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Anno IX • n° 18 • VENERDI’ 1 MAGGIO 2008
Settimanale • € 0,02 Copia Omaggio
Truffe online
Politica
Cremonesi al primo giorno in parlamento
Violini contraffatti, nel mirino liutaio cremonese ▲
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a pagina 3
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DOPO CHE L'ASSESSORE RUGGERI HA LASCIATO LA DELEGA Candidati e candidanti
SICUREZZA CORADA: «ADESSO CI PENSO IO». SARA' UN SINDACO SCERIFFO? A pagina 5 La proposta di Leoni
Lavori in corso
Indagini
Una curva per la storia grigiorossa
Viabilità tra rivoluzione e proteste
Crimini in A21 bloccati truffe e spaccio
a pagina 7
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a pagina 6
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La sonora sconfitta di Francesco Rutelli da Tor di Quinto con di riflesso la vittoria di Giovanni Alemanno da Bari alle elezioni amministrative di Roma, città a volte Caput Mundi a volte Ladrona, poco riguardano i fatti di casa nostra. Se non fosse che osservare, da distanza, ciò che è avvenuto nella Città Capitolina può aiutare noi curiosi individui, a capire alcune dinamiche che hanno portato a risultati eclatanti e imprevedibili. La prima considerazione è che le persone contano, i candidati contano. Il candidato Rutelli non era il candidato giusto. I programmi sono importanti ma altrettanto lo sono chi li deve figurare, illustrare, impersonare. Alemanno è parso più adeguato e capace nel dare sostanza e concretezza ad un’inesorabile domanda di discontinuità, ad una supplicante richiesta di tutela sui temi della sicurezza. Rutelli è stato ritenuto, dai più, meno convincente per questo ha perso oltre ad aver scontato ed espiato, ad onor del vero, la vendetta della sinistra radicale; altrimenti non si spiega il risultato alle provinciali dove ha prevalso il centrosinistra. La scelta del candidato è importante se non determinante quanto e più del programma. Immagino il dilemma, a casa nostra, del PD: ricandidare Gian Carlo Corada, uomo serio, stimato, riconosciuto capace e di grande onestà intellettuale, con ancora il sostegno della sinistra, oppure rincorrere la percepita pretesa di rinnovamento? Non da meno il PDL alla ricerca di un candidato autorevole, di spessore, avvincente e convincente capace anche di superare la pregiudiziale, gridata dalla Lega all’indomani delle elezioni del 13 e 14 aprile, così sintetizzabile: “Basta con i soliti nomi, niente politici di professione altrimenti corriamo da soli”. Vedremo. Il figlio del signor Luigi, quello del quinto piano, viscerale tifoso della Cremo, irrinunciabile frequentatore dello Zini e animatore della “Curva delle Bandiere Grigiorosse”, non avrebbe dubbi: “Giovanni Arvedi Sindaco”. Aldemario Bentini
a pagina 8
Fumata nera sul prezzo del latte: nessun accordo raggiunto. Coldiretti annuncia mobilitazioni - A pagina 9
Cronaca
Venerdì 2 Maggio 2008
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Dal territorio a Roma: Pizzetti, Fontana, Comaroli, Torazzi, Ceruti, Fava e Gibelli
Parlamento, primo giorno dei cremonesi Grande emozione sia per chi siede per la prima volta sulle poltrone, sia per i veterani
C
di Laura Bosio
hi non ricorda l'emozione, da studente in erba, dell primo giorno di scuola? Ed è molto simile l'emozione di chi, per la prima volta (ma anche per la seconda) siede sulle poltrone ai più alti vertici dello Stato. Questi i sentimenti che trapelano da chi nei giorni scorsi ha sieduto per la prima volta sulle poltrone di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ma anche per chi è già veterano, e ripete la propria carica parlamentare. Sono Luciano Pizzetti, Cinzia Fontana, Silvana Comaroli, Alberto Torazzi, Mauro Ceruti, Giovanni Fava, Andrea Gibelli. Ne abbiamo sentiti alcuni. Cinzia Fontana (Pd). E stato molto bello passare dalla Camera al Senato. E' un po' come ricominciare, con un'esperienza nuova, in un ambiente che è ben diverso da quello della Camera. Ho
avuto modo di conoscere tutto il gruppo, anche se non sono pochi quelli che, come me, sono arrivati dalla Camera. Il clima non era molto sereno, a fronte della sconfitta a Roma. Ciò ha determinato amarezza e preoccupazione. Per questo, ancora di più, abbiamo la necessità di non tornare indietro rispetto al percorso intrapreso finora, e cercare di radicarsi nel territorio il più possibile. Per quanto mi riguarda, come parlamentare, dovrò lavorare al meglio. In questi giorni abbiamo fatto anche una riunione del gruppo parlamentare del Pd, eleggendo come capogruppo Anna Finocchiaro, e la settimana prossima partiremo con i lavori veri e propri. Sarà sicuramente un lavoro impegnativo, dovremo elaborare proposte e fare un'opposizione mirata. Silvana Comaroli (Lega). Entrare in quell'aula, che tante volte ho visto in televisione, ha suscitato in me una grande emozione, che non dimenticherò facilmente. I primi
AMMINISTRATIVE
Claudio De Micheli candidato a Gerre?
Il Senato italiano
giorni sono stati un po' inattivi, mentre tra un paio di settimane inizieremo a lavorare a pieno ritmo. Non vedo l'ra di diventare davvero operativa. Nel frattempo sto studiando tutti i regolamenti. E' bello anche vedere che noi della Lega siamo in tanti, e si respira grande entusiasmo e determinazione. Anche i rapporti con i colleghi del Pdl sono molto buoni, e ho visto da parte l oro molta disponibi-
E' nato il primo figlio della cavalla clonata
Prometea, il primo clone di un cavallo, è diventata mamma. Il puledro «si chiama Pegaso, è nato un mese fa e sta bene», ha detto il direttore del laboratorio di tecnologia della riproduzione del Consorzio per l'incremento zootecnico di Cremona, Cesare Galli. Il ricercatore “padre” di Prometea e del primo toro clonato, Galileo. «Il puledro cresce bene» ha detto ancora Galli «e anche Prometea è in buona salute e non presenta problemi». E' nato per inseminazione artificiale, come accade oggi per la maggior parte degli animali da allevamento, e il padre è lo stallone Abendfurst, di razza Aveglinese come la mamma. Prometea è nata nel 2003 e in questi cinque anni, ha osservato Galli, «ha dimostrato di essere un animale assolutamente normale e in ottima salute». La nascita di Pegaso, ha detto ancora, «è la prova ultima della sua normalità». Pegaso è nato il 17 marzo scorso con un parto naturale a seguito di un'unica fecondazione con il seme dello stallone Avelignese Abendfurst. Un risultato che, secondo Galli, «risponde finalmente a tut-
te le domande che da sempre hanno circondato Prometea, come altri cloni». Pegaso è oggi il primo figlio di un clone equino e la sua nascita, ha rilevato Galli, «conferma ancora una volta come gli animali clonati possano crescere normalmente e riprodursi in modo naturale». La nascita di Pegaso, ha osservato ancora l'esperto, ha un significato particolare per la specie equina perchè molti cavalli da competizione sono animali castrati in giovane età e quando, da adulti, si rivelano campioni, essi sono ormai incapaci di riprodursi ed è impossibile ottenere la generazione successiva. «È una realtà amara» ha detto Galli «che si scontra con l'idea trainante dell'allevamento e selezione animale basata sulla riproduzione dei migliori soggetti per ottenere il progresso genetico della razza. Pertanto oggi la clonazione equina si dimostra semplicemente una tecnica di riproduzione assistita che può consentire di ottenere copie-cloni di cavalli campioni castrati e finalmente, dai cloni, i figli dei campioni, figli che altrimenti non sarebbero mai nati».
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Progetto Grafico: Gianluca Galli Numero chiuso in tipografia: Mercoledì 30 Aprile ore 24,00
lità a collaborare. Quelli del Pd invece erano molto abbacchiati, specialmente Veltroni, a causa delle sconfitte subite. Giovanni Fava (Lega). L'impressione che ho ricavato è quella di un Parlamento molto rinnovato, e un po' stravolto sia nell'assetto politico che nella composizione dei gruppi storici. Faceva un certo effetto vedere che sulle poltrone un tempo occupate dall'estrema sinistra ora siedono ex democristiani membri del Pd. Così come mi ha fatto un certo effetto non vedere più esponenti storici, come Storace, a destra. Ora si tratta di capire quali saranno i nuovi assetti. Spero che questa possa essere una legislatura davvero costituente.
Potrebbe essere un uomo della Lega il futuro sindaco di Gerre Dè Caprioli. Claudio De Micheli, attualmente consigliere comunale di Cremona, potrebbe infatti dare del filo da torcere alla ricandidatura dell'attuale sindaco DS Moreno Feroldi o a qualche altro ipotizzabile candidato, durante le prossime amministrative. «Un gruppo di persone mi ha fatto la proposta» ha dichiarato il leghista, sempre in prima linea sui temi della sicurezza. «Ora la sto vagliando con la mia segreteria». Ed è stata proprio la sicurezza, ma anche i temi a lui cari come l'ambiente, a far smuovere le coscienze dei residenti di Gerre, che conoscono da anni De Micheli, non solo per le sue battaglie politiche, ma anche perchè il leghista abitava a pochi chilometri dal paesino. «Quello che noto maggiormente»- ha continuato il papabile sindaco
Claudio De Micheli
- è che la gente ha tanto bisogno di sicurezza. Qui a Gerre tutti hanno seguito le mie battaglie, che sto conducendo insieme agli altri leghisti a Cremona. Le persone del paese si fidano, e da qui è nata la richiesta della candidatura a sindaco del paese, visto che il prossimo anno si affronteranno anche qui le amministrative». Se d'accordo con la segreteria, De Micheli accetterà la partita, si metterà subito al lavoro per stendere il programma. sg
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Cronaca
Venerdì 2 Maggio 2008
Sventato l'ennesimo tentativo di truffa ai danni di un maestro liutaio di Cremona, Matteo Heyligers
Contraffazione, violini nel mirino
«
di Silvia Galli
Non siamo in grado di sapere quanti strumenti vengono contraffatti». Il tentativo messo a punto dal Consorzio, dalle Associazioni Liutarie e dalla Camera di Commercio per tutelare la liuteria cremonese e contrastare la contraffazione è il Marchio «Cremona Liuteria». Ogni strumento è accompagnato da un certificato con un bollino anticontraffazione ed è registrato nella banca dati della Siae consultabile on line. «Ad ogni bollino è associato uno e un solo strumento e da qualunque parte del mondo è possibile risalire all'autore dello strumento stesso», così ha spiegato il maestro Francesco Toto vice presidente del consorzio Liutai «A. Stradivari» Cremona, dopo l’ennesima truffa in rete, questa volta ai danni del liutaio olandese, ma da 33 anni residente a Cremona, Matteo Heyligers, con bottega in via Bissolati. I falsari di violini in rete crescono, ma fortunatamente c’è chi vigila. Così racconta come si è reso conto della truffa Matteo Heyligers. «Mi hanno contattato alcune persone via email, prima un musicista e poi un’altra persona dalla Svezia, dicendomi che c’era un mio violino all’asta, su E-bay Inghilterra. Ho subito sporto denuncia alla polizia di Stato. Lo strumento era dotato di un’etichetta con marchio e numero d’opera, solo che nella mia produzione quel numero corrisponde ad un violoncello e non a un violino». Così la vendita è stata subito bloccata, il maestro liutaio con un
escamotage è riuscito anche a risalire ai venditori truffatori: si tratta di russi residenti ad Hannover, in Germania, che volevano essere però pagati in Russia. Insomma un giro molto contorto, studiato appositamente per far perdere le tracce dei truffatori. Generalmente i falsari vengono o dalla Cina o dai paesi dell’Est, e i violiIl liutaio Matteo Heyligers nel suo laboratorio ni messi in rete costano pochissimo. «I miei partivano con una base d’asta di erano 112, mentre nel 2005 se ne 400 euro» ha spiegato Heyligers contavano 131. «E proprio per per «ma sono violini che vengono cotutelare il lavoro dei liutai, il Construiti industrialmente. Si tratta insorzio» ha spiegato il maestro «in fatti per lo più di strumenti seriali, collaborazione con la Camera di che si trovano anche sulle bancaCommercio e le Associazioni artirelle a 20- 25 euro. I prezzi di mergiane, e il sostegno della Regione cato dei violini della scuola cree di Unioncamere Lombardia, namonese variano da un minimo di sce il marchio “Cremona Liuteria” 5mila euro per chi è appena uscito per garantire che lo strumento dalla scuola fino ad un massimo di certificato è costruito artigianal20mila euro, che sono i violini dei mente da un maestro liutaio pronostri più bravi e anziani maestri fessionista cremonese. La realizliutai». Il maestro fa parte del conzazione del marchio, strumento sorzio o meglio è uno dei fondatogiuridico in grado di tutelare la liuri del consorzio Liutai «A. Straditeria contemporanea cremonese vari». Sono 135 le botteghe liutain quanto registrato e depositato rie operanti nella provincia di Crein Italia e in altri 36 Paesi in Europa mona, a cui si aggiungono 5 are nel mondo, è tesa a dare traspachettai, altri 8 operatori nel campo renza del mercato e garantire le degli accessori e dell’oggettistica. caratteristiche artigianali e la proIl Consorzio è nato nel 1996 allo venienza degli strumenti e, più in scopo di promuovere e valorizzare generale, sostenere l’esercizio la liuteria contemporanea cremodella liuteria cremonese». Il Connese che opera nel rispetto della sorzio dispone di una banca dati tradizione artigianale, e riunisce degli strumenti venduti con il marcirca sessanta maestri liutai di chio «Cremona Liuteria»: ciò conCremona e provincia. Nel 2001 i sente una verifica costante dell’auliutai iscritti al Registro Imprese tenticità degli strumenti.
l'emergenza
Allarme rosso all'Abibes, ma solo per esercitazione Sirene spiegate, 115 e 118 allertati, sul posto polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili urbani, polizia provinciale, unità di crisi in Prefettura, Comune pronto ad ogni evenienza con tutto lo staff della protezione civile. Martedì all'Abibes, sul Porto Canale, è successo un grave incidente: una radiazione termica istantanea per la rottura di una tubazione gpl in fase liquida, rottura avvenuta presso la baia di carico delle autocisterne. Ma per fortuna era solo un'esercitazione. La prova si è svolta “in bianco”, ovvero senza coinvolgere la popolazione, ma ha visto in campo tutti gli attori interessati in caso di vero incidente. I cittadini, già preventivamente avvertiti, hanno sentito il vero allarme e hanno visto spiegate in campo le forze interessate alla simulazione. La prova è iniziata alle 8,45. Cinque i feriti, tre ustionati gravi, di cui uno soccorso dall'elicottero, e due ustionati lievi. L'esercitazione di martedì, il cui esito è stato molto positivo, serviva per verificare tutte le procedure previste nei piani d'emergenza ed i tempi di reazione. Quando la tubazione di gpl si è rotta, è scattato l'allarme all'interno dell'Abibes e il direttore dello stabilimento, Fabio Ferrari, ha allertato i vigili del fuoco. L'incidente ha avuto conseguenze anche oltre i confini dello stabilimento,
quindi l'allarme si è esteso anche alla Prefettura e al sindaco. In Prefettura è stata allestita l'unità di crisi che ha messo in moto tutte le forze dell'ordine, l'Asl, l'Arpa, la Provincia, la Regione, l'Azienda dei Porti, l'Aeroporto del Migliaro e i Ministeri dell'Ambiente e dell'Interno. Bloccate le ferrovie, il porto, i trasporti via fiume ed eventuali voli. Una gigantesca mobilitazione intorno ad un'area pericolosa, una simulazione importante che è costata un intenso lavoro di preparazione.«E' stato tutto molto realistico», ha detto il sindaco Gian Carlo Corada. «Iin Italia non c'è la cultura delle esercitazioni, invece questo principio va introdotto oggi come non mai, è una prevenzione che deve diventare una consuetudine. In futuro verranno organizzate altre esperienze di questo genere per essere più pronti nei momenti di vera emergenza». «Anche la nuova sala operativa della Prefettura ha funzionato bene", ha sottolineato il vice prefetto Emilia Giordano, «siamo soddisfatti». «Nella simulazione abbiamo avuto una fase preospedaliera per testare il nuovo Pma, il presidio medico avanzato» ha detto Fulvio Albertario, responsabile del 118 dell'ospedale. «Abbiamo fatto un bel lavoro, anche grazie ai volontari che hanno partecipato». sp
Cronaca
Venerdì 2 Maggio 2008
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Ma non muore l'ipotesi di una futuro eventuale ingresso in campo dell'ex vice questore Sorrentino
Ruggeri molla. Corada: «Ora ci penso io»
L'
di Silvia Galli
assessore Caterina Ruggeri ha mollato. Con una lettera indirizzata al sindaco Gian Carlo Corada, ha infatti rimesso la delega sulla sicurezza. Finisce così una vicenda che aveva creato, soprattutto nelle ultime settimane, molta tensione anche all’interno dello stesso Pd, di cui l’assessore fa parte. E’ stato lo stesso sindaco a spiegare, a margine della conferenza stampa post giunta comunale, quello che è successo. «Dopo le ben note vicende occorse in questi giorni, l’assessore mi ha mandato una lettera, in cui mi comunica di rinunciare all’incarico della sicurezza. Era una mossa quasi scontata, e con cui l’assessore ha dimostrato un grande senso di responsabilità. La decisione è stata presa con serenità, fermezza e decisionismo, non si poteva rimanere sulla graticola o a bagnomaria, non andava bene». Stima, fiducia e grande rispetto nelle parole del sindaco nei confronti del lavoro svolto fino ad oggi da Caterina Ruggeri, che molto commossa, fazzoletto alla
Caterina Ruggeri
mano e nodo alla gola, ha spiegato questa svolta mai annunciata prima da lei, e anzi sempre negata, ma da tanti comunque attesa. Un passaggio inevitabile, dunque, alla luce degli avvenimenti degli ultimi mesi. «L’ho fatto per garantire al sindaco quell’equilibrio necessario per portare avanti un lavoro ormai avviato. L’ho fatto in modo sereno, tranquillo, ragionato, e responsabile. Attorno a me si era creato un clima di caccia alle streghe, ero additata come la responsabile di tutti i mali. Questo non è possibile, e spero che que-
sta mia remissione alla delega possa aiutare questa comunità a migliorare». La delega alla sicurezza al momento passerà al sindaco, a Caterina Ruggeri resteranno le deleghe delle pari opportunità, rapporti con le periferie e tempi e orari della città. E naturalmente continuerà a prendere parte alla giunta. Dal canto suo, Corada, ha manifestato gratitudine nei confronti del suo assessore. «Ringrazio l’assessore Ruggeri per una scelta che senza dubbio è stata sofferta. Era però importante uscire da questa situazione con rapidità». Una rapidità e un decisionismo definito dal sindaco come “la mossa del cavallo”. E intanto avverte «Consulenze esterne? Per ora no. Mi faccio carico personalmente di questa delega, e sto già preparando, con i miei collaboratori, un pacchetto sulla sicurezza, in linea con quello che è il nostro programma». «Spero che con queste mie dimissioni si rassereni il clima” ha continuato l’assessore Ruggeri. «In particolare per la città e i cittadini. Spero che la mia uscita di scena serva a qualcosa. Del resto non c’era alternativa per uscire da questo empasse mediatico e
mauro fanti
«Adesso ci vogliono azioni concrete» «Corada trova il nostro appoggio, senza alcuna reticenza». Mauro Fanti, segretario del Pd provinciale, commenta con piacere la decisione del sindaco di prendere in mano la delega alla sicurezza. «Ma da sola questa azione non basta» ammonisce. «Ora servono azioni concrete. E confidiamo che Corada saprà mettere in atto tutto quello che sarà necessario. Come è sempre stato, riponiamo in lui piena
fiducia. Bisognerà però lavorare con rapidità e determinazione. C’è ad esempio una situazione latente, ossia la proposta di rivolgersi a Sorrentino, su cui si potrebbe ragionare. Da quando siamo stati eletti è cambiato il modo di affrontare questo tema, ma oggi servono proposte nuove, perché questo vogliono i cittadini. E un ottimo passo sarebbe quello di avvalersi di consulenze importanti».
giuseppe ceraso
«Occorrono telecamere nei quartieri» “Lo avevo detto tempo fa che esisteva un problema di problema sicurezza, ma non sono stato ascoltato”. Così si sfoga Giuseppe Ceraso, consigliere comunale del Pd. “Basti pensare al quartiere Po. Avevo constatato che esisteva un disagio da parte dei cittadini. Il parco di via Navaroli, un tempo frequentato da anziani e bambini, ora è presidiato dai rumeni. Avevo anche portato delle interrogazioni e delle mozioni in consiglio comunale, facendo presente questa situazione. Ma nessuno aveva fatto nulla. Anzi, mi ero sentito dare del razzista. Invece il pericolo c’è, visibile e tangibile. Solo che finora non è stato mosso un dito. Si sarebbe
giuseppe trespidi
dovuto dare l’assessorato alla sicurezza a Sorrentino da subito, quando era uscita la proposta. Invece chi aveva questa delega non aveva voluto cederla, credendo di avere in mano la situazione, ma non era così”. Dure e dirette le parole di Ceraso, a cui non mancano neppure le idee. “Serve un maggior presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine e dei vigili urbani. Inoltre avevo proposto di mettere un sistema di telecamere nei quartieri strategici della città. Le vogliono mettere per sorvegliare la Ztl, e mi va bene, ma allora che le installino anche nei quartieri, in modo da garantire una maggior sicurezza ai cittadini”.
mino jotta
«Servono scelte controcorrente»
«Siamo pronti a collaborare»
«Corada deve prendere il coraggio a due mani e nominare un assessore alla sicurezza». Questo è il commento di Giuseppe Trepidi, esponente Udc. «Le cronache di questi giorni stanno mettendo in luce la grande confusione che regna sotto il cielo del Comune e della Provincia di Cremona in tema di sicurezza. Ma la gente non ne può più di sentire solo parlare. I commercianti continuano a sentire le lamentele dei loro clienti, che oltre a non trovare parcheggi spesso si ritrovano multati per aver superato di pochi minuti il disco orario. Sono interventi che servono, certo, ma servirebbe anche un maggior presidio del territorio. Al sindaco Corada suggeriamo di dare subito un forte segnale di discontinuità».
«Da parte nostra c’è la disponibilità a collaborare con la maggioranza, in base alla decisione che prenderà». Mino Jotta non si tira indietro: se c’è qualcosa da fare, si faccia. «La questione della sicurezza è un tema bipartisan, che non dovrebbe avere colore politico» spiega. «Ci vogliono però delle azioni concrete. Lo ha detto lo stesso Pizzetti, che ha fatto maggioranza e opposizione allo stesso tempo, tirando le orecchie alla propria parte politica. Certo, nessuno chiede l’impossibile, ma neppure di avere un atteggiamento buonista e reticente e non fare nulla, come invece è stato». Dunque l’azione è quello che ora chiede il Pdl cremonese, che non fa proposte, ma attende quelle della maggioranza, per valutarle.
politico». Il ruolo del dirigente Franco Chiari, comandante dei vigili urbani invece, secondo Corada, non sarà messo in discussione. Caterina Ruggeri ha anche specificato che non si è trattata di una scelta dovuta a pressioni da parte del partito. «Non è da oggi che vengo messa alla berlina» spiega. «mi hanno attaccato sulle multe, sui vigili di quartiere, su via Navaroli. Ogni giorno ce n’era una nuova. A tutto c’è un limite. Qualsiasi persona non può reggere a tali pressioni». Ha mai pensato di abbandonare il Pd? «Passare al Pd non è stata una scelta facile, c’è stato tutto un percorso che mi ha portato a iscrivermi al nuovo partito nel quale credo, non ho mai avuto dubbi sulla mia collocazione politica e l’ho pagata anche adesso. Non ho paura di confrontarmi. Sono entrata in un partito attraverso un percorso difficile e ci rimango, mettendo a disposizione la mia esperienza ultratrentennale amministrativa nel partito». Nonostante le dichiarazioni del sindaco, pare che l’arrivo in giunta, in qualità di consulente con delega alla sicurezza, dell’ex vice questore vicario Ciriaco Sorrentino, sia l’ipotesi più probabile.
Un comitato nel Quartiere Po Come annunciato dalla stampa quotidiana, si è tenuto lunedì sera presso la sala parrocchiale di via Mella, la riunione di fondazione del Comitato del Quartiere Po. Gli organizzatori hanno avuto il piacere di ospitare circa sessanta famiglie. Un risultato niente male per un invito di fondazione. Il Comitato non professa, né potrebbe farlo, etichette politiche anche se qualche piccolo politico d’antan era presente. Il Comitato non professa preconcetti verso nessuno: Ma un preconcetto di base c’è verso coloro che non rispettano la zona in cui vivono, e spesso non si tratta di gente venuta da fuori, ma di figli e nipoti di coloro che in Zona Po hanno costruito o comprato le loro prime case. Insomma: sicurezza, marciapiedi, illuminazione, il verde, platani o tigli non importa. Tutto subito? Impossibile, coi tempi che corrono e con un Vigile di Zona. (agente di quartiere, signor Gerevini Corrado, Polizia di Prossimità che nessuno vede mai, neanche a bere un bicchier d’acqua, di giorno. Figurarsi dopo l’imbrunire. Egri
La lettera di dimissioni Caro Sindaco,
Alla luce del dibattito che si é aperto in Italia sulla questione della sicurezza e delle ricadute che questo tema ha avuto su tutti i territori - dal nord al sud del Paese - coinvolgendo anche la nostra città, in modo disordinato e strumentalizzato dai mezzi di informazione e dalla politica, ritengo sia necessario assumere una decisione importante. Tu sai con quanto impegno, serietà e determinazione ho portato avanti la delega sulla sicurezza urbana che mi hai assegnato il 2 luglio del 2004. Sapevo che sarebbe stata una partita difficile, complessa, che chiamava in causa aspetti nuovi ed inediti della nostra comunità, conflitti sociali, generazionali ed interculturali, in un territorio che - come l'intero Paese - sta cambiando e subendo gli influssi della globalizzazione. Da qui il lavoro messo in atto di integrazione delle diverse politiche dell'amministrazione con la consapevolezza che il tema della "sicurezza" é trasversale e richiede la messa in campo di nuove competenze e di nuove energie. Non solo all'interno della Polizia Municipale ma nei più diversi settori dell'attività amministrativa. Ogni progetto, ogni scelta, ogni pianificazione, ogni programmazione é stata condivisa con la Giunta e con te. Molto abbiamo ragionato e molto discusso attorno alle iniziative da assumere e che poi collegialmente abbiamo assunto. Ma il clima che si é venuto a creare rischia di impedire lo sviluppo di queste politiche e di annullare il tanto lavoro fatto in modo coerente con il programma e con le scelte che questa amministrazione si é data e che ha saputo aggiornare ed adeguare ai cambiamenti sopravvenuti. Ritengo dunque politicamente opportuno rimettere nelle tue mani la delega sulla sicurezza. E' una decisione che prendo con senso di responsabilità, nel rispetto delle istituzioni, nella conferma del rapporto di fiducia con te e con i cittadini e nella convinzione di aver operato sempre con grande lealtà, con assoluta dedizione alla vita della città, mossa esclusivamente dalla volontà di governare al meglio le deleghe che mi hai affidato. Auspico che questa difficile scelta possa servire ad alleggerire il clima e le tensioni che ti coinvolgono in prima persona e che ormai quotidianamente rischiano di indebolire la tua azione politica ed amministrativa che invece merita ben altri apprezzamenti. Confermando la mia stima, con un caro saluto Caterina Ruggeri
La minoranza: «Era ora, ma fanno tutto senza consultarci»
«Corada è stato messo in un angolo dal suo stesso partito» è questa la prima dichiarazione a caldo di Claudio De Micheli, Lega Nord sulla vicenda Ruggeri. «Dopo forti pressioni anche nostre» ha continuato il leghista «la rimessa della delega dell’assessore Caterina Ruggeri è un atto dovuto e spero che con il documento sottoscritto dai sindaci, si possa ora ripartire in modo più concreto sul problema sicurezza. Quello fatto fino ad oggi è troppo poco, chiediamo che venga fatto un accordo con gli istituti di vigilanza e poi si costruisca una task force di agenti della polizia municipale specializzati per combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Il sindaco Corada, in un faccia a faccia con me, in una radio locale, ha ammesso pubblicamente che è stato fatto poco in tema di sicurezza, e che il problema esiste. Auspico che ora si faccia un intervento co-
struttivo, visto che i cittadini hanno capito che il problema è forte e presente». Guido Borsella Udc: «Questa remissione di delega sembra quasi strumentale dopo le elezioni politiche e dopo le elezioni amministrative a Roma dove la sicurezza è stata cavalcata dal vincitore delle elezioni. Ancora una volta, come sul caso Tamoil, la Giunta si è rivelata cronicamente in ritardo sui problemi reali della città». Chiara Cappelletti (An):«Non mi stupisco (riferendosi al fatto che il sindaco Corada ha annunciato le remissioni della delega, solo su sollecitazione di un consigliere comunale, n.d.r.). Un atteggiamento classico per cui fanno e disfano e mettono a posto senza considerare l’opposizione. Il centrodestra sono due anni che sta chiedendo conto alla Ruggeri di ciò che fa, ha fatto o non ha fatto sulla sicurezza. Sono due anni che sol-
lecitiamo interventi nella direzione in cui va visto il documento sottoscritto dai sindaci. Ci hanno deriso nelle commissioni e nei consigli comunali. Ora l’assessore rende la delega e nella commissione competente (Commissione consiliare Politiche della Sicurezza, convocata mercoledì, n.d.r.), non se ne può parlare. Viva la democrazia». Ferdinando Quinzani (Circoli Libertà): «Personalmente non mi sento di infierire su Caterina Ruggeri, già che ha rimesso la delega sulla sicurezza. Faccio solo una considerazione: credo che forse se l'avesse fatto prima sarebbe stato meglio soprattutto per sé, anche se questa vicenda e l’innalzamento della tensione sull’argomento. Ridurlo a un problema nei confronti della Ruggeri mi sembra riduttivo. Credo che le critiche in realtà investano l’intero operato dell’intera giunta e di chi la guida cioè Corada».
