Settimanale Il Piccolo

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SETTIMANALE

PICCOLO www.ilpiccologiornale.it

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Anno III • n. 16 • SABATO 23 APRILE 2016

Periodico • € 0,02 copia omaggio

Non riceve alcun finanziamento pubblico

Il mercato verso l’auto elettrica

25 APRILE CORADA: DALLA RESISTENZA UN’EREDITA’ DA CONDIVIDERE

a pagina 7

di Vanni

Fare il giornalista? Sempre meglio che lavorare, sosteneva qualche decennio fa Luigi Barzini. Da allora però ne è passato di inchiostro sopra i fogli, tanto che una ricerca americana ha evidenziato che il lavoro di giornalista è al momento il peggiore, per bassi salari, licenziamenti e stress. Non abbiamo neanche fatto in tempo ad accreditarci come lavoratori e già siamo i peggiori.

CULTURA

BASKET A

a pagina 23

Vanoli al Forum puntando a fare una bella figura

H

di Daniele Tamburini

a ragione Federico Centenari, quando mi dice: “Sai, quando vado in centro osservo sempre le persone che incontro. Lo faccio da anni, guardo le loro facce, osservo i commercianti davanti ai negozi, la gente che percorre le vie. Mi fermo a parlare e raccolgo le loro lamentele. Sui loro volti non leggo tristezza né tanto meno rabbia, vedo piuttosto smarrimento, o, per meglio dire vedo la rassegnazione”. Giacomo Leopardi equiparava la rassegnazione ad una immobilità non ragionata. E ancora: “Dall’abito della rassegnazione sempre nasce noncuranza, negligenza, indolenza, inattività, quasi immobilità”. Che parole profetiche, verrebbe da dire. Marcel Proust scriveva che la rassegnazione, modalità dell'abitudine, permette a certe forze di accrescersi indefinitamente. Forse è proprio così. Una di queste forze, di cui parla Proust, una forza che cresce indefinitamente è a mio parere il risentimento. Sempre più spesso si assiste ad un senso di animosità verso gli altri, anzi, verso il mondo in generaCALCIO LEGA PRO

a pagina 24

Cremo, ancora tre turni per chiudere una brutta stagione

le. Pessimi sentimenti covano sotto la cenere. sentimenti molto negativi. Anche Cremona ne soffre, pur essendo una città prevalentemente addormentata, sicuramente rassegnata, spesso genuflessa. Molti si lamentano, da sempre. E è da sempre che ascolto la solita litania: basta con certe dinamiche, non se ne può più di certi equilibri che imprigionano la città e che la rendono impermeabile, basta con le oligarchie, con le trame raccontate dai soliti registi… dobbiamo fare, dobbiamo dire. “Mo dimo, mo famo”, direbbero a Roma. E ancora, in molti vorrebbero cambiare le cose, salvo poi realizzare che questo costa fatica, esposizione in prima persona, rottura di antiche e consolidate dinamiche di convenienza oltre che di convivenza sociale. E, siccome la rassegnazione sta al coraggio come il ferro sta all'acciaio, quasi sempre, tutto finisce li. Anzi, finisce nella solita esortazione: “Intanto vai avanti tu... che a me vien da ridere”.

VOLLEY A1

a pagina 25

La Pomì pensa già al futuro, che sarà ancora con Barbolini

CANOTTAGGIO

CASALMAGGIORE

a pagina 11

Oglio Po, in arrivo l’Hospice

CASALASCO

Domenica si rivive a pagina 21 nel ’500

La rassegnazione

a pagina 8

Il Principe Umberto a Cremona

Sanfelici e la Baldesio del futuro

Fatemi capire...

pagine 4-5

STORIA

a pagina 3

VERSO L’ELEZIONE

a pagina 6

CONSUMO DI SUOLO, A CREMONA PEGGIO CHE NEL RESTO D’ITALIA a pagina 9

INTERVISTA A CASADEI

E’ PROPRIO UNA GENERAZIONE PERDUTA?

Il professore universitario Adalberto Perulli commenta la provocazione del presidente dell’Inps Tito Boeri

Inaugurato il Circuito a pagina 12 Bergamonti

a pagina 26

Dopo Varese, solo Gentili sarà in gara in barca a Lucerna


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CENTRO STORICO


CREMONA Accoglienza migranti

La Prefettura cerca posti-letto

A fronte del continuo afflusso di migranti, la Prefettura di Cremona ieri ha comunicato che “intende espletare un’indagine conoscitiva fra le strutture alberghiere e gli operatori nell’ambito del privato-so-

ciale, per l’individuazione di ulteriori posti di accoglienza di migranti nella Provincia di Cremona”. Un servizio per cui verrà corrisposto un massimo procapite di 35 euro al giorno più Iva.

Generazione perduta, destino segnato?

Adalberto Perulli, docente di Economia alla Ca’ Foscari: «Le tutele del lavoro non sono necessariamente dannose per la crescita»

D

di Federico Pani

imenticatevi la Parigi di Hemingway e di Fitzgerald: la Lost generation, la generazione perduta, è qui e adesso. Ma a differenza della Parigi di Gertrude Stein non sembra romantica a nessuno. Forse perché non si parla di caffè raffinati, di Sartre o dei magici boulevard parigini, ma di impieghi sotto retribuiti e stage dove chi lavora deve pagare (avete capito bene: pagare!) per poter essere sfruttato. Non è demagogia: è realtà. Per dare l’idea, è stato proprio Tito Boeri, presidente dell’Inps, a parlare non di una, ma di «intere generazioni perdute». E cioè dei ragazzi nati in Italia negli anni ’80, ai quali una discontinuità contributiva di un paio d’anni potrebbe costare lo slittamento del pensionamento fino a 75 anni. Se non peggio. Per capire le ragioni delle dimensioni di uno scenario simile, chiediamo spiegazioni ad Adalberto Perulli, professore ordinario del dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Perulli è esperto di diritto del lavoro, diritto del lavoro comparato e relazioni industriali. Fra le molte attività fuori dall’Università, vanta anche la fondazione e la direzione dello Studio legale a Venezia, che opera nell’ambito del Diritto del Lavoro e del Diritto Civile. Professore, come è stato possibile arrivare a questo punto? «Le cause dell’attuale situazione di crisi del mercato del lavoro

Fa discutere la rpovocazione di Tito Boeri sono molteplici, e vanno ricondotte a fenomeni transnazionali, come la globalizzazione, e a processi locali, come la deregolazione dei sistemi di diritto del lavoro edificati nel corso del 900. La globalizzazione economica ha determinato una forte spinta alla competizione tra sistemi sociali, che ha avuto ricadute pesanti sui livelli di protezione del lavoro. Il pensiero economico dominante considera le tutele del lavoro dannose per la crescita, ma in realtà non è così; la crescita (anche dell’occupazione) dipende da fattori macroeconomici e non dall’abbassamento dei diritti sociali. A livello locale, di conseguenza, sono in corso riforme (come il Jobs Act) che hanno ridotto le tutele del lavoro con il miraggio della creazione di nuova occupazione». È tutta colpa della crisi o questa “generazione perduta” un po’ se l’è andata a cercare, questa situazione, magari scegliendo, come si sente dire, la “facoltà sbagliata” o non cogliendo le opportunità di lavoro che pure erano state offerte? «La crisi è un fattore di accelerazione dei fenomeni globali cui accennavo, ma ha rappresentato soprattutto un argomento retorico per imporre le famose “riforme strutturali”, che in materia di lavoro significano riduzione delle tutele senza garanzie di un effettivo riequilibrio sul mercato: la flexicurity purtroppo non è esportabile, e funziona in quei paesi, come la Danimarca o la Svezia, che investono quote importanti del Pil in

politiche attive del lavoro. Non è il caso dell’Italia. I giovani ovviamente sono incolpevoli ostaggi di questa situazione. I lavori che vengono loro offerti sono spesso non coerenti con il loro percorso formativo. Questo dipende da errori strategici compiuti nel corso delle riforme universitarie degli ultimi anni, tant’è che oggi si corre ai ripari attivando una sperimentazione sulle lauree triennali professionalizzanti, a fronte del flop delle lauree triennali. Ma anche le imprese hanno le loro colpe: non investono a sufficienza nel capitale umano, non usano gli strumenti che pure sono a disposizione per coniugare lavoro e formazione: penso in particolare all’apprendistato di alta formazione e di ricerca, totalmente ignorato dalle nostre aziende e invece diffusissimo negli altri paesi europei». La generazione di cui si parla, che ha sfornato fino a 300mila laureati ogni anno, è la generazione più istruita che l’Italia abbia avuto: 34% della popolazione compresa tra i 25 e i 35 anni, senza contare i laureati triennali. Di più, Almalaurea ha mostrato che laurearsi resta ancora l’antidoto migliore contro la disoccupazione: a un anno dal conseguimento del titolo, i laureati magistrali con un impiego arrivano al 70%. Ma i dati sono, in questo caso, un’arma a doppio taglio: il 63% dei diplomati trova lavoro dopo un anno dal diploma, mentre la cifra scende al 62% per i neolaureati in generale. Ha ragione, forse, chi

A sinistra il professor Adalberto Perulli, a destra il presidente dell’Inps Tito Boeri che ha lanciato la provocazione

sostiene che laurearsi non serve più a nulla? «Non è vero che laurearsi non serve a nulla, guai a far passare questa sciagurata idea che la laurea sia un pezzo di carta inutile. Tutti i paesi vincenti nel contesto globale sono quelli che investono in formazione, oltre che in ricerca, sviluppo, innovazione. Piuttosto, come dicevo, è la sfera pubblica che deve fare di più per raccordare la formazione con le esigenze del mercato del lavoro, attraverso una maggiore partecipazione delle realtà produttive e della pubblica amministrazione nella definizione dei contenuti dei corsi di laurea. Poi sta alle imprese investire seriamente sul capitale umano e sociale rappresentato dai nostri giovani». Il reddito di cittadinanza può essere considerato una grande rivoluzione del modo di pensare, nonché una soluzione possibile e concreta alla disoccupazione. Utopia o progetto in cui credere?

«Il reddito di cittadinanza è una realtà, non un’utopia, che riguarda tutti i paesi europei, con l’eccezione dell’Italia e della Grecia. Dotarsi immediatamente di questo strumento di garanzia sociale dovrebbe essere una delle priorità del nostro legislatore, specie a fronte della attuale situazione di crisi strutturale del mercato del lavoro e di deficit di politiche di sostegno al reddito». L’Europa resta una risorsa per i giovani, o tutto sommato è piuttosto ininfluente in questa situazione? L’Europa sta fallendo il suo progetto sociale, che pure rappresenta un unicum al mondo. Andrebbe preservato e incrementato, invece rischia di essere smantellato. Meno Europa sociale significa ridurre il nostro continente ad un gigantesco mercato, dove, come nel mercato globale, prevale la logica del dumping sociale e le libertà economiche sopravanzano I diritti sociali. Non è quanto prevede il Trattato di

Lisbona, e non è questa la ricetta giusta per la crescita sostenibile dei nostri sistemi economici». Cosa consiglia a un ragazzo tra i 25 e i 35 anni che non trova lavoro o che versa in una situazione precaria? «La precarietà è spesso una gabbia senza uscita. Crea quella che Sennett ha chiamato la “corrosione del carattere” delle persone. Per questo deve essere combattuta e non assecondata, magari con la promessa di una crescita dell’occupazione tramite contratti sempre più flessibili. I giovani hanno bisogno di credere ancora in una “carriera”: che non significa il vecchio posto fisso, ma neppure la trappola della precarietà a vita. A un giovane consiglio di investire in se stesso, cioè nella sua formazione, universitaria e post universitaria, e di credere nelle proprie capacità, sapendo che il mondo del lavoro del domani sarà iperspecializzato e, probabilmente, molto instabile».


4Intervista allo storico, filosofo e politico da un mese presidente dell’Anpi sul 25 aprile

Cronaca

Sabato 23 Aprile 2016

Corada: dalla Resistenza valori da condividere

U

di Vanni Raineri

n altro 25 aprile, un’altra ricorrenza di questa festa che dovrebbe unire gli italiani e spesso li divide ancora, a distanza di 71 anni dagli eventi tragici della Seconda Guerra Mondiale. Perché questo, e quali sono i valori che ancora oggi siamo chiamati a difendere? Sono ancora attuali? Per trovare risposte ci siamo rivolti a Gian Carlo Corada, storico, filosofo, noto politico locale, avendo retto la Provincia di Cremona dal 1990 al 2004 e il Comune dal 2004 al 2009, e soprattutto, da un mese, presidente dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. A proposito della recente elezione, avvenuta all’unanimità, che quale sprito l’ha accolta? «Da un certo punto di vista mi ha sorpreso, non me l’aspettavo. Sia chiaro, sono iscritto all’Anpi da sempre e ho accettato nonostante sia impegnato in studi e ricerche. L’ho fatto soprattutto in omaggio alla storia di mio padre, partigiano che è mancato da poco. Avevo un forte legame con lui e con altri partigiani che erano con lui. Inoltre, credo che la conquista della libertà e della democrazia non sia perenne, ma vada perseguita giorno per giorno. Questo è l’impegno e il senso del dovere che mi ha sempre accompagnato nella vita: difendere la libertà, la democrazia e la Costituzione, non per posizioni partitiche ma universali. Non mi pento della scelta fata un mese fa, anche se comporta

un certo impegno. Inoltre questa è una comunità fatta da donne e uomini liberi, con un senso di volontariato assoluto che parte proprio dalla figura del presidente, con bilanci risicatissimi. Uno dei temi da affrontare è proprio quello di organizzare iniziative col sostegno degli iscritti. Non c’è alcun potere da gestire, non girano soldi, c’è solo il fascino dell’idea». Il fascino di un’idea che consiste nel ribadire valori sempre attuali. «L’Anpi è nata che non era ancora finita la guerra, si formò prima del 25 aprile nella Roma liberata. Ancora oggi è un ente morale. All’inizio comprendeva solo partigiani, poi è cambiata da tempo in un congresso, sennò sarebbe scomparsa con le ultime figure di chi lottò allora per quei valori. Ha deciso di aprirsi senza cambiare nome e modificando solo lo statuto. Lo status di ente morale concede meno vantaggi rispetto a una onlus, ma è rimasto tale, e si è aperta a tutti coloro che condividono quei valori di libertà e democrazia. E’ vero che di solito si vede l’Anpi come l’ultimo baluardo della sinistra, o quasi, quando non un gruppo di reduci, ma in realtà vi sono iscritti parecchi giovani: il presidente del Circolo di Cremona ha solo 29 anni. Siamo in 500 iscritti, nonostante ad esempio la vicina Pavia ne conti quasi 2000 siamo una bella realtà. La storia d’Italia ha fatto sì che la destra in molti casi si sia identificata nell’estrema destra, cosa che non avviene ad esempio in Francia, dove destra e sinistra condividono i valori es-

senziali. La Resistenza in Italia è stata fatta da tanti, anche apolitici e monarchici, quindi è aperta al di là delle collocazioni partitiche. Purtroppo in Italia si è identificata la destra con il fascismo ma non è detto che debba essere così. C’è anche l’Associazione Partigiani Cristiani, una divisione nata dalla guerra fredda che ci ha diviso, ma oggi di fatto siamo una cosa sola, e la figura di papa Francesco ha creato entusiasmo, contagiando molti religiosi che militano nell’Anpi. In teoria non c’è motivo perché non vi militino democratici liberali. Qualcuno dice che l’Anpi si occupa di tutto, mentre dovrebbe solo impegnarsi nella storia e nella memoria, ma non può essere solo questo il nostro ruolo. Abbiamo conquistato il diritto di dire la nostra su tutto, ma è una libertà che va gestita. Oggi ad esempio l’Anpi non dà giudizi sul governo, se non sui temi legati alla Costituzione. Potenzialmente abbiamo il diritto di esprimerci su tutti i temi politici, ma l’associazione non interviene sulle singole leggi. Nella Resistenza, non solo a sinistra, c’era l’idea di salvare l’Italia con il rinnovamento e la giustizia sociale, un grido di dolore che viene lanciato quotidianamente nei confronti dei tanti casi di privilegi e corruzione. Penso agli ultimi anni di vita di mio padre e dei tanti come lui che hanno combattuto. Quando gli chiedevo giudizi sulla nostra società era molto critico, e resta un grido di dolore che alziamo sempre, ma con senso della misura, finalizzato a denunciare quel che non va».

Gian Carlo Corada

Sono trascorse tre generazioni dai fatti del ’45, quell’eredità dovrebbe essere patrimonio di tutti, ma non riusciamo ad evitare scontri politici ancora cruenti. «E’ un problema che dobbiamo porci tutti per cercare di rendere la memoria condivisa il più possibile. Invece non accade, e dobbiamo chiederci perché. Non è un caso che il fascismo sia stato esportato dall’Italia, e la nostra storia spiega i motivi della divisione, sta di fatto che oggi molta gente che pure non si dice fascista non condivide quell’eredità». Facendo autocritica, è in parte colpa anche della sinistra che tende a non condividere quei valori? «In parte ciò è avvenuto, e soprattutto ci è stato attribuito. Non

abbiamo fatto abbastanza per dire che non deve essere così, si tratta di un patrimonio comune a tutti i democratici. Detto questo, tanta gente ce l’ha con la Resistenza in quanto tale, d’altronde anche la memoria del Risorgimento non è condivisa, figurarsi col fascismo che qui è nato creando tanti equivoci. Serve una grande operazione culturale di educazione, partendo dalla scuola ma non limitandosi a questa». A proposito di scuola, lei ha insegnato a lungo al Liceo Scientifico Aselli. Come vivono la ricorrenza del 25 aprile secondo lei i giovani, anche quelli non schierati politicamente? «Pur non insegnando più, sono andato nei giorni scorsi nelle quinte classi dell’Aselli e sono stato favorevolmente impressio-

nato dalla maturità dei ragazzi, che sono meglio di come ce li immaginiamo. Molti insegnanti svolgono ormai la funzione di tramandare i valori della Resistenza senza strumentalizzazioni. Serve anche che l’intera strutttura scolastica affronti l’argomento senza lasciarlo alla buona volontà degli insegnanti, che a volte c’è e a volte no. A Cremona credo che siamo a buon punto, ma altre realtà sono più indietro in questo percorso. Anche qui comunque c’è da migliorare, affrontando la questione in modo sistematico togliendo la patina di “vecchio”. Questi non sono valori vecchi, se ci limitiamo a fare solo cerimonie posando corone di fiori e non andiamo a spiegare e parlare... capisco che i testimoni di quell’epoca non ci sono quasi


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Giovedì ricordata la figura di Ferruccio Ghinaglia ucciso nel 1921

Così Cremona lunedì celebra la ricorrenza I

più, ma possiamo svolgere comunque quel compito». La Costituzione è un pilastro frutto dell’esperienza di allora. Quest’anno in ottobre è previsto un referendum che chiamerà gli italiani a votare su una modifica importante, proposta dal suo partito di riferimento, il Pd. Che ne pensa personalmente? «L’argomento tocca anche l’Anpi che ha già preso posizione su due fronti: contrarietà alla proposta di legge elettorale e la legge Boschi da sottoporre a referendum, ma viene lasciata libertà di scelta agli iscritti. Personalmente devo riflettere, credo che quella passata in Parlamento non sia la legge che avrei fatto io: il Senato va abolito del tutto o reso elettivo. Detto questo, ci sta anche il monocameralismo, non si tratta di una scelta facile. Il modello elettora-

le non c’entra nulla col referendum, e non lo condivido, e anche la legge Boschi non è come speravo. Ad esempio io sono legato ai piccoli collegi. Però mi chiedo: piuttosto di niente è meglio piuttosto? Mi pongo semplicemente la domanda se sia o meno un passo avanti rispetto alla situazione odierna». Il rischio è che il referendum si trasformi in una prova di consenso a favore o contro il premier Renzi. Se sarà così, non trova che sarebbe una grande occasione persa? «Sarebbe una scelta sbagliatissima, non dovremmo politicizzare e personalizzare la questione in questo modo. Sarebbe sbagliato interpretarla così, anche perché si accentuerebbero le divisioni». Non che lo stesso Renzi non abbia la sua dose di responsabi-

lità: la sua dichiarazione “se non passa il referendum vado a casa” in questo senso non ha agevolato una discussione serena. «Le maggiori responsabilità le ha proprio Renzi perché è lui al Governo: chi ha l’onere di governare deve essere il più possibile inclusivo, mentre nel recente referendum ha chiesto il non voto rivendicando poi la vittoria. Io a votare ci sono andato, la posizione stessa dell’Anpi precisa che, in base all’art. 48 della Costituzione, si tratta di un diritto-dovere. Il singolo cittadino può rinunciare a un diritto, ma che ti inviti a farlo l’istituzione no: questa è la critica principale che abbiamo mosso al premier. Quanto al referendum costituzionale, sono certo che dopo le vacanze sarà un tema che verrà fuori decisamente, mentre ora resta sullo sfondo».

n occasione del 71° anniversario della Liberazione, il Comune di Cremona, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, l’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Cremona, l’Associazione Nazionale Divisione Acqui – Sezione di Cremona, e con il Comitato Liberazione e Costituzione, ha predisposto il programma per la celebrazione del 25 Aprile. Alle 9, al Civico Cimitero, manifestazione in memoria dei Caduti, con la Messa all’aperto, alla Cappella ai Caduti (ingresso dal cancello di sinistra), celebrata dal Vescovo mons. Antonio Napolioni. Al termine della Messa, corteo interno al cimitero per rendere omaggio a quanti hanno dato la propria vita per la difesa della libertà con sosta e deposizione di corone d’alloro e fiori alla Cappella ai Caduti Civili, alla Cappella dei fratelli Di Dio, ai monumenti commemorativi dei soldati trucidati a Cefalonia e Corfù e dei Caduti per la Resistenza, infine deposizione di una corona d’alloro all’altare della Patria. Alle 10.30, di fronte alla chiesa San Luca, concentramento del corteo, che sfilerà lungo il seguente percorso: corso Garibaldi, corso Campi, piazza Stradivari, via Baldesio infine piazza del Comune, preceduto dal Complesso bandistico “Città di Cremona”, dalla storica bandiera tricolore, dai labari delle associazioni partigiane e dai Gonfaloni del Comune e della Provincia. I corsi principali della città saranno addobbati con bandiere tricolori. Alle ore 11.15 inizio degli interventi sul palco in piazza del Comune. Prenderà la parola dapprima il rappresentante della Consulta degli studenti, Klein Tahiraj, a seguire il Presidente delle Provincia Carlo Angelo Vezzini, la Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui Graziella Bettini in rappresentanza delle Associazioni partigiane ed il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti. Particolare sarà l’allestimento di piazza del Comune, con tutte le finestre del Palazzo comunale imbandierate, e grandi tricolori saranno

posti sui pilastri del porticato esterno dell’edificio. In Cortile Federico II saranno esposte esposte le foto dei partigiani cremonesi caduti per la libertà. Seguirà la deposizione delle corone alla lapide dei Caduti per la Libertà, alla lapide “Medaglia d’oro CVL (Corpo Volontari della Libertà)” in cortile Federico II e alla nuova lapide alle Donne cremonesi della Resistenza. La cerimonia si concluderà davanti al quadro con le foto di tutti i caduti della Resistenza Cremonese (altre corone verranno deposte in zone diverse della città). Al termine, nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale ricevimento dei familiari dei Caduti per la Libertà e cerimonia di consegna delle borse di studio per “il 25 Aprile”. Mercoledì 27 aprile sarà infine celebrata la commemorazione dei Martiri di Bagnara, tragica giornata in cui nel 1945 un plotone di soldati tedeschi in ritirata, nei pressi del distaccamento situato a pochi chilometri da Cremona, in località Bagnara intimarono ai Vigili del Fuoco che presidiavano quel distaccamento, Guido Azzali, Odoardo Cerani, Domenico Agazzi, Luigi Rusinenti e due civili, Giovanni Vaiani e Ivan Mondoni, di mettersi al muro dove vennero fucilati. Come ogni anno il Centro Sociale di Bagnara, insieme all’Associazione Unitaria Pensionati, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, organizza una piccola funzione per ricordare i martiri di Bagnara. Alle ore 10, messa alla chiesina di Bagnara, alle 10.30 deposizione di una corona alla lapide, posta sull'edificio che ospita. Da segnalare che giovedì scorso, 21 aprile, in occasione del 95° anniversario della morte di Ferruccio Ghinaglia, si è tenuta una cerimonia di commemorazione da parte dell’Anpi. E’ avvenuto sullo slargo del torrione della via a lui intitolata. A ricordare lo sfortunato ragazzo, Gian Carlo Corada, quindi sono stati deposti fiori sulla sua tomba. Ferruccio Ghinaglia (nella foto sopra), di Casalbuttano, fu ucciso nel 1921 in Borgo Ticino da un gruppo di squadristi.


