”.
Le stampanti 3D sono forse l’elemento più evidente, ma sicuramente non l’unico, a contribuire al successo delle aziende lungo questo percorso nell’additive manufacturing. “Stratasys è conosciuta per le proprie stampanti 3D, ma a queste si affiancano altri quattro pilastri indispensabili per sfruttarle al meglio: i materiali validati, le piattaforme software come GrabCAD, il service e l’ampia casistica utile per comprendere le reali esigenze di ciascun cliente operante nei settori più disparati. Quello dello sport e della calzatura sportiva è tra questi e può godere dei benefici legati a un cambio di paradigma produttivo”, ha dichiarato Fabio Boiocchi, marketing manager di Stratasys per l’Italia.
Un’offerta adatta a ogni
produttiva
Il portafoglio delle soluzioni Stratasys include molteplici tecnologie, adatte a soddisfare differenti bisogni. “La linea DLP Origin, in particolare con il nuovo modello Two, offre una precisione paragonabile a quella dello stampaggio a iniezione, adattandosi così alle tipiche richieste del mondo industriale”, ha confermato Antonio Di Leo, senior sales manager di Stratasys. “Sfrutta resine rigide, morbide, flessibili o trasparenti, prodotte dai principali fornitori mondiali, certificate per settori esigenti come il biomedicale o con ritardanti di fiamma; inoltre, il cambio materiale è rapido e semplice. L’uso di un proiettore ad alta risoluzione al posto di uno schermo LCD ne amplia le possibilità di utilizzo. La tecnologia SAF (Selective Absorption Fusion) è invece la soluzione per chi necessita di produrre lotti dell’ordine delle migliaia di pezzi. Sfruttando materiali come PA 11, PA 12 e PP e beneficiando di un nesting estremamente spinto, assicura la creazione di molti pezzi per singolo build e quindi elevata produttività complessiva. Sono parecchie le applicazioni in ambito sportivo già affrontate con queste macchine: selle per biciclette in PA 11, materiale con caratteristiche analoghe al PA 12 ma di derivazione vegetale, caschi e manopole per manubri, prototipi di suole per calzature, occhialini da nuoto e tooling per il settore”.
La tecnologia PolyJet, invece, sfrutta il principio di funzionamento delle comuni stampanti a getto d’inchiostro, ma con alcune fondamentali differenze: usa fotopolimeri sensibili ai raggi UV e può stampare su tessuti. “Sviluppata a partire dal 2000, oggi lavora sui materiali più disparati e offre una elevata preci-
sione nei dettagli”, ha illustrato Gustavo Adolfo Hernandez Bolivar, senior application engineer EMEA di Stratasys. “La resa estetica è ottima, ma non dobbiamo dimenticare che le caratteristiche meccaniche dei materiali sono idonee anche per la prototipazione di parti funzionali. Difficile identificare un settore applicativo di riferimento, visto che le PolyJet vengono utilizzate con soddisfazione nell’automotive, nel fashion, nella cosmetica, nel packaging, nel mondo dell’arte, delle miniature, dei giocattoli e, naturalmente, in tutto ciò che attiene al settore dello sport e della calzatura”.
Ed è proprio sugli esempi applicativi pratici della tecnologia 3DFashion di Stratasys che si è concentrata la presentazione di Enrico Toson, global marketing manager dell’azienda. A partire dall’automotive, dove la J850 TechStyle ha contribuito alla personalizzazione degli interni (cruscotto e tappezzerie) di alcune famose “supercar” oltre che di abbigliamento ad hoc. In ambito calzaturiero, invece, la stampante Stratasys si è resa protagonista della personalizzazione di alcuni modelli di Alexander McQueen. Interessante, nell’ottica dei dispositivi wearable, la pos-
Particolari tecnici ottenuti grazie all’additive manufacturing.
sibilità di collocare sensori sui tessuti durante la fase di stampa con un embedding totale.
Lucio Ferranti è poi tornato a soffermarsi sul tema dell’automazione di processo, in particolare con i sistemi 3D per il workflow automatizzato Genera. Strumenti che, al processo di stampa, sommano l’automazione necessaria a gestire le successive fasi di raffreddamento e pulizia delle parti. Assicurando in tal modo maggiore precisione, produttività e sicurezza per i tecnici. “La gamma include diversi modelli: da quelli più piccoli come G1, adatti per la produzione di montature di occhiali, fino al più evoluto sistema “all in one” G3, che evita il contatto dell’operatore con le resine grazie al fatto che la macchina racchiude in sé le fasi di stampa, pulizia e cooling. G2 e F2 si collocano nel mezzo poiché, grazie all’uso del robot A2, svolgono lo stesso compito di G3 ma in due stazioni separate; il vantaggio è che le macchine possono proseguire ognuna con il proprio lavoro, aumentando così la produttività complessiva”, ha aggiunto Ferranti.
Rocco Macrì, che in SolidWorld, divisione di SolidWorld Group,
si occupa di technical sales, ha infine puntato l’attenzione sulle opportunità offerte dalla scansione 3D, in particolare con le soluzioni Creaform. Scanner di semplice utilizzo e adatti a soddisfare le esigenze lungo diversi momenti del processo produttivo: all’inizio con il reverse engineering, fino all’acquisizione finale di quote e superfici da comparare con i modelli CAD per assicurare la rispondenza ai requisiti geometrici e dimensionali di progetto.
Alcune testimonianze dell’impiego dalla manifattura additiva
Nel corso dell’evento è stato dato ampio spazio a diverse realtà che, in vario modo, hanno tratto benefici dall’impiego delle soluzioni proposte.
Matteo Sammaciccia, Managing Director di Mimma Moda, ha mostrato come la tecnologia di stampa 3D J850 TechStyle possa essere applicata a oggetti apparentemente comuni, come i cinturini per gli Apple Watch, trasformandoli in vere e proprie opere d’arte: “È straordinario quello che si può ottenere con questa stampante: supporta l’utente nella sua fase creativa e assicura risultati ottimali nella personalizzazione, nella cromaticità e nell’esperienza tattile. Un oggetto relativamente semplice acquisisce così un nuovo valore”.
Andrea Buccelli, CEO di AMD Engineering, si è concentrato sul software di progettazione avanzata nTop che permette di sfruttare al massimo i vantaggi dell’additive manufacturing: “È stato facile realizzare un particolare che ha permesso a una ragazza in carrozzina di continuare a utilizzare la sua handbike: pochi minuti davanti allo schermo, una stampa lanciata alla sera e la mattina dopo il pezzo necessario era pronto, resistente e funzionale”.
Di cambio di paradigma progettuale ha invece parlato Mario Puppo, CEO di Project Studio: “È il momento di pensare all’additive manufacturing non tanto come soluzione per stampare oggetti, ma come tecnologia di supporto all’interno di processi complessi. Possiamo ad esempio realizzare uno stampo che ci permetterà di produrre un occhiale o una suola, o creare una attrezzatura utile per svolgere in maniera più efficiente e produttiva un determinato compito. A seconda del punto di vista dal quale la si osserva, la produzione additiva ci mostra incredibili opportunità applicative”.
Gli esempi con casistiche in questo e in altri ambiti sono molti, ma dimostrano come l’additive manufacturing sia ormai più di una semplice opzione per le aziende, poiché permette di affrontare buona parte delle sfide applicative con cui possono incontrare nel corso della propria attività e superarle in maniera innovativa ed efficiente.
Alcuni campioni stampati con la tecnologia PolyJet, che si basa sullo stesso principio di funzionamento delle stampanti a getto d’inchiostro, ma con alcune fondamentali differenze: utilizza fotopolimeri sensibili ai raggi UV e può stampare sui tessuti.
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“Formula Reward”
Bausano
“L’obiettivo è offrire ai clienti l’opportunità di aggiornare il parco macchine e potenziare la produttività degli impianti, secondo un modello di business più eco-friendly”, ha dichiarato Giorgio Critelli, area manager di Bausano. “La Transizione 5.0 non si limita all’innovazione tecnologica, ma presume un vero e proprio cambiamento culturale”.
Dopo la rivoluzione 4.0, il settore manifatturiero si prepara ad affrontare una nuova sfida, nel contesto della doppia transizione digitale e sostenibile verso un paradigma produttivo orientato a circolarità e impiego razionale delle risorse. Un cambiamento sistemico necessario, secondo l’ultimo rapporto dell’ESIR (European Strategic Industrial
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Research), che permetterà di raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050, previsto dal Green Deal europeo, perseguendo una visione orientata a una competitività più sostenibile dell’Unione Europea sul mercato globale. Nonostante le ingenti risorse stanziate dall’Unione Europea, la transizione 5.0 fatica a decollare. Uno dei principali ostacoli individuati dagli analisti dell’ESIR è rappresentato dall’accesso ai finanziamenti comunitari, rallentato da iter burocratici complessi, che richiedono l’approvazione di uno stesso progetto da parte di più enti in modo sequenziale, scoraggiando ulteriormente gli investimenti privati. Sebbene negli ultimi anni l’Europa abbia iniziato a intraprendere misure volte a estendere il perimetro dei finanziamenti a nuove tecnologie e ambiti di applicazione, come nel caso della revisione della direttiva EU ETS per l’accesso al Fondo per l’Innovazione europeo, il divario tra il modello Industria 5.0 e la realtà resta significativo. Colmarlo richiede politiche più agili, a livello sia locale che sovranazionale, strumenti di finanziamento più accessibili e una governance capace di sostenere l’innovazione industriale su larga scala. A questo scenario il costruttore piemontese di linee per l’estrusione Bausano, per supportare i trasformatori in modo concreto nella transizione verso processi produttivi più efficienti, risponde con “Formula Reward”, che prevede la supervalutazione dell’usato dei suoi estrusori bivite serie MD per incentivarne la sostituzione con quelli di nuova generazione e rinnovare il parco macchine installato con un vantaggio economico immediato, a sostegno dell’economia circolare, dell’innovazione e di livelli di efficienza energetica più elevati. Ottimizzare i processi significa anche adottare pratiche più sostenibili, come il riciclo e il riutilizzo delle risorse. In questa direzione si inserisce questa iniziativa di Bausano: in dettaglio, prima del ritiro, un team di esperti dell’azienda valuta le condizioni dell’estrusore, offrendo fino al 30% in più del valore di mercato della macchina per generare così un circolo virtuoso che trasforma macchinari obsoleti in nuove risorse, in linea con i principi dell’economia circolare.
Innovazione di Gimac per il settore medicale
Azienda costruttrice di impianti per la lavorazione delle materie plastiche destinati in particolare al settore medicale, Gimac ha presentato a Medical Devices & Manufacturers di Anaheim (California) una tecnologia per l’estrusione dinamica di componenti per cateteri di nuova generazione, che offre prestazioni superiori dalla sicurezza all’accessibilità, passando per l’ergonomia e la migliore qualità della vita dei pazienti. L’estrusione dinamica è un processo avanzato che consente di creare cateteri con proprietà diverse che variano in modo graduale tra le due estremità, superando i limiti imposti delle tecniche tradizionali. A differenza dei cateteri ottenuti dal processo di laminazione, assemblati a partire da segmenti di tubo differenti, l’estrusione dinamica permette una transizione continua e uniforme tra sezioni con diverse proprietà meccaniche e dimensionali.
