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PICCOLO
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Anno XI • n° 45 • VENERDÌ 25 NOVEMBRE 2011
Settimanale • € 0,02 copia omaggio
MORIRE PER UN PARCHEGGIO
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QUANDO SCATTA LA CIECA FOLLIA alle pagine 4-5
La morte di Guido Gremmi, investito dalla vettura di un imprenditore bresciano, fa emergere il tema della violenza per futili motivi. La psicologa Conti: «Viviamo in una società che ci chiede di primeggiare». Il criminologo Savona: «L’auto è un oggetto di grande valore simbolico e può esser la causa scatenante di liti furiose» L’OSPITE
A pochi passi dalle luci colorate
A
LE LUCI ACCENDONO IL NATALE Non mancano però le critiche dei cittadini: le solite polemiche
a pagina 6
DERBY ALLO ZINI
Cremo-Pergo stavolta vale il primato E i due sindaci aprono la sfida del Torrazzo ▲
alle pagine 3, 40 e 41
DOMENICA CONTRO SIENA AL PALARADI
La Vanoli Braga schiera il neo acquisto Roderick ▲
ACQUA PUBBLICA
Bocciata la proposta di Salini: la società mista non piace ai comuni
GIUSTIZIA
INTERVISTE
In città ormai solo strisce blu
Procura sotto organico, ora si ricorre anche ai volontari
Il parere dei politici locali sul nuovo Governo Monti
a pagina 10
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a pagina 9
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a pagina 8
PARCHEGGI
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di ROBERTO POLI pochi passi dalle luci colorate, dai profumi e dai sapori delle bancarelle del torrone. A pochi passi dalle strade affollate di turisti, da famiglie con bambini, tutti ammaliati dal fascino del centro storico di Cremona, immerso nella nebbia e nella festa. A pochi passi si è compiuto un omicidio senza un perché. In lessico giudiziario, secondo l’accusa, un omicidio aggravato dai futili motivi. Per l’opinione pubblica un omicidio assurdo, folle. E purtroppo episodi come questo di Cremona ne sono già successi e la sensazione è che succedano con crescente frequenza. Di solito si tratta di gesti compiuti da giovani, spesso immigrati, talora sotto l’uso di sostanze. Sui quali si apre il solito processo alla generazione della noia, priva di riferimenti valoriali. Con le solite accuse ai genitori che non riescono a trasmettere insegnamenti e principi sani e agli insegnanti che abdicano alla loro funzione educativa. E, nel caso di immigrati, con le strumentalizzazioni di destra sugli ingressi troppo facili e di sinistra sulla mancata integrazione. Nell’episodio di Cremona si è trattato invece di una lite tra ultrasettantenni, all’apparenza signori tranquilli e pacati. La vittima aveva protestato per un diritto usurpato, l’aggressore ha reagito ad una minaccia percepita. Ed è scattato un gesto rabbioso, che ha by-passato ogni elemento di razionalità, più vicino al comportamento degli animali che degli uomini. Vi sono contesti ambientali in cui la razionalità umana viene oscurata a favore di comportamenti selvaggi. Succede negli stadi e nelle manifestazioni o nelle bande dove entrano in gioco dinamiche di gruppo. Ma succede, con caratteristiche diverse, anche quando si è a bordo delle macchine. Da sempre la potenza del motore viene vissuta come un mezzo per esprimere o per surrogare la virilità. Le aggressioni verbali tra conducenti succedono molto più facilmente che in altri contesti. La macchina esprime potenza e al tempo stesso offre uno scudo. E rappresenta anche uno status-symbol. Non a caso l’aggressore ha colpito quando si è sentito minacciato nella sua identità di uomo-macchina-SUV. Al punto che la rabbia è esplosa trasformando la macchina in un’arma potente e micidiale.
a pagina 7
a pagina 38