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Cronaca

Sabato 23 Aprile 2016

Mercato auto, più vicina la svolta elettrica Il prototipo della Tesla migliora prestazioni, design e autonomia della batteria. Il professor Domenico Casadei: «C’è spazio per l’ingresso di nuovi attori»

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di Vanni Raineri

a presentazione da parte della casa automobilistica americana Tesla, specializzata in auto elettriche, della Model 3, promette di rivoluzionare il mercato mondiale delle auto, favorendo il passaggio alla tanto agognata mobilità sostenibile. Questo in primis grazie al prezzo finalmente abbordabile della vettura (poco oltre i 30mila euro), anche apprezzabile esteticamente e a livello di prestazioni, e a un’autonomia che arriva a sfiorare i 400 chilometri. Sul tema abbiamo sentito il parere autorevole del professor Domenico Casadei, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi” presso l’Università di Bologna. Tra le varie cose, ha al suo attivo centinaia di lavori scientifici su atti di Congressi e su Riviste Internazionali, ed è attualmente responsabile del laboratorio Lemad (Laboratory of Electrical Machines and Drives). Professor Casadei, è davvero più vicina la svolta elettrica nell’autotrasporto? «Dal punto di vista della sostenibilità economica e delle prestazioni ottenibili, le auto elettriche sono ormai una realtà tecnologica assestata che avrà un forte impatto nel settore della mobilità. La Tesla Model 3 è l’esempio a cui ora tutti i costruttori di automobili dovrebbero guardare con grande attenzione, poiché introduce concetti di equilibrio tra prestazioni, design e costo che nessun’altra auto elettrica ha raggiunto fino ad ora. L’impostazione automobilistica di Tesla è seguita, in parte, anche da costruttori europei (ad esempio Bmw e Renault) e giapponesi (come Nissan) che hanno la capacità di sviluppare veicoli specificatamente elettrici con prestazioni di sicuro appeal per la mobilità su piccole e medie distanze. In questo settore vi è inoltre spazio per l’ingresso di nuovi attori per lo sviluppo di veicoli elettrici in applicazioni nicchia. Per il trasposto delle merci in ambito urbano, ad esempio, vi sono oggi nuovi modelli in circolazione

Rimarranno le auto “tradizionali”. No agli incentivi diretti molto interessanti, che si stanno diffondendo anche nel nostro paese». Molti paesi sono più sensibili del nostro sull’argomento: negli Usa è previsto un contributo statale di 7500 dollari per chi acquista un’auto elettrica, in Olanda hanno dichiarato lo stop ai carburanti tradizionali (benzina e diesel) già a partire dal 2025, in Scandinavia le colonnine per il rifornimento sono già molto presenti. In Italia, dove solo lo 0,1% delle auto vendute oggi è elettrica, tante parole ma fatti, finora, pochi. Crede che qui gli interessi delle lobbies giochino un ruolo più importante che altrove? «L’incentivazione economica di una tecnologia potrebbe provocare una forte distorsione del mercato, in quanto l’elevata domanda generata finirebbe per provocare una capacità produttiva sovradimensionata rispetto alle reali esigenze del mercato, associata probabilmente anche ad una produzione di basso livello qualitativo. Al termine degli incentivi si verificherebbe poi una grave crisi del settore, come ad esempio è avvenuto negli anni scorsi nel boom della produzione fotovoltaica di energia elet-

Sopra il prototipo della Tesla Model 3 che promette di far decollare il mercato delle auto elettriche. A sinistra il professor Domenico Casadei

trica. Riteniamo quindi molto più efficace e corretta l’introduzione di meccanismi indiretti di incentivazione che tengano conto della minore emissione a livello globale di CO2 e del suo impatto nullo nel punto d’uso. Mi riferisco ad esempio all’accessibilità nel centro delle città, all’agevolazione della sosta e soprattutto alla diffusione capillare di colonnine di ricarica pubbliche». Un ultimo limite all’appetibilità delle auto elettriche è il tempo di ricarica. Anche con la cosiddetta Supercharger servono 20 minuti di attesa. Crede che anche su questo aspetto sia possibile migliorare la situazione? «Su questo aspetto bisogna prestare una certa attenzione poiché la ricarica rapida delle auto, pur tecnicamente possibile, richiede un dispositivo particolarmente complesso e costoso per l’elevata potenza che deve essere gestita. Inoltre, la ricarica rapida determina un invecchiamento accelerato delle batterie, per cui non dovrebbe essere utilizzata con regolarità, ma solo in caso di effettiva necessità. L’installazione di questi dispositivi potrebbe essere utile, ad esempio, lungo la rete autostradale per con-

sentire di utilizzare l’auto elettrica anche per lunghi percorsi. Per lo sviluppo della mobilità urbana sarebbe molto più importante promuovere la diffusione capillare dei punti di ricarica per consentire ad un elevato numero di utenti di eseguire la ricarica notturna». Una critica alla mobilità elettrica viene da chi sostiene che in un mercato fatto solo di auto elettriche la richiesta di elettricità raddoppierebbe, con la conseguenza che sarà necessario realizzare nuove centrali tradizionali inquinanti, in particolare in l’Italia, che non produce energia nucleare. Crede sia una visione realistica? «Prima di tutto occorre sottolineare che il mercato non potrà mai essere occupato solamente da auto elettriche, poiché per la mobilità su lunga distanza difficilmente la auto elettriche potranno essere competitive con le auto tradizionali. L’auto elettrica potrà aumentare gradualmente la propria quota di mercato principalmente per la mobilità urbana ed in questo scenario i gestori dell’energia elettrica potranno soddisfare la crescente domanda di energia senza parti-

colari problemi. La tendenza di questi anni all’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili fornisce la possibilità di rispondere a questa nuova domanda di energia con un basso impatto ambientale. Si fa presente, comunque, che pur considerando la produzione di energia da combustibili fossili, l’efficienza globale di conversione di un veicolo elettrico è più alta di quella di un veicolo a combustione interna, dove per efficienza globale si intende l’efficienza dell’intero processo di conversione, a partire dal costo di estrazione del combustibile fossile, al costo di lavorazione, fino al costo di produzione dell’energia elettrica nelle centrali. Considerando un mix di fonti primarie di tipo fossile per la produzione di energia elettrica (secondo la situazione attuale del nostro paese), un veicolo elettrico produce una minore emissione di CO2 per chilometro rispetto ad un veicolo a combustione interna. Ad esempio per un’auto elettrica compatta si emettono 40 g. di CO2 per chilometro per produrre l’energia elettrica necessaria, rispetto ai 110 g. di CO2 per chilometro emessi da un auto a combustione interna di analoghe dimensioni».


Cronaca

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Sanfelici e la Baldesio del futuro

Il presidente uscente della Canottieri si ricandida per il quadriennio 2016-2020. A contrastarlo ci sarà il suo predecessore Mario Ferraroni

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di Vanni Raineri

erminato il quadriennio di gestione uscente, i soci della Baldesio sabato 30 aprile esprimeranno il loro voto in vista del prossimo mandato, dal 2016 al 2020. Due i candidati, appoggiati ciascuno da una lista che conta 8 nomi: sono il presidente uscente Francesco Sanfelici e Mario Ferraroni, il suo predecessore, in quanto ha gestito la Baldesio per otto anni, dal 2004 al 2012. L’assemblea annuale avrà luogo alle ore 16,30 presso il palazzetto polivalente della Canottieri di via del Porto. Prima del voto, il presidente Sanfelici illustrerà ai soci il bilancio consuntivo relativo al 2015, che sarà votato. In vista del rinnovo della cariche, abbiamo sentito il presidente uscente, al quale chiediamo innanzitutto come è cambiata la Baldesio nei 4 anni della sua gestione. «Come scrivo nella mia relazione - esordisce Sanfelici quella alla Baldesio è stata per me un’esperienza dura ma stimolante. Questa è una società Canottieri, ma va gestita come un’impresa. Il bilancio economico è molto importante e richiede l’attenzione di un’azienda. Pensare di gestirla come avveniva fino a 20 anni fa, alla stregua di un Dopolavoro, è riduttivo: oggi abbiamo dipendenti fissi, contratti a tempo indeterminato, professionisti che lavorano con noi, e di fatto siamo un’impresa importante, con un valore a bilancio di due milioni e 300mila euro. A ciò si unisce la vocazione con cui la società è nata, che consiste nel “migliorare con l’esercizio del remo, del nuoto e di altre attività sportive, le forze fisiche e morali della gioventù” (il riferimento è allo statuto del 1887, ndr). E i destinatari sono sia i soci che i ragazzi che vengono da Cremona e dal Cremonese. Siamo affiliati al Coni nelle discipline di canoa, canottaggio, nuoto, tennis, calcio, bocce e basket. In questi 4 anni abbiamo avuto un notevole incremento dell’attività sportiva: si pensi nella canoa al campionato del mondo Juniores conquistato da Riccardo Spotti, un risultato mai avuto in provincia, nel nuoto abbiamo vinto ben 5 campionati italiani di categoria, nel canottaggio Marcello Caldonazzo ha conquistato due ori nella Coppa della Gioventù. Quanto al calcio, che prima era relegato agli over, oggi abbiamo due squadre over 40, una isciritta in Seconda categoria Figc, una Juniores e da

I soci saranno chiamati a decidere i nuovi consiglieri sabato 30 aprile

quest’anno una neonata squadra Allievi, dove tra l’altro c’è una buona rappresentanza di figli dei soci». Recentemente la vostra Canottieri riesce a catalizzare l’attenzione di tanti ragazzi che iniziano la pratica sportiva, soprattutto nel canottaggio. Avviene grazie ad operazioni di scouting nelle scuole? «Complessivamente abbiamo quasi 500 atleti. I ragazzi si rivolgono a noi perché, è vero, abbiamo aumentato la presenza nelle scuole, soprattutto le medie, presentando i nostri sport storici. La scuola nuoto è invece molto presente nelle elementari, e grazie a collaboratori esterni abbiamo formato la squadra allievi di calcio. Non ultimo, c’è l'importante torneo che da parecchi anni si svolge per i Pulcini: l’anno scorso c’erano 16 squadre. Sono tutte iniziative che hanno riflessi positivi, i ragazzi che vengono possono diventare potenzialmente nostri soci, e comunque diamo loro valori ed educazione, cui teniamo molto». In cosa può migliorare la società? «Tutto è migliorabile. Siamo 3300 soci e i ragazzi sono il nostro futuro. Dobbiamo incentivare le attività sportive praticate per i figli dei soci: ad oggi sono

«In questi 4 anni abbiamo avuto grandi risultati in campo sportivo»

circa 190, devono aumentare». Quota 3300 soci vi soddisfa? «E' rimasta costante, non l’abbiamo mai voluta aumentare nemmeno quando c’erano liste di attesa, una caratteristica che ha accomunato tutti i consigli degli ultimi 40 anni. Questo perché mettiamo il socio al centro della società, garantendo un ambiente confortevole e vivibile specie nei fine settimana d’estate, per poter avere sempre a disposizione un lettino, un ombrellone, il campo da tennis disponibile, un’imbarcazione». Liste d’attesa, ormai un ricordo. La crisi, eh? «Da una parte ha contribuito la crisi pesante, dall’altra la saturazione dovuta ai servizi offerti dalle altre società». In una recente intervista, Mario Ferraroni, a capo dell’altra lista, l’ha accusata di aver sfruttato il ruolo di presidente per candidarsi a consigliere comunale. «Non ho alcuna intenzione di mettermi in una disputa sulla candidatura. Intanto non mi presento come presidente, tutti i 9 candidati del gruppo si presentano come consiglieri, che poi eleggono il presidente. Non è detto che io non faccia il consigliere. Non è nel mio stile, e neanche in quello della Baldesio, creare tensioni e polemiche». Sempre Ferraroni vi riconosce di aver lavorato, ma di non

«Gli attacchi verso di me? Nello stile Baldesio niente polemiche»

Controllo di vicinato con la Polizia Locale La Polizia Locale, nell’ambito delle sue funzioni di prossimità nei quartieri, svolgerà attività di presidio e coordinamento per il “controllo di vicinato”. Questo l’indirizzo della Giunta di fronte a un fenomeno che anche a Cremona si sta diffondendo come avviene già in altre città italiane e prima ancora all'estero. Il “controllo di vicinato” consiste sostanzialmente nel promuovere l’organizzazione tra vicini per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Un’esperienza che, se ben utilizzata, può avere un valore aggiunto rappresentato da una miglioramento della sicurezza percepita e che procede di pari passo con l’aumento della coesione sociale fra vicini di casa e di quartiere. Alcuni quartieri si stanno muovendo autonomamente, attivando gruppi Whatsapp o organizzando incontri nei quali invitare i referenti di zona del controllo di vicinato ed i presidenti dei comitati di quartiere. «Come Amministrazione - dichiara l’assessore alla Sicurezza Barbara Manfredini -, fatte le opportune valutazioni, abbiamo ritenuto che il Co-

mando della Polizia Locale abbia le risorse e la possibilità di avviare e gestire l’intero sistema garantendo così un servizio ai cittadini». La collaborazione tra vicini è importante perché si instauri un clima di sicurezza che può essere percepito da tutti i residenti e particolarmente dalle fasce più deboli. Un insieme di piccole attenzioni fa sì che i molti occhi di chi abita il quartiere rappresentino un deterrente per chi volesse compiere reati. Il senso di vicinanza, unito alla certezza che ci sia un tempestivo intervento del vicinato, fa sì che ci si senta maggiormente protetti all’interno della propria abitazione e dell’area di residenza, rafforzando nel contempo i legami all’interno di una comunità diventata più unita e consapevole. Tutto questo deve essere però accompagnato da affiancamento e consulenza, formazione dei partecipanti e dei coordinatori dei gruppi di controllo nella fase di avvio, nonché da eventuali correzioni per evitare un utilizzo improprio di questo sistema che presenta comunque aspetti delicati.

Il presidente della Canotteri Baldesio Francesco Sanfelici

essere troppo “presenti”. Su questa critica “operativa” può rispondere. «Come mia abitudine, parlo coi numeri. In 4 anni gli investimenti sono stati di 2 milioni e 150mila euro, una cifra importante. Questo consiglio ha concluso gli investimenti iniziati nel quadriennio precedente e realizzato di nuovi. Ad esempio la messa in sicurezza del palazzetto con la copertura e le travi portanti, abbiamo rifatto il sintetico di due campi da tennis, sostituito la tri-

buna del palazzetto e messo a norma l’impianto elettrico. Poi il pallone pressostatico con campo da tennis in terra rossa, la grande cura del verde con ripiantumazione di 120 alberi; abbiamo censito tutto il patrimonio arboreo in convenzione col Comune, che avrà la proprietà dei filari sul Po. La piscina da 33 metri risale agli anni Cinquanta, e la manutenzione straordinaria con eliminazione delle perdite la renderà efficiente. E poi ci sono gli acquisti dei pulmini per far viag-

«In un quadriennio abbiamo investito oltre due milioni di euro»

giare in sicurezza gli atleti, del tosaerba e macchine operatrici per far lavorare in efficienza gli operai, senza esternalizzare le spese; i pannelli solari posati sopra al palazzetto per riscaldare tre piscine, e col caldo anche l’acqua delle docce, il telo isotermico per coprire la piscina da 50 metri e mantenere il calore accumulato durante il giorno. Poi abbiamo realizzato il nuovo pozzo per uso irriguo, rifatto l’impianto di illuminazione di tre palestre». Direi che l’elenco è abbastanza lungo. Chiudiamo col programma del quadriennio. «Questo consiglio lo scorso ottobre ha ottenuto l’appoggio del 75% dei soci per il progetto che prevede la realizzazione della nuova palestra per i soci, e l’ampliamento degli spogliatoi femminili. L’approvazione risale a fine 2015, ma sarà il nuovo consiglio ad intervenire. C’è poi il rifacimento dei due campi da tennis in sintetico, la sostituzione dei trampolini della piscina da 33 metri, e il rifacimento della terrazza della club house. Queste sono tutte opere già approvate dal consiglio uscente, poi ci sono gli interventi da mettere in calendario, come il rifacimento del tetto della casa del custode e la tinteggiatura della palazzina che ospita gli spogliatoi maschili. Poi il servizio per la cura del verde a gestione interna, il rifacimento dei servizi igienici della sala ristorante e un piano complessivo di restyling dei locali. Si dovrà anche scegliere il nuovo custode, che manca da un anno. Abbiamo individuato due candidati idonei, a per evitare di lasciare in eredità al nuovo consiglio una scelta già fatta, abbiamo posticipato la scelta. Un altro aspetto da perseguire con incisività è il maggiore controllo sugli accessi, poi vorremmo regolamentare il numero dei soci nelle varie categorie master che praticano le attività sportive. Infine, il direttore fra due anni andrà in pensione: sarà necessario per il nuovo consiglio assumere questa figura professionale per gestire la Canottieri con autorevolezza». La lista che si presenta nel segno della continuità è formata oltre che da Francesco Sanfelici (55 anni), da Giorgio Agosti (47), Fabio Mirri (52) Diego Mezzadri (37), Federico De Stefani (39), Andrea Rossi (42), Donato Bottarelli (62) e Daniela Zeglioli (57). La lista appoggia Alberto Guadagnoli che si candida come indipendente. L’altra lista, che candida alla presidenza Mario Ferraroni, è invece composta da: Stefano Arisi, Renzo Tenca, Gianfranco Del Bon, Marco Montagni, Tommaso Travella, Giancarlo Romagnoli, Luigino Ferrari e Carlo Croce.

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Rubrica

Sabato 23 Aprile 2016

La mostra di Maurizio Cavalloni Lo scorso 9 aprile, la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha inaugurato la mostra “La vita moderna”, fotografie di Gianni Croce dal 1920 al 1960. La mostra è visitabile a Piacenza, Via Santa Franca 36, ed è aperta dal martedì al venerdì, dalle ore 16 alle 19.30, e il sabato e la domenica la mattina dalle 10.20 alle 12.30 e il po-

meriggio dalle 16 alle 19.30. Il gigantesco Archivio Croce, è parte del labirintico Museo per la fotografia e la comunicazione visiva di Piacenza (sito in Corso Vittorio Emanuele 110, Piacenza) di Maurizio Cavalloni. Le antiche lastre fotografiche del Museo precedono nel tempo l’avvento delle pellicole fotografiche, recentemente rimpiazzate dalla fotografia digitale. E tra le antiche lastre di

Maurizio Cavalloni, emergono anche immagini di fatti e di personaggi storici cremonesi. I volti del vescovo di Cremona, monsignor Cazzani, del ras della città del torrazzo, Roberto Farinacci, e tanti altri, sono custoditi negli scaffali del Museo. Quanto segue è il racconto di una delle vicende che hanno portato alla produzione di queste fotografie. (continua sotto)

Il Principe Umberto a Cremona Il racconto di Maurizio Cavalloni . 1ª e unica puntata

di Paolo A. Dossena

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a storia che Maurizio Cavalloni ci racconta risale a quasi a un secolo fa, ormai... «anche se io, quelle persone, quei fotografi, li ho conosciuti tutti, e bene». Cavalloni prosegue così il suo racconto: «Secondo quanto risulta dal mio archivio, è il 29 maggio 1927, quando il principe Umberto di Savoia (il futuro, ultimo re d’Italia) visita Cremona. E’ venuto a inaugurare il grande santuario ai caduti della prima guerra mondiale. Alla cerimonia, che si svolge tra il cimitero e il Duomo di Cremona, partecipano tutte le autorità cittadine. C’è l’onorevole Roberto Farinacci, il ras della città. C’è il vescovo di Cremona, monsignor Cazzani. Ci sono il podestà e l’ex prefetto Rossi. E ci sono anche autorità romane, come Giovanni Giurati, ministro dei lavori pubblici e, di lì a poco, segretario del partito fascista e presidente della Camera. A fotografare la cerimonia ci sono tre grandissimi professionisti. Infatti, non c’è solo l’onnipresente Ernesto Fazioli, che in quegli anni è nei fatti il vero fotografo della città di Farinacci (Fazioli collaborerà assiduamente con la rivista “Cremona” del ras, ricevendo da questi un’infinità di lavoro e di incarichi, arrivando perfino a diventare il corrispondente cremonese per l’Istituto Luce). Ci sono anche due forestieri, i fratelli Manzotti. Originari di Reggio Emilia, Erminio ed Eugenio Manzotti sono nati alla fine dell’Ottocento a Correggio, in quel di Reggio Emilia. Si sono stabiliti a Piacenza dopo il 1920 e hanno aperto uno studio fotografico che lavora molto anche a Cremona. Prima di allora hanno lavorato anche all’estero e, allievi del professor Namias, sono tra i primi in Italia ad affronatare la tecnica fotografica a colori. Prima di spingersi verso Cremona, sono stati anche in Francia, dove hanno frequentato la famosa scuola

La visita del futuro Re d’Italia avvenne il 29 maggio 1927, tra il cimitero e il Duomo Le fotografie scattate da Gianni Croce fanno parte di una mostra aperta a Piacenza

dei fratelli Lumière (protagonisti dei primi rudimentali esperimenti cinematografici). E’ così che Ernesto ed Erminio riescono a produrre le “autocromie Manzotti”, ossia diapositive a colori su grandi lastre di vetro. In quel 1927, a Cremona, c’erano anche loro a fotografare il principe Umberto, duellando con Ernesto Fazioli, che era più giovane di loro (era nato nel 1900) e che solo da pochi anni aveva ereditato lo studio fotografico Novaresi (ma anche Fazioli aveva fatto studi serissimi a Milano, lavorando nello studio di Emilio Sommariva). I fratelli Manzotti erano interessati alla fotografia, non alla politica, ma il regime era ovunque. Così, per poter continuare a lavorare, anche Erminio Manzotti, come già Fazioli, cominciò a fotografare le “adunate oceaniche” dell’Italia fascista. Erminio decise di iscriversi al partito. Nel

Sopra Maurizio Cavalloni. Più in alto due immagini della mostra e il principe Umberto a Cremona nel 1927: alla sua sinistra si riconosce mons. Cazzani. Roberto Farinacci è nascosto dalla figura del futuro, ultimo re d’Italia. Sopra al titolo un cartellone della mostra

1928 a lui e al fratello si unì il nipote Gino, che aveva solo 14 anni e che proveniva a sua volta da Correggio. Proprio come Fazioli a Cremona, i Manzotti, a Piacenza, documentarono la progressiva irregimentazione della società, che, anche sulle due sponde del Po, fu costretta a mettersi in camicia nera e a partecipare alle adunate di regime. L’altro grande fotografo di Piacenza era Gianni Croce, che, proprio come me, era di origine lodigiana (io sono di San Rocco al Porto). Croce arrivò a Piacenza nel 1921, forte di una formazione fotografica che lo aveva visto allievo di Giuseppe Marchi, esponente della fotografia artistica del periodo Liberty. Io fui allievo di Croce a partire dal 1970, e nel 1976 ne rilevai l’attività, che è oggi a conduzione familiare. Il mio studio fotografico ospi-

ta anche la sede dell’Associazione del Museo per la fotografia e la comunicazione visiva di Piacenza (Corso Vittorio Emanuele 110, Piacenza). Il mio Museo raccoglie non solo il grande fondo di Gianni Croce, bensì anche tutto l’archivio fotografico Manzotti e tanti altri fondi che ho comprato nel corso degli anni. Lo Studio include materiale di interesse nazionale, come la pregevole collezione di bozzetti di Giovannino Guareschi, o la raccolta dei manifesti elettorali post-bellici, tra il 1945 e il 1953, probabilmente la più completa e importante in Italia. Ecco perché possiedo molte collezioni, anche cremonesi. Tra le altre, anche il gruppo di fotografie della famosa cerimonia cremonese del 1927. Potete visitare esemplari delle mie collezioni sulla pagina Facebook “Foto Croce - Archivi storici e Museo per la fotografia di Piacenza”».


Cronaca

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Due immagini emblematiche del rapporto Ispra: l’area di Expo 2015 come era nel 2001 e come è diventata nel 2014

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di Vanni Raineri

na quantità sempre più elevata di suolo in Italia è strappato all’agricoltura, e proporzionalmente cresce la superficie media coltivata per azienda. Ne consegue che, a seguito del doppio fenomeno, il grafico del numero di aziende agricole in Italia sia in picchiata. Confrontando gli ultimi dati dell’Istat, elaborati dal mensile specializzato “Vita in Campagna”, e l’ultimo rapporto Ispra sul consumo di suolo in Italia, emergono dati interessanti, che danno basi scientifiche a un fenomeno che per la verità è visibile a occhio nudo. Facciamo il punto in occasione della Giornata Mondiale della Terra, celebrata ieri. Partiamo dalla ricerca Ispra sul consumo di suolo. Come mostrano le tabelle a fianco, in Italia negli anni Cinquanta erano utilizzati in modo artificiale poco più di 8.000 kmq di terreno, consistenti nel 2,7% della superficie complessiva. Nel 1989 si è saliti al 5,1%, poi è stata una crescita costante che ha raggiunto nel 2014 il 7%, vale a dire 21.000 kmq, quasi il triplo rispetto agli anni Cinquanta. Il fenomeno interessa particolarmente il nord-ovest del paese. Quanto alla provincia di Cremona, i dati riferiti al 2012 vedono una percentuale di suolo consumato del 9,2% (16.275 ettari), un dato allineato a quello delle province di Brescia e Mantova, più basso rispetto a Bergamo e Lodi ma sensibilmente superiore a Pavia, Piacenza e Parma (attestate attorno al 7%). Nel nostro paese il 7% diventa 10,8% se si considera il “suolo effettivo”, che si ottiene togliendo le aree situate a quota maggiore di 600 metri slm e con pen-

Il consumo di suolo in Italia ha tolto all’agricoltura 3 milioni e mezzo di ettari in 30 anni. Dagli anni Cinquanta è triplicato

Là dove c’era l’erba ora c’è una città Il dato in provincia di Cremona (9,2% del totale) è superiore rispetto alla media nazionale

denza superiore al 10%. In Lombardia è consumato il 16,3% del suolo effettivo. Interessante anche il dato sul suolo consumato in aree a pericolosità idraulica: in Lombardia siamo al 4,6%, un dato tra i meno allarmanti in un’Italia che ha un dato medio dell’8,9% e che vede la Liguria addirittura al 30,1%. La ricerca arriva alle conclusioni. L’aumento del consumo di suolo non è giustificato dall’aumento della popolazione: si veda in tabella come siamo passati dai 167 metri quadrati a testa degli anni Cinquanta agli odierni 345 del 2014: almeno si nota per la prima volta un lieve ribasso rispetto all’anno prima.

