il
Settimanale
Piccolo
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Anno III • n. 10 • SABATO 29 ottobre 2016
Periodico • € 0,02 copia omaggio
Non riceve alcun finanziamento pubblico
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Fine lavori in Largo Pagliari
in lombardia inquinano piu’ gli autobus troppo vecchi delle auto ▲
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storia
volley
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Dopo le emozioni iridate la Pomì gioca a Bolzano
al monteverdi
n pochi decenni la Cina è diventata una potenza in tutti i campi. Anche nello sport. Dal 1984 è cresciuta a tal punto da contendere agli Stati Uniti il primato nel medagliere olimpico. Ma in una cosa i cinesi mostrano di non essere vincenti: il calcio. Malgrado i grandi investimenti statali e l'ingaggio di campioni da tutto il mondo, il campionato cinese non suscita il minimo interesse al di fuori dei confini nazionali, senza contare gli insuccessi della Nazionale, che continua ad appartenere al terzo mondo del calcio. Eppure il bacino d'utenza è smisu-
basket
rato e le selezioni sono le stesse delle altre discipline, che vedono la Cina primeggiare nel mondo. Ma nel calcio non funziona, a conferma che l'estro e la fantasia non si comprano e neppure si possono copiare. Un insuccesso che fa soffrire il governo cinese, tanto da ingaggiare a suon di milioni di yen il nostro tecnico più celebrato, quel Marcello Lippi che ha fatto sognare l'Italia intera nel 2006, portandola sul tetto del mondo. Si tratta di una scelta dettata dalla disperazione, visto che la Cina ha iniziato malissimo le qualificazioni iridate e che rischia seriamente di non
a pagina 24
Vanoli in laguna per interrompere il periodo nero
calcio
a pagina 5
di Fabio Varesi
staccare il pass per la Russia. Ma un allenatore non può fare molto con un materiale modesto e del resto, malgrado i tanti soldi a disposizione, nessuna grande società calcistica europea vede ai vertici una cordata cinese e i primi mesi di gestione all'Inter non sembrano premiare la scelta di Thohir. Insomma, è sempre più difficile che nello sport più amato al mondo, si possa leggere made in China. E i tifosi del Milan (ormai rassegnati al dopo Berlusconi) cominciano ad essere preoccupati...
a pagine 25
La Cremo ritrova l’affetto dei tifosi e punta alla vetta
ciclismo
a pagina 7
Referendum Un incontro partecipato casalmaggiore
a pagina 11
Quella visita di Wojtyla in Duomo casalmaggiore
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La figura di Illemo Camelli
di Vanni
La nostra Costituzione vieta che un referendum abbia come tema le leggi tributarie. Ovvio: vi immaginate gli italiani che scelgono se abbassare o alzare le tasse? Sarebbe come chiedere ai nostri parlamentari di decidere se dimezzare o meno i loro stipendi.
Il made in China non funziona nel calcio
I
Sabato notte ricordatevi di portare gli orologi indietro di un’ora
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Troppe distrazioni alla guida
a pagina 3
Ora solare:
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sicurezza
rescigno: la riforma? E’ la legge elettorale a pagina 7
case popolari
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Nel disagio sempre piu’ italiani
Dal rapporto annuale della Caritas tanti spunti interessanti. Don Pezzetti ci illustra la situazione a Cremona
pagine 13-18
a pagina 26
Speciale Fiera di San Carlo
Giro d’Italia duro sin dall’Inizio Sarà spettacolo?
cronaca Domani e martedì
Navette gratis per il cimitero
Domenica 30 ottobre e martedì 1° novembre, in occasione delle commemorazioni dei defunti, i cittadini che si recano al Civico Cimitero potranno usufruire del trasporto gratuito grazie a due navette speciali,
messe a disposizione da Km in accordo col Comune di Cremona. Dalle 8.30 alle 17, ogni mezz’ora, una navetta partirà da via Mantova e un’altra navetta dal piazzale della stazione ferroviaria.
Caritas, crescono gli italiani assistiti
«A Cremona - afferma il responsabile don Antonio Pezzetti - sono cresciuti fino al 45% del totale. Meno giovani rispetto alla media nazionale»
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di Vanni Raineri
ei giorni scorsi la Caritas ha pubblicato il rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia relativo al 2015, dal quale emergono molti dati interessanti. Quello della Caritas è un osservatorio privilegiato, grazie ai suoi Centri di Ascolto cui si rivolgono tutti i soggetti che chiedono sostegno. I dati che emergono a livello nazionale sono emblematici: in Italia oltre un milione e mezzo di famiglie vive in uno stato di povertà assoluta: si tratta di 4,6 milioni di persone, il numero più alto degli ultimi 10 anni. Le situazioni più difficili sono al sud, nelle famiglie numerose, fra gli stranieri e dove ci sono disoccupati, ma per arrivare a questa conclusione non serviva certo una ricerca approfondita. Interessante invece è notare che si abbassa nettamente l’età di chi cerca aiuto: solo il 4% degli over 65 è tra i poveri, mentre supera il 10% nella fascia tra 18 e 34 anni. Nei vari Centri di Ascolto italiani è straniero il 57,2% delle persone che si presentano, italiano il 42,8%. Ma a livello territoriale le differenze sono notevoli, come si evince leggendo la tabella in pagina, tanto che al sud oltre i due terzi di chi versa in uno stato di povertà assoluta sono italiani. Grande equilibrio nel genere: in passato il numero di donne era molto superiore, oggi è simile a quello degli uomini. Altri dati: il 60% del totale è formato da disoccupati e inoccupati, mentre il principale motivo per
«Ci sono anziani che non manifestano il proprio disagio per vorgogna, e spesso rinunciano anche a diritti acquisiti» cui si presentano ai Centri di Ascolto è proprio la povertà economica. Seguono il disagio occupazionale, il problema casa e problemi famigliari. Purtroppo spesso queste situazioni si sommano. Un capitolo a parte meritano i migranti, per i quali la situazione di povertà si aggiunge ai traumi di un viaggio drammatico e disperato: sono soprattutto uomini (il 92,4%) quelli che si rivolgono alla Caritas, in gran parte tra i 18 e i 34 anni. Quanto alle richieste principali, riguardano beni e servizi materiali (come pasti, vestiti, prodotti per l’igiene) e solo dopo la casa. Dicevamo dei 4,6 milioni di poveri assoluti: siamo attorno al 7,7% degli italiani, come se nella provincia di Cremona i poveri assoluti fossero 28mila. La stima dice che sono meno, ma nonostante questo anche nella nostra provincia l’emergenza è crescente, come crescente è il numero di persone che chiedono aiuto. Facciamo il punto con don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas Cremonese e responsabile della Casa dell’Accoglienza di Cremona. Allora, siamo in linea coi dati nazionali? «La differenza più grande, e in questo Cremona è allineata col nord Italia, riguarda la minore difficoltà palesata dai giovani, mentre è elevato il numero di famiglie italiane che fanno appello per chiedere aiuto. Gli italiani dunque sono in aumento, quanto ai gio-
vani, credo che in tanti casi siano sostenuti dalla famiglia di origine, che fa da ammortizzatore sociale. Al sud ci sono più giovani e condizioni economiche peggiori. Sul totale degli italiani, direi che siamo attorno al 45% (più della media italiana e soprattutto delle altre aree del nord, ndr) mentre in passato eravamo circa al 30%. Questo anche perché parecchie famiglie straniere hanno dovuto andarsene. Quel che è certo è che le famiglie italiane che ricorrono ai nostri servizi, Caritas ma non solo, sono aumentate». Le richieste. «Ovvio che riguardino soprattutto aiuti materiali, solo perché la casa e il lavoro sono bisogni che non possiamo soddisfare noi. Ma si parte da lì, è scontato». Nonostante i numeri crescenti, considerata anche l’attitudine della nostra gente, è probabile che ci sia una ampia fascia di persone che non chie-
dono aiuto per una sorta di vergogna ad esporsi. «Esatto. Questo è un tema sempre presente. E’ più facile per costoro rivolgersi al proprio parroco. Spesso pensano che noi esistiamo soprattutto per gli extracomunitari, ma la povertà si allarga e raggiunge situazioni inattese. Anche i nostri anziani spesso faticano a chiedere: le offerte sono abituati a farle, mica a riceverle. Ma se hai la pensione minima, figli da aiutare, un affitto e le varie spese, si fa in fretta ad andare in difficoltà. Resta comunque una fascia di persone che non si accosta a noi, che non chiede nemmeno diritti acquisiti e sacrosanti per vergogna». Magari sono altri cittadini, amici o parenti, che segnalano alcune situazioni critiche. «Capita che accada, in quel caso ci si affida alla parrocchia: il parroco è la persona più indicata per il rapporto di fiducia instaura-
to. La gente non manifesta solo indifferenza, spesso c’è la volontà di fare qualcosa. Gli stessi extracomunitari segnalano famiglie in difficoltà». Veniamo al problema migranti, che spesso attendono anni prima di conoscere il loro destino. «Oggi la situazione è parecchio migliorata, sono state aperte diverse commissioni territoriali e le decisioni sono più rapide, arrivano nel giro di un anno, con tempi dimezzati rispetto al 2014. Non siamo ai 6 mesi che l’Europa ha messo come regola, ma teniamo conto che gli arrivi sono tanti. Le istituzioni si stanno attrezzando. Ma quando una persona non ha documenti e non è possibile rimpatriarlo diventa un problema: non potendo mantenersi, non è difficile che rimanga vittima del malaffare». La gente distingue tra migranti che fuggono da zone di
guerra e migranti “economici”. «La Caritas chiede un permesso umanitario per tutti, che libererebbe molte più persone. Nella distinzione si gioca con le parole: quando i siriani in fuga dalla guerra arrivavano dalla Grecia, l’Europa li ha chiusi in Turchia. In ogni caso è sbagliato lasciarli sul territorio in modo illegale: le persone ci sono e devono mangiare, l’illegalità non aiuta nessuno». Nel momento del bisogno, è difficile fare graduatorie tra migranti. «Non sta a me distinguere nei momenti di difficoltà. Noi abbiamo chiesto un’accoglienza diffusa nelle parrocchie. A queste persone ci si affeziona spesso, ma se le si tengono si può commettere un reato. Quelli che prima per le persone sono “un bengalese” e “un siriano”, poi diventano Joseph e Mohammed, persone con cui si instaura un bel rapporto».
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Cronaca
Sabato 29 Ottobre 2016
Un secolo di storia riportato a nuovo
Terminati dopo tredici anni i lavori alle case popolari di Largo Pagliari. La ristrutturazione del complesso ha coinvolto tre Amministrazioni, dal 2003 ad oggi
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di Federico Centenari
ltre un secolo di storia», «un lavoro che ha attraversato tre Amministrazioni». I due passaggi, estrapolati da una dichiarazione di Andrea Virgilio, assessore comunale alla Casa, dicono già molto sui lavori da poco terminati a carico degli alloggi popolari di Largo Pagliari. La dichiarazione di Virgilio arriva in occasione dell’inaugurazione, giovedì pomeriggio, del rinnovato complesso di edilizia residenziale pubblica ubicato tra via Giordano e via Cadore. Con il rifacimento delle parti comuni del piano terra (cortili, parcheggi, aree gioco), si è di fatto conclusa la ristrutturazione degli alloggi di Largo Pagliari avviata nel 2003 con il ripristino dei tetti danneggiati dalla grandinata del giugno di tredici anni fa. Sì è così data nuova vita agli stabili di inizio ‘900, comprendenti 117 appartamenti e un laboratorio condominiale, luogo di incontro e mediazione con gli inquilini, nonché sede del locale Comitato di Quartiere. Dopo il rifacimento dei tetti, negli anni si sono susseguiti lavori su tutti e tre i piani del complesso: opere che hanno comportato non pochi spostamenti e “ricollocazioni” delle famiglie
residenti. Dal 2005 al 2007, ricorda l’Amministrazione, «sono stati rifatti 29 appartamenti al terzo piano e 33 alloggi del secondo piano. Dal 2007 al 2009 sono si è intervenuto sui 33 alloggi del primo piano. Dal maggio 2010 al dicembre 2011 infine, nell’ambito del Piano Recupero Urbano S. Imerio (largo Pagliari 13, via Platina 52 e urbanizzazioni attorno a largo Pagliari) con un finanziamento regionale e comunale è stato ultimato il piano terra con gli ultimi 22 appartamenti, oltre ai locali di servizio e alle parti comuni». Insomma, un piano di sistemazione imponente che ha attraversato tredici anni e tre Amministrazioni locali per riqualificare completamente il più antico complesso di alloggi di edilizia popolare di Cremona. «La dimostrazione – ha dichiarato Virgilio – che in questa città si possono portare a casa risorse e progetti a lungo termine in grado di rigenerare aree degradate e restituire dignità a un diritto fondamentale come quello della casa e all'abitare». Più in dettaglio, l’intervento di riqualificazione, come ha spiegato ancora l’assessore, ha reso possibile il recupero di «un numero cospicuo di alloggi da assegnare agli aventi diritto in un immobile che, pur mantenendo
video sorveglianza, altre 4 telecamere
Due immagini dell’intervento edilizio in Largo Pagliari
la sua impronta originaria, è stato interamente riadattato per offrire spazi di condivisione, assicurare una migliore convivenza oltre a tutti quei servizi dei quali la struttura era prima sprovvista e che sono indispensabili in ogni contesto residenziale, soprattutto se destinato ad ospitare anche persone in condizioni di fragilità». I lavori hanno comportato inoltre la realizzazione di nuovi marciapiedi, così da garantire la piena accessibilità all'intero stabile e l’abbattimento barriere architettoniche, e una nuova pavimentazione dei quattro cortili (per complessivi 1.672 mq). Sono state create anche due aree gioco di 300 metri quadrati circa (di cui una attrezzata per bambini 0-6 anni) recintate e illuminate e il cui utilizzo è stato regolamentato. «Gli altri lavori – fa sapere ancora il Comune – hanno riguardato la creazione di 41 posti auto (su assegnazione) di cui almeno 6 per diversamente abili, rinnovate anche le linee tecnologiche sotto il piano cortilizio (scarico acque piovane e gas) e posata la nuova motorizzazione dei cancelli carrai automatizzati». L’investimento complessivo per i lavori, escluso il rifacimento dei tetti, ammonta a 11.674.573,70 euro. L’operazione, tuttavia, ha visto anche
il coinvolgimento dei residenti attraverso le fasi dell’informazione e della comunicazione, della progettazione partecipata e dell’accompagnamento alla mobilità. «Per questo – spiega l’Amministrazione – venne istituito il Laboratorio di Quartiere, quale presidio dell’Amministrazione per l’intera durata dei lavori di riqualificazione aperto all'intera cittadinanza e a tutti i soggetti coinvolti nelle azioni previste. Un luogo di collaborazione e di partecipazione degli attori della zona alla governance dell’intero progetto». Dopo l'esperienza del Contratto di Quartiere di Borgo Loreto e del Piano di Riqualificazione Urbana che ha interessato il complesso edilizio di Largo Pagliari, aggiunge il Comune, «è maturata la consapevolezza di attivare un progetto sperimentale che ha portato all’introduzione della figura professionale del “tutor di condominio”, un operatore sociale di prossimità che ha il compito di presidiare la qualità della vita del e nel condominio, fornendo alcuni servizi e promuovendo la partecipazione dei residenti». Nel contesto di Largo Pagliari-via Altobello Melone sono attivi due tutor condominiali per complessive 16 ore settimanali.
Incrementato il sistema di video sorveglianza con la posa di altre 4 telecamere che si aggiungono alle 47 già attive su un’infrastruttura di 48 kmq a tutela della sicurezza della città e in collaborazione diretta con Polizia e Carabinieri. Azione questa destinata a rendere più efficace il servizio della Polizia di prossimità, con i vigili di quartiere che ascoltano, si rapportano con i residenti, gli anziani in particolare, gli oratori, le realtà del territorio e redigono il documento di zona, fondamentale per conoscere la situazione delle varie aree cittadine. Le nuove telecamere, già in funzione, sono state posizionate per rispondere alle istanze di sicurezza pervenute dai quartieri e sono state collocate al Cascinetto (nella foto), al Maristella, a S. Felice e in via Giordano in quanto zone già servite dalla fibra ottica: è questo infatti un elemento indispensabile per il loro funzionamento in quanto l’intero sistema che fa capo alla centrale operativa del Comando della Polizia Locale è gestito da LineaCom. Si tratta di telecamere di tipo “dome” ad altissima definizione, collegate non solo con la centrale operativa di piazza Libertà ma anche con le centrali operative di Carabinieri e Questura. «L’implementazione del numero delle telecamere – spiega l’assessore con delega alla Sicurezza e alla Polizia Locale Barbara Manfredini - è finalizzato ad un progressivo decentramento dei punti di video sorveglianza attraverso un maggiore controllo delle periferie proprio nelle zone in cui sono operativi i vigili di quartiere. Il sistema è mirato ad offrire una risposta in termini di maggiore sicurezza e prevenzione laddove negli ultimi tempi è particolarmente alto il livello di preoccupazione dei cittadini a causa di furti in appartamento, reati che possono alterare proprio la percezione di sicurezza delle persone».
Cronaca
Sabato 29 Ottobre 2016
Smog, colpa più dei bus che delle auto L
Sottoscritto in Regione il protocollo. Le autovetture in Lombardia sono tra le più pulite d’Italia. I mezzi pubblici “bombe ecologiche”
unedì, a Palazzo Lombardia, è stato sottoscritto e presentato alla stampa il “Protocollo di collaborazione per l’attuazione di misure temporanee per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto all’inquinamento locale” predisposto da Regione Lombardia e Anci Lombardia, con il contributo dei Comuni capoluogo di provincia lombardi e dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente. A fornire i dati sulla qualità dell’aria sarà Arpa Lombardia con un monitoraggio che terrà sotto controllo il trend degli inquinanti nel tempo. «l miglioramento della qualità dell’aria che registriamo da 15 anni a questa parte nella nostra regione - spiega Bruno Simini, presidente Arpa Lombardia - è frutto del concorso di tutte le azioni e provvedimenti adottati dalle amministrazioni e dell’ammodernamento di mezzi e tecnologie di veicoli e caldaie». E come è la situazione? «Se fino qualche anno fa vivevamo quasi 6 mesi in condizioni di superamento dei 35 giorni concessi dalla normativa europea, questo dato sta decisamente migliorando, ma non possiamo dimenticarci che il meteo ha giocato la sua parte». Ma cosa prevede l’accordo? Per tutto il periodo invernale, fino al 15 aprile, verranno adottati due livelli di misure temporanee. Sulla base dei dati rilevati da Arpa Lombardia, in caso di superamento del limite giornaliero per l’inquinante PM10 per 7 giorni consecutivi i provvedimenti entreranno automaticamente in vigore a partire dal giorno successivo (9° giorno dal primo superamento) alla validazione ufficiale del dato (8° giorno). Le previsioni meteo però potrebbero anticipare
o sospendere i provvedimenti. Simini sottolinea come l’usura di pneumatici e freni incida nella produzione di polveri sottili ancor più del tubo di scappamento. Sul sito di Arpa sarà possibile consultare l’indice di qualità dell’aria tenendo conto dei valori di PM10, NO2 e ozono, oltre al bollettino meteo inquinanti, e si potranno verificare le eventuali limitazioni in corso nei vari comuni. Il protocollo non è stato accolto con favore da tutte le forze politiche. Il Movimento 5 Stelle Lombardia infatti si sarebbe aspettato “un protocollo vincolante per i Comuni e non l’ennesima carta d’intenti per coordinare gli interventi di riduzione delle polveri sottili”. «L’impressione – ha affermato il capogrppo Gianmarco Corbetta - è che, quando si tratta dell’aria che respiriamo, nessun politico si prende l’onore di fare scelte difficili, ma utili a salvare vite umane. E’ neces-
sario invertire la rotta, attraverso una presa di coscienza collettiva e un cambiamento culturale, perché non possiamo più permetterci di compromettere il bene più prezioso: la nostra salute e quella del nostro ambiente». Intanto il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, presieduto da Riccardo De Corato (FdI), e la Commissione consiliare Bilancio, presieduta ad Alessandro Colucci (Lombardia Popolare) hanno esposto i risultati di una ricerca sull’impatto degli incentivi regionali per ridurre l’inquinamento, come ad esempio la sospensione del bollo auto per tre anni in caso di rottamazione e acquisto di auto a basso impatto ambientale, provvedimento che, dopo due anni, nel 2016 non è stato confermato. Gli incentivi, emerge dalla ricerca, non vanno abbandonati ma migliorati, nonostante i risultati di quel provvedimento non abbiano dato i risultati sperati. Un
altro risultato emerso è che il parco veicolare lombardo è uno dei più “puliti” d’Italia, dato che le auto di categoria Euro 4 o superiore sono il 63% contro il 55% della media nazionale. La Lombardia è anche una delle poche regioni italiane in cui prevalgono le auto a benzina (55%), e le auto meno inquinanti alimentate a carburanti alternativi (metano, Gpl, ibrido ed elettrico) sono il 6,8%, meno della media nazionale (8,3%), ma molto di più della media europea (4,9%). Nel frattempo, fa discutere un servizio di Repubblica sulla responsabilità del trasporto pubblico sull’inquinamento. Sono 23mila i bus, che Repubblica definisce “bombe ecologiche montate su ruote e telaio” vecchi e inquinanti che circolano permanentemente nel nostro paese. Si tratta dei mezzi di trasporto locale vecchi e inquinanti. Sono una parte consistente del parco bus, circa il 46% del totale, ed hanno
un’età media superiore ai 18 anni. Secondo la ricerca pubblicata, sono responsabili tutti assieme dell’emissione del 2,5 per cento delle polveri sottili che respiriamo nelle città. In più, scaricano nell’aria oltre il 19 per cento del monossido di azoto, sostanza responsabile dell’aggravamento delle crisi di asma e componente di quel pacchetto di agenti che provocano il buco nell’ozono. Oltre 8mila autobus sono classificati dal punto di vista della compatibilità ambientale come Euro zero: se fossero automobili, quindi, non potrebbero circolare in tante delle nostre città e sulle tangenziali. L’età media dei nostri bus è di 12,2 anni, ed è la più alta in Europa: non solo Germania, Francia e Regno Unito ci battono (tutte sotto gli 8 anni), ma anche la Spagna nettamente (8 anni giusti). Tra l’altro, sottolinea l’articolo, ciò comporta costi relativi ai continui fermi per manutenzione.