Cronaca
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Una curva per la Storia Grigiorossa Venerdì 2 Maggio 2008
Presento volentieri questo articolo di Antonio Leoni perché in questa occasione sono in sintonia con la sua proposta. Ricorro alle parole di Gianni Mura pubblicate su Repubblica: «Chi ricorda il passato avrà sempre un futuro… Le ultime righe per salutare Erminio Favalli innamorato del calcio, della vita, dell’amicizia, della buona
H
di Antonio Leoni
o apprezzato fino alla commozione l’elzeviro che ha scritto Grignani per Erminio Favalli: è il ricordo esemplare di un giornalista che ha vissuto per tanti anni, spalla a spalla, con quel maestro insuperato che resta Gianni Brera. Mi ha colpito la “misura” del pezzo, ben sintetizzata nella striscia di titolo «un uomo non un santo». Eugenio sa bene quanto io sia stato vicino ad Erminio in tutta la sua carriera: molti giovani colleghi e giovani tifosi, di curva o no, non lo sanno, quindi lo confido a chi mi vuol leggere. Pochi giorni prima che ci lasciasse, Erminio mi ricordava un mio articolo scritto per invitare un titubante Giacomo Mari a farlo esordire in prima squadra. Lui era d’accordo ma c’era qualche dubbio proprio tra i suoi collaboratori, dunque mi chiese di dargli una mano. Con
tavola e di Cremona , in ordine sparso». Io aggiungo che ignorare 105 anni di Storia Grigiorossa significa mentire proprio a chi vive il calcio nella “curva”, idealmente costruita con l’impegno di tutti coloro che hanno reso onore alla maglia della Cremo, tanto orgogliosamente indossata da Erminio Favalli. Egri
se di calcio, e non dimenticheresti quante volte loro hanno tolto dalla brace le castagne che cadono su ogni vicenda di sport o non di sport. Ravani I° e Ravani II°, mitici in tutta la terra padana: prima di ogni partita tiravano con le scarpe una riga davanti alla propria area di rigore, e cavallerescamente (!) avvertivano gli avversari: «Se la superate è come attraversare il Piave». (Sarebbe bello che lo facessero fra pochi giorni a Lecco, un paio dei quattro che Emiliano Mondonico incaricherà per la difesa: nota di Egri). Danilo Ravani, allenatore “così” ma generoso: ho il rammarico di averlo trattato qualche volta, da cronista, magari con durezza. Grignani, amico storico di Brera, ricorda certamente la sua classifica dei migliori giocatori italiani di ogni tempo, con bene in vista un altro grigiorosso, Compiani, portiere mitico dell’epoca. «Tra i primi sei giocatori della storia …» e Gioann non era certo il tipo che si fermava agli ultimi due o tre episodi delle cronache, come usa
meglio, su questo non ci sono dubbi. (Vedere come è finito il Pice orfano di “Sterminio”, nota di Egri). Va ricordato pure il primo calciatore cremonese in azzurro, Mariano Tansini, che inventò il cosiddetto “passo doppio” poi definito “passo alla Biavati”, ignoro il perché ma quasi sicuramente è stato un furto in buona o mala fede di qualche furbo collega: molti osservatori venivano a Cremona per applaudire la sua prodezza stilistica ed esportarla sui propri campi. Vanno ricordati Albertoni, i Puerari, Bonizzoni che portò nel Milan con maggior classe e senso tattico la grinta dei micidiali fratelli Ravani, ed ancora Giacomo Mari, Losi, Franzini, Vivolo, Cabrini, Vialli. Chissà quanti me ne sono dimenticati, certo mi dovranno scusare… Oltre ai giocatori voglio ricordare i dirigenti, a partire dal presidente Luigi Gabbi tanto vicino ai suoi giocatori ed ai problemi di molti “ragazzi di strada” da venir chiamato “pa-
La formazione della Cremonese 1924-25 che si classificò 2ª con 29 punti dietro alla Juve (37 punti). Da sinistra: Talamazzini, Gino Puerari, "Pope" Puerari, Manfredi, Bodini, Bonizzoni, Tansini, Albertoni, Ferrazzi, Cassanelli, Bonzio, A. Zini ed il presidente Gabbi.
la sua carriera Erminio ci diede soddisfazioni ben superiori a quanto avevamo intravisto e sperato. Come ha scritto Grignani, lui «…non era un santo». Posso aggiungere? «Non è il Santo» della storia grigiorossa, che dura da ben 105 anni, attraverso moltissimi episodi grandi e piccoli, costruiti e vissuti da tanti santi, anche loro uomini che hanno tessuto la bandiera grigiorossa, e là dove l’hanno fatta sventolare hanno sempre raccolto stima e consensi. Dunque uomini bandiere della Cremonese. A qualche grande Club, che solo in questi giorni si avvicina al secolo di vita, voglio ricordare che la società oggi in via Persico ha adottato i colori del gonfalone comunale, quindi è simbolo non solo di calcio ma espressione diretta, umana, visiva, dell’intera comunità cittadina e della sua provincia. Per quanto conosco Erminio sostengo che lui stesso non gradirebbe, ancora fra noi, che nel suo nome - e soltanto nel suo nome - fossero raccolti tutti i meriti dell ‘US Cremonese, travolti come siamo dalla commozione del momento e dal sentimento forte che si prova verso l’amico appena scomparso. Caro Erminio, tu non dimenticheresti la famiglia Ravani, il gruppo più numeroso e longevo dei «Ragazzi di San Bernardo» e le loro memorabili impre-
oggi da parte di molti fringuelli che fanno il nostro mestiere, scrivono storto o cantano (male) in TV, ma non sanno nulla del prima e, temo, del dopo. Anche se scrivete o parlate di calcio, amici, meglio usare la grammatica e la sintassi, e magari studiare la sua storia, almeno quella del “nostro “ calcio. I ragazzi della curva sono quasi tutti
pà” . Ogni tanto allungava loro una paghetta, e se minacciavano di mettersi sulla cattiva strada li faceva giocare se non nella prima, nella seconda squadra infischiandosene dei risultati sportivi. Chi delle giovani generazioni ricorda Ottorino Barassi? Eppure partito dalla Segreteria della Cremonese, divenuto au-
A sinistra il portiere Compiani; sopra Ravani I e Ravani II
troppo giovani per ricordare, ma nessuno gli ha mai detto nulla di onestamente corretto sulla storia della Cremonese grigiorossa. Preso anche tu, Erminio, nel vortice quotidiano del risultato a ogni costo, hai fatto quello che le esigenze del lavoro ti imponevano di fare. E l’hai fatto al
torevole membro internazionale della FIFA, promosse la costruzione del «Maravilloso Estadio Maracanà»: siamo ormai negli anni 40, i tedeschi che occupano Roma sperano di mettere le mani sulla Coppa Rimet (qualche chilo d’oro puro) che Barassi divenuto presidente della Figc tiene non nella sede ma
Domenico Luzzara portato in trionfo con la coppa Anglo-Italiana dopo il 3 a 1 di Wembley
nella sua casa romana. Lui si finge ammalato, nasconde la Coppa sotto il suo materasso, dichiara di non potersi muovere, fa portare dal cameriere una vecchia bottiglia di Barbera e offre ai due ufficiali una splendida panzana : loro bevono, battono i tacchi “Heil Hitler”, lui tira un sospirone di sollievo e col cameriere finisce la bottiglia, altro che la favola della Principessa del Pisello. Arturo Socini agricoltore ricco di amore infinito per il grigiorosso, ma povero di soldi: versato un gruzzolo nelle casse della Società, si ritirava in una stanza del Bar Cremonese in Piazza Roma (allora sede del Club) e con qualche lacrima chiedeva scusa alla famiglia per aver sottratto quel denaro al fabbisogno quotidiano. Guido Mafezzoni durante undici stagioni non ebbe mai una vera soddisfazione dal campo tuttavia tutti lo ricordano gentile e sorridente. Nessun saluto, nessun commiato, nessuna maglia o bandiera quando morì. Domenico Luzzara storia recente, e così nota che mi sembra assurdo in questa occasione tentarne un riassunto salvo ricordare che proprio in questi giorni sono trascorsi appena due anni dalla sua morte. (Non pubblicherò mai l’ultima intervista che mi regalò un mese prima dell’ultimo viaggio: ho dato una fotografia a Beppe Carletti e forse oggi me ne pento, nota di Egri). Passeggio nella mia memoria e vedo tante altre facce: Luciano Cadario, Bay Bonazzoli, la Signora Nina che in tempi di magra sportiva rispondeva alle chiamate di Boniperti raccomandandogli di essere prodigo di consigli alla “sua” Cremonese.. Rivisito nella mia memoria dirigenti ed accompagnatori che non pretesero mai una lira, Nedo Bettoli papà di Lorenzo, e una fila lunghissima di gente che sui sentieri del Cielo corre a riempire le tribune del Paradiso quando gioca la Cremonese di Dio... I giornalisti, come no, anche loro: Lelio Mancini, Sam, Adelmo Rigoli, Vittorio Paloschi, Sergio Armellini, quanto hanno dato senza ricevere non dico una targa, ma un onesto ricordo? I tifosi. Alcuni stroncati nella gioia o nella sofferenza per un gol vinto o smarrito, quelli più che mai vivi e vegeti, che sten-
dono enormi striscioni, agitano le bandiere nella curva Sud. I tifosi di ieri che affollavano il campo di San Rocco prima che venisse costruito lo Zini, quelli di domani che non molleranno mai, per nessun motivo, bandiere grigiorosse per sempre che devono sventolare anche quando malauguratamente la squadra va in apnea ma poi pronta a rinnovare il rito del calcio giocato. Bandiere che scendono a mezz’asta quando scompare un personaggio come Erminio Favalli, pronte a risalire ancor più in su dell’asta quando La Cremo aggiunge un altro trofeo ai suoi trionfi. Erminio non sarà mai l’ultimo di una società come questa. Allo stadio non ci sono pennoni eppure non è uno stadio qualsiasi, ma un famedio, tempio dei grigiorossi illustri, la sintesi fisica di 105 anni di storia e di un futuro che mi auguro altrettanto nobile, e insieme a me tutti coloro
che amano i nostri colori. Non mi sembra giusto collocare nello stadio un nome solo: anche Zini non è solo un nome, ma l’amore di Patria, come recita giustamente la targa. Abbracciamo tutti i grigiorossi, grandi e grandissimi, onoriamoli stabilmente in un luogo che domini l’intero prato verde. Tanti stadi ci sono in Italia, anche più imponenti del nostro, altrettante curve sud o nord restano citazioni anonime e solo topografiche. Non vivono nel nome come nei sentimenti di chi le occupa. Chiamiamo questo luogo di entusiasmo «Curva delle Bandiere Grigiorosse». In giro per il mondo ci siamo già andati, a Wembley si ricordano di noi, come noi ci ricordiamo di Wembley, e la coppa è in via Persico. Con la rinata Cremonese presieduta da Giovanni Arvedi chissà che non si possa tornare a guardar lontano.
IL SALUTO DEGLI ULTRAS La mancanza di Erminio è un disastro per tutti noi che gli volevamo bene, per i suoi famigliari e per la Cremonese tutta. Lui era unico, era la persona più speciale che abbiamo conosciuto, aveva una risposta per tutto, sapeva come parlare con la gente senza separare, unire o dividere e soprattutto non faceva differenza alcuna di classe sociale: trattava tutti allo stesso modo, lui che è stato campione d’Italia, che giocò nell’Inter e nella Juve, lui che conosceva persone altolocate, viste da noi comuni mortali sui rotocalchi o TV. Erminio si comportava con loro, come si comportava con noi, semplici cittadini. Erminio però, oltre che essere stato un campione in campo, lo era soprattutto fuori, e i suoi moltissimi anni come dirigente della nostra Cremo sono e saranno indimenticabili. A chi ha avuto l’onore di conoscerlo, così come l’abbiamo avuto noi, sa benissimo che senza di lui niente sarà più come prima… e lo capiranno presto tutti, anche chi non lo conosceva, e le cose buone che ha fatto resteranno per sempre. Ultras Cremona e Vecchia Guardia Questo mio commento doveroso, come è giusto che sia, ringrazia il cuore di questa Vecchia Guardi a che io conosco abbastanza bene e in prima persona. Ringrazio anche gli Ultras Cremona, anche se il sinonimo di supertifosi non mi è mai piaciuto. Non ho amato gli hooligans inglesi, quelli che non sono stati mai più amati da nessuno dopo i 57 morti dell’Heisel. Mica uno come a Roma col razzo, mica uno sull’autostrada del Sole e un altro sotto il pulmann in Piemonte. Tifosi della Cremonese sono stati aggrediti dalle parti di Verona, un ragazzo si sta ancora leccando le ferite. Gli aggressori erano, o si definivano (?) ultras. Non mi interessano le virgole messe male o i verbi un po’ così. Nessuno pretende che un tifoso sia un professore d’italiano: dai poeti si accetta anche qualche inciampo linguistico. Questo comunicato è scritto da poeti: a modo loro, ma poeti.
Cronaca
La viabilità si fa il lifting, al via i cantieri in città
«
di Silvia Galli
Dall’estate 2008 fino all’autunno inoltrato i cremonesi dovranno sopportare qualche disagio. Lo spiega l’assessore all’urbanistica Daniele Soregaroli, secondo cui «c’è la necessità di completare e portare a termine il programma Corada, tenendo ben presenti i molti sacrifici, per ottenere le risorse che impegnano l’apertura dei cantieri». Cremona subirà una piccola rivoluzione urbanistica, l’obiettivo del comune è quello di dare una veste diversa, un pò più avveniristica. Non tutti i cantieri però procedono come dovrebbero, qualche difficoltà persiste. L’esempio su tutti è Piazza Marconi: definitivamente chiusi e conclusi gli scavi archeologici in piazza Marconi, «per aprire il cantiere realizzativo» ha continuato l’assessore «manca un consenso archeologico per rimuovere i muri romani, stiamo cercando di risolvere questa ulteriore necessità». Ancora in progress il progetto che andrà a definire la superficie della piazza. Anche in questo caso Saba presenterà il pro-
getto definitivo alla sovrintendenza «che parte dal loro preliminare, recependo dallo studio da noi affidato» ha continuato Soregaroli. «Si tratta in sostanza di spostare l’ingresso sul lato nord ovest con rampa e inoltre di dividere i volumi in due parti e non avere un unico corpo come nel progetto di Saba». Resterebbero le vetrate dello studio fatto fare dal Comune, senza le colonne, bocciate dalla sovrintendenza. Sulla tipologia del materiale da sistemare sulla piazza se ne sta discutendo con il progettista. Il parcheggio, una volta finito, si svilupperà su un totale di circa 12mila metri quadrati, su cui si trovano 464 posti auto, mentre sulla piazza resteranno disponibili nelle aree laterali circa 50 posti auto, per un totale complessivo di 514 parcheggi. Costo totale 15,16 milioni di euro, di cui, solo 4 milioni e 200 mila euro spesi per gli scavi archeologici. In corso Garibaldi invece i lavori procedono bene. Anche in questo caso si sta rivedendo il progetto affidato all’architetto David Palterer, presentato alla sovrintendenza per il restyling, «è da rivedere il concetto di Piazza Sant’Aga-
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DALLA PARTE DEI CITTADINI di Damiano Talamazzini Responsabile Provinciale
Patronato Epaca
Per lavorare bisogna avere almeno 16 anni Questa rubrica rappresenta un luogo d'incontro a disposizione dei nostri lettori, nato per rispondere a dubbi e quesiti in materia di diritti previdenziali e assistenziali. Le lettere rivolte al Patronato Epaca possono essere indirizzate alla nostra redazione, per posta o via e-mail, oppure direttamente al Patronato (epaca.cr@ coldiretti.it).
Viale Trento Trieste
ta» ha spiegato l’assessore «la pavimentazione, l’illuminazione. Speriamo di poter far passare il progetto, altrimenti si tratterà di fare un banale ripristino. Il nostro obiettivo è quello di dare un input anche alla prossima amministrazione. Vogliamo avere un disegno complessivo e dare delle basi sulle quali continuare». Il costo di Corso Garibaldi è di circa 2 milioni di euro. A breve, tra il 20 e il 30 giugno, partirà il primo lotto per i lavori per i sensi unici di viale Trento e Trieste e via Dante. «Faremo i lavori su Piazza Libertà (Porta Venezia) e Piazza
Troppi lavori contemporaneamente
Via Dante, nel riquadro Ernesto Fervari, presidente di Confesercenti Cremona
Fermento tra i commercianti per i lavori che stanno per partire. Se da una parte c'è chi punta i piedi, lamentando un'eccessivo quantitativo di interventi da fare in contemporanea, dall'altra c'è chi afferma che quel che va fatto non può essere più rimandato, che si è tardato anche troppo. «Questi lavori dovevano arrivare molto prima» dichiara il presidente di Confesercenti, Ernesto Fervari. «In ogni caso non ci opponiamo, purchè vengano fatti in modo da non danneggiare i commercianti, che già eccessivamente risentono di un periodo tutt'altro che roseo». Sono circa 180 le attività commerciali interessante, oltre alle aziende di servizi e a quelle artigianali. Un vero e proprio mondo, che deve lottare ogni giorno con la sopravvivenza, in un mercato sempre più ostile. Per questo l'Ascom si è lanciata con foga contro la contemporaneità dei lavori, che porterà la città a perdersi in mille cantieri, con sensi unici, cambi di
Venerdì 2 Maggio 2008
circolazione, e soprattutto assenza di parcheggi. Più moderata la posizione di Confesercenti, che però non molla il campo. «Vogliamo che i commercianti siano tutelati, e che vengano assicurati gli stessi posti auto che ci sono ora» spiega Fervari. Proprio in settimana i commercianti cremonesi hanno incontrato l'assessore Daniele Soregaroli, per avere una panoramica della situazione. Le richieste sono di avere il minor disagio possibile, anche se, da quanto è emerso, le maggiori modifiche saranno nelle piazze (porta Venezia e porta Milano). «Sicuramente lavori come questi comportano cambiamenti nelle abitudini della gente, per quanto riguarda la circolazione dei veicoli, i luoghi di parcheggio e i sensi di marcia. Ci si dovrà abituare. La nostra battaglia, come Confesercenti, sarà sul fronte dei disagi, perché i commercianti risentano il meno possibile della situazione».
Risorgimento (Porta Milano) le due piazze che canalizzano la viabilità» ha spiegato l’assessore all’urbanistica Daniele Soregaroli «il senso unico va da Piazza Risorgimento a Porta Venezia su viale Trento e Trieste e da Porta Venezia a Piazza Risorgimento su via Dante. L’intenzione è quella di realizzarli in 4-5 mesi. Appena l’assetto delle piazze lo permette, saremo in grado di girare la viabilità». L’obiettivo principale è quello di snellire il traffico su due importanti arterie della città. I lavori costeranno 1.644.805. Poi c’è la stazione ferroviaria il primo lotto si prevede che sia concluso entro la fine del 2008. «Di fatto sono già iniziati i lavori con la demolizione del binario di fronte al magazzino merci tra via degli Scavi e la stazione autolinea. La prossima settimana inizieranno i lavori dei sottoservizi dell’Aem, ci vorranno circa 3 o 4 mesi di lavoro e poi in autunno si inizierà con i lavori veri e propri, che vedranno una trasformazione viaria con un allargamento dell’attuale giardino di fronte alla stazione». La novità della riqualificazione della stazione, che però è all’interno del secondo lotto e che questa amministrazione non sarà in grado di realizzare per la sua scadenze, è rappresentato dal nuovo parcheggio per i pendolari a ridosso del cavalcavia, dove attualmente c’è la struttura mobile, con una capienza di 750 posti auto, fatto su tre piani, di cui uno interrato. Il costo del primo lotto si aggira sui 3.300.000 euro. Infine il cavalcavia del cimitero. «Un intervento di messa in sicurezza» ha continuato l’assessore, «in quanto il cavalcavia ormai è usurato e aveva bisogno di un intervento urgente. I lavori inizieranno nel mese di maggio si partirà sul ramo di salita, che implicherà due mesi di lavoro circa. Si passerà poi al corpo centrale per terminare con il ramo di discesa. I lavori si concluderanno nel tardo autunno. Previsto anche il restyling nella parte centrale per la valorizzazione dello scalone monumentale. Verranno creati anche spazi adeguati per riportare i marmisti nelle loro attuali botteghe». Il costo dell’intervento è pari a 2 milioni di euro.
Egregio Responsabile del Patronato Epaca, corrisponde al vero quanto appreso, che l’età minima per l’ammissione al lavoro è stata elevata da 15 a 16 anni? Lettera firmata Sulla Gazzetta Ufficiale n. 202 del 31/8/2007 è stato pubblicato il decreto n. 139 del 22/8/07 di approvazione del regolamento recante norme in materia di adempimento dell'obbligo di istruzione, ai sensi dell'articolo 1, comma 622, della legge 296/2006, (Legge Finanziaria 2007). Il requisito dell’età minima per l’accesso al lavoro è stato più volte rivisto nel corso degli anni. Da ultimo il comma 622 della Finanziaria 2007 dispone che «L'istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. L'età per l'accesso al lavoro è conseguentemente elevata da quindici a sedici anni» e che «L'innalzamento dell'obbligo di istruzione decorre dall'anno scolastico 2007/ 2008». La Finanziaria 2007 è entrata in vigore il 1 gennaio 2007, tuttavia la previsione inerente l’obbligo scolastico fino a 10 anni e l’innalzamento dell’età minima a 16 anni hanno decorrenza dall’anno scolastico 2007/2008. Per fugare i dubbi in merito alla corretta individuazione del termine di decorrenza del nuovo limite è intervenuto il Ministero del Lavoro con nota prot. 9799 del 20 luglio 2007 chiarendo che tale obbligo decorre solo dal 1° settembre 2007. Il Ministero del lavoro, tra l’altro, ha ricordato che l’art. 37 della Costituzione prevede che sia la legge a stabilire il limite minimo di età per l’accesso al lavoro e che tale limite è stato disciplinato dall’art. 3 della Legge 977/1967, che come modificato dall’art. 5 del D.lgs 345/1999 così recita: «l’età minima di ammissione al lavoro è non inferiore a 15 anni compiuti». L’art. 3 della L. n. 977/1967 punisce con sanzione penale il mancato rispetto dell'età minima di ammissione al lavoro. Per i datori di lavoro che non rispettino il limite minimo d’età per l’ammissione al lavoro e l’omessa sottoposizione del minore alla visita medica sono previste sanzioni che vanno da un’ammenda fino a 5.164,00 euro all’arresto fino a sei mesi. Al riguardo il Ministero del Lavoro ha precisato quanto segue. L'art. 1, comma 622, della Finanziaria prevede che «l'istruzione impartita per almeno 10 anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età. L'età per l'accesso al lavoro è conseguentemente elevata da 15 a 16 anni». L'Italia ha deciso in tal modo di avviare il riordino del sistema scolastico annunciato nel programma governativo, prevedendo cambiamenti nelle disposizioni contenute nella precedente riforma e dando una prima attuazione a quanto finora annunciato dai due Ministeri del lavoro e della solidarietà sociale in tema di impiego di minori e di sfruttamento minorile. L'età dell'obbligo scolastico, ora salita a 16 anni, ha infatti inevitabili ripercussioni anche sull'ingresso degli adolescenti nel mondo del lavoro; come previsto dalla Convenzione con l’Organizzazione internazionale del lavoro n. 138 sull'età minima, approvata dall'Italia con legge n. 157 del 1981, non possono essere avviati al lavoro i ragazzi e le ragazze al di sotto dell'età dell'istruzione obbligatoria, così come stabilito dalla legge Nazionale. Sempre disponibili per tutti i Cittadini interessati, per fornire un'adeguata informazione, consulenza e chiarimenti, i nostri uffici Epaca in Cremona e Provincia, si trovano: CREMONA Via D. Ruffini, 28 (adiacente Hotel IBIS) Tel. 0372/435620 CREMA Via Macello, 34 Tel. 0373/256501 CASALMAGGIORE Via Cairoli, 3 Tel. 0375/42132 SORESINA Via Matteotti, 12 Tel. 0374/342329 CREMONA Via Ala Ponzone, 8 Tel. 0372/499811
Cronaca
L'Autostrada del crimine: sventati in A21 truffa e traffico di droga
D
ue le operazioni portate a termine in questi giorni dagli agenti della stradale di Cremona. I particolari sono stati illustrati dal comandante, Marco Tangorra. Nella prima indagine, due persone sono state denunciate per simulazione di un furto di zinco avvenuto nell'area di servizio Cremona Sud dell'A21 e per truffa assicurativa. Nei guai sono finiti un 46enne residente a Gavardo, nel bresciano, autista di un mezzo pesante, e una 55enne, titolare bresciana della società di trasporti di Gavardo per la quale l'uomo lavorava. Solo il valore dello zinco ammontava a 85mila euro. Dal settembre del 2007, mese in cui era stato denunciato il furto, gli agenti hanno effettuato accertamenti dei tabulati telefonici e controlli del telepass, appurando in questo modo che il giorno della denuncia del furto di zinco l'autista si trovava in triveneto, mentre il giorno prima era a Genova per caricare le 31,160 tonnel-
late di zinco destinate alla ditta bresciana. E' seguita una perquisizione presso l'azienda di Gavardo dove è stata trovata la carta di circolazione del mezzo sulla quale era stato apposto un pezzo di carta con scritto "rubato" e un'altra carta di circolazione di un trattore stradale provento di furto. Non si tratterebbe, infatti, del primo furto
dagine, invece, ha visto due persone indagate per riciclaggio di auto ed una delle due arrestata per droga: si tratta di Gianluca Foppa, 40 anni, di Garbagnate Milanese, e un albanese, H.A., 35 anni, residente nell'abitazione del milanese. Tutto ha preso avvio il 10 marzo scorso durante un controllo stradale all'area di servizio
Gli agenti e la merce sequestrata
che l'azienda avrebbe dichiarato falsamente per ottenere risarcimenti da parte dell'assicurazione. La seconda in-
dell'A21 in territorio di Ghedi. Gli agenti hanno fermato i due, entrambi con precedenti, mentre viaggiavano a bor-
do di una Mercedes classe A. Ad un controllo è emerso che tra il numero di targa e quello del telaio c'erano delle difformità. Il veicolo era effettivamente stato rubato a Torino nel 2006 e la coppia è stata denunciata per riciclaggio di autovettura provento di furto e per aver cercato di ostacolare l'identificazione del mezzo. Pensando di essere di fronte ad un presunto traffico di autoveicoli rubati, gli agenti hanno continuato ad indagare, effettuando una perquisizione nella casa del milanese. Qui, però, oltre alla documentazione ritenuta utile agli accertamenti in corso, hanno trovato anche della droga: 59 grammi di marijuana e 366 grammi di haschish che sono stati posti sotto sequestro. La sostanza era detenuta dal 40enne per fini di spaccio. Foppa, quindi, oltre alla denuncia per riciclaggio, è finito in manette per spaccio di stupefacenti. Il giudice ne ha già convalidato l'arresto ed ora il 40enne si trova rinchiuso nel carcere di San Vittore in attesa del processo per direttissima.
