CREMASCO Il
PICCOLO
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ANNO II • NUMERO 29 • SABATO 20 LUGLIO 2013
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I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI ESCLUDONO IL PERICOLO DELLA DELOCALIZZAZIONE
CHROMAVIS, SINDACATI: «UN AFFARE»
Cgil e Cisl «L’acquisto della maggioranza dell’azienda di Vaiano da parte della multinazionale francese Fareva è un avvenimento positivo, perché esclude un ridimensionamento della fabbrica. Grande opportunità di crescita e di sviluppo IL PUNTO DI VISTA/1
Contrordine, compagni...
L
di Simone Beretta simoneberetta@libero.it
a Giunta Ceravolo adottò il Piano attuativo della “Cascina Valcarenga” dove la scuola paritaria di CL sarebbe dovuta sorgere. Così come trasformò un’area a servizi pubblici, ingiustamente negata per una scuola paritaria, in area residenziale. Ancora oggi ci si chiede come sia stato possibile. Chi era il proprietario di quell’area davanti all’ospedale dove sarebbe dovuto sorgere un parcheggio di interscambio? Era lo stesso che chiese di potervi costruire la scuola? E’ certamente un brutto risveglio quello della sinistra, messa di fronte alla responsabilità di avere dato il via, in viale Europa, alla scuola paritaria di CL. Orticata, la sinistra si imbavaglia. Un silenzio difficile da rompere perché la verità è una sola. La Provincia deve dare il via al campus scolastico in via Libero Comune, perché deve rispettare una convenzione sottoscritta è perché una scuola pubblica in viale Europa è priva di logica. Su Via Libero Comune, con la realizzazione del campus scolastico e della scuola universitaria infermieristica, già realtà, si concentreranno quasi tutte le scuole superiori presenti in città e con esse palestre, mense, parcheggi, auditorium, etc. etc. Lì aveva senso anche la scuola paritaria privata. La inistra al governo della città ha spesso combinato pasticci. Ha detto di no alla Cittadella dell’anziano, al sottopasso di via Indipendenza senza averne mai realizzato uno; in compenso ha dato un miliardo delle vecchie lire ad un luminare per un sovrappasso tuttora atteso nell’ex area Ferriera. Ha detto di no ad una società cremasca per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti svendendo l’anima ad LGH. In compenso proietta , neppure gratis, qualche film da cineforum e si diletta in giochetti di bassa lega con qualcuno del centrodestra che privilegia i compagni comunisti piuttosto che gli amici del suo partito. Ma di questo ne riparleremo a breve, appena dopo le vacanze.
IL PUNTO DI VISTA/2
Renzi e renziani
di Enrico Tupone tuponee@alice.it
I
l ciclone che si è abbattuto sul PD dopo la scesa in campo di Renzi non accenna a perdere intensità. Le tre anime del PD, Ex DS, Cattolici e Renziani, si stanno confrontando ed affrontando i nodi irrisolti dalla fondazione a freddo del partito. I DS hanno portato con se la loro storia, la struttura aziendale del loro apparato, le feste, le cooperative, gli immobili, i legami forti con chi nel paese conta. I Cattolici hanno svolto il ruolo di pontieri fra l’ala moderata e cattolica del paese, il Vaticano, le strutture degli oratori e degli enti religiosi, l’area moderata ex DC che è stata in passato la chiave di volte per arrivare nelle stanze del governo. Renzi ed i suoi stanno cercando di scardinare questi meccanismi consolidati, approfittando di tutti gli episodi, e non mancano, che creano imbarazzo agli elettori ed agli eletti del PD, ponendo gli accenti sulle debolezze insite nella partecipazione ad un governo che vede il PD obbligato a convivere con il PDL. Le dispute sulle primarie, in tentativi di deviare Renzi verso il parlamento Europeo, le varie candidature alla segreteria del PD indicate dagli esponenti storici, sono tutti sintomi di una battaglia senza esclusione di colpi. Il Renzi rottamatore, scardinatore di equilibri, trasversale, rompiscatole, che non sta mai zitto, che va a cena con Berlusconi, che frequenta il mondo della finanza, sicuramente inquieta molti. Ma se veramente vuole arrivare alla segreteria del PD Renzi non potrà non fare i conti con una fase di mediazione, di accoglimento, di sintesi, con una fase in cui conterà molto di più l’inclusione e non l’esclusione, sia per motivi di convenienza elettorale ma anche per motivi di giustizia politica, per riconoscere a tutte le componenti non solo gli errori commessi ma anche i mattoni portati alla costruzione del Partito Democratico.