Si segnala inoltre che l’incremento delle superfici artificiali comporta l’impermeabilizzazione del suolo: nuovi quartieri, ville, seconde case, alberghi, capannoni industriali, magazzini, centri direzionali e commerciali, strade, autostrade, parcheggi, serre, cave e discariche provocano la progressiva erosione della risorsa suolo con la trasformazione di città compatte in insediament diffusi, con bassa densità abitativa. Da qui l’intensificazione agricola, in particolare proprio nella Pianura Padana Si tratta di dati importanti per la protezione dell’ambiente, e si spera che il sistema di monitoraggio possa integrarsi a

livello regionale. Al termine del rapporto si auspica la crescita sostenibile degli insediamenti umani con il recupero dei centri storici, forme urbane più compatte, il riuso di aree dismesse o già urbanizzate anche attraverso interventi di rigenerazione e riqualificazione. Spostiamo il focus sulle aree coltivate in agricoltura, una questione evidentemente strettamente collegata. Nel dopoguerra il chilometro zero, per dirla in modo moderno, era una realtà scontata, oggi è diventata per i consumatore una conquista. La carenza di suolo disponibile ha portato, come si vede nella tabella sopra al titolo, ad una maggiore con-

centrazione della superficie: la dimensione media delle aziende agricole italiane era di 4,95 ettari nel 1982, ed è salita a 8,45 ettari nel 2013: in trent’anni è aumentata di oltre il 70%. In realtà l’Italia ha una dimensione media aziendale che resta tra le più basse in Europa: in Gran Bretagna è di 90 ettari, in Germania di 56, in Francia 54 e in Spagna 24. Addirittura oltre la metà delle nostre aziende hanno meno di 2 ettari di superficie agricola utilizzata (Sau), e il loro numero complessivo dal 1982 si è più che dimezzato. Complessivamente, la Sau è scesa dai quasi 16 milioni di ettari del 1982 ai nemmeno 12 milioni e mezzo del 2013, con un calo del 21,6%. In parte il fenomeno è dovuto all’abbandono delle terre di montagna e collina più difficili da coltivare, ma soprattutto proprio al consumo di suolo, che ha eroso in trent’anni 3 milioni e mezzo di ettari di terreno coltivato. I motivi alla base del fenomeno sono da ricondurre a una pianificazione territoriale improvvisata, alla pressione delle imprese edili, e la conseguente tendenza dei Comuni a fare cassa con gli oneri di costruzione e urbanizzazione, la proliferazione dei centri commerciali, le costruzioni abbandonate che non vengono recuperate, i villaggi residenziali che soddisfano la volontà dei cittadini di avere maggiori spazi abitativi. Per rimediare al consumo di suolo il Parlamento ha un testo in fase di approvazione, ma i fatti sembrano seguire un’altra strada.


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Lettere & Opinioni

Sabato 23 Aprile 2016

sanita’

Le persone oneste vengono ancora una volta penalizzate Egregio direttore, in Regione Lombardia ci sono proposte di nuovi ticket su prestazioni sanitarie. A proposito dell’intenzione d’introdurre nuovi ticket da far pagare anche a cittadini ora esenti per età, su prestazioni sanitarie in Lombardia, in base al reddito, si parla al di sopra di 30mila euro famigliari annuali. Vuoi vedere che vogliono farglielo pagare in particolare ai cittadini onesti, questi non solo già pagano il servizio sanitario nazionale per chi evade il fisco, per chi lavora in nero, per chi porta i soldi all’estero, per i corrotti, per i disonesti, ma in più gli onesti dovranno pagare anche il nuovo ticket sulle prestazioni sanitarie, anche se hanno più di 65 anni. Cari responsabili della sanità lombarda e nazionale, la strada per finanziare il servizio sanitario nazionale è quella di far pagare a tutti i cittadini il dovuto, andando a risolvere una buona volta il problema diffuso dell’illegalità, lì si troverebbe una montagna di soldi da far entrare nelle casse dello stato e non andare a colpire ancora chi con orgoglio e senso del dovere civile e sociale è onesto, che porta avanti la cultura dei veri valori di onestà e solidarietà, si batte per difendere il nostro servizio sanitario pubblico, che è uno dei migliori del mondo. Cari responsabili della sanità, se mai vanno superate le carenze organizzative, esempio andrebbe messa mano alle lunghe liste di attesa su tante prestazioni sanitarie e visite specialistiche. Cari dirigenti delle aziende socio-sanitarie territoriali: com’è possibile che se un cittadino con la richiesta del medico per una visita specialistica o di una prestazione sanitaria, deve aspettare un anno in tanti casi addirittura due e se la chiede in privato glie la fanno il giorno dopo o dopo pochi giorni e trova sempre lo stesso medico o specialista? Qui mi sembra che ci sia qualcosa che non torna, mi sembra che ci siano dei meccanismi operativi molto insufficienti e che ci giochino sotto anche degli interessi privati di qualche categoria di liberi professionisti, di dirigenti, o addirittura di dipendenti del servizio sanitario nazionale. Cari responsabili a ogni livello delle strutture del servizio sanitario nazionale, ai cittadini le dovete delle spiegazioni, che poi secondo me basterebbe allargare le fasce orarie per le prestazioni in strutture sanitarie pubbliche, per le visite mediche specialistiche e per tutte le altre prestazioni diagnostiche, aperte anche tutto il sabato per far diminuire drasticamente i tempi di attesa e renderli adeguati ai bisogni dei cittadini. Cari responsabili nazionali, regionali e locali della sanità pubblica, vorrei ricordarvi che l’articolo 32 della Costituzione italiana, tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e nell’interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Poi la legge 833 che ha istituito il servizio sanitario nazionale ha stabilito dei principi di uguaglianza di trattamento, decentramento di gestione, globalità e unità di’intervento e gli obiettivi, di prevenzione, cura, riabilitazione ed è previsto nei piani sanitari nazionali, regionali e locali, che siano stabiliti dei meccanismi operativi per applicare i principi e mettere in atto una strategia per raggiungere gli obiettivi di benessere psicofisico delle persone, rispondendo con efficacia ai bisogni dei cittadini. Allora vi chiedo gentilmente, cari responsabili a ogni livello di rimuovere le cause di queste lunghe liste di attesa e di non introdurre altri ticket, se mai andrebbero abolite quelli che ci sono. I mezzi li avete, il tempo pure, le risorse si possono trovare, basta la volontà di far pagare a tutti i cittadini il dovuto, eliminando poi tanti sprechi clientelari su appalti di servizi, di lavori, sulle convenzioni con strut-

Per dire la vostra, scrivete a: lettere@ilpiccologiornale.it • redazione@ilpiccologiornale.it

FOCUS

Chernobyl, tragedia che non deve essere dimenticata

Gentile direttore, 26 aprile 1986 - 26 aprile 2016: in trent’anni cambiano un sacco di cose, verrebbe da dire superficialmente. Se trent’anni fa avessimo scritto delle annotazioni o delle sottolineature su un grande evento che sconvolse il mondo, oggi le potremmo rileggere e magari vedere come abbiamo mutato, oppure no, opinioni e considerazioni sull’accaduto. Ciò che, però, osserviamo oggi è che il punto fermo che doveva essere posto alla sofferenza, soprattutto a quella dei bambini, in realtà non è mai stato messo: e così, i nomi dei più piccoli continuano a sembrare scritti a matita, spazzati via da una candida gomma. Chernobyl. Qualcuno parlerebbe di un mondo di corrotti, ladri e approfittatori a cui addossare l’atroce avvenimento... ma proprio perché è troppo facile additare qualcuno di non identificabile, vorrei invece parlarvi di chi è stato reale e ricordare una persona che mi ha dato un grande esempio di correttezza e di onestà: la maestra di Minsk, che ho conosciuto di persona tanto tempo fa, morta a 77 anni dopo aver perso anni prima tutti i suoi cari per le conseguenze delle radiazioni, che mi ha illustrato la sua storia e che poi è diventata la protagonista del mio primo racconto dal titolo “Il racconto

ture e cliniche private, fondazioni e poi ristrutturazione e riqualificazione di ospedali, servizi, investnedo di più nella prevenzione. Mi auguro che si arrivi velocemente a raggiungere l’obiettivo che il diritto alla salute sia garantito a tutti i cittadini in eguale misura. Francesco Lena Cenate sopra (Bergamo) ***

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oCCupazione

sul lavoro per i giovani che non c’è si peggiora di giorno in giorno Egregio direttore, è vero, ormai appurato, che chiedere ai padri vicini alla pensione di restare al lavoro più a lungo significa impedire ai loro figli di entrare in azienda. La classica “sostituzione”, che si applicava una volta. La questione è cruciale, perché misura l’utilità di una riforma che renda il sistema più flessibile. La ragione per cui Tito Boeri batte quel tasto è evidente, il Pd, Premier in testa, è d’accordo. Lo studio prende in considerazione circa ottantamila imprese sopra i 15 dipendenti attive fra il 2008 e il 2014 e analizza quanti lavoratori sono rimasti bloccati dalla riforma, settore per settore. Se la Monti-Fornero ha “allungato” la vita lavorativa a novantamila lavoratori più anziani, ha bruciato le opportunità di 36.745 giovani, il 22 per cento di tutti i posti persi fra il 2011 e il 2014. Il dato assoluto non è esaustivo, perché qui mancano le piccole aziende e il settore pubblico. Ma ipotizziamo di prendere un campione di una o più persone che messe insieme fanno cinque anni di lavoro in più per un over 55: ciascuno di essi vale un posto di lavoro in meno per un under trenta. Poco importa qui stabilire se le aziende impiegano soprattutto laureati o persone specializzate, se sono ad alta intensità di lavoro o di capitale: lo studio considera le une e le altre. La forza empirica del lavoro è nella velocità con cui la “scellerata”, per non dire peggio, legge Fornero, art. 24, è entrata in vigore. Se si fosse applicato il modello sulle riforme precedenti, non ci sarebbe questa crisi, questo malcontento, questa disoccupazione alle “stelle”, ect. ect. Ma evidentemente, come è risaputo, la “tirano”, alle lunghe perché “fa comodo” al governo Renzi e all’Inps. Il problema in

La centrale nucleare di Chernobyl

non ha consentito di affrontare questioni importantissime da noi sollevate che hanno trovato spazio in questa risoluzione, che giudichiamo un buon risultato anche per il dibattito acceso che l’ha preceduta. Diritto al cibo e consumo di suolo sono elementi legati a doppio filo e dobbiamo lavorare nell’ottica di creare un sistema sostenibile abbandonando la speculazione finanziaria sul cibo. Le tensioni mondiali sul clima, sui migranti, sulla scarsità delle risorse terrestri, impongono una rivoluzione copernicana. L’uomo non è più al centro dell’universo, ma è una delle variabili del più ampio sistema terrestre. Per l’economia e il profitto abbiamo sacrificato tutto. E ora la Terra soffre, l’emergenza alimentare è una guerra tra modelli: è fondamentale dirigerci verso un differente modello economico che sia sobrio, responsabile e solidale». Movimento 5 Stelle Lombardia ***

" di Elena”. Questa minuscola vecchietta ultrasettantenne la sera, talvolta, si concedeva acqua calda con un poco di zucchero per mandare giù le sue pillole. Lei è arrivata a una tenera età, ma i bambini? Loro che intrugli devono deglutire? Avrebbe potuto, la signora Elena, starsene tranquillamente seduta in poltrona nella propria casa, intenta a ricordare e invece ha

questo caso è la “miopia” che i nostri governanti attuano: con la logica degli zero virgola, non si va molto lontano. Anzi, si peggiora ogni giorno… andrea Delindati Cremona ***

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aCqua puBBLiCa

Con arroganza questo Governo sta cancellando la volontà popolare Signor direttore, i movimenti per l’acqua pubblica avevano fatto più volte pressione su deputati e senatori, affinché prendessero in esame il disegno di legge di iniziativa popolare sulla pubblicizzazione della gestione dell’acqua, fatto proprio dall’intergruppo parlamentare composto da deputati Pd, SelSinistra Italiana e M5S. Il testo in questione prevedeva l’affidamento del servizio idrico esclusivamente a enti di diritto pubblico controllati dallo Stato. Nei giorni scorsi però l’aula di Montecitorio ha approvato un testo che tradisce la volontà popolare del referendum del 2011, in cui si prevede che la gestione non sarà più obbligatoriamente pubblica, ma lo sarà soltanto «in via prioritaria». Un sistema che, ancora una volta permette l’apertura ai privati e di consegueza al profitto, nella gestione di un bene comune come l’acqua. Noi deputati di Sinistra Italiana abbiamo protestato con forza contro l’arroganza e la mancanza di rispetto verso i cittadini della maggioranza. Che il Governo non avesse alcuna intenzione di assecondare la volontà politica espressa con il voto referendario del 2011 era già emersa con il decreto Sblocca Italia del 2014, il cui mantra è concentrare la gestione in mano a pochi soggetti e per forza di cose molto strutturati (leggasi multinazionali e grandi multiutility). Altro che fuori il profitto dalla gestione dell’acqua, come recita uno slogan dei comitati. Questi ultimi ci ricordano il richiamo del presidente del Consiglio all’epoca del voto referendario: «Niente giochini come in passato per far finta di nulla», aveva detto l’allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi. In un certo senso ha mantenuto l’impegno: non ha fatto finta di nulla, ha direttamente fatto un’inversione a U cancellando la volontà popolare. Franco Bordo Deputato di Sinistra Italiana

colto l’occasione più gratificante della sua vita: quella di raccontare il bene attraverso una disgrazia che ha coinvolto e ancora oggi coinvolge tante giovani vite... Quelle vite ancora scritte a matita. Se i grandi fossero capaci di diventare veri adulti, i bambini potrebbero godersi davvero la vita. alessandra pesaresi Scrittrice

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reGione LomBarDia

approvata all’unanimità la risoluzione sul “Diritto al cibo” Egregio direttore, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la risoluzione sul “Diritto al cibo” voluta dal Movimento 5 Stelle. La risoluzione nasce come seguito naturale della legge sul diritto al cibo approvata nell’ottobre scorso. In quell’occasione, numerosi emendamenti del M5S vennero accolti, ma tanti altri vennero rifiutati in quanto troppo innovativi; erano tematiche rivoluzionarie che necessitavano approfondimenti da parte di una maggioranza che fatica a muoversi verso altri modelli economici di riferimento (considerato che quelli attuali sono evidentemente fallimentari). La premessa fondamentale è che, con la crescita della popolazione mondiale da 3 a 7 miliardi d’individui, la produzione agricola è aumentata di ben 10 volte. Ciò significa che va evitato lo spreco e ci si deve muovere verso sistemi produttivi a basso impatto socio-ambientale. Oltretutto, è sempre più necessario non tenere più disgiunti i concetti di diritto al cibo e di consumo di suolo. La risoluzione, che dunque ha raccolto le nostre proposte rifiutate durante la legge sul diritto al cibo, pone quindi le basi per lo sviluppo di sistemi agroalimentari locali sostenibili, attraverso l’istituzione di filiere corte e l’utilizzo di prodotti a chilometro zero; sostiene un modello di agricoltura agro-ecologico in grado di bilanciare l’integrità dell’ambiente, l’equità sociale, la sostenibilità economica e la coerenza culturale con le popolazioni che producono e consumano il cibo; introduce meccanismi che siano in grado di promuovere produzioni alimentari che riducono gli effetti negativi sull’ambiente e gli sprechi e promuove, nei programmi di educazione alimentare, una dieta sostenibile per l’ambiente; introduce misure di contrasto al fenomeno delle “eco-agro-mafie” e salvaguarda e promuove gli esercizi di vicinato che vendono e somministrano prodotti agricoli locali e sostenibili. Per Silvana Carcano, consigliere regionale del M5S Lombardia «l’approvazione della legge regionale sul diritto al cibo

punto Di vista

in certi casi con il consorte è meglio tacere e sopportare Egregio direttore, da giovani, accecati dalle fiamme della passione, non riusciamo a vedere bene le qualità dell’altra persona, se non quelle belle. Poi, acciaccati dal tempo e spenta la sigaretta che animava il nostro erotismo e accesa la pipa che fuma il nostro sclerotismo, scopriamo le vere qualità dell’altra persona. Fa parte della natura. Certo che spesso ci lasciamo trascinare da giudizi troppo affrettati e contro noi stessi. Perché dire a una moglie o a un marito, dopo tanto tempo, di aver sposato un/a deficiente, non è che ci renda tanto intelligenti. Meglio tacere e sopportare. pietro Ferrari Cremona ***

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CiCLomotori

perché la regione non ha informato dell’esenzione del bollo dal 2014? Egregio direttore, approfitto dello spazio concesso dal suo settimanale per informare i lettori in merito a due questioni: la prima riguarda la mia ignoranza nei confronti delle leggi in vigore in Regione Lombardia, la seconda è che mi auguro di essere uno dei pochi e passo a spiegare le ragioni di questa premessa. Alcuni giorni fa, tramite un conoscente, apprendo che la Regione Lombardia ha emanato un provvedimento, contenuto nella Legge Regionale n. 24 del 5 agosto 2014, per effetto del quale dal 1° gennaio 2014 è abolito il pagamento della tassa di circolazione da parte dei possessori di ciclomotore a due o quattro ruote (22 €) e mini car (50 €). Chi, come il sottoscritto per colpevole ignoranza, ha pagato la tassa relativa agli anni 2014, 2015 e 2016 ha la possibilità di chiedere il rimborso, entro il 31-12-2017, collegandosi via web con il “Portale dei tributi” della Regione oppure rivolgendosi direttamente agli uffici territoriali della Regione Lombardia in via Dante n. 136, dove il personale preposto, per altro molto disponibile e che ringrazio vivamente, fornirà tutte le informazioni utili ad ottenere il rimborso di quanto versato. A questo punto sorge inevitabilmente una domanda: la Regione è sollecita per quanto riguarda gli avvisi di pagamento del bollo auto, nonché degli eventuali mancati pagamenti dello stesso, come mai non lo è altrettanto quando percepisce emolumenti non dovuti? Ritengo opportuno precisare che il provvedimento in questione è valido solo per la circolazione in Lombardia, mentre nelle altre regioni, a fronte di un controllo, si può incorrere in sanzioni. sergio petrini Cremona

previsioni meteo a cura di Dominique Citrigno per spaziometeo.com e meteowebcam.it

saBato 23 apriLe

DomeniCa 24 apriLe

LuneDi’ 25 apriLe

marteDi’ 26 apriLe

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casalmaggiore@ilpiccologiornale.it

CASALMAGGIORE

Oglio Po, finalmente l’Hospice

Presentato da MEDeA il progetto per la residenza per malati terminali presso l’ospedale. Due milioni di euro per 12 posti

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di Vanni Raineri

e cure palliative non sono cure inutili, sono anzi una risorsa oggi imprescindibile per offrire un buon livello di servizio ospedaliero. La cura del dolore consente ai pazienti di affrontare la parte più difficile, e conclusiva, della loro vita, quando i trattamenti specifici non riescono più a scalfire la malattia. In questi casi il controllo del dolore del paziente, l’assistenza negli aspetti psicologici e spirituali, è di grande importanza. Si tratta in pratica di garantire ai cittadini non una morte accelerata, ma il mantenimento di una dignitosa qualità della vita fino alla morte. L’Hospice è il livello residenziale destinato a questi pazienti, e se a Cremona e Crema è da tempo realtà, Casalmaggiore non ne è fornita, e nemmeno il Viadanese. Una situazione cui porre rimedio, ne sono consci da tempo i vertici dell’Asst cremonese (e prima dell’Asl) e ovviamente i medici dell’ospedale Oglio Po. Qualcosa sta cambiando però, tanto che in una riunione che si è svolta giovedì sera tra le varie associazioni del territorio si è affrontato il progetto per la realizzazione di un hospice a Casalmaggiore, per la precisione a Vicomoscano, vicino ma non all’interno dell’ospedale, in una struttura da realizzare ex novo nel parco dietro l’ospedale (guardando dal parcheggio). Una prima bozza di progetto è stata fatta dall’associazione MEDeA (Medicina e Arte) di Cremona, che opera da 13 anni e sostiene con varie iniziative l’assistenza oncologica dei pazienti e dei loro familiari grazie all’apporto di tanti volontari. MEDeA ha sede proprio presso il Day-Hospital Oncologico dell’Ospedale di Cremona ed è lei che ha chiamato a raccolta le associazioni del Casalasco-Viadanese per verificare la possibilità di sostenere un progetto ambizioso come questo. L’incontro di giovedì si è svolto alle ore 21 nell’aula riunione dell’Ospedale Oglio Po. Oltre a MEDeA presieduta da Donatello Misani, e il dottor Rodolfo Passalacqua primario

In alto i presenti all'incontro. Qui sopra una veduta aerea dell’area e il giardino terapeutico

di Oncologia a Cremona (da lui partì la prima proposta), erano presenti esponenti del Gruppo Vicini di Viadana, dell’Associazione Amici dell’Ospedale Oglio Po, di Andos, di Cisvol, dei Rotary Club e dei Lions del territorio, della Croce Rossa e altri. Ai presenti è stato illustrato il progetto redatto dallo studio Architettura Fabbi e Passalacqua, che trae ispirazione dai Maggie’s center anglosassoni presenti a Glasgow, Lanarkshire e West London, mentre il primo del genere realizzato in Italia è il Seragnoli di Bologna. Sono edi-

fici che non richiamano la realtà ospedaliera, ma soggiorni informali, con biblioteche e zone soggiorno immerse nella luce, in grado anche di ospitare concerti e altri eventi. Il progetto prevede la realizzazione, a nord dell’ospedale nei pressi di un boschetto di pioppi, di 12 appartamenti suddivisi in due nuclei, con spazio per un amico o parente. L’obiettivo non è creare un reparto di ospedale, ma un luogo accogliente che faccia sentire il malato a casa propria, che sia anche luogo aperto che incoraggi la socializza-

zione. Sono personalizzati: tutte le camere si affacciano sul verde, e si arredano a piacere, anche con mobilio proprio. E’ presente il cosiddetto canocchiale, un corridoio che tramite le vetrate consente di osservare il giardino terapeutico e la serra attorno, una specie di giardino d’inverno. Il presidente di MEDeA Misani è fiducioso sul buon esito dell’operazione anto attesa: «La reazione delle associazioni mi è sembrata positiva. Siamo ancora alla fase embrionale, ma anche se fossimo rimasti soli non avremmo mollato. Verbalmente abbiamo registrato diverse disponibilità, e siamo d’accordo nel ritrovarci tra 10-15 giorni per approfondire il progetto. Non vogliamo chiamarlo Hospice, troveremo un nome che dia l’idea di una residenza lontana da quella ospedaliera». Si parla di un progetto di due milioni di euro circa, cifra che potrà scendere grazie alla disponibilità di imprenditori e professionisti. L’assenza nel territorio di una struttura di Hospice obbliga oggi i malati a trascorrere le ultime settimane di vita al ricovero in strutture non specializzate e prive di assistenza specifica. Ciò comporta il difficoltoso controllo dei sintomi e del dolore per l’assenza di personale esperto in cure palliative, la difficile continuità di cura con i medici di famiglia, l’assenza di una rete di cure palliative integrata con l’Oncologia e il territorio. Ad oggi sono presenti nell’Asst di Cremona 44 posti letto, e altri 14 nell’Asst di Crema. Una situazione soddisfacente (come noto, il primo obiettivo è oggi curare il paziente nella sua abitazione, laddove possibile), specie considerando quanto avviene nel resto d’Italia (d’altra parte va ricordato che nell’Ospedale di Cremona fu attivata, prima in Italia, una sezione di Terapia del Dolore e Cure Palliative), ma che ha dimenticato il Casalasco e il Viadanese. Oggi si cerca di rimediare alla dimenticanza, ben sapendo che da parte di tutti sarà richiesto uno sforzo di solidarietà. Che in realtà da noi non ha mai fatto difetto.

Farmacia Comunale, utile netto di 100mila euro Bilancio record dell’Afm. Ricavi per 2,6 milioni

Per l’Azienda Farmaceutica Municipale, quello chiuso nel 2015 è stato davvero un bilancio da record. «E’ stato prodotto il miglior utile degli ultimi cinque anni - ha confermato il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni durante la conferenza convocata in sala giunta dopo l'assemblea dei soci (con il comune socio unico) con il cda della Farmacia pur mantenendo compensi identici allo scorso anno per presidente, ossia 6mila euro lordi annui, e consiglieri, dopo che già nel 2014 venne approvato un ribasso del 20%. E’ stato fatto davvero un bel lavoro». La parola è poi passata al presidente di Afm Marco Ponticelli, accompagnato da Carmen Tesolin e Carla Cortellazzi, anche se Ponticelli ha voluto ricordare pure l’operato dell’ex presidente Fiorenzo Bozzetti e della ex consigliere Michela Scaramuzza, che hanno iniziato questo restyling anche finanziario della partecipata. Dopo di che sono stati snocciolati numeri importanti: «I ricavi lordi sono stati di 2,6 milioni di euro, con 1,8 milioni di euro di costo del venduto e un incremento del 17% rispetto al 2014, ossia 383mila euro circa. Tra i costi dobbiamo ricordare quelli diretti, incrementati di circa 16mila euro, e quelli indiretti, pari a 24.500 euro. Riguardo a quest’ultimo dato, tuttavia, va detto che è aumentato il canone di gestione della Farmacia riconosciuto al

comune di Casalmaggiore, passando da 21mila euro a 46.600 euro, dunque siamo stati capaci di contenere”. Il risultato dell’esercizio 2015 per la gestione farmaceutica è infatti molto positivo: l’utile netto è di 98mila euro, con un aumento di 69mila euro e dunque del 238% da un anno con l’altro. «Senza i costi indiretti sfioreremmo i 140mila euro - ha ricordato Ponticelli - . Ha aiutato molto la nuova struttura di Vicobellignano così come, nel contenimento dei costi, l’esternalizzazione del servizio amministrativo con un risparmio di 40mila euro. Mentre la terza voce da evidenziare è quella della gestione del Micronido di Quattrocase, dove la perdita è stata contenuta di circa 11mila euro rispetto al 2014. Nel complesso, insomma, a fronte del pareggio di bi-

lancio raggiunto nel 2014, nel 2015 il risultato d’esercizio positivo è stato di 80.500 euro». Di questi, 10mila sono stati donati al comune di Casalmaggiore assieme ai 46.600 euro del canone già indicati, mentre 70.500 euro verranno utilizzati per sostenere gli interventi strutturali sul Micronido di Quattrocase, con adeguamento in base alla normativa antincendio e la realizzazione di un parchetto pubblico in frazione, senza dimenticare interventi minori alle unità farmaceutiche di Casalmaggiore e Casalbellotto. «Mi preme ricordare - ha chiosato Ponticelli che un euro speso nella nostra Farmacia è un euro speso per la nostra comunità, come dimostrano proprio questi interventi».