Rinvio a giudizio Ancora nomadi in città per l'investitore
Allontanati immediatamente dalla municipale Non si ferma il constante flusso di nomadi che vorrebbe mettere le radici anche nella nostra città. Solo mercoledì sera, in via Comizi Agrari, ne sono arrivati altri, ma il costante intervento dei vigili ha fatto sì che già nella tarda mattinata del giorno successivo il gruppo lasciasse il campo. «Direi che non è il caso di parlare di emergenza nomadi», ha tenuto a ribadire il vice comandante dei vigili urbani di Cremona Pierluigi Sforza, «lo sarebbe se questi gruppi di persone, che solitamente si spostano soprattutto in primavera e in autunno, riuscissero ad accamparsi stabilmente. E questo, fortunatamente, non succede. La nostra attenzione in questo senso è davvero altissima, tanto che veniamo a conoscenza su-
bito del loro arrivo e il successivo intervento consente di non dar loro il tempo materiale di stabilirsi. La massima sensibilità a questo problema serve anche per cercare di evitare che arrivino altri nuclei di persone, sempre molto numerosi e composti da adulti, anziani e soprattutto bambini. Il passaparola tra loro, infatti, è importante. Se gira voce che a Cremona le forze dell'ordine sono inflessibili nel non consentire minimamente la sosta, è probabile che in città il flusso si fermi al più presto». Solo qualche giorno fa alcuni nuclei erano stati fatti sgomberare dal parcheggio di via Comizi Agrari, altri da quello lungo la tangenziale dietro al palazzo di vetro dell'Inail o anche da via del Brolo, vicino alla Castelleonese.
Aveva ucciso tre persone in auto
E' stato chiesto il rinvio a giudizio per Stefano B., 39enne di Soresina, operaio ad Annicco, responsabile dell'incidente costato la vita, nel giugno scorso, alle sorelle Fiorenza e Maria Carla Fiamena, rispettivamente di 32 e 34 anni, e alla figlia di 10 anni di Fiorenza, Sara. L'incidente, avvenuto in pieno centro ad Annicco, era stato provocato dal 39enne che, in sella ad una potentissima Yamaha, aveva falciato le due sorelle e la bambina, travolgendo anche il figlio di Carla, Pavel, di soli 6 mesi, che era sul passeggino e che fortunatamente si è salvato. Maria Carla era morta sul colpo, mentre la sorella e Sara era-
no decedute in ospedale. Pare che il centauro, che viaggiava a forte velocità da Soresina verso Grumello, forse anche a causa di una macchina di passaggio che gli avrebbe ostruito la visuale, avesse frenato solo all'ultimo momento, perdendo il controllo della sua Yamaha e investendo le donne e i bambini. Maria Carla e Fiorenza si stavano dirigendo a casa da via Betulle verso via Mazzini ad Annicco, dove risiedevano. Il motociclista era da poco rientrato in possesso della patente, che qualche tempo prima gli era stata sospesa per velocità eccessiva. L'udienza è stata fissata al 20 maggio.
IL CASO
Ancora un colpo da Marra Auto E' il terzo nel giro di pochi mesi. I malviventi sono entrati dal retro
Altro colpo alla concessionaria di automobili Marra, il terzo dall'ottobre scorso. Questa volta i malviventi sono entrati da una finestra posta sul retro. Una volta all'interno hanno rubato le chiavi di due auto, una Golf e una Volgswagen Fox. La prima è stata portata via, mentre l'altra è rimasta incastrata nel varco concesso esclusivamente al passag-
gio pedonale. Sul posto, alle 5,25 di mattina, quando è suonato l'allarme, sono arrivati gli agenti della Questura, ma dei malviventi non c'era già più traccia. Solo nella notte tra il 9 e il 10 aprile scorsi, da Marra si era registrata un'altra intrusione. In questo caso i ladri avevano messo a soqquadro gli uffici e portato via documenti, denaro e alcune chiavi di
automobili. Miravano forse alla cassaforte, ma non avevano avuto il tempo di portare a compimento il loro piano. Il terzo furto risale invece all'ottobre scorso: in quell'occasione erano state portate via 50 ruote appartenenti a 10 autovetture, comprese le relative ruote di scorta, ed erano stati spaccati 4 lunotti per un danno complessivo di 70mila euro.
Venerdì 2 Maggio 2008
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In Breve Corsi per commercio e terziario Ascom e Servimpresa hanno ottenuto dalla Regione Lombardia il finanziamento di un progetto che si pone come obiettivo il rafforzamento delle competenze gestionali ed organizzative degli imprenditori e dei lavoratori dalle imprese appartenenti al settore del commercio e del terziario. Sono tre i settori in cui si svolgeranno i corsi. Marketing e vendite (durata 16 ore) nei giorni: 20-27 maggio, 3-11 giugno. Marketing e vendite tecniche di presentazione dei prodotti (durata: 20 ore) nei giorni : 14-21-28 maggio e 4-11 giugno. La redditività d'impresa (durata: 24 ore) nei giorni 27 maggio e 3-10 giugno. Per informazioni ed iscrizioni: Ascom (0372/567611) o Servimpresa (0372/490290).
veterinari: anagrafe regionale Presso le sedi veterinarie distrettuali dell’Asl di Cremona è ora possibile richiedere l’iscrizione ai corsi di formazione per l’inserimento in modo autonomo dei dati richiesti dall’anagrafe regionale. Le domande di iscrizione dovranno essere presentate inderogabilmente entro il 10/05/2008. I corsi di formazione verranno effettuati presso il distretto di Cremona e presso il distretto di Crema in date e orari da definirsi.
cremona piu' bella: concorso Continua la promozione, da parte del Comune di Cremona, di interventi edilizi di manutenzione e di restauro delle facciate e delle parti esterne degli edifici cittadini con il concorso «Cremona più Bella», giunto all’ottava edizione. Chi intende avvalersi di questa opportunità beneficerà di facilitazioni economiche attraverso contributi a fondo perduto pari al 20% del costo dei lavori (Iva esclusa) e comunque non superiore a 2.500 euro e di altre interessanti agevolazioni. Le domande devono essere presentate dal 5 maggio ed entro le ore 12 del 3 giugno all’Ufficio Protocollo (piazza del Comune, 8). Per informazioni è possibile rivolgersi all'Urp (tel. 0372 40729), oppure consultare il sito del Comune all'indirizzo www.comune.cremona.it.
una giornata a isola dovarese Il consolato di Cremona del Touring Club Italiano organizza, per domenica 18 maggio, una giornata a Isola Dovarese, con mattinata dedicata alla visita dei monumenti e allietata da un aperitivo offerto dalle contrade isolane dopo l’esibizione dei noti gruppi folcloristici locali (sbandieratori, teatranti e danzatori). Dopo il pranzo rustico alla cascina Sartori e l’esibizione della banda, pomeriggio dedicato alla visita del giardino, del museo allestito nelle case dei contadini e del santuario della Beata Vergine della Malongola a Fontanella Grazioli. Il costo complessivo è di 16 euro per i soci, 18 per i non soci. La prenotazione è obbligatoria, e va fatta entro il 13 maggio telefonando alla Libreria Spotti (via Matteotti 41, tel. 0372/32245).
tiro a segno: trofeo del po
Sono aperte le iscrizioni alla gara «Tiro a segno - 5 trofeo del Po», promosso dalla sezione cremonese dell'Associazione nazionale carabinieri. Una gara per carabina a mt. 50, pistola a mt. 15, pistola grosso calibro (escluso 44 Magnum o cal. 45). Le selezioni alla gara si svolgeranno sabato 3 maggio dalle 15 alle 17 e domenica 4 dalle 8 alle 12. Le finali e le premiazioni saranno invece domenica 11 maggio dalle 9 alle 12. La gara è riservata a soci efettivi e simpatizzanti, ma anche da esterni presentati dai soci stessi. Ai primi tre classificati per categoria, nonché alla sezione che avrà totalizzato il punteggio massimo, verranno assegnati trofei e coppe.
convegno al centro pastorale
Appuntamento per sabato 10 maggio alle 9.30, presso il Centro pastorale diocesano, con un convegno promosso dal Centro tutela diritti del malato di Cremona, per la celebraione del 25esimo anno di attività in difesa dei malati e degli anziani. Al termine del convegno gli ospiti potranno gustare un aperitico equo-solidale. Un incontro rivolto al mondo del volontariato, ma anche a tutta la cittadinanza.
concerto a cassano d'adda
il 19 Maggio alle 21, nello splendido scenario del Castello Borromo di Cassano d'Adda, avrà luogo un evento straordinario che vedrà ospite l'orchestra di Stato della Romania (Bacau), diretta dal Maestro Ovidiu Balan, che accompagnerà al pianorte il Maestro Francesco Grillo, artista conosciuto dalla critica musicale per la sua grande capacità espressiva e forza comunicativa, unita ad una tecnica straordinaria. L'artista è ben conosciuto sia sul territorio Nazionale che all'estero con concerti in Giappone, in Messico ed altri, vincitore di numerosi concorsi Nazionali ed Internazionali. Ospite di radio tre con le Sue improvvisazioni dal titolo"invenzioni a due voci" e compositore della sigla per la cerimonia di apertura dei campinati di pattinaggio artistico Europei con ripresa diretta in tutta Europa.
incontri per odontotecnici Si è svolto presso la sede della Cna di Cremona, giovedì 17 aprile scorso, il secondo appuntamento con le serate culturali riservate agli odontotecnici. Un ciclo di appuntamenti che è coordinato dal gruppo di lavoro composto da «Santa Claudia - Divisione Dentale di Crema» che, insieme con lo Sno, ha organizzato e programmato la serata sponsorizzata dalla Ditta “Micerium”.Queste occasioni di incontro tra i colleghi odontotecnici rappresentano un’opportunità di approfondimento conoscitivo e culturale. I prossimi due appuntamenti si svolgeranno presso la sede della Cna di Crema, sono fissati per le serate di: mercoledì 28 maggio su «L’evoluzione delle ceramiche dentali a supporto del risultato estetico» e giovedì 26 giugno su «Dibattito sulla protesi totale, semplicità e ripetibilità nel protocollo operativo».
Agricoltura
Venerdì 2 Maggio 2008
9
Ancora nessun accordo raggiunto tra allevatori e industriali. Coldiretti annuncia mobilitazioni
Prezzo del latte, nuova fumata nera
é
ancora fumata nera per la trattativa sul prezzo del latte alla stalla. I rappresentanti degli allevatori (erano presenti Coldiretti e Cia) e gli industriali (Assolatte)
si sono ritrovati martedì pomeriggio al tavolo del negoziato, ma la lunga discussione non ha portato all’auspicato riavvicinamento tra le parti. «L’ostinazione dimostrata da Assolatte nel non voler riconoscere agli allevatori un equo
prezzo per il latte made in Italy ha impedito di raggiungere un risultato che potesse essere ritenuto accettabile» evidenzia Roberto De Angeli, presidente di Coldiretti Cremona, presente alla trattativa. In un affollatissimo incontro
MERCATI - SETTIMANA DAL 24/04/2007 AL 30/04/2007 UNITà DI MISURA
CREMONA
MILANO
MANTOVA
MODENA
Tonn.
210,00217,00
231,00235,00
224,00229,00
--
Tonn.
215,00216,00
224,00225,00
218,00220,00
225,00226,00
Tonn.
N.q.
N.q.
452,00455,00
--
Tonn.
N.q
N.q
alla rinfusa
Tonn.
162,00164,00
174,50176,00
185,00189,00
180,00181,00
FIENO maggengo agostano
Tonn.
N.q.
N.q.
--
--
Tonn.
N.q.
lattonzoli locali
15 kg.
2,93
2,930
2,950
2,960
SUINI lattonzoli locali
25 kg.
1,97
1,970
1,990
2,060
SUINI lattonzoli locali
30 kg.
1,790
1,790
1,770
1,880
SUINI lattonzoli locali
40 kg.
1,58
1,580
1,590
1,690
Suini da macello
156 kg.
1,045
1,035
N.q.
1,002
Suini da macello
176 kg.
1,045
1,035
N.q.
1,040
Suini da macello
Oltre 176
1,045
0,945
N.q.
0,995
Vacche Frisone 1ª qualità (p.v)
Kg.
1,95-2,30
Montichiari peso vivo 1,00-1,10
0,970-1,020
--
Vacche fris. 2ª qualità (p.v)
Kg.
1,75-1,85
0,85-0,90
0,770-0,820
--
Manze scottone 24 mesi
Kg.
2,05-2,45
1,05-1,12
1,080-1,250
--
Kg.
N.q.
1,60-1 82
1,550-1850
--
(50-60Kg) pie blue belga
Kg.
3,00-4,50
4,50-5,00
4,80-5,20
--
BURRO pastoriz.
Kg.
1,85-1,90
1,75-1,90
--
--
PROVOLONE VALPADANA
Kg.
5,05-5,20
5,05-5,15
--
--
PROVOLONE VALPADANA
Kg.
5,30-5,50
5,25-5,45
--
--
Kg.
5,95-6,15
5,90-6,30
6,190-6,300
--
Kg.
6,05-6,20
6,40-6,85
6,680-6,830
--
Kg.
--
--
--
--
PRODOTTO FRUMENTO
tenero buono mercantile
GRANOTURCO
ibrido naz. 14% um.
SEMI DI SOIA nazionale
ORZO NAZ.
peso spec. 55-60 peso spec. 66-68
CRUSCA
PAGLIA
press.rotoballe
SUINI
Vitelli Baliotti (50-60 kg) fris.
Vitelli Baliotti
217,0-222,0 240,0-245,0 238,0-243,0 N.q.
50,00-61,00 25,00-30,00
--
fino a tre mesi
oltre tre mesi
GRANA Scelto 01
stag. 9 mesi
GRANA Scelto stag. 12-15 mesi
Latte naz. Crudo (16-30 giugno)
N.B. Le quotazioni del bestiame bovino e del foraggio sul mercato di Cremona avvengono il primo e terzo mercoledi del mese. Questo dato, conseguentemente,va letto ed interpretato con la dovuta attenzione rispetto agli altri dati pubblicati. Non è escluso che in futuro venga ripristinato il mercato settimanale. Le quotazioni del mercato di Milano avvengono in due giorni separati: il martedì per il comparto dei cereali e derivati, il venerdi quello zootecnico che fa riferimento a quello di Montichiari. Anche questo aspetto va tenuto in considerazione nel confronto dei dati suindicati. Il mercato di Mantova avviene in un solo giorno e cioè il giovedì, Modena il lunedì.
con gli allevatori del territorio, svoltosi martedì mattina a Crema, il presidente della Coldiretti aveva ricevuto mandato a tentare una sintesi fra le diverse posizioni finora emerse. L’assemblea degli allevatori riunita presso l’Ufficio Zona aveva ribadito le richieste, fissando parametri e “indici” ritenuti imprescindibili. Cuore della riflessione condivisa dagli allevatori - e poi della discussione fra la parte agricola e gli industriali - è stato il sistema di valutazione delle fluttuazioni del prezzo del latte. Com’è noto, il negoziato aveva condotto alla costituzione di una commissione tecnica, composta sia dalla parte agricola che da quella industriale, chiamata a fissare una “griglia” basata su tre criteri: l’analisi del mercato nazionale, l’andamento del mercato internazionale e i costi di produzione. «In merito ai parametri da inserire nella tabella di indicizzazione del prezzo del latte, la posizione di Assolatte si è ulteriormente irrigidita. Nei precedenti incontri gli industriali avevano proposto un 70% per il mercato estero, un 20% per il mercato nazionale ed un 10% per i costi di produzione. Già questa proposta, come ribadito martedì dai nostri allevatori, era inaccettabile: a nostro avviso, visto che si sta parlando del prezzo del latte made in Italy, non era accettabile vincolare il tutto, per ben il 70%, all’andamento del mercato internazionale. La
Un momento dell'incontro
proposta formulata dall’agricoltura, certamente più equilibrata, prevedeva un’indicizzazione che tenesse conto per il 40% della situazione del mercato estero, per il 40% del mercato nazionale e per il 20% dei costi di produzione» riassume De Angeli. «Nell’incontro di martedì la linea adottata dagli industriali si è fatta ancora più dura: con ostinazione Assolatte si è arroccata sul 70% legato al mercato estero, pretendendo inoltre che il 20% calcolato sul mercato nazionale dipendesse soltanto per un 10% dall’andamento del Grana Padano, riservando l’altro 10% a prodotti non ben specificati». «Non è una richiesta da poco» chiarisce De Angeli. «Il fatto che gli industriali abbiano preteso di vincolare al Grana Padano solo un 10% significa che prevedono un incremento nel prezzo di questo prodotto sul mercato, nei prossimi mesi, e vogliono evitare che tale incremento si possa riflettere sul valore del latte acquistato alla stalla. Anche l’insistenza nel voler considerare i costi di
produzione solo per il 10% dimostra la totale indifferenza dell’industria lattiero-casearia alle richieste degli allevatori, che in questi anni stanno affrontando costi di produzione in continuo incremento, dai costi per l’alimentazione delle vacche a quelli legati all’energia. E’ evidente che, di fronte a queste posizioni e a questi atteggiamenti, una sintesi non era possibile». In vista della ripresa della trattativa, per Coldiretti mercoledì è stata una giornata di incontri e decisioni: nel pomeriggio le Federazioni provinciali e regionali della Lombardia, del Piemonte e del Veneto si sono ritrovate a Milano, con il responsabile confederale Pietro Sandali, per valutare le prossime mosse ed eventuali manifestazioni da porre in campo: non si esclude che si riapra una stagione di mobilitazione, chiamando gli allevatori a manifestare davanti alle industrie lattiero-casearie, a sostegno delle argomentazione della delegazione agricola impegnata al tavolo della trattativa.
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Lettere
Venerdì 2 Maggio 2008
Sono già troppe le risorse che vengono tolte dalle nostre tasche Egregio direttore, quando un amministratore non riesce a risolve un problema l’invocazione è sempre la stessa: «Vogliamo più risorse per assicurare maggiori servizi». Cari amici non ci stiamo più a dare maggiori risorse di quelle che ci vengono tolte dalle nostre tasche. Lo slogan per essere credibile deve essere rinnovato per chiedere più risorse bisogna dimostrare dati alla mano che quelle disponibili sono insufficienti. Basta col gioco delle tre carte ci vogliono dati concreti più trasparenza! E’ lo stesso discorso dell’appello a partecipare alle selezioni dei migliori con bandi di concorso che poi spariscono nel nulla. L’opinione pubblica dovrebbe avere con la stessa pubblicità del bando notizia di chi ha partecipato e dei loro curriculum. Se queste informazioni non le da l’amministrazione possiamo sperare che la stampa supplisca? Nicola Centofanti
No a chi racconta la storia della Resistenza in modo falsato e tendenzioso Egregio direttore, sono stati giorni intensi, pieni di interesse, quelli trascorsi in ricordo del 25 aprile 1945. Siamo passati da una affollata e calda assemblea di pubblico a Grontardo, tra i bambini curiosi di voler sapere le cose della Resistenza, a due incontri “importanti e bellissimi” tenuti da Mario Coppetti e da Kiro Fogliazza con i militari del 4 Reggimento artiglieria contraerea della Caserma Manfredini guidata dal Ten. Colonnello Patané.
Abbiamo passato alcune ore con i boys scout, ragazzi e ragazze che hanno praticamente “divorato” le informazioni, le notizie, gli aneddoti che riguardano la vera storia di quel periodo storico, alla presenza del parroco di Vergonzana entusiasta dell’iniziativa. Abbiamo incontrato gli studenti delle quinte della Scuola Ala Ponzone Cimino, con i quali abbiano ricordato la figura del partigiano Attilio Novasconi “Barbarossa”, diplomato appunto all'APC e caduto in Valle di Susa. Ci siamo trovati in tantissimi alla manifestazione del 25 aprile in Piazza del Comune, dove abbiamo potuto sentire il saluto delle istituzioni democratiche e il discorso commovente della signora Graziella Bettini, Presidente nazionale dell'Associazione Divisione Acqui, figlia di uno dei oltre 9mila caduti in quella strage, ai quali le manifestazioni di questi giorni sono state dedicate. Nel pomeriggio, poi, ai Giardini Pubblici di Cremona abbiamo potuto ricordare gli oltre 400 cremonesi caduti nel ventennio nero a causa della violenza fascista e della guerra. Abbiamo dunque ricordato in modo reverente i Caduti, ma abbiano anche festeggiato la ritrovata libertà e la conquista della pace. Libertà e pace che, da 63 anni, arridono anche a favore di chi - in quei tempi lontani e bui - decise di schierarsi dalla parte della dittatura ed al fianco della violenza razzista e nazista. Libertà che costoro, se allora avessero malauguratamente prevalso, non avrebbero certo concesso ai loro oppositori. Abbiamo dovuto giungere alla sera del 25 aprile, per ritrovarci in un clima tra il comico-farsesco e la vergogna per uno spettacolo indegno e scandaloso. Un'emittente televisiva locale ha infatti mandato in onda un programma durante il quale sono stati chiamati al ruolo di protagonisti due “vecchi arnesi” del famigerato ventennio; personaggi che - lungi dal ringraziare la Resistenza e gli eserciti alleati per
aver conquistato la libertà anche per loro - si sono lasciati andare a racconti assolutamente inaccettabili, falsando la realtà e cercando di far passare come oggettivo e veritiero il tentativo revisionistico che vuole raccontare la storia in maniera del tutto falsata, cambiando le carte in tavola, trasformando gli aguzzini in eroi, cancellando senza ritegno le inescusabili responsabilità di chi ha fiancheggiato i nazisti sterminatori di ebrei e di tutti gli oppositori. La Presidenza dell’Anpi considera questa trasmissione un insulto alla Resistenza e ai suoi Martiri, ai nove mila italiani assassinati dai tedeschi a Cefalonia, agli oltre 400 cremonesi Caduti per la libertà e la democrazia. E' stata una serata vergognosa, che però non riuscirà a cancellare lo spirito positivo espresso in questi giorni nelle manifestazioni celebrative del 25 aprile che accompagnerà i tanti giovani cremonesi che sono in procinto di partire per Cefalonia, per portare laggiù la solidarietà dei cremonesi per le vittime di quella tremenda strage nazi-fascista. La presidenza Anpi provinciale Enrico Fogliazza – Mariella Laudadio - Gino Carnesella - Evelino Abeni – Giuseppe Azzoni – Vittorina Bozzi – Pietro Caprini
Il Governo è cambiato ma la politica resta sempre la stessa Egregio direttore, il governo è cambiato, ma la politica è sempre la stessa. Berlusconi, infatti, ha già annunciato “misure impopolari” per proseguire nelle controriforme e la neo presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, vuole azzerare i contratti (ai padroni, evidentemente, non bastano le svendite concertative dei sindacati confederali) e subordinare ancora di più i salari all'aumento della produttività. Questi obiettivi padronali sono gli stessi di Prodi e di Montezemolo. Una sostanziale continuità contraddistin-
Volley: non si può sparare a zero su un solo giocatore Egregio Direttore, capita spesso che nei quotidiani locali si parli di volley, e naturalmente si citi la Premier Hotels Crema. In uno di questi articoli di sabato 26 aprile che riportava la partita disputata dalla Reima Crema contro Bassano, in data 25 aprile, al PalaBassano alle ore 18, a mio parere sono emersi aspetti assolutamente falsi, pertanto da giocatrice, da spettatrice e da lettrice ci tengo a dire la mia, visto che il mondo della pallavolo lo conosco bene (gioco anche nel ruolo di opposto). Il mio primo cruccio è quello di sapere se i due giornalisti erano presenti alla partita sopra citata (o ad altre) ma soprattutto se hanno mai giocato a pallavolo o se hanno competenze tali da poter commentare una partita del genere. Come si fa a dire, per esempio, che Claudio Carletti è stato uno dei giocatori più continui del campionato? Prendendo proprio in esame la partita contro Bassano, è proprio a causa del palleggiatore che il gioco è risultato mal distribuito e quindi troppo prevedibile. Spesso mi capita di leggere, quando la Premier Hotels Crema perde, critiche nei confronti dell’opposto cremasco Roberto Cazzaniga: sembra quasi lo si voglia sminuire come giocatore, senza però considerare che, fino a poco prima di accusare problemi al ginocchio (nuovamente), ha disputato un ottimo campionato, tanto da quasi aggiudicarsi (per la seconda volta consecutiva) il pallone d’oro. Stranamente però non si è mai nemmeno accennato ai problemi al ginocchio del giocatore, nonostante intense settimane di terapia per cercare di rientrare il prima possibile e, anche quando non si è presentato alle partite (nemmeno in panchina), tutto è stato giustificato come una banale influenza, tanto da far adirare profondamente i tifosi che ritengono che l’opposto della Reima abbia perso la voglia di giocare, che in campo non giochi più con cuore e che non onori, come dovrebbe, la maglia dei blues, smettendo cosi di tifare per lui e di incitarlo, come invece viene fatto per tutti gli altri componenti della squadra. Nella partita contro Bassano si è puntato a sottolineare la brutta prestazione di Roberto Cazzaniga (solo 5 punti), ma le ragioni da ricercare in questa miseria sono molteplici: in primis l’infortunio al ginocchio del giocatore, che non si è ancora del tutto ripreso. Ma soprattutto la ragione è da ricercare nella distribuzione del gioco (molto evidente in questa partita); chiunque si sarebbe accorto che su 100 palloni 70 sono stati
dati in posto 4, 20 al centro e 10 in posto 2. Ecco perché allora Cazzaniga ha fatto solamente 5 punti (includiamo il dolore al ginocchio e anche la giornata no che ci puo’ stare per ogni giocatore). Per non parlare del fatto che le poche alzate che gli sono arrivate, erano troppo basse per qualcuno che salta m 3.53, quando però è entrato Botto le palle erano perfettamente adatte alle caratteristiche fisiche e di gioco dell’atleta. Poi anche la frase ripetuta più volte relativa al suo errore in battuta, una palla decisiva.. ma decisiva per che cosa? Se il problema fosse stato davvero questo, siete d’accordo che i punti si sarebbero potuti recuperare negli altri set? Inoltre si spara sempre a zero contro Cazzaniga ma mi sembra che anche Botto, entrato x sostituirlo, abbia fatto solamente 5 punti, avendo avuto anche più occasioni di andare a segno. (tralasciando il fatto che non si trovava nel suo ruolo). Mi sono davvero stufata di come si tenga a massacrare solo ed esclusivamente un giocatore, sollevandone invece altri,i quali errori risultano spesso più gravi e compromettenti: ci sta il fatto di calare fisicamente (e ripeto ricordiamo il suo infortunio al ginocchio) e ci sta soprattutto il fatto che non debba essere sempre Cazzaniga a risollevare le sorti della Premier Hotels Crema, i giocatori sono in 12 e tutti e 12 hanno il dovere di fare qualcosa per la squadra. Ci sta che lui, per le sue ottime qualità di giocatore, sia quello che possa dare di più, ma non accetto continuamente critiche nei suoi confronti, perché fino a prova contraria è grazie anche a lui se la Reima quest’anno è arrivata nuovamente ai play off, lasciando davvero molto lontana la paura della retrocessione. Come mai non si sottolineano mai gli errori del palleggiatore, o delle bande che, nonostante siano quelle che ricevono più palloni, fanno pochi punti? Come mai se Cazzaniga gioca male invece succede un finimondo (perchè ovviamente le partite si perdono)? Al posto di continuare ad evidenziare queste cose io mi preoccuperei del fatto che se Cazzaniga gioca male non c’è nessuno che tira avanti la barca, dimostrazione del fatto che la Reima a questo punto certo che puo’ essere definita Cazzaniga dipendente. Non è giusto sparare a zero contro un solo componente della squadra quando, fino a prova contraria, i giocatori in campo sono in 6 più il libero, per non parlare degli altri 6 in panchina. Una giocatrice