L’innovazione introdotta da Gimac nasce come risposta alle nuove esigenze mediche legate a ridurre i costi e incrementare sicurezza e disponibilità in conseguenza dell’allargamento delle cure mediche a fasce sempre più ampie di popolazione e dell’allungamento della vita a livello globale.
Secondo le Nazioni Unite, la quota di popolazione mondiale di età pari o superiore a 65 anni dovrebbe aumentare dal 10% del 2022 al 16% del 2050. Questo incremento dell’aspettativa di vita comporta una maggiore incidenza delle condizioni mediche e di conseguenza una maggiore disponibilità di dispositivi come i cateteri, da quelli cardio-vascolari a quelli vescicali. L’estrusione dinamica offre miglioramenti significativi in termini di comfort, sicurezza e costi di tali dispositivi medicali, contribuendo a ridurre il rischio di infezioni e a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
I cateteri attualmente sul mercato spesso si basano su assemblaggi di materiali diversi, con limiti significativi, quali: rigidità localizzata, le giunzioni tra segmenti possono causare punti di stress, aumentando il rischio di rotture e occlusioni; scarsa adattabilità, la mancanza di transizioni graduali limita l’efficienza in procedure complesse; costi elevati, l’assemblaggio manuale richiede tempi e risorse aggiuntive. L’approccio di Gimac consente di superare tali limiti, offrendo un’alternativa più performante e sostenibile. La resistenza al “kink”, il piegamento e l’attorcigliamento occlusivi, viene ottenuta con la transizione graduale tra materiali con rigidità differenti, così che i cateteri risultino più flessibili e meno soggetti a deformazioni pericolose durante l’utilizzo. La maggiore ergonomia nei percorsi tortuosi garantita dai componenti dinamici si traduce in una migliore capacità di seguire i canali anatomici applicando una minore forza, riducendo il rischio di lesioni ai tessuti. L’eliminazione
“L’estrusione dinamica rappresenta una rivoluzione per il settore dei dispositivi medicali”, ha affermato Simone Maccagnan, business development manager di Gimac. “Non si tratta solo di superare i limiti delle tecniche tradizionali, ma di offrire soluzioni più sicure e confortevoli per una popolazione sempre più anziana e bisognosa di cure personalizzate. Siamo orgogliosi di contribuire a un progresso tecnologico che migliora la qualità della vita e riduce l’impatto ambientale, dimostrando che innovazione e sostenibilità possono andare di pari passo”.
di giunzioni deboli, a differenza dei cateteri tradizionali, che possono presentare fragilità strutturali nei punti di connessione tra segmenti, grazie alla struttura continua e omogenea, garantisce maggiore robustezza e stabilità. Efficienza produttiva, sostenibilità e riduzione dei costi infine sono il risultato della semplificazione e dell’accresciuta scalabilità del processo produttivo legato all’estrusione dinamica, eliminando gli assemblaggi complessi, utilizzando sistemi automatici, riducendo l’impatto ambientale e, appunto, i costi.
Engel rimodula il suo portafoglio di macchine senza colonne
Engel amplia la serie victory di macchine senza colonne per stampaggio a iniezione con la e-motion TL ora disponibile come victory ad azionamento elettrico. Questa aggiunta combina i punti di forza della tecnologia senza colonne con le funzionalità avanzate degli azionamenti servo-elettrici. Con l’integrazione della e-motion TL nella serie victory con il nome victory electric, l’azienda rimodula il portafoglio di macchine senza colonne, offrendo così tre categorie di prodotto distinte all’interno di un’unica serie: elettriche, ibride, idrauliche. La macchina è stata aggiornata con componenti per l’azionamento all’avanguardia, ottenendo anche una migliore efficienza energetica. Le unità d’iniezione riprogettate offrono velocità più elevate e maggiore facilità d’utilizzo. I componenti sono ora più accessibili e facili da sostituire, semplificando la manutenzione, come quella del cilindro di plastificazione. Questi interventi si traducono in prestazioni più elevate, risparmi energetici e maggiore disponibilità della macchina. Inoltre, nella victory elettrica è stata integrata l’idraulica per forze di chiusura a partire da 80 tonnellate, assecondando le richieste del mercato per una varietà di stampi che richiedono supporto dell’idraulica.
La victory ad azionamento elettrico è disponibile con forze di chiusura da 30 a 130 tonnellate, per soddisfare le esigenze dei settori che richiedono elevata flessibilità, eccellente precisione e ridotti tempi di ciclo. Tra i settori di applicazione rientrano quelli che richiedono grandi quantità di parti ad alta precisione in brevi tempi di ciclo, come, per esempio, medicale, auto, elettronica e stampaggio tecnico.
La macchina offre precisione sotto due punti di vista. Innanzitutto, le unità di iniezione elettrica assicurano un controllo estremamente accurato del processo iniezione
dopo iniezione. Ciò si traduce in una qualità delle parti migliorata e tassi di scarto estremamente bassi, vantaggio importante in ambiti produttivi ad alto costo. Un altro vantaggio del sistema di azionamento elettrico sono i brevi tempi di risposta, che consentono tempi di ciclo estremamente ridotti mantenendo la qualità delle parti costante ed elevata. Nella produzione di eleati volumi, dove ogni secondo conta, ciò fornisce un netto vantaggio competitivo.
La distribuzione uniforme della forza di chiusura in tutte le cavità è fondamentale per la produzione di componenti di alta qualità in stampi ad alta cavitazione, che rappresentano il secondo ambito di elevata precisione. Inoltre, l’eccellente parallelismo dei piani delle macchine senza colonne è una caratteristica fondamentale per la protezione degli stampi, che si traduce in costi di manutenzione ridotti. L’ampia area libera dello stampo conseguente all’assenza di colonne semplifica i cambi stampo e le operazioni di manutenzione, aumentando i tempi di attività complessivi, riducendo i costi di produzione e consentendo l’uso di stampi molto grandi e complessi senza richiedere la presenza di colonne e una forza di chiusura più elevata. Design compatto e ingombro ridotto rendono la macchina particolarmente vantaggiosa per spazi limitati o impieghi in camera bianca.
La victory ad azionamento elettrico è dotata di ginocchiera con leva incapsulata, riducendo il rischio di perdite di olio e contaminazioni, mentre l’assenza di colonne riduce al minimo la dispersione di polveri e residui nell’area dello stampo. Con il pacchetto opzionale per l’impiego in camera bianca fino alla classe ISO 7, il costruttore garantisce anche nuovi standard di pulizia.
La victory ad azionamento elettrico combina la precisione degli azionamenti elettrici e i vantaggi dell’assenza di colonne. Con le nuove unità di iniezione elettrica (nel riquadro), la macchina offre velocità di iniezione più elevate e una manutenzione più semplice.
Sidel aggiunge velocità e qualità
“Oggi sul mercato sono disponibili basi per bottiglia adatte a contenitori leggeri ed elevate cadenze produttive, ma sono tutti design progettati per le bottiglie in PET vergine. StarLite-R Still è sviluppata appositamente per il PET riciclato che offre le alte prestazioni necessarie in questo settore di mercato estremamente competitivo”, ha dichiarato Mikael Derrien di Sidel.
Si chiama StarLite-R Still la nuova base sviluppata da Sidel per la produzione ad alta velocità di bottiglie leggere al 100% in rPET con capacità da 0,25 a 2,5 litri per bevande non gassate. “I principali produttori di alimenti e bevande sono alla ricerca di nuovi design che possano variare dalle semplici opzioni leggera alle forme più sofisticate con peso ottimizzato, ma che siano sempre compatibili con la produzione ad alta velocità”, ha spiegato Mikael Derrien di Sidel. “L’obiettivo è quello di abbassare i costi di produzione attraverso l’alleggerimento dei contenitori, la riduzione della pressione di soffiaggio e il taglio dei consumi energetici, limitando anche l’impatto ambientale in risposta alle nuove normative e alle richieste dei consumatori”.
Bilanciare velocità di produzione e tipo di materiale e peso della bottiglia è una sfida complessa per i produttori che devono mantenere prestazioni sempre elevate; con StarLite-R Still questo è possibile grazie alla precisa sagomatura della base e all’efficiente distribuzione del materiale. Il suo design innovativo consente anche il retrofit sulle linee produttive esistenti e la bassa pressione di soffiaggio richiesta rafforza ulteriormente la sostenibilità di questa soluzione. La base della bottiglia StarLite-R Still ottimizza la distribuzione precisa e l’estensione del materiale, così come lo sfiato che agevola la modellazione e un efficiente circuito di raffreddamento, ideale per le alte temperature di lavorazione dell’rPET. Il nuovo design impedisce deformazione e rottura della base, fattore cruciale ai fini dell’integrità della bottiglia durante produzione, transito su nastro, stoccaggio, trasporto e utilizzo.
Il bordo arrotondato della base dello stampo agevola la definizione della forma durante il processo di soffiaggio e
aumenta la resistenza a difetti come lo scoppio durante la lavorazione. Questa caratteristica è particolarmente importante per le bottiglie leggere che presentano uno strato di materiale più sottile. Il design strutturale previene la deformazione, assicurando ottime funzionalità e stabilità anche in presenza di temperature elevate. La base offre prestazioni affidabili anche durante la produzione ad alta velocità, grazie a un efficiente raffreddamento, impedendo deformazioni e difetti e mantenendo la qualità costante anche a cadenze elevate.
Il processo di produzione della bottiglia può avvenire a pressioni di soffiaggio ridotte del 20% grazie allo sfiato migliorato dello stampo della base StarLite-R Still. Le scanalature e i fori di sfiato consentono un’efficiente fuoriuscita dell’aria dallo stampo, per modellare perfettamente la forma della base anche a pressioni più basse, riducendo così i consumi energetici e i costi di produzione, senza compromettere la qualità.
La base è compatibile con un’ampia gamma di pesi, comprese le bottiglie molto leggere da soli 7 g da 500 ml. Essa è compatibile con bottiglie a sezione tonda, quadrata e rettangolare, così come con formati single-serve o multi-serve da 0,25 a 2,5 litri. Inoltre, può essere inoltre utilizzata con PET trasparente o bianco. La nuova base può essere integrata sulle linee produttive esistenti ed è qualificata per elevate velocità produttive con vari formati di bottiglia. Essa consente cadenze produttive fino a 2.700 bph per stampo per i formati single-serve e fino a 2.400 bph per stampo per i formati multiserve. StarLite-R Still può anche essere utilizzata con il PET vergine.
Negri Bossi a Mecspe
A Mecspe 2025 Negri Bossi ha esposto una pressa Nova 5eT 180-H590 completamente elettrica sviluppata per garantire alte prestazioni in termini di efficienza e di precisione di processo.
La serie Nova 5eT si contraddistingue per caratteristiche tecniche quali sistema di chiusura “Flat Clamp”, che garantisce una miglior diffusione della forza di chiusura sul piano grazie a un
design innovativo della ginocchiera, e la funzione (brevettata) “Pre Pack”, che assicura alta precisione e ripetibilità durante la fase di iniezione anche nel caso di batch non stabili.