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Notizie in breve

Pioppi tagliati al Lido Po

Si è conclusa con l’inevitabile taglio la vicenda dei pioppi secolari al Lido Po di Casalmaggiore. La speranza dei tanti cittadini affezionati all’area ha procrastinato l’operazione, nella speranza che fosse possibile in qualche modo salvaguardare i nove grandi alberi. Le varie perizie però non hanno fatto che confermare la loro pericolosità, frutto non solo del trascorrere del tempo ma anche della continua incuria che li ha danneggiati irreparabilmente.

Festival Boari a Scandolara SCANDOLARA RAVARA – Nell’ambito della quarta edizione del Festival Luciano Boari, iniziato il 15 aprile con il concerto vocale nella chiesa parrocchiale, domani, domenica 24 aprile, alle ore 16,la Basilica di Santa Maria della Pace (per tutti la “chiesa vecchia”) ospiterà l’Ensemble Cremona Antiqua, diretta dal Maestro concertatore Antonio Greco, con “Monteverdi alla corte di Mantova”.

Gita a Trento con l’Auser GUSSOLA – Il circolo AuserInsieme di Gussola organizza un viaggio “Tra storia, scienza e cultura”, che si terrà domenica 22 maggio a Trento. Il programma prevede la partenza alle ore 7 da piazza Comaschi, con arrivo a Trento alle 10 e pranzo alle 13. Nel pomeriggio visita al centro storico della città accompagnati da una guida turistica. Nel ritorno, possibile visita alla distilleria Marzadro di Rovereto. La quota di partecipazione è di 50 euro. Le iscrizioni si raccolgono entro il 30 aprile o al raggiungimento dei 54 posti. La cifra comprende viaggio con assicurazione, pranzo, ingresso ai musei e guida. Rivolgersi a Nadia Reggi (320/8190196) o Sante Gerelli (0375/260100).


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Casalmaggiore

Sabato 23 Aprile 2016

Rassegna internazionale

Musica da Camera, il IV Concorso a Canneto

Il week end di Bergamonti

Ieri il Cremona Circuit è stato intitolato al grande centauro, oggi e domani a Gussola il Motoraduno

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di Vanni Raineri

CANNETO SULL’OGLIO – Il Concorso Internazionale di Musica da Camera si sposta di pochi chilometri. Dopo le prime tre edizioni fatte a Piadena, la quarta sbarca infatti a Canneto sull’Oglio. La nuova edizione della manifestazione è stata presentata martedì pomeriggio nella sala consiliare del Municipio cannetese. In rappresentanza del Comune erano presenti il sindaco Raffaella Zecchina e l’assessore alla Cultura Barbara Alberini. Con loro il Maestro Andrea Di Giovanni, direttore artistico e musicale del concorso, e Stefano Guerra in rappresentanza della filiale cannetese di Monte Paschi, sponsor dell’iniziativa. Il sindaco ha affermato con orgoglio che «Questa è la prima iniziativa del genere a Canneto. Abbiamo conosciuto il maestro Di Giovanni in una recente manifestazione e deciso di organizzare il concorso, per divulgare la cultura e la musica in particolare, promuovendo il teatro pur in un momento di difficoltà legate al bilancio. Fortunatamente ci aiutano gli sponsor: Monte Paschi in primis, e anche due ristoranti che offriranno i pasti ai maestri oltre all’agriturismo L’Airone che garantirà pernottamenti e cena di chiusura». Andrea Di Giovanni ha ringraziato l’Amministrazione comunale per aver accettato la proposta di collaborazione. Il maestro presiede l’associazione musicale “Le stanze dell’arte”, che organizza l’evento. Un grazie lo ha rivolto anche a Regione Lombardia, Provincia di Mantova e Conservatorio di Musica “Lucio Campiani” di Mantova, che lo patrocinano, e a chi ha collaborato in varie forme. «Anche quest’anno – ha affermato – abbiamo avuto un buon riscontro. Abbiamo 20 formazioni cameristiche su 34 selezionate, oltre al trio selezionato del premio “Mauro Pagano”. Gli artisti provengono da diversi paesi stranieri, tra cui anche Giappone e Cina. La musica spazia dal Settecento alla contemporanea». Di Giovanni dirigerà il concorso con l’assistenza musicale e coordinamento del maestro Chiara Daniela Calvino. Con loro anche i maestri Salvatore Dario Spanò (presidente della Commissione), Paolo Ghidoni, Matteo Pittino e Paolo A. Rossini. E’ poi entrato nei dettagli del concorso, che quest’anno non ha limiti di età. Ci saranno tre vincitori per ciascuna categoria, e in onore di Mauro Pagano, cui è intitolato il teatro cannetese, verrà assegnato un premio speciale per l’esecuzione di un brano scritto dallo stesso maestro Di Giovanni. I concorso si struttura in tre giorni, da venerdì 22 a domenica 24 aprile. Oggi, come ieri, il teatro rimarrà a disposizione delle prove il mattino, mentre nel pomeriggio si terranno le audizioni. Domenica audizioni sino all’ora di pranzo e alle 13 la scelta dei vincitori nella categoria A (fino a 26 anni), B (dai 27 anni in su) e appunto il premio “Pagano”. Alle 21 di domenica 24 aprile in teatro la serata dell’esecuzione dei brani da parte dei vincitori e delle premiazioni, aperta a tutti (entrata gratuita con offerta libera). Stefano Guerra ha concluso la conferenza stampa esprimendo la soddisfazione di contribuire ad offrire un evento di questo livello alla comunità di Canneto, che accoglie dunque una manifestazione che nei primi tre anni era stata ospitata nel Palazzo Magio-Trecchi di Piadena, con il contributo della fondazione “Myriam e Pierluigi Vacchelli”, cui era intitolato il concorso.

45 anni dalla morte, avvenuta il 4 aprile 1971, Angelo Bergamonti è ricordato dalla sua terra, il Casalasco. Avviene non solo grazie al motoraduno che da sempre il clun a lui intitolato, nella sua ussola, organizza, ma soprattutto per l’intitolazione del circuito di San Martino del Lago, il Cremona Circuit. La cerimonia di intitolazione dell’autodromo al fuoriclasse, annunciata da qualche mese, è avvenuta nella giornata di ieri, alla presenza della moglie Rosa Finardi e delle figlie Marina e Laura, che hanno trattenuto a stento la giustificata emozione. Con loro tanti amici, parenti e semplici appassionati delle due ruote. C’erano moto dell’epoca nel paddock allestito per ospitare foto, trofei e articoli delle imprese del centauro gussolese, il più grande della nostra provincia. La conferenza stampa è stata diretta da Carlo Costa proprio colui che commentò il tragico epilogo della corsa di Riccione che segnò la fine della sua avventura sportiva. L’amministratore delegato del circuito Alessandro Canevarolo ha ringraziato la comunità; con lui il Prefetto emerito di Cremona Tancredi Bruno di Clarafond, appassionato delle moto e in già passato presente più volte a San Martino, il presidente della

Dall’alto autorità e famigliari ieri a San Martino e una passata edizione del raduno

Provincia di Cremona Carlo Vezzini, il consigliere regionale Carlo Malvezzi, e i due sindaci direttamente interessati: Dino Maglia per San Martino del Lago e Stefano Belli Franzini per Gussola. Infine Claudio Costa, il medico della Clinica Mobile, a chiuso la commemorazione procedendo con il taglio del nastro.

Intanto, come detto, Gussola si accinge a celebrare la 45ª edizione del motoraduno nazionale dedicato a Bergamonti. Ad organizzarlo come sempre il Motoclub a lui dedicato. La manifestazione, patrocinata dalla Provincia di Cremona, dura due giorni, oggi e domani. Questa mattina, dopo le iscrizioni che prendono il via alle 9.15, alle 10.15 il torpedone

prenderà la via di Piadena, dove è prevista la visita al Museo Archeologico Platina, poi tornerà a Gussola dove nel parco Vainer Lombardi gli organizzatori offriranno un aperitivo. Alle 14.15 riapertura delle iscrizioni quindi alle 15.30 partenza per Parma dove si visiterà il museo Csac (Centro Studi e Archivio della Comunicazione), situato nell’Abbazia di Valserena e aperto meno di un anno fa. Quindi si giungerà alla Casa Giardino di Casalmaggiore con degustazioni ed esposizione di auto sportive. Dopo la chiusura delle iscrizioni, scatterà lo Spritz Party, che precederà la cena (bar-cucina con servizio costante) e la serata musicale allietata dall’esibizione dei Simpsong. Domani riapertura delle iscrizioni alle 9 e alle 10.15 partenza per Cremona, con check in piazza del Comune. Al rientro, verrà commemorato il monumento a Bergamonti prima di consumare un aperitivo offerto dalla birreria Bella Italia di Scandolara Ravara e di raggiungere il Circuito “Bergamonti” di San Martino del Lago. Dopo il pranzo e le premiazioni, la cerimonia si chiuderà, ma in serata, alle 21, il servizio bar-cucina rimarrà aperto per il concerto degli Alterego. Purtroppo le previsioni meteo non sono delle migliori, ma non sarebbe certo la prima volta che gli organizzatori sfidano le bizze del tempo primaverile.

Navarolo aperto nella Settimana della Bonifica Visite all’impianto di San Matteo. Presentata all’Anbi una serie di interventi urgenti per diversi milioni di euro

Si celebra dal 23 aprile al 30 aprile la Settimana Nazionale della Bonifica e naturalmente il Consorzio di Bonifica del Navarolo, che governa un territorio di 50mila ettari tra Cremona e Mantova, con 40 operai e 13 impiegati e 1284 chilometri di canali gestiti, non poteva mancare all’appuntamento. Con la possibilità concreta di entrare a fare parte della ristretta ed eletta cerchia dei beni Patrimonio dell’Umanità difesi e promossi da Unesco. Un momento importante anche per presentare all’Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica, quelli che sono gli interventi più urgenti da realizzare nelle strutture principali del Navarolo: una richiesta davvero ingente a livello economico, per un totale di 34 milioni e 650mila euro, che in sé il Consorzio non può, con i suoi consociati, sostenere, e per la quale dunque si rivolge principalmente alla politica e ai Ministeri romani. Ma andiamo con ordine: la Settimana Nazionale della Bonifica intende rimarcare l’importanza di questi Consorzi, come il presidente del Navarolo Guglielmo Belletti ha evidenziato in conferenza stampa, accompagnato dal direttore Marco Ferraresi e dal direttore amministrativo Giampiero Lazzari, convogliando l’attenzione sulle indispensabili attività di questi enti, in particolare per la salvaguardia idraulica del territorio e per l’irrigazione necessaria per l’attività agricola. L’intenzione è insomma quella di avvicinare la gente comune all'attività della bonifica, tanto che l’impianto di San Matteo delle Chiaviche sarà aperto da domenica 24 a sabato 30 aprile dalle 9 alle 19 per visite guidate degli impianti. Una iniziativa ripetuta anche per domenica 15 maggio dalle ore 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 19. «Il modo migliore per mostrare alla popolazione il peso del nostro lavoro - ha spiegato Belletti dalla sede del Na-

Da sinistra Ferraresi, Belletti e Lazzari

varolo in via Roma - è appunto fare toccare con mano quello che quotidianamente si realizza nei nostri impianti». Ricordando la celebrazione del 75esimo anniversario dell’impianto di San Matteo delle Chiaviche, Lazzari ha ricordato come le strutture godano ancora di buona salute, ma spesso debbano utilizzare macchine un po’ vetuste. Da qui la volontà di progettare opere strategiche (in qualche caso il progetto è già stato stilato) per ammodernare gli impianti: «In particolare parliamo di adeguamento funzionale per l’impianto di San Matteo per il quale occorrono 8 milioni e mezzo di euro, e per l’impianto di Gazzuolo con 3 milioni e 550mila euro. E ancora un milione di euro per l’impianto di Casalmaggiore che, essendo a livello del fiume Po, ha subito infiltrazioni e potrebbe essere prossimamente rivisto». Tanti anche gli interventi di diverso tipo, legati comunque alla rete irrigua: servirebbero interventi di difesa spondale per 7 milioni e 700mila euro, il ripristino e l’adeguamento funzionale delle sezioni idrauliche della rete principale di bonifica per 11 milioni di

euro, l’adeguamento funzionale dell’impianto Locarolo di Calvatone per 1 milione e 500mila euro e la realizzazione di un impianto automatico di sgrigliatura per 1 milione e 400mila euro. Tutte richieste inoltrate all’Anbi, che a suo tempo chiese proprio al Navarolo, e ai vari consorzi d’Italia, di stilare una lista di interventi urgenti o comunque necessari. Tra questi, ha evidenziato Ferraresi, anche miglioramenti da attuare alla rete consortile, in qualche caso interrita. Per sottolineare quanto sia stata preziosa l’opera del Consorzio, che gestisce cinque diversi impianti a San Matteo, Gazzuolo, Isola Pescaroli, Casalmaggiore e Calvatone, sono stati ricordati due eventi straordinari come la piena del Po del novembre 2014 e l’evento meteorologico eccezionale del maggio 2015, che portò a proclamare, a seguito delle forti piogge, lo stato di calamità. Lazzari e Ferraresi hanno evidenziato infine due passaggi: in primis la Legge di Regione Lombardia per la Difesa del Suolo, primo caso in Italia che coinvolge tutti gli enti tra i quali appunto proprio i Consorzi di Bonifica; in secondo luogo la possibilità di candidare alcune strutture del Navarolo nell’elenco dei beni Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, con la chance di intercettare ulteriori fondi in futuro. Va comunque specificato che le richieste inoltrate ad Anbi prima riportate non sono collegate all’eventuale accoglimento della domanda per entrare nella rete Unesco, ma le due prospettive potrebbero integrarsi. «Non è escluso che, accanto all’Ecomuseo - ha spiegato Ferraresi - nel caso in cui vengano ringiovanite e cambiate le macchine presenti oggi a San Matteo, gli strumenti, le attrezzature e le pompe più vecchie e ora meno funzionali possano essere lasciate come ricordo, come memoria di un tempo passato».


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Ingressi protetti all’interno e all’esterno

Sentirsi al sicuro dentro casa e tranquilli quando ci si allontana è fondamentale, ecco perché è importante scegliere i serramenti più adeguati

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er decidere il sistema di protezione più appropriato da utilizzare per la propria l'abitazione sono vari gli elementi da esaminare: la tipologia di casa e l’ubicazione (una villetta isolata richiede una maggior protezione di una situata vicino ad altre abitazioni), il valore dei beni posseduti e la presenza di protezioni già esistenti. Perché si possa stare tranquilli occorre assicurarsi che i prodotti rispondano alle normative vigenti in campo di sicurezza e che siano dotati di una serie di componenti antiscasso. Per un’analisi approfondita è sempre consigliabile consultare installatori qualificati e un esperto delle assicurazioni. PORTONCINI - La scelta di un portoncino esterno può partire dalla considerazione che la maggior parte dei produttori propone, per i vari modelli, una dotazione antieffrazione di base, alla quale si possono aggiungere ulteriori dispositivi in rapporto al grado di esposizione al rischio che fanno aumentare così le prestazioni del serramento. Analoga personalizzazione è poi consentita anche per le finiture, addirittura differenziando il rivestimento esterno da quello interno. Per valutare le performance, si tiene conto della classificazione in base alla norma Uni Env 1627. Secondo la resistenza ai test previsti dalla normativa, le porte vengono identificate in sei classi: dalla 1, per abitazioni che non necessitano di un elevato grado di sicurezza, alla 6, che offre la migliore tenuta. Per abitazioni singole, come le villette, le porte consigliate sono quelle delle classi dalla 3 alla 5. La classe cui appartiene il serramento, la cui attribuzione deve essere certificata, è indicata sulla scheda prodotto. La tenuta della porta di sicurezza richiede alcuni elementi indispensabili: un controtelaio in metallo (deve rinforzare il bordo del vano porta); un telaio del battente in lamiera (rende stabile l’anta); un battente con lamiere interne ed eventuali barre di rinforzo (per resistere a perforazioni e foratura); una serratura antiperforazione con guscio e/o piastra; un ancoraggio con 4/5 rostri. E’ importante anche la tenuta della parete: si può rinforzare con rete metallica, ferro e cemento (da coprire con nuovo intonaco) in modo tale che pare-

te, controtelaio e porta diventino “un corpo unico”. E’ sempre bene pensare anche alla possibilità di controllare direttamente l’esterno senza aprire la porta e quindi è utile valutare l’inserimento di un videocitofono, di uno spioncino o di un limitatore di apertura. BOX E GARAGE - Per un acquisto mirato, bisogna valutare le caratteristiche di tenuta del portone in base alle esigenze e non solo rispetto al grado di esposizione al rischio di effrazione. In-

fatti, se si pensa ai casi in cui dal box si accede direttamente all’abitazione, questo serramento diventa un ancor più importante strumento di difesa anche della casa, soprattutto se la porta interna che separa i due volumi non è blindata. Sarà diverso invece per i box condominiali posti nel cortile dell’edificio, chiuso da un cancello perché l’esposizione non è ugualmente immediata. I dispositivi che oggi rendono resistente un portone sono molteplici e

sfruttano sia la meccanica sia l’elettronica. Solitamente su ciascun modello sono presenti più accorgimenti mirati a evitare i diversi tentativi di effrazione. E così come per quelli di ingresso, anche in questo caso si va da versioni base a dotazioni extra, secondo le necessità: nei modelli sezionali i dispositivi antisollevamento che alla chiusura scattano automaticamente nel riscontro sulla guida bloccano il portone e ne impediscono lo scasso (tecnicamente denominato: bloccaggio automatico sulla guida di traino portante); copertura di protezione e cilindro antitrapano proteggono la serratura da manomissioni e forature; le serrature laterali contrastano il sollevamento dell’anta. Sono inoltre consigliabili l’automazione radiocomandata perché non solo evita di uscire dall’auto per aprire il portone, ma permette di verificare la chiusura di questo anche da remoto e la porta pedonale perché permette di entrare negli ambienti privati senza dover aprire il portone, velocizzando l’azione e limitando l’apertura. Anche qui l’attenzione alla sicurezza è data da alcuni accorgimenti, come per esempio uno speciale sensore che blocca il portone se la porta non è chiusa perfettamente. PORTE - Anche per le porte sono necessarie determinate caratteristiche di resistenza. Ancora una volta il riferimento è la già citata norma Uni Env 1627. Nel caso di appartamento in condominio solitamente è sufficiente orien-

tarsi sui modelli di classe 2 e 3, quelli che in genere vengono consigliati in queste situazioni. Si sale di classe (quindi si prendono in considerazione porte con dotazione antieffrazione maggiori, e quindi con costi più elevati) nel caso in cui l’esposizione al rischio è davvero alta o quando nell’abitazione sono conservati beni di valore considerevole. Nella pratica poi i dettagli da conoscere per essere in grado di valutare un prodotto si possono riassumere in un elenco di particolari costruttivi che fanno la differenza dal punto di vista della tenuta al tentativo di effrazione: • l’anta blindata (sarebbe più opportuno dire “corazzata”) ha su entrambe le facce una lamiera acciaiosa di almeno 2 mm di spessore (l’indicazione tecnica è 20/10, venti decimi) che la rende doppiamente resistente; nelle classi di resistenza elevata è presente all’interno anche un elemento verticale metallico di rinforzo; • se sono irrobustiti in metallo (e fissati con zanche di 12/15 cm alle pareti tramite cemento a presa rapida) telai e controtelai non possono essere scardinati dal muro o, quantomeno, rendono difficoltosa tale operazione; • servono almeno 4 rostri fissi (elementi in metallo posti sul lato cerniere dell’anta che, comandati dalla serratura, si inseriscono nelle cavità corrispondenti del telaio) perché la porta chiusa sia “solidale” con telaio e muro; • spioncino e limitatore di apertura sono accessori di grande utilità che permettono un controllo sull’esterno senza necessità di aprire la porta o di aprirla parzialmente e con un ostacolo. Per sentirsi sempre al sicuro, soprattutto di notte e se si vive in una zona a rischio di furti, può essere necessario proteggere una particolare stanza, come la camera da letto, o un locale in cui sono riposti documenti importanti. I serramenti blindati appositamente studiati per gli interni possono essere scelti nelle stesse finiture delle altre porte interne, coniugando così le esigenze di sicurezza con quelle d’arredo.


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I serramenti con proprietà antieffrazione sono quelli che oppongono una maggiore resistenza temporale ai tentativi di sfondamento, perforazione e forzatura da parte degli scassinatori. Nella maggior parte dei casi di effrazione sulle finestre e portefinestre l’anta viene scardinata o perforata oppure viene rotto il vetro in modo da poter aprire la finestra ruotando la maniglia dall’esterno. Per questo motivo è necessario scegliere infissi dotati di vetri adatti e di ferramenta efficace, cioè resistente non soltanto ai semplici tentativi da parte dello scassinatore di forzare l’infisso, ma anche a quelli in cui lo scassinatore oltre a semplici attrezzi, come un

finestre e portefinestre antieffrazione: vetri adatti e accorgimenti efficaci cacciavite o una tenaglia, si serve di un’attrezzatura più specifica (come il piede di porco). Gli infissi resistenti a questo tipo di attacco sono perciò, secondo le classi di certificazione antieffrazione (classificazione EN 1627), di tipo RC3. Vi sono anche i gradi superiori RC4, RC5 e RC6, quest’ultimo consigliato per far fronte al tentativo di entrare in casa utilizzando anche potenti strumentazioni elettriche. Sono molti gli accorgimenti per rendere l’infisso più resistente: si inseriscono sull’intero perimetro della finestra o portafinestra, cioè sia sull’anta sia sul telaio, ulteriori rinforzi specifici in

materiale plastico e in metallo. Si utilizza per esempio il nottolino a fungo che a differenza di quello a rullo tradizionale non soltanto assicura la chiusura dell’infisso, ma inserendosi in profondità aumenta di molto i tempi necessari per effettuare l’effrazione. Sopra la maniglia si applica una piastra cosiddetta antitrapano che oltre a proteggere, impedisce la movimentazione dall’esterno. Spesso la martellina ha chiave di bloccaggio così da prevenire la movimentazione della ferramenta della finestra o portafinestra nel caso in cui sia stato rotto il vetro o sia stato forato il nottolino.

Impianti d’allarme: tipi e componenti

Sono la difesa “attiva” della casa e devono essere installati da tecnici specializzati che possono rilasciare la certificazione Imq

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nstallare un sistema di allarme in casa significa soprattutto scegliere fra i diversi tipi di dispositivo che permettono di segnalare la presenza di estranei. Vanno installati da imprese in grado di rilasciare la certificazione IMQ, necessaria anche per usufruire di sconti sulle polizze antifurto. Gli impianti d’allarme possono essere: • Cablato - I dispositivi sono tra loro collegati tramite cavi elettrici inseriti sotto traccia all’interno delle pareti. E’ consigliabile in caso di nuova costruzione o di ristrutturazione. • Wireless - Le componenti dell’impianto dialogano tra loro senza fili, cioè via radio, tramite onde elettromagnetiche. E’ indicato in tutti i casi in cui si vogliono evitare le opere murarie. Un im-

pianto senza fili nel modello base (dotato di una centrale, una tastiera, un ricevitore radio, un contatto magnetico, una sirena interna e una esterna, un combinatore gsm, 6 rivelatori d’urto con contatto magnetico, 3 rivelatori passivi), esclusa la manodopera, costa intorno ai 3.000 euro. • Misto - E’ anche possibile scegliere di collegare alcuni elementi via cavo (centralina d’allarme e sirena) e altri con onde radio (rivelatori di presenza). Offre il vantaggio di limitare il numero dei cavi. Per un impianto misto nel mo-

dello base, escluse manodopera ed eventuali opere murarie, si preventivano 2.600 euro di spesa. Il controllo degli accessi è effettuabile in tempo reale anche tramite sistemi di videosorveglianza, come telecamere e videocitofoni. Tali dispositivi sono perfettamente integrabili nel sistema antintrusione. Anche quando non si è presenti in casa si può essere informati di ciò che avviene all’interno e di eventuali situazioni anomale tramite i combinatori telefonici, dispositivi che inviano messaggi di allarme preregistrati tramite via gsm.

L’impianto può essere integrato nel tempo anche con funzioni domotiche. Le componenti dell'impianto sono: • La centrale - E’ il “cuore” del sistema, nonché l’elemento che incide di più sul costo dell’impianto. Ha la funzione di ricevere i segnali emessi dai sensori relativi ai tentativi di intrusione e di eleborarli, per poi inviare i comandi che attivano l’allarme (entrano in funzione i segnalatori acustici, cioè le sirene). • I sensori - Il loro compito è quello di rilevare le intrusioni e di inviare tali in-

formazioni alla centrale. Si suddividono in due tipologie principali. Quelli perimetrali per gli esterni rilevano l’apertura di porte e finestre. Quelli volumetrici proteggono gli interni; hanno un raggio di 10-15 metri. • Segnalatori acustici - In caso d’intrusione, non appena la centrale riceve i dati dai sensori, si azionano le sirene dell’impianto. Il suono viene spesso accompagnato da un segnale luminoso. Esistono modelli sia per interni sia per esterno; in quest’ultimo caso vanno installati bene in vista.