gue i governi di centro sinistra e di centro destra. Per entrambi gli interessi dei capitalisti dovrebbero essere quelli di tutti, ma se i padroni hanno profitti sempre più grandi, i lavoratori faticano ad arrivare alla quarta settimana e, se giovani, sono sempre più precari. Il peggiorare della crisi in corso imporrà un attacco alle nostre condizioni di vita e di lavoro ancora più duro. Fiat, Malpensa, Alitalia, ... sono le prime avvisaglie dello scenario che ci attende. Berlusconi non si tirerà indietro dal colpire i lavoratori. E non si tirerà indietro nemmeno la Lega Nord, nonostante le demagogie elettorali. (Bossi ha detto che i lavoratori potranno riavere indietro il loro TFR scippato dai Fondi Pensione, ma è solo una balla). E l'opposizione alla politica antioperaia di Berlusconi quale sarebbe? Veltroni ha aperto le porte alla Marcegaglia e chiede per Ichino la presidenza della Commissione Lavoro. Quell'Ichino che vorrebbe controriformare lo statuto dei lavoratori e azzerare i diritti sindacali. Oppure l'opposizione sarebbe la “sinistra arcobaleno” che, sotto il governo Prodi, ha accettato lo scippo del Tfr, le avventure di guerra, la precarizzazione e il Protocollo sul Welfare? Come nelle elezioni nessuno difendeva i lavoratori, oggi questi possono difendersi contando solo sulle proprie forze. E possono farlo autorganizzandosi e mobilitandosi contro il governo e le sue politiche, contro il padronato, senza delegare a nessuno la difesa dei propri interessi, sia nei posti di lavoro, sia nella società. Una prospettiva di lotta anticapitalista è necessaria e possibile. Il governo e i padroni cercheranno di distogliere i lavoratori dalla difesa dei propri interessi, agitando lo spauracchio dell'insicurezza e imputando agli immigrati le colpe di tutti i mali. Ma chi è che nega realmente la sicurezza, la salute, una vita felice, una vecchiaia serena ai lavoratori? Dal 1951 al 2005 i morti sul lavoro in Italia sono stati 151.730 e gli infortuni 64.724.178! (Inail) Dall'inizio della guerra del Golfo (aprile 2003) all'aprile 2007 i militari occidentali morti in guerra sono stati 3.520, i morti sul lavoro in Italia dall'aprile 2003 all'ottobre 2006 sono stati 5.252! (Eurispes) La salute è sempre più compromessa perché i lavori nocivi non sono riconosciuti, si lavora per più tempo, l'ambiente è inquinato per fare profitti, le cure mediche sono sempre più gravate da tickets, da code di attesa lunghissime, da ospedali privatizzati e costosi o chiusi perché non redditizi. Il diritto alla casa è negato perché un affitto è ormai superiore a un salario precario e i mutui hanno rate sempre più alte a causa dei tassi di interesse crescenti. E' sempre più difficile arrivare a fine mese perché i prezzi crescono mentre i salari stanno fermi (grazie a contratti concertativi e alla diffusione del lavoro precario) e perché è stata abolita la scala mobile. Una vecchiaia serena è improbabile perché a molti lavoratori il Tfr è stato scippato con i Fondi Pensione e le pensioni (ridotte di importo e ottenibili dopo 40 anni di contributi), sono sempre più subordinate alle borse internazionali, dove i soldi dei lavoratori rischiano di sparire in qualche crack finanziario. Slai Cobas
I cittadini chiedono prima di tutto di cambiare il modo di fare politica Egregio direttore fermi restando i classici valori, politici e tradizionali, fondanti la nostra democrazia, ormai riconosciuti, metabolizzati e praticati in tutti gli strati della nostra società, i cittadini votanti, nelle ultime elezioni politiche e forse ancor di più nelle amministrative romane, hanno espresso una chiara indicazione. Il voto ha detto chiaramente che i cittadini hanno anteposto la risoluzione dei problemi pratici (sicurezza, salari, energia,…) allo spirito di appartenenza. Lo spirito di appartenenza (o di avversione) trova la sua espressione emblematica nelle ali estreme degli schieramenti: ebbene i cittadini ne hanno decretato la scomparsa, in ciò
dimostrando una raggiunta maturità politica e ed una capacità di lettura della situazione molto più moderna ed avanzata dei loro rappresentanti che, anche in questa competizione elettorale, si ostinavano a parlare secondo categorie e linguaggi ormai superati: destra, sinistra, lotte, battaglie, alleanze, apparentamenti… I cittadini ( non la gente, come sbrigativamente viene chiamata dai politici) volevano sentire parlare di programmi, cioè di cose concrete e di come affrontare e risolvere i problemi del Paese che, finalmente si è preso coscienza, sono anche i problemi di ognuno. In mancanza di ciò, più o meno da ambedue le parti, i cittadini hanno detto che, comunque, bisognava cambiare registro e mentalità, perché, comunque, le cose non vanno bene; ed hanno pure attribuito delle responsabilità, dando contemporaneamente i mezzi ai nuovi (?) eletti per cambiare, prima ancora che gli schieramenti, il modo di fare politica. E questo a tutti i livelli, politici ed amministrativi. Bisognerà che qualcuno ne tenga conto in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Anselmo Gusperti P.R.I. Cremona
Veltroni poteva evitare di cancellare in un colpo tutta la sinistra dal Parlamento Egregio direttore, gli italiani hanno votato, la destra ha stravinto. Il risultato drammatico per certi versi, ha sancito che per il prossimo decennio l'Italia sarà governata da questa destra, con una massiccia presenza fascista e xenofoba, con la completa scomparsa dal Parlamento di una componente progressista, quella sinistra comunista e socialista che ha contribuito in modo determinante a conquistare, in questo sfortunato paese, libertà e democrazia. L'incredibile comportamento del governo Prodi e le sue balbettanti risposte alle istanze popolari, che avevano creduto nel suo programma, e che per quello l'avevano votato, battendo Berlusconi e la destra, lo hanno rapidamente reso popolare, portando di fatto l'Unione a un suicidio annunciato. L'entusiasmo iniziale scaturito dalla nascita del Partito democratico, che tante speranze aveva suscitato, ha creato, al contrario, grandi problemi al governo di centrosinistra. Infatti a tale decisione, non dobbiamo scordarlo, personaggi come Mastella e Dini hanno replicato dando il colpo fatale al governo Prodi (scopriremo subito dopo che alcuni di costoro erano già al soldo di Berlusconi). La scelta di Veltroni di correre re sfidare da solo la destra di Berlusconi è apparsa quanto meno azzardata, perché da subito la destra è apparsa unita ed arrogante più che mai. Con una campagna elettorale, quella di Veltroni, giocata poi non contro un personaggio populista e pericoloso come Berlusconi, ma principalmente contro quella sinistra che, riunitasi sotto le bandiere Arcobaleno, rischiava di dissanguarsi, pagando un prezzo altissimo all'invito di Veltroni, che ad ogni comizio chiedeva un voto utile al Pd per battere Berlusconi. Sappiamo tutti come è andata a finire. Vetroni, con la sua scelta, ottiene due risultati storici e clamorosi: consegna l'Italia in mutande a Berlusconi per i prossimi decenni, e cancella di colpo tutta la sinistra dal Parlamento. Bel colpo. Neanche a Berlusconi, con la sua legge elettorale (definita una porcata) era riuscito tanto. Il Pd ha scelto di essere un partito del centro moderato, e questo è legittimo. Non aveva alcun senso, però, rischiare così tanto e dare un contributo così devastante per cancellare le forze e i movimenti che in questi ultimi 60 anni sono stati determinanti nel difendere i ceti popolari, e con essi un po' di giustizia sociale, ma pure la libertà e la democrazia, oggi così pesantemente e concretamente messe in pericolo. Spero infine che, all'interno del Pd, ci sia ancora posto per chi, come me, ha creduto nel progetto da posizioni di sinistra. Sara Agnelli militante di base del Pd
Libere Opinioni
Venerdì 2 Maggio 2008
Robin Hood
IL VENERANDA
di Maurizio Guerrini
La sinistra recuperi la sua identità
Il quadro uscito dalle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, nonchè dalle amministrative di Roma, ci consegna una situazione caratterizzata da una forte prevalenza della destra che va ben al di là del mero esito elettorale. Innanzi tutto la sinistra non è presente in parlamento, fatto che non si verificava dal 1946, e lo stesso partito democratico ha assunto ormai una collocazione centrista ben diversa dalla connotazione di soggetto riformista a suo tempo incarnata dal PdS prima e dai Democratici di Sinistra poi. I programmi dei due principali partiti ( PdL e PD) presentatisi alle elezioni il 13 e 14 aprile erano relativamente simili. Ma non è quasi mai sui programmi che si decide il successo di una forza politica, bensì sulla sua identità. Ciò non significa che i programmi e le leggi non abbiano un peso e un significato: ma quel
significato è inscritto e dipende da un sistema di valori che lo precede e lo contestualizza. Prendiamo ad esempio la questione della sicurezza: nella identificazione dei valori della destra c'è una idea marcatamente esclusiva e non inclusiva, una muscolarità tutta tesa alla repressione e che esclude qualsiasi opzione di integrazione. Per la sinistra è esattamente il contrario: storicamente i valori della sinistra sono orientati alla solidarietà, all'integrazione e alla difesa dei più deboli. Se la sinistra, per rincorrere consensi, cerca di imitare la destra, perde quote dei suoi simpatizzanti e non convince gli incerti. In termini più chiari su questa e su altri temi la sinistra, se assume contorni di destra, rischia di risultare non autentica a chi non è di sinistra, e irriconoscibile a chi lo è. Cosi si subiscono
www.aclicremona.it L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro (Art. 1 della Costituzione). Il riconoscimento della dignità del lavoratore si è rivelato essere per le Acli, sin dalla loro origine, un impegno sociale prioritario da difendere attraverso la promozione di diversi diritti, che vanno dalla giusta paga al diritto al riposo passando per il sostegno ai disoccupati e alle loro famiglie, ai pensionati e alle persone in maternità. Purtroppo anche a Cremona il mercato del lavoro ha numerose contraddizioni e questi diritti sono spesso dimenticati, elusi o violati. L’attuale economia richiede, infatti, una crescente flessibilità del mercato del lavoro, determinando, purtroppo, forti discontinuità nelle carriere lavorative e professionali delle persone, e portando, nei casi più gravi e sempre più frequenti, anche a periodi di disoccupazione e di insufficiente reddito da lavoro. Tali conseguenze hanno un impatto diretto sulla diffusa percezione di una diminuzione di sicurezza sociale. La sfida di fronte alla quale si trovano le politiche del lavoro è quindi la ricerca dell’equilibrio tra la “flessibilità” e “sicurezza sociale”. Gli obiettivi sul lavoro dell’unione europea, condivisi dal trattato di Lisbona nel 2000, puntavano, infatti, alla costruzione di una società della conoscenza e contemporaneamente alla realizza-
il terreno di gioco e i termini del confronto della destra. Fare politica seriamente significa fare proposte ai cittadini e, se eletti, darene concretezza. Rincorrere l'opinione pubblica in cambio di consensi vuol dire rinunciare, per motivi più o meno nobili, alla propria identità. Il moderatismo del partito Democratico non deve produrre una rincorsa della Lega al nord, così come non avrebbe dovuto, sul tema dei diritti civili, mandare in soffitta la questione delle unioni di fatto. Il governo Prodi è caduto non solo dietro le spinte di Confindustria e del Vaticano, ma anche perchè molto del popolo che lo aveva votato è stato fortemente deluso dalla attese non concretizzate. Esattamente il contrario di ciò che ha fatto Zapatero in Spagna che ha chiesto un mandato agli elettori
BREVI DAL SECOLO BREVE di Giuseppe Azzoni
[...segue] L’alba del secolo vede come primo cittadino l’avv. Dario Ferrari, eletto dal Consiglio nel tremendo 1898, anno di moti e repressioni. Egli rimane in carica fino all’estate 1902 e sarà ancora nominato Sindaco nel 1906 fino al 1910. L’avvocato Ferrari è quello che ricopre più a lungo questa carica nel primo novecento ed appartiene appunto allo schieramento radicale- repubblicano risorgimentale. La sua è una importante famiglia benestante, progressista, che ha avuto ed avrà diversi membri dediti
sulla base di un programma chiaro e ne ha realzzato i punti più salienti. Nulla di ciò che caratterizza la sinistra è stato fatto dal governo uscente: nulla sulle libertà civili, sulla ricerca scientifica, sul costo della vita, sul conflitto di interessi e non ultimi sui salari e le pensioni. Sulla questione della sicurezza occorrerà sicuramente una revisione che tenga conto della diversa situazione che si è venuta a creare in questi ultimi mesi; non certo è necessario uno stravolgimento valoriale verso politiche securitarie. Se non si ricomincia da una definizione di una identità radicata nella storia, ma in grado di tenere conto del presente, la sinistra non sarà in grado di recuperare la pesante sconfitta delle elezioni politiche di aprile, producendo con ciò un grave danno per sè, per questo paese e per la democrazia.
1° Maggio: un altro lavoro è possibile zione di una crescita economica sostenibile che coniugasse migliori posti di lavoro a una maggiore coesione sociale. In Italia il concetto di “flessibilità” sembra essere stato utilizzato solo per giustificare la minimizzazione dei costi di produzione, non è cosi in numerosi paesi europei, come la Danimarca, dove si sono costruite reti di protezione, la “flessibilità” non si è tradotta in “precarietà” in quanto la minore sicurezza del posto di lavoro è stata compensata da migliori opportunità. Anche i lavoratori richiedono una “fles sibilità” differenziata in base allo stile di vita e alla necessità di conciliare tempi lavorativi ed altre attività (cura dei propri cari, studio, volontariato, tempo libero, ecc..). Accanto alla precarietà l’altra minaccia, sempre più inquietante, al Lavoro è rappresentata dall’aumento degli incidenti, dalla mancanza di sicurezza fisica che aggrava il quadro descritto. Partendo da queste considerazioni si può affermare che i provvedimenti integrati in tema di lavoro e di formazione professionale rivestiranno, nel prossimo futuro, primaria importanza dal punto di vista della pianificazione di un sistema efficace di politiche preventive e di sicurezza, in particolare si pensi a tutto l'impianto di regolazione dell'incontro domanda/offerta attraverso i nuovi Servizi per l'Impiego o al sistema
alla professione forense. In occasione delle elezioni amministrative del 1902 prevale nel PSI l’ala intransigente ed i socialisti non si alleano con i radicali. Dopo un breve commissariamento (Giovanni Nota) a Ferrari succede così a fine anno il moderato Giuliano Sacchi che, per causa di morte, rimane in carica un solo anno. Fu sostituito nel novembre 1903 dal progressista Fulvio Cazzaniga (la omonima via è dedicata allo zio paterno) dopo che si era ritornati alla alleanza tra radicali e socialisti. Anche Cazzaniga è avvocato e proviene da importante fami-
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dell'orientamento o dei tirocini formativi. In questo contesto è cruciale monitorare l'affidamento alle Regioni della piena responsabilità di legiferare in tali materie che rappresenta una opportunità per migliorare le possibilità occupazionali. Le Acli, secondo il presidente nazionale Andrea Olivero, hanno il dovere di pr n si tratta di tornare alla mentalità del 'posto fisso', ma di vivere il lavoro in condizioni di sicurezza fisica e psicologica. La flessibilità lavorativa non può tradursi in precarietà della vita. Un lavoro 'altro', insomma, perché punta sulla crescita e la responsabilità del lavoratore, sulla sua affezione al lavoro, sulla sua volontà e capacità di fare bene. Perché un lavoro fatto male non fa crescere un uomo, né tanto meno una comunità”.
Cesare Galli, dopo i tori ed altro, si è dedicato al clone di cavalli. Non sono saltatori irlandesi, ma nella corsa ad ostacoli “scientifici” il nostro ha battuto alla grande inglesi ed americani. Un gran bel colpo. Il suo clone Prometea si è sgravata in questi giorni di Pegaso, un bel puledrino preciso identico alla madre. Ma già nel 2005 era nato Pieraz, figlio di un purosangue arabo, identico almeno nel nome al padre. A Maglio, frazione di Merone, c’è un ristorante famoso: «I cinque cerchi», perché il proprietario Giacomo Fornoni è stato campione Olimpico inseguimento (bici) in Australia. Interviene l’Adalgisa « Quando mi ha portato lì, che siamo andati a trovare mio cognato, ho mangiato un gran bene che mi sembrava di essere a casa mia». Forse al giovane dr. Galli, non ancora Prof., la Teresilde, moglie di Giacomo, ha fatto preparare perché si laureasse al meglio, mangiarini olimpici.
Giuseppe Scalisi
Primo maggio: storia e significato di una ricorrenza Il 1 Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione. «Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire» fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza. Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese. Durante il fascismo la festa del lavoro viene spostata al 21 aprile, giorno del cosiddetto Natale di Roma; così snaturata, essa non dice più niente ai lavoratori, mentre il 1 maggio assume una connotazione quanto mai "sovversiva", divenendo occasione per esprimere in forme diverse - dal garofano rosso all'occhiello alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alle bevute in osteria - l'opposizione al regime. All'indomani della Liberazione, il 1 maggio 1945, partigiani e lavoratori, anziani militanti e giovani che non hanno memoria della festa del lavoro, si ritrovano insieme nelle piazze d'Italia in un clima di entusiasmo. Appena due anni dopo il 1 maggio è segnato dalla strage di Portella della Ginestra, dove gli uomini del bandito Giuliano fanno fuoco contro i lavoratori che assistono al comizio. Nel 1948 le piazze diventano lo scenario della profonda spaccatura che, di lì a poco, porterà alla scissione sindacale. Bisognerà attendere il 1970 per vedere di nuovo i lavoratori di ogni tendenza politica celebrare uniti la loro festa. Le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini ed anche il fatto che al movimento dei lavoratori si offrono altre occasioni per far sentire la propria presenza, hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1 maggio. Oggi un'unica grande manifestazione unitaria esaurisce il momento politico, mentre il concerto rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani sembra aderire perfettamente allo spirito del 1 maggio, come lo aveva colto nel lontano 1903.
Condividendo il comune obiettivo di volersi proporre come parti attive e concretamente impegnate a contribuire al miglioramento della situazione, le ACLI Nazionali e l’ANMIL hanno dato vita ad una nuova Associazione denominata “Lavoro & Sicurezza”. Per garantire i primari servizi di informazione e assistenza alla collettività, la nuova Associazione si avvarrà innanzitutto di un Numero Verde (800609080) in grado di soddisfare un primo livello di bisogni. Mauro Platè
I SINDACI DI CREMONA DEL ‘900: DA FERRARI A BOTTI glia, che il Taglietti annota essere “decurionale” cioè appartenente ai maggiorenti della storia cittadina. Famiglia dai trascorsi garibaldini, che era stata partecipe in prima fila dei moti del 1848, e fortemente avanzata anche in senso sociale. Questo Sindaco regge l’amministrazione comunale fino alle elezioni del 1904. Nel novembre 1904 viene nominato l’avvocato Francesco Piazza. Anche Piazza è di famiglia risorgimentale, antiaustriaca e partecipe del ’48 ma è un liberale moderato, espressione di ceti benestanti pare - così scrive Emilio Zanoni - tanto
preoccupati dagli scioperi di quell’anno da essere indotti ad abbandonare un precedente astensionismo per rafforzare la presenza moderata in Comune. Piazza è Sindaco per un biennio, nel luglio 1906 gli subentra, dopo la solita parentesi con un Commissario (G.Battista Montini), Dario Ferrari che torna a ricoprire la carica fino al 1910. Dopo Ferrari vi sarà un periodo piuttosto turbolento, con due Commissari regi dal giugno 1910 al giugno 1911 (Cesare Pongileone e Benedetto Scelsi), quindi verrà eletto Sindaco l’avvocato Bernardo Zanel-
li, in carica fino al giugno 1913. Zanelli è eletto da una alleanza tra radicali e socialisti, ma vede questo rapporto entrare sempre più in crisi sino ad infrangersi per le note aspre divergenze politiche insorte in quel periodo, su problemi come la guerra libica e le forti lotte sociali. Divergenze che porteranno alle dimissioni dei consiglieri socialisti e quindi a quelle del Sindaco il quale rimette l’Amministrazione nelle mani del Prefetto il 23 giugno 1913. Il Comune è retto per un anno da un Commissario (Eugenio Guidetti). [continua...]
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Salute
Venerdì 2 Maggio 2008
GLI ORARI
PRESIDIO OSPEDALIERO DI CREMONA CUP Centro Unificato di Prenotazione Dove: padiglione n. 12, a fianco del Centro Prelievi, prospiciente Largo Priori Orari di apertura al pubblico: lunedì - venerdì dalle 7.30 alle 18.00 in orario continuato, il sabato dalle ore 8.00 alle ore 12.00; Prenotazioni telefoniche: è possibile telefonare al numero verde 800 448 800, da lunedì a sabato dalle 08.00 alle 20.00. PRENOTAZIONI CHE NON SI EFFETTUANO AL CUP Attraverso il CUP si prenotano tutte le prestazioni ad eccezione delle seguenti, che devono essere prenotate direttamente presso le singole unità operative o servizi come indicato di seguito: ANATOMIA PATOLOGICA secreti e agoaspirati Dove: piano Rialzato, padiglione 5 Orario: da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 16.00 Telefono: 0372 405477, dalle 9.30 alle 16.00. • ANATOMIA PATOLOGICA: consegna campioni istologici e citologici La consegna dei campioni citologici urinari è prevista, presso il padiglione 5, da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 09.30; per gli altri esami da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 16.00 (accesso diretto). RADIOLOGIA TC, risonanza magnetica, ecografie urgenti e richiesta di prestazioni con bollino verde Le prenotazioni vanno effettuate di persona o via fax. Dove: piano 1, corpo H (ala destra), monoblocco ospedaliero. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.00, sabato dalle 08.00 alle 12.00. Tel: 0372 405760. Fax: 0372 405742. • RADIOLOGIA: Angiografia Le prenotazioni vanno effettuate di persona. Dove: piano 1, corpo H (ala destra), monoblocco ospedaliero. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 15.30. Telefono: 0372 405367. SENOLOGIA: screening mammografico preventivo biennale Asl Cremona (45-70 anni) Tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30, il mercoled dalle 14 alle 16. La prenotazione va effettuata al CUP dell'Asl 800 318 999. • SENOLOGIA: prestazioni con carattere di urgenza, risonanze alla mammella, agoaspirati, ecografie Dove: piano 1, corpo M, monoblocco ospedaliero (utilizzare la scala o ascensore a sinistra vicino l'Ufficio Informazioni nell'atrio di ingresso). Orario: da lunedì a venerdì dalle 11.00 alle 13.00. Telefono: 0372 405614. Per ulteriori informazioni è stata inoltre attivata una nuova linea telefonica dotata di risponditore automatico in funzione 24 ore su 24: 0372 405612. FISIOTERAPIA Esclusa la visita specialistica che si prenota presso il CUP-Cassa, le prenotazioni vanno effettuate di persona. Dove: piano 1, corpo C (ala sinistra), monoblocco ospedaliero. Orario: lunedì dalle 08.00 alle 14.00; da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00. Tel: 0372 405346 per informazioni. RADIOTERAPIA E MEDICINA NUCLEARE Dove: piano Cantina, (utilizzare la scala o ascensore a sinistra vicino l'Ufficio Informazioni nell'atrio di ingresso) corpo M, monoblocco ospedaliero. Orario:da lunedì a venerdì dalle 07.30 alle 17.30. Telefono: 0372 405485. MEDICINA DEL LAVORO Allergologia per sospetti professionali Dove: piano Terra, padiglione 10 Da lunedì a venerdì, da 9.30 alle 13.00. Negli stessi orari è possibile prenotare al numero 0372 408178. • MEDICINA DEL LAVORO: visite specialistiche di medicina del lavoro Dove: piano Terra, padiglione 10 Da lunedì a venerdì, dalle 8.00 alle 17.00. Negli stessi orari è possibile prenotare al numero 0372 405777. CENTRO DIABETOLOGICO Dove: piano 6, corpo H (lato destro), monoblocco ospedaliero.
Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.30 (prima visita per inquadramento diagnostico-terapeutico e visita di controllo per monitoraggio metabolico e screening delle complicanze croniche) Telefono: 0372 405715. Per le prime visite è preferibile che la prenotazione avvenga di persona comunque possibile prenotare telefonicamente da lunedì a venerdì, dalle 11.00 alle 13.30. SERVIZIO DIETETICO valutazioni e controlli nutrizionali La prima visita si prenota al CUP. Dove: piano 4, ala sinistra monoblocco ospedaliero. Orario: da lunedì a venerdì dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.00. Telefono: le prenotazioni per il controllo nutrizionale può essere effettuata telefonicamente da lunedì a venerdì dalle 09.30 alle 15.30 ai numeri 0372 405732, 0372 405634, 0372 405631. LABORATORIO ANALISI previsto per il prelievo l'accesso diretto da parte dei cittadini, con la richiesta del Medico di famiglia o dello specialista. Dove: Centro Prelievi all'ingresso dell'ospedale. Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 07.00 alle 09.00. Telefono: 0372 405663 - 0372 405452 CENTRO EMOSTASI E TROMBOSI Monitoraggio della terapia anticoagulante orale. previsto accesso con prenotazione al numero 0372 405666 - 0372 405663. Dove: Centro Prelievi all'ingresso dell'ospedale. Orario: dalle ore 07.00 alle 14.00 da lunedì a venerdì (prelievi e visite specialistiche). CENTRO AZIENDALE DI ALLERGOLOGIA Dove: presso la Medicina del Lavoro, Padiglione 10 Accesso avviene mediante impegnativa del medico curante. Le prenotazioni vengono effettuate telefonando al 0372 408178 da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00; oppure personalmente presso la Medicina del Lavoro dalle 7.30 alle 13.00 da lunedì a sabato e il martedì pomeriggio dalle 14.00 alle 16.30. IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE: emotrasfusioni, autotrasfusioni, salassi, terapia marziale endovenosa Dove: Piano terra, corpo D, monoblocco ospedaliero. Tel: 0372 435887 - 0372 405461 dalle 10.00 alle 17.00 da lunedì a venerdì Rivolgersi alla segreteria del servizio negli orari sopra indicati, muniti della relativa impegnativa al fine di stabilire un appuntamento, in base alle necessità del paziente. GENETICA Dove: piano 2 lato destro del monoblocco ospedaliero. Prenotazioni telefoniche: 0372 405783 da lunedì a venerdì dalle ore 13.00 alle ore 14.30. MEDICINA LEGALE Prenotazioni presso Direzione Medica di Presidio piano Rialzato monoblocco ospedaliero. Tel: 0372 405200. PSICOLOGIA Dove: piano Rialzato, ala sinistra. Prenotazioni da lunedì a venerdì dalle ore 09.00 alle ore 10.00 presso il servizio di Psicologia, oppure anche telefonicamente agli stessi orari al numero 0372 405409. MEDICINA GENERALE E ONCOLOGIA MEDICA Dove: piano 4 ala Destra Prenotazione in reparto da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17.00. Tel: 0372 405248 TERAPIA DEL DOLORE Dove: palazzina n. 9 La prenotazione pu essere effettuata telefonicamente al numero 0372 405330 dalle 11.00 alle 15.00, da lunedì a venerdì. Negli altri orari è possibile chiamare lo stesso numero lasciando un messaggio in segreteria telefonica con il nome e numero di telefono: al più presto sarete richiamati.
