Il Piccolo Giornale del Cremasco14 settembre 2013

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ANNO II • NUMERO 35 • SABATO 14 SETTEMBRE 2013

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Dopo il fallimento dell’ «Alternativa», lasciati soli. Perché? Luciano Capetti svela cause, nomi e retroscena

DISABILI, LA DENUNCIA IL PUNTO DI VISTA/1

Ma dove sta questa crescita?

N

di Federico Biondini biondini.federico@gmail.com

ella mia attività di consulente per importanti gruppi industriali, sono spesso a contatto con imprenditori che si chiedono: «Ma chi me lo fa fare?». Quando una sola persona, in questo caso il sottoscritto, in nove mesi vede qualche migliaio di posti di lavoro persi e raccoglie sfoghi di ogni genere dagli imprenditori, riesce a farsi una idea della crisi economica che l’Italia sta attraversando, aggravata dal fatto che il nemico non è più la concorrenza, ma “la serpe in seno” a questo Paese: «L’infermità da occupazione di poltrona». E intanto la politica resta assente sull’argomento «lavoro», abbiamo un decreto del «Fare»... nulla, i costi di ristrutturazione sono detraibili 10 anni, l’80% delle partite Iva apre e chiude nei primi 3 anni, in 10 anni sei tre volte potenziale disoccupato. Fai il mutuo? Il “cappotto” te lo fa la banca. Redditometro e spesometro: lo Stato butta soldi dalla finestra, ma va a dire all’imprenditore come deve spendere, come investire e come fallire con “congruità”! Studi di settore: è come se si potesse prevedere il fatturato! Potessi, pagherei 10 miliardi di tasse! Ovvio! Cercate un tetto? C’è! Ad affitto basso? Non lo trovate! L’Agenzia Entrate “ha stimato” l’affitto; se il prezzo inferiore alla “stima” significa sanzioni per il proprietario. E per ripartire cosa serve? Bollette luce e gas deducibili per tutti, e costi deducibili per cassa per le imprese. Per il 2014, ecco la mia personale previsione: si apre con + 1,5 milioni di disoccupati sul 1° gennaio 2013, e si raddoppia al 31 dicembre se ci saranno le elezioni. Sono ormai 3 anni che sento che ci sarà una ripartenza dell’economia; sicuramente un giorno o l’altro ci sarà? Ma nel frattempo cosa succederà? Il potente telescopio di Saccomanni con cui vede la crescita economica, dovrebbe puntare più vicino e dirci cosa succederà nei prossimi 12 mesi.

IL PUNTO DI VISTA/2

Confusione sotto il cielo d’Italia

C

di Enrico Tupone tuponee@alice.it

ade o non cade, decade o non decade, ripresa o non ripresa, riforme o non riforme, insomma tutto ed il contrario di tutto con vicende che generano incertezza e confusione in un Paese che ha bisogno di tutto meno che di mancanza di linee guida precise sulla politica e sull’economia. Il presidente Napolitano aveva dato indicazioni precise su alcune riforme chiave da fare, riforme su cui si può discutere per verificarne la reale efficacia, mentre non si può più discutere su come l’avvio di una stagione di cambiamenti sia il segnale di una inversione di tendenza verso una democrazia capace di assumere decisioni in un Paese come il nostro dove non si decide mai nulla. La classe politica è responsabile di queste indecisioni e di come passi il tempo a dissertare di se stessa, dei suoi uomini, della sua esistenza e non dei problemi reali di un’Italia in cui non si capisce più da che parte iniziare a cambiare le cose. Ora passare mesi a parlare della decadenza di qualcuno che ha una condanna definitiva per capire se una legge è applicabile o meno è folle; basterebbe il buon senso e quel poco di rigore morale che viene chiesto a chi si candida per essere eletto. Non bisogna neppure discutere inutilmente di economia ma agire, stoppare le manovre più o meno occulte per privare l’Italia di un ruolo sui mercati finanziari internazionali, aiutare famiglie ed imprese, evitare di fare leggi demagogiche come quella sulla Tobin Tax, la tassazione delle transazioni finanziarie, che come unico risultato spingerà gli operatori internazionali ad abbandonare l’Italia, facendo inoltre prevedere un gettito per il fisco italiano nullo se non addirittura negativo. I pochi segnali di ripresa della nostra economia devono spingere il Paese a una visione più ottimistica del futuro e spronare la classe politica ad essere responsabile di scelte ormai non più rinviabili. Aprire il mercato del lavoro, diminuire la tassazione del lavoro dipendente, evitare la demagogia che ci mette ai margine della finanza internazionale, agganciare quella ripresa che sta iniziando per il resto dell’Europa, ecco le cose da fare subito.


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