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Gli apparecchi di ultima generazione rispettano l’ambiente e garantiscono elevate prestazioni senza rinunciare ad un design accattivante

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climatizzatori split system sono in grado di refrigerare l’ambiente, deumidificarlo e regalare una piacevole sensazione di benessere. Oggi sul mercato esiste una grande varietà di prodotti efficienti, colorati, di design, ideali anche per i consumatori più sensibili alle tematiche “green”. LA SCELTA - Quando si sceglie il climatizzatore, sono diverse le caratteristiche da tenere in considerazione, prima fra tutte la classe energetica. Gli elettrodomestici “classe A” garantiscono elevate prestazioni e minimo consumo energetico, per salvaguardare l’ambiente e ridurre il costo delle bollette. Noti brand hanno introdotto sistemi refrigeranti ecologici che non producono effetti deleteri sullo strato di ozono. L’apparecchio più giusto deve essere scelto anche in base alla potenza, da stabilire considerando diversi parametri: grandezza della stanza, esposizione alla luce del sole, piano, sistema di aerazione e tipologia di finestre, isolamento delle pareti, numero di persone che abitano la casa, eventuale presenza di un solaio, livello di umidità riscontrato nell’abitazione e clima esterno. L’unità di misura della potenza termica è il BTU (British Termal Unit). Esistono diversi strumenti online per effettuare il calcolo, che prendono in considerazione il volume della stanza e il coefficiente di potenza termica o frigorifera ma, dato che le variabili sono molteplici, è sempre opportuno far valutare direttamente questi parametri da un installatore esperto dopo un attento sopralluogo tecnico e farsi consigliare il migliore impianto da realizzare. La tecnologia Inverter regola la potenza erogata in funzione alla temperatura esterna e alle condizioni interne assicurando così la temperatura desiderata nell’ambiente. Questo tipo di motore, adottato dai più grandi brand del settore, permette di ridurre il consumo energetico di circa il 40% rispetto ai climatizzatori tradizionali con tecnologia On/Off. Alcune aziende hanno dotato i loro apparecchi anche della modalità “Sleep”, in modo da dare la possibilità ai consumatori di impostare lo spegnimento automatico dell’unità interna durante le ore notturne o la diffusione

Climatizzatori moderni: belli e tecnologici LA PRATICITA’ DEI MODELLI PORTATILI

dell’aria prevalentemente dalle vie laterali in modo da ottenere una climatizzazione silenziosa e confortevole. La tecnologia wi-fi, implementata su alcuni apparecchi di ultima generazione, è stata introdotta per controllare e gestire il condizionatore anche da remoto, ovunque ci si trovi, direttamente attraverso i dispositivi mobile o da PC. Se si è lontani da casa per un viaggio o per lavoro è così possibile godere di un ambiente refrigerato anche al ritorno. L’ESTETICA - Il climatizzatore è stato visto fino ad alcuni anni fa come un elettrodomestico invasivo, con un’estetica spesso non in sintonia con l’ambiente interno e l’arredamento dell’appartamento. Oggi invece le aziende stanno sempre più trasformando il climatizzatore in un oggetto di design. Esistono persino modelli che consentono la personalizzazione dell’unità interna con l’inserimento di stampe artistiche per conferire allo split lo stile desiderato. Modelli colorati e ultra slim, modelli a specchio per regalare maggiore profondità alla stanza, color oro

per gli ambienti più classici o argento per le case più hi-tech. E’ possibile scegliere anche le soluzioni da pavimento per il riscaldamento/raffreddamento degli ambienti con i soffitti bassi, che uniscono prestazioni eccellenti a un design moderno e a funzioni evolute. I VENTILCONVETTORI - In commercio non si trovano solo i condizionatori, ma anche i ventilconvettori. Si tratta di terminali d’ambiente per impianti idronici, dove il fluido termovettore è l’acqua e non il gas refrigerante. Al terminale idronico d’ambiente si associa normalmente una pompa di calore oppure una caldaia e un refrigeratore di acqua. Il ventilconvettore può essere posto nell’ambiente da condizionare a pavimento, parete, soffitto o a incasso, quindi nascosto all’interno struttura e dotato di un condotto connesso con l’impianto di aspirazione. Modelli di ultima generazione ottimizzano la distribuzione dell’aria nell’ambiente grazie alla griglia integrata di uscita dell’aria che consente l’orientamento dell’aria trattata e filtrata in quattro direzioni.

Quando non è possibile realizzare un impianto fisso o si vogliono contenere i costi (eliminando inoltre quelli di installazione) si può scegliere un climatizzatore portatile, tenendo presenti i vantaggi e i limiti di questi modelli, che si sono comunque molto evoluti rispetto al passato. Monoblocco o formati da due unità, interna ed esterna, hanno un ingombro ridotto e si inseriscono facilmente in qualunque ambiente della casa, anche grazie a un design curato che li rende esteticamente gradevoli. I portatili di ultima generazione offrono, su scala ridotta, le stesse prestazioni degli split fissi: consentono quindi, oltre che di rinfrescare, anche di riscaldare, deumidificare e purificare l’aria. Sistemi di filtraggio sempre più efficienti e a più livelli sono in grado di trattenere anche particelle di dimensioni infinitesimali (acari, pollini, allergeni) migliorando la qualità dell’aria indoor. Questi sistemi inibiscono la proliferazione dei microorganismi: l’importante è ricordarsi che i filtri si saturano con l’indirizzo prolungato e che per mantenerli in efficienza e assicurare la qualità dell’aria in uscita vanno lavati o sostituiti. Sul libretto d’istruzioni sono indicate le modalità di intervento, di solito veramente molto semplici. Alcuni modelli hanno potenze sufficienti per ambienti fino a 40 mq.


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La manutenzione ordinaria dell’impianto fumario si distingue tra ispezione generale e intervento manutentivo, che viene realizzato attraverso alcune fasi: visione dell’impianto, se necessario con video ispezione interna; scelta del sistema di pulizia e delle tipologie di spazzole; preparazione dell’area di lavoro per evitare uscita di fuliggine; azione di pulitura e rimozione fuliggini; controllo del passaggio dei fumi, verifica di libero scorrimento fumi, sistemazione dell’impianto per la rimessa in funzione.Anche se il periodo ottimale per effettuare la pulizia dell'impianto fumario è appena prima dell’inizio della stagione invernale, può essere fatta anche in questa stagione. E' sem-

LA MANUTENZIONE ORDINARIA DELL’IMPIANTO FUMARIO PER LA SICUREZZA DELLA CASA pre bene affidarsi a tecnici preparati che al termine dei lavori rilasceranno un documento che attesti l’avvenuta pulizia da presentare alla propria assicurazione nel caso di incendio del tetto. Per una corretta pulizia le attrezzature sono varie. Si parte dall’intramontabile sistema a battente con scovoli di varie misure al sistema ad aste o con il più moderno sistema meccanico a rotazione. Di fondamentale importanza è la scelta della spazzola da utilizzare che accomuna tutti i tipi di pulizia: in base al materiale di cui è fatta la canna fumaria e la sua forma geometrica si dovrà scegliere

il materiale della spazzola. Per esempio nelle moderne canne fumarie in acciaio bisogna usare spazzole non abrasive in ferro, ma con delle setole in nylon o in peck più morbide e meno invasive. I VANTAGGI - Avere un camino pulito riduce in modo esponenziale i rischi di incendio. Le installazioni dei camini in acciaio effettuate da persone non adeguatamente preparate e ignare delle normative nazionali ed europee che regolano la materia sono la principale causa di incendio insieme alla mancanza di manutenzione periodi-

ca.Un’altra problematica legata al camino non pulito riguarda la riduzione di tiraggio e inevitabilmente un aumento dei consumi. MISURE DI SICUREZZA La pulizia va fatta con le attrezzature idonee a non rovinare il camino sul quale si sta intervenendo. I caminetti e le stufe sono impianti di riscaldamento, ovvero impianti termici, e devono perciò essere installati nel rispetto delle normative tecniche e mantenuti periodicamente per lasciarne inalterate nel tempo le caratteristiche e garantire la sicurezza delle persone.

Grazie ai moderni sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata è possibile avere una migliore qualità dell’aria in casa a consumi ridotti

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n un edificio occorre sempre un’adeguata ventilazione degli spazi chiusi. I benefici che un corretto ricambio d’aria produce sulla casa e sulla nostra salute, infatti, sono molteplici: da una parte si protegge l’integrità degli edifici, si previene la creazione di muffe, condensa ed eccessiva temperatura, dall’altra si tutela il nostro fisico da allergie, asma, cefalee, ecc. Nelle nostre case infatti sono presenti degli elementi inquinanti che potremmo definire percepibili come gli odori di cucina, i vapori dell’acqua o i fumi di tabacco e della cottura ed inquinanti nascosti come il radon, un gas radioattivo presente in natura e nel terreno, il monossido di carbonio, nonché vari composti organici volatili (VOC) presenti nei prodotti per la pulizia domestica e nei materiali di costruzione. Limitarsi ad aprire le finestre di casa con regolarità oggi non basta, anzi può peggiorare la situazione visto che da una finestra possono entrare nelle nostre case dalle polveri agli insetti, ai pollini che possono provocare allergie. Per non parlare dell’aria fredda che entra in casa in inverno e del rumore. Per soddisfare la necessità del ricambio d’aria nelle nostre case una soluzione può essere anche quella di affidarsi ai sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC), cioè sistemi integrati di ventilazione che permettono all’aria di accede-

Ambienti ventilati per il nostro benessere

re nell’abitazione da dispositivi che vengono collocati nelle stanze di casa in maniera del tutto autonoma, senza che ci si debba preoccupare di aprire le finestre di casa. Superando la convinzione che la ventilazione sia necessaria ai soli bagni ciechi ed alla cucina, un sistema meccanico produce un rinnovo controllato costante, eliminando la presenza di “spifferi” indesiderati e garantendo un leggero rinnovo dell’aria in tutti i lo-

cali. I bagni e la cucina sono luoghi critici, ma la notte anche la camera da letto diventa l’ambiente in cui il nostro organismo consuma ossigeno e rilascia più anidride carbonica producendo aria viziata. Con un sistema di VMC si avranno dosaggi d’aria calibrati e quindi un risparmio in termini di energia, riuscendo a garantire consumi elettrici molto ridotti. Per valutare i consumi di questa tipo-

logia di dispositivi ci si confronta con la misurazione dell’efficienza aeraulica (dell’aria proveniente da canali di aerazione di climatizzazione, ventilazione, ecc), definita in termini di SFP (Specific Fan Power), ovvero del consumo elettrico per quantità di aria estratta. I moderni dispositivi di VMC hanno design minimalista e sono capaci di adattarsi a qualsiasi spazio, affidabili e silenziosi, concepiti per operare in mo-

do continuo e senza interruzioni con velocità di funzionamento che possono essere impostate in base alle esigenze di ventilazione. I prodotti di VMC possono essere anche facilmente gestiti grazie alla moderna domotica che, oltre a permettere una gestione automatica del riciclo dell’aria, sorveglia l’efficienza del sistema ricevendo segnalazioni sulla necessità di sostituzione dei filtri o avvisi relativi a possibili rischi di rottura.


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Con l’arrivo della bella stagione sono tante le accortezze che si devono avere per curare al meglio il verde di casa

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er il giardiniere i primi mesi della primavera fervono di preparativi e di lavori; le giornate si stanno allungando ormai da settimane, ma di certo aprile è in Italia il primo mese in cui in tutta la penisola le temperature, anche quelle notturne, si alzano vistosamente. Quindi, se non lo state già facendo, è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare ad assecondare le nostre piante, che di solito sentono la primavera prima di noi, e predisporre i lavori da fare durante questo mese. Se non è già stato fatto, è bene cominciare a concimare le piante, periodicamente ogni 12-15 giorni quelle in vaso, con una buona dose di stallatico maturo o di concime a lenta cessione quelle a dimora in piena terra. LE OPERAZIONI DA COMPIERE ALL’APERTO - Aprile è in genere un mese piovoso e le piante si sviluppano rigogliosamente anche senza l’aiuto delle nostre annaffiature. Per questo motivo eventuali periodi di siccità, anche brevi, sono i più pericolosi: le piante in pieno rigoglio vegetativo necessitano di grandi quantità d’acqua, e giornate asciutte e particolarmente soleggiate causano l’evaporazione della gran parte di quella contenuta nel terreno. Se abbiamo piante che necessitano di annaffiature regolari, vigiliamole nei periodi di eventuale siccità, con scarse o nulle piogge, e se necessario annaffiamo abbondantemente.Nelle zone più calde della penisola, dove le temperature minime superano già i 10°C possiamo cominciare a portare in giardino o sul terrazzo le piante da appartamento; dove il clima è un poco

Fiori e piante, ecco i lavori di primavera Sarebbe meglio evitare di acquistare piante a caso, guidati dall’istinto o dal desiderio di portare a casa una pianta particolare o che ci ha colpiti: cerchiamo di recarci al vivaio già con una specie di progetto in testa, tenendo ben presente cosa ci serve. Nell’indecisione facciamoci consigliare dal vivaista. Eviteremo così di trovarci nei mesi successivi con piante che non abbiamo idea di come curare. Prima di porre a dimora una nuova pianta, lavoriamo bene il terreno, e arricchiamolo con dello stallatico o con del concime a lenta cessione. Posizioniamo la pianta, compattiamo leggermente il terreno vicino al fusto e annaffiamola. In genere la primavera è una stagione umida, ma se le piogge dovessero essere scarse evitiamo di lasciare le nuove piante a lungo con il terreno asciutto.

più rigido cominciamo a preparare la zona del giardino che ospiterà le nostre piante da appartamento o gli esemplari delicati coltivati in serra. Se possediamo una serra, o abbiamo protetto alcune piante delicate con agritessuto, è giunto il momento dei lavori per levare le protezioni o aprire

le finestre della serra soprattutto nei giorni di sole e nelle ore centrali della giornata. NUOVE PIANTE IN GIARDINO - Il mese di aprile è ideale per sistemare nuove piante per il giardino; non perché sia perfetto per porle a dimora, ma

semplicemente perché con l’arrivo della primavera i vivai si riempiono di piante, fiori, piantine; oltre a questo i primi mesi primaverili sono ricchi di appuntamenti con fiere e mercatini dedicati al giardinaggio. Quindi approfittiamone per cercare nuove piante per il nostro spazio verde.

DISTRICARSI TRA SEMINE, TRAPIANTI E BULBOSE - Le bulbose a fiore primaverile sono già in piena fioritura. Possiamo cominciare a scegliere le bulbose a fioritura estiva, che vanno poste a dimora in giardino quando le temperature minime diventano superiori agli 8-10°C. La gran parte delle piante da fiore preparate da seme saranno già state seminate negli scorsi mesi; se sono pronte possiamo preparare le aiuole per porle a dimora. Seminiamo direttamente a dimora cosmee, nasturzi, alysso, salvia.


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E’ importante saper scegliere il fiore giusto per voi e per il vostro giardino o terrazzo. Complici le giornate che si allungano e le temperature miti, aprile è il mese ideale per dedicarsi al giardinaggio. Prima di mettersi all’opera con vanga ed annaffiatoio occorre però fare il punto della situazione e decidere cosa piantare nel proprio giardino o terrazzo. Dovete infatti scegliere i fiori giusti da piantare in questo mese non solo in base ai vostri gusti ma anche allo spazio che avete a disposizione e alla posizione. Aprile è il mese ideale per interrare le piante bulbose a fioritura estiva, come: • la Fresia, è una pianta bulbosa che cresce bene in pieno

FIORI E BULBI DA PIANTARE AD APRILE PER RISVEGLIARE IL VOSTRO POLLICE VERDE sole e ha bisogno di poca acqua; • l’Ornitogalo, detta anche stella di Betlemme per i suoi fiori dalla forma stellata, è una pianta che cresce bene sia in vaso che in terra e quindi si presta ad abbellire anche balconi e terrazzi posizionati al sole o in penombra; • lo Sparaxis, una pianta perenne che ha fiori di vari colori. Cresce bene esposta in pieno sole ed è perfetta per creare cespugli e aiuole; • l’Acidanthera, pianta con foglie lunghe e carnose e fiori bianchi. Cresce anche all’ombra e fiorisce fino all’autunno.

Se avete poco spazio a disposizione potete optare per piante colorate ma poco ingombranti come la petunia che cresce rigogliosa anche in vaso. Grazie alla sua lunga fioritura è perfetta per creare aiuole o per abbellire i davanzali fino all’autunno inoltrato. Piante perfette per un terrazzo all’ombra sono anche le begonie tuberose, attenzione però perché temono il freddo ed è meglio far germogliare i tuberi prima in un luogo riparato e solo dopo mettere le piante a dimora all’esterno. In giardino invece a fine aprile potete piantare i gladioli, fiori a fusto eretto che possono rag-

giungere mezzo metro di altezza. Un’alternativa sono le dalie, disponibili in molti colori vivaci dal rosso al rosa, passando anche per l’arancione e il giallo. Fioriranno da fine giugno fino all’autunno. Se volete un fiore che richieda poche cure scegliete il mughetto, è una pianta tappezzante perenne che resiste bene sia al caldo afoso che al freddo dell’inverno. Se avete un orto, aprile è il mese giusto per iniziare ad occuparsene preparando il terreno ed iniziando a piantare pomodori e zucchine. Via libera anche alle piante aromatiche come basilico e prezzemolo.

Per far crescere al meglio piante e fiori è necessario conoscere di cosa hanno bisogno e avere alcune piccole attenzioni

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he abbiate un giardino grandissimo o un minuscolo balcone, se avete deciso di dare libero sfogo al vostro “pollice verde” dovete stare attenti a non commettere questi otto comunissimi errori.

Giardinaggio: otto errori comuni da evitare lete in giardino e sopratutto in base alla pazienza che avrete nel curarle in futuro.

1) Vaso sbagliato - Ogni fiore, pianta od ortaggio vuole un vaso specifico. Le piante che richiedono terreno drenato avranno bisogno di vasi con dei fori alla base. Le piante che amano terreni umidi potranno avere un vaso di plastica, ma se non possono avere il minimo ristagno di acqua prediligete i vasi di terracotta. Insomma per ogni pianta che avete deciso di piantare chiedete al vostro fiorista quali sono i vasi che aiutano le piante a crescere bene. Ricordate di dare importanza non solo al materiale del vaso, ma anche alla sua forma. 2) Togliere le erbe buone al posto delle erbacce - Togliere le erbacce è una delle pratiche che si consiglia sempre non solo per avere un risultato estetico migliore, ma anche per evitare che infestino tutto il giardino. Il problema è saperle riconoscere con esattezza. Vi sarà sicuramente capitato almeno una volta di strappare delle erbacce e chiedervi poi come mai le piante non fiorissero. Questo perché tra le erbacce ce ne sono alcune che sono anche benefiche.

6) Troppa acqua - Questo è in assoluto uno degli errori più comuni. Annaffiare eccessivamente le piante è dannoso tanto quanto non annaffiarle. Informatevi quindi sulla quantità di acqua che le piante che avete nel giardino richiedono e trattenetevi dal passare ogni giorno con l’annaffiatoio tra tutte le vostre piante. 7) Esposizione sbagliata - Contrariamente a quanto si pensa, non tutte le piante amano stare al sole. Le piante devono essere coltivate in zone con la giusta esposizione: i girasoli non crescono all’ombra e un’ortensia in pieno sole appassirà. 3) Non preparare il terreno - Il terreno non è mai da sottovalutare. Se non è quello giusto o se non è adeguatamente nutrito il risultato sarà probabilmente deludente. Se i vostri ortaggi non crescono, se i fiori sono esili e piccolini fate mente locale sul terreno che avete usato o chiedetevi da quanto tempo non con-

cimate il terreno. La soluzione ideale sarebbe creare il compost naturale in casa e nutrire il terreno.

soffocheranno a vicenda, non cresceranno bene e non diventeranno certo rigogliose come sognavate.

4) Gestire male lo spazio - Per avere un giardino rigoglioso la soluzione non è certo riempire di piante lo spazio che avete a disposizione fino all’inverosimile. Se mettete troppe piante si

5) Piantare una pianta invasiva Edera? Glicine? Tutte piante splendide, che se non seguite e non contenute a dovere invaderanno il vostro angolo verde. Scegliete con cura le piante che vo-

8) Esagerare con i pesticidi - Sicuramente non volete che le vostre piante vengano divorate da insetti e afidi, ma se esagerate con il pesticida le vostre piantine moriranno. Prima di correre ai ripari con prodotti chimici cercate una soluzione tra i rimedi naturali: tranne in invasioni massicce di parassiti, i rimedi naturali funzionano molto bene.


Speciale Benessere

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Per ricevere trattamenti rilassanti in Spa curate e raffinate non c’è bisogno di andare lontano, la Lombardia offre infatti ottime soluzioni

P

rendersi un momento di pausa dallo stress quotidiano e risanare fisico e mente è sempre consigliabile. Ecco allora tre Spa in Lombardia che fanno al caso vostro. HOTEL SPOL - Natura, sport, cultura, shopping, intrattenimento, sono le perle che Livigno può mettere in mostra a chi va a farle visita. Quest’area della Valtellina, tra il parco nazionale svizzero e quello dello Stelvio, detiene un patrimonio di tesori che esercitano grande attrattiva anche su coloro che frequentano solo saltuariamente la montagna. Una capacità di attrazione che Livigno ha saputo costruirsi nel tempo investendo sulla qualità delle strutture e dei servizi. Il complesso dell’Hotel Spol ne è la testimonianza. Venne realizzato negli anni ‘50, e prende il nome dal fiume che scorre per metà del suo tratto nella valle di Livigno, per l’altra metà nella Engadina svizzera. Si presenta con il suo stile architettonico valligiano davvero accogliente. Arredi e finiture in legno sono ovunque, sia negli ambienti comuni che nelle camere e suite, calde e piene di luce. Lo standard di servizi è certificato Charme & Relax, il marchio di qualità che contraddistingue una serie di piccoli ma raffinati alberghi, selezionati per buon gusto, servizi e location tranquilla. L’albergo si trova al centro di tutto: a pochi passi dagli impianti e dalla pista ciclabile è il punto di partenza ideale per lo sci, le passeggiate, le escursioni in bicicletta. E anche per lo shopping, trovandosi esattamente di fronte all’avvio della zona pedonale. Fiore all’occhiello è il centro benessere “Al Laghèt”. L’ambientazione scelta è quella di un tipica località dell’Engadina, ricostruita nei fondali a parete e negli elementi d’arredo. Seguendo i principi della bioclimatologia, ci sono i bagni caldi con il calidarium di vapore aromatizzato, la sauna tirolese e la pioggia tropicale calda agli aromi con cromoterapia. Tra i bagni freddi, il frigidarium, docce rinfrescanti agli aromi e percorso kneipp a due settori con obiettivo coadiuvante della funzione vascolare. La vista si apre quando si arriva al Laghèt, il lago piscina dall’acqua riscaldata contornato da pietre di fiume e provvi-

Prendersi cura del corpo e della mente

sto di nuoto controcorrente, cascata rigenerante e vasca idromassaggio. Infine, il tepidarium, che è in sostanza una delle due sale relax della Spa, con l’aromaterapia prodotta dagli oli essenziali. Tutti i fondamentali di questa Spa sono di buon livello. Confortevoli le cabine per i trattamenti, con una ricca proposta di bagni e impacchi ma anche di rituali di benessere. VILLA LUISA RESORT & SPA - San Felice del Benaco ha saputo negli anni costruirsi una chiara identità e ritagliarsi un proprio spazio come destinazione turistica di prim’ordine. Questa deliziosa località del basso Garda bresciano è riuscita, grazie alla qualità delle strutture realizzate e alla gelosa conservazione della sua storia e dei suoi valori, a farsi notare nel sempre più esigente mercato turistico italiano e nord-europeo fino a diventare uno dei principali attori sul palcoscenico del turismo gar-

desano. Qui, anche nei periodi di maggiore affluenza, si respira un’atmosfera di pace e un senso di leggerezza: tutti caratteri che in altre località, decisamente più fashion, risultano quasi introvabili. Per non parlare di alcuni scorci davvero suggestivi, come quelli che si possono apprezzare passeggiando nei dintorni del piccolo porto. Il Villa Luisa Resort & Spa., aperto nella primavera del 2010, è riuscito in pochi anni a conquistare una posizione di rilievo nelle scelte turistiche dei più assidui frequentatori del lago di Garda. Questo, grazie ad un’incantevole collocazione panoramica sulle acque (tutte le camere sono con vista lago) e immersa tra gli ulivi e i vigneti delle colline della Valtenesi e anche per merito di uno staff sempre attento alle esigenze individuali degli ospiti. A questi bonus va senz’altro affiancata la Spa. Dispone di un’area acqua portata a temperatura e addizionata

con sali ad alta funzione osmotica; nella vasca sono presenti un’oasi idromassaggio per schiena e gambe e la classica cascata per idromassaggio cervicale. L’obiettivo talassoterapico già ampiamente annunciato dalla destinazione data alle acque della piscina trova definitiva affermazione con il Cuore di Sale, un ambiente nel quale i benefici dei trattamenti salini vengono sublimati per un benessere che arriva a coinvolgere l'intero organismo. Per quanto riguarda gli ambienti caldi troviamo il bagno di vapore aromatizzato agli oli essenziali, la sauna finlandese e la doccia con nebbia tropicale, oltre alle panche riscaldate. Al termine della permanenza gli ospiti possono distendersi nell'area relax con tisaneria. Le cabine per le manualità hanno uno stile asciutto ma risultano armoniche e accoglienti. Il centro è aperto anche agli esterni.