Un premio Hph all'Ospedale di Cremona, per le azioni messe in atto dal 2001. E il 25 maggio giornata del sollievo
Combattere contro il dolore
R
di Laura Bosio
No al dolore. Uno slogan che prende sempre più piede negli ospedali, quello di Cremona in primis. Sono infatti diversi anni che il nosocomio locale lavora sul tema del sollievo e sulla terapia del dolore, fino a guadagnarsi un premio Hph come conferma Donatella Giannunzio, direttore dell'unità operativa di cure palliative. «Il premio Hph rientra in un progetto di portata mondiale, che mira alla promozione della salute. Il nosocomio, infatti, oggi non è più solo il luogo di ricovero dei malati, ma si trasforma anche in un faro che illumina e dà degli imput per la promozione della salute sul territorio. Si tratta di un discorso di prevenzione, che si affianca a quello di cura». A cosa è dovuto il premio che è stato consegnato? «All'attività svolta dal 2001 relativamente al discorso di “ospedale senza dolore”, che abbiamo presentato a Palermo, con l'ausilio di un poster che riassumesse il tutto». Quali sono le attività che vengono portate avanti? «Abbiamo introdotto nei reparti dell'ospedale, la prassi di segnalare l'intensità del dolore del paziente, così come si fa con altri parametri vitali. Essendo quella del dolore una percezione prettamente soggettiva, si chiede al paziente stesso di quantificarlo, tramite una scala numerica. All'interno di questo abbiamo sviluppato anche alcuni proget-
L'ospedale Maggiore di Cremona
ti collaterali. Negli ultimi tempi, ad esempio, ci siamo dedicati alle categorie fragili, coloro che non riescono ad esprimere il dolore tramite una quantificazione precisa. E' il caso di una persona malata di halzheimer, o di chi non ha possibilità di esprimersi. O ancora, ad esempio, bambini piccoli». Portate contributi anche al di fuori dell'ambito ospedaliero? «A questo proposito abbiamo iniziato una collaborazione con le case di riposo del territorio, con le quali si analizza insieme come fare questo tip di lavoro con soggetti anziani. Senza dubbio servono operatori ben preparati. Abbiamo anche instaurato gruppi di lavoro in reparti dove tale procedura viene già adottata, in modo da rafforzarla.
Il 25 maggio sarà la giornata del sollievo... «Sarà la settima ricorrenza, ed è dedicata alla lotta contro ogni tipo di dolore e sofferenza. In particolare, collaborando con l'Accd, il 20 maggio vi sarà una conferenza presso la sala mercanti della Camera di commercio, sul volontariato all'Hospice, e parleremo anche di questa giornata e del suo significato». Come si agisce per contrastare il fenomeno del dolore? «La cosa fondamentale è saperlo riconoscere, da parte dell'operatore sanitario, che deve sempre ricordarsi di chiederlo al paziente. Una volta riconosciuto va misurato, e si imposta una terapia adeguata, che dovrà continuare anche al di fuori degli ambienti medici.
corso
Smettere di fumare lavorando in gruppo Il Sert dell'Asl di Cremona, ripropone nuovamente un percorso di auto-mutuo-aiuto per tutti coloro che intendono smettere di fumare. Un passo importante, che necessita di un adeguato percorso. L'esperienza del gruppo di auto-mutuo-aiuto nel campo delle dipendenze è ormai consolidata e valida. Il cambiamento del proprio stile di vita si può raggiungere attraverso il confronto con gli altri
sui problemi che insorgono nel mantenere l'astinenza da fumo, con la solidarietà e con la possibilità di riflettere attraverso le diverse esperienze personali. In un clima di continuo scambio e confronto reciproco si individueranno le strategie ed i metodi più adeguati per gestire meglio le difficoltà del cambiamento del comportamento. Condizioni, queste, indispensabili per uscire davvero dal
tunnel della sigaretta, da una dipendenza vera e propria. Verranno inoltre proposte tecniche di autocontrollo, di rilassamento e di educazione alimentare. E' prevista inizialmente una fase intensiva di 4 incontri consecutivi, a partire da lunedì 12 maggio (dalle 20.30 alle 22) per proseguire martedì 13, mercoledì 14, giovedì 15 maggio. Successivamente si passerà alla fase del
consolidamento prevedendo i seguenti incontri: lunedì 19, mercoledì 21, lunedì 26, mercoledì 28 maggio 2008, sempre con lo stesso orario. Le richieste di iscrizione dovranno pervenire entro il giorno 8 maggio 2008 dalle 8 alle 13. Per informazione sul corso e sulla quota di partecipazione contattare il Sert Cremona: tel. 0372/497551-548 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13.
Ambiente
A cura del Circolo culturale «Ambientescienze»
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Il ghiaccio artico si riduce più Un nuovo codice in rapidamente delle previsioni difesa del paesaggio
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n nuovo studio rivela un record di scioglimento dei ghiacci grazie ai dati riportati dal satellite: la calotta di ghiaccio marino è ridotta del 39% rispetto alle medie più recenti, i valori più bassi mai registrati nel XX° secolo. Lo rivela un rapporto del Wwf, Arctic climate impact science, un aggiornamento dell'Acia (Arctic climate impact assessment), lanciato oggi in tutto il mondo in coincidenza dell'incontro dell'Arctic Council, il forum internazionale delle nazioni che si affacciano sull'Artico. Nessun modello scientifico era riuscito a prevedere un impatto tanto forte dei cambiamenti climatici sulla regione dell'Artico. I dati raccolti dal rapporto indicano come il fenomeno abbia raggiunto già dimensioni estremamente preoccupanti: la perdita del ghiaccio marino presente nella zona artica nel periodo estivo, come documentato tutti i dati da satellite, è aumentata drammaticamente e lo spessore del ghiaccio ha raggiunto i record di minima nel 2005 e in modo ancora più grave nel 2007. Nel settembre 2007, avverte il Wwf, "il ghiaccio marino della calotta polare artica si è ritirato fino al 39% rispetto alle medie registrate nel periodo
24/04/2008 (Fonte: Agenzia Dire)
1979-2000, ovvero, il livello più basso da quando è iniziato il monitoraggio satellitare nel 1979". Oggi tuttavia è impossibile prevedere con accuratezza di quanto la calotta si scioglierà e in quanto tempo. Nel frattempo è in pieno corso l'International Polar Year (marzo 2007 - marzo 2009) voluto dalla comunità scientifica internazionale (International council for science-Icsu), che ha attivato oltre 200 progetti dedicati proprio all'accurato studio della dinamica della straordinaria crisofera (sfera del ghiaccio) del nostro pianeta. La regione artica è considerata uno dei termometri più significativi della febbre del pianeta provocata dai cambiamenti climatici in atto. I dati forniti sono
impressionati perché sottolineano un'accelerazione imprevista dei fenomeni": il cambiamento sta interessando l'intero ecosistema artico, dall'atmosfera alle acque dell'oceano, dagli iceberg alle precipitazioni nevose e al permafrost. Questi cambiamenti, osserva il rapporto del Wwf, hanno "un impatto negativo sulle specie e sulle popolazioni che vedono modificarsi repentinamente le reti di approvvigionamento di cibo. Lo scioglimento dei ghiacci dell'intera calotta e in Groenlandia è così accelerato che ormai il tema del dibattito tra gli scienziati non è più sulla causa di questo scioglimento, ma piuttosto di quanto sia vicino il punto di non ritorno, ovvero il
punto in cui l'ecosistema subirà un danno tale che sarà considerato irreversibile. Le previsioni più recenti raccolte dall'ultimo rapporto dell'Ipcc dicono che se l'intera calotta glaciale della Groenlandia dovesse sciogliersi a causa dei complessi meccanismi innescati dall'incremento accelerato delle temperature medie del pianeta, il livello del mare aumenterebbe di 7,3 metri provocando conseguenze molto significative. Questo perché il ghiaccio proveniente dalla terraferma aumenta il livello del mare a differenza dello scioglimento dei ghiacci marini dell'Artico che sciogliendosi non incrementano automaticamente il livello del mare.
Prezzo del petrolio sempre più su.
L'Opec: "Può arrivare a 200 dollari" ROMA - Torna a correre il prezzo del petrolio. Dopo la riduzione operativa del maggior oleodotto britannico a causa di uno sciopero e nuovi timori sugli approvvigionamenti, il prezzo del greggio, in Asia, ha raggiunto quota 119,93 dollari, avvicinandosi di nuovo ai 120 dollari al barile. Ma dall'Opec arrivano brutte notizie. Secondo il presidente dell'orga-
nizzazione dei paesi produttori Chakib Khelil non è escluso che il greggio possa raggiungere una quotazione di 200 dollari al barile. Nonostante vi sia un adeguato approvvigionamento del mercato, il barile è spinto verso l'alto dalla debolezza del dollaro, ha spiegato Khelil al quotidiano El Moudjahid. "Richiesto circa un possibile aumento fino a 200
dollari, il ministro - riferisce il giornale - non ha escluso questa possibilità, spiegando che è agganciata, d'ora in avanti, al rialzo o al calo del dollaro". "Ogni volta che il dollaro perde l'un per cento sono parole di Khelil - il prezzo del barile sale di quattro dollari. E, ovviamente, viceversa". (www.repubblica.it 28 aprile 2008)
Il protocollo di Kyoto e la direttiva Ue 2003:
il bioetanolo di seconda generazione
(http://www.lanuovaecologia.it) La produzione di etanolo di seconda generazione nasce dall'esigenza di trovare alternative ai combustibili di origine fossile. Il Protocollo di Kyoto e la direttiva Ue del 2003 impongono infatti l'uso del 5,75% di biocarburanti entro il 2010 e del 10% entro il 2020. La necessità di conseguire questi ambiziosi traguardi entro il 2010, si traduce nell'esigenza a livello europeo di avere la disponibilità di circa 9 milioni di tonnellate annue di bioetanolo e circa 12 milioni di tonnellate annue di biodiesel. Per la sola Italia ciò significa una domanda di circa un milione di tonnellate di bioetanolo entro il 2010. Attualmente l'etanolo nel mondo è prodotto attraverso la fermentazione naturale di zuccheri contenuti in prodotti agricoli. Se si volesse produrre tutto l'etanolo da coltivazioni agricole, ciò significherebbe solo per l'Italia circa 330 mila ettari di ter-
reno agricolo da mettere a disposizione per questo scopo con un inevitabile impatto sulla filiera alimentare. Per questo in tutto il mondo si sta verificando la possibilità di ricorrere ad alternative per produrre carburanti liquidi. E da numerosi enti di ricerca compreso l'Argonne National Lab, che fa
parte del Department of Energy statunitense, giunge conferma che l'etanolo prodotto da biomasse vegetali legnocellulosiche
costituirebbe la soluzione in grado di garantire la più bassa emissione di gas serra e il miglior input energetico per unità di energia fossile utilizzata. La riduzione di gas serra ammonterebbe addirittura all'85% rispetto all'utilizzo di benzina, con un impatto migliorativo rispetto al mais e alla canna da zucchero, a oggi la più effi-
ciente e che pone il Brasile all'avanguardia in questo settore. Inoltre le prospettive di sviluppo non sarebbero in
competizione con la catena alimentare, pur essendo remunerative per il mondo agricolo, con un impatto ridotto anche in termini di consumo di risorsa idrica e fertilizzanti. La ricerca applicata sui biocombustibili di seconda generazione, e in particolare sull'etanolo, rappresenterebbe dunque la nuova frontiera per arrivare a colture che evidenzino risultati in termini di bilancio energetico e della CO2, resa e consumi di acqua capaci di dare risposta ai problemi evidenziati dalle attuali colture. Una prospettiva che si dovrebbe però inserire, per raggiungere gli obiettivi fissati dall'Ue per la diffusione dei biocombustibili e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, nel contesto di una politica dei trasporti che punti sul riequilibrio modale per ridurre gli spostamenti su gomma, sulla riduzione dei consumi e delle emissioni degli autoveicoli.
Salvatore Settis (“la Repubblica” del 9/4/08 – Pag. 31)
Continua implacabile, anzi cresce ogni giorno, l’ondata di cemento che sta seppellendo il paesaggio italiano. Di fronte a questo irresponsabile suicidio, è il momento di chiedersi se le correzioni apportate al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che entrano in vigore in questi giorni, saranno un presidio sufficiente. Il ministro Rutelli ha condotto in porto con determinazione una normativa che afferma principi capitali, ispirati alla priorità della tutela del paesaggio (competenza esclusiva dello Stato) sulla gestione del territorio (affidata a Regioni ed enti locali). Nulla di più di quanto dice l´art. 9 della Costituzione: ma i conflitti insorti fra Stato e Regioni e alcune recenti, importanti sentenze della Corte Costituzionale hanno consentito di riformulare questi principi con maggior rigore. Si è così potuto disciplinare la copianificazione obbligatoria Stato-Regioni, reintrodurre il parere vincolante delle strutture ministeriali per ogni intervento sul paesaggio protetto, commisurare il peso degli enti locali alle competenze di cui sapranno dotarsi e alla loro capacità di progettare il futuro del proprio territorio. Queste ed altre modifiche intervengono su un impianto del Codice già stabilito da altri ministri di altre maggioranze (Urbani e Buttiglione): c’è dunque speranza che un tema di tanta importanza venga affrontato anche dal prossimo governo, di qualunque colore, con spirito di fedeltà alla Costituzione e agli interessi del Paese. Questo non vuol dire, ahinoi, che possiamo dormire sonni tranquilli. Le leggi, anche quelle ottime, restano lettera morta se non ci si mette in condizione di applicarle, e se non si modificano le condizioni che hanno determinato l´insorgere dei relativi problemi. Almeno tre punti vanno citati in questo contesto: gli organici delle Soprintendenze, lo stato della normativa regionale e le incertezze finanziarie degli enti locali. … A quelle poche centinaia di nuovi posti si deve aggiungere, se si vuole che lo Stato risponda con efficacia ai compiti che con questa legge si è dato, un reclutamento straordinario, di giovani e competenti funzionari, assunti sulla base esclusiva della competenza e del merito. Non meno grave è il blocco all’applicazione del Codice che può in-
sorgere se le Regioni non provvederanno rapidamente a modificare le proprie normative, che troppo spesso prevedono la sub-delega ai Comuni di ogni autorizzazione paesaggistica: è così che sono nati non uno, ma centinaia di "casi Monticchiello". Il nuovo Codice rende illegittimo questo meccanismo di sub-delega, ma è necessario adeguare la legislazione regionale, nonché prevedere un opportuno regime transitorio. … Si sa che, in una condizione generale di sofferenza, gli oneri di urbanizzazione sono diventati per i Comuni una delle principali fonti di introito, se non la principale. Queste tasse, dovute ai Comuni per ogni nuovo insediamento o edificio, erano destinate in origine alle opere pubbliche di volta in volta necessarie (strade, fognature, ecc.); ma da qualche anno, entrando nel bilancio comunale, sono utilizzabili per spese di ogni natura. Si spiega così che Comuni e sindaci anche "virtuosi" si lascino tentare dal consumo indiscriminato del territorio, pur di assicurare introiti adeguati alle loro casse altrimenti vuote. … Il paesaggio è uno dei pilastri della storia e dell’identità del nostro Paese, nella diversità e varietà straordinaria delle sue città e delle sue regioni. È una delle massime ragioni di attrattività del nostro Paese, concorre a costituirne l´immagine e l´anima per gli italiani e per chi non lo è. Dopo una serie di leggi (la prima delle quali proposta nel 1920 dal ministro Benedetto Croce), la sua tutela ha raggiunto rango costituzionale con l´avvento della Repubblica. La nostra Costituzione è stata anzi la prima al mondo a collegare organicamente tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico e tutela del paesaggio; e a porla fra i principi fondamentali della Repubblica. Di questi precedenti storici, giuridici, istituzionali e civili dovremo saperci ricordare, se non vogliamo che la crisi delle attività produttive lasci spazio solo a un´edilizia di basso livello che consuma il paesaggio, a un turismo becero che, indirizzandosi nei luoghi più decantati del Paese, li aggredisce e li distrugge. Se vogliamo che il nuovo Codice non sia una vana proclamazione di buone volontà, ma un importante passo avanti nell’attuazione della Costituzione repubblicana. Può esserlo, dipende da noi.
Cibi a Km 0 al Politecnico di Torino. Nella mensa solo frutta e verdura del territorio e di stagione. Fonte: Eco dalle Città http://www.ecodallecitta.it Per i 1500 pasti quotidiani serviti al Politecnico i prodotti ortofrutticoli arrivano dalle provincie di Cuneo e Alessandria. Una sperimentazione per contribuire ad alleggerire il peso sull’ambiente e migliorare la qualità Nella mensa del Poli solo frutta e verdura del territorio e di stagione. Trasporti ridotti, minor uso di
fitofarmaci per la conservazione e per il trasporto, maggiore freschezza dell’alimento e in definitiva maggiore sostenibilità. È partita il primo giorno di primavera l’iniziativa “Cibi a km 0” ed è la prima volta che in Provincia di Torino in una struttura di grandi dimensioni che serve 1500 pasti al giorno, si sperimenta la filiera corta. Insieme al Politecnico di Torino, Coldiretti Piemonte e Cir Food
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Venerdì 2 Maggio 2008
di Giulia Sapelli Sono davvero un'infinità le cose che si devono preparare in vista di un matrimonio. Tanto che gli sposi iniziano a pensare a tutti i dettagli diverso tempo prima. Tra le cose più importanti l'abito della sposa occupa sicuramente una posizione di privilegio, in quanto è lui il vero protagonista della festa, ed è la prima cosa che gli invitati vogliono vedere. Per questo deve essere unico, e rispecchiare al meglio lo stile
Speciale Sposi
Lo stile della sposa rispecchia personalità e carattere
forma del viso al fine di acquistare l'abito migliore. Per quanto riguarda il modello si può scegliere tra infi-
Il vero protagonista della cerimonia è sicuramente l'abito
Il vestito deve essere proporzionato al corpo
e la personalità della sposa. Per effettuare una scelta oculara bisogna valutare le proprie proporzioni del corpo quali l'altezza, la corporatura fisica, il colore dei capelli e la
nite possibilità. Dagli abiti con una grande scollatura o con un corpino in pizzo, con e senza maniche, fino ad arrivare ad abiti arricchiti da ricami o da perline oppure
restare su abiti più classici e lineari. L'abito deve essere sempre proporzionato alla corporatura. Le spalle, il punto vita, la scollatura, la schiena, la lunghezza della gonna e la sua ampiezza potranno variare a seconda delle esigenze. Se la sposa è piccola e minuta meglio maniche importanti, qualche volant, evitare velo troppo lungo. Se è invece formosa conviene slanciare la figura con linee cadenti, spalle ampie e scollatura. La linea senza tagli in vita nasconde fianchi evidenti. Se la sposa è molto alta è consigliata una gonna di tessuto morbido e punto vita ben segnato. Per il matrimonio in municipio, va bene un abito nuziale classico oppure un tailleur con gonna o pantalone, comunque arricchito da dettagli femminili come una ruche, un bottone gioiello, un inserto di pizzo. Il colore é un altro elemento molto importante e sul quale occorre riflettere accuratamente prima di prendere una decisone. Nel caso si volesse qualcosa di più moderno si può puntare su un color avorio, panna o champagne, in caso si voglia un abito tradizionale sono ideali il bianco, l'eccentrico rosso e le nuove tonalità pastello.
Il bianco è il simbolo della purezza, l'avorio invece della raffinatezza. Se queste tinte non si addicono allo stile della sposa, essa può ricorrere anche tranquillamente a sfumature pastello mentre se si preferisce l'originalità si può optare senza nessun timore per i colori accesi. Le tinte chiare degli abiti vengono anche contrastate da finiture e nastri di colore abbastanza intenso e lucente. Risulta anche molto importante il parere di parenti e amici. Per quanto concerne il tessuto é importante pensare all'orario, al luogo e al periodo dell'anno in cui verrà celebrato il matrimonio. Se la scelta cade sul matrimonio in chiesa o in cattedrale la mattina si dovrà scegliere un tessuto che renda l'abito importante ed elegante come ad esempio il raso in seta pesante o seta consistente e rigida. Se si è scelto invece di sposarsi al pomeriggio in chiesa, prediligere tessuti più fluidi, come il raso leggero o la georgette. I tessuti, ognuno con le proprie caratteristiche, determinano la riuscita di un modello e suggeriscono molte idee nella fase di creazione dell'abito. Ci si può orientare su pizzi preziosi come lo
Il tessuto da scegliere dipende da molte variabili
chantilly e il macramè, ma anche la valenciennes e il sangallo, tulle ricamati, broccati in seta pura, organze. Per gli abiti sostenuti: mikado, duchesse, taffetà. Per linee più sciolte e cadenti: cady, georgette, chiffon. Per un effetto vaporoso: organza, faille, voile, tulle. Per i tailleur: shantung, cady in seta oppure matelassé. I fisici slanciati sono quelli che vengono maggiormente privilegiati poiché possono indossare quasi tutti gli abiti, da quelli semplici a quelli ric-
chi di decorazioni. I fisici magri invece vanno valorizzati con un abito dalle linee ampie e fluide. Le donne con fianchi stretti ma seno e spalle evidenti potrebbero scegliere di indossare due pezzi, magari un corpino scollato ed una gonna con forma a scivolare sui fianchi. Per chi ha fianchi larghi ed addome pronunciato, il consiglio è quello di indossare un abito stile imperiale, cioè il modello con taglio sotto il seno ad allargarsi verso il basso.
Speciale Sposi
Venerdì 2 Maggio 2008
Gli accessori donano classe ed eleganza di Giulia Sapelli
Accanto all'abito, di fondamentale importanza sono gli accessori, il giusto complemento per rendere una sposa elegante e di classe. Dunque sarà necessario soffermarsi anche su essi. In linea di massima la sposa non dovrebbe indossare gioielli. Ma orecchini e filo di perle al collo, girocollo in oro bianco con orecchini di brillanti sono permessi, anzi rendono la sposa più bella e luminosa (soprattutto il filo di perle). In teoria dovrebbe avere le mani libere, ma si può permettere di indossare l’anello di fidanzamento sulla mano destra e poi eventualmente durante il ricevimento portarlo con la fede, come poi si farà spesso nella vita di tutti i giorni. Se poi la sposa possiede gioiello che le è particolarmente caro, lo indossi senza problemi, purché non sia in contrasto con l'abito. Se si indossano gli occhiali e non si sopportano le lenti a contatto, piuttosto che non vedere nulla o quasi (dipende dal grado di miopia) come prima cosa conviene cercare degli occhiali particolari da indossare quel giorno: ad esempio occhiali anni 50 leggeri e ornati con strass (molti stilisti li hanno riproposti), rigorosamente bianchi o tra-
Pochi e mirati gioielli regalano alla sposa un tocco in più
Fondamentali i guanti
sparenti. Nel matrimonio religioso è vietato indossare la borsetta. Le mani della sposa porteranno solo il bouquet. Sarà la mamma o un'amica a custodire quanto ti occorre. Al più, è possibile nascondere un piccolo fazzolettino di battista e pizzo nell'apertura del guanto. Invece, la borsetta è ammessa nel matrimonio civile. E comunque va benissimo per dopo, durante i festeggiamenti. Dunque meglio sceglierla in tinta con il colore del vestito. Le calze non devono distaccarsi dal colore dell'abito. Usare quindi calze bianco latte per i vestiti bianchi, avorio e color panna. Scartare invece quelle troppo coprenti, in modo da non mettere esageratamente in evidenza la caviglia. Meglio non comperare calze eccessivamente leggere, perché metterebbero in contrasto la gamba al naturale con la tinta dell'abito. Per non sbagliare, il giorno dell'ultima prova dell'abito meglio portare con sè calze di diverse sfumature. Infine, il giorno delle nozze, si può affidarne alla mamma o ad un'amica un paio di scorta, in caso di rotture o smagliature impreviste. I guanti sono un accessorio indispensabile, e conferiscono importanza all'abito. Possono essere lunghi o se-
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Borsetta in tinta col vestito
milunghi. Quelli corti sono indicati per certi modelli estivi. Il tessuto è di pizzo, tulle, raso, capretto. Durante la cerimonia vanno appoggiati sull'inginocchiatoio, insieme al bouquet. Le scarpe naturalmente devono essere coordinate all'abito. Se l'atelier non le fornisce nello stesso tessuto, si prenda un campione di stoffa per recarsi in un negozio apposito e scegliere le scarpe più adatte. Con maggiore spesa, è possibile farsele confezionare su misura. Sono indicate le décolleté con tacchi, che saranno alti, ma non vertiginosi. Se lo sposo è più basso, meglio scartare i tacchi troppo alti, in modo tale da evitare di farlo “scomparire”, e soprattutto evitare, per quanto possibile, l'effetto "articolo il".
Anche i sandali vanno bene. Per non rischiare che le scarpe si trasformino in una tortura durante la cerimonia, meglio indossarle in casa qualche giorno prima. Il velo rappresenta la castità prematrimoniale della sposa. Non è obbligatorio, ma, se si ama la tradizione, la scelta deve concentrarsi su quello bianco e lungo. Ovviamente, lo si deve intonare con l'abito. Oggi, molte spose preferiscono il velo corto, che scende 90 centimetri sulle spalle e 70 centimetri davanti. Il velo a metà abito, invece, misura 3 metri più 70 cm. Per arrivare fino alla coda, ci vogliono 7 metri. Attenzione a non dimenticare le proprie misure: se la sposa non è molto alta, rischa di scomparire sotto un velo lunghissimo.
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di Giulia Sapelli Anche l'abito dello sposo necessita di una particolare eleganza, e soprattutto deve essere conforme ai gusti di chi lo indossa. Bisogna però anche ricordarsi, durante la scelta, che deve allo stesso tempo rispecchiare i gusti della sposa e dell'abito che lei ha scelto. Infatti se la sposa ha scelto un abito lungo e molto elegante lo sposo deve assolutamente indossare il tight oppure un monopetto
Speciale Sposi
Il vestito dello sposo deve rispecchiare lo stile di lei
grigio con un gilet e una cravatta in tinta. Per lo sposo sono inoltre fondamentali la camicia, ri-
Sempre attualissimo il tight, la scelta migliore per un matrimonio formale
L'abito di lui deve essere nello stile di quello di lei
gorosamente bianca, e un paio di calze lunghe nere da accompagnare ad un paio di scarpe stringate. Il tessuto dell'abito deve comunque essere leggero e possibilmente non facile alle pieghe. Per un matrimonio formale, cioé che viene celebrato entro le 18, l'abito più adatto alla cerimonia è il tight, che é composto da una giacca a code lunghe, un gilet grigio o nero, un paio di pantaloni a righe nere o grigio antracite. Questo abbigliamento impegnerà nella scelta anche i genitori degli sposi e i testimoni che dovranno rispecchiare nella scelta dei loro abiti l'eleganza mostrata dagli sposi. Risulta inoltre importate che la giacca venga portata allacciata e che la cravatta, possibilmente grigia, sia fermata da una spilla. I polsini della camicia devono necessariamente essere chiusi da una coppia di gemelli e le scarpe vanno stringate. La cravatta sarà grigia a plastron fermata da un spillo con perla. Le calze saranno nere o antracite, in cotone o seta e al ginocchio, con scarpe stringate in morbida pelle nera. In alternativa ad un abito così "impegnativo" si può scegliere un mezzo tight con uguale taglio ma a mezza coda. In questo ca-
Via libera a sobrietà ed eleganza
so non sono richiesti i guanti in camoscio grigio né il cappello a cilindro. Per una cerimonia meno formale è perfetto un abito classico ma con giacca rigorosamente monopetto, senza spacchi e con tasche a filetto ed in tessuto pettinato. Il pantalone deve essere senza risvolto. La camicia avrà colletto morbido e la cravatta a
minuscola fantasia (ad esempio a punta di spillo) con pochette nel taschino della giacca in lino bianco. Stessi accessori del tight per quanto concerne calze, scarpe e gemelli.Da evitarsi assolutamente i calzini corti e chiari e lo smoking, adatto ad una serata di gala ma non ad una cerimonia. Per una cerimonia sempli-
ce e informale invece occorre indossare un classico completo tre pezzi in tinta unita. Molto importante é la scelta dei particolari poiché saranno questi ultimi a determinare l'eleganza della scelta. In inverno, per il tessuto, si possono scegliere tra i diversi tipi di lana, mentre nel periodo estivo sono ammessi il misto lino e lo shantung. Il colore del completo va ricercato in un range di tinte unite. Proposte degli stilisti a parte, di questi ultimi tempi lo sposo comincia a liberarsi dal tradizionalissimo nero e grigio antracite. Si concede grigi più chiari, oppure bianco assoluto se è uno sposo d'estate, e opta per modelli più morbidi e linee più praticabili. La giacca è monopetto, senza spacchetti, con due tasche a filetto e non a toppa, e con il taschino. I pantaloni sono di taglio classico, senza risvolto, con cintura nera in coccodrillo o in vitello: il gilet, nel medesimo tessuto, può essere monopetto o doppiopetto. La camicia bianca, con collo morbido, con i polsini chiusi da gemelli. Gli accessori restano quelli classici: calze nere o grigio scuro in cotone, scarpe in vitello nero, gemelli ai polsi e fiore bianco all'occhiello.