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aspettando ride with us al museo
Domenica 30 ottobre alle ore 17 presso la Sala Puerari del Museo Civico di Cremona, le associazioni cremonesi Circolo culturale “AmbienteScienze” e il Coordinamento “CreaFuturo” con la collaborazione delle sezioni cremonesi di Legambiente, Italia Nostra e Wwf, hanno organizzato l’evento “Aspettando Ride With Us”. Un incontro pubblico con la cittadinanza per salutare l’arrivo a Cremona la terza tappa in bicicletta Governolo-Cremona, del tour 2016 Venezia-Torino di “Ride With Us”, “Pedalare con noi”, patrocinato anche dal Comune di Cremona. Nata nel 2014 con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico dovuto all’uso delle fonti fossili, “Ride With Us” ha già realizzato due importanti performance: la prima, in bicicletta da Venezia a Copenaghen (2.041 km) in occasione della presentazione della Sintesi del 5° Rapporto dell’Ipcc, la seconda, nel 2015 e sempre in bicicletta, da Venezia a Parigi (1.320 km) per la Conferenza delle parti n° 21 (COP21), quella conclusasi con l’epocale ”Accordo di Parigi”. Quest’anno con la VeneziaTorino, l’ideatore Daniele Pernigotti ed i suoi ciclisti intendono richiamare la pubblica attenzione sulla COP22 di Marrakesch, la cui rilevanza è di portata storica. Infatti, questa ricorderà al mondo due cose: la prima che i “decisori politici” del pianeta sono davvero preoccupati per la perdita del controllo delle emissioni dei gas serra. La seconda è che dopo 21 anni gli Stati membri dell’Onu d’ora in poi saranno chiamati, non più a patteggiare per trovare una intesa su un “Documento”, ma su come fare concretamente, pur restando ancora dei “vuoti” da riempire, per abbattere con urgenza le emissioni di gas serra.
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Cronaca
Sabato 29 Ottobre 2016
Le acli promuovono “cremona a tutela dell’ecosistema del fiume po”
Oggi, sabato 29 ottobre alle ore 11, presso la sala di Spazio Comune in piazza Stradivari a Cremona, si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto “Cremona a tutela dell’ecosistema del Po” promosso dalle Acli provinciali, cofinanziato da Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona e che gode della collaborazione di: Legambiente, Ufficio Scolastico Territoriale, Consorzio Agrituristico Mantovano, Salviamo il Paesaggio, Arci, Persona Ambiente, Creafuturo, Ass. Filiera Corta solidale, Ambientescienze, GIT Banca Etica Cremona, Museo Paleoantropologico di San Daniele Po, Acquario del Po di Motta Baluffi. Il progetto è rivolto agli operatori culturali, alle associazioni e agli amministratori e, grazie all’apporto di qualificati esperti scientifici e ambientali intende discutere dei vari aspetti del nostro ecosistema padano - acqua, aria, suolo, energia, biodiversità, paesaggio,ecc. - e nello stesso tempo far conoscere le pratiche virtuose e già consolidate che sono volte a tutelare la salute umana in una delle aree più inquinate del pianeta, intervenendo a ripristinare gli ecosistemi minacciati dalla sfida globale dei cambiamenti climatici con misure che fanno parte di una economia sostenibile, circolare, ad alto input di lavoro e a basso input di capitale, tecnologicamente avanzata. Salvaguardare l’ecosistema è la condizione indispensabile se si vuole garantire lo sviluppo umano e sociale delle comunità locali; sviluppo che va promosso dentro un quadro di sostenibilità economica che abbia il coraggio di una forte innovazione sociale, tecnologica e ambientale e che si caratterizzi per un insieme coerente e programmato di azioni mirate in ambito urbanistico, viabilistico, turistico, infrastrutturale, agroalimentare e industriale in grado di creare nuovo lavoro e cambiare la qualità dell'abitare, del consumare e del produrre. In conferenza stampa verrà presentato il percorso del progetto, gli obiettivi da raggiungere e le ricadute positive che ne possono derivare a livello di territorio.
Distrazioni alla guida, è allarme vero Il rapporto 2016 sulla Sicurezza Stradale evidenzia come il 90% degli incidenti è causato dall’uso dello smartphone e altri oggetti
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di Simona Raboni
uella mail da inviare immediatamente, quel messaggio a cui non si può non rispondere subito, un’occhiatina ai social network perché bisogna sempre restare informati, uno sguardo alle ultime notizie, quella telefonata urgente... Sono sempre più numerose, soprattutto a causa dello smartphone, le distrazioni alla guida. A dirlo è l’ultimo Rapporto 2016 sulla sicurezza Stradale, elaborato da Dekra, secondo cui il 90% degli incidenti stradali è causato da errori, distrazioni e cattive abitudini: telefonare mentre si è alla guida, leggere o scrivere sms, scorrere i social network, cambiare le impostazioni del navigatore o rifarsi il trucco. Insomma, la distrazione è senza dubbio al primo posto, così come i principali imputati sono tutti quei motivi che la provocano: dallo smartphone alla radio, ma anche la sigaretta o un rossetto. Ma il problema riguarda soprattutto i giovani al di sotto dei 25 anni, la cui mancanza di concentrazione unita all’inesperienza alla guida possono essere un mix pericolosissimo. Una situazione che è comune a tutti i paesi dell’Unione Europea ma che in Italia è particolarmente sentita. Lo dicono anche i dati della Polstrada: il 26% delle sanzioni comminate dagli agenti tra il primo gennaio e il 23 ottobre di quest’anno riguarda proprio il mancato uso dell’auricolare o del vivavoce. Secondo i dati Istat, peraltro, pur essendo calato notevolmente negli ultimi 20 anni il rischio di mortalità in auto,
Gli studenti del Ghisleri in Consiglio Regionale
questo trend positivo sta rallentando: nel 2015, per la prima volta dal 2001, nel nostro Paese è cresciuto il numero di vittime della strada (+38, pari a +1,1%) seppur con una flessione degli incidenti pari all’1,8%. Ma parallelamente anche un incremento dei feriti gravi pari al 6%. Altro elemento inquietante è l'incremento degli incidenti in autostrada. I vari rapporti confermano quindi quanto già denunciato dalle forze di polizia. Ad aumentare è anche il numero delle infrazioni, molte delle quali generate dalla distrazione. Tra le cause principali – sempre secondo solo i dati di Polizia di Stato e Carabinieri - c’è l’utilizzo dello smartphone: 48.524 sono le infrazioni commesse nel 2015 per il mancato uti-
Oggi i ragazzi del Ghisleri di Cremona, istituto CAT (Costruzioni, Ambiente, Territorio) l’equivalente dell’Istituto tecnico per Geometri, sono stati ospiti del Consiglio regionale. Dopo un momento “didattico” in Aula consiliare, sono stati accompagnati a visitare la mostra “Le Età del Grattacielo”, al 26° piano, il Piano della Memoria. Di fronte ai bozzetti e alle foto origi-
lizzo di apparecchi a vivavoce o dotati di auricolare, il 20,9% in più rispetto al 2014. Anche i sondaggi mostrano un quadro preoccupante: secondo uno studio Doxa-Direct Line un italiano su due non rinuncia al cellulare, nemmeno alla guida: di questi vi è un 28% che circoscrive l’imprudenza a qualche volta, un 10% che lo fa risalire a una distrazione frequente, ma legata al passato, e un 6% che, senza ritegno, confessa di usarlo anche per mandare messaggi. E c’è un altro 6% che si trincera dietro la scusa che avviene solo quando dimentica gli auricolari e il restante 1% che ammette di farlo sempre, tutti i giorni. Insomma, gli automobilisti più giovani rischiano di
nali del Pirelli, hanno potuto rendersi conto delle caratteristiche strutturali e storiche del grattacielo, e ragionare – insieme ai loro docenti – sulle sue particolarità costruttive e stilistiche del grattacielo che oggi è sede del Consiglio regionale. Sono stati poi accompagnati al Belvedere, al 31° per una vista impareggiabile sulla città e sull’orizzonte.
essere una vera e propria mina vagante, a causa di cattive abitudini che stanno prendendo sempre più piede e per le quali sembra difficile trovare delle soluzioni. Per questi motivi si sta anche cercando di mettere in campo delle azioni preventive; ad esempio la Polizia sta sperimentando l’uso del Telelaser per scoprire da lontano chi parla al cellulare, mentre l’Asaps, associazione amici polizia stradale, propone che alla violazione consegua subito ritiro della patente con sospensione da 1 a 3 mesi alla prima violazione e il sequestro come “fermo amministrativo” del cellulare per un mese (tre mesi alla seconda violazione nel biennio).
Cronaca
Sabato 29 Ottobre 2016
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«La vera riforma è la legge elettorale»
Intervista al costituzionalista Ugo Rescigno, schierato per il no: «La volontà di eliminare il Senato deriva dalla necessità di dare spazio all’Italicum»
A
di Vanni Raineri
Cremona per partecipare a un dibattito sul referendum, incontriamo Ugo Rescigno, dal 1970 professore di Diritto Pubblico presso la facoltà di Economia e Commercio delle Università di Perugia, Roma La Sapienza e Modena, autore di diverse pubblicazioni sulla Costituzione e sul Diritto e dal 1989 ad oggi direttore della rivista Giurisprudenza costituzionale. Rescigno è schierato apertamente per il no alla riforma costituzionale. La critica più spietata sta nell’aver definito mostriciattolo quel che diverrebbe il Senato post-riforma. «Il problema di una legge così complessa è riuscire a sintetizzare il giudizio in un sì o un no. Questa è anche una delle ragioni nascoste del sospetto con cui mi sono avvicinato al tema; poi ho capito il motivo per cui hanno unito disposizioni tra loro indipendenti. Capisco il legame tra il Senato e il rapporto tra Stato e regioni, ma ad esempio l’abolizione del Cnel poteva essere fatta con una legge costituzionale. Mi sono stupito della pochezza e incomprensibilità di questa riforma, da qui il termine mostriciattolo. Ho poi capito che la volontà di eliminare il Senato come organo nazionale derivava dalla necessità di dare spazio alla legge elettorale della Camera, non a caso le due cose hanno proceduto in parallelo. D’accordo, una è una legge ordinaria l’altra costituzionale, ma il senso complessivo lo si capisce solo legandole: tolgo il Senato perché la Costituzione vigente stabilisce che sia eletto su base regionale, quindi procedo alla Camera con un meccanismo che preveda un premio di maggioranza assoluta, e sottolineo assoluta. Il premio di per sé non è scandaloso, anzi è normale prevederlo, ma qui si vuole garantire una maggioranza assoluta a una minoranza, rendendola padrona della Camera. Nel Senato invece non era possibile stabilire un premio nazionale, quindi non c’era garanzia di uguale maggioranza tra Senato e Camera. Poi però le forze che hanno favorito questo disegno non avevano le idee chiare su cosa volessero: un altro elemento che emerge è il rovesciamento della linea politica del Pd rispetto al 2001, quando approvarono una riforma costituzionale troppo spostata verso le regioni per inseguire la Lega. Ora che il regionalismo è scomparso dalle agende politiche, c’è il tentativo di ridimensionare il potere regionale, per questo diventa incomprensibile. Una cosa è dire che il Senato è rappresentativo delle regioni, altra cosa è tradurre ciò in meccanismi». Lei dunque non è a favore del decentramento? «Io sarei un monocameralista e antiregionalista, con le regioni ridotte a organi amministrativi. Sono a favire del decentramento, ma la regione deve garantire l’amministrazione di un’area abbastanza vasta. Contesto alle regioni il potere legislativo, la legge deve essere nazionale, uguale per tutti i cittadini. Queste regioni vanno prese sul serio, dialogando alla pari con lo Stato. Questa esigenza è talmente forte che in Italia dagli anni Ottanta esiste la conferenza stato-regioni, e quella per gli enti locali. In questa riforma non se ne parla, perché sanno che il Senato che ne uscirebbe non rappresenta le regioni, ma i partiti nelle regioni. I senatori si
per evitarle». Lei ha parlato anche di “eversione costituzionale”, relativamente alla deriva autoritaria che si rischierebbe con la sommatoria tra la riforma e l’Italicum, il cosiddetto “dispositivo congiunto”. «A volte si forzano i termini. Io vedo con preoccupazione una continua crescita di disaffezione politica. Alla fine le elezioni diventano quasi sempre finte, nel senso che la competizione si riduce alla volontà di una componente di centro che di volta in volta premia uno o l’altro fronte, con la presenza di un forte astensionismo. E’ la fine della partecipazione politica, che è vista solo come partecipazione alle elezioni. La Prima Repubblica era molto più vivace, non a caso ha saputo garantire lo sviluppo dello stato sociale e riforme straordinarie su temi come il diritto di famiglia e la sanità. Quelle forze, pur confrontandosi duramente, riuscivano a trovare momenti di compromesso in cui non cessavano le differenze, e la minoranza sapeva di contare». Provocazione: è questa nostalgia della Prima Repubblica che la porta a schierarsi con le vecchie facce della politica? Berlusconi, D’Alema, Bersani, Fini, Monti, Bertinotti, Bossi, Dini, De Mita, Cirino Pomicino, Bobo Craxi, sono tutti per il no. «Le ragioni del no sono molte e diverse tra loro. Io parlo per me stesso, e ho il sospetto che questo voto non sia neanche per la
Costituzione, a molti non gliene importa nulla. Il senso ci sfugge, mentre diventa chiaro quando ci si ricorda della legge elettorale. Questo è diventato un attacco a Renzi. E’ vero che non è questo il contenuto della riforma, ma la colpa è soprattutto sua. Inoltre è molto grave che sia il governo a proporre una riforma costituzionale, rompendo l’accordo di fondo». Forse siamo arrivati al momento che Renzi promise quando parlava di rottamazione. «Allora dobbiamo giurare sul capo. Se arriviamo a questo punto, preferisco gli Stati Uniti, almeno là né il capo dell’esecutivo può sciogliere il parlamento, né il parlamento può cacciare l’esecutivo. Là c’è un vero equilibrio tra i poteri: il parlamento è forte rispetto al presidente, qui invece si vuole un presidente forte e un parlamento debole». Il rischio alla fine è che cercando la riforma perfetta che vada bene a tutti, non si arrivi mai al punto. Quando mai riaccadrà che i senatori di fatto votino per annullarsi? «Per anni rischiamo di avere la situazione bloccata. La riforma è pessima, ma quel che preoccupa è la vera riforma costituzionale: la legge elettorale della Camera. Renzi aveva chiesto un plebiscito, e il sì significa anche che questa legge non verrà toccata». Che pensa del tentativo fatto per intervenire sull’Italicum prima del referendum? «A cambiarla prima, la legge elettorale, non ci provano neppure».
«La competizione si riduce alla volontà di una componente di centro che decide»
uniranno secondo il potere politico, non secondo il territorio di appartenenza. Quindi si avrà una maggioranza casuale, capricciosa e imprevedibile: non funzionerà. Serve solo per far esprimere apprezzamento per la legge elettorale. Io voterò no perché, al di là delle critiche, voglio che questa legge elettorale della Camera venga totalmente cambiata, e si rispetti seriamente quel che ha affermato la Corte Costituzionale, con una sentenza creativa, cioé che il Parlamento deve essere rappresentativo». Ma non le sembra che gli
«Il Senato non rappresenterà le regioni ma i partiti nelle regioni»
italiani siano a favore del maggioritario? O crede che sia cambiato il clima rispetto alla battaglia di Mario Segni? «Il maggioritario non deve escludere la rappresentatività, il meno punitivo è quello che prevede una soglia di sbarramento, per far sì che non ci sia una dispersione significativa di voti. In Germania ad esempio la soglia è del 5%, più che sufficiente. La governabilità dipende dalla capacità dei partiti di stare assieme. Se si vuole garantire la gevernabilità impedendo le frequenti crisi di governo, ci sono tanti meccanismi per farlo, come la sfiducia costruttiva tedesca, o stabilendo, come in Spagna, che se non si riesce a costituire un governo si
va ad elezioni anticipate». Proprio la Spagna insegna: come da noi, là esistono tre partiti che si dividono quasi un terzo dell’elettorato, e due devono per forza accordarsi. Là dopo un anno si è arrivati alla desistenza del Psi al governo del Pp di Rajoy, con gli antisistema di Podemos all’opposizione. In Italia si dovrebbero unire Pd e centro-destra... «Si metteranno d’accordo, sembra che sia la prima volta che facciamo politica! Di crisi ne abbiamo avute tante, perché mancavano i meccanismi
«La prima repubblica era molto più vivace, e ha saputo garantire lo sviluppo sociale»
Luciano Pizzetti: «L’obiettivo è il funzionamento del sistema» Molto interessante il dibattito di martedì sera al Teatro Monteverdi sul referendum. Sul palco, di fronte a una nutrita platea, due esponenti del sì e due del no. Ad introdurli, due rappresentanti dei comitati opposti: Chiara Tomasetti del comitato provinciale del No e Rodolfo Bona, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Cremona, del comitato per il sì. E proprio in seno al Pd è nato questo incontro, già chiesto da “quelli del no” nell’ambito della recente Festa dell’Unità poi spostato di qualche mese. Del Pd fanno parte sia il sottosegretario cremonese Luciano Pizzetti (sì) sia l’europarlamentare Antonio Panzeri (no), supportati sul palco da due illustri costituzionalisti, rispettivamente Francesco Pizzetti e Ugo Rescigno. Primo giro di interventi, aperto da Francesco Pizzetti: «Andiamo con animo rilassato, abbiamo già votato per due referendum costituzionali, uno è passato l’altro no, e non è successo nulla di tragico. Non partiamo dall’Assemblea Costituente del 1948, ma dalla riforma del 2001 che ha cambiato la forma di Stato. Questa però era squilibrata, perché cambiava gli equilibri negli enti locali ma manteneva il bicameralismo perfetto, che al mondo abbia-
mo solo noi, solo perché nell’Assemblea Costituente non si trovò l’accordo, mantenendo così lo Statuto Albertino, che aveva un senso perché affiancava la Camera di eletti al Senato di nomina regia. Ma il bicameralismo era provvisorio, e se lo supereremo non violenteremo la Costituzione, ma faremmo quel che allora non si riuscì a fare. Quanto al governo, può governare solo se ha la fiducia della Camera sennò si dimette». Ugo Rescigno: «Questo Senato non rappresenterà le istituzioni territoriali: i senatori saranno eletti dal consiglio regionale in proporzione, e la scelta dipenderà dalla maggioranza, ed è grave perché gli sono dati poteri enormi: il primo è quello di poter bloccare le forme costituzionali. Perché la polemica è così violenta? Perché si capisce che questo è un plebiscito. D’accordo sui correttivi al proporzionale puro, ma questo disegno è scandaloso, può succedere che chi ha avuto più voti nel primo turno, al secondo possa essere sconfitto dall’alleanza tra gli altri. La posta in gioco è la democrazia per i prossimi decenni. Sono convinto che se vincerà il sì la Corte Costituzionale salverà in qualche modo la legge elettorale, se vincerà il no affermerà la sua illegittimità».
Antonio Panzeri: L’ossessione di cambiare la Costituzione è una malattia tutta italiana, l’abbiamo cambiata 36 volte. Il problema è politico più che costituzionale, e il degrado è dovuto anche alla bulimia legislativa. Il Senato manterrà molte competenze, anche se mancano quelle a garanzia delle stesse regioni. E come potrà realizzarsi questo doppio lavoro dei consiglieri regionali e dei sindaci? Passiamo da un bicameralismo perfetto a un bicameralismo confuso. Qui il decentramento viene sconfessato. Detto questo, credo che fu un errore nel 2001 fare la riforma con la maggioranza». Luciano Pizzetti: «Questo paese ha la memoria corta, di questo tema si discute da tempo, e va affrontato e risolto. L’obiettivo è il funzionamento del sistema, non la legge elettorale. Già nel programma dell’Ulivo era previsto che i consiglieri regionali facessero parte del Senato: questo è un processo di riforma da tempo invocato. Tutti i governi negli ultimi anni hanno avuto ministri per le riforme. Il titolo V fu il prodotto della bicamerale D’Alema votato da tutti. Dal 2001 al 2015 sono stati mossi più di 1500 conflitti davanti ala Corte, in Spagna e Germania moltissimi meno, e la Corte è intervenuta quasi sempre a favore dello stato contro le regioni. La riforma non interviene sulle forme di governo e sulle garanzie. Ad un certo punto, per ragioni politiche, un pezzo della politica si è sottratto sputando sul testo che ha concorso a scrivere e che ha votato, alcuni anche tre volte. L’abuso della fiducia e del decreto è il vero vulnus. Quanto al sistema elettorale, tutti sono legittimi, dobbiamo solo decidere quale aiuti il paese». I relatori sono poi stati sollecitati da domande del pubblico. Per il no, Rescigno si è detto d’accordo con la parte relativa all’abbassamento del quorum in caso di referendum abrogativi, non sull’innalzamento delle firme da raccogliere, mentre Panzeri ha sottolineato come il ballottaggio già previsto nei comuni abbia contenuti diversi rispetto alla Camera, auspi-
Sopra la folta platea presente al Teatro Monteverdi. In basso i relatori: da sinistra Francesco Pizzetti, Luciano Pizzetti, Chiara Tomasetti, Rodolfo Bona, Ugo Rescigno e Antonio Panzeri
cando una discussione politica su cosa debba essere oggi la sinistra in Italia, superando il blocco europeo tra socialisti e popolari. Per il sì, Francesco Pizzetti ha risposto a Rescigno che è democratico che al secondo turno le minoranze unite possano vincere, e ha invitato a fare attenzione sull’introduzione del referendum propositivo: «Se si proporrà un referendum sugli extraCee o sulla tolleranza religiosa che potrebbe accadere? Serve molta attenzione, è un tema delicato». Il suo omonimo Luciano ha simpaticamente accennato ad alcuni commenti fatti dai grandi statisti della Costituente dopo l’approvazione del ’48, a dimostrazione che le critiche anche aspre non mancavano già allora. Se vincerà il no che accadrà? «Non ci sarebbero le condizioni per un Italicum col maggioritario, l’unica modifica starebbe in una armonizzazione delle leggi di Senato e Camera. Ma ci attenderà instabilità, con grandi alleanze e governi di emergenza; i casi Verdini aumenteranno. Hollande al primo turno ha preso il 29%, ma nessuno in Francia lo ritiene illegittimo, la ragione vera di chi si oppone alla legge elettorale è evitare il governo dei 5 Stelle. Ma il sistema funziona se c’è alternanza, non si può fare una legge elettorale per evitare la vittoria altrui».
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Rubrica
Sabato 29 Ottobre 2016
Quel prete avvolto dall’oblio Alla Biblioteca statale di Cremona esiste un Fondo Camelli, costituito dai libri, periodici e opuscoli di Illemo Camelli, donati al Museo civico di Cremona e conservati dal 1947 nella stessa Biblioteca statale.