La gamma comprende modelli da 50 a 360 tonnellate ed è studiata per i settori medicale, cosmetico, packaging e stampaggio tecnico e il modello esposto a Mecspe stampava capsule in PP per caffè. La pressa garantisce una gestione indipendente di tutti i movimenti per l’ottimizzazione del tempo di ciclo, che si traduce in una maggiore produttività con un ridotto consumo energetico e un minor costo per articolo. La stampata avveniva a una velocità attorno ai 3 secondi, mediante uno stampo fornito dallo stampista marchigiano Joint Stampi. Nello sviluppo applicativo Negri Bossi
si avvale del supporto della casa madre Nissei Plastic e della sua divisione robotica Sytrama, per sviluppare progetti “chiavi in mano” anche compressi.
La dotazione della pressa era completata dall’innovativo controllo user-friendly multitouch TACT5 che, insieme al sistema di teleassistenza Amico 4.0, garantisce supporto e assistenza postvendita tramite connessione WAN, permettendo di gestire la produzione al meglio e l’interconnessione dei dati della pressa ai vari sistemi informatici in ottica di Industria 4.0.
Presso lo stand di Negri Bossi erano esposte anche le soluzioni di Innovo, fornitore di hardware e software per le aziende operanti nel settore dello stampaggio a iniezione.
A Mecspe 2025 Negri Bossi ha esposto un esemplare della pressa elettrica Nova 5eT 180-H590 dotata dell’innovativo sistema di controllo user-friendly multitouch TACT5 (nel riquadro).
Allrounder 720 E Golden Electric di Arburg
La pressa a iniezione completamente elettrica
Allrounder 720 E Golden Electric a Mecspe 2025 stampava provette medicali in PS mediante stampo a 16 cavità.
La nuova pressa a iniezione completamente elettrica Allrounder 720 E Golden Electric è stata la protagonista della partecipazione di Arburg a Mecspe 2025. Con forza di chiusura di 2.800 kN e dotata di unità di iniezione 800, la macchina ha ampliato la capacità della corrispondente serie elettrica di soddisfare svariate richieste applicative.
Tra i principali vantaggi offerti dalla nuova pressa rientrano design compatto e prezzo e il modello esposto
montava uno stampo a 16 cavità con sistema a canale caldo, basati su nuovi sistema a otturazione laterale e ugello pro Edge VG comandati da servomotore. Questa configurazione risulta di particolare interesse per la produzione efficiente in serie di componenti di piccole dimensioni, come quelli che trovano applicazione nei settori medicale, farmaceutico, cosmetico e del packaging. In fiera la macchina produceva provette medicali in PS ad altissima fluidità per lo stampaggio di spessori sottili con stampi multi-impronte.
La nuova pressa Allrounder 720 E Golden Electric è dotata di serie del sistema di controllo Selogica ND e opzioni e funzioni come, per esempio, comandi anime e circuiti di riscaldamento
e raffreddamento, possono essere facilmente integrati e programmati. Questo consente di adattare in modo flessibile ed efficiente la macchina alla produzione di un’ampia gamma di componenti. Inoltre, essa può essere automatizzata con sistemi robotici lineari Multilift e robot a sei assi della stessa Arburg. In esposizione il costruttore tedesco presentava anche la stampante 3D TiQ 2 di innovatiQ che produceva una mano di presa in poliammide rinforzata con fibra di carbonio mediante processo di fabbricazione a filamento fuso (FFF). Questa stampante risulta particolarmente economica e ideale per entrare nel settore della produzione additiva in modo profittevole. Essa è adatta a una produzione on demand veloce, flessibile e conveniente di componenti come mani di presa, dispositivi e attrezzature operative che richiedono una particolare resistenza.
La Multi Vacuum Station di Plastic Systems rappresenta una soluzione innovativa per il caricamento a vuoto del materiale e per gestirne contemporaneamente anche più di uno. Essa garantisce un’alimentazione continua delle linee di produzione, riducendo al minimo i tempi di inattività e massimizzando l’efficienza.
La nuova soluzione integra l’MMS (Material Management System), un sistema all’avanguardia che fornisce un controllo preciso della pressione della linea di trasporto. Mantenendo una velocità costante del materiale, esso previene problemi comuni come la formazione di capelli d’angelo o la rottura del materiale nelle curve causati da una velocità eccessiva.
Inoltre, l’avanzata tecnologia inverter e dei controlli basati su PLC garantisce una movimentazione dei materiali automatizzata, precisa e costante.
In sintesi, tra i vantaggi derivanti
dall’uso della Multi Vacuum Station di Plastic Systems rientrano: integrità del materiale, grazie al mantenimento costante della sua velocità, prevenendo così danni o degrado durante il trasporto; configurazione personalizzabile su misura per soddisfare i requisiti specifici di ogni specifico ambiente di produzione; maggiore
efficienza, a garanzia di un flusso ininterrotto di materiale, riducendo i tempi di inattività e ottimizzando le operazioni; controllo avanzato, che combina tecnologia a inverter e gestione PLC, per garantire prestazioni precise e affidabili; elevata adattabilità, ideale per la movimentazione di materiali diversi e applicazioni ad alto volume.
Linee Rodolfo Comerio per un’applicazione specifica
Una delle soluzioni più efficaci per ridurre le dispersioni termiche delle abitazioni e migliorarne il comfort consiste nell’isolamento dei tetti, uno degli interventi da cui parte l’efficienza energetica degli edifici. In questo contesto, le linee di calandratura sviluppate da Rodolfo Comerio, azienda operante a livello internazionale nella progettazione di sistemi avanzati per la lavorazione di materiali tecnici, sono proposte come soluzione ideale per il settore.
Le linee di calandratura dell’azienda di Solbiate Olona (Varese), risultato di anni di ricerca e sviluppo, combinano innovazione tecnologica e attenzione alla qualità costruttiva per garantire prestazioni elevate nella produzione di materiali per isolamento. Tra le caratteristiche principali di tali linee rientrano: versatilità produttiva, che le rende adatte a lavorare materiali tecnici con caratteristiche chimiche e fisiche differenti, garantendo la flessibilità
richiesta dai trasformatori; efficienza operativa, grazie a tempi di produzione ridotti e sistemi di automazione avanzati, per massimizzare la produttività e minimizzare gli sprechi; controllo rigoroso, per garantire precisione millimetrica, fondamentale per ottenere uniformità degli spessori e per la prestazione termica dei materiali. Grazie alla qualità ottenibile con le tecnologie di Rodolfo Comerio, i materiali prodotti con queste linee di calandratura forniscono vari vantaggi per l’isolamento dei tetti: ottimizzazione termica, risultante da materiali altamente performanti, capaci di ridurre sensibilmente le dispersioni energetiche; durata nel tempo dei materiali, che mantengono le loro caratteristiche a lungo, anche in condizioni climatiche estreme; sostenibilità, grazie a processi di produzione ottimizzati capaci di favorire la riduzione degli scarti, contribuendo a un ciclo produttivo più ecologico. Il costruttore varesino da sempre punta
sulla tecnologia per garantire non solo prodotti di alta qualità, ma anche un significativo miglioramento dei processi produttivi. Le sue linee di calandratura rappresentano quindi un asset capace di consentire alle aziende operanti nel mercato dell’isolamento edilizio di distinguersi. In particolare, l’isolamento dei tetti realizzato con materiali lavorati per mezzo delle linee di calandratura di Rodolfo Comerio garantisce prestazioni elevate, durabilità e un impatto positivo sull’ambiente.
Plastic Systems ha sviluppato questo innovativo sistema appositamente per un importante trasformatore dell’Est Europa, rispondendo a complesse esigenze industriali ed elevati standard prestazionali.
Prestazioni e sostenibilità vanno di pari passo nelle linee di Rodolfo Comerio e si riverberano sui prodotti con esse realizzati.
Il processo LSP (policondensazione allo stato liquido) messo a punto da NGR (Next Generation Recyclingmaschinen) è il primo a essere certificato per il riciclo di PET in ambito alimentare.
Processo di NGR approvato da EFSA
L’autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA (European Food Safety Authority) ha emesso parere scientifico positivo, ai sensi del nuovo regolamento UE (UE) 2022/1616, in merito alla tecnologia di policondensazione allo stato liquido (LSP) messa a punto da Next Generation Recyclingmaschinen (NGR) per il riciclo di PET. Si tratta dunque del primo processo LSP a essere certificato per il riciclo del PET in ambito alimentare.
A differenza della policondensazione allo stato solido (SSP), che richiede una
lavorazione prolungata ad alta temperatura in condizioni di vuoto, la policondensazione allo stato liquido sfrutta la capacità intrinseca del PET di condensarsi nella fase fusa sottovuoto, che porta a un aumento di viscosità intrinseca (IV). Il vuoto ad alte prestazioni decontamina efficacemente il materiale da sostanze chimiche nocive, garantendo l’utilizzo del materiale per il contatto alimentare al 100%. Essa, quindi, riduce consumo di energia e tempi di lavorazione, fornendo allo stesso tempo risultati di alta qualità. L’elevata mobilità molecolare nella fase liquida e l’ampia superficie dei filamenti di materiale garantiscono un trattamento altamente efficace de polimero che, abbinato all’aumento costante di IV, si traduce in una prolungata stabilità di processo e materiale riciclato.
Plasmatreat rende sostenibile il trattamento al plasma
Dopo una serie di test e la rigorosa valutazione dei risultati, EFSA ha confermato che il processo LSP di NGR soddisfa i più elevati standard di sicurezza alimentare, avvalorando le attività di ricerca e sviluppo del costruttore in termini di innovazione, sostenibilità ed economia circolare. Il parere positivo di EFSA è stato attribuito a tutte le linee di NGR attualmente disponibili per tale processo: P:REACT 600, 1200, 2000 e 3000. Il processo LSP si contraddistingue per elevata efficienza, sfruttando reazioni più rapide nella fase di fusione e riducendo il consumo di energia e i tempi di lavorazione, e consente di ottenere una purezza estremamente elevata del riciclato, grazie alla decontaminazione superiore e all’aumento della viscosità intrinseca (IV).
La filiale italiana dell’azienda tedesca
Il trattamento al plasma, quest’ultimo noto come quarto stato della materia, favorisce l’adesione di colle, resine, vernici o sigillanti su una vasta gamma di superfici in diversi materiali.
Nella foto il generatore al plasma FG5001S.
Plasmatreat, Plasmatreat Italia, ha presentato a Mecspe 2025 varie soluzioni per il trattamento ecosostenibile delle superfici con plasma a pressione atmosferica. Tra esse, Plasma Treatment Unit (PTU) rappresenta un sistema dotato di una doppia sorgente di plasma per il trattamento superficiale in linea con i processi produttivi o come sistema
indipendente.
La cella robotizzata PTU combina l’efficienza di entrambe le tecnologie Openair-Plasma, che nel 2025 celebra trent’anni di utilizzo nei processi di produzione industriale, e PlasmaPlus, ed è in grado di eseguire micro-pulizia, attivazione e nano-rivestimenti assistiti da plasma su un’ampia gamma di materiali, in diversi settori applicativi, come quello automobilistico, elettronico e degli elettrodomestici, per favorire l’adesione di colle, resine, vernici o sigillanti, utilizzando solo aria compressa ed elettricità.
Il plasma, noto come quarto stato della materia, viene creato per mezzo di scariche elettriche e, attraverso uno speciale ugello, viene diretto selettivamente sulla superficie da preparare. Durante Mecspe è stata presentata la nuova sorgente di plasma RD1004 e il generatore FG5001S abbinati
a un robot ad assi cartesiani interpolati. Lo scopo di questa seconda unità è quello di evidenziare la preparazione di PCBA con plasma atmosferico e l’interazione che il fascio di plasma può avere sui componenti elettronici senza danneggiarli.
