Il Piccolo del Cremasco

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ANNO III • NUMERO 4 • SABATO 25 GENNAIO 2014

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UNIONI CIVILI Continua la polemica che, dopo la politica, ora sta coinvolgendo anche la Diocesi

COPPIE DI FATTO, “GIALLO” IN CURIA IL PUNTO DI VISTA/1

A PAGINA 9

Quell'arroganza che sfocia nel razzismo

N

Pd, così è rimasta la voglia di perdere di Enrico Tupone tuponee@alice.it

di Renato Ancorotti rancorotti@gmail.it

onostante la mia appartenenza a Forza Italia, non ho mai fatto mistero di avere stima e simpatia per Matteo Renzi, e nonostante sia un avversario politico, lo giudico moderno, capace e intelligente. E’ indiscutibile che abbia impresso un’accelerazione al suo partito mettendoci la faccia e giocando a carte scoperte, eppure alcuni suoi colleghi del Pd si stracciano le vesti per il suo incontro con Berlusconi. Ma come! Si incontra con «il diavolo», dimenticandosi che anche dopo la condanna hanno governato con lui ed è stato Berlusconi ad uscirne. Dove stia la coerenza è di difficile comprensione. E criticare Renzi perché ha incontrato un leader votato ancora da 8 milioni di italiani circa, significa mostrare un’arroganza che sfocia nel razzismo. Per questo il segretario del Pd ha dimostrato un coraggio e una saggezza fuori del comune, per i tempi e le contrapposizioni che stiamo ancora vivendo. Gli altri - quelli che lo combattono all’interno dello stesso partito - hanno invece dimostrato di non avere abbandonato l’arcaica mentalità comunista, quella che ha permesso a Francesco Moranino detto «Gemisto», Dante Gorreri ed altri di entrare in Parlamento, e per sapere chi siano costoro, basta un piccolo viaggio in Internet. Altro che Berlusconi! Da qui si capisce perché molti ex comunisti, ma tali ancora culturalmente, assomiglino sempre di più a quelle fanciulle che fanno le vergini nei casini. Mi sembra assurdo che facciano gli schizzinosi se dall’incontro Renzi-Berlusconi dovesse uscire una buona legge elettorale. Alla spocchia non c’è limite. Pier Luigi Bersani ci ricorda un po’ la Casa del Popolo e la bocciofila dell’Arci. E’ l’uomo che è riuscito a smentire tutti i pronostici della vigilia che lo davano vincente alle politiche del 2013. Bersaniani, dalemiani alla Cuperlo, giovani turchi alla Fassina: altezzosi e fragili emotivamente. Se basta un po’ di ironia per farli dimettere, il loro ruolo sarà quello di finire confusi e dispersi in mezzo ai vendoliani e ai no-Tav.

IL PUNTO DI VISTA/2

C

MANIFESTAZIONE A FAVORE DEL SOTTOPASSO I vantaggi del sottopasso sono davanti agli occhi di tutti e la gente, come è naturale che sia, sfrutta le opportunità che vengono messe a loro disposizione. Da qui un piccolo incremento del traffico su via Indipendenza che tornerà a diminuire con la realizzazione del sotto o sovrappasso per il superamento della barriera di Santa Maria che il centrosinistra vuole realizzare. Con il centrodestra, sicuramente due barriere ferroviarie sono state superate. Non c’è due senza tre, ma confidiamo che prima o poi questa giunta almeno qualcosa per la città lo faccia. Stiamo pensando a un evento di “solidarietà” al sottopasso con una manifestazione pubblica per dar modo ai tantissimi che mani-

festano la loro soddisfazione di poterlo pubblicamente esternare. Speriamo che i soloni delle criticità alla Piloni si convincano con

Renzi che è tempo di fare. Caraggio Matteo (Piloni), ti aspettiamo alla manifestazione. Simone Beretta, Luciano Capetti

apisco che a qualcuno possa avere dato fastidio vedere Berlusconi transitare nella sede del PD sotto i ritratti dei padri nobili della sinistra italiana ma ciò che sta facendo Renzi con l’accordo sulla legge elettorale è destinato a cambiare per sempre l’atteggiamento del Partito Democratico e del suo gruppo dirigente. Emblematiche sono state le dimissioni del presidente Cuperlo, appartenente al gruppo dirigente degli ex DS, che ha confermato una legge non scritta della politica italiana ossia quella per cui non appena la sinistra è sul punto di sconfiggere Berlusconi trova subito il modo di perdere. Non dimentichiamo quello che è successo durante l’ultima campagna elettorale quando il PD era in vantaggio di parecchi punti percentuali rispetto a Forza Italia e grazie alla volontà di non cambiare le cose, di non fare le necessarie riforme, grazie ad un gruppo dirigente arroccato in difesa delle status-quo, fini praticamente in pareggio lasciando l’Italia nell’impasse in cui si trova attualmente. Non dobbiamo dimenticare il motivo per cui è nato il Partito Democratico: sconfiggere Berlusconi e cambiare il paese; obiettivi entrambi mancati facendo sorgere diversi dubbi sulla capacità del gruppo dirigente e sulla sua predisposizione ad adattarsi alle sfide che i cambiamenti del paese imponevano. Renzi ha capito che per chiudere la stagione del Berlusconismo bisogna cambiare, bisogna riavviare questo paese, bisogna fare le riforme, cominciando da una legge elettorale maggioritaria, dall’eliminazione del bicameralismo, da una di quelle riforme che il paese aspetta ormai da troppo tempo e che Berlusconi non ha mai fatto. Gli elettori di sinistra, e per la prima volta non solo loro, devono dare credito a questo giovane leader, e misurare sul campo se riuscirà nel compito estremamente difficile di portare sulla vie delle riforme non solo il paese ma anche un partito politico legato ad un passato ormai impercorribile.


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