Il nome di questo sacerdote tornò improvvisamente alla ribalta tre anni fa, quando la sua opera grafica (anch’essa depositata presso la Biblioteca statale di Cremona) fu restaurata contemporaneamente alla verifica dei 20 faldoni della corrispondenza di questo poco noto personaggio cremonese. La documen-
tazione comprende interessanti documenti che confermano i legami storici tra il gruppo socialista di Leonida Bissolati e Roberto Farinacci. Chi era, dunque, don Illemo Camelli? (continua sotto)
Dal socialismo di Bissolati a Farinacci Chi era Illemo Camelli, che incontrò il socialismo all’osteria della Marcella
I
di Paolo A. Dossena
llemo Camelli è infatti uno dei tanti socialisti bissolatiani che (come il pastore protestante Paolo Pantaleo o l’avvocato massone Groppali) avranno un ruolo nel fascismo radicale e populista di Roberto Farinacci. Camelli scoprì il capo socialista Leonida Bissolati da ragazzo. Entrambi frequentavano l’osteria della Marcella, fucina della storia politica di Cremona del ventennio precedente la grande guerra. L’ambiente era mazziniano (lo stesso Bissolati veniva dai radicali, per i quali Giuseppe Mazzini era un idolo) e socialista. Sulla rivista farinacciana Cremona, Tullo Bellomi, anima dell’Istituto di Cultura Fascista di Cremona, scriverà dell’osteria della Marcella: «La bohéme politica [della città] dal 1895 al 1915, ebbe a farne la propria sede. Chi scrive, vi trascorse circa sette od otto anni dopo il ’98. E’ cosa certa che, la storia politica di Cremona dell’ultimo ventennio d’anteguerra, si è fabbricata prevalentemente in quell’umile osteria di Porta Po». Quindi anche il fascista Tullo Bellomi era un ex frequentatore dell’ambiente socialista e mazziniano dell’osteria della Marcella. Ma partiamo dal principio. Illemo Camelli era nato nel 1876 in una famiglia perseguitata dalla sventura. Nelle parole di Francis J. Demers, biografo di questo sacerdote cremonese, il padre di Camelli era morto quando questi era un bambino «e spesso egli sorprendeva la madre in lacrime; essa morì quando lui aveva
diciassette anni». La sincera sollecitudine dei socialisti per i disgraziati, avvicinò Camelli a Bissolati. Camelli, fattosi animo, intervenne a una riunione bissolatiana. Racconta ancora Demers: «Non tutti in quegli uffici erano operai: alcuni erano dei borghesi ben vestiti, ma tutti aspettavano tranquillamente che arrivasse Bissolati. I lavoratori si rivolgevano con semplicità e senza imbarazzo ai borghesi e tutti si trattavano con tono familiare; persino al giovane nuovo arrivato un operaio dall’aspetto venerabile chiese di dargli del tu». Camelli divenne l’aiutante di Bissolati nell’organizzare i contadini. In questa veste, egli idealizzò gli uomini delle campagne con cui era entrato in contatto. Un
po’ come aveva fatto più di un secolo prima Jean Jacques Rousseau (nel suo Emile, 1762) Camelli applicò l’idea di “bontà naturale” ai contadini cremonesi, da lui descritti come in contatto con la natura. Disse che la bontà del loro animo era ancora incontaminata: il problema era quello di proteggerli senza privarli della loro innata onestà. Ancora dopo l’adesione al fascismo, Camelli ricordava con tenerezza il tempo in cui, di notte e con la pioggia, percorreva le campagne in calesse a fianco di Bissolati cantando che il mondo era bello e il futuro sacro. A questa fase entusiastica subentrò il disincanto. Nel 1896, infatti, i contadini attuarono uno sciopero durissimo: le
mucche non munte muggivano pietosamente e talvolta morivano. Secondo Demers, Camelli «corse per i campi e urlando si gettò in terra». Il successo aveva inoltre ingrossato il partito: opportunisti e ambiziosi (i personaggi peggiori della provincia, secondo i ricordi di Camelli) infiltrarono il socialismo bissolatiano contaminandolo irrimediabilmente in un’orgia sfrenata («ubriacarsi divenne cosa comune persino nelle riunioni organizzative»). Infine alle elezioni del 1900 “il marchese” sconfisse per pochi voti Bissolati, e Camelli, che aveva lavorato febbrilmente per dirigere la campagna elettorale, ebbe un esaurimento nervoso e abbandonò i socialisti.
Sopra al titolo l’affresco di Palazzo Raimondi (opera del pittore Guido Bragadini) che rappresenta Farinacci (in primo piano con la spada) come Ludovico il Moro insieme a tutto il suo gruppo, ritratto in abiti d'epoca. Illemo Camelli è il quarto personaggio alla sinistra di Farinacci (al centro nel particolare qui sopra a destra). Qui sopra un autoritratto di Camelli e uno dei documenti della corrispondenza Farinacci-Camelli: nel 1923 il primo consegnò al secondo questo telegramma ricevuto da Aldo Finzi. Più in alto, da sinistra una fotografia tratta dal necrologio di Illemo Camelli, Pasquale, il marito della Marcella, della quale fu descritto da Tullo Bellomi come succube, e la stessa Marcella, in una fotografia apparsa a commento dell'articolo di Tullo Bellomi
Dopo un periodo di atroci sofferenze causate da disturbi nervosi e di stomaco, Camelli riapparve come prete (abbracciò il sacerdozio nel 1905) e fascista (e pittore e studioso d’arte.) Oggi il fondo Camelli e i 20 faldoni della sua corrispondenza tornano ad essere di grande interesse. Essi testimoniano che il sodalizio tra Camelli e gli altri ex socialisti bissolatiani e frequentatori dell’osteria della Marcella (Farinacci, Pantaleo, Bellomi eccetera) passati al fascismo durò fino alla morte del sacerdote. Uno dei documenti della corrispondenza Farinacci-Camelli è particolarmente rivelatore. Nel 1923 il primo consegnò al secondo un telegramma ricevuto da Aldo Finzi (il sottosegretario agli interni ebreo di Mussolini, coinvolto nel delitto Matteotti e poi ucciso alle Fosse Ardeatine). Nel documento si legge: “Mi è gradito parteciparti che con odierno decreto il signor Camelli Illemo da te vivamente raccomandato è stato nominato cavaliere d’Italia. Aldo Finzi”. Durante il dominio farinacciano a Cremona, Camelli ricoprì un ruolo non meno importante di quello di Pantaleo o di Bellomi. In particolare, fu “tra i più fecondi collaboratori” (come si legge sul necrologio) della rivista Cremona e fu “preziosissimo collaboratore del Comitato Stradivariano”. Ma la cosa più importante è che Camelli fu direttore del Museo civico (dove allestì la famosa Sala dedicata a Stradivari) dal 1928 fino alla morte, avvenuta nel 1939. (Fine della singola puntata, l’appuntamento è per il 5 novembre con una nuova vicenda storica)
Cronaca
Sabato 29 Ottobre 2016
Ambienti di lavoro sicuri a ogni età Il tema di quest’anno strizza l’occhio a chi è costretto a rinviare l’età della pensione I
Nella sede Ance Cremona si è svolta la 7ª edizione della “Giornata della sicurezza nei cantieri”, che si celebra in oltre 30 Paesi
eri a Cremona presso la Sala Conferenze della sede di Ance Cremona in via delle Vigne 182 si è svolta la 7ª edizione della “Giornata della sicurezza nei cantieri”. L’iniziativa, nata nel 2010 dalla collaborazione tra Associazione Costruttori Edili Ance Cremona ed Interprofessionale (Architetti, Ingegneri, Geometri, Periti Industriali, Dottori Agronomi, Periti Agrari, Geologi, Agrotecnici) della Provincia di Cremona, in collaborazione con Inai Cremona, Ats Val Padana, Dtl di Cremona, Ente Scuola Edile Cremonese-Comitato Paritetico Territoriale della provincia di Cremona per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro per le attività edilizia ed affini (Cpt), quest’anno vede il Patrocinio della Camera di Commercio di Cremona, dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia di Cremona, della Direzione Regionale Lombardia Inail, dell’Ats Val Padana e di Ance Lombardia. L’iniziativa, aperta a tutti i settori, ai committenti privati e pubblici, agli studenti, alle imprese e ai professionisti, si focalizza sulla sensibilizzazione alla sicurezza sui posti di lavoro, puntando alla formazione di una cultura alla sicurezza in senso generale. Quest’anno la Giornata della sicurezza si tiene nella settimana europea della Sicurezza, Coordinata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha) e organizzata in più di 30 paesi, proprio per valorizzare questo concetto che è ormai parte della nostra cultura e va oltre i nostri confini territoriali. Il tema specifico di questa 7ª edizione (“Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”) è stato scelto per le evidenti problematiche che incontrano le maestranze costrette a rimanere al
Da sinistra Bondioni (Scuola Edile Cremonese), Vescovi (Dtl), Reduzzi (Consulente del Lavoro), Firmi (Ats Val Padana) e Livella (Inail)
lavoro oltre i 60 anni di età perché impossibilitate, dalle diverse riforme, ad accedere prima alla pensione: la forza lavoro invecchia e la vita lavorativa, quindi, si allunga. A livello europeo, il processo di invecchiamento del mercato del lavoro viene affrontato come processo e non come condizione, in un’ottica di continuità che inizia con l’accesso al mercato del lavoro fino alla sua uscita ed oltre (per esempio, promuovendo e incentivando attività extra lavorative, come il volontariato). Il lavoro va quindi adattato alle capacità, alle competenze e allo stato di salute individuali, nonché ad altri fattori di diversità. È un processo dinamico e continuo lungo tutto l’arco della
vita lavorativa. Una buona progettazione dell’ambiente di lavoro e una buona organizzazione del lavoro offrono benefici a tutte le fasce d’età. L’evento è stato introdotto dai Saluti del Direttore di Ance Cremona Laura Secchi e del Presidente della Commissione Affari istituzionali della Regione Lombardia Carlo Malvezzi, e si è articolato in una serie di interventi che hanno visto susseguirsi esperti, dirigenti e funzionari degli Enti coinvolti e, più precisamente: Monica Livella, Responsabile sede INAIL di Cremona, sul tema “La prevenzione in tutto l’arco della vita lavorativa”; Anna Marinella Firmi, Direttore Spsal, Ats Val Padana Sede Territoriale di Cre-
mona, in merito alla “Interazione tra il Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Ats Val Padana e i Medici Competenti del territorio cremonese: utile sinergia per la promozione di ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”; Giancarlo Vescovi, Capo Area1 Vigilanza Dtl Cremona, per i “Rischi Sensibili all’età. Appunti per una valutazione nei cantieri”; Riccardo Reduzzi, Consulente del Lavoro di Crema, in merito alle “Agevolazioni per Giovani Imprenditori”; Elisabetta Bondioni, Direttore Ente unificato Scuola Edile-Cpt, per “L’attività formativa dell’Ente Scuola Edile Cremonese-Cpt in materia di sicurezza rivolta a giovani e adulti”. I Saluti finali sono stati a cura degli Ordini
Professionali. Una rappresentanza di studenti dell’istituto Vacchelli di Cremona, precisamente della 4ªA, accompagnati dal prof. Caccialanza e uno studente della Scuola Edile hanno partecipato all’iniziativa presentando le risultanze del progetto GeoArt a cui hanno partecipato nel corso dell’anno 2016. Inoltre, nel corso dell’evento è stato proiettato il cortometraggio di animazione prodotto dall’Inail “Napo ritorno... da un futuro sicuro”. L’evento, divenuto un importante appuntamento annuale itinerante per la nostra Provincia, si considera un vero e proprio “programma” di prevenzione e promozione della cultura della sicurezza nel settore edile.
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Appunti per la cittadinanza sostenibile
Appunti per una cittadinanza sostenibile. E’ il titolo dell’incontro che si terrà sabato 5 novembre alle ore 16.30 nella Sala Quadri di Palazzo Comunale organizzato dal Comune di Cremona e dal Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano nell’ambito delle iniziative legate alla mostra Janello Torriani, Genio del Rinascimento, aperta fino al 29 gennaio al MdV. Un dialogo tra Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia L. Da Vinci e Giulio Giorello (i due nella foto), matematico ed epistemologo tra i più autorevoli in Italia, ordinario di Filosofia della Scienza all’Università degli Studi di Milano. A partire dall'esperienza del capoluogo lombardo e dal libro Milano e le sue rotte obbligate. Le acque che ci tocca navigare di Fiorenzo Galli, una riflessione sull’esigenza delle città di svilupparsi come aree dinamiche e attrattive a livello internazionale, tutelando al tempo stesso le esigenze e i bisogni (dalla sicurezza, all’ambiente, al lavoro) oggi espressi dalle popolazioni urbane. Come garantire quei diritti che oggi assicurano una cittadinanza piena e sostenibile? Come farlo se non attraverso impostazioni sempre meno ideologiche e improntate a competenze responsabili, affidate alla capacità di sapere e di fare: di saper fare? L’appuntamento è ad ingresso gratuito ed è rivolto alla cittadinanza e alle scuole. Interverranno il Sindaco Gianluca Galimberti e Giovanni Arvedi, Presidente del Gruppo Arvedi.
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Sabato 29 Ottobre 2016
Quella visita di papa Wojtyla
Angelo Dossena ricorda la presenza dell’allora Arcivescovo di Cracovia nel Duomo di Casalmaggiore
L
di Vanni Raineri
a visita 40 anni fa di Karol Wojtyla a Casalmaggiore è rimasta ignota agli stessi casalesi sino a sabato scorso. Nell’intervista che abbiamo pubblicato sullo scorso numero del Piccolo all’ideatore di RecitarCantando Angelo Dossena, lo stesso ha ricordato come il futuro papa accompagnò l’orchestra di Cracovia nelle tappe di Casalmaggiore e Crema. L’episodio è stato inserito anche nel suo libro “RecitarCantando, l’invezione della politica culturale. Il primo esempio in Italia”. Lo stesso sabato poi al Ponchielli l’autore ha ricordato l’episodio, e il giorno dopo a Casalmaggiore anche il direttore del Teatro Comunale Giuseppe Romanetti ha citato l’episodio narrato nel libro. Nessuno a Casalmaggiore ricorda quell’episodio, anche perché all’epoca il futuro papa non era ancora conosciuto. Oggi tanti manifestano incredulità in merito a quella vicenda, ma i ricordi di Angelo Dossena sono nitidi, per questo gli chiediamo di ripercorrere quell’episodio, che gli fu rammentato da Wojtila una volta papa. Allora Dossena, cosa accadde di preciso? «Era il 3 settembre del 1976, e Casalmaggiore inaugurò la prima edizione del RecitarCantando. E’ stato il primo spettacolo di una lunga serie. Ad esibirsi, non in teatro che allora non era agibile ma in Duomo, fu l’Orchestra e Coro della RadioTelevisione polacca con sede a Cracovia. I teatri arrivarono dopo, e fu il lascito più concreto di RecitarCantando. Quello spettacolo fu una prima nazionale. Ricordo che quell’orchestra doveva andare a Roma per un concerto in Vaticano davanti a papa Paolo VI. Attraverso gli agenti musicali, in particolare
fu Julio Alvarez, venimmo a conoscenza della possibilità di ospitarli. I 200 componenti arrivavano in Italia da Cracovia su 4 pullman. Proponemmo di alloggiarli riconoscendo loro un minimo rimborso spese, non avevamo molto soldi in quegli inizi. Fareste due concerti? Chiedemmo, e la risposta fu positiva. E così li alloggiammo tra Casalmaggiore, Sabbioneta e Parma. A Casalmaggiore eseguirono la Messa da Requiem di Mozart, il giorno dopo, il 4 settembre ’76, in piazza Premoli a Crema fecero la Nona di Beethoven che chiude con l’Inno alla Gioia, che era da poco diventato l’inno europeo. Si trattava delle due esecuzioni che avrebbero poi proposto in Vaticano». E veniamo a Wojtyla. «Il pomeriggio arrivano a fare le prove, e con loro c’è una persona vestita “da prete”, con giacca, un collettino bianco, calzoni e una croce di ferro. Prima dell’inizio delle prove e durante gli intervalli parlava in polacco con gli orchestrali e i coristi. Per il suo abbigliamento sobrio l’avevamo preso
per una sorta di assistente spirituale, pensavo ad una loro usanza, anche per le difficoltà di comunicazione». In quel 1976 il futuro Giovanni Paolo II era Arcivescovo di Cracovia, e già nominato Cardinale da Papa Paolo VI. «In quegli anni il vescovo era una figura dall’immagine tutt’altro che sobria, lui però si comportava in tutt’altro modo. A Casalmaggiore in quel gruppo era l’unico a dire qualcosa in italiano. Abbiamo scambiato alcune parole, ma ricordiamo il contesto dell’epoca: il muro di Berlino era ben saldo, e quei polacchi avevano smoking molto datati, le donne vestite di nero con abiti della festa tipici dell’est Europa. Insomma, un’atmosfera oggi inconcepibile. Si può dire che in quel periodo l’abito faceva il monaco. A fine serata, dopo un’esecuzione che fu di grande livello, partecipò al brindisi dicendo parole sia in polacco che in italiano ricevendo i complimenti di tutti. La sera dopo, l’orchestra si esibì a Crema, ed ero presente anche in quella occasione».
Ma come seppe poi che quel prete era in realtà Wojtyla? «Accade che nel 1985, quando io lavoravo alla Scala di Milano, Papa Wojtyla venne al Teatro per tenere una lectio magistralis. Arrivò nel tardo pomeriggio ed incontrò i dirigenti del teatro. Eravamo in sette, e con me c’era anche Gregorio Sangiovanni, altro protagonista del RecitarCantando: io mi occupavo degli spettacoli, lui del pubblico. Fummo presentati al papa uno ad uno, con nome e cognome e luogo di provenienza. Quando Wojtyla sente che siamo di Crema, dice subito: “Io a Crema ci sono stato”. Al che rimaniamo sbigottiti, e lui aggiunge: “Sono stato prima a Casalmaggiore, e il giorno dopo a Crema ad accompagnare l’orchestra di Cracovia”. Per noi fu una grande sorpresa, e in quel momento l’abbiamo riconosciuto: era lui, il papa, quell’assistente spirituale. In seguito incontrò alcune suore polacche di Milano e alle 20 tenne un discorso sulla cultura e la musica, un discorso importante agli intellettuali di un’ora e mezza.
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A destra Karol Wojtyla a Cracovia. A sinistra Angelo Dossena ai tempi di RecitarCantando
Tra l’altro lui suonava ed era uno che ne capiva dell’argomento, entrando anche in argomenti specifici». Chissà che emozione per voi. «Era una figura imponente, e solo in quel momento io e Gregorio lo riconoscemmo. Non gli mancava la battuta: appena arrivato disse: “Sono alla Scala perché sono diventato papa, prima qui non mi lasciavano venire». Poi lei è rimasto per tanti anni a Milano e la vicenda è rimasta sconosciuta. «Non solo a Casalmaggiore, ma anche a Crema». Sentiamo dunque Giuseppe Romanetti, direttore del Teatro Comunale di Casalmaggiore, un altro protagonista di RecitarCantando. «Ma non nei primi anni – afferma -. Ero già presente a “Woo-
stock in Europe”, nel 1979, ma non in quell’esordio. Sabato ero al Ponchielli quando ho sentito la storia, e l’ho citata domenica a Casalmaggiore. Mi hanno dato del matto». Magari sarà possibile cercare materiale fotografico di quella serata storica, non solo per la presenza di Wojtyla ma anche perché fu il primo spettacolo di quella grande rassegna. «Purtroppo non esiste un archivio soprattutto di quei primi anni. Forse qualche fotografo ha scattato foto». E allora proviamo a lanciare l’appello, chissà che non salti fuori qualche testimonianza concreta. Intanto, chi volesse leggere l’interessante libro di RecitarCantando, può rivolgersi al seguente link: http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/musica-e-spettacolo/250647/recitarcantando.
La presentazione del libro di Dossena (il primo da destra) domenica scorsa al Teatro Ponchielli di Cremona
I giovani del Listone ora ripuliscono le muraglie imbrattate Bella iniziativa dei giovani della lista civica, che domani saranno in via Minatori del Belgio. Invitati i cittadini, anche i vandali
La muraglia “incriminata” di via Minatori del Belgio a Casalmaggiore
Encomiabile iniziativa del gruppo giovani de “Il Listone - la comunità che dialoga”. Si può far politica anche ripulendo una muraglia imbrattata da concittadini incivili. A spiegarci l’iniziativa è il presidente del Listone Gabriel Fomiatti: «Negli scorsi mesi abbiamo assistito a uno spiacevole spettacolo: il muro (circa 60 metri x 2) che costeggia Via Minatori del Belgio a Casalmaggiore, è stato preso d’assalto da giovani teppisti che si sono dilettati in “opere d'arte” dal gusto discutibile, come disegni osceni, frasi blasfeme e insulti alle forze dell’ordine. Non è la prima volta che Casalmaggiore versa in questa spiacevole situazione, ma mai, ul-
timamente, di queste dimensioni. In seguito ad un sopralluogo ed una discussione interna al nostro gruppo, i Giovani de “Il Listone” hanno deciso di intervenire per risolvere la questione: attraverso un semplice autofinanziamento siamo riusciti a reperire i fondi per l’acquisto del materiale utile alla pulizia della muraglia, che si svolgerà nella mattinata di domenica 30 ottobre a partire dalle ore 9». «Non ci illudiamo - prosegue Fomiatti - che il nostro intervento possa incidere in modo significativo sul degrado che affligge Casalmaggiore negli ultimi anni, ma riteniamo possa essere l’inizio di un percorso di riqualificazione del decoro urba-
no e un richiamo alla responsabilità e al senso civico per l’intera comunità. Tale semplicissima evoluzione si traduce non solo in un miglioramento dell’immagine della città, ma anche nel risparmio di soldi pubblici derivanti dai contributi di tutti i cittadini, i quali potrebbero essere destinati ad altri fini». Infine l’invito ai concittadini: «Saremmo contenti se alla nostra iniziativa aderissero altri cittadini, associazioni o comitati sensibili a questa causa importante per tutta la comunità. In particolare i giovani sedicenti “artisti” dal discutibile talento». Beh, forse questo è pretendere troppo...
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Casalmaggiore
Sabato 29 Ottobre 2016
Un altro caso a Martignana Po
San Serafino, furto di rame
TiBre e Cr-Mn, il piano cave
Lo ha deciso la Regione Lombardia: 13 milioni e mezzo di metri cubi per realizzare le opere nel Cremonese
I MARTIGNANA PO – Tornano in azione i ladri del rame. Avendo esaurito quasi i cimiteri, ora agiscono nelle chiese. Come già capitato alla chiesa di Borgolieto a Gussola e ad altri edifici religiosi del territorio, i predatori stavolta hanno presoso di mira la chiesetta di San Serafino, a ridosso dell’argine maestro a Martignana Po. Una zona che di notte non è trafficata, anche per il divieto di transito delle autovetture sull’argine maestro nell’intero tratto tra Gussola e Casalmaggiore. I ladri addirittura hanno agito a più riprese, in due notti consecutive. Nella prima hanno divelto due canali di scolo posti sulla facciata, la notte successiva sono tornati asportando altri due tubi, che sono stati strappati alla struttura, e uno zoccolo, pure in rame, che si trovava a livello del piccolo marciapiede che circonda la chiesetta. La gente di Martignana è particolarmente devota alla chiesetta, una delle tante edificate un tempo a ridosso dell’argine maestro che da sempre rappresenta un pericolo per chi vive a contatto del grande fiume. Probabilmente i ladri non hanno pianificato il doppio intervento, ma hanno dovuto abbandonare la scena la prima notte disturbati da qualcuno che transitava nella zona. Purtroppo nessuno si era accorto del primo raid, così la guardia è rimasta bassa e i malviventi hanno potuto fare ritorno sul luogo del misfatto per completare la loro operazione delinquenziale. Il danno non è eccessivo, ma anche in questo caso si renderà obbligato sostituire le tubazioni in rame, ovviamente con altri materiali che non siano appetibili ai predatori.