RD1004 è un ugello al plasma rotante compatto che consente un trattamento superficiale preciso ed efficiente. Adatto ad applicazioni come pulizia e attivazione, si contraddistingue per elevata velocità di processo ed efficienza energetica, ideale per settori esigenti come l’auto e l’elettronica. FG5001S è un generatore al plasma potente ed efficiente dal punto di vista energetico che offre facilità d’uso con un display touch integrato e un menu di facile navigazione. È adatto a un’ampia gamma di applicazioni e offre prestazioni affidabili, ideale per trattamenti superficiali esigenti.
AIPE e il futuro dell’EPS
Con il convegno “AIPE 40: Una Storia per un Futuro di Sostenibilità”, AIPE - Associazione Italiana Polistirene Espanso non perde l’occasione per riflettere sul proprio percorso e, soprattutto, per delineare il futuro dell’EPS. Da sempre protagonista nell’imballaggio e nell’edilizia, oggi il materiale si rinnova per rispondere alle sfide ambientali e per competere in un panorama sempre più competitivo.
Di Matteo De Molli Morandi e Giampiero Zazzaro
Il 18 ottobre, nella suggestiva cornice del Castello di San Gaudenzio a Cervesina (Pavia), AIPE ha celebrato il suo 40° anniversario. Nel corso dell’evento, il presidente Alessandro Augello ha risposto alle nostre domande, affrontando temi centrali per il settore, tra cui le sfide normative, l’innovazione tecnologica e il ruolo dell’associazione nel promuovere una filiera sempre più circolare e sostenibile. Spesso oggetto di critiche, l’EPS si rivela invece un alleato prezioso nella transizione ecologica, grazie alle sue proprietà e alle nuove soluzioni per il recupero e il riciclo.
In un contesto di normative ambientali sempre più stringenti, il settore dell’EPS è chiamato a dimostrare la propria capacità di adattamento. AIPE affronta queste sfide valorizzando le caratteristiche del materiale e promuovendo soluzioni avanzate per il riciclo e il riuso. Secondo Alessandro Augello, presidente AIPE, “il polistirene è un polimero estremamente valido con un rapporto costo-prestazione ineguagliabile. Dobbiamo imparare a difenderlo e a valorizzarlo meglio, oltre a essere orgogliosi di produrre un materiale come questo nelle nostre fabbriche”. L’obiettivo è incrementare il tasso di recupero, riuso e riciclo attraverso la collaborazione con i fornitori di materie prime e l’adozione di processi di raccolta e riciclo sempre più virtuosi. Un impegno che ha già dato risultati concreti: tra il 2019 e il 2022, in Il presidente di AIPE, Alessandro Augello.
Italia, sono state riciclate oltre 20.000 tonnellate di polistirene, con un incremento medio del 25%.
AIPE rappresenta un comparto che si stima contribuisca per oltre un miliardo di euro al PIL nazionale e coinvolge alcune migliaia di lavoratori, giocando un ruolo chiave nello sviluppo del Paese. L’associazione affronta con determinazione il rapporto con le istituzioni adottando una comunicazione chiara e mirata sul valore intrinseco dell’EPS, volta a modificare la percezione pubblica di questo materiale. AIPE non è solo un’associazione di categoria, ma una comunità coesa, capace di operare con efficienza ed efficacia grazie a un ambiente collaborativo e propositivo.
L’industria della plastica, negli ultimi anni, ha dovuto affrontare un crescente movimento di demonizzazione che, purtroppo, spesso non tiene conto di un’analisi obiettiva delle prestazioni e dei benefici dei materiali plastici. In questo contesto, l’importanza di un dialogo continuo e proattivo con i decisori politici è diventata centrale per l’associazione, garantendo non solo la difesa del settore, ma anche un’azione concreta a favore della sostenibilità.
AIPE, in particolare, ha giocato un ruolo chiave investendo in progetti autonomi e collaborazioni strategiche. Un esempio significativo di queste alleanze è la collaborazione con Corepla, che ha portato a ottimizzare i processi di raccolta, riciclo e recupero del polistirene espanso, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale e ad aumentare la consapevolezza lungo tutta la filiera. Questi progetti hanno dimostrato che la sostenibilità non è solo un concetto astratto, ma un obiettivo concreto, raggiungibile attraverso il lavoro collettivo e un impegno costante. Un altro aspetto distintivo è stato il contributo di AIPE all’innovazione tecnologica, in particolare per quanto riguarda le soluzioni di isolamento termico e lo sviluppo di materiali accoppiati. Oggi, questi materiali rappresentano uno standard nel settore edile, contribuendo a migliorare l’efficienza energetica nell’industria dell’edilizia. La diffusione della cultura dell’isolamento ha coinvolto numerosi professionisti, come ingegneri, architetti e tecnici, che hanno reso l’isolamento un pilastro fondamentale nelle costruzioni moderne.
In sintesi, AIPE ha saputo dimostrare come l’industria della plastica possa essere protagonista di una transizione ecologica, non solo attraverso l’innovazione, ma anche con un impegno concreto, che risponde alle necessità del mercato e contribuisce alla crescita di una cultura più consapevole nei confronti della questione ambientale.
Rapporto tra pubblico e privato
Alessandro Augello sostiene che la sinergia tra il settore pubblico e privato sia essenziale per promuovere politiche efficaci, in particolare per quanto riguarda l’uso dell’EPS.
AIPE ha adottato un approccio molto proattivo in questo senso, lavorando a stretto contatto con istituzioni, associazioni di consumatori e altri gruppi industriali per sviluppare politiche basate su dati concreti. Questo permette di creare una visione integrata della sostenibilità, che non solo risponde alle esigenze dell’industria, ma tiene conto anche degli interessi dei cittadini e delle necessità della società nel suo complesso. La capacità di AIPE di coinvolgere tutte le parti interessate in questo processo di elaborazione delle politiche dimostra l’importanza di un impegno collettivo per affrontare le sfide ambientali, garantendo allo stesso tempo che le soluzioni siano pratiche e ben bilanciate. Un approccio inclusivo, quindi, che non solo promuove l’uso sostenibile dell’EPS, ma contribuisce anche a sensibilizzare e formare la società sulla necessità di un cambiamento verso pratiche più rispettose dell’ambiente.
Da sinistra: Alessandro Augello e Marco Piana, rispettivamente presidente e direttore tecnico di AIPE.
Un momento dell’intervista al presidente Alessandro Augello, primo a destra.
Raccogliere seriamente la sfida della sostenibilità, portandola fino in fondo, comporterà enormi vantaggi per l’EPS, un materiale particolarmente versatile.
Secondo la visione di Alessandro Augello, la necessità di una collaborazione multidisciplinare per affrontare le sfide della transizione ecologica è particolarmente proficua poiché coinvolge una vasta gamma di attori, elemento chiave per un cambiamento effettivo, in grado di tradursi in politiche efficaci, strategie di riciclo e pratiche di recupero concrete.
Aspetti tecnici
L’industria dell’EPS si trova in una posizione favorevole per affrontare queste sfide, essendo l’EPS un materiale tecnico unico grazie alle sue peculiari caratteristiche.
Come sottolineato dal Presidente di AIPE durante il convegno, “raccogliere seriamente la sfida della sostenibilità, portandola fino in fondo, comporterà enormi vantaggi per il settore”.
In particolare, l’EPS potrà competere con altri materiali sia nel campo dell’edilizia sia dell’imballaggio, attraverso soluzioni che integrano riciclo e innovazione tecnologica.
Il mercato italiano sta mostrando segni di una reazione positiva
a questa crescente attenzione per l’economia circolare. Le imprese si stanno adattando alle normative più stringenti, come l’introduzione dei criteri ambientali minimi (CAM), che spingono verso la produzione di EPS riciclato. Questo non solo risponde alla crescente domanda di materiali eco-friendly, ma promuove anche una maggiore competitività del settore, creando nel contempo un ciclo virtuoso che rafforza l’equilibrio tra sostenibilità e performance di mercato.
Questi sviluppi sono essenziali per il futuro del settore, poiché permettono di mantenere alta la competitività dell’EPS, mentre si risponde alle necessità ambientali e normative. La sfida non è solo economica, ma anche culturale, e richiede un impegno costante per garantire che la sostenibilità diventi un valore integrato in ogni aspetto della produzione e dell’uso del materiale.
L’innovazione tecnologica sta sicuramente giocando un ruolo fondamentale nel trasformare la produzione di EPS, con cambiamenti significativi che stanno ridisegnando il ciclo produttivo e contribuendo a rendere l’industria più green. Un aspetto particolarmente rilevante è l’orientamento verso l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili lungo tutta la catena produttiva. I produttori di materie prime, in particolare, stanno adottando soluzioni bio-based che non solo riducono la dipendenza dai combustibili fossili, ma contribuiscono anche a promuovere un modello circolare basato sul riciclo meccanico.
Il settore dell’EPS ha certamente attraversato periodi di forte incertezza, soprattutto a causa delle critiche che hanno colpito l’uso della plastica negli imballaggi. Tuttavia, oggi, secondo il presidente di AIPE “l’esperienza ha dimostrato che, nonostante numerosi tentativi di sostituire l’EPS con altri materiali, nessuna alternativa è riuscita a eguagliare il suo straordinario rapporto tra prestazioni e costo”. Il polistirene espanso continua a rimanere una scelta imbattibile in termini di efficienza, versatilità ed economicità. Nel corso degli anni, i continui investimenti in ricerca e sviluppo, focalizzati su recupero, riciclo e riuso, hanno confermato la centralità dell’EPS nel panorama dei materiali per l’imballaggio e l’edilizia.
Questi sviluppi non solo hanno garantito una risposta concreta alle preoccupazioni ambientali, ma hanno anche contribuito a migliorare l’immagine del materiale, dimostrando che è possibile coniugare efficienza economica e sostenibilità. L’industria dell’EPS ha quindi saputo adattarsi alle sfide ambientali e rimanere competitiva, dimostrando che il futuro del settore non è solo legato alla produzione, ma anche alla sua capacità di evolversi.
Sfide future
Il regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR) e la legislazione italiana sui Criteri Ambientali Minimi (CAM) rappresentano nuove opportunità per trasformare l’industria e migliorare la competitività del polistirene espanso rispetto ad altri materiali. Le sfide future del settore si inseriscono in un quadro più ampio di transizione ecologica ed energetica, elementi chiave nella lotta al cambiamento climatico. Il patrimonio edilizio europeo è responsabile di circa il 36% delle emissioni totali di CO2 e del 40% dei consumi energetici complessivi. Per questo motivo, la riqualificazione energetica degli edifici è diventata una priorità dell’agenda europea, con obiettivi ambiziosi e scadenze stringenti. AIPE, in questo contesto, è chiamata a svolgere un ruolo attivo, promuovendo soluzioni che coniughino efficienza energetica, riduzione delle emissioni e sostenibilità ambientale. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità di raccogliere queste sfide e trasformarle in opportunità, consolidando il ruolo del polistirene espanso come materiale chiave per contribuire alla creazione di un sistema economico circolare. Il nuovo PPWR non aggiunge divieti o restrizioni all’uso dell’EPS nelle sue attuali applicazioni ma prevede una roadmap che ha come obiettivo l’incremento delle quantità riciclate e l’impiego di percentuali minime di materiale riciclato all’interno dei nuovi
imballi. Alcuni target sono già stati raggiunti dall’EPS e su altri AIPE sta lavorando, di concerto con tutta la filiera, per essere pienamente in linea con quanto richiede il regolamento. Il polistirene espanso possiede una composizione che lo rende particolarmente vantaggioso. Il fatto che il 98% del materiale sia costituito da aria, con solo il 2% di polimero, gli permette di adattarsi ad applicazioni come la catena del freddo, dove il suo ruolo nella conservazione degli alimenti è fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari, un problema sempre più rilevante a livello globale.
