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SETTIMANALE
PICCOLO www.ilpiccologiornale.it
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Anno II • n. 10 • SABATO 7 MARZO 2015 a pagina 24
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Periodico • € 0,02 copia omaggio
Non riceve alcun finanziamento pubblico
PARCHEGGI:
a pagina 2
L’AEM PUNTA SULL’AUTOSILO
RITAGLIA IL COUPON A PAGINA 2
MASSAROTTI
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Sempre più abitazioni prese di mira: i consigli dei carabinieri per evitare di diventare bersaglio dei malviventi
a pagina 3
AUMENTANO I FURTI IN CITTA’ L’EDITORIALE
L’INTERVISTA
a pagina 8
INIZIATIVE
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a pagina 6
Expo 2015 tra febbre e indifferenza
V
i ricordate i basettoni? E il borsello? Gli abiti alla moda, di quel tempo, che oggi sembrano così ridicoli? La 600 Fiat con la quale andavamo a scoprire il mondo, e poi le danze delle donne che rivendicavano il loro ruolo e l’impeto delle manifestazioni politiche, il livello di scontro che si alzava. Avevamo tanti sogni, tante speranze, in quegli anni ’70 (allungati al finire dei ’60 ed all’inizio degli ’80): per il presente e per il futuro. E persino la Balena bianca, la Dc, dava voce ai diversi modi di vedere il mondo e le cose. Le correnti, così spesso aspramente criticate, erano anche dislocazioni di potere, ma non solo: c’erano diversificazioni reali, politiche e culturali. Si sentiva, si percepiva, che una pluralità di emozioni di voci, di aspettative, di idee percorreva il Paese. Non si sottraeva, Ugo Tognazzi, a quella temperie. Una certa malinconia, simile a certe caligini padane, e la grande capacità di interpretare umori e debolezze della società a lui contemporanea. C’erano stati il federale e i mostri, poi l’immorale e il ruolo nel “Porcile” di Pasolini, e poi il conte Mascetti e l’umanità vivisezionata de “La terrazza”, e la straordinaria “Tragedia di un uomo ridicolo”. Eppure, Tognazzi non era il classico attore “impegnato”: viveva nel suo tempo, viveva il suo tempo con occhio attento e partecipe. Si sentiva uomo del suo tempo
SINDACATI
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a pagina 4
Ca’ del Ferro, la tensione è alle stelle
BASKET SERIE A
La Vanoli cerca l’exploit in Puglia Cusin ancora ko
a pagina 25
(collaborò anche allo scherzo del “Male”: “Tognazzi capo delle Brigate rosse!”). Ecco il punto: sentirsi partecipi del proprio tempo, e non, semplicemente, oggetti passivi, che è il grande rischio di oggi. Lo vedo, ahimè, anche nei giovani. Lo vedo in chi non spera più, o non ha mai sperato, di poter avere voce in capitolo, di essere, magari un minimo, protagonista delle scelte e delle situazioni. In alto sopra di noi, la cupola mondiale delle banche e della finanza e di una politica che non ti guarda negli occhi, che non ascolta, ma che blandisce e proclama. Più vicino a noi, vediamo nei ruoli decisori persone che, magari, subordinano le proprie scelte di appartenenza al fatto di non ricevere soddisfazione alle proprie richieste. Che dire? Un tempo si decideva l’appartenenza rispetto a cosa si pensava della guerra nel Vietnam, oggi rispetto all’accoglimento o meno della proposta di ampliare un poligono di tiro. Mah, a volte mi dico, sconsolato, che forse hanno ragione ora. Adesso, che ho più passato che futuro, sia chiaro non rimpiango niente: ho vissuto il mio tempo, ne sono stato partecipe, ho fatto quello che volevo fare, quello che mi piaceva fare, con passione e caparbietà. Quella caparbietà che anche oggi mi consente di vivere questo tempo indistinto che, a dire il vero, mi piace un po' meno.
CALCIO LEGA PRO
pagina 23
La Cremonese ora si aggrappa al “fattore Zini”
CICLISMO
INTERVISTA A GIANCARLO PAGLIARINI CULTURA
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a pagina 5
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ETICHETTATURA
La UE mette a rischio il Made in Italy
La “nuova” Lega di Salvini
Cosa c’entra Tognazzi con il poligono di tiro? ▲
Tognazzi, maestro delle sfumature
a pagina 7
di Daniele Tamburini
a pagina 24
a pagina 22
Paolo Rossi sul palco del Ponchielli
ATLETICA LEGGERA
a pagina 25
Gli allievi Donesana A Casalmaggiore attesa due giorni e Francesconi protagonisti in pista con Livio Berruti