Gussola - Questa sera alle 21
Auser, tombola e tesseramento
GUSSOLA - Il circolo AuserInsieme di Gussola organizza per stasera, sabato 29 ottobre alle ore 21 presso i locali del Centro Culturale, una tombola per trascorrere una serata in compagnia. Nel corso della stessa serata saranno distribuite le schede di adesione all’associazione per l’anno 2017. L’Auser invita tutti i propri associati a partecipare all'iniziativa.
di Vanni Raineri
l livello della protesta è calato, ma le grandi opere che toccano il Casalasco non si fermano. Martedì la Regione ha approvato il nuovo Piano cave per la Provincia di Cremona per i settori merceologici di sabbia, ghiaia e argilla. L’approvazione è avvenuta a maggioranza. Contrarie per questioni di merito e di metodo le opposizioni, che già nel dibattito in Commissione Ambiente avevano sollevato criticità. Complessivamente il Piano, che è stato illustrato da Lino Fossati (Lista Maroni), prevede 8 ambiti territoriali estrattivi (Ate) di argilla per un volume totale di 4.309.500 metri cubi; 26 ambiti estrattivi di sabbia e ghiaia per un volume totale di 11.530.984 metri cubi; un ambito nel settore estrattivo delle torbe per un volume totale di 81.000 metri cubi; 3 cave di recupero nel settore sabbia e ghiaia per un volume totale di 1.040.000 metri cubi. Per quanto riguarda la parte relativa alle cave destinate a opere pubbliche (fabbisogno estrattivo complessivo previsto in 16 milioni di metri cubi), circa 9 milioni saranno destinati alla realizzazione in territorio cremonese dell'autostrada TiBre (Tirreno-Brennero); 450.000 metri cubi per la realizzazione del raccordo viario Cremona-Castelvetro e 4.383.400 metri cubi di materiale inerte
A sinistra il tratto da realizzare della TiBre, a destra un’affollata assemblea ambientalista lo scorso anno a Piadena
serviranno per l'autostrada CremonaMantova. Sono stati invece esclusi i siti estrattivi presenti nei Comuni di Ripalta Arpina e di Castelleone, in quanto collegate a opere già realizzate, cosi come state stralciate dal Piano tutte quelle cave che si trovano a eccessiva distanza dall’opera pubblica a cui sarebbero destinate.
Dunque, chi pensava che il recente silenzio su quelle opere manifestasse la volontà di accantonarle, può tornare alla realtà, e non è difficile supporre che i movimenti che si oppongono alle due grandi opere torneranno presto a dare battaglia. In verità hanno già iniziato a scaldare i motori della protesta. Gli ambientalisti contestano ad AutoCisa di aver dato
la disponibilità a concludere l’intera opera solo a fronte di un contributo delle casse pubbliche di poco inferiore al miliardo di euro, a fronte di una spesa necessaria di 2,7 miliardi. Gli ambientalisti sottolineano di nuovo come a loro parere si configuri un aiuto di Stato, illegittimo per le norme europee sulla concorrenza.
Una bandiera, l’orgoglio di Casalmaggiore Sventolata a Manila in occasione del Mondiale per club, è stata restituita dalla Pomì in Municipio al sindaco
Lucia e Lucia, Bacchi e Bosetti: le prime a scendere dal pullman, che eccezionalmente parcheggia in piazza Garibaldi martedì, al rientro dall’aeroporto, sono loro. E subito il boato arriva. I tifosi della Pomì Casalmaggiore stanno attendendo da circa mezzora sotto il portico dell’ingresso principale del Municipio casalese per tributare alle rosa il giusto applauso dopo lo splendido argento conquistato al Mondiale per Club di Manila. La squadra, sulla strada di ritorno, ha perso, per modo di dire, coach Gianni Caprara, tornato a casa sua a Novara, dopo avere concesso a se stesso e alla squadra tre giorni di meritato riposo, prima di rituffarsi nel campionato, per la sfida di domani contro Bolzano, valida per la terza giornata di regular season (la seconda per Casalmaggiore, che mercoledì recupererà a Cremona il match contro Monza): poi una piccola tappa al Caffè Centrale di San Giovanni in Croce per un aperitivo che serve soprattutto a riaprire gli occhi. La stanchezza si legge nei volti di chi dopo 20 ore di volo non può certo essere fresco come una rosa. Ma il bagno di folla, con una settantina di persone presenti in comune tra tifosi e autorità, rinfranca lo spirito e consola, togliendo quel piccolo grande rammarico per un oro sfumato a un passo dal traguardo. Massimo Boselli Botturi, che è stato a Malpensa ad accogliere la squadra assieme all’ad del main sponsor Costantino Vaia, arriva per primo assieme alla moglie Raffaella Storti, che invece a Manila c’è stata, e a Claudio De Felice, responsabile marketing. Poi, dopo l’arrivo del pullman, tutti i protagonisti della trasferta sfilano davanti allo striscione preparato dai tifosi che recita: “Siete il nostro orgoglio!”. Concetto ripetuto anche dal sindaco Filippo Bongiovanni, una volta che la squadra sale nella grande
Il sindaco Filippo Bongiovanni e la capitana Valentina Tirozzi sostengono la bandiera restituita al Comune
sala consiliare: «Non è una vittoria, stavolta, ma vi siete battute con grande cuore, andando oltre il traguardo prefissato della semifinale: siete state magnifiche» ripete il primo cittadino, e subito chiama l’applauso. Con lui anche diversi consiglieri e assessori, oltre a tanti cittadini. Tocca poi a Massimo Boselli Botturi chiamare a sé tutti i dirigenti, confermando l’orgoglio di un casalese doc che vince e quasi conquista il mondo per la sua città. La cerimonia è breve, le ragazze meritano riposo e non vengono stressate. Solo Valentina Tirozzi, il capitano, mostrando la sua medaglia d’argento e il
piatto che sarebbe poi il trofeo per la seconda piazza mondiale, viene chiamata dietro il tavolo consiliare per una foto ricordo e per restituire al sindaco la bandiera di Casalmaggiore, sempre sfoggiata dopo ogni vittoria a Manila. Il gagliardetto del comune è finito nelle mani della capitana dell’Eczacibasi, Larson, prima della finale: «Non lo abbiamo consegnato prima perché credevamo di arrivare in fondo» rivela Tirozzi, prima dell’ultimo applauso. Che anticipa anche la lettera del presidente di Lega Volley Mauro Fabris, che si è congratulato con le rosa usando toni di grande entusiasmo.
Fiera di San Carlo
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Sabato 29 Ottobre 2016
Casalmaggiore in fermento per l’appuntamento più importante dell’anno. Si parte il primo novembre, giù il sipario il 7
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er Casalmaggiore la Fiera di San Carlo, Santo Patrono della città, è l’evento più atteso e sentito dell’anno, appuntamento totalmente racchiuso nel DNA del territorio: il sipario si alzerà martedì 1 novembre,con la festa che proseguirà fino al 6 novembre. La kermesse, secondo tradizione, è nata come fiera essenzialmente agricola, del bestiame e di scambio; poi, nel tempo, l’appuntamento ha modificato il proprio modo di proporsi, incentrandosi maggiormente sul divertimento. E durante tutti i sei giorni della manifestazione ci sarà anche la Sagra del Cotechino e del Blisgòn, organizzata e curata dalla Pro Loco Casalmaggiore, vera e propria cabina di regia di tutto l’intero evento insieme ovviamente al Comune. La “Sagra del cotechino e blisgòn”, ecofesta certifi-
San Carlo, l’evento più atteso
cata, giunge alla diciannovesima edizione. Menù a base di cotechino, tortelli di zucca casalaschi, salumi, cotiche e tanto altro: insomma i piatti tipici dell’autunno (anche da asporto). Verranno utilizzate stoviglie compostabili e verrà distribuita l’acqua alla spina, naturale o gassata. La sagra, interamente organizzata e gestita dagli esperti volontari della Pro Loco e da vari giovani coordinati come sempre dai consiglieri Giuseppe Cavalli e Giuliano Zambelli, si terrà dal 1° al 7 novembre e si concluderà come da tradizione la sera del 7 con la risottata
casalasca ed il Memorial Garavaldi (iscrizioni in Pro Loco). Ritornando a volgere lo sguardo sulla Fiera, testimonianze d'inizio Novecento parlano dell’appuntamento come il momento dell'anno che tutti attendevano con grandissima trepidazione, certamente per gli affari, ma non solo. Infatti già in passato per grandi e piccini del casalasco, la Fiera era anche un’ottima occasione di svago e fenomeno di costume. Le giostre prendevano posto in Piazza Garibaldi, mentre il Circo si collocava in Piazza Vecchia, ora Piazza Turati. Le vie del centro erano occupate da bancarelle a mercato o venivano letteralmente invase da trattori, mezzi agricoli, utensileria ed esposizioni varie. Lo scambio economico e sociale, dunque, durante la fiera di San Carlo
invadeva tutto il centro città, con un gran flusso di gente proveniente da tutti i centri limitrofi e non solo. Infatti poteva capitare che la piena del Po andasse a impedire l’ottimo afflusso di curiosi provenienti dal parmense. Già tra le due guerre la fiera assunse a grandi linee il medesimo carattere odierno. Piazza Garibaldi era infatti invasa da gente festante per l'arrivo della giostra dei cavalli, per le spettacolari acrobazie di motociclisti spericolati, per le montagne russe, per le curiosità come la donna cannone o semplicemente per le bancarelle dove acquistar dolci o vestiti. Contemporaneamente il Teatro Sociale apriva le sue porte e soprattutto alzava il suo sipario: Verdi, Stradivari, Rossini, erano gli autori maggiormente eseguiti dal coro casa-
lasco accompagnato dall'orchestra. Nella zona dell'Arco di Trionfo in via Baldesio era allestita una sorta di balera in cui gruppi della zona come i fratelli parmensi "Cantoni" eseguivano il proprio repertorio: qui ci si incontrava per ballare e divertirsi fino a notte fonda. Oggi la Fiera presenta gli stessi ingredienti, ma con piccole significative modifiche, per esempio il Circo in Piazza Turati è stato sostituito da un’ampia galleria a cielo aperto degli ultimi modelli di automobili. Un "motor show" in piccolo offerto dalle principali concessionarie della zona. Le vie di Casalmaggiore, andando verso Santo Stefano sono dedicate secondo tradizione all'attività agricola, con mezzi decisamente più ingombranti che in passato.
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Sabato 29 Ottobre 2016
Fiera di San Carlo
Non solo bancarelle e torrone, ma anche tanta cultura in questa edizione. Anche la Sagra del cotechino e del blisgòn
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on solo bancarelle e torrone, ma anche tanta cultura in questa edizione di fiera autunnale di San Carlo che si apre a Casalmaggiore il primo novembre per concludersi il 7 con la gara di Briscola Memorial Ugo Garavaldi presso il cortile dell’ex Palazzo Turati. Una Fiera lunga, come ha sottolineato la presidente sella Pro Loco Cinzia Soldi, perché non si poteva non comprendere nel calendario un sabato e una domenica. Quindi si partirà con l’inaugurazione degli eventi martedì primo novembre davanti al Museo del Bjou con la visita a tutte le bancarelle ed espositori che come al solito occuperanno via Favagrossa e via Formis mentre tutte le altre bancarelle saranno collocate nelle altre vie del paese compresa piazza Turati con il salone all’aperto delle auto. Oltre all’immancabile luna Park (con la novità del Labirinto Maia su tre piani) sarà possibile visitare gratuitamente tutte le mostre e le opere d’arte nei vari musei. Attraverso visite guidate, oltre alla Torre littoria, si potrà accedere a luoghi di importanza storica usualmente non accessibili. Rilevante la parte gastronomica con la sagra del cotechino e dei blisgon, che abbraccerà l’intera kermesse, quindi dal 1 al 7 novembre con il proprio quartiere generale presso il cortile dell’ex Palazzo Turati. GIOSTRE E MERCATO GENERALE – Dal 1 al 6 novembre, presso Piazza Garibaldi, vie limitrofe, via Formis e e via Favagrossa ci saranno le giostre e il mercato generale, accompagnati dall’esposizione di veicoli industriali e dal mercato agro-alimentare. MARTEDI’ 1 NOVEMBRE – E’ in programma la prima della stagione teatrale 2016-17 con lo spettacolo “Ma”, ispirato a Pier Paolo Pasolini, e messo in scena dalla compagnia Stabilemobile ovviamente presso il Teatro Comunale di Casalmaggiore, con inizio spettacolo fissato per le ore 21. MARTEDI’ 1° E DOMENICA 6 NOVEMBRE – Dalle ore 14 alle 18 ci sarà l’apertura straordinaria della Torre dell’Acquedotto (Torre Littoria)
Arte e gastronomia per un menu a 360°
VENERDI’ 4 NOVEMBRE – Si terrà la presentazione alle ore 17.30 presso l’Auditorium Santa Croce del libro su Giuseppe Raineri. LUNEDI’ 7 NOVEMBRE – Alle ore 18 presso il cortile dell’ex Palazzo Turati si svolgerà l’atteso torneo di Briscola, il Memorial Ugo Garavaldi: per partecipare le iscrizioni vengono raccolte presso la sede della Pro Loco. DAL 1° AL 7 NOVEMBRE - La “Sagra del cotechino e blisgòn”, ecofesta certificata, giunge alla diciannovesima edizione. Menù a base di cotechino, tortelli di zucca casalaschi, salumi, cotiche e tanto altro. La sagra, interamente organizzata e gestita dagli esperti volontari della Pro loco e da vari giovani (oltre 50 le persone impegnate a pieno regime), si terrà dal 1 Novembre al 7 Novembre 2016 e si
concluderà come da tradizione la sera del 7 Novembre con la risottata casalasca ed il Memorial Garavaldi. Il servizio cucina è aperto tutte le sere dalle 18.30; per pranzo sarà invece attivo nei giorni 1°, 5 e 6 novembre dalle ore 12.00 alle 14.00. TUTTE LE MOSTRE ORGANIZZATE – Presso la sede della Pro Loco: “Pasquali…e dintorni“ di Pasquali Paride; “E se…” di Samuele Lini. Presso Fondazione Santa Chiara: Mostra Collettiva di Pittura. Presso Chiesa Santa Chiara: “Madre Teresa – vita, spiritualità e messaggio” a cura della postulazione della causa per la canonizzazione di Madre Teresa. Presso Museo del Bijou: I Grandi Bigiottieri Italiani: De Liguoro (inaugurata il 24 settembre). Presso Biblioteca Mortara: Mostra sul Giappone, a cura del Circolo Fotocine Casalasco e mostra sui
Manga. Presso Museo Diotti: Hitokoma, mostra di Marco Nereo Rotelli e Yukio Shinohara (inaugurata il 22 ottobre). Presso Auditorium Santa Croce: mostra del Circolo Fotocine Casalasco; Amici della Musica di Perluigi Ghezzi. Presso lo Spazio U di via Favagrossa: Inaugurazione 29 Ottobre fino al 6 Novembre “Tra terra e acqua” di Luisa Vezzosi.
Scuola Bottoli più Mostra al Museo del Bijou (Ritrovo presso Scuola Bottoli, in via Cairoli, 29).
VISITE GUIDATE – Qui di seguito le date relative alle visite guidate a Casalmaggiore a cura di Pro Loco in collaborazione con Target Turismo: il costo della visita è di 6 euro, cifra da dare in loco al momento della visita guidata (informazioni in Pro Loco 0375/40039 o info@prolococasalmaggiore.it)
Sabato 5 Novembre: ore 15.30 – ore 17.00 “La Casalmaggiore nascosta” visita al quartiere ebraico più Mostra di Santa Chiara (Ritrovo presso Pro Loco, in Piazza Garibaldi, 6).
Martedì 1 Novembre: ore 16.00 – ore 16.45 – ore 17.30 “La creatività a Casalmaggiore”, apertura Straordinaria
Venerdì 4 Novembre: ore 15.30 – ore 17.00 “C’era una volta….a Casalmaggiore”: Torrione (Esterno), Pretura, San Rocco e Santa Croce più Mostra dell’Auditorium (Ritrovo presso Pro Loco, Piazza Garibaldi, 6).
Domenica 6 Novembre: ore 15.30 – ore 17.00 “L’altro oro di Casalmaggiore: Diotti” (apertura straordinaria) Sala Consiliare Palazzo Comunale più Mostra al Museo Diotti (Ritrovo presso Pro Loco, in Piazza Garibaldi, 6).
Fiera di San Carlo
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Pro Loco, la “linea verde” paga
L’istituzione di Casalmaggiore guidata da Cinzia Soldi guarda lontano: “Determinante una vera collaborazione con i commercianti”
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a poco più di un anno al timone della Pro Loco di Casalmaggiore c’è la giovane e in gamba Cinzia Soldi, simbolo della nuova pagina adottata dalla preziosa istituzione locale per favorire la linea verde, con l’inserimento di tanti validi giovani per far emergere le loro idee e soprattutto il loro entusiasmo come incentivo per le nuove generazioni ad avvicinarsi e diventare volontari. Il tutto per dare un solido e ancor più propositivo futuro all’associazione impegnata a 360 gradi sul territorio. Non è poi un caso che la scelta del presidente uscente Marco Vallari sia proprio caduta sulla figura della Soldi, eletta all’unanimità e a votazione palese; ad affiancare la stessa Soldi ci sono, sempre in linea con l’impostazione di ringiovanimento, il vicepresidente Giangiacomo Maroli e il segretario Vanessa Anversa; i tesorieri sono Giampietro Tenca, Palmiro Lanzoni e Renato Pinardi. E, insieme al Comune di Casalmaggiore, è sicuramente fondamentale il ruolo della Pro Loco casalasca per l’allestimento della sempre attesa Fiera di San Carlo. A che punto sono i lavori in vista dell’imminente inizio della Fiera? “Ormai con i lavori – spiega Soldi – siamo a posto: siamo soddisfatti perché gli spazi seguiti dalla Pro Loco di via Formis e via Favagrossa sono tutti occupati, l’elenco degli espositori è quindi completo. Aspettiamo solo lunedì l’arrivo degli espositori e delle gru per avviare la fase di montaggio”. E riguardo il suo mandato a che punto si sente? “Il primo anno devo dire che è stato di rodaggio, nel complesso ce la stiamo cavando bene con le nostre gambe e con l’importante supporto della vecchia guardia che è rimasta a sostenere la Pro Loco”. Comunque un attività che la coinvolge e assorbe moltissimo, considerati anche i suoi impegni lavorativi in Cgil? “Non è facile perché lavoro otto ore al giorno, sabato compreso, però cerco di organizzarmi seguendo le varie attività principalmente da casa, magari passando dalla sede dopo il lavoro per prender nota delle chiamate. Dav-
vero importante quindi per il funzionamento della sede il ruolo dei ragazzi del servizio civile”. Quali sono le difficoltà maggiori rilevate nella fase di preparazione della Fiera? “Sicuramente il fatto di coordinare le richieste degli espositori: tutti vorrebbero occupare gli spazi vicino alla Piazza in quanto sono considerati i posti migliori, ma ci sono espositori storici che vengono a Ca-
salmaggiore da anni, persone che non possiamo allontanare per far spazio ai nuovi, attualmente inevitabilmente collocati un po’ più lontano”. Qual è la maggior soddisfazione raccolta durante il suo mandato, che la vedrà in carica fino al 2018? “Sicuramente la Settimana Rosa, che si è pure conclusa con addirittura il trionfo della Pomì nelle finali di Champions. Molti erano scettici, eppure
hanno iniziato a spuntare bandierine per Casalmaggiore, con le adesioni che sono passate da 30 a 125 con esaurimento del materiale e con i cittadini che in qualche modo sono riusciti a procurarsi qualcosa per colorare la città; poi uno spettacolo il Comune illuminato di rosa. Purtroppo non siamo riusciti a organizzare un’iniziativa legata al Mondiale per club proprio per la concomitanza con la Fiera”.
E guardando avanti, dove passa secondo lei il futuro della Pro Loco? “Penso – conclude Soldi – a una vera collaborazione tra Pro Loco e commercianti: tanti si lamentano, ma al tempo stesso non propongono: penso sia troppo comodo non tirarsi su le maniche. E’ importante che ci siano incontri e chiediamo ai cittadini di dare una mano: per chi ha voglia di apportare nuove idee le porte sono sempre aperte”.
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Fiera di San Carlo
Anche durante la Fiera di San Carlo i due storici musei saranno in grado di sorprendere visitatori e curiosi
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ultura e Arte (a tanto Sport) fanno indiscutibilmente parte del DNA di Casalmaggiore, in grado di sorprendere visitatori e curiosi anche con due Musei estremamente curati e suggestivi, entrambi sicuramente da non perdere: stiamo parlando del Museo del Bijou (Via Azzo Porzio n. 9) e del Museo Civico Diotti (Via Formis 17), entrambi protagonisti attivi anche durante tutta la Fiera di San Carlo, che illuminerà Casalmaggiore dal 1° al 6 novembre. MUSEO DEL BIJOU - Istituito nel 1986 e allestito nella sede attuale dieci anni dopo, il Museo del Bijou si trova nel piano seminterrato dell’ex Collegio Santa Croce, edificio costruito dai Padri Barnabiti verso la metà del XVIII secolo; è un museo specializzato del patrimonio storico-industriale in cui sono conservati oggetti d’ornamento e accessori prodotti dalle diverse fabbriche di Casalmaggiore tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’70 del Novecento. Oltre alle tipologie tradizionali della bigiotteria (spille, gemelli, bracciali, cinture, orecchini, ciondoli), sono presenti portacipria, portarossetto, portasigarette, occhiali da sole, medaglie devozionali, distintivi. A fianco degli oggetti sono collocati macchinari originali provenienti dalle antiche fabbriche di Casalmaggiore, attrezzi vari per la lavorazione della bigiotteria, cataloghi, documenti e fotografie d’epoca che offrono uno spaccato della vita del distretto industriale casalasco della bigiotteria. L’esposizione permanente è integrata da due laboratori (uno professionale e uno didattico) e da uno spazio adibito a Centro di documentazione. L’industria del bijou a Casalmaggiore è sorta in una piccola bottega, laboratorio per iniziativa del pioniere e maestro Giulio Galluzzi (Codogno 1855 – Casalmaggiore 1932) che, trasferitosi a Casalmaggiore nel 1878, riusciva a realizzare nel 1882 la prima lastra di metallo placcato oro. Da questa fortunata esperienza ebbe origine un’importante e florida impresa che già nel 1887 esportava i suoi prodotti anche in America Latina con il marchio “G.G.”. Sul finire degli anni ’20, la ditta Giulio Galluzzi, la Società Federale Orefici, fondata nel 1905, e la ditta Il Placcato, attiva dal
Bijou e Biotti, protagonisti attivi
1920, confluirono in una nuova azienda, la Società Anonima Fabbriche Riunite Placcato Oro. Dai primi anni ’30, accanto al bijou iniziò la produzione di bigiotteria “fantasia”, fatta di forme e materiali nuovi, fortemente legata alla moda e influenzata dai fatti sociali, sportivi, politici, bellici, militari, religiosi. A quest’epoca risale anche la diversificazione della produzione, tendenza che si accentua nel dopoguerra: dopo il 1945 furono realizzati anche occhiali da sole e poi radio, registratori, televisori e, infine, motori elettrici; la denominazione stessa della ditta, da Fabbriche Riunite Placcato Oro, divenne Fabbriche Industrie Riunite (FIR). A seguito della completa conversione della produzione attuata dall’azienda alla metà degli anni ’70, che comportò la chiusura delle linee della bigiotteria,
l’intero campionario sarebbe andato disperso se non fosse intervenuta l’iniziativa meritoria dell’Associazione Amici del Bijou di Casalmaggiore (costituita in prevalenza da ex-dipendenti e presieduta dal dottor Francesco Zaffanella) che si attivò per la costituzione di un museo di archeologia industriale entro cui riordinare la raccolta. Il patrimonio della FIR fu donato al Comune nel 1985. MUSEO DIOTTI - Il Museo è nato nel 2007 per ospitare le civiche raccolte d’arte nel palazzo che fu casa-studio del pittore neoclassico Giuseppe Diotti (1779-1846), originario di Casalmaggiore e a lungo direttore e docente all’Accademia Carrara di Bergamo. All’origine del progetto museologico, curato da Valter Rosa, oltre un decen-
nio di ricerche e mostre volte a far conoscere e valorizzare la produzione dei principali artisti del territorio, dalla metà del Settecento a oggi. L’allestimento è stato possibile grazie all’Accordo di Programma che ha consentito di affiancare al Comune la Regione Lombardia e la Provincia di Cremona, con l’obiettivo di riunire in un unico edificio tutte le civiche raccolte d’arte, garantendone in questo modo una miglior conservazione e valorizzazione, dando inoltre particolare attenzione all’attività di ricerca, ai servizi educativi e alle esposizioni temporanee quali requisiti qualificanti di un museo moderno e vivace. I lavori di restauro, realizzati anche grazie ad un contributo della Fondazione Cariplo, sono stati affidati all’architetto Giacomo Zani, il quale ha saputo efficacemente fon-
dere le diverse anime del palazzo: quella più antica e nobile, ma nello stesso tempo intima e accogliente, della casa-atelier; quella più essenziale e luminosa degli spazi destinati alle collezioni moderne e alle mostre. Proprio per l’origine di casa d’artista, il percorso museale sviluppa in particolare i temi dell’atelier e del lavoro dell’artista. La Casa-atelier di Giuseppe Diotti, nel piano nobile del palazzo, è un Museo dell’Ottocento: a partire dalle opere dei precursori e maestri di Diotti e dai suoi lavori giovanili e della maturità per arrivare alla produzione degli allievi e alle trasformazioni profonde intervenute nell’arte fra fine Ottocento e inizi del Novecento. Ai pittori del Novecento è dedicata la Galleria d’Arte moderna: i principali sono Goliardo Padova, Gianfranco Manara e Tino Aroldi, tutti diversamente legati al tema del paesaggio. Un’ala del palazzo è poi dedicata al Percorso degli atelier: qui sono stati ricostruiti con materiali originali gli ambienti di lavoro del pittore Goliardo Padova, del pittore-decoratore Palmiro Vezzoni e dello scultore Ercole Priori. Lo Spazio Rossari è un’apposita sala è riservata alle mostre temporanee che alternano personali e collettive di autori contemporanei a mostre di ricerca dedicate a momenti e figure della storia artistica locale. È inoltre da sottolineare che il Museo Diotti possiede anche pregevoli opere di altri autori (citiamo solo i nomi di Paolo Troubetzkoy e di Amedeo Bocchi), la cui presenza nelle collezioni civiche è legata al collezionismo locale fra Ottocento e primo Novecento. Una sezione staccata del Museo è rappresentata dalla Scuola di disegno “Bottoli”, antica scuola d’arti e mestieri le cui collezioni consentono di documentare la storia della didattica artistica a Casalmaggiore dall’Ottocento e offrono significative testimonianze delle arti applicate all’artigianato e alle industrie locali. Questa sezione ha sede nel rinascimentale Palazzo Martinelli, a poche centinaia di metri dal Museo Diotti.