Inoltre, le tecnologie di riciclo, sia meccanico sia chimico, stanno evolvendo a un ritmo rapido, migliorando ulteriormente la gestione del fine vita dell’EPS, grazie anche a un sempre più efficiente sistema di recupero del materiale.
Un altro aspetto fondamentale della sostenibilità dell’EPS è il suo contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 nei trasporti. Il suo peso ridotto, infatti, abbassa il consumo di carburante durante il trasporto, diminuendo così la sua impronta ambientale complessiva.
La sfida ora è comunicare in modo chiaro e convincente questi vantaggi, affinché l’EPS venga percepito correttamente non solo come un materiale versatile e performante, ma anche come una risorsa fondamentale nella lotta al cambiamento climatico.
Il 18 ottobre 2024 AIPE ha celebrato il suo 40° anniversario.
Anche il 40° anniversario di AIPE, come sempre accade in queste occasioni, è stato un utile momento di incontro e networking.
Il polimero Mipelon UHMWPE in microgranuli sferici prodotto da Mitsui Chemicals può sostituire il PTFE come modificatore delle proprietà di scorrimento nelle resine termoplastiche, gomma, vernici e rivestimenti nonché in oli e grassi.
Mipelon di Mitsui Chemicals Europe
Utilizzato nella plastica, nella gomma, nelle vernici e nei rivestimenti, il polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMW-PE) Mipelon in microgranuli sferici viene proposto dal produttore Mitsui Chemicals Europe come alternativa ad alte prestazioni al PTFE in termini di attrito radente, resistenza all’abrasione e resistenza chimica. Il fattore limitante nella sostituzione del PTFE è la minore temperatura di fusione dell’UHMW-PE, che è di circa 135 °C. In dettaglio, il polietilene Mipelon può essere generalmente utilizzato a temperature fino a 120 °C, tuttavia il grado speciale PM200C è adatto anche all’impiego come additivo negli oli derivati da idrocarburi in presenza di temperature fino a 200 °C. A differenza del PE in polvere, Mipelon non tende a gonfiarsi anche alle temperature più elevate, mantenendo così le proprie forma e funzionalità.
Inoltre, è caratterizzato da un migliore comportamento di dispersione nei masterbatch plastici.
In molti casi, con il medesimo dosaggio si ottiene un coefficiente di attrito radente inferiore e una migliore resistenza all’abrasione rispetto al PTFE, cosa che ne consente l’uso in minori quantità.
Inoltre, la densità di 0,97 g/cm3, pari a circa la metà di quella del PTFE, favorisce la riduzione del peso. Mitsui Chemicals Europe distribuisce Mipelon direttamente o tramite il distributore specializzato Dreyplas che assiste Mitsui nello sviluppo e nell’evoluzione dei materiali su specifiche dei trasformatori.
Con un peso molecolare che si aggira intorno ai 2 milioni di g/ mol, Mipelon si caratterizza per le dimensioni molto ridotte dei microgranuli sferici. Per esempio, la dimensione media (D50) dei granuli per il grado PM-200 è di circa 10 micrometri, attualmente tra le misure più piccole in questa categoria di prodotti. Il valore D50 è circa 30 micrometri per il grado XM-220 e 65 micrometri per il grado l’XM-330. I microgranuli di dimensioni maggiori vengono utilizzati per la modifica di
gomma e compound plastici, nonché per la produzione di filtri. I microgranuli più fini invece sono ideali per le vernici e i rivestimenti. Mitsui Chemicals in Giappone sta attualmente lavorando allo sviluppo di gradi in microgranuli con una misura D50 rispettivamente inferiore a 5 micrometri e di circa 6 micrometri, quest’ultimo già disponibile sotto forma di campioni. La disponibilità su scala commerciale è invece prevista per fine 2025.
In generale, grazie alla superficie liscia e alla fitta distribuzione granulometrica, i microgranuli sferici consentono una dispersione ottimale. La distribuzione granulometrica del Mipelon è molto più fitta rispetto al PTFE ed evidenzia anche una percentuale significativamente inferiore di microgranuli più grandi. Inoltre, in presenza di sollecitazioni a lungo termine, Mipelon presenta valori di attrito radente e abrasione inferiori non solo al PTFE, ma anche alle PA 11 e PA 12 e alle cere PE. Mipelon si caratterizza anche per l’elevata resistenza chimica ad acidi, alcali e prodotti chimici organici e non assorbe praticamente né acqua né umidità. La maggior parte dei gradi è adatta per applicazioni a contatto con gli alimenti in conformità con i regolamenti attualmente in vigore nell’UE e negli Stati Uniti.
Grazie a questa estesa gamma di proprietà, le applicazioni tipiche di Mipelon vanno dai rivestimenti superficiali ad alta resistenza chimica, comprese vernici alle polveri elettrostatiche, vernici spray a base d’acqua o solvente e rivestimenti per impieghi in immersione, additivi per gomma e resine termoplastiche. Tra gli esempi di applicazioni vi sono rulli rivestiti in gomma, rivestimenti di profili in gomma per l’industria automobilistica, compound plastici, agenti antibloccaggio per film in sostituzione di zeoliti, siliconi, oli e grassi in applicazioni di lubrificazione di emergenza.
Nareglax di Versalis
Il nuovo plastificante Nareglax di Versalis è prodotto utilizzando come base l’acido azelaico di Matrica ricavato da oli vegetali di origine europea grazie a una tecnologia innovativa e sostenibile. Più in dettaglio, si tratta del diestere dell’acido azelaico con 2-etilesanolo (DOZ), che si presenta come un liquido limpido ed è caratterizzato da un’elevata purezza. Il contenuto di carbonio di origine vegetale è pari al 38% del carbonio totale, in accordo con ASTM D 6866-22.
Nareglax può essere utilizzato in applicazioni con PVC, NBR e CR, con i quali dimostra un’elevata compatibilità in sostituzione principalmente del diottil-sebacato (DOS) e al diottiladipato
(DOA). Questo plastificante risulta particolarmente adatto per impieghi a bassa temperatura in fili, cavi, tubi flessibili, film e imballaggi e dimostra ottime prestazioni di resistenza agli
agenti atmosferici e di isolamento elettrico. Inoltre, presenta eccellente efficienza plastificante, bassa volatilità, ridotto tasso di migrazione ed è privo di ftalati.
Syensqo risponde alla crescente domanda di materiali avanzati
La multinazionale belga Syensqo ha aumentato di oltre il 25% la capacità produttiva di polisulfonici (PSU) Udel presso il sito di Marietta, in Ohio (Stati Uniti). L’incremento produttivo è stato attuato dalla società per rispondere alla crescita della domanda di tali materiali avanzati per le applicazioni per la salute umana, la gestione delle acque e le energie rinnovabili. I PSU di Syensqo vengono infatti utilizzati per produrre, per esempio, sistemi per l’emodialisi, strumenti medicali, dispositivi per la purificazione dell’acqua e componenti per gli impianti per la produzione di idrogeno verde.
La gamma Udel può essere impiegata
in condizioni difficili e a temperature elevate e si caratterizzano per resistenza, rigidità e flessibilità nella sterilizzazione, che risultano rilevanti nella produzione, per esempio, di membrane per la filtrazione dell’acqua e di dispositivi medici che richiedono precisione e affidabilità. Con approvazioni a livello globale per l’uso in applicazioni a contatto con acqua potabile e alimenti, questi materiali si rivelano affidabili per sicurezza e durata. L’aumento della capacità presso il sito di Marietta si integra con quella recente di componenti di base per questi materiali presso il sito di Augusta, in Georgia (Stati Uniti).
Il rafforzamento della sua produzione
negli Stati Uniti consentirà a Syensqo di soddisfare la crescita della domanda nei mercati critici.
“Da quando tre anni fa abbiamo intrapreso l’espansione della nostra attività nei polisulfoni, la domanda di materiali con alte prestazioni e un buon equilibrio tra proprietà meccaniche, termiche e chimiche elevate ha continuato a crescere. Syensqo è orgogliosa di fornire materiali avanzati e sostenibili che soddisfano le esigenze in continua evoluzione di settori critici come l’assistenza sanitaria, la filtrazione dell’acqua e la produzione di idrogeno”, ha dichiarato Peter Browning, presidente Specialty Polymers di Syensqo.
Il nuovo plastificante Nareglax di Versalis è prodotto utilizzando come base l’acido azelaico di Matrica ricavato da oli vegetali.
Il rafforzamento della sua produzione negli Stati Uniti consentirà a Syensqo di soddisfare la crescita della domanda nei mercati critici.
Igus propone nuovi cuscinetti a strisciamento esenti da lubrificazione e privi di PFAS; realizzati con il nuovo materiale iglidur JPF, garantiscono prestazioni paragonabili a quelle ottenute con il materiale ad alta resistenza iglidur J, con il vantaggio di essere esenti da PTFE.
Nuovo materiale senza PFAS e PTFE
Cosa accomuna filo interdentale, sci, padelle e cuscinetti a strisciamento? Sono tutti prodotti contenenti composti organici del fluoro, noti anche come PFAS. Ciò che rende speciali questi composti è l’insensibilità all’acqua, al calore e allo sporco, caratteristiche che vengono sfruttate per realizzare anche cuscinetti a strisciamento resistenti all’usura ed esenti da lubrificazione con funzionamento a secco. Tuttavia, queste sostanze chimiche molto lentamente si
Soluzioni per insulbar
degradano e se non smaltite possono nuocere sia alle persone che all’ambiente. Per contribuire a superare questo inconveniente, igus sta sviluppando materiali come il nuovo iglidur JPF, che non contengono né PFAS né PTFE (un fluoropolimero, sottogruppo dei PFAS). Nel febbraio 2023, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha pubblicato una proposta di divieto per almeno 10.000 PFAS, la cui decisione definitiva potrebbe essere presa già nel 2025. In tal caso, anche se non prima del 2026, il regolamento sui PFAS entrerebbe in vigore negli Stati membri dell’Unione Europea. Tale divieto avrebbe conseguenze di vasta portata, non solo per i beni industriali, bensì anche per quelli di consumo. Molte aziende - tra cui igus - si stanno preparando a normative più severe in materia di PFAS sviluppando materiali di nuova generazione per realizzare componenti destinati al motion plastics, sempre caratterizzati da funzionamento a secco a basso attrito
che rende superfluo l’uso di lubrificanti, ma, allo stesso tempo, esenti da PFAS e da PTFE.
