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VENERDI’ 25 FEBBRAIO 2011 • Supplemento settimanale al n° 8 de "Il Piccolo Giornale"
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IL CARROCCIO INTENZIONATO A CORRERE DA SOLO
IL FUTURO SINDACO? UNA LEGHISTA
Sono in incremento i dissidi della Lega con il Pdl e il sindaco Bruttomesso. Impietoso è, infatti, il giudizio del segretario provinciale Angelo Barbati: «Ho sempre più l’impressione che ognuno (gruppi, assessori e consiglieri) vada per la propria strada. Senza una strategia comune» PARLAMENTARI CHE PASSANO DA UN PARTITO ALL'ALTRO...
Il Paese che lasciamo ai nostri giovani
V
di Enrico Tupone
tuponee@alice.it
iva l’Italia che insegna ai nostri ragazzi che per cambiare bandiera contano solo i soldi od i favori che ricevi, che per essere eletti in qualche parlamento bisogna essere belli, disponibili e non importa aver studiato o aver fatto sacrifici, viva l’Italia che insegna ad apprezzare i trasformisti, o quelli che fanno affari sui terremoti perché amici di chi conta. Viva un paese come il nostro che insegna ad arrangiarsi perché non contano le regole e le leggi ma solo come si arriva a ottenere ciò che si vuole. Viva l’Italia dei condoni e degli abusi, viva le raccomandazioni, viva l’evasione delle tasse, viva la burocrazia ottusa e i fannulloni, viva i bamboccioni, viva le città con lo smog ed gli industriali imbroglioni. Viva l’Italia dei crolli di Pompei e delle frane, della camorra, di chi lavora a 500 euro al mese. Viva l’Italia dei precari e degli assenteisti, del grande fratello e delle isole dei famosi, viva il paese dei gratta e vinci, del poker on-line e del superenalotto milionario. Fortunati i giovani italiani dunque a cui stiamo lasciamo un paese così nella speranza che il paese lo trovino ancora.
La politica è diventata un mestiere: ben pagato
C
di Renato Ancorotti
rancorotti@gmail.it
omprati e venduti. Anche nella politica. Siamo arrivati a questo mercato dei voti per un motivo molto semplice: la politica è diventata un mestiere non avendo, chi la pratica, una professione alle spalle. E, quindi, vivendo solo dei proventi che regala la partitocrazia, è evidente che ci si propone al miglior offerente. Perché - è inutile negarlo - far politica rende. E molto. Come evitare questo spettacolo di cattivo gusto al quale ormai stiamo assistendo da mesi? Con due grandi riforme. La prima: chi viene eletto in uno schieramento, decade automaticamente se cambia idea, anche per rispetto a chi lo ha eletto. La seconda: dopo due mandati, come i sindaci, anche i parlamentari (ma anche i consiglieri comunali, provinciali e regionali) non diventano più rieleggibili. Proprio per impedire che la politica diventi terra di conquista dei mestieranti. Inoltre: nessun cumulo di cariche. Se sei consigliere o assessore comunale, per esempio, non puoi essere anche membro di partecipate. Insomma se la politica non diventerà più un modo per fare soldi, avremo, forse, meno lazzaroni e falliti nelle cariche pubbliche, e più gente perbene.
Il trasformismo accresce la corruzione
S
di Romano Dasti
rdasti@tiscali.it
e qualcheduno vuole accettare il mio modesto programma, se qualcheduno vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo?». Le parole pronunciate da A. Depretis nel momento in cui nel 1876 diveniva capo di un governo che segnava l’avvento al potere della cosiddetta «sinistra storica» sono ritenute la fonte e la giustificazione di quella pratica politica che viene definita, spregiativamente, «trasformismo» e che - secondo alcuni - è un abito radicato dentro il modo di fare politica tipicamente italiano. Ma cos’è il trasformismo? È il sostanziale indebolimento - se non annullamento - della dialettica tra maggioranza ed opposizione dentro il Parlamento, generato dall’esigenza del rafforzamento del governo (e quindi della governabilità) attraverso la ricerca del sostegno di deputati di orientamenti diversi. Si dà vita perciò a patteggiamenti che accrescono la corruzione politica e fanno prevalere interessi particolari. Si genera così un sistema politico privo di schieramenti realmente alternativi. Considerato figlio del “connubio” cavouriano, oltre che da Depretis il trasformismo è stato utilizzato da Crispi e da Giolitti a cavallo tra ‘800 e ‘900. Nella stagione della «prima repubblica», in una fase di accesa conflittualità ideologica, esso è stato surrogato dal «consociativismo» per tornare in voga in questa fase di tramonto della «seconda repubblica».