Fiera di San Carlo
Sabato 29 Ottobre 2016
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Piazza di Spagna, l’altra faccia della medaglia
Anche l’attesa Fiera di luglio fa parte della tradizione di Casalmaggiore. Appuntamento totalmente dedicato al divertimento
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a poco più di un anno al La Fiera di San Carlo, sentitissima da parte dei casalaschi, divide il suo prestigio con un altro importantissimo appuntamento per la città: infatti la Fiera di Piazza Spagna è una vera e propria tradizione per Casalmaggiore, un evento che si svolge all’inizio del mese di luglio e che affonda le sue radici nella storia del Comune. Il tradizionale appuntamento si svolgeva già nell’Ottocento dopo la mietitura, cioè tra la fine del mese di giugno e la prima decade di luglio, quando giungevano a maturazione le angurie: la fiera di differenziava totalmente da quella novembrina di San Carlo perché non era una fiera mercato in quanto era totalmente dedicata al divertimento. Non a
caso, in una società basata principalmente sull’attività agricola, questa manifestazione di richiamo era sostanzialmente una gioiosa e attesa pausa dopo le fatiche del primo raccolto. Il nome della fiera deriva il suo nome del posto in cui era collocata, infatti fino agli anni 30’ quando ancora non erano stati demoliti gli Archi Trionfali, il quartiere in cui si svolgeva la Fiera interessava le attuali Piazza Marini, Via Formis e Via Romani, il cui incrocio era denominato per l'appunto Piazza Spagna. Qui venivano allestite bancarelle modeste, poco più che carrettini, esposte lungo la via fino alla Chiesa di San Sebastiano: oltre ai tradizionali dolci, si potevano acquistare anche fette d’anguria e sciroppose granite grattugiate a mano al momento da
sbarre di ghiaccio. Immancabile era il banchetto dei subiòi, ocarine fatte di terracotta a forma di uccellino o di pulcino con alcuni fori per il passaggio dell’aria. Nei pressi del “Fabbricone” era allestita una balera: qui i “Cantoni”, famoso gruppo parmense ospite anche della Fiera di San Carlo, per molti anni hanno animato le serate di Piazza Spagna; negli anni ’20-’30 arrivò il tango; altri balli improvvisati erano a “Saltarello”, “Al Bal di tri gobb”, “Al Bal dal basen” e “Al Bal dal Spec”. Questa la fiera di Piazza Spagna dei tempi passati. Essa ora si svolge tra il Lido Po di Casalmaggiore e la Piazza Garibaldi, luoghi ospitanti rispettivamente giostre da una parte, concerti o grandi eventi dall’altra. Ogni anno il programma è ricco di manifestazioni sempre
diverse e per ogni tipo di pubblico: si va dalla prosa alla danza, dal teatro comico a quello impegnato. Non mancano i grandi nomi di richiamo nazionale ed internazionale a calcare il palcoscenico della Fiera. Tradizione vuole che la Pro Loco, impegnata nell’organizzazione dell’evento, allestisca anche il famoso “incendio del grande fiume”, con centinaia di lumini che vengono fatti trasportare dalla corren-
te lungo il corso del Po ed un grandioso e coreografico spettacolo pirotecnico per chiudere in bellezza la più importante ed attesa manifestazione estiva della città e per il quale ogni anno accorrono migliaia di persone. E per vivere la tradizione della Fiera basta raggiungere Casalmaggiore nella prima decade di luglio, con ogni giornata di Fiera che offre, come sempre, uno spunto diverso.
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Sabato 29 Ottobre 2016
Fiera di San Carlo
Teatro comunale, su il sipario
In concomitanza con la Fiera, parte la nuova stagione con uno spettacolo dedicato a Pier Paolo Pasolini
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omenica scorsa, presso il Teatro di via Cairoli a Casalmaggiore, è stata ufficialmente presentata la nuova stagione teatrale. A presenziare all’evento, oltre al sindaco Filippo Bongiovanni, l’assessore alla Cultura Pamela Carena e il direttore del teatro Giuseppe Romanetti. Sicuramente una presenza molto importante è stata quella dell’assessore alla cultura regionale Cristina Cappellini, la quale ha espresso complimenti per il modo in cui, pur tra le difficoltà economiche di piccole amministrazioni, si riesca comunque a realizzare stagioni ricche proprio come quella di Casalmaggiore. Tra l’illustrazione di uno spettacolo e l’altro si è parlato anche della storica manifestazione del Recitar Cantando, che proprio a Casalmaggiore conobbe il battesimo, 40 anni fa. Proprio in una di quelle occasioni nel coro di Cracovia ebbe ad esibirsi, per sua stessa ammissione, nientemeno che il futuro Papa Karol Wojtyla, all’epoca Cardinale di Cracovia. Molto variegato il cartellone proposto quest’anno col vantaggio di aver saputo contenere i costi, anche per una leggera riduzione del numero di spettacoli in abbonamento. L’obiettivo è quello di proporre un programma adatto a un tipo di pubblico variegato, coinvolgendo i ragazzi delle scuole e le famiglie con contenuti adatti ai rispettivi target. Un accenno è stato fatto anche al programma di Stupor Mundi che quest’anno è dedicato al Giappone mentre il prossimo anno si occuperà della cultura dell’Iran.Tra i grandi nomi che appariranno in Teatro Paolo Rossi, Alessandro Gassman (in veste di regista) e la prima ballerina del Teatro di Roma Rebecca Bianchi, stella originaria di Casalmaggiore. Nonostante la rappresentazione del 23 ottobre con “Otello Unplugged”, la stagione ufficiale del Teatro Comunale partirà proprio martedì 1° novembre a braccetto con l’attesissima Fiera di San Carlo: La compagnia Stabilemobile di Antonio Latella poterà in scena, alle ore 21, lo spettacolo “Ma”, dedicato a Pier Paolo Pasolini MARTEDI’ 1° NOVEMBRE 2016 (ORE 21) “MA”, COMPAGNIA STABILEMOBILE DI ANTONIO LATELLA -
Nella notte tra il 1º e il 2 novembre 1975 Pasolini fu ucciso in maniera brutale; percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia. Il cadavere, massacrato, venne ritrovato da una donna al mattino. In tutte le sue vittorie, e sconfitte, accanto all’uomo Pier Paolo c’è sempre la madre. L’amore per la madre fu in lui totalizzante al punto da fissarne i cardini della vita, da non poter amare altra donna perché, la madre, incarnava la manifestazione “ontologica” della Donna. Tutta la sua opera, letteraria e teatrale, è pervasa dalla presenza della figura della madre ed a questa presenza è ispirato MA. Latella, partendo dalla prima sillaba della parola Mamma, ci guida in un percorso all’interno dell’opera di uno dei massimi poeti del ‘900, seguendo un filo conduttore che ha al suo centro
quella forza generatrice procreatrice di parole, come di uomini, di pensiero, come di gesti artistici. Attraverso la figura di Pasolini, in tutte le sue complessità, la Madre diventa anche una Madre-Scrittura, dove il pozzo inesauribile è il pensiero, e l’arma nella battaglia della vita è la parola. Lo spettacolo si sviluppa in un crescendo impressionante di emozioni, purissime, sulle relazioni affettive, grazie anche alla memorabile interpretazione di Candida Nieri, sino al finale struggente, assoluto. SABATO 12 NOVEMBRE 2016 (ORE 21) “LA PRINCIPESSA SISSI”, COMPAGNIA CORRADO ABBATI – musical liberamente ispirato all’omonimo film di Ernst Marischka. GIOVEDI’ 17 NOVEMBRE 2016 (ORE 21) “QUALCUNO VOLO’ SUL NIDO DEL CUCULO – con la Fondazione
Teatro Napoli, uno spettacolo di Alessandro Gassmann dall'omonimo romanzo di Ken Kesey – traduzione Giovanni Lombardo Radice adattamento Maurizio de Giovanni. GIOVEDI’ 24 e VENERDI’ 25 novembre 2016 (ORE 21) “ENDURING FREEDOM” – spettacolo di danza Butoh. GIOVEDI’ 1° DICEMBRE 2016 (ORE 21) “ROSSINTESTA” - Paolo Rossi canta Gianmaria Testa; Produzioni Fuorivia, in collaborazione con Teatro Colosseo di Torino. PROGRAMMAZIONE 2017 – Sabato 21 gennaio ore 21 Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse. Mercoledì 8 febbraio ore 21 “Dialoghi degli dei”,
progetto speciale per i vent’anni di Armunia. Sabato 25 febbraio ore 21 “Vorrei esser figlio di un uomo felice”, l’Odissea del figlio di Ulisse, ovvero come crescere con un padre lontano. Martedì 21 marzo ore 21 “Come un granello di sabbia Giuseppe Gulotta, storia di un innocente”, la XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie con l’Alto Patronato del presidente della Repubblica. Lunedì 27 marzo ore 21 “Giornata Mondiale del Teatro”. Domenica 9 aprile ore 21 “Galà di stelle”, con la prima ballerina del Teatro dell'Opera di Roma Rebecca Bianchi e i solisti del teatro. Venerdì 21 aprile ore 21 “Chi ha paura di Virginia Woolf?”. Sabato 29 aprile ore 21 “Giornata Internazionale della danza”, "Step by Step" … omaggio alla danza. Domenica 30 aprile ore 21 “International Jazz Day 2017”.
Halloween
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Sabato 29 Ottobre 2016
La notte del 31 ottobre torna la festa simbolo della cultura americana, ma che vive anche da noi. Le origini sono legate ai celti
Dolcetto o scherzetto? E l’usanza continua L
e vere origini di Halloween si perdono nella notte dei tempi: la maggior parte degli storici concorda sul fatto che essa sia una festività celtica, celebrata la notte del 31 ottobre. Gli antichi romani celebravano commemorazioni funebri durante il periodo autunnale, il 29 ottobre si onorava Vertumno, dio della maturazione dei frutti e del mutamento stagionale, collegato a Pomona, dea dei frutti, celebrata a sua volta fra settembre e ottobre. Questa celebrazione, grazie agli scambi commerciali fra romani e celti, andò inevitabilmente a fondersi con la festa celtica di Samhain (sam-fuin: fine dell’estate), che rappresentava la commemorazione dei propri antenati, ma segnava anche la chiusura di un anno e l’inizio di un altro con l’arrivo dell’inverno, la stagione morta, che si ricollega alla necessità di ricordare anche i propri defunti. Questa celebrazione era ormai radicata profondamente in tutta Europa, ed i celti, come i romani, la onoravano con devota tradizione. Poi la Chiesa, dopo secoli di tolleranza forzata, decise di spostare la festa dei santi dal 13 maggio al primo novembre, per sostituirla a quella pagana. Siamo nell’anno 738, e nonostante questi bruschi cambiamenti, le popolazioni continuarono con i rituali di sempre; falò, candele, travestimenti: nessuno era disposto a rinnegare le proprie radici. JACK’O’LANTERN Il colonialismo (1600) fece si che queste tradizioni europee sbarcassero anche in America, dando modo a quest’ultima di appropriarsi della festa, trasformandola in Halloween (all hallows eve; notte di tutti gli spiriti sacri), circondandola di tradizioni e significati propri. La rapa che i celti utilizzavano per inserire il lumino si sostituì alla zucca, abbondante nel Nord America nel periodo autunnale. Nasce quindi un simbolo riconoscibile in tutto il mondo: la jack’o’lantern, la zucca intagliata. Tornando in Italia, dagli inizi del novecento, le tradizioni europee di samhain non erano mai state abbandonate; bimbi travestiti in cerca di dolcetti, falò, zucche intagliate con lumini. I festeggiamenti in Italia abbondavano, anche se alcune regioni hanno dato usanze e nomi diversi
alla festività. DOLCETTO o SCHERZETTO? È un’usanza di Halloween, divenuta un punto fermo negli Usa, dove i bambini vanno mascherati di casa in casa, chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda “dolcetto o scherzetto?”. La parola “scherzetto” è la
traduzione dall’inglese trick, una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà, se non viene dato alcun dolcetto (treat). “Trick or treat” (dolcetto o scherzetto) in realtà significa anche "sacrificio o maledizione". Esiste una filastrocca inglese insegnata ai bambini delle elementari su questa
usanza. La pratica di mascherarsi risale al Medioevo e si rifà alla pratica tardomedievale dell’elemosina, quando la gente povera andava porta a porta a Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usan-
za nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti si rinvengano anche in Sud Italia. Shakespeare menziona la pratica nella sua commedia I due gentiluomini di Verona (1593), quando Speed accusa il suo maestro di «lagnarsi come un mendicante a Hallowmas (Halloween)»
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2 Novembre
Sabato 29 Ottobre 2016
Mercoledì si celebra una ricorrenza da sempre molto sentita che unisce Paesi lontani per epoche e distanze
Commemorare i defunti, tra storia e tradizioni I l giorno dei morti è la festività che la Chiesa cattolica dedica alla commemorazione dei defunti. La festa ha origini antiche, che uniscono Paesi lontani per epoche e distanze. La data del festeggiamento, il 2 novembre, non è casuale. Civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti in un periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Il rito della commemorazione dei defunti sopravvisse alle epoche e ai culti: dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, fu un proliferare di riti, dove il comune denominatore era consolare le anime dei defunti, perché fossero propizie per i vivi. La tradizione celtica fu quella che ebbe maggiore eco. La celebrazione più importante del calendario celtico era la "notte di Samhain", la notte di tutti i morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1° novembre. All'epoca dei primi cristiani, queste tradizioni erano ancora molto presenti: la Chiesa cattolica faticava a sradicare i culti pagani. Così, nell’835, Papa Gregorio IV spostò la festa di “Tutti i Santi”dal 13 maggio al 1º novembre, pensando, in questo modo, di dare un nuovo significato ai culti pagani. Nel 998 Odilone, abate di Cluny, aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre, come data per commemorare i defunti. In memoria dei cari scomparsi, ci si mascherava da santi, da angeli e da diavoli; inoltre, si accendevano falò. Le tradizioni in Italia tra ieri e oggi In alcune zone della Lombardia, la notte tra l’1 e il 2 novembre si suole ancora mettere in cucina un vaso di acqua fresca perché i morti possano dissetarsi.
In Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e un po’ di pane. Nel Veneto, per scongiurare la tristezza, nel giorno dei morti gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto con dentro fave in pasta frolla colorata, i cosiddetti "Ossi da Morti". In Trentino le campane suonano per molte ore a chiamare le anime che si dice si radunino intorno alle case a spiare alle finestre. Per questo, anche qui, la tavola si lascia apparecchiata e il focolare resta acceso durante la notte. In Piemonte e in Val d’Aosta le famiglie lasciano la tavola imbandita e si recano a far visita al cimitero. Nelle campagne cremonesi un tempo ci si alzava presto la mattina e si rassettavano subito i letti affinché le anime dei cari potessero trovarvi riposo. Si andava poi per le case a raccogliere pane e farina con cui si confezionavano i tipici dolci detti "ossa dei morti”. In Liguria la tradizione vuole che il giorno dei morti si preparino i “bacilli” (fave secche) e i
“balletti” (castagne bollite). Tanti anni fa, alla vigilia del giorno dedicato ai morti i bambini si recavano di casa in casa per ricevere il “ben dei morti” (fave, castagne e fichi secchi), poi dicevano le preghiere e i nonni raccontavano storie e leggende paurose. In Umbria si producono tipici dolcetti devozionali a forma di fave, detti "Stinchetti dei Morti", che si consumano da antichissimo tempo nella ricorrenza dei defunti quasi a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire le carezze dei cari che non ci sono più. Sempre in Umbria si svolge ancora oggi la Fiera dei Morti, una sorta di rituale che simboleggia i cicli della vita. In Abruzzo, oltre all’usanza di lasciare il tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano dei lumini accesi alla finestra, tanti quante sono le anime care, e i bimbi si mandano a dormire con un cartoccio di fave dolci e confetti come simbolo di legame tra le generazioni passate e quelle presenti. A Roma la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si
consumasse il pasto accanto alla tomba di un parente per tenergli compagnia. Altra tradizione romana era una suggestiva
cerimonia di suffragio per le anime che avevano trovato la morte nel Tevere. Al calar della sera si andava sulle sponde del fiume
al lume delle torce e si celebrava il rito. In Sicilia il 2 novembre è una festa particolarmente gioiosa per i bambini. Infatti vien fatto loro credere che, se sono stati buoni e hanno pregato per le anime care, i morti torneranno a portar loro dei doni. Quando i fanciulli sono a dormire, i genitori preparano i tradizionali "pupi di zuccaro" (bambole di zucchero), con castagne, cioccolatini e monetine e li nascondono. Al mattino i bimbi iniziano la ricerca, convinti che durante la notte i morti siano usciti dalle tombe per portare i regali. In Sardegna la mattina del 2 novembre i ragazzi si recano per le piazze e di porta in porta per chiedere delle offerte e ricevono in dono pane fatto in casa, fichi secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci. La sera della vigilia anche qui si accendono i lumini e si lasciano la tavola apparecchiata e le credenze aperte.
cultura&spettacoli
presenta
“WHITE IN”
In mostra sculture e quadri
Una luce accesa sulla Società Format sociale ideato e condotto da Susanna Graziani
OGNI LUNEDì ORE 20.20
In replica il martedì ore 14.30 ed il sabato ore 19.00
canale 99 del digitale terrestre
Martedì mattina alle ore 11verrà inaugurata la mostra di pittura e scultura “Aics Arte” presso la sala il Borsino della Camera di Commercio di Cremona. In esposizione le opere di 20 artisti aderenti all’associazione Aics Cremona Arte. Una collettiva di opere che
con la sua pluralità di soggetti e tecniche, offre molteplici visioni e spunti creativi, un’occasione di avvicinamento e confronto per gli artisti e una interessante occasione soprattutto per il pubblico per ammirare le ultime opere, realizzate da pittori e scultori cremonesi.