Tra i frutti di questa attività c’è iglidur JPF, il nuovo materiale utilizzato da igus per produrre cuscinetti a strisciamento completamente privi di PTFE. Durante i test condotti nel laboratorio igus, questi nuovi cuscinetti, esenti da lubrificazione, hanno mostrato valori di attrito e usura simili a quelli dei precedenti modelli realizzati con il polimero iglidur J. “Gli utenti che si affidano a iglidur J nelle loro macchine e nei loro impianti adesso dispongono di un’alternativa priva di PTFE e con la stessa qualità”, afferma Lars Butenschön, responsabile della divisione tecnologia dei cuscinetti iglidur. “Il nostro obiettivo è riuscire a offrire i nostri materiali standard in nuove versioni completamente prive di PTFE. Attualmente, stiamo sviluppando formulazioni prive di PTFE per iglidur X e iglidur W300. E confermo che i test iniziali sono già molto promettenti”.
Espoc è adatto a finestre e porte verniciate a polvere e consente di ottenere superfici perfette, senza “effetto blistering”.
Per perfezionare gli aspetti qualitativi e le caratteristiche funzionali dei profili isolanti insulbar, Ensinger ha sviluppato Espoc, uno speciale rivestimento in polvere applicabile sulla gamma di profili isolanti sia standard sia personalizzati, inclusi i prodotti con materiale poroso (lambda 0,21 W/mk), e SpumaTech, nuova soluzione che permette di migliorare l’indice di conduttività termica nel taglio termico di porte e finestre verniciate a polvere.
Espoc è adatto a finestre e porte verniciate a polvere e consente di ottenere superfici praticamente perfette indipendentemente dal livello di umidità. L’attrazione della polvere, infatti, resta costante ed elevata durante tutto il processo di rivestimento con Espoc e il risultato si dimostra ottimale anche con profili a secco - cioè, con bassa umidità residua - eliminando “l’effetto blistering”, vale a dire la formazione di bolle, ottenendo così un’alta qualità del rivestimento. Grazie a un processo innovativo la superficie del profilo isolante viene resa elettricamente conduttiva e, quindi, le particelle di polvere caricate elettrostaticamente sono attratte dalla superficie del profilo isolante analogamente a quanto avviene per i metalli conduttivi e, pertanto, è applicabile su profili assemblati in alluminio-plastica, su quelli in PA,
su molti materiali insulbar e su vari elementi del profilo stesso, comprese le sporgenze e i sottosquadri. SpumaTech consiste di un inserto in poliisocianurato rigido espanso (PIR) rivestito su entrambe le facce con velo vetro saturato e incollato sui profili insulbar tramite una colla a base di acqua non infiammabile che non altera le dimensioni e/o le caratteristiche del sistema stesso. Gli inserti in SpumaTech applicati ai profili per il taglio termico migliorano le prestazioni termiche del sistema finestra impedendo la convezione all’interno della zona a taglio termico, offrono un valore di conducibilità termica molto basso - 0,028 W/mk - mantenendo la resistenza termica anche in presenza di temperature continue comprese tra -40 e +120 °C e, su brevi periodi, anche fino a 200 °C.
Digital Passport Programme
Nei giorni scorsi a Bruxelles VinylPlus, il programma volontario per la sostenibilità nella filiera del PVC, ha lanciato VinylPlus Digital Passport Programme (DPP), archivio digitale contenente le informazioni complete su un determinato prodotto e sulla sua filiera di riferimento. Si tratta di un progetto pilota per tre diversi tipi di prodotti in PVC plastificato - teloni, pavimentazioni e coperture - condotto insieme a un consorzio industriale di tre produttori di manufatti in PVC flessibile - Beaulieu International Group, Renolit e Sioen - e a 3E, azienda specializzata nello sviluppo di passaporti digitali per manufatti di vario genere.
Nelle intenzioni dei promotori dell’iniziativa, l’adozione dei DPP dovrebbe migliorare trasparenza, tracciabilità e conformità normativa in particolare nel settore delle costruzioni. Fornendo un sistema armonizzato per la gestione dei dati, i DPP garantirebbero un accesso agevole al mercato ai sensi del nuovo Regolamento sui prodotti da costruzione (CPR), riducendo al contempo le barriere commerciali in tutta l’UE. I DPP, inoltre, dovrebbero aiutare le aziende a osservare le normative in evoluzione, migliorare l’efficienza della catena di fornitura e supportare gli obiettivi dell’economia
circolare, preparandosi per la futura integrazione con il Regolamento sull’ecodesign per prodotti sostenibili (ESPR).
Il programma volontario per la sostenibilità nella filiera del PVC ha lanciato VinylPlus Digital Passport Programme (DPP), archivio digitale contenente le informazioni complete su un determinato prodotto e sulla sua filiera di riferimento.
Sostituzione del legno
La collaborazione avviata tra il produttore di materiali Avery Dennison e il produttore di imballaggi Tosca prevede la sostituzione di pallet in legno con quelli in plastica, più durevoli e riutilizzabili, forniti da quest’ultima secondo un modello di “pooling” alternativo al loro acquisto. Avery Dennison ha deciso di sostituire i pallet in legno a seguito dell’aumento della loro domanda e oggi i pallet in plastica di Tosca sono utilizzati in 13 suoi stabilimenti e centri logistici europei per le spedizioni a oltre 400 clienti. Tosca ha risposto alla richiesta di Avery Dennison con i suoi pallet in plastica durevoli e riutilizzabili L1, progettati per migliorare l’efficienza, ridurre gli sprechi e minimizzare l’impatto ambientale. Un aspetto cruciale della fornitura è stato quello di convincere un numero sempre più alto di clienti di Avery Dennison a ricevere le merci su pallet in plastica, poiché una maggiore partecipazione al progetto avrebbe consentito di ottimizzare la logistica e migliorarne la sostenibilità. I pallet in plastica riutilizzabili di Tosca rappresentano una soluzione anche più igienica sia per le merci trasportate sia per i magazzini. Nel 2023, il 40% dei pallet di Avery Dennison con le dimensioni adatte ai trasporti
in Europa è stato sostituito da quelli in plastica, con un risparmio annuale di quasi 500 tonnellate di CO2, superando le stime iniziali.
“Il nostro obiettivo principale è la riciclabilità e la circolarità dei nostri imballaggi. Collaborando con Tosca, ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, ha dichiarato Violeta Gómez Valdivieso di Avery Dennison. “Per esempio, il PPWR richiede che entro il 2030 almeno il 40% degli imballaggi per il trasporto o la vendita sia riutilizzabile e i pallet in plastica di Tosca rispondono a questi requisiti”.
In futuro, Avery Dennison prevede di
continuare la transizione verso i pallet in plastica con il sistema di pooling di Tosca. La possibilità di utilizzare tag RFID integrati nei pallet in plastica per il tracciamento offre inoltre una tracciabilità migliore e una gestione degli ordini semplificata, con benefici operativi che in futuro saranno ancora maggiori.
“In Tosca lavoriamo al fianco dei nostri clienti all’interno di partnership a lungo termine e il successo della nostra collaborazione con Avery Dennison ne è l’esempio perfetto. Entrambe le aziende credono fortemente nel concetto di continuità”, ha dichiarato Felix Van Ouytsel di Tosca.
Violeta Gómez Valdivieso di Avery Dennison e Felix Van Ouytsel di Tosca di fronte a un carico pronto per la spedizione su un pallet in plastica.
GreenPlast 2025
Dal 27 al 30 maggio 2025, Milano ospiterà GreenPlast 2025, una mostra-convegno imperdibile che offrirà un’occasione unica per scoprire tecnologie all’avanguardia, confrontarsi con esperti internazionali e approfondire le tendenze che stanno trasformando l’industria delle materie plastiche.
GreenPlast 2025, attraverso l’innovativa formula fieristica abbinata a quella convegnistica, offrirà una panoramica completa dei cambiamenti in atto nel settore materie plastiche e gomma, in risposta alle sfide ambientali. I preparativi sono in pieno svolgimento: oltre a un tour promozionale su territorio nazionale e internazionale, si sta delineando il programma del convegno, che vedrà la partecipazione dei principali protagonisti del settore.
Un evento in crescita che conferma il suo successo
Nonostante le sfide globali attuali, GreenPlast 2025 si consolida come un punto di riferimento per l’industria della plastica sostenibile. Il numero di iscritti e lo spazio espositivo venduto sono in linea con l’edizione 2022, quando il contesto economico era sicuramente più favorevole e la voglia di ritorno alla norma-
lità dopo il covid sosteneva tutte le manifestazioni fieristiche. Ad oggi si sono ampiamente superati i 100 espositori e raggiunto 4.000 metri quadrati di area espositiva netta. Ciò conferma il continuo interesse e supporto da parte del settore.
Promaplast, società organizzatrice della manifestazione, è soddisfatta per il lavoro straordinario del proprio team commerciale, che ha adottato una strategia multicanale di successo. Partecipando a fiere e conferenze di settore, sia in Italia sia all’estero, e combinando metodi tradizionali con approcci innovativi, il team ha garantito una presenza di rilievo.
Mario Maggiani, CEO di Promaplast, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di vedere GreenPlast 2025 consolidarsi come evento di riferimento per l’industria della plastica sostenibile. Questo traguardo è il risultato di un impegno incessante e della capacità di anticipare le necessità di un mercato in continua trasformazione”.
Un tour promozionale globale e un programma ricco di contenuti
La promozione di GreenPlast 2025 è già a pieno regime. Il team di Promaplast è impegnato nei principali eventi del settore, tra cui: Mecspe (Bologna, 5-7 marzo); Plastimagen (Città del Messico, 11-14 marzo); Plastico Brasil (San Paolo, 24-28 marzo); PRSE (Amsterdam, 1-2 aprile); Chinaplas (Shenzhen, 15-18 aprile); SPS (Parma, 1315 maggio).
Inoltre, grazie alla collaborazione con ICE Agenzia, sono state organizzate delegazioni di qualificati top buyer provenienti da Medio Oriente, Nord Africa, Europa centro-orientale e Balcani. Questo impegno mira a garantire una platea internazionale di alta qualità, promuovendo il networking e la creazione di nuove opportunità di business.
Parallelamente, l’organizzazione sta selezionando relatori di spicco per il convegno Shaping a Sustainable Future for
Plastics, che si terrà in concomitanza con l’evento espositivo. I protagonisti? Non solo costruttori di macchine ma anche trasformatori, produttori di materie prime, docenti universitari e ONG che presenteranno le ultime novità su sostenibilità, legislazione, innovazione produttiva e tecnologia.
Shaping a Sustainable Future for Plastics
GreenPlast ospiterà il convegno “Shaping a Sustainable Future for Plastics”, organizzato in collaborazione con AMI (Applied Market Information) in qualità di partner ufficiale della mostra-convegno, destinata a confermarsi come l’evento dell’anno sulla sostenibilità della plastica. Il 29 maggio, terzo giorno del convegno, interverrà anche Assorimap, l’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria, che fornirà una panoramica sulle prospettive del riciclo meccanico della plastica e proseguirà con una sessione dedicata alla chiusura del ciclo nei processi di recupero delle materie plastiche. Il riciclo meccanico delle materie plastiche verrà introdotto attraverso l’analisi del Report annuale di Assorimap, realizzato da Plastic Consult, dove verranno illustrati i risultati raggiunti nel 2024. Interverranno: Marilena Di Brino, direttore Assorimap, Paolo Arcelli, direttore Plastic Consult e Walter Regis, presidente Assorimap.
