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PICCOLO Giornale
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Anno X • n° 50 • GIOVEDI’ 24 DICEMBRE 2009
Settimanale • € 0,02 copia omaggio
LA POLEMICA CORRE LUNGO LE ROTAIE
LA NEVE E IL MALTEMPO ISOLANO CREMONA
Trasporto ferroviario completamente bloccato, decine di treni soppressi. Pendolari esasperati e sfiduciati:«Siamo stati abbandonati». Luciano Pizzetti: «Gli enti locali propongano delle alternative concrete». Disagi anche in città: molte chiamate al 118 per cadute L’OSPITE
Gli auguri del Vescovo
L’
La Tamoil chiede e ottiene il dissequestro delle aree requisite dalla Procura ▲
a pagina 7
Solidarietà
L’ALTRO NATALE Don Pezzetti: «C’ è troppo disinteresse Basket - Serie A
Nostra intervista all’assessore Giuseppe Fontanella
Vanoli: coach Cioppi resta ottimista sulla squadra ▲
a pagina 8
a pagina 34
Al Ponchielli
Calcio - Lega Pro
Madama di Tebe: l’operetta per Santo Stefano
I numeri dell’andata promuovono la Cremonese a pagina 33
a pagina 6
Anche a Natale le Cucine benefiche offriranno a chi lo richiede un pasto caldo. Gli avventori sono circa 55 ogni giorno, e anche il dormitorio della Caritas è sempre pieno. Intanto le risorse disponibili si esauriscono. Don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas, fa un appello: «Serve più attenzione nei confronti di chi ha bisogno».
Amministrazione Provinciale
A 6 mesi dall’insediamento il bilancio della giunta ▲
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a pagina 26
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Il personaggio
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La redazione de Il Piccolo augura ai lettori un sereno Natale
Inquinamento
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Avvento è tempo di attesa. Non un’attesa qualunque; ma l’attesa di un evento che ha sostenuto per secoli la speranza di un popolo, il quale ha custodito la promessa di Dio non soltanto per sé, ma per l’intera umanità. Il tempo dell’attesa, che la Liturgia concentra nel percorso di quattro domeniche, fu lungo. E, come sempre succede in casi simili, il desiderio di vedere il compimento diventava sempre più intenso. Le voci dei profeti, che risuonano ancora nelle celebrazioni liturgiche dell’Avvento, interpretavano l’ardente brama del popolo d’Israele che, rivolgendosi a Dio, sospirava: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Is 63, 19). Il compimento della promessa di Dio, infatti, non poteva che discendere dal Cielo, cioè, venire da Lui. E l’attesa era sostenuta da una speranza sicura, perché Dio è certamente fedele alle sue promesse. Il compimento dell’attesa, che si verificò quando “venne la pienezza dei tempi” (Gal 4, 4) riempì gli uomini di stupore perché si trovarono di fronte ad un evento che oltrepassava di gran lunga la loro aspettativa. Chi poteva, non dico pretendere, ma solo immaginare, che Dio venisse personalmente ad abitare come uomo tra le case degli uomini condividendo la loro storia con tutte le sue vicissitudini e contraddizioni? Il compimento, quando si rivela più grande dell’attesa, non solo genera stupore, ma richiede anche un “di più” di accoglienza. Si tratta, infatti, di rimisurare la disponibilità ad accogliere in rapporto a quanto si è ricevuto non a quanto ci si aspettava di ricevere. L’evento esonda oltre la stessa speranza. Per questo motivo il Natale reclama da noi un supplemento di accoglienza. Bisogna far posto nella nostra vita a questo “di più” imprevisto, che è l’“incarnazione”. Buon Natale! + Dante, vescovo
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ALL’INTERNO - Prima puntata dello speciale «Un anno di sport»: calcio, Formula 1, atletica e nuoto