BULGARI HOTEL & SPA - Il marchio Bulgari da alcuni anni ha allargato il campo delle iniziative imprenditoriali al mondo dell’ospitalità alberghiera con l’apertura di tre case: la prima nell’esotica isola di Bali, la seconda a Milano e la terza a Londra nel quartiere residenziale di Knightsbridge. La casa di Milano è situata nel cuore economico-culturale della città, tra via Montenapoleone, via della Spiga, la Scala e l’accademia di Brera. Nel suo giardino privato di quattromila metri quadri, i ritmi frenetici della vita metropolitana e le mille nevrosi del traffico cittadino appaiono distanti anni luce. Le 58 tra camere e suite, incredibilmente luminose grazie alle ampie finestre con affaccio sul suggestivo giardino o su un’esclusiva corte milanese, offrono agli ospiti una inaspettata tranquillità, considerando che siamo nel centro di Milano. La scelta di arredi e finiture riesce a creare un’atmosfera raffinata ed avvolgente. I materiali utilizzati, rari e pregiati, come il teak ed il legno di quercia, conferiscono agli ambienti una calda e intima atmosfera. Facilities e servizi sono di livello superiore. Tra questi una Spa di grande fascino, dominata da una spettacolare piscina con pareti vetrate che lasciano filtrare la luce naturale. Durante il giorno i raggi del sole illuminano i mosaici in oro che rivestono la vasca creando incomparabili giochi di luce. L’hammam con i suoi intensi toni di verde è straordinario: in questo spazio, destinato alla fase di purificazione olistica di provenienza orientale, sono presenti alcune panche realizzate utilizzando i marmi più pregiati e illuminate con varie soluzioni di cromoterapia. I vapori sono ricchi degli aromi sprigionati dalla combinazione del calore con gli oli essenziali. Nelle cinque sale private destinate alle manualità, confortevoli e finemente arredate, vengono offerti massaggi e trattamenti viso/corpo. La Spa è riservata esclusivamente agli ospiti della casa.


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Speciale Benessere

Sabato 23 Aprile 2016

La bella stagione invoglia ad uscire di casa per passeggiate, giri in bici o escursioni in montagna, ma attenti all’allenamento e a non esagerare

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a primavera è arrivata, le giornate si sono allungate, il clima si è fatto progressivamente più mite e aumentano le occasioni per una giornata di svago all’aperto: passeggiate nei parchi o nei boschi, uscite di gruppo in bicicletta o escursioni in montagna. Per strada c’è sempre più gente in tenuta ginnica che si cimenta a fare sport, complice la tanta voglia di stare all’aria aperta. L’attività fisica è davvero la principale strada per il benessere, soprattutto se praticata in modo regolare e all’aria aperta.

L’attività fisica contro i malanni primaverili

Il cambio di stagione è l’occasione giusta per ritrovare la carica, migliorare l’umore, stimolare l’organismo e tonificare i classici punti deboli della nostra linea: pancia, fianchi e cosce. Non è un caso che molte persone proprio in questo periodo, come risvegliandosi da un lungo letargo, si iscrivano in palestra o in piscina quasi a voler recuperare, attraverso il movimento, uno stato di buona salute che i malanni invernali avevano in qualche modo sopito. In primavera gli amanti del jogging, dell’esercizio fisico, dello sport all’aria aperta vengono allo scoperto e i parchi cittadini si riempiono di persone di tutte le età. Purtroppo cominciare a fare sport proprio in questo periodo dell’anno non è propriamente la cosa più saggia e bisogna adottare molte accortezze perché rimettere in moto muscoli poco o nulla allenati può comportare il rischio di andare incontro a strappi o contratture ai muscoli, mal di schiena, distorsioni, dolori articolari. La prima regola se si vuole iniziare un’attività fisica è non esagerare, procedendo sempre per gradi e senza strafare per evitare problematiche di diverso tipo. Nel ripartire bisogna ricordarsi che: • se si è allenati e si è praticato sport tutto l’inverno, è utile ridurre un po’ il carico di lavoro in primavera, affrontando allenamenti meno faticosi e privilegiando gli esercizi aerobici; • se si riparte dopo una pausa invernale è bene riprendere con gradualità, magari con lunghe passeggiate all’aria aperta e qualche esercizio con poco peso; • fare stretching prima e dopo l'atti-

vità sportiva prepara i muscoli all’attività fisica e favorisce il recupero dopo la fatica; • se si sente che l’allenamento è troppo faticoso è bene ridurre lo sforzo o fermarsi e riprendere fiato;

• se si suda molto è utile assumere integratori salini; • la temperatura in primavera è mutevole perciò l’ideale sarebbe vestirsi a strati in modo da potersi alleggerire o coprire a seconda della temperatura.

IL MAL DI PRIMAVERA - Anche se la primavera è certamente una nostra alleata, non sono pochi quelli che riferiscono stanchezza fisica, mal di testa, sonnolenza. E’ il mal di primavera, espressione del graduale adattamento del nostro organismo alle variazioni repentine della temperatura e alle giornate che si allungano. Tra i sintomi primaverili c’è anche l’insonnia occasionale dovuta ad un cambiamento che riguarda l’alternanza tra sonno e veglia. Il nostro corpo deve adeguarsi alle modificazioni dell’orologio solare, ma questo processo è piuttosto lento, tanto che lo si può paragonare a quello che avviene quando siamo soggetti ad un cambiamento di fuso orario. Ad aggiungersi a questa lenta mutazione subentra anche il passaggio all’ora legale, molto risentito da grandi e piccini. Ovviamente, se la notte non si riesce a dormire, di giorno difficil-

mente si riesce ad essere attivi. Per contrastare il mal di primavera l’attività fisica regolare ed una sana alimentazione sono rimedi formidabili. E’ bene far ricadere le proprie scelte culinarie su cibi leggeri e nutrienti, prediligendo soprattutto frutta e verdura (meglio se consumate crude) particolarmente ricche di vitamine, di fibre, di antiossidanti e di sali minerali. Riduciamo senza esitazione sale, alcol, cibi ricchi di grassi e pasti troppo abbondanti per evitare quella spiacevole sensazione di avere un macigno sulla pancia. E’ bene consumare i cibi con regolarità ed evitare di saltare i pasti. Bere tanta acqua, ma anche frullati e spremute fatte in casa, ricche di vitamine e altre sostanze utili per l’organismo. Attenzione a non sottovalutare l’esigenza di sonno e riposo. Le giornate si allungano, ma è bene non affaticare l’organismo con troppe ore di attività e poche di sonno.


Cultura&Spettacoli

Venerdì 29 aprile, alle ore 21, la Compagnia Artemis La Traviata Danza-Monica Casadei porta in scena al Teatro di Casalmaggiore “La Traviata”. Monica Casadei rilegge “La in scena Traviata” dal punto di vista di Violetta, fuori dal contevenerdì sera sto storico e narrativo ottocentesco, facendole acquiCASALMAGGIORE

sire una dimensione universale. Le arie di Verdi danno forma al dramma che si chiude con un urlo di disperazione, un grido di solitudine, un esplosione fisica di dolore in cui si contorce Violetta e il bianco abito iniziale andrà languendo nel rosso vestito del suo dolore.

Appuntamento con la rievocazione storica “I mercenari dell’Etruria alla corte di Vespasiano Gonzaga”

Alle ore 11 all’Auditorium Arvedi

Sabbioneta rivive domenica il Cinquecento

I

di Vanni Raineri

l centro storico di Sabbioneta ospiterà domani la prima edizione di una rievocazione storica che si ripromette di diventare un appuntamento fisso per la città ducale. “I mercenari dell’Etruria alla corte di Vespasiano Gonzaga” è l’evento presentato martedì mattina presso la sede dello Iat, alla presenza del presidente Galdino Galli, del suo vice Arturo Beltrami, della storica, nonché guida turistica, Marcella Luzzara e del vice sindaco Monalisa Azzali. Il sindaco Vincenzi era infatti impegnato nella contemporanea visita sabbionetana dell’ex presidente della Repubblica francese, Valéry Giscard D’Estaing. Galdino Galli ha presentato la manifestazione: «Il nostro cda ha voluto fortemente questa iniziativa, che impegnerà a Sabbioneta 5 gruppi storici, nata se vogliamo casualmente. Abbiamo ricevuto la visita del presidente dell’Associazione culturale “Scannagallo” di Foiano della Chiana (Arezzo), che conoscendo il nostro gruppo storico ed avendo apprezzato la nostra città, ci ha chiesto di fare qualcosa assieme. L’idea originale era di coinvolgere anche Commessaggio, chiudendo la manifestazione sul ponte di barche, ma per loro impegni abbiamo posticipato al prossimo anno la collaborazione. Questa è la prima assoluta, ma vogliamo che diventi una

La Comunità Ellenica domani al Monteverdi

Da sinistra: Arturo Beltrami, Galdino Galli, Marcella Luzzara e Monalisa Azzali

costante, di richiamo per i visitatori, dato che il mese di aprile è per noi un periodo di grande affluenza di turisti». Oltre ai due gruppi storici citati, parteciperanno anche gli sbandieratori e musici “Terre dei Gonzaga” di Rivarolo Mantovano, il gruppo storico Il Torrione di Casalmaggiore e un corpo di ballo di Fidenza. «Nell’occasione – prosegue il presidente Iat – la città sarà completamente chiusa alle auto, grazie alla collaborazione della Protezione Civile di Pomponesco (la nostra sarà impegnata nella concomitante Fiera di San Giorgio a Breda Cisoni)». Vediamo il programma: «La matti-

na alle 11 ci sarà la passeggiata con le armi, i tamburi e gli sbandieratori per le vie della città, fino alle 12.30. La manifestazione vera e propria scatterà alle 16, con partenza a Palazzo Forti. Giunti in piazza San Rocco, si assisterà alla sommossa provocata dai mercenari dell’Etruria che daranno l’assalto al mercato. Una volta sedata la rivolta, i prigionieri saranno presentati a Vespasiano Gonzaga e alla sua prima moglie. Il Duca, in partenza per Volpiano, chiamato da Filippo II per contrastare i francesi, chiederà ai mercenari di accompagnarlo in Piemonte dimostrando la loro capacità (fatto storico realmente avvenuto, ndr). In

Secondo appuntamento, domani sera alle ore 20.30, con la Comunità Ellenica di Brescia e Cremona al Teatro Monteverdi, dopo il successo ed il tutto esaurito del concerto degli Evì Evàn di venerdì 15. L’appuntamento della serata, aperto a tutti e ad ingresso libero, si divide in due tronconi. Il primo consisterà nella presentazione del libro “Eravamo a Trebisonda” di Emidio D'Angelo, che si avvarrà della relazione di Giovanna Rocca, ordi-

Palazzo Giardino si assisterà alla loro dimostrazione con archibugi e alabarde. Seguiranno balli, a sancire l’accordo, in piazza Ducale, dove la manifestazione si chiuderà con un grande brindisi attorno alle 19,30». Galli ha ringraziato per la collaborazione l’amministrazione comunale, i commercianti e i ristoratori di Sabbioneta per l’accoglienza garantita ai componenti dei gruppi. Marcella Luzzara ha fatto riferimento ai fatti storici, che risalgono al 1574. La speranza che è il meteo sia clemente: non sarebbe infatti possibile spostare la manifestazione né posticiparla. La Pro Loco (o Iat) sosterrà una spesa di 10mila euro e il presidente Galli si è detto soddisfatto dell’apporto dei commercianti locali, che da qualche anno rappresentano una risorsa importante, e di uno sponsor che sosterrà parte delle spese. Ormai ogni fine settimana Sabbioneta ospita un evento, senza parlare delle diverse mostre. Da segnalare anche la Mantova-Sabbioneta card, introdotta quest’anno, che consente ai turisti di abbinare la visita alle due città. Galli ha citato anche il termine della convenzione col Comune a fine anno, sostenendo che le tante iniziative non hanno alcun effetto dimostrativo nei confronti del Comune: «Noi ci siamo a prescindere, con l’intento di promuovere la città, è dal 1938 che portiamo avanti questa missione».

nario di Linguistica all'università Iulm di Milano. Si tratta il racconto dell’esodo dei greci dal Ponto e dall’Asia Minore. Un modo per capire, anche al giorno d'oggi, il perché dell'accoglienza dei greci ai profughi provenienti dalle zone di guerra che sbarcano sulle isole greche al confine con la Turchia. La seconda parte consisterà nello spettacolo “Danze tradizionali della Grecia” con il corpo di ballo della Comunità Ellenica di Parma e Reggio Emilia.

Attili e Cattarossi duettano in concerto

Domenica mattina, alle ore 11 all’Auditorium Giovanni Arvedi, appuntamento musicale con Giulia Attili (nella foto) al violoncello e Monica Cattarossi al pianoforte. In programma l’Adagio con variazioni di Ottorino Respighi, la Sonata in re minore per violoncello e pianoforte, op. 40 di Dmitri Shostakovich e la Sonata a preghiera “Variazioni su Mosè” di Niccolò Paganini. Giulia Attili, nata il 15 dicembre 2000 a Roma, ha iniziata a sette anni lo studio del violoncello sotto la guida del maestro Giorgio Schultis. E’ vincitrice di numerosi concorsi internazionali: tra questi, il 1° premio al Tim (Torneo internazionale di musica) nel luglio del 2012 a Parigi, diventando a undici anni la più giovane vincitrice nella storia del torneo e nel novembre 2015, il 1° premio al David Popper International Cello Competition in Ungheria, ottenendo inoltre il premio speciale della giuria per la migliore esecuzione della Concert Polonaise op. 14 di Popper. Monica Cattarossi è nata invece a Treviso e si è diplomatasi presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia e si è dedicata con particolare passione alla musica da camera. Ha completato il biennio di specializzazione sotto la guida del maestro Alberto Baldrighi, laureandosi con il massimo dei voti e la menzione d’onore e ha concluso gli studi universitari laureandosi col massimo dei voti e la lode in Musicologia, presso l’Università di Cremona. Oltre a suonare come solista con varie orchestre in Europa, è regolarmente invitata in prestigiosi Festivals, tra cui Montepellier, Kuhmo, Ohrid e Kronberg.

Il dramma della guerra in Bosnia in un musical “Sotto i ponti di Paris. In fuga da Srebrenica” va in scena stasera al Teatro San Domenico

Domani Anna Galli inaugura la mostra

Le opere di Anna Galli sono protagoniste della mostra personale, che verrà inaugurata domani alle 17.30 a “Immagini Spazio Arte” e presenta dal professor Gianluigi Guarneri. Anna Galli è nata a Santa Margherita Ligure. Trasferitasi a Milano frequenta il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti di Brera, si diploma in Scenografia nel 1970 sotto la guida dell’architetto Tito Varisco. Nel 1971 inizia a lavorare presso il Teatro alla Scala collaborando con il suo maestro, divenuto nel frattempo direttore dell’allestimento scenico del teatro. Si evidenziano quasi subito il lei interessi e capacità scultoree, già segnalate al Liceo dal profssor Giovanni Paganin, nonché una spiccata propensione alla ricerca e alla sperimentazione di nuovi materiali in campo scenografico. Nel frattempo il teatro, avvertendo l’esigenza di adeguarsi alle nuove concezioni plastiche degli allestimenti, crea al proprio interno un gruppo di scultori-scenografi-realizzatori e ne affida la guida ad Anna Galli, che ricoprirà questo ruolo fino al 1998. Lasciato il Teatro alla Scala, l’artista si dedica ad un’ulteriore ricerca di materiali espressivi per realizzare sculture che propone con grande successo in mostre personali e collettive in varie gallerie d’arte in Italia e all’estero. Tra i materiali preferiti: l’ardesia (pietra della sua terra ligure), il legno d’ulivo, il vetro, l’alabastro e il rame, con il quale elabora tra l’altro anche delle “sculture gioiello”. Non mancano a completamento delle mostre dipinti a colori acrilici e ad olio. L’esposizione resterà aperta fino al 7 maggio , dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.30, il sabato dalle 10.30 alle 19.30 (con orario continuato) e domenica dalle 16.30 alle 19.30.

“Sotto i ponti di Paris. In fuga da Srebrenica” è il titolo del musical in programma stasera alle 21 sul palco del Teatro San Domenico, realizzato da Pietro Paparo, con musiche originali di Walter Gilli e coreografie di Elena Bonizzi. L’11 luglio 1995 a Srebrenica, durante il conflitto che sconvolse la Bosnia e la ex Jugoslavia, si è consumato il più grave episodio di genocidio dalla fine della seconda guerra mondiale. Sono passati vent’anni da quella notte, allora Natasha aveva sedici anni e fino a quella notte “Srebrenica era il profumo dei boschi che saliva verso il cielo, quando era primavera”. Poi, “niente, niente sarà più come prima”. Ora vende rose e vive sotto i ponti di Parigi insieme ai Clochards. Una notizia sul giornale riporta brutalmente Natasha ad un’alba di vent’anni fa, quando lasciò la sua bambina, “nata dal seme violento della guerra”, “davanti ad un altare, perché se ne occupasse Dio, scrivendo il suo destino”. E lei sa che Dio la volle viva “tra le

Un momento del musical

braccia di una coppia americana, che la raccolse ancora in fasce e la portò via con sé, lontano”. Ora Valentina, la sua bambola di

carne, che “nulla sa di quel mattino e della sua vera madre” è diventata un’artista di successo e viene a cantare proprio a Parigi. Da qui, scatta la

Risate in arrivo a Soresina grazie a Diego Ruiz

Ci sono ancora alcuni biglietti disponibili per lo spettaccolo dal titolo “Ti amo o qualcosa del genere”, in scena al Teatro Sociale di Soresina il 30 aprile alle ore 21. Sul palco Roberto Ciufoli, Gaia De Laurentiis, Francesca Nunzi e Diego Ruiz, che è anche il regista. La trama. La tavola è apparecchiata per due, le candele sono accese, la luna e le stelle sono particolarmente luminose e anche le zanzare non si sono fatte vedere per non rovinare quello che si prepara a essere il più romantico dei tète a tète. Allora che c’entra l’arrivo dell’amica di lui e, ancora peggio, che ci fa il fidanzato di lei? Insomma, qual è la morale? Che in amore bisogna essere sempre sinceri? O che le bugie dette a fin di bene possono essere considerate del tutto innocenti? Forse sono comunque dei piccoli tradimenti? Una cosa è certa: che bi-

sogna disporre di tanti escamotage per far sopravvivere un sentimento ai continui naufragi della vita quotidiana! Un’altra divertente commedia di Diego Ruiz con le sue appassionanti e ironiche ricerche sulla qualità dei rapporti di coppia, visti però, questa volta, attraverso la lente spietata dell’amicizia. Sì, perché un amico alcune volte, più o meno involontariamente, può mettere i bastoni tra le ruote alla storia d’amore dell’altro.Se poi il tuo migliore amico, in realtà è un'amica, il pericolo è dietro l'angolo. Uno spettacolo divertentissimo e sorprendente in una veste rinnovata, con un grande cast, protagonista di una tournée che lo ha portato in giro per lo stivale. I quattro protagonisti danno vita a una girandola di equivoci e di fraintendimenti impossibili creando un groviglio inestricabile di bugie e mezze verità.

solidarietà degli altri clochards per trovare il modo per andare tutti all’Olympia al concerto di Valentina. Sulla concretizzazione di questa idea geniale si snoda gran parte del racconto, tra colpi di scena e situazioni paradossali. Ma sotto questa traccia narrativa, che fermenta l’azione scenica mantenendola sempre avvincente e brillante, si aprono nel contesto del racconto squarci di memoria in cui la tragica storia dimenticata, si incunea nell’evento attuale del concerto di Valentina all’Olympia. Frammenti narrativi che disvelano la drammatica realtà di un genocidio che si è consumato poco lontano da noi, nel tempo e nello spazio. La storia di Natasha è quindi un’occasione per tentare di far riemergere dalle pieghe della memoria quei fatti delittuosi, che possono, forse, aiutarci a comprendere anche l’attuale drammaticità di un popolo di “sfollati, emigranti, emarginati, in fuga dalle guerre, dall’odio e dal dolore”. E ciò, a vent’anni da quell’11 luglio 1995.

I quattro protagonisti dello spettacolo in scena


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taccuino

Sabato 23 Aprile 2016

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di Giuseppe Martelli

el fine settimana, da segnalare due manifestazioni che si svolgono ai confiin della provincia di Cremona, uno a Fiesse, nella Bassa Bresciana, e uno a Soragna, nel Parmense. Fiesse celebra la Fiera di San Giorgio, con gastronomia, prodotti agricoli, musica e spettacolo. Questa sera, sabato 23 aprile, alle ore 21 si esibiranno Leonardo Manara (noto comico di Zelig) e la Banda Faber presso la palestra della scuola comunale. Il maestro Andreoli e la gloriosa Banda Bassotti musicale insieme al grandissimo Leonardo Manera di Zelig si esibiranno in un repertorio rocambolesco fra battute è bellissima musica, con “La Milano da cantare”, repertorio d Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Lo spettacolo di terrà anche in caso di pioggia poiché è al coperto. La Fiera prosegue domenica 24 aprile con il “Truck del divertimento”: karaoke, baby dance e animazione durante tutta la giornata. In serata tombolata di beneficenza in palestra con ricchi premi. Nel corso della manifestazine Luna Park e bancarelle di hobbistica e non solo. A Soragna invece nei giorni 23, 24 e 25 Aprile si svolge l'annuale Mostra dell'Artigianato, Produzione e Commercio, giunta alla sa 39ª edizione. La manifestazione ha ormai assunto una rilevanza a livello nazionale e viene visitata da migliaia di persone che giungeranno da tutte le parti d'Italia. Da ricordare, nel programma, lo show di Beppe Braida domenica sera dalle ore 21 nella piazza principale soragnese. Due appuntamenti, insomma, da non perdere, per grandi e piccini che mostrano la grande vitalità che sempre segna i nostri piccoli paesi.

Fiesse e Soragna: week-end divertente, per tutti i gusti

numeri utili Cremona

COMUNE DI CREMONA www.comune.cremona.it Centralino: 0372-4071 Urp: 0372-407291 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE www.provincia.cremona.it Centralino: 0372-4061 Urp: 0372-406233 PREFETTURA Centralino: 0372-4881 CARABINIERI Pronto intervento: 112 Centralino: 0372-5581 COMANDO FORESTALE DELLO STATO Centralino: 0372-410307 GUARDIA DI FINANZA Pronto intervento: 117 Centralino: 0372-21576 Nucleo di polizia tributaria: 0372-28968 POLIZIA MUNICIPALE Pronto intervento: 0372-454516 Centrale operativa: 0372-407427 POLIZIA STRADALE Comando provinciale Centralino: 0372-499511 QUESTURA Pronto intervento: 113 Centralino: 0372-4881 VIGILI DEL FUOCO Pronto intervento: 115 Centralino: 0372-4157511 PROCURA Centralino: 0372-548233 OSPEDALE DI CREMONA www.ospedale.cremona.it Centralino: 0372-4051 Centro unificato di prenotazione: 800 638 638 Emergenza sanitaria: 118 AZIENDA SANITARIA LOCALE DI CREMONA www.aslcremona.it Centralino: 0372-4971 Urp: 0372-497215

numeri utili Casalmaggiore

Via Esilde Soldi Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 13 Maggio

COMUNE DI CASALMAGGIORE www.comune.casalmaggiore.cr.it Centralino: 0375 42668 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE Centralino: 0375-42233 CENTRO PER L’IMPIEGO Centralino: 0375-42213 CARABINIERI Pronto intervento: 112 Centralino: 0375-284500 POLIZIA MUNICIPALE Centralino: 0375-40540 POLIZIA STRADALE Centralino: 0375-42288

Via Volturno Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 30 Settembre

Via Monteverdi Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 29 Aprile

GIUDICE DI PACE Centralino: 0375-42273 OSPEDALE Centralino: 0375-2811 Centro unico di prenotazioni: 800 638 638 Emergenza sanitaria: 118 MUSEO DIOTTI www.museodiotti.it Centralino: 0375-200416 MUSEO DEL BIjOU Centralino: 0375-284423 TEATRO COMUNALE www.teatrocasalmaggiore.it Centralino: 0375-284434 DISTRETTO SOCIO-SANITARIO Direzione: 0375-284020 Distretto Veterinario: 0375-284029

Via Cà del Vescovo Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 30 Giugno

• Via Esilde Soldi (tratto da Via Brescia a Via Persico) - Cantiere per la ristrutturazione della condotta del gas metano, della condotta dell'acqua potabile, della condotta della fognatura e della distribuzione di energia elettrica. (Fine lavori: 13/05/2015). • Via Claudio Monteverdi - (tratto da via Ala Ponzone a C.so V.Emanuele) - Cantiere per la ristrutturazione della rete di distribuzione energia elettrica. (Fine lavori: 29/04/2016). • Via Volturno (tratto da Via Magenta a Via Garibotti) - Cantiere per la ristrutturazione della condotta dell'acqua potabile e della condotta della fognatura. (Fine lavori: 30/09/2016). • Via Cà del Vescovo (tratto da via Aleni a via Postumia) - Cantiere per la ristrutturazione della condotta del gas metano, della condotta dell'acqua potabile (Fine lavori: 30/06/2016).


lettere@ilpiccologiornale.it

SPORT

lo

All’Interflumina paralimpica mancava proprio il Interflumina, “mattoncino di base”, ovvero il Centro di avviamenallo sport paralimpico. Ora con il Casp, ambito presentato todi preparazione per persone disabili sino ai 30 anni, il nuovo Casp ma con l’impegno di individuare sull’intero territorio ATLETICA

Responsabile FABIO VARESI

comprensorio Oglio Po Parma le persone con disabilità più giovani, si allarga l’offerta che l’Interflumina propone a famiglie, scuole, istituzioni in generale. Pur facendo capo all’Atletica Interflumina, di fatto il Casp ha una sua struttura dirigenziale e tecnica autonoma.