Negli ultimi anni, gli investimenti delle aziende europee nelle tecnologie per il riciclo meccanico sono in costante crescita: nel 2017, la capacità installata dei riciclatori europei era di circa 6 milioni di tonnellate, mentre nel 2023 ha raggiunto i 13,2 milioni di tonnellate, nonostante il
Mario Maggiani, amministratore delegato di Promaplast, società organizzatrice di GreenPlast, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di vedere GreenPlast 2025 consolidarsi come evento di riferimento per l’industria della plastica sostenibile”.
recente rallentamento dovuto alla crisi energetica. Inoltre, l’introduzione degli obblighi UE relativi al contenuto minimo di materiale riciclato nei prodotti plastici rappresenta un passo avanti nella giusta direzione, poiché stimola la domanda di plastica riciclata e incentiva gli investimenti in tecnologie più avanzate per migliorare la qualità e la resa dei processi di recupero.
Il futuro del riciclo meccanico passa quindi attraverso una forte spinta all’innovazione, che consente di ottenere plastica riciclata con caratteristiche sempre più simili a quella vergine, ampliandone le possibili applicazioni anche in settori esigenti come quello del packaging alimentare. All’interno dell’evento Assorimap è prevista anche una tavola rotonda di confronto sulla circolarità dei mercati delle plastiche riciclate, con una prospettiva nazionale ed europea. Tra i relatori: Maria Cristina Poggesi, direttrice di IPPR - Istituto per la promozione delle plastiche da riciclo, che presenterà la relazione “L’impiego della materia prima seconda nell’industria di trasformazione nazionale”;·Paolo Glerean, presidente di Recyclass, che affronterà il tema delle
certificazioni con l’intervento “Le certificazioni europee per la plastica riciclata: il punto”; infine, Riccardo Parrini - co-fondatore e CEO di PlasticFinder, che analizzerà le dinamiche della compravendita delle materie prime con l’intervento “Chi acquista e vende plastica riciclata a livello internazionale?”
Punto di incontro della plastica sostenibile
La presenza di Assorimap sottolinea il ruolo chiave dell’innovazione nel riciclo della plastica e arricchisce ulteriormente il parterre di relatori di rilievo nazionale e internazionale, rendendo il convegno “Shaping a Sustainable Future for Plastics” un appuntamento imperdibile all’interno di una manifestazione fieristica.
GreenPlast 2025 non sarà solo una mostra-convegno, ma un luogo dove il futuro della plastica sostenibile prenderà forma. Attraverso stand espositivi, confronti e tavole rotonde, l’evento ispirerà aziende e professionisti a intraprendere percorsi sempre più green, trasformando le sfide della transizione ecologica in opportunità.
Plast 2026
Presso il quartiere fieristico di Fiera Milano a Rho (Milano) dal 9 al 12 giugno 2026 torna la fiera internazionale Plast, le cui iscrizioni si apriranno a marzo 2025. Plast 2026 si propone di riaffermare il proprio ruolo centrale come appuntamento fieristico per l’industria mondiale delle materie plastiche e della gomma, offrendo un’opportunità imperdibile di aggiornamento, innovazione e business per espositori e visitatori. E ancora una volta la manifestazione rappresenterà anche una vetrina d’eccellenza per la produzione europea di impianti per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma, sottolineando il primato tecnologico e qualitativo del Vecchio Continente e favorendo il dialogo con i mercati emergenti protagonisti di una nuova fase di sviluppo economico e tecnologico.
“Per affrontare le sfide sempre più impegnative del settore, è fondamentale adottare strategie innovative e creative.
Plast 2026 si svolgerà in concomitanza con Xylexpo, biennale internazionale dedicata alle tecnologie per la lavorazione del legno e per l’industria del mobile, consentendo la libera circolazione dei visitatori tra le due fiere. Questa sinergia è particolarmente rilevante poiché esistono complementarità tra i settori: ad esempio, alcuni centri di lavoro per il legno trovano applicazione anche nella lavorazione della plastica e di altri materiali. La nostra determinazione e la fiducia nel settore fieristico ci permettono di offrire ancora una volta un evento di riferimento per l’industria delle
materie plastiche in un panorama fieristico internazionale sempre più competitivo”, ha dichiarato Mario Maggiani, direttore generale di Promaplast, società che organizza la manifestazione.
Con una superficie di 50.000 metri quadrati netti e 38.000 visitatori, l’ultima edizione di Plast, tenutasi nel 2023, si era riconfermata come manifestazione di successo. L’evento aveva ospitato i suoi saloni satellite Rubber (filiera della gomma), 3D Plast (stampa 3D e affini), PlastMat (materiali innovativi) e una vasta gamma di soluzioni tecnologiche di ultima generazione. La presenza di 1.323 espositori, di cui il 47% provenienti dall’estero, aveva ribadito l’internazionalità della fiera, un dato risultato ancor più significativo considerando che molte filiali italiane di costruttori stranieri erano registrate come aziende italiane. I padiglioni avevano accolto visitatori provenienti da 109 Paesi, con una quota internazionale pari al 30%. L’Europa aveva rappresentato la fetta più consistente (64%), seguita da Asia (20%), Africa (7,58%), America (7,56%) e Oceania (0,75%). Un contributo rilevante all’internazionalizzazione dell’evento era stato dato dai circa 300 buyer coordinati da ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Plast torna a Fiera Milano dal 9 al 12 giugno 2026, iscrizioni aperte da marzo 2025.
Chinaplas 2025
Intitolata “TrasformazioneCollaborazione - Sostenibilità” e in programma allo Shenzhen World Exhibition & Convention Center di Shenzhen, Cina, dal 15 al 18 aprile, Chinaplas 2025 si appresta a ospitare oltre 4.000 espositori internazionali su uno spazio di 380.000 metri quadri che si estenderà su tutti i 19 padiglioni. Insieme a 9 padiglioni di Paesi e aree geografiche, la fiera faciliterà il networking lungo le filiere industriali a monte e a valle, aprendo la strada a soluzioni green, intelligenti e ad alta tecnologia per favorire una crescita industriale di alta qualità.
Sostenibilità e consapevolezza ambientale sono diventate tendenze globali del settore. Nel panorama dell’industria della plastica e della gomma che sarà presentato a Chinaplas 2025, il concetto di economia circolare si ripropone come uno dei punti chiave della mostra, evidenziando l’impegno del settore per sostenibilità ed efficienza delle risorse. Enfatizzando il riutilizzo delle risorse per ridurre al minimo gli sprechi e stimolare la crescita economica, la fiera metterà in mostra il chiaro impegno nell’affrontare le sfide ambientali.
Le tre aree tematiche “Plastica riciclata”, “Bioplastica” e “Tecnologia per il riciclo”, copriranno una superficie di circa 16.000 metri quadrati e riuniranno i principali fornitori di materiali e produttori di macchine per il riciclo, che presenteranno le loro tecnologie e soluzioni sostenibili a sostegno degli obiettivi del settore per uno sviluppo ecocompatibile. Le dimostrazioni dal vivo di due linee di produzione per il riciclo presenteranno la tecnologia avanzata delle attrezzature e le possibilità di impiego nel settore del riciclo della plastica. Anche l’industria dello sport e del tempo libero sarà sotto i riflettori con rinomati marchi, per mostrare l’innovazione e la sostenibilità della plastica e della gomma nei prodotti sportivi. La sesta edizione di Plastics Recycling & Circular Economy Conference & Showcase chiamerà a raccolta gli stakeholder globali per
Chinaplas 2025 punta su soluzioni green, per innovare l’economia circolare e l’evoluzione digitale della produzione, e tecnologia all’avanguardia, per potenziare i mercati globali delle materie plastiche e della gomma.
approfondire le ultime tendenze del riciclo, mentre, in collaborazione con la China Packaging Federation, verrà presentato per la prima volta il Sustainable Plastics Packaging Networking Forum, per mettere in contatto gli esperti del settore ed esplorare le soluzioni di imballaggio sostenibile in tutto il mondo.
A Chinaplas 2025, una vasta gamma di soluzioni e macchinari per la produzione intelligente sarà presentata nella “Injection Molding Solutions Zone” e nella “Injection Molding and Smart Manufacturing Solutions Zone”, su una superficie di 53.000 metri quadri. Aziende leader a livello mondiale daranno prova di digitalizzazione, garantendo crescita sostenibile e vantaggi competitivi in un panorama digitale in rapida evoluzione. La mostra punterà i riflettori su un’ampia selezione di materiali e tecnologie di macchinari all’avanguardia. Tra queste figurano compositi in fibra di carbonio, pellicole fotovoltaiche, rPET di grado alimentare, tessuti funzionali
resistenti ai raggi UV, soluzioni per l’elettrificazione e per la produzione digitalizzata. Quest’anno la fiera riunirà 900 espositori riconosciuti per capacità quali professionalizzazione, perfezionamento, specializzazione e innovazione (PRSI). L’obiettivo è quello di sostenere l’innovazione delle aziende di nicchia e far progredire le iniziative del Governo cinese a loro sostegno in linea con i principi PRSI. Chinaplas ha anche introdotto nuove iniziative per attrarre l’afflusso di visitatori stranieri. In collaborazione con la Malaysian Plastics Manufacturers Association (MPMA), il 16 gennaio l’organizzazione ha ospitato un New Tech Seminar a Kuala Lumpur, in Malesia, per presentare le tecnologie all’avanguardia presenti a Chinaplas 2025. Il nuovo programma Hosted Overseas Buyer Program è stato introdotto per rivolgersi ai buyer chiave dei settori dell’elettronica, dell’automobile, dell’imballaggio e del medicale, offrendo in esclusiva opportunità di incontro commerciale e di networking in fiera.
La prima edizione di JEC Forum Italy si era svolta a Bologna nel 2023.
Dopo la prima edizione a Bologna nel 2023, l’11 e il 12 giugno a Cernobbio (Como) torna JEC Forum Italy, evento dedicato ai materiali compositi e alle loro applicazioni organizzato nel nostro Paese da JEC Group e Assocompositi. L’evento riunirà la comunità italiana dei compositi, promuovendo l’ecosistema locale dei compositi e agevolando il dialogo tra le aziende, i centri di ricerca e sviluppo e i settori di applicazione dell’area mediterranea. La Lombardia è una regione nevralgica per lo sviluppo economico, un hub per l’industria dei compositi e un modello di innovazione e dinamismo
Oltre 40 anni di presenza sul mercato
Più di 7000 automazioni in ogni parte del mondo
economico, sede di aziende leader in settori come quello automobilistico, aerospaziale e dei beni di consumo. La manifestazione si baserà su tre aspetti principali. Anzitutto, i business meeting rappresenteranno il cuore dell’evento grazie a una piattaforma digitale a disposizione già da prima del forum per permette ai partecipanti di pianificare la loro agenda, garantendo interazioni mirate ed efficaci tra i principali attori del settore. Poi, un programma di conferenze tecniche sull’innovazione nelle tecniche produttive per i settori dei trasporti, nautico e aerospaziale e sulla sostenibilità nella produzione di materiali compositi e resine, cui si aggiungono workshop aziendali per presentare prodotti e soluzioni e tavole rotonde. Infine, l’innovazione attraverso la seconda edizione di JEC Startup Booster in Italia, competizione per startup nel mondo dei compositi e dei materiali avanzati che mira a
valutare, premiare e promuovere le migliori innovazioni.
