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VENERDI’ 9 SETTEMBRE 2011 • Supplemento settimanale al n° 34 de “Il Piccolo Giornale”
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INDAGINE DI IPSOS, COMMISSIONATA DAL PD
SONDAGGIO: COLPEVOLE IL SINDACO
Secondo i 400 cremaschi intervistati il 1º luglio è la debolezza di Bruttomesso la prima causa del voto scadente di questa amministrazione. Sul banco degli accusati, anche il Pdl. Ma chi vota centrodestra non voterà centrosinistra. A meno che... LA POLEMICA
L’articolo 18 non è un tabù
S
di Renato Ancorotti rancorotti@gmail.com
gombriamo il capo dagli equivoci. L’articolo 8 della manovra finanziaria non modifica l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Non abolisce i diritti costituzionali dei lavoratori e non rende liberi i licenziamenti. Introduce una nuova regola: a fronte di maggiore occupazione e di più elevati investimenti, viene consentito ai sindacati, se lo considerano necessario, di firmare accordi anche in deroga alla disciplina legislativa contenuta nell’articolo 18. In poche parole: è il sindacato che deve valutare, per singole realtà produttive, qual è la miglior rapporto di lavoro per ottenere, come si diceva, più posti e un futuro in azienda più sicuro. Questa è la realtà. Di fronte alle sfide del mercato, è necessario trovare più avanzati punti di incontro tra i diritti dei lavoratori e le esigenze delle imprese che devono competere ormai a livello globale. Il tutto nella massima trasparenza tra le parti. Due fatti sono certi, al di là delle divisioni che sono ormai soltanto ideologiche. Il primo: se un imprenditore ha fiducia nelle capacità professionali e nella serietà di un suo dipendente, difficilmente lo lascia a casa, articolo 18 o meno. Questo vale per chi ha 50 e oltre lavoratori in azienda, ma anche e soprattutto per gli artigiani che considerano il bravo e onesto collaboratore come uno di famiglia. Il secondo fatto: la deroga dell’articolo 18, in accordo con il sindacato che accetta pure lui la grande sfida dei mercati, incentiva gli imprenditori a investire di più nelle loro aziende. Perché, è stato ripetuto spesso, oggi è più difficile divorziare dal proprio dipendente che dalla moglie. Se, invece, il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore viene sancito non da norme di legge, ma da leggi di mercato, l’imprenditore è maggiormente disposto a rischiare. In caso contrario, continueremo ad avere diritti al lavoro troppo generosi per chi è già in azienda e nessun diritto per chi sta fuori e vorrebbe entrarci. Con buona pace dei sindacati.
di Tiziano Guerini
coalizione di centrosinistra; vantaggio comunque inferiore a quanto qualcuno si aspetterebbe. Il candidato sindaco di entrambi gli schieramenti potrebbe fare la n sondaggio elettorale per Crema. Un primo differenza. sondaggio, commissionato dal Pd a Ipsos, Passando alle questioni di merito dell’azione poliquello che fa le ricerche di mercato per la tratico-amministrativa di questi anni, trasparirebbe evismissione televisiva Ballarò. E’ stato effettuadente dal sondaggio un giudizio fortemente critico nei to con 400 telefonate a un gruppo selezionato di cittaconfronti della viabilità cittadina: parcheggi scarsi e dini di Crema, rappresentativa della sua popolazione troppo cari, multe facili, tempi di percorrenza eccessielettorale, il 1° luglio scorso. I risultati sono coperti da vi per troppi divieti e sensi riserbo. Le domande rivolte unici, mancata realizzazione dai sondaggisti erano le seo scelte sbagliate per opere guenti: quali le previsioni da tempo attese come il sudi voto? Che cosa non va e peramento della barriera ferchi sono gli eventuali colperoviaria. Anche il giudizio voli? Che cosa pensano sulla mobilità esterna alla dell’aministrazione della città risulterebbe molto neloro città? Qual è il modo gativo: Paullese disastrata, migliore per convincere gli treni obsoleti e spesso in rielettori indecisi? tardo. Nonostante la comprenUna valutazione suffisibile riservatezza sulle riciente verrebbe