Vanoli al Forum per fare bella figura

Pancotto recupera Cusin, la cui assenza si è fatta sentire contro Varese, anche se Biligha ha offerto una grande prestazione

BASKET SERIE A La trasferta di domani a Milano è ininfluente per i biancoblu, che però vogliono provarci

E

di Giovanni Zagni

ra poco importante ai fini della classifica finale battere o meno una Varese, ancora affamata di punti per sperare di riagganciare la zona play-off, che la Vanoli ha ormai da tempo acquisita, ma non ci aspettavamo che gli uomini di Pancotto cedessero negli ultimi due minuti di partita, visto quel che avevano fatto durante tutto il campionato. Sarà stata un po’ di stanchezza (visto che oltre a Vitali, mancava anche Cusin), sarà che gli ospiti avevano più fame, saranno state alcune fischiate contrarie, ma il tabellone segnava un 9-0 che ci lasciava a bocca asciutta. Dispiace, ma non ne facciamo un dramma, segnando tra le poche note positive le prestazioni di Turner e soprattutto di Biligha. Al Forum, ci aspetta domani l’Armani Milano ancora priva di Gentile, ma fortissima in ogni reparto, anche se non sono mancate contestazioni da parte della tifoseria, che vorrebbe vincere sempre, ma soprattutto vorrebbe vedere giocar bene, il che non sempre è capitato. Recuperato Cusin, vorremmo vedere una partita equilibrata. Difficilmente lo sarà, perché forse i biancoblu non hanno nel loro dna gli anticorpi adatti a frenare gli spunti e l’abitudine ai ritmi alti degli uomini di Repesa, ma speriamo in una cosiddetta “sconfitta onorevole”. Sarebbe già un successo, poiché siamo in vista dell’avvio degli spareggi finali e lì potrebbe essere tutta un'altra storia da leggere e gustare

28ª GIORNATA

Cantù-Bologna Capo d’Orlando-Trento Caserta-Avellino Cremona-Varese Milano-Pesaro Reggio Emilia-Sassari Torino-Brindisi Venezia-Pistoia

89-73 81-82 87-92 70-79 82-78 98-102 83-75 74-68

29ª GIORNATA (24-04 h 18.15) Avellino-Capo d’Orlando Bologna-Torino Brindisi-Caserta Milano-Cremona Pesaro-Cantù Pistoia-Sassari Trento-Venezia Varese-Reggio Emilia

CLASSIFICA

Milano 42 Reggio Emilia 40 Avellino 38 Cremona 36 Trento 30 Sassari 30 Venezia 28 Pistoia 28 Varese 26 Brindisi 24 Cantù 22 Pesaro 22 Capo d’Orlando 22 Caserta 20 Torino 20 Bologna 20

insieme. Ma ci sarà tempo per tornare sull’argomento, anche perché non si conosce ancora la griglia di partenza. In bocca al lupo comunque! IL TURNO Quella che si gioca doma-

Crema in semifinale playoff con Vicenza SERIE A2

Biligha a rimbalzo contro Varese (foto Mario F. Rossi)

Eliminando in scioltezza l’Alpo in due soli match (+22 a Crema e +8 in trasferta), il Basket Team è approdato in semifinale, dove sfida Vicenza. PLAYOFF (quarti) Gara 1: BroniAlbino 73-43, Crema-Alpo 72-50, Milano-Marghera 62-51, Vicenza-Pordenone 49-48. Gara 2: Albino-Broni 5067, Alpo-Crema 67-75, Marghera-Milano 58-61, Pordenone-Vicenza 4265. Semifinali Gara 1 (01-05 h 18): Broni-Milano, Crema-Vicenza. Gara 2 (03-05 h 20.30): Milano-Broni, Vicenza-Crema.

ni è la penultima giornata di regular season, determinante per la lotta all’ottavo posto (coinvolte Venezia, Pistoia e Varese), ma soprattutto per evitare la retrocessione in A2. A tal proposito, la sfida

di Bologna tra la Virtus e Torino potrebbe essere decisiva, soprattutto se la spuntassero i piemontesi, al momento più in forma dei felsinei. Occhi puntati anche su Brindisi-Caserta.

COSI’ ALL’ANDATA

Turner all’andata

SERIE B

Cissé a canestro contro Bergamo

CREMONA-MILANO 76-91 (22-28, 37-45; 62-64) VANOLI CREMONA: Boccasavia ne, Luca Vitali 7 (2/5, 1/8), Mian 8 (1/2, 2/5), Lazzari ne, Cusin 16 (7/10 da due), Cazzolato, Deron Washington 15 (1/4, 3/5), Biligha 9 (1/2, 1/3), McGee 9 (2/4, 1/4), Turner 12 (1/3, 3/9). Coach: Cesare Pancotto. EA7 EMPORIO ARMANI MILANO: McLean 12 (4/7 da due), Lafayette 24 (1/1, 7/9), Amato ne, Cerella ne, Macvan 15 (5/6, 1/2), Magro 7 (2/2 da due), Pecchia ne, Andrea Cinciarini 5 (1/3, 1/2), Jenkins 7 (1/3, 1/1), Barac 8 (3/5 da due), Simon 13 (2/7, 3/5). Coach: Jasmin Repesa.

Serie C: momento delicato per Piadena

Prosegue il momento difficile di Piadena, sconfitto in casa dal Robbio (66-82) e scivolato a -4 dalla vetta. Domani a Milano serve una prova d’orgoglio. Importanti successi esterni per Pizzighettone e Sansebasket. CLASSIFICA (28ª giornata) Iseo 48; Piadena 44; Vigevano 38; Pizzighettone 36; Pall. Milano, Omnia Pavia 32;Milanotre 32; Voghera, Lumezzane, Manerbio 30; Opera 26; Robbio 20; Sarezzo 18; Sansebasket Cremona 16; Ebro Milano 8, Viadana 2.

L’Erogasmet sfida Orzinuovi per stupire ancora

L’Erogasmet Crema ha blindato il quinto posto in classifica, con la speranza di provare a sbancare il parquet di Orzinuovi e puntare al quarto, sfoderando una prestazione tutta difesa, cuore ed orgoglio al cospetto della Co.Mark Bergamo, terza forza del girone. Un incontro che ha entusiasmato il folto pubblico del PalaCremonesi, che ha tributato una standing ovation ai leoni biancorossi alla sirena finale. Eroi di giornata, in una formazione nella quale tutti hanno dato qualcosa in più del 100%, uno stoico Zanella, miglior marcatore dell’incontro e l’immarcabile Montanari, principale autore del break decisivo. Nemmeno la malasorte, manifestatasi con un nuovo infortunio alla

caviglia subìto da Bozzetto, ha fermato i cremaschi, che hanno sopperito ai problemi fisici dei lunghi, con una difesa arcigna e rapidi contropiede, in una gara ben preparata e ben condotta in panchina dalla coppia Dognini-Consoli, sostituti dello squalificato coach Baldiraghi. Stasera l’Erogasmet terminerà la propria regular season con il sentitissimo derby contro la Gagà Orzinuovi seconda in classifica, in attesa dello scontro playoff con l’Urania Milano. La formazione di Furlani, che ha sostituito a stagione in corso Eliantonio, è una delle più serie pretendenti alla promozione, con uno score di 25 vinte e 4 perse in stagione, dietro ad Udine solamente per differenza canestri negli

scontri diretti. La Gagà Orzinuovi mette a segno 76,4 punti a partita di media, avendo il centro e capitano Valenti come miglior marcatore. Precisa e puntuale la regia dell’esperto Cantone (9 punti a partita), affiancato da Bona (ex Vanoli), lo scorso anno a Bergamo capocannoniere del torneo e quest’anno accreditato di 12.6 punti di media. Un incontro molto sentito anche dalle due tifoserie, che gremiranno il Palambienti di Orzinuovi. CLASSIFICA (29ª giornata) Udine, Orzinuovi 50; Bergamo 46; Urania Milano, Crema 38; Lecco, Vicenza 34; Padova 28; Robur et Fides Varese 24; Desio 22; Firenze, Costa Volpino 20; Pavia, Sangiorgese 18; Moncalieri 14; Mortara 10.

Stradivari profeta in patria con Steinhauser e Butturini Bissolati, impresa che può valare la salvezza

DUATHLON

Doppietta dello Stradivari Triathlon Team al Duathlon Sprint del Torrazzo. Verena Steinhauser e Jacopo Butturini hanno conquistato, infatti, la vittoria nella 7ª edizione della gara di Cremona. Sul podio anche Giulia Sforza (2ª) e Fabrizio Bartoli (3º). Nella prova femminile, la campionessa

PALLANUOTO

italiana Under 23 ha allungato il passo e si è imposta in 1h05’37”, con un vantaggio di 6” sulla compagna di team Sforza. Tra gli uomini, Butturini ha forzato il ritmo all’uscita della seconda zona cambio e ha preso il comando, mantenuto sino al termine delle prova, conclusa in 56’21”.

Grande impresa della Bissolati, che nella piscina di casa e con un super Pantaleo, ha travolto 7-3 la Locatelli Genova, 2ª in classifica. Oggi la Bissolati osserva il turno di riposo. CLASSIFICA (15ª giornata) Varese 38;

Canottieri Milano, Locatelli Genova 31; Metanopoli San Donato 28; Aquatica Torino, Treviglio 24; Vigevano 21; Busto Nuoto 16; Sport Time Osio 13; Bocconi Sport 12; Bissolati 11; Gam Team Brescia 10; Milano 2 4.


24

Sport

Sabato 23 Aprile 2016

Cremo, tre partite per onorare la maglia

Sono in calo le chance di conferma del tecnico Rossitto, che domani alle 18 cerca la vittoria contro la cenerentola Pro Patria

CALCIO LEGA PRO La sconfitta di Gorgonzola ha lasciato perplessi e conferma la discontunuità dei grigiorossi

L

di Matteo Volpi

LEGA PRO GIRONE A 31ª GIORNATA

eviamoci il cappello, concediamoci un comodo shampoo e speriamo che, nel frattempo, le idee si schiariscano. Il costante “vivere alla giornata” ha regalato una settimana ricca di amarezza in casa Cremonese. Una sconfitta, quella sul campo di Gorgonzola, che anche stavolta lascia perplessi e increduli. Meglio non aggiungere altro. Un ricordo, quello del grande Erminio Favalli, di cui è caduto l’anniversario della morte lunedì scorso: otto anno sono già trascorsi dal suo addio e da allora si ricordano solo sperperi di denaro e brutte figure. Un grande rimpianto: Roberto Venturato. Allontanarlo dalla guida tecnica dopo la sciagurata finale playoff persa a Varese è stato un errore colossale. L’allenatore, che tutt’ora risiede in città, ha trovato gloria altrove conquistando una meritatissima promozione con il Cittadella, con tre turni d’anticipo rispetto alla fine del campionato. Tanti complimenti a lui. Un dubbio pericoloso: Fabio Rossitto sarà confermato o ci sarà un’ennesima rivoluzione? Gli alti e bassi della sua gestione rischiano di compromettere le idee (spesso non troppo ragionate…) di chi prende le decisioni in società. Ovviamente c’è già una lista di pretendenti allenatori (al momento a spasso o in difficoltà quando è il momento di prendere lo stipendio…) che farebbero carte false per accasarsi alla

Cuneo-FeralpiSalò Bassano-Lumezzane Alessandria-Mantova Pro Piacenza-Renate Giana-Cremonese Pavia-Reggiana Pro Patria-Südtirol AlbinoLeffe-Padova Cittadella-Pordenone

CLASSIFICA

1-0 1-0 0-0 0-0 2-1 2-0 0-1 2-4 3-1

32ª GIORNATA (24-04 h 18) Cremonese-Pro-Patria FeralpiSalò-Cittadella Lumezzane-Pavia Mantova-Pro-Piacenza Padova-Giana Pordenone-Cuneo Renate-Bassano Reggiana-AlbinoLeffe Südtirol-Alessandria

CITTADELLA 69 Bassano 58 Alessandria 56 Pordenone 56 Padova 51 FeralpiSalò 49 Pavia 48 Cremonese 46 Reggiana 45 Südtirol 43 Giana Erminio 38 Renate 36 Pro Piacenza 35 Lumezzane 35 Cuneo 33 Mantova 27 AlbinoLeffe 19 Pro Patria (-3) 7

corte del patron Arvedi. Tra questi, la nostra preferenza non può che andare a Ricky Maspero: uno che un tempo, per lo meno, i colori grigiorossi li ha avuti nel cuore. Senza cuore, il giocattolo Cremonese davvero non funziona. Onorare la fine di questa stagione

Grigiorossi a colloquio con i tifosi dipo la sconfitta all’andata a Busto Arsizio (foto © Ivano Frittoli)

sarà il compito principale della squadra, a cominciare dalla sfida interna contro la cenerentola Pro Patria, ormai già retrocessa con largo anticipo. Porre le basi per la prossima stagionr sarà una bella impresa, specie se la società non si esprimerà con il dovuto anticipo su eventuali obiettivi.

PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Ravaglia; Gambaretti, Russo, Marconi, Crialese; Formiconi, Scarsella, Suciu; Sansovini, Brighenti, Maiorino. La partita sarà arbitrata da Nicolò Sprezzola della sezione di Mestre, con gli assistenti Giulio Fantino di Savona e Massimiliano Magri di Imperia.

SERIE D Dopo la deludente prestazione con il MapelloBonate, la Pergolettese cerca la matematica salvezza di Tiziano Guerini La partita persa nettamente per 2-0 dalla Pergolettese contro il MapelloBonate al Voltini la scorsa domenica, è stata la dimostrazione di come spesso siano le diverse motivazioni delle squadre a fare la differenza. In campo c’era una squadra, il MapelloBonate, che aveva l’obiettivo di mantenere viva la speranza di abbandonare il fondo della classifica, dall’altra il Pergo in crisi di motivazioni. E’ una cosa che capita spesso, magari inconsciamente, alla fine di un campionato che non ha più niente da dare, ma fa arrabbiare molto gli spettatori perché capiscono di non essere presi sul serio. E infatti la partita è terminata con la contestazione dei tifosi più accaniti e con il resto degli appassionati che stentava ad abbandonare gli spalti, perché insoddisfatti del gioco, oltre che del risultato. Con la strana sensazione che fosse mancato qualcosa e che non tutto dovesse finire così malamente. L’avvio dell’incontro aveva fatto ben sperare: dopo qualche minuto di studio, il Pergo si spingeva in avanti con capitan Amedeo Tacchinardi all’8’, con un bel tiro di prima intenzione molto angolato, che costringeva il portiere avversario Tenderini

Gialloblu a Caravaggio per il riscatto Un’azione delle sfida di domenica scorsa

ad una parata volante in angolo. Ma nemmeno il tempo di capire meglio la situazione ed era il MapelloBonate ad andare in gol: 12’, rimpallo a centrocampo e Spiranelli lanciato verso l’area invano, contrastato da Compaore, tiro e gol. E subito dopo arrivava il secondo gol degli ospiti, al 14’: ancora una palla persa dal Pergo a centrocampo ed era Recino stavolta a entrare in area senza che Anelli lo potesse contrastare con

efficacia, tiro e secondo gol. La reazione del Pergo era poca cosa, ma al 38’ poteva riaprirsi la gara: colpo di testa di Cesca che però il portiere Tenderini mandava in angol. Sul conseguente tiro dalla bandierina, si accendeva una mischia, i gialloblu reclamavano un rigore, ma l'arbitro faceva proseguire. Dopo la prevedibile sfuriata di Alessio Tacchinardi nello spogliatoio, ad inizio ripresa entrava Rossi (al posto di Conti), con la

volontà di recuperare il doppio svantaggio. Al 57’ un tiro dello stesso Rossi veniva facilmente parato e all’80’ bella girata di Cesca, ma la palla sorvolava la traversa. Poi era tutto un susseguirsi di tentativi che dimostravano la totale incapacità della squadra di finalizzare con efficacia. E adesso? Adesso è crisi nera di risultati ed il morale di tutti è a terra. Mancano tre partite per terminare questo strano campionato, con alti e bassi a ripetizione che pare aver perso anzitempo un senso sia per la squadra che per i dirigenti. Domani la Pergolettese gioca a Caravaggio, paese di apparizioni e di miracoli: vuoi vedere che arrivano quei pochi punti che garantiscano la salvezza matematica? Certo le aspettative di tutti erano altre! CLASSIFICA (35ª giornata) Piacenza 90; Lecco 71; Ciliverghe 60; Seregno 59; Pontisola 55; Inveruno 52; Ciserano 51; Olginatese 49; Pergolettese, Monza Varesina 45; Bustese 44; Folgore Caratese 43; Pro Sesto, Grumellese, Virtus Bergamo 41; Fiorenzuola 31; MapelloBonate 30; Caravaggio 29; Sondrio 24.

Crema, la meta è a un solo punto ECCELLENZA

Un veterano che non perde il vizio del gol. Grazie a una zampata di Cantoni, il Crema ha espugnato Gessate, blindando così i playoff. Domani contro il Nibionno, infatti, basterà un punto ai nerobianchi per garantirsi gli spareggi promozione, al termine di una stagione comunque positiva. Contro il Gessate la squadra di Montanini si era complicata la vita, sprecando un calcio di rigore con Belleri, ma non si è demoralizzata, trovando tre punti preziosi con Federico Cantoni. CLASSIFICA (31ª giornata) Villa D’Alme Valbrembana 70; Scanzorosciate 68; Cavenago Fanfulla 63; Crema 61; Nibionno 60; Casateserogoredo 54; Luciano Manara 46; Caprino 44; Verdello 42; Cisanese 39; Gessate 35; Sancolombano 28; Sandonatese, Brugherio 27; Oggiono 26; Real Milano 19; Brembate 17.

SERIE A A 39 anni il capitano della Roma è ancora decisivo e zittisce con i fatti chi lo vuole pensionare contro la sua volontà

Totti, l’ultimo immortale del calcio

Sembra la trama di un film, invece è tutto vero. Francesco Totti, ovvero l’ultimo immortale del calcio, ha riposto con i fatti a chi lo voleva pensionare contro la sua volontà. Entrato in campo a 4 minuti dalla fine, con la Roma sotto 1-2 con il Torino, il numero 10 giallorosso ha segnato un’incredibile doppietta, che regala alla squadra di Spalletti in pratica il terzo posto e quindi i preliminari di Champions. Ma prima di questo exploit, Totti aveva salvato la Roma già due volte, mandando in gol Salah contro il Bologna e siglando il pareggio a Bergamo, dove ha giocato solo 12 minuti. Fino a che le cose andavano bene, Spalletti poteva permettersi di lasciare il capitano in panchina, ma quando la squadra è andata in affanno, la Roma si aggrappata ancora a Totti, che sul campo ha risposto da campione, malgrado i pochissimi minuti a disposizione. Quanto è accaduto nel-

SERIE B

Francesco Totti, 247 gol in serie A

le ultime tre partite, suggerisce a tecnico e società di rinnovare il contratto al capitano, che utilizzato nei finali di partita può diventare un'arma letale. In caso contrario, Totti andrà a regalare perle di calcio altrove (perché giustamente vuole giocare ancora), ma la vita per Spalletti e Pallotta potrebbe diventare molto dura. La favola di Totti, ha illuminato un campionato che ha non ha più molto da dire. La Juventus sta già prepa-

E’ qui la festa? No, è allo “Scida” di Crotone, dove oggi pomeriggio i calabresi possono celebrare la prima storica promozione in serie A. Alla capolista basta battere il quasi retrocesso Como per approdare nel gotha del calcio italiano, insieme al Cagliari, anche lui vicinissimo alla massima serie. 36ª GIORNATA Bari-Como 3-0, Cagliari-Brescia 6-0, Crotone-Spezia 0-0, Latina-Virtus Lanciano 2-2, Novara-Livorno 2-1, Perugia-Avellino 2-0, Pescara-

rando la festa per il quinto scudetto di fila, il Napoli (soprattutto se non perde a Roma lunedì pomeriggio) ha in mano il secondo posto, così come i giallorossi il terzo. Tutto deciso anche per i piazzamenti che valgono l’Europa League, quindi le uniche emozioni le regalerà la lotta per salvarsi. Tre le squadre in lizza per un solo posto, visto che il Verona è virtualmente retrocesso. A quattro giornate dalla fine, sarà lotta dura tra Carpi (favorito), Frosinone e Palermo, con le ultime due che si sfideranno domani in uno scontro diretto ad alta tensione. 34ª GIORNATA (24-04 h 15) AtalantaChievo, Bologna-Genoa, Carpi-Empoli (25-04 h 19), Fiorentina-Juventus (h 20.45), Frosinone-Palermo (h 12.30), Hellas Verona-Milan (25-04 h 17), Inter-Udinese (2304 h 20.45), Roma-Napoli (25-04 h 15), Sampdoria-Lazio, Torino-Sassuolo. Fabio Varesi

RISULTATI 32ª GIORNATA

Atalanta-Roma Bologna-Torino Carpi-Genoa Fiorentina-Sassuolo Hellas Verona-Frosinone Inter-Napoli Juventus-Palermo Lazio-Empoli Sampdoria-Milan Udinese-Chievo

3-3 0-1 4-1 3-1 1-2 2-0 4-0 2-0 0-1 0-0

Chievo-Frosinone Empoli-Hellas Verona Genoa-Inter Juventus-Lazio Milan-Carpi Napoli-Bologna Palermo-Atalanta Roma-Torino Sassuolo-Sampdoria Udinese-Fiorentina

5-1 1-0 1-0 3-0 6-0 2-2 3-2 0-0 2-1

33ª GIORNATA

Il Crotone può già festeggiare oggi pomeriggio

Cesena 1-0, Pro Vercelli-Salernitana 1-1, TrapaniAscoli 4-3, Vicenza-Ternana 2-1, Virtus EntellaModena 1-0. 37ª GIORNATA Ascoli-Bari 0-1, Avellino-Trapani 1-3, Brescia-Virtus Entella 2-0, Cesena-Crotone 2-1, Como-Cagliari 1-1, Livorno-Latina 1-0, Modena-

Perugia 3-0, Salernitana-Vicenza 0-0, SpeziaPescara 0-1, Ternana-Pro Vercelli 2-2, Virtus Lanciano-Novara 2-1. 38ª GIORNATA (23-04 h 15) Bari-Modena, Cagliari-Virtus Lanciano, Crotone-Como, Latina-Virtus Entella (24-04 h 17.30), Novara-Perugia (24-04 h

CLASSIFICA

Juventus Napoli Roma Inter Fiorentina Milan Sassuolo Chievo Lazio Genoa Torino Empoli Atalanta Udinese Sampdoria Bologna Carpi Frosinone Palermo Hellas Verona

82 73 68 61 59 52 49 48 48 43 42 42 38 38 37 37 31 30 29 22

20.30), Pescara-Brescia, Pro Vercelli-Avellino, Salernitana-Livorno (24-04 h 15), Ternana-Ascoli, TrapaniCesena, Vicenza-Spazia. CLASSIFICA Crotone 74; Cagliari 72; Bari 63; Trapani 62; Pescara 61; Cesena, Spezia 58; Novara (-2), Virtus Entella 57; Brescia 54; Perugia 51; Ternana 45; Avellino 44; Virtus Lanciano (-2) 43; Vicenza, Ascoli 42; Pro Vercelli 41; Latina 40; Modena 39; Salernitana 37; Livorno 36; Como 29.


Sport

Sabato 23 Aprile 2016

RUGBY SERIE C1

25

Neroverdi promossi al Cus e di nuovo in corsa per raggiungere la salvezza

Una mischia tra Crema e Cus Brescia

Un grande Crema Rugby, si è aggiudicato il primo degli spareggi retrocessione, battendo un coriaceo Cus Brescia per 27-24. Ora le due formazioni si trovano appaiate in classifica a quattro punti dal Salvezzano, che li precede in classifica e a due dall’Ospitaletto che li segue. Con il Vicenza ormai salvo matematicamente e con l’Alto Vicentino praticamente al sicuro, la lotta per

rimanere nel girone nobile della serie C è relegata alle tre squadre lombarde e con il Salvezzano risucchiato nel gruppo. Il successo con il Cus è importantissimo ai fini della classifica lascia, anche se poteva essere più ampio dopo il bellissimo primo tempo disputato dai ragazzi di mister Forte, chiuso con il punteggio di 24-12. Domani è in programma la trasferta a Vicenza e

poi ci saranno gli ultimi due spareggi col Salvezzano ed in terra bresciana con l'Ospitaletto, che faranno vivere un finale di campionato davvero emozionante, con la salvezza che si deciderà solo all’ultima giornata. CLASSIFICA (7ª giornata) Vicenza 30; Altovicentino 25; Selvazzano 17; Crema, Cus Brescia 13; Ospitaletto 11.

La Pomì festeggia e pensa al futuro

L’eliminazione nei playoff non intacca il giudizio su una stagione eccellente. Sirressi e Piccinini in azzurro per guadagnare Rio

VOLLEY A1 Dopo aver celebrato in Regione e a Cremona la Champions, la società ripartirà da Barbolini

F

di Vanni Raineri

ra il trionfo di Montichiari e le celebrazioni, la Pomì ha affrontato i playoff scudetto con gli occhi del... micetto tutto casa e croccantini. Non si poteva chiedere di più alle ragazze che in meno di 12 mesi hanno messo in bacheca scudetto, Supercoppa e Champions League. L’anno prossimo si dovrà ripartire da zero, con un mercato che promette di rivoluzionare la rosa, che sarà affidata con ogni probabilità al confermato tecnico Barbolini. Una garanzia di continuità, che si aggiunge alla riconosciuta capacità della società di pescare gli elementi giusti non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per personalità e capacità di fare gruppo. In settimana l’impresa europea della Pomì Casalmaggiore è stata celebrata prima in Regione Lombardia poi a Cremona, nel Cortile Federico II

Le rosa sul palco con la Champions

che già accolse le rosa nel maggio scorso al rientro da Novara, fresche di tricolore. Martedì il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, ha accolto dirigenti, tecnici e atlete nell’Aula consiliare, esprimendo loro l’orgoglio della Lombardia tutta per il grande risultato

conseguito. Del gruppo casalasco faceva parte anche il presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro Paolo Voltini (main sponsor col marchio Pomì). A portare i saluti del presidente Maroni, l’assessore allo Sport Antonio Rossi, che ha dichiarato: «Sono certo

HOCKEY SU PISTA A1

sul finire del match ed ha quindi terminato il campionato a pari punti con Sarzana e Pieve 010. La classifica avulsa ha salvato pugliesi e liguri, mentre i rossoblu retrocedono non senza rimpianti. Ripartire dalla serie A2 non sarà facile, ma i tifosi sperano che la favola possa continuare, anche nella categoria inferiore. CLASSIFICA (26ª giornata) Forte dei Marmi, Matera 57; Lodi, Breganze, Viareggio 52; Bassano 44; Follonica 43; Monza 36; Trissino 35; Valdagno 25; Giovinazzo, Sarzana, Pieve 010 16; Thiene 12.

ca. Al gruppo ovviamente mancano le giocatrici impegnate nelle semifinali playoff. Un appuntamento, quello giapponese, fissato dal 14 al 22 maggio. Si affronteranno l’Italia, l’Olanda (sul podio del torneo europeo alle spalle della Russia), la Repubblica Dominicana, il Perù e 4 asiatiche: le padrone di casa del Giappone, la Corea del Sud, la Thailandia e il Kazakistan. A qualificarsi saranno 4 squadre: le prime tre e la prima delle asiatiche. Ogni squadra affronterà le altre in un torneo che lascerà ben poco spazio per rifiatare tra un match e il successivo. L’Italia inizierà il 14 maggio contro la Corea del Sud e chiuderà il 22 contro il Kazakistan. La speranza è che le nostre due ragazze strappino la convocazione: l’esperienza e la voglia di chiudere alla grande della Piccinini, la determinazione sempre mostrata dalla Sirressi, meritano di essere messe in campo nell’importante chance per Rio.