Speciale Sposi Potrebbero sembrare solo un elemento di contorno, secondario, eppure non vanno assolutamente trascurati. Non v'è matrimonio, infatti, senza la sua composizione floreale che l'accompagna. Si possono utilizzare per adornare la casa della sposa, la chiesa o il municipio scelti, il luogo del ricevimento, l'auto nuziale e ovviamente il bouquet. Quando si scelgono i fiori é indispensabile valutare la stagione in cui si celebrerà il matrimonio, lo stile della sposa e soprattutto, per chi avrà un matrimo-
Decorazioni floreali per creare atmosfera
sitare sia la chiesa che il luogo del ricevimento che dovrà adornare. E' bene mostragli, inoltre, un campione dell'abito da sposa. Il galateo consi-
Il bouquet è diventato complemento dell'abito
nio religioso, la chiesa scelta. Normalmente il bianco é considerato il colore tradizionale, ma ormai é possibile scegliere qualsiasi forma, tipologia e colore di fiore, accostando i fiori come meglio si preferisce. La scelta del fioraio va ben ponderata, avvisandolo almeno tre mesi prima della cerimonia e invitandolo a vi-
glia comunque di non esagerare con gli addobbi e i fiori per non dare un'idea di volgarità ed eccesso. I fiori abbelliranno la casa della sposa, dove il fotografo la immortalerà durante i preparativi per la cerimonia, il portone, l'auto, la chiesa ed il luogo del ricevimento. In casa basteranno alcuni mazzi da collocare nei punti strategici. Nell'atrio di ingresso
potranno essere abbinati a piante verdi. Sull'auto sarà necessario un piccolo cuscino da appoggiare sul lunotto posteriore e qualche fiore sul cruscotto senza così esagerare. Importante sarà l'addobbo della chiesa, che non dovrà essere troppo vistoso, ma dovrà sottolineare con delicatezza la bellezza ed il pathos della cerimonia. Nel locale del ricevimento i fiori dovranno comunicare allegria. Una volta era la madre dello sposo che sceglieva e regalava il bouquet alla sposa. Adesso invece il bouquet è diventato un completamento dell'abito e riflesso della personalità della sposa. Dovrà intonarsi con i fiori della chiesa. Se questa è addobbata con fiori bianchi, vanno bene piccoli fiori bianchi e rosa. La moda dice che il bouquet deve essere sempre in linea con il vestito, al pari di scarpe e guanti. Nel caso di una sposa che voglia rispettare la tradizione é meglio che il bouquet sia tondeggiante o cascante al naturale. Dev'essere composto da fiori freschi, con un fulcro centrale di roselline ed edera. Va bene anche a goccia, creato utilizzando fiori piccoli. Nel caso invece di una sposa romantica si possono utilizzare i mughetti op-
Da non sottovalutare l'importanza dei fiori in chiesa
Sempre attualissime le rose
pure le roselline ramificate, le margherite e la bouvardia. Se la sposa preferisce essere moderna, ma allo stesso tempo romantica può scegliere la “rosa gigantea” o la “calla gigantea”. Sono due
composizioni, che hanno al centro i pistilli delle rose o delle calle, circondate da petali che ricreano la forma del fiore originario, in versione gigante. Come ultima opzione se si vuole essere anti-
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conformiste e trendy, si può adornare il proprio corpo con un bouquet “a palla”, che viene portato come una borsetta e unito al polso da un cordone di seta. Questa composizione floreale è composta da tante minuscole roselline intonate al colore dell'abito, ma ci possono essere anche tulipani, calle e fresie. Il verde, che accompagna i fiori, è di una tonalità intensa e decisa. L'addobbo floreale da mettere in chiesa deve necessariamente essere in armonia con il bouquet e con i fiori della macchina. Se la cerimonia avverrà in una chiesa poco illuminata scegli dei fiori bianchi, rosa oppure salmone.Meglio evitare quelli eccessivamente profumati perché potrebbero essere fastidiosi. Naturalmente la disposizione dipenderà dalla struttura della chiesa. Se é moderna vanno molto bene le composizioni di forma geometrica. Se é una cattedrale ci vogliono addobbi classici e mastosi, capaci di esaltare gli spazi. Se invece é piccola evitate le grandi composizioni. Nel caso invece sia una chiesetta di campagna é meglio addobbarla con composizioni contenute e semplici, con molto verde e fiori da campo. Anche gli addobbi floreali del luogo del ricevimento dovranno essere in sintonia con quelli scelti per il bouquet e per l'auto. Ben accetti centrotavola fioriti, per addobbare i tavoli del ristorante e quelli del buffet. Nel caso di un luogo semplice mettere ghirlande lungo la parte anteriore dei tavoli da buffet e fermale con nastri e coccarde in tinta con la tovaglia o in colore contrastante.
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di Giulia Sapelli Le bomboniere sono il regalo che gli sposi fanno ai parenti e agli amici per ricordare il giorno del loro matrimonio. Come molti altri accessori vanno prenotate almeno tre mesi prima della cerimonia e quindi occorre sceglierle con largo anticipo. Ricordarsi poi sempre di abbondare per non trovarsi con poche bomboniere da distribuire. In ciascuna bomboniera va inserito un cartoncino con il nome degli sposi e
Speciale Sposi
Spazio aperto alla fantasia nello scegliere le bomboniere
Le Bomboniere a zacchettini contengono i confetti. Vengono realizzate normalmente in tulle oppure ripor-
Per evitare inconvenienti è consigliabile prenotarle qualche mese prima
Vanno regalate due mesi prima a chi non è invitato al rinfresco
con la data del loro matromonio, scrivendo prima il nome della sposa e tralasciando i cognomi.
tano le iniziali degli sposi. Vanno regalate di solito almeno due mesi prima ai compagni, colleghi di lavoro,
conoscenti e vicini di casa che non sono invitati al rinfresco. Meglio scegliere qualcosa di semplice, ma allo stesso tempo carino in modo da ricordare nel modo giusto uno dei giorni più importanti della vostra vita. A seconda del tipo di bomboniera e del numero da preparare i tempi di consegna potrebbero non essere molto rapidi, quindi sarebbe bene trovarne un tipo adatto alle proprie esigenze per tempo. Le Bomboniere semplici saranno regalate a chi ha partecipa al pranzo nuziale. Dovranno essere assolutamente tutte uguali e potranno essere distribuite dagli sposi per esempio alla fine del ricevimento, regalandone una per ogni nucleo famigliare o coppia di fidanzati. Il Regalo per i testimoni dovrà invece essere sicuramente qualcosa che vi rappresenti e che sia importante da regalare. Per scegliere con sicurezza meglio andare nei negozi specializzati, dove si potrà trovare una grande varietà di oggettistica e proposte per ogni esigenza. Il confetto è un dolce caratteristico italiano che accompagna tutti i lieti eventi della vita: dal battesimo, alla cresima, fino alla comunione, alla laurea, ai matrimoni e agli anniversari. Ilvalore
simbolico per il matrimonio é rappresentato dal fatto che le mandorle hanno un sapore agrodolce, che rappresenta la vita. La copertura di zucchero, invece, è la speranza di una vita insieme più dolce che amara. I confetti, inseriti nelle
bomboniere, dovranno essere sempre dispari: tre o cinque. Ultimamente si usa, per risparmiare ed essere più moderni, lasciare un sacchettino con un solo confetto, nei posti degli invitati, prima del loro arrivo. Durante il ricevimentosarà poi la
sposa a consegnare agli invitati un cucchiaio d'argento con dentro i confetti, che lo sposo porterà in una ciotola su un vassoio d'argento. Un'altra usanza alla moda è anche quella di offrire piccole decorazione a forma di fiore fatte con i confetti.
Agriturismo Cascina Cantone, nuova apertura L'estate arriva anche per la ristorazione, per il mondo delle feste, delle celebrazioni, dalle nozze alle comunioni, delle grandi cene di lavoro. E il tempo per la stagione estiva è arrivato anche per l'agriturismo Cascina Cantone, che inaugura la nuova stagione il prossimo 3 maggio, con un open day dedicato a tutti coloro che volessero festeggiare insieme l'avvenimento. Tutto prenderà il via alle 18,30, con il menù benessere, la spiegazione di come funziona la cosa e di cosa viene offerto. Si potranno incontrare gli operatori, e agli ospiti verranno offerti piccoli trattamenti energetici ma anche di altro tipo. Alle 19 seguirà un “incontro con il pilates”, metodo di allenamento ormai storico e conosciuto a tutti gli appassio-
L'agriturismo Cascina Cantone
nati di discipline fisico-mentali. E' un'altra delle attività che il centro offre. Alle 19.30 si apre invece il sipario al tai ch'i e all'educazione verso la difesa personale. Seguirà alle 20 una breve ma intensa lezione di ballo liscio, con maestri qualificati, per poi lasciar spazio, alle 21, a una serata danzante a base di liscio con l'orchestra «Ja & Alex Carminati». L'ingresso, con prima consumazione compresa, è di 10 euro.
Speciale Sposi
Gli anelli nunziali, promessa d'amore di Giulia Sapelli
Gli anelli nunziali hanno un'origine molto antica, sono infatti i simboli dell'amore eterno e della vita che si rinnova continuamente e che si fortifica con il passare degli anni. Le credenze dicono inoltre che le fedi vadano indossate nel quarto dito della mano sinistra perché proprio in questo dito ci sarebbe la cosiddetta “vena amoris”, una vena che condurrebbe direttamente al cuore. La tradizione vuole che le fedi siano in oro giallo, ma oggi é possibile anche far preparare delle fedi in oro bianco e platino. I modelli più classici e più diffusi del momento sono: la francesina sottile e schiacciata ai lati di forma bombata, la mantovana più alta e piatta, la fede tradizionale mezzatonda e la fede piatta. Per quanto riguarda invece la personalizzazione delle fedi é possibile far incidere il nome del coniuge o dei coniugi e la data delle nozze all'interno. Sarebbe sempre meglio che gli sposi scelgano insieme le fedi, sarà poi lo sposo ad acquistarle e a portarle in chiesa o nel municipio dove avrà luogo la cerimonia. Se il matrimonio avverrà in chiesa é tradizione far portare le fedi ai pagetti prescelti che precederanno
Le fedi possono essere in oro giallo, ma anche in oro bianco o platino
Anelli, simbolo di amore e vita eterna
la sposa durante la marcia nuziale verso l'altare. La sposa non deve avere assolutamente alcun tipo di gioiello evidente. Non deve avere in nessun caso altri
anelli il giorno della cerimonia e quel giorno dovrà portare al dito solo la fede. Ricordatevi inoltre che se la sposa vuole indossare l'anello di fidanzamento dovrà
metterlo solo dopo durante il ricevimento. C'è però chi fa uno strappo alla regola, e lo indossa ugualmente. Gli orecchini dovranno essere piccoli ed abbinati alla collana. Con un girocollo in oro bianco vanno bene i bottoni di brillanti oppure la monachina con perle insieme all'intramontabile filo di perle. Le giovani spose che vogliono evitare il solito filo di perle, opteranno invece per un girocollo in oro bianco. Lo sposo non deve assolutamente avere nessun tipo di orecchino, di catena, di bracciale o di anello. Lo sposo dovrà portare il giorno della cerimonia solo l'orologio da polso e i gemelli in oro bianco, se la camicia li prevede. Potrà invece mettere se lo desidera la spilla fermacravatta. Il Cuscinetto per le Fedi può essere realizzato dello stesso tessuto dell'abito da sposa, e magari aggiungergli qualche inserto in pizzo. Le forme sono svariate e molteplici. Per i matrimoni più eccentrici potrete usare una struttura in pvc o plexiglass o, nei mesi invernali, potrete invece utilizzare una confezione in lana con colorazioni intonate al bouquet. Il cuscinetto deve essere portato da un testimone o da un eventuale paggetto che precede la sposa nel corteo nuziale.
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Il corredo adesso lo sceglie la sposa
Bisogna acquistare tutta la biancheria necessaria
Nel passato lo sposo non sosteneva spese per l'abbigliamento della moglie per tutto il primo anno di matrimonio ed era quindi la famiglia della sposa che forniva gli abiti, la biancheria e gli accessori. L'usanza del corredo ormai sta decadendo. Tradizionalmente é la famiglia della sposa che deve comprare la biancheria per la casa e quella personale della donna. Oggi invece, è direttamente la sposa che sceglie il corredo per la propria casa. Dovrà quindi comprare la biancheria necessaria. In teoria totale ci vorrebbero dodici pezzi per tutti i capi della casa a seconda dell'uso. La donna dovrà, in base alle proprie esigenze, decidere la quantità esatta. Ricordaimo che per risparmiare ci sono spacci che offrono ottimi prezzi. E' bene scegliere la biancheria per il letto adattandola all'arredo della futura casa. La tradizione di un tempo, che imponeva lenzuola bianche in lino pesante ricamate a mano e bianche lisce, senza decori, è ormai
sostituita dai suggerimenti modaioli e da capi firmati. Ora, i grandi marchi propongono linee decorate con motivi fantasia o più classiche in tinta unita. Ci vorranno completi delle lenzuola matrimoniali, delle coperte di lana, almeno un piumino, almeno un copripiumino con federe, almeno una trapunta e una coperta di piqué bianca. Per quanto riguarda la biancheria da bagno, serve un set di asciugamani (grandi, medi, piccoli di spugna), alcuni asciugamani medi e piccoli di lino, dei tappetini e degli accappatoi. Per la biancheria da tavola occorrono tovaglie di cotone o di lino, stampate e in tinta unita. Un mollettone, un set all'americana e un po' di centrini per il vassoio e per il carrello portavivande. Infine per la biancheria da cucina ricordasi di acquistare un asciugapiatti di misto lino, un asciugabicchieri di lino per i bicchieri che non vanno in lavastoviglie, un asciugamani di spugna, alcuni grembiuli da cucina e delle presine.
Cultura&Spettacoli
Una passione che nasce per caso, nel corso di una vacanza
In mostra all'Adafa all'età di soli 12 anni
L
di Silvia Galli
a novità della mostra fotografica, che sarà inaugurata sabato alle 17,30, presso l’Adafa di via Palestro, è Riccardo Bettoni, 12 anni il più piccolo, anagraficamente parlando, fotografo della mostra. La sua passione nasce per caso, in vacanza, racconta nella sua bella casa in via Bosco, una cascina ristrutturata «volevo provare a fare qualche fotografia, la mamma mi ha prestato la sua macchina fotografica e così mi sono appassionato». Con stupore e soddisfazione quando le prime foto vengono scaricate sul computer, mamma Barbara nota il talento di Riccardo. «Ha molta attitudine verso il disegno» spiega «e una passione innata per la natura, la campagna. Del resto io e mio marito siamo agricoltori». Per questo Riccardo va in giro per la campagna cremonese, lui in sella alla sua bicicletta, con macchina fotografica al collo, accompagnato dalla sorella Mara in sella al suo cavallo, e scatta e immortala la natura che lo circonda. Si sente un piccolo fotografo naturalista.
Ama guardarsi attorno, ama l’ambiente che lo circonda, “la natura sotto casa”, e lui fotografa con grande passione per raccontare agli altri e comunicare queste bellezze. E proprio l’amore verso la natura lo porta ad iscriversi all’Afni, all’associazione dei fotografi naturalisti, conosciuti dopo la visita ad una mostra fotografica al Cambonino. Si iscrive anche al corso di fotografia del Cascinetto. E poi il 30 marzo, giorno del suo compleanno, arriva come regalo la sua prima macchina fotografica, una Canon digitale. Tutto il segreto dello stu-
dio della natura risiede nell’imparare come usare i propri occhi e data la grandissima curiosità del piccolo Riccardo tutto nasce in modo molto naturale. Alla mostra esporrà due lavori di fotografia naturalistica: un ragno e un fiore, «Mi piace il macro» ha spiegato Riccardo «il particolare degli animali, dei fiori, delle piante». Ma la sua voglia di fotografare è molta, tanto che mi mostra alcuni lavori, quattro foto in bianco e nero e quattro a colori, che parteciperanno al concorso nazionale di Caorso, dal 23 maggio al 8 giugno. Foto di grande sensibilità che catturano
Uno dei suoi scatti, in mostra all'Adafa
Il piccolo Riccardo Bettoni
l’istante. Tutto fatto con grande umiltà. «Accetta i consigli degli altri e si confronta con chi ha più esperienza» spiega mamma Barbara. Riccardo ama moltissimo la campagna, gene ereditato da mamma e papà; è un po’ artista, ama moltissimo ed è molto bravo nel disegno, gene ereditato dalla zia, che ha frequentato l’Accademia di Brera. E' è molto curioso, gene ereditato dal nonno, il giornalista Luciano Dacquati. Cosa vorrà fare da grande? Forse è presto dirlo, ma lui a dispetto di tutti vorrebbe fare il trattorista, tanto che al suo caro amico trattorista, «quello che lo porta in giro per i campi», ha voluto fare un omaggio e gli ha scattato una foto davvero speciale, che sarà presentata al concorso nazionale di Caorso.
Fotografia, i giovani diventano protagonisti
Una mostra collettiva, dal 3 al 18 maggio, con inaugurazione sabato alle 17,30 allestita presso i locali dell’Adafa di via Palestro che riunirà tutti i gruppi fotografici di Cremona e Provincia, e che avrà come peculiarità, quella di dare spazio ai giovani fotografi. Il gruppo fotografico cremonese Bfi dell’Adafa, attraverso questa mostra, vuole infatti promuovere la fotografia giovanile cremonese, visto che sono ancora molto pochi i giovani che si occupano di fotografia. Per questo è stata ideata questa mostra che vedrà la prevalenza di partecipanti di età compresa tra i 20 e i 35 anni. La mostra è stata promossa dal gruppo fotografico cremonese Bfi (Adafa) in collaborazione con Lauro Guineani. Le fotografie esposte saran-
no circa 90. Ogni gruppo avrà a disposizione 8 spazi, compreso uno spazio di presentazione del gruppo a cui appartiene. Il tema è libero così come la tecnica: sarà ammesso tutto, dal digitale, all’elaborato, all’analogico. Parteciperanno anche i giovani di Attraversarte, il Circuito di espressività giovanile, promosso dal Servizio politiche giovanili del Comune di Cremona. Ha dato dunque il patrocinio il Comune, con i due assessorati alle politiche giovanili e alla cultura. Collaboreranno con l'associazione per stampare tutti gli inviti. E’ la prima volta che a Cremona viene organizzata una mostra fotografica che raggruppa i giovani di tutta la provincia, il cui obiettivo è basato sull’idea di invogliare gli artisti ad espor-
re ed esporsi, a confrontarsi, a conoscere e a far conoscere le loro opere. A chiusura della mostra, domenica 18 maggio alle 17,30 verrà proiettato un audiovisivo che contiene tutte le immagini di quei fotografi under 21 che hanno vinto la Coppa del Mondo nel 2006 e sono arrivati secondi lo scorso anno. E’ sempre molto intensa l’attività del gruppo fotografico dell’Adafa perché continuano le proiezioni di diapositive il venerdì sera alle 21,15. Il prossimo il 9 maggio Oreste e Odetta Ferretti di Parma, il 16 maggio Sandro Pezzi di Massenzatico. A ottobre infine saranno esposte le fotografie che hanno vinto il concorso organizzato dalla Banca del Credito Cooperativo del Cremonese con relativa premiazione.
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cremona in musica
Al via a S. Marcellino il Festival Monteverdi
Al via anche la Settimana organistica Un solenne «Vespro di Pentecoste» inaugurerà, sabato 3 maggio (ore 21) in San Marcellino, la XXV edizione del Festival di Cremona Claudio Monteverdi, che proseguirà martedi 6 maggio (ore 21) in Cattedrale (ingresso libero) con i Cantori Gregoriani e Ugo Pagliai, che proporranno un percorso attraverso la Passione di Cristo così come narrata dall’evangelista Matteo. Domenica 4 maggio prenderà avvio anche la Settimana organistica internazionale, ospitata nella chiesa di San Sigismondo. Il primo appuntamento (ore 18.15, ingresso libero) è affidato a Fausto Caporali, organista della Cattedrale di Cremona. Salmi a 4 cori di Lodovico Grossi da Viadana: più di cento esecutori tra solisti vocali, coristi e strumenti-
sti “invaderanno” l’ampia navata di San Marcellino, sabato 3 maggio alle 21, per la serata d’apertura della XXV edizione del Festival di Cremona. Un concerto spettacolare, che intende recuperare tutto il fasto delle solenni celebrazioni barocche, e che vedrà lavorare insieme valenti professionisti e gruppi vocali amatoriali sotto la direzione di Giovanni Battista Columbro. Domenica 4 si aprirà anche la Settimana Organistica Internazionale, i cui quattro appuntamenti sono quest’anno ospitati nella chiesa di San Sigismondo, sia in ragione della bellezza della chiesa, sia per la presenza di un pregevole strumento antico, e sia quale omaggio alla comunità claustrale che vi si è da poco insediata.
A crema
A San Bernardino l'orcherstra Boldi
Un concerto per arpa e orchestra Importante appuntamento con la musica a Crema. Sabato 3 maggio, all’Auditorium «Vanenti» (chiesa di San Bernardino) si terrà un concerto per arpa e orchestra. Protagonista saranno l’orchestra “Valerio Boldi” e le soliste Anneleen Lenaerts (arpa) e Hana Budisova Colombo (flauto). Il programma prevede musiche di Haendel, Mozart, Debussy e Van der Roost. L’inizio è per le ore 21 e l’ingresso è libero. L’orchestra è nata per ricordare la memoria dell’illustre violinista castelleonese. E’ composta da musicisti di diversa provenienza. Del nucleo fanno parte strumenti ad arco, ma l’organico viene allargato ad altri
strumenti e soprattutto a solisti in funzione del repertorio, via via allargatosi a composizioni per “piccola orchestra sinfonica”. Erik Lundberg ne è il direttore. L’orchestra fa riferimento all’associazione “Insieme per la musica”, costituitasi nel 2004 a Castelleone. Il suo fine è lo studio e la divulgazione della musica, attraverso concerti e collaborazioni con le scuole. L’associazione organizza inoltre seminari, masterclass di vari strumenti. Di particolare rilevanza la masterclass d’arpa con orchestra, tenuta da Isabelle Perrin, le cui prime edizioni hanno ottenuto una notevole risonanza.
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Cultura
Venerdì 2 Maggio 2008
SFOGLIANDO a cura di Edizione Nuovi Autori
«12elogia di Emmanuel» «12elogia di Emmanuel», di Luca Sarzio è un'opera che racchiude l’infinito dilemma della lotta del Bene contro il Male. Dodici Angeli, dodici storie, che possono essere lette in un unico contesto o separatamente; dodici situazioni in cui il Regno di Dio si contrappone, nella figura di Emmanuel contro Satanel, all’Inferno, in una sorta di conflitto esistenziale. Atmosfere lugubri e tetre si alternano ad ambienti di luce e di colore, nei quali si muove con disinvoltura la figura di Christopher. Lo stile è molto personale, la scelta voluta dell’utilizzo della lettera maiuscola o minuscola per il medesimo sostantivo o aggettivo ha un particolare significato nel contesto della lettura, così come pure l’utilizzo di trattini aperti e non chiusi, o ancora l’insistere nell’uso di possessivi o pronomi.
Sazio è nato nel 1982 a Milano, dove vive. E’ laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Università Statale di Milano.
L'INIZIATIVA
Tante novità per Mondomusica
Concerti, esposizioni storiche, incontri e tavole rotonde Saranno molte le sorprese di Mondomusica 2008, che propone appuntamenti che ancora una volta la confermano come il più importante punto di incontro mondiale per il settore. Basti solo pensare a qualcuno degli artisti chi si esibiranno sul palco di CremonaFiere. Il «Fine Arts Quartet di Chicago», che regalerà un’anteprima del proprio concerto. I giovani „Quartetti della Masterclass della Fondazione Stradivari». La «Maratona dei Giovani Talenti», con i migliori studenti delle scuole italiane di musica. Senza contare i numerosi incontri e tavole rotonde che analizzeranno le tematiche più attuali del mondo degli strumenti artigianali e della musica. Un’altra importante novità di Mondomusica 2008 è la nascita di NotAntica, una nuova e originale sezione espo-
sitiva centrata sulla musica che va dal rinascimento al periodo barocco, e che vedrà la presenza dei migliori artigiani a livello mondiale in questo specifico settore: tastiere storiche (organo, clavicembalo, spinetta), riproduzioni di strumenti storici ad arco (es. violino e viola barocchi. pochette, ribeca, lira da braccio e ad arco, ghironda), riproduzioni di strumenti storici a pizzico (es. liuto, mandolino, cetra, arpa, chitarra), riproduzioni di strumenti storici a fiato (es. flauto barocco, flauto dolce, oboe, fagotto).