“Dopo la prima edizione di grande successo a Bologna, sono impaziente che arrivi il prossimo JEC Forum Italy, che si preannuncia molto bene. Ancora una volta, grazie alla presenza di attori chiave dell’industria italiana dei compositi, questo evento sarà una straordinaria opportunità per sostenere e promuovere il nostro settore e sviluppare business e attività correlate”, ha dichiarato Anne-Carole Barbarin, direttrice eventi regionali di JEC e direttrice di JEC Forum Italy.
“Siamo molto lieti di rinnovare la nostra collaborazione con JEC per questa seconda edizione di JEC Forum Italy. Quest’anno abbiamo scelto di organizzare l’evento in Lombardia poiché questa regione è fondamentale per l’economia italiana e ospita grandi player di questo settore”, ha aggiunto Roberto Frassine, presidente di Assocompopsiti.
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Assunzioni e promozioni in Plastics Industry Association
Una serie di assunzioni e passaggi di incarichi al proprio interno è stata annunciata dalla statunitense Plastics Industry Association, tra cui l’arrivo di Angela Mealy come nuova direttrice esecutiva della fiera NPE: The Plastics Show (di cui l’associazione è organizzatrice).
Nel nuovo ruolo Angela Mealy supervisionerà la strategia, l’operatività, il budget, la gestione dei progetti e le aspettative di successo di NPE2027, in programma tra due anni a Orlando, in Florida, dal 3 al 7 maggio. La neodirettrice esecutiva potrà contare sulla sua lunga esperienza e sul suo precedente incarico di direttrice dei servizi eventistici presso la Association of Equipment Manufacturers, dove era responsabile di tre fiere.
Tra i nuovi incarichi rientrano anche l’ingresso di Chris Rager come vicepresidente degli affari governativi e le nomine di Ashley Hood-Morley a vicepresidente senior delle
attività industriali, Patrick Krieger a vicepresidente senior per gli affari politici e la sostenibilità, Stephanie Strategos Polis a vicepresidente affari pubblici, Apryl Alexander-Savino a vicepresidente eventi e marketing e Mónica Mancilla Cooke a vicepresidente risorse umane.
“Sono orgoglioso del team che abbiamo messo insieme in Plastics Industry Association e felice di dare il
benvenuto alle nostre nuove risorse così come congratularmi per le meritate promozioni”, ha dichiarato Matt Seaholm, presidente e CEO di Plastics Industry Association. “Sono fiducioso che questo team continuerà a rappresentare l’intera filiera del nostro settore con dedizione e a fornire il massimo valore aggiunto ai nostri membri”.
La prossima edizione di NPE si svolgerà a Orlando dal 3 al 7 maggio 2027 e avrà come direttrice esecutiva Angela Mealy (nel riquadro), “new entry” nella compagine di Plastics Industry Association.
Cesap e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno siglato un accordo strategico per l’erogazione, presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e sulle tematiche del mondo di plastica e gomma.
World Class Manufacturing
La programmazione della produzione 21-28 marzo e 4-11 aprile 2025 (h 09-13)
Il processo di acquisto e il benchmarking dei fornitori
7-14-21-28 aprile 2025 (h 09-13)
Design of Experiments (DOE)
8 maggio 2025
I principali strumenti di problem solving
16 maggio 2025
Il product costing e la contabilità industriale
19-26 maggio e 3-9 giugno 2025 (h 09-13)
FMEA (Failure Mode and Effect Analysis)
5 giugno 2025
Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt)
Cesap ha ottenuto il riconoscimento “Accredited Training Organization” (ATO, ovvero organizzazione accreditata per la formazione), per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione Lean Six Sigma, da parte dell’International Association For Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente) nel campo di formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma.
Lean Six Sigma - Yellow Belt
Lean Six Sigma - Green Belt
Lean Six Sigma - Black Belt
SEGNALIAMO DI SEGUITO GLI APPUNTAMENTI FORMATIVI EROGATI
DA CESAP, IN AULA E VIA WEBINAR, CHE SI SVOLGERANNO NEI PROSSIMI MESI
Materiali
La colorazione dei polimeri
15 aprile 2025
Corso base sui polimeri
28 maggio 2025
Corso approfondito sui polimeri
29 maggio 2025
Stampaggio termoplastici
Stampaggio a iniezione - Corso approfondito 26-27-28 marzo 2025
Stampaggio a iniezione - Corso base 22-23 maggio 2025
Stampaggio a iniezione - Simulazione CAE 8-9 luglio 2025 (h 09-13)
Altre tecnologie
Termoformatura: processo e analisi delle criticità
2 aprile 2025 (h 09-17)
Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità 28-29 aprile 2025
Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software
6 maggio 2025 (h 09-17)
Attrezzature - Progettazione
Stampi per iniezione - Corso base 23-24 aprile 2025
Testing e regulatory
Materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) 22-23 aprile 2025 (h 09-13)
Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici
2 luglio 2025
Sostenibilità e assicurazione qualità
Difetti di stampaggio: come evitarli agendo sui parametri macchina 10 aprile 2025
Materie plastiche riciclate: come impiegarle correttamente
12 maggio 2025
Riciclo e recupero di rifiuti in plastica e sottoprodotti di materie plastiche 25 giugno 2025
NOTA: Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” ed “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti
CESAP c/o IIP (ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI) Via Velleia, 4 - 20900 Monza (MB) Tel.: +39 039 2045700 - Fax: +39 039 2045784
E-mail: info@cesap.com www.cesap.com - www.iip.it
SBS-Scuola Beni Strumentali organizza corsi di formazione su misura per le aziende costruttrici di macchine e impianti per materie plastiche e gomma (e della meccanica strumentale più in generale). Qui di seguito i prossimi appuntamenti, online ed in presenza (presso le sedi SBS di Modena e Milano)
TECNICA E NORMATIVA
Il Manuale di istruzioni e le dichiarazioni di conformità
24 e 25 marzo (14:00-18:00) Online
Nuovo Regolamento Macchine
1 e 2 aprile (9:00-18:00) a Milano
Accessi alle macchine: soluzioni per la conformità 17 aprile (9:00-13:00) Online
Cybersecurity per l’automazione industriale
6 e 7 maggio (9:00-13:00) Online e 9 maggio (9:00-18:00) a Modena
Adobe InDesign per i manualisti 15, 16, 22 e 23 maggio (9:00-13:00) Online
SUPPLY CHAIN
Costo Ipotetico: come costruirlo per ipostare la strategia di acquisto 9 e 16 aprile (14:00-18:00) Online
Vendor rating con AI 13 e 20 maggio (9:00-13:00) Online
Gli snodi cruciali della negoziazione con i fornitori
28 maggio (9:00-18:00) a Modena
AMMINISTRAZIONE E FINANZA
Finance for non financial manager dal 24 marzo al 4 aprile (16 ore) Online
Full costing: limiti e pericoli di imputare i costi fissi al prodotto 15 e 17 aprile (14:00-18:00) Online
AMBIENTE E SOSTENIBILITÀ
Sostenibilità nel settore dei beni strumentali: dall’ABC alla redazione del bilancio 10 e 11 aprile (9:30-12:30) Online
La tassonomia europea come strumento per valutare la sostenibilità ambientale 15 aprile (9:30-12:30) Online
La sostenibilità dei prodotti: strumenti operativi (CFP-LCA -EPD)
21 maggio (9:00-13:00) Online
COMMERCIALE E MARKETING
Excel per le vendite: analizzare e interpretare i dati - avanzato
3 e 10 aprile (9:00-13:00) Online
Pianificazione editoriale online: la narrazione, ai tempi del web
9 aprile (9:30-12:30) Online
Building trust 15 aprile (14:00-17:00) Online
Value Pricing: quanto vale davvero il mio prodotto?
6 e 7 maggio (14:00-18:00) Online
Public speaking per venditori: come comunicare in modo efficace e trasmettere affidabilità e competenza nelle trattative con il cliente
13 maggio (9:00-18:00) a Modena Communicating Value 15 maggio (14:00-17:00) Online
OPERATIONS
Manutenzione efficiente: tools e report per manutentori e trasfertisti
26 marzo (9:00-13:00) e 17 marzo (14:00-18:00) Online
Project Management Dal 8 al 16 aprile (21 ore) a Modena
DIGITAL TRANSFORMATION
Power BI: advanced
31 marzo e 7 aprile (9:00-12:00) e 3 aprile (14:00-17:00) Online
Lean Production 6, 7, 13 e 14 maggio (9:00-13:00) Online
Metodo Six Sigma
4, 5, 10 e 11 giugno ( 9:00-13:00) Online
EXPORT, FISCO, DOGANE E CONTRATTI
Incoterms 2020
25 marzo (9:30-12:30) Online
Tecnica e legislazione doganale
1 aprile (9:30-12:30) Online
Origine della merce
8 aprile (9:30-12:30) Online
Classificazione doganale di macchine e impianti (con Focus Ricambi)
5 maggio (9:00-12:00) Online
Gestione della proprietà intellettuale in azienda
7 maggio (9:00-13:00) Online
Export Lab 8 e 22 maggio (9:00-13:00) Online e 15 maggio (9:00-18:00) a Modena
HR & SOFT SKILLS
Intergenerazionalità
27 e 28 marzo (9:00-13:00) Online
I nuovi trend del Recruiting e l’analisi del fabbisogno 7 aprile (9:00-13:00) Online
Il colloquio di selezione 9 aprile (14:00-18:00) Online e 17 aprile (14:00-18:00) a Modena
L’assessment: dalla teoria alla pratica 6 e 14 maggio (9:00-13:00) Online
Il budget del personale 19 e 20 maggio (9:00-13:00) Online
NOTA: Il calendario delle attività è in costante aggiornamento sul sito: www.scuolabenistrumentali.it
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: formazione@scuolabenistrumentali.it - www.scuolabenistrumentali.it
LO SAPEVI CHE UNA VASCHETTA PER IL GELATO PUÒ ESSERE SIA RICICLABILE CHE COMPOSTABILE?
Si tende sempre di più all’utilizzo di materie prime biodegradabili e compostabili ottenute da fibre naturali per la produzione di contenitori per alimenti.Questa grande opportunità, unita alle elevate possibilità di riciclo totale dei polimeri più utilizzati, conferisce alla trasformazione delle materie plastiche la leadership nella produzione a basso impatto ambientale di contenitori per uso alimentare e medicale.
eKW HP, la nuova serie di macchine BMB, una perfetta sinergia di velocità e precisione.
ULTRA HIGH INJECTION SPEED. In un mondo che ha sempre più bisogno di conservare e trasportare grandi quantità di cibo e medicinali ovunque, BMB ha creato la macchina ad alta produttività per eccellenza.
La natura ibrida della serie HP ne favorisce i consumi ridotti grazie agli azionamenti elettrici con motori diretti e contemporaneamente offre iniezioni molto potenti, controllate da servovalvola sotto accumulatore.
Pressioni specifiche di 2500 kg/cm2 e velocità di iniezione di oltre 1500 mm/s sono la garanzia di alta produttività e grande qualità per i contenitori a parete sottile, talvolta profondi e difficili da iniettare, come i contenitori per uso alimentare o del settore medicale.