RUGBY

Beffa atroce per la Pieve, retrocessa in A2

Una beffa atroce. La spietatezza della classifica avulsa, infatti, ha penalizzato la Pieve 010, che ha fatto appieno il proprio dovere nello scontro diretto con Sarzana. Per salvarsi, i rossoblu avrebbero dovuto battere con almeno due gol di scarto gli avversari e puntualmente lo hanno fatto, travolgendo i liguri per 8-2 grazie a uno scatenato Mattia Civa, autore di quattro gol. Ma quando tifosi e squadra stavano preparando la festa per la salvezza, è arrivata la doccia fredda da Matera, dove il Giovinazzo è stato sconfitto

che ci ritroveremo presto a parlare dell’edificazione di un palazzetto dello sport a Casalmaggiore». In realtà al momento l’opera non è in agenda e va considerato che la squadra è stata accolta nel migliore dei modi da Cremona, ormai più di una seconda casa. Sempre martedì, in serata, Cremona ha tributato il giusto omaggio alle ragazze, giunte in piazza del Comune in pullman accompagnate dai tre trofei. Una serata presentata da Simone Arrighi, Giovanni Gardani ed Eleonora Busi di Cremona 1. Sul palco sono intervenuti il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, il collega di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni e il presidente della società Vbc Massimo Boselli Botturi. Intanto due giocatrici della Pomì, Francesca Piccinini e Imma Sirressi, stanno svolgendo a Milano il collegiale della Nazionale di Bonitta che si appresta ad affrontare a Tokyo il torneo di qualificazione olimpi-

Giulia Verona è quarta

Mattia Civa

Buona prestazione di Giulia Verona agli Assoluti Primaverili di Riccione. L’atleta cresciuta al Flora ha esordito nei 200 rana e dopo il quarto posto in batteria in 02’30”09, si è ripetuta in finale, sfiorando il podio con il tempo di 02’27”43. La gara è stata vinta da Lisa Fissneider, che ha cinque anni in più di Giulia. Ora la cremonese gareggerà nei 100 rana, per centrare l’obiettivo degli Europei. «Potenzialmente può fare il tempo, ma non deve pensarci, deve stare serena», ha affermato il suo tecnico Roberto Verona.


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Sport

Sabato 23 Aprile 2016

Una tappa di Coppa in chiaroscuro

CANOTTAGGIO Gentili è quinto nel quadruplo e gareggerà a Lucerna, mentre la Rodini perde la selezione ed è la riserva

E’

di Fabio Varesi

stato un appuntamento internazionale in chiaroscuro quello di Varese, tappa italiana di Coppa del mondo, che serviva per selezionare gli equipaggi da schierare a Lucerna per le qualificazioni olimpiche. In questo senso è andata bene a Giacomo Gentili, un po’ meno a Valentina Rodini. Quest’ultima ha perso il duello con Milani e Sancassani, che pur senza brillare, hanno ottenuto la convocazione per Lucerna. «A Varese ce l’abbiamo messa tutta io e Giulia Pollini - ha rivelato la Rodini - ma siamo rimaste per poco fuori dalla finale A (quarte a pochi centesimi dalle polacche). Poi non so cosa ci sia successo nella finale B, che ci ha visto arrivare quarte. Erano le selezioni interne per decidere chi andrà a tentare la qualificazione olimpiaca e noi l’abbiamo persa per due secondi. A Lucerna andrà il doppio di Milani e Sancassani, mentre io sono la loro riserva. Continuo a sperare che l’equipaggio italiano riesca nell'impresa, anche se sarà difficile. Noi faremo il tifo,

Il quattro di coppia di Gentili in azione (© ph Mimmo Perna)

ma saremo pronte a sfidarle ancora per cercare di prenderci il posto da titolari. Ho un po’ d’amaro in bacca, ma con il coltello fra i denti». Decisamente meglio è andata al quattro di coppia

di Giacomo Gentili, malgrado i contrattempi che hanno colpito l’equipaggio. Battisti, infatti, ha preso il posto dell’influenzato Fiume, che a sua volta aveva sostituito il capovoga Rambaldi, costretto ai box per

la febbre. Nonostante questo, il quadruplo azzurro (formato anche da Cardaioli e Sartori) ha agguantato la finale, importante per confrontarsi con Russia, Canada e Norvegia, che a Lucerna tra un mese andranno alla ricerca del pass olimpico. Gli azzurri, secondi in batteria e quarti nei recuperi, hanno la possibilità di crescere e il quinto posto finale deve essere un punto di partenza per arrivare a Lucerna nel migliore dei modi e conquistare Rio, in una specialità che in passato ha regalato grandi soddisfazioni all’Italia e al canottaggio provinciale (oro a Seul ’88 con Gianluca Farina e a Sydney 2000 con Simone Raineri, poi argento a Pechino otto anni fa). A Varese, per la cronaca, l’Italia ha vinto quattro medaglie: tre argenti nel due senza Senior femminile, nel quattro senza e nell’otto Senior maschile (tutte specialità olimpiche) e un bronzo nel singolo Pesi Leggeri femminile. JUNIOR Dal 23 aprile e al 25 aprile, il Centro nazionale di preparazione olimpica di Piediluco ospiterà un allenamento collegiale regionale Junior maschile al quale hanno aderito 64 atleti di 35 società, tra i quali Marcello Caldonazzo della Baldesio.

CICLISMO

Davide Ferrari sul podio sulle strade del Novarese Cavalli e Vece in evidenza

(F.C.) Ha regalato emozioni la 27ª edizione della Novara-Suno-Memorial Tosi, andato in scena sulle strade del Novarese e che ha visto la prima vittoria da Junior di Michele Gazzoli, velocista dell’Aspiratori Otelli Vtfm Carin Nacanco Baiocchi Cadeo Carpaneto. Gaz-zoli, all’esordio nella categoria, ha vinto in modo netto la volata di gruppo, precedendo un ottimo Davide Ferrari (Gb Junior Team) e Tommaso Bramati (Uc Biassono). Buon quinto posto di Daniele Donesana, cremasco in forza alla Ciclistica Trevigliese. GIOVANISSIMI Polisportiva Madignanese in evidenza nel 7° Trofeo Gs San Bassano, vincitrice nella classifica a punti, mentre il trofeo per la società più numerosa è andato all’Imbalplast di Soncino.

Top 10: domani la 3ª tappa Lunedì il trofeo “Martiri”

E' iniziato il countdown per il trofeo “Martiri della Libertà”, appuntamento boccistico nazionale cremonese giunto alla settantunesima edizione. Iscritti 96 giocatori (come lo scorso anno) in rappresentanza di 47 società, 19 comitati provinciali e quattro regionali. Le batterie inizieranno alle ore 9 presso i bocciodromi di Crema, Soresina, Mirabello Ciria, e quelli cremonesi del PalaBosco, Signorini, Stradivari, San Zeno e comunale. Parecchi i nomi di richiamo tra gli iscritti come Antonini, G.D'Alterio, Di Nicola, Alfonso Nanni, Rotundo, Marco Luraghi, Scicchitano, Paone, Paleari, Selogna, Viscusi e Zovadelli. La fase finale si svolgerà sulle corsie del bocciodromo comunale con inizio alle ore 14.30. Direttore di gara Walter Rinaldi assistito da Ennio Clementi e dal gruppo Arbitri di Cremona. TOP 10 Domenica la terza tappa della manifestazione organizzata dalla bocciofila F.lli Figini del comitato di Lecco. Il boccismo giovanile cremonese sarà presente con quattro boys: nella categoria under 12 riflettori puntati su Luca Domaneschi vincitore delle prime due tappe e su Alessandro Massarini. Nella categoria Ragazzi ci attendiamo uno scossone da Andrea Stoian ma soprattutto da Alessandro Ferri. M.M.

I vincitori

Ordini d’arrivo G1: 1) Sebastiano Menga (Franco Zeppi Pavimenti), 2) Marco Gregori (Franco Zeppi), 3) Umberto Vaselli (CC Cremonese-Arvedi), 4) Viola Invernizzi (Team Serio). 5. Lorenzo Panico (Sc Muzza 75). G2:

1) Paolo Ferraina (CC Cremonese-Arvedi), 2) Simone Colombo (Caluschese), 3) Luca Fusar Imperatore (Caravaggio), 4) Matteo Previtali (Caluschese Ciclistica), 5) Emanuele Strepparola (Uc Cremasca). G3: 1) Federico Giacomo Ogliari (Corbellini), 2) Stefano Ganini (Uc Cremasca), 3) Federico Saccani (Gioca in Bici Oglio Po), 4) Damiano Giarelli (Madignanese), 5) Simone Siori (Corbellini Ortofrutta). G4: 1) Greta Pighi (Fiorenzuola), 2) Alberto Cavalieri (Fiorenzuola), 3) Giuseppe Grazioli (Madignanese), 4) Jacopo Cucchi (Imbalplast), 5) Nicolò Moriggia (Imbalplast). G5: Matteo Cattivelli (Pol. Madignanese), 2) Fabio Faletti (Corbellini), 3. Federica Venturelli (Madignanese), 4) Alessandro Giani (Fiorenzuola), 5) Mattia Karol Ganini (Uc Cremasca).

Miriam Vece, cremasca della Valcar Le ragazze della provincia sono Pbm, che ha centrato tre podi in sempre più protagoniste. Nella una gara internazionale su pista ad corsa di Buttrio (Udine) ha trionfato Atene. Per lei due terzi posti nella una splendida Marta Cavalli (Valcar velocità individuale e Pbm), che non solo si è nel keirin, prima di vinresa protagonista di una cere anche la prova dei fuga insieme ad altre 500 metri lanciati. quattro atlete, ma addirittura si è imposta ageCresce l’attesa per il volmente in volata. 50° Circuito del PortoQuasi in contemporanea Trofeo Internazionale al successo di Marta Marta Cavalli su podio Arvedi, che verrà preCavalli (quest’anno già sentato mercoledì 27 sesta alla Gand-Wevelgem), soddiaprile alle ore 17.30 nella sala della sfazioni sono arrivate dalla Grecia, Consulta del Palazzo comunale di stavolta su pista. Protagonista di Cremona. La corsa è in programma un week end perfetto è stata il 1º maggio.

Nono successo di un travolgente Mattia Visconti BOCCE

di Massimo Malfatto

Strepitoso, incontenibile, caparbio: stiamo parlando di Mattia Visconti protagonista dello scorso week end con due successi in sole quarantotto ore. Il primo hurrà del giovane vaianese sulle corsie piacentine nel Gp “Impresa Edile LC”, una gara regionale (due finali separate) organizzata dalla bocciofila Carpaneto. Mattia esordiva superando Giorgio Della Valle, che nel recupero aveva eliminato Maurizio Mussini (1210), mentre nei quarti estrometteva Dario Marzolini. Irto di difficoltà il match di semifinale contro Mauro Campolungo che nel turno precedente aveva eliminato Suardi: avanti 7-1 Mattia subiva il recu-

La premiazione dei vincitori a Carpaneto

pero del milanese (10-10), ma con tanta determinazione e forza di carattere chiudeva l'incontro vittorioso per 12-10. Partita di finale contro il piacen-

tino Luigi Cagnoni niente affatto tranquilla ma alla fine arriva la vittoria di Visconti per 12-8. TROFEO PAPA’ ANGELO Due gior-

ni dopo il successo sulle corsie piacentine altro trionfo per Mattia Visconti (nono stagionale) dove però ha dovuto alzare l'asticella nei momenti decisivi. Dopo essersi sbarazzato di Angelo Bruschi (12-2), il portacolori della “Achille Grandi” estrometteva Massimo Sonzogni (12-9), lo stradivariano Fabio Betteni (12-10) mentre in semifinale si sbarazzava di Maurizio Salvaderi con un perentorio 12-1. Match di finale Visconti-Tosi molto equilibrato con il portacolori della “Coop Castelvetro” ben predisposto che si portava avanti 10-1; la reazione di Mattia non si faceva attendere ed aveva la meglio per 12-10. Ha diretto la gara Giuseppe Mosconi, arbitri di finale Massimo Barbisotti e Angelo Panighetti.

Oggi pomeriggio Astra-Codognese al bocciodromo comunale

(M.M.) E' tutto pronto in casa Astra per il campionato italiano per società entrato nella fase calda in cui “Butta” Ferrari e compagni vogliono essere protagonisti, soprattutto vogliono farlo in fondo. Questo pomeriggio (ore 14.30) sulle corsie del bocciodromo

comunale per l'andata del terzo turno la bocciofila di Pozzaglio affronta la “Codognese 88”, formazione completa ed esperta guidata da Angelo Bruschi. Sarà una partita ricca di incognite, ad alto coefficente di difficoltà per la bocciofila grigiorossa che dovrà get-

tare cuore e grinta oltre l'ostacolo e soprattutto affrontare con l'atteggiamento giusto. Per l'incontro odierno il ct Giovanni Rossi ha convocato i seguenti giocatori: Biazzi, Celardo, Clementi, Ferrari, Lodigiani e Visconti che sostituisce Trombini.


Salute GLI ORARI

PRESIDIO OSPEDALIERO DI CREMONA CUP Centro Unificato di Prenotazione Dove: padiglione n. 12, a fianco del Centro Prelievi, prospiciente Largo Priori Orari di apertura al pubblico: lunedì - venerdì dalle 7.30 alle18.00 orario continuato, il sabato dalle 8.00 alle 12.00; Prenotazioni telefoniche: è possibile telefonare al numero verde 800.638.638, da lunedì a sabato dalle 08.00 alle 20.00. PRENOTAZIONI CHE NON SI EFFETTUANO AL CUP Attraverso il CUP si prenotano tutte le prestazioni ad eccezione delle seguenti, che devono essere prenotate direttamente presso le singole unità operative o servizi come indicato di seguito: ANATOMIA PATOLOGICA secreti e agoaspirati (non Tac e non Ecoguidati) Dove: Poliambulatori, piano Terra. Orario: giovedì dalle 15 alle 16. Per prenotare contattare la segreteria dell’Anatomia Patologica dal lunedì al venerdì, dalle 10.30 alle 16.00. Telefono: 0372 405477, dalle 9.30 alle 16.00. Consegna campioni istologici e citologici La consegna dei campioni citologici urinari è prevista, presso il padiglione 5, da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 09.30; per gli altri esami da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 16.00 (accesso diretto). RADIOLOGIA Dove: piano 1, corpo H (ala destra). TC, risonanza magnetica, ecografie urgenti e richiesta di prestazioni con bollino verde Le prenotazioni vanno effettuate di persona o via fax. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.00, sabato dalle 08.00 alle 12.00. Tel: 0372 405760. Angiografia Le prenotazioni vanno effettuate di persona. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 15.30. Telefono: 0372 405367. SENOLOGIA: Screening mammografico preventivo biennale Asl Cremona (45-69 anni) Tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30, il mercoledì dalle 14 alle 16. La prenotazione va effettuata al CUP dell'Asl 800 318 999. Prestazioni con carattere di urgenza, risonanze alla mammella, agoaspirati, ecografie Dove: piano 1, corpo M. Ora: da lunedì a venerdì dalle 11.00 alle 13.00. Telefono: 0372 405614. Per ulteriori informazioni è stata inoltre attivata una nuova linea telefonica dotata di risponditore automatico in funzione 24 ore su 24: 0372 405612. RADIOTERAPIA E MEDICINA NUCLEARE Dove: piano Cantina, (utilizzare la scala o ascensore a sinistra vicino l'Ufficio Informazioni nell'atrio di ingresso) corpo M, monoblocco ospedaliero. Orario: da lunedì a venerdì dalle 07.30 alle 17.30. Telefono: 0372 405485. MEDICINA DEL LAVORO: Visite specialistiche di medicina del lavoro Tel: 0372 405777 da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 15.30; oppure, personalmente presso l’Ambulatorio Specialistico di Medicina del Lavoro negli stessi orari. CENTRO DIABETOLOGICO Dove: piano 6, corpo H (lato destro), monoblocco ospedaliero. Orari: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.30 (prima visita per inquadramento diagnostico-terapeutico e visita di controllo per monitoraggio metabolico e screening delle complicanze croniche). Per le prime visite è preferibile che la prenotazione avvenga di persona comunque possibile prenotare telefonicamente da lunedì a venerdì, dalle 11.00 alle 13.30. Telefono: 0372 405715. CENTRO PRELIEVI - LABORATORIO ANALISI accesso diretto da parte dei cittadini, con la richiesta del Medico di famiglia o dello specialista. Dove: Centro Prelievi all'ingresso dell'ospedale. Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 07.30 alle 10.30. Telefono: 0372 405663 - 0372 405452 CENTRO EMOSTASI E TROMBOSI Monitoraggio delle terapie anticoagulanti. previsto accesso con prenotazione al numero 0372 405666 - 0372 405663. Dove: Presso la palazzina del Cup Orario: dalle 07.30 alle 12.00 da lunedì a venerdì. CENTRO AZIENDALE DI ALLERGOLOGIA Test di tolleranza al lattosio e patch test Accesso con impegnativa del medico curante. Le prenotazioni si effettuano telefonicamente al numero 0372/408178 da lunedì a venerdì, dalle 10.30 alle 12; oppure di persona presso l’Ambulatorio di Allergologia (Padiglione 10) da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00. IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE: Emotrasfusioni, salassi, autotrasfusioni, terapia marziale endovenosa, preparazione di nuovi emocomponenti ad utilizzo non trasfusionale: Gel Piastrinico, Concentrato Leucopiastrinico. Dove: Piano terra, corpo D, monoblocco ospedaliero.Tel: 0372 435887 - 0372 405461 dalle 10.00 alle 17.00 da lunedì a venerdì GENETICA Dove: piano 2 lato destro del monoblocco ospedaliero. Prenotazioni telefoniche: 0372 405783 da lunedì a venerdì dalle 13.00 alle 14.30. MEDICINA LEGALE Prenotazioni presso Direzione Medica di Presidio piano Rialzato monoblocco ospedaliero. Tel: 0372 405200. PSICOLOGIA Dove: settimo piano a sinistra. Prenotazioni da lunedì a venerdì dalle ore 09.00 alle ore 10.00 presso il servizio di Psicologia, oppure anche telefonicamente agli stessi orari al numero 0372 405409. ONCOLOGIA MEDICA Dove: Piano 4 ala Destra Prenotazione in reparto da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17.00. Tel: 0372 405248. TERAPIA DEL DOLORE Dove: palazzina n. 9 La prenotazione può essere effettuata telefonicamente al numero 0372 405330 dalle 11.00 alle 15.00, da lunedì a venerdì. Negli altri orari è possibile chiamare lo stesso numero lasciando un messaggio in segreteria telefonica con il nome e numero di telefono: al più presto sarete richiamati.

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di Giulia Sapelli

i è celebrata il 22 aprile, per la prima volta in assoluto, la Giornata dedicata alla salute della Donna, voluta dal ministro Lorenzin «per la volontà di rappresentare l’universo femminile in una chiave diversa, che evidenzia le problematiche di salute e la specificità di genere in questo ambito». Con questa iniziativa si è voluta evidenziare la necessità di una attenzione costante dedicata alla salute femminile da parte dei responsabili politici e gestionali della sanità pubblica. La Prima Giornata nazionale della salute della donna è caduta simbolicamente nel giorno della nascita del premio Nobel Rita Levi Montalcini. La richiesta di istituzione della Giornata, accolta dal Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, era stata presentata dal Ministro della Salute, dalla Fondazione Atena Onlus e dal Comitato Atena Donna, attive nel campo della divulgazione dei temi legati alle neuroscienze e alla prevenzione della salute della donna, dalla nascita sino alla senescenza. Durante l'evento si è tenuto il primo “Laboratorio Gestazionale” sulle diverse tematiche connesse al tema principale che la Giornata vuole proporre. Questi i temi fondamentali della giornata: sessualità, fertilità e salute materna; violenza, diritto alla salute negato; alimentazione e fasi di vita della donna; prevenzione dei tumori femminili e screening salute mentale della donna, disturbi del comportamento alimentare e dipendenze; cosmesi, medicina estetica inclusa la protesica; donna, lavoro e salute; medicina di genere e ricerca per le donne; Healthy ageing al femminile; comunicazione alle donne, per sé e come “health driver” familiare. Al termine della giornata il Ministro, analizzate le istanze provenienti da tutti coloro che avranno dato un proprio contributo, le ha fatte confluire nel Manifesto per la salute femminile, che verrà presentato prossimamente e che conterrà azioni e prospettive concrete per dare un seguito fattivo alla celebrazione della Giornata. Le aree tematiche contenute nel Manifesto saranno sviluppate nei prossimi tre anni attraver-

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Attenzione costante dedicata alla salute femminile da parte dei responsabili politici e gestionali della sanità pubblica

Salute della donna, successo per la prima Giornata nazionale

so la definizione di azioni prioritarie che verranno identificate proprio nel dibattito. Il Ministero della Salute ha realizzato nell’ambito del portale istituzionale il nuovo sito www.salute.gov.it/ donna. Le linee principali del nuovo sito tematico, facilmente navigabile anche da mobile, sono: visione al femminile, approccio alla salute long li-

fe, sportello on line, calendario della prevenzione e indirizzi utili. Il sito presenterà news, eventi, video, campagne di comunicazione sulla salute della donna e approfondimenti su alcuni temi strategici con una visione “al femminile”. Conterrà alcune applicazioni e servizi come il Calendario della salute della donna che in modo agile e sintetico renderanno consultabili, per fascia d’età,

informazioni su visite ed esami, stili di vita, vaccinazioni, screening, gravidanza. Inoltre, tramite lo “Sportello salute della donna” sarà possibile scrivere direttamente agli esperti della Sapienza Università di Roma e ai medici della Società italiana di Ginecologia (Sigo) per avere un orientamento su temi strategici per il benessere e la salute.

Mani fredde e dita viola, Celiachia, anomalie nuove tessere sanitarie sclerosi sistemica?

“Ti capita spesso di avere le mani ghiacciate e le dita viola? Nasconderle non serve a niente: qualunque sia la tua lingua parlane con il tuo medico!”. E’ questo il messaggio che, con la sua campagna informativa, la Lega Italiana Sclerosi Sistemica Onlus ha voluto diffondere per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del fenomeno di Raynaud: mani fredde, sintomo da non sottovalutare in quanto possibile spia di una connettivite come la Sclerosi Sistemica Progressiva, patologia autoimmune reumatica e sistemica classificata tra le malattie rare che attendono da anni l’iscrizione al Registro Nazionale. La campagna “Mani fredde”, declinata in più lingue coerentemente con la fisionomia di una società multietnica e multiculturale, parla principalmente ad un pubblico di ragazze e giovani donne anche straniere, residenti e migranti . Sono infatti le donne i principali bersagli della Sclerosi Sistemica. Saper riconoscere i bruschi e frequenti attacchi del fenomeno di Raynaud (mani fredde) indubbiamente agevola la diagnosi precoce di Sclerosi Sistemica, una patologia di cui si conosce ancora troppo poco e che negli anni non ha avuto il giusto riconoscimento sia rispetto alla severità dell’esordio, sia per le terapie farmacologiche ancora insufficienti e sicuramente non risolutive. L’incidenza dei nuovi casi per milione di abitanti per anno varia da 53,1 a 1.121 persone diagnosticate (dato riferito alla popolazione residente al 2012).

Il sistema Celiachia RL è un Servizio attivo da novembre 2013 e permette ai cittadini Lombardi affetti da Celiachia di acquisire i prodotti senza glutine a carico del SSR in qualsiasi negozio della Grande Distribuzione, Farmacie o Negozio Specializzato, spendendo il proprio Budget secondo necessità e in rispetto alla libera circolazione e al diritto di scelta. Il Servizio attivo presso la Grande Distribuzione Organizzata ed i Negozi Specializzati, si basa sulla identificazione del Cittadino attraverso la lettura tramite POS della CRS-CNS e la digitazione del codice celiachia (PIN Applicativo). A seguito dell’assegnazione delle nuove Tessere Sanitarie, emesse dall’Agenzia delle Entrate, sono state rilevate sporadiche anomalie di lettura di tali Tessere (TS-CNS) presso alcuni negozi della Grande Distribuzione. E’ in corso l'analisi delle anomalie necessaria per l’adozione degli interventi correttivi. Saranno presto comunicati i tempi di risoluzione delle criticità.

CONSIGLI UTILI - In questa fase, per accedere al servizio, si consiglia di utilizzare la vecchia Tessera Sanitaria, ove possibile. La vecchia Tessera, infatti, può essere usata fino alla scadenza naturale, indicata sulla stessa, anche se la nuova Tessera sia già stata attivata. I Cittadini che ricevessero la nuova Tessera Sanitaria

nei prossimi giorni sono invitati ad attivarla solamente in prossimità della scadenza naturale della vecchia Tessera. In tal modo, infatti, utilizzando le vecchie Tessere non ancora scadute, i cittadini interessati potranno usufruire regolarmente del servizio. Nel caso in cui si riscontrino problemi con le nuove Tessere Sanitarie emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, si consiglia di segnalare il problema al Call Center di Regione Lombardia al numero verde 800.030.606.



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