E’ stato inaugurato giovedì e propone manifesti, locandine, fotografie e video delle Teche Rai
Un archivio per non dimenticare Tognazzi
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dalla redazione
remona continua a ricorsare l’illustre concittadino Ugo Tognazzi. Dopo il successo dello scorso anno con grandi mostre, cinema ed eventi in occasione del 25º anniversario dalla scomparsa, prosegue anche quest'anno il progetto “Cremona per Ugo”, omaggio al grande attore nato a Cremona il 23 marzo 1922 e morto il 27 ottobre 1990. Indibbiamente uno dei massimi protagonisti della commedia all’italiana, che ha animato un quarantennio della storia del cinema nazionale ed europeo. Il Comune di Cremona, la famiglia dell’attore e il Comitato Tognazzi hanno messo a punto - per l’occasione - un programma di eventi che vuole riscoprire la figura dell’illustre cremonese e farlo dialogare con la creatività dell’oggi. Nel quadre delle iniziative promosse, spicca l’inaugurazione - presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, nella sede di Cremona dell’Università di Pavia - dell’Archivio Tognazzi, voluto dal Comune di Cremona e dal Dipartimento per conservare la memoria del celebre attore. L’archivio, costituito come raccolta di materiali che si riferiscono all’attività professionale dell’attore, contiene oltre 200 pezzi tra manifesti, fotobuste, locandine e
Così fan tutte domani e martedì
L’Archivio Tognazzi è stato inaugurato giovedì
fotografie, ai quali si aggiungono video provenienti dalle Teche Rai, relativi all’attività televisiva di Ugo Tognazzi. All’inaugurazione di giovedì pomeriggio erano presenti l’assessore alla Rigenerazione urbana e Città vivibile del Comune di Cremona Barbara Manfredini, il direttore del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, prof. Giancarlo Prato, la
responsabile dell’Archivio, prof. ssa Elena Mosconi, il prof. Roberto Della Torre dell’Università Cattolica di Milano e Giampiero Lessio, presidente del Museo del Manifesto di Milano. Al termine delle presentazioni, i presenti hanno avuto la possibilità di assistere alla visione di una delle prime puntate televisive della fortunata trasmissione “Un due tre”
Amicizia, amore, odio e tradimento coinvolgono i protagonisti (Fiordiligi, Dorabella e i loro pretendenti) di “Così fan tutte” di W. A. Mozart in scena al Teatro Ponchielli ieri sera in replica domani (alle 15.30) e martedì (ore 20.30). Accanto ai cantanti ci sono 40 ragazzi dai 18 ai 30 anni non professionisti (che hanno partecipato al laboratorio teatrale e diversi in ognuna delle città toccate dalla produzione di OperaLombardia). Gli spettatori potranno così sco-
che ha lanciato Tognazzi, insieme a Raimondo Vianello, presso il grande pubblico. L’Archivio, che oltre alla raccolta di materiali affiancherà anche attività di studio e ricerca, sarà aperto alla consultazione di studiosi e appassionati su prenotazione (scrivendo una mail all’indirizzo archivio.tognazzi.cremona@gmail. com), mentre da gennaio sarà possibile visionare film e video dell’attore direttamente presso la biblioteca della sede del Dipartimento, in corso Garibaldi,178. Il progetto di raccogliere la memoria storica di un concittadino illustra come Ugo Tognazzi, che con la sua attività teatrale e cinematografica ha segnato la storia di un quarantennio dello spettacolo, è ambizioso: per questo, tutti possono contribuire all’Archivio attraverso donazioni o concessioni di materiali in comodato. Tra i donatori e i prestatori sono da segnalare Bice Brambilla, che ha voluto onorare in tal modo lo zio Ugo, Luisa Capitano che ha donato le fotografie realizzate dal marito Arturo in occasione della visita a Cremona di Ugo Tognazzi, ma anche il Rotary Club Cremona, l’Accademia della Cucina Italiana e l’Associazione Tapirulan. L’auspicio dei curatori dell’Archivio è che altri cremonesi sensibili raccolgano la sfida di riportare Tognazzi nel cuore della sua Cremona, attraverso i materiali del suo lavoro.
prire le avventure e le peripezie escogitate dal geniale binomio Da Ponte-Mozart. Un’opera esuberante per la regia del carismatico Francesco Micheli e con l’elegante direzione di Gianluca Capuano. Ultimo titolo di quello che è stato definito il «meraviglioso trittico d’amore» (Bernhard Paumgartner), Così fan tutte ebbe sorte inversa rispetto a quella di altri capolavori mozartiani, inizialmente poco apprezzati e poi rivalutati dalla generazione musicale successiva.
presenta
“WHITE IN”
Una luce accesa sulla Società Format sociale ideato e condotto da Susanna Graziani
OGNI LUNEDì ORE 20.20
In replica il martedì ore 14.30 ed il sabato ore 19.00
canale 99 del digitale terrestre
Stagione di prosa con grandi nomi
Grandi nomi e una programmazione diversificata sono gli ingredienti principali della nuova stagione di prosa del Teatro Ponchielli. L’inaugurazione è affidata ad una insolita “coppia” di personaggi che, da qualche anno a questa parte, sta riscuotendo grandi consensi di pubblico e critica: Andrea Scanzi – più che noto giornalista e scrittore ma anche opinionista in tv – e Giulio Casale, intenso autore, attore, musicista e interprete. Con “Il sogno di un’Italia” racconteranno vent’anni significativi, forse anche ironici, di storia italiana, attraversando fatti, persone, canzoni che hanno segnato un’epoca che va dal 1984 al 2004. Si parlerà ancora della nostra epoca con un altro spettacolo di teatro canzone magistralmente interpretato, questa volta, da Neri Marcorè. “Quello che non ho” si ispira a due giganti del nostro recente passato, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De Andrè, portando in scena il sentimento di indignazione civile del primo e le “anime salve” del secondo. “Irriverente, caustico e veritiero” così viene descritto l’ultimo spettacolo di Paolo Rossi (scritto a quattro mani con Giampiero Solari), il “piccolo grande” giullare che dopo il successo de L’importante è non cadere dal palco, torna in teatro con Molière: la recita di Versailles, ispirato a L’improvvisazione di Versailles (L’impromptu de Versailles) opera di Molière del 1663. E poi, chi non ricorda il capolavoro cinematografico di Milos Forman, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”? Con la regia di Alessandro Gassman, la drammaturgia di Wasserman arriva sui palcoscenici italiani con la stessa forza e sostanza visionaria del romanzo, in un allestimento personalissimo, elegante e contemporaneo e un cast eccezionale di attori tra i quali Elisabetta Valgoi. Massimo Popolizio dirige - e interpreta con Umberto Orsini e altri due grandi attori, Alvia Reale e Elia Schilton uno dei testi meno conosciuti di Arthur Miller: il prezzo è una storia famigliare a forti tinte segnata da un rovescio economico, da un’eredità da dividere e da decidere… ma a quale prezzo? Gli ex abbonati alla stagione 2015-2016 potranno esercitare il diritto di prelazione ritirando i nuovi abbonamenti dal 7 al 12 novembre. I nuovi abbonamenti saranno in vendita dal 14 al 18 novembre.
Martedì sera a Casalmaggiore va in scena “Ma”
L’Orchestra dei fiati in concerto a Trigolo
Un concerto per celebrare il 45º anniversario di fondazione dell’Avis Comunale. Appuntamento stasera alle 21 a Trigolo nella Palestra Polivalente di via Martiri della Libertà con il Corpo bandistico “Giuseppe Anelli”-Orchestra di fiati di Trigolo diretto dal maestro Vittorio Zanibelli. I “fiati” presenteranno un programma che prevede l’esecuzione di brani originali per banda, selezioni tratte da famose colonne sonore e arrangiamenti per orchestra di fiati di famosi pezzi di musica classica e leggera, alcuni dei quali proposti per la prima volta in pubblico. L’appuntamentoè ad ingresso libero e gratuito.
Martedì 1º novembre, alle ore 21, si alza il sipario sulla nuova stagione del Teatro Comunale di Casalmaggiore. La Stabilemobile, la compagnia di Antonio Latella porta in scena “Ma”, drammaturgia di Linda Dalisi, per la regia di Antonio Latella con Candida Nieri. Nella notte tra l'1 e il 2 novembre del 1975 Pasolini fu ucciso in modo brutale: percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia. Il cadavere, massacrato, fu ritrovato da una donna al mattino. Lo ricordiamo, nell’anniversario della morte, con il bellissimo spettacolo di Latella che ci rammenta quanto tutta la produzione artistica di Pasolini sia pervasa dalla figura della madre. L’amore per la madre fu in lui totalizzante al punto da fissarne i
cardini della vita, fino a non poter amare altra donna poiché, la madre, incarnò la manifestazione “ontologica” della Donna. A ciò è ispirato lo spettacolo che si sviluppa in un crescendo impressionante di emozioni, purissime, sulle relazioni affettive. Memorabile l’interpretazione di Candida Nieri, sino al finale struggente, assoluto. Salutato dalla critica come un vero capolavoro. «Un lavoro che mi ha sorpreso, per quanto il pubblico alla fine ne sia toccato ed emozionato – rivela Antonio Latella - questo perché, evidentemente, ha diversi strati di lettur, e ognuno vi riconosce qualcosa di universale. Del resto, non può che essere tale il dolore di una madre, o di un padre, che seppellisce il proprio figlio».
Un momento dello spettacolo
Lettere & Opinioni "
replica
Parchi puliti, la soluzione è comportarsi in modo civile Egregio direttore, dopo 42 anni passati a prendermi cura degli umani, come assistente sanitaria, ho deciso di dedicarmi, col pensionamento, ai nostri amici animali. La normativa vigente, rende libero l’accesso nei parchi pubblici, ai cani con i loro proprietari, ma questo non significa anteporre i nostri animali al benessere dei nostri bambini. Il comune senso civico, insieme alla normativa, impongono la raccolta delle deiezioni canine, con controllo da parte delle istituzioni e l’applicazione delle relative sanzioni, in caso di non ottemperanza. Il discorso, però, è molto più ampio: qui si parla di educare al “rispetto”, rispetto per le persone, per gli animali e per l’ambiente, anche perché non sono solo le deiezioni canine a sporcare i parchi e le strade della nostra città. Mi è capitato personalmente, recandomi al lavoro per anni in una struttura sanitaria del centro, di vedere umani “orinare” e “defecare”in pubblico, nei vicolini. Queste sostanze organiche umane, in-
sieme agli sputi per terra, sono veicoli di agenti patogeni potenzialmente infettanti per altre persone! Non nascondiamoci dietro ai soliti luoghi comuni, la soluzione non sta nel sostituire un cartello di “libero accesso”con un cartello di “divieto”, mandando tutti i proprietari di cani nelle campagne adiacenti e togliendo così dei diritti. Bisogna cercarla in ognuno di noi, tutti insieme, partendo dai comportamenti che sono d’esempio per i nostri ragazzi. Noi animalisti operiamo attivamente in collaborazione con le istituzioni, nel sensibilizzare, nel formare ed informare, nel fornire gli strumenti necessari, nell’educare al rispetto di tutti gli esseri viventi ed alla tutela dell’ambiente in cui viviamo, che spesso appare degradato per colpa nostra, per la mancanza di senso civico responsabile o per disinteresse. Manuela Leani Cremona ***
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punto di vista
Propongo ben cinque motivi per votare Sì al referendum Caro direttore, consapevole che la politica, compor-
tando delle scelte, è a volte dolorosamente divisiva – nei confronti delle persone che a buon diritto la pensano in modo opposto – provo a esporre, in questa lettera, i cinque motivi che mi spingono a votare Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Quattro sono motivi di “merito” e uno di “contesto” tacendo, per brevità, le mie riserve sulla trasformazione del Senato su cui peraltro, forse giustamente, si concentra il confronto-scontro dei due fronti. Il primo motivo di merito per votare Sì riguarda l’introduzione del principio che ogni legge elettorale, prima di entrare in vigore, può essere sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale. La bontà preventiva di questa norma è evidente se pensiamo alla legge Calderoli con la quale abbiamo votato nel 2006, nel 2008 e nel 2013 salvo poi essere dichiarata in alcuni punti incostituzionale con sentenza tardiva del 2014. Il secondo motivo attiene all’inserimento in Costituzione di un nuovo strumento di democrazia diretta, il referendum propositivo e di indirizzo (da disciplinare successivamente) col quale favorire la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni al processo di costruzio-
ne delle leggi. Il terzo motivo, affine al precedente, concerne le leggi di iniziativa popolare. Tenuta presente la crescita della popolazione dal dopoguerra ad oggi, il numero di firme necessarie per la loro presentazione sale da 50mila a 150mila, ma viene offerta in cambio la garanzia di “tempi certi” per la conclusione del loro esame parlamentare, allontanando il rischio, verificatosi spesso in passato, che i progetti finiscano in fondo ai cassetti. Il quarto motivo di merito, infine, ha per tema il referendum abrogativo per il quale è previsto il doppio quorum. Se si raccolgono 500mila firme il quorum resta al 50% +1 degli aventi diritto, ma qualora si raggiungano le 800mila firme il quorum si riduce al 50% +1 dei votanti alle ultime elezioni per la Camera. Per cui se, per esempio, alle politiche ha votato il 70%, il quorum si abbassa al 35% +1, a vantaggio dei promotori del referendum e a svantaggio di coloro che, anziché battersi per le ragioni del Sì o del No, invitano furbescamente all’astensione, sommandosi, pur di far fallire il referendum, alla quota fisiologicamente alta di elettori che disertano le urne. Il mio quinto e ultimo motivo per votare Sì non è di
merito, ma di contesto. Sono preoccupato degli effetti di una eventuale vittoria del No. Il risultato sarebbe letto in sede internazionale come la prova che l’Italia è incapace di riformare le proprie istituzioni. Data la debolezza del Paese nell’eurozona, temo la tempesta finanziaria sulla nostra economia, con la Borsa in caduta e coi tassi di interessi del debito pubblico che tornerebbero a salire. La ricaduta negativa sui conti costringerebbe a una manovra correttiva, frenando le già flebili possibilità di ripresa del reddito e dell’occupazione. Sul piano politico, la probabile caduta del governo Renzi forse aprirebbe una crisi al buio lasciando solo la speranza nei buoni uffici del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per cercare di evitare almeno le elezioni anticipate. Termino, ad ogni modo, con una nota positiva. Confido che la lunga e pur aspra campagna elettorale che ci porterà al referendum sia l’occasione per tutti di conoscere meglio la nostra Costituzione, per custodirne i valori e tramandarli alle giovani generazioni quali punti fermi del loro avvenire. Massimo Negri Casalmaggiore
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Salute
Sabato 29 Ottobre 2016
GLI ORARI
PRESIDIO OSPEDALIERO DI CREMONA CUP Centro Unificato di Prenotazione Dove: padiglione n. 12, a fianco del Centro Prelievi, prospiciente Largo Priori Orari di apertura al pubblico: lunedì - venerdì dalle 7.30 alle18.00 orario continuato, il sabato dalle 8.00 alle 12.00; Prenotazioni telefoniche: è possibile telefonare al numero verde 800.638.638, da lunedì a sabato dalle 08.00 alle 20.00. PRENOTAZIONI CHE NON SI EFFETTUANO AL CUP Attraverso il CUP si prenotano tutte le prestazioni ad eccezione delle seguenti, che devono essere prenotate direttamente presso le singole unità operative o servizi come indicato di seguito: ANATOMIA PATOLOGICA secreti e agoaspirati (non Tac e non Ecoguidati) Dove: Poliambulatori, piano Terra. Orario: giovedì dalle 15 alle 16. Per prenotare contattare la segreteria dell’Anatomia Patologica dal lunedì al venerdì, dalle 10.30 alle 16.00. Telefono: 0372 405477, dalle 9.30 alle 16.00. Consegna campioni istologici e citologici La consegna dei campioni citologici urinari è prevista, presso il padiglione 5, da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 09.30; per gli altri esami da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 16.00 (accesso diretto). RADIOLOGIA Dove: piano 1, corpo H (ala destra). TC, risonanza magnetica, ecografie urgenti e richiesta di prestazioni con bollino verde Le prenotazioni vanno effettuate di persona o via fax. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.00, sabato dalle 08.00 alle 12.00. Tel: 0372 405760. Angiografia Le prenotazioni vanno effettuate di persona. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 15.30. Telefono: 0372 405367. SENOLOGIA: Screening mammografico preventivo biennale Asl Cremona (45-69 anni) Tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30, il mercoledì dalle 14 alle 16. La prenotazione va effettuata al CUP dell'Asl 800 318 999. Prestazioni con carattere di urgenza, risonanze alla mammella, agoaspirati, ecografie Dove: piano 1, corpo M. Ora: da lunedì a venerdì dalle 11.00 alle 13.00. Telefono: 0372 405614. Per ulteriori informazioni è stata inoltre attivata una nuova linea telefonica dotata di risponditore automatico in funzione 24 ore su 24: 0372 405612. RADIOTERAPIA E MEDICINA NUCLEARE Dove: piano Cantina, (utilizzare la scala o ascensore a sinistra vicino l'Ufficio Informazioni nell'atrio di ingresso) corpo M, monoblocco ospedaliero. Orario: da lunedì a venerdì dalle 07.30 alle 17.30. Telefono: 0372 405485. MEDICINA DEL LAVORO: Visite specialistiche di medicina del lavoro Tel: 0372 405777 da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 15.30; oppure, personalmente presso l’Ambulatorio Specialistico di Medicina del Lavoro negli stessi orari. CENTRO DIABETOLOGICO Dove: piano 6, corpo H (lato destro), monoblocco ospedaliero. Orari: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.30 (prima visita per inquadramento diagnostico-terapeutico e visita di controllo per monitoraggio metabolico e screening delle complicanze croniche). Per le prime visite è preferibile che la prenotazione avvenga di persona comunque possibile prenotare telefonicamente da lunedì a venerdì, dalle 11.00 alle 13.30. Telefono: 0372 405715. centro prelievi - LABORATORIO ANALISI accesso diretto da parte dei cittadini, con la richiesta del Medico di famiglia o dello specialista. Dove: Centro Prelievi all'ingresso dell'ospedale. Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 07.30 alle 10.30. Telefono: 0372 405663 - 0372 405452 CENTRO EMOSTASI E TROMBOSI Monitoraggio delle terapie anticoagulanti. previsto accesso con prenotazione al numero 0372 405666 - 0372 405663. Dove: Presso la palazzina del Cup Orario: dalle 07.30 alle 12.00 da lunedì a venerdì.
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di Giulia Sapelli
abato 29 ottobre, in occasione della giornata mondiale della Psoriasi, la Dermatologia dell’Asst di Cremona (ospedale) apre le porte ai cittadini, offrendo consulenze gratuite. La psoriasi è una patologia infiammatoria cutanea che colpisce circa il 2% della popolazione. Può insorgere ad ogni età, anche se tuttavia sono stati identificati due picchi di incidenza: in età giovanile adulta e tra i 50 e 60 anni di età. E' una malattia che tende ad avere un decorso cronico nel tempo con fasi di remissione ed esacerbazioni. Ne parliamo con il dottor Gioachino Caresana, responsabile della dermatologia all'Ospedale di Cremona. Cos’e’ la psoriasi? «La psoriasi è una patologia infiammatoria della cute. Colpisce circa il 2% della popolazione e può insorgere ad ogni età, anche se tuttavia sono stati identificati due picchi di incidenza: in età giovanile adulta e tra i 50 e 60 anni di età. E' una malattia che tende ad avere un decorso cronico nel tempo, con fasi di remissione ed esacerbazioni. Ogni distretto cutaneo può essere interessato dalla psoriasi. Oltre ad influenza negativamente la vita di relazione, l'interessamento di alcune sedi come le mani e i piedi, con comparsa di ragadi e fissurazioni dolorose, rende difficoltose le comuni attività quotidiane. Anche le unghie possono essere coinvolte dall'onicopatia psoriasica. Ancor più invalidante è l'interessamento delle articolazioni: l'artropatia psoriasica può interessare dal 5 al 30% dei pazienti». Come riconoscerla? «La psoriasi si manifesta abitualmente con placche a bordi netti e arrossate, ricoperte da uno spesso strato di squame biancastre, localizzate prevalentemente sulle superfici estensorie del corpo. Ma vi sono anche forme di psoriasi meno facilmente riconoscibili con interessamento delle pieghe: la cosiddetta psoriasi invertita, oppure varianti pustolose o cheratodermiche palmari e plantari».
Il dottor Caresana: «Influenza negativamente la vita delle persone»
Psoriasi, una patologia difficile: come trattarla
Quali sono le cause? «L'origine della psoriasi è multifattoriale. In circa i 2/3 dei casi si riscontrano dei fattori genetici. Fattori scatenanti possono essere le infezioni, in particolare quelle batteriche, ad esempio le faringo-tonsilliti streptococciche spesso possono scatenare eruzioni psoriasiche di tipo guttato. Anche condizioni di stress psichico e l’utilizzo di alcuni farmaci (litio, antimalarici e beta-bloccanti) sono favorire la comparsa di psoriasi». Esistono correlazioni con altre patologie? «Non sono infrequenti i casi di psoriasi associati a disturbi sistemici come la
sindrome metabolica, l’obesità, l’iperlipemia e l’insulino resistenza. La psoriasi di grado grave costituisce un fattore di rischio per cardiopatia ischemica. Vi è inoltre tra i pazienti psoriasici una maggiore propensione all'abuso di alcolici e al fumo di tabacco». Come si tratta la psoriasi? «Innanzitutto attenzione al cortisone, trattamenti inappropriati possono rendere la psoriasi instabile e scatenare eruzioni pustolose diffuse o eritrodermiche generalizzate con pelle intensamente arrossata e desquamante. Tali situazioni, se non adeguatamente controllate, possono portare ad un deficit
Gli ex dipendenti volontari in ospedale per accogliere e informare i cittadini
Ho sprecato i miei soldi? Ci scrive Francesco M. da Cremona: Buongiorno Dottore, dopo la prescrizione del mio otorino ho acquistato, rivolgendomi ad un Centro Acustico, degli apparecchi acustici retroauricolari digitali. Ma non sono contento,nel rumore non capisco, tutto e troppo forte. Quasi sento meglio senza. Per quale motivo non ho alcun giovamento?
IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE: Emotrasfusioni, salassi, autotrasfusioni, terapia marziale endovenosa, preparazione di nuovi emocomponenti ad utilizzo non trasfusionale: Gel Piastrinico, Concentrato Leucopiastrinico. Dove: Piano terra, corpo D, monoblocco ospedaliero.Tel: 0372 435887 - 0372 405461 dalle 10.00 alle 17.00 da lunedì a venerdì
Risponde il dottor Giorgio Pelagatti Audioprotesista Maico Cremona
GENETICA Dove: piano 2 lato destro del monoblocco ospedaliero. Prenotazioni telefoniche: 0372 405783 da lunedì a venerdì dalle 13.00 alle 14.30. MEDICINA LEGALE Prenotazioni presso Direzione Medica di Presidio piano Rialzato monoblocco ospedaliero. Tel: 0372 405200.
ONCOLOGIA MEDICA Dove: Piano 4 ala Destra Prenotazione in reparto da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17.00. Tel: 0372 405248. TERAPIA DEL DOLORE Dove: palazzina n. 9 La prenotazione può essere effettuata telefonicamente al numero 0372 405330 dalle 11.00 alle 15.00, da lunedì a venerdì. Negli altri orari è possibile chiamare lo stesso numero lasciando un messaggio in segreteria telefonica con il nome e numero di telefono: al più presto sarete richiamati.
L’Audioprotesista Risponde per porre i vostri quesiti al Dott. Giorgio Pelagatti scrivete a: info@maicocremona.cloud, vi risponderà su questa rubrica.
CENTRO AZIENDALE DI ALLERGOLOGIA Test di tolleranza al lattosio e patch test Accesso con impegnativa del medico curante. Le prenotazioni si effettuano telefonicamente al numero 0372/408178 da lunedì a venerdì, dalle 10.30 alle 12; oppure di persona presso l’Ambulatorio di Allergologia (Padiglione 10) da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00.
PSICOLOGIA Dove: settimo piano a sinistra. Prenotazioni da lunedì a venerdì dalle ore 09.00 alle ore 10.00 presso il servizio di Psicologia, oppure anche telefonicamente agli stessi orari al numero 0372 405409.
multiorgano e possono risultare fatali in pazienti anziani. Le forme più circoscritte di psoriasi possono trarre beneficio da trattamenti topici a base di derivati della vitamina D, retinoidi topici, preparati a base di catrame e di ditranolo, impiegati da soli o in associazione con steroidi e cheratolitici. Le forme più gravi e diffuse richiedono invece trattamenti sistemici quali fototerapia, farmaci per via orale o trattamenti con farmaci biologici iniettabili. La fototerapia può essere effettuata da sola con raggi ultravioletti B a banda stretta o in associazione a psoraleni somministrati per os abbinati a raggi ultravioletti A (PUVA terapia). Tra i trattamenti orali si annoverano: ciclosporina, efficace e rapida, ma a rischio di nefropatia e ipertensione; metotressato, più adatto per trattamenti a lungo termine, ma epatotossico; acitretina, efficace soprattutto per forme palmo-plantari, ma meno altrove. Inoltre in alcun i paesi europei sono disponibili farmaci orali a base di esteri di acido fumarico, che tuttavia inducono spesso disturbi gastrointestinali. Nei casi più gravi, che non rispondono alle comuni terapie sistemiche o quando queste sono controindicate, si sono rese disponibili negli ultimi anni terapie iniettive con una nuova categoria di farmaci, i cosiddetti farmaci biologici, che agiscono contro il tumor necrosis factor alfa o contro alcune interleuchine coinvolte nella patogenesi della psoriasi. Tali farmaci hanno rivoluzionato la terapia della psoriasi e hanno permesso di tornare ad una vita normale a molti pazienti affetti da questa invalidante patologia».