espressa per sposte elaborate dagli le iniziative culturali in città, esperti della Ipsos, qualche considerate positivamente elemento di giudizio è sia in quantità (forse addiritemerso dagli “addetti ai latura troppe e poco coordinavori” che sono ora impete) che in qualità: in particognati a tradurre in termini di lare quelle effettuate dal teapiù efficace campagna elettro S. Domenico, CremAretorale le indicazioni avute. I na, Pro Loco, scuole musicacittadini di Crema, ad esemli, e tante iniziative del pio, avrebbero espresso un mondo associazionistico citgiudizio particolarmente tadino. critico nei confronti del sinBruno Bruttomesso, Anche la politica dei “serdaco Bruno Bruttomesso sindaco di Crema vizi sociali” del comune verper la debolezza con cui ha rebbe considerata positiva, subito pressioni da parte del emergendo fra i cittadini un atteggiamento piuttosto maggior partito di maggioranza e dei vertici delle socritico nei confronti di coloro che a volte si mostrano cietà partecipate. Al secondo posto, sul tavolo degli troppo petulanti ed esigenti nel rivolgersi all’assistenimputati, i comportamenti e le pretese del Pdl, magza pubblica, magari a scapito di chi ne avrebbe maggiore partito di maggioranza, giudicato troppo attento gior bisogno ma vive il proprio disagio nella riservaalle ragioni di potere e poco ai bisogni dei cittadini. tezza. Infine un giudizio critico nei confronti della A questo punto, i cremaschi di Pdl e Lega votereb“macchina comunale”, che però non si riferisce diretbero per l’opposizione il prossimo anno alle amminitamente ai dipendenti comunali, quanto piuttosto alla strative? Pare di no. Gli elettori di centrodestra semmancanza di indirizzi operativi e comportamentali brano intenzionati a non dare il loro voto ai partiti di precisi nei loro confronti da parte degli amministratocentrosinistra, ma ad astenersi o non andare alle urne ri, oltre che alla scarsa considerazione per il loro lavonel caso in cui non fossero soddisfati dell’operato ro con conseguente demotivazione per i più impegnadell’attuale amministrazione. Da qui una previsione di ti e volonterosi. esito elettorale leggermente a favore di un’ipotetica
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L’OSPITE
Dove va la manovra di Enrico Tupone tuponee@alice.it
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a manovra di questi giorni tocca per ora solamente il lato prelievi e le pensioni, senza iniziare a tagliare in modo significativo su quello che è il maggior problema del nostro paese, ossia la spesa dell’apparato pubblico. Hanno ragione coloro che si sono arrabbiati perché nella manovra è stata infilata la riforma dell’art.18 sul licenziamento, unica riforma liberista in un panorama totalmente assente da riforme liberali, anche se non c’è da essere sorpresi visto che il governo aveva cercato di far passare in decreti che avevano ben altri scopi leggine salva premier o nomine di amici di Tremonti. Dunque sacrifici che nel nome della salvezza del paese e della salvaguardia dei nostri risparmi siamo costretti ad accettare ma per i quali dobbiamo pretendere che siano gli ultimi rivolti solo all’aumento di una pressione fiscale ormai insostenibile, alla diminuzione delle tutele dei lavoratori, alla riduzione del livello di assistenza sanitaria, per passare poi a riforme che indirizzino queste somme alla incentivazione degli investimenti, agli aumenti salariali, alla decrescita della pressione fiscale. E poi chiediamo a voce alta che la smettano di prenderci per i fondelli quando emanano norma in cui vietano i voli in business class per i parlamentari o norme atte a perseguire con la galera coloro che evadono il fisco per oltre l’irragionevole cifra di 3 milioni di euro, provvedimenti che non portano nulla in cassa ne tantomeno giovano all’immagine di una classe politica arroccata sui propri, intoccabili, privilegi. Ed è anche l’ora di finirla con un Paese dove le cose si ottengono per raccomandazione e tornare a un Paese in cui i diritti siano rispettati ed i doveri assolti.