... E A CREMA SI PARLA DI CRISI SNOBBANDO GLI IMPRENDITORI
Questo Paese ancora frenato dalla politica di Domenico Cicchetti
C
d.cicchetti@omnicos.it
he sindaci e sindacati a Crema si dimentichino degli imprenditori è la conferma di come, anche e soprattutto a livello nazionale, questo Paese sia frenato dalla politica. Il disagio di chi ha un’impresa è ormai palpabile. Perché i temi economici sono fuori dall’agenda di governo, e non solo di quello attuale. Non si riducono le tasse su chi investe, non c’è la volontà di rilanciare le infrastrutture (e senza strade non si va da nessuna parte), non vengono migliorati i rapporti tra università e impresa, si è radicalizzata la crisi dei lavori pubblici, la burocrazia continua ad essere asfissiante, gli incentivi per chi produce sono davvero pochi, nessuna parla di un problema fondamentale per i contoterzisti: la flessibilità del personale. Fare impresa diventa, quindi, sempre più faticoso. Il prelievo fiscale sulle piccole e medie imprese è arrivato il media al 68%, un record che colloca il fisco italiano tra i più onerosi del mondo. Nel privato, ma soprattutto nel pubblico, i pagamenti in ritardo sono una pericolosa abitudine italiana. Perché fa mancare liquidità alle imprese per le quali diventa più difficile investire. Che anche a Crema ci si dimentichi degli imprenditori è la conferma di una regola ormai certa: la politica è uno dei tanti ostacoli che rallentano la crescita delle imprese.
Il centrodestra evita gli artigiani. Incredibile
H
di Opimio Chironi
opimioiv@alice.it
o letto dell’incontro sindacati-sindaci nel municipio di Crema. A parlare di crisi e delle azioni per fronteggiarla. Gli imprenditori, in quel consesso, erano gli invitati di pietra. Che i sindacati, per una questione ancora ideologica, non invitino al tavolo della discussione i datori di lavori, lo capisco, anche se non lo condivido. Ma che maggioranze di centrodestra, come quella di Crema e di altri paesi del circondario, non coinvolgano allo stesso tavolo del dibattito chi produce ricchezza, crea posti di lavoro, favorisce lo sviluppo economico di un territorio lo ritengo davvero deludente, sconfortante e incredibile. Credo sia davvero sterile (e quindi superfluo), senza la presenza degli imprenditori e delle associazioni di categoria che li rappresentano, affrontare argomenti come la crisi produttiva, gli investimenti, le strategie di crescita, le aree produttive, la sinergia scuolamondo del lavoro, la formazione. Suonerebbero come parole a vuoto. Perché senza le fabbriche, le botteghe, i negozi, gli uffici, di quale sviluppo si vuole parlare?
Dal sindaco di Crema mai nessuna risposta di Daniele Tarenzi
N
info@tarenzicar.it
ei comuni si riuniscono sindaci e sindacati a parlare di crisi e di come superarla. Benissimo. Solo che a quel tavolo dovrebbero esserci anche gli imprenditori che, in fin dei conti, sono quelli che creano ricchezza. Stupirci? Neanche per sogno. Ci sono alcuni precedenti che mostrano il grande disinteresse della politica nei confronti del mondo produttivo. Basti pesare che questa città non ha ancora aperto uno sportello unico per le imprese. E che molti comuni stanno mettendo i bastoni fra le ruote ai camionisti che devono caricare e scaricare la merce negli insediamenti artigianali incentivati proprio da ex sindaci, per citarne alcuni, a Pianengo, Cremosano, Campagnola, Ripalta Cremasca. Ma non è finita qui: abbiamo inviato, come associazione di categoria che ha numerosi aderenti nel Cremasco, due lettere al sindaco di Crema, Bruno Bruttomesso, nella quale, come artigiani, chiedevano di ragionare di numerosi problemi, fra i quali anche la viabilità. Risposte dal primo cittadino? Nessuna. Ed è per questo che non ci stupiamo che gli imprenditori valgano solo per pagare tasse e oneri di urbanizzazione.