Negli scorsi giorni è partito ufficialmente il Progetto “gruppo accoglienza”, composto da ex dipendenti “Gli Ospitalieri” con il compito di accogliere, orientare e informare il cittadino all’interno dell’Ospedale di Cremona. Gli Ospitalieri saranno presenti nell’atrio dell’ospedale (punto d’appoggio ufficio informazioni), dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Valore intrinseco - attribuibile a tutti i componenti del gruppo - è il loro essere stati (e continuare ad essere) professionisti del-
la salute, con specifiche competenze da reimpiegare e reinventare per l’occasione in chiave umanistica quale autentico servizio di facilitazione all’utenza. L’Azienda con questo progetto “si prende cura” – attraverso un’azione di socialità ritrovata - di chi sino a ieri “si è preso cura” degli altri e proprio per questo ha deciso che il tempo del non lavoro non può essere fine a se stesso. Il progetto, che ha carattere sperimentale, è stato realizzato grazie all’interazione fra Asst di Cremona e Mutua di Solidarietà.
Caro Francesco, per risolvere un problema di udito non basta fare un esame tonale, ( quello con i suoni) ma é anche fondamentale verificare quali sono le sue capacità di capire le parole, tramite un esame che si chiama esame vocale. In questo modo é possibile verificare le capacità di comprensione ancora prima di mettere gli apparecchi, e di sapere già in partenza quanto potrà recuperare portandoli. Se ha difficoltà a capire nel rumore un altro test fatto con parole e rumore insieme ( vocale in conpetizione) può essere molto utile a stabilire una reale percentuale di recupero con gli apparecchi. Il suo audioprotesista le ha fatto questi esami prima di fornirle i suoi apparecchi acustici?
sport
lo
lettere@ilpiccologiornale.it
Pedrignani e Venturelli a segno bocce
(M.M.) La coppia Alberto Pedrignani e Gianni Venturelli si è aggiudicata la gara organizzata dal Comitato cremasco guidato da Luigi Comolli. I portacolori della bocciofila Capergnanica esordivano in finale superando Guerrini-Zagheno, nei quarti i
Responsabile Fabio Varesi
codognesi Campolungo-Gaudenzi, in semifinale s’imponevano su Manclossi-Testa ed in finale avevano la meglio sugli offanenghesi Sergio Severgnini e Daniele Bosi per 12-5. Al quarto posto Oscar e Giovanni Oneda.
La Pomì non tradisce mai le attese
Dopo le grandi emozioni vissute a Manila, le rosa si rituffano nel campionato: domani a Bolzano e mercoledì con il Monza
VOLLEY A1 Il titolo mondiale sfiorato conferma che la squadra si ritrova negli appuntamenti più importanti
d un’unghia dal sogno. Ha riassunto con efficacia l’esito del Mondiale di Manila, il presidente Boselli Botturi. L’immagine di quel dito di Jovana Stevanovic che si piega leggermente a muro nel replay rimarrà nella mente e negli incubi, dei sostenitori rosa, l’immagine della sconfitta decisa da qualche elemento estraneo al campo di gioco. Si era sul 12-11 nel tie break della finalissima contro l’Eczacibasi Istanbul e la tv dava il pareggio, 12-12. I telecronisti Rai non avanzavano dubbi sul challenge richiesto da Barbolini, invece ecco l’immagine drammaticamente nitida: un dito di Jole che si piega leggermente al passaggio della palla che poi sbatte fuori campo, turche sul 13-11 e titolo in tasca. Questo è stato solo l’esito di un torneo esaltante della Pomì, che si è presentata a Manila tutt’altro che col favore dei pronostici. Le prove amichevoli precedenti e l’esordio in campionato, non inducevano all’ottimismo. Si andava nelle Filippine a sfidare squadroni che nei test recenti avevano schiacciato le casalasche. Ma è accaduto quel qualcosa che i tifosi Pomì conoscono bene, che trasforma la squadra negli appuntamenti importanti, che la fa partire in sordina, che la fa crescere di gara in gara, che trasforma i ghigni delle ragazze in
hockey pista A1 Prosegue la striscia di risultati negativi della Pieve 010, che anche a Trissino ha lottato con coraggio, rabattendo colpo su colpo, ma cedendo di misura per 3-2. Inutili le reti di Silva e Lopez, che per due volte hanno rimesso in parità la sfida, decisa da una rete di Bertinato. Pur-
SERIE A1 2ª giornata Bolzano-Busto Arsizio
1-3
Casalmaggiore-Monza
rinv.
Firenze-Conegliano
2-3
Modena-Club Italia
3-0
Montichiari-Novara
0-3
Scandicci-Bergamo
1-3
L’Abo sorride Inizio duro per l’Esperia volley b2
classifica
A
di Vanni Raineri
Novara 6 Modena 6 Bergamo 6 Monza* 3 Conegliano 3 Busto Arsizio 3 Casalmaggiore* 2 Scandicci 2 Firenze 1 Club Italia 1 Montichiari 0 Bolzano 0
3ª GIORNATA (30-10 h 17)
Bergamo-Novara, Bolzano-Casalmaggiore, Busto Arsizio-Montichiari (18), Club Italia-Firenze (15), Monza-Conegliano, Scandicci-Modena (29-10 h 20.30). qualcosa di devastante. Non è determinazione, non è carattere, non è grinta, non è nemmeno quella che a Napoli chiamano cazzimma. Un giorno queste ragazze ci spiegheranno il loro segreto. Un ingrediente che rimane a prescindere dagli allenatori, che cambiano ogni anno. Sta di fatto che la Pomì sembrava aver già compiuto l’impresa qualificandosi per la semifinale, estromettendo la Rexona Rio del Janeiro e guadagnandosi così il titolo mondiale virtuale, dato che le altre semifinaliste, tutte europee, erano state invitate dalla federazione
La Pomì schierata a Manila
internazionale. Le altre gare del girone avevano visto la netta sconfitta contro l’Eczacibasi del fresco ex tecnico Barbolini (che dobbiamo ringraziare per non aver regalato la seconda piazza alle brasiliane) e la vittoria contro la debole (per il livello della manifestazione) selezione filippina, che comunque ha dato filo da torcere. In semifinale toccava la Volero Zurigo, vincitrice dell’altro girone ed è arrivata la gara perfetta. Già nel primo set, perso di misura, si capiva che le rosa non erano più quelle delle qualificazioni e lo hanno confermato nei successivi tre
set, tutti vinti. Si andava alla finale per vendere cara la pelle e così è stato. Momenti in cui sembrava non ci fosse nulla da fare, si alternavano ad altri in cui il miracolo sembrava lì da cogliere, compreso quel 10-8 nel tie break. Ha vinto l’Eczacibasi, ma queste ragazze hanno saputo legarci ancora di più alle loro sorti e lo dimostra quota 1300 abbonamenti superata in chiusura di campagna. Ora torna il campionato. Domani alle 17 si va a Bolzano, mercoledì recupero contro Monza al PalaRadi. Si torna al quotidiano, ancora col sole negli occhi.
Pieve 010, la classifica si è già fatta difficile
troppo, come la scorsa stagione, la classifica dei ragazzi di Ariano Civa si è fatta difficile e serve un’immediata reazione, che risollevi l’umore della squadra. A causa degli impegni inter-
nazionali, il calendario sta subendo uno stravolgimento e la sfida con il Breganze è stata rinviata al 15 novembre. I rossoblu hanno quindi una settimana di stop per rifiatare e presentarsi al
meglio allo scontro diretto del 5 novembre contro il Sandrigo. 4ª Giornata Bassano-Sandrigo 5-2, Breganze-Forte Dei Marmi (08-11), Correggio-Follonica (08-11), Giovinazzo-Valda-
gno 4-2, Monza-Sarzana (0811), Trissino-Pieve 010 3-2, Viareggio-Lodi (08-11). CLASSIFICA Lodi, Forte dei Marmi 9; Breganze 7; Viareggio, Follonica 5; Valdagno, Bassano, Trissino, Sarzana 4; Correggio, Giovinazzo, Sandrigo 3; Pieve 010 1; Monza 0.
Frusconi nel 2017 rilancia la sfida
L’Abo Offanengo ha festeggia i primi tre punti stagionali, grazie al 3-0 inflitto al Serteco Genova. Con una prova convincente, la squadra di Giorgio Nibbio ha messo alle spalle il ko inaugurale di Mapello, mettendo in campo tanta aggressività e anche carattere. Muro e difesa hanno imbrigliato l’attacco ligure, che ha chiuso con un misero 16%, meno della metà della positività di quello di Offanengo. «Questa squadra ha bisogno di sbloccarsi e di giocare con maggiore tranquillità - ha rivelato il tecnico -. Voglio fare i complimenti alle ragazze e ora vorrei chiudere il doppio turno casalingo con sei punti in cascina”. Stasera alle 21, infatti, l’Abo giocherà nuovamente al PalaCoim contro la Tomolpack Marudo, reduce dal netto successo sul Brugherio. Nulla da fare, invece, per l’Esperia Cremona travolta a Bergamo dalla Foppapedretti per 3-0. E stasera è in programma un’altra trasferta molto difficile a Gorla, contro una squadra che ha 5 punti in classifica.
AUTOMOBILISMO FORMULA 3
La passione per i motori è sbocciata sin da piccolo, complice l’officina del padre. Fabio Frusconi, cremonese classe 1969, dopo otto anni è tornato alle corse e precisamente in Formula 3, specialità velocità in salita lungo le strade di montagna. Gare a livello internazionale, aperte a tutte le vetture, tranne quelle di Formula 1, che richiamano ai bordi delle strade tantissimi appassionati. Quello di Frusconi è stato in rientro “morbido”, finalizzato a riprendere confidenza con le gare. Una sorte di test per il prossimo anno, che gli ha comunque regalato soddisfazioni. In questo 2016, infatti, il pilota cremonese ha gareggiato nel 25º Trofeo Valcamonica a Borno, valido per il Trofeo italiano Challenge Fia, dove ha collezionato due quinti posti e poi nella salita di Pedavena a Belluno, sede del team per il quale Frusconi gareggia (il BL Racing, affiancato dal suo team e soprattutto dalla sua officina). In Veneto sono arrivati un 4º e un 5º posto, in due prove valide per il Campionato Italiano. Alla fine
Fabio Frusconi in gara
Frusconi ha colto un lusinghiero quinto posto nella classifica finale. «Il bilancio è positivo - ha rivelato - visto che ci siamo scontrati con il top della categoria, ma
quello che mi conforta è che abbiamo ampi margini di miglioramento». Il prossimo anno l’obiettivo del pilota è quello di partecipare alle prove del Trofeo Nord
Italia e ad alcune tappe del Campionato Europeo. Un progetto ambizioso, che impone una minuziosa preparazione fisica e un’attenta messa a punto della vet-
tura, una Dallara del 2001 con motore Opel Spiess 2000 di 220 cavalli. «Una vettura - specifica Frusconi - acquistata nel 2013, che è stata poi revisionata completamente e dopo i test e la messa a punto, a luglio era pronta per gareggiare. Ma prima di farlo, ho dovuto frequentare un corso federale e ottenere la licenza per correre». Come ti preparerai per la prossima stagione? «Mi allenerò con i kart ed anche in pista, per arrivare pronto nel 2017, con l’obiettivo di fare meglio». Prima della lunga pausa, qual è stato il tuo risultato migliore? «Il titolo italiano conquistato nel 2005 con vetture fuori produzione, ottenuto nel campionato di velocità in montagna». Ma correre con una vettura di Formula 3 è tutta un’altra cosa... «Per concludere, vorrei ringraziare lo sponsor Syn Techno, che mi ha sostenuto nelle gare insieme alla mia scuderia e al mio team». Fabio Varesi
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Sport
Sabato 29 Ottobre 2016
BASKET SERIE A Reduci da tre sconfitte consecutive i biancoblu devono ritrovarsi contro Venezia
di Giovanni Zagni
uel segnale positivo che ci si aspettava, dopo la brutta sconfitta casalinga contro Caserta, è arrivato. La Vanoli, partita al rallentatore, nel secondo tempo ha contrastato il cammino alla Fiat Torino sino a portarla al supplementare, soccombendo poi per 85-82. Peccato, perché i presupposti per un colpaccio a quel punto c’erano tutti. Non è andata bene, pazienza. Resta necessario rimarcare l’enorme prestazione di Paul Biligha (stratosferico), stavolta che i compagni l’hanno coinvolto per tutti i 40 minuti. Fuori giri, ma resta da scoprire il perchè, Turner ed in grave difficoltà i due Thomas, sottotono Halloway. La situazione non è drammatica, almeno guardando la classifica, ma pesante indubbiamente per quel che spesso s’è visto, ma il tempo per rimediare non manca. Quel che ci pare poco idoneo per chi deve salvarsi, sono le “grida” (che indubbiamente disturbano) delle diatribe, di cui non conosciamo la consistenza, tra le opposte tifoserie che anziché alzarsi pesanti a sostegno della causa comune, mettono freno alle ambi-
SERIE A 4ª giornata
Brescia-Milano
80-97
Cantù-Sassari
90-69
Caserta-Pistoia
74-65
Pesaro-Avellino
55-60
Reggio Emilia-Venezia
85-79
Trento-Capo d’Orlando
85-76
Torino-Cremona
85-82
Varese-Brindisi
91-81
classifica
La Vanoli prova a riemergere in laguna Q Milano Caserta Trento Avellino Reggio Emilia Venezia Cantù Sassari Torino Varese Pesaro Cremona Pistoia Capo d’Orlando Brindisi Brescia
8 6 6 6 6 4 4 4 4 4 2 2 2 2 2 2
5ª giornata (30--10 h 18.15)
Avellino-Brescia, Brindisi-Torino (h 12), Capo d’Orlando-Cantù, Milano-Caserta, Pistoia-Varese, Sassari-Pesaro, Trento-Reggio Emilia (h 20.45), Venezia-Cremona. zioni societari, ma sopattutto frenano gli entusiasmi di casa. Peccato, che in un momento di grande pesantezza psicologica, possa incrinarsi il rapporto squadra-tifosi, che invece dovrebbe essere “cemento” portante per la conquista
Biligha è stato tra i migliori a Torino (foto Mario F. Rossi)
degli obbliettivi prefissati. Ma guardiamo avanti, domani si va a Venezia dove si troverà una squadra fortissima, se pur in periodo di flessione, tuttavia al di sopra dei valori della Vanoli. Umana che almeno Champions League (contro i turchi
del Pinar) ha messo in mostra tutto il proprio potenziale. Ma chissà che come a Torino, non si riesca a giocare “leggero"” com’è stato in precedenza e magari arrivare a conseguire un successi pesantissimo. Forza ragazzi.
serie b
Biancorossi in Sardegna per tornare a sorridere
Prima trasferta sarda nella storia della Pallacanestro Crema, opposta ai “Pirates"” di Sestu. La formazione di Baldiraghi, reduce dalla sconfitta interna contro la corazzata Piacenza (72-80), cerca di bissare il successo ottenuto nella precedente trasferta ad Iseo. Di fronte avrà l’unica formazione sarda della categoria, una delle quattro neo promosse del girone. La formazione di Sassaro, dopo tre incontri, è ancora al palo, reduce da prestazioni altalenanti che hanno portato a sconfitte piuttosto nette nel punteggio. Facile aspettarsi avversari pronti a dare tutto per regalare ai propri tifosi la prima gioia. Il trio Graviano, Pilu, Elia forma un pacchetto di esterni nel quale classe ed esperienza non mancano. Graviano è un playmaker al quale non mancano chili e centimetri, Pilu e un temibile tiratore, mentre Elia rappresenta una sorta di allenatore in campo, l’uomo di riferimento del quintetto. Più vicino a canestro troviamo due nuovi arrivi, l’ala Trionfo, mancino dotato di buona mano nel tiro dalla media e lunga distanza e l’argentino di origini piemontesi Laguzzi, ala-pivot dotato di grande atleticità, esperto di promozioni nelle minors sarde. Dal-
Crema contro Piacenza
la panchina partono due giocatori storici della franchigia: il capitano Villani, esterno con spiccate qualità difensive e di leadership ed il centro Melis, pivot dotato di ottima tecnica, all’esordio nella categoria.
Dall’esperienza ravennate in Legadue arriva invece l’ala forte Manetti, un due metri rapido di piedi e molto atletico. Trova spazio nelle rotazioni di coach Sassaro anche il centro Passaretti, con l'ultimo arrivato Varrone, venticinquenne prodotto delle giovanili Benetton di 2 metri e 12, chiamato a rinforzare un pacchetto lunghi che ha sofferto molto a rimbalzo negli incontri disputati finora. Per Crema la trasferta sarda rappresenta l’occasione per ritrovare i due punti dopo la sofferta battaglia con Piacenza, quando una buona prestazione corale non ha sortito il risultato sperato. Infilatasi nel gruppone di metà classifica a quota quattro, i leoni cremaschi devono cercare di non perdere contatto con la metà sinistra della graduatoria, in una classifica che inizierà probabilmente da questo turno a spezzare il gruppo delle partecipanti. CLASSIFICA (4ª giornata) Padova 8; Bergamo, Cento, Orzinuovi, Reggio Emilia, Piacenza 6; Lecco, Crema, Faenza, Milano, Vicenza, Alto Sebino 4; Desio, Iseo, San Vendemiano, Sestu 0. Marco Cattaneo
Azzurre pronte al bis in trasferta a2 femminile
E’ tornato subito a correre il Basket Team Crema, che in scioltezza ha travolto il Carugate per 82-62. Con la Veinberga un po’ sottotono, ci hanno pensato Caccialanza (17 punti) e Capoferri (14) a trascinare le azzurre al netto successo, il secondo in questo inizio di stagione. Ora però serve ripetersi oggi alle 18 a Castelnuovo Scrivia, contro un avversario non irresistibile, ma che ha colto i primi punti stagionali a Bolzano. Le cremasche non dovranno assolutamente sottovalutare le avversarie, con la consapevolezza però di poter tornare a casa con i due punti, giocando come contro il Carugate. Classifica (3ª giornata) Sesto San Giovanni, Milano 6; Orvieto, Costa Masnaga, Empoli, Albino, Crema, Selargius 4; Cus Cagliari, Castelnuovo Scrivia, Virtus Cagliari 2; Carugate, Bolzano, Alghero 0.
Serie C: Piadena si è risollevata
Quarta giornata nel complesso positiva in serie C Gold per le formazioni provinciali. Prezioso il successo del Corona Platina, che ha superato il periodo difficile battendo nettamente 78-53 il Carpe Diem, presentatosi da capolista. Una bella iniezione di fiducia per i piadenesi, che stasera sono impegnate a Lierna in un match che si annuncia equilibrato. Bene anche la Sansebasket, passata con autorità a Olginate (68-60) e stasera impegnata con la Gardonese per salire ancora in classifica. Mastica amaro, invece, il Pizzighettone che ha ceduto di misura a Romano Lombardo (75-74). Stasera con l’ Olginate, i riviersachi hanno la possibilità di riscattarsi. In serie C Silver, prosegue la marcia trionfale della JuVi, che ha battuto nettamente anche il Gorle (76-54) con un super Asan (19 punti). La squadra di Brotto (impegnata ieri sera a Quistello) è ora in testa alla classifica con il Basket Seriana e vuole rimanerci.
Sport SERIE A
In testa si delinea una lotta a tre
Al termine della 10ª giornata, inizia a delinearsi la classifica: Juve, Roma e Napoli non tradiscono le aspettative e come di pronostico, hanno iniziato a macinare punti su punti, distaccando così le altre rivali. La Juve, anche senza un gioco spumeggiante, con gli ottimi giocatori che ha a disposizione, riesce ad aver la superiorità assoluta su tutte le avversarie affrontante fino ad ora, tralasciando le brutte sconfitte a San Siro, sia con il Milan che con l’Inter. La Roma ha trovato il suo bomber tanto atteso nella stagione passata: Dzeko, infatti, è tornato a segnare con continuità, raggiungendo quota 10 reti in altrettante giornate. Il Napoli, anche senza Milik e
Gabbiadini, è riuscito a non perdere troppo terreno dalle altre due pretendenti al titolo, tramite un gioco armonioso e trascinata dai veterani come Hamsik e Reina e dal talento di Mertens e Callejon. La sorpresa vera e propria fino ad ora è il Milan, che con una rosa poco rinforzata rispetto all’anno scorso, dopo la vittoria con la Juve, ha avuto la possibilità di diventare capolista, chance sprecata malamente con il Genoa. Promossi: Locatelli (Milan), Immobile (Lazio), Dzeko (Roma). Bocciati: Bruno Alves (Cagliari), Lirola (Sassuolo), Honda (Milan). Matteo Frittoli
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Sabato 29 Ottobre 2016
SERIE B
Il Carpi è in crescita
Un altro scontro diretto stasera per la Juventus
11ª GIORNATA (30-10 h 15) Atalanta-Genoa (h 12.30), BolognaFiorentina (29-10 h 18), Cagliari-Palermo (30-10 h 21), Crotone-Chievo, Empoli-Roma, Juventus-Napoli (29-10 h 20.45), Lazio-Sassuolo, Milan-Pescara, Sampdoria-Inter (h 20.45), Udinese-Torino (30-10 h 19). CLASSIFICA Juventus 24; Roma 22; Napoli 20; Milan 19; Lazio 18; Atalanta 16; Torino, Genoa*, Chievo 15; Inter 14; Fiorentina*, Udinese, Bologna, Cagliari, Sassuolo 13; Sampdoria 11; Pescara 7; Empoli, Palermo 6; Crotone 2.
11ª GIORNATA Ascoli-Salernitana 0-0, Avellino-Ternana 1-0, Brescia-Vicenza 2-1, Cesena-Virtus Entella 0-1, Frosinone-Spal 2-1, Novara-Bari 1-0, Perugia-Carpi 0-2, Pisa-Hellas Verona 0-0, Pro Vercelli-Latina 1-1, Spezia-Cittadella 1-1, Trapani-Benevento 1-0. 12ª GIORNATA (29-10 h 15) Bari-Pro Vercelli, BeneventoSpezia, Carpi-Ascoli, Cittadella-Latina, Frosinone-Cesena, Hellas Verona-Trapani (30-10 h 15), Salernitana-Pisa, Spal-Avellino (31-10 h 20.30), Ternana-Novara, Virtus Entella-Brescia, Vicenza-Perugia (h 17.30). CLASSIFICA Verona 24; Cittadella, V. Entella, Carpi 19; Frosinone (-1) 18; Spezia 17; Perugia 16; Benevento, Brescia, Spal 15; Pisa, Novara 14; Bari, Pro Vercelli 13; Salernitana 10; Avellino 12; Ascoli 11; Cesena, Latina, Vicenza 10; Ternana, Trapani 6.