Gli strumenti della prassi musicale antica saranno protagonisti di una kermesse coinvolgente grazie anche alla presenza di uno “spazio performance” dove i costruttori di questa sezione potranno organizzare dimostrazioni musicali a favore di tutti i visitatori. Mondomusica continua quindi di rinnovarsi ed ampliarsi per rafforzare sempre più il suo ruolo di marketplace primario a livello internazionale per gli strumenti musicali artigianali. Ma non solo; con il ricchissimo calendario di performance artistiche punta anche a coinvolgere un pubblico sempre più vasto, che può trovare a Cremona, capitale mondiale della musica,
Successo europeo per Bonfadini Ha avuto luogo con successo una mostra personale dell'artista soresinese Riccardo Bonfadini al Parlamento Europeo di Strasburgo dal 21 al 24 aprile 2008. Sono state presentate le nuove opere legate alla propria evoluzione concettuale: «Poesia Spaziale». Un intreccio tra immagini e parole. Sulle tele di Bonfadini fanno da sfondo, alle costruzioni geometriche/surreali, testi letterari e poetici di autori del passato e contemporanei. La parola diventa parte integrante dell'opera d'arte, come nella Poesia Visiva degli anni sessanta, assumendo diversamente da quest'ultima, l'importante significato della collocazione, in uno spazio precostituito, avente un carattere pittorico assestante. Unica nel suo genere, la «Poesia Spaziale» di Riccardo Bonfadini, è stata presentata alla cultura europea attraverso la mostra dal titolo «Arte da Leggere». Giulio Zignani
LO SPAZIO DELL’ARTE
Le scuole sul palco: al via i primi due spettacoli «Schegge di luce»
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di Silvia Galli
a rassegna «Con i piedi sul palco» si aprirà il prossimo 3 maggio con un duplice appuntamento. Si tratta di un progetto pluriennale realizzato nell’ambito delle attività di Attraversarte. La rassegna teatrale intende presentare una sintesi delle sperimentazioni e degli autonomi percorsi realizzati in ambito teatrale dagli istituti di Istruzione Secondaria di II grado della città e dalle associazioni della diversabilità. Il linguaggio specifico del teatro diviene catalizzatore di esperienze di integrazione e di scambio sia a livello umano sia a livello culturale in una prospettiva di arricchimento reciproco. Il calendario della presente edizione, che si svolgerà dal 3 maggio all’8 giugno, prevede un doppio appuntamento per ciascuna produzione teatrale. Gli spettacoli del mattino sono proposti per un pubblico studentesco, mentre quelli del pomeriggio e della sera
saranno aperti alla cittadinanza. I primi due appuntamenti saranno dunque per la sera del 3 maggio. In particolare alle 9 è previsto «Molto rumore per nulla», a cura del Liceo Classico e Linguistico Manin e dell’ Ipiall Stradivari. Alle 11 invece sarà la volta di «Scherzi di ombre», a cura dell’istituto professionale Einaudi. «Molto rumore per nulla» è un libero adattamento dall’omonima commedia di W. Shakespeare, presentata sotto forma di musical. Il laboratorio è nato con l'obiettivo di avvicinare i ragazzi ai testi studiati in modo più diretto e coinvolgente, mostrando un modo alternativo per approfondire gli argomenti. Inoltre il laboratorio li rende protagonisti di un lavoro fatto in comune condividendo le stesse ansie e gioie e permette di introdurli a diversi tipi di linguaggi artistici (scenico, narrativo, musicale). Il diretto coinvolgimento dell'Ipiall Stradivari ha favorito una più ampia partecipazione all'attività laboratoriale. Anche «Scherzi d'ombre» è liberamente ispirato ad un’opera
shakespeariana e precisamente a «Sogno di una notte di mezza estate». La giovane Ermia, costretta dal padre a sposare Demetrio, fugge nel bosco alle porte della città con il suo innamorato Lisandro. Nel bosco ci sono anche Demetrio, all'inseguimento del rivale Lisandro, ed Elena innamorata di Demetrio. Puck, il perfido folletto del Sogno di una notte di mezza estate, capace di moltiplicarsi magicamente in infiniti corpi e situazioni, architetta percorsi onirici in cui confondere le menti dei quattro ragazzi. E così alcuni frammenti della notte shakespeariana sono vissuti da giovani di oggi, alla ricerca di un probabile senso da dare alla propria vita, tra scherzi e serietà, ombre e realtà. I due spettacoli teatrali saranno realizzati presso il Teatro Monteverdi - via Dante 149, Cremona. Per le repliche del mattino, precedenza agli studenti previa prenotazione fino ad esaurimento posti. Per quelle serali, aperte alla cittadinanza, è gradita la prenotazione. sg
Il mese di maggio vedrà ospite dello spazio espositivo di via Quartiere, 3 a Castelleone, lo scultore Guido Pettenò con la personale intitolata «Schegge di Luce». Appuntamento con l'inaugurazione della mostra per sabato 3 maggio alle 19. Resterà aperta domenica 4 (ore 11-13), sabato 10 (ore 20-22), domenica 11 (ore 10-19), sabato 17 (ore 20-22), domenica 18 (ore 11-13). Guido Pettenò è nato a Dolo il 01/05/1976. Nel 1995 ha conseguito la maturità d'arte applicata all'Istituto Statale d'Arte P. Selvatico di Padova e si è iscritto all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1997 si è trasferito a Carrara per approfondire i suoi studi sulla scultura in marmo. Nel 2001 si è diplomato in scultura all'Accademia di Belle Arti di Carrara,
Cultura
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E il coro polifonico spegne 40 candeline
Prenderanno il via l'8 giugno, con un concerto, una serie di iniziative per festeggiare l'evento
S
di Silvia Galli
erie di iniziative per il coro Polifonico cremonese giunto a festeggiare i suoi primi 40 anni. Ad illustrarle la mente organizzativa Renata Patria, il direttore del coro Federico Mantovani e l'assessore alla cultura del comune Berneri. «Un percorso ricco di esperienze che hanno portato il coro a frequentare autori importanti della storia della musica, da Ingegneri e Monteverdi fino a musicisti del 900, in genere poco praticati dai cori amatoriali e a compositori contemporanei» ha spiegato Patria. «Di tutti gli autori il gruppo si è sempre sforzato di analizzare la cifra stilistica e di trovare il modulo espressivo adeguato sotto la guida attenta e competente dei tre direttori che si sono succeduti, Don Dante Caifa, Raul Dominguez e Federico Mantovani". L'anno di attività del quarantennale inizierà l'8 giugno con
l'esecuzione in cattedrale dello Stabat Mater di Dvorak per soli coro e orchestra sinfonica, con la partecipazione dell'orchestra filarmonica italiana i solisti, Enrico Fabbri, Nadia Petrenko, Fabio Bonocore, Francesco Azzolini. L'attività dei 40 anni continuerà con una serie di iniziative organizzate grazie al sostegno del centro di musicologia Stauffer. Il Polifonico ha organizzato un laboratorio di vocalità iniziato a febbraio che continuerà per tutto maggio. Alla musica si è unita anche la cultura con una serie di incontri culturali che avranno inizio l'8 maggio. Prima conferenza tenuta da don Pietro Bonometti avrà come tema «Il pianto e il compianto», introdurrà Renata Patria. Il 16 maggio Pietro Zappalà parlerà di Dvorak e la sua opera. Infine, il 29 maggio, don Romeo Cavedo, teologo, parlerà dell'impassibilità divina e il dolore della Madre di Dio. Tutti gli incontri si terranno nella sala Puerari del museo civico con inizio alle 17. Ma
La presentazione dell'iniziativa
l'associazione per i suoi primi 40 anni, ha tutta l'intenzione di fare anche un libro, di cui sta studiando formula e contenuti, anche se in
linea di massima dovrebbe essere diviso in due parti con una più musicale, l'altra invece più storica e documentaria. Questi 40 anni sa-
ranno anche ricordati per «il riconoscimento che ha voluto darci il teatro Ponchielli» ha spiegato Patria con una certa emozione. «Il prossimo 12 dicembre infatti all'interno della stagione lirica siamo stati invitati per eseguire il Messa Gloria di Puccini, l'orchestra sarà quella dei Pomeriggi Musicali. Devo dire che mi piacerebbe molto che il nostro direttore come ha già fatto in passato, regali il prossimo anno una sua composizione». Federico Mantovani si è limitato a dare un'anticipazione di quello che vorrebbe fare il prossimo anno e cioè «eseguire l'oratorio di Mendelssohn, ma mi piacerebbe anche portare in tournèe in provincia lo Stabat Mater». Purtroppo anche nel caso della meritevole associazione il problema principale è quello di reperire fondi. La tournèe sarebbe un regalo anche per i primi 40 anni del maestro Mantovani, che coincidono proprio con i 40 anni della nascita del Coro che dirige.
Appuntamenti a Cremona e dintorni... ARTE & CULTURA
Fino al 10 maggio 08 cremona mostra Materie Oscure Andrea Ca retto e Raffaela Spagna - a cura di Dino Ferruzzi e Gianna Paola Machiavelli inaugurazione Sabato 29 marzo, ore 18. Crac c/o Liceo Artistico Statale Bruno Munari - via XI Febbraio, 80. Orario: dal luned al venerd 10-16; sabato 10-13 e per appuntamento; festivi chiuso. Fino al 10 maggio 08 cremona mostra Nudi in volo Mostra personale d'arte di Ester Leli Associazione culturale Arte contenporanea - Via Palestro 58. Orario: su appuntamento. Il giorno dell'inaugurazione ore 18. Fino al 10 maggio 08 cremona mostra «il corpo» Personale di Ambra Morosi. Via Beltrami, 9/b. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30; sabato e festivi dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,30. Fino al 18 maggio 08 casalmaggiore mostra Italo Lanfredini A--temporale Mostra personale d'arte
Museo Diotti - Via Formis,17. Orario: martedì e giovedì 9-12,30 e 14-16; mercoledì e venerdì 9-12,30; sabato e domenica 15-19. Costo: mostra e museo 3 euro. Fino al 30 maggio 08 cremona mostra Paesaggi con l'anima Mostra di fotografie. Museo della Civilta' contadina Cascina Cambonino Vecchio - Via Castelleone, 51. Orario: da martedì alla domenica dalle 9 alle 13. Fino al 2 maggio 08 stagno lombardo Mostra di Caricature Sala Consiliare, Piazza Roma ,16 c/o Municipio. Orario: dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Fino al 26 giugno 08 cremona mostra Omar Galliani : Opere grafiche e multipli Dellearti Design Hotel - Via Bonomelli, 8. Orario: orari apertura hotel. 5 maggio 08 cremona incontro Dire e fare A cura di Vittorio Cozzoli - un progetto per avvicnare studenti ed esterni a confrontarsi con il testo poetico in rapporto alle più complesse dinamiche della comunicazione dei nostri tempi. Crac c/o Liceo Artistico Statale Bruno Munari - via XI Febbraio, 80. Orario: ore 10. 7 maggio 08 cremona Incontro culturale Noi sfileremo in silenzio Presentazione del libro dedicato alla memoria della strage di Piazza della Loggia a Brescia. Sala Bonfatti c/o Camera del lavoro di Cremona (Cgil) - Via Mantova, 25.
Orario: ore 17,30. Dall'8 maggio al 7 giugno cremona mostra L'Arte in Italia dal 1945 «La svolta degli anni sessanta» mostra d'arte (pittura e scultura). Fondazione Città di Cremona piazza Giovanni XXIII, 1. Orario: feriali 9-12 e 15-19; sabato e festivi 17-19.
SPETTACOLO
3 maggio 08 romanengo prosa Alkansa Progetto Nur - regia, drammaturgia e coreografia Progetto Nur. Teatro Auditorium G Galilei. Orario: ore 21,15. Costo: 10 euro.
MUSICA
2 maggio 08 cremona Concerto Preludio d'organo in san Luca Meditazioni musicali ante missam Michele Bosio all'organo Rotelli (1901). Chiesa di San Luca. Orario: ore 17,30. 3 maggio 08 cremona
Concerto Festival di Cremona - Claudio Monteverdi - XXV edizione «Vespro Solenne per la Pentecoste» - a cura dell'Orchestra Barocca di Cremona. Chiesa di San Marcellino - via Ponchielli. Orario: ore 21. Costo: 20 euro. 4 maggio 08 CREMONA CONCERTO D' ORGANO Con Fausto Caporali. Largo Visconti Chiesa San Sigismondo. Orario: ore 18.15. 8 maggio 08 cremona Concerto Festival di Cremona - Claudio Monteverdi - XXV edizione «Nulla in Mundo Pax Sincera» Con la Stagione Armonia e l'Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Chiesa di San Marcellino - via Ponchielli. Orario: ore 21. Costo: 20 euro.
SPORT
4 maggio 08 cavatigozzi Gara sportiva Settimo memorial di scherma «Lino Rossini» Gara nazionale open di spada. Palestra comunale. Orario: 8-8,30 Spada maschile; 10,30 - Spada femminile. 4 maggio 08
cremona Gara sportiva CIRCUITO INTERNAZIONALE DEL PORTO Gara Ciclistica Internazionale
ALTRO
Fino al 4 maggio 08 gerre de' caprioli Feesta de j oof cot 27° Edizione della festa enogastronomica - Festa benefica con raccolta fondi a favore della Lega Tumori di Cremona. Piazza Tommaso Caprioli di Bosco ex Parmigiano. Orario: per informazioni dettagliate circa l'orario di apertura degli stands contattare il Municipio di Gerre de' Caprioli. 4 maggio 08 cremona La nutrizione dal punto di vista scientifico-spirituale Seminario del Dott. Jorge Rodriguez. Centro Culturale "Il Tibetano". Orario: dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle ore 14 alle 18. 3-4 maggio 08 TRESCORE CREMASCO FIERA DEL PANE, DEL FORMAGGIO E DEL SALAME Stands, degustazioni. 4 maggio 08 SAN GIOVANNI IN CROCE IL TEMPIO DI FLORA Mostra-mercato di fiori, pianta, articoli per giardinaggio, creazioni artistiche, tema floreale - Visite guidate al parco della villa . Villa Medici del Vascello. Orario: ore 9/19.
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Strane scie chimiche - Soluzioni dall’alto (Operazione “Mankind survival”)
VIIª Puntata - Due suicidi misteriosi
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di Calliope & Urania
1 marzo 2030. Guido voleva inaugurare la primavera andando a fare una visita di ricognizione al solito capanno, quando, uscito di casa, il suo sguardo fu attirato dalla locandina de “Il Tirreno”, che titolava: “Nobel della pace scandalosi”. Comprato il giornale, lesse queste parole nei servizi dall’estero: “Il 20 marzo una doppia tragedia ha scosso i piani alti della politica internazionale: il presidente uscente della Commissione Europea, Karl Von Trips, è stato ritrovato morto nel suo studio a Bruxelles, con un colpo di pistola alla nuca. I rilievi effettuati sul cadavere hanno dimostrato che trattasi di suicidio, compiuto con una
Mauser. Lo stesso giorno, in un elegante cottage di Camberra, capitale dell’Australia, è stato ritrovato il cadavere di Jessica Tomlinson, neopresidente della Federazione Australiana. La donna, vestita di tutto punto, era distesa sul letto con accanto una confezione di Valium vuota. La polizia scientifica ha stabilito trattarsi di suicidio da avvelenamento di farmaci. Entrambi i suicìdi hanno lasciato un biglietto con il seguente messaggio: “Perdòno tutti e a tutti chiedo perdòno”; e la Tomlinson aveva aggiunto:”Non fate chiasso”. L’articolista proseguiva ricordando che i due erano stati insigniti del Nobel per la pace ed insinuava che fossero segretamente diventati amanti e che la loro relazione fosse stata scoperta, con grave scandalo diplomatico.
Guido restò per un momento a fissare la foto della Tomlinson che sorrideva dal giornale e lo colse un pensiero quasi involontario: - Che bel pezzo di topa, quella Tomlinson; vorrei essere stato io al posto di Von Trips… Perché mai si sarà ucciso? Che bischero !- Comunque, si avviò verso il pick up; una luminosa giornata di primavera lo attendeva. Mentre guidava tranquillo verso la foce del fiume, una domanda, però, gli frullava nel cervello, come una nebbia sospesa:Quella frase sul biglietto dei due suicidi, dove l’aveva già letta? E, soprattutto, quella conclusione: “Non fate chiasso”. Avrebbe chiesto lumi al suo amico Levio Cerda, professore di lettere al liceo classico di Grosseto…- si ripromise canticchiando. Fine
1858-2008: 150° anniversario della nascita di Giacomo Puccini
2 - Gli studi milanesi
“il Piccolo – Zibaldone” intende onorare la memoria di questo interprete del melodramma italiano tra i più famosi al mondo, pubblicando, per almeno tre mesi, la storia della sua vita umana e artistica.
“Qui fanno opere a tutto andare, ma però, me, nulla... Mi mangio le mani dalla bile!” Giunse a Milano a 22 anni, con in tasca una borsa di studio di 100 lire il mese che la madre gli aveva fatto ottenere dalla Regina Margherita e un finanziamento che gli era stato concesso a patto di restituzione dallo zio Nicolao Cerù, ricco notaio. Il punteggio di 8,38 lo ammise a frequentare la classe di Antonio Bazzini al quale successe Amilcare Ponchielli, compositore ammirato per il suo effetto drammatico ("Gioconda", 1876), dal quale apprese il coup de theatre. Si contraddistinse soprattutto nel corso di filosofia e storia della musica tenuto da Amintore Galli, profondo conoscitore del mondo wagneriano e grande specialista della musi-
Zibaldone
A cura del Circolo Culturale "Arcangelo Ghisleri"
Venerdì 2 Maggio 2008
ca francese che suscitò la curiosità del compositore lucchese. Puccini entrò in contatto con i nomi dell'ambiente della scapigliatura come Arrigo Boito, Franco Faccio, Marco Praga: Milano divenne la grande "palestra" per il successo. La composizione pucciniana (produzione sinfonica e lavori non destinati alla lirica) degli anni milanesi è orientata fondamentalmente ad assolvere i doveri di studente e non ricopre un ruolo importante nella sua carriera artistica. Tra questi spiccherà nel 1883 il "Capriccio Sinfonico", composizione per orchestra presentata quale saggio di diploma del Conservatorio: un autentico successo. Ponchielli, che da sempre aveva seguito attentamente l'evoluzione artistica dell'allievo, si attivò subito per permettere a Puccini di partecipare al "Concorso Sonzogno per un'opera in un atto" (che, nel 1888, segnò il successo della "Cavalleria Rusticana" di Mascagni) mettendogli a disposizione un libretto realizzato da Ferdinando Fontana (comme-
diante affermato nell'ambiente scapigliato, appassionato delle leggende nordiche, agli esordi come librettista) dal titolo Le Willis. La sua composizione non vincerà il concorso ma, nell'aprile del 1884 Puccini eseguendo Le Villi (così aveva tramutato il nome rispetto all'iniziale), nella versione per pianoforte e canto, nel salotto di Marco Sala, alla presenza dei maggiori critici e musicisti vicini all'ambiente scapigliato, si aggiudicò la prima esecuzione teatrale della sua opera. Fu Boito, mosso da un sincero entusiasmo, a promuovere una colletta per dare all'opera una veste migliore, dopo aver convinto Giulio Ricordi a stampare il libretto.
Il 31 maggio 1884, giorno della prima di "Le Villi" al Teatro Dal Verme di Milano Puccini venne accolto da un clamoroso successo di pubblico e di critica. "Noi crediamo sinceramente che il Puccini possa essere il compositore che l'Italia aspetta da lungo tempo" scrisse Gramola, giornalista e critico del Corriere della Sera. Lo stesso Marco Sala affermò che "L'opera del Puccini è, a nostro avviso, un piccolo capolavoro da cima a fondo". Fu proprio questo clamore a convincere Giulio Ricordi ad acquistare l'opera e commissionare un altro lavoro sui versi di Fontana. Il 1884, pertanto, è l'anno in cui l'Italia inserisce un grande nella storia della composizione operistica ed è l'anno dal quale prende il via il fortunato rapporto tra Puccini e Ricordi, fortunato perché grazie ad esso oggi la grandezza di Puccini non trova limiti né di tempo né di spazio.
Che cosa e’ mai la poesia? (Poeti allo specchio)
KIKUO TAKANO di Vincenzo Montuori
Il nostro confronto con la parola dei poeti riprende con la voce di un poeta giapponese che, per alcuni motivi, è stato molto vicino all’Italia: si tratta di KIKUO TAKANO, nato nell’isola di Sado nel 1927 e morto nel 2006. Takano ha ricevuto una formazione scientifica e si è laureato in ingegneria civile, facendo studi matematici nel campo del problema del “pi greco” ma ha sempre alternato l’attività professionale all’insegnamento nei licei e alla pratica della scrittura poetica. Componente del gruppo “Arechi” che, nel secondo dopoguerra in Giappone, si ispirava alla poesia dello statunitense T.S. Eliot, Takano ha studiato i filosofi esistenzialisti tedeschi. I suoi testi, musicati da grandi compositori giapponesi, e comprendenti anche le forme della poesia classica giapponese (haiku), sono stati tradotti in inglese, francese, cinese ed italiano. Profondo ammiratore della cultura italiana, Takano ha frequentato, in vecchiaia, l’Italia ottenendo,a Parma nel 2005, il premio “Attilio Bertolucci” alla carriera. La sua poesia di stampo filosofico persegue l’essenzialità della forma e dei contenuti in una aspirazione alla semplicità come frutto di una progressiva purificazione secondo le teorie del pensiero “zen”. In questo contesto la parola poetica vale più per quello che tace che per quello che esprime. Si legga, dal volume L’infiammata assenza(2005), il seguente testo:
Anche se la parola Anche se la parola è una semplice spirale di conchiglia, voglio seguire quella sua orma vorticosa. Anche se la parola segna ciò che non c’è, voglio scrutare ciò che non c’è, trascinato dalla sua assenza. Nella parola c’è la via, c’è la via nella parola, ripeto da bambino ostinato. Si veda come per il poeta sia fondamentale indagare l’assenza perché è lì che meglio si percepisce la parola in cui si può individuare la ragione della nostra esistenza. Per questo aspetto, la vocazione poetica non si realizza per Takano nel contatto con la realtà ma si invèra in una sorta di scavo interiore fino alle radici del nostro essere; per il poeta, quindi, la vera poesia nasce, un po’ come per Ungaretti, dall’abisso. Si legga La mia parola dal volume antologico Secchio senza fondo (Poesie 1952-1998):
La mia parola La mia parola è la spiga di grano tenuta a rovescio in bocca: più mi contorco più scende giù in gola, per colpa dell’arista, senza un perché. La mia parola è la fiamma di candela che indicando il cielo si propaga verso il basso, pian piano, rendendomi al nulla, severa.
Orgoglio delle radici
“il PICCOLO zibaldone” con l’obiettivo di recuperare negli abitanti di questa città un orgoglio delle proprie radici, senza scomodare ampolle e letture un po’ personalizzate della storia, inaugura una rubrica fissa dedicata ai grandi cremonesi che hanno segnato la Storia nei vari campi del sapere e della cultura.
Francesco Dattaro e suo figlio Giuseppe Dattaro, sono i due principali costruttori della più importante famiglia di architetti cremonesi del Cinquecento. I Dattaro iniziano la loro attività nell'ambito del cantiere della Cattedrale di Cremona, affiancati da pittori, dai membri della famiglia di ebanisti Sacca, e dall'ingegner Antonio Melone. Tra i membri esordienti di questa famiglia di architetti si annovera un Giovanni Dattaro che appare dapprima come semplice Massarolo (cioè muratore) della
Francesco e Giuseppe Dattaro Cattedrale di Cremona e, solo successivamente, viene eletto all'importante carica di Massaro (intorno al 1525), assieme a Paolo Sacca detto “Bramante”. Le loro frequentazioni del poeta ed architetto cremonese Benedetto Ala, così come quelle del letterato cremonese Marco Gerolamo Vida, e quelle dei loro committenti comprendenti i membri della famiglia Sfondrati, come il loro progettista associato Lorenzo (o come il celebre Francesco Sfondrati in rapporto con Marcantonio Flaminio), probabilmente li portano a conoscere da vicino disegni inediti del Sesto Libro di Sebastiano Serlio, oltre a planimetrie che Jacques Androuet Du Cerceau disegna in Francia verso la metà del secolo, parallelamente agli anni della presenza del Bolo-
gnese Serlio. Le loro opere principali sono le chiese di Santa Margherita, di San Pietro al Po e di Sant'Abbondio a Cremona, il palazzo di Ludovico Barbò, di Giovanni Vidoni e di Giovan Carlo Affaitati a Cremona, il palazzo Affaitati di Grumello cremonese, il palazzo di Ludovico Sichizzi a Casteldidone, il Casino del Giacinto di Sabbioneta, la villa di Schiarino e la palazzina del Bosco della Fontana a Marmirolo. Contrariamente a quanto affermato sino ad oggi dalla storiografia, nell'ambito dei cantieri cremonesi, secondo documenti d'archivio, i Dattaro subordinano alle loro decisioni quelle dei pittori come Giulio Campi, e si associano spesso con muratori (ad essi subordinati) come Antonio Della Torre, Nicola della Noce,
Franceschino Laurenzi. La loro profonda conoscenza di opere inedite di Sebastiano Serlio, così come la loro ironia serlianesca nell'utilizzo degli ordini architettonici, e le molteplici citazioni di elementi dell'architettura francese del primo Rinascimento (il castello parigino di Madrid, del Bois de Boulogne è un esempio eccellente per il caso di Marmirolo), e di opere J.A.Du Cerceau, permettono di pensare ad un ipotetico soggiorno francese degli stessi architetti cremonesi. Del resto, i compagni d'esordio in Cattedrale dei Dattaro, cioè i Melone ed i Sacca, sono documentati archivisticamente, in terra di Francia, proprio verso la metà del secolo; essi possono avere costituito un altro tramite verso l'esperienza francese di Serlio. A conferma, il
L'interno della chiesa di San Pietro a Cremona
terzo livello del parigino castello di Madrid, residenza di caccia di Francesco I di Francia (costruita dal 1527), presenta una precisa citazione del secondo livello del cremonese chiostro di Sant’Abbondio, costruito dai primissimi anni del Cinquecento; forse i cremonesi hanno esportato le idee nostrane ed eccentriche, di questa interpretazione del bramantesco Belvedere, a Parigi. (Fonte: www.wikipedia.it)
Sport&Sport
INTERVISTA
il calcio
(per gentile concessione del Daily Lama)
V
engono ad intervistarmi da tutto il mondo, come sapete. Questo che segue è uno stralcio dell’intervista che ho concesso al Daily Lama, la Gazzetta di Shangai, il quotidiano sportivo più diffuso in Cina, quattrocentoventi pagine con sei miliardi di copie. (A chi fosse eventualmente sfuggito ricordo che il Daily Lama è il coraggioso giornale che ha svelato come la Nazionale di calcio sostituisse, per il secondo tempo, tutti i giocatori con altri perfettamente uguali). Quello fu il primo esperimento mondiale di clonazione umana, eseguito dal Prof. Cesare Galli, nato a Merone ( Como ) e oggi responsabile del Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione di Porcellasco , alle porte di Cremona. Data l’enorme quantità di gatti e scimmiette presente in Cina, il Prof. là si era recato per i suoi iniziali esperimenti. Le autorità scientifiche e sportive cinesi si resero conto dell’importanza del lavoro del veterinario non ancora Prof. E gli misero a disposizione la squadra di calcio che
deroga per il Piccolo. Tutti abbiamo una seconda squadra, qual’è la tua? La Fiorentina, fin dal 1955, ai tempi del dottor Fulvio “Fuffo” Bernardini, il più bel calcio visto in Italia dopo il grande Toro: era la squadra, tra gli altri, di Beppone Chiappella, Virgili, Cervato, Montuori e Julio Botelho detto Julinho, di cui “Fuffo” ebbe a dire «non ci sarà mai un’ala destra al mondo migliore di lui». Adesso la Fiorentina è solo giovane e bella, batterà i Rangers e andrà in finale di Coppa Uefa, ma se riesce a comprare qualcuno in grado di fare i cross e tirare i corner diventerà una grande. Prandelli è serio, sensato e non ipercinetico. Cosa ne pensi del tuo allenatore, Mancini? Non sono mai tenero con l’allenatore della mia squadra. Però devo ammettere che “Mancho” è il migliore degli ultimi quindici anni (a parte Simoni, inopinatamente licenziato). “Mancho” è Scorpione (come me), simpatico, intelligente e sornione ed ha anche imparato a navigare nel guano dei giornalisti (m. and f.) non cronisti nè critici ma solo gossipisti. Degli altri allenatori cosa
di Giorgio Tomesani
INTERMEZZO
Dedico questo intermezzo a Leonardo Colucci e al suo “onor di capitano” in difesa non solo di un gesto di un compagno: gesto imperfetto ma tutto da capire. Il pubblico fischia un giocatore perché non ha corrisposto le sue attese. Il giocatore sa da solo di non aver giocato secondo copione, ma non è un vecchio saggio, è un giovane irruente, inquieto perché deluso di se stesso. Richiamato in panchina non attende applausi, ma non sopporta fischi, io non so decidere se più assurdi che villani. Non amo i fischiatori se non i Sifoi dei Firlinfeu - chiedere notizie a Missoni che li ha sentiti prigioniero in Africa, e che gli hanno reso meno atroce la lunga prigionia. A chi fischia un giocatore della sua squadra invio un messaggio: fatti fischiare le tue orecchie quando la tua morosa (se ne hai una) va a spasso con un suo amico e tu sei lì ad asciugarti la saliva tra i denti, o imbecille. Onore al merito Leonardo Colucci, questo deve fare il capitano di una squadra.
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Eugenio Grignani
Cremonese Padova 2 a 2 I patavini e un “poareto”
è
finita come “ non “ doveva finire e questa volta sono drastico. Quelli del nordest, senza sfiorare la politica, hanno tentato la scalata non dico della montagna, ma di una grossa collina irta di bitorzoli: alcuni duri, altri quasi duri, un paio tipo foruncoli. C’era anche un cancello alla base della nostra collinona, le chiavi nelle manone di tale Sirigu. In un paio di occasioni è stato costretto ad aprirlo, in altre (ne ho contate quattro o cinque) ha detto che non giravano nella toppa ormai bollente per il sole quasi estivo. Lui, Rossi, Colucci, Viali, Ferrarese, Graziani, Chomakov fanno otto su dieci, in campo a difendere quella che ancora una volta chiamerò collina, poi scriverò più terra a terra. Non mi permetto, per abitudine, di giudicare l’operato dell’allenatore, non conosco il perché delle sue decisioni, né può conoscerlo, se non a spanne, chi non vive dentro la sua testa. E la testa di Mondonico funziona bene, a giudicare dai risultati sin qui ottenuti, e non solo sui prati della serie C. Ma se qualche ragazzo per due o tre partite no va a empujar (dare slancio, n.d.r.) non può certo andarci lui, non è il suo ruolo. Il peperoncino invocato la settimana scorsa sotto la coda di Zauli pare entrato un po’ in funzione visto che tutto sommato nell’ultima occasione si è mosso con più ardore, se preferite con meno nobile distacco dalla realtà del prato verde, fatta di sudore e di qualche sforzo, oltre che di esperienza e tecnica, doti che certamente non gli mancano. Nel secondo tempo gli si è accorciato il respiro, ma insomma…si è scritto di un solo piccolo peperone, non di un grappolo. Poche storie. Impossibile mettere il silenziatore sulla presenza di Fietta, davvero sconsolanti i suoi quattro strafalcioni, ma forse son stati cinque: e alla Cremo sono costati cari. A questo riguardo il commento di Mondonico in sala stampa a fine partita sarebbe degno del miglior diplomatico.
