CREMASCO Il
PICCOLO
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ANNO II • NUMERO 44 • SABATO 16 NOVEMBRE 2013
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Ipotizza un’aggregazione con Lodi. Contrari Alloni e Pdl. Malvezzi: «Sta già facendo il funerale al nosocomio»
OSPEDALE, BUFERA SUL SINDACO IL PUNTO DI VISTA/1
Sono anche loro caduti sul lavoro
H
di Salvatore Vetere s.vetere@ddlspa.it
o sempre apprezzato e letto con interesse gli articoli di Dario Di Vico, sul Corriere della Sera, che parla spesso degli imprenditori che si sono tolti la vita. E’ successo anche da noi a Soncino (vedi articolo a pagina 12). Secondo l’editorialista - e sono d’accordo con lui - questi imprenditori devono essere considerati a tutti gli effetti dei caduti del lavoro. Meritano il massimo del riconoscimento pubblico. Come avviene «giustamente per i troppi operai che finiscono crudelmente i loro giorni in fabbrica. Schiacciati da una macchina o intossicati da un veleno». Imprenditori che sono stati oppressi e soffocati dalla Grande Crisi. Spesso è gente che aveva coronato il sogno di mettersi in proprio. E che fino all’ultimo non hanno tagliato un posto di lavoro; anzi, hanno messo nella loro azienda i soldi della famiglia. Hanno difeso la loro impresa fine alla fine. Queste persone sono in gran parte degli «invisibili» come li chiama Di Vico. La loro vita è il lavoro. Quando viene a mancare, manca purtroppo, per loro, la ragione di vita. Ma c’è anche la lista (lunga, da Nord a Sud) di imprenditori che si sono uccisi perché ossessionati dalle cartelle di pagamento. La somma tra crisi, banche che non danno credito, pagamenti in ritardo e quelli, moltiplicati dall'aggio che pretende lo Stato italiano, produce un cocktail micidiale, a cui molti non sopravvivono. Troppi debiti, troppi soldi da dare al fisco senza averne più dai creditori, strozzati: così si sono suicidati in molti. Poi ci sono le vittime dei mancati pagamenti della Pubblica amministrazione. Una di queste si chiamava Giacomo Schiavon, imprenditore edile. «Scusate, non ce la faccio più» è il biglietto che aveva lasciato prima di puntarsi la pistola. Nel silenzio della politica, su Facebook è nata la pagina «Piccoli imprenditori e suicidi di Stato». L'alternativa è fallire, o fuggire. Come stan facendo anche molti piccoli imprenditori. E Svizzera, Germania, Romania, Slovenia, Carinzia, Croazia, Serbia spalancano le porte.
IL PUNTO DI VISTA/2
Stefania Bonaldi ci tasserà ancora? di Giovanni Palumbo info@studiopalumbo.it
I
l sindaco, Stefania Bonaldi, ha perso tempo a realizzare il difficile quadro di riferimento della finanza pubblica “impelagandosi” a tal punto da essere in palese difficoltà nel mettere al sicuro il pareggio di bilancio dei prossimi anni senza pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, i quali si aspettano di tutto tranne che essere ulteriormente vessati. L’assessore al Bilancio e il sindaco, contro l’eccessivo aumento delle tasse 2013, non hanno mantenuto fede all'impegno di incidere in modo significativo sul contenimento della spesa. La minoranza li aveva messi di fronte alla realtà, dimostrando di avere più chiaro il difficile stato di salute delle finanze comunali e delle spese ordinarie, invitandoli a non prendere in giro i cittadini, ma hanno sottovalutato il problema. Rinunciando ideologicamente ad incidere sui servizi a domanda individuale hanno perso la scommessa senza risultare capaci di risparmiare un centesimo di euro sulla spesa pubblica. Le famiglie rischiano di vedersi rimettere le mani nel portafoglio. Servono scelte di politica amministrativa di breve, medio e lungo periodo, incisive e strutturali e non un “controller” per verificare quanta carta piuttosto che quante biro usa un dipendente. Se ad oggi è stato possibile il pareggio di bilancio con poste straordinarie di entrata dal 2014 questo non sarà più possibile se non sarà certo l’incasso entro il 31/12 dell’anno stesso. Non sarà più possibile “postare”, ad esempio, residui di cartelle esattoriali per ICI o per IMU o crediti da Cremasca Servizi se non vi è la certezza di incassarle, tanto meno portarle a residuo nel bilancio successivo. L’assessore al bilancio sa da tempo che il bilancio del 2014 dovrà essere reale. Come coprirà allora i milioni di euro che verranno a mancare in entrata per chiudere a pareggio il bilancio preventivo 2014 senza “escamotage”? Non c’è più tempo per giocare alla politica tanto meno per continuare a spennare i cittadini