La Cremo ha riconquistato i tifosi Dopo tre vittorie consecutive, i grigiorossi ospitano domani la Pistoiese dei tanti ex nella speranza che l’Alesssandria rallenti
E
di Matteo Volpi
d ora sotto con la Pistoiese. Dopo la vittoria al fotofinish di Pontedera, la Cremonese tornerà di scena domani allo “Zini” (ore 14.30) contro la formazione toscana per continuare il filotto giunto a tre vittorie consecutive. Questo l’unico obiettivo possibile per Tesser e i suoi, visto che l’Alessandria là in cima sta mantenendo un passo da record. Per provare ad approfittare di un eventuale calo dei grigi, dunque, l’unico modo è fare altrettanto. Il bel calcio lo lasciamo a gente di categorie più alte, per noi l’importante è continuare a marciare a pieno ritmo. Anche perché l’ambiente, nonostante l’arrivo imminente della stagione fredda, inizia a scaldarsi. Tanti appassionati hanno già rimandato alcuni impegni domenicali, scegliendo di tornare a seguire in modo più assiduo le avventure grigiorosse. L’identikit della Pistoiese è il seguente: tredici gol fatti, altrettanti subìti e una sfilza di “scarti” grigiorossi: Gregorio Luperini, Davide Guglielmotti, Alessio Benedetti, Ludovico Gargiulo e Francesco Finocchio fanno tutti parte della rosa a disposizione di mister Remondina. Un tecnico che ha poco bisogno di presentazioni, da sempre
LEGA PRO 10ª giornata Livorno-Arezzo
1-1
Lucchese-Prato
3-0
Lupa Roma-Giana E.
0-0
Olbia-Alessandria
1-4
Pistoiese-Como
1-1
Pro Piacenza-Viterbese
2-1
Racing Roma-Carrarese
0-1
Renate-Pontedera
3-0
Robur Siena-Piacenza
2-3
Tuttocuoio-Cremonese
0-1
classifica Girone A
CALCIO LEGA PRO Cresce l’entusiasmo per la formazione di Tesser che resta in scia della capolista Alessandria 28 Cremonese 23 Viterbese 19 19 Piacenza Arezzo 18 18 Como Renate 17 15 Livorno Lucchese 13 Robur Siena 13 Giana Erminio 13 11 Carrarese Olbia 11 Tuttocuoio 10 Pistoiese 9 Pro Piacenza 9 Lupa Roma 7 Pontedera 7 Racing Roma 6 Prato 5
11ª GIORNATA (30-10)
Stanco in azione contro l’Alessandria (foto © Ivano Frittoli)
sulla carta amante del gioco offensivo come testimonia una certa sfrontatezza mostrata anche nelle gare esterne: 4 pareggi nelle cinque trasferte sin
Alessandria-Robur Siena, Arezzo-Renate, Carrarese-Piacenza, Como-Olbia, Cremonese-Pistoiese (h 14.30), Giana Erminio-Racing Roma, Pontedera-Tuttocuoio, Prato-Lupa Roma, Pro PiacenzaLucchese, Viterbese-Livorno.
qui disputate nei quali, se si esclude lo 0-0 di Gorgonzola, si sono sempre visti gol ed occasioni su entrambi i fronti. Un dato da tenere fortemente in considera-
zione in casa grigiorossa e mister Tesser dovrà preparare al meglio i suoi anche in fese difensiva, vista anche la presenza dell’esperto Colombo a capitanare
l’attacco toscano. L’equilibrio ed il cinismo mostrato nelle ultime tre gare dalla Cremonese sono tuttavia simboli di forza e, in virtù di questo, è lecito aspettarsi anche pochi cambiamenti nella formazione iniziale: Belinghieri dunque potrebbe essere confermato in mediana e Maiorino sulla trequarti, con Scarsella e Perrulli pronti ad entrare a partita in corso. Chi sta giocando meno, d’altronde, troverà poi spazio nel turno infrasettimanale di Coppa sul campo del Como, in programma mercoledì. PROBABILE FORMAZIONE (4-3-12): Ravaglia; Salviato, Lucchini, Marconi, Gemiti; Moro, Pesce, Belinghieri; Maiorino; Stanco, Brighenti. La gara di domani allo “Zini” sarà arbitrata a Davide Andreini della sezione di Forlì con gli assistenti Salvatore Sangiorgio di Catania e Vincenzo Madonia di Palermo. COPPA ITALIA Come detto, a gara del 2º turno della fase finale della Coppa Italia di Lega Pro, che vedrà impegnati i grigiorossi contro il Como, è in programma mercoledì 2 novembre allo stadio Sinigaglia di Como con inizio alle ore 20.30. In caso di vittoria, i grigiorossi di Tesser affronteranno negli ottavi di finale, la vincente della gara tra Giana Erminio e Alessandria.
Umiltà e motivazione le armi dell’imprendibile Pergolettese I nerobianchi vedono la vetta ECCELLENZA
SERIE D
xx
E sono 8. L’’ultima perla contro l’Olginatese, battuta 3-1 (in rete Bodini, Carletti e Manzoni). «Credo che i ragazzi siano consapevoli - rivela Curti - di avere grandi qualità, ma a volte non basta. Bisogna aggiungere sempre tanta umiltà e una grande motivazione, che i ragazzi mostrano di avere». Classifica alla mano, solo il Monza resta in scia (anche se a -4), mentre la terza è già a 7 punti. Ma in casa gialloblu nessuno si
monta la testa, che è già rivolta alla trasferta di Ciserano per stupire ancora. CLASSIFICA (8ª giornata) Pergolettese 24; Monza 20; Ciliverghe Mazzano 17; Seregno 16; Caravaggio 14; Pontisola, Dro 13; Virtus Bergamo 12; Pro Patria 11; Olginatese 10; Cavenago Fanfulla, Darfo Boario, Grumellese 9; Ciserano 8; Lecco 6; Virtus Bolzano 5; Levico Terme, Scanzorosciate 4.
TRIATHLON
E’ un Crema insaziabile, che ha rifilato 5 gol anche al malcapitato Luciano Manara (a segno Marrazzo due volte, Donida, Bressanelli e Zenga. I nerobianchi sono sempre secondi, a un punto dalla vetta con ben 18 gol all’attivo (2,25 a partita). E’ una squadra in salute quella di Porrini, che domani alle 14.30 al Voltini cercherà i tre punti con il Sondrio. Disco rosso, invece, per la Rivoltana superata 2-1 a Verdello e sempre più invischiata nelle parti basse della classifica con solo 7 punti all’attivo. Determinante quindi è lo scontro diretto di domani con la Trevigliese.
RUGBY C2
Andrea Zanenga al traguardo dell’XTerra a Maui Crema ko nel big match. Sorride solo Casalmaggiore
Lo Stradivari Triathlon Team è stato protagonista anche nella versione off road della multidisciplina. Domenica scorsa si è disputata la finale mondiale del circuito XTerra a Maui ed i colori verdeblu sono stati rappresentati da Andrea Zanenga. L’atleta dello Stradivari aveva conquistato la slot per partecipare alla prova iridata nella tappa italiana XTerra di Scanno. A Maui, Zanenga
ha completato la gara (1500 metri a nuoto, 32 km in mtb e 10,5 km di corsa) in 3h42’46”, 35° assoluto e settimo di categoria 25-29. Un risultato di grande valore internazionale che completa nel modo migliore la sua ottima stagione nella versione cross country della triplice disciplina. Nel fine settimana si è gareggiato anche un duathlon a Pavia, 28° posto per Filippo Bordoni in 59’05”.
Nulla da fare per il Crema Rugby sul difficile campo del Valle Camonica, a cui va il primo round di una lotta promozione che si deciderà solo alla fine del campionato. Sconfitta che comunque non ridimensiona le ambizioni del XV cremasco e che anzi deve far prendere coscienza ai ragazzi di Forte che posso giocarsela alla pari fino alla fine del campionato. Il punteggio di 19-5 penalizza troppo i neroverdi,
che avrebbero meritato almeno un punto. Domani la corsa al primo posto ricomincia a Crema contro il Franciacorta con cui è vietato scherzare. Nulla da fare anche per il Cremona Rugby, battuto sul campo amico dell’Orobic (16-32) e domani ospire del Rugby del Chiese. L’unica soddisfazione è arrivata da Casalmaggiore, che dopo aver superato il Franciacorta (12-7), cerca conferme a Bergamo.
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Sport
Sabato 29 Ottobre 2016
Filippo Ganna dà spettacolo agli Europei
Cresce la giovane Italia su pista di Filippo Ganna, 20 anni, campione del mondo nell’inseguimento individuale. E’ calato il sipario sui Campionati Europei su pista di Saint-Quentin-En-Yvelines, alle porte di Parigi, con le ragazze del quartetto femminile (Silvia Valsecchi, Simona Frapporti, Tatiana Guderzo ed Elisa Balsamo) che hanno conquistato la medaglia d’oro. Argento per i ragazzi (Liam Bertazzo, Simone Consonni, Francesco Lamon e Michele Scartezzini), arresisi in finale ai transalpini in un replay della finale Under 23. «Noi ci siamo - commenta- il ct Marco Villa, è un argento che conferma il nostro valore». Contro la Francia, Villa ha sostituito uno stremato Bertazzo con Filippo Ganna. Che dire del bergamasco Simone Consonni, che ha avuto l’oro tra le mani, ma alla fine gli è rimasta l’amarezza della medaglia di legno nell’Omnium. Nell’inseguimento femminile titolo alla britannica Katia Archibald e ottava piazza per Francesca Pattaro con il tempo di 3’39”428. Nel kerin, Miriam Vece, 19enne di Romanengo, campionessa italiana della specialità dei 500 metri, ha chiuso con in 35”987 (eliminata nelle qualificazioni), prova che ha laureato la russa Daria Shmeleva in 34”310, sulla tedesca Garabosch (argento) e la russa Anastasia Voinova (bronzo). Un quarto posto che vale una medaglia, quello conquistato da Elisa Balsamo, la campionessa del mondo su strada Juniores, 18 anni, che dopo l’oro nel quartetto, ha sfiorato la medaglia nell’omnium Elite. Filippo Ganna, infine, si è fermato all’argento, per la miseria di 3 decimi di secondo, dopo un recupero pazzesco nella finale europea dell’inseguimento individuale Open. Sotto di ben 4 secondi e mezzo dal francese Corentin Ermenault, il piemontese ha dato vita ad una clamorosa rimonta chiudendo la prova in 4’19”084, contro i 4’18”778 del transalpino.
E’ un Giro d’Italia molto duro
CICLISMO Sin dalle prime battute la corsa rosa è impegnativa. Affascina il duello Nibali-Aru
E’
di Fortunato Chiodo
nato il Giro d’Italia numero 100, condensato in ventun tappe e oltre tremila chilometri. Da venerdì 5 a domenica 28 maggio. Un Giro duro e selettivo, che piacerebbe molto a Chris Foome, ma che in ogni caso piace a Vincenzo Nibali e Fabio Aru, dal prossimo anno e per la prima volta “fratelli contro”. Dopo tre tappe in Sardegna (il via da Alghero) sull’isola, in omaggio a Fabio Aru, che rappresenta il presente e il futuro del ciclismo italiano nelle corse a tappe, la carovana rosa sbancherà in Sicilia e saranno subito fuochi d’artificio con l’arrivo sull’Etna a 1.892 metri del Rifugio Sapienza. «Occhio a questa tappa ammonisce Mario Cipollini - arriva dopo solo quattro traguardi. Questa è una salita tosta, difficile, che non consente ai corridori di arrivare al Giro con una condizione in via di definizione. Bisogna stare bene ed essere subito al top. Qui saranno in tanti a lasciarci le penne». Dopo l’omaggio a Vincenzo Nibali, con l’arrivo a Messina, si riparte per Reggio Calabria per risalire la penisola toccando Terme Luigiane, Alberobello e Peschici, prima di un altro arrivo in salita, sul Block Haus. Prima sfida contro il tempo con la FolignoMontefalco, tutt’altro che semplice con i suoi 39 km di continui saliscendi. A segui-
Il Giro d’Italia 2017 sarà molto duro
re Bagno di Romagna (con il Monte Fumaiolo), la volata a Reggio Emilia (faranno anche un tratto in autostrada, con tanto di Gpm) e quella di Tortona prima di un nuovo traguardo in salita al Santuario di Oropa. Da Valdengo poi arrivo a Bergamo, dopo aver affrontato il Miragolo San Salvatore e Selvino, come avvenuto poche settimane fa al Lombardia. La settimana decisiva si aprirà con un autentico tappone fin troppo duro, fin troppo esagerato, la Rovetta- Bormio con Mortirolo, Stelvio (ovviamente Cima
Coppi) e Giogo di Santa Maria (il versante svizzero dello Stelvio a quota 2.502 metri, gli unici 20 km all’estero) prima della picchiata verso il traguardo. Dopo l’arrivo a Canazei, altra tappa molto dura la MoenaOrtisei, con Pordoi, Val-parola, Gardena e Passo di Pinei prima dell’ascesa finale. L’ultimo atto è una cronometro, da Monza (autodromo) a Milano, il 28 maggio. «E’ un Giro molto bello e suggestivo - spiega Aru - che dovrà essere affrontato con grande attenzione e che ci costringerà ad andare molto forte da subito». Più critico, come
sua abitudine, Francesco Moser: «E’ un bel Giro, ma non si pensa mai ai corridori. E’ vero che le tappe di montagna sono belle e suggestive, ma questa volta secondo me si è esagerato. Mi sembra esageratamente duro. Troppo duro». Ed è difficile non pensarla come il campione di Palù. Giro tosto, tostissimo, ma come spesso si dice, la corsa la fanno i corridori, oltre che al bel disegno della corsa rosa, bisogna avere anche un bel cast di partecipanti. Intanto, però, sappiamo che avremo il primo duello tra Nibali e Aru ed è già tanta roba. «A mia memoria, un Giro così duro non lo ricordo, le due cronometro daranno equilibrio, ma qui conterà avere tante energie ed essere in palla fin dai primi giorni, visto che c’ è subito l’Etna», conferma Nibali, per la prima volta nel ruolo di rivale di Aru. Che possa saltar fuori un terzo incomodo lo dirà il lavoro dell’organizzazione, alla quale il nuovo patron Cairo chiede di accorciare le distanze dal Tour, senza però al momento averne i campioni: ad un Giro così importante non vedremo Quintana, al quale i francesi hanno già apparecchiato la tavola. Idem Froome, che invece dovrebbe farci un pensierino, perché al keniano bianco strizzano l’occhio i sei arrivi in salita e ancor di più le crono. Degli altri Chaves si sta facendo contagiare dal mal di Francia, mentre lo sponsor italiano potrebbe chiedere a Contador di esserci.
Stefano Baffi sempre protagonista: 5º nella 95ª Coppa d’Inverno
Un lampo rossocrociato si abbatte sulla 95ª Coppa d’Inverno, classica nazionale di chiusura del calendario Elite e Under 23 con partenza e arrivo a Biassono (Monza e Brianza). Un altro sprint da restare a bocca aperta, anche se le volate non sono mai uguali. Ad imporsi è lo svizzero Mathias Ruetimann, del Velo Club Mendrisio, che lascia alle spalle il compagno d’avventura Fausto Masnada, della corazzata del Team Colpack di patron Beppe Colleoni, con una fiammata micidiale negli ultimi metri. Completa il podio Umberto Marengo, con alle sue spalle Francesco Castegnaro. Quinto posto per il giovane juniores Stefano Baffi, nipote d’arte, della rappresentativa lombarda, pronto sulle rampe di lancio a vestire l’anno prossimo la maglia bergamasca del Team Colpack. E’ la seconda
vittoria stagionale del 22 enne elvetico, originario di Winterthur. Sotto una pioggia battente e gelida, Stefano Baffi agita le acque e trascina con sé Negrente (Colpack), Raggio (Viris) e Ruetamann (Mindrisio). Dopo qualche chilometro, sul quartetto in due riprese arrivano Scaroni, Lonardi e Marengo (General Store Bottoli), Masnada (Colpack), il genivoltese Jalel Duranti e Alfio Locatelli (Viris), Castegnaro, Grodizcki e Grassi (Palazzago), Thiery Delco (Mendrisio), Marengo (Overal), Valsecchi (Velo Club Cremonese), Petiti (Equipe Exlpoit), Sancito e Gabriele Moreni della rappresentativa lombarda. Questi corridori si contenderanno i traguardi volanti e il Gpm sulla Brugora, con il veneto Francesco Castegnaro che si aggiudica la “combinata”. Nel finale divampa una battaglia tra i venti
fuggitivi: prima cede Petiti (caduto), poi altri dieci lasciano la testa e restano a giocarsela i primi nove dell’ordine d’arrivo con lo svizzero Reutimann che precede Masna-da con Umberto Marengo, che giunge a 15” a completare il podio. Ordine d’arrivo: 1) Mathias Reutimann (Svizzera, Velo Club Mendrisio) km 138 in 3h15’, media 42,451, 2) Fausto Masnada (Team Colpack), 3) Umberto Marengo (Overal Team Soligo Amarù Sirio) a 15”, 4) Francesco Castegnaro (Team Soligo Amarù Siro Palazzago), 5) Stefano Baffi (Gb Junior Team) a 40”, 6) Alfio Locatelli (Viris Maserati Sisal Chiavalli), 7) Matteo Grassi (Team Soligo Amarù Sirio Palazzago), 8) Alberto Marengo (General Store Bottoli), 9) Luca Raggio (Viris Maserati Sisal Chiravalli), 10) Cyrille Thiery (Svizzera, Velo Club Mendisio).
San Camillo di Cremona: LA RADIOLOGIA CRESCE ANCORA
Molte le novità di questo Settembre che interessano la Radiologia della storica casa di cura San Camillo di Cremona. Chiediamo al Dott. Stefano Folzani, Primario del Servizio di Radiologia, di illustrarcele nel dettaglio: “Abbiamo trasformato e rinnovato la tecnologia della radiologia tradizionale con l’acquisto di un nuovo apparecchio digitale di ultima generazione per eseguire le radiografie. Le lastre, infatti, rappresentano ancora oggi una base fondamentale per la radiologia e quindi per la diagnostica per immagini. Questo nuovo apparecchio ha una notevole precisione di immagine ed è interamente supportato da tecnologia digitale: permettendo così una migliore definizione dell’immagine acquisita e al contempo eroga una “dose radiante” inferiore a carico del paziente.” Inoltre è stato da poco inaugurato, sempre in capo alla Radiologia della Casa di Cura, il servizio di elevata specializzazione nel campo oncologico: la sezione ultraspecialistica di “Diagnostica Oncologica Epato-Pancreatica”. Tale sezione si occupa principalmente dello studio e della diagnosi delle malattie di fegato e di pancreas, sia di tipo tumorale che di tipo infiammatorio. In tale contesto si è dato particolare sviluppo allo studio e alla terapia del Epatocarcinoma primitivo in cirrosi e alla terapia con Radiofrequenza delle metasta-
si epatiche specie da carcinoma del colon retto. Queste sono solo due novità relative alla parte medico-sanitaria della Sezione di Radiologia ma non le uniche, aggiunge il Dottor Folzani: “in accordo con la Direzione della Casa di Cura siamo voluti andare in contro alle esigenze della cittadinanza e abbiamo esteso la fascia oraria di apertura del Servizio di Radiologia, istituendo un orario continuato dalle 7.30 del mattino alle 21, permettendo così a persone che lavorano e che non riescono a recarsi in una struttura ospedaliera durante la fascia oraria diurna, tipicamente lavorativa, di avere accesso al servizio in orari più comodi e congeniali ad un lavoratore”. “L’impegno da parte nostra è stato rilevante – commenta il Dott. Danilo Benecchi, Direttore della Casa di Cura – al punto che, per rendere possibile questo nuovo assetto, sono stati assunti due nuovi medici radiologi che collaboreranno insieme con il Dott. Folzani per rendere il Servizio sempre più tempestivo nel rispondere alle esigenze del Cittadino; queste scelte avvengono nell’ottica di creare un rapporto sempre più semplificato e diretto tra Casa di Cura e Cittadino”.
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VIA BELLA ROCCA In palazzo signorile posto al primo piano appartamento ristrutturato con travi a vista e barbacani del '500 di circa mq. 210 composto da ampio soggiorno-pranzo, cucina abitabile, tre camere da letto, studio, doppi servizi, balcone, cantina. C.E. G 193 kwh/mq.a
VIA RUGGERO MANNA 5° ed ultimo piano con ascensore, portineria, appartamento di circa 200 mq.,originale nelle finiture, dotato di cantina ed ampio garage. € 260.000 C.E. G 284,65 kwh/mq.a
PORTA PO appartamento su due livelli di mq.130 composto da soggiorno, cucina abitabile, doppi servizi, tre camere letto, cantina e posto auto . € 220.000 C.E. D
ZONA PO in contesto signorile, appartamento all’ultimo piano con ascensore, di circa mq.140, doppi servizi. Due garage.€ 220.000 C.E. F 146,60kwh/mq.a
CENTRO STORICO nel recupero della ex Cavallerizza , ultimi due appartamenti, in esclusivo contesto. Informazioni ufficio. C.E. A da progetto
ZONA ZAIST Ultimo piano con ascensore, appartamento composto da soggiorno con balcone, cucina abitabile, due camere da letto, bagno, ripostiglio, soffitta e posto auto. € 64.000 C.E. C 10,55 kwh/mq.a
ZONA OSPEDALE
VILLA GLORI casa autonoma in stile liberty di circa mq.260 su quattro piani fuori terra più uno interrato. Terrazze e cortile interno. €250.000 C.E. G 459,40
recente/nuovo, villetta di testa, libera su tre lati, composta da ampia zona giorno con cucina abitabile con prospiciente area cortilizia attrezzata per pranzo all'aperto e barbecue, bagno di servizio /lavanderia e garage di mq. 26 . Al piano primo tre camere da letto, bagno e ampia terrazza. Accessoriata da impianto di allarme e con tutti i serramenti esterni in alluminio antintrusione. € 190.000. C.E. E 171,45kwh/mq.a
PERIFERICA ALLA CITTA’ esclusiva, signorile, villa su lotto di circa 2.000 mq. , finiture alto livello con appartamento padronale su unico piano più appartamento al piano terra. Vari locali accessori (mansarda, taverna, garage, portici vari) Piantumazione particolarmente accurata. Info ufficio. C.E.F 161,32 kwh/mq.a
MIGLIARO esclusiva proprietà, irripetibile CASTELVERDE occasione, signorile villa di ampia metratura su lotto di circa 800 mq. Informazioni ufficio. C.E. G 147,47 kwh/ mq.a
VIA BERGAMO/MIGLIARO casa liberty con annesso capannone di 300 mq. , area cortilizia esclusiva. Ideale per birreria , ristorante ecc. € 245.000. esente da C.E.
per posizione e consistenza. Cascianle tipico cremonese a corte chiusa con casa padronale prospiciente area cortilizia e tipico giardino con laghetto e ghiacciaia. Il cascinale è circondato da circa 45 pertiche cremonesi di terreno a corpo unico. Esente da C.E.
SULLA VIA MANTOVA LOCALITA’ VESCOVATO
cascinetta/ casa di campagna, ampia zona verde circostante di mq. 9.000 circa. Unica per il suo genere e per le dimensioni contenute. € 160.000 Immobile esente da C.E.