Del Piero nella sua tipica esultanza dopo una rete
Roberto Donadoni, Allenatore della nazionale italiana
doveva affrontare i Mondiali. Fu un sucessone: anni dopo Già padre di Galileo, primo clone di toro adulto, Cesare Galli stupirà di nuovo il mondo con la nascita di Prometea, puledra nata dal clone di Stella Cometa . Una Pleiade di successi ( vedi a pag 11 Il Veneranda n.d.r.). Ho concesso l’esclusiva ma ho ottenuto una
pensi? Tutto il bene possibile di Donadoni. Non fa geopolitica, è onesto nelle ossa, non fa piaceri nè sconti a nessuno e vuole formare un gruppo indipendente da gobbetti e puponi. Perciò ha contro tutto il vecchio palazzo. God save the Donadun. Degli altri, per così dire, di peso, è già spiegato
tutto nel nome: Claudio “Napoleone” Ranieri, Carletto “Bollito” Ancelotti, Luciano “Cotica” Spalletti. Di Cesare Prandelli, bresciano, ho già detto. Come fai a considerare bollito Ancelotti, campione del mondo? L’impresa più incredibile di Ancelotti è stata quella di non vincere lo scudetto con la Juventus. Convocheresti Cassano in Nazionale? Di corsa. Ci vuole qualcuno che tenga allegro l’ambiente. “Cavallo pazzo” è più intelligente e bravo di quanto lui non sappia. Non andarglielo a dire. Cosa ne pensi dell’ultima uscita di Moggi: «il calcio
non è per i gay, non ci sono gay nel calcio»? Quello che dice Moggi non mi entra neanche in un orecchio perchè ho paura delle infezioni. Dovresti rivolgerti a lui, credo che i giocatori e gli uccellini della Juventus li conosca bene. Comunque spero che quella uscita sia proprio l’ultima. Penso che dovrebbe scattare, quanto meno, la custodia cautelare. E di Del Piero cosa mi dici? Grande stagione la sua. Sì, grande stagione. Del Piero è una giovane promessa del calcio italiano. Ha capito che deve esibire la lingua quando esulta, così tutti gli danno un lecca-lecca. (continua al prossimo numero)
Emiliano Mondonico, allenatore della Cremonese
Era il giorno speciale del Favalli day ed è stato proprio Erminio a portarlo alla Cremo nel recupero di mercato. Niente di strano: se mai era da valutare con più attenzione la dedica della giornata, prima di una partita che si poteva anche non vincere Meglio , molto meglio, il silenzio prima della gara: neanche il cinguettio di un uccellino, non un breve colpo di tosse, un silenzio quasi irreale. Tutti gli occhi su un ritratto che ringraziava tutti sorridendo. Spero che quell’uomo buono accompagni la squadra e tutti noi a Lecco. In silenzio.
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Sport
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circuito del porto/1: le radici della più profonda storia del ciclismo cremonese
Una corsa tra paesaggi e profumi padani
Q
di Cesare Castellani
uarantadue anni non sono pochi nella storia di una manifestazione sportiva. Per questo il Circuito del Porto è ormai diventato una grande realtà nell’intero panorama ciclistico internazionale: è una di quelle corse che si attendo-
ne d’arrivo e già il pensiero corre all’anno dopo, ai correttivi eventuali da apportare, alla intera macchina organizzativa, perché l’allestimento e la preparazione di una corsa come il «Porto» richiedono un anno di lavoro. Una gara come questa non si improvvisa: se ogni volta un paio di centurie di corridori (e son sempre i migliori in circolazione) si
ne frenetico man mano che s’avvicina il giorno della gara. E ad ogni edizione (pare un miracolo!) la competizione si fa sempre più
la fatica, sovente sostenuto nella sua opera sfiancante dal sole arrogante di maggio che asciuga i polmoni, indurisce le gambe, fino a
ma grandi realtà industriali di Cremona. Il «Porto» è nato come la corsa di Cavatigozzi, covo storico degli amanti del
lontana a far da tribuna a migliaia di spettatori. I boschetti profumati dalle robinie ornate di bianco da fiori dall’intenso profumo
La volata al traguardo del circuito 2007: Primo arrivato Guarneri della Lquigas, secondo Tortella e terzo Costanzi, entrambi del CCC
Guarneri e Costanzi sul podio
no con ansia da un anno all’altro. Non s’è ancora spenta l’eco della voce dello speaker che annuncia l’ordi-
presenta allo starter, è proprio perché alle spalle si propone un lavoro d’equipe intenso, costante, che divie-
grande, importante, appetibile. E’ la corsa, per antonomasia, della pianura, che si snoda nel panorama piatto e uniforme, tra campi di mais da poco seminati, prati di trifoglio splendenti di smeraldo, nel verde chiaro e brillante dei pioppi che cominciano a perdere il loro piumino rendendo l’aria stopposa, sfumando i contorni e sbiadendo i colori. E in quelle giornate in cui il Favonio dell’avanzata primavera riesce a farla da padrone rendendo più dura
schiantare i non avvezzi ai ritmi elevati di una corsa che si snoda sempre a velocità quasi impossibili, non è raro assistere ad una gara dai toni drammatici elevati, spesso dal risultato sorprendente. E’ la corsa che rende omaggio alla città ed al suo grande fiume: i corridori lo intravedono dagli argini ancora ornati dai fiori di campo dagli intensi sfolgoranti colori di primavera, ma è anche la corsa che conosce il porto e le grandi industrie, che sfiora le poche
ciclismo quando un gruppo di amici che faceva capo al Bar Nuovo e soprattutto a Costantino Secchi, volle rivivere i fasti di un ciclismo che nella frazione vantava radici lontane, di ottant’anni almeno, ma è diventato in breve la corsa di tutta Cremona sportiva. Le piatte, tranquille visioni della pianura dominata, di lontano, dal Torrazzo e, a lato dalla selva luccicante d’acciaio della raffineria, i paesaggi piani, ma tuttavia variegati, gli argini diritti di cui solo si immagina la fine
appena sbocciati sotto le quali s’appostano i tifosi con le loro sontuose dotazioni di fiaschi e damigiane, salami e cotechini, uova sode e mortadelle, ove chiunque si fermi viene accolto e rifocillato con la stupenda amicizia che solo i tifosi di ciclismo, prima ancora che gli uomini di sport sanno offrire, costituiscono le scenario stupefacente di questa corsa cui è stato affidata l’onerosa eredità di continuare le grandi tradizioni ciclistiche cremonesi.
Sport
Venerdì 2 Maggio 2008
circuito del porto/2: In gara corridori di gran fama
Oltre 200 ai nastri di partenza
T
di Cesare Castellani
utto pronto per la 42esima edizione del Circuito del Porto Trofeo Arvedi. Un anno intero di lavoro per l’organizzazione del Club Ciclistico cremonese Gruppo Arvedi, che si risolve in poco più di quattro ore di gara. Intense, combattute, condotte allo spasimo, ventre a terra, dalle due centurie di corridori la cui iscrizione è stata accettata dall’organizzazione. Oggi i regolamenti internazionali non concedano che siano alla partenza più di 200 corridori, il che ha costretto il CCC Arvedi a respingere le richieste di sette-otto squadre nazionali oltre a parecchie italiane privilegiando quelle che sono solite prender parte alla corsa e alcune lombarde. Tutte le formazioni presenti, comunque, sono dotate di corridori di punta veloci, perché al novanta per cento questa è corsa che si risolve in volata e in cui i signori dello sprint si danno battaglia sulla fettuccia d’arrivo. C’è un solo grande favorito ed è Jacopo Guarnieri, il vincitore dello scorso an-
no, il corridore che, insieme a Edo Costanzi, promette di ripetere, prima o poi, i fasti antichi della coppia regina del ciclismo cremonese, quella composta da Alfo Ferrari e Silvio Pedroni. Purtroppo quest’anno Edo non ci sarà: una terribile caduta nella prima tappa del Giro delle Regioni ha ormai compromesso la sua stagione agonistica e non tornerà certamente alle gare prima della fine di agosto. Un po’ più facile il compito di Jacopo, ma non per questo il «Principe», che attende solo la conferma al Porto per esser definito “Re” delle volate, non avrà da guardarsi da altri concorrenti. Una rapida scorsa al lotto dei partecipanti, ed ecco apparire sprinter del calibro di Alex Buttazzoni, l’alter ego di Guarnieri alla Marchiol (tre vittorie quest’anno pur correndo spesso in appoggio al capitano), Stiven Fanelli, Giorgio Brambilla, il vincitore della stupenda gara di Negrar, i cremaschi Alberto ed Erminio Gatti che lo scorso anno terminarono la gara alle spalle di Costanzi, poi Paolo e Luca Locatelli, e soprattutto Samuele Marzoli, il piacentino di Cadeo
rientrato tra i dilettanti dopo una già lunga, ma poco fortunata milizia professionistica: uno specialista degli sprint che sicuramente si troverà a proprio agio sul rettifilo finale di Viale Po, Michele Merlo, e tanti stranieri tra i quali soprattutto l’Australia che al Porto ha sempre fatto bene portando corridori di eccezionale talento (tra tutti ricordiamo quell O’ Grady che ad Atene vinse le Olimpiadi nell’americana e che trionfò in solitudine a Roubaix lo scorso anno). Ci sono poi i russi e gli ukraini, che hanno portato in Italia due squadre di giovani che si
stanno affacciando al mondo internazionale e che sono pericolosissimi per la eccezionale combattività che stanno dimostrando in ogni corsa, mentre un po’ defilata è la nazionale inglese, che debutta al Porto e che potrebbe avere nelle sue file alcuni uomini fortissimi in volata, stando a quanto s’è visto ai recenti campionati del mondo su pista. Partenza alle ore 13.30. Circuito di 15 K. da percorrere 12 volte per un totale di Km. 180. Giuria internazionale presieduta dallo spagnolo Pedro Igueleren Miquelerena.
Benedini e Viola Pagliari campioni italiani di fondo Ennesimo titolo italiano (ne abbiamo perso il conto ormai) per Franco Benedini. Il canoista cresciuto alla Bissolati ed attualmente in forza alle Fiamme Gialle lo ha colto nella distanza dei 5000 metri (distanza non olimpica) in coppia con Andrea Facchin sul Campo di gara Sparafucile a Mantova.
7° posto per Alessandra Frittoli (Kodokan)
Alessandra Frittoli in gara a Genova
Genova- La Lanterna ha salutato, dopo due giorni di intensi combattimenti, i nuovi campioni Assoluti d’Italia. Alla massima manifestazione agonistica nazionale, il Kodokan Cremona era presente con Alessandra Frittoli (-63 kg), senz’altro atleta di punta del judo cremonese. Alessandra ha concluso la gara con un settimo posto molto positivo, soprattutto tenendo conto delle circostanze in cui è maturato. Infatti, nell’incontro d’apertura, vinto per ippon (k.o. tecnico) contro l’atleta Risi (Judo Lissone), Alessandra riportava una fortuita quanto noiosissima lussazione al primo metatarso. Decisa a continuare la gara, Alessandra superava, buttando sul tatami tutto quanto aveva a disposizione, la forte Carofiglio (Yama Arashi Udine), ma ai quarti di finale era sconfitta dalla massiccia atleta ligure Truglia (Sharin Quiliano): un vero peccato, poiché la penalizzazione per passività,
comminata nella fase iniziale dell’incontro e probabilmente evitabile in condizioni normali, le costava il match, perso, va detto, pur senza subire una sola tecnica. Nel recupero Alessandra vinceva ancora un incontro per ippon contro la siciliana Distefano (Basaki Ragusa), ma doveva poi rinunciare al sogno della finalina per il bronzo ad opera della talentuosa Gwend (Ksdk Parma), atleta potente e dinamica, che imponeva volutamente al match un ritmo fisico che la cremonese non poteva più reggere. Va ricordato che gli “Assoluti” rappresentano il campionato Italiano “professionistico”, e quindi il settimo posto di Alessandra è da considerare, per un’atleta “dilettante”, un risultato di tutto rispetto che valorizza il buon momento della sezione agonistica del Kodokan. E la stagione non è finita: a maggio sono in programma i Campionati Italiani Under 23 e Universitari.
pugilato
Marchetti di nuovo sul ring il 16 maggio a Trieste
Franco Benedini, cresciuto alla Bissolati, ora delle Fiamme Gialle
La competizione per il titolo nazionale è stata disputata al termine delle gare internazionali sulle distanze olimpiche che avevano già visto il pagaiatore cremonese protagonista sia in K1 sia in K2 ove aveva gareggiato in coppia con il giovane friulano Zerial, uno dei mi-
Judo: Campionati Italiani
La partrenza da Piazza Stradivari
canottaggio: i cremonesi in nazionale
Viola Pagliari della Canottieri Baldesio
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gliori dell’ultima leva. Conferma, questo successo tricolore, della buona condizione raggiunta da Benedini in vista dei campionati europei che si disputeranno a partire dal 18 maggio all’Idroscalo Milanese e che saranno l’ultima occasione offerta all’Italia per qualificare i suoi atleti alle Olimpiadi di Pechino, occasione fallita la scorsa estate ai mondiali ove ottennero il pass soltanto le donne. Benedini, anche secondo il parere del ct della Nazionale Oreste Perri, vanta ancora molte possibilità di qualificazione. Intanto, nei prossimi giorni e dopo alcune altre prove. Perri deciderà la composizione de-
gli equipaggi che scenderanno in acqua all’Idroscalo. Nella stessa giornata di gare un altro titolo italiano è arrivato a Cremona grazie alla Junior Viola Pagliari (Baldesio) la quale non ha avuto praticamente avversarie visto il divario che l’ha separata dalla seconda arrivata. Anche due medaglie d’argento per la stessa società guadagnate dal K2 di Albertoni-Cadenazzi e dal K2 Ragazze di Bozzetti-Pagliari nella categoria Ragazze. Medaglia di bronzo, infine, per Filippo Vincenzi (Bissolati) di pochissimo avanti a Marius Ruginescu (Baldesio).
Già fissati i prossimi appuntamenti agonistici per Cristian Marchetti che avrà davanti a se un periodo estivo di pieno impegno. Lo ha annunciato il suo procuratore Mario Loreni martedì pomeriggio in occasione delle operazioni di peso della riunione di Piacenza in cui il campione italiano dei mediomassimi dilettanti ha debuttato al professionismo contro lo slavo Nikolic. Marchetti sarà di nuovo sul ring in una grande riunione a Trieste il 16 maggio contro Ivica Kukusic, un altro pugile slavo, di nazionalità croata questi, che figura al 491 posto nelle classifiche mondiali della categoria e vanta una grossa esperienza internazionale. Tra l’altro ha anche combattuto una trentina di volte da professionista in Italia ove ha affrontato tutti i migliori, se pur con risultati
Cristian Marchetti
alterni. sarà comunque un ottimo test per Marchetti che poi salirà sul ring a fine maggio a Brescia, probabilmente nella riunione che si terrà in Piazza della Loggia, quindi in giugno a Viadana, poi a Cicognara, mentre si sta lavorando anche per vedere di inserirlo in una riunione da effettuarsi a Cremona prima della metà di luglio o, al massimo, verso la fine dello stesso mese.
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Sport
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Il treno dei play off è pronto a partire
La Vanoli avrà comprato un biglietto a lunga percorrenza, o sarà viaggio breve?
S
di Giovanni Zagni
i è chiusa domenica la stagione regolare in Legadue ed al termine di trenta durissimi scontri, la classifica premia la Carife Ferrara, promossa direttamente in A1, mentre vanno ai play off dai quali uscirà l’altra promossa, Caserta, Sassari, Reggio Emilia, Vanoli Soresina, Casale Monferrato, Pistoia, Jesi e Rimini cioè le squadre che occupano le piazze dalla seconda alla nona. Retrocedono in B d’Eccellenza, dal prossimo anno denominata A dilettanti, Montecatini e Novara. Commento brevissimo vuole che si sottolineino i meriti di Ferrara, un pizzico di delusione per Caserta che sulla carta avrebbe dovuto uccidere il campionato, l’impresa di Livorno che ha ottenuto ottimo
Conti della Vanoli Basket
piazzamento pur penalizzata di 4 punti in partenza e le eccellenti performances di Sassari. Per quel che riguarda la Vanoli c’era da capire se il consolidamento nel campionato sarebbe stato agevole e diremmo che lo sia stato, ma la tifoseria, forse a ragione, mugugna per qualche battuta a vuoto pesante e soprattutto per il
finale in netto calo di condizione fisica e psicologica. Ora parte il treno play-off sul quale Lollis e compagni son saliti con merito e, almeno nelle intenzioni, paiono pronti a dire la loro… ad alta voce. Il primo avversario sarà Casale Monferrato, ad iniziare da domenica 4 maggio al Palasomenzi, per
ripetersi martedì e di seguito venerdì a Casale ed eventuale gara tre ancora a Casale domenica 11 maggio. Si andasse alla bella, il campo premierebbe ancora la Vanoli, nel senso che il miglior piazzamento in campionato vedrebbe la contesa al Palasomenzi. Un osso duro da subito per le truppe di Patron Secondo Triboli, ma inutile fasciarsi la testa poiché se si vuol far bene, come si promette, bisogna vincere tre serie per fare il salto di categoria. IL team di Cioppi per numero e qualità ci pare assolutamente in grado di provarci con successo, ma come sempre saranno voglia e motivazioni a portar frutto. Importante, a nostro parere, sarà la “panchina lunga” perché gli scontri sono previsti a tambur battente, molto ravvicinati nel tempo e se poi salisse la temperatura, potrebbero arrivare verdetti anche sorprendenti.
Pallacanestro Serie b/2
Juvi, ottimo inizio nella volata finale
Chi ha già iniziato il viaggio nei play off, è la JuVi Rossini’s in B2. L’esordio è stato eccellente con vittoria a Verona, in gara uno, con “bomba” di Grobberio a fil di sirena. Tutto ok, visto che adesso saranno gli scaligeri a venire a Cremona per garadue ed eventuale bella. Ma
secondo turno degli spareggi finali, consci delle loro potenzialità che non sempre son riusciti a tradurre in vittorie durante la stagione regolare. Mai vuoi vedere che concretezza e determinazione, anche in trasferta, siano merci pregiate che la JuVi ha con-
pallavolo: Una delle peggiori performance della stagione
Magic Pack, partenza rovinosa
Stufi fella Magic Pack in ricezione
Pessimo inizio, purtroppo, dei playoff di volley, destinati a designare la terza squadra che salirà in A1. La Magic Pack più brutta e inconcludente vista quest’anno. Doveva proprio capitare nella partita d'apertura della finale dei playoff! Gara che nemmeno si può commentare perché gara in pratica non c'è stata se non nel primo set, equilibrato e combattuto, in cui l’Esperia ha anche dato l’impressione di poter prevalere. Poi la squadra di Miccoli è andata a sbattere contro il muro avversario, s'è intestardita a voler superare sempre con le stesse armi un'avversaria cui andavano tutte diritte, che non sbagliava un intervento, che aveva anche quel briciolo di fortuna che non può mai non accompagnare una brillante prestazione di squadra ed ha finto per perdersi nel classico bicchier d'acqua, Peccato perché nel primo tempo, pur riconoscendo quel tantino in più sul piano tecnico che le pavesi già avevano dimostrato nei precedenti incontri di campionato, si aveva la chiara impressione che la determinazione e l'affiatamento comparsi nelle ultime partite nel bagaglio dell'Espe-
ria potessero colmare il piccolo gap. La squadra gialloblu, invece, s'è sciolta come neve al sole dopo essere stata costretta a lasciare il primo set in mani avversarie. Nessuna reazione, nessuna idea nuova, se non qualche cambio con cui non si capiva se Miccoli volesse risparmiare qualche giocatrice per la seconda parte del match ritenendo ormai persa la seconda frazione, o se tentasse qualche soluzione di gioco nuova e imprevista. La Magic, invece, è andata incontro
Un muro della compagine cremonese
al suo destino senza reagire: solo qualche sprazzo nel finale del terzo set quando ormai i giochi erano fatti e anche Pavia aveva leggermente allentato la stretta sentendosi ormai ad un passo dalla vittoria. Eppure non era cominciata male, con la Magic Pack che dopo un inizio un po' contratto in cui aveva probabilmente risentito dell'emozione di trovarsi acclamata da tanto pubblico, s'era lasciata scappare le avversarie sino al 2-5 prima di trovare le giuste distanze e andare alla prima pausa tecnica sull'8-6 grazie ad un ace di Giulia Rondon preceduto da un paio di bordate di Lucia Bacchi. Prendeva il largo la squadra di casa fino al 13-9, ma le pavesi rientravano se pure a fatica e si procedeva punto a punto sino al 23-23 quando l'arbitro giudicava fuori un pallone schiacciato da Fanzini che a noi era parso nettamente buono . 23-24 e il set si chiudeva con un pallone out respinto dal muro cremonese, Nulla di rotto, a quel punto, anche se Pavia andava avanti di un set, ma il disastro maturava subito dopo. A partire dal secondo set, però. il buio assoluto. Potremmo dire che nessuna delle giocatrici di Miccoli s’è salvata tranne forse Luna Carocci impegnata a respingere e sollevare quel che poteva. Fanzini ha sbagliato molto, Lucia Bacchi ha quasi sempre trovato un muro fortissimo a sbarrarle la strada, Garcia Marquez ha sparacchiato le sue bordate sempre nella stessa direzione ove c’era regolarmente un’avversaria a sollevarle. Dalle altre, solo qualche sprazzo e nulla più. Solo molta rassegnazione. Il che, francamente, è inspiegabile. Ora si va a GaraDue, domenica nella bolgia del PalaRavizza di Pavia ove ci saranno almeno 3000 persone a sostenere Horvath e compagne. Non sarà facile, ma bisogna reagire e raddrizzare la situazione. Poi ci rivedremo, mercoledì prossimo, al Palasomenzi.
Andrea Conti della Juvi Rossini's
intanto che andiamo alle stampe probabilmente coach Adami ed i suoi ragazzi avranno già chiuso il conto con la Popolare Veneta ed aspetteranno in serenità il
servate in freezer per consumarle in occasione di queste finali ? Sarebbe sorpresa graditissima per tutto il movimento cremonese. In bocca al lupo ! G.Z.
duathlon
Successo per la prima edizione della gara
Un momento della manifestazione
Oltre un centinaio di iscritti al 1° Duathlon del Torrazzo che prevedeva tre prove, la prima di cinque chilometri di corsa a piedi, la seconda di 20 Km. in bicicletta, la terza ancora di 2,5 chilometri a piedi. I vincitori della porova maschile e femminile sono stati rispettivamente Alessabdro Massardi del G.S. Manerbese Vacanze e Ilaria Zavanone del Sai Frecce Bianche di ASlessandria mentre a Gastone Breccia (TD Cremona) e Elisabetta Manini (Triathlon Stradivari) sono andati i titoli privinciali di specialità. Il vincitore ha costruito il suo successo nelle prove podistiche. Era infatti transitatoi per primo al cambio, ma poi Daniele Fiumara (cus Parma) aveva recupoerati parecchio nel tratto in bicicletta riuscendo anche a sopravanzarlo, ma il finale è stato tutto favorevole al vincitore che si è presentato al traguardo con unaventina di secondi di margine sul parmense.
Sport
Venerdì 25 Aprile 2008
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Splendido successo della tradizionale gara nazionale organizzata dal' A.S.D. Puntoraffavolo
Il «Martiri» a Proserpio, battuto in finale Benedetti
I
di Massimo Malfatto
l brianzolo Paolo Proserpio ha fatto centro aggiudicandosi alla grande il 63° trofeo «Martiri della Libertà», gara nazionale individuale organizzata dalla Puntoraffavolo A.S.D. Un successo sofferto ma ampiamente meritato quello del prestigioso giocatore di A1, vincitore lo scorso anno della «Fanino», in coppia con Paleari, che iscrive per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro di questa prestigiosa manifestazione. Ancora una volta grande successo di pubblico, ma soprattutto di gioco che ha ampiamente ripagato gli sforzi degli organizzatori, dal presidente Gennaro Giarrusso a Maurizio Panzi. A questa edizione della «Martiri» si sono iscritti 152 giocatori (tutti di categoria A) in rappresentanza di 62 società, 20 comitati provinciali e quattro regionali (12 i forfait). Si inizia alle ore 9, gironi molto equilibrati, parecchi sportivi attorno alle corsie e subi-
CLASSIFICA GENERALE 63° Trofeo «Martiri» 1° Proserpio Paolo (Tritium -BG) 2° Benedetti Gianpietro (Brescia BOCCE –BS) 3° Suardi Roberto (Astra-PC) 4° Mussini Maurizio (Rinascita- MO) 5° Luraghi Paolo (Inox Macel-BS) 6° Ellani Fabio (Old Facsal-PC) 7° Brandoli Luca (Rubierese-RE) 8° Manghi Roberto (D.Pietri-MO) 9° Ghisolfi Giuseppe (Can.Bissolati-CR) 10° Galelli Fausto (Astra-CR) 11° Biglieri Eugenio (Campagnolese-RE) 12° Paone Ferdinando (Bellaria-BUSTO) 13° Pedrignani Alberto (Vis Trescore-CREMA) 14° Castellari Mauro (Città Tricolore-RE) 15° Savi Osvaldo (Ariberto-CO) 16° Aglani Adelio (Boito Bocce-MONZA)
Proserpio, vincittore della "Martiri" premiato da Giarrusso (presidente PRV) e dal vicesindaco Baldani
to alcune esclusioni illustri come quelle di Zovadelli e Tosca. Tra i cremonesi note positive per Giuseppe Ghisolfi, Fausto Galelli e Claudio Ardoli, mentre tra i cremaschi in evidenza gli inossidabili Alberto Pedrignani e Pierantonio Comizzoli. Purtroppo il cammino dei nostri bocciofili dura poco: Pedrignani viene battuto da Paolo
Luraghi, Comizzoli perde il recupero con Proserpio che nel turno successivo elimina anche il bissolatino Ghisolfi. Disco rosso anche per Ardoli opposto ad Agliani, mentre Galelli, pur giocando un’ottima partita, deve cedere al blasonato Benedetti per 10-12. Semifinali diametralmente opposte: su una corsia Proserpio si sbarazza del
GP città di soresina
Vincono Scandelli e Vitali In evidenza Minerva
Pierangelo Scandelli vincitore di categoria A/B
E’ andato oltre ogni più ottimistica previsione il 4° Gran Premio città di Soresina, gara regionale individuale (con due finali) organizzata con il totale patrocinio del comune soresinese e in collaborazione con la bocciofila Tranquillo. Nella categoria A/B sul gradino più alto del podio è salito Pierangelo Scandelli. Il portacolori della canottieri Flora superava nei quarti Pierantonio Comizzoli (12-6) e con lo stesso punteggio si imponeva in semifinale su Lodovico Lacca. Nella parte bassa del tabellone ancora note positive per il beniamino di casa Antonio Minerva che in
semifinale “strapazzava” il compagno di società Massimo Scarinzi per 12-1. Finale molto equilibrata e ben giocata da entrambi i giocatori: la spuntava Scandelli sul pur bravo giovane bissolatino con il punteggio finale di 12-10. Risultato a sorpresa nella categoria C/D e meritato il successo di Claudio Vitali. Il bissolatino batteva nei quarti il piacentino Floriano Scaravella (12-5) ed in semifinale aveva la meglio su Franco Mandelli per 12-8. In finale approdava anche Enrico Masseroni che in semifinale superava sul filo di lana il bresciano Giuliano Carrera. Match di finale incerto dove la spuntava il bissolatino Vitali su Masseroni con il punteggio di 12-9. Ha diretto la gara Somenzi Francesco, sostituito negli ultimi giorni da Annibale Barbisotti per problemi familiari, arbitri di finale Barozzi, Filini, Guerrini e Tosi. Frattanto lunedì 28 sono iniziate, in contemporanea, le ultime due manifestazioni del calendario boccistico invernale. La prima, il memorial Begarelli organizzato dal centro sportivo S.Zeno in collaborazione con la Puntoraffavolo A.S.D., si concluderà sabato 3 maggio, mentre la seconda avrà il suo epilogo sabato 10 sulle accoglienti corsie del bocciodromo di Mirabello Ciria. MM
piacentino Suardi con un perentorio 12-1, mentre sull’altra Benedetti prevale su Mussini per 12-10 al termine di uno splendido ed incerto match. Finale molto equilibrata dove la spunta Proserpio su Benedetti per 12-10. Al termine grande soddisfazione del giocatore monzese, dei genitori ma soprattutto di Luigi Natali: infatti Proserpio è un suo pronipote e quindi c’è un po’ di sangue cremonese nel successo della “Martiri”. Ha diretto la gara il piacentino Mauro Gioia, assistente Gabriele
Paolo Proserpio in azione (foto di Bidoni Giovanni)
Ceriati, arbitri di finale Bassetti, Mineri, Poli e Massarini. Gradite le presenze del vice-sindaco Luigi Baldani, dell’assessore regionale Gianni Rossoni e deI presi-
dentI Fib Lombardia Bruno Casarini e del Coni Rodolfo Verga mentre il comitato provinciale era rappresentato dal vice-presidente Giovanni Piccioni.