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SETTIMANALE
PICCOLO www.ilpiccologiornale.it
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Anno I • n. 10 • SABATO 8 MARZO 2014
Edizione chiusa alle ore 21
Periodico • € 0,02 copia omaggio
Non riceve alcun finanziamento pubblico
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Il fenomeno del “necknominate” è sempre più diffuso sui social network, anche tra gli adolescenti cremonesi
a pagina 2
SFIDE ALCOLICHE, RISCHIO PER I GIOVANI Don Paolo Arienti: «Gli adulti devono recuperare una dimensione di dialogo e confronto, evitando la censura oscurantista e l’indifferenza» L’EDITORIALE
Elezioni comunali, faremo la nostra parte...
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Piste ciclabili: in città manca programmazione
a pagina 3
FINE DEL COMMISSARIAMENTO
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Voltini nuovo presidente di Coldiretti
pagina 12
ELEZIONI COMUNALI
Il paginone centrale è dedicato alle attività commerciali che nel mese di marzo offrono ai nostri lettori un’opportunità in più. Ritagliando il coupon e presentandolo in negozio otterrete dei vantaggi eccezionali
BUON SHOPPING DI PRIMAVERA!
Un’altra trasferta difficile per la Vanoli impegnata a Roma
Sfida della verità per la Cremonese domani a Vercelli
Pomì a caccia di altri tre punti per vedere i playoff
a pagina 6
RICORDO
Mario Lodi, il maestro che giocava
I giovani cremaschi Baffi e Donesana in grande crescita a pagina a pagina 26 26
a pagina 7
CASALMAGGIORE
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CICLISMO
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a pagina 23
VOLLEY A1
Perri: tre partiti e tre liste civiche a sostenerlo
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CALCIO LEGA PRO
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LO SPORT
VIABILITÀ
BASKET SERIE A
a pagina 24
a pagina 4
TRUE BOX: VUOTI MA FANNO PAURA
E’
di Daniele Tamburini un fatto, purtroppo: una grande quantità degli italiani non apprezza più il proprio sistema-paese. Il processo è iniziato da molti anni, e lo scontento è salito inesorabilmente: prova ne sia il successo di formazioni politiche e leaders che inneggiano allo “sfascismo”. Ma il dato più allarmante è costituito da coloro che si astengono dal voto, perché non ci credono più. Anche le piazze sono praticamente vuote: qualcuno si ostina a dire che “ci vorrebbe la rivoluzione”, ma non pare di vedere in giro molto fervore rivoluzionario. Diceva uno che se ne intendeva, tal Mao Ze Dong, che la rivoluzione non è un pranzo di gala. Il prezzo è, comunque, esorbitante. La fa chi proprio non ne può più. Significa, allora, che esistono ancora margini, in questo Paese? evidentemente sì, e questo è senz’altro un dato positivo, che diamine. Solo che stanno crescendo, e molto, le disparità sociali. Questo Paese non riesce ad assicurare pari opportunità a tutti per studiare, per lavorare, per curarsi eccetera. Nel corso del vituperato Novecento, soprattutto nel secondo dopoguerra, erano stati compiuti passi molto importanti in questa direzione. Abbiamo assistito, nei confronti di alcuni diritti costituzionali, ad una progressiva opera di erosione. Certo, sono cresciuti alcuni diritti civili. Ma la giustizia sociale è fondamentale. Il desiderio di migliorare la propria posizione è una grande spinta: andrebbe nutrita, incoraggiando, soprattutto i giovani, a darsi da fare, per sé e per la collettività. Oggi stanno male in molti: chi è anziano per un verso, chi ha la mia età per un altro, ma chi vedo amareggiati e disillusi sono i giovani. Parlavo qualche giorno fa con un ragazzo di circa trent’anni: un curriculum non di eccellenza (ma dobbiamo essere tutti eccellenti? In un Paese ci sarà pur bisogno di chi tira decentemente la carretta, no?), comunque diplomato, comunque mittente di plichi di domande di assunzione a pacchi. Gli chiedo come va, e lui: beh, non trovo nulla, d’altronde non conosco nessuno … insomma, credo che chiunque aspiri ad un posto di governo, locale o nazionale, debba porsi l’obiettivo di una società meno ingiusta di quella attuale. Come? Lo chiederemo, insieme ai loro programmi per la città e per il territorio, ai candidati a sindaco.
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NUOVE COLONNINE
pagina 13
Restilyng di piazza